deposizione giuseppina pesce 3
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TRIBUNALE DI PALMI - RITO COLLEGIALE SEZIONE PENALE
STRALCIO DEL VERBALE DI DEPOSIZIONE DI GIUSEPPINA PESCE
UDIENZA 22/05/2012
AULA BUNKER TRIBUNALE DI ROMA – P.n.R.G.TRIB.819/11 – R.G.N.R.4302/06
PROCEDIMENTO A CARICO DI ARMELI SIGNORINO + 62
Presidente CONCETTINA EPIFANIO
P.M. ALESSANDRA CERRETI
P.M. GIULIA PANTANO
- LA COSCA PESCE, I CAPI, LE ATTIVITA’, LE RIUNIONE A CASA
DI GIUSEPPA BONARRIGO
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Allora, adesso affrontiamo la tematica
delle sue responsabilità nell’ambito di questo processo.
Lei è accusata di una serie di reati; il primo fra tutti
è l’appartenenza all’associazione mafiosa Pesce e poi i
reati che vengono contraddistinti dai capi 13, 14, 20,
21, 36 e 37 del capo d’imputazione. Fermo restando che
adesso li analizzeremo tutti, uno per uno, vorrei
innanzitutto chiederle: lei ammette la responsabilità per i
reati che le vengono contestati?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Per tutti i reati così come a lei
contestati?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Bene, adesso li analizzeremo uno per
uno. Partiamo dal reato associativo.
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei è accusata di appartenenza alla
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cosca mafiosa Pesce per aver svolto – le leggo il capo
d’imputazione – “In qualità di partecipe, un ruolo di
collegamento e trasferimento di comunicazioni in ordini
tra il padre detenuto Pesce Salvatore e gli altri
associati; in particolare per avere svolto il ruolo di
intermediaria circa le specifiche disposizioni date da
Pesce Salvatore sui destinatari e le modalità delle attività
estorsive, nonché per avere partecipato all’attività di
intestazione fittizia di beni e reimpiego dei capitali
illeciti del gruppo criminale”. Quindi la prima domanda
che le faccio, visto che lei mi ha ammesso la
responsabilità per questo reato, è: esiste una cosca
mafiosa che si chiama Pesce?
IMP. PESCE – Sì, esiste. (…)
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Allora, vorrei che spiegasse al
Tribunale come fa a fare queste affermazioni? Quali sono
gli elementi a sua conoscenza sulla base dei quali lei
può concludere che esista una cosca mafiosa che si chiama
Pesce?
IMP. PESCE – Sì. Io praticamente vivevo in questa famiglia
e... cioè io ero a conoscenza, insomma, che era una
famiglia mafiosa.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Da quando ne è venuta a conoscenza?
IMP. PESCE – Diciamo che da sempre, da quando era ragazzina.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei ha ammesso il ruolo che le è
stato, diciamo, configurato nel capo d’imputazione, cioè
il ruolo di trasmettitrice di messaggi tra i detenuti
innanzitutto; qual è il periodo in cui lei ha svolto
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questa funzione? Da quando a quando?
IMP. PESCE – Nel periodo che mio fratello era in carcere, mio
fratello Francesco.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – È quando è stato arrestato suo
fratello Francesco la prima volta immagino?
IMP. PESCE – No, io...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Si riferisce a quella?
IMP. PESCE – No, non era la prima volta. Io parlo dell’arresto
di novembre... di... Adesso io con le date sono un po’...
anche perché sono due anni, quindi...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì, certo. Le colleghi a qualche
elemento certo della sua vita. Non so, le sue gravidanze,
l’età dei suoi bambini, quindi magari così si orienta
meglio.
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – 2008/2009, insomma quella carcerazione
che ebbe in quegli anni.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quindi 2008/2009?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quindi lei si recava a colloquio con
suo fratello?
IMP. PESCE – Da mio fratello, sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Da sola o in compagnia di altri
familiari?
IMP. PESCE – Allora, ci sono state due carcerazioni, quella
che ha avuto a Palmi ci andavo con i familiari; quando è
stato detenuto a Palermo ci andavo da sola con i bambini.
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P.M. DOTT.SSA CERRETI – E a Palmi con quali familiari si
recava a colloquio?
IMP. PESCE – Con mia madre, mia sorella, mio marito...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Che tipo di disposizioni lei ha trasmesso
da suo fratello al carcere a fuori o viceversa da fuori a
dentro?
IMP. PESCE – Io mi occupavo, insomma, degli Avvocati. Se
dovevo andare a curare gli Avvocati, se dovevo portare
qualche... insomma qualche notizia all’Avvocato o
qualche... insomma qualche cosa dall’Avvocato a mio
fratello o mio fratello all’Avvocato. E poi nel periodo
che stava a Palermo notizie a mio zio per quello
che riguardava i soldi che lui doveva avere del camion.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Soldi che lui doveva avere da quale
camion?
IMP. PESCE – Dal camion che gli lavorava alla Sisa.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quindi si sta riferendo al camion di
cui al capo d’imputazione (inc.) all’estorsione, il capo
numero 14?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. In questa vicenda che poi
andiamo ava affronteremo nel dettaglio, nel particolare,
lei che ruolo ha svolto?
IMP. PESCE – Andavo e... quando uscivo andavo a trovare mio
zio perché questi soldi arrivavano con difficoltà e mi
recavo più volte lì per dire che mio fratello richiedeva
questi soldi.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – E poi questi soldi effettivamente lei
li ha mai presi e portati a suo fratello?
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IMP. PESCE – Sì, sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quante volte?
IMP. PESCE – Un paio di mesi.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay.
IMP. PESCE – Cioè tipo quattro/cinque volte, perché venivano
dati mensilmente, quindi per quattro/cinque mesi.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – E l’ultima volta... perché ci ha dato
un termine iniziale, ha detto 2008/2009, l’ultima volta
in cui lei ha preso queste somme di denaro e le ha
portate a suo fratello riesce a collocarle nel tempo?
IMP. PESCE – Sì, fino al mese prima del mio arresto, marzo
2010.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ah, marzo 2010 quindi è l’ultima volta
che lei prende queste somme di denaro?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Senta, tornando e poi affronteremo
nello specifico questo capo d’imputazione... tornando
invece al discorso generale, lei ha detto che esiste una
cosca mafiosa che si chiama Pesce, le chiedo lei sa chi
comanda questa cosca mafiosa?
IMP. PESCE – Attualmente mi chiede o nel tempo?
P.M. DOTT.SSA CERRETI – No, cristallizziamo al momento del suo
arresto, perché do per scontato che lei conoscenze in
questo momento non ne abbia, se poi ce le ha ce lo dirà
lei. Io intanto le chiedo: al momento del suo arresto,
quindi al 28 aprile 2010, chi comanda la cosca mafiosa
Pesce?
IMP. PESCE – La cosca la comandava... la comanda mio zio
Antonino, però...
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P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ecco, ci spieghi perché lei ha detto
chi comandava... comanda, che vuol dire questo?
IMP. PESCE – Perché era detenuto e in questo momento era il
figlio Francesco a... nel momento... io parlo sempre fino
a quando io sono stata libera.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Certo, sì, sì.
IMP. PESCE – Cioè parlo al presente, però parlo sempre fino...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – È chiaro.
PRESIDENTE – Ecco, allora quando lei parla al presente come si
riferisce alla data del suo arresto?
IMP. PESCE – Fino al 2010, sì.
PRESIDENTE – Quindi quando dice: “Comanda mio zio” significa
nel 2010 comanda mio zio?
IMP. PESCE – Sì, sempre a quel tempo là, sì.
PRESIDENTE – Okay, okay.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Questo come fa a dirlo, che comandasse
suo zio detenuto e poi suo cugino Francesco classe ‘78?
IMP. PESCE – Allora, intanto perché non è una cosa che... cioè
non è che è una cosa che mi hanno detto, è una cosa che
io so perché, come ripeto e come... forse sono
ripetitiva, però io vivevo in quella famiglia e sapevo
come andavano le cose perché le vivevo giornalmente, cioè
negli anni, nel tempo che sono stata lì. Non è che è una
cosa che apprendi in un momento solo perché l’hai appreso
in quel momento, cioè è una cosa che hai vissuto e che
sai che è così.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Oltre a suo zio Antonino e a suo
cugino Francesco classe ‘78 chi sono le persone che
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dirigono questa cosca mafiosa? Dopo di loro, sotto, chi
c’è, se lei lo sa? Immediatamente sotto.
IMP. PESCE – Dopo di loro c’è... insomma i fratelli di mio zio
hanno anche loro tipo...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Chi sono? Dica i nomi.
IMP. PESCE – Pesce Vincenzo...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.
IMP. PESCE – ...e Pesce Giuseppe quando c’era.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì. Suo padre?
IMP. PESCE – No. Loro erano, diciamo, i più...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – I più?
IMP. PESCE – I più forti, i più... Le persone che avevano,
insomma, più rispetto, più forza, più potere insomma.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Poi affronteremo una per una
tutte le posizioni. Adesso le faccio appunto delle
domande più generali.
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quali sono, se lei lo sa, le attività
illecite della cosca mafiosa Pesce? Quali sono i reati
che la cosca mafiosa Pesce commette?
IMP. PESCE – Mi può ripetere la domanda?
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quali sono i reati che la cosca mafiosa
Pesce commette? Che tipo di attività illecite svolge?
IMP. PESCE – Allora, il traffico di droga...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.
IMP. PESCE – ...le estorsioni e gli appalti, quando ci sono
dei lavori li prendono loro... le parti insomma... le
spartizioni di questi appalti e tutto quello che riguarda
il territorio, insomma. Cioè comandano in quel campo là.
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Qualsiasi cosa abbia profitto insomma è nel loro
interesse, insomma.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Il territorio a cui lei si riferisce...
di che territorio stiamo parlando?
IMP. PESCE – Va beh, Rosarno in particolare perché è proprio
il paese di provenienza. Poi in generale anche negli
altri paesi limitrofi hanno interessi, però diciamo che
lì vivono in... cioè si uniscono ad altre famiglie per
dividere, insomma, questi interessi.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Adesso le chiedo c’erano, se è a
sua conoscenza, dei luoghi di incontro, cioè dei posti
specifici dove le persone che lei ha indicato, quindi i
suoi zii o altri componenti della sua famiglia, si
riunivano per parlare di queste cose?
IMP. PESCE – Sì, diciamo che io parlo sempre di quello che ho
visto io.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Certo, lei deve sempre dire quello che
ha visto e come l’ha visto. Adesso io le chiederò quando
l’ha visto pure.
IMP. PESCE – Sì. In quel periodo che io frequentavo la casa di
mia nonna...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sua nonna quale?
IMP. PESCE – Bonarrigo Giuseppa.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Che è la mamma di?
IMP. PESCE – Di mio padre.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Diceva?
IMP. PESCE – Praticamente in quel periodo che io ho avuto un
po’ più contatti proprio con loro, perché mi recavo lì
proprio per prendere questi soldi di mio fratello,
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vedevo... lì vedevo tante persone che venivano lì, che
venivano a trovare i miei zii, che parlavano...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – I suoi zii quali? Dica sempre il nome?
IMP. PESCE – Giuseppe e Vincenzo.
PRESIDENTE – Mi scusi signora, vuole essere più chiara su
questo punto? Cioè lei dice: “In quel periodo quando
andavo per i soldi di mio fratello”, ci vuole dire più
chiaramente che cosa vuol dire questo? Qual è il periodo
cioè, ecco?
IMP. PESCE – Sì. Nel periodo che io andavo a trovare mio
fratello in carcere, io prima di andare a trovarlo mi
dovevo recare dai miei zii a prendere questi soldi e io i
miei zii li andavo a trovare là perché loro la sera...
tipo io uscivo dal lavoro e dopo delle sei, tipo
dell’orario che finivo, andavo da mia nonna dove trovavo
i miei zii e lì a volte dovevo aspettarli anche per
un’ora, mezzora, due ore.
PRESIDENTE – Ma cioè sono i soldi che lei chiedeva agli zii
per portarli a suo fratello Francesco?
IMP. PESCE – Sì, che mi dovevano dare quelli del camion per
andare a trovarlo, sì.
PRESIDENTE – Ah!
IMP. PESCE – Poi a volte anche perché mio padre...
PRESIDENTE – Ma non solo quei soldi a cui faceva riferimento
con riferimento al capo 14?
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì, sì, sono proprio quelli,
Presidente.
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IMP. PESCE – Sì, sì.
PRESIDENTE – Sono quelli?
P.M. DOTT.SSA CERRETI – S ì.
PRESIDENTE – Ah, va bene.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sono sempre lì. (…)
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Allora, stava raccontando che nel
periodo in cui lei andava a prelevare questi soldi si
recava presso la nonna Bonarrigo.
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ma la nonna Bonarrigo è la moglie di
Pesce Giuseppe classe ‘23?
IMP. PESCE – No, no.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Mi spieghi.
IMP. PESCE – Di Pesce Francesco...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ecco, spieghi al Tribunale.
IMP. PESCE – Pesce Francesco, non so la classe. È la madre di
mio padre praticamente.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Lei ha detto che vedeva tante
persone e aspettava due/tre ore; ecco, perché aspettava
due/tre ore prima di poter parlare con i suoi zii?
IMP. PESCE – Perché, va beh, erano sempre impegnati a parlare
con qualcuno e poi a volte mi dicevano di aspettare che
dovevano arrivare i figli... “Adesso arriva mio fratello,
l’ho mandato. Adesso arriva” e quindi aspettavo.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – E perché lei doveva aspettare anche
suo cugino? E quale? Innanzitutto quale zio le diceva
così e a quale cugino si riferiva?
IMP. PESCE – Mio zio Vincenzo lo diceva dei suoi figli e a
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volte era uno e a volte era un altro, insomma a volte
era...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Come si chiamano i figli di Vincenzo?
IMP. PESCE – Savino e Francesco.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Francesco classe ‘87?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay.
IMP. PESCE – Non so la classe veramente. Savino il figlio di
Vincenzo, Francesco il figlio di Vincenzo.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì, dovrebbe essere classe... E cosa
c’entrava, mi spiega, suo cugino in questa storia? Perché
lei ha detto che andava da suo zio per prelevare questi
soldi. Ci ha già accennato la provenienza di questo
denaro, poi lo approfondiremo. Cosa c’entra suo cugino o
i suoi cugini?
IMP. PESCE – Perché il padre mandava lui a prendere questi
soldi.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Mandava lui dove?
IMP. PESCE – Dalla persona che glieli doveva dare, da quello
del camion.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Torniamo a casa di sua nonna
Bonarrigo Giuseppa.
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei ha detto: “Vedevo tanta gente che
parlava con i miei zii”, ma ci spieghi meglio,
tanta gente... che tipo di gente innanzitutto e se
capiva l’oggetto dei loro discorsi?
IMP. PESCE – Allora, no, non lo capivo perché loro si
appartavano a parlare e quindi non...
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P.M. DOTT.SSA CERRETI – Si appartavano rispetto a lei o
rispetto a sua nonna?
IMP. PESCE – Rispetto a noi in generale, perché ci stava una
porta e poi loro si spostavano oltre questa porta per
parlare.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quindi lei non ha mai avuto modo di
ascoltare l’oggetto dei loro discorsi?
IMP. PESCE – No, no, no, no, non era...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ma ha capito le motivazioni di queste
visite?
IMP. PESCE – Diciamo che... sì, più o meno sì, chiedevo cosa
succedeva a mia nonna...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – A chi chiedeva?
IMP. PESCE – A mia nonna, insomma tipo a titolo informativo:
“Ma perché tutte queste persone? ” e allora lei mi faceva
capire che ognuno... chi aveva problemi o chi aveva
bisogno di qualcosa o chi faceva un lavoro per loro,
venivano lì per evitare di andare a casa e di
essere visti... allora venivano lì e parlavano insomma delle
loro cose.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei tra queste persone ha mai visto
gente da lei conosciuta di cui ci può fare i nomi?
IMP. PESCE – Ma poche persone conoscevo. Erano tutte persone
che non erano neanche del paese a volte, perché io non li
avevo mai visti.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ma si trattava... mi riferisco a
categorie, no? Non so, di imprenditori, di persone
secondo lei dedite al crimine, di banchieri... di che
tipo di categorie?
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INTERVENTO – Presidente...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – No, per far comprendere...
PRESIDENTE – No, la domanda non è ammissibile.
INTERVENTO - Ha già detto che non li conosceva.
PRESIDENTE – Non li conosceva, la domanda non può essere
ammessa.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – No, ha detto: “Poche persone
conoscevo, perché molte erano di fuori Rosarno”, ha
detto.
PRESIDENTE – No, ha detto che non li conosceva veramente.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Glielo richiediamo.
PRESIDENTE – Anche perché molti... Non li conosceva, anche
perché molti non erano di Rosarno, così mi pare di aver
capito. È così? Mi sta confermando che è così facendo il
cenno del capo, quindi – non so – se vuole spiegare
qualcosa...
IMP. PESCE – C’erano sia persone che erano del paese che
conoscevo...
PRESIDENTE – Quindi lei conosceva delle persone?
IMP. PESCE – Sì, sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ovviamente mi riferisco a queste.
IMP. PESCE – Persone che conoscevo e molte altre che non
conoscevo.
PRESIDENTE – Ah, quindi conosceva delle persone?
IMP. PESCE – Alcune persone sì.
PRESIDENTE – E queste persone che conosceva... Ecco, la
domanda del Pubblico Ministero è: sa dire chi erano
queste persone che lei conosceva?
IMP. PESCE – Sì, sì.
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PRESIDENTE – Anche se non li sa dire nominativamente oppure sa
indicare i nomi, non so. Ci dica lei, visto che li
conosceva, magari qualcosa può dirci, non so.
IMP. PESCE – Sì, ma una volta ho visto il cognato di mio zio,
Arena, Domenico Arena. Una volta ho visto Cananzi, non so
il nome; mi ricordo il cognome, ma non so il nome.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – E chi è Cananzi?
IMP. PESCE – Cananzi, quando io ero fuori, era il consuocero
di mio zio Antonino.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.
IMP. PESCE – Alcune volte ho visto Preiti, quelli che hanno la
concessionaria.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Si ricorda il nome di battesimo di
questo Preiti?
IMP. PESCE – Sì, Domenico.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay.
IMP. PESCE – Adesso ricordo solo questi.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Va bene.
IMP. PESCE – E poi anche familiari, insomma venivano anche i
familiari, tipo cugini, parenti insomma... però anche
persone che non conoscevo.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Ma lei dice: “Vedevo tanta
gente” ci faccia capire cosa intende per tanta gente.
Quando lei arrivava quante persone volta per volta può
aver visto?
IMP. PESCE – Diciamo che non è che facevano... cioè non è che
si fermavano lì per aspettare, quindi non erano
quantificate lì al momento, cioè che vedevo proprio tante
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persone. È che uno andava e uno veniva, uno andava... era
come un viavai, proprio era un continuo...
PRESIDENTE – Quindi non erano persone in fila?
IMP. PESCE – No, no, no. Venivano, vedevano che è occupato, se
ne andavano, ritornavano... insomma, era sempre
così. A volte lui non veniva proprio e loro venivano...
anche io magari lo aspettavo, però lui non veniva.
Capitava sere che lo aspettavo anche due ore, tre ore e
non veniva e tutto quel tempo che io stavo là vedevo
queste persone che venivano in continuazione a chiedere di
lui.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Senta, lei ci ha detto poco fa che si
appartavano.
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Da lei e da sua nonna.
IMP. PESCE – Da chi stava là. A volte eravamo anche di più,
non eravamo solo io e mia nonna, insomma ci stavamo...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ci riferisce... stava là intende nella
casa di sua nonna, dentro la casa?
IMP. PESCE – Diciamo che c’ha una specie di tettoia e...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ecco, faccia capire al Tribunale
com’erano i luoghi, per capire bene come avvenivano i
fatti?
IMP. PESCE – Allora, la casa è qua. Poi c’è una specie di
tettoia e noi stavamo... con i divanetti fuori e poi c’è
una salita e una porta, un garage, una porta di un garage
e loro entravano in fondo là in quella porta.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Lei ci ha già detto, appunto,
che si appartavano.
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IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ma perché quest’esigenza di
appartarsi? Ne avete mai parlato con sua nonna? Avete
capito qual era il motivo?
IMP. PESCE – No. Va beh, però era scontato che noi non
potevamo ascoltare i discorsi che facevano.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – E perché lei dice che era scontato? Ci
faccia capire.
IMP. PESCE – Perché non potevamo sentire quello che dicevano,
cioè in quanto donne, in quanto discorsi loro insomma
non... non potevamo sentire quello che loro si dicevano.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ma perché, se lo ha mai saputo, i suoi
zii ricevevano queste persone proprio da sua nonna e non
a casa loro?
IMP. PESCE – Non ho capito, scusi.
PRESIDENTE – Perché queste persone andavano... quindi perché
gli zii suoi ricevevano queste persone da sua nonna
anziché nella loro casa?
IMP. PESCE – Sì.
PRESIDENTE – L’aveva anche accennato prima veramente.
IMP. PESCE – Perché a casa... diciamo che loro avevano la
sorveglianza, quindi dovevano rientrare. Allora,
prima che loro rientrassero, facevano queste visite, cioè
ricevevano queste persone là che poi era un punto meno
visibile e li ricevevano là insomma.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Meno visibile a chi?
IMP. PESCE – Alle Forze dell’Ordine.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei sa di ulteriori particolari
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attenzioni per essere meno visibili alle Forze
dell’Ordine predisposte in queste occasioni dai suoi zii?
IMP. PESCE – Quello era già uno e poi avevano le campagne e
passavano il resto della giornata nelle campagne per non
farsi vedere in giro.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – No, mi riferivo sempre alla attività
svolta a casa di sua nonna Bonarrigo.
IMP. PESCE – Non ho capito la domanda.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sono state mai rinvenuto microspie da
parte vostra e dei suoi familiari presso casa di sua
nonna?
IMP. PESCE – Sì, sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Vuole spiegare al Tribunale come?
IMP. PESCE – Ricordo un episodio che praticamente un giorno
stavo là e si accennò al fatto che avevano rinvenute
queste microspie sotto delle pietre e dicevano... mia
nonna, insomma, si lamentava e diceva... lei non era
contenta del fatto che i figli andavano lì a parlare con
queste persone e diceva che rovinano i suoi figli:
“Guarda, guarda, continuano ad andare lì. Poi li
arrestano, poi li arrestano” e quindi diceva: “Non
parlate. Non parlate. Abbassate la voce, ieri hanno
trovato le microspie”. Allora io poi ho chiesto e mi è
stato detto, sì, che ci stavano delle microspie.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – E questo quando lo colloca nel tempo,
questo rinvenimento delle microspie?
IMP. PESCE – Sempre nel 2010.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sono state rinvenute delle telecamere
puntate sulla...
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IMP. PESCE – Sì, da... Siccome mia nonna lì è a limite con una
scuola, la scuola Maria Zita...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.
IMP. PESCE – E dentro la scuola dice che ci stavano pure le
telecamere fissate su quel posto là.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Cioè su casa di sua nonna?
IMP. PESCE – Sì, sulla casa e sul posto dove proprio loro
andavano a incontrarsi.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Questo in che periodo è avvenuto?
IMP. PESCE – Sempre 2010.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – E come lo avete saputo delle
telecamere puntate su casa di vostra nonna?
IMP. PESCE – Io non lo so, perché a me sempre me l’ha detto
mia nonna in quel contesto, però non so come l’hanno saputo.
Cioè non so se gli era stato detto o le hanno trovato loro
guardando, perché dopo che hanno visto le microspie
hanno fatto una ricerca più approfondita.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Loro chi?
IMP. PESCE – I familiari, i miei zii, i nipoti.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Dica sempre i nomi perché siete così
tanti che poi sennò rimane una informazione generica.
IMP. PESCE – Giuseppe e Vincenzo, parlo sempre di loro.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – I suoi zii Giuseppe e Vincenzo?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Di altre telecamere lei ha mai saputo
oltre queste, diciamo, fissate dalla scuola di fronte a
sua nonna?
IMP. PESCE – Sì. Quelle nell’ospedale, è la strada che porta
dove abitiamo noi, abita mio cugino insomma e altri miei
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zii. Nell’ospedale erano state messe delle telecamere che
guardavano sulle nostre case.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – E anche in questo caso lei sa come è
stata scoperta l’esistenza di queste telecamere?
IMP. PESCE – Sì, praticamente si accorgevano di questi fili
che comparivano insomma tra un palo della luce e l’altro
e si risaliva che erano state messe le telecamere.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Senta, invece... No, no, prego, l’ho
interrotta.
IMP. PESCE – C’era anche un problema di un faro della luce,
no? Che praticamente non è mai stato aggiustato, che
batteva proprio sulla casa di Ciccio e sulla casa di mio
padre e un giorno sono venuti ad aggiustare questo faro e
da lì si è capito che era perché... per fare insomma...
per riprendere meglio la strada.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Senta, ma invece le microspie come
sono state trovate?
IMP. PESCE – Di preciso non lo so. So che sono state trovate
là sotto delle pietre dicevano, però non so in che modo,
se le hanno cercate, se è stato un caso... non lo so.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Lei sa se qualcuno della sua
famiglia fosse dotato di rilevatore di microspie?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Chi?
IMP. PESCE – Chi di preciso non lo so, so che avevano a
disposizione un rilevatore, che usavano anche nelle
macchine quando... dopo magari qualche fermo oppure dopo
le perquisizioni in casa venivano controllate con questo
rilevatore di microspie.
20
P.M. DOTT.SSA CERRETI – E questo lei da chi l’ha appreso?
IMP. PESCE – Diciamo che... da mio fratello perché c’è stato
un periodo che aveva le macchine e faceva dei controlli
di questo tipo, però anche da...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – E suo fratello ha mai trovato
microspie?
IMP. PESCE – Mi sembra, sì, una in una macchina che aveva
noleggiato, in una Smart.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – In che periodo siamo?
IMP. PESCE – 2006. Mi sembra, sì, 2006. 2005/2006.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Vuole spiegare bene al Tribunale da
dove sorge la necessità di tutte queste precauzioni che
lei ci ha descritto, cioè l’appartarsi, il rilevatore di
microspie, la rimozione delle telecamere... qual è
l’esigenza sottostante?
IMP. PESCE – La consapevolezza di essere una famiglia che
viene monitorata insomma dalla legge e anche dal fatto
che hanno qualcosa da nascondere.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Passiamo al momento degli
arresti. Parlo dei primi arresti, il 28 aprile 2010,
che hanno coinvolto anche lei. Prima di questa data...
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – ...che lei sappia avevate avuto
qualche notizia delle indagini in corso nei vostri
confronti e dell’imminenza dei provvedimenti cautelari?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ecco, da chi? Chiarisca al Tribunale e
racconti questa vicenda.
21
IMP. PESCE – Allora, io personalmente l’ho appresa da mio zio
Vincenzo in una famosa sera di quelle che io andavo a
trovarlo lì.
PRESIDENTE – Lì a casa della nonna sempre?
IMP. PESCE – Della nonna, sì, sì. Disse praticamente
insomma... chiacchieravamo insomma del più e del meno, di
queste cose...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – In che tempo siamo?
IMP. PESCE – Febbraio... gennaio/febbraio 2010.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì. Praticamente parlando sempre di
questi soldi, di questa cosa... insomma di questi soldi
che dovevo avere un giorno disse: “Sì, sì, parlate,
parlate – dice – tanto tra un po’ – dice – ci arrestano
tutti”. Io lo guardai e dissi: “Come ci arrestano tutti?
Cioè che vuoi dire? ”, dice: “Sì, sì, ci sono degli
arresti. Ora non faccio in tempo a sposare il figlio
perché – dice – tra un po’ mi arrestano” e io ho detto:
“No, dai zio, perché dici così? No, non dire così”, dice:
“No, guarda che ci stanno anche delle donne” e io mi sono
messa a ridere e ho detto: “Sì, delle donne!”, dice: “Sì,
sì, ci saranno – lui all’epoca mi disse – 40 donne della
famiglia Pesce”, dissi: “Ma guarda che 40 donne neanche
stiamo e poi – ho detto – perché ci devono arrestare se
non abbiamo fatto niente? ” e lui disse: “Sì, sì, poi
vedrete, poi vedrete” e finì lì la cosa. Poi... prima di
quel periodo là, mi sembra era estate... o estate o era
settembre, così, mio cugino Marcello ci aveva fatto avere
pure la notizia di stare attenti al telefono, di non
parlare noi donne al telefono perché siamo monitorati,
22
siamo intercettati, di stare attente.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quindi estate 2009 già questo accade?
IMP. PESCE – Sì, sì. Non so se era agosto, settembre... quel
periodo là comunque.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.
IMP. PESCE – Dicevano che per dicembre ci doveva essere
un’associazione e dovevano arrestare... un’associazione
che era mirata per la famiglia Pesce, tra cui ci stavano
delle donne.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei ha mai saputo dove suo zio Pesce
Vincenzo o suo cugino Pesce Marcello hanno reperito
queste notizie?
IMP. PESCE – No.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Come facevano a saperlo?
IMP. PESCE – No, no, non l’ho mai chiesto e non era nelle mie
conosce.
(…)
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei sa perché suo zio Pesce Vincenzo,
classe ‘59, nonostante fosse a conoscenza dell’imminenza
della cattura sia stato effettivamente arrestato? Lei lo
sa?
AVV. MERCURIO – Ha ripetuto la stessa domanda di prima, c’è
opposizione.
PRESIDENTE – Allora, lei sa, quindi è una domanda a cui
l’imputata può rispondere liberamente, secondo appunto
quello che è a sua conoscenza, se è a sua conoscenza.
IMP. PESCE – Di preciso non lo so. So soltanto che lui aveva
la sorveglianza speciale e che probabilmente non si è
sottratto per questo.
23
(…) P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei conosceva l’allora Comandante...
sa che ci fosse il Comandante della Stazione dei
Carabinieri di Rosarno nel periodo dal 2003/2004 ai
giorni nostri?
IMP. PESCE – Io ne conoscevo solo uno, ma non so in che
periodo...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Chi conosceva lei?
IMP. PESCE – Il Comandante Frisina.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ha mai saputo se questo militare
avesse contatti diretti o indiretti con suo cugino
Francesco, classe ‘78?
IMP. PESCE – Sì, da quello che apprendevo in famiglia, da
quello che... da alcune frasi che ho sentito sapevo che
fra di loro c’era un’amicizia e che più volte lo
interpellava per sapere qualcosa.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – In che senso? Spieghi innanzitutto in
quale contesto lo ha saputo e da chi e poi per sapere
cosa?
IMP. PESCE – Allora, diciamo che il contesto è sempre contesto
familiare, a casa o da mia nonna; erano quelli i
riferimenti, non è che avevo altro...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – E da chi l’ha sentito?
IMP. PESCE – Da mia nonna, riferito... lo riferiva a mio zio
come per dire: “Tanto lui...”... siccome tra di loro non
c’era un... c’erano come degli attriti, erano...
PRESIDENTE – Tra di loro chi, signora?
IMP. PESCE – Tra mio zio Vincenzo e mio cugino Ciccio.
PRESIDENTE – Sì.
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P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.
IMP. PESCE – Quindi più volte io l’ho sentito parlare con di
lui e in quelle volte che l’ho sentito parlare diceva:
“Tanto lui poi va da Frisina e gli dice... gli dice...
gli dice le cose” insomma.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ma di cosa stiamo parlando?
IMP. PESCE – È riferito al fatto che lui si sottraeva alle
catture oppure se che gli facevano le perquisizioni o se
c’era qualche cosa insomma in campo.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – E lei, oltre averne sentito parlare,
ha contezza diretta di qualche episodio che è accaduto
che le ha confermato questa cosa nella sua famiglia? Mi
sto riferendo quindi al contatto, no? , tra Francesco e i
Carabinieri.
IMP. PESCE – Un episodio preciso no, in generale. Ma non so
l’episodio preciso.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Suo padre Pesce Salvatore quando è
stato arrestato e dove, con che modalità?
PRESIDENTE – Sempre in esecuzione dell’ordinanza del nostro
processo?
P.M. DOTT.SSA CERRETI – No, no, mi sto riferendo a un episodio
pregresso, a una carcerazione pregressa rispetto a
quest’ultima.
IMP. PESCE – È stato arrestato a novembre del 2005.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Con che modalità? Dove è stato
trovato?
IMP. PESCE – In un bunker.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – In un bunker e dove si trovava il
bunker?
25
IMP. PESCE – Nella casa di mia nonna Bonarrigo Giuseppa.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Come è stato rinvenuto il bunker?
IMP. PESCE – È stato trovato...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Da chi innanzitutto? Si ricorda chi lo
ha arrestato?
IMP. PESCE – I Carabinieri, i R.O.S. mi sembra.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Dai Carabinieri?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – E come è stato rinvenuto il bunker? Se
fosse un bunker immagino che non fosse, diciamo, palese;
come è stato rinvenuto questo bunker?
IMP. PESCE – È stata una cosa mirata. Sono proprio andati lì,
hanno fatto una perquisizione e hanno rinvenuto il bunker
sotto il pavimento.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sotto il pavimento?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Da quanto tempo se lei lo sa suo padre
utilizzava questo bunker?
IMP. PESCE – Adesso di non lo ricordo, ma non era...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Giorni, mesi o anni?
IMP. PESCE – No, no, mesi.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Mesi.
IMP. PESCE – Forse uno, forse due, ma non da tanto.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Durante la permanenza di suo
padre presso il bunker riceveva visite? Qualcuno andava a
trovarlo?
IMP. PESCE – Sì. Va beh, sempre nell’ambito noi familiari
insomma. Io, mia madre, mio cugino Pesce Vincenzo di
Savino, mio fratello...cioè noi, però di estranei no.
26
No, no, estranei no, solo noi.
(…) P.M. DOTT.SSA CERRETI – Oltre ai suoi strettissimi familiari,
quelli che ci indicato che andavano a trovare suo padre,
chi altro sapeva...
INTERVENTO – Opposizione.
P.M. DOTT.SSA CERRETI Chi altro sapeva dell’esistenza del
bunker, ora mi devono spiegare perché ci oppone a questa
domanda. Chi altri era a conoscenza dell’esistenza del
bunker, questa è la domanda.
PRESIDENTE – Quindi non chi andava a trovarlo, ma chi altri
era conoscenza.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Chi altri era a conoscenza.
PRESIDENTE – Quindi è una domanda che non è stata posta,
quindi può essere posta.
(…)
IMP. PESCE – Allora, non molte persone perché non è che quando
c’è un bunker tutti quanti sanno che là ci sta un bunker,
quindi non è una cosa di dominio pubblico che ci sta un
bunker, però ricordo un’occasione di quei giorni che...
PRESIDENTE – Quei giorni intende prima del rinvenimento
diciamo...
IMP. PESCE – Prima dell’arresto... sì.
PRESIDENTE – ...della scoperta del
bunker?
IMP. PESCE – Prima, sì, sì, sì. Che praticamente mia nonna
tenne a sottolineare dicendo... anche prima dell’arresto
però lo disse, che siccome vide uscire da casa di mia
nonna... mio cugino Pesce Francesco, che si trovava
27
all’angolo del supermercato, vide uscire mio cugino
Vincenzo da lì e mia nonna cominciò a dire: “Ah, adesso
che ha visto lui uscire da qui ha immaginato che tuo
padre sta qua. Adesso lo arrestano”. Mio padre dopo
neanche cinque giorni è stato arrestato. Quindi lui non
so se era a conoscenza che là ci stava il bunker, però
aveva capito dai movimenti che mio padre stava...
PRESIDENTE – Scusi, io non ho capito bene questo passaggio. Me
lo vuole rispiegare gentilmente.
IMP. PESCE – Praticamente le persone che erano a conoscenza –
era la domanda– del bunker eravamo io e i familiari
ristretti che andavamo a trovare mio padre.
PRESIDENTE – Che andavate a trovarlo lì.
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – E quindi sapevate che c’era questo...
IMP. PESCE – E poi nei giorni prima era venuto a conoscenza di
questo bunker mio cugino Pesce Francesco.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sempre il figlio di Antonino?
IMP. PESCE – Il figlio di Antonino, sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – E quindi?
IMP. PESCE – E quindi...
PRESIDENTE – Era venuto a conoscenza...
IMP. PESCE – Perché ha visto i movimenti, vedeva noi uscire da
lì.
PRESIDENTE – Vedeva voi?
IMP. PESCE – Sì.
PRESIDENTE - Ma lei ha introdotto Pesce Vincenzo, non ho
capito Pesce Vincenzo come si collega?
IMP. PESCE – Usciva dal bunker, usciva dal...
28
PRESIDENTE – E quindi anche Pesce Vincenzo veniva a trovare
suo padre?
IMP. PESCE – Pesce Vincenzo, il piccolo. Non mio zio.
PRESIDENTE – Sì, non lo zio, il cugino.
IMP. PESCE – Il cugino, sì, sì.
PRESIDENTE – Classe ‘86, mi pare.
IMP. PESCE – L’avevo già detto c omunque.
PRESIDENTE – Qualcosa del genere.
IMP. PESCE – Sì. Sì, sì.
PRESIDENTE – Ma quindi suo cugino veniva insieme a voi a
trovare suo padre?
IMP. PESCE – Sì, sì, ci alternavamo, andava lui, andavamo noi.
PRESIDENTE – Veniva pure lui. Era uno dei visitatori diciamo?
IMP. PESCE – Sì, sì, sì.
PRESIDENTE – Perfetto. Quindi Pesce Francesco l’aveva...
quindi suo cugino Ciccio l’aveva visto uscire...
IMP. PESCE – Sì.
PRESIDENTE – E poi dopo è stato arrestato?
IMP. PESCE – Sì. Era a conoscenza che mio padre stava lì.
Adesso non so se sapeva che ci stava il bunker o meno.
PRESIDENTE – Ho capito.
IMP. PESCE – Ma che mio padre era lì sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Mi scusi, ma perché suo cugino avrebbe
dovuto far arrestare suo padre? Cioè non lo capisco
questo.
AVV. SANTAMBROGIO – Non ha detto che l’ha voluto fare
arrestare, le chiedo scusa.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ha detto che è stata una loro ipotesi.
29
AVV. SANTAMBROGIO – Ha detto... ha detto... ha riferito di un
pensiero della nonna. Ora cosa c’entra che l’abbia fatto
arrestare.
INTERVENTO – Ha capito che c’era il padre, ma non il bunker.
AVV. SANTAMBROGIO – (inc.) l’ha fatto arrestare, chiedo scusa,
non andiamo oltre.
PRESIDENTE – No, non ha detto che l’ha fatto arrestato. Questo
non l’ha detto, vero? L’ha detto?
IMP. PESCE – No, no.
PRESIDENTE – Sta facendo di no con la testa, quindi non l’ha
detto che l’ha fatto arrestare. Ha detto soltanto...
AVV. SANTAMBROGIO – Ma la domanda del Pubblico Ministero è
stata in questo senso. Ha presupposto un fatto che la
collaboratrice non ha mai detto.
PRESIDENTE – No, non ha detto questo. In effetti non ha detto.
Ha detto soltanto.
AVV. SANTAMBROGIO – Sì, ma perché avrebbe dovuto... Ha
detto... chiedo scusa Presidente e poi chiudo.
PRESIDENTE – Sì.
AVV. SANTAMBROGIO – Ha detto il Pubblico Ministero: perché
avrebbe dovuto fare arrestare suo papà.
PRESIDENTE – E questa domanda infatti non gliela a mmettiamo.
Ecco, non gliel’ammettiamo la domanda perché in effetti
non era venuto fuori da quello che aveva detto finora la
signora Pesce.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Va bene. Allora vuole spiegare al
Tribunale qual è stato l’oggetto esattamente di quello
30
colloquio che ci ha riferito avere avuto con sua nonna?
Lei ha detto: “Con mia nonna abbiamo parlato di questo
concatenarsi di eventi”, esattamente cosa vi siete detti
e cosa ha detto sua nonna in quella occasione a questo
proposito?
IMP. PESCE – Dopo l’arresto di mio padre sta dicendo?
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì, esatto.
IMP. PESCE – Mia nonna in quel contesto ha detto che mio
cugino ha fatto arrestare mio padre e che lo aveva già
fatto negli anni addietro con l’altro figlio grande e che
lui per... per rimanere, insomma, intoccabile lui faceva
queste cose per...
PRESIDENTE – L’altro figlio grande ci sarebbe?
IMP. PESCE – Vincenzo.
PRESIDENTE – Ah, Vincenzo.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Cosa vuol dire per rimanere
intoccabile lui faceva queste cose?
IMP. PESCE – Era come se faceva dei favori per restare fuori,
insomma, dei processi, dalle associazioni e da tutto.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ma tra suo cugino Francesco e suo
padre c’erano... i rapporti com’erano?
IMP. PESCE – Normali.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Cioè c’erano motivi di astio che
potevano spingere suo cugino a fare una cosa del genere?
IMP. PESCE – No, no, astio in particolare no.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ecco, non c’erano motivi di astio
personale?
IMP. PESCE – No, no.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – La spiegazione è solo quella che ci ha
31
dato lei?
IMP. PESCE – Sì.
PRESIDENTE – Posso inserirmi un attimo? Ma quando dice normale
che cosa vuole dire?
IMP. PESCE – Un rapporto...
PRESIDENTE – Ma si frequentavano? Avevano un rapporto di
frequentazione?
IMP. PESCE – Sì, sì, sì.
PRESIDENTE – Si vedevano? Si frequentavano?
IMP. PESCE – Sì, sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei adesso ci ha riferito che sua
nonna le avrebbe detto: “Già in passato ha fatto queste
cose”, a cosa si riferiva in particolare?
IMP. PESCE – Sempre a... diciamo da quello che mi ha detto
lei, adesso non ricordo però... che mi ha detto che negli
anni addietro aveva fatto arrestare il figlio grande,
Vincenzo, perché aveva visto uscire una persona dal luogo
dove poi è stato arrestato.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quanti anni indietro andavamo? Di cosa
stiamo parlando?
IMP. PESCE – Alla data dell’arresto di mio zio Vincenzo.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì, rispetto all’arresto di suo padre
quanti anni prima lo colloca?
IMP. PESCE – Un otto anni prima. Otto/nove anni prima o sei...
insomma anni addietro, ma adesso non...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – E Vincenzo in quel periodo era
latitante?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei sa dove si nascondesse?
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IMP. PESCE – Mi ricordo in un bunker, che è stato anche lui
arrestato in un bunker, però non ricordo dove.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Sa di disponibilità di altri
bunker nella vostra famiglia oltre quelli che ci ha
indicato?
IMP. PESCE – Sì, quello che c’era nell’abitazione di Pesce
Francesco stesso.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – E di quello lei com’era venuta a
conoscenza?
IMP. PESCE – È un ricordo che avevo di quando ero piccola, di
una frase che avevo appreso a casa mia.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – A casa sua e questa frase da chi
l’aveva appresa?
IMP. PESCE – Da mio padre.
PRESIDENTE – Cosa avrebbe detto suo padre a proposito?
IMP. PESCE – Era proprio ai tempi che noi eravamo andati ad
abitare giù dove...la casa in via Donizetti numero 1, che
è proprio di fronte alla casa di mio zio Antonino e
ricordo che parlando con mia madre – io ero piccola – lui
disse che il fratello aveva fatto il bunker, un posto
dove nascondersi in cantina e che l’entrata era da una
botte. Ricordo questo. Una botte, sì. Che si entrava
dalla botte, una cosa del genere.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Oltre a questo qualcos’altro, qualcun
altro di cui lei era a conoscenza?
IMP. PESCE – No.
(…)
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Esisteva, se lei lo sa, una cassa
comune da cui si attingeva per il pagamento delle spese
33
legali?
IMP. PESCE – Esisteva una cassa comune per il sostegno delle
persone che non avevano la possibilità di pagarsi i
legali, cioè dei familiari che non avevano la possibilità
di pagarsi i legali.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – E questa cassa comune a chi
contribuiva... in questa cassa comune chi metteva i
soldi?
IMP. PESCE – Quelli che avevano i soldi, cioè quindi i
familiari che avevano i soldi.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì e chi nel caso di specie?
IMP. PESCE – Sì, Pesce Francesco per parte del padre però
Antonino...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.
IMP. PESCE – Pesce Vincenzo e Pesce Giuseppe. Non sempre però
Pesce Giuseppe, a volte.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Questi soldi che venivano versati
nella cassa comune da dove provenivano?
IMP. PESCE – Dal loro... dalle entrate che avevano loro, cioè
i soldi che loro, insomma, si guadagnavano.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Si guadagnavano come?
IMP. PESCE – Si guadagnavano con le attività estorsive, con le
attività di appalti, con i loro traffici.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Questi soldi servivano anche per il
sostegno delle famiglie o solo per il pagamento delle
spese legali?
IMP. PESCE – Anche per il sostegno delle famiglie.
PRESIDENTE – Chiedo scusa, quindi lei ha detto che questa
cassa comune era formata... confluivano, diciamo, i soldi
34
di Pesce Vincenzo, Pesce Giuseppe e Pesce Antonino, quindi
Pesce Francesco per conto del padre, così ha detto. Ma suo
padre era anche uno dei fratelli della famiglia Pesce,
quindi suo padre non metteva niente in questa cassa comune?
IMP. PESCE – No, mio padre riceveva i soldi da loro.
PRESIDENTE – Suo padre riceveva?
IMP. PESCE – Sì.
PRESIDENTE – Ma perché non aveva possibilità suo padre di
mettere...
IMP. PESCE – No, non aveva...
PRESIDENTE – E altri fratelli della famiglia?
IMP. PESCE – No, no, loro tre.
PRESIDENTE – Loro tre.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – E quindi l’Avvocato di suo padre chi
lo pagava?
IMP. PESCE – Prima che ci fosse mio zio Giuseppe e Vincenzo,
Francesco. Quando poi sono usciti tutti quanti lo
pagavano insieme.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – L’Avvocato di suo fratello?
IMP. PESCE – Anche.
PRESIDENTE – Quando sono usciti tutti quanti, quando...
IMP. PESCE – Mio zio Giuseppe e Vincenzo.
PRESIDENTE – Quando sono usciti dal carcere intende?
IMP. PESCE – Sì, sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sa se esistesse un posto dove questi
soldi della cassa comune venissero conservati?
IMP. PESCE – No, non lo so.
- L’OMICIDIO SABATINO E IL PERICOLO DI UNA GUERRA CON
35
GLI ASCONE E I BELLOCCO
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Passiamo a un altro argomento:
Domenico Sabatino lo conosceva?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Chi era Domenico Sabatino e come lo
conosceva?
IMP. PESCE – Era un amico di mio padre, di mio fratello, di
mio marito.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei come l’ha conosciuto?
IMP. PESCE – L’ho conosciuto quando abitavo a casa con mio
padre perché era un amico di mio padre.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Aveva dei soprannomi che lei sappia?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quale?
IMP. PESCE – Per via dell’altezza, mi sembra, non lo so
adesso, Sipaluni.
PRESIDENTE – Sipaluni?
IMP. PESCE – Uhm!
P.M. DOTT.SSA CERRETI – È sicura di ciò?
IMP. PESCE – Questo è il soprannome che aveva lui e che aveva
la famiglia.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.
IMP. PESCE – I familiari, cioè i fratelli e così... poi...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ah, tutta la famiglia?
IMP. PESCE – Sì, i fratelli.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.
IMP. PESCE – Diciamo che si usa quando... da noi si usa quando
uno ha un soprannome, poi diciamo che vengono chiamati
36
tutti con lo stesso soprannome. Va beh, poi lui nel
generico, quando si parlava di lui veniva definito,
sempre non so se per la stazza o per quello che faceva,
Il Killer.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quindi non sa perché veniva definito
così?
IMP. PESCE – No, di preciso no.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Presidente, devo procedere a una
contestazione che traggo dal verbale di interrogatorio
del 27 settembre 2011, perché alla stessa domanda
l’imputata in quella occasione aveva risposto...
(…)
PRESIDENTE – Bene. Allora, facciamo fare questa contestazione.
Signora, adesso ascolti quello che sta facendo il
Pubblico Ministero, va bene? Le darà lettura di una
dichiarazione da lei resa chesembrerebbe difforme o
divergente, comunque vedremo, rispetto a quello che ha
detto adesso con riferimento al soprannome di Sabbatino,
va bene? Poi lei ci darà la spiegazione se c’è divergenza
del perché c’è divergenza e qual è la versione corretta,
va bene? Prego Pubblico Ministero.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Allora signora, alla stessa domanda,
cioè qual era il soprannome di Domenico Sabbatino lei il
27 settembre aveva risposto: “Il Killer, che aveva ‘sto
Sabbatino non è che era un caso, chiaramente... insomma
praticamente sembra che anni prima lui aveva ucciso il
marito di questa ragazza,della sorella di questi Ascone”.
INTERVENTO – Non c’è niente di tutto questo negli nostri
verbali.
37
(…)
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì Presidente, alla luce della
verifica incrociata tra file, copie cartacee, eccetera,
ritiriamo la contestazione, perché sicuramente era un
passo omissato.
PRESIDENTE – Va bene, va bene. Allora andiamo avanti,
riprendiamo, va bene?
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Grazie.
PRESIDENTE – Prego.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Allora signora, torniamo a Domenico
Sabbatino. Domenico Sabbatino faceva parte della cosca
mafiosa Pesce?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Come fa a dirlo? Scusi se le rifaccio
ripetutamente questa domanda, ma è sempre importante che
lei indichi al Tribunale i suoi elementi di conoscenza,
cioè la fonte della sua conoscenza.
IMP. PESCE – Perché era a disposizione della famiglia.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Eh, spieghi cosa vuol dire innanzitutto
essere a disposizione della famiglia e come lei ha
appreso che lui lo fosse.
IMP. PESCE – Intanto, va beh, dal legame che c’era di amicizia e
di... il legame, insomma, che ci stava e poi perché...
perché so che faceva delle commissioni per conto della
famiglia, cioè delle commissioni di reato per conto della
famiglia.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Eh, che tipo di commissioni di reato,
dice lei, faceva per conto della famiglia?
38
IMP. PESCE – Praticamente se gli veniva chiesto di uccidere
qualcuno per conto della famiglia o di vendicare qualcosa
o di far pagare qualcosa a qualcuno lo faceva.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Come lo sa questo lei?
IMP. PESCE – Lo so perché... relativo alla sua morte so che...
intanto la famiglia, diciamo, che è rimasta shoccata da
quello che era successo, perché lui è stato ucciso a
ottobre del 2006, mi sembra...2006/2007, adesso non
ricordo l’anno...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.
IMP. PESCE – E da quello che ho sentito sia, insomma, in
famiglia, al funerale... insomma quello che si diceva a
casa era che intanto non lo dovevano toccare perché
faceva parte dei Pesce, perché si parlava di lui come di
un membro della famiglia Pesce e quindi, insomma, c’era
questa questione che ci avevano toccato, “Hanno toccato
noi, è come se avessero toccato uno di noi”. Si parlava
di un inizio di guerra, “Adesso è guerra. Adesso dobbiamo
rivendicarlo. È stato sempre a nostra disposizione. Era
una persona di fiducia” e tutto qua.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Guerra tra chi?
IMP. PESCE – Tra chi aveva fatto questa azione nei confronti
della famiglia Pesce e la famiglia Pesce stessa.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ma lei quando sentiva questi discorsi
ha sentito anche l’attribuzione della responsabilità?
Cioè quando lei dice: “Era guerra. Si parlava che era
guerra” e la guerra tra chi doveva essere secondo quanto
lei ha ascoltato?
IMP. PESCE – In un primo momento non è che si aveva subito
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chiarezza di chi aveva fatto questo, perché non è che chi
l’aveva fatto lo aveva detto, però poi in secondo tempo
si è incominciato a indagare, insomma. Le persone che
erano interessate a sapere questo arrivarono a capire
perché è stato... perché non si trovava neanche una
spiegazione a questo. E poi, insomma, sono arrivati al
motivo perché è stato ucciso questo ragazzo e, insomma,
da quello che ne era venuto fuori...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ce lo spieghi cosa ne era venuto
fuori. Perché era stato ucciso questo ragazzo?
IMP. PESCE – Perché praticamente all’epoca lui aveva... su
commissione di un affiliato alla famiglia Pesce, aveva
fatto...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Che sarebbe, se lo sa?
IMP. PESCE – Non so se era lui preciso o la famiglia... cioè
per lui... solo per lui o anche per i fratelli, Preiti...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Per lui chi?
IMP. PESCE – Preiti Domenico.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ah, Domenico, Preiti Domenico?
IMP. PESCE – Sì. Su commissione di Preiti Domenico aveva fatto
pagare a questo ragazzo, che era il cognato della persona
che poi lo ha ucciso. Quindi praticamente lui su
commissione di questo Preiti uccise questa persona
all’epoca e poi c’è stata la ritorsione del cognato nei
confronti di Sabbatino.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Cognato che si chiama?
IMP. PESCE – Ascone Vincenzo.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quindi quando lei poco fa parlava di
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guerra la guerra contro chi doveva essere?
IMP. PESCE – Gli Ascone diciamo che sono supportati, affiliati
alla famiglia Bellocco, quindi era come se i Bellocco
avessero...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – I Bellocco sono una famiglia mafiosa?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Gli Ascone pure?
IMP. PESCE – Affiliati alla famiglia... sì, affiliati alla
famiglia Bellocco.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – E quindi la guerra, spieghi, tra chi
doveva essere?
IMP. PESCE – Praticamente era come se i Bellocco avessero dato
mano libera a questi Ascone di uccidere questa persona,
quindi facendo la guerra ai Pesce, perché era una persona
affiliata ai Pesce, un ragazzo che faceva parte della
cosca Pesce.
PRESIDENTE – E il cognato di questo Ascone che Sabbatino
avrebbe ucciso lei sa come si chiamava?
IMP. PESCE – Adesso mi sfugge sinceramente, però lo ricordavo.
PRESIDENTE – Ah, okay. Va bene, era il cognato quindi di
Ascone che sarebbe stato ucciso da Sabbatino?
IMP. PESCE – Sì, sì.
PRESIDENTE – Okay.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Va bene, se poi si ricorda il nome ce
lo dice nel corso dell’esame.
IMP. PESCE – Sì, se me lo ricordo... Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ma la famiglia Pesce decide di reagire
a quello che lei ci ha raccontato, se lo sa?
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IMP. PESCE – Presumo che sì... diciamo che in un primo momento
si parlava insomma di dover far pagare a chi ha fatto
questa cosa, però poi in un secondo momento sono
subentrati... cioè si prevedeva che non sarebbe stata una
semplice... cioè un semplice riscatto, non so nel senso:
tu hai ucciso uno dei nostri, noi uccidiamo uno dei tuoi.
Si sapeva che da lì sarebbe venuta una guerra, una cosa a
catena; quindi hanno deciso i grandi, quindi mio zio
Pesce Giuseppe e Pesce Vincenzo e, insomma, altri
componenti della famiglia, di mettere pace a questa cosa,
cioè di evitare che andasse avanti questa cosa, questa
guerra.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Mi scusi, ma prima di arrivare al
punto che lei ci sta già descrivendo, dopo l’omicidio di
Domenico Sabatino, che lei sappia, ci sono stati altri
fatti di sangue?
IMP. PESCE – Sì, sì. Sono stati uccisi dei ragazzi
appartenenti agli Ascone insomma, dei cugini.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lo colloca nel tempo questo? Dopo
quanto tempo dall’omicidio Sabbatino?
IMP. PESCE – Penso un anno, un anno e mezzo. Adesso non
ricordo con precisione sinceramente.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ricorda se qualcuno è morto, se ci
sono stati dei feriti? Delle circostanze specifiche?
IMP. PESCE – Sì, un ragazzo è morto. Un ragazzo sì, è proprio
morto.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Si ricorda il nome del morto?
IMP. PESCE – No.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Se lo ricorda?
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IMP. PESCE – No, no, no. Il nome no.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ma è certa che appartenesse alla
famiglia Ascone?
IMP. PESCE – Sì, sì, era proprio un Ascone. Era il cugino di
Ascone Vincenzo e... sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Oltre al morto ci sono stati dei
feriti?
IMP. PESCE – Sì, mi ricordo che erano due ragazzi, che uno era
stato ferito, però poi insomma si è salvato, se non
ricordo male.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Come ha reagito la famiglia Pesce a
questi nuovi fatti di sangue?
IMP. PESCE – Cioè di preciso io non lo so perché... cioè non è
che ero...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Certo, se lei sa qualcosa. Perché lei
ci stava raccontando di una intervenuta pace.
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ma la pace la colloca prima o dopo il
ferimento e l’omicidio degli Ascone?
IMP. PESCE – Prima.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Prima?
IMP. PESCE – Sì. La pace sì, cioè loro volevano mettere pace e
sembrava che era finito tutto lì. Poi col passare del
tempo successe questa cosa.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Successe questa cosa, si riferisce al
ferimento e all’omicidio?
IMP. PESCE – L’omicidio... sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. E dopo il ferimento e l’omicidio
la questione come è finita?
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IMP. PESCE – Era come se si fosse pareggiato il conto, quindi
erano uno pari e andava bene così.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Nel periodo del ferimento e
dell’omicidio degli Ascone suo fratello era libero o
detenuto?
IMP. PESCE – Era agli arresti domiciliari.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei ha mai sentito direttamente da suo
fratello o da qualcun altro della sua famiglia parlare di
propositi di vendetta? Perché lei adesso ci ha descritto
un po’ il clima, ma di specifico da chi ha sentito in
particolare, se è accaduto, parlare di proposito di
vendetta contro gli Ascone?
IMP. PESCE – Va beh, non ne parlavano davanti a noi, però era
chiaro che c’era rabbia, cioè che tutti erano arrabbiati
per questa cosa.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Tutti chi?
IMP. PESCE – I familiari, gli zii...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quali? Quali? Ci dica sempre i nomi.
Chi era arrabbiato per questa cosa?
IMP. PESCE – No, in quel momento non erano... non mi sembra
che c’era... Zio Vincenzo non c’era. Mi sembra che c’era
solo lo zio Giuseppe. Io non ricordo adesso se ci stava
zio Vincenzo, però non avevo quel rapporto che avevo
ultimamente quindi non posso dire che lui... cioè me
l’abbia detto lui o che l’abbia sentito. Sempre percepito
dalla nonna, quando stavo lì dalla nonna che andavo a
trovarla oppure a casa mia stessa, mio marito, anche noi
percepivamo questa cosa che era stato fatto un torto e
che non era stato... cioè un torto, no un torto... noi lo
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vedevamo non come un torto, cosa una cosa brutta, anche
perché il ragazzo lo conoscevamo, era un padre di famiglia,
aveva dei bambini e quindi insomma...un bambino.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quando dice: “Noi lo conoscevamo”
a chi si riferisce, al suo nucleo familiare?
IMP. PESCE – Sì, sì, sì, io, mia madre, mia sorella, anche i
miei cugini, insomma tutti. Diciamo che con mio marito e
quindi automaticamente anche io e mia madre avevamo un
legame particolare con lui e con la moglie, quindi
vivevamo la cosa in prima persona, perché lui è stato
detenuto con mio marito e poi lui è stato detenuto
e anche nell’ambito di associazione addietro è stato
arrestato con mio padre e quindi facevamo i colloqui
insieme... poi, insomma, c’era un’amicizia un po’ più
particolare.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Signora buongiorno.
IMP. PESCE – Buongiorno.
PRESIDENTE – La Dottoressa Pantano.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Salve, mi inserisco io un attimino in
questo argomento. Non ho capito tra chi vi era
un’amicizia particolare. Volevo un attimino parlare di
Sabbatino Domenico. Sabbatino Domenico lei ha detto che
era una persona legata ai Pesce.
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma a chi se c’è una persona
particolare a cui DomenicoSabbatino, diciamo, era legato?
IMP. PESCE – Allora, in particolare era legato a mio padre...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì.
IMP. PESCE – ...a mio fratello e a mio zio Vincenzo.
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P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì.
IMP. PESCE – Che so io il particolare della loro amicizia,
però in generale era amico e vicino a tutti, cioè a mio
zio Giuseppe, a mio cugino Pesce Francesco...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Allora, io le chiedo di suo fratello
perché immagino che, essendo una persona di famiglia più
vicina insomma a lei, lei potesse sapere qualcosa in più.
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei ha mai visto Domenico Sabbatino
frequentare casa sua, quindi suo fratello?
IMP. PESCE – Sì, sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, lei ci ha messo in correlazione i
due fatti, diciamo, di sangue, cioè ha parlato prima
dell’omicidio Cannizzaro e poi ha elencato questi due
fatti di sangue che si sarebbero verificati come
conseguenza.
AVV. SANTAMBROGIO – Presidente, c’è opposizione...
PRESIDENTE – Cannizzaro non l’ha detto. Sì, sì, sì.
AVV. SANTAMBROGIO - ...perché ha introdotto...
PRESIDENTE – Sì, sì, l’ho colta Avvocato, l’ho colta. Non ha
parlato dell’omicidio Cannistraro. Ha parlato di un fatto
di sangue, di Sabbatino che avrebbe ucciso su incarico di
Domenico Preiti un cognato di Ascone, vero?
IMP. PESCE – Sì. Però posso, Presidente?
PRESIDENTE – Sì, prego.
IMP. PESCE – Mi sfuggiva, però l’avevo già detto questo.
PRESIDENTE – Quando l’aveva detto?
IMP. PESCE – Nei verbali.
PRESIDENTE – Ah, nei verbali.
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IMP. PESCE – Sì, sì, sì.
PRESIDENTE – Okay, quindi le sfuggiva prima...
IMP. PESCE – Adesso mi sfuggiva, però...
PRESIDENTE – ...adesso che è stato fatto questo nome quindi
lei ricorda?
IMP. PESCE – Sì, sì, sì, è Cannistraro Domenico.
PRESIDENTE – Ed era quel cognato di cui non ricordava prima...
IMP. PESCE – Sì, sì, era il marito della sorella Sonia.
PRESIDENTE – È il marito della sorella di?
IMP. PESCE – Sonia Ascone, la sorella di Vincenzo Ascone.
PRESIDENTE – Di Vincenzo Ascone?
IMP. PESCE – Sì.
PRESIDENTE – Va bene. Bene, Pubblico Ministero prego.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì, la mia suggestiva infatti
risiedeva nell’introduzione del nominativo e le chiedo
scusa per questo. Signora, ascolti, lei si ricorda dove
si trovava quando avvenne il tentato omicidio e
l’omicidio che interessò membri della famiglia Ascone?
IMP. PESCE – Sì, mi trovavo a casa di mia madre.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi a Rosarno?
IMP. PESCE – Sì, sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti, lei aveva sentito parlare di
questi fatti all’interno della sua famiglia e da chi in
particolare?
IMP. PESCE – Di quel fatto di quel giorno mi sta chiedendo?
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì. Sì, sì.
IMP. PESCE – Sì, quel giorno quando stavo là ho sentito
parlare che era successa questa cosa.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Suo fratello dove si trovava? In quel
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periodo dove risiedeva?
IMP. PESCE – A casa con mia madre, che però era la casa di mia
nonna. Non era la casa in via Donizetti, era la casa di
mia nonna Macrì Marina che praticamente è ubicata di
fronte alla casa della via Donizetti.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi viveva lì Pesce Francesco?
IMP. PESCE – Sì, sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti, ha mai sentito parlare di
questi fatti suo fratello Francesco Pesce?
IMP. PESCE – Ricordo quel giorno in particolare che io e mia
madre eravamo su perché la casa di mia nonna è ubicata in
due piani. Praticamente c’ha un pianoterra garage e un
piano su, che sarebbe poi dove abitiamo. Ricordo solo che
mio fratello era giù e venne su e ci diede questa
notizia, dice: “È successo un attentato. – dice – Hanno
ucciso un ragazzo”, però non sapevamo chi. Poi nell’arco
della giornata si è saputo insomma...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – E se lo ricorda il nome della persona
uccisa?
IMP. PESCE – Uno degli Ascone, però non so come si chiama.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Non si ricorda il nome?
IMP. PESCE – No.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, suo marito in quel periodo era
libero o detenuto?
IMP. PESCE – Era libero.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Era libero. Suo marito conosceva
Domenico Sabbatino?
IMP. PESCE – Sì, sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ha mai sentito colloqui, diciamo, da
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parte di suo marito in relazione a queste vicende, quindi
parlo dell’omicidio Sabbatino e poi di tutto ciò che è
venuto fuori, quindi di questi fatti di cui abbiamo
parlato poc’anzi?
IMP. PESCE – Di quello che è susseguito alla sua morte dice?
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì, sì.
IMP. PESCE – No, di particolari di quell’omicidio no. Di
quelli prima sì, cioè dell’omicidio di Sabbatino,
delle modalità di chi è stato e tutto questo sì, perché
le ho apprese da lui queste cose, però di quello che è
successo dopo no.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti, lei poi ha parlato, diciamo,
di una pace che sarebbe sostanzialmente intervenuta, dico
bene? Ho capito bene?
IMP. PESCE – Sì. Doveva... cioè doveva essere così, ma poi non è
stato perché c’è stato l’omicidio.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – E quindi quando sarebbe... quando
sarebbe... innanzitutto se c’è stata e quando si
collocherebbe questa pace di cui lei... io utilizzo il
termine che ha utilizzato lei.
AVV. SANTAMBROGIO – Presidente, già risposto. Ha detto prima
degli attentati.
PRESIDENTE – Ecco, ha già risposto, sì. Era stata fatta una
domanda dall’altro Pubblico Ministero, se era prima o
dopo e ha detto prima.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi ha sentito parlare all’interno
della sua famiglia... quindi come apprende questa
circostanza e se sì da chi?
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IMP. PESCE – Non ho capito la domanda. Scusi, mi può ripetere?
PRESIDENTE – Ripeta perché c’è stata questa interruzione e
quindi magari...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei come fa a sapere che c’è stata
questa pace?
IMP. PESCE – Perché si parlava proprio di questo fatto che se
venisse... insomma si doveva scatenare una guerra, si
parlava addirittura di stare attente anche le donne,
perché se succedeva qualcosa potevano anche toccare le
donne...
PRESIDENTE – Ma questo, scusi, l’omicidio di Sabbatino?
IMP. PESCE – Sì, questo subito dopo, sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – E chi è che la... cioè voglio dire...
IMP. PESCE – Sempre appreso da mio marito. Io questi discorsi
li facevo a casa con mio marito.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ho capito. Sa come si addiviene a
questa pace? Qual è stato... insomma, voglio dire, chi è
stato l’artefice di questa pace?
IMP. PESCE – Sì, mio zio Giuseppe Pesce e... insomma io so lui
perché il grande in quel momento che era fuori, perché
gli altri non ci stavano.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – E come fa a riferire, appunto, questa
circostanza? Cioè come fa a dire che...
IMP. PESCE – Perché loro prendevano riferimento sempre: “Zio
Pino... Zio Pino ha detto che...”...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – E loro chi è che...
IMP. PESCE – Mio marito, mio fratello, insomma quando si
parlava...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay, quindi ne aveva sentito parlare,
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voglio dire?
IMP. PESCE – Sì, sì, sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Da suo marito e da suo fratello?
IMP. PESCE – Sì.
- LA COLLABORAZIONE DI ROSA FERRARO
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Va bene. Ascolti, un altro argomento.
Parliamo un attimo di Ferraro Rosa. Chi è Ferraro Rosa?
IMP. PESCE – È una cugina di mia madre.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ci spiega com’è che sono parenti?
IMP. PESCE – Sì, sono figlie di sue sorelle e figlie di due
fratelli, primi cugini.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, che legame di parentela c’è tra
la signora Ferraro Rosa e Ferraro Giuseppe?
IMP. PESCE – Figli di due fratelli e figlie di due sorelle,
primi cugini.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Primi cugini. Tra Ferraro Rosa e
Ferraro Mario?
IMP. PESCE – Zio e nipote, figlia del fratello.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, il papà della signora Ferraro
come si chiama?
IMP. PESCE – Ferraro Giuseppe.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei sa se la signora Ferraro Rosa
fosse sposata?
IMP. PESCE – Attualmente era separata, divorziata... non so se
era proprio divorziata.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Con chi era sposata?
IMP. PESCE – Con Do Giuseppe.
51
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Dove viveva?
IMP. PESCE – A Genova.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Hanno figli? Hanno avuto figli?
IMP. PESCE – Sì, tre.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Diciamo il nucleo familiare... quindi
una volta sposata ha sempre vissuto a Genova la signora
Ferraro?
IMP. PESCE – Sì, col marito sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, sa se ancora oggi, diciamo, la
signora mantiene un rapporto affettivo col marito?
IMP. PESCE – Non lo so.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Cioè voglio dire...
IMP. PESCE – L’aveva già interrotto quando stava giù con noi.
Poi se l’ha ripreso non lo so adesso, però fino a che io
sono stata fuori no.
PRESIDENTE – Quindi quando ha detto che è stata sempre a
Genova, fino a quando non è venuta giù vuole dire?
IMP. PESCE – Sì.
PRESIDENTE – Perché adesso ha introdotto...
IMP. PESCE – Però anche se stava a Genova era già separata.
PRESIDENTE – Ah, okay.
IMP. PESCE – Poi venne giù ed era ancora attualmente separata.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti signora, lei e i componenti
della sua famiglia diciamo di origine frequentavate
Genova, andavate a trovare la signora Ferraro Rosa?
IMP. PESCE – Io ricordo che siamo andati solo una volta con
mio padre e con mia madre. Io ero bambina però, potevo
avere dieci anni, così. Eravamo andati per una vacanza,
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una gita su, insomma eravamo andati a Gardaland e siamo
andati a trovare loro a casa.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ho capito. Senta, quando Ferraro Rosa
lascia Genova? Perché lei ha detto che a un certo punto
viene a vivere a Rosarno. Se se lo ricorda, se lo riesce
a collocare nel tempo.
IMP. PESCE – Sì, forse 2001 così... 2001/2002.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma sa le ragioni per cui, diciamo, si
trasferisce da Genova a Rosarno?
IMP. PESCE – Perché non... mi sembra che non aveva più un buon
rapporto con la figlia e poi gli era morto un figlio anni
prima e insomma era...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Per cosa era morto il figlio?
IMP. PESCE – Per overdose.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi era tossicodipendente?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, invece i rapporti col marito?
Lei ha detto che erano già separati.
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sa le ragioni di questa separazione?
IMP. PESCE – Per tradimenti. Lui la tradiva e lei non
sopportava queste cose.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi la signora negli anni 2001/2002
ha detto che si trasferisce a Rosarno?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – E dove va a vivere la signora Ferraro
Rosa?
IMP. PESCE – Nella casa paterna di... sua, insomma di suo
padre.
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P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi ancora era in vita il padre
della signora Ferraro Rosa?
IMP. PESCE – Sì, sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti, la signora Ferraro ha
fratelli?
PRESIDENTE – Cosa? A quella constatazione ancora era in vita,
perché mi sembrava che lei stesse dicendo...
IMP. PESCE – No, era nel senso era perché non lo è più. Era
una...
PRESIDENTE – Era?
IMP. PESCE – Siccome ha detto era...
PRESIDENTE – Sì.
IMP. PESCE – ...e ho avuto un attimo, perché cioè...
PRESIDENTE – Ah, non sa se oggi è vivo, questo vuole dire?
IMP. PESCE – Uhm!
PRESIDENTE – Ah, ho capito. Quindi quell’era, quell’imperfetto,
cioè l’ha...
IMP. PESCE – Mi ha un po’...
PRESIDENTE – ...l’ha colpa di sorpresa perché pensa che può
essere morto nel frattempo? Questo... e quindi lei non lo
sa.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – No, no, no, le assicuro è stato un...
PRESIDENTE – Forse è vivo ancora.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Non ne sono a conoscenza...
PRESIDENTE – Gli auguriamo lunga vita comunque, va beh.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi va a vivere col padre?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti, la signora Ferraro aveva
fratelli o sorelle?
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IMP. PESCE – Sì, aveva una sorella e un fratello.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Mi faccia capire, quando la signora
Ferraro va a vivere a Rosarno chi trova insomma dei parenti?
IMP. PESCE – Il padre, il fratello e la sorella che all’epoca
ancora era viva.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Perché dopo... dopo quanto tempo muore e
per che cosa?
IMP. PESCE – Muore se non sbaglio nel 2004/2005, due anni dopo
insomma che lei era lì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – E come si chiamava la sorella della
signora Ferraro?
IMP. PESCE – Ferraro Caterina.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sa per quale motivo è... se era malata
insomma?
IMP. PESCE – Sì, era malata. Faceva la dialisi, mi sembra.
Aveva l’anemia mediterranea, non so... Sì, aveva problemi
di salute comunque.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti, ma aveva un proprio nucleo
familiare questa signora o viveva a casa col padre?
IMP. PESCE – No, no, vivevano tutti sotto lo stesso tetto.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Anche il fratello a cui ha fatto
riferimento prima?
IMP. PESCE – Sì, sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – E come si chiama?
IMP. PESCE – Ferraro Marco.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti, lei sa che Ferraro Marco ha dei
problemi di salute?
IMP. PESCE – Sì.
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P.M. DOTT.SSA PANTANO – Di che tipo?
IMP. PESCE – So che non sente bene e che ha problemi a
parlare. È sordomuto, una cosa del genere.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi ha problemi, diciamo, di udito,
ma anche problemi diciamo che attengono alle sue facoltà
mentali? Cioè lei con il signor Ferraro ha mai fatto dei
discorsi, insomma è un soggetto capace?
IMP. PESCE – Sì, sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Comprende, questo voglio dire?
IMP. PESCE – Sì, non... non... cioè se gli spieghi una cosa la
capisce, sì, come no.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, la signora Ferraro quanto tempo
si trattiene a Rosarno? Lei dice che arriva nel 2001 fino
a quando vive a Rosarno?
IMP. PESCE – Io nel tempo sono un po’ disorientata. Fino al
2005/2006.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi 2005/2006?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ha sempre vissuto in casa col padre?
IMP. PESCE – No. C’è stato un periodo che ha vissuto con noi.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quando dice con noi...
IMP. PESCE – Con mia madre e mia nonna insomma quando...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sua nonna Macrì Marina?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Dove vivevano?
IMP. PESCE – Nella casa di mia nonna Macrì Marina.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì. A quel punto, quando la signora
Ferraro Rosa va a vivere da sua nonna sostanzialmente, in
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casa di sua nonna, da chi era composto il nucleo? Insomma
chi erano i soggetti conviventi con lei?
IMP. PESCE – Mia madre, mio padre, che però per un certo
periodo ha dormito nella casa in via Donizetti, perché
mio padre aveva la sorveglianza, quindi lui aveva la
residenza nell’altra casa, quindi il giorno stava con noi,
con loro, insomma mangiava lì e tutto, però poi la sera
lui rientrava nell’altra casa.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma a che distanza stanno le case
diciamo di sua nonna e la casa diciamo utilizzata di
fatto poi per dormire da suo padre?
IMP. PESCE – Mah, un cento metri.
PRESIDENTE – Poco fa mi pare ha detto che sono di fronte?
IMP. PESCE – Sì, sì, ci sta solo... beh, li divide una specie
di strada, però poi sono una di fronte all’altra.
PRESIDENTE – Okay.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti, invece di voi figli c’era
qualcuno che viveva all’epoca in quella casa, nella casa
di sua nonna?
IMP. PESCE – Di noi figli?
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì. Voi siete quattro figli, giusto?
IMP. PESCE – Sì, sì. Di quel periodo non ho... cioè non
ricordo tanto bene perché era il periodo che si erano
sposate mia sorella, mio fratello, poi si erano separati,
erano tornati in casa, quindi... Ricordo che mia sorella
sì, mi sembra di sì.
PRESIDENTE – Sua sorella quale?
IMP. PESCE – Pesce Marina.
PRESIDENTE – Perché lei ha un’altra sorella, no?
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IMP. PESCE – Sì.
PRESIDENTE – La piccolina.
IMP. PESCE – Sì.
PRESIDENTE – E l’altra sorella...
IMP. PESCE – Stava lì, sì. Lei abitava con mia madre.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei invece no? Lei era già
coniugata...
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – ...e viveva in un’altra casa?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti, lei sa che rapporti ci
fossero... perché lei ha detto che Ferraro Rosa è andata
a vivere a casa di sua nonna, che rapporti c’erano tra
Ferraro Rosa e il nucleo familiare di sua nonna, suo
padre, sua madre...
IMP. PESCE – Buoni, buoni.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Mah, era... perché era andata a vivere
lì? Era ospite?
IMP. PESCE – Allora all’inizio perché... diciamo che lei e la
sorella e poi dopo che è morta la sorella passavano tutto
il tempo là con noi a casa di mia madre, insomma. Mia
madre non ha sorelle e quando a Ferraro Rosa è venuta a
mancare la sorella insomma tra di loro c’è stato questo
legale e poi lei veniva... la andavamo a prendere tutti i
giorni e la portavamo là. Poi è successa la malattia di
mia nonna che l’ha resa disabile, è rimasta a letto e poi
lei subentrò come aiuto a mia madre, che però già lei
aveva una figlia disabile e quindi non ce la faceva a
sostenere tutte e due, a badare a tutte e due e lei,
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anche pure per una questione economica perché mia madre
la pagava, aiutava mia madre con la nonna, ad accudire la
nonna.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – E quando... siccome ha detto poi, poi,
riusciamo a collocarlo nel tempo? Quando, appunto,
diciamo Ferraro Rosa va a vivere e si occupa
concretamente di sua nonna? Va a vivere presso
l’abitazione di sua nonna? Se lo riesce a dare un anno di
riferimento.
IMP. PESCE – 2004, se non sbaglio.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti, quindi abbiamo precisato
prima che era un rapporto proprio lavorativo
sostanzialmente, perché lei ha detto che veniva pagata.
IMP. PESCE – All’inizio era affettivo e poi è diventato, sì,
retribuito.
PRESIDENTE – All’inizio, prima che andasse a vivere in casa
della nonna?
IMP. PESCE – Sì, sì.
PRESIDENTE – All’inizio quando veniva durante il giorno a
passare un po’ di tempo con la cugina insomma?
IMP. PESCE – Sì, sì.
PRESIDENTE – Poi dal momento che dormiva là e che... veniva
pagata.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Veniva pagata. Sa quanto veniva pagata
la signora Ferraro?
IMP. PESCE – 300 euro, se non sbaglio.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti, quando lei dice viveva... io
adesso non so come è fatta casa di sua nonna, com’è
composta? Voglio dire, è a più piani? Insomma dove viveva
59
la signora Ferraro? Aveva una stanza?
IMP. PESCE – Diciamo che il piano dove si abita è uno. L’altro
giù è garage. Sì, aveva una stanza...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma mangiava con il nucleo familiare?
IMP. PESCE – Sì, sì, sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Cioè era una persona... insomma me la
definisca lei voglio dire. Frequentava...
IMP. PESCE – Era una di famiglia. Era una persona come noi,
cioè nel senso che la trattavamo come una di famiglia.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay. Senta, suo padre all’epoca
svolgeva attività lavorativa?
IMP. PESCE – Sì, avevamo il supermercato.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ci dice dove?
IMP. PESCE – In via Maria Zita.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Era un supermercato intestato a suo
padre?
IMP. PESCE – Il supermercato no.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma ci lavorava suo papà dentro?
IMP. PESCE – Lo gestiva.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Qualcuno di voi, dei figli, lavorava
nel supermercato?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Chi?
IMP. PESCE – Io e mia sorella Marina.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sua mamma?
IMP. PESCE – Mia madre no perché accudiva mia nonna e mia
sorella Maria Rosaria.
(…)
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P.M. DOTT.SSA PANTANO – Signora, lei prima ha detto che
Ferraro Rosa era una persona di fiducia della sua
famiglia. Mangiava con voi la signora Ferraro?
IMP. PESCE – Sì, sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Suo padre rientrava a casa per pranzo?
IMP. PESCE – Sì, sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – C’erano degli argomenti... cioè,
voglio dire, si parlava di tutto o c’erano degli
argomenti di cui non si parlava in presenza della signora
Ferraro?
IMP. PESCE – Nelle volte che io mi sono trovata, perché io non è
che mangiavo tutti i giorni a casa da mia madre, si
parlava tranquillamente.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, invece tornando al
supermercato, suo padre lo gestiva da solo o c’era
qualcun altro che lo gestiva con lui?
IMP. PESCE – No, da solo.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Da solo. Qual era la situazione conomica
di suo padre in quel momento? Aveva disponibilità
economiche?
IMP. PESCE – No.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Chi, diciamo, si occupava della
fornitura della merce nel supermercato?
IMP. PESCE – I rappresentanti, cioè le aziende...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì, ma immagino che dovessero essere
pagati?
IMP. PESCE – Sì, dovevano essere pagati.
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P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, lei sa con quali modalità suo
padre pagasse i fornitori?
IMP. PESCE – Con gli assegni.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma suo padre era titolare di conti
correnti, insomma aveva possibile di emettere assegni in
quel periodo?
IMP. PESCE –Non lui in prima persona, però aveva dei carnet, sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Aveva? Chiedo scusa.
IMP. PESCE – Dei carnet.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Aveva dei carnet?
IMP. PESCE – Dei blocchetti di assegni.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, Ferraro Rosa aveva
disponibilità... cioè era intestataria di conti correnti?
Aveva disponibilità di assegni in quel periodo?
IMP. PESCE – Sì, ricordo che aveva aperto un conto corrente e
aveva dato a mio padre la disponibilità.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Aveva aperto autonomamente o gli era
stato consigliato?
IMP. PESCE – Gli era stato chiesto.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Da chi?
IMP. PESCE – Da mio padre.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi suo padre chiede a Ferraro Rosa
di aprire un conto corrente. Sa dove?
IMP. PESCE – Sì, una banca che ci sta lì a Rosarno sul corso,
la Banca Carime.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sa, diciamo, come fu aperto questo
conto corrente? Cioè chi si presentò in banca per
l’apertura del conto?
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IMP. PESCE – No, io queste cose non le so perché non ho... non
sono stata lì al momento insomma che è stato aperto
questo conto.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – E mi spiega che cosa vuol dire che suo
padre aveva la disponibilità di questo conto? Perché lei
ha detto che gli ha dato la possibilità... la signora
Ferraro ha dato la possibilità a mio padre. C’era una
delega? Voglio capire come funzionava. Cioè suo padre
emetteva assegni su quel conto corrente della signora
Ferraro?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma...
IMP. PESCE – Praticamente allora mio padre... prima del
supermercato avevamo avuto un negozio di abbigliamento e
praticamente prima lavorava con gli assegni di mia
sorella, praticamente con il carnet di assegni a nome di
mia sorella. Poi in un secondo momento è stata protestata
e siccome poi, aprendo il supermercato, servivano questi
blocchetti di assegni per poter pagare la merce e poter
riempire il supermercato chiese a Ferraro Rosa, che
abitava in quel periodo sotto lo stesso tetto insomma là
con mia madre, di... a titolo di favore insomma, che gli
avrebbe anche dato qualcosa a livello lavorativo se
avrebbe incassato qualcosa dal supermercato, dall’azienda
che dovevano aprire, non lo so, dalle... non so che
cos’erano, vendite al dettaglio... non lo so.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi c’era un accorto in tal senso
con la signora Ferraro tra suo padre e questa...
IMP. PESCE – Sì, fra di loro... sì, sì.
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P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, chi in quel periodo, oltre sua
sorella e suo padre, all’interno della famiglia non
poteva emettere assegni? Cioè, voglio dire, per esempio
suo fratello... qual era la condizione di suo fratello in
quel momento?
IMP. PESCE – Era protestato.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei?
IMP. PESCE – Protestata.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei, lei dico signora...
IMP. PESCE – Sì, sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei era protestata e la signora
Ferraro? Sua madre, Ferraro Angela?
IMP. PESCE – Protestata.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi era tutto il nucleo familiare
protestato?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, sa quanti assegni e di che
importo suo padre dispose sul conto corrente della
signora Ferraro?
IMP. PESCE – No, la quantità no.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Non lo sa?
IMP. PESCE – Non lo so.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, la signora Ferraro durante
tutta la sua permanenza a Rosarno continuò a vivere sotto
lo stesso tetto con la sua famiglia?
IMP. PESCE – Fino a che non successe la lite, sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – A quale lite stiamo facendo
riferimento?
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IMP. PESCE – Diciamo che dopo questi assegni che lei aveva
dato a mio padre, questi blocchetti, alcuni assegni erano
tornati indietro protestati. Nel momento in cui lei ne
ebbe... le lettere che riceveva insomma da... non mi
ricordo adesso da chi... ricevette queste lettere, adesso
non ricordo chi è che manda... insomma il Giudice
Civile... non lo so adesso da dove arrivavano queste
lettere... poi lei un giorno venne con una di queste
lettere da mio padre dicendogli: “Mi hai protestata! Mi
hai protestati!” da lì hanno litigato e lei poi se ne
andò da casa.
PRESIDENTE – “Venne da mio padre”, dove venne da suo padre?
Dice: “Poi lei venne da mio padre: ‘Mi hai protestata! Mi
hai protestata!’”.
IMP. PESCE – Al negozio, al supermercato.
PRESIDENTE – Al supermercato?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Prima di parlare di questo episodio,
signora Pesce, volevo sapere se di questa circostanza,
ossia dell’apertura del conto corrente da parte della
signora Ferraro Rosa, fosse a conoscenza anche sua madre?
IMP. PESCE– Sì, era a conoscenza e su questo... a questo
riguardo mia madre l’aveva messa in guardia, proprio per
il discorso dei protesti che c’erano stati già nei nostri
confronti e le aveva sconsigliato di fare questa cosa, di
prestarsi a dare questi blocchetti a mio padre.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, dopo quanto tempo, se ce lo sa
dire, si registrò questa famosa lite rispetto
all’apertura del conto corrente e all’operatività
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concreta su di esso fatta da sua padre?
IMP. PESCE – Dall’apertura a quanto tempo...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Cioè quanto è durato questo rapporto
per cui suo padre di fatto dispone del conto corrente
della signora Ferraro?
IMP. PESCE – Mah, saranno stati pochi mesi.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Poi se ci racconta che cosa è
avvenuto. Quindi lei ha detto che ha ricevuto delle
lettere la signora Ferraro Rosa. Ecco, se mi può dire
qual è stato lo sviluppo, insomma, di questa storia.
IMP. PESCE – Ripeto, lei ricevette questa lettera di protesto
con dei margini di tempo che doveva coprire queste spese
e poi però da lì ne arrivavano una dietro l’altra e lei
veniva da mio padre dicendogli che lui le deve pagare,
che lui... Mio padre gli diceva: “Sì, sì, va bene, adesso
le paghiamo, stai tranquilla”, però poi se ne andava e ne
arrivavano altre... insomma lei si è scaldata e poi la
cosa è degenerata.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma lei di queste liti ne ha sentito
parlare o ha assistito?
IMP. PESCE – Ne ho sentito parlare perché poi... va beh, è
normale, stavo a casa da madre e si parlava: “Rosa ha
litigato con papà. Hai visto...”, insomma erano poi degli
scambi di quello che succedeva in quel momento. Poi
successivamente la lite praticamente aveva fatto anche... cioè
praticamente la Ferraro Rosa aveva cominciato a
prendersela anche con mia madre, insomma un po’ con
noi...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Andiamo un attimo con ordine. Fino al
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momento in cui, diciamo, il rapporto si incrina con suo
padre è mutato qualcosa nel rapporto Ferraro Rosa –
Ferraro Angela?
IMP. PESCE – Mi scusi, non ho capito.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Cioè voglio dire...
INTERVENTO – Stava rispondendo credo il Tribunale, perché
stava parlando di questa incrinatura dei rapporti.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Signora Pesce, lei ha detto di aver
appreso di questa lite.
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei sa dove è avvenuta la lita, cioè
in quale luogo?
IMP. PESCE – Al supermercato.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quando viene presa la decisione
rispetto alla lite da parte della signora Ferraro Rosa di
allontanarsi dall’abitazione dove viveva?
IMP. PESCE – Quando hanno già litigato già lei era... si era
già allontanata.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ah, era già andata via?
IMP. PESCE – Sì, sì, sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – E quindi in conseguenza di che cosa va
via la signora Ferraro Rosa? Cioè voglio capire se se ne
va nel momento in cui riceve i protesti?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì?
IMP. PESCE – Sì, sì, nel momento in cui già era consapevole
che c’era già stato il protesto.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, quando va via di casa la
signora Ferraro Angela... quali erano i rapporti tra la
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signora Ferraro Angela e Ferraro Rosa?
IMP. PESCE – All’inizio erano buoni perché tipo mia madre dava
ragione a lei perché... cioè in un certo senso dava
ragione perché se n’era andata perché c’era stata questa
questione, però ogni tanto la riprendeva dicendo: “Io te
l’avevo detto. Io te l’avevo detto” e allora poi
insomma...
PRESIDENTE – Te l’avevo detto in che senso?
IMP. PESCE – Perché mia madre l’aveva avvisata di non...
PRESIDENTE – Di non dare il consenso per l’apertura del conto,
questo?
IMP. PESCE – Sì, perché diceva: “Ti protesta. Ti protesta. Non
lo fare perché ti protesta” e mia madre diceva: “Se tu mi
avesse sentita questo oggi non sarebbe successo”.
PRESIDENTE – Ho capito, bene.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, invece i termini della lite al
supermercato lei li conosce?
IMP. PESCE – Sì. Sì, perché praticamente subito dopo che hanno
litigato mio padre venne a casa e cominciò a gridare con
mia madre, a dirgli: “Tua cugina... tua cugina come si
permette. È venuta lì davanti al supermercato, con la
gente che passava di là a gridare, a dire che mi sono
comportato con lei, che... ha usato parole grosse: ‘Sei
un poco di buono. Hai fatto questo...’”...
PRESIDENTE – Ma andava... litigava...
IMP. PESCE – Fuori.
PRESIDENTE - ...quindi “Ti sei comportato con me...” perché?
IMP. PESCE – Con me... sì, dammi i soldi...
PRESIDENTE – Il discorso sempre degli assegni?
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IMP. PESCE – Sì, sì, sì, per quello.
PRESIDENTE – Sempre per...
IMP. PESCE – Sì.
PRESIDENTE – Ah, quindi la lite questa è?
IMP. PESCE – Sì, sì.
PRESIDENTE – La lite quando va a...
IMP. PESCE – Sì, “Mi hai protestata. Ti rovino...”, insomma
diceva queste cose qua: “Ridammi i soldi. Mi devi
togliere questi protesti”.
PRESIDENTE – Scusi, ma lei ha detto che quando c’è stata
questa lite al supermercato Ferraro Rosa non abitava più
con il nucleo?
IMP. PESCE – No, no, no, infatti è partita da casa sua, del
padre, a piedi ed è arrivata fino al supermercato.
PRESIDENTE – Quindi ha lasciato casa della nonna diciamo...
IMP. PESCE – Sì, l’aveva lasciata perché già...
PRESIDENTE – Quando arrivavano queste lettere e lei è venuta a
conoscenza di questi protesti, è così?
IMP. PESCE – Sì.
PRESIDENTE – Quindi già...
IMP. PESCE – È probabile che... perché poi io... cioè non è
che poi so le cose...
PRESIDENTE – Non era a casa, ho capito.
IMP. PESCE – Può darsi già che avevano litigato anche per
qualche altra cosa, però il motivo era sempre quello.
PRESIDENTE – Era quello e lei se n’era andata?
IMP. PESCE – Sì.
PRESIDENTE – Dopodiché un giorno è partita, è andata al
supermercato, l’ha affrontato...
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IMP. PESCE – Un giorno che gli arrivò questa lettera...
PRESIDENTE - ...ma sempre per questo discorso degli assegni?
IMP. PESCE – Sì, sì, sempre per il protesto, sì.
PRESIDENTE – Va bene, okay.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, chi è che ha utilizzato
quell’espressione che lei ha detto: “Ti rovino”?
IMP. PESCE – Lei gli diceva che... cioè praticamente il suo
carattere era un po’ impulsivo. Lei quando partiva con le
parole era abbastanza pesante. Era proprio di indole,
insomma, così. Allora iniziarono a volare parole sia da
parte di mio padre che da parte sua. Insomma si sono
minacciati a vicenda, sono arrivati a parole grosse
entrambi.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – E cosa voleva praticamente da suo
padre la signora Ferraro?
IMP. PESCE – Lei voleva che fossero fatti i pagamenti e che
gli fosse tolto il protesto. Mio padre nel momento in cui
l’ha vista che lei lo ha affrontato cominciò a dirgli:
“No, non te li pago. Non te li pago. Non ho soldi,
vattene da qua. Vattene da qua”.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì.
IMP. PESCE – Insomma così.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ho capito.
PRESIDENTE – E quindi lei questo l’ha saputo perché l’ha
raccontato suo padre tornando quel giorno dal
supermercato, è così?
IMP. PESCE – ...mio padre dopo subito a casa... Sì, sì, sì.
Sì, venne arrabbiato tipo a parlare con mia madre
dicendogli: “Tua cugina, come si è permessa? È venuto là
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e ha cominciato a gridare davanti”.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Signora, ascolti, ma lei ha capito chi
metteva la firma su questi assegni?
IMP. PESCE – Ferraro Rosa.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi non c’era una delega fatta a
suo padre?
IMP. PESCE – No, no, no, li firmava lei.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Li firmava lei?
IMP. PESCE – Quando arrivano questi carnet lei li firmava e
poi glieli dava.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei ha detto che Ferraro Rosa si
allontana da casa nel momento in cui riceve i protesti,
poi c’è la lite a distanza di tempo, ma in questo
frangente la signora Ferraro Rosa continua a frequentare
la casa dove vive sua madre e dove viveva suo padre
all’epoca?
IMP. PESCE – No, no.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – E la signora Ferraro Angela continuava
ad avere rapporto con la signora Ferraro Rosa?
IMP. PESCE – Prima della lita fra di loro sì, perché noi la
andavamo a trovare là, però poi dopo che hanno litigato,
dopo che lei cominciava a non ragionare no, non ci siamo
più andati.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì. Poi c’è stata un’evoluzione
diciamo nei rapporti ulteriormente all’interno della sua
famiglia con la signora Ferraro Rosa? È successo
qualcos’altro?
IMP. PESCE – Sì, praticamente poi...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Cioè finisce qui la questione del
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protesto, degli assegni che non venivano pagati o è
successa qualche altra cosa dopo questa lite?
IMP. PESCE – Ricordo che... sempre da quello che io quando
andavo sapevo, perché – ripeto – non abitavo là quindi
non sapevo quello che succedeva tutto il giorno. Quindi
quando andavo, nel pomeriggio mi recavo da mia madre...
il pomeriggio o la sera o la mattina solo per una visita
e poi me ne andavo insomma... quello che riuscivo a
sapere è che a questa lite insomma poi avevano preso
parte la famiglia di mia madre, i Ferraro, per cercare di
calmarla, perché lei non si reggeva, perché lei
pretendeva questi soldi, perché...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi ha continuato a chiedere questi
soldi a suo padre dopo la famosa lite?
IMP. PESCE – Sì, sì, sì, sì, ha continuato. In alcuni casi è
andata dagli zii a spiegargli la situazione, per
chiedergli chi aveva ragione e il padre Ferraro Giuseppe
si recava lui da mio padre dicendogli: “Togli questi
protesti, perché non la reggo più, perché non si
tiene. Non so più come fare a trattenerla” insomma.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma è mai venuta dopo la lite la
signora Ferraro Rosa a casa vostra a chiedere i soldi?
IMP. PESCE – Sì, è capitato un pomeriggio che stavo io a casa
di mia madre...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì.
IMP. PESCE – È l’unica volta che lei è venuta.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì.
IMP. PESCE – Quel pomeriggio stavo in casa con le bambine...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sua madre non c’era?
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IMP. PESCE – No, era uscita con mia sorella, erano andate
dall’Avvocato.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Dall’Avvocato per questo fatto o per
altre questioni giudiziarie?
IMP. PESCE – No, no, no, per altre questioni, altre cose. E
praticamente... niente, quel giorno stavo io a casa e lei
ha suonato, è venuta a piedi... io l’ho vista dalla
telecamera, gli ho aperto tranquillamente e... niente, io
dicevo di entrare e lei non voleva entrare. A un certo
punto io sono scesa giù, perché ci stanno due porte e
sono scesa alla porta chiedendogli che è successo e lei
ha iniziato a raccontarmi tutto: “Tuo padre... tuo padre
mi ha fatto questo. Secondo te è giusto? ” e allora...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma cercava lei, signora, o cercava suo
padre?
IMP. PESCE – No, veramente cercava mia madre.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sua madre?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei ha ricevuto minacce in quella
circostanza, lei personalmente?
IMP. PESCE – Lei quel giorno ha usato parole forti. Io ero in
gravidanza e aspettavo...non mi ricordo se (omissis) adesso...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Visto che è una cosa a cui lei,
diciamo, ha assistito personalmente,è la protagonista,
ci può dire esattamente che cos’è che vi siete dette con
la signora Ferraro? Cosa voleva?
IMP. PESCE – Lei mi diceva che vuole ammazzare mia madre, che
vuole ammazzare mio padre, che gliela deve far pagare,
che lei l’avrebbe aspettato lì e quando sarebbe sceso lì
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lo avrebbe ammazzato,gli avrebbe tagliato la testa e
insomma tutte queste cose un po’...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Erano minacce verbali o lei ha visto
anche armi, visto che ha detto che voleva tagliargli la
testa?
IMP. PESCE – No, io quel giorno ho cercato di calmarla,
dicendogli di stare calma, di entrare, che gli avrei dato
un bicchiere d’acqua perché era molto agitata. Io non ho
visto niente. Ho visto soltanto che lei portava una
borsa. Lei di solito le borse non le portava. Poi mentre
stavamo lì a parlare sono arrivate le zie di Ferraro Rosa
e di mia madre insomma...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – E chi sarebbero, signora?
IMP. PESCE – È arrivata Conte Maria, che è la moglie di
Ferraro Salvatore, sempre lo zio di Ferraro Rosa, e...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Zio perché fratello del padre?
IMP. PESCE – Sì. E Pellizzeri Antonia, che è la moglie di
Ferraro Francesco, che è sempre zio di Ferraro Rosa e di
mia madre, e la figlia Ferraro Maria Rosa, la figlia di
Pellizzeri Maria Antonia.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti, questo Ferraro Francesco e
l’altro Ferraro che ha nominato qual è, chiedo scusa?
IMP. PESCE – Salvatore.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Salvatore. Hanno rapporti di parentela
con Ferraro Mario?
IMP. PESCE – Sì, sono fratelli.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sono fratelli, quindi sono tutti zii
di Ferraro Rosa?
IMP. PESCE – Sì.
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P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma sono venute a... Io voglio capire:
la signora Ferraro, dopo questa discussione iniziale che
ha avuto con lei, è entrata in casa o no?
IMP. PESCE – No, non è voluta entrare a casa.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi si è tutto svolto fuori?
IMP. PESCE – Sì, davanti la porta, al portone.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – E quando rispetto a questa lite
giungono le zie?
IMP. PESCE – Dieci minuti dopo. Ma quale lite, scusi?
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Scusi, a questa discussione.
PRESIDENTE – No, quando arrivano le zie con sua mamma lei era
già andata via, Ferraro Rosa?
IMP. PESCE – No, no, era lì, era lì.
PRESIDENTE – Era lì fuori che ancora stava discutendo?
IMP. PESCE – Sì, che parlava con me.
PRESIDENTE – Ah, Okay.
IMP. PESCE – Sì, sì, che stava parlando con me. Loro sono
arrivate e...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma loro sapevano... cioè, voglio dire,
era un passaggio casuale o loro sapevano che la signora
Ferraro Rosa era a casa sua, cioè era lì fuori insomma?
Sapevano che era venuta a trovarsi?
IMP. PESCE – Sì. No, da quello che mi hanno raccontato dopo
praticamente lei era passata prima da loro dicendogli che
stava venendo a casa per fare del male a mia madre, per
fargliela pagare insomma, perché loro abitano diciamo
sulla strada che precede casa nostra, insomma casa di mia
nonna.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì. Io non ho capito una cosa...
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capisco il motivo di astio nei confronti di suo padre, ma
perché la signora Ferraro Rosa ce l’aveva anche sua
mamma?
IMP. PESCE – Ma perché poi in un secondo momento Ferraro Rosa
ha preso... tipo come se... poi è andata in confusione,
ce l’aveva con tutti, con tutti noi. Cioè tranne che con
me con tutti, con mia sorella Marina, con mia madre, con
mio padre, con tutti... con mio zio, cioè con tutti. Con
me no, però insomma...
PRESIDENTE – Con suo zio quale?
IMP. PESCE – Ferraro Giuseppe.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – E quindi giungono le sue zie la
signora Ferraro dove si trovava? La signora Ferraro Rosa.
IMP. PESCE – Davanti alla porta fuori là con me.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – E cosa è avvenuto in quel momento lì?
IMP. PESCE – È avvenuto che...
PRESIDENTE – Signor Pubblico Ministero, un attimo solo. Quindi
arrivano le zie con una cugina?
IMP. PESCE – Con una cugina.
PRESIDENTE – Ma non c’è sua mamma in questo contesto?
IMP. PESCE – No, mia madre era dall’Avvocato con mia sorella.
PRESIDENTE – Era dall’Avvocato, mi ero distratta un attimo.
Quindi sono solo le zie con una figlia di una di loro, va
bene?
IMP. PESCE – Sì.
PRESIDENTE – Okay. E che succede? Prego Pubblico Ministero.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì, cosa succede, signora?
IMP. PESCE – Niente, succede che loro cominciarono a
trascinarla per il braccio, dicendogli: “Sali in
76
macchina. Sali in macchina. Ti portiamo a casa” e lei
continuava ad opporsi: “No, no, no, no”. Poi, insomma,
sono riuscite a farla salire in macchina e l’hanno
portato via e questa cugina Maria Rosa è rimasta con me.
È rimasta con me, mi ha fatto entrare a casa e... io ero
un po’ agitata, anche dalle parole che lei aveva detto mi
ero un po’ agitata. Poi lei nel guardarmi mi ha detto:
“Tu sei pazza, ma tu sai quello che hai rischiato?”, ho
detto: “No, perché cosa ho rischiato?”, dice: “Nella borsa
aveva un coltello perché – dice – era venuto per fare del
male a tua madre”.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Però lei questo coltello... lei
personalmente non lo vede?
IMP. PESCE – No, no, no, io non l’ho visto.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay. Ascolti, quindi diciamo che al
di là di questa visita ci sono state altre minacce
rivolte dalla signora Ferraro Rosa a membri della sua
famiglia per quanto lei è a conoscenza? Oltre questo
episodio che lei adesso ha raccontato che cercava di
recuperare i soldi ed è venuta a casa.
IMP. PESCE – No, altri episodi no, però che non si era
rassegnata di questo sì, che lei aveva intenzione di far
del male a mia madre e insomma queste cose qua... da
quello che arrivava poi... perché gli zii prendevano
parte, si erano messi insomma a sistemare questa cosa.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, ma la cugina che le ha detto:
“Tu hai rischiato”, aveva visto...le ha detto se avesse
visto il coltello nella disponibilità della signora
Ferraro Rosa?
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IMP. PESCE – No, io non gliel’ho chiesto perché...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Non gliel’ha chiesto. Senta, rispetto
a questo fatto poi, appunto, ci sono state delle altre
evoluzioni in relazione a questo storia del carnet degli
assegni? Suo padre ha restituito la somma alla signora
Ferraro Rosa?
IMP. PESCE – No, perché poi mio padre subito dopo venne
arrestato, se non ricordo male.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi per quanto ne è a conoscenza
non ci fu un pagamento?
IMP. PESCE – No.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei sa che la signora Ferraro Rosa ha
reso delle dichiarazioni contro i membri della sua
famiglia?
IMP. PESCE – Se...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Cioè le risulta che ci sia stata una
collaborazione da parte della signora Ferraro Rosa?
IMP. PESCE – Sì, sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei sa collocarlo nel tempo? Sa
quando...
IMP. PESCE – Mi ricordo che dopo la lite che c’è stata, dopo
un periodo di tempo da una frase sempre che è stata detta
in casa da mia madre si sapeva che Ferraro Rosa aveva
fatto delle dichiarazioni alla Finanza, adesso non
ricordo...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sua madre le specificò da chi era
venuta a conoscenza di questa circostanza?
IMP. PESCE – Dai familiari suoi, dallo zio, insomma dagli zii.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Da quale zio, da quali zii?
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IMP. PESCE – Ferraro Mario, insomma da loro stessi.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Da Ferraro Mario?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, era la prima volta che nella
parentela si registrasse un’attività di collaborazione da
parte di qualcuno?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Non c’erano state altre collaborazioni
in precedenza?
IMP. PESCE – In famiglia dei Ferraro e dei Pesce no.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma quando voi apprendete che c’è
un’attività di... diciamo una collaborazione in corso,
voglio dire, sua madre che la rende partecipe di questa
cosa, sa anche il contenuto di queste dichiarazioni, cioè
sa cosa sta dicendo Ferraro Rosa alla Finanza?
IMP. PESCE – No, però facendo un discorso tra di noi cioè si
immaginava che avrebbe parlato insomma per quello che
riguardava mio padre. Cioè mia madre ricordo disse: “Che
può dire? Quello che sa che può essere...” insomma sul
discorso del protesto... cioè si pensava a questo. Si
pensa, poi non lo so che...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma in quel periodo suo padre, se lei
lo sa, commetteva atti illeciti? Aveva delle attività
delittuose? Compiva attività delittuose?
IMP. PESCE – In quel periodo il supermercato e...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei lì perché dice che è un’attività
delittuosa quella del supermercato, perché è un lavoro?
IMP. PESCE – No, no, nel senso che ricordo che aveva il
supermercato, che era un’entrata...
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P.M. DOTT.SSA PANTANO – Che aveva il supermercato, però voglio
dire...
IMP. PESCE – Va beh, il traffico di droga di cui insomma lui
era...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi in quel periodo suo padre
trafficava in droga?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti, suo padre ne parlava in
famiglia di ciò che faceva? In famiglia intendo dire con
la signora Ferraro Angela, con voi figli?
IMP. PESCE – Con me no. Davanti a loro non lo posso dire, non
lo so.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Però, diciamo, la preoccupazione della
signora Ferraro Angela... preoccupazione, insomma la
signora Ferraro Angela aveva detto: “Ha più per dire del
protesto”, lei ricorda questo?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, qual è stata e se c’è stata
innanzitutto una relazione alle dichiarazioni rese dalla
signora Ferraro Rosa da parte dei familiari?
PRESIDENTE – Se c’è stata una reazione.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì, se c’è stata, certo.
AVV. RYOLO – La reazione mi sembra... l’utilizzo del termine
reazioni...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Cioè è stato... okay.
AVV. RYOLO – Grazie Pubblico Ministero.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti, cosa è successo dopo le
dichiarazioni... dopo che venite a conoscenza delle
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dichiarazioni della signora Ferraro Rosa?
IMP. PESCE – Mah, io non sono venuta a conoscenza delle
dichiarazioni sue nel tempo che io ero fuori, quindi...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – No, però lei ha detto prima che sua
madre glielo aveva riferito, no?
IMP. PESCE – No, aveva detto...
PRESIDENTE – Quando la famiglia apprende che ha fatto delle
dichiarazioni alla Guardia di Finanza magari o a chiunque
altro e lei ha detto: “Però non si sapeva... tanto che
mia madre dice: “Che cosa può dire?” ...
INTERVENTO – Presidente, ha già preciso, ha detto che
pensavano che avesse riferito degli assegni.
PRESIDENTE – Sì, sì, aspetti Avvocato, infatti sto
riassumendo. Quando quindi si sa che comunque ha parlato
e sua madre dice: “Al più che cosa può dire? Degli
assegni” per dire. Ecco, cosa avvenne dopo che comunque
si seppe che lei aveva reso delle dichiarazioni di cui al
momento non si sapeva il contenuto, ma si immaginava che
potessero riguardare gli assegni, secondo quello che lei
ha detto poco fa? Ecco, cosa avvenne se successe
qualcosa? Quali furono gli sviluppi rispetto a questa
situazione, ecco?
IMP. PESCE – No, io ricordo solo qualche frase che veniva
detta, che dicevano che la Finanza neanche l’ha creduta e
che l’avevano rimandata a casa.
PRESIDENTE – Chi diceva questo?
IMP. PESCE – Mia madre.
PRESIDENTE – Sua madre lo diceva?
IMP. PESCE – Sì.
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P.M. DOTT.SSA PANTANO – Signora, per il momento sappiamo che
sua madre sa che Ferraro Rosa rende delle dichiarazioni.
Pesce Salvatore, suo padre, sa che Ferraro Rosa sta
rendendo delle dichiarazioni alle Forze dell’Ordine?
IMP. PESCE – Lo sapevano tutti, sì, che stava...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Suo fratello lo sapeva?
IMP. PESCE – Sì, sì, sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Suo fratello lo sapeva.
IMP. PESCE – Tutti lo sapevamo, sì. Non sapevamo cosa, però
sapevamo che era andata dalla Finanza, che poi era
stata... insomma che aveva fatto delle dichiarazioni e
che... però non potevamo conoscere il contenuto in quel
periodo, cioè perché lei aveva dato quelle...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma avevate interrotto completamente i
rapporti con la signora Ferraro Rosa in quel momento?
IMP. PESCE – Sì, sì, sì.
(…)
PRESIDENTE – Ma con gli altri membri della famiglia Ferraro, e
poi vediamo con chi, continuano ad esserci dei rapporti
tra la famiglia sua di origine e la famiglia Ferraro?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – E con chi, signora, della famiglia
Ferraro?
IMP. PESCE – Con tutti com’erano prima, cioè non...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi non era cambiato assolutamente
nulla diciamo?
IMP. PESCE – No, no, no. Con Ferraro Mario, perché Ferraro
Mario nel discorso... quando c’è stata la lite,
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l’aggressione che lei voleva fare a mia madre, che poi
non si era verificata, lui veniva più spesso a casa
perché poi mia madre era preoccupata, quindi come
riferimento prendeva lui per chiedergli aiuto, per dirgli
di bloccarla e per dirgli che lei aveva paura di questa
persona, di andare a casa e di dirgli di non venire. Perché
poi lei aveva fatto sapere che si... siccome è una strada
di...abbiamo la casa internata un po’ in campagna... non
in campagna, però è un posto isolato, allora lei diceva
che si sarebbe nascosta dietro un muretto e quindi meno se
l’aspettasse mia madre lei sarebbe uscita. Quindi da lì
poi cominciavamo a vivere un po’ nella paura perché
pensavamo che ci arrivasse davanti e quindi mia madre
cominciava ad avere paura per lei, per noi. Diceva: “Mi
spaventa i figli. Fa qualcosa nei miei confronti” e
avendo una figlia disabile può succedere di tutto. Quindi
ha chiamato mio zio Ferraro Mario per chiedergli
aiuto, quindi mio zio Ferraro Mario veniva spesso in
quelle sere a casa nostra.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – E sa se suo zio Ferraro Mario abbia
concretamente aiutato su questa questione sua mamma?
Visto che lei ha detto che sua mamma era preoccupata e
quindi si rivolge al signor Ferraro Mario e dice:
“Intervieni tu”, che tipo di intervento ha fatto il
signor Ferraro Mario se lo sa?
IMP. PESCE – Allora, quando ci stava la Ferraro Rosa l’avevano
chiamata tipo gli zii tutti, cioè Ferraro Francesco,
Ferraro Mario e Ferraro Salvatore per dirgli di finirla,
per dirgli che non doveva fare queste cose. Nel momento
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in cui lei ha iniziato a fare delle dichiarazioni lui,
come gli altri, come se hanno cominciato ad aver paura,
cioè tipo si sono scaricati questa... non volevano più
saperne di questa cosa. Dice: “No, no, va beh, noi non
vogliamo avere a che fare più con lei, basta. Stai
tranquilla, non ti farà niente. Non ti farà niente”.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma c’era, voglio dire, apprensione e
preoccupazione nei confronti di quello che poteva dire la
signora Ferraro Rosa?
IMP. PESCE – Diciamo che...
AVV. RYOLO – Presidente, c’è opposizione alla domanda.
PRESIDENTE – No Avvocato, è giusto che chiarisca perché ha
detto qualcosa. Dice che aveva paura dopo... Ferraro
Mario aveva cominciato ad avere dopo queste dichiarazioni
e quindi aveva preso le distanze?
IMP. PESCE – Sì.
PRESIDENTE – Ecco, che cosa vuole dire signora Pesce?
IMP. PESCE – Aveva paura che lei facesse delle dichiarazioni
nei suoi confronti, quindi lui in quel momento non voleva
più sapere di questa...
PRESIDENTE – Dichiarazioni quindi nei suoi confronti quindi
pregiudizievoli per lui intende dire?
IMP. PESCE – Sì, sì, o se a riguardo suo... dichiarazioni non
lo so di che tipo, però come se lui avesse...
PRESIDENTE – Quindi non sa?
IMP. PESCE – No, di che tipo no.
PRESIDENTE – Quindi in questo senso aveva paura?
IMP. PESCE – Sì, sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei sa quante dichiarazioni aveva reso
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Ferraro Rosa fino a quel momento quando c’è questa
preoccupazione del signor Ferraro Mario?
IMP. PESCE – No.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quante volte si era recata...
AVV. MONACO – Presidente, c’è opposizione perché ha detto che
se ne parlava in casa, ma non si sapeva né quando né come
né a chi le aveva rese. L’ha detto in precedenza.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì, ha detto alla Finanza.
AVV. MONACO – Come fa a riferire poi...
PRESIDENTE – Ha detto alla Finanza.
AVV. MONACO – La Finanza l’avete introdotta voi nella domanda.
PRESIDENTE – No, no, no, no, l’ha detto.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – L’aveva detto lei.
PRESIDENTE – No, l’ha detto lei. L’ha detto lei: “Credo alla
Guardia di Finanza”. Anzi se poi vedrete la registrazione
lei ha dato in effetti... credo, così ha dato un
dubitativo, ecco. Perché prima ha detto non so, eccetera.
Poi ha dato un credo... poi voglio dire...
AVV. MONACO – E quindi è proprio per questo, Presidente.
PRESIDENTE – ...si vedrà dalla registrazione, ecco.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Mi è consentita farla?
PRESIDENTE – Sì, prego.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Signora, lei sa se c’era stata
un’unica dichiarazione, quindi in un’unica soluzione,
oppure c’erano state diverse dichiarazioni da parte della
signora Ferraro Rosa?
IMP. PESCE – No, non conosco...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Non lo sa?
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IMP. PESCE – No.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei sa di interventi, e se sì da chi,
per quanto riguarda questa attività di collaborazione della
signora Ferraro Rosa?
PRESIDENTE – Non ho capito la domanda, Pubblico Ministero.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Signora Pesce, lei sa se in quel
periodo la signora Ferraro Rosa fosse assistita da
qualche difensore?
IMP. PESCE – No, non so... (…) P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei sa se la signora Ferraro Rosa
avesse un difensore all’epoca in cui rendeva
dichiarazioni?
IMP. PESCE – No, non lo so.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Non lo sa. Lei o qualcuno dei
componenti della sua famiglia, anche successivamente,
siete venuti a conoscenza del contenuto delle
dichiarazioni della signora Ferraro Rosa?
IMP. PESCE – No, io l’unica cosa che so... ricordo questa
affermazione di mia madre che diceva che non è stata
creduta di quello che ha detto e che neanche gli Avvocati
la volevano difendere perché non era credibile, non lo
so... non la volevano difendere.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Però sua mamma non le specifica né il
tipo di dichiarazioni che sta rendendo né quale fosse il
difensore che si fosse rifiutato...
AVV. MALVASO – C’è opposizione, Presidente. Ha già risposto
due volte.
IMP. PESCE – No, no.
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AVV. MALVASO – Due volte ha risposto sulla stessa domanda.
PRESIDENTE – Avvocato, va beh, è stata fatta, dai.
AVV. MALVASO – Ed è ammessa nuovamente, Presidente?
PRESIDENTE – No, no, no, è stata fatta quindi non... Ha già
risposto.
AVV. MALVASO – Ah ecco, questo.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Signora, lei prima ci ha parlato di
minacce che la signora Ferraro Rosa ha fatto verso i
componenti della sua famiglia e ci ha raccontato un paio
di episodi. Sa se la signora Ferraro Rosa invece sia
stata mai vittima di minacce? Se sì da chi e per quale
ragione?
(…) IMP. PESCE – Che io sappia no, cioè nel senso che io ho
assistito a loro quando... con loro quando l’hanno
chiamata in quella riunione insomma che hanno fatto i
Ferraro. Non so cosa le abbiano...
PRESIDENTE – E in quella riunione, ma quale riunione perché
non abbiamo parlato di nessuna riunione, signora?
IMP. PESCE – Sì, quando l’avevano chiamata prima delle
dichiarazioni... non so se era già avvenuta la
dichiarazione, le sue dichiarazioni... che l’avevano
chiamata gli zii Ferraro Giuseppe e Ferraro...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Eh, perché questo non ce l’ha detto.
Ce lo racconti.
PRESIDENTE – L’aveva introdotto così, diciamo, non
specificamente.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ce lo racconti.
PRESIDENTE – Cioè dopo che sua mamma aveva chiesto
87
l’intervento degli zii Salvatore, Francesco e Mario...
IMP. PESCE – Sono subentrati nel chiamarla.
PRESIDENTE – E quindi loro in pratica erano intervenuti e
l’avevano chiamata?
IMP. PESCE – Sì.
PRESIDENTE – L’avevano chiamata nel senso... come l’avevano
chiamata?
IMP. PESCE – L’avevano... Ripeto, non so quello che si sono
detti. So che sono intervenuti per bloccarla, perché non
doveva...
PRESIDENTE – Quando protestava sempre per gli assegni?
IMP. PESCE – Sì, sì.
PRESIDENTE – Quando voleva fare male a suo padre, a sua madre?
IMP. PESCE – Sì, quando già era venuta a casa con la borsa che
dicevano che dentro ci stava il coltello.
PRESIDENTE – Okay, okay.
IMP. PESCE – Poi da lì a seguirsi lei fece sapere che lei
l’avrebbe fatto comunque, cioè non riuscivano a calmarla.
PRESIDENTE – Sì.
IMP. PESCE – E poi una sera mio zio, nel venire a casa da mia
madre...
PRESIDENTE – Suo zio chi?
IMP. PESCE – Ferraro Mario.
PRESIDENTE – Mario, sì.
IMP. PESCE – Quando poi cominciò a non riuscire più a... cioè
non riusciva più a... non sapeva cosa fare, allora
cominciò a dire a mia madre... perché mia madre si
lamentava del fatto che diceva: “Ma se viene qua e mi fa
del male? Ma se viene qua e fa del male ai miei figli o a
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qualcuno di noi? ”, allora mio zio tipo come se... per
dire: “Io non so più cosa fare, io non so che fare” e mia
madre disse: “E allora io che devo fare?Mi devo fare ammazzare?
e mio zio disse: “No, - dice – ti do una pistola io e
se viene, se ti suona o se la vedi la ammazzi –
dice – che tanto se la ammazzi tu – dice – è legittima
difesa”.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Questo dialogo tra suo zio e sua madre
lei come l’ha appreso?
IMP. PESCE – Perché mia madre si lamentava del fatto che...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi gliel’ha detto sua madre a lei,
dico?
IMP. PESCE – Sì, sì, sì, sì, mia madre.
PRESIDENTE – Non era presente lei?
IMP. PESCE – No, no, mi ricordo...
PRESIDENTE – Quindi non ha assistito a questo dialogo?
IMP. PESCE – No, di preciso no.
PRESIDENTE – Quindi l’ha saputo perché glielo aveva detto sua
mamma?
IMP. PESCE – Mia madre, sì. Sì, sì, perché si lamentava insomma.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, ma sua mamma aveva
disponibilità di pistole?
IMP. PESCE – No.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – E chi gliel’avrebbe dovuta dare questa
pistola?
IMP. PESCE – Si era offerto lui di darla, Ferraro Mario.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi Ferraro Mario dice a sua mamma
che le avrebbe consegnato una pistola?
IMP. PESCE – Sì.
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P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma per minacciare o per uccidere la
signora Ferraro Rosa?
IMP. PESCE – No, no, lui disse chiaramente: “Se viene e ti fa
qualcosa la ammazzi, tanto se la ammazzi tu è legittima
difesa e non ti possono fare niente”.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay. E tutto questo siamo ancora però
nella fase del subbuglio che si era creato per via dei
protesti, mi sembra di capire, e del fatto che la signora
Ferraro Rosa continuava a chiedere i soldi a voi, la
restituzione di quei soldi, giusto?
IMP. PESCE – Sì.
(…)
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, sa di propositi omicidiari nei
confronti della signora Ferraro Rosa?
IMP. PESCE – No, che io abbia sentito: “La dobbiamo ammazzare”
no.
(…)
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Signor Presidente, volevo procedere a
una contestazione a questo punto.
PRESIDENTE – Allora, c’è una contestazione, bene, perché la
risposta è stata abbastanza chiara. Ora vediamo perché
pare che ci sia una... Lo sa, il discorso
della contestazione gliel’ho spiegato, no?, che
significa? La contestazione è quando c’è una
discordanza tra quanto dichiarato prima e quanto poi
emerge nel corso dell’esame dibattimentale, va bene? Ora
vediamo di che si tratta e eventualmente chiarirà.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sono due le contestazioni. Inizierei
90
dalla prima, a proposito dell’episodio della pistola.
PRESIDENTE – Sì.
(…) P.M. DOTT.SSA PANTANO – Allora, con riferimento all’episodio
della pistola la signora ha detto di averlo appreso dalla
madre...(…) Allora, di avere appreso della pistola,
insomma delle minacce dalla madre, quindi pistola che
doveva essere data da Ferraro Mario alla signora Ferraro
Angela. Quando è stata sentita dal Pubblico Ministero il 16
novembre del 2011, pagina 184 delle trascrizioni, la
signora ha invece detto... almeno da me è 184.
PRESIDENTE – 16 novembre 2011.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – La signora ha detto: “...ho sentito
lui...Io non ho visto la pistola, ho sentito lui che diceva:
‘Te la do io’”.
PRESIDENTE – Ho sentito lui, ha capito? Allora, in quelle
dichiarazioni, cioè lei è come se fosse stata presente a
questo incontro che ci sarebbe stato, a questo colloquio
insomma tra sua mamma e lo zia di sua mamma. Adesso
invece ci ha detto una cosa un pochino diversa, no? Che
l’avrebbe saputo dalla mamma e quindi lei non era
presente. Qual è la versione che dobbiamo ritenere
rispondente al vero?
(…)
IMP. PESCE – Sì. Mi ricordo che stavamo... zio stava seduto
sul divano...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi era presente, signora, lei?
IMP. PESCE – Sì, ero presente.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ci racconti, appunto, il contesto
visto che era presente quando si svolgeva il fatto?
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IMP. PESCE – Ricordo che lui era seduto sul divano... cioè un
po’ di confusione perché erano più sere che lui veniva e
più volte che si affrontava questo discorso, quindi
ricordo di sapere il fatto... perché nel momento in cui è
stata detto la cosa stavo là e sentivo... nel momento in
cui poi lui se ne è andato mia madre questa cosa l’ha
riportata più volte, quindi...
PRESIDENTE – Quindi dice che ha confusione ora?
IMP. PESCE – Sì, sì. Sono pure un po’ stanca, scusate.
PRESIDENTE – Mi rendo conto. Comunque, voglio dire, quindi a
fronte di questa contestazione, quando le viene ricordata
questa dichiarazione lei ricorda che in effetti era
presente?
IMP. PESCE – Sì, sì, io stavo là e lui stava sul divano... sì,
sì, sì, ero lì. Sì, ero presente.
PRESIDENTE – E quindi ha visto la pistola?
IMP. PESCE – No, no, no, no.
PRESIDENTE – No, non l’ha vista?
IMP. PESCE – No, la pistola no.
PRESIDENTE – Non l’ha vista?
IMP. PESCE – No, no.
PRESIDENTE – Ha solo sentire dire che...
IMP. PESCE – Ho sentito che gli diceva: “Te la do io...”...
PRESIDENTE – ...avrebbe avuto la possibilità di darle la
pistola per...
IMP. PESCE – Sì, perché gli ha fatto anche vedere tipo...
perché mia madre diceva... nel senso tipo: “Io? Io non
riuscirei mai ad uccidere una persona”, no? E allora lui
fece pure il giusto tipo: “La metti qua al buco della
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serratura, magari, e spari senza guardare”.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi lei era presente e sua madre
rifiuta diciamo questa indicazione del signor Ferraro
Mario?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay. (…) P.M. DOTT.SSA PANTANO – Signora, io prima le avevo chiesto se
lei fosse o meno a conoscenza di propositi omicidiari nei
confronti della signora Ferraro Rosa.
IMP. PESCE – Allora, propositi omicidiari cioè che io... io ho
racconto quello che ho sentito, quello che ho... ho
sentito, insomma poi non so se sono propositi omicidiari,
cioè non so catalogarli così insomma. Io sapevo che
Ferraro Rosa era un problema. Che era un problema e che
praticamente era una questione da risolvere.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Signora, perché era un problema la
signora Ferraro Rosa?
IMP. PESCE – Era un problema per la questione che aveva creato
insomma quel subbuglio a casa mia con mia madre, le liti e
tutto e in più il discorso che stava collaborando, cioè che
aveva cominciato a fare queste dichiarazioni e quindi era
una vergogna per la famiglia. Praticamente, sempre da
quelli che erano i discorsi che apprendevo quando mio zio
Ferraro Mario veniva a casa da mia madre, c’era questa
discussione tra Ferraro Mario, Ferraro Giuseppe, Ferraro
Francesco che praticamente c’era qualcosa... una soluzione
da adottare a questo. E il discorso è che praticamente,
da quello che sempre apprendevo lì,è come se Ferraro Mario
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non prendeva...cioè quando lui ha proposto a mia madre
quella soluzione è perché lui non prendeva posizione per
dire: “Sì, facciamo questo. Sì, la allontaniamo. Sì...”,
non so poi qual erano le loro... il loro metodo. Non
dicevano chiaramente: “Dobbiamo ammazzarla o vediamo come
ammazzarla”, però so che c’era questo problema, c’era una
situazione che doveva essere... su questo praticamente
mi ricordo che, sempre in una di quelle sere che
lui veniva, mia madre... non ricordo se lui ancora era lì
oppure se n’era andato, non lo ricordo... ricordo che poi
mia madre ebbe un battibecco con lui, perché come se lui
diceva che...“Tuo figlio... tuo figlio può... può
vedersela tuo figlio” e mia madre in questo diceva: “Tu
mio figlio devi lasciarlo fuori perché mio figlio è giovane,
perché deve fare... deve vedersela lui. È un problema
vostro. Sta disonorando la famiglia Ferraro, dovete
vedervela voi”.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi mi faccia capire signora Pesce,
era un problema sia per i Ferraro che per i Pesce la
collaborazione di Ferraro Rosa?
IMP. PESCE – Sì, perché Ferraro Rosa era una Ferraro che però
stava rendendo dichiarazioni in base alla lite che aveva
avuto con mio padre, che era un Pesce, e quindi era...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi l’oggetto di queste discussioni
tra sua madre e il signor Ferraro Mario qual era?
IMP. PESCE – Era che si doveva prendere una decisione su...
cioè io ricordo che mia madre diceva: “Allontanatela,
mandatela via, fate quello che dovete fare” e lui dava
per scontato che là la soluzione era... cioè di
94
fargli insomma tenere la bocca chiusa, quindi quando lui
propose a mia madre quella cosa era come se per eliminare
il problema era quella la soluzione e quindi: “Lo
fai tu. Sei donna e lo fai per legittima difesa”, però
che io abbia assistito mai al fatto che dice:
“Dobbiamo ammazzarlo o la ammazziamo...” questo no. Era
questo che intendevo dire quando...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Io, appunto, questo volevo sapere:
cioè lei aveva compreso se si trattasse di una
eliminazione fisica della signora Ferraro Rosa?
IMP. PESCE – Ripeto...
AVV. MALVASO – Presidente, ha già risposto a questa domanda.
PRESIDENTE – Sì, ha risposto. Sì, in effetti...
AVV. MALVASO – Due volte.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – In che senso esce il nome di suo
fratello, signora?
PRESIDENTE – No, ha già detto. Ha detto che...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Che cosa avrebbe dovuto fare? Cioè non
ho capito che cosa avrebbe dovuto fare.
PRESIDENTE – Ah ecco, sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Cosa avrebbe dovuto fare Pesce
Francesco?
IMP. PESCE – Sì, mio zio diceva a mia madre di fare
intervenire suo figlio, di... “Se la vede tuo figlio. Tuo
figlio può insomma risolvere questa cosa”.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma in che modo avrebbe dovuto
risolverla Pesce Francesco?
AVV. RYOLO – Presidente, c’è opposizione. Avrebbe dovuto
casomai il Pubblico Ministero formulare la domanda in
95
maniera diversa.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Mi sono riallacciata alla risposta
della Pesce.
AVV. RYOLO – Da per scontata la indicazione di una modalità
che per la verità almeno fino ad ora non è...
PRESIDENTE – No, no, no, la domanda invece può essere ammessa
nel senso che adesso, se lei lo sa, ci deve spiegare in
che cosa doveva consistere questo intervento. Quando lo
zio di sua mamma proponeva a sua mamma che si occupasse
della questione suo fratello Francesco, Francesco cosa
avrebbe dovuto fare secondo naturalmente le indicazioni
di Ferraro?
IMP. PESCE – Tappare la bocca a Rosa Ferraro eliminandola.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Eliminandola come?
IMP. PESCE – Come...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Che cosa vuol dire... cioè voglio
capire che cosa intende lei, cosa ha capito, che cosa
significava eliminare?
IMP. PESCE – Va beh... cioè, ripeto, non si diceva
chiaramente: “La deve uccidere”, però si diceva: “Lo deve
fare lui. Lo deve fare lui. Faglielo fare a tuo figlio,
tanto tuo figlio è giovane, dai”, cioè era questo il
senso, però non è che parlavano mai: “Falla ammazzare a
lui. Falla ammazzare a lui”.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Però lei aveva intuito che si stesse
parlando di una eliminazione fisica?
IMP. PESCE – Sì, sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti signora Pesce, lei sa diciamo
se vi sono stati interventi concreti?
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IMP. PESCE – No, non lo so perché...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ai danni della signora Ferraro Rosa?
IMP. PESCE – Non lo so perché poi Ferraro Rosa è sparita,
quindi non lo so se è stato perché è stata portata via,
che non ci sono stati o perché... non ci sono proprio
stati.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Un’altra domanda: suo marito era a
conoscenza della collaborazione della signora Ferraro
Rosa?
IMP. PESCE – Sì, come ne erano a conoscenza tutti ne era a
conoscenza...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ne era a conoscenza anche Palaia
Rocco?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei sa di minacce di Palaia Rocco nei
confronti della signora Ferraro?
IMP. PESCE – (inc.)...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Direttamente o indirettamente?
IMP. PESCE – Ecco, voglio dire direttamente lui no, ricordo
che... siccome mio marito frequentava un bar che
praticamente è di un cugino di Ferraro Rosa e di mia
madre, insomma di tutti i Ferraro, ricordo che una sera
si decise di... lui aveva detto: “Siamo andati con
Gregorio per fargli cambiare idea, per parlarci, - dice
– ma non si può parlare perché lei continuava a gridare e
a minacciare”.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Con Gregorio chi?
IMP. PESCE – Cacciola.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Cacciola. Quindi questa circostanza
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lei la apprende da chi?
IMP. PESCE – Da mio marito che diceva: “Siamo andati e non si
riesce a parlare, sembra una pazza. Sembra una pazza”.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi lei ha intuito che si fossero
incontrati suo marito e la signora Ferraro Rosa?
IMP. PESCE – Mi ha detto che ci ha andato con Gregorio.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sa se ci furono delle minacce in
quella circostanza?
IMP. PESCE – So che ha parlato Gregorio con lei...
AVV. PISANI – Ha già risposto, Presidente. Ha già risposto su
questo punto.
PRESIDENTE – No, facciamola rispondere.
AVV. RYOLO – Allora la domanda è suggestiva. Può chiedere cosa è
accaduto. Se il teste finora non ha parlato di minacce, non
può introdurre il tema per la prima volta il Pubblico
Ministero.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Io ho chiesto una circostanza di
fatto, se è a conoscenza di minacce. Sto chiedendo un
dato.
AVV. RYOLO – No, la minaccia non credo che sia un termine che
colui che domanda può introdurre nella fase dell’esame
diretto.
PRESIDENTE – Va bene, l’opposizione è accorta, perché comunque
qualcosa aveva detto, ma si era fermata lì. Quindi se
vuole... insomma, voglio dire, è qualcosa che sta dicendo
il Pubblico Ministero. Effettivamente potrebbe suggerire
una risposta che non è stata data finora.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – In che termini le parlò suo marito di
questo colloquio avuto con la signora Ferraro Rosa?
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IMP. PESCE – Che erano andati per intimarle di finirla, di
tapparsi la bocca e di non fare stupidaggini e che lei
non li lasciava parlare, dicendo che lei si deve
difendere, che lei...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei adesso adopera il termine
intimare, fu un termine utilizzato da suo marito?
IMP. PESCE – No, l’ho percepito da quello che diceva che...
“Siamo andati lì...” e andando lì... cioè non è che erano
andati lì per...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Cioè era stato prospettato qualche
cosa...
IMP. PESCE – Non era una visita di cortesia insomma.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Non era una visita di cortesia. Era
stato prospettato qualcosa alla signora Ferraro Rosa nel
caso in cui fosse andata avanti nelle sue dichiarazioni?
IMP. PESCE – Non ho capito, scusi.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Fu prospettato... Ha detto che non era
una visita di cortesia.
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sto chiedendo che fu prospettato
qualcosa alla signora Ferraro...
PRESIDENTE – Se fu prospettato alla signora alla signora
Ferraro...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – ...ove fosse andata avanti nelle sue
dichiarazioni.
PRESIDENTE - ...se avesse continuato a parlare, a tenere
quell’atteggiamento?
IMP. PESCE – No, non lo so. Questo non lo so.
PRESIDENTE – Lei non lo sa, però ha detto che lei avrebbe...
99
cioè che suo marito le ha riferito...
IMP. PESCE – Che sono andati...
PRESIDENTE - ...e che la signora... che non si poteva parlare
con...
IMP. PESCE – Non si poteva parlare perché lei era agitata,
gridava e non gli dava ascolto.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, suo zio Ferraro Mario aveva
conoscenze con soggetti napoletani?
(…)
IMP. PESCE – No, non ne sono a conoscenza.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Non lo sa. Ascolti, invece un’altra
cosa che le volevo chiedere è: al di là della questione
dei protesti, appunto, che aveva ricevuto la signora
Ferraro Rosa a causa dell’apertura di quel conto corrente
su cui operava suo padre, c’erano state altre ragioni di
attrito, diciamo, tra la signora e sua madre? Faccio
riferimento a giochi, schedine.
(…)
IMP. PESCE – Sì, ricordo che c’è una questione per questa
cosa, per una schedina non giocata. Sì, ricordo.
PRESIDENTE – E quando sarebbe avvenuto questo fatto?
IMP. PESCE – Sempre nel periodo in cui lei abitava a casa.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Prima, diciamo, della lite per gli
assegni?
IMP. PESCE – Sì, sì, perché praticamente... io adesso questa
cosa la ricordo un po’ alla lontana, perché non...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì, sì, quello che si ricorda, signora
Pesce.
100
IMP. PESCE – Sì, sì, ricordo che giocavamo tutti quasi non
tutti i giorni, ma tutti i sabati forse... all’epoca era
solo il sabato ancora...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quando lei dice tutti...
IMP. PESCE – Sì, giocavamo anche io, mia sorella, mio padre...
giocavamo i numeri, la schedina.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì.
IMP. PESCE – Il lotto era. Ricordo che... non so per una
mancanza c’è stata una schedina che non è stata già
giocata che era di... Siccome Rosa non aveva la macchina,
quindi andavamo noi a giocare queste schedine, o mia
madre o io o mia sorella. Non so se per un errore che c’è
stato, non mi ricordo adesso il particolare, però una
schedina vincente a lei non fu giocata e lei la prese a
male come se è stato fatto apposta per non farla vincere,
insomma era questa la...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay. Ma, voglio dire, questa
circostanza aveva incrinato i rapporti tra sua madre e la
signora Ferraro Rosa?
IMP. PESCE – Diciamo che mia madre e Ferraro Rosa
caratterialmente sono simili. Sì, un po’ sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Però dopo questa circostanza la
signora Ferraro rimane comunque ad abitare presso casa
vostra?
IMP. PESCE – Sì, sì, sì, non è che andò via per la schedina,
insomma. È stata poi una... quando dico che poi lei se
l’è incominciata a prendere anche con mia madre, poi da
lì tirò insomma tante cose che diceva: “Tu mi davi pochi
soldi per badare a tua madre. Tu...”, cioè è stato poi un
101
accumulo che lei ha poi insomma manifestato tutto quel
rancore insomma.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ho capito. Senta, lei era a conoscenza
delle abitudini della signora Rosa Ferraro?
IMP. PESCE – Delle?
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Delle abitudini? Ad esempio, aveva
l’abitudine di frequentare il cimitero la signora?
AVV. RYOLO – Presidente, c’è opposizione per l’introduzione
del luogo che avrebbe frequentato la signora Ferraro.
PRESIDENTE – Opposizione rigettata.
IMP. PESCE – Sì, frequentava il cimitero perché aveva la
sorella e la madre e quindi settimanalmente da noi
insomma... da noi, in generale la domenica si va a
trovare i defunti.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti, siccome lei prima ha detto
che non aveva la macchina la signora Ferraro...
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – ...ci andava come? Come lo raggiungeva
il cimitero?
IMP. PESCE – Il padre aveva la macchina.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Il padre aveva la macchina?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, ci andava settimanalmente, con
che cadenza? Ogni quindici giorni, ogni mese, ogni due?
Ogni quant’è che frequentava il cimitero la signora
Ferraro, se lo sa?
IMP. PESCE – Non lo so con che cadenza lo frequentava.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Non lo sa?
IMP. PESCE – No.
102
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei sa quando Ferraro Rosa va via da
Rosarno e per quale ragione?
IMP. PESCE – So che va via, non so il periodo precisamente e
so che è stata portata via dalla Finanza, che se la sono
andata a prendere a casa la Finanza e se la sono portati
via.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sa per quale motivo?
IMP. PESCE – Perché stava collaborando.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay. Su questo argomento nessun’altra
domanda da parte mia.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Signora, solo qualche chiarimento su
questo argomento e poi passiamo al successivo. Faccio un
piccolo passo indietro.
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Torno all’argomento del conto
corrente, no? Conto corrente intestato a Ferraro Rosa.
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – E, come lei ci ha raccontato,
utilizzato da suo padre. Quello che non ho capito è a
cosa serviva questo conto corrente; questi assegni a cosa
servivano a suo padre? Cosa ci doveva fare? Qual era
l’esigenza sottostante alla creazione di questo conto
corrente?
(…)
IMP. PESCE – Sì, doveva servire a... dovevano aprire una ditta
di salumi, di... all’acquisto di una quantità di salumi
di una ditta che avevano aperto loro stessi.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Loro chi?
IMP. PESCE – Mio padre e Ferraro Rosa.
103
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ah, quindi c’era una ditta aperta da
suo padre e da Ferraro Rosa?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – E questa ditta aveva un locale?
IMP. PESCE – No, no, no, era sempre...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Mi spieghi cos’era e di cosa stiamo
parlando.
IMP. PESCE – Allora praticamente era un’intenzione di fare una
truffa ai danni di questa azienda che vendeva questi
salumi. Da lì lui aveva detto alla Ferraro che
praticamente nel fare questa truffa i soldi del ricavato
avrebbe dato qualcosa anche a lei.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – E questa truffa lei sa come andava
realizzata?
IMP. PESCE – So che dovevano acquistare un grosso quantitativo
di quello che era, non so, ma salumi, prodotti tipici di
questa attività...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.
IMP. PESCE – ...venivano fatti questi assegni e poi non
venivano coperti.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ma si acquistavano quindi questi
salumi con assegni che poi non sarebbero stati coperti,
questa era la truffa?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – E di questa ditta che doveva essere
aperta lei che cosa sa? Serviva a questo o solo a questo?
Cioè era aperta ad hoc oppure era un’attività diciamo
commerciale che suo padre voleva aprire?
104
IMP. PESCE – No, no, praticamente non c’era la... era solo
l’intestazione praticamente e la partiva iva che ci
stavano, però effettivamente non c’era il locale.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ah, quindi era un’esistenza meramente
formale della ditta?
IMP. PESCE – Sì, sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – È chiaro.
IMP. PESCE – Anche perché la documentazione si trovava nel
supermercato, quindi era...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ed era un’attività questa che suo
padre aveva inteso... che voleva realizzare insieme a
Ferraro Rosa o c’era coinvolto qualcun altro?
IMP. PESCE – Ci stavano delle persone che all’epoca avevano
aiutato mio padre quando fece la prima fornitura per
riempire il supermercato, però non so chi erano, perché non
erano di Rosarno.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei ci ha già risposto su quale
banca... presso quale banca fosse stato aperto il conto
corrente.
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – C’era una motivazione specifica, se
lei lo sa, per cui quel conto corrente venne aperto
proprio alla Carime di Rosarno e non presso un’altra
banca?
IMP. PESCE – Perché... da quello che so io perché alla BNL mio
padre nel... siccome la BNL è un’altra banca che si trova
sempre a Rosarno...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.
IMP. PESCE – Alla BNL non poteva fare accesso perché ormai,
105
avendo protestato insomma mia sorella... il direttore non
gli avrebbe aperto un altro ancora, quindi era... l’altra
banca era quella che era rimasta insomma, da quello che
so io.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sa di quanti blocchetti di assegni in
concreto... non del numero degli assegni che le è stato
già chiesto, ma di quanti blocchetti di assegni stiamo
parlando? Se lo sa.
IMP. PESCE – No, non lo so.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sa se Ferraro Rosa si fosse recata
personalmente a ritirare in banca questi blocchetti? Se
lo sa, se lo ha mai sentito che la signora andasse
personalmente in banca a ritirarli.
IMP. PESCE – Non lo so. So che veniva accompagnata da mia
sorella quando doveva andare a qualcosa... qualche
movimento bancario, però non so se anche nel momento che
prelevava i blocchetti o solo quando doveva andare a fare
qualche commissione. So che si recava accompagnata
da qualcuno, sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei ha mai visto questi blocchetti
nella disponibilità fisica di Ferraro Rosa?
IMP. PESCE – Io ho visto solo una volta questi blocchetti a
casa di mia nonna, insomma dove abitavano loro...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.
IMP. PESCE – ...e ho visto proprio lei che li firmava, però è
stato un attimo. Io sono entrata e ho visto lei che
faceva questa cosa.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ed era da sola?
IMP. PESCE – No, c’era mio padre che aspettava, io, mia
106
madre... sì, no, eravamo lì in cucina e ho visto questa
cosa, sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quindi lei dice che li firmava
soltanto. Non li riempiva con gli altri dati?
IMP. PESCE – No, no, no, li firmava tutti in una volta e
glielo consegnava.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei sa chi li riempiva materialmente
poi con gli ulteriori dati? Se lo sa.
IMP. PESCE – No, non lo so. Penso mio padre, ma non... cioè
non lo so, no.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Torno all’episodio di cui lei ha
parlato in cui Ferraro Rosa si reca presso il domicilio
di sua madre, non la trova e trova lei. Ne abbiamo già
parlato. Io volevo solo chiederle se in quel contesto
Ferraro Rosa le abbia a lei, a lei Giuseppina, rivolto
delle esplicite minacce?
IMP. PESCE – No, no, assolutamente no.
(…)
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei poco fa ha affermato che tutti
eravate venuti a conoscenza della circostanza che Ferraro
Rosa avesse iniziato a collaborare con l’Autorità
Giudiziaria, le faccio una domanda più specifica: in
particolare suo fratello Francesco era venuto a
conoscenza di questa circostanza?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Come aveva reagito suo fratello
Francesco apprendendo questa notizia?
IMP. PESCE – Di preciso non lo so, perché nel momento che l’ha
appreso non ero con lui, però in generale...
107
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ne avete mai parlato?
IMP. PESCE – Con me no.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Di questo argomento insieme a suo
fratello Francesco?
IMP. PESCE – Con me no.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Avete mai parlato lei o i suoi
familiari della reazione di suo fratello Francesco?
IMP. PESCE – Mio fratello Francesco in quel periodo era più
arrabbiato del fatto che lui...cioè lei era venuta a
casa con l’intento di fare del male a mia madre. Di
questa circostanza non... cioè non ne abbiamo mai...
affrontato questo discorso con lui.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – No, con lui ho capito. Le ho chiesto
se della relazione di suo fratello Francesco ne abbia
parlato con gli altri familiari. Con lui ho capito che
non ne avete parlato direttamente.
PRESIDENTE – Se c’è stata intanto una reazione di suo fratello
Francesco alla conoscenza che aveva cominciato la
collaborazione Rosa Ferraro e se c’è stata questa
reazione che tipo di reazione insomma...
IMP. PESCE – La reazione era che... siccome mio fratello in
quel periodo doveva andare via da lì per andare a vivere
a Milano, si voleva trasferire e ricordo che lui prese...
cioè voleva sapere... voleva conferma dalla famiglia
Ferraro che avrebbero risolto questo problema e che lui
se ne poteva andare tranquillamente a Milano. Si stava
insomma... voleva capire cosa avrebbero deciso, cosa si
doveva fare.
108
- I CAMION DELLA CEDI SISA
P.M. DOTT.SSA PANTANO - Va bene signora, passiamo a un
argomento successivo: la Ce.di.s.i.s.a..
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Cosa è la Ce.di.s.i.s.a., lo sa?
IMP. PESCE – Ce.di.s.i.s.a. è un centro dove si... dove
lavorano, praticamente dove c’è la... i trasporti insomma
per i centri Sisa, dove praticamente i supermercati e
fanno insomma i viaggi con i camion.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – E a Rosarno chi è il titolare della
Ce.di.s.i.s.a.
IMP. PESCE – Il titolare della Ce.di.s.i.s.a. è... Della Sisa
sono i Garruzzo.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ecco, mi faccia la distinzione.
IMP. PESCE – Ecco, perché ci sono i supermercati Sisa e il
Ce.di.s.i.s.a..
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì.
IMP. PESCE – Con certezza so che del supermercato Sisa sono i
Garruzzo. Della Ce.di.s.i.s.a.... anche loro.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Chi è Armeli Signorino?
IMP. PESCE – Non lo conosco.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – C’è un rapporto, una cointeressenza –
se lei lo sa – fra Garruzzo della Sisa e la sua famiglia?
La famiglia Pesce intendo, non la sua famiglia nucleare,
eh!
IMP. PESCE – Sì.
PRESIDENTE – Garruzzo abbiamo un nome anche, oltre che Garruzzo?
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lo chiediamo alla signora.
109
IMP. PESCE – Sì, Giovanni Garruzzo.
PRESIDENTE – Giovanni Garruzzo, okay.
IMP. PESCE – Giovanni Garruzzo.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Chi è Giovanni Garruzzo e che rapporto
ha con la famiglia Pesce?
IMP. PESCE – Da quello sempre che io ho appeso so che Giovanni
Garruzzo all’epoca, parlo di anni addietro...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quanti anni addietro?
IMP. PESCE – Parlo degli anni ’94, così.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay.
IMP. PESCE – Da quando ricordo io.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì.
IMP. PESCE – Aveva questo supermercato nella Nazionale e... il
primo supermercato, perché poi quello più avanti...
insomma ne ha avuto un altro più grande che è più avanti,
però del primo parlo...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì.
IMP. PESCE – Noi avevamo aperto un supermercato, che era
sempre quello che abbiamo noi... che avevano noi insomma
fino al momento del sequestro e questo supermercato...
praticamente già all’epoca si parlava insomma di farlo
praticamente gestire da Garruzzo, perché praticamente...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Questo che avevate già voi?
IMP. PESCE – Sì, sì, che avevamo acquistato...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Voi chi? Chi intende?
IMP. PESCE – Mio padre.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay.
IMP. PESCE – Praticamente questo supermercato doveva essere
dato in gestione a questo Garruzzo col tramite di mio zio
110
Vincenzo che praticamente si sarebbe occupato di
riempire questo supermercato prendendo la merce da
Garruzzo, facendo portare la merce dal supermercato di
Garruzzo per farlo lavorare.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì.
IMP. PESCE – E mio padre avrebbe dovuto gestirlo.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay. Questo siamo, ha detto, agli...
PRESIDENTE – No, mi scusi, mi scusi. Lei dice: “Avrebbe dovuto
gestirlo mio padre”, però ha detto prima: “Avrebbe dovuto
gestirlo Garruzzo”; ecco, vuole essere un tantino più
chiara?
IMP. PESCE – Sì. Praticamente quando gestiva mio padre questo
supermercato non andava bene, quindi l’intento era di
farlo gestire da persone economicamente più forti, che
avevano caratteristiche di poterlo rifornire, di poterlo
gestire meglio. Quindi praticamente mio padre continuava
a gestirlo fisicamente, però dietro ci stavano loro.
PRESIDENTE – Suo padre sarebbe stato una sorta di prestanome
dei Garruzzo?
IMP. PESCE – Allora, il supermercato alla base l’aveva
acquistato mio padre, cioè aveva preso questo
supermercato, perché il locale era in affitto.
PRESIDENTE – È quello in via Maria Zita?
IMP. PESCE – Sì.
PRESIDENTE – È quello in via Maria Zita?
IMP. PESCE – Sì, sì.
PRESIDENTE – Eh!
IMP. PESCE – Il locale era in affitto, quindi aveva preso la
gestione, diciamo.
111
PRESIDENTE – Sì.
IMP. PESCE – Però non riusciva ad andare bene questo
supermercato e subentrò questo mio zio Vincenzo, dicendo:
“Dammelo a me, lo gestisco io perché tu non lo sai
gestire”.
PRESIDENTE – Sì.
IMP. PESCE – E la proposta era che l’avrebbe fatto...
affiliato alla Sisa, in pratica ai Garruzzo, però sempre
rimaneva in gestione di mio padre.
PRESIDENTE – Sì. Materialmente lo gestiva suo padre, in
negozio ci stava suo padre.
IMP. PESCE – Sì.
PRESIDENTE – Però il riferimento l’avrebbe fatto suo zio
tramite Garruzzo?
IMP. PESCE – Sì, sì.
PRESIDENTE – È questo?
IMP. PESCE – Sì.
PRESIDENTE – Okay.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Vada avanti. Poi cosa accade?
IMP. PESCE – Niente, questo poi non venne fatto. Cioè questa
era un’idea.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Un progetto quindi?
IMP. PESCE – Sì, sì, era un progetto.
PRESIDENTE – Questa era un’idea, okay.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Non se ne fece nulla perché, lo sa?
IMP. PESCE – Non lo so, perché... no, non il perché non lo so.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay.
IMP. PESCE – Non se ne fece nulla comunque. Rimaneva in
112
gestione a mio padre, rimase poi com’era.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay.
IMP. PESCE – Niente, so che questo Garruzzo e mio zio avevano
qualche interesse insieme, qualche interesse in corso e
mio zio Pesce Vincenzo aveva qualche interesse nel
supermercato del Pesce Vincenzo.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – No...
IMP. PESCE – Del Garruzzo.
PRESIDENTE – Del Garruzzo Giovanni.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi suo zio aveva qualche interesse
nel supermercato di Garruzzo, ho capito bene?
IMP. PESCE – Sì, sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Vuole spiegarci meglio? Che vuol dire?
IMP. PESCE – Cioè come se Garruzzo lavorasse per lui, cioè
come...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ah, quindi è una cosa diversa.
IMP. PESCE – Sì, che il supermercato apparentemente
era di Garruzzo, però dietro Garruzzo c’era mio zio
Vincenzo.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Questo in che anni siamo?
IMP. PESCE – Io adesso faccio riferimento al ’93/’94.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay. Lei come viene a conoscenza di
questa circostanza? Come lo sa?
IMP. PESCE – Sul progetto che c’era da fare al supermercato.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ah, quindi in quella occasione?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – E da chi?
IMP. PESCE – Era un progetto che si faceva tra mio padre, mia
madre...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – No, da chi ne viene a conoscenza?
IMP. PESCE – Ah, da mio padre. A casa mia.
113
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ah, da suo padre direttamente di
questa circostanza?
IMP. PESCE – Sì, sì, sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei ha detto che Garruzzo stava lì per
conto di suo zio Vincenzo.
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei ha mai saputo, se lo ha saputo, da
quanto tempo? Cioè se era stato sempre così dall’origine
della Sisa o se è una cosa che è intervenuta dopo dalla
creazione?
IMP. PESCE – Non lo so questo con precisione.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay. I rapporti tra Garruzzo e la
famiglia Pesce si sono limitati a quelli che lei ci ha
descritto con Pesce Vincenzo o c’erano rapporti anche con
altri componenti della famiglia?
IMP. PESCE – No, nel momento poi che mio zio poi venne
arrestato...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – In che anni siamo?
IMP. PESCE – Non lo so.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Più o meno.
IMP. PESCE – Non ricordo l’anno.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Rispetto al ’93/’94...
IMP. PESCE – Dopo un paio d’anni, due/tre anni dopo... ’94
forse.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Dopo cosa?
IMP. PESCE – Dopo... il ’94.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ah okay, scusi non avevo capito.
Quindi dopo il ’93/’94 un paio d’anni e viene arrestato
114
suo zio Vincenzo e cosa accade?
IMP. PESCE – Praticamente i rapporti diciamo si rafforzano di
più con mio cugino, con Francesco, Pesce Francesco.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sempre Testuni, il figlio di Antonino?
IMP. PESCE – Sì, sì, sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Che vuol dire si rafforzano di più? Mi
faccia capire.
IMP. PESCE – Allora, praticamente anche da quello che io
percepivo a casa quando magari si parla, quando si parla
di determinate persone che sono vicine a, vicine a, lui è
un fidato di tuo cugino, cioè lui... tanto c’è tuo
cugino... cioè da questo lo apprendo, da discorsi che
sentivo a casa.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay, ma nel senso che aveva
sostituito lo zio Vincenzo o che aveva un altro ruolo suo
cugino Francesco, vorrei capire?
IMP. PESCE – Aveva sostituito lo zio Vincenzo. È subentrato
dopo, nel momento che lui non c’è stato più.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei poco fa ci ha fatto la distinzione
fra Sisa e Ce.di.s.i.s.a..
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Adesso ci ha chiarito cos’è la Sisa.
Parliamo della Ce.di.s.i.s.a..
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – A chi fa capo la Ce.di.s.i.s.a.? Ci ha
già detto che cura il trasporto merci.
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay. A chi fa capo?
IMP. PESCE – A Garruzzo Giovanni e fratelli anche.
115
PRESIDENTE – Fratelli di Garruzzo?
IMP. PESCE – Di Garruzzo, sì.
PRESIDENTE – Okay.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei sa se ci fosse una cointeressenza
della famiglia Pesce anche nel trasporto merci
Ce.di.s.i.s.a.?
IMP. PESCE – Io so che tutti quanti avevano dei camion e...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Tutti quanti chi?
IMP. PESCE – Tutti, alcuni miei cugini e miei zii... dei
camion che lavoravano dentro questa Sisa.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay. Dice alcuni miei cugini e miei
zii, ci vuole fare i nomi di questi zii e cugini che sa
essere coinvolti nel trasporto merci?
IMP. PESCE – Sì, mio cugino Pesce Francesco.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì.
IMP. PESCE – Che so che ne aveva più di uno.
PRESIDENTE – Classe ’78?
IMP. PESCE – Sì. Mio zio Vincenzo.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì. Sa quanti ne avesse suo zio
Vincenzo?
IMP. PESCE – No, con precisione non lo so.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay.
IMP. PESCE – Mio fratello...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sa quanti ne avesse suo fratello?
IMP. PESCE – Uno o due.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay.
IMP. PESCE – Uno sicuro, l’altro non lo so se lavorava alla
Ce.di.s.i.s.a..
116
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Perché comunque sa che erano due i
camion (inc.) suo fratello?
IMP. PESCE – Sì, sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay. Poi chi altro?
IMP. PESCE – Va beh, il figlio di mio zio Vincenzo, Savino.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quanti ne aveva Savino, se lo sa?
IMP. PESCE – No, no, non so le quantità.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay.
IMP. PESCE – Non so quanti camion aveva. Con certezza so
questi perché ho sentito dirlo a loro stessi, però di
altro non so chi ce l’aveva più.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma che lei sappia nel trasporto, come
li definisce lei, i camion della Ce.di.s.i.s.a., c’era
anche gente che non c’entrava niente con la famiglia
Pesce o c’erano solo i suoi familiari?
IMP. PESCE – No, c’erano anche persone non che c’entravano...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Eh, mi spieghi.
IMP. PESCE – Persone a cui loro facevano entrare il camion,
cioè praticamente parenti, familiari, cugini, nipoti...
chiunque insomma aveva la disponibilità di un camion e
voleva metterlo a lavorare loro lo mettevano insomma, lo
facevano entrare.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma quindi era un settore di dominio
assoluto della sua famiglia?
IMP. PESCE – Sì, gestivano loro chi doveva entrare, chi ne
doveva mettere due, chi ne doveva mettere tre, chi non
doveva metterne proprio perché non lo doveva mettere,
insomma questo.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei dice: “Gestivano loro”, ma in base a
117
cosa? Cioè c’era un contratto col Garruzzo, loro erano
titolari di qualcosa, di una licenza? In base a cosa
gestivano loro quelli che dovevano entrare e che dovevano
avere il camion?
IMP. PESCE – Bastava che andava lì e glielo dicevano, non
c’era un contratto. Bastava quello che loro dicevano e
lui faceva, insomma.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Garruzzo avrebbe potuto dire: “No,
questo camion vostro non entra”?
IMP. PESCE – No, non l’avrebbe potuto dire.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Perché?
IMP. PESCE – Perché... perché comandavano loro, perché glielo
imponevano, perché non poteva rifiutarsi.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Mi faccia capire, questo diritto della
famiglia Pesce a disporre dei trasporti Ce.di.s.i.s.a. ha
niente a che vedere con quello che lei ci ha detto
poc’anzi che dietro Garruzzo nella Sisa ci fosse
Vincenzo? Cioè il diritto nasceva di quello o sono due
cose completamente separate?
INTERVENTO – Presidente, da Palmi. Un po’ suggestiva la
domanda, lei che dice?
PRESIDENTE – No, suggestiva forse...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Forse è complessa.
PRESIDENTE – Forse non l’ha neppure compresa esattamente
dall’espressione del fatto che io vedo e che voi non
vedete.
INTERVENTO – Andiamo per gradi magari.
PRESIDENTE – Io credo che la signora non ha neanche compreso
la domanda.
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P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì, sì, ammetto che sia stata forse
formulata in maniera complessa. Lei ha detto da un lato
che Garruzzo nella Sisa era formalmente titolare della
Sisa, ma dietro c’era suo zio Vincenzo, okay?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Adesso scopriamo che Garruzzo nel
trasporto merci non può dire di no, cioè è dominio dei
Pesce e lui non si può ribellare, ma complice o vittima
Garruzzo dei Pesce?
IMP. PESCE – Complice, cioè a lui va bene quello che loro
dicono.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Siccome lei ha detto che non si può
ribellare e glielo impongono,per questo io le faccio
questa domanda.
IMP. PESCE – Nel senso che lui non può fare: “A me questa
persona non piace, non lo mettiamo”, cioè va bene, deve
andare va bene insomma, però lui neanche magari... cioè
non è che se va – per dire – mio zio e gli dice: “Guarda,
viene mio nipote e mette due camion”, lui non è che può
dire: “No, tuo nipote non mette i camion” e il nipote
mette i camion.
PRESIDENTE – Quindi complice in che senso? Cioè se lui...
IMP. PESCE – Complice perché alla fine lui ci guadagna, cioè
non è che lui perde qualcosa se lo mette tizio o se lo
mette caio. A lui interessa il... cioè mandare avanti
quel lavoro.
PRESIDENTE – Sì, ma complice forse significa qualcos’altro,
no? Voglio dire, chi semplicemente subisce una
imposizione di altri non può ribellarsi e magari più che
119
complice forse è vittima. Complice significa anche che
gli sta bene, ma non solo... lei dice: perché comunque ci
guadagnava lo stesso Garruzzo, ma come ci guadagnava?
Perché quindi i guadagni andavano a Garruzzo? Ci faccia
capire un attimo.
IMP. PESCE – No, perché Garruzzo in quella attività aveva
anche lui i suoi guadagni; non è che lui teneva questa
azienda aperta e faceva lavorare i camion e lui stava lì
senza far niente. Lui stava lì e prendeva anche lui
insomma...
PRESIDENTE – Quindi per lui era indifferente chi lavorasse
insomma, l’importante è che comunque questi camion
circolassero e che la merce venisse distribuita, che i
soldi entrassero e poi chiunque li prendeva sarebbe stata
la stessa cosa, in questo senso vuole dire che è
complice?
IMP. PESCE – Sì.
PRESIDENTE – È così o no?
IMP. PESCE – Sì, sì, sì, è così.
PRESIDENTE – Ma quindi ci guadagnava Garruzzo pure?
IMP. PESCE – Sì, il suo posto insomma se lo guadagnava.
PRESIDENTE – Quindi guadagnava Garruzzo e guadagnavano pure i
suoi parenti?
IMP. PESCE – Sì.
PRESIDENTE – I parenti suoi.
IMP. PESCE – Sì.
PRESIDENTE – Okay.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay. Lei ha detto che entravano tutte
persone direttamente o comunque indirettamente legate a
120
voi.
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Di questo affare Ce.di.s.i.s.a. c’era
all’interno della famiglia – intendo semprefamiglia
mafiosa – colui che comandava, chi decideva che tu ne
metti due, tu ne metti due, tu un altro ne metti tre
oppure tu non entri? Chi era all’interno della famiglia
che comandava su questo affare?
IMP. PESCE – Pesce Francesco classe ’78.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Da sempre?
IMP. PESCE – Sì. Sì, perché mi sembra che la Ce.di.s.i.s.a. è
arrivata già dopo... quando mio zio stava in carcere. È
arrivata... no, no, mi sembra.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei è a conoscenza di liti per questo
motivo tra suo zio Francesco e altri suoi familiari?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Con chi?
IMP. PESCE – Con mio zio Vincenzo Pesce Francesco aveva
litigato.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi Francesco, suo cugino, ho
sbagliato io.
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì, sì, chiedo scusa.
PRESIDENTE – Era tra suo cugino Francesco e altri familiari.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì, sì, adesso... con lo zio Vincenzo.
E quale fu l’origine di questa lite? Perché litigarono?
IMP. PESCE – Da quello che ho appreso sempre io dalla nonna
che praticamente lo zio Vincenzo voleva entrare i suoi
cognati a lavorare... a mettere questi camion alla Sisa e
121
lui non li faceva entrare, insomma non voleva farli
entrare.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Perché non voleva farli entrare?
IMP. PESCE – Perché, come ripeto, era come se c’era la
preferenza. Ognuno metteva chi voleva mettere, no? Quindi
fra di loro andavano uno contro l’ho, “No, io metto i
miei, tu metti i suoi. Tu ce ne hai cinque, io non ne ho.
Devo mettere questi perché devono lavorare loro...”... Su
questo qua insomma.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay. Lei sa perché suo cugino non
volesse gli Arena in particolare? C’era un motivo o era
solo un interesse economico, come lei ci sta dicendo?
PRESIDENTE – Gli Arena chi sono?
IMP. PESCE – I cognati di mio zio Vincenzo, Areno Domenico e
l’altro fratello che adesso mi sfugge.
PRESIDENTE – (inc.), però non era stato detto dalla...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì, sì, ha ragione Presidente.
IMP. PESCE – No, non era un motivo preciso, mirato per i
fratelli Arena, era più che altro mirato nei confronti di
mio zio, ma non per gli Arena.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sa come finì questa lite?
IMP. PESCE – No, so che sono arrivati alle mani, però poi il
risultato dei camion no, non lo so.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sono arrivati alle mani...
innanzitutto questa circostanza quando la colloca nel
tempo, se riesce? E dove è accaduto e come lo ha saputo?
IMP. PESCE – 2009... o fine 2009 o inizi 2010 comunque.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay. Da chi l’ha saputo di questa
lite?
122
IMP. PESCE – Da mia nonna Bonarrigo Giuseppa.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – E che le disse in particolare, se lo
ricorda?
IMP. PESCE – Siccome lei era rimasta... si era fatta male a un
ginocchio durante quella lite andandola trovare un
pomeriggio gli chiesi che era successo e mi raccontò
tutto l’episodio e mi disse che avevano litigato, che
l’hanno spinta, lei è caduta e insomma mi ha raccontato
tutto.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sa come finì, cioè l’esito, alla fine
come finì questa storia?
IMP. PESCE – Della lite o dei camion?
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì, della lite, della lite. Della lite
e quindi dei camion.
IMP. PESCE – Della lite... in quel momento, beh, finì che lui
lo portarono via perché gli voleva mettere le mani
addosso a mio zio. Poi dopo...
PRESIDENTE – Lui lo portò via chi?
IMP. PESCE – Lui lo portarono via.
PRESIDENTE – Ah, lo portarono via, okay.
IMP. PESCE – C’erano altre persone, i miei cugini...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lui chi?
IMP. PESCE – Francesco.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Francesco venne portato via?
IMP. PESCE – Sì. E poi per un periodo di tempo sono rimasti
proprio nemici diciamo, non c’era verso per... da parte
di mio zio Vincenzo che era più grande di perdonarlo
oppure di riavvicinarsi e poi, no, dopo un periodo invece
so che si erano ripresi... insomma avevano ripreso il
123
rapporto. Lui aveva chiesto scusa e...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lui chi?
IMP. PESCE – Francesco.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma alla fine, diciamo, questi camion
entrarono o no, che lei sappia? Chi la vinse da questo
punto di vista?
IMP. PESCE – No, questo non lo so.
(…)
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Le risulta che suo fratello Francesco
avesse manifestato delle minacce nei confronti di
Garruzzo?
PRESIDENTE – Sempre Garruzzo Giovanni?
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì, sì.
IMP. PESCE – So che mio fratello aveva difficoltà con i
camion...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì.
IMP. PESCE – ...e che anche alcune volte gli sono stati tolti
con riferimento che mio cugino Francesco aveva avuto
questa volontà e si nascondeva dietro Garruzzo e
quindi...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Mi scusi, mi sono persa l’ultima
battuta, chiedo scusa.
PRESIDENTE – Allora, Francesco, suo fratello, aveva avuto
problemi con i camion, ci sta dicendo. In che senso?
IMP. PESCE – Sì, ci sono state alcune volte che i suoi camion
sono stati tenuti fermi, non lavoravano, perché poi può
essere anche che i camion stanno dentro la Sisa, però non
lavorano perché magari qualcuno al posto di un altro fa i
viaggi che al momento ci stanno da fare.
124
PRESIDENTE – Sì.
IMP. PESCE – In questo caso quelli di mio fratello venivano
lasciati fermi più spesso.
PRESIDENTE – Sì, ma chi decideva?
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ecco.
IMP. PESCE – Questo lo decideva sempre Francesco in base a
quello che...
PRESIDENTE – Francesco non suo fratello?
IMP. PESCE – No, ’78.
PRESIDENTE – Francesco suo cugino?
IMP. PESCE – Sì. In base a quello che il Garruzzo gli diceva
del lavoro che c’era, cioè il lavoro è questo, chi
dobbiamo...
PRESIDENTE – Ci sono da fare cinque viaggi, per dire.
IMP. PESCE – Sì, sì. E normalmente lui faceva fare i viaggi o
per sé o per le persone a cui lui ci teneva che venissero
fatti questi viaggi.
PRESIDENTE – E suo fratello Francesco non era...
IMP. PESCE – Mio fratello c’è stato un periodo che i suoi
venivano messi insomma da parte e venivano fatti lavorare
meno e quindi mio fratello come riferimento prendeva il
Garruzzo e quindi inveiva contro il Garruzzo, per dire:
“Perché non mi fa lavorare i camion? ”. Ecco, insomma,
era questa...
PRESIDENTE – Quindi, mi scusi, suo fratello non sapeva che...
o sapeva che...
IMP. PESCE – Sì, sì, come no!
PRESIDENTE - ...chi decideva era il cugino, anziché Garruzzo?
IMP. PESCE – Sì, sì, sì.
125
PRESIDENTE – E perché se la pigliava con Garruzzo allora?
IMP. PESCE – Perché era più debole.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – È chiaro. Tutte queste circostanze che
lei ci ha riferito come le ha apprese?
IMP. PESCE – Assistevo ai discorsi a casa.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Tra chi?
IMP. PESCE – Quando mio fratello era lì tra mio fratello e...
a casa, insomma con mio marito, con mia madre...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – E suo marito aveva camion alla
Ce.di.s.i.s.a.?
IMP. PESCE – No.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Come mai?
IMP. PESCE – Perché avevano un’altra attività loro, insomma
lui non aveva necessità di mettere un camion alla
Ce.di.s.i.s.a..
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi non ha mai mostrato interesse
suo marito a...
IMP. PESCE – No, praticamente c'è stato un periodo che
aveva... che aveva mostrato interesse, ma non lui
personalmente, era diretto a me, dicevano che dovevo
mettere io un camion... cioè che era come se mi spettasse
in quanto membro della famiglia avere anche noi un
camion, come nucleo familiare avere un camion anche noi
che lavorava lì e si stava trovando insomma il modo di
poter acquistare questo camion, lo stava cercando mio
marito e dicevano insomma all’epoca, avendo i bambini,
non avendo un lavoro, avendo necessità di avere un’entrata...
si era prospettata questa cosa che poi però non è andata
insomma compimento.
126
PRESIDENTE – Signora Pesce, un chiarimento.
IMP. PESCE – Sì.
PRESIDENTE – Lei ha detto appena adesso che suo marito aveva
un’altra attività, quindi non aveva interesse perché
aveva un’altra attività.
IMP. PESCE – Sì.
PRESIDENTE – Qual era questa attività?
IMP. PESCE – L’azienda di famiglia del padre.
PRESIDENTE – Ah, in questo senso?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Signora, solo una domanda con
riferimento ai camion, lei ha detto che... ci ha fatto
prima i nomi delle persone dell’entourage della famiglia
Pesce che avevano i camion alla Ce.di.s.i.s.a.. Io volevo
sapere: quando lei dice: “Avevano i camion”, erano camion
intestati alle persone che le possedevano oppure erano
intestate a terze persone?
IMP. PESCE – Non lo so.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Gliela faccio con riferimento a suo
fratello che forse è una circostanza di cui lei può
essere a conoscenza. Francesco Pesce, classe ’84, aveva
un camion di proprietà diciamo formale alla Ce.di.s.i.s.a.?
IMP. PESCE – Aveva un camion di proprietà perché sapevo che
l’avevo acquistato lui il camion.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì.
IMP. PESCE – Però non lo so a chi era intestato.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Non lo sa a chi era intestato?
IMP. PESCE – No, no.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei prima ha detto che Armeli
127
Signorino non lo conosce?
IMP. PESCE – No, come persona fisica no.
(…)
PRESIDENTE – (…) Signora, può rispondere. Lei ha sentito
mai il nome di Armeli Signorino?
IMP. PESCE – Così per intero no. Armeli Signorino no.
PRESIDENTE – Armeli Signorino no?
IMP. PESCE – No.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – E posso chiederle che cos’è che ha
sentito, cioè qual è...
PRESIDENTE – Ecco, perché fa questa precisazione?
P.M. DOTT.SSA PANTANO – ...il nominativo che ha sentito?
IMP. PESCE – Ho avuto... quando sono stata arrestata che ho
letto l’ordinanza ho saputo che questa persona si chiama
così in quanto il capo d’imputazione che ho è... nei
confronti di questa persona mi viene insomma contestata
l’estorsione.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Gliela pongo in maniera diversa,
perché non voglio sapere quello che lei apprende dagli
altri.
PRESIDENTE – No, stava cercando di spiegare come...
IMP. PESCE – Che questa persona... cioè la conosco con un
altro nome, con il diminutivo del nome, però non sapevo
che era Armeli Signorino; è questo insomma il...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – E qual è questo diminutivo?
IMP. PESCE – Rino.
PRESIDENTE – Quindi lei conosceva un certo Rino?
IMP. PESCE – Sempre per... cioè so che era la persona che
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doveva dare i soldi a mio fratello del camion.
PRESIDENTE – Ho capito. Di cui ci ha parlato prima?
IMP. PESCE – Sì, sì.
PRESIDENTE – Quel discorso là dei soldi che dovevano essere
dati a Francesco suo fratello.
IMP. PESCE – Sì, sì.
PRESIDENTE – Quindi questi soldi li doveva dare un certo Rino?
IMP. PESCE – Rino sì.
PRESIDENTE – Che lei aveva visto?
IMP. PESCE – No, no, mai visto.
PRESIDENTE – Non sapeva chi...
IMP. PESCE – No.
PRESIDENTE – Cioè fisicamente non sapeva...
IMP. PESCE – No, io non l’ho mai visto.
PRESIDENTE – E poi ci sta dicendo che leggendo l’ordinanza ha
capito che questo Rino era il diminutivo di questo Armeli
Signorino, questo sta dicendo?
IMP. PESCE – Sì, sì, sì.
PRESIDENTE – Okay.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ci sono dei soprannomi con cui lei
conosce questa persona di nome Rino che aveva legami con
suo fratello Francesco Pesce?
IMP. PESCE – Sì. Perché veniva chiamato Rino Lo Sbirro.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – A che titolo la persona che lei
conosce col nome di Rino, che ora mi dice Rino Lo Sbirro,
doveva dare dai soldi a Francesco Pesce?
IMP. PESCE – A che titolo doveva dare i soldi?
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì, perché lei mi ha detto che lo
129
collega al discorso dei camion, però voglio capire in che
senso, per quale motivo doveva dare dei soldi?
IMP. PESCE – Perché era la persona che praticamente gestiva il
camion al Ce.di.s.i.s.a. per conto suo, cioè praticamente
faceva i viaggi da quello che so io, i trasporti insomma
del camion e doveva dare i soldi a fine mese a mio
fratello.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – E lei è a conoscenza del fatto... cioè
sa se il camion di suo fratello fosse intestato ad Armeli
Signorino?
IMP. PESCE – No, no, non so a chi erano intestati i camion.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Suo fratello aveva... lei dice che lo
gestiva Armeli Signorino, Rino Lo Sbirro lei ha detto.
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lo gestiva in che senso? Era
l’autista? Che cos’era Armeli Signorino?
IMP. PESCE – Il lavoro preciso che faceva non lo so. So che
aveva in consegna il camion di mio fratello, ma non so
che... se era l’autista, se era l’intestatario. Non lo so
cos’era.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Poi ci ha spiegato prima che i
profitti variavano in relazione ai viaggi effettuati.
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma la gestione del camion da parte di
suo fratello, che appunto lei ci ha detto aveva un camion
alla Ce.di.s.i.s.a., determinava un reddito fisso al
mese? Cioè era un’entrata, costituiva un’entrata per suo
fratello questa?
IMP. PESCE – Sì.
130
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei sa a quanto ammontava?
IMP. PESCE – Da quello che io ho appreso quando andavo a
trovarlo, perché questa storia io l’ho saputa soltanto
nel momento in cui andavo a trovare mio fratello al
carcere, che richiedeva questi soldi e quindi mi diceva:
“Ti deve dare i soldi. Digli a zio che ti deve dare i
soldi”.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Me la spiega meglio, appunto. Cioè
quindi, voglio dire, la gestione del camion costituiva un
reddito per suo fratello; questo reddito che cadenza
aveva, voglio dire?
IMP. PESCE – Ogni mese gli dovevano dare un tot di soldi da
questo...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Visto che lei ha avuto un colloquio
con suo fratello in carcere, qual era l’entità della
somma che richiedeva Francesco Pesce al mese?
IMP. PESCE – Allora, quando lo andavo a trovare io e mi recavo
io da mio zio a prendere i soldi erano mille euro.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Mille euro?
IMP. PESCE – Sì.
PRESIDENTE – Un momento, perché lei ha detto che Francesco,
suo fratello, aveva uno o due camion. Uno sicuramente
alla Sisa, ma l’altro quindi... cioè uno o due, quindi
del secondo non è certa o... ci dica.
IMP. PESCE – Il secondo ce lo aveva, però non lavorava sempre.
PRESIDENTE – Non lavorava sempre?
IMP. PESCE – Sì, la maggior parte delle volte era fermo
perché...
131
PRESIDENTE – Ma sempre era alla Ce.di.s.i.s.a.?
IMP. PESCE – Non lo so dove lavorava l’altro. So che ce
l’aveva, ma non so se erano tutti e due nella Sisa o...
PRESIDENTE – Quindi sa che aveva due camion?
IMP. PESCE – Sì.
PRESIDENTE – Sa per certo che uno lavorava sicuramente alla
Sisa?
IMP. PESCE – Sì.
PRESIDENTE – Dell’altro non ci sa dire?
IMP. PESCE – No, non lo so.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma questi mille euro che le sono stati
chiesti da suo fratello dipendevano dal numero dei
viaggi?
IMP. PESCE – Diciamo che quando io... ripeto, perché io ho
saputo di questi camion, ho avuto la consapevolezza di
camion nel momento in cui io andavo a trovare mio
fratello, perché quei soldi per andare a trovarlo e per
portaglieli a lui. Quindi io lì ho avuto la... cioè
sapevo che lui aveva questa entrata, questo camion e che
questo camion lavorava alla Sisa. Non so però il totale
dei soldi che lui prendeva prima o prendeva dopo. So che
nel momento in cui lui era detenuto prendeva questi
soldi.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Signora, quand’era detenuto? A quando
sta facendo riferimento lei?
IMP. PESCE – Dal 2008 fino a che sono andato a trovarlo io al
2010.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay. All’epoca dov’era detenuto suo
fratello?
132
IMP. PESCE – A Palermo.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi lei apprende, appunto, questa
circostanza per bocca di suo fratello, mi sembra di
capire, che avesse diritto a questi soldi?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei materialmente ha mai portato i
soldi in carcere a suo fratello?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quante volte glieli ha portati?
IMP. PESCE – Tante.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Tante volte?
IMP. PESCE – Non riesco a quantificarlo, tante.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ha sempre portato, diciamo, la cifra
che era stata richiesta o ci sono state delle circostanze
in cui ha portato meno o ha portato di più?
IMP. PESCE – No, diciamo che io prendevo queste mille euro e
sostanzialmente le facevo bastare per tutto il mese che
lo andavo a trovare due/tre volte, quante volte andavo a
trovarlo.
PRESIDENTE – Che cosa vuole dire? Cioè non ho capito bene. Lei
prendeva questi mille euro...
IMP. PESCE – E li mettevo da parte.
PRESIDENTE - ...e li metteva da parte.
IMP. PESCE – Nel momento in cui dovevo andare a trovarlo gli
compravo quello che gli servivo, glieli lasciavo a lui
nel libretto dei detenuti...
PRESIDENTE – Quindi glieli portava una volta... cioè li
prendeva una volta al mese questi soldi?
IMP. PESCE – I soldi li prendevo una volta al mese, però lo
133
andavo a trovare...
PRESIDENTE – E poi glieli portava in due/tre volte?
IMP. PESCE – Settimanalmente, sì, ogni quindici giorni.
PRESIDENTE – Ah, quindi non glieli portava tutti in una volta?
IMP. PESCE – No, no, no, no.
PRESIDENTE – Quindi non ha mai portato mille euro in carcere?
IMP. PESCE – No, no, in carcere no, no, mai.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Signora, ascolti, questo reddito di
Pesce Francesco... lei dice: “Sicuramente io nell’anno
2008/2009 ho portato i soldi della gestione del camion a
mio fratello in carcere”.
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Da quanto tempo suo fratello era
inserito nella gestione del camion alla Ce.di.s.i.s.a.
rispetto a questo momento? Cioè, voglio dire, da quanto
tempo aveva la disponibilità del camion, se se lo
ricorda? Era di quell’anno o era di anni precedenti?
IMP. PESCE – Allora, ripeto, io ho avuto contezza del camion
di mio fratello nel momento in cui io mi sono dovuta
occupare di mio fratello perché mia madre si era
trasferita per andare a vivere a Milano, perché prima di
me mia madre... io andavo a trovare mio fratello soltanto
quando necessitavo di andare a fargli una visita, non era
una cosa che faceva settimanalmente. Nel momento in cui
mia madre è andata a vivere a Milano iniziai ad andare a
trovare mio fratello settimanalmente e ad avere contatti
con mio zio che praticamente mi dava questi soldi per
andare a trovarlo e per insomma... che erano suoi. Io
dico dal 2008 al 2010, però io non dal 2008
134
effettivamente gli portavo questi soldi. Io dal 2009
iniziai ad andare a trovarlo con questa frequenza, quindi
da quella data lì io ho avuto consapevolezza che lui
avesse questo camion, che avesse questa entrata, che
insomma... quindi non so se prima lo aveva, da quanti
anni o...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Però suo fratello in realtà non era la
prima volta quella del 2008/2009 in cui entra in carcere?
IMP. PESCE – No.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – È stato arrestato in altre
circostanze?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ecco, si ricorda quando?
IMP. PESCE – Diciamo che è stato arrestato sempre, quindi
adesso di preciso ricordarmi le date...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ecco, l’episodio... motivi di arresto
per droga, se li ricorda, di suo fratello?
IMP. PESCE – Sì, l’associazione che ebbe con mio marito, sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Si ricorda più o meno l’anno, signora?
IMP. PESCE – Sì, maggio 2008.
(…)
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Allora, lei nel dicembre 2006 è mai
andata a trovare in carcere suo fratello?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì.
IMP. PESCE – Con quella frequenza che le dicevo, quando ci
stava mia madre andavo settimanalmente a trovarlo,
cioè...
PRESIDENTE – Non settimanalmente.
135
IMP. PESCE – Non settimanalmente, ma...
PRESIDENTE – Lei ha detto: “Quando non c’era la mamma andavo
quando volevo andare a trovarlo, quando avevo necessità
di andare a trovarlo”?
IMP. PESCE – Sì.
PRESIDENTE – “Quando poi la mamma invece si trasferì a Milano
fui io che presi le...”, sostanzialmente il posto di sua
madre e quindi cominciò ad andare ogni settimana, è così?
IMP. PESCE – Sì, sì.
PRESIDENTE – Bene.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – (…) volevo chiedere alla signora
Pesce se in precedenza, e faccio riferimento all’anno
2006 in cui noi abbiamo delle intercettazioni ambientali
in carcere, si fosse mai recata a trovare suo fratello
Pesce Francesco e avesse mai parlato dei proventi dello
stesso dall’attività di gestione dei camion e se sì in
quali termini.
(…)
IMP. PESCE – Grazie. Sì, mi sono recata in quel periodo a
trovare mio fratello, ma è uno di quei periodi che io
dicevo prima, quando sentivo la necessità di andare a
trovarlo, quindi in quel periodo mia madre viveva già,
quindi io non... cioè è vero che portai quella
notizia dei camion, ma io non sapevo se quei camion erano
quelli che ancora tutt’oggi, quando io ero fuori, aveva. È
stato solo un messaggio che io ho portato da fuori, cioè
da mio marito che mi aveva riferito...
PRESIDENTE – Quindi lei ricorda di aver portato a suo fratello
136
nel 2006?
IMP. PESCE – Sì, sì, sì, sì.
PRESIDENTE – E che messaggio aveva portato?
IMP. PESCE – Che i soldi glieli avrebbero dati a fine mese e
che gli avrebbero dato mille euro, sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – E si riferiva a questi soldi di cui
stiamo parlando?
IMP. PESCE – Ripeto, io in quel tempo non... non era come nel
2009/2010 che sapevo che erano quelli i camion, che
sapevo che era quello che glielo gestiva e che era quella la
somma che prendeva. Io quel periodo, a parte che aveva
partorito da due mesi una bambina piccola, quindi io non
occupavo della vita di mio fratello carceraria appieno,
quindi avevo altre cose insomma... Quello è stato solo un
colloquio nel quale io mi sono recata da mio fratello e
ho portato quella notizia da casa che mi aveva riferito
mio marito: “Digli a tuo fratello che a fine mese gli
daranno i soldi e gli daranno mille euro”.
PRESIDENTE – Okay, va bene.
(…)
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Allora signora, scusi, ricapitoliamo
da dove siamo partiti. Lei stamattina - parto
dall’origine per riassumere in due parole – ci aveva
ammesso la sua responsabilità per tutti i comportamenti
di imputazione e io le avevo detto poi li analizzeremo
uno per uno, okay?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Questo è valso anche per il capo 14
137
d’imputazione per l’imputazione ad Armeli Signorino, è
così?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Poco fa, da qui è nata tutta la
diatriba che forse insomma era più semplice risolvere con
due domanda, alla domanda della collega che la chiesto da
quando lei ha cominciato a portare in carcere a suo
fratello questi soldi di cui abbiamo già parlato ha
detto: credo dal 2008/2009.
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ora, la mia domanda semplicissima. Lei
sa benissimo, perché ha letto il provvedimento coercitivo
nei suoi confronti, immagino l’avrà letto più di una
volta...
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – ...che contro di lei è stata
utilizzata una intercettazione del 12 dicembre 2006 che
secondo la impostazione accusatoria in quella
intercettazione voi parlavate proprio di questi soldi e
lei assicurava a suo fratello: “Ha detto che te li dà a
fine mese”.
AVV. RYOLO – C’è opposizione...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – No, no, adesso non c’è opposizione,
voglio finire. Quello quindi che le chiedo è: visto che
lei le intercettazioni le ha già lette e forse anche
inutile che io gliele facessi vedere, non so se se le
ricorda o meno, il 12 dicembre 2006 parlavate già di
queste somme di denaro che sono le stesse che lei ha
detto: “Ho portato tante volte fino a qualche mese prima
138
dell’arresto”? Si parlava già di questi soldi il 12
dicembre del 2006?
PRESIDENTE – Allora, la domanda – Pubblico Ministero – non può
essere fatta perché comunque ha già risposto. Ha dato una
risposta che è registrata, perché è stata fatta dal
Pubblico Ministero che... dalla Dottoressa Pantano negli
stessi termini e l’imputata ha dato una risposta.
AVV. RYOLO – E adesso suggerisce una diversa...
PRESIDENTE – No, adesso non suggerisce niente perché adesso la
domanda non è fatta.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Visto che è un elemento contro di lei
non possiamo consentire di spiegare l’apparente discrasia
fra i due dati, quello accusatorio e quello... io credo
che abbia diritto l’imputata a dare una spiegazione.
PRESIDENTE – Torniamo daccapo. Andiamo avanti su questa
questione, perché non abbiamo a disposizione la
perizia trascrittiva. Quando ce l’avremo, poi
eventualmente se servirà, la richiamiamo per
poter...
IMP. PESCE – Presidente, posso spiegare quello che cambia da
quello che era il 2006 a quello che ho dichiarato del
2008/2009?
PRESIDENTE – Ma l’ha già detto prima o no? ?
IMP. PESCE – Io ho detto che dal 2008/2009 portavo i soldi a
mio fratello.
PRESIDENTE – Eh!
IMP. PESCE – E l’intercettazione c’è e io sono stata arrestata
per quella intercettazione.
139
PRESIDENTE – Sì.
IMP. PESCE – Cioè posso spiegarmi? Posso rispondere? Diciamo
che è una spiegazione alla domanda, però...
PRESIDENTE – Sì, può spiegarsi. Certo, può spiegarsi.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ne ha diritto.
PRESIDENTE – Certo, ne ha diritto.
IMP. PESCE – Grazie.
PRESIDENTE – Certo.
IMP. PESCE – Io nel 2006 sapevo meramente così che mio
fratello aveva dei camion, sapevo che prendeva questi
soldi, di cui lui viveva in quel periodo sempre
detentivo, perché nel periodo che lui era in carcere...
come dicevo, lui si occupava personalmente delle sue
cose. Nel periodo in cui lui veniva arrestato qualcuno
provvedeva a fargli avere questi soldi. Nel periodo del
2006 non ero io. Cioè è questo... io nel 2008 e 2009 l’ho
fatto io, cioè sono stata io a prendere i soldi e a
portarli a mio fratello. Nel 2006 ho portato quella
notizia a mio fratello dicendogli: “Sì, i soldi te li
daranno a fine mese. Te ne daranno mille, piuttosto che
800”, ma non glieli ho portati io e non ho provveduto ad
andare a prenderli.
PRESIDENTE – E lei ha detto pure: “In quella occasione io ho
portato a mio fratello... ho detto quello che mi aveva
detto mio marito di dirgli”?
IMP. PESCE – Mio marito, sì.
PRESIDENTE – Ha detto questo poco fa?
IMP. PESCE – Sì, sì, sì, nel 2006.
PRESIDENTE – Nel 2006, certo.
140
IMP. PESCE – Sì.
PRESIDENTE – Quindi sta confermando quello che ha detto prima?
IMP. PESCE – Sì, sì, però cambia che... sì, ero consapevole
nel 2006 che aveva i camion, ero consapevole... sapevo
che lui prendeva questi soldi, perché io stessa gli ho
detto: “Te li daranno”...
PRESIDENTE – Però non glieli portava lei, né si interessava
di...
IMP. PESCE – Di quali camion erano, dove lavoravano...
PRESIDENTE – Né si interessava di farglieli avere questi
soldi?
IMP. PESCE – No, no, neanche. Io in quel colloquio ho riportato
questa notizia a mio fratello, ma non... niente di più.
PRESIDENTE – Ho capito.
(…)
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Chi nel 2006 reperiva i soldi provento
di estorsione e li portava in carcere a suo fratello?
IMP. PESCE – Li portava... direttamente li portava mia madre.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.
IMP. PESCE – Li metteva a lui insomma lì dove...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. E chi li andava a prendere
presso Armeli Signorino?
IMP. PESCE – Mio marito...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.
IMP. PESCE – ...e... cioè che so che andava lui e so che se ne
occupavano i miei zii Giuseppe e... Giuseppe all’epoca.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Se ne occupavano in senso?
IMP. PESCE – Che li faceva arrivare anche lui questi soldi,
mio zio Giuseppe Pesce.
141
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quindi Giuseppe e Vincenzo, i suoi
zii, se ne occupavano e suo marito li andava a prendere?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sua madre li portava...
PRESIDENTE – Mi scusi Pubblico Ministero, un chiarimento.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Prego.
PRESIDENTE – Dato che adesso sta citando Giuseppe Pecora, ha
detto, e prima quando parlava invece delle visite che lei
faceva settimanalmente a Palermo ha nominato lo zio, senza
però specificare chi era, era sempre Giuseppe Pecora?
IMP. PESCE – Vincenzo.
PRESIDENTE – Vincenzo, ecco. Perché aveva detto più volte lo
zio... volevo chiederglielo perché insomma...
IMP. PESCE – Sì, sì, sì.
PRESIDENTE – Va bene?
IMP. PESCE – Sì.
PRESIDENTE – Okay.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sua sorella Marina ha mai portato
questi soldi in carcere a suo fratello? È mai capitato?
IMP. PESCE – Sì, se doveva andare lei a trovarlo sì, è
capitato.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Suo fratello – siamo a dicembre
2006 – aveva un’attività lavorativa lecita?
IMP. PESCE – No.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei nel dicembre 2006 di quella somma
di denaro, della provenienza di quella somma di denaro cosa
sa?
IMP. PESCE – Sapevo che aveva questi camion che lavoravano e
che doveva prendere questi soldi. Che ogni fine mese gli
142
venivano dati questi soldi e che... che gli venivano
dati, insomma mandati tramite i miei zii o tramite mio
marito.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay.
PRESIDENTE – Le posso chiedere un chiarimento?
IMP. PESCE – Certo.
PRESIDENTE – Quando si parla di questi soldi che, diciamo,
erano frutto dell’uso del camion, ma era il camion della
Sisa questo?
IMP. PESCE – Ripeto, quando era nel 2006 io non sapevo la
provenienza, se il camion era quello della Sisa... I
camion. Io sapevo i camion.
PRESIDENTE – Era dei camion?
IMP. PESCE – Sì.
PRESIDENTE – Così genericamente?
IMP. PESCE – Sì, sì.
PRESIDENTE – Successivamente invece era il camion della Sisa?
IMP. PESCE – Io sapevo... sì, quello della Sisa.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sa se suo padre era a conoscenza di
questa somma che veniva incassata mensilmente da suo
fratello?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Come lo sa?
IMP. PESCE – Perché più volte chiedeva: “Ma i soldi glieli
hanno dati? Ma i soldi glieli hanno dati? ”.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – A chi lo chiedeva?
IMP. PESCE – Quando andavamo a trovarlo, a fare il colloquio
lo chiedeva o a mia madre o insomma a chi veniva a fare
il colloquio.
143
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei ha fatto riferimento prima
generico quando abbiamo parlato dell’attività estorsiva
dicendo che i suoi zii, Vincenzo e Giuseppe, utilizzavano
anche i figli per andare... lei ha detto che li mandava
materialmente a riscuotere. In questo caso specifico,
quindi stiamo parlando del capo 14 estorsione Armeli
Signorino, le risulta che sia stato mai mandato qualche
suo cugino a riscuotere queste somme di denaro?
IMP. PESCE – Del 2006 stiamo parlando?
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì. Partiamo dal 2006, se c’è poi...
se ovviamente questa somma di denaro viene poi
materialmente presa nel 2008 o nel 2009 lei ce lo
chiarisca, per carità. Cioè se in questo arco temporale
qualche volta qualche suo cugino è intervenuto per la
riscossione.
IMP. PESCE – Del 2006 non ne ho... non ne sono a conoscenza.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. E successivamente?
IMP. PESCE – Sì, del 2008... 2009/2010 sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quale suo cugino?
IMP. PESCE – Il figlio di mio zio Vincenzo, quando Savino,
quando Francesco.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Come fa a dirlo?
IMP. PESCE – Perché mio zio Pesce Vincenzo diceva: “Mando i
miei figli. Mando mio figlio. Stasera mando mio figlio”,
a volte il figlio arrivava là e diceva: “Non l’ho
trovato. Papà, non c’era. Passo più tardi” e allora
assistevo... proprio quando lui lo mandava diceva:
“Passa più tardi che questa ragazza deve andare a
trovare suo fratello domani” insomma o...
144
(…)
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Senta, che lei sappia Armeli poteva
rifiutarsi di pagare?
IMP. PESCE – So che...
AVV. SANTAMBROGIO – Presidente, scusi, c’è opposizione da
Palmi. Si chiede alla teste di rispondere sul
comportamento di un altro soggetto.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Se lo sa.
PRESIDENTE – In effetti...
AVV. SANTAMBROGIO – Tra l’altro...
PRESIDENTE – Voglio dire, se sa il motivo poi ci deve dire...
se è una sua opinione poi rimane come tale, quindi
possiamo chiederlo in questi termini.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Anzi, la rendo ancora più specifica:
lei sa se Armeli si è mai in concreto rifiutato di
pagare?
PRESIDENTE – Questa è ancora meglio.
IMP. PESCE – Sì, ultimamente si rifiutava di pagare con la
motivazione che il camion era fermo.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – E questo cosa ha provocato? Cosa è
accaduto dopo, all’esito del suo rifiuto?
IMP. PESCE – La rabbia di mio fratello. Mio fratello ha
cominciato a diventare insomma aggressivo, a pretendere
quei soldi e a dirmi di andare da mio zio e dirgli che a
lui gli deve quei soldi e di fargli avere quei soldi.
PRESIDENTE – Lo zio in questo caso è?
IMP. PESCE – Vincenzo.
PRESIDENTE – Zio Vincenzo.
145
P.M. DOTT.SSA CERRETI – In sua presenza suo fratello ha mai
minacciato Armeli?
IMP. PESCE – Diceva che quando sarebbe uscito se la sarebbe
vista lui con questo tizio e di fargli sapere che lui
sarebbe uscito prima o poi da lì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Poi la questione com’è finita, pagò o
non pagò Armeli?
IMP. PESCE – Sì, sì, pagava tutti i mesi. Almeno fino a quando
c’era mio zio i soldi arrivavano.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei sa chi riuscì a convincerlo a
pagare?
IMP. PESCE – No.
INTERVENTO – Presidente, c’è opposizione.
PRESIDENTE – Ha risposto e ha detto no, che non lo sa.
IMP. PESCE – Signor Presidente, posso?
PRESIDENTE – Prego.
IMP. PESCE – Sulla domanda che mi ha fatto il Pubblico
Ministero adesso.
PRESIDENTE – Eh!
IMP. PESCE – Siccome sono tante le cose, adesso mi è venuto un
flash di una situazione che era successa. Siccome...
Posso?
PRESIDENTE – Sì.
IMP. PESCE – Siccome c’è stato un periodo.
INTERVENTO – Presidente, però rimane l’opposizione, chiedo
scusa.
PRESIDENTE – L’opposizione era... Dunque, la domanda qual era?
INTERVENTO – Presidente...
PRESIDENTE – Scusatemi, qual è la domanda intanto e poi voglio
146
dire...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – In questo momento sono dichiarazioni
spontanee.
PRESIDENTE – Appunto, nel senso che è intervenuta
spontaneamente, quindi non possiamo tapparle la bocca in
ogni caso.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Esatto.
PRESIDENTE – Non ha avuto nessuna imbeccata. Manco la vedono,
nessuno la vede, quindi... non è che posso dire: “No, lei
non deve parlare”. Se mi ha chiesto di parlare io devo
raccogliere quello che lei sta dichiarando. Prego.
IMP. PESCE – Praticamente c’è stato un periodo che
praticamente questo Armeli non voleva più dare i soldi a
mio fratello e io quando sono andata da mio fratello e
dissi questa cosa... poi uscendo ho dovuto chiedere
spiegazioni a mio zio per conto di mio fratello e mio zio
mi disse che praticamente questo Armeli era stato
intimato da Francesco Pesce, classe ’84, a non dare
più... ’78, scusi.
PRESIDENTE – Da suo cugino quindi.
IMP. PESCE – Adesso un po’...
PRESIDENTE – Da suo cugino, sì.
IMP. PESCE – Di non dare più i soldi a mio fratello, cioè di
non dargli più questi soldi. Quindi mio zio... quando io
gli dicevo: “Perché non li vuole dare? ”, dice: “Perché
Ciccio gli ha detto che non glieli dare più”. E poi mio
zio insomma parlò con questo Armeli e gli disse che
doveva farlo, almeno fino a che mio fratello era detenuto
doveva dargli questi soldi. Poi, un domani quando lui
147
sarebbe uscito, insomma sarebbe arrivato a un chiarimento
con lui.
PRESIDENTE – Può proseguire.
(…)
- GLI “AGGANCI” IN CASSAZIONE: il giudice Carnevale
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Allora, affrontiamo un altro
argomento. Lei ha mai saputo se qualche membro della
famiglia Pesce, e se sì ci dirà chi, conoscesse qualche
magistrato della Corte di Cassazione?
IMP. PESCE – Della famiglia Pesce no.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Perché mi fa questa specificazione?
Che vuol dire?
IMP. PESCE – Perché i legali con membri, insomma persone della
Cassazione o insomma con qualche magistrato che poteva
intervenire per loro non erano i membri della famiglia
Pesce.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – E chi erano?
IMP. PESCE – Era mio suocero Palaia Gaetano.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.
IMP. PESCE – E qualche Avvocato che si prestava a fare da
tramite.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Innanzitutto queste circostanze lei
come le conosce?
IMP. PESCE – Allora, quella degli Avvocati perché ho
partecipato a dei colloqui dove mio padre parlava con mia
madre per il suo... cioè di Avvocati che si dovevano
impegnare per un suo trasferimento tramite insomma
qualcuno che ne aveva le capacità, insomma che poteva
148
fare questo trasferimento.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.
IMP. PESCE – Poi per quanto riguarda mio suocero perché da
quando io mi sono sposata con mio marito sapevo che...
sapevo perché ho sentito, perché più volte mi è stato
detto che mio suocero aveva delle amicizie in ambito...
dicevano a Roma, alla Cassazione a Roma... questo è
quello che mi...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Chi glielo diceva?
IMP. PESCE – L’ho sentito insomma anche da mio marito stesso.
L’ho sentito anche una volta che mi chiese mio zio
Ferraro Giuseppe di chiedere a mio suocero di aiutarlo
insomma con le sue amicizie, con le amicizie che aveva
lui per farlo uscire dal carcere e, va beh, era noto
insomma...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quindi lo chiese a lei direttamente
Ferraro Giuseppe?
IMP. PESCE – Sì, sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Di intervenire con suo suocero?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei lo fece?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Suo suocero cosa le rispose?
IMP. PESCE – Mio suocero mi rispose che non erano più quelli i
tempi, che lui ormai queste amicizie non le aveva più,
che a causa della sua... cioè praticamente negli anni,
diciamo, la posizione economica era cambiata e lui non
aveva più questi poteri che prima gli venivano...
facilmente raggiungibili con la posizione economica che
149
aveva.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – E quando suo suocero le riferisce:
“Prima io avevo questi poteri” a quale arco temporale ci
riferiamo? Rispetto la vostra discussione che quando
avviene innanzitutto? Partiamo da questo dato certo.
Questa discussione con suo suocero in relazione a Ferraro
Giuseppe quando avviene?
IMP. PESCE – Sì, un attimo che sto...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Più o meno.
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lo colleghi sempre, io le consiglio,
alle date delle sue gravidanze, perché ho visto che così
riesce più a orientarsi.
IMP. PESCE – Forse il 2005... il 2004/2005.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Nel 200/2005 quindi Ferraro Giuseppe
le fa questa richiesta. E il prima a cui si riferisce suo
suocero a che arco temporale si riferiva, se lo sa, se
suo suocero gliel’ha detto.
IMP. PESCE – Non ho capito la domanda, mi scusi.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei ha detto: “Mio suocero mi ha
risposto: ‘Adesso queste cose non le posso fare più.
Prima le facevo’”.
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Questo prima, quanto tempo prima? Se
lo sa. Se glielo ha detto suo suocero.
IMP. PESCE – No, non me l’ha detto, però... insomma, no, non
lo so. Di preciso no.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Tra i suoi familiari Ferraro
Giuseppe è stato l’unico che le ha chiesto di intercedere
150
attraverso suo suocero con queste conoscenze in Corte di
Cassazione?
IMP. PESCE – Direttamente sì. Anche con battute o con
riferimenti in altri casi anche mio padre, sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – E lei ha detto che per Ferraro
Giuseppe si trattava di tirarlo fuori dal carcere e per
suo padre di cosa si trattava?
IMP. PESCE – Tipo per i trasferimenti oppure anche a volte per
intervenire proprio a livello... per farlo uscire... sì,
anche questo.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. E questo interessamento per suo
padre, siamo sempre negli stessi anni o in anni diversi
rispetto a Ferraro Giuseppe?
IMP. PESCE – In anni... più o meno era quello insomma l’arco
temporale.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Il periodo era sempre quello?
IMP. PESCE – Sì, sì, 2006, 2005... insomma quello...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – E in quel caso suo suocero per suo
padre riesce a fare qualcosa?
IMP. PESCE – No, no, no, lui... almeno per quello che so io
no, non si è mai reso disponibile a farlo.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Non si è mai reso disponibile a farlo,
però lei poco fa ha detto: “Ha detto prima le potevo fare
ora non più”.
IMP. PESCE – Sì, sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quindi un prima c’era stato.
IMP. PESCE – Non si rendeva disponibile perché diceva che non
era più nelle sue capacità di poterlo fare.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ecco, quindi prima sì?
151
IMP. PESCE – Sì, sì, prima negli anni prima, si parlava di
decenni prima insomma di quell’arco temporale.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei non sa di cosa di specifico sia
stato fatto in questi anni prima grazie a suo suocero?
Cioè le è stato mai raccontato questo prima... questo
potere che suo suocero asseriva di avere prima in cosa si
era tradotto?
IMP. PESCE – Allora, intanto... va beh, qualcosa era riuscito
a fare nel periodo che c’era stata la prima carcerazione
di mio marito, che avvenne tra il ’95...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.
IMP. PESCE – Io aspettavo mia figlia, la grande, quindi ’94/’95,
il primo provvedimento...
INTERVENTO – Non abbiamo sentito. Non sentiamo, Presidente, da
Palmi.
PRESIDENTE – Adesso ripeterà a voce più alta.
IMP. PESCE – La prima volta che lui intervenne... che so che
aveva fatto insomma qualche intervento era il primo
provvedimento che mio marito con mio padre che è stato
nel ’94.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – E in quel caso innanzitutto suo marito
in che situazioni detentiva era, cioè era libero o
detenuto?
IMP. PESCE – No, no, l’avevano arrestato nell’ambito di un
provvedimento di associazione.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Quindi era detenuto.
PRESIDENTE – E quindi ha detto “con mio padre”, quindi erano
stati arrestati insieme, diciamo nell’ambito della stessa
operazione?
152
IMP. PESCE – Sì, sì, sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. L’intervento che lei dice lì
andò a buon fine in cosa è consistito per suo marito in
quel caso?
IMP. PESCE – Che tutti presero la condanna e mio marito è
uscito assolto da quel provvedimento.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ma che suo marito venne assolto grazie
all’intervento di suo suocero è una circostanza di cui
lei ha conoscenza perché ne avete parlato o è una sua
deduzione?
IMP. PESCE – No, no, era palese perché... cioè se ne vantava
anche mio suocero dicendo: “Questa volta ti ho salvato,
però non fare altri guai, perché non posso più
intervenire”.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei ha mai saputo un riferimento
specifico, un nome di questo contatto in Cassazione
grazie al quale suo suocero si vantava di aver ottenuto
dei benefici processuali?
IMP. PESCE – Una volta, non ricordo adesso se nell’occasione
che io riferì a mio suocero quello che mi aveva detto mio
zio o in un altro contesto, ricordo che lui disse che il
Giudice Carnevale non c’era più, non era più arrivabile,
insomma non poteva più arrivare a lui.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Questa circostanza chi è che gliel’ha
riferita?
IMP. PESCE – L’ho sentita dire a mio suocero.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – E suo suocero a chi la diceva?
IMP. PESCE – Cioè ricordo di averla sentita da lui, non
ricordo se nel contesto quando io gli chiesi di mio zio,
153
di intervenire per lui o in un altro contesto, però ho
sentito questa cosa...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – L’ha sentita direttamente da suo
suocero?
IMP. PESCE – Sì, sì, sì, sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ha mai sentito parlare del pagamento
di una somma di denaro per ottenere benefici processuali
per suo padre?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ci vuole raccontare in che contesto,
come l’ha appreso e di cosa si trattava?
IMP. PESCE – Allora, l’ho sentito a casa di mia madre in un
contesto...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Il periodo?
IMP. PESCE – Periodo... forse 2004/2005, sempre quel periodo
là.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quel periodo là?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. L’ha sentito dire a casa di sua
madre, chi c’era e in quale contesto? Ci racconti.
IMP. PESCE – Doveva esserci una sentenza di Cassazione per mio
padre del quale... mio padre e mio zio, se non ricordo
male, era anche per mio zio Ferraro Giuseppe.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.
IMP. PESCE – Non so bene i particolari perché non...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ci dica quello che sa.
IMP. PESCE – ...non ho partecipato a questa cosa, però da
quello che sentivo e da quello che vedevo, insomma dai
movimenti, dalle telefonate che mia madre faceva nei
154
confronti...doveva esserci questo movimento di soldi che
doveva avvenire tramite mio cugino...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Suo cugino quale?
IMP. PESCE – Pesce Francesco, il quale ricordo che...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Che c’entrava Pesce Francesco con suo
padre in questa questione? Come mai doveva essere lui a
pagare?
IMP. PESCE – Doveva dare i soldi che servivano per pagare...
insomma per l’esito di questa Cassazione. Doveva dare i
soldi, insomma la disponibilità dei soldi.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì, come mai proprio Pesce Francesco
li dà questi soldi?
IMP. PESCE – Perché era lui che si occupava del pagamento di
quello che serviva nei confronti di mio padre, degli
Avvocati e di tutto quello che serviva.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Che lei sappia Pesce Francesco
aveva dato disponibilità a questo pagamento?
IMP. PESCE – Sì, aveva dato disponibilità tanto che doveva
esserci proprio il passaggio insomma dei soldi che doveva
avvenire, però poi ricordo – sempre da un racconto che
ascoltati – che questo Francesco alla fine questi soldi
non li ha dati e che ha fatto fare cattiva figura alle
persone che si erano impegnati e... e così insomma.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quali erano le persone che si erano
impegnate?
IMP. PESCE – Ricordo un Avvocato, ma non so quale Avvocato
era.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Si impegnati a fare cosa esattamente
queste persone?
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IMP. PESCE – A chiedere il favore e poi fare il passaggio dei
soldi, il pagamento, per ricevere questo beneficio.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ma il beneficio qual era in questo
caso in concreto? Quale doveva essere?
IMP. PESCE – Ricordo che era una cassazione, ma non ricordo in
questo momento qual era il processo o qual era la
richiesta insomma che si...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Sa di quanti soldi stessimo
parlando, di che somma di denaro veniva richiesta?
IMP. PESCE – Era una grossa somma. Adesso non ricordo se era a
lire o a euro, comunque era una grossa somma, sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Non si ricorda nell’ordine di
centinaia, di migliaia?
IMP. PESCE – Non ricordo se erano 50 milioni all’epoca o 100..
cioè 50 mila euro o 100 milioni. Era insomma...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Comunque nell’ordine di queste cifre?
IMP. PESCE – Sì.
PRESIDENTE – Ma questa Cassazione riguardava chi?
IMP. PESCE – Mio padre e mio zio Ferraro
Giuseppe. PRESIDENTE – Insieme?
IMP. PESCE – Sì, sì.
PRESIDENTE – Quindi erano coinvolti insieme in qualche processo?
IMP. PESCE – Sì, sì, un’associazione per droga sempre.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – E i benefici di cui lei parla dovevano
riguardare entrambi?
IMP. PESCE – Sì, perché l’esito penso che era per tutti e due,
sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Poi lei ci disse... ci sta dicendo che
non è andato a buon fine, è così? Ho capito bene?
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IMP. PESCE – Non è andato a buon fine il passaggio, sì. Cioè
praticamente questi soldi non sono arrivati e...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Non sono arrivati perché Ciccio non li
ha dati?
IMP. PESCE – Non li ha dati, sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Questo è il motivo?
IMP. PESCE – Sì.
PRESIDENTE – E la Cassazione fu favorevole o contraria?
IMP. PESCE – Non ricordo qual era in questo momento, perché ci
sono tanti provvedimenti, quindi... se non sbaglio era
quella dei 15 anni che poi sono stati confermati.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quindi poi fu contraria. Lei poco fa
ha parlato anche di un’esigenza di trasferimento di suo
padre.
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – All’inizio del... la prima risposta.
Ecco, mi parla di quest’altra vicenda? Chi si interessò
innanzitutto di questa vicenda, del trasferimento di suo
padre?
IMP. PESCE – Diciamo che... sempre gli Avvocati, quindi
ricordo un Avvocato che all’epoca aveva mio padre, mi
ricordo il nome, ma non ricordo il cognome
dell’Avvocatessa, era una donna, Marina.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.
IMP. PESCE – Che si era impegnata per fargli fare questo
trasferimento. Poi, va beh, nell’arco del tempo c’erano
anche degli altri Avvocati che mio padre contattava e poi
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questi Avvocati insomma venivano giù in Calabria,
parlavano con mio zio Vincenzo all’epoca e... questo lo
ricordo perché mio zio un giorno mi disse che aveva dato
questi soldi effettivamente all’Avvocato e che però poi
il trasferimento effettivamente non c’è stato insomma e
che...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Mi faccia capire, innanzitutto di
quanti soldi stiamo parlando, se lo sa?
IMP. PESCE – Allora, il primo Avvocato – se non sbaglio –
quello che veniva da... da Milano mi sembra che veniva
questo Avvocato, erano... non era una grossa cifra,
erano 7 mila euro.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ma si trattava di un’attività tipica
del difensore che perorava l’istanza presso il Ministero
da parte di suo padre?
INTERVENTO – Presidente...
PRESIDENTE – Sì...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Per quale tipo di attività era stata
richiesta questa somma di denaro?
IMP. PESCE – Per far trasferire mio padre nel carcere di
Rebibbia.
PRESIDENTE – Trasferire che cosa significa? Cioè l’Avvocato in
concreto cosa avrebbe dovuto... l’Avvocato o gli
Avvocati...
IMP. PESCE – Tramite qualcuno che era di sua conoscenza
predisporre... far insomma... siccome lui faceva richieste
di avvicinamento a...
PRESIDENTE – (inc.) doveva fare la richiesta di trasferimento?
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IMP. PESCE – No, no, le richieste le faceva mio padre e
l’Avvocato doveva fare... tramite qualche conoscenza,
fare accogliere queste richieste e farlo trasferire.
PRESIDENTE – Okay.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – E i 7 mila euro a cosa servivano?
IMP. PESCE – A far sì che la persona a cui venivano dati
poteva effettivamente fare questo sollecito a chi doveva
insomma predisporre il trasferimento.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quindi erano destinati a questa
persona? Non erano il compenso all’Avvocato? Questo
voglio capire.
IMP. PESCE – Era il compenso alla persona che doveva fare il
trasferimento tramite l’Avvocato.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quindi l’Avvocato era l’intermediario?
IMP. PESCE – Sì. Sì, l’Avvocato era...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Anche questo lei come l’ha appreso?
IMP. PESCE – Questo da mio zio Pesce Vincenzo che... siccome
mio padre in quel periodo chiedeva a lui queste cose,
praticamente lui mi scriveva e mandava una lettera
chiedendo a mio zio queste cose e allora poi io dovevo...
mio padre mi diceva: “Vai da zio e vedi cosa ti dice” e
allora io mi dovevo informare di quello che era e
scriverglielo naturalmente, però non a chiare lettere,
dire: “Zio sta vedendo, ha dato i soldi all’Avvocato” e
questo.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quindi è proprio una conoscenza
diretta che lei ha di questi fatti?
IMP. PESCE – Sì.
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P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ma il pagamento c’è stato di questi 7
mila euro?
IMP. PESCE – Di un Avvocato sì, di questo Avvocato di cui non
conosco però...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Di quello di cui non si ricorda il
nome o di quello di cui si ricorda solo che è donna e che
si chiama Marina?
IMP. PESCE – Allora, di quello che... di questo dei 7 mila
euro non so proprio chi era, perché non era un Avvocato
nelle mie conoscenza, era un Avvocato che stava a Milano
in quel periodo, di Milano mi sembra che era, adesso...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Uomo o donna?
IMP. PESCE – Uomo.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay.
IMP. PESCE – L’Avvocatessa quell’altra... quella ricordo che
doveva intervenire anche lei in questo senso, però questo
solo per sentito dire e non l’ho vissuto in
prima persona. Se ne occupava mia madre di questo.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Ma questi soldi sono stati...
questi 7 mila euro sono stati effettivamente pagati?
IMP. PESCE – I 7 mila euro sì, perché mio zio più volte mi
diceva: “Ho dato 7 mila euro all’Avvocato e non è
successo niente”.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – All’Avvocato di Milano?
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – E il risultato è stato ottenuto?
IMP. PESCE – No.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Mentre l’altro Avvocato ha ricevuto
somme di denaro, che lei sappia?
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IMP. PESCE – Io non lo so, questo non lo so.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ma lei come fa a essere così sicura
che si tratti di una cosa illecita, cioè che non si
tratti di una mera attività difensiva?
IMP. PESCE – Perché era chiaro che questi soldi venivano dati
per il trasferimento, per un aggancio che l’Avvocato
aveva e poteva fare questo trasferimento. Non era
un’istanza che l’Avvocato doveva fare. Quelli per la
parcella dell’Avvocato che doveva fare l’istanza era
chiaro che dovevano... cioè veniva data una parcella
all’Avvocato che faceva il suo dovere. Quella era una
questione di impegno in più che aveva l’Avvocato, che si
prendeva per andare a fare questa cosa tramite qualche
conoscenza.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei dice che era chiaro, che cosa vuol
dire che ne parlavate chiaramente tra di voi?
IMP. PESCE – Sì, che ne parlavamo che adesso si impegna questo
Avvocato per farlo trasferire, vediamo... a volte si
faceva anche qualche pensiero nel senso che mia madre o
anche mio zio diceva: “Sì, tuo padre il primo che gli va
raccontare la prima cosa lui subito crede a quello che
gli dicono e...”, così insomma.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei ha detto: “Di quest’altro Avvocato
so poco, della donna che si chiama Marina, perché se
occupava mia madre”, che cosa vuol dire, cioè sua madre
che ruolo aveva in questo?
IMP. PESCE – Si occupava degli Avvocati di mio padre. Nel
senso che andava a trovarli...
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì. No, nello specifico caso per
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questo episodio di cui le sto chiedendo e che lei mi ha
detto: “So poco perché se ne occupava mia madre”, che
vuol dire “se ne occupava mia madre”?
IMP. PESCE – Si occupava mia madre di andare a parlare con gli
Avvocati di qualsiasi cosa riguardava la condizione
processuale di mio padre in quel momento.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Che lei sappia di questo argomento sua
madre con questo Avvocato ne parlava solo di persona o
anche al telefono?
IMP. PESCE – No, no, parlava anche al telefono.
P.M. DOTT.SSA CERRETI – Parlavano liberamente al telefono, che
lei sappia?
IMP. PESCE – Ricordo un’affermazione di mia madre che diceva:
“Questa non mi risponde neanche più al telefono, c’ha
paura. C’ha paura”, però non so se lei perché ne parlava
chiaramente o perché non rispondeva, perché non voleva
insomma... non lo so. So che mia madre un giorno disse
questa frase, che effettivamente non le rispondeva al
telefono e non riusciva a rintracciarla.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Signora Pesce, ascolti, da dove essere
trasferito suo padre? Lei ha detto che doveva arrivare a
Rebibbia, ma dove si trovava? Qual era il luogo diciamo
di detenzione effettivo, se se lo ricorda, se lo sa?
IMP. PESCE – Se non ricordo male era stato... in quel periodo
là era a Asti, se non ricordo male però, perché è stato
in tanti altri penitenziari, quindi adesso non ricordo di
preciso in quel periodo dov’era. È stato anche a Saluzzo,
è stato a Asti e... non ricordo in quel periodo dov’era
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proprio ubicato.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti, lei prima ha detto che è
stata consegnata questa somma di denaro, questi 7 mila
euro.
IMP. PESCE – Sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sa dove è avvenuta la consegna?
IMP. PESCE – Sì, questo Avvocato venne in Calabria e andò a
trovare mio zio Pesce Vincenzo a casa di mia nonna
Bonarrigo Giuseppa e lì avvenne...
P.M. DOTT.SSA PANTANO – E lei questa circostanza come fa a
indicarla, ecco?
IMP. PESCE – Sempre me l’aveva detto mio zio perché mi
raccontò: “Quest’Avvocato è venuto...” e insomma...
P.M. DOTT.SSA PANTANO - Quindi si era recato l’Avvocato. Non
suo zio dall’Avvocato, ma è l’Avvocato che scende in
Calabria?
IMP. PESCE – Sì, sì, sì, sì.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, come mai proprio a casa di sua
nonna?
IMP. PESCE – Perché mio zio qualsiasi cosa la faceva là, come
ho detto già prima era il punto di riferimento suo per
gli incontri e per tutto il resto.
P.M. DOTT.SSA PANTANO – Va bene.