designazione secondo le norme uni en

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1 Designazione secondo le Norme UNI EN La designazione degli acciai è regolamentata da Norme europee (EN) valide in tutte le nazioni aderenti al Comitato Europeo di Normazione (CEN). Le più recenti Norme europee fatte proprie in Italia dall’Ente Nazionale Italiano di Unificazione (UNI) definiscono i seguenti sistemi di classificazione degli acciai: 1) Designazione alfanumerica (Norma UNI EN 10027-1): secondo questo sistema gli acciai vengono suddivisi in due gruppi: - Gruppo 1: acciai designati con una sigla alfanumerica che ne identifica l’impiego ed alcune caratteristiche meccaniche e fisiche (norma UNI EN 10027-1). - Gruppo 2: acciai designati in base alla composizione chimica (norma UNI EN 10027-1). 1) Designazione numerica (Norma UNI EN 10027-2)

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Page 1: Designazione secondo le Norme UNI EN

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Designazione secondo le Norme UNI EN

La designazione degli acciai è regolamentata da Norme europee (EN) valide in

tutte le nazioni aderenti al Comitato Europeo di Normazione (CEN).

Le più recenti Norme europee fatte proprie in Italia dall’Ente Nazionale Italiano

di Unificazione (UNI) definiscono i seguenti sistemi di classificazione degli

acciai:

1) Designazione alfanumerica (Norma UNI EN 10027-1): secondo questo

sistema gli acciai vengono suddivisi in due gruppi:

- Gruppo 1: acciai designati con una sigla alfanumerica che ne identifica

l’impiego ed alcune caratteristiche meccaniche e fisiche (norma UNI EN

10027-1).

- Gruppo 2: acciai designati in base alla composizione chimica (norma UNI

EN 10027-1).

1) Designazione numerica (Norma UNI EN 10027-2)

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Designazione alfanumerica (Norma UNI EN 10027-1): acciai del gruppo 1

A questo gruppo appartengono gli acciai, in genere bassolegati, che vengono utilizzati

spesso allo stato grezzo di laminazione, o di altre lavorazioni plastiche, senza

particolari trattamenti termici se non quello di normalizzazione. Come criterio

fondamentale per la classificazione si considera l’impiego.

Gli acciai del gruppo 1 vengono designati mediante i seguenti elementi:

- una lettera iniziale che ne individua l’impiego;

- un numero ed eventualmente una lettera indicante una caratteristica principale

(meccanica, fisica, etc.)

Pertanto il gruppo 1 comprende i seguenti acciai suddivisi in base al loro impiego.

Page 3: Designazione secondo le Norme UNI EN

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- S acciai per impieghi strutturali, seguita da un numero pari al carico unitario di

snervamento minimo prescritto (in MPa);

- P acciai per impieghi sotto pressione, seguita da un numero pari al carico unitario di

snervamento minimo prescritto (in MPa);

- L acciai per tubi di condutture, seguita da un numero pari al carico unitario di snervamento

minimo prescritto (in MPa);

- E acciai per costruzioni meccaniche, seguita da un numero pari al carico unitario di

snervamento minimo prescritto (in MPa);

- B acciai per cemento armato, seguita da un numero pari al carico unitario di snervamento

caratteristico (in MPa);

- Y acciai per cemento armato precompresso, seguita da un numero pari al carico unitario di

rottura minimo prescritto (in MPa);

- R acciai per o sotto forma di rotaie, seguita da un numero pari al carico unitario di rottura

minimo prescritto (in MPa);

- H acciai forniti come lamiere laminate a freddo ad alta resistenza per imbutitura a freddo,

seguita da un numero pari al carico unitario di snervamento minimo prescritto (in MPa);

- D acciai forniti come lamiere per formatura a freddo, seguita da una delle seguenti lettere:

C (per i prodotti laminati a freddo), D (per i prodotti laminati a caldo, ma destinati alla

formatura a freddo), X (per i prodotti il cui stato iniziale di laminazione non è specificato);

- T acciai forniti come bande stagnate o cromate, seguita dalla lettera H (con un numero

indicante il valore medio specificato di durezza Rockwell HR) o da un numero indicante il

carico unitario di snervamento nominale prescritto (in MPa);

- M acciai magnetici, seguita da numeri e lettere che indicano ulteriori specificazioni.

Page 4: Designazione secondo le Norme UNI EN

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Ulteriori simboli finali possono essere aggiunti per indicare proprietà specifiche.

Ad esempio, nel caso dell’acciaio strutturale S: JR (resilienza minima di 27 J a 20

°C), J0 (resilienza minima di 27 J a 0 °C); J2 (resilienza minima di 27 J a -20 °C);

J3 (resilienza minima di 27 J a -30 °C); J4 (resilienza minima di 27 J a -40 °C); KR

(resilienza minima di 40 J a 20 °C); K0 (resilienza minima di 40 J a 0 °C); K2

(resilienza minima di 40 J a -20 °C); K3 (resilienza minima di 40 J a -30 °C); K4

(resilienza minima di 40 J a -40 °C). Pertanto la sigla S235J2 indica un acciaio

strutturale con carico di snervamento minimo di 235 MPa e resilienza minima di 27

J a -20°C.

Al valore della resilienza possono seguire una o più delle lettere. Ad esempio: G1

acciaio effervescente, G2 acciaio calmato, G3 stato di fornitura opzionale, G4

stato di fornitura a descrizione del produttore, S costruzioni navali, T tubi, W

resistente alla corrosione atmosferica, Q bonificato, KU utilizzo per utensili.

La suddetta normativa sostituisce la precedente (UNI EU 27), in cui gli acciai

venivano designati in base al simbolo iniziale Fe, seguito dal valore del carico

unitario di rottura o del carico di snervamento minimo garantito (quest’ultimo

preceduto dalla lettera E) e con eventuali ulteriori specificazioni.

Pertanto la designazione B 250 corrisponde alla tradizionale Fe B E250, la

designazione R 400 corrisponde alla tradizionale Fe 400.

Page 5: Designazione secondo le Norme UNI EN

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Designazione alfanumerica (Norma UNI EN 10027-1): acciai del gruppo 2

Gli acciai appartenenti a questo gruppo sono classificati in base alla loro

composizione chimica. Tale gruppo viene ulteriormente suddiviso in quattro

sottogruppi (tabella 11.1).

I primi due sottogruppi comprendono acciai al carbonio non legati contraddistinti

come segue:

- sottogruppo 2.11: acciai destinati al trattamento termico, contrassegnati dalla

lettera C seguita dal tenore di carbonio (espresso come percentuale in peso)

moltiplicato per 100 (es. C10, acciaio da cementazione con tenore di carbonio di

0.10%; C40, acciaio da bonifica con tenore di carbonio di 0.40%), nel caso di

acciai per getti la lettera G precede il simbolo C;

- sottogruppo 2.12: acciai per impieghi particolari, contrassegnati dalla lettera C

seguita da una lettera che ne identifica l'impiego e dal tenore di carbonio

moltiplicato per 100.

In entrambi questi due gruppi di acciai è possibile far seguire il simbolo chimico

dell’elemento intenzionalmente aggiunto per conferire una data proprietà.

Page 6: Designazione secondo le Norme UNI EN

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Gli ultimi due sottogruppi comprendono gli acciai debolmente legati ed altolegati,

entrambi destinati ai trattamenti termici.

•sottogruppo 2.21: acciai debolmente legati, cioè con tenori inferiori al 5%, la cui

designazione viene effettuata riportando il tenore di carbonio moltiplicato per

100, seguito dai simboli chimici degli elementi di lega e dal loro tenore

(anch’esso espresso come percentuale in peso) moltiplicato per un opportuno

coefficiente correttivo (es. 40 NiCrMo 3, acciaio legato con C=0.40%, Ni=0.75%

e tenori di Cr e Mo non precisati), nel caso di getti si antepone la lettera G;

•sottogruppo 2.22: acciai altolegati, con tenori superiori al 5%, contrassegnati

dalla lettera X, seguita dal tenore di carbonio moltiplicato per 100 e dai simboli

chimici degli elementi di lega con il loro tenore inalterato (es. X 15 Cr 13, acciaio

inossidabile con C=0.15% e Cr=13%), nel caso di getti la lettera G precede la X

iniziale.

Page 7: Designazione secondo le Norme UNI EN

7

Gruppo 1. Acciai desi-gnati

in base all’ impiego

2. Acciai designati in base alla composizione chimica

Sottogruppo 2.1 Non legati 2.2 Debolmente legati e legati

2.11 Destinati al

trattamento termico

2.12 Destinati ad

impieghi particolari

2.21 Con ogni

elemento di le-ga <

5%

2.22. con almeno

un elemento di lega

> 5%

Simbolo iniziale Variabile in

relazione all’

impiego (es. S, P,

L, etc.)

C preceduta da G

nel caso di getti

C seguita da una

lettera in- dicante

l’im-piego

in genere nes-sun

simbolo, G solo nel

caso di getti

X preceduta da G

nel caso di getti

Cifre o lettere

distintive della

caratteristica

principale

Variabile (es. carico

di sner-vamento, di

rottura, etc.) Tenore di carbonio moltiplicato per 100

Simboli di al-cuni

elementi di lega

Eventualmente simbolo di un particolare

elemento di lega aggiunto

Simboli degli elementi di lega che

caratterizzano l’acciaio

Cifre indicanti i

tenori degli

elementi di lega

Tenori elemen-ti di

lega molti-plicati

per un coefficiente

correttivo (*)

Tenori effettivi

elementi di lega

Tabella 11.1 – Designazione degli acciai in base alla Norma UNI-EN 10027 – parte 2.

(*) Coefficienti correttivi del tenore degli elementi di lega per gli acciai del sottogruppo 2.21:

4 per Co, Cr, Mn, Ni, Si, W; 10 per Al, Be, Cu, Mo, Nb, Pb, Ta, Ti V, Zr; 100 per N, P, S; 1000 per B

Page 8: Designazione secondo le Norme UNI EN

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Designazione numerica (Norma UNI EN 10027-2)

La designazione numerica messa a punto dalla norma UNI EN 10027-2 segue il

seguente schema:

M.XXYYZZ

- dove M è la cifra che identifica il materiale: 1 acciaio, 2 metalli pesanti escluso

l’acciaio (es. rame e sue leghe), 3 metalli leggeri (es. alluminio e sue leghe, titanio

e sue leghe).

- XX rappresenta il gruppo dell’acciaio, riportato in una tabella allegata alla norma,

suddivisa in acciai non legati (acciai di base, acciai di qualità, acciai speciali) ed

acciai legati (acciai per utensili, acciai inossidabili, acciai strutturali e per

costruzioni meccaniche).

- YY è un numero sequenziale attribuito all’acciaio.

- ZZ ultime due cifre attualmente non utilizzate, previste per un impiego futuro.

Le suddette sigle sono attribuite dall’Ufficio Europeo di Registrazione che

periodicamente rivede la lista degli acciai registrati, controllando quelli non più

prodotti ed inserendo quelli di nuova produzione.

Page 9: Designazione secondo le Norme UNI EN

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Designazione degli acciai secondo gli Standards AISI

In America vi sono diversi enti che si occupano della designazione degli acciai: di

seguito viene riportato il metodo seguito dall’American Iron and Steel Institute

(AISI) e dalla Society of Automotive Engineering (SAE).

Secondo il metodo AISI, gli acciai al carbonio appartengono alla serie 1000 e

sono designati con un numero di quattro cifre, eventualmente preceduto da un

prefisso:

- prima cifra: 1,

- seconda cifra: 0 (acciai al carbonio), 1 (acciai al carbonio risolforati), 2 (acciai

al carbonio risolforati e rifosforati),

- terza e quarta cifra: tenore di carbonio (espresso come percentuale in peso)

moltiplicato per 100.

Esempio: E 1020 acciaio con C=0.20% prodotto al forno elettrico; 1130 acciaio

risolforato con C=0.30%.

Anche la designazione degli acciai basso legati è effettuata tramite un numero di

quattro cifre, di cui le prime due identificano la particolare serie (tabella 11.2) e le

ultime due rappresentano il tenore di carbonio moltiplicato per 100.

Esempio: 4340 acciaio con Ni=1.8%, Cr=0.5-0.8%, Mo=0.25% e C=0.40%.

Page 10: Designazione secondo le Norme UNI EN

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13XX Mn 1.75%

40XX Mo 0.20 o 0.25%; oppure Mo 0.25% e S 0.042%

41XX Cr 0.50, 0.80 o 0.95%, Mo 0.12, 0.20 o 0.30%

43XX Ni 1.83%, Cr 0.50 o 0.80%, Mo 0.25%

44XX Mo 0.53%

46XX Ni 0.85 o 1.83%, Mo 0.20 o 0.25%

47XX Ni 1.05%, Cr 0.45%, Mo 0.20 o 0.35%

48XX Ni 3.50,%, Mo 0.25%

50XX Cr 0.40%

51XX Cr 0.80, 0.88, 0.93, 0.95 o 1.00%

61XX Cr 0.60 o 0.95%, V 0.13 o 0.15%

86XX Ni 0.55%, Cr 0.50%, Mo 0.20%

87XX Ni 0.55%, Cr 0.50%, Mo 0.25%

88XX Ni 0.55%, Cr 0.50%, Mo 0.35%

92XX Si 2.00%; oppure Si 1.40% e Cr 0.70%

50BXX (*) Cr 0.28 o 0.50%

51BXX (*) Cr 0.80%

81BXX (*) Ni 0.30%, Cr 0.45%, Mo 0.12%

94BXX (*) Ni 0.45%, Cr 0.40%, Mo 0.12%

Tabella 11.2 – Principali classi di acciai bassolegati secondo le Norme AISI.

(*) La lettera B contraddistingue gli acciai in cui è presente il boro.

Page 11: Designazione secondo le Norme UNI EN

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Designazione

UNI EN

alfanumerica

Designazione

UNI EN

numerica

Designazione

AISI

Microstruttura

X 5CrNi18-10 1.4301 304 Austenite

X 5CrNiMo17-12 1.4401 316 Austenite

X 2CrNiMo17-13 1.4432 316L Austenite

X 12Cr13 1.4006 410 Martensite

X 8Cr17 1.4016 430 Ferrite

Per quanto riguarda gli acciai altolegati, AISI e ASTM (American Standards

for Testing of Materials) classificano le principali tipologie disponibili sul

mercato:

•serie 200, acciai inossidabili austenitici al cromo - manganese

•serie 300, acciai inossidabili austenitici al cromo - nichel

•serie 400, acciai inossidabili ferritici e martensitici

In tabella 11.3 sono riportate a confronto le sigle identificative di alcune

tipologie di acciai inossidabili espresse secondo le Norme UNI EN e AISI.

Tabella 11.3 – Corrispondenze delle designazioni UNI EN e AISI per alcuni

acciai inossidabili.

Page 12: Designazione secondo le Norme UNI EN

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Designazione secondo gli Standards ASTM

Secondo le Norme dell’America Standard for Testing and Materials (ASTM), tutte le

leghe ferrose vengono denominate con la lettera A, seguita da un numero che

contraddistingue un determinato prodotto. Tale numero è sequenziale ed è assegnato

arbitrariamente; ad esso si fa seguire il suffisso M se nello standard della lega in

questione i dati riportati sono espressi con le unità di misura del sistema metrico

internazionale.

Comunemente vengono utilizzati i seguenti termini per caratterizzare una lega:

- Grade: composizione chimica,

- Type: pratica di de ossidazione,

- Class: una proprietà specifica come la finitura superficiale o la resistenza

meccanica.

Ad esempio, con ASTM A 106-02a Grade A, Grade B, Grade C si indica un acciaio

al carbonio per tubi senza saldatura per impieghi ad alta temperatura.

I gradi A, B, C sono in ordine di resistenza meccanica crescente e quindi, trattandosi

di un acciaio al carbonio, di tenore di carbonio crescente.

Molte specifiche ASTM sono state adottate dall’American Society of Mechanical

Engineers (ASME) che riporta le denominazioni inalterate con la sola aggiunta del

prefisso S.

Page 13: Designazione secondo le Norme UNI EN

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Acciai ABS Grado Rs (MPa) Rm (MPa)

Acciai normali da scafo A, B, D, E 235 400-520

Acciai elevata resistenza

AH32, DH32, EH32, F32 315 440-590

AH36, DH36, EH36, F36 355 490-620

AH40, DH40, EH40, F40 390 510-650

Designazione acciai secondo gli Standards ABS

Gli acciai utilizzati nelle costruzioni navali sono standardizzati secondo la normativa

dell’American Bureau of Shipping (ABS). Gli acciai ABS sono acciai strutturali

raggruppati in due categorie principali, come indicato in tabella 11.4.

Tabella 11.4 – Gradi degli acciai ABS per costruzioni navali.

La tenacità di questi acciai cresce nel passare dal grado A al grado F. Essa viene

definita con un valore minimo (pari a 27 J negli acciai normali da scafo), misurato

nella prova Charpy alle temperature di 20°C (grado A), 0°C (grado B), -20°C (grado

D), -40°C (grado D), -60°C (grado F).

Nelle certificazioni, tali acciai sono designati con la sigla AB/ seguita dal grado.

Esempio: AB/A è un acciaio strutturale con carico di snervamento di 235 MPa, carico

di rottura di 400 MPa e tenacità di 27 J a 20°C.

Page 14: Designazione secondo le Norme UNI EN

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CLASSIFICAZIONE DEGLI ACCIAI

Ai fini pratici e didattici è possibile raggruppare gli acciai nelle seguenti grandi categorie.

- Acciai da costruzione di uso generale: corrispondono a quelli dei sottogruppi 2.11 2

2.12 della Norma UNI EN (10027-1), trattandosi di acciai al carbonio generalmente non

legati.

- Acciai speciali da costruzione, trattati per far fronte ad impieghi più gravosi rispetto ai

precedenti, sono quelli del sottogruppo 2.1 delle Norme UNI (comprendono acciai da

bonifica, da cementazione, acciai per molle, acciai autotempranti, acciai microlegati,

etc.), sono legati e presentano caratteristiche meccaniche ottenute con varie modalità.

- Acciai per la produzione di utensili, da impiegare in lavorazioni per taglio o per

deformazione plastica dei metalli, corrispondono al sottogruppo 2.22 delle Norme UNI,

trattandosi di acciai alto legati.

- Acciai inossidabili, resistenti in ambienti corrosivi, con ottime proprietà meccaniche a

caldo e a freddo, appartengono al sottogruppo 2.22 delle Norme UNI in quanto hanno

comunque tenori di cromo superiori al 12%.

- Acciai per usi particolari, caratterizzati da una data proprietà o attitudine (come gli

acciai con determinate caratteristiche elettriche o magnetiche, gli acciai per lavorazioni

alle macchine utensili ad alta velocità, gli acciai per impieghi ad alta o bassa

temperatura, gli acciai per getti, etc.), determinata dagli elementi di lega o da particolari

processi di produzione e, più in generale, tutti gli acciai che non rientrano nei precedenti

gruppi.

Page 15: Designazione secondo le Norme UNI EN

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Gli acciai, oltre che per la composizione e le caratteristiche applicative, possono

essere classificati anche in base al grado di deossidazione ed alle condizioni di

solidificazione in lingottiera.

Acciai effervescenti ed acciai calmati

Il fenomeno dell’effervescenza nel corso della solidificazione è dovuto alla presenza

di ossigeno nel bagno che reagendo con il carbonio sviluppa bolle gassose di CO.

A secondo del grado di deossidazione, gli acciai vengono suddivisi nelle seguenti

categorie.

- Acciai effervescenti: ad effervescenza libera (rimmed steel) o bloccata (capped

steel), con soffiature ed eventuali disomogeneità di composizione; non presentano

la cavità di ritiro ed hanno basso tenore di carbonio.

- acciai calmati: semicalmati (semi killed steel) o calmati (killed steel), in relazione

al grado di deossidazione non presentano soffiature; a questa categoria

appartengono gli acciai legati, soprattutto se contenenti il cromo.

Page 16: Designazione secondo le Norme UNI EN

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Durante la solidificazione in lingottiera si svolge la seguente reazione che porta ad effervescenza per sviluppo di gas:

FeO + C → Fe + CO

Sezione di un lingotto: a) acciaio calmato, b) acciaio ad effervescenza bloccatta, c) acciaio semicalmato, d) acciaio calmato

Page 17: Designazione secondo le Norme UNI EN

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ACCIAI DA COSTRUZIONE DI USO GENERALE

Gli acciai da costruzione di uso generale sono acciai al carbonio, generalmente non

legati, la cui produzione, relativamente a basso costo, rappresenta l’aliquota

maggiore di quella totale degli acciai.

Per gli impieghi cui sono destinati, di solito vengono forniti allo stato grezzo di

laminazione, al più dopo normalizzazione, mentre raramente subiscono il

trattamento di bonifica.

Per questi acciai si richiedono determinati valori del carico di snervamento e di

rottura e/o caratteristiche più particolari come la saldabilità.

Page 18: Designazione secondo le Norme UNI EN

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Acciai al carbonio

Gli acciai al carbonio sono acciai non legati, considerandosi tali quando non viene

specificato il contenuto minimo di elementi di lega quali Ni, Cr, Mo, Ti, V, Nb e

comunque non contengono Mn e Si in tenori superiori all’ 1%.

Gli acciai al carbonio si identificano sostanzialmente con quelli dei sottogruppi 2.11 e

2.12 della Norma UNI EN 10027-1 e con la serie 1000 della normativa AISI.

Gli acciai al carbonio, essendo non legati, possono essere utilizzati solo per

applicazioni in cui non sono richiesti requisiti particolarmente severi.

Le loro principali limitazioni vengono riassunte nei seguenti punti:

- non è possibile incrudire questi materiali senza una sostanziale perdita di duttilità e

di resistenza all’urto;

- gli acciai a medio tenore di carbonio possono essere temprati solo con elevate

velocità di raffreddamento, ciò porta ad avere pezzi tensionati in cui possono

formarsi cricche;

- date le elevate velocità di raffreddamento richieste, non è possibile temprare in

profondità pezzi di spessore considerevole;

- presentano il fenomeno della transizione duttile-fragile all’abbassarsi della

temperatura;

- hanno scarsa resistenza alla corrosione ed alla ossidazione.

Page 19: Designazione secondo le Norme UNI EN

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Sigla

AISI

Composizione

chimica

(% in peso)

Condizioni Carico di

rottura

(MPa)

Carico di

snervam.

(MPa)

Allung.

(%)

Applicazioni

1010 0.10C, 0.40Mn Lam. a caldo

Lam. a fred.

330

350

240

260

35

30

Lamiere e nastri per

formatura a freddo

1020 0.20C, 0.45Mn Laminato

Ricotto

450

380

330

280

30

35

Lamiere e profilati

per strutture

1040 0.40C, 0.45Mn Laminato

Ricotto

Temprato e

rinv. a 315°C

620

520

800

420

350

590

25

30

20

Alberi, ingranaggi,

bulloni

1060 0.60C, 0.65Mn Laminato

Ricotto

Temprato e

rinv. a 315°C

810

630

1100

480

360

780

17

22

13

Molle, ruote

ferroviarie, stampi

1080 0.80C, 0.80Mn Laminato

Ricotto

Temprato e

rinv. a 315°C

970

650

1300

580

380

980

12

20

10

Molle, trefoli, stampi

In tabella 11.5 sono riportate le caratteristiche meccaniche e le applicazioni

tipiche degli acciai al carbonio della serie AISI 1000. Si osservi come la

resistenza meccanica risenta delle condizioni di fornitura (laminato, a caldo o a

freddo, trattato termicamente) e come cresca al crescere del tenore di carbonio

e di manganese.

Tabella 11.5 – Acciai al carbonio AISI

Page 20: Designazione secondo le Norme UNI EN

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Indice di saldabilità (carbonio equivalente)

Nel caso di elementi da porre in opera in strutture saldate, si richiedono acciai

saldabili con le comuni tecniche di cantiere, senza che incorrano in difetti tali

pregiudicarne le prestazioni in esercizio.

Con riferimento alla giunzione saldata schematicamente rappresentata in figura 11.1,

possiamo distinguere tre zone con specifiche caratteristiche metallurgiche.

•Zona di completa fusione, formata dal metallo fuso durante il procedimento di

saldatura ed in seguito solidificatosi: può essere costituita dal solo metallo base o dal

metallo base insieme ad un apposito metallo di apporto;

•Zona termicamente alterata, immediatamente adiacente alla precedente, in cui il

ciclo di riscaldamento e raffreddamento può essere tale da alterare

significativamente le caratteristiche meccaniche del materiale.

•Metallo base inalterato.

Fig. 11.1 – Macrografia di una sezione saldata: a) zona fusa, b) zona

termicamente alterata, c) metallo base.

Page 21: Designazione secondo le Norme UNI EN

21

La riuscita di una giunzione saldata è legata a caratteristiche geometriche

(irregolarità nel cordone, cricche, porosità, etc.) e ad aspetti tipicamente metallurgici

relativi alla microstruttura della ZF (struttura dendritica, segregazioni,

disomogeneità di composizione, etc.) e della ZTA (strutture di tempra negli acciai,

sovrainvecchiamento delle leghe leggere, etc.), nonché all’insorgere di stati

tensionali (macro e micro tensioni) conseguenti ai cicli termici di saldatura.

La saldabilità di una materiale può essere valutata confrontando i risultati di prove

meccaniche (durezza, carico di snervamento, carico di rottura, deformabilità,

tenacità, etc.) su giunti saldati con quelle sul metallo base. Con la prova di

microdurezza Vickers si riescono a misurare variazioni punto per punto delle

proprietà meccaniche nelle sezioni saldate.

In generale nella zona termicamente alterata degli acciai al carbonio possono verificarsi i

seguenti fenomeni:

- ingrossamento del grano austenitico, per la permanenza in temperatura, e conseguente

riduzione sia della resistenza meccanica che della resilienza.

- formazione di strutture di tempra durante il raffreddamento, indesiderate per la loro

fragilità;

- infragilimento dovuto alla precipitazione di carburi, per soste nel campo delle

temperature di sensibilizzazione, fenomeno esaltato dalla presenza del cromo.

Page 22: Designazione secondo le Norme UNI EN

22

La microstruttura alterata può riacquistare le caratteristiche originarie mediante

opportuni trattamenti termici; tuttavia, ciò non è pensabile che possa essere effettuato

in elementi saldati in opera.

Pertanto una lega si ritiene saldabile quando la composizione è tale che nella zona

termicamente alterata il materiale mantenga le caratteristiche metallurgiche

originarie, senza che debbano impiegarsi particolari tecniche o che lo si debba

sottoporre a successivi trattamenti termici.

In linea generale, un acciaio al carbonio di uso comune può ritenersi saldabile con le

normali tecniche se C 0.20%.

Per tenori maggiori ed in presenza di elementi di lega, un buon indice della saldabilità

è costituito dal cosiddetto carbonio equivalente CE dato dalla seguente formula:

CE = C + Mn / 6 + (Cr+Mo+V) / 5 + (Ni+Cu) / 15

Con CE<0.4% si ha una buona saldabilità del materiale, mentre con 0.4< CE< 0.6

l’acciaio è saldabile con pre-riscaldo e con CE > 0.6 nascono problemi di saldabilità e

si rendono necessari trattamenti di pre e post-riscaldo.

Page 23: Designazione secondo le Norme UNI EN

23

Saldatura per fusioneCaratteristiche metallurgiche dei giunti

Zona termicamente alterata in acciai al carbonio: 1) zona fusa, 2) linea di fusione, I) zona surriscaldata, II) zona a grana fine normalizzata (oppure temprata), III) zona parzialmente normalizzata, IV) zona ricristallizzata, V) zona invecchiata.

Page 24: Designazione secondo le Norme UNI EN

Acciai al C

24

Page 25: Designazione secondo le Norme UNI EN

25

Page 26: Designazione secondo le Norme UNI EN

26

Page 27: Designazione secondo le Norme UNI EN

27

La figura mostra la

correlazione tra le

proprietà meccaniche,

il contenuto di

carbonio e la

microstruttura in un

acciaio al C

normalizzato.

Page 28: Designazione secondo le Norme UNI EN

28

•Esiste una relazione tra dimensioni medie del grano e resistenza alla

deformazione plastica: il carico di snervamento di un acciaio, secondo la relazione

di Hall-Petch, è inversamente proporzionale alla radice quadrata delle dimensioni

medie d dei grani

sy =so+ k

d

1

Dove k è una costante di proporzionalità e so dipende dalla resistenza complessiva

opposta dal reticolo cristallino al movimento delle dislocazioni.

Page 29: Designazione secondo le Norme UNI EN

29

ACCIAI SPECIALI DA COSTRUZIONE

A questi acciai (sottogruppo 2.21 della Norma UNI EN 10027-1) vengono richieste prestazioni maggiori, ottenute sia

attraverso l’alligazione che l’impiego di trattamenti termici.

Di seguito vengono ricapitolati i principali metodi di rafforzamento meccanico.

- Rafforzamento per incrudimento: si verifica nei materiali sottoposto a lavorazioni plastiche a freddo, come nel

caso di prodotti laminati o trafilati. Comporta un incremento di resistenza meccanica a scapito di deformabilità e

tenacità, inoltre non tutte le leghe hanno attitudine a deformarsi e quindi si prestano a questo scopo.

- Rafforzamento per soluzione solida: gli atomi di soluto, sia sostituzionali che interstiziali, interagendo con le

dislocazioni, accrescono la resistenza meccanica del materiale; per di più gli elementi che stabilizzano la fase a

temperatura ambiente portano anche un miglioramento della tenacità.

- Rafforzamento per precipitazione: in questo caso il movimento delle dislocazioni è limitato dalla presenza di

una seconda fase, che può essere costituita da carburi o da altri precipitati, come nel caso delle leghe ad alto

tenore di Ni (superleghe), dove sono presenti composti intermetallici a struttura ordinata in una matrice CFC.

Soprattutto la precipitazione di carburi produce una certa riduzione della tenacità.

- Rafforzamento dovuto a microstrutture martensitiche: la martensite ottenuta mediante tempra è caratterizzata da

durezza e fragilità elevate in ragione del tenore di carbonio. Il successivo rinvenimento permette di ottimizzarne

le caratteristiche meccaniche.

- Rafforzamento per affinamento del grano attraverso opportuni trattamenti termici e con l’aggiunta di particolari

elementi microalliganti: la riduzione delle dimensioni cristalline ha effetti positivi sia sul carico di rottura che

sulla tenacità. Tale meccanismo di rafforzamento risulta particolarmente idoneo nel caso degli acciai a matrice a

CCC. Esso viene conseguito con l’affinamento del grano in fase austenitica ottenuto attraverso l’aggiunta di

elementi microalliganti come Al, Nb, V e Ti.

Page 30: Designazione secondo le Norme UNI EN

30

Sigla

AISI

Composizione

chimica

(% in peso)

Condizioni Carico di

rottura

(MPa)

Carico di

snervam.

(MPa)

Allung.

(%)

Applicazioni

Acciai al manganese

1340 0.40C, 1.75Mn Ricotto

Temprato e

rinv. a 315°C

700

1580

435

1420

20

12

Bulloni ad alta

resistenza

Acciai al cromo

5140 0.40C, 0.80Cr,

0.80Mn

Ricotto

Temprato e

rinv. a 315°C

570

1580

300

1450

30

10

Trasmissioni ed

ingranaggi per

veicoli

5160 0.40C, 0.80Cr,

0.90Mn

Ricotto

Temprato e

rinv. a 315°C

725

2000

380

1780

17

9

Parti di macchinari

Acciai al Cr-Mo

4140 0.40C, 1.0Cr,

0.9Mn, 0.2Mo

Ricotto

Temprato e

rinv. a 315°C

650

1550

420

1430

26

9

Ingranaggi,

trasmissioni

Acciai al Ni-Mo

4820 0.20C, 3.50Ni,

0.60Mn,

025Mo

Ricotto

Normalizzato

680

690

460

480

30

28

Ingranaggi per

macchinari

Acciai al Ni-Cr-Mo

4340 0.40C, 1.83Ni,

0.9Mn, 0.8Cr,

0.20Mo

Ricotto

Temprato e

rinv. a 315°C

750

1720

470

1580

22

10

Pezzi di grande

sezione, parti di

camion

La scelta di un meccanismo di rafforzamento o di un determinato trattamento termico è

fondamentale per definire le caratteristiche di impiego dell’acciaio. In particolare nel caso di

strutture saldate, notevole attenzione viene rivolta alla tenacità del materiale e ad alle modalità di

propagazione della frattura.

In tabella 11.6 vengono riportate le caratteristiche meccaniche di acciai bassolegati appartenenti

a varie classi AISI. Si tratta di acciai a basso o medio tenore di carbonio dove, grazie alla

presenza di elementi di lega (Mn, Ni, Cr, Mo) e a trattamenti termici di normalizzazione o di

bonifica, viene raggiunta un’elevatissima resistenza meccanica (carichi di rottura fino a 2000

MPa). Tabella 11.6 – Acciai bassolegati AISI.

Page 31: Designazione secondo le Norme UNI EN

31

Page 32: Designazione secondo le Norme UNI EN

32

Acciai da bonifica

Questi acciai vengono messi in opera dopo trattamento di bonifica, comprendente tempra, in

acqua o in olio, seguita da rinvenimento intorno ai 600° C. In questo modo viene realizzato un

ottimo compromesso tra durezza e resistenza meccanica da un lato e deformabilità e resistenza

agli urti dall’altro.

La struttura di questi acciai è sorbitica, in grado di assicurare ottime proprietà di resistenza e

tenacità, anche in relazione agli elementi di lega presenti. Tali materiali vengono utilizzati per

componenti meccanici come alberi, assi, pignoni, bielle, leve, rotismi, etc.

Gli acciai da bonifica possono essere al solo carbonio o debolmente legati (tabella 11.7).

- Acciai da bonifica al solo carbonio (0.25 < C < 0.6%), caratterizzati da una bassa

temprabilità che comporta l’uso di mezzi drastici di tempra e strutture martensitiche limitate a

spessori contenuti.

-Acciai da bonifica debolmente legati che, oltre al carbonio, possono contenere Ni (<5%), Cr

(<3%), Mn (<2%), Mo (<0.8), V (<0.2%) e sono caratterizzati da un’elevata temprabilità e da

migliori caratteristiche meccaniche e di tenacità, tanto da essere impiegati per organi meccanici

di grandi dimensioni e/o particolarmente sollecitati.

Contenute percentuali di Cr e di Ni sono in grado di rallentare la velocità di tempra,

accrescendo la temprabilità. Il molibdeno, oltre a migliorare la temprabilità, modifica la

morfologia dei carburi che precipitano durante il rinvenimento, riducendo i fenomeni di

fragilità. Il vanadio, aggiunto in tenori 0.10 – 0.20%, ha un notevole effetto affinante sulle

dimensioni dei grani.

Naturalmente rispetto agli acciai da bonifica al solo carbonio, quelli legati hanno un costo

maggiore dovuto alla presenza degli elementi di lega.

Page 33: Designazione secondo le Norme UNI EN

33

Sigla

UNI EN

Composizione chimica

(% in peso)

Carico di

rottura

(MPa)

Carico di

snervam.

(MPa)

Allung.

(%)

Acciai al carbonio

C30 0.30C, 0.65Mn 710 360 20

C40 0.40C, 0.70Mn 770 490 15

C50 0.50C, 0.75Mn 830 540 13

C60 0.60C, 0.75Mn 900 590 11

Acciai al cromo

40 Cr4 0.40C, 0.65Mn, 1.0Cr 1030 740 11

Acciai al Cr-Mo

30 CrMo4 0.30C, 0.55Mn, 1.0Cr, 0.2Mo 980 680 32

40 CrMo4 0.40C, 0.85Mn, 1.0Cr, 0.2Mo 1020 830 25

Acciai al Cr-Ni-Mo

30 NiCrMo 12 0.3C, 0.65Mn, 0.80Cr, 2.9Ni, 0.45Mo 1080 780 40

40 NiCrMo 2 0.4C, 0.85Mn, 0.50Cr, 0.55Ni, 0.20Mo 1130 830 25

Tabella 11.7 – Acciai da bonifica UNI EN.

Page 34: Designazione secondo le Norme UNI EN

34

Acciai autotempranti

Sono acciai che, in pezzi di piccolo spessore, assumono la struttura martensitica per semplice

raffreddamento in aria calma (normalizzazione) e che danno la possibilità di temprare, sia

pure in acqua, pezzi di spessore molto grande.

Con questi materiali si costruiscono, infatti, ingranaggi di elevate dimensioni e grandi stampi

per lavorazioni meccaniche.

L’elevata temprabilità di questi acciai è dovuta agli elementi leganti che spostano verso destra

le curve CCT, ritardando le trasformazioni.

Le caratteristiche meccaniche di un tipico acciaio autotemprante, come il 34 NiCrMo 16, sono

riportate in figura 11.2 in funzione della temperatura di rinvenimento.

Si osservi come ottime caratteristiche di resistenza e tenacità si raggiungano con

rinvenimento intorno ai 200° C, mentre viene riscontrata, intorno ai 400°C, la cosiddetta

fragilità al rinvenimento, causata da fenomeni di precipitazione di carburi.

Fig. 11.2 – Curve di rinvenimento

dell’acciaio autotemprante 34

NiCrMo 16: a) carico di rottura, b)

carico di snervamento allo 0.2%, c)

energia assorbita la pendolo Charpy,

d) allungamento a rottura.

Page 35: Designazione secondo le Norme UNI EN

35

Acciai per molle

Per al realizzazione di molle occorrono acciai con elevato rapporto carico di snervamento / carico di

rottura. Gli acciai per molle si suddividono in due classi:

-acciai al carbonio (con C fino all’1%), incruditi per lavorazione meccanica a freddo (laminazione o

trafilatura) in modo da innalzare il carico di snervamento, utilizzati per molle di piccole dimensioni;

-acciai legati da sottoporre al trattamento termico, utilizzati per la costruzione di molle di grandi

dimensioni.

L’elemento di lega caratterizzante questi acciai è il silicio; il trattamento termico, in genere, è la tempra

con rinvenimenti a temperature intorno ai 400° C, in modo da ottenere un elevato carico di snervamento.

In tabella 11.8 sono riportate le composizioni e le caratteristiche meccaniche di alcuni tipici acciai per

molle.

Sigla

UNI EN

Composizione chimica

(% in peso)

Carico di

rottura

(MPa)

Carico di

snervam.

(MPa)

Allung.

(%)

Acciai al solo C-Si

48 Si7 0.48C, 0.65Mn, 1.75Si 1425 1110 6

60 Si7 0.60C, 0.75Mn, 1.75Si 1500 1180 6

Acciai al C-Si con ulteriori elementi alliganti

60 SiCr 8 0.60C, 0.85Mn, 1.95Si, 0.35Cr 1575 1250 5

45 SiCrMo 6 0.45C, 0.65Mn, 1.50Si, 0.63Cr, 0.2Mo 1490 1180 6

52 SiCrNi 5 0.52C, 0.80Mn, 1.35Si, 0.85Cr, 0.6Ni 1525 1220 5

Tabella 11.8 – Acciai per molle UNI EN.

Page 36: Designazione secondo le Norme UNI EN

36

Acciai per carbocementazione

Gli acciai per carbocementazione sono caratterizzati da un basso tenore di carbonio

(C<0.20%), allo scopo di favorire la diffusione negli strati superficiali del carbonio

proveniente dal mezzo cementante.

Per migliorarne la temprabilità, questi acciai sono legati con Cr, Ni e Mo in tenori

dell’ordine di quelli degli acciai da bonifica.

Il trattamento di carbocementazione consiste in una permanenza del materiale in forno a

temperature superiori ad A3 ed in presenza di sostanze carburanti allo stato solido,

liquido o gassoso.

Alla cementazione fa seguito una tempra con rinvenimento a temperature intorno ai 150-

200° C, allo scopo di raggiungere elevate durezze nello strato cementato del pezzo, per

uno spessore di qualche decimo di mm, mentre all’interno, grazie al basso tenore di

carbonio, il materiale si mantiene tenace.

In questo modo vengono raggiunte durezze superficiali di 700 HV.

Page 37: Designazione secondo le Norme UNI EN

37

Acciai per nitrurazione

Gli acciai per nitrurazione hanno composizione diversa da quelli per carbocementazione:

si tratta sostanzialmente di acciai da bonifica con tenore di carbonio C = 0.3-0.4%,

contenti elementi quali Cr, Mo, e Al che formano con facilità nitruri più efficaci di quelli

del ferro nell’incrementare la durezza del materiale.

Il processo consiste nell’esporre il materiale ad una corrente gassosa circolante di

ammoniaca ad una temperatura compresa nell’intervallo 500° - 650° C. Sotto l’effetto

catalizzante del ferro, l’ammoniaca si dissocia in idrogeno ed azoto che diffonde

parzialmente nel metallo.

La temperatura del processo non molto elevata ha il duplice vantaggio di non modificare

sostanzialmente la struttura del cuore dei pezzi e di ridurre al minimo le distorsioni al

raffreddamento.

Come la carbocementazione, anche la nitrurazione è governata dalle leggi della

diffusione, tuttavia i meccanismi di indurimento sono completamente diversi: nel primo

caso, l’indurimento è dovuto al successivo trattamento di tempra che porta alla

formazione di strati martensitici; mentre, nel secondo caso, l’azoto indurisce direttamente

la zona nitrurata grazie alla formazione di nitruri nel corso del processo di diffusione.

Di conseguenza i pezzi nitrurati non devono essere sottoposti a successivi trattamenti di

tempra.

I pezzi nitrurati sono caratterizzati da una durezza superficiale maggiore di quelli

cementati, raggiungendo anche 1200 HV. Tuttavia lo strato superficiale ha uno spessore

minore, è più fragile ed inoltre il processo di nitrurazione risulta più costoso.

Page 38: Designazione secondo le Norme UNI EN

38

Acciai microlegati ad alta resistenza

A questo gruppo appartengono acciai per impieghi strutturali, con basso tenore di

carbonio (0.10 - 0.25%) e dei consueti elementi di lega e con l’aggiunta di

particolari elementi microalliganti (V, Nb, Ti, B) in tenori inferiori allo 0.15%, che

vengono forniti allo stato di laminati a caldo e messi in opera, in genere, senza

dover effettuare ulteriori trattamenti termici.

Questi acciai, caratterizzati da elevata resistenza meccanica, sono comunemente

identificati dalla sigla HSLA (Hig Strength Low Alloy).

Storicamente l’acciaio più utilizzato in applicazioni strutturali è l’acciaio al

carbonio con C = 0.20%, che non possiede particolari proprietà di resistenza

meccanica, ma è tenace a bassa temperatura ed ha una buona saldabilità.

La domanda di acciai che abbiano al contempo elevata resistenza meccanica e

tenacità con buone caratteristiche di saldabilità, per applicazioni strutturali in

lamiere o profilati di grandi dimensioni per i quali non sarebbe agevole effettuare

trattamenti termici, ha portato allo sviluppo degli acciai microlegati.

Page 39: Designazione secondo le Norme UNI EN

39

Il rafforzamento degli acciai microlegati avviene principalmente attraverso l’affinamento

della grana cristallina durante il processo di laminazione a caldo. In un acciaio al

carbonio laminato a caldo le dimensioni di grano sono tipicamente intorno ai 20 - 30 m,

mentre gli acciai microlegati possono avere dimensioni di grano di circa 5 m.

Pertanto, si passa da valori del carico di snervamento e del carico di rottura

rispettivamente di circa 280 MPa e di circa 380 MPa propri di un comune acciaio al

carbonio con C = 0.20% allo stato ricotto, a valori rispettivamente di 300 - 550 MPa e di

400 - 700 MPa tipici degli acciai microlegati a basso tenore di carbonio.

La riduzione delle dimensioni di grano viene ottenuta attraverso piccolissime quantità di

elementi di lega quali il Nb e il V. Tenori estremamente bassi di questi elementi sono

sufficienti per il controllo delle dimensioni di grano, da cui la definizione di acciai

microlegati. A titolo di esempio, in figura 11.3 sono riportate le curve di

ricristallizzazione dell’austenite di un acciaio al C-Mn microlegato con Nb e V.

L’azione di questi elementi di lega si esplica ritardando la ricristallizzazione dell’austenite

durante la fase di riscaldamento che precede la laminazione a caldo del materiale, in

quanto formano precipitati, come carburi o nitruri, in grado di interagire con il bordo dei

grani austenitici.

Il controllo delle dimensioni dei grani austenitici è basilare per limitare le dimensioni

finali dei grani nel materiale. L’ottenimento della struttura finale ferritica a grana fine

avviene attraverso un trattamento termomeccanico complesso, che comprende vari stadi

di laminazione a caldo a diverse temperature.

Page 40: Designazione secondo le Norme UNI EN

40

Ulteriori contributi al rafforzamento degli acciai HSLA sono dati dalla

formazioni di microprecipitati a seguito della ridotta solubilità degli elementi

microalliganti nella ferrite rispetto all’austenite. Tali microprecipitati si formano

all’interfaccia ferrite - austenite durante la trasformazione → .

Un altro meccanismo di rafforzamento negli acciai HSLA è legato alla presenza di

Mn in soluzione solida nella ferrite per tenori fino al 2%.

Fig. 11.3 – Curve di ricristallizzazione a T=950°C: a)

acciaio comune al C-Mn, b) aggiunta di Nb=0.03%,

c) aggiunte di Nb=0,03 e V=0.05%, d) aggiunte di

Nb=0.03 e V=0.20%.

Page 41: Designazione secondo le Norme UNI EN

41

Acciai dual-phase

Gli acciai dual-phase sono una classe recente degli acciai HSLA, sviluppata a partire

dalla fine degli anni 1970, con basso tenore di C (circa 0.1%), Mn compreso tra 1 e 2% e

con V come elemento microalligante in tenore dello 0.04%.

La loro microstruttura è caratterizzata da isole martensitiche all’interno di una matrice

duttile ferritica (da cui il termine dual-phase).

Questa particolare microstruttura viene ottenuta effettuando un riscaldamento a

temperature comprese tra A1 e A3, nel campo bifasico in cui coesistono ferrite e

austenite. Ciò comporta la formazione di zone austenitiche che, data la maggiore

solubilità rispetto alla ferrite, si arricchiscono di carbonio. Il successivo processo di

tempra comporta la formazione di isole martensitiche.

Il Mn assicura una buona temprabilità dell’acciaio. Gli elementi microalliganti quali V e

Nb assicurano il controllo delle dimensioni dei grani e la formazioni di microprecipitati

indurenti.

La struttura dual-phase consente di ottenere un’elevata resistenza meccanica unitamente

ad un ottima duttilità, come mostrato in figura 11.4, dove si riportano gli andamenti tipici

della curva sforzi-deformazioni per gli acciai HSLA, dual-phase e per confronto per un

comune acciaio dolce, L’acciaio dual-phase presenta un andamento continuo della curva

sforzi-deformazioni, con snervamento convenzionale allo 0.2% di deformazione

permanente, ed allungamenti a rottura superiori rispetto a quelli dell’acciaio HSLA di

pari resistenza meccanica.

Page 42: Designazione secondo le Norme UNI EN

42

Fig. 11.4 – Comportamenti a trazione: a)

acciaio HSLA, b) acciaio dual phase, c) acciaio

dolce.

Page 43: Designazione secondo le Norme UNI EN

43

Acciai maraging

Sono acciai speciali da costruzione a bassissimo tenore di carbonio (C<0.03%), con elevate

caratteristiche meccaniche raggiunte grazie agli elementi di lega Ni (15-20%), Mo (3-5%) Co

(7-9%), Ti (0.2-0.8%), Al (0.005-0.15%) e ad un particolare processo di produzione

(trattamento maraging).

Dato il bassissimo tenore di C e l’elevato tenore di Ni, possono considerarsi come leghe Fe-

Ni. Queste leghe sono suscettibili alla trasformazione dell’austenite in martensite che, data

l’assenza di C, presenta particolari proprietà: buona resistenza meccanica abbinata ad ottima

tenacità ed invariabilità della struttura per riscaldamenti fino a ca. 500°C.

Le ottime caratteristiche meccaniche vengono ottenute nella struttura martensitica di

partenza (mar-) mediante rinvenimento per alcune ore, o invecchiamento (-aging), grazie alla

precipitazione di composti intermetallici a base di Co, Mo e, in misura minore, Ti e Al.

Il trattamento maraging consiste in un riscaldo in campo austenitico (a temperature non

troppo elevate per evitare l’ingrossamento del grano austenitico), da un raffreddamento in

aria e dal successivo invecchiamento a 480°C per 3-6°C, anch’esso seguito da

raffreddamento in aria

Con questo trattamento si raggiunge un’elevatissima resistenza meccanica (carico di rottura

oltre i 2000 Mpa) con alto valore del rapporto carico di snervamento / carico di rottura (fino al

90%) e con buona tenacità (un’applicazione caratteristica sono le lame dei fioretti). Gli acciai

maraging sono utilizzati nell’industria spaziale ed aeronautica e più in generale nell’industria

meccanica, in applicazioni dove le temperature di esercizio sono inferiori a quella di

invecchiamento.

Page 44: Designazione secondo le Norme UNI EN

44

ACCIAI PER UTENSILI

Agli acciai per utensili (sottogruppi 2.21 e 2.22 delle Norme UNI EN) si richiedono proprietà

specifiche in relazione alla tipologia di strumento: utensili da taglio per asportazione di truciolo

(utensili da tornio, frese, etc.) o da adibire a lavorazioni plastiche, a caldo o a freddo (magli,

punzoni, etc.).

Gli acciai per utensili devono resistere ad una complessa gamma di sollecitazioni e possedere,

quindi, proprietà come durezza, tenacità, resistenza all’usura, agli urti, etc.

- Durezza: è la proprietà più importante degli acciai per utensili. Elevate durezze si ottengono

con microstrutture martensitiche e con la precipitazione di carburi; di conseguenza, si deve

studiare un composizione ottimale degli elementi di lega, anche ai fini della temprabilità.

- Resistenza all’usura: è strettamente connessa alla durezza e può essere ulteriormente

accresciuta facendo precipitare carburi di metalli pesanti (Cr, Mo, W, V).

- Tenacità: come è noto, varia in senso inverso alla durezza. Occorre, quindi, realizzare il

miglior compromesso tra queste due proprietà, anche in considerazione del tipo di impiego

cui verrà sottoposto l’utensile. A favore della tenacità giocano, come è noto, i bassi tenori di

carbonio e le elevate temperature di rinvenimento.

- Resistenza agli shock termici, che possono verificarsi negli utensili durante i cicli di

lavorazione: i gradienti termici comportano variazioni di volume che possono portare a

tensioni interne e a cricche nel materiale. Tutto ciò viene esaltato dalla presenza di elementi

di lega che riducono la conducibilità termica del ferro.

- Attitudine al taglio, proprietà richiesta negli utensili da taglio, nei quali viene specificata la

durata tra due affilamenti. Naturalmente tale proprietà è condizionata dalla durezza e dalla

resistenza all’usura, ma anche dalla tenacità se l’utensile è soggetto ad urti.

Page 45: Designazione secondo le Norme UNI EN

45

Questo insieme di proprietà non può trovarsi nei comuni acciai al carbonio, in quanto la tenacità

della martensite è trascurabile e, nello stesso tempo, la durezza non è sufficiente a garantire una

buona resistenza all’usura, anche nel caso di acciai ipereutettoidi in cui è presente la cementite

secondaria. Inoltre, le strutture di tempra perdono rapidamente le loro proprietà per effetto del

riscaldamento. Per tutte queste ragioni, si ricorre alla alligazione con elementi di lega, quali Cr, W,

Mo, Co, Ni, V, Mn.

Gli acciai per utensili vengono suddivisi in tre gruppi (tabella 11.9).

- Acciai rapidi: sono impiegati per utensili da taglio per lavorazioni con asportazioni di truciolo,

non soggetti ad urti (punte elicoidali, maschi, filiere, brocce, etc.). Tali acciai vengono così

denominati per le elevate velocità di taglio cui possono essere utilizzati (ca. 30 m/min). Hanno

alti tenori di carbonio (0.70 - 1.40 %) e contengono Cr, W, Mo, V e Co. Quest’ultimo elemento

caratterizza i cosiddetti acciai super-rapidi, con rendimenti nel taglio ancora superiori. Secondo

la Norma UNI 2955 sono identificati dalla sigla HS, seguita nell’ordine dalle percentuali di W,

Mo, V e Co, pertanto la designazione X 148 WVCoMo 12 5 5 1 KU (Norma Uni EN 10027)

corrisponde a HS 12 1 5 5 (Norma UNI 2955). Il trattamento termico consiste in una tempra

seguita da un rinvenimento per il conseguimento della massima durezza a seguito della

precipitazione secondaria dei carburi.

Page 46: Designazione secondo le Norme UNI EN

46

- Acciai per lavorazioni a caldo: vengono utilizzati per matrici e stampi per operazioni a

caldo. Devono possedere un insieme di requisiti come la resistenza agli urti, la stabilità al

riscaldamento delle strutture di rinvenimento, la resistenza all’ossidazione a caldo e

l’elevata conducibilità termica. La loro composizione chimica è opportunamente

predisposta per ottenere un buon compromesso tra i suddetti requisiti: il tenore di carbonio

è, in genere, non molto alto (0.25 - 0.60%); altri elementi di lega sono il Ni, il Cr e il W.

Il trattamento termico consiste in una tempra seguita da un rinvenimento a temperature

che devono essere superiori a quelle di esercizio.

- Acciai per lavorazioni a freddo: trovano impiego in stampi e matrici per lavorazioni

plastiche a freddo o in parti di macchine che richiedono particolari requisiti. Le

prestazioni richieste a questi acciai sono l’elevata durezza, la resistenza alla usura

unitamente alla tenacità. Come elementi di lega si utilizzano Cr, Mn, V. Il trattamento

termico consiste in una tempra seguita da un rinvenimento a temperature tali da ottenere il

miglior compromesso tra le caratteristiche meccaniche del materiale.

Page 47: Designazione secondo le Norme UNI EN

47

Tabella 11.9 – Acciai per utensili: composizioni chimiche espresse come percentuali in peso.

C Si Mn Cr Mo Ni V W Co

Acciai per utensili da taglio

X 100 MoVW 9 2 2 KU 1.00 <0.5 <0.4 4.0 8.70 - 1.95 1.80 <1.0

X 87 WMoV 8 1 1 KU 0.87 <0.5 <0.4 4.0 4.95 - 1.95 6.20 <1.0

X 123 WMoV 6 5 3 KU 1.23 <0.5 <0.4 4.0 4.95 - 2.95 6.00 <1.0

X 80 WCoV 18 10 1 KU 0.80 <0.5 <0.4 4.0 - - 1.60 18.0 10.0

X148WVCoMo 12 5 5 1 KU 1.48 <0.5 <0.4 4.0 0.85 - 5.05 12.2 4.95

Acciai per utensili per lavorazioni a caldo

30 CrMoV 12 27 Ku 0.30 0.25 0.30 3.0 2.75 - 0.55 - -

30 CrMoCoV 12 30 12 KU 0.30 0.25 0.45 3.0 3.00 - 0.90 - 3.0

40 NiCrMoV 16 KU 0.40 0.25 0.55 1.8 0.50 3.7 0.15 - -

56 NiCrMoV 7 KU 0.56 0.25 0.80 1.1 0.50 1.6 0.10 - -

X 30 WCrV 9 3 KU 0.30 0.25 0.30 2.8 - - 0.40 8.80 -

X 40 CrMoV 5 1 1 KU 0.40 1.05 0.40 5.0 1.45 - 1.00 - -

Acciai per utensili per lavorazioni a freddo

55 WCrV 8 KU 0.55 0.95 0.30 1.05 - - 0.20 2.00 -

90 MnVCr 8 KU 0.90 0.25 1.95 0.33 - - 0.20 - -

107 CrV 3 KU 1.07 0.25 0.40 0.75 - - 0.15 - -

X 41 Cr 13 KU 0.41 <1.0 <1.0 13.5 - <1.0 - - -

X 38 CrMo 16 1 KU 0.38 <1.0 <1.0 16.0 1.25 - - - -

X 102 CrMo 17 KU 1.02 <1.0 <1.0 17.0 0.55 - - - -

Page 48: Designazione secondo le Norme UNI EN

48

Page 49: Designazione secondo le Norme UNI EN

49

Il diagramma di Schaeffler

• Si è visto che gli elementi di lega influenzano la velocità della trasformazione perlitica.

In generale la struttura ottenuta per normalizzazione o tempra presenta maggior

interesse, ai fini applicativi della struttura di equilibrio. E’ possibile rappresentare in un

diagramma, con sufficiente approssimazione, la struttura ottenibile a T ambiente, data la

composizione dell'acciaio e mantenendo costante in un intervallo ben determinato la

velocità media di raffreddamento (condizioni corrispondenti al raffreddamento in aria

calma). Un diagramma di questo tipo è noto come diagramma di Schaeffler.

• Per costruire il diagramma di Schaeffler, si utilizza la divisione degli elementi di lega in

stabilizzanti della ferrite e stabilizzanti dell'austenite e si assegna un fattore empirico di

peso a ciascun elemento secondo l'efficacia dell’azione stabilizzante (figura), per questo

fattore dovranno essere moltiplicate le percentuali degli elementi presenti nell'acciaio. Si

riporta quindi in ordinate la somma delle concentrazioni pesate degli elementi

austenitizzanti e in ascisse quella degli elementi ferritizzanti e si delimitano, sulla base di

osservazioni metallografiche, i campi di esistenza delle fasi.

Page 50: Designazione secondo le Norme UNI EN

50

• In origine il diagramma di Schaeffler è stato introdotto per sistematizzare gli

effetti microstrutturali nelle zone saldate di acciai inossidabili. Opportunamente

modificato per tener conto anche della presenza di altri elementi oltre Ni e Cr, il

diagramma è riportato in figura e dà utili indicazioni su come la microstruttura

può essere modificata da un trattamento termico simile a quello della saldatura

ordinaria.

Page 51: Designazione secondo le Norme UNI EN

51

• Consideriamo due acciai abbastanza lontani

dalla composizione degli acciai inossidabili

al Ni-Cr. Un acciaio con composizione:

4.255% Ni, 1.25% Cr, 0.25% Mo, 0.45%

Mn, 0.25% Si e 0.3% C. (sono stati

sottolineati i valori relativi agli elementi

austenitizzanti):

Peso degli elementi stabilizzanti

dell’austenite (A):

A = 4.25 + 0.45 x 0.5 +0.3 x 30=4.25+ 0.225+

9.0=13.475

Peso degli elementi stabilizzanti della ferrite

(F):F= 1.25 + 0.25 + 0.25 x 1.5 = 1.25+ 0.25 +

0.375=1.875

Coordinate del punto A di figura e indicano che

l'acciaio possiede struttura completamente

martensitica; in effetti un acciaio di questa

composizione è stato citato come

autotemprante.

Page 52: Designazione secondo le Norme UNI EN

52

Sottoponiamo ora il diagramma di Schaeffler ad una verifica più approfondita

considerando il caso di un acciaio (il 4340 v. fig.20 della sezione "Trattamenti Termici")

di cui si conosca la composizione e la curva di temprabilità Jominy. Dall'andamento

della curva di temprabilità deduciamo che si tratta fondamentalmente di una acciaio

autotemprante. Tuttavia l'andamento della durezza, che decresce al diminuire della

velocità di raffreddamento, indica la formazione di apprezzabili quantità di ferrite

proeutettoide (l'accìaio a 0.4 %C mantiene la composizione ipoeutettoide).

L'esame del diagramma di Schaeffler fornisce le seguenti conclusioni:

Composizione dell'acciaio 4340:

0.38% C; 0.75% Mn; 1.71 % Ni; 0.77% Cr; 0.32% Mo.

Peso degli elementi stabilizzanti dell'austenite (A):

A = 0.38 x 30 + 0.75 x 0.5 + 1.71 = 11.4 + 0.375 + 1.71=13.48

Peso degli elementi stabilizzanti della ferrite (F): F = 0.77 + 0.32=2.09

Secondo queste coordinate anche questo acciaio dovrebbe essere

completamente martensitico.

• In conclusione il diagramma di Schaeffler dà risultati accurati per acciai

alto-legati al Cr-Ni e risultati orientativi di prima approssimazione per gli

altri acciai legati.

Page 53: Designazione secondo le Norme UNI EN

53

Acciai inossidabili

Il nome degli acciai inossidabili deriva dall’elevata resistenza all’ossidazione, dovuta all’elevato contenuto in Cr, in

grado di dar luogo, al di sopra di un certo contenuto minimo, alla formazione dell’ossido di Cr (il Cr , meno nobile del

Fe, forma però uno strato continuo e tenace di ossido, in grado di proteggere efficacemente l’acciaio dalla corrosione).

Si distinguono acciai inossidabili a struttura ferritica (ferrite ), martensitica o austenitica, tutti caratterizzati da un

contenuto di Cr almeno 12% (ciò che conferisce l’inossidabilità).

Gli acciai inossidabili austenitici costituiscono un sottogruppo di acciai inox aventi una struttura austenitica, e

contengono, oltre al Cr, anche il Ni in quantità sufficiente a stabilizzare l’austenite a temperatura ambiente. Tali acciai

sono in realtà sono da considerare delle leghe ternarie Fe-Cr-Ni con contenuti di Cr >18% e di Ni > 8%. Una loro

caratteristica essenziale è che normalmente non subiscono la trasformazione →, comunque elevata sia la velocità di

raffreddamento a partire da alta temperatura. La natura praticamente monofasica della struttura austenitica migliora

ulteriormente la resistenza alla corrosione dovuta al Cr. Le ottime caratteristiche meccaniche a caldo (temperature di

servizio max circa 700-800°C, a seconda della composizione) e a bassissima temperatura (non presenta transizione

duttile-fragile), l’elevatissima tenacità, rendono tali acciai fra i più adatti a far fronte a condizioni severe di impiego. Per

la loro resistenza alla corrosione sono molto utilizzati anche a temperatura ambiente in molte applicazioni. Il costo

elevato (dovuto soprattutto al contenuto di Ni) ne limita un impiego più estensivo.

In tabella sono riportate le composizioni degli acciai inox austenitici della serie AISI 300, caratterizzati da un contenuto

minimo di 18% Cr (in alcuni tipi 16%), 8% Ni con l’aggiunta del 2% Mn. Il contenuto di carbonio è mantenuto molto

basso; per la maggior parte dei casi C<0.10%; per alcuni tipi, detti low carbon, C 0.03 % (ad es. 304L).

Page 54: Designazione secondo le Norme UNI EN

54

Gli acciai inossidabili possono essere raggruppati in relazione alla microstruttura a

temperatura ambiente:

− acciai austenitici

− acciai ferritici

− acciai martensitici

− duplex (microstruttura bifasica austenitica - ferritica)

Naturalmente la microstruttura è determinante ai fini del comportamento a trazione ed

alla prova Chrapy. Gli acciai martensitici hanno la maggiore resistenza meccanica,

mentre quelli austenitici la maggiore duttilità; inoltre gli acciai austenitici hanno elevati

valori di resilienza che si mantengono anche all’abbassarsi della temperatura, mentre gli

altri acciai presentano il fenomeno della transizione tenace – fragile.

Page 55: Designazione secondo le Norme UNI EN

55

Caratteristiche meccaniche degli acciai

inossidabili: a) prove di trazione, b) prove

Charpy.

Page 56: Designazione secondo le Norme UNI EN

56

Designazione degli acciai inossidabili

Secondo la Norma UNI EN 10027-1, gli acciai inossidabili appartengono al gruppo

2.22 e vengono contraddistinti dalla lettera iniziale X, seguita dai simboli degli

elementi chimici che li caratterizzano e dal loro tenore effettivo, espresso come

percentuale in peso.

La designazione più diffusa di tali acciai è quella americana AISI per semilavorati

standard, secondo la quale gli austenitici sono raggruppati nelle serie 200 e 300,

mentre i ferritici ed i martensitici nella serie 400.

In tabella 12.1 viene riportata, per alcuni dei più diffusi acciai delle tre serie AISI,

l’indicazione dei principali elementi di lega, del carico di rottura, del carico di

snervamento e delle più importanti applicazioni.

Page 57: Designazione secondo le Norme UNI EN

Sigla

AISI

Composizione

chimica

(% in peso)

Condizioni Carico di

rottura

(MPa)

Carico di

snervam.

(MPa)

Allung

.

(%)

Applicazioni

Acciai inossidabili austenitici

202 17-19Cr, 4-6Ni, 7.5-

10Mn, 0.15C

Ricotto 520 300 50 Componenti

architettonici

304 18-20Cr, 8-10Ni,

2Mn, 1Si, 0.08C

Ricotto 580 250 50 Componenti per

‘industria chimica

304L 18-20Cr, 8-10Ni,

2Mn, 1Si, 0.03C

Ricotto 520 240 55 Versione ad elevata

saldabilità

316 16-18Cr,10-14Ni,

2Mn, 1Si, 2-3Mo

0.08C

Ricotto 600 270 50 Componenti da

utilizzare a caldo

316L 16-18Cr,10-14Ni,

2Mn, 1Si, 2-3Mo

0.03C

Ricotto 520 220 50 Versione ad elevata

saldabilità

Acciai inossidabili ferritici

430 16-18Cr, 0.12C Ricotto 510 340 25 Cucine, cappe

446 23-27Cr, 0.2C Ricotto 550 340 20 Forni, camere di

combustione

Acciai inossidabili martensitici

410 11.5-13.5Cr, 0.15C Ricotto

Temprato e

rinv. a 370°C

510

1290

310

1070

25

17

Bulloni, parti di

macchine e di

impianti

440C

*

16-18Cr, 0.95-1.2C Ricotto

Temprato e

rinv. a 300°C

785

1890

420

1760

15

4

Bulloni, raggi,

cuscinetti

57

Acciai inossidabili AISI

*)I gradi 440A e 440B hanno un tenore di

carbonio più basso.

Page 58: Designazione secondo le Norme UNI EN

58

Acciai inossidabili austenitici

Gli alti tenori di nichel conferiscono a questi acciai una struttura completamente austenitica.

Di conseguenza, le proprietà fisiche e meccaniche sono quelle peculiari di tale fase:

−non presentando punti di trasformazione, pertanto non possono essere induriti per tempra, ma

solo per incrudimento a freddo;

−mantengono ottime proprietà meccaniche sia a basa che ad alta temperatura;

−hanno un’elevata tenacità, anche a basse temperature, senza che avvenga la transizione

tenace-fragile;

−non presentano il fenomeno dello snervamento, passando con continuità dalla fase elastica a

quella plastica;

−hanno un’elevata duttilità che li rende particolarmente idonei per lo stampaggio a freddo;

−sono suscettibili al fenomeno dell’infragilimento e della sensibilizzazione nei confronti della

corrosione intergranulare, a seguito di permanenza nell’intervallo critico di temperatura

intorno ai 600°C ed in relazione alla presenza di carbonio;

−sono amagnetici.

Page 59: Designazione secondo le Norme UNI EN

59

La presenza di Ni e di Cr conferisce una buona resistenza allo scorrimento a caldo e

all’ossidazione a caldo, proprietà che rendono gli acciai inossidabili austenitici

idonei anche per impieghi alle alte temperature; con tenori maggiori di tali

elementi si entra nel campo delle superleghe, materiali largamente impiegati nelle

turbine a gas e nei forni presenti negli impianti petrolchimici.

L’acciaio AISI 304 rappresenta il grado base degli acciai austenitici al Cr.Ni. L’alligazione con Mo in tenori del 2-

3% ed il Ni in concentrazione del 10-14% (AISI 316) consente di ottenere, pur con costi maggiori, un ottimo

comportamento alla corrosione in soluzione acquose contaminate da cloruri.In figura si riporta per l’acciaio AISI 304 l’andamento del carico di snervamento (σ

s)

in funzione della temperatura: si osservi come questo conservi buoni valori fino a

ca. 500°C.

Carico di snervamento dell’acciaio AISI 304 in

funzione della temperatura.

Page 60: Designazione secondo le Norme UNI EN

60

Le proprietà meccaniche e di resistenza alla corrosione rendono gli acciai inossidabili austenitici

particolarmente idonei per applicazioni strutturali nell’industria chimica ed alimentare. Grazie all’elevata

tenacità alle bassissime temperature questi acciai sono molto utilizzato nel settore della criogenia per lo

stoccaggio e il trasporto dei gas liquefatti.Tenendo conto del fatto che non presentano punti di trasformazione, gli acciai

austenitici possono essere sottoposti ai trattamenti termici di seguito

elencati.

•Distensione: riscaldamento del materiale per circa 1h a temperature comprese

nell’intervallo 350-430°C (comunque al di sotto dei 450°C per evitare fenomeni di

sensibilizzazione), al fine di eliminare le tensioni residue.

•Solubilizzazione: riscaldamento a temperature non inferiori ai 1000°C, in modo

da realizzare la dissoluzione nella matrice austenitica dei carburi

eventualmente presenti, seguito da un rapido raffreddamento per evitare una

nuova formazione e precipitazione di carburi. Temperature e tempi di

solubilizzazione devono comunque essere limitati per evitare un’eccessiva

crescita della grana cristallina.

•Sensibilizzazione: trattamento termico effettuato in laboratorio per

determinare la suscettibilità del materiale alla corrosione intercristallina,

attraverso un riscaldamento nell’intervallo critico situato intorno ai 500-600°C

•Stabilizzazione: riscaldamento intorno agli 880°C seguito da raffreddamento in

aria. Tale trattamento, effettuato negli acciai contenti piccole percentuali di

Ti in grado di stabilizzare i carburi, è finalizzato a ridurre la sensibilità

nei confronti della corrosione intercristallina.

Page 61: Designazione secondo le Norme UNI EN

61

Nell’intervallo critico, cosiddetto di sensibilizzazione, avviene il fenomeno della

precipitazione dei carburi di cromo al bordo del grano austenitico che rende il materiale

fragile oltre che suscettibile alla corrosione intercristallina lungo il bordo dei grani.

Nelle micrografie in figura 12.5, relative ad una lamiera di AISI 304, sensibilizzata nel

corso della laminazione a caldo, sono ben visibili i carburi precipitati al bordo dei grani

austenitici (fig. a) e gli effetti della corrosione intergranulare (fig. b)

Di questo fenomeno occorre tener conto in molte applicazioni tecnologiche, specialmente

nel caso dei giunti saldati ove può verificarsi la sensibilizzazione della zona termicamente

alterata.

Microgafie SEM di acciaio austenitico AISI 304 sensibilizzato: a) precipitazione

carburi al bordo dei grani, b) corrosione interganulare dopo immersione per 24 ore in

una soluzione bollente di rame e acido solforico (test ASTM A262 – Practice E).

Page 62: Designazione secondo le Norme UNI EN

62

La sensibilizzazione può essere contenuta limitando il tenore di carbonio, come

avviene negli acciai austenitici “low carbon”, con tenore di carbonio C=0.03%,

contraddistinti dalla lettera L (es. 304L e 316L). Gli acciai con ridotto tenore

di carbonio sono quelli con minori problemi di saldabilità.Altri fenomeni di infragilimento possono verificarsi per effetto di una

deformazione plastica a freddo, che porta alla formazione di una fase martensitica,

detta α’, la quale torna ad essere austenitica dietro rinvenimento.

Nelle leghe bifasiche austenitiche-ferritiche, una ulteriore causa di

infragilimento è data dalla precipitazione della fase σ (un costituente molto duro

e fragile), che si verifica a seguito di riscaldamenti a temperature intorno agli

800°C.

Page 63: Designazione secondo le Norme UNI EN

63

Acciai inossidabili ferritici

Gli acciai inossidabili ferritici sono essenzialmente leghe Fe-Cr-C, senza punti

critici di trasformazione austenitica. Le proprietà di questi acciai sono, quindi,

quelle caratteristiche della fase α:

•non sono temprabili per l’assenza di punti di trasformazione;

•hanno bassi valori della resilienza che, per di più, cala rapidamente con la

temperatura, per il fenomeno della transizione duttile - fragile;

•presentano una discreta lavorabilità per deformazione plastica;

•sono magnetici al di sotto del punto di Curie.

L’assenza di nichel rende gli acciai ferritici più economici di quelli austenitici e

quindi più largamente diffusi nei casi in cui non sono richieste particolari

caratteristiche meccaniche (finiture per auto, arredamento, costruzioni civili,

etc.).

Questi acciai sono poco idonei per impieghi a basse temperature essendo soggetti al

fenomeno della transizione tenace / fragile; ad alte temperature presentano una buona

resistenza all’ossidazione, tanto maggiore quanto più elevato è il tenore di cromo.

Gli acciai ferritici, in relazione alla composizione chimica, possono essere

suscettibili a fenomeni di infragilimento sia per la precipitazione dei carburi di

cromo, che e per la precipitazione della fase σ a temperature intorno agli 800°C. La

presenza di molibdeno aumenta la tendenza a formare dannose fasi intermetalliche. La possibilità che si formino fasi che

infragiliscono il materiale comporta problemi di saldabilità.Il trattamento termico cui sono sottoposti questi acciai consiste in una ricottura di

ricristallizzazione a temperature non troppo elevate (650-800°C) per evitare

l’ingrossamento eccessivo dei grani. Il raffreddamento deve essere rapido per evitare

fenomeni di infragilimento.

Tale ricottura conferisce al materiale le migliori caratteristiche meccaniche e di

resistenza alla corrosione, mediante l’eliminazione delle tensioni interne indotte da

lavorazioni a freddo o da operazioni di saldatura.

Page 64: Designazione secondo le Norme UNI EN

64

Acciai inossidabili martensitici

Questa categoria di acciai, appartenente anch’essa alla serie AISI 400, presenta i

punti di trasformazione A1

e A3, per cui è suscettibile alla trasformazione

martensitica per raffreddamento in aria. In genere sono autotempranti, ma nel

caso di pezzi di grande spessore è preferibile eseguire un atempra in olio.

Il cromo, elemento ferritizzante, e il carbonio, elemento austenitizzante, sono bilanciati tra loro in modo da

avere struttura austenitica ad alta temperatura e struttura martensitica a temperatura ambiente. Tuttavia

l’elevato tenore di carbonio, necessario per conferire buona durezza e resistenza meccanica, espone

l’acciaio al rischio della formazione di carburi di cromo. Di conseguenza gli acciai inossidabili martensitici

sono, tra tutti gli acciai inossidabili, i meno resistenti alla corrosione ed loro impiego è limitato ad ambienti

blandamente aggressivi.Le proprietà degli acciai martensitici dipendono essenzialmente dal trattamento

termico (tabella 12.1): essi raggiungono ottime proprietà meccaniche,

soprattutto allo stato bonificato, unitamente ad una moderata resistenza alla

corrosione.

Il loro campo di applicazione comprende parti di macchine soggette ad usura in

ambienti corrosivi, come cuscinetti, ingranaggi di pompe, etc.

La tempra degli acciai martensitici avviene secondo le comuni procedure. Per

quanto riguarda il rinvenimento, di fondamentale importanza risulta la scelta

della temperatura: con T < 430°C si ottengono i valori più elevati di resistenza

meccanica e la migliore resistenza alla corrosione, con T = 600 – 670°C si ha la

migliore tenacità, mentre occorre evitare il campo di temperatura compreso tra

430 e 570°C, pericoloso per la precipitazione di carburi, che porta sia a

fenomeni di infragilimento che ad un brusco calo della resistenza alla

corrosione. Naturalmente tutto questo comporta problemi di saldabilità.

Page 65: Designazione secondo le Norme UNI EN

65

Acciai inossidabili duplex

Gli acciai inossidabili duplex devono il loro nome alla particolare microstruttura bifasica

formata da austenite e ferrite.

I principali elementi di lega degli acciai inossidabili, cromo e soprattutto nichel e molibdeno, si

contraddistinguono per l’elevato costo, soggetto alle leggi del mercato. La riduzione dei tenore

di nichel e di molibdeno rappresenta quindi una priorità per il settore dell’acciaio inossidabile.

Dagli anni ’70 si è andato diffondendo l’impiego degli acciai inossidabili austeno-ferritici

nell’industria chimica, nucleare ed alimentare, grazie alle buone proprietà meccaniche ed

all’eccellente resistenza alla corrosione sia generalizzata che localizzata in molti ambienti (ad

esempio in condizioni di corrosione sotto sforzo ed in ambiente contenente cloruri).

E’ stato osservato, infatti, che un acciaio con struttura completamente ferritica è più resistente

alla corrosione sotto sforzo, ma più vulnerabile alla corrosione generalizzata di un acciaio con

struttura completamente austenitica. Sulla base di questa considerazione, la presenza di una

struttura bifasica consente di ottimizzare le caratteristiche di resistenza alla corrosione proprie

degli acciai ferritici ed austenitici.

La resistenza meccanica degli acciai duplex è buona e la tenacità presenta valori, intermedi tra

quelli degli acciai austenitici e ferritici.

I risultati migliori si ottengono quando la microstruttura è costituita di ferrite e di austenite in

quantità approssimativamente uguali, bilanciando opportunamente il tenore di elementi di lega

ferritizzanti e austenitizzanti. Tipicamente gli acciai inossidabili Duplex hanno infatti tenori di

cromo compresi tra 22% e 25% e di nichel tra 4% e 7%, con eventuali aggiunte di molibdeno

(3-4%) e di azoto (0,1-0,25%).

Page 66: Designazione secondo le Norme UNI EN

66

Per questi acciai è di uso comune la denominazione commerciale originariamente

sviluppata dalla Sandvik, che prevede una doppia coppia di numeri in cui il primo

indica il tenore di cromo e il secondo di nichel: ad esempio l’acciaio SAF 2205, uno

dei più diffusi della categoria duplex, contiene Cr (21-23%), Ni (5-6.5%), Mo (3-3.5),

C (<0.03ra… come ed unisce buone proprietà meccaniche e di resistenza alla

corrosione; la microstruttura è bifasica (matrice ferritica con grani austenitici), come

mostrato in figura.

Gli acciai duplex acciai possono presentare problemi di saldabilità. Infatti, sia le

quantità relative delle fasi presenti che la ripartizione degli elementi di lega nel giunto

dipendono dalle modalità di raffreddamento dopo la solidificazione, inoltre la

struttura del metallo base nei pressi della zona fusa può subire alterazioni

metallurgiche a seguito del ciclo termico di saldatura.

Page 67: Designazione secondo le Norme UNI EN

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Microstruttura bifasica di un laminato in

acciaio inossidabile duplex SAF 2205: a)

superficie di laminazione, b) superficie

trasversale