di aldo maria alli, lberto obbio, ugenio rcidiacono e … · 2011. 1. 18. · in una canzone che...
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1858, giovedì 11 febbraio:prima apparizione. Con lasorella Antonietta e l’amicaGiovanna Abadie,Bernadette si reca a
Massabielle per raccoglierelegna. Presso il Gave, nellagrotta, vede “una signoravestita di bianco”. Recitanoinsieme il rosario poi
la visione scompare.1858, lunedì 1˚ marzo:primo miracolo. È ladodicesima apparizione, conoltre 1.500 presenti. Nellanotte Caterina Latapie vaalla grotta, immerge
il braccio slogato nell’acquae subito ritrova la mobilità.1858, giovedì 16 luglio:ultima apparizione.Bernadette trova l’accessodella grotta chiuso da unainferriata. Attraversa il Gave
ma ha ancora una visionecome se fosse “di frontealla grotta”.1859, il professore Vergez,docente alla facoltà diMedicina di Montpellier,è incaricato del controllo
delle guarigioni. Ne vengonoapprovate 7 sino al 1862.1905, Pio X istituiscel’Ufficio delle constatazionimediche per istruire un“regolare processo”alle guarigioni.
1947, per garantire ancorapiù rigore viene istituitoil Comitato medicointernazionale, compostoda una ventina di membrispecializzati in diversediscipline scientifiche.
2005, 9 novembre: AnnaSantariello è riconosciutaufficialmente miracolata:è la 67ª. La guarigione peròera avvenuta duranteun pellegrinaggionell’agosto del 1952.
Mi dica Rosaria, come incomin-cia la vostra storia?
«Incomincia otto anni fa, du-rante un pellegrinaggio qui a Lourdes. Ci sia-mo incontrati, conosciuti, e da lì, pian piano,è nata questa cosa». Questa “cosa” è l’amoretra Rosaria e Pasquale. Un amore che ha rega-lato a entrambi Mauro, bambino vivace e mi-racolo vivente. Perché i medici avevano dettoa Rosaria che nelle sue condizioni mai avreb-
be potuto restare in-cinta. E invece…
Rosaria sta su unasedia a rotelle. Unamalattia inguaribile.Nelle sue condizionipochissime donne almondo sono diventa-te mamme. Sembra-va impossibile ancheper lei. Ma che cos’èil possibile e che co-s’è l’impossibile?Qui a Lourdes il con-fine fra i due mondi
si fa incerto. Pasquale è un volontario del-l’Unitalsi, l’associazione che da tanti anni sioccupa del trasporto dei malati a Lourdes ein altri santuari mariani. Rosaria l’ha cono-sciuta così. E Mauro è nato quattro anni fa.
«Per me tornare a Lourdes», dice Rosaria,«è soprattutto un ringraziamento. La primavolta sono venuta come se si trattasse di unasfida. Volevo vedere che cosa sarebbe succes-so. Poi lei mi ha donato l’amore e la materni-tà». Lei è la Madonna. Qui tutti ne parlanocosì, quasi fosse un’amica, una presenza piùche mai concreta. Che dona tanta sere-nità. Era l’11 febbraio 1858, 150 annifa, quando una ragazzina di nomeBernadette, povera e malaticcia,
IL POPOLODI LOURDES
150 anni fa la prima
apparizione della Madonna
a Bernadette. Da allora
milioni di fedeli si recano
nella grotta di Massabielle
per fare un pieno d’amore
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1514
7.200le guarigioni
inspiegabili
67i miracoli
accertati
dalla Chiesa
6 milionii pellegrini che
mediamente ogni
anno si recano
a Lourdes
In questa foto: Lourdes,
processione per il 150˚
anniversario della prima
apparizione di Maria.
Sotto: folla di pellegrini
davanti al santuario
DI ALDO MARIA VALLI, ALBERTO BOBBIO, EUGENIO ARCIDIACONO E MARIAPIA BONANATE
LE TAPPE DI UN GRANDE MISTERO
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vide una bella e giovane signora con la vestebianca e la fascia azzurra. Il villaggio di Lour-des era sperduto e sconosciuto. Come Naza-reth, come Betlemme. La notizia delle visio-ni divise il popolo in due: i sostenitori e gliscettici. Di fronte al mistero è così anche og-gi. Ma intanto Lourdes è cresciuta. Più di seimilioni di pellegrini all’anno, migliaia di vo-lontari. In un secolo e mezzo la Chiesa ha ri-conosciuto meno di settanta miracoli. Ma lavera guarigione che la gente porta a casa èquella interiore: la pace, la serenità.
La sorgente d’acqua, che milioni di perso-ne considerano miracolosa, si trova propriodove la signora vestita di bianco apparve aBernadette, nella grotta a pochi metri dal pla-cido fiume Gave. È acqua che sgorga senzasosta, come senza sosta è l’afflusso dei pelle-grini, molti dei quali si immergono nelle pi-scine lì accanto. Il santuario invece sta soprae domina la scena.
Descrivo il tutto a Maria, mamma non ve-dente e, una volta, anche non credente. «Eromolto lontana da Dio, poi ho incominciato avedere. No, non con gli occhi, perché quellisono e restano malati. Con la fede. Ho vistola luce di Dio. E tuttavia non mi bastava. Eracome se avessi bisogno di qualcosa di più
forte e più concreto. Qualcosa che ho trova-to qui a Lourdes, nei corpi martoriati deimiei fratelli e delle mie sorelle. I nostri cor-pi sono come vasi. Alcuni nascono difettati,altri possono diventarlo. Qui ho capito chedentro ogni vaso c’è un tesoro: l’anima. E sel’anima è ancorata a Dio la sofferenza non rie-sce a rovinarla. Anzi, la rende più bella».
A Lourdes c’è tanta condivisione. Per que-sto, il male, nonostante ce ne sia parecchio,appare meno duro, meno opprimente. Paolaindossa la divisa delle volontarie Unitalsi.
Ha ventuno anni, sembra una crocerossinadella prima guerra mondiale e la domanda èinevitabile: chi te lo fa fare?
«Fu mia zia a parlarmi di Lourdes. Erouna bambina e mi colpì proprio la sua divi-sa. Per venire qui rinuncio magari alle vacan-ze o ad altri impegni, ma in cambio ricevoqualcosa di impagabile. Questi malati mi la-sciano una carica incredibile, un amore perla vita che non si può descrivere. Qualcunomi ha detto che quando torno da Lourdes ilmio volto ha una luce speciale. Perché sono
più serena». Da qualche anno il fenomenoLourdes ha una dimensione planetaria. Seuna volta i pellegrini erano quasi esclusiva-mente europei, adesso arrivano anche daAfrica, Asia e Americhe. Tiago Bufler ha po-co più di trent’anni, è brasiliano ed è al suoprimo pellegrinaggio. «Quello che mi colpi-sce», spiega, «è vedere tutti questi malati e laloro serenità davanti a Maria. Sembra pro-prio che si trovino a casa, con la mamma.Qui è come toccare con mano la misericor-dia di Dio, un amore che si trasmette attra-
C’è una sorgente considerata miracolosa, ma la vera guarigione che molti portano a casa è quella interiore
Quando la Signoraapparve a Bernadette
sconvolse gli schemi diecclesiastici e di scienziati.E tutt’ora resta un’anomalia,perché, al di là di quanto èconficcato nell’immaginariocollettivo di molti noncredenti e anche di tanticredenti, Lourdes non èaffatto un superospedaledove si viene a curarsiquando non c’è più nulla dafare. Negli ultimi decenni
si è posto l’accento sullaconversione, sulla spiritualità,oltre il meravigliosoe l’irrazionale. Nel 1971,il padre Michel de Roton
ricevette l’incarico dalladiocesi di rettificare il sensodei pellegrinaggi e da alloratutta la Chiesa si è posta suquesta linea: da momentistraordinari in cui andare acercare il prodigio a eventiordinari di fede. Sono statemodificate da allora anche
le preghiere. Non si dice più«Signore fa che io veda», ma«fa che io veda la tua luce».Non si usa più l’invocazione«fa che io senta», ma «fache io senta la tua Parola».La signora che Bernadettevide per diverse volte nellagrottadi Massabielle ha ricordatocon molta semplicità cheDio guarda in faccia lenostre miserie, unmessaggio di grande
coerenza con il Vangelo.Se ci dovessimo fermareai miracoli Lourdes sarebbeun fallimento. La Chiesa neha riconosciuti appena 67su oltre 7.000 guarigionidefinite inspiegabili dallascienza. Significa 0,49miracoli all’anno, uno ogni30.000 ammalati chearrivano al santuario.Se si dovesse misurareil gradimento attraversoil numero dei miracoli,il santuario e le piscineavrebbero dovuto chiudere
da un belpezzo.Sin dall’inizio,la Chiesaha procedutocon cautela.Ha certamentecontribuitoanche il clima di quellaFrancia positivista e laica,che imponeva alla Chiesala massima trasparenza perevitare di essere derisa piùdi quanto già non lo fosse.Quando il vescovo di Tarbes,monsignor Laurence, il 18
gennaio 1862,riconobbeil caratteresoprannaturaledelle apparizioni elo scrisse in unalettera agli 89vescovi francesi
per avere la loro opinione,solo venti risposero. Gli altripreferirono tacere, sorpresi eincerti. La loro era unapreoccupazione certamentepastorale, ma anche politicaper il ruolo della Chiesa nellasocietà francese. Lourdes
divideva anche lo Stato.L’imperatrice Eugenia,moglie di Napoleone III, erasimpatizzante degli eventidi Massabielle, ma non cosìil Governo e il ministrodel culto. E quando sisparsero le voci sulle primeguarigioni, il vescovo diTarbes si preoccupò subitodi certificarle, dal punto divista medico. Lo feceil dottor Dozous, che nonera cattolico. Per il vescovodi Tarbes, ma anche peril Vaticano, le guarigioni
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Sopra: in viaggio
con l’Unitalsi.
Sotto: la statua che
sta nella grotta
“SOLO” 67 MIRACOLI RICONOSCIUTI, MA C’È UNA LUCE CHE SPLENDE SEMPRE
700 milionii pellegrini giunti
a Lourdes in 150 anni
Sotto: una rara immagine
di Bernadette. In alto: folla
di pellegrini a Lourdes, fedeli
che arrivano da ogni luogo
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Alla fine degli anni ’80 Gianni Moran-di aveva definitivamente superato ilsuo lungo periodo di crisi, vincendo
Sanremo con Enrico Ruggeri e UmbertoTozzi. Eppure, ripensando a quel periodo,oggi dice: «Avevo tutto, ma non mi basta-va». Un’inquietudine che trovò espressionein una canzone che Franco Battiato scrisse
per lui, Mesopotamia. Nel ritornello, Giannisi chiedeva: «Che cosa resterà di me?».«Mio padre era ateo e io sono sempre statoun credente “distratto”. Ma da quel momen-to ho avvertito dentro di me un forte biso-gno di spiritualità e ho iniziato a guardare alCreato con occhi diversi». Questo percorsodi ricerca lo ha portato qualche anno dopo,
IN GINOCCHIO DA LEIverso i gesti più semplici».
Al primo pellegrinaggio èanche suor Valsa, indiana,originaria del Kerala. Diceche Lourdes le ha dato unagrande carica: «Sono contenta. L’incontrocon la Madonna è stato profondo. Mi ha da-to gioia. E quando penso che anche Berna-dette si fece suora, come me, mi sento ancorapiù unita a lei, alla Madonna e a suo figlio. Ilfondatore del mio ordine religioso, san Vin-cenzo Pallotti, diceva: «Nessuna anima misfiori invano, tutti quelli che passano accantoa me devono ricevere qualcosa di bello». ALourdes è proprio così».
Il treno è secondo l’Unitalsi il mezzo piùadeguato per andare a Lourdes. Non è trop-po veloce e permette una migliore conoscen-za reciproca. Ma da qualche tempo anchel’aereo, utilizzato soprattutto dall’Opera ro-mana pellegrinaggi, è diventato un mezzo ditrasporto abituale. «Vivere insieme un pelle-grinaggio», dice Antonio Diella, presiden-te dell’Unitalsi, «vuol dire costruire una fra-ternità che dura nel tempo e contribuisce a
formare una società diver-sa, a misura di persona».
Oggi Lourdes ha più al-berghi di Cannes e Nizza eun’infinità di negozi. Maquando viene il momento ditornare a casa, si avverte diaver fatto il pieno non tantodi souvenir ma di qualcosache non si può descrivere.
Nel 1903 Giovanni Bat-tista Tomassi, un giovane
romano gravemente malato, va a Lourdes susuggerimento del padre ma è disperato. De-ciso a farla finita, si procura una rivoltella.Quando arriva alla grotta però il propositodi suicidio si trasforma in un proposito di so-lidarietà. Tornato a casa, decide di aiutare al-tri malati, perché anche loro possano riceve-re il miracolo della speranza. L’Unitalsi na-sce così. Ed è questo il miracolo che conti-nuamente si ripete. Aldo Maria Valli
«Mio padre era ateo e io sono stato un credente “distratto”. Poi
quel viaggio che ha cambiato la mia vita», rivela Gianni Morandi
inspiegabili erano un’ottimaoccasione per dimostrarealla Francia scientistae anticlericale l’esistenza diqualcosa di soprannaturale.Eppure da Lourdes mai partìalcuna crociata e mai imiracolati vennero utilizzaticome bandiere ideologichedalla gerarchiaecclesiastica. Lourdesè sempre rimasta occasionedi sola preghiera. Forseanche per questo ilsantuario è così tantoamato. Anche chi ha avuto
la grazia del miracolo stadentro questo clima diserietà. Qualche anno fa hoincontrato Jeanne Fretel,una simpaticasignora diRennes,cinquantaduesi-ma miracolatadi Lourdes. Midisse che nonne poteva più dirispondere atutti che lei laMadonna nonl’aveva mai
vista. Poi serissima osservò:«Bisogna stare molto attenti.Noi non siamo dei santi,siamo molto diversi da
Bernadette. Possiamoessere un manifesto dellapotenza di Dio, un esempioperché altri credano. Ma lapotenza di Dio si manifestain molti modi». Ai miracolisi può anche non credere.I medici del Bureau medicaldi Lourdes non certificanomiracoli. Si limitano a direche ciò che è accaduto nonha spiegazioni scientificherispetto alle conoscenzeattuali. Ma non si puòescludere che ciò che erainspiegabile 100 anni fa
adesso non lo sia.A Lourdes vanno talmentecauti che a volte medici epreti del santuario sono statiaccusati di mancanzadi fede. Il criterio delrispetto delle conoscenzedell’epoca è fondamentalee fa parte delle regole per ilriconoscimento dei miracolifissate dal cardinaleLambertini nel 1734.Sono queste regole chestabiliscono che il miracolonon deve mai essere unasfida alla scienza, perché
comporta l’adesione dellafede. Bisogna distinguereinfatti, come fa la Chiesa,tra guarigione inspiegabilee miracolo. Ci sono episodiassai chiari in questo senso.Qualche anno fa i medicidi Lourdes si trovano adaffrontare il caso di unadonna che era stata guaritain modo inspiegabile da untumore al seno. La signorainterrogata aveva però dettodi non credere né allaMadonna, né a Dioe di essere andata a
Lourdes solo per un viaggio.Mancava la fede e il dossiervenne messo da parte.Resta solo una guarigioneinspiegabile. Lourdes nonè mai diventata mito.La serietà della Chiesa hasempre spiegato che con laMadonna non si puògiocare. Forse è per questoche Lourdes affascinaanche musulmani ed ebrei.Lì si va soprattutto per farrifiorire la fede personale ecomunitaria, rilevavanoqualche anno fa gli studiosi
dell’Istituto islamico dellagrande moschea di Parigi.Lourdes non è unsuperospedale,i malati sono una porzioneminima tra i pellegrini,il numero delle guarigionicertificate è diminuito.Eppure la grotta diMassabielle è sempre colmadi gente, nonostante il fattoche un miracolo di Diopuò anche non esserericonosciuto dallasua Chiesa. Alberto Bobbio
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Maddalena Carini,
la prima miracolata
italiana
Quattrole basiliche dove
si celebrano
50 messe al
giorno e da dove
si elevano milioni
di Ave Maria
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La messa davanti al santuario
di Lourdes e una volontaria
Gianni Morandi
durante il concerto
di Lourdes
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nel 1994, a cantare a Lourdes, invitato dal-l’Unitalsi. Nella basilica sotterranea San PioX, davanti a 15.000 persone, Gianni imbrac-ciò la chitarra e cantò le sue canzoni: Si puòdare di più, Uno su mille, Un mondo d’amo-re... «Ero un po’ spaventato, solo su quel pal-co, poi ho visto il sorriso dipingersi su tantivolti segnati dalla sofferenza e, nel mio picco-lo, ho sentito di aver fatto qualcosa di buo-no». Da 150 anni, da quando una “bella Si-gnora” apparve a una pastorella di 14 anni,Bernadette Soubirous, oltre 700 milioni di
pellegrini hanno visitato il luogo per eccellen-za della devozione mariana. In realtà, aggiun-ge Morandi, ciò che muove queste persone èprima di tutto «la gioia della condivisionedelle proprie speranze e delle proprie paure:per la maggior parte dei malati il pellegrinag-gio è un’occasione per uscire dalla propria ca-sa, per staccarsi da una quotidianità che spes-so li costringe fra quattro mura».
Dopo il concerto, quella sera Gianni andòa visitare la grotta di Massabielle, dove av-vennero le apparizioni della Madonna. «Ero
in compagnia di un sacerdote. In quel silen-zio ho iniziato ad avvertire un’energia incre-dibile, a sentire la presenza delle milioni dianime che erano passate da lì e in fila aveva-no toccato quella roccia. Mi sono ritrovato ariflettere e a pregare. Ci sono ritornato da so-lo, di notte. Ho fatto il percorso a piedi, sot-to la pioggia. C’erano sempre almeno tre o
quattro persone: la grotta non è mai sola».Dopo quel concerto, Gianni tornò a
Lourdes l’anno successivo con la Nazionalecantanti per giocare una partita. «Allo sta-dio non c’era l’area “riservata” ai portatori dihandicap. I malati erano dappertutto: in tribu-na, sugli spalti: fu un’emozione incredibile.Noi c’eravamo tutti: Eros Ramazzotti, Enrico
Ruggeri, Ligabue, Biagio Antonacci. Per l’oc-casione venne anche Celentano. La giornata sichiuse con un ragazzo down che tirò un calciodi rigore con un’energia e una gioia infinita».
In seguito, Gianni è tornato altre volte aLourdes. «Resto sempre sconvolto dalla fe-de dei malati: non ho mai sentito nessuno ri-volgersi a Dio dicendo “che cosa mi hai fat-
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«Io da Lourdes ho ricevuto tantissimo, non ho dato. Gli eroi sono i malati e i volontari, di certo non io»
QUEI VIP CHE FANNO I PORTANTINI
Cantanti, attori, registi,presentatori. Lourdesè molto frequentata dalmondo dello spettacolo. C’èchi come Massimo Giletti
ci va fin da ragazzocon la mamma e la nonnaper aiutare a trasportaregli ammalati. E chi è statochiamato in questi annidall’Unitalsi per parteciparea concerti di solidarietà.L’elenco è lunghissimo.Oltre a Gianni Morandi, sisono esibiti Ron, Riccardo
Cocciante, Claudio
Baglioni, i Pooh, Laura
Pausini (foto). E poi l’attoreRemo Girone e la showgirlClarissa Burt. Da qualcheanno, testimonialdell’Unitalsi è Fabrizio
Frizzi (foto). Ci sarà anchelui quest’anno dal 22 al 28giugno al “Pellegrinaggiobambini a Lourdes” al qualeparteciperannobambiniin difficoltàaccompagnatidalle lorofamiglie e dai
volontari. Ungrande eventoche vedràprotagonisti circa7.000 persone chegiungeranno alsantuario mariano da tuttaItalia con 8 treni e 3 aerei.In almeno due casi, tuttavia,è lecito dubitare che dietrotutto questo interesse perLourdes da parte dei vip
ci sia un sincerodesiderio di
spiritualità.Il primo è quellodella cantanteMadonna che ha
deciso dichiamare lafiglioletta proprio
Lourdes.Il secondo riguarda
Luciano Moggi. L’exdirettore generale dellaJuventus ha detto: «Hosempre mantenuto una vitacome si conviene a chi èreligioso e spesso vengo inquesti posti. Sono stato, peresempio, a San GiovanniRotondo un mese fa, adessosono qui a Lourdes».Poi, appena tornato, haaggredito un fotografo sullungomare di Napoli. E.A.
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Pugliese, giudice pressoil tribunale di Foggia, dal2001 Antonio Diella è
presidente dell’Unitalsi
(foto), l’associazionecattolica di volontariato chedal 1903 organizzapellegrinaggi (non solo aLourdes) e promuoveiniziative sociali,dall’assistenza domiciliareai soggiorni estivi einvernali. Ma come si faa partecipare a unpellegrinaggio. Quantocosta? «Ogni settimanapartono treni e aerei perLourdes da varie partid’Italia», spiega Diella. «Perconoscere il calendario,basta visitare il nostro sitowww.unitalsi.it oppure
telefonare al numero06.67.97.236. I costivariano in base al mezzodi trasporto scelto, aereoo treno, al luogo dipartenza e alla propriacondizione: semplice
pellegrino, volontario,ammalato. Per chi ha unreddito basso, comunque,predisponiamo tariffespeciali. In genere, il costova, per una settimana disoggiorno, dai 450 ai 700euro». Diella consiglia a chifosse interessato diprediligere il treno comemezzo di trasporto, «perchécosì l’esperienza spiritualeinizia già durante il viaggio.All’interno dei nostri treni,infatti, c’è una cappelladove svolgiamo incontri dicatechesi e celebriamo lamessa. In questo modo sicrea un fortissimo legamefra tutti i partecipanti equando arriviamo aLourdes siamo già unacomunità». Dal 1995l’Unitalsi ha inaugurato
un’imponente struttura, il“Salus Infirmorum”, con370 posti letto per ospitarei circa 35.000 ammalati edisabili che ogni annoarrivano nella città marianaaccompagnati dai volontaridell’associazione. «È unacasa d’accoglienza gestitada noi, che fornisceun’assistenza medica diprim’ordine», aggiungeDiella. A Lourdes arrivanogruppi parrocchiali,famiglie, singoli, a volteanche non credenti.La motivazione che muovetutti è la stessa:«Indipendentemente dallecondizioni di salute, piùdel miracolo chi vienea Lourdes cerca qualcunoche gli dica: “Io tivoglio bene”. E.A.
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COME E QUANDO PARTIREGianni Morandi
a Lourdes mentre
parla con i malati
tra una canzone
e l’altra
Antonio
Diella
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Ero in compagnia di un
sacerdote. In quel
silenzio ho iniziato
ad avvertire un’energia
incredibile, a sentire
la presenza di milioni
di anime...
to?” o “Perché mi hai ridotto così?”. Con al-cuni, ho intrecciato un bellissimo rapporto:mi scrivono, mi vengono a trovare ai concer-ti». A uno di loro, un ragazzo down, Gianniha dedicato una canzone, Il mio amico, scrit-ta con Marco Falagiani. Il testo dice: «Il mioamico non parla mai di odio e di sfortuna,anzi dice era peggio non essere nato. Nonavrei mai potuto vedere la luna e tutte le bel-lezze del Creato».
La canterà anche nei concerti del suo nuo-vo tour, “Grazie a tutti”, che lo vedrà a mag-gio esibirsi in più date a Udine e a Torino.Sul palco è solo, con la sua chitarra, proprio
come a Lourdes 14 anni fa. «Quando ritornoin quei luoghi smetto di essere Morandi, perdiventare una persona qualunque. In questianni ho incontrato gente di tutti i tipi: operai,impiegati, ma anche architetti di fama, ban-chieri, politici. A Lourdes queste differenzenon contano: si è semplicemente uomini edonne che si aiutano a vicenda». L’intervistaè finita, ma prima di congedarsi Gianni hauna richiesta da fare: «La prego, non calchitroppo la mano su quello che le ho racconta-to. Io da Lourdes ho ricevuto tantissimo,non ho dato. Gli eroi sono i malati e i volonta-ri, di certo non io». Eugenio Arcidiacono
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UN LIBRO PER VOI
Nella fitta bibliografiadei libri dedicati a
Lourdes, ce ne sono alcuniche fanno da battipista eche introducono in modoinsostituibile nel misterodi un evento che continuaad attrarre milioni dipersone. In primaposizione da sempre quellodi René Laurentin
Bernadetta vi parla(Edizione San Paolo, 571pagine, 20 euro),un long sellergiunto alla decimaedizione. È il fruttodi quasi vent’annidi ricerche delmaggior espertodi apparizionimariane. Ancora diRené Laurentin Lourdes(Oscar Mondadori, 265pagine, 8,80 euro)con la prefazione diVittorio Messori, unaprecisa ricostruzione dellediciotto apparizioni, narratacon il respiro di uncoinvolgente racconto. Eper chi volesse completare
la conoscenza di padreLaurentin e della sua lungae appassionata ricerca, c’èla lunga intervista che gliha fatto il vaticanistaAndrea Tornielli, Lourdes.Inchiesta sul mistero a 150anni dalleapparizioni (Art,199 pagine, 18,00euro) in cuiil teologo franceserivive il suorapporto con coleiche con la sua
autenticitàevangelicagarantisce, come hascritto Messori,anche l’autenticitàdi Lourdes. Unaconfermadi questa garanziala si trova in Le
apparizioni di Lourdes,narrate da Bernadetta aJean-Baptiste Estrade(Edizioni San Paolo, 258pagine, 9,30 euro).Estrade, esattore delleimposte, è stato uno deitestimoni oculari che halasciato deposizioni scrittee orali che abbracciano
il primo cinquantenariodelle apparizioni, in cuirievoca i racconti che laveggente gli faceva neldialetto dei Pirenei, unicalingua che conosceva.È come trovarsi a
Massabielle, nellasemplicità intimae quotidianadi discorsiche fannotangibilmentetoccare momentidi cielo. Ma checosa accade oggi
a Lourdes, che cosa vivonogli ammalati,i giovani, le personeprovenienti da tuttoil mondo? Ne parlail vescovo di Tarbese Lourdes,monsignor Jacques
Perrier in Lourdesoggi. E domani?(Città Nuova, 184pagine, 14,00 euro)che affronta moltiaspetti di questoluogo dello spirito. Per chivuol essere accompagnatonella strada verso la grottaPellegrini a Lourdes
di Domenico Agasso
e Gianfranco Ravasi
(Edizioni San Paolo, 160pagine, 9,30 euro) duegrandi autori. Il primoci conduce con unasuggestiva ricostruzionedella vita quotidianadi quell’angolo di Franciache si apre fra i Pireneial seguito della piccolaSoubirous, il secondoattraverso un viaggioin quattordici tappesi mette alla ricerca diMaria e di suo Figlio, primicittadini di Lourdes. Per chiriesce a rintracciarlo, danon perdere, lo splendidoromanzo di Franz Werfel
Bernadette, pubblicato daMondadori nella“Medusa”, unclassico sempreattuale. Il grandeautore ebreopraghese lo scrisseper adempiereal voto che avevafatto, quando
in fuga dalla Gestaposi nascose a Lourdes.E si salvò. Mariapia Bonanate
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