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Diabaino News Diabaino News Tariffa a regime libero- Poste italiane spedizione in A. P. 70% Tariffa a regime libero- Poste italiane spedizione in A. P. 70% Autorizzazione DCB/RC/113/2005 valida dal 29/07/2005 Autorizzazione DCB/RC/113/2005 valida dal 29/07/2005 Anno IX Numero 4 Ottobre - Dicembre 2012 Le Le proprietà proprietà nutrizionali nutrizionali delle patate delle patate di Giuseppe e di Giuseppe e Valeria Pipicelli Valeria Pipicelli PAG. 12 PAG. 12 I modelli di I modelli di “Madama “Madama Ferraro” in Ferraro” in passerella a passerella a Mirto. Mirto. PAG. 12 PAG. 12 Last News Last News dal mondo del dal mondo del Diabete: cresce Diabete: cresce il Diabete, in il Diabete, in Italia 3 milioni Italia 3 milioni di malati di malati La Diabaino fa 13 sl ritmo “do Brazil” L’editoriale: L’editoriale: Ma che film... Ma che film... la glicemia!! la glicemia!! Diabete: Diabete: un malato su 3 un malato su 3 è over 65 è over 65 La Diabaino fa 13 al ritmo “do Brazil”

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Diabaino NewsDiabaino News

Tariffa a regime libero- Poste italiane spedizione in A. P. 70% Tariffa a regime libero- Poste italiane spedizione in A. P. 70% Autorizzazione DCB/RC/113/2005 valida dal 29/07/2005Autorizzazione DCB/RC/113/2005 valida dal 29/07/2005

Anno IX Numero 4 Ottobre - Dicembre 2012

Le Le p r o p r i e t àp r o p r i e t ànutrizionalinutrizionalidelle patatedelle patate

di Giuseppe edi Giuseppe eValeria PipicelliValeria Pipicelli

PAG. 12PAG. 12

I modelli diI modelli di“ M a d a m a“ M a d a m aFerraro” inFerraro” inpasserella apasserella aMirto.Mirto.

PAG. 12PAG. 12

Last News Last News dal mondo deldal mondo delDiabete: cresceDiabete: cresceil Diabete, inil Diabete, inItalia 3 milioniItalia 3 milionidi malatidi malati

La Diabaino fa 13sl ritmo “do Brazil”

L’editoriale:L’editoriale:Ma che film...Ma che film...la glicemia!!la glicemia!!

Diabete: Diabete: un malato su 3un malato su 3è over 65è over 65

La Diabaino fa 13al ritmo “do Brazil”

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Diabaino NewsDiabaino NewsOttobre - Dicembre 2012Ottobre - Dicembre 2012

Dal film dei Lumiere a quelli della glicemia

PAG 3

L’ultimo film della saga “007”, SkyFall fa sorgere un interrogativo: e sealla fine davvero James Bond andassein pensione?

PAG 14

Il SommarioIl Sommario

Focus on sulle leggi in mate-ria di Diabete: quali diritti?

PAG 4

Un bimbo di 14 mesi vienemonitorato con l’holter glice-mico. E’ il primo caso e la Diabaino ne è protagonista

PAG 20

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Periodico Trimestrale specializzato edito dall'associazione FAND CALABRIA Diabaino vip-vip dello Stretto Aut. Trib. Di Reggio Calabria n°9 del 19/12 /2003

Direttore responsabileAntonino Minoliti

RedazioneMariantonella Ferraro, Alessio Rosato, Gabriella Violi, Pasquale Zumbo

Hanno collaborato a questo numero:Carmelo Ferraro, Giuseppe Pipicelli, Anna Maria Valeria Pipicelli, Germana Santagati

Progetto graficoPasquale Zumbo

Stampa Creative Artworks - Arghillà ,Reggio Calabria

L’EditorialeMa che film la glicemia...3

AttualitàLe Leggi sul Diabete......4

Le storie DiabainoDiabete, si comincia conl’arto .....................6

La Diabaino fa 13........15

RubricheL’universo delle Star.....8

Prendiamolo per la gola...9

Diabaino City of ArtsI modelli di Madama Ferraro almuseo di Mirto..............12

“007 Sky Fall: e se JamesBond andasse in pensione? 14

Obiettivo su...Le Proprietà Nutrizionali dellapatata.......................16

Racconti di vitaIl primo bimbo con l’holter..18

Un parto speciale............19

Nuove FrontiereL’origine del diabete........20

Last News 22

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Si dice chealla proie-zione delprimo filmp r o d o t t odai fratelliLumiere nelgennaio del1896, al-l’arrivo diun trenoalla sta-zione diCiotat, al-cuni deglispettatot ipresenti insala si alza-rono dallepoltrone per evitare di essere travolti.

Si dice che la prima volta che le persone condiabete videro un monitoraggio continuodella loro glicemia abbiano avuto la stessareazione...e non per la faccia del diabetologo.

Oggi il cinema fa parte della nostra cultura ele la paura delle immagini in movimento halasciato il posto alle emozioni che la pellicolaè in grado di suscitare. Affascinante se ci pen-sate.

Il monitoraggio glicemico consiste in una rile-vazione continua della glicemia. Un sensoresottocutaneo di pochi millimentri rileva la gli-cemia a intervalli regolari, ogni 5 minuti perun totale di 288 rilevazioni al giorno. Si passa cioè dall’osservazione di singole “fo-tografie” delle glicemie in dati momenti a un“film” delle glicemie che dura 6 giorni.

Si comprende il perchè, non tanto della fac-cia del diabetologo...a quella ci siamo abituati,quanto della reazione delle persone con dia-betei. L’esperienza è stata rivelatoria.

Il monitoraggio diventa il FILM della “ veritàglicemica”. Ipoglicemie non avvertite, ipergli-cemie “sorpresa”, quelle patate che ad alcunifanno salire la glicemia di 100mg/dl ( si pro-prio 100) in 20 minuti o una notte intera tra-scorsa a 30 mg/dl senza saperlo. Di colpo siscopre cosa succede dietro il sipario del sem-plice diario glicemico. Da saltare sullasedia...appunto.

Questa rivelazione ha avuto un doppio effetto.Dal lato terapeutico ha fornito ai diabetologilo trumento per ottimizzare la terapia in fun-zione dell’andamento glicemico ma, ugual-mente importante, ha fornito uno strumentoeducazionale che consente alle persone condiabete di prendere coscienza di ciò che suc-cede alla “propria” glicemia, di conoscere me-glio se stessi e il PROPRIO diabete.

Un passo in avanti nel viaggio che dalla co-noscenza porta alla competenza.

Chi l’avrebbe detto. L’avranno immaginato al-meno i fratelli Lumiere?

Goldrake

Ma che film ...Ma che film ...la glicemia!!la glicemia!!

L’editorialeL’editoriale* * ** * *

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L’esigenza di rinforzare le tutele concesse al pa-ziente diabetico trova origine alla Legge 16marzo 1987, n°115 che costituisce, a tutt’oggi,la fonte normativa di riferimento non solo per isoggetti affetti da tale patologia ma anche Enti,istituzioni, operatori sanitari e sociali chiamatia prestare loro la dovuta assistenza. La normativa richiamata, benché consti di ap-pena 10 articoli, contiene le norme programma-tiche atte a garantire criteri di uniformità didisciplina in campo diabetologico e provvede asancire parità di diritti in tema di servizi medicie forniture di presidi in favore di tutti i soggettidiabetici.L’articolo 1 della legge, in particolare, racchiudeil principio al quale sono chiamati a uniformarsigli specifici piani di attuazione a livello regionaledisponendo, si legge testualmente, che: «Le re-gioni e le province autonome di Trento e di Bol-zano predispongono, nell’ambito dei rispettivipiani sanitari e dei limiti finanziari indicati dalfondo sanitario nazionale, progetti-obiettivo,azioni programmate ed altre idonee iniziative di-rette a fronteggiare la malattia del diabete mel-lito, considerata di alto interesse sociale».Il principio sopra enunciato, trova, in verità, ef-fettivo svolgimento nella previsione di cui alsuccessivo art. 3, il quale sancisce che: «la for-nitura gratuita ai cittadini diabetici, oltre ai pre-sidi diagnostici e terapeutici, di cui al decretodel Ministro della sanità dell’ 8 febbraio 1982,pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 17 febbraio

1982, n° 46, anche altri eventualipresidi sanitari ritenuti idonei, al-lorquando vi sia una specifica pre-scrizione e sia garantito il direttocontrollo dei servizi di diabetolo-gia» cui segue, a norma dell’art. 4,il riconoscimento del diritto in fa-vore dei soggetti muniti di tesserapersonale attestante l’esistenzadella malattia diabetica, alla forni-tura gratuita dei presidi diagno-stici e terapeutici di cui alriportato articolo 3.Particolare attenzione viene, poi,riservata alla programmazione sa-nitaria che le Regioni sono tenutead adottare sia con riguardo allafase di prevenzione, che a quella di

cura che, in ultimo, di consulenza specifica. A tal fine il legislatore impone alle Regioni nonsolo l’obbligo di predisposizione di interventi perla opportuna preparazione del personale ope-rante nelle unità sanitarie locali in campo dia-betologico, anche mediante la istituzione dicorsi periodici di formazione ed aggiornamentoprofessionale, ma di promozione di iniziative dieducazione sanitaria, rivolte ai soggetti diabe-tici, finalizzate al raggiungimento della autoge-stione della malattia attraverso la lorocollaborazione con i servizi socio-sanitari terri-toriali. A ciò segue l’imposizione dell’obbligo, sempre incapo alle Regioni, di promozione, altresì, di ini-ziative di educazione sanitaria sul tema dellamalattia diabetica rivolte alla globalità della po-polazione, mediante l’utilizzo di strutture scola-stiche, sportive e socio-sanitarie territoriali. La ratio della normativa in commento, in so-stanza, può, pertanto, individuarsi nella esi-genza di garantire e tutelare il superiore benealla salute di cui all’art. 35 della Costituzionema, prima ancora, il pieno ed effettivo coinvol-gimento e partecipazione alla vita sociale deisoggetti affetti da diabete in osservanza dei prin-cipi costituzionali di solidarietà sociale, ugua-glianza e non discriminazione di cui agli artt. 2e 3. E’ evidente costituisca osservanza dei ri-chiamati principi, quanto stabilito all’art. 8 dellanormativa in commento, a mente del quale: «Lamalattia diabetica priva di complicanze invali-

AttualitàAttualità* * ** * *

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Le leggi sul DiabeteLe leggi sul Diabete

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AttualitàAttualità* * ** * *

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danti non costituisce motivo ostativo al rilasciodel certificato di idoneità fisica per la iscrizionenelle scuole di ogni ordine e grado, per lo svol-gimento di attività sportive a carattere non ago-nistico e per l’accesso ai posti di lavoro pubblicoe privato, salvo i casi per i quali si richiedanospecifici, particolari requisiti attitudinali ».Particolare riconoscimento, infine, viene accor-dato dal legislatore all’operato delle associazionidi volontariato, disponendo la possibilità per leaziende sanitarie locali di avvalersi di queste peril raggiungimento degli scopi di cui all’art. 1della normativa di che trattasi.E’ importante segnalare, che in attuazione delledisposizioni testè enunciate, nonché sullaspinta proveniente dagli Organismi Internazio-nali, il Governo, nel predisporre il Piano Sani-tario Nazionale 2011-2013, ha mostratoparticolare impegno nel favo-rire la realizzazione, in am-bito internazionale, di un“Sistema Salute” a beneficiodella cura e della preven-zione del diabete. In sostanza, il Governo nelprevedere l’omogeneizzazionee l’implementazione delle at-tività di rilevazione epidemio-logica finalizzate allaprogrammazione dell’assi-stenza, nonché iniziative fi-nalizzate al miglioramentodella conoscenza circa laprevenzione, la cura e il trat-tamento del diabete attra-verso l’informazione, laformazione e l’educazione; siè posto l’obiettivo della crea-zione di prototipi di “clinicalgovernance”, che tengano inconsiderazione la condivi-sione delle informazioni, ilruolo di ogni attore coinvolto,la capacità di gestione daparte dell’organizzazionecomplessiva. Tale scopo, si legge sul PSN,impone un «sistema di ap-proccio multidisciplinare emultiprofessionale, che agi-sca da collettore tra la medi-cina primaria ed i livellispecialistici secondari, con ilcoinvolgimento (empower-ment) del paziente, possa es-

sere in grado di ottenere i migliori risultati».Scopi, questi, che, in realtà, hanno trovato l’ap-poggio degli Enti locali per il tramite dell’accordointercorso tra il Governo, le Regioni e le Provinceautonome di Trento e Bolzano, stipulato e sot-toscritto in data 6 dicembre 2012, denominato“Piano sulla malattia diabetica”.In esso, nel convenire sulla necessità di contri-buire al miglioramento della tutela assistenzialedella persona affetta da diabete, si è pervenutial coinvolgimento pieno degli Enti territorialialla realizzazione di un sistema integrato miratoa potenziare e sviluppare l’intera rete diabetolo-gica attraverso l’interazione, la collaborazione,lo sviluppo delle competenze e la cooperazionedegli organismi territoriali.

Avv. Germana Santagati

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Le Storie DiabainoLe Storie Diabaino* * ** * *

Diabete: si comincia dall’arto…Diabete: si comincia dall’arto…Cimitero di Messina: dopol’accompagnamento di unasalma al deposito si osservaimpilate ad una parete unacinquantina di piccole cassedi zinco. La curiosità cispinge ad avvicinarsi e sopradi ognuna vi era una scritta:“ arto inferiore amputato alsig. X Y dovuta a cancrenaper diabete”, seguiva rela-zione medica più il nome delnosocomio e relativa sezione.La cosa ha inorridito chiscrive e mentalmente faesclamare “ma allora quelloche continuamente affer-mano Gabriella e Marella,non sono minchiate!” Sal-tando la questione sui nuovi regolamenti cimi-teriali, ossia sullo smaltimento delle parti di uncorpo esiliate che oggi sono a carico del malato,tante domande si affollano nella mente in quelluogo che sembra un nuovo girone dell’infernodantesco: il “diabetico”.Come afferma Gabriella il diabetico è colui cheha il “diabete” e non si cura, mentre “la personacon il diabete” è in posizione opposta al diabe-tico. Resta il fatto che il diabete è il deus ex ma-china di tutte le patologie.Dopo questa premessa è lecito chiedersi il per-ché il “diabetico” si trascura e quali sono gliaspetti psicologici del diabete. Quanto affermato prima avviene perché il “dia-betico” è solo, senza alcun supporto. Solo incompagnia di una cartella con la patologia e unmazzo di ricette! (Che non sono le carte di Ma-rella!)La Diabaino Vip-Vip dello Stretto è uno deipochi esempi lucenti del “pianeta diabete”, in-fatti il suo doppio Vip sta a indicare che la per-sona con il diabete è doppiamente importante.Primo perché è una PERSONA, secondo perchéha in sé una Patologia Importante (che se presasottogamba… la gamba viene tagliata). La Dia-baino ha una mission: supportare un individuoa convivere con il diabete. Ovvero aiutare la per-sona che incontra il Diabete a non essere piùtriste e sfiduciato – per il mattone ricevuto intesta - ma bensì a entrare in una dimensione digiovialità, che affronta la nuova vita (perché di

questo si tratta! ) con il sorriso sulle labbra.Ma torniamo al nodo della questione: cosa av-viene in soggetto quando passa dall’altro latodella barricata? Quello che avviene è semplice,quando insorge la patologia è come quando acasa nostra si ottura il lavabo ma non in ungiorno qualunque, bensì il sabato, quando nontrovi un idraulico nemmeno a pagarlo a pesod’oro, il sabato, che come afferma De Moraes, “che ha una bella prospettiva la domenica" mache in questo caso non è tanto bella.. Ma se in-vece si possiede una card che ti copre dallesventure 365 giorni l’anno, si guarda con otti-mismo alla prospettiva della domenica. In que-sto caso la card è la Diabaino. Ma quali sono gli aspetti del diabete? Argo-mento più volte trattato ma importante da riba-dire, visto che spesso si ha la sensazione che leapi operaie della Diabaino siano avanti, già nelfuturo, e aspettino che il presente le raggiunga.

Volendo scardinare il concetto di diabete rica-viamo subito tre punti fondamentali:

1. genesi e psico del diabete 2. psicologia del “diabetico”3. contesto relazionale

1- Sul primo punto bene o male sappiamo ab-bastanza, o pensiamo. Thomas Willis 1684,scriveva “la tristezza o una lunga pena e altredepressioni sono solite generare questa malat-tia”. Frase supportata dal Menninger nel 1935,

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foto: www.ao-pisa.toscana.it

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che affermava “il diabete è una eziologia psico-somatica” e dal Cannon che aggiungeva “lapaura e la rabbia sono i fattori principali”. Oggi sappiamo che i fattori di rischio, comequelli appena citati, possano “favorire” l’insor-gere della patologia. Possiamo non convenirecon tale pensiero, ma il punto certo è che il “dia-betico” non si fa mancare nulla, perché è ac-certato che ansia, instabilità, incertezza,tristezza, depressione sono direttamente corre-lati al diabete. L’aspetto psicologico è da tenerein grande considerazione, come per tutte le pa-tologie croniche. Un esempio: un atleta con ildiabete, che si prepara per una gara, ha pro-blemi con le unità di insulina da inoculare.L’aspetto agonistico fa si che vengono secretidegli ormoni che inibiscono o rendono insuffi-ciente il mandato dell’insulina, in sintesi iper oipoglicemia. In questo caso, l’agonismo è un fattore mentaleche trasmette le informazioni necessarie al no-stro corpo per ottenere la prestazione migliorea discapito del fisico.

2 - la psicologia del “diabetico”La persona che soffre o viene a sapere di unamalattia reagisce con meccanismi di difesa o diadattamento. Ora chi scrive non è psicologo maè partito dall’orrenda visione delle mini-bare perarti amputati a causa del diabete e si basa sullapropria esperienza. Il mio non è un sapere divita vissuta ma di vita condivisa. Ai due aspetti della reazione e dell’adattamento,si aggiunge una terza variabile: l’ammaina-mento della bandiera, ovvero la resa totale. Ciò avviene perché il diabeticoè una persona che scopre e sauna grande verità, che dal dia-bete non si guarirà mai! A ciòsi aggiunge che la prospettivadel trattamento insulinico è unvero e proprio trauma emotivo.Quindi le risposte dell’indivi-duo sono svariate: aggressività,negazione, regressività, que-st’ultima intesa come nel cre-dersi incapace di auto gestirsie di essere autosufficienti.Senza aiuto e da soli non si vada nessuna parte. L’aiuto è ne-cessario. Avvalersi di tutti gliausili diventa importante, ècome assicurare la propriaauto, bonus – malus, e guidarecon prudenza per evitare di far

aumentare il premio assicurativo (il suo incre-mento significa avvicinarsi al capolinea primadel previsto!). Quanto affermato sembra banalema se ci soffermiamo un attimo solo ci ren-diamo conto che non lo è. Sappiamo tutti cheprima o poi moriremo ma non conosciamo ilmomento esatto. Questa incertezza ci fa andareavanti e vivere. Semmai, il problema è come vi-vere, bene o male, è una scelta, libero arbitrio.E nel secondo caso il diabete aiuta a fare lascelta sbagliata!

3 - Il contesto relazionale è forse l’aspetto piùimportante del nostro discorso. Con un sup-porto positivo (vedi la Diabaino) si riescono asuperare due condizioni di disagio, anzi tre:quella del singolo, della famiglia, della comu-nità. Quest’ultima superabile solo se suppor-tata da una corretta informazione,comunicazione e collaborazione. In caso oppo-sto, si ha la risposta più aberrante, il negazio-nismo che nella nostra società è sempre piùuna moda. A ciò si aggiunga l’iper protettivismoe la commiserazione che infetta l’universo del“diabetico”.In conclusione, per azzerare i danni psicologici,e non solo, del tumore del secolo (diciamo tu-more perché scientificamente provocato daun’alterazione del DNA), occorre fare un giocodi squadra, dalla famiglia agli amici alla societàin toto. Come una buona la terapia motoria.

Carmelo Ferraro

Le Storie DiabainoLe Storie Diabaino* * ** * *

Una Voce Importante per la tutela della persona con dia-bete mellito e la difesa della legge 115/87 da oggi tace.Vera Buondonno Lombardi ,sono sicura ,continuera' a se-guirci insieme a Roberto,dai luminosi e verdi prati delcielo. Restiamo uniti nel dolore perke' la FAND diventi piu'forte nel ricordo di Vera e Roberto seguendo la strada daloro tracciata.

ADDIO, PRESIDENTE VERAADDIO, PRESIDENTE VERA

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CHARLES DE GAULLE

Anche un grande "stratega" quale Charles DeGaulle, nato a Lille (Francia) il 22 novembre1890, ha dovuto scontrarsi e imparare a viverecon il diabete. La sua malattia, tuttavia, nongli impedì di rientrare vittoriosamente a Parigicon il suo esercito dopo la sconfitta dei tede-schi. De Gaulle non fu mai un paziente idealein quanto, a parte l'insulina, seguiva poco ladieta prescritta nonostante gli sforzi fatti dallamoglie per controllarlo ed è a causa di questoatteggiamento che fu colpito da complicanzeche gli procurarono una cataratta bilateralecostringendolo a portare occhiali dalle lentimolto spesse mai mostrate in pubblico. Il suodiabete, unitamente all'ipertensione e all'im-mancabile arteriosclerosi legata all'età fucausa di un aneurisma dell'aorta per cui sispense a Colombey-les-Deux-Églises (Francia)il 9 novembre 1970 all'età di 79 anni.

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L’universo delle StarL’universo delle Star

(newmovie-streaming.info)(newmovie-streaming.info)

RubricheRubriche* * ** * *

STAN LAUREL

Tutti ricordiamo con affetto e simpatia i duegrandi attori comici Stan Laurel ed OliverHardy, meglio conosciuti nei loro mitici corto-metraggi come Stanlio e Ollio. Con l'avvento dellungometraggio, la loro vita artistica ebbe mo-menti di gloria e di oscurità, che li vide inter-pretare insieme film come "Fra Diavolo" e "Laragazza di Boemia", produrre loro stessi pelli-cole per Hal Roach, fondare una compagnia dirivista, la Laurel & Hardy Revue con ben ses-santacinque persone sul palcoscenico, li videseparati e poi ancora uniti. L'ultima occasionecinematografica arrivò nel 1950 con il filmAtollo K. Non si trattò di un film concepito perOliver e Stan, ma di un film che voleva sfrut-tarne la fama. Durante la lavorazione, Stan con-trasse il diabete e venne ricoverato d'urgenza aParigi. La produzione del film si interruppe cosìper alcuni mesi. Quando ritornò era dimagritodi venticinque chili e il suo viso segnato ancoradi più da rughe inesorabili. Finirono il film cherappresentò anche l'ultimo atto della loro lungacarriera artistica. Stanlio, all'anagrafe ArthurStanley Jefferson, era nato il 16 giugno 1890 aUlverston, Cumbria, England, UK ed è morto aSanta Monica, California, USA il 23 febbraio1965 all'età di 74 anni.

SSttaann & Charles, diabete per compagno& Charles, diabete per compagno

tra comiche e strategie militaritra comiche e strategie militari(web image)

(web image)

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RubricheRubriche* * ** * *

Prendiamolo per la golaPrendiamolo per la gola

Difficoltà: MEDIA

Tempo di preparazione: 50minuti

Portata: Piatto PRIMO

Ingredienti per 4 persone:

320 g di spaghetti400 g di frutti di mare puliti2 spicchi di aglio1 ciuffo di prezzemolo200 g di pomodori pelati1 cucchiaio di olio extraver-gine di olivaSale e pepe

Preparazione

In un tegame capiente fate soffriggere in 2 cuc-chiai di olio un trito di aglio e prezzemolo, primache l’aglio prenda colore unite i frutti di mare,fateli insaporire per qualche minuto e unite ipomodori spezzettati.Salate, pepate e lasciate restringere il sugo afuoco moderato.

Cuocete gli spaghetti in acqua salata scolateli ametà cottura circa, passateli velocemente sottol’acqua fredda e amalgamateli al sugo. Stendeteun foglio di alluminio per alimenti sopra laplacca da forno, collocate al centro gli spaghetti,chiudete i lembi del foglio di alluminio e formateun cartoccio facendo in modo che non aderiscatroppo alla pasta. Ponetelo in forno già caldo acirca 200 gradi per 10 minuti.Servitelo direttamente in tavola.

BUON APPETITO!

Valori nutrizionali per porzione:

calorie 411proteine 20 g lipidi 8 gcarboidrati 69 gcolesterolo 135 mg

(fonte: http://www.medicina-estetica-bologna.it/ricette-cucina-diabetici.php)

(websavona.it)(websavona.it)Le Ricette di MarellaLe Ricette di Marella

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Spaghetti al cartoccioSpaghetti al cartoccio

foto: www.ricettaidea.it

foto: www.medicina-estetica-bologna.it

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Diabaino Diabaino City of ArtsCity of Arts

Diabaino Newssenza confini Sport e CinemaSport e Cinema

Musica

e

Musica

e

Spettacolo

Spettacolo

Arte Cultura

Arte Culturae Societae Societa ’’

(digikomp.it)(digikomp.it)

Foto: P. Zumbo

(Foto: Demislaga(Foto: Demislaga))

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Diabaino Diabaino City of ArtsCity of Arts

A Mirto per un tuffo nel passato: i modelli d’alta modaA Mirto per un tuffo nel passato: i modelli d’alta modadi “Madama Ferraro” sfilano in passerella... al Museodi “Madama Ferraro” sfilano in passerella... al Museo

Che compleanno il tredicesimo per la Diabaino Vip-Vip dello Stretto! A un passo dal 2013, soprav-vissuta alle profezie Maya, l’associazione ha tra-scorso il suo 30 dicembre in terra di Sicilia. Sì,perché in quel di Mirto, un paese posto nel cuoredei Nebrodi a circa 430 metri sul livello del marein provincia di Messina, era in programma unasfilata in onore di Mimma Ferraro, meglio cono-sciuta come “A Madama”, maestra sarta e stilistad’alta moda nonché madre dell’impareggiabile Ma-riantonella Ferraro, la nostra Dott. per eccellenza.

E’ successo che il Museo  del Costume e  dellaModa Siciliana, con sede a Mirto, per l’appunto,ha ricevuto in dono dalla famiglia Ferraro tantis-simi abiti provenienti dalla collezione personale diMimma Ferraro. Abiti immaginati durante le sfi-late di Chanel, Dior, magari realizzati dall’amicoYves Saint Lauren, allora disegnatore proprio perChristian Dior, e poi realizzati adattandoli alle esi-genze delle dame messinesi, spesso dotate di unafigura non proprio da passerella. Agli abiti in pos-sesso della famiglia, si sono presto aggiunte le do-nazioni provenienti dai parenti delle clienti di“Madama Ferraro”. Così, il direttore del Museo,Pippo Miraudo, ha deciso di dedicare un’ala del

Museo a questi meravigliosimodelli, inaugurandola conuna sfilata-evento svoltasiproprio il 30 dicembre 2012.E così torniamo alla piccolacarovana Diabaino.

Partenza fissata per le 13:30,minuto più minuto meno.Circa 15 api, tra soci, amici,giornalisti e conoscenti, sonopartite alla volta di Mirto. At-traversato lo Stretto, un pul-mino attendeva i “calabresi”per scarrozzarli a Mirto, fa-cendo prima una rapidatappa a Tindari per omaggiarela Madonna nera.

Ho già scritto che il paese si trova a circa 430metri sopra il livello del mare e quindi il lettorecomprenderà che, per raggiungerlo, il pulmino hadovuto affrontare una lunga sequenza di tornanti,alcuni con angoli da 320°... In pratica, non ci siarriva “belli freschi”!

La location è però incantevole. È infatti il restau-rato Palazzo Cupane, posto a pochi passi dallapiazza centrale, a ospitare il Museo del Costume edella Moda siciliana che si snoda all’interno dellevarie sale del Palazzo, con una suddivisione perepoche e settori, ognuno accompagnato da unascheda tecnica specifica. Tanti vestiti e non solo,una storia che si può toccare con mano e che at-traversa i secoli. Ma il 30 dicembre tutti gli occhierano puntati sul salone delle Capriate che ospi-tava la sfilata.

L’evento è stato introdotto da un ospite d’eccel-lenza, la musicista mirtese Floriana Franchina.Quindi spazio agli abiti. Pippo Miraudo e ladott.ssa Marella Ferraro hanno presentato e spie-gato al numeroso pubblico presente, uno dopol’altro, la provenienza, lo stile, il tessuto e la sto-ria di ogni modello di Madama Ferraro.

(Foto: P. Zumbo)

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Abiti da sera, da ricevimento, da “the” o ancora dadebutto in società. La sfilata di questi sontuosi ve-stiti, dai raffinati particolari, dai preziosi ricami,dai tagli originali, incorniciati da fiocchetti che siripetono quasi a firmare l’opera sartoriale.

Un particolare: la qualità dei tessuti. Perché sequalcuno le domandava: “Madama, ma doveprende l’ispirazione per i suoi modelli ?”, lei ri-spondeva: “ metti qui l’orecchio, io ora prendo lastoffa e la frego tra indice e pollice… senti qual-cosa?...no ? E’ la stoffa che mi parla e che michiede come vuole diventare… le stoffe parlano,sanno come e quali vestiti diventare, io ascolto!”.E così anche i tagli obliqui di Balenciaga diventa-vano un  guanto su corpi non proprio da passe-rella.

I colori? Dal crema al blu notte, dal bianco acce-cante degli abiti da sposa al nero del velluto per ilcompleto da gran galà.

Splendido l’abito in pizzo nero con inserti in tullebeige, donato dalla dott.ssa Teresa Pugliatti, fi-glia del Rettore dell’ Università di Messina e notogiurista (che amava avere il suo invito personaleper le sfilate ).Commovente l’incontro di Teresa eMariantonella, sigillato da un caloroso abbrac-cio,ricco di ricordi lunghi più di trent’anni !. A il-luminare gli sguardi delle donne presenti, inparticolare, un abito color crema donato dallafamiglia Natoli. Spalle scoperte, un trionfo diseta con fantasia di rose sul petto e fregi in oroche dalla vita scendono fino ai piedi.

Solo un assaggio della fantasia di “Madama Fer-raro” che spaziava dallo Chiffon e piume distruzzo al raso ricamato a mano, con giacca co-ordinata, passando per la seta ornata d’argentoper la prima alla Scala di Milano.

Una carrellata d’alta moda come non si vedeva datempo, un successo indiscutibile che sembra averridato vita a una moda d’epoca ma dall’attualis-sima raffinatezza ed eleganza.

E pensare che è da un sogno, il sogno di Mimma,che sono nati questi meravigliosi modelli. È sul fi-nire degli anni 30 che la Madama inizia a lavorarein una sua sartoria ma già nel secondo dopo-guerra Mimma Ferraro inaugura il proprio atelierd’alta moda. Numerose sono le lavoranti che sottola sua direzione producono modelli pregiati.

Le clienti non sono solo messinesi. In molte arri-vano all’Atelier da altri centri, desiderose di in-dossare un modello Ferraro. Iniziano le sfilate alGrand Hotel di Viale San Martino in Messina, allaTavernetta del Teatro Comunale di Reggio Cala-bria, al San Domenico di Taormina e in ultimo all’”Irrera a Mare” di  Messina.Ogni sfilata è un successo, abiti eleganti, originali,indossati da mannequin di classe,  come “Alla”  diDior, Gigliola, Thea, Mery e Marta Vacondio cheda lì a poco diventerà Marta Marzotto sposando ilConte Umberto Marzotto.

Madama, con i suoi modelli, realizzò ciò che nel1857 Worth aveva assolutamente voluto per lasua maison: creare modelli originali,  su misuraper  le singole clienti. Per Mimma, il couturier nonera più un semplice artigiano, ma rivendicava unruolo di lavoratore intellettuale o artistico , che ag-giungeva alla sapienza del mestiere la propriacreatività e ne richiedeva un riconoscimento spe-cifico. La Ferraro è stata ospite di grandi stilisti, aMilano, Torino e finanche  Parigi, ed è in questeoccasioni che conosce Yves Saint Laurent che inquel periodo lavorava da Dior, Coco Chanel ePierre Balmein.

Adesso, la sua creatività sarà custodita tra lemura di Palazzo Cupane, donata al Museo del Co-stume e della Moda Siciliana e quindi a tutto ilmondo, per essere ammirata e ricordata. Quei tes-suti sussurreranno ancora il sogno di MadamaFerraro, quel sogno non vuol più finire.

Pasquale Zumbo

A Mirto per un tuffo nel passato: i modelli d’alta modaA Mirto per un tuffo nel passato: i modelli d’alta modadi “Madama Ferraro” sfilano in passerella... al Museodi “Madama Ferraro” sfilano in passerella... al Museo

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007 SkyFall: e se James Bond andasse in pensione?007 SkyFall: e se James Bond andasse in pensione?

Chi scommetterebbe che anche James Bond sarebbe in-vecchiato? Eppure il regista Sam Mendes che ha firmatol’ultimo 007 – Skyfall- non ha trascurato questo particolare.Sarà stato che il film usciva proprio al 50° anniversario dallanascita di questo eroe d’altri tempi, sarà che la ‘presunta’anzianità del personaggio avrebbe reso più avvincente i colpidi scena, sarà che anche gli eroi invecchiano, ma ci sonovoluti "appena" 145 min prima di prendere una boccata diossigeno.E, allora, via a rocamboleschi inseguimenti tra le gugliedelle moschee di una popolata Istanbul , a combattimenticorpo a corpo sul tetto di un treno in corsa, alla fuga sublindatissime automobili e,perché no, a brevissime, que-ste volta, debolezze sentimen-tali. Bond se l’è vista davverobrutta. Non come al solito,perché a tradirlo non è stato ilterrorista di turno ma il suo fi-sico. E, torniamo ai 50 anni.007 è così costretto a soste-nere i test di idoneità allo svol-gimento dei propri compiti perscongiurare il rischio di so-spensione dal servizio maverrà a conoscere la verità sulrisultato solo quando sarà tor-nato sano e salvo al quartier generale.Un Bond che, incredibilmente, tocca finalmente con manoi suoi limiti per generazioni di pubblico che, invece, lo ave-vano creduto immortale. Così lo scacco, questa volta, non èai suoi nemici ma al pubblico.Il suo nemico è un terrorista, nonché ‘figlio d’arte’, stavoltainterpretato dal bravissimo Javier Barden,- chi non lo ri-corda in “Mangia, prega e ama?”- ma con tendenze omo-sessuali. Forse è per questo che il regista non s’è soffermatomolto sul disegnare il personaggio usuale della bond girl,che ha soltanto tratteggiato, facendolo rimanere sullosfondo.Legato a una sedia, camicia sempre impeccabile anche neimomenti di maggiore sforzo fisico, Bond s’è sorbito le avan-ces del terrorista gay che, detto così, farebbe sorridere. Anzi,a me, ha fatto sorridere e non poco quando lo si vedeva sfi-lare con 5 o 6 omaccioni assoldati per proteggerlo, ma, que-sta è una divagazione personale. Torniamo al film.Ricco di effetti speciali, uno fra tutti, il momento in cui Bondsi aggrappa all’ascensore di un luminossissimo grattacielodi Shangai lasciandosi trasportare. Un Bond che interpretalo stile tutto commerciale di certi film di oggi, dove l’imma-ginazione è lasciata al sapiente utilizzo della tecnologia che,per la verità, non incontra il gusto di tutti.

Soprattutto di noi donne, che in un film bondiano siamoabituate al lato “sentimentale”, giusto per far sapere a voimaschi che ci sono donne e ci sono donne che degli uomininon hanno alcun bisogno. Come tutti gli uomini, a risen-tirne, quando si invecchia oltre al corpo, è lo spirito. CosìBond cede ad un sentimento più infantile e puro, quelloverso il suo luogo natìo, la sua casa, ormai abbandonata datempo, e i suoi genitori.A Skyfall, questo luogo sperduto nelle highlands irlandesi,ritrova tutto questo ma anche di più. Trova il riscatto da chilo voleva morto e sepolto ossia, incredibilmente, la sua BossM -interpretata da una impeccabile Judi Dench - e dal suo

corpo, riuscendo a uccidere ilterrorista gay che aspetta alvarco, nostalgico, dietro i vetriimpolverati di un antico caso-lare. Da un lato, un pugno diarmi, peraltro, talune rudi-mentali, dall’altro, elicotteri dacombattimento, fuoco efiamme che non lascerebberoscampo. Ma le sue radici losalvano. Lo salva un cuniculonascosto nella cucina dellasua casa e il desiderio di riven-dicare la morte dei suoi cari.Un 50°, insomma, all’insegna

dell’umanizzazione del personaggio in un contesto, che peròdi umano ha ben poco, suona strano. E lo è. Umana è lamorte di una anziana signora, la boss M, che, per quantoglaciale nell’impartire ordini, fa sempre un certo effetto,umana è l’amara constatazione della perdita di vigore fisicoe di rendimento dell’imbattuto James Bond. Ma, allora, lamorale qual è?Che dovremo accontentarci, per gli episodi che verranno, diuno 007 coadiuvato da tre- quattro persone a sorreggerlonei suoi sforzi fisici, defribillatore alla mano- come, peral-tro, è in parte apparso nel film di quest’anno con l’eroinache lo affiancava –oppure, avremo un nuovo Bond nuovo dizecca, magari congelato, scongelato e surgelato come unmerluzzo per non farlo puzzare?Quel che sarà di lui non lo voglio sapere, spero solo che trapretendenti omossessuali e cadute nostalgiche-sentimen-tali, non lo ritroveremo a far la maglia davanti a un camino,circondato da un nugolo di nipotini.Dimenticavo! La colonna sonora è di Adele. Ascoltatela. No-terete il richiamo a John Barry, compositore famoso per lecolonne sonore dei film di James Bond, morto poco menodi un anno fa.

Germana Santagati

(web image)

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Chiusura d'anno tra note jazz e "o ritmo do Brazil"per la Diabaino Vip-Vip dello Stretto. Il presidenteGabriella Violi e la coordinatrice scientifica Ma-riantonella Ferraro hanno anche questa volta la-vorato alacremente per rendere la fine del 2012 unmomento di festa e condivisione. Location sceltaper ospitare l'evento è il teatro "Il Cipresseto" diReggio Calabria. Musica d'alto livello quella che haallietato la serata dei tanti presenti. Protagonistidel concerto, il pianista M° Giampiero Locatelli,amico della Diabaino Vip-Vip dello Stretto, e l'en-semble brasiliano Para Todos, creato grazie al-l'impegno diCarmelo Fer-raro. La serata iniziacon una breveintroduzionecon protagoni-ste le duedonne guidadella Diabaino,m a g i s t r a l -mente con-dotte da duepresentator id'eccezione (enon aggiungoaltro...), chehanno fatto unresoconto delleattività dell'as-sociazione nel corso dell'ultimo anno e ringraziatotutti coloro che, con il loro aiuto, hanno permessoalla Diabaino di raggiungere nuovi ed entusia-smanti obiettivi.Quindi, lo spettacolo ha finalmente inizio con l'in-gresso sul palco del primo ospite, ovvero il M°Giampiero Locatelli, che ha eseguito 5 brani jazzliberamente rivisti e interpretati dall'artista reg-gino. Apertura riservata ad "Hallucination", se-guito da "My favourite things", colonna sonora delfilm "Tutti insieme appassionatamente". Terzobrano in scaletta, una composizione originale delM° Locatelli dal titolo "From last frame", struttu-rato un po' come un eterno ricordo, pezzo che hapreceduto l'esecuzione di "Georgia (on my mind)",portato grande successo da Ray Charles ed ese-guito in una versione del tutto personale. La chiu-sura della prima parte dello spettacolo è stato unregalo e un augurio dell'artista reggino a tutta laDiabaino ovvero "We wish you a Merry Chri-stmas".La seconda parte del concerto, come detto, è stata

un viaggio tra i ritmi e le storie brasiliane. La vocenarrante di Vittorio Ciccocioppo ha scandito i di-versi momenti dello show del gruppo "Para Todos"sui testi del "brasilerinho", ovvero il Brasile cheracconta sé stesso, scritti dall'appassionata manodi Carmelo Ferraro.I "Para Todos", Eliana Risicato alla voce, AdolfoCrisafulli alla chitarra, Pino Delfino al basso, EzioRiccio alle percussioni, Giampaolo Terranova allabatteria, hanno trascinato il pubblico nelle atmo-sfere sudamericane che solo la bossa nova, stilemusicale ideato dal compositore e musicista An-

tonio CarlosJobim, dalpoeta Viniciusde Moraes edal cantante ec h i t a r r i s t aJoão Gilberto,possono rega-lare.L'inno nazio-nale, la deli-cata cadenzadi Desafinado,la malinconicaCarinhos, las e n s u a l eDindi, fino adarrivare allanotissima "Ga-rota de Ipa-

nema". Un tripudio di ritmi intrisi di "alegria" e"saudade" che ha trascinato il pubblico, dallaprima all'ultima nota. E non poteva essere altri-menti per un'associazione che ha come socio ono-rario quel Vinicius de Moraes che cantava "A vidaè a arte do encontro". Quell'incontro che per laDiabaino vuol dire accoglienza, sorriso, sostegnoma soprattutto condivisione.L'eccezionalità degli artisti che si sono alternatisul palco è racchiusa in una sorta d'incantesimoche ha permesso al "solista" Giampiero Locatelliincantare il pubblico come se a suonare fosseun'intera orchestra e, poco dopo, all'ensemble deiPara Todos di creare un "unicum" musicale, ununico fluente e seducente suono come se prove-nisse da un solo strumento. Magia. Quella stessamagia che appartiene alla Diabaino e che ognigiorno permette alla sua equipe di donare sorrisie gioia di vivere a chi ha perso la speranza.

Pasquale Zumbo

Le Storie DiabainoLe Storie Diabaino* * ** * *

Jazz e ritmo do Brazil: la Diabaino fa 13!Jazz e ritmo do Brazil: la Diabaino fa 13!

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Obiettivo su...Obiettivo su...* * ** * *

La patata (Solanumtuberosum L.) è unapianta erbacea ap-partenente alla fa-miglia delleSolanaceae (Dicoti-ledoni). Per il suoaspetto e la sua pe-culiarità ( si coltivaso t to te r ra )v i eneanche definita"mela di terra": infrancese pomme deterre.Importata dall’Ame-rica Meridionale nelXVII secolo attual-mente è alimentofondamentale nelladieta mediterra-nea.La tradizionepopolare assegnaalla patata pro-prietà curativecome quelle di favo-rire la guarigionedelle ferite appli-cando localmente lapolpa cotta.La parte commesti-bile della patata ècostituita dai tuberiche, si sviluppanodal rigonfiamentodella parte termi-nale, La tuberifica-zione è favorita dall'assenza di luce, dallatemperatura e dall'umidità del suolo. La pa-tata produce anche frutti che sono però tos-sici a causa dell'alto contenuto di unalcaloide: la solanina.Il Principale produt-tore al mondo di patate è la Cina seguitadall'Unione Europea (Germania) per le ca-ratteristiche climatiche.In Italia oltre allacoltura comune delle patate, diffusa sututto il territorio nazionale,vi è una colturaprecoce tipica delle regioni meridionali e

una coltura bisestile.Esistono varie qualità di patate:

1- Patate a pasta bianca:Molto ricche di amido. Sono adatte alla pre-parazione del purè, gli gnocchi, le croc-chette

2- Patate a pasta gialla:Sono più compatte e meno farinose dellepatate a pasta bianca, sono utilizzate per

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Le Proprietà Nutrizionali della patataLe Proprietà Nutrizionali della patata

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preparare patate lesse, al forno,fritte.

3- Patate a pasta rossa:Hanno le stesse caratteristiche delle patatea pasta gialla da cui si differenziano per ilcolore della polpa e hanno, in cucina, glistessi usi.

4- Patate novelle:La loro coltura è quella precoce o primatic-cia. Infatti vengono anche definite patateprimaticce e vengono coltivate nelle regionimeridionali favorite dal clima più temperatoe raccolte in primavera. Caratterizzate dauna buccia particolarmente sottile e unapolpa tenera vengono sopratutto utilizzatelessate o nella cottura al forno. Sono idealinelle diete ipocaloriche in quanto il loro con-tenuto in calorie( 60 per 100 gr.) è inferiorea quello delle altre varietà di patate (83 per100 gr)

5- Patate americane dolci:Definite così per il sapore particolarmentedolce della polpa sono ricche di betacaro-tene che ha spiccate proprietà antiossi-danti.Possono essere utilizzate in cucina invari modi.

6- Patate con selenio:Arricchite con selenio che , come è noto, haproprietà antiossidanti e contrasta i pro-cessi di invecchiamento cerebrale.

Aspetti nutrizionaliIl suo contenuto in glucidi è il 18% sottoforma di amidi. Contiene inoltre vitamina Ce vitamine del gruppo B oltre che potassio.Alcuni tipi di patate contengono anche se-lenio . Il selenio è il minerale contenutonella glutationoperossidasi, l'enzima più im-portante dell'organismo nella difesa dai ra-dicali liberi con importante effettoantiossidante.L’introito calorico di 100grammi di patate bollito è di 71 calorie men-tre quello delle patate fritte in casa è di 188calorie. Da evidenziare la marcata differenzain calorie tra le patate fritte in casa e quelledel commercio che , a seguito del procedi-mento industriale, danno un introito calo-rico di circa 550 calorie. Le patate, nelle

diete dimagranti, sostituiscono efficace-mente i cereali e i legumi contenendo menocalorie rispetto, per esempio al pane te-nendo conto che comunque l’indice glice-mico delle patate è abbastanza alto e cioètra 56 e 95 sempre,però minore a quello delpane che è 100. I valori nutrizionali delle patate sono diffe-

renti se le patate sono crude invece che bol-lite. Studiando tre tipi di patate dolci(Beniazuma, Koganesengan, Kotobuki) col-tivate in Turchia si è visto che il contenutodi beta carotene è minore nelle patate bolliterispetto alle crude mentre il contenuto in fe-noli ed acido ascorbico è più alto nelle pa-tate bollite e di conseguenza le proprietàantiossidanti delle patate sono esaltatedalla bollitura.

GiuseppePipicelliAnnalisa Maria Valeria Pipicelli

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Bibliografia:1- Renzo Pellati ”Tutti i cibi dalla A allaZ” Oscar Mondadori Editore 20092- Istituto Nazionale di Ricerca per gliAlimenti e la Nutrizione3- Plant Foods Hum Nutr. 2011N o v ; 6 6 ( 4 ) : 3 4 1 - 7 .Effects of baking and boiling on the nutri-tional and antioxidant properties of sweetpotato [Ipomoea batatas (L.) Lam.] cultivars.Dincer C, Karaoglan M, Erden F, Tetik N,Topuz A, Ozdemir F. Faculty of Engineering,Department of Food Engineering, AkdenizUniversity, Antalya, Turkey.4- Crit Rev Food Sci Nutr. 2008Oct;48(9):799-823. Potato: a comparative study of the effect ofcultivars and cultivation conditions and ge-netic modification on the physico-chemicalproperties of potato tubers in conjunctionwith multivariate analysis towards authen-ticity.Arvanitoyannis IS, Vaitsi O, Mavromatis A.School of Agricultural Sciences, Depar-tment of Agriculture Ichtyology and AquaticEnvironment, University of Thessaly, Volos,Hellas, Greece. [email protected]

Obiettivo su...Obiettivo su...* * ** * *

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Francesco, il primo bimbo con l’holterFrancesco, il primo bimbo con l’holter

Racconti di vitaRacconti di vita* * ** * *

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È un giorno di fine dicembre e la sede della Dia-baino è affollata. Tanti i soci, gli amici, presentiper lo scambio d'auguri. C'è anche Roberta, unagiovane madre. Il suo bimbo, Francesco, pochimesi fa è divenuto il primo caso di impianto hol-ter glicemico a un bambino, così le chiediamodi raccontarci la sua storia.«Tutto è successo a maggio - ricorda -. Circaventi giorni prima, ho notato che il bambino be-veva sempre di più,mangiava tanto madimagriva! Beveva eurinava molto. Ionon ero informatasul diabete mellito -spiega Roberta -, nonsapevo cosa fosse. Lasera prima di sco-prire che aveva il dia-bete, Francesco nonsi è sentito bene.Quella notte, ha be-vuto 1 litro e mezzod'acqua. Piangeva egesticolando chie-deva continuamenteacqua -prosegue -. Il bambino aveva 14 mesiappena e quindi per me era difficile capirlo. Allafine ho compreso che aveva bisogno di liquidi,addirittura gli ho preparato il latte, sbagliando».La mattina dopo, era un sabato, Francesco nonsembrava migliorato, anzi era nervosissimo.«Stava male. Ho quindi chiamato mio padre, gliho chiesto consiglio - aggiunge Roberta -. Istin-tivamente ho pensato di controllargli la glice-mia. Lui non era d'accordo, mi disse di nonpensare all'eventualità del diabete. Mio padre,che ha scoperto di avere il diabete alimentare 3anni fa, conosceva la dott.ssa Ferraro e la pre-sidente Gabriella Violi e seguiva i loro consigli,le loro cure. Io però avevo sentito che la suaurina emanava uno strano odore, di zuc-chero...». Roberta era sola in casa. Il marito erauscito per accompagnare a scuola l'altra figlia.Appena rientrato, la corsa verso il pronto soc-corso: Francesco aveva 450 di glicemia e nonaveva neppure preso il latte. «Forse l'istinto dimadre mi ha portato a far questo - dice Roberta-. Al Pronto Soccorso hanno subito deciso di ri-coverarlo. Non dimenticherò mai quella mat-tina, è stata scioccante». Lo stato di confusione

è stato evidente appena finite le analisi. «Sì, vo-levo riportarlo a casa! Al che, l'infermiera mi hadetto "Cosa dice signora, suo figlio ha il dia-bete". Non avevo capito molto - confessa -, nonsapevo nulla o quasi sull'argomento. È iniziatocosì il nostro piccolo calvario».Per fortuna, il nonno ha chiesto immediata-mente aiuto alla dott.ssa Ferraro e GabriellaVioli. «La dottoressa non era in sede - ricorda

ancora Roberta - masia lei che la presi-dente ci sono stateaccanto. Chiamavo laFerraro anche inpiena notte, si è pro-digata per Francesco,nonostante non ci co-noscessimo». In quelmomento si è decisol'utilizzo dell'holterglicemico per monito-rare Francesco. Il lu-nedì successivo,infatti la presidenteVioli e un tecnicoerano accanto alla fa-

miglia per spiegare il funzionamento dell'holterglicemico, rassicurando tutti su ogni cosa. «Daquel giorno sono più serena - dice sorridendo lagiovane madre -. Francesco ha tenuto l'holterda maggio scorso a novembre, lo abbiamo toltoperché ormai abbiamo imparato a capire il bam-bino e come si gestisce il diabete. Da un mese aquesta parte è anche microinfuso!». Un lieto fine, quindi, per una storia che sem-brava tutto tranne che dalla semplice risolu-zione. «All'inizio non sapevo dove sbattere latesta - conferma Roberta -, senza l'equipe Dia-baino saremmo andati incontro a un periododifficilissimo. Francesco andava continuamentein ipo e iperglicemia. Imparare a gestire corret-tamente la sua patologia è stato fondamentale,a partire dalla dieta da seguire, e l'holter, inquesto senso è stato decisivo. Adesso va tuttobene, Francesco è attivo, fa di tutto. Non c'édubbio - conclude -, la nostra fortuna è stataincontrare la Diabaino».

Pasquale Zumbo

Foto www.artemisialab.it

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Asia Maria ha quattro mesie un giorno saprà. Saprà diessere nata al termine diun parto molto speciale.Manuela, la madre, è in-fatti una paziente con dia-bete. «Sono statabenissimo - rivela -. Il mo-nitoraggio costante mi hapermesso di non superaremai i 130 mg di glicemiadurante il parto. La ge-stione è stata perfetta,senza problemi». Manuela è stata la primadonna in Calabria a parto-rire con holter glicemico emicro ma arrivare a questorisultato non è stato semplice. «Non volevano tenessiil microinfusore durante il parto perché loro nonerano in grado di usarlo - spiega Manuela -. Non co-noscendone il funzionamento, di solito preferisconousare gli strumenti tipici ma sono stata caparbia, hovoluto fortemente tenerlo». Per rassicurare l'equipe,Manuela ha detto che se avesse perso conoscenzaavrebbero dovuto solo sfilare l'ago e gestirla conl'iniettore automatico, con la penna. «In quel mo-mento non sapevo che avrei avuto anche l'assistenzadi un'infermiera Diabaino che avrebbe monitorato co-stantemente la mia glicemia - racconta ancora -. Ildottore che mi ha seguito per tutta la gestazione, erafavorevole a questo tipo di soluzione. Inoltre, ero co-stantemente in contatto con la dott.ssa Ferraro e lapresidente Gabriella Violi e quindi mi sentivo tran-quilla». La bimba , Asia Maria, è nata più grande del normaledella macrosomia fetale che accompagna le mamme

con diabete, «ma l'importante è che tutto sia andatobene, dalla gravidanza, gestita in maniera eccellente,al parto».Ma facciamo un passo indietro e con Manuela tor-niamo al periodo che ha preceduto il concepimento diAsia Maria. Perché spesso, per le donne che convi-vono con il diabete, non è facile immaginare una gra-vidanza. «Se ho avuto paura di un possibile parto?No, ho voluto il microinfusore proprio per poter averedei figli senza andare incontro a complicanze - ricorda-. I miei livelli di glicemia erano davvero troppo alti, ge-stivo malissimo il mio diabete e il rischio per me el'eventuale bambino sarebbe stato elevatissimo». Aquel punto è entrata in scena la Diabaino. «Quandoho scoperto l'esistenza della Diabaino e della Dott.ssaFerraro, specialista nell'impianto e nella gestione deimicroinfusori, la mia vita è cambiata - afferma Ma-nuela -. Così ho frequentato corsi di formazione, dipreparazione per l'impianto del micro. La Diabainomi ha accolta benissimo, sono stato visitata da psi-cologo, dietista, diabetologo... In pratica, seguita datutta l'equipe». Alla fine del percorso, la futura mammina ha avutoil "placet" per mettere il microinfusore. Pochi mesidopo era già in dolce attesa... «Da lì in avanti i moni-toraggi sono divenuti costanti - dice ancora -, conanche 10 misurazioni al giorno. Tutto questo mi hapermesso di avere una gravidanza e un parto per-fetti. Il risultato, la mia Asia Maria - conclude -, èsplendido!».

Pasquale Zumbo

Racconti di vitaRacconti di vita* * ** * *

Diabaino, il parto speciale di ManuelaDiabaino, il parto speciale di Manuela

foto: lambertini.net

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Nuove FrontiereNuove Frontiere* * ** * *

«Nonostante gli enormi progressi fatti in questocampo, soprattutto dopo la scoperta dell’insu-lina avvenuta novant’anni fa, continuiamo a cu-rare il diabete con una comprensione piuttostolimitata del metabolismo integrato nel soggettoumano». A dirlo è John Nolan, Ceo e Head dello StenoDiabetes Center di Copenhagen, che alla fine dinovembre è intervenuto con una sua lecturealla Cattolica di Roma sul tema del metaboli-smo umano e la clinica del diabete. La sempre maggiore complessità della medicinamoderna presenta enormi sfide. Gli esseriumani vivono più a lungo e, con l’aumentaredell’età, spesso svilup-pano più di una malat-tia cronica. Moltepersone anziane e dimezza età prendonopiù di un farmaco e untrattamento può avereeffetti collaterali inde-siderati. Una dellesfide più importantidella clinica moderna èriuscire a sintetizzare,integrare e, alla finfine, “tradurre” inbuon senso le cure se-condo le esigenze individuali del paziente.«I pazienti affetti da diabete - sottolinea Nolan -affrontano tutti i giorni, 24 ore al giorno, unavera lotta per mantenere un livello accettabiledi glucosio plasmatico, per evitare l’ipoglicemiae per combinare tutto questo con le esigenzedella vita quotidiana. Noi medici li vediamo almassimo per una o due ore all’anno ed è incre-dibile che se la cavino così bene, dati i limitidella nostra conoscenza attuale».Lo specialista ricorda che negli Stati Uniti, il pa-ziente affetto da diabete di tipo 1 che è vissutopiù a lungo ha festeggiato il suo novantesimocompleanno nel 2011, dopo che la malattia gliera stata diagnosticata nel 1926, quando avevacinque anni. «Secondo lui - dice Nolan - il se-greto del suo successo è stato sapere più diquanto fosse necessario o ci si aspettasse da luie assumere il controllo della situazione. Usauna pompa per insulina dal 1978».Nolan propone poi un altro «buon esempio delledifficoltà che si incontrano nello studio del me-tabolismo umano»: un caso di insulino-resi-

stenza estrema come quello di un ragazzo di 19anni, basso di statura e affetto da diabete pre-coce (diagnosticato con il test orale di tolleranzaal glucosio) e segni di insulino-resistenzaestrema. Questo paziente non aveva le caratte-ristiche cliniche che fanno pensare alla "solita"sindrome di insulino-resistenza né una storiafamiliare di diabete. È stato curato, ricorda an-cora lo specialista, modificando la dieta e intro-ducendo l’esercizio fisico e più tardi conmetformina, fenofibrato, pioglitazone e più re-centemente con sitagliptin. Nonostante la formaestrema di insulino-resistenza, grazie ai farmaciil paziente ha mantenuto un buon controllo me-

tabolico per più di undecennio. Le indaginisulla sua condizionemetabolica di basehanno richiesto più didieci anni, e, alla fine,hanno coinvolto diret-tamente sei gruppi diricerca e indiretta-mente altri 18 gruppidi un consorzio clinico.La diagnosi genetica èstata formulata nel2011 e ha confermatoche, oltre alle grave re-

sistenza all’insulina, a questo fenotipo è asso-ciato un difetto di pericentrina (finorasconosciuto), riscontrato in 18 su 21 dei sog-getti che hanno partecipato a un ampio studiointernazionale su pazienti con una storia clinicasimile alla sua.Un problema molto più comune, ma altrettantoinquietante, avverte quindi Nolan, è il rapidoaumento della prevalenza del diabete di tipo 2nei pazienti obesi giovani, di solito nel periododell’adolescenza o subito dopo. La globalizza-zione e la vita moderna sembrano essere lecause principali di questo fenomeno, soprat-tutto in Cina, in India e negli Stati Uniti. Labase metabolica di questo nuovo fenotipo è an-cora poco conosciuta. «La stiamo studiando dadiversi anni - spiega Nolan - e abbiamo dimo-strato che questi pazienti sono gravemente in-sulino-resistenti. Abbiamo anche dimostratoche i giovani diabetici di tipo 2 rispondono ina-spettatamente male alla ginnastica aerobica.Sembra che dal punto di vista metabolico sianogravemente “decondizionati” e molto più resi-

Nolan all’origine del DiabeteNolan all’origine del Diabete

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stenti agli interventi sullo stile di vita di quantoci si potrebbe aspettare».Come possono essere affrontate a livello clinicoqueste sfide metaboliche, rare o comuni chesiano? La «lezione principale» che possiamotrarre da questi esempi, risponde l'esperto, èche il semplice approccio tradizionale non è piùsufficiente a risolvere questi problemi clinicicomplessi. Per le malattie rare, prosegue, quelloche serve è poter accedere a ricerche di grandidimensioni e ampie reti cliniche, perché solo lacollaborazione e la condivisione delle cono-scenze e delle risorse consente di formulare unadiagnosi accurata. Il consorzio DEXLIFE, fi-nanziato dall’Unione europea e coordinato dalloSteno Diabetes Center da lui guidato, ricordaNolan, sta studiando i meccanismi di progres-sione del diabete di tipo 2 e la risposta all’eser-cizio fisico in una serie di studi su coortinumerose, che comprendono pazienti con in-sorgenza precoce del diabete di tipo 2. Un’ini-ziativa più recente, sempre a livello paneuropeo,è quella di programmare la creazione di unaPiattaforma europea per la ricerca clinica nel

campo del diabete. Una volta avviata, assicura,questa piattaforma potrà modificare radical-mente la capacità dei medici e degli scienziatieuropei di studiare e trattare il diabete in tuttala sua complessità a un livello di gran lunga su-periore a quello di oggi.«L’Europa ha una lunga tradizione di clinica dialta qualità – ricorda infine Nolan - ma è moltoindietro rispetto agli Stati Uniti in termini di fi-nanziamenti e di infrastrutture. Le cliniche delfuturo dovranno essere in rete tra loro e per-mettere a pazienti e medici di accedere a tutte leinformazioni, alle risorse e alle opportunità diricerca che non sono possibili nella pratica tra-dizionale di oggi. Il futuro del trattamento per-sonalizzato delle malattie metaboliche –conclude - dipende da questa visione e da que-sta ambizione».

Tratto da: Healthdesk, 07 dicembre 2012

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USA: AMERICANI SEMPRE PIU' LONGEVI, MAPIU' MALATI (di Nicoletta Nencioli) (ANSA) - WA-SHINGTON, 12 DIC - Gi americani stanno diven-tando piu' longevi ma piu' malati. E nel quadro di unaaspettativa di vita che si allunga, la 'fontana della gio-vinezza' risiede nella Grande Mela: a New York i natinel 2010 possono attendersi di vivere sino a 80,9anni in media, quando nel resto del Paese l'aspetta-tiva si attesta sui 78,7 anni. L'allarme di una nazioneche invecchia, ma male, di una nazione i cui cittadini''stanno regredendo in termini di benessere fisico'' e'stato lanciato dalla United HealthFoundation, che da 23 anni forni-sce il rapporto sullo stato di salutedell'Unione. Anche se per MichaelBloomberg, sindaco di New York, idati sono musica per le orecchie:''Siamo orgogliosi di cio' che ab-biamo fatto: dal 2001 a New York lamortalita' infantile e' scesa del 23%e la vita media si e' allungata di piu'di tre anni. Sono cifre che vengonodalle campagne contro l'obesita', contro il fumo. Maanche grazie alla diagnosi precoce del virus Hiv''.Nella cornice di una nazione che ha compiuto stra-ordinari progressi negli ultimi 10 anni in termini di al-lungamento della durata della vita - si osserva nelrapporto - le note dolenti riguardano il parallelo e con-tinuo incremento di malattie prevenibili e stili di vitanocivi: obesita', diabete, ipertensione, sedentarieta'. Idati parlano chiaro: il 26,2% degli americani sono se-dentari, ossia non fanno alcun tipo di esercizio fisico.L'obesita' colpisce il 27,8% dei cittadini e persino nelloStato piu' 'magro', il Colorado, il dato rimane al 20%.Il diabete e' a livelli epidemici al 9,5% della popola-zione Usa, con punte quasi al 13% nel West Virginia.L'ipertensione, poi, colpisce il 30,8% degli abitantiUsa. Ad incidere sulla 'geografia della salute' sonoanche le condizioni economiche.

SALUTE: CUORE "BIG KILLER" ITALIANI (AGI) -Roma, 11 dic. - E' il cuore il "big killer" degli italiani:le malattie del sistema circolatorio restano infatti laprima causa di morte con 224.830 decessi (il 38,2%)nel 2009, seguite dai tumori con 174.678 decessi (il29,7%). Continua ad aumentare l'incidenza del dia-bete: in Italia si contano ormai tre milioni di malati.Sono i dati contenuti nella relazione sullo stato sani-tario del Paese presentata oggi al ministero della Sa-lute. Tra le donne, le malattie cardiovascolari siconfermano principale causa di morte con 127.060

decessi (il 42,1%), mentre i tumori rappresentano laseconda causa con 76.112 decessi (il 25,2%). Tra gliuomini, la prima causa di morte e' rappresentata in-vece dai tumori con 98.566 decessi (il 34,4%), seguitaimmediatamente dalle malattie del sistema cardio-circolatorio con 97.770 decessi (il 34,1%). Le malat-tie del sistema respiratorio in Italia sono la terzacausa di morte, responsabili di 39.949 decessi (6,8%),di cui 22.329 tra gli uomini e 17.620 tra le donne. Idati ISTAT, si legge nel rapporto, indicano che la pre-valenza del diabete mellito in Italia e' in regolare au-

mento nell'ultimo decennio.Risulta diabetico il 4,9% della po-polazione (5,0% delle donne,4,7% degli uomini), pari a circa 3milioni di persone. La prevalenzadel diabete aumenta con l'eta'fino al 19,8% nelle persone coneta' uguale o superiore ai 75anni. Nelle fasce d'eta' tra 35 e 64anni la prevalenza e' maggiore fragli uomini, mentre oltre i 65 anni

e' piu' alta fra le donne ed e' piu' alta nel Sud e nelleIsole, con un valore del 6,0%, seguita dal Centro conil 5,1% e dal Nord con il 4,0%. Si stima infine chesiano attribuibili al fumo di tabacco dalle 70.000 alle83.000 morti l'anno, oltre il 25% di questi decessi e'compreso tra i 35 ed i 65 anni di eta'. Su 52 milionidi abitanti con eta' superiore ai 14 anni, i fumatorisono circa 11,6 milioni (22,3%) di cui 7,1 milioni diuomini (28.4%) e 4,5 milioni di donne (16.6%).

USA:MENO BIMBI OBESI, INVERSIONE TREND,CAMPAGNE SENSIBILIZZAZIONE FUNZIONANO(di Valeria Robecco). (ANSA) - NEW YORK, 11 DIC -Un risultato inatteso, una svolta senza precedenti cheha lasciato increduli gli stessi medici: per trent'annigli Stati Uniti hanno assistito a livelli sempre crescentidi obesita' infantile, e oggi, per la prima volta, diversecitta' registrano un trend inverso. La tendenza - ri-portata da un rapporto della 'Robert Wood JohnsonFoundation' - e' emersa non solo in metropoli comeLos Angeles e New York, ma anche in centri piu' pic-coli come Anchorage, in Alaska, e Kearney, Nebra-ska. I dati parlano chiaro: nella Grande Mela peresempio (dove il sindaco Michael Bloomberg da anniconduce una crociata contro l'obesita') il calo deltasso di bambini in eta' scolare gravemente sovrap-peso e' stato del 5,5% nel quadriennio dal 2007 al2011. Seguono Filadelfia con il 5% e Los Angeles conil 3%. Gli scettici sottolineano come difficilmente i

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programmi anti-obesita' funzionano. A livello nazio-nale, secondo i dati del 'Centers for Disease Controland Prevention', il 17% dei bambini e ragazzi conmeno di 20 anni, e' obeso: una condizione che alungo termine rappresenta un grave rischio per la sa-lute, aumentando la possibilita' di contrarre malattiecardiache, ictus e diabete. Non solo, poiche' secondol'American Cancer Society, una su sette delle personeche muoiono di cancro sono sovrappeso o grave-mente sovrappeso. E, per i medici, si tratta di un pro-blema che colpisce soprattutto i bambini poveri. Il20% dei piccoli provenienti da famiglie a basso red-dito sono obesi, rispetto a circa il 12% di coloro chehanno genitori benestanti. Inoltre, se in alcuni casi ilcalo registrato riguarda bambini di ogni razza, nelsud si verifica in maggioranza tra i bianchi. Una dif-ferenza ancora maggiore tra le femmine: circa il 25%delle ragazze nere sono obese, contro il 15% di quellebianche.

DIABETE: UN MALATO SU 3 E' OVER 65, LASFIDA DELL'ASSISTENZA (AGI) - Roma, 3 dic. -Cresce il numero degli anziani con diabete. Oggi, in-fatti, nel nostro paese sucirca 3 milioni di per-sone colpite da diabetedi tipo 2, due terzihanno un'eta' superioreai 65 anni, con il 25%over 75. Il dato, desti-nato a crescere in vistadel progressivo invec-chiamento della popola-zione, fa riflettere e ponel'attenzione sulla cura el'assistenza dell'anzianocon diabete, ma soprat-tutto sulla prevenzionedelle complicanze strettamente correlate alla malat-tia. E' quanto emerge dal Rapporto "Anziani condia-bete", realizzato con il contributo non condizionato diNovartis, nell'ambito del progetto Annali AMD del-l'Associazione Medici Diabetologi (AMD). Il Rapportoanalizza i dati relativi a 250 Centri di diabetologia dif-fusi su tutto il territorio nazionale, per un totale diquasi 415.000 persone con diabete di tipo 2. "I datiraccolti ci forniscono una fotografia importante, eforse unica, sulla tipologia di assistenza riservata aquesta particolare categoria di persone e ai loro biso-gni ancora insoddisfatti", dichiara Carlo B. Giorda,Presidente AMD e Direttore della Struttura Com-plessa Malattie Metaboliche e Diabetologie Asl Torino5. Emerge, infatti, con chiarezza quanto sia difficiletracciare un identikit preciso dell'anziano con diabete,"mettendoci di fronte a due tipologie chiaramente

identificabili: i 'diabetici anziani', piu' semplici da ge-stire perche' hanno gia' ricevuto nel corso della loromalattia tutte le indicazioni sui corretti stili di vita esulle cure da seguire e gli 'anziani diabetici' ossia per-sone che sono diventate diabetiche nella terza oquarta eta', nelle quali e' piu' difficile intervenire, mi-gliorare lo stile di vita o cambiare abitudini radicate",aggiunge Maria Antonietta Pellegrini, Coordinatoredel Gruppo AMD "Diabete nell'anziano" e DirigenteMedico della SOC di Endocrinologia e Malattie delMetabolismo - Azienda Ospedaliero Universitaria diUdine. I dati emersi dagli Annali AMD documentano chenella popolazione anziana la qualita' dell'assistenzae' buona. Lo testimonia l'elevata quota di personeover 65, superiore agli under 65, che raggiunge valoridi emoglobina glicata (HbA1c, il parametro che de-termina il grado di controllo della malattia e il cui va-lore normale dovrebbe essere 7% o meno) del 7-8%:30% e 25% rispettivamente. Anche la quota di chisupera il 9%, un dato invece fortemente negativo, e'migliore: 11% negli over 65, 16,5% negli under. Unaltro dato particolarmente importante emerge dal-

l'analisi dell'impiego deifarmaci. Negli anziani,farmaci tradizionalicome le sulfaniluree ri-sultano essere ancoratra i piu' utilizzati: me-diamente nel 36% degliover 65. Questi farmaci,tuttavia, espongono a unrischio di ipoglicemia ele-vato e alle complicanzead essa correlate. Perqueste ragioni i tratta-menti antidiabetici desti-nati a questa categoria di

persone devono tenere conto dell'eta' e della loro fra-gilita', garantendo insieme all'efficacia un elevato pro-filo di tollerabilita'. "I numeri parlano chiaro. Laprevalenza del diabete ha un'impennata dopo i 65anni. Tra i 65 e i 74 anni sale al 16,3% per arrivareal picco del 19,8% oltre i 75 anni. Sebbene il diabetesia oggi controllabile, va diagnosticato ed affrontato intempo e soprattutto non sottovalutato in quanto, semal curato, rappresenta un importante fattore di ri-schio per le malattie cardiovascolari, per le infezioni,per le malattie oculari, per le malattie nervose, tuttefortemente invalidanti per la vita quotidiana e di re-lazione sociale della persona anziana diabetica, con-dizionando nel contempo anche i caregiver e i suoifamiliari", dichiara Roberto Messina, Presidente Fe-derAnziani.

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