diari - friedrich hebbel

30
Il drammaturgo Christian Friedrich Hebbel (Wesselbu- ren, 1813 – Vienna, 1863) alla morte del padre mu- ratore si impiegò come scrivano parrocchiale. Dopo gli studi ad Amburgo, alle prese con continui problemi economici, visse a Heidelberg e a Monaco, dove scrisse i suoi primi drammi teatrali, fra cui Judith (1814), libera rielaborazione della vicenda biblica. Seguirono Maria Magdalena (1844), un attacco al- l’etica borghese e alla sua inumana concezione del- l’onore; Herodes e Marianne (1850); Agnes Bernauer (1855), dramma della ragion di stato; Gyes e il suo anello (1856); la trilogia I Nibelunghi (1862). Lorenza Rega è docente universitaria. Si occupa da sempre di scienze della traduzione e di letteratura tedesca. Ha pubblicato numerosi contributi sulla tra- duzione letteraria, la didattica della traduzione e la traduzione specializzata (in particolare nel settore del diritto, dell’economia e della divulgazione scien- tifica), nonché svariati saggi su autori tedeschi, au- striaci e altoatesini di lingua tedesca (fra i quali J.W. Goethe, Fr. Hebbel, F. Blei, B. Brecht, K. Menapace). Ha curato la traduzione in italiano dal tedesco di nu- merosi testi letterari e specialistici. Studi DIABASIS DIABASIS FRIEDRICH HEBBEL DIARI Sono cronache argute, taglienti aforismi e profondi pensieri, questi Diari di Friedrich Hebbel: «riflessioni, sotto forma di diario, sul mondo, la vita e i libri, ma soprattutto su me stesso». Un classico tedesco si rac- conta, vitalmente radicato nella totalità ottocentesca e proteso verso il nichilismo novecentesco. L’universo poetico presente nei Diari è un grande mosaico della realtà e insieme una tormentata indagine dei lati più oscuri dell’uomo. Il senso dell’ordine che traspare dai Diari, messo in luce e anche criticato da Bertolt Brecht, è più che altro apparente, e rappresenta un disperato tentativo di dare forma all’esistenza. Come sostiene Claudio Magris, in questi affascinanti Diari, “specchi del- l’anima” oppure “del mondo”, il pathos inquieto e contraddittorio, ottocentesco, è in realtà più vicino a noi di quanto non sembri. Essi offrono anche uno sguardo su eventi storici e sociali del tempo, come la rivoluzione del 1848-49; o l’attentato a Francesco Giuseppe; o la lunga conversazione con Metternich. SCRITTURE Inizio questo diario non soltanto per fare un favore al mio futuro biografo, che certamente avrò, considerate le mie prospettive di diventare immortale […]. E chi può assistere indifferente allo spettacolo di migliaia di mondi che spro- fondano in lui, senza desiderare di salvare almeno il divino, sia stato esso una gioia o un dolore, che li ha percorsi? Con questa rigorosa e felicissima traduzione pressoché inte- grale dei Diari, Lorenza Rega completa – rinnovandola – l’opera di Slataper, in una continuità ideale e feconda della germanistica triestina, e, soprattutto, di quegli studi di lettera- tura tedesca ai quali la grande generazione triestina chiedeva non solo conoscenza letteraria, ma formazione esistenziale e storica, maturazione spirituale. Claudio Magris 35,00 DIARI FRIEDRICH HEBBEL A cura di Lorenza Rega Prefazione di Claudio Magris HebbelOK_manu 40mm:Layout 1 13-03-2009 14:06 Pagina 1

Upload: diabasis-edizioni

Post on 09-Mar-2016

261 views

Category:

Documents


0 download

DESCRIPTION

Sono cronache argute, taglienti aforismi e profondi pensieri, questi Diari di Friedrich Hebbel: "riflessioni, sotto forma di diario, sul mondo, la vita e i libri, ma soprattutto su me stesso". Un classico tedesco si racconta, vitalmente radicato nella totalità ottocentesca e proteso verso il nichilismo novecentesco. L'universo poetico presente nei Diari è un grande mosaico della realtà, e insieme una tormentata indagine dei lati più oscuri dell'uomo. Il senso dell'ordine che traspare dai Diari, messo in luce e anche criticato da Bertolt Brecht, è più che altro apparente, e rappresenta un disperato tentativo di dare forma all' esistenza. Come sostiene Claudio Magris, in questi affascinanti Diari, "specchi dell'anima" oppure "del mondo", il pathos inquieto e contraddittorio, ottocentesco, è in realtà più vicino a noi di quanto non sembri.

TRANSCRIPT

Page 1: Diari - Friedrich Hebbel

Il drammaturgo Christian Friedrich Hebbel (Wesselbu-ren, 1813 – Vienna, 1863) alla morte del padre mu-ratore si impiegò come scrivano parrocchiale. Dopogli studi ad Amburgo, alle prese con continui problemieconomici, visse a Heidelberg e a Monaco, dovescrisse i suoi primi drammi teatrali, fra cui Judith(1814), libera rielaborazione della vicenda biblica.Seguirono Maria Magdalena (1844), un attacco al-l’etica borghese e alla sua inumana concezione del-l’onore; Herodes e Marianne (1850); AgnesBernauer (1855), dramma della ragion di stato; Gyese il suo anello (1856); la trilogia I Nibelunghi (1862).

Lorenza Rega è docente universitaria. Si occupada sempre di scienze della traduzione e di letteraturatedesca. Ha pubblicato numerosi contributi sulla tra-duzione letteraria, la didattica della traduzione e latraduzione specializzata (in particolare nel settoredel diritto, dell’economia e della divulgazione scien-tifica), nonché svariati saggi su autori tedeschi, au-striaci e altoatesini di lingua tedesca (fra i quali J.W.Goethe, Fr. Hebbel, F. Blei, B. Brecht, K. Menapace).Ha curato la traduzione in italiano dal tedesco di nu-merosi testi letterari e specialistici.

S t u d i

DIABASISDIA

BASI

S

FRIEDRICH HEBBELDIARI Sono cronache argute, taglienti aforismi e profondi

pensieri, questi Diari di Friedrich Hebbel: «riflessioni,sotto forma di diario, sul mondo, la vita e i libri, masoprattutto su me stesso». Un classico tedesco si rac-conta, vitalmente radicato nella totalità ottocentescae proteso verso il nichilismo novecentesco. L’universopoetico presente nei Diari è un grande mosaico dellarealtà e insieme una tormentata indagine dei lati piùoscuri dell’uomo. Il senso dell’ordine che traspare dai Diari, messo inluce e anche criticato da Bertolt Brecht, è più chealtro apparente, e rappresenta un disperato tentativodi dare forma all’esistenza. Come sostiene ClaudioMagris, in questi affascinanti Diari, “specchi del-l’anima” oppure “del mondo”, il pathos inquieto econtraddittorio, ottocentesco, è in realtà più vicino anoi di quanto non sembri. Essi offrono anche unosguardo su eventi storici e sociali del tempo, come larivoluzione del 1848-49; o l’attentato a FrancescoGiuseppe; o la lunga conversazione con Metternich.

S C R I T T U R E

““Inizio questo diario non soltanto per fare un favore al miofuturo biografo, che certamente avrò, considerate le mieprospettive di diventare immortale […]. E chi può assistereindifferente allo spettacolo di migliaia di mondi che spro-fondano in lui, senza desiderare di salvare almeno il divino,sia stato esso una gioia o un dolore, che li ha percorsi?

Con questa rigorosa e felicissima traduzione pressoché inte-grale dei Diari, Lorenza Rega completa – rinnovandola –l’opera di Slataper, in una continuità ideale e feconda dellagermanistica triestina, e, soprattutto, di quegli studi di lettera-tura tedesca ai quali la grande generazione triestina chiedevanon solo conoscenza letteraria, ma formazione esistenziale estorica, maturazione spirituale.

Claudio Magris

€ 35,00

DIA

RIFR

IED

RIC

H H

EBBE

L

A cura di Lorenza Rega

Prefazione di Claudio Magris

HebbelOK_manu 40mm:Layout 1 13-03-2009 14:06 Pagina 1

Page 2: Diari - Friedrich Hebbel

Hebbel_001-038:000-Fulco prime pagine 4-02-2009 17:18 Pagina 1

Page 3: Diari - Friedrich Hebbel

Hebbel_001-038:000-Fulco prime pagine 4-02-2009 17:18 Pagina 2

Page 4: Diari - Friedrich Hebbel

S C R I T T U R E S t u d i. 8 .

Itinerari di Filosofia estetica e spiritualità moderna diretti da Anna Giannatiempo Quinzio

Hebbel_001-038:000-Fulco prime pagine 4-02-2009 17:18 Pagina 3

Page 5: Diari - Friedrich Hebbel

Progetto grafico e copertinaBosioAssociati, Savigliano (CN)

ISBN 978 88 8103 547 2

© 2009 Edizioni Diabasisvia Emilia S. Stefano 54 I-42100 Reggio Emilia Italiatelefono 0039.0522.432727 fax 0039.0522.434047

[email protected] www.diabasis.it

Hebbel_001-038:000-Fulco prime pagine 4-02-2009 17:18 Pagina 4

Page 6: Diari - Friedrich Hebbel

D I A B A S I S

Friedrich Hebbel

DiariA cura di Lorenza Rega

Prefazione diClaudio Magris

Hebbel_001-038:000-Fulco prime pagine 4-02-2009 17:18 Pagina 5

Page 7: Diari - Friedrich Hebbel

Hebbel_001-038:000-Fulco prime pagine 4-02-2009 17:18 Pagina 6

Page 8: Diari - Friedrich Hebbel

Friedrich HebbelDiariA cura di Lorenza Rega

PrefazioneI Diari di Friedrich Hebbel e la germanistica trie-stina,Claudio Magris

I Diari di Friedrich Hebbel (1835-1836): lotta per l’esistenza e nostalgia del tuttoLorenza Rega

Nota alla traduzione dei Diari

Nota biografica

Diario 1

Diario 2

Diario 3

9

13

33

37

39

238

323

Hebbel_001-038:000-Fulco prime pagine 4-02-2009 17:18 Pagina 7

Page 9: Diari - Friedrich Hebbel

Hebbel_001-038:000-Fulco prime pagine 4-02-2009 17:18 Pagina 8

Page 10: Diari - Friedrich Hebbel

Questo libro – oltre a rendere accessibile al lettore italiano un’o-pera chiave e più orecchiata che conosciuta di un grande autore te-desco ed europeo, vitalmente radicato nella totalità ottocentesca eproteso verso il nichilismo novecentesco – riprende e rinnova, conrigore filologico e originalità critica, una tradizione fondante dellagermanistica triestina. Come ricorda Lorenza Rega nel suo saggiointroduttivo, Scipio Slataper si appassiona fin dal 1900 ai Diari diHebbel, una scelta dei quali uscirà nella sua versione nel 1919, do-po la sua morte; di Hebbel, Slataper traduce, insieme all’amico Mar-cello Löwy, anche la Judith.

Queste traduzioni e interpretazioni non sono soltanto un essen-ziale contributo alla germanistica, un esercizio di versione e di cri-tica letteraria su testi di lingua tedesca, allora la lingua della Kulturper eccellenza e di quella koiné mitteleuropea di cui Slataper e lapattuglia di giovani poeti e intellettuali intorno a lui sognavano cheTrieste fosse un centro, un avamposto del futuro e di una nuovacultura, e operavano per tradurre questa visione in realtà, in quelcortocircuito d’aurora e di tramonto che erano gli anni prossimi al-la sanguinosa apocalisse della Grande Guerra. Lo studio delle let-terature – e in particolare di quella tedesca e scandinava, rappre-sentate soprattutto da Hebbel e Ibsen – obbediva a una funzionepiù alta di quella meramente letteraria; s’inquadrava nell’indaginemorale dell’individuo e delle sue possibilità o impossibilità di “vi-ta vera”, di vita autentica in un’epoca di radicali trasformazioni e inuna società sempre più anonima e impersonale.

È noto come gli scrittori triestini di quella generazione rifiutas-sero, in famose dichiarazioni programmatiche, la letteratura qualemera produzione estetica e proclamassero una loro “antilettera-rietà”, un’esigenza non di bellezza ma di verità, di fondazione diun’identità: la letteratura è “menzogna” per Saba, “cosa ridicola edannosa” per Svevo, “triste e secco mestiere“ per Slataper, il qualeafferma di essere prima uomo e poi poeta e non letterato. Quando

9

PrefazioneI Diari di Friedrich Hebbel e la germanistica triestina

Hebbel_001-038:000-Fulco prime pagine 4-02-2009 17:18 Pagina 9

Page 11: Diari - Friedrich Hebbel

lavorava al libro su Ibsen, il suo capolavoro, Slataper aveva annota-to un appunto scritto dal grandissimo norvegese durante la stesuradegli Spettri: “pretendere di vivere” (di vivere veramente, autenti-camente) “è da megalomani.” Naturalmente Ibsen – e con lui Sla-taper – sapevano bene che senza questa megalomania non si vive lavita vera, ma sapevano pure che soltanto se ci si rende conto di quan-to ardua, temeraria sia questa necessaria pretesa, ci si può avvicina-re un po’ di più all’autenticità.

Letteratura dunque come vita: come analisi della vita nella suatensione fra un assoluto esistenziale e la storicità e come progetto,individuale e corale, di vita, di formazione di quell’“uomo nuovo”cui tendono, nelle forme più diverse, la poesia e la filosofia europeein quegli anni precedenti la Grande Guerra. Marcello Löwy, l’ami-co che traduce con Slataper Hebbel, è un’altra di queste figure di ge-niali triestini alla ricerca della vita vera. Studente di medicina a Vien-na, e poi medico, di origine ebraica e da giovane lontano da qualsia-si fede, Löwy la troverà – dopo un felice matrimonio e la morte dellamoglie – nel cattolicesimo e nella vocazione sacerdotale: l’inquietointellettuale slataperiano diventerà Monsignor Labor, uomo di spi-rito libero e di illuminata carità cristiana animata dal fuoco genero-so di quella formazione giovanile.

Hebbel, e in particolare i suoi Diari, sono un punto di riferimen-to e di confronto fondamentale per questa ricerca, e lo sono anche eancor di più oggi, in forma diversa. Sia il teatro hebbeliano sia l’ope-ra diaristica mettono a fuoco il problema dell’Io, che dopo Hebbeldiventerà sempre più centrale per tutta la letteratura europea: tra vio-lente, fascinose e talora esuberanti contraddizioni, Hebbel esalta ti-tanicamente l’Io e al contempo si confronta con la precarietà e la de-bolezza dell’egoismo soggettivo; affronta il rapporto dell’individuocol Tutto che lo potenzia e lo annienta, con la Storia che nel suo pro-gresso talora esige il suo perire e con la Legge, sempre inadeguata al-l’irripetibile singolarità ma da lui infine accettata con un pathos del-la totalità cui ci si deve pur dolorosamente inchinare. Questo uni-verso poetico vive nei drammi e, in forma analitica, nei Diari, grandemosaico della realtà e insieme tormentata indagine dei lati più oscu-ri dell’uomo che, come scrive Lorenza Rega, affascinano Hebbel.

Con questa rigorosa e felicissima traduzione pressoché integraledei Diari, Lorenza Rega completa – rinnovandola – l’opera di Slata-per, in una continuità ideale e feconda della germanistica triestina, e,soprattutto, di quegli studi di letteratura tedesca ai quali la grande

10

Hebbel_001-038:000-Fulco prime pagine 4-02-2009 17:18 Pagina 10

Page 12: Diari - Friedrich Hebbel

generazione triestina chiedeva non solo conoscenza letteraria, maformazione esistenziale e storica, maturazione spirituale. Questa ver-sione dei Diari e l’intensa, acuta introduzione che la accompagna co-stituiscono un evento rilevante per la germanistica italiana e la cul-tura in generale. Ancora una volta, Lorenza Rega rivela le sue pecu-liari qualità di studiosa, la sua puntigliosa intelligenza critica, la suapreparazione linguistica e la sua capacità espressiva. Spazia conuguale competenza nella critica letteraria e nella linguistica, comedimostra la sua ampia e variegata produzione scientifica. Profondaconoscitrice di letteratura austriaca nel senso più ampio del termi-ne, ha tradotto e interpretato con particolare finezza autori qualiFranz Blei e George Saiko, figure essenziali e poco conosciute delcontinente spirituale mitteleuropeo, e ha studiato sotto vari aspetti laletteratura sudtirolese, sia in generale sia in singoli autori (per esem-pio Franz Tumler); ha interpretato testi di Brecht e di Rilke, opereclassiche quali Il viaggio in Italia di Goethe e autori minori ma cul-turalmente significativi quali Karl May. Alla critica storico-letterariaLorenza Rega ha affiancato una assai notevole ricerca linguistica, ric-ca di contributi originali, che abbracciano la didattica della tradu-zione in generale e l’analisi di problemi specifici, quali ad esempiol’aggettivo composto nel linguaggio della sociologia o la compila-zione di glossari, lo studio di linguaggi settoriali come quello giuri-dico o cinematografico, l’uso di dizionari specialistici nell’era di In-ternet e la critica della traduzione. Queste due competenze, che fan-no di lei una solidissima studiosa, confluiscono idealmentenell’eccellente volume La traduzione letteraria. Con la versione e lapresentazione di questi Diari di Hebbel, Lorenza Rega ha riaperto ildiscorso su un grande autore da tempo alquanto trascurato, forsemesso in ombra dalla “forma chiusa” che si è voluta vedere nel suoteatro, considerato dunque tradizionale o restaurativo rispetto allavincente “linea aperta” che da Büchner arriva a pressoché tutto ilNovecento. In realtà, anche il pathos monumentale dei suoi grandidrammi – spesso rivolti alla possente rappresentazione dei grandimomenti di sconvolgente transizione storica e del grande individuoattraverso il cui perire si compie il trapasso epocale − è molto più in-quieto, più ambiguo e contraddittorio, più vicino a noi di quantosembri. E lo sono ancora di più questi affascinanti Diari “specchidell’anima” – come sono stati spesso definiti scritti del genere – op-pure “del mondo”.

Claudio Magris

11

Hebbel_001-038:000-Fulco prime pagine 4-02-2009 17:18 Pagina 11

Page 13: Diari - Friedrich Hebbel

39

Diario 1

Amburgo - Heidelberg - Monaco - Amburgo - Copenhagen - Amburgo

Riflessioni, sotto forma di diario, sul mondo, la vita e i libri, masoprattutto su me stesso, di

Friedrich Hebbeliniziato il 23 marzo 1835

Inizio questo diario non soltanto per fare un favore al mio futu-ro biografo, che certamente avrò, considerate le mie prospettive didiventare immortale. Questo quaderno deve registrare tutte le no-te del mio cuore e conservarle fedelmente, per la mia edificazionefutura. L’uomo non è uno strumento nel quale tutte le note ritor-nano in un ciclo eterno, anche se nelle combinazioni più diverse esingolari; il sentimento che si spegne nel suo petto svanisce per sem-pre; lo stesso raggio di sole non produce mai gli stessi fiori né nellavita fisica né in quella psichica. Ogni ora diventa un mondo con-chiuso che ha un inizio grande o piccolo, una tediosa parte inter-media e una fine temuta o agognata. E chi può assistere indifferen-te allo spettacolo di migliaia di mondi che sprofondano in lui, sen-za desiderare di salvare almeno il divino, sia stato esso una gioia oun dolore, che li ha percorsi? Questa è la mia giustificazione se de-dico ogni giorno alcuni minuti a questo diario. [1]

Per una poesia, da una lettera a M.1

“È una sera così quieta e piacevole che mi pare di struggermi intutta questa serenità, come un fiocco di neve che si sta sciogliendo.L’uomo deve cogliere questi attimi: solo in essi gli è consentito diinvitare l’amico a passeggiare nel suo cuore perché allora la pri-mavera interiore non soltanto germoglia, ma verdeggia e fiorisce.

1. Theodor Mundt, amico di gioventù di Hebbel a Wesselburen.

Hebbel_039-237:Hebbel.009-207 4-02-2009 17:19 Pagina 39

Page 14: Diari - Friedrich Hebbel

40

Ed egli entra nel luogo più sacro della mia anima nel quale io stes-so oso entrare non più spesso di quanto il gran sacerdote degliebrei ardisca varcare la soglia del sancta sanctorum del tempio…Non so se anche a te succede lo stesso; spesso, quando ho in manola chiave del mio cuore mi ritraggo improvvisamente con un bri-vido di terrore, e mi tormento chiedendomi se, come nel caso delgran sacerdote, a trattenermi sia la divinità onnipresente oppure ildiavolo nascosto.” [3]

26 marzo 1835La linea del bello: fino al punto dove arriva. Mi chiedo se in una

mia poesia: “Der Wahnsinns-Traum” 2 tale punto non sia stato su-perato. Forse ci si dovrebbe attenere a questo principio: ciò che ilpoeta forma fedelmente è bello, a partire da questo punto si do-vrebbe generare però una bellezza della bruttezza. La bruttezza piùgrande è la follia perché la dissoluzione è la cosa più brutta in ognioggetto, e in misura superiore nell’oggetto perfetto rispetto a quel-lo imperfetto, che anzi può migliorare nella dissoluzione proprioperché esso offendeva con la sua esistenza. [4]

Oggi il nome è l’unica cosa che agli uomini non piace del dia-volo [6]

Si dice che la gratitudine sia una delle virtù più difficili. Ma cen’è un’altra più difficile ancora, quella di non esagerare con le pre-tese di essere ringraziati. [11]

Sarebbe tremendo se in futuro si dovesse scoprire prima o poi ilfiltro dell’immortalità. Sarebbe anche la prova che i morti non po-tranno mai resuscitare, che loro, miseri, sono morti, per sempre,per sempre!!! [14]

Se l’uomo fosse una miscela di tutti gli elementi naturali (v. lamia poesia Naturalismus), quel filtro sarebbe forse un miscuglio ditutte le linfe animali e vegetali. [15]

La linea del bello è precisa al millimetro e può essere superatasoltanto di 1000 miglia. Il minimo è tutto. [19]

Molto spesso soltanto il rivedersi è la vera separazione. Vediamoche l’altro ha potuto fare a meno di noi, ci osserva come un libro di

2. Sogno di follia. La poesia non è conservata.

Hebbel_039-237:Hebbel.009-207 4-02-2009 17:19 Pagina 40

Page 15: Diari - Friedrich Hebbel

41

cui non ha letto l’ultimo capitolo, vuole studiarci e noi lo abbiamogià studiato fino in fondo. [24]

Perché non riesco ad ascoltare musica per più di un quarto d’o-ra? Penso che nell’anima ci sia un punto profondissimo, e che,quando viene sollecitato, l’anima può essere soltanto torturata ancora oppure uccisa. Il dolore esiste nella durata, la gioia nell’at-timo. [25]

24 aprileCosa accade col profumo dei fiori? Si sviluppa di continuo dai

fiori, oppure la sua durata è legata al momento? Per durata inten-do ovviamente il massimo grado di contenuto spirituale. [27]

4 maggioIl giorno prima del commiato è la croce sopra la tomba; sopra ci

sta scritto l’epitaffio. [30]

19 maggioE se anche fossimo costretti a rinunciare all’immortalità consa-

pevole? Ha importanza che io sappia di avere vissuto in preceden-za se vivo soltanto adesso? [32]

La migrazione dell’anima: un ladro potrebbe essere stato untempo il proprietario delle cose che adesso ruba. [33]

Chissà se Lutero è stato veramente quell’ortodosso rigoroso chesembra? Non ho altri motivi per formulare questa idea se non quel-li derivanti dalla natura dell’animo umano; ma mi sembra che il ge-nio non sia mai schiavo della sua epoca. Forse Lutero prese in con-siderazione soltanto la propria epoca e pose davanti alla gente cheprovava un senso di vertigine davanti all’infinità, un robusto pila-stro a cui potessero ancorarsi, ma era ben lungi dall’esigere l’ado-razione del pilastro. Tuttavia, proprio perché aveva riconosciuto lanecessità della religione positiva, combatteva per dogmi arbitraricome se si fosse trattato del cielo stesso. [36]

5 luglioI disordini a Copenhagen possono preparare una rivoluzione in

Danimarca. Che scoppi quando vuole: la sua storia può essere scrit-ta già prima della sua esistenza. Per il paese sarà meno sanguinosa,ma più vantaggiosa e riuscita di qualsiasi altra precedente. L’abitantedella Danimarca e dello Holstein non agirà mai come una massa; ilrapporto che egli intrattiene col funzionario dello stato determina

Hebbel_039-237:Hebbel.009-207 4-02-2009 17:19 Pagina 41

Page 16: Diari - Friedrich Hebbel

42

ogni cosa. Nel suo superiore egli cerca non soltanto gli strumenti pergiungere al diritto, ma la spiegazoine del diritto stesso. E questo ac-cade perfino col funzionario che gode di una cattiva fama, si di -sprezza il suo carattere, ma si onora la sua intelligenza. Per questo ifunzionari (anche se controvoglia) saranno i capi, e anche se non ri-usciranno a mantenere il trono, manterranno comunque l’ordine.Guai a coloro che non capiranno la loro posizione. [37]

Passeggiata, 6 luglio 1835Guardando la gente consumare il proprio pasto la sera, ci si ren-

de conto che lo sforzo di spiegare la vita può apparire assai ridico-lo. Pane e companatico spiegano tutto. [38]

L’ideale. C’è soltanto quello della realtà del passato ormai tra-scorsa. [39]

La maggiore differenza fra l’epoca attuale e quella passata risie-de nel fatto che oggi vive solo la massa, e un tempo soltanto il sin-golo individuo importante. [46]

Stasera Elise 3 è finalmente ritornata dal suo viaggio. È singolarecome le donne, che amano nell’uomo proprio solo ciò che è esatta-mente opposto alla loro natura, cerchino di renderlo quello che es-se stesse sono: sono dèe che divinizzano soltanto i suoi peccati, mache non glieli perdoneranno mai. Elise vuole vedere il mio diario eio gliel’ho promesso. Si meraviglierà di quanto poco abbia scritto sudi lei; non si meraviglierà che non abbia scritto neanche una paro-la su Alberti 4. [48]

Talune condizioni umane hanno ai miei occhi qualcosa di inte-ressante finché non le ho analizzate e non ho riconosciuto che essesono basate sulla natura. [50]

Quanto deve essere naturale per un vecchio assassinare un bam-bino che vede giocare; gli deve sembrare di essere colui che si im-mola per la salvezza del bambino. [51]

3. Elise Lensing (1804-1854). Innamorata di Hebbel gli diede due figli, Max eErnst, che morirono entrambi in tenera età. Sacrificò il suo modesto patrimoniopersonale per la carriera di Hebbel che le preferì però Christine Enghaus (oEngehaus) che sposò a Vienna il 26 maggio 1846.

4. Leopold Alberti (1816-1892). Hebbel lo aveva conosciuto a Wesselburen eper un periodo aveva diviso la stanza con lui a Amburgo. Faceva parte del gruppoattorno a Amalie Schoppe (v. nota 15, p. 72).

Hebbel_039-237:Hebbel.009-207 4-02-2009 17:19 Pagina 42

Page 17: Diari - Friedrich Hebbel

43

Nella vita non c’è superficie, soltanto profondità, neanche pro-fondità, soltanto un infinito sprofondare. [52]

Chi è rovinato da un destino grande, è piccolo; chi è distrutto daun destino piccolo, può essere grande. [53]

Il disagio dell’uomo durante le rivoluzioni spirituali è simile al-le indisposizioni del corpo in fase di crescita. Aumento e calo si-gnificano ambedue morte (dell’esistente). [55]

Non riesco a immaginarmi un dio che parla. [66]

Come il fisiologo ha compreso la costituzione dell’uomo soltan-to attraverso l’anatomia dell’animale, così anche lo psicologo do-vrebbe iniziare dall’animale e attraverso i fenomeni spirituali os-servati sulla bestia arrivare fino all’uomo. [67]

(da una mia recensione)Se si parte dal presupposto che l’animale è completamente in-

capace di gettare uno sguardo nel mondo che noi definiamo spiri-tuale, dobbiamo concludere che ciò si verifica soltanto perché al-l’animale manca la parola: potrebbe infatti essere difficile dimo-strare che proprio tutto quello che esso fa, senza differenza alcuna,è diretto al soddisfacimento dei suoi bisogni a noi noti; non c’è pe-rò bisogno di dire che a quella conclusione manca molto per esse-re evidente. Sono senz’altro pensabili forze spirituali superiori sen-za un canale fisico della comunicazione che a queste forze corri-sponde; la nostra lingua indica piuttosto una mancanza che unprivilegio del nostro io nel momento in cui essa ci è data soltantocome un mezzo per l’ampliamento e la chiarificazione delle nostreidee discutendo con i nostri simili (le continue modificazioni delleidee, senza motivo né costanza, ci dovrebbero infondere un sensodi minore fiducia nel contenuto e in particolare nella persistenza,vulgo: immortalità del nostro essere); se avessimo concetti assolu-ti la lingua sarebbe alquanto superflua, non ci sarebbe neppure sta-ta data dalla natura attenta a una gestione efficiente, e non vedoperché gli animali non dovrebbero poterla avere. Si potrebbe trat-tare di un canale che gli animali possiedono, di cui noi pensiamo diavvertire la mancanza in essi, ma la cui percezione è semplicemen-te al di fuori della nostra portata; se così fosse il nostro famoso do-minio sugli animali sarebbe che noi siamo per la loro esistenza ter-rena ciò che le tempeste e le inondazioni sono per noi. In ogni caso

Hebbel_039-237:Hebbel.009-207 4-02-2009 17:19 Pagina 43

Page 18: Diari - Friedrich Hebbel

44

noi possiamo sapere dell’animale soltanto questo con certezza, ov-vero che non si trova al nostro stesso livello; ma se più in basso opiù in alto è – penso – una questione aperta. [68]

Il mio diario 1835Quaderno 2

27 luglioLa prova principale contro l’esistenza di Dio è che ci manca il

senso assoluto della nostra immortalità. Potremmo averlo, perchéil cristianesimo è dittatoriale e proibisce il suicidio; la teologia po-trebbe al massimo dire: “l’effetto della nostalgia consumerebbel’uomo.” [74]

ColloquioIo. Mi manca la consapevolezza assoluta della mia immortalità.L.5 Forse è impossibile senza avere il concetto completo della

divinità, che però l’uomo non può possedere dal momento che egliè grande quanto il suo concetto.

Io. Contesto che i due concetti siano così intimamente collegati.Per esempio ho il concetto assoluto del mio io senza avere il con-cetto assoluto della divinità. Tuttavia, dal momento che la consa-pevolezza dell’immortalità gli aggiunge qualcosa soltanto dal pun-to di vista dell’estensione, esso rimane lo stesso etc. Perfino il cri-stianesimo non dice mai che non potremmo avere quel concetto,ma soltanto in modo indiretto che non lo abbiamo, e in particolarequando Cristo dice: abbiate fede, così diventerete beati. (Questabeatitudine per salvare il filosofo in Cristo potrebbe forse essere ri-ferita soltanto alla terra.) Il cristianesimo è soltanto un surrogato (equesto deve ammetterlo perfino il teologo, dal momento cheCristo, secondo la Bibbia, non è più in cielo il mediatore fra Dio egli uomini, ma Dio stesso, e là gli uomini non hanno più bisogno diuna mediazione); la fede è basata sull’autorità di Cristo, non è unafede diretta, ma indiretta; è il frutto del sentimento dell’inadegua-tezza umana e della fiducia in Cristo. Il cristianesimo è pertanto uti-le soggettivamente, ma non necessario oggettivamente; sarebbe og-gettivamente necessario soltanto se fossero dimostrati i limiti siadella forza umana sia della conoscenza umana; e questi potrebbe-ro essere dimostrati soltanto trovando un’idea per la cui compren-

5. Forse Leopold Alberti, (1816-1892) che Hebbel cercò di convincere a nonconvertirsi al cattolicesimo (Lettera di Hebbel a Wacker del 15 marzo 1836).

Hebbel_039-237:Hebbel.009-207 4-02-2009 17:19 Pagina 44

Page 19: Diari - Friedrich Hebbel

45

sione l’uomo dovrebbe impiegare tutte le sue capacità intellettualie via dicendo. [75]

Dio è la quintessenza di tutte le forze, fisiche e psichiche. Egli hadunque i desideri dei sensi. Singolare coincidenza delle due forzeal massimo grado: lo spirito beato nella produzione delle idee, ilcorpo beato nella produzione dei corpi, perché l’idea è sinonimo dispirito. [77]

Le antiche dichiarazioni di messa al bando degli imperatori te-deschi abolivano in realtà ogni diritto invece di essere un atto diamministrazione della giustizia. Nel momento in cui un uomo è di-chiarato fuori legge, gli viene ridata la sua naturale libertà; non hapiù gli obblighi di membro dello stato che non lo riconosce più inquanto tale. Si trova nel più assoluto stato di natura e ogni singoloindividuo può considerarlo un animale selvaggio sul quale puòesercitare violenza non soltanto quando gli ha arrecato danno, maanche perché gli può arrecare danno; soltanto lo stato stesso nel suoinsieme non ha il diritto di punirlo perché – avendolo espulso – loha dispensato dalle leggi che vigono soltanto per coloro che ne go-dono anche i vantaggi. [78]

La religione è la massima vanità. [79]

I pensieri sono i corpi del mondo dello spirito, precise delimita-zioni della luce spirituale che non scompaiono, poiché trapassanonella conoscenza dell’uomo. Singolare coincidenza della natura in-terna ed esterna. [86]

Lasciamo riposare i morti che non lasciano mai riposare noi: ilmio petto è una tomba, vi metto la cara immagine e non la riapriròmai più. Lettera a Barb.6: 8 ott. 1835 [95]

Nel momento in cui ci formiamo un ideale nasce in Dio l’idea dicrearlo. [96]

Il comico è la continua negazione della natura. [99]

Il gusto di una nazione non precede mai il genio, ma gli arrancasempre dietro. [109]

Se dovessi esprimere il mio concetto dell’arte lo baserei sulla li-bertà incondizionata dell’artista e direi: l’arte deve comprendere e

6. Barbeck, amico di Hebbel a Wesselburen.

Hebbel_039-237:Hebbel.009-207 4-02-2009 17:19 Pagina 45

Page 20: Diari - Friedrich Hebbel

46

rappresentare la vita in tutte le sue diverse forme. Si tratta di un’im-presa che non è possibile realizzare limitandosi a copiare: la vita de-ve trovare nell’artista qualcosa di diverso dall’obitorio dove esserericomposta e imbellettata. Noi vogliamo vedere il punto dove essanasce e quello dove si perde come una singola onda nel mare del-l’effetto generale. È scontato che tale effetto può essere doppio eesplicarsi sia verso l’interno sia verso l’esterno. Qui è il lato a parti-re dal quale si può tracciare un parallelo fra i fenomeni della vitareale e quelli della vita fissata nell’arte. [110]

Il sentimento è vita che opera direttamente dall’interno versol’esterno. Poeta lirico è chi ha la forza di delimitarla e di rappre-sentarla. [111]

Il dramma rappresenta il pensiero che vuole diventare azione at-traverso l’agire o il patire. [112]

Perché l’uomo preferisce in generale il nebuloso, il crepuscola-re al giorno chiaro? Crede forse di vedere nella chiarità un velo an-cora più fitto che gli nasconde l’oggetto reale in modo che lui stes-so sembri essere l’oggetto. [120]

Come è possibile una morte che non finisce immediatamente, dalmomento che la vita è indivisibile e che ogni ingrediente è necessa-rio per la sua prosecuzione? [121]

La fede non è un’attività oscura dello spirito, ma al contrarioun’attività chiarissima; essa abbraccia con sicurezza quanto le è af-fine e si trova fuori dalla sfera dei sensi. [122]

La gelosia aumenta in modo direttamente proporzionale al calodella bellezza. [123]

Compito dell’arte è la rappresentazione della vita, ovvero la rap-presentazione dell’infinito nel fenomeno particolare. Essa ci riesceafferrando i momenti importanti di un individuo oppure di unacondizione dello stesso. [126]

L’uomo è ciò che pensa. [127]

Puoi estasiare gli deiDifficile far piangere i porci. [128]

L’arte moderna deve nascere da quella antica, ovvero, secondo ladichiarazione dei filologi: il volto deve nascere dal sedere. [138]

Hebbel_039-237:Hebbel.009-207 4-02-2009 17:19 Pagina 46

Page 21: Diari - Friedrich Hebbel

Il popolo tedesco, come lo conosco, si comporta con i suoi mar-tiri come Dio padre con Cristo: lo fa tranquillamente crocifiggere epoi lo ammira; per due motivi; cosa era (pensa) prima della croci-fissione? [139]

Perfino nel caso di una rivoluzione i tedeschi cercherebbero diottenere soltanto la libertà fiscale, mai la libertà di pensiero. [140].

La donna partorisce l’uomo non una, ma due volte. È opera suaanche la rinascita grazie all’umanità. [142]

La vita sociale in tutte le sue sfumature non è la semplice con-fluenza di enormi casualità; è il prodotto dell’esperienza di millen-ni, e il nostro compito è quello di comprendere la giustezza di taliesperienze. [143]

La vita con le sue diverse epoche è un’immensa camera del te-soro. Ci arricchiamo con i doni trovati in ogni suo ambiente; ci èdato conoscere la misura della nostra ricchezza soltanto nel mo-mento in cui entriamo nel prossimo ambiente. [144]

Non è la passione a commettere peccati, ma solo la freddezza.Cogli ogni fiore anche se non pensi di metterlo in un vaso per l’e-ternità, basta che ti rimandi il suo profumo. [145]

L’umorismo non è mai più umoristico di quando vuole spie-garsi. [146]

Se i prìncipi abrogassero la coscrizione e introducessero la pub-blicità: sarebbe la fine del mondo. [148]

Il vitello dormiente sollevato dal carro di un macellaio. [154]

La forza di vivere inizia sempre quando cessa. E non è sempreviltà quella che non ardisce opporsi più a lungo ai grandi misteridella tomba e dell’eternità; può essere anche semplice bisogno di vi-ta che si proietta verso Dio per integrare l’uomo con un elemento dicui ci si è appropriati nell’idea. [158]

Il giovane si elegge l’errore ad amichetta, ed è male; l’adulto loelegge a nonna, ed è peggio. [159]

È stata una disgrazia per il mondo, come per il cristianesimo, chela religione dell’oriente sia giunta in occidente. [164]

Molto spesso, quando ci viene in mente qualcosa, pensiamo diavere avuto un’idea. [167]

47

Hebbel_039-237:Hebbel.009-207 4-02-2009 17:19 Pagina 47

Page 22: Diari - Friedrich Hebbel

Il diritto in quanto abstractum accertato tiene presenti le forzedell’umanità; il giudice tenga presente la forza dell’uomo. Una dif-ferenza così grande la cui esistenza i logici rigorosi certamente nonvorranno ammettere. [168]

Il libero arbitrio, la cosa in sé, la vita, la natura, il rapporto con lanatura si celano nello stesso abisso. Questo è l’unico risultato dilunghe meditazioni sulle cose incomprensibili. Chi ritiene fra l’al-tro incomprensibile che la maggior parte della gente abbia trovatoun modus vivendi con tutte queste cose e ritenga di esserne venu-to a capo, osservi un pastore a tavola che parla del suo Dio e con-temporaneamente si ubriaca. [169]

La natura – ma questo non si può dirlo in società – si esprimenella sua massima ingenuità in un cane che, prima di montare la ca-gna che gli vuole sfuggire, le morde l’orecchio. [170]

In nessun uomo la consapevolezza di sé è superiore alla consa-pevolezza di vivere. [172]

Il cristianesimo uccide l’uomo affinché questi non possa pecca-re, come quel contadino pazzo che uccise il cavallo perché non glicalpestasse il seminato. [175]

Un’idea poetica non può essere espressa allegoricamente; l’alle-goria è la bassa marea dell’intelletto e nel contempo della produt-tività. [197]

La paura non è un sentimento: è l’unica condizione che dissolvel’uomo. [207]

Non gettare sempre via ciò che respingi. Se sei qualcosa, tutte letue cose buone sono collegate spesso col tuo errore, come l’alberocon la terra. Per quanto cattiva questa sia, essa deve essere tollera-ta, a causa dell’albero. [209]

PentimentoChi ha saggiamente trovato un nome per il pentimento, non ne

ha certo fatto l’esperienza. [210]

Un maggiolino, attirato dalla luce, volava verso l’una del matti-no attorno alla mia finestra, sbattendoci buffamente contro. Mi ri-cordava quanto divertenti devono sembrare allo spirito superiorei tentativi umani di arrivare alla verità e alla veridicità. [215]

48

Hebbel_039-237:Hebbel.009-207 4-02-2009 17:19 Pagina 48

Page 23: Diari - Friedrich Hebbel

Trovare il principio della vita e del pensiero è l’enigma della sfin-ge immortale. [219]

E lui si augurava una coscienza sporca per un po’ di ore, in mo-do da essere meno annoiato. [220]

La rivoluzione francese ci insegna piuttosto bene come in ognitempo esistano molti uomini importanti che altrimenti nella vitacomune si disperdono. Per questo non dobbiamo lasciarci spa-ventare da abissi che improvvisamente si spalanchino né stupire davette che improvvisamente si elevino davanti a noi. [234]

Nella condizione umana non esiste, in realtà, un juste-milieu.[236]

Non puoi onorare l’umanità senza onorare l’uomo. Onori il re eprendi a calci il suo servitore? [237]

Il diavolo può soltanto uccidere, non ferire. [244]

Il dolore è una proprietà, come la felicità e la gioia. [250]

In fondo tutto il sentimento dell’umanità si basa sul riconosci-mento di quanto esiste ed è superlativo. [270]

La natura ripete eternamente – estendendolo in continuazione –sempre e soltanto lo stesso pensiero; per questo motivo la goccia èun’immagine del mare. [271]

Non capisco come il cielo stellato possa allargare il cuore del-l’uomo; per quanto mi riguarda, dissolve il sentimento della perso-nalità, non posso pensare che la natura si sia data la pena di mante-nere il mio misero io nella sua fragile debolezza. [272]

“Non sono un’aquila!”, disse lo struzzo. E tutti lo ammiraronoper la sua modestia. Ma poi fece una faccia stupita perché avrebbevoluto aggiungere: per questo so non soltanto volare magnifica-mente, ma altrettanto magnificamente correre! [279]

Spesso, quando leggo, mi si ripresentano da remote lontananzele prime impressioni risvegliate in me, durante l’infanzia, da singo-le parole e intere espressioni. Per esempio la parola costolanell’Antico Testamento luterano aveva qualcosa di così tremendoper me che – nonostante la mia abituale cura per i libri – avevostrappato la pagina dove compariva. Stamattina però ho riprovatonuovamente con grande chiarezza come, in quegli anni in cui si è

49

Hebbel_039-237:Hebbel.009-207 4-02-2009 17:19 Pagina 49

Page 24: Diari - Friedrich Hebbel

50

particolarmente ricettivi, mi affascinassero le parole che esprimo-no qualcosa di bello e aggraziato, come il profumo e il colore. Tuli -pano. Rosa. [280]

Il lamento senza lutto è – ancora più del lutto senza lamento –ciò che opprime l’animo umano, ovunque esso possa vederlo o sen-tirlo. È la vita stessa, messa là in tutta la sua miseria. [282]

Starsene da solo con gli occhi bendati al centro di forze immaniche gli ribollono intorno, ma sentire sulle labbra la parola magica eliberatoria: questa è la dura sorte dell’uomo. Un navigante nellanotte di tempesta in acque sconosciute. [283]

“Hai poche persone al tuo matrimonio.” Più di quante ne aves-si invitate. [290]

La vita offre quanto basta per non soccombere, e questo è il dia-volo. [293]

Un folle spiegava agli altri la storia della vita di altri matti e alla fi-ne disse: “Qui potete vedere il matto più grande, quello che si cre-de il figlio di Dio, cosa che – se fosse vera – io dovrei sapere, vistoche sono Dio padre.” [310]

Un altro, che si credeva Dio, disse rivolto al sorvegliante:“Inginocchiati davanti al tuo Dio”. Quando questi gli indica le suecatene dicendogli che – se fosse Dio – potrebbe spezzarle, gli ri-sponde: “Sei proprio stupido: quelle che tu consideri catene sonoi lacci che mi incatenano all’universo”. [311]

Molte fanciulle attratte ad Amburgo dai protettori vengono si-stemate in un bordello e qui rifornite di vestiti, cibo, denaro per idivertimenti etc. Dopo qualche tempo si sentono fare proposteindecenti e, quando le rifiutano con sdegno, si sentono dire: “Haii soldi, carina? I debiti ammontano a questa somma, paga e puoiandare!”. [324]

2 settembreOggi da Mittermaier 7 nel seminario sulla responsabilità (mora-

le): un bracciante assassina il figlio, prima lotta per ore, prega Dioaffinché allontani dalla sua mente questo proposito orrendo, pre-

7. Karl Joseph Anton Mittermayer, studioso di diritto penale, all’università diHeidelberg dal 1821.

Hebbel_039-237:Hebbel.009-207 4-02-2009 17:19 Pagina 50

Page 25: Diari - Friedrich Hebbel

ga accanto alla culla del bambino e alla fine gli spacca la testa conuna scure. [325]

Un altro arriva dal medico e gli dice di sentire sempre l’inconte-nibile bisogno di grufolare nel sangue; il medico tenta con i salassie con ogni altra possibile terapia, alla fine lo porta da un macellaioe gli fa macellare un vitello. Quando l’uomo ritorna da lui dopo unanno è diventato… macellaio. [326]

L’umorismo è l’unica nascita assoluta della vita . [329]

Uccello e gabbia sono fatti l’uno per l’altra. Ma l’uomo non vuo-le una gabbia più piccola del mondo. [330]

La felicità dell’uomo non è legata alla sua forza, ma al suo estro.[331]

È anche piacevole sapere che non si può uscire dal mondo.[332]

Non è tutto oro ciò che luccica. Ma non luccica neanche tuttociò che è oro, si dovrebbe aggiungere per essere giusti. [339]

Tutto ciò che si è mangiato durante o poco prima di una sborniadiventa disgustoso, per questo accade così anche con la filosofiadopo un certo tempo. [340]

L’uomo deve tormentarsi con il mondo e con la vita, la donnacon l’uomo. Lui deve essere sincero nei confronti di lei in ogni si-tuazione, lei riguardosa nei confronti di lui. Se a lui è impossibiletrasformare la ghirlanda dell’attimo che si lasciò mettere al collonella gomena dell’eternità, faccia quanto è sconveniente; questo ap-pare agli occhi di lei – se è una vera donna - come una cosa non no-bile e la guarisce ferendola. Tuttavia è indegno, infame – anche se lacara vanità non lo ammette volentieri – essere un diavolo piuttostoche sembrarlo. Se il dio è tolto dall’altare lo si distrugga. [343]

“È male quando si riesce ad agire sull’uomo in modo da fargliprovare dolori dipinti come se fossero veri!”. Questa frase diHerder che fa riferimento a Goethe indica quanto di rado l’artistaautentico venga compreso nei suoi sforzi e nel suo obiettivo. Lamassa non vede mai il tutto, ma sempre e soltanto una parte da que-sto avulsa, e per di più anche di questa parte soltanto quanto si ri-ferisce alla massa stessa; l’oceano è soltanto acqua dove essa anne-ga, la selce uno strumento pericoloso che la può distruggere.

51

Hebbel_039-237:Hebbel.009-207 4-02-2009 17:19 Pagina 51

Page 26: Diari - Friedrich Hebbel

L’artista vede soltanto il tutto e la sua immagine in ogni suo ele-mento; se la pietra viene spaccata, non va a pensare in modo savioche essa non sente niente; egli vede la dissoluzione di un essere neisuoi elementi primigeni, nella pietra non meno che nell’uomo – equi si individua il crimine. E giungere a questo modo di vedere lecose dev’essere l’obiettivo di chiunque desideri penetrare fino allavisione e alla concezione oppure a una attività sua propria nell’am-bito dell’arte autentica; la natura lo considererà degno di esprime-re i propri segreti più intimi attraverso la sua bocca soltanto se eglicercherà di sentire non soltanto il suo tuono, ma anche il soffio piùlieve della sua instancabile attività di creazione. Se vedi Laocoontemorente non devi provare una sensazione meno forte, ma se il fio-re si inaridisce devi provarla più forte. [344]

Anche la persona migliore è soddisfatta quando vede che il de-stino, il caso, la vendica di una ingiustizia subita, anche se non vuo-le scagliare la pietra che le è stata messa in mano. Ma quando il de-stino si serve di uno spillo, non ha problemi. [345]

Ed ecco la penosa imperfezione, madre della disperazione in-teriore e di ogni conflitto esterno. Essa è come i vecchi soldati ci-vici nelle città dell’impero tedesco di nazione germanica che ven-gono pagati, ma che non vogliono scendere in campo in caso dibisogno. [346]

“E l’arte è indivisibile, e pittori, scultori e poeti riescono a ren-dere completamente visibile quanto è magnifico nella sua armoniasoltanto operando uniti; la musica ha una sfera contrapposta per-ché – mentre tali artisti individualizzano il generale in una formadeterminata e delimitata – essa cerca di fondere nel generale quan-to è determinato. Per questo la musica è distruttiva nel suo effettofinale; soltanto quando il suo carattere è il sacro, conferisce una for-ma in modo indiretto, rendendo visibile ai sensi la divinità nel mo-mento in cui essa disgrega e dissolve l’umano, il terreno in genera-le.” A Barbeck [350]

Non dovrebbe esserci calore senza luce, ma neanche luce senzacalore. [367]

Ci si immagini una condizione spirituale in cui l’uomo, ormaiabituato all’ambito terrestre, non possa più entrare in un altro am-bito: questo sarebbe ciò che si definisce maledizione. [368]

52

Hebbel_039-237:Hebbel.009-207 4-02-2009 17:19 Pagina 52

Page 27: Diari - Friedrich Hebbel

Uccidere: è porre termine alla direzione di una vita partico la -re. [373]

Lo spirito sta alle lingue come l’uomo alle donne. Ah, anch’essoè stato un tempo un adolescente e ha vissuto un bell’amore; la suaragazza lo comprendeva esattamente quanto egli stesso si com-prendeva; ogni suo sentimento, ogni suo pensiero risuonava dalpetto di lei più ricco e più divino; l’essere di lei era l’eco armonio-sa di quello di lui. Era la lingua greca; da tempo non esiste più il le-game celeste che li teneva avvinti; ma se adesso lui, oramai in tar-da età, riesce a provare ancora un momento di beatitudine e con-tinua a rimpiangere di non poterlo condividere più con la suaprima amante. La lingua latina è stata la sua governante, una don-na solida, risparmiatrice che accumulava i tesori di lui in casse ecassette, ma che faceva storie per ogni soldo speso. La lingua fran-cese è la sua cameriera, con lei fa il cascamorto come sono usi faregli anziani dopo avere mangiato, ma lei non può avvicinarglisiquando lui sta pensando, vivendo un sentimento oppure pregan-do. La lingua tedesca è la sua massaia; gli è cara quanto il suo doveree va a trovarla quando vuole generare, eppure talvolta le preferiscela figliastra, l’inglese. Più di tutto ama la lingua italiana perché essapossiede alcuni tratti della prima amante e come questa sa sospira-re e lamentarsi. [376]

19 ottobreNessuno può giustificarsi affermando di essere troppo in basso

nella lunga catena; egli forma un anello, non importa se il primooppure l’ultimo, e la scintilla elettrica non potrebbe propagarsi seegli non occupasse quella posizione. Tutti per uno, uno per tutti, egli ultimi sono come i primi. Una volta un ladro cercò di giustifica-re il suo furto, anzi di elevarlo a virtù, affermando che qualcuno,più cattivo di lui, era dietro oppure vicino a lui e avrebbe non solocolto i frutti, ma anche spezzato i rami. [394]

La natura ha dato a molti un talento per la compassione, a pochiquello per la condivisione della gioia. [401]

Ci sono momenti in cui si pensa di non riuscire a provare maipiù un sentimento. [425]

Butta via per non perdere!, dice la migliore regola di vita.[442]

53

Hebbel_039-237:Hebbel.009-207 4-02-2009 17:19 Pagina 53

Page 28: Diari - Friedrich Hebbel

54

Sono costretto a credere che alla mia natura manchino i colle-gamenti, che sia messa assieme così all’incirca, una macchina con-fusa che va avanti facendo clip clap senza scopo né obiettivo. Nonso spiegarmi in modo diverso questa sensazione agrodolce cheprovo quando sento me stesso come un’individualità. A Graven -horst 8 [444]

Chi come me è preda della morte con tutto il suo essere, non do-vrebbe circondare con le sue braccia appestate una giovane vita fio-rente. È umoristico che un cadavere si dedichi ai dolci trastulli epiacevolezze dell’anima di una ragazza e che questa lo ricambi dop-piamente, ma proprio perché l’umorismo è terribile, diventa irre-sistibile. Si diventa egoisti nella disgrazia. A Gravenhorst [445]

La battuta di spirito è l’unica cosa che tanto meno si trova quan-to più la si cerca. [456]

Il diavolo ha ragione più spesso di quanto lo si conceda a lui e anoi. [462]

Davanti a una grande gioia l’uomo trema quasi quanto davanti aun grande dolore; può temere di cogliere improvvisamente il grap-polo della vita e di ritrovarsi in mano il ramo secco. [470]

La vita è soltanto un’altra morte. La nascita della vita, non la suafine, è la morte. [476]

Commettiamo più di un peccato soltanto per poterci pentire.[479]

Spesso ho la sensazione che noi uomini (intendo le singole per-sone) siamo così infinitamente soli nell’universo che non sappiamoproprio nulla l’uno dell’altro e che tutta la nostra amicizia e il nostroamore assomigliano ai granelli di sabbia che – dispersi dal vento –volano l’uno accanto all’altro. [484]

L’individualità non è tanto traguardo quanto strada, e non tan-to la migliore quanto l’unica. [491]

La religione è amicizia allargata. La superstizione è l’unica fedeautentica. [492]

È incredibile fino a che punto si possano ricondurre tutte le pul-sioni umane ad un’unica. [493]

8. Friedrich Wilhelm Gravenhorst, diede gratuitamente lezioni a Hebbel.

Hebbel_039-237:Hebbel.009-207 4-02-2009 17:19 Pagina 54

Page 29: Diari - Friedrich Hebbel

Hebbel_397-640:Hebbel.367-608 4-02-2009 17:21 Pagina 636

Page 30: Diari - Friedrich Hebbel

Finalmente

consegnati alla lingua italiana in modo pressoché integrale

dopo il passaggio di Slataper

letterario e morale

specchio di inusitata profondità dell’anima

oppure

specchio del mondo

i Diari

di Friedrich Hebbel

sono stampati nel carattere Simoncini Garamond

su carta Arcoprint delle cartiere Fedrigoni

dalla tipografia Sograte di Città di Castello

per conto di Diabasis

nel febbraio dell’anno

duemila

nove

Hebbel_397-640:Hebbel.367-608 4-02-2009 17:21 Pagina 637