direttive «cavallo e pianificazione del territorio»5 direttive «cavallo e pianificazione del...
TRANSCRIPT
Bundesamt fü r Raumentwick lung
Of f i ce f édé ra l du déve loppement te r r i to r i a l
U f f i c i o f ede ra le de l l o sv i l uppo te r r i to r i a l e
Federa l O f f i ce fo r Spa t i a l Deve lopment
Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti,
dell’energia e delle comunicazioni DATEC
Direttive
«Cavallo e pianificazione del
territorio»
Impressum
Editori
Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE)
Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC)
Produzione
Stato maggiore dell’informazione ARE
Hanno partecipato all’elaborazione delle presenti direttive
Borer Franziska, Allevamento nazionale di Avenches
Brodmann Christian, Baudepartement des Kantons Aargau
Häberli Peter, Federazione svizzera di ippica (FSI)
Howald Michelle, Ufficio federale di veterinaria (UFV)
Meyer Stauffer Florence, Service de l’aménagement du territoire du canton de Neuchâtel
Perregaux du Pasquier Christa, Associazione svizzera per la pianificazione del territorio (VPL/ASPAN)
Rickenbach Andreas, Baudepartement des Kantons Aargau
Rohrbach Rudolf, Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE)
Ryser Ulrich, Unione svizzera dei contadini (USC)
Scheidegger Stephan, Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE)
Schaub Hans-Ulrich, Finanzdepartement Aargau, Abteilung Landwirtschaft
Steiner Anne-Marie, Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE)
Steinmann Christian, Federazione svizzera dei fantini professionisti e dei proprietari di maneggi
Sutter Andreas, Amt für Raumplanung des Kantons Thurgau
Wüthrich Hansruedi, Federazione svizzera delle associazioni per l’allevamento di cavalli (FSAC)
Realizzazione grafica
Desk Design, Hinterkappelen
Atelier Grünig, Bern
Foto
Desk Design, Hinterkappelen; Fritz Heinze, Herisau; Nationalgestüt, Avenches; Ruth Pfefferli, Grenchen
Gran parte delle fotografie sono state scattate presso la famiglia Hossle, Hof Bürten, Reigoldswil.
Distribuzione
UFCL, Distribuzione pubblicazioni, 3003 Berna, Fax 031 325 50 58,
www.bbl.admin.ch/bundespublikationen, N. d’art. 812.032.i. Ottenibile anche in tedesco e francese
5.2003 300 95958
Direttive
«Cavallo e pianificazione del
territorio»
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
2
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
Prefazione
3
Prefazione
Dove possono essere costruiti quali edifici e impianti per la tenuta di ca-
valli? Per le autorità competenti, in vista dell’applicazione del diritto ri-
sulta spesso difficile dare una risposta a questo quesito. Anche chi vuole
realizzare simili edifici è spesso insicuro circa le possibilità offerte dal-
l’attuale diritto sulla pianificazione del territorio. Le presenti direttive
vogliono contribuire ad eliminare queste insicurezze. Esse servono inol-
tre alle autorità competenti per applicare in modo unitario il diritto.
Le presenti direttive propongono soluzioni appropriate e conformi al di-
ritto vigente. In parte è stato sfruttato deliberatamente il margine di ma-
novra esistente.
Le direttive sono state elaborate in collaborazione con un gruppo di la-
voro in cui erano rappresentate tutte le parti interessate. Per quanto ri-
guarda la questione delle pensioni per cavalli, all’interno del gruppo di
lavoro le divergenze d’opinine con l’Associazione svizzera per la pianifi-
cazione del territorio (ASPT) non hanno potuto essere appianate.
Ci auguriamo che le direttive diventino un punto di riferimento per chi
ha a che fare con edifici e impianti per la tenuta di cavalli. Ringraziamo
tutti coloro che hanno collaborato alla stesura delle direttive.
Prof. Pierre-Alain Rumley
Direttore dell’Ufficio federale dello sviluppo territoriale
4
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
Sommario
A Introduzione 6
1 Perché delle direttive? 6
2 Punto di partenza della legislazione sulla pianificazione 6
3 Edifici e impianti per la tenuta di cavalli 7
3.1 Edifici e impianti nelle zone edificabili 7
3.2 Edifici e impianti in zona agricola 7
3.2.1 Edifici e impianti conformi alla destinazione della zona 7
3.2.2 Edifici e impianti non conformi alla destinazione della zona 8
3.3 Edifici e impianti in zone speciali 8
B Tenuta di cavalli presso aziende agricole in zona agricola 9
1 Premesse 9
2 Allevamento di cavalli 9
2.1 Premesse 10
2.2 Definizione 10
2.3 Coltivazione dipendente dal suolo – base foraggiera propria 10
2.4 Caratteristiche dell’allevamento agricolo di cavalli 10
2.5 Edifici e impianti per l’allevamento agricolo di cavalli 11
2.6 Basi legali 11
3 Tenuta di cavalli quali animali da lavoro agricoli o per
la produzione di carne o di latte 11
4 Pensione per cavalli 12
5 Aziende accessorie non agricole legate al cavallo 13
5.1 Definizione e realtà 13
5.2 Non conformità alla zona 13
5.3 Pensione per cavalli e azienda accessoria non agricola 13
5.4 Trasformazione di edifici e impianti esistenti 13
5.5 Basi legali 14
C Tenuta di cavalli al di fuori dell’agricoltura 15
1 Premesse 15
2 Tenuta di cavalli a scopi commerciali 15
2.1 Premesse 15
2.2 Mancanza della conformità alla destinazione della zona
in zona agricola 15
2.3 Edifici e impianti nell’ambito di aziende ippiche di natura
commerciale 15
2.4 Aziende ippiche di natura commerciale esistenti in zona
agricola e non conformi alla destinazione della zona
(cfr. art. 37a LPT) 15
5
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
Sommario
3 Tenuta di cavalli per svago 16
3.1 Definizione 16
3.2 Tenuta di cavalli per svago in zona edificabile 16
3.3 Tenuta di cavalli per svago in zona agricola 16
4 Sport equestri 17
D Domande particolari 19
1 Quando è possibile autorizzare spazi abitativi in una
zona agricola? 19
2 Quanti cavalli possono essere ammessi nella zona
residenziale? 19
3 Danni alle strade e ai campi dovuti ai cavalli 19
Allegato 1:
Tenuta di cavalli presso aziende agricole 21
Tenuta di cavalli al di fuori dell’agricoltura 21
Allegato 2:
Presupposti edilizi per una tenuta di cavalli conforme alla
legislazione sulla protezione degli animali 22
Allegato 3:
Punti da osservare in modo particolare per edifici e impianti
conformi alla destinazione della zona siti in zona agricola 26
Allegato 4:
Impianti esterni (in particolare uscite libere e superfici
d’addestramento) 27
Allegato 5:
Aspetti legati alla protezione dell’ambiente 29
Allegato 6:
Elenco delle sentenze rilevanti del Tribunale federale 30
Allegato 7:
Prescrizioni vincolanti della Confederazione 31
Allegato 8:
Elenco degli uffici cantonali competenti 35
A Introduzione
1 Perché delle direttive?
k A dipendenza dell’impiego del cavallo e
del tipo di zona, dal punto di vista della
pianificazione del territorio la valutazio-
ne può risultare sostanzialmente diffe-
rente.
I cavalli possono venir impiegati in vari modi, come
bestie da reddito per la produzione agricola (alle-
vamento, produzione di latte o di carne, animali da
lavoro), quali cavalli da corsa altamente sensibili o
come bestie domestiche tenute per svago. Questi
sono soltanto alcuni dei possibili impieghi.
Il cavallo si incontra oggigiorno prevalentemente
nell’ambito dello sport e del tempo libero. Un simi-
le impiego richiede edifici e impianti adeguati. L’in-
teresse verso il cavallo ha anche delle ripercussio-
ni sull’agricoltura. Attualmente molte fattorie of-
frono ospitalità ai cavalli.
La situazione legale, sia da un punto di vista della
legislazione edilizia che della pianificazione del
territorio, può risultare completamente diversa a
seconda dell’impiego del cavallo e del tipo di zona.
Nella zona agricola vigono altre condizioni quadro
che nella zona artigianale. Queste ultime si diffe-
renziano nettamente da quelle applicabili per la
zona residenziale. Spesso i committenti e le istan-
ze competenti per l’approvazione sono insicuri su
cosa risulti ammissibile o meno da un punto di vi-
sta della legislazione sulla pianificazione del terri-
torio. Le presenti direttive devono contribuire a
chiarire il seguente interrogativo: dove e in virtù di
quali prescrizioni risultano ammissibili quali edifici
e impianti per la tenuta di cavalli? Le direttive per-
seguono inoltre lo scopo di garantire un’applica-
zione omogenea delle regole relative alle costru-
zioni fuori delle zone edificabili.
2 Punto di partenza della legislazione
sulla pianificazione
k Un importante traguardo raggiunto dal-
la legislazione sulla pianificazione è la
separazione tra zona edilizia e zona
agricola. Quest’ultima va mantenuta il
più possibile libera da edifici.
Nel campo della pianificazione del territorio i com-
piti sono ripartiti nel seguente modo tra Cantoni e
Confederazione:
• La Confederazione definisce i principi della pia-
nificazione. Questo compito l’ha adempiuto me-
diante l’emanazione della legge federale sulla pia-
nificazione del territorio (LPT, RS 700) e dell’ordi-
nanza sulla pianificazione del territorio (OPT, RS
700.1).
• Nell’ambito dei principi del diritto federale i
Cantoni emanano la loro propria legislazione edili-
zia e quella sulla pianificazione del territorio. Essi
si occupano pure dell’applicazione del diritto fede-
rale e di quello cantonale.
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
A Introduzione
6
7
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
A Introduzione
7
Uno dei principi fondamentali della pianificazione è
la separazione tra zone edificabili e non edificabili.
La Confederazione regola in modo dettagliato ed
esaustivo la costruzione di edifici nelle zone non
edificabili (costruzioni fuori delle zone edificabili).
I Comuni separano le zone edificabili da quelle non
edificabili mediante l’emanazione di piani di utiliz-
zazione. La zona edificabile comprende i terreni
idonei all’edificazione, dove sorgono già molte co-
struzioni, o i terreni che saranno probabilmente
edificati e urbanizzati nei prossimi 15 anni. Spetta
ai Cantoni e ai Comuni suddividere ulteriormente
le zone edificabili in base al genere e all’intensità
dell’utilizzazione (zone residenziali, zone artigiana-
li, zone industriali, zone miste [p. es. zona residen-
ziale e artigianale] ecc.).
I terreni al di fuori delle zone edificabili, per quan-
to idonei alla coltivazione agricola, sono in genere
attribuiti alla zona agricola. Quale zona non edifi-
cabile, la zona agricola va mantenuta il più possibi-
le libera da edifici. Grazie agli articoli 16 e 16a LPT
e agli articoli 34–38 OPT, la Confederazione ha de-
finito lo scopo della zona agricola e gli edifici e im-
pianti ad essa conformi.
3 Edifici e impianti per la tenuta di cavalli
Anche gli edifici e gli impianti per la tenuta di ca-
valli sono ammessi soltanto se sono consoni alle
prescrizioni sulla pianificazione e alla legislazione
edilizia. Ulteriori esigenze sono poste a simili edifi-
ci dal diritto sulla protezione degli animali (cfr. in
merito allegato 2). La tenuta di cavalli deve inoltre
tener conto di aspetti specifici legati alla protezio-
ne dell’ambiente (cfr. in merito allegato 5).
La legislazione sulla pianificazione pone quale con-
dizione base per la concessione di licenze edilizie
che l’edificio o l’impianto sia conforme alla funzio-
ne prevista per la zona d’utilizzazione ove si inten-
de costruirlo (art. 22 cpv. 2 lett. a LPT).
3.1 Edifici e impianti nelle zone edificabili
k Le differenti zone (zona artigianale, zo-
na residenziale, zona industriale ecc.)
sono definite a livello cantonale dalle
leggi sulla pianificazione e dalle leggi
edilizie e a livello comunale dai piani
delle zone e dai regolamenti.
All’interno delle zone edificabili la delimitazione
delle zone e la formulazione delle prescrizioni va-
levoli per tali zone spetta ai Cantoni e ai Comuni.
Le relative prescrizioni si trovano, da un lato, nelle
leggi sulla pianificazione e nelle leggi edilizie dei
Cantoni e, d’altro canto, nei piani delle zone e nei
regolamenti dei Comuni. Nella maggior parte dei
Cantoni, i Comuni godono di ampie libertà nel defi-
nire i dettagli delle zone edificabili.
Gli edifici per la tenuta di cavalli provocano delle
immissioni (rumori, odori, piaghe di insetti, polvere
ecc.). In ogni singolo caso va perciò chiarito se la
costruzione prevista è conciliabile con lo scopo
della zona in questione (cfr. in merito le osserva-
zioni sotto D.2). A seconda della zona, la costruzio-
ne può essere conforme alla destinazione della zo-
na oppure no.
Per la costruzione di centri e impianti ippici può
essere sensato delimitare zone specifiche che ten-
gono in considerazione le particolari esigenze del-
lo sport dell’equitazione (cfr. in merito le osserva-
zioni sotto A.3.3).
3.2 Edifici e impianti in zona agricola
3.2.1 Edifici e impianti conformi alla destinazio-
ne della zona
k Nella zona agricola sono conformi alla
destinazione della zona soltanto gli edi-
fici che servono all’agricoltura.
Ai sensi dell’art. 16a LPT e dell’art. 34 OPT sono
conformi alla zona agricola gli edifici e gli impianti
che sono necessari alla coltivazione agricola, vale
a dire che risultano indispensabili per la produzio-
ne di derrate che si prestano alla consumazione o
alla trasformazione derivanti dalla coltivazione
vegetale e dalla tenuta di animali da reddito. La
conformità alla zona presuppone inoltre che gli
edifici e gli impianti abbiano una relazione funzio-
nale diretta con l’azienda agricola. In più la dimen-
sione degli edifici agricoli deve risultare proporzio-
nale all’utilizzazione in questione. In particolare
non possono rivelarsi troppo grandi. La conformità
alla zona non è più data nemmeno laddove la colti-
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
A Introduzione
vazione agricola cede il passo ad un’agricoltura
esercitata a titolo ricreativo o in modo industriale,
se quest’ultima assurge a scopo principale dell’e-
dificio. L’art. 34 cpv. 5 OPT lo prevede espressa-
mente per quanto riguarda l’agricoltura esercitata
a titolo ricreativo. All’edificio o all’impianto non
devono opporsi interessi preponderanti nell’ubica-
zione prevista. Un caso di conflitto potrebbe sussi-
stere se la costruzione prevista deturpa in modo
preponderante i siti caratteristici e il paesaggio.
3.2.2 Edifici e impianti non conformi alla destina-
zione della zona
k Eccezionalmente gli edifici esistenti
possono venir utilizzati per scopi non
agricoli.
Tramite gli articoli 24–24d LPT il legislatore ha re-
golato i casi in cui nella zona agricola edifici e im-
pianti non conformi alla destinazione della zona
possono eccezionalmente venir eretti o trasforma-
ti. Per la tenuta di cavalli si tratta principalmente
delle trasformazioni o dei cambiamenti di destina-
zione di edifici e impianti già esistenti. Le relative
eccezioni sono trattate brevemente qui di seguito.
• Aziende accessorie non agricole (art. 24b LPT)
Di questa possibilità di trasformazione può benefi-
ciare soltanto chi gestisce un’azienda agricola, se
quest’ultima non può sussistere senza una fonte di
reddito supplementare. Se questa premessa e
quelle esplicitamente previste agli articoli 24b LPT
e 40 OPT sono adempiute, è possibile autorizzare
lavori di trasformazione di edifici e impianti esi-
stenti non più necessari all’agricoltura per instal-
larvi un’azienda accessoria non agricola (cfr. in
merito anche le osservazioni sotto B.5).
Esempi: installazione di un locale di ritrovo per i
cavalieri, se l’azienda agricola ospita dei cavalli, li
noleggia e organizza gite a cavallo.
• Trasformazione di edifici e impianti protetti nella
propria situazione di fatto (art. 24c LPT)
Possono diventare oggetto di trasformazione tutti
gli edifici e impianti esistenti fuori delle zone edifi-
cabili, se inizialmente risultavano conformi alla
legge e in seguito a successive modifiche di dispo-
sti legali o di piani delle zone sono divenuti non
8
più conformi alla destinazione della zona. Simili
edifici possono, fra altro, essere trasformati par-
zialmente e ampliati in misura limitata. Queste
possibilità di trasformazione entrano in linea di
conto, ad esempio, per la tenuta di cavalli per sva-
go (cfr. in merito le osservazioni sotto C.3.3).
• Cambiamenti di destinazione senza lavori di
trasformazione (art. 24a LPT)
L’art. 24a LPT consente cambiamenti di destinazio-
ne di un edificio o di un impianto, se la nuova uti-
lizzazione non richiede lavori di trasformazione e
non causa alcuna nuova ripercussione sul territo-
rio, sull’urbanizzazione e sull’ambiente. Quale ap-
plicazione pratica nell’ambito della tenuta di caval-
li è possibile unicamente la trasformazione di una
stalla di cavalli conforme alla destinazione della
zona in una stalla ove si tengono dei cavalli per
svago. La trasformazione di stalle per mucche o di
porcili in stalle per cavalli è necessariamente con-
nessa a lavori di trasformazione e comporta riper-
cussioni sul territorio, sull’urbanizzazione e sul-
l’ambiente. Lo stesso vale ancor più per la trasfor-
mazione di edifici rurali nei quali non sono mai
stati tenuti animali. Vanno considerati lavori di tra-
sformazione in particolare l’installazione di box
per cavalli, ma anche l’apertura di nuove finestre,
l’ampliamento delle porte, la costruzione di una
concimaia, la costruzione di una recinzione fissa
per l’uscita all’aperto, l’isolazione termica, la co-
struzione o la demolizione di muri e solette. Questi
interventi non possono essere autorizzati in virtù
dell’art. 24a LPT.
3.3 Edifici e impianti in zone speciali
k Nelle zone speciali si possono trovare
soluzioni su misura per il tempo libero e
lo sport.
A seconda delle circostanze non è possibile trova-
re ubicazioni idonee per centri e impianti ippici al-
l’interno delle zone edificabili. Non è nemmeno
possibile ripiegare sulla zona agricola, poiché in
essa non sono ammessi edifici legati alle attività
sportive e del tempo libero. In simili casi i Comuni
hanno la possibilità di delimitare delle zone spe-
ciali (p. es. zona per l’equitazione). Se possibile, si-
mili zone speciali vanno delimitate all’interno delle
zone edificabili o al margine delle stesse.
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
B Tenuta di cavalli presso aziende agricole in zona agricola
B Tenuta di cavalli presso
aziende agricole in zona
agricola
1 Premesse
In zona agricola, è determinante se i cavalli sono
tenuti presso un’azienda agricola o meno.
La legislazione federale sulla pianificazione non
definisce in modo esplicito il concetto di azienda
agricola. Essa pone però delle condizioni precise
per quanto riguarda la presenza di un’azienda:
• La caratteristica fondamentale di un’azienda
agricola è la produzione di derrate che si prestano
alla consumazione o alla trasformazione derivanti
dalla coltivazione vegetale o dalla tenuta di animali
da reddito (cfr. art. 34 cpv. 1 lett. a OPT; art. 6 cpv.
1 lett. a ordinanza sulla terminologia agricola
[OTerm, RS 910.91]).
I cavalli sono animali che consumano foraggio grezzo e, dal-
la legislazione sull’agricoltura, sono fondamentalmente con-
siderati animali da reddito (cfr. art. 27 cpv. 2 OTerm). Nell’ot-
tica del diritto sulla pianificazione del territorio, tuttavia,
non tutti i cavalli sono considerati animali da reddito in
quanto dipende dall’uso che se ne fa. La tenuta di animali
da reddito serve alla produzione di derrate che si prestano
alla consumazione (cfr. art. 34 cpv. 1 lett. a OPT). Si tratta in
prima linea di carne e latte. Ambedue i prodotti non sono
determinanti per la tenuta di cavalli.
• L’esistenza di un’azienda agricola premette l’im-
piego coordinato e duraturo di capitale e lavoro in
misura economicamente determinante, che sia vol-
to al conseguimento di un reddito (realizzazione di
un guadagno).
In base a questa definizione, un’azienda agricola si differen-
zia dall’agricoltura esercitata a scopo ricreativo o per svago.
Un’azienda agricola ai sensi della legge federale sul diritto
fondiario rurale adempie di regola le premesse summenzio-
nate.
• L’esistenza dell’azienda agricola deve essere
prevedibile a lungo termine (art. 34 cpv. 4 lett. c
OPT).
Un confronto tra la struttura aziendale (superficie utilizzabi-
le, contingente lattiero, numero di unità di bestiame grosso,
stato degli edifici, grandezza delle parcelle ecc.) e quella di
altre aziende del medesimo tipo e della stessa regione ren-
de possibile una prima valutazione circa le possibilità di so-
pravvivenza di un’azienda agricola. Se sussistono dubbi, va
esaminata in modo più approfondito la situazione finanzia-
ria. In ogni modo deve essere chiaro che a lungo termine
una parte consistente del reddito che garantisce l’esistenza
possa venir realizzato grazie all’azienda agricola.
2 Allevamento di cavalli
k Le aziende agricole d’allevamento di-
spongono di animali di riproduzione ri-
conosciuti e di bestiame giovane richie-
sto dal mercato. I cavalli vengono forag-
giati con foraggio prodotto
prevalentemente dall’azienda.
9
10
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
B Tenuta di cavalli presso aziende agricole in zona agricola
2.1 Premesse
Durante questi ultimi anni, l’allevamento di cavalli
si è visto confrontato con cambiamenti strutturali
non indifferenti in seguito alla liberalizzazione del-
le possibilità di importazione (gli importatori di ca-
valli non sono più tenuti ad acquistare prodotti in-
terni) e a causa della minore richiesta di cavalli da
parte dell’esercito.
Attualmente il mercato richiede cavalli da sella e
da movimento ben addestrati. Se l’allevatore agri-
colo di cavalli vuole soddisfare questa richiesta,
deve poter disporre di un’infrastruttura adeguata
in modo da poter trasmettere alle sue bestie tutte
le nozioni fondamentali indispensabili.
2.2 Definizione
Il termine «allevamento agricolo di cavalli» com-
prende due forme di allevamento:
Riproduzione: tenuta di fattrici (e ev. di stalloni da
monta) e allevamento dei puledri provenienti dal
proprio allevamento.
Allevamento: allevamento di puledri esterni, che
sono ospitati dall’azienda dall’allevamento.
La riproduzione e/o l’allevamento possono include-
re anche l’addestramento di base (addestramento
di base per l’equitazione e per il movimento) dei
giovani cavalli fino al livello «cavalcabile» e/o «ro-
dato»(p. es. fino alla cosiddetta «sperimentazione
sul terreno», che può venir eseguita con cavalli di
età dai 3 ai 4 anni).
Gli addestramenti di natura speciale, che vanno ol-
tre l’addestramento di base, non rientrano più nel-
l’ambito dell’allevamento agricolo di cavalli. In tal
senso l’addestramento di cavalli da corsa o di ca-
valli saltatori non è più un’attività agricola.
2.3 Coltivazione dipendente dal suolo –
base foraggiera propria
Fondamentalmente risultano conformi alla zona
agricola quegli edifici e impianti che servono alla
coltivazione dipendente dal suolo. Un’azienda agri-
cola produce in modo dipendente dal suolo se ha
una sufficiente base foraggiera propria e gli anima-
li da reddito non vengono prevalentemente nutriti
con foraggio acquistato.
2.4 Caratteristiche dell’allevamento agrico-
lo di cavalli
L’allevamento agricolo di cavalli presenta le se-
guenti caratteristiche:
• Per l’allevamento sono usati degli animali da ri-
produzione riconosciuti.
Di regola le fattrici devono disporre di certificati di ascen-
denza ed essere iscritte nel libro genealogico della loro raz-
za. Gli stalloni da monta devono essere ammessi per la ri-
produzione.
• L’azienda può produrre nel presente e in futuro
degli esemplari di riproduzione richiesti dal merca-
to, p. es. 6 puledri in cinque anni dalla presa in
consegna della stalla, e dichiarare i relativi ricavi.
• Il gestore o la gestrice dell’azienda devono di-
sporre delle necessarie conoscenze per l’alleva-
mento di cavalli.
Le conoscenze possono venir acquisite nell’ambito della for-
mazione agricola oppure frequentando dei corsi. Il necessa-
rio know-how può venir comprovato anche mediante il rin-
vio all’esperienza acquisita.
Se un’azienda agricola vuole dedicarsi per la prima
volta all’allevamento di cavalli, deve allestire un
piano aziendale dal quale risulti come il nuovo ra-
mo aziendale si integra nell’azienda agricola esi-
stente.
11
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
B Tenuta di cavalli presso aziende agricole in zona agricola
2.5 Edifici e impianti per l’allevamento agri-
colo di cavalli
k Le aziende d’allevamento devono poter
disporre, oltre agli edifici necessari per
la custodia, il foraggiamento e l’uscita
all’aperto, anche di uno spazio per l’ad-
destramento.
In zona agricola sono ammessi tutti gli edifici e im-
pianti necessari all’esercizio di un allevamento
agricolo di cavalli, che possono quindi essere ap-
provati.
Ne fanno parte gli edifici necessari per la tenuta
(custodia, foraggiamento, cura) degli animali di ri-
produzione (cfr. gli allegati 2 e 3 relativi alle esi-
genze tecniche poste dalla legislazione sulla prote-
zione degli animali per la tenuta di cavalli, in parti-
colare anche in merito alle superfici minime per
l’uscita all’aperto, così come ai punti da osservare
in merito all’ubicazione e alla grandezza dei relati-
vi edifici e impianti):
– stalle con possibilità d’uscita all’aperto
– spazi per il foraggio e per il deposito della paglia
– concimaia
– spazio per la cura dei cavalli (pulizia, lavatura,
ferratura)
– recinzioni per il pascolo
Per l’allevamento di puledri e per il loro addestra-
mento è necessaria una superficie con fondo com-
pattato, senza pavimentazione dura. Simili superfi-
ci d’addestramento non devono raggiungere le mi-
sure minime previste per i tornei (20 x 40 m). Se
però su un lato la superficie risulta chiaramente
troppo corta rispetto alle misure minime previste
per i tornei, è anche possibile adibire una superfi-
cie di 800 m 2 a spazio d’addestramento. Inoltre
questo spazio può essere ricoperto per metà
(mass. 400 m 2).
Le selle e i finimenti vengono conservati in un va-
no per le selle e per i finimenti.
Se necessario e per garantire ai cavalli una suffi-
ciente possibilità di movimento, a seconda delle
circostanze è possibile approvare anche un im-
pianto di conduzione.
2.6 Basi legali
Gli edifici e gli impianti menzionati alla cifra 2.5
possono essere approvati ai sensi dell’art. 16a LPT,
in unione con l’art. 34 OPT, come conformi alla zo-
na agricola. In particolare vanno osservate le pre-
messe di cui all’art. 34 cpv. 4 OPT. L’autorità prepo-
sta all’approvazione può chiedere che eventuali
condizioni e oneri previsti nell’autorizzazione ven-
gano menzionati nel registro fondiario sul fondo in-
teressato (art. 44 cpv. 2 OPT). Eventuali condizioni
risolutive vanno obbligatoriamente menzionate nel
registro fondiario (art. 44 cpv. 1 lett. b OPT).
3 Tenuta di cavalli quali animali da lavoro
agricoli o per la produzione di carne o
di latte
k La produzione di carne e di latte come
pure la tenuta di cavalli da lavoro sono
conformi alla zona, se gli animali vengo-
no prevalentemente foraggiati con fo-
raggio prodotto dall’azienda.
Se il cavallo viene impiegato nell’azienda agricola
quale animale da lavoro (bestia da traino) e viene
foraggiato prevalentemente con foraggio prodotto
dall’azienda, si è in presenza di un’utilizzazione
agricola. Lo stesso vale per la tenuta di cavalli per
la produzione di carne o di latte.
Questa tenuta di cavalli richiede i seguenti edifici
e impianti (cfr. allegato 3 relativo ai punti da osser-
vare in merito all’ubicazione e alla grandezza dei
relativi edifici e impianti):
– stalle con possibilità d’uscita all’aperto
– spazi per il foraggio e per il deposito della paglia
– concimaia
– vano per i finimenti
– impianto per la mungitura (solo per le aziende
appositamente specializzate)
– spazio per la cura dei cavalli (pulizia, lavatura,
ferratura)
– recinzioni per il pascolo
Questi edifici e impianti possono venir approvati ai
sensi dell’art. 16a LPT in unione con l’art. 34 OPT
come conformi alla zona agricola. In particolare
vanno osservate le premesse di cui all’art. 34 cpv.
4 OPT.
12
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
B Tenuta di cavalli presso aziende agricole in zona agricola
4 Pensione per cavalli
k La custodia, il foraggiamento e la con-
duzione all’aperto di cavalli ospiti pres-
so un’azienda agricola sono attività
conformi alla zona. Non sono ammessi
edifici e impianti per l’equitazione.
Si parla di pensione agricola per cavalli allorquan-
do un’azienda agricola dietro compenso mette a
disposizione le sue stalle per cavalli ospiti (cavalli
per le attività del tempo libero, cavalli da curare,
cavalli fuori servizio ecc.).
La pensione per cavalli è conforme alla zona se
può essere paragonata alla tenuta di animali da
reddito, vale a dire se vi si pratica la custodia, il fo-
raggiamento e la conduzione all’aperto delle be-
stie.
Per evitare che gradualmente l’agricoltura passi in
secondo piano e l’azienda si trasformi in una pen-
sione per cavalli di natura commerciale o in una
stazione d’equitazione, il numero di cavalli ospiti
ammessi va limitato in funzione delle premesse
che seguono.
Perché una pensione per cavalli sia conforme alla
zona, devono necessariamente essere adempiute
le seguenti premesse:
• La pensione per cavalli si trova presso un’azien-
da agricola (cfr. per la definizione di azienda agri-
cola le osservazioni sotto B.1).
• L’azienda agricola adempie anche senza i cavalli
ospiti le premesse poste ad un’azienda agricola ai
sensi dell’art. 7 cpv. 1 LDFR (legge federale sul di-
ritto fondiario rurale, RS 211.412.11).
• L’azienda agricola dispone di una base foraggie-
ra sufficiente per le proprie bestie e per i cavalli
ospiti (cfr. le osservazioni sotto B.2.3).
• Il lavoro supplementare causato dai cavalli in
pensione può essere svolto con il personale già in
dotazione.
• Se possibile, i cavalli ospiti vanno sistemati negli
edifici esistenti. Nuove costruzioni possono essere
autorizzate soltanto se non esistono edifici vecchi
non più utili all’agricoltura, da adattare mediante
lavori di trasformazione alla tenuta di cavalli.
• Sono conformi alla zona soltanto gli edifici e gli
impianti che servono alla custodia, al foraggiamen-
to o all’uscita all’aperto dei cavalli ospiti. Ne fanno
parte:
– stalle con possibilità d’uscita all’aperto
– spazi per il foraggio e per il deposito della paglia
– concimaie
– recinzioni per il pascolo
Gli edifici e gli impianti conformi alla zona possono
venir approvati ai sensi dell’art. 16a LPT, in unione
con l’art. 34 OPT, come conformi alla zona agrico-
la. In particolare vanno osservate le premesse di
cui all’art. 34cpv. 4 OPT. L’autorità preposta all’ap-
provazione può chiedere che eventuali condizioni
e oneri previsti nell’autorizzazione vengano men-
zionati nel registro fondiario sul fondo interessato
(art. 44 cpv. 2 OPT). Eventuali condizioni risolutive
vanno obbligatoriamente menzionate nel registro
fondiario (art. 44 cpv. 1 lett. b OPT).
Non conformi alla zona sono per contro tutti quegli
edifici e impianti che servono all’equitazione. Ne
fanno parte, oltre ai padiglioni per l’equitazione, gli
impianti esterni di ogni genere (piazzali per l’equi-
tazione, percorsi ad ostacoli, ippodromi ecc.).
Nemmeno le strutture per i cavalieri sono conformi
alla zona. Ne fanno parte gli spogliatoi, i vani per
le selle, il locale di ritrovo, i parcheggi ecc.
Ulteriori punti da osservare:
• Nelle vicinanze vi devono essere sufficienti pos-
sibilità per uscire a cavallo.
• La tenuta di cavalli ospiti causa un certo traffico
motorizzato da parte dei proprietari dei cavalli. Di
conseguenza, l’azienda agricola deve disporre di
sufficienti collegamenti stradali. Non è ammesso
costruire nuovi parcheggi.
• In caso di progetti edilizi di grossa portata o di
trasformazioni sostanziali nell’azienda, il gestore
deve presentare un piano aziendale, nel quale è
descritto il rapporto tra la pensione per cavalli e
gli altri settori dell’azienda.
13
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
B Tenuta di cavalli presso aziende agricole in zona agricola
5 Aziende accessorie non agricole legate
al cavallo
k Nella zona agricola non possono venir
eretti nuovi edifici per attività commer-
ciali. Per contro gli edifici non più ne-
cessari all’agricoltura possono venir
usati, a determinate condizioni, per at-
tività accessorie legate al cavallo.
5.1 Definizione e realtà
Molti contadini esercitano accanto alla loro attività
principale di agricoltori un’attività lucrativa acces-
soria extra agricola. Di regola si tratta di un’attività
dipendente. Il guadagno accessorio può provenire
però anche da un’attività indipendente. Se sono
soddisfatte le condizioni di cui agli art. 24b LPT e
40 OPT, una simile attività indipendente può essere
esercitata anche negli edifici dell’azienda agricola.
In un simile caso si parla di un’azienda accessoria
non agricola.
Vi sono anche aziende accessorie non agricole in
relazione al cavallo. Esempi: gîte d’étape, gite in
carrozza, gite a sella, noleggio di cavalli propri per
l’equitazione (in merito al rapporto tra pensione
per cavalli e azienda accessoria non agricola cfr. la
cifra 5.3).
5.2 Non conformità alla zona
Le aziende accessorie non agricole non hanno un
rapporto diretto con la produzione agricola e con
la coltivazione del terreno. Anche se sono coinvolti
dei cavalli, si tratta di un’attività commerciale che,
nella zona agricola, non è conforme alla destina-
zione della zona.
5.3 Pensione per cavalli e azienda accesso-
ria non agricola
La differenza tra la pensione per cavalli conforme
alla destinazione della zona (cfr. lettera B. 4) e le
aziende accessorie non agricole è che queste ulti-
me non si limitano alle attività tipicamente agrico-
le come la custodia, il foraggiamento e l’uscita al-
l’aperto, ma si dedicano anche ad altre attività di
tipo commerciale (per es. offerta di pernottamento
e ristorazione presso il «gîte d’étape»).
È perciò importante che nel caso di una pensione
per cavalli si faccia una distinzione tra i servizi
conformi alla destinazione della zona e quelli non
conformi a tale destinazione. La pensione per ca-
valli può essere considerata attività agricola solo
se l’offerta di servizi si limita alla custodia, al fo-
raggiamento e all’uscita all’aperto. Tutte le altre
attività (per es. gestione di un locale di ritrovo per
i cavalieri) non sono conformi alla destinazione
della zona. Esse vengono pertanto ammesse sol-
tanto se sono soddisfatte le premesse per un’a-
zienda agricola accessoria.
5.4 Trasformazione di edifici e impianti
esistenti
Conformemente alle premesse generali per l’in-
stallazione di aziende accessorie non agricole (cfr.
art. 24b LPT e art. 40 OPT), le attività non conformi
14
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
B Tenuta di cavalli presso aziende agricole in zona agricola
alla destinazione della zona possono venir svolte
unicamente in edifici esistenti non più necessari
per l’agricoltura. Non possono pertanto essere co-
struiti nuovi edifici o impianti. Questo principio è
particolarmente importante in relazione agli im-
pianti esterni (piazzali per l’equitazione, ippodro-
mi, percorso a ostacoli, pensiline, parcheggi ecc.).
Eventuali aziende accessorie che necessitano di si-
mili impianti vanno già escluse fin dall’inizio. Se al-
l’interno di un’azienda accessoria non agricola
vengono custoditi dei cavalli ospiti, bisogna assi-
curarsi che nelle immediate vicinanze vi siano del-
le possibilità sufficienti per uscire a cavallo e che,
nell’ottica del traffico, l’azienda agricola sia prov-
vista dei necessari collegamenti.
Nel caso di aziende agricole con animali da reddito
che consumano materia grezza, si premette che
l’infrastruttura base per la custodia, il foraggia-
mento e l’uscita all’aperto dei cavalli sia data. Se a
livello edilizio sono necessari degli adattamenti, gli
stessi devono rispettare le condizioni poste dal-
l’art. 24b LPT. Se vi è lo spazio necessario, in rela-
zione alla tenuta di cavalli ospiti si possono creare
anche le infrastrutture per i proprietari dei cavalli
(p. es. spogliatoi, vano ritrovo per i cavalieri, vano
per le selle, gabinetti).
Va sottolineato che l’azienda accessoria non agri-
cola può essere tenuta unicamente dal gestore
dell’azienda agricola. Non possono essere assunte
persone che si occupano prevalentemente dell’a-
zienda accessoria.
5.5 Basi legali
A un’azienda agricola può venir concessa un’ecce-
zione per la costituzione di un’azienda accessoria
non agricola che si occupa di cavalli, se sono
adempiute le premesse di cui all’art. 24b LPT e al-
l’art. 40 OPT. L’autorità preposta all’approvazione
deve far menzionare l’azienda accessoria nel regi-
stro fondiario sul fondo interessato (art. 44 cpv. 1
lett. a OPT). Inoltre la stessa autorità può chiedere
che siano pure menzionati eventuali condizioni e
oneri legati all’autorizzazione (art. 44 cpv. 2 OPT).
Eventuali condizioni risolutive vanno obbligatoria-
mente menzionate nel registro fondiario (art. 44
cpv. 1 lett. b OPT).
15
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
C Tenuta di cavalli al di fuori dell’agricoltura
C Tenuta di cavalli al di fuori
dell’agricoltura
k Nella zona agricola edifici e impianti per
il piccolo commercio, lo sport o lo svago
non sono conformi alla destinazione
della zona.
1 Premesse
Nell’ottica della legislazione sulla pianificazione
del territorio, è determinante sapere se per la te-
nuta di cavalli in zona agricola si fa capo ad un’a-
zienda agricola (cfr. per la definizione il punto B.1):
• Se presso un’azienda agricola sono tenuti dei
cavalli, va chiarito se gli stessi vengono usati in
modo conforme o meno alla destinazione della zo-
na (cfr. il punto B. 2–B.4). Le attività non conformi
alla destinazione della zona sono ammesse soltan-
to nell’ambito di un’azienda accessoria non agrico-
la (cfr. il punto B. 5).
• Se non vi è alcuna azienda agricola, è possibile
custodire cavalli in zona agricola soltanto in casi
eccezionali appositamente previsti dalla legislazio-
ne sulla pianificazione. Per tutti gli altri casi, colui
che tiene i cavalli deve far capo alla zona edilizia o
a un’eventuale zona speciale (cfr. il punto A. 3.3).
2 Tenuta di cavalli a scopi commerciali
k Aziende ippiche di qualsiasi genere
(centri equestri, maneggi, scuole d’equi-
tazione ecc.) e altre aziende ippiche
(commercio e noleggio di cavalli ecc.)
devono trovarsi nella zona edificabile o
in una zona speciale.
2.1 Premesse
Le aziende ippiche di natura commerciale vanno
delimitate in due sensi:
• A differenza delle aziende agricole, le aziende
ippiche di natura commercialenon hanno nessun
rapporto diretto con la produzione di prodotti agri-
coli o conla coltivazione del terreno.
• A differenza delle attività di svago e del tempo
libero, le aziende ippiche di natura commerciale
mirano a realizzare un guadagno.
Esempi per un’attività commerciale: scuola d’equi-
tazione, pensione per cavalli, terapia ippica, com-
mercio di cavalli, fattoria di pony, noleggio di ca-
valli ecc.
Presso le aziende agricole, è possibile svolgere
delle attività commerciali di natura secondaria se
vi sono le premesse per un’azienda accessoria non
agricola (cfr. in merito anche le osservazioni sotto
B.5).
2.2 Mancanza della conformità alla destina-
zione della zona in zona agricola
In zona agricola gli edifici e gli impianti che servo-
no delle aziende ippiche di natura commerciale
non sono conformi alla destinazione della zona. Si-
mili edifici vanno collocati nella zona edificabile o
in una zona speciale adeguata (cfr. in merito le os-
servazioni sotto A.3.3).
2.3 Edifici e impianti nell’ambito di aziende
ippiche di natura commerciale
Vi sono le più svariate forme di aziende ippiche. Le
possibilità edilizie dipendono essenzialmente dal
genere di zona in questione. Principalmente si trat-
ta di zone artigianali e di zone delimitate da molti
Comuni per il tempo libero e lo sport.
Nella zona edificabile o nelle zone speciali, a diffe-
renza della zona agricola, è possibile anche co-
struire padiglioni per l’equitazione e impianti
esterni di qualsiasi genere, ossia impianti dalle di-
mensioni adatte per un torneo. Inoltre è possibile
costruire parcheggi per i clienti.
2.4 Aziende ippiche di natura commerciale
esistenti in zona agricola e non confor-
mi alla destinazione della zona (cfr. art.
37a LPT)
Le aziende ippiche di natura commerciale erette in
zona agricola prima del 1° gennaio 1980 (o divenu-
te non più conformi alla destinazione della zona in
seguito a modifica dei piani d’utilizzazione) posso-
16
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
C Tenuta di cavalli al di fuori dell’agricoltura
no essere adeguate alle nuove esigenze, alle con-
dizioni poste dall’art. 43 OPT.
3 Tenuta di cavalli per svago
k Gli edifici e impianti per attività di sva-
go e del tempo libero non possono venir
eretti nella zona agricola, ma vanno co-
struiti nella zona edificabile o in una zo-
na speciale.
3.1 Definizione
La tenuta di cavalli per svago non mira a consegui-
re un reddito. Viene svolta per passione e serve
per passare il tempo libero.
3.2 Tenuta di cavalli per svago in zona edifi-
cabile
k In zona edificabile, la tenuta di cavalli
per svago non è possibile ovunque; è
comunque possibile in misura sufficien-
te.
All’interno della zona edificabile spetta ai Cantoni
e ai Comuni definire le possibili utilizzazioni (cfr. in
merito le osservazioni sotto A. 3.1). A seconda del-
le circostanze, è possibile che la tenuta di cavalli
per svago incontri degli ostacoli più o meno gran-
di. Gli odori, il rumore, gli insetti, la polvere ecc.
possono generare problemi con i vicini. Simili cir-
costanze non giustificano però un ripiegamento
sulla zona agricola. Chi tiene cavalli per svago de-
ve piuttosto cercare delle alternative all’interno
della zona edificabile. Si può pure pretendere che
egli affidi il proprio cavallo a un’apposita pensione.
Spesso si afferma che una tenuta di cavalli confor-
me alle esigenze dell’animale richieda superfici
per uscire all’aperto e per pascolare. Simili spazi
sarebbero inesistenti all’interno della zona edifica-
bile oppure troppo costosi e quindi fuori portata. Il
Tribunale federale ha esplicitamente respinto que-
sto argomento. Un’uscita all’aperto con qualsiasi
tempo non è di per sé esclusa all’interno della zo-
na edificabile. È vero che in essa la tenuta di caval-
li risulta in parte difficoltosa e non dappertutto è
possibile; ciò non toglie che in alcuni casi è possi-
bile in misura sufficiente.
3.3 Tenuta di cavalli per svago in zona
agricola
k All’interno della zona agricola non sono
ammissibili nuovi edifici e impianti per
la tenuta di cavalli per svago. A date
condizioni possono però venir usati de-
gli edifici e impianti esistenti per la te-
nuta di cavalli.
La tenuta di cavalli per svago all’interno della zona
agricola non è conforme alla destinazione della
zona (vedi art. 34 cpv. 5 OPT) e non necessita
nemmeno di un’ubicazione in questa zona (cfr. al
riguardo il punto C.3.2). Di conseguenza, in zona
agricola non è ammessa la costruzione di edifici e
impianti destinati alla tenuta di cavalli per svago.
Gli allevatori di cavalli per svago affermano però di
dedicarsi professionalmente all’agricoltura, e non
soltanto per svago. Il loro progetto di costruzione
andrebbe quindi considerato conforme alla desti-
nazione della zona agricola. In simili casi è neces-
sario fare una chiara distinzione tra l’allevamento
agricolo di cavalli e l’allevamento per svago. L’a-
zienda per svago, come già spiegato al punto B. 1,
si distingue dall’azienda agricola vera e propria per
il fatto che quest’ultima si basa sull’impiego coor-
dinato e duraturo di capitale e lavoro in misura
economicamente determinante e volto al conse-
guimento di un reddito.
La premessa della redditività (conseguimento di un guada-
gno) è soddisfatta, se l’attività in oggetto contribuisce in
modo determinante ad assicurare l’esistenza. Al riguardo, la
prassi pone delle condizioni molto severe. La professionalità
e le conoscenze specifiche sono sì necessarie, ma non sono
le sole premesse. Il tempo dedicato all’attività non è deter-
minante. A questo dato di fatto va prestata particolare at-
tenzione allorquando sono coinvolte delle persone senza at-
tività lucrativa, le quali dedicano gran parte del tempo al lo-
ro hobby. Va inoltre menzionato che senza eccezione alcuna
le aziende per svago non adempiono il requisito di un’esi-
stenza prevedibile a lungo termine (art. 34 cpv. 4 lett. c
OPT).
Eccezionalmente è possibile tenere per svago dei
cavalli anche in zona agricola, segnatamente in al-
cuni casi di applicazione dell’art. 24a LPT (cfr. in
merito le osservazioni sotto A.3.2.2) e nell’ambito
di edifici protetti nella propria situazione di fatto.
17
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
C Tenuta di cavalli al di fuori dell’agricoltura
Quest’ ultimo aspetto va trattato in modo più det-
tagliato:
Se si tratta di edifici protetti nella propria situazio-
ne di fatto (cfr. in merito art. 24c LPT e art. 41
OPT), i vani esistenti possono essere trasformati in
stalle per cavalli oppure vi può essere aggiunta
una stalla sempre che l’identità dell’edificio resti
immutata (cfr. in merito art. 42 cpv. 3 OPT). Condi-
zione rimane comunque che le possibilità di tra-
sformazione non siano già state sfruttate con l’am-
pliamento di superfici abitabili o tramite altre uti-
lizzazioni non conformi alla destinazione della
zona. Per un cavallo si calcola in genere che la su-
perficie necessaria sia di 20–25 m 2 (box: ca.
10–12 m 2; deposito fieno e paglia: 10–15 m 2). Non
inclusi in queste superfici sono lo spazio esterno
contiguo alla stalla e la concimaia. Trattandosi di
manufatti aperti, simili impianti sottostanno a re-
gole speciali, che saranno spiegate qui di seguito.
Secondo la prassi del Tribunale federale, non sono
ammissibili edifici e impianti (p. es. pensiline in
mezzo al pascolo o recinti con sabbia) separati e
indipendenti dall’edificio originario protetto nella
propria situazione di fatto.
L’uscita collegata direttamente alla stalla rispetta il
principio dell’unità corporea (in merito alle uscite
cfr. allegato 4).
Trattandosi di una costruzione aperta, l’impianto
per l’uscita non deve essere considerato in modo
fisso per il calcolo delle possibilità d’ampliamento
secondo l’articolo 42 capoverso 3 OPT. Occorre
però prenderlo in considerazione al momento di
valutare se l’identità dell’edificio rimane immuta-
ta.
Per la concimaia valgono prescrizioni analoghe.
Il fabbisogno di superficie per cavallo (circa
20–25 m 2, uscite libere e concimaia escluse) fa sì
che ai sensi dell’art. 24c LPT si possono tenere al
massimo 3–4 cavalli per svago. Questo numero,
identico a quello che viene accordato a chi tiene
cavalli per svago all’interno di una zona abitata,
consente di porre un freno alla graduale trasforma-
zione della superficie in pensioni per cavalli o in
altre attività non conformi alla destinazione della
zona.
Se gli edifici protetti nella propria situazione di
fatto sono destinati alla tenuta di cavalli, nelle vici-
nanze ci devono essere sufficienti possibilità per
uscire a cavallo.
Per avere un quadro completo della situazione, si
consultino le Spiegazioni in merito all’ordinanza
sulla pianificazione del territorio, pag. 42 seg.,
come pure le «Autorizzazioni ai sensi dell’art. 24c
LPT: modifiche a edifici e impianti non conformi al-
la destinazione della zona» in: Ufficio federale del-
lo sviluppo territoriale: nuovo diritto sulla pianifi-
cazione del territorio. Spiegazioni in merito all’or-
dinanza sulla pianificazione del territorio e
raccomandazioni per l’applicazione.
4 Sport equestri
k Edifici e impianti per gli sport equestri
(padiglioni per l’equitazione, piazzali
per l’equitazione, ippodromi ecc.) vanno
eretti nella zona edificabile o nelle zone
speciali.
L’esercizio di sport equestri, che si tratti di sport di
massa o di sport di competizione, non è un’attività
di natura agricola. Di conseguenza, la speciale for-
mazione di cavalli da competizione (cavalli da cor-
sa, saltatori, cavalli d’addestramento, cavalli mili-
tari ecc.) non viene attribuita all’allevamento agri-
colo di cavalli (cfr. in merito le osservazioni sotto
B. 2). In generale gli edifici e gli impianti che servo-
no per sport equestri, siano essi pubblici o privati,
18
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
C Tenuta di cavalli al di fuori dell’agricoltura
non devono trovarsi nella zona agricola, ma vanno
collocati in zona edificabile o nelle apposite zone
speciali (cfr. in merito le osservazioni sotto A.3.3).
Le possibilità di edificazione dipendono dalla defi-
nizione della relativa zona. Nelle zone per sport
equestri possono di regola venir costruiti padiglio-
ni per l’equitazione e impianti esterni di ogni gene-
re e addirittura vi possono essere edificati impianti
dalle dimensioni adatte per un torneo. Di regola vi
è inoltre la possibilità di costruire parcheggi per gli
utenti.
19
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
D Domande particolari
D Domande particolari
1 Quando è possibile autorizzare spazi
abitativi in una zona agricola?
Sono conformi alla zona agricola soltanto gli edifici
destinati al fabbisogno abitativo indispensabile per
la gestione della relativa azienda agricola (cfr. art.
34 cpv. 3 e 4 OPT). Ciò è il caso se, per motivi di
gestione aziendale, la presenza continua del gesto-
re risulta necessaria e se la prossima zona resi-
denziale è molto distante e difficilmente raggiungi-
bile. Il Tribunale federale ha negato la necessità di
una presenza continua in un caso riguardante una
scuderia commerciale, poiché non vi erano delle
cavalle gravide e dei puledri da curare. Per i motivi
menzionati qui di seguito solo raramente la tenuta
di cavalli può giustificare la costruzione di nuovi
spazi abitativi.
• Nel caso di una pensione per cavalli, in genere il
problema di nuovi spazi abitativi non dovrebbe
nemmeno porsi, poiché per essere conforme alla
destinazione della zona deve venir gestita nell’am-
bito di un’azienda agricola esistente (cfr. il punto
B. 4.1).
• In zona agricola la tenuta di cavalli per svago
non è conforme allo scopo della zona. Essa non dà
diritto alla costruzione di nuovi spazi abitativi; un
simile diritto non esiste nemmeno per le attività
accessorie.
2 Quanti cavalli possono essere ammessi
nella zona residenziale?
La tenuta di cavalli provoca delle emissioni. Quan-
to più è grande il numero dei cavalli custoditi, tan-
to maggiori sono le emissioni di rumore e di odori.
La presenza di cavalli può inoltre generare, spe-
cialmente in estate e in autunno, una concentra-
zione eccessiva di insetti.
I regolamenti delle zone di regola non prevedono
disposizioni specifiche riguardanti la tenuta di ca-
valli. Il numero di cavalli ammessi in una zona resi-
denziale dipende dalle attività che in essa sono
consentite e dalle immissioni. In base all’esperien-
za, il loro numero non dovrebbe comunque supera-
re le tre–quattro unità.
Eventuali problemi legati alle immissioni (p. es. ru-
mori e odori) o le esigenze poste dalla legislazione
sulla protezione degli animali vanno risolti median-
te la definizione di condizioni e oneri appropriati.
3 Danni alle strade e ai campi dovuti ai
cavalli
In caso di cattive condizioni atmosferiche (terreno
troppo bagnato), il passaggio di cavalli può provo-
care danni alle strade e ai campi. Le autorità pre-
poste alla concessione di licenze edilizie devono
perciò tenere in considerazione questo aspetto
quando rilasciano delle licenze edilizie per scude-
rie e per pensioni per cavalli. Se si tratta di pensio-
ni per cavalli o di trasformazioni di edifici esisten-
ti, nelle vicinanze ci devono essere sufficienti pos-
sibilità per uscire a cavallo (cfr. in merito le
osservazioni sotto B.4 e C.3.3).
Il proprietario di una scuderia o di una pensione
per cavalli, dal canto suo, si occuperà tempestiva-
mente della problematica per evitare di trovarsi
confrontato con spiacevoli azioni di risarcimento.
Può essere vantaggioso affrontare il problema an-
che a livello pianificatorio, per esempio approntan-
do un piano comunale o regionale per le vie riser-
vate all’equitazione.
20
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
Allegato 1
21
Allegato 1
Tenuta di cavalli presso aziende
agricole
Zona agricola
Determinanti per la valutazione da un
punto di vista edilizio e pianificatorio
sono la LPT e la OPT. Sussidiariamente
trova applicazione il diritto cantonale e
comunale.
Conformi alla destinazione della zona
(LPT 16a, OPT 34) sono gli edifici e gli
impianti per:
– l’allevamento agricolo di cavalli
– cavalli da lavoro impiegati nell’azien-
da
– produzione di carne di cavallo o latte
– pensione per cavalli (a precise condi-
zioni)
Tutte le altre attività legate al cavallo
non sono conformi alla destinazione
della zona e sono ammissibili soltanto
nell’ambito di un’azienda accessoria
non agricola e alle condizioni per essa
previste (LPT 24b, OPT 40).
Zona edificabile
Determinante per la valutazione da un
punto di vista edilizio e pianificatorio
sono il diritto cantonale e comunale.
Tenuta di cavalli al di fuori dell’agri-
coltura
Zona edificabile
Determinante per la valutazione da un
punto di vista edilizio e pianificatorio
sono il diritto cantonale e comunale.
Le zone speciali offrono soluzioni adatte
per scuderie o impianti ippici.
Zona agricola
Determinanti per la valutazione da un
punto di vista edilizio e pianificatorio
sono la LPT e la OPT. Sussidiariamente
trova applicazione il diritto cantonale e
comunale.
Gli edifici e impianti per la tenuta di
cavalli a scopi non agricoli non sono
conformi alla destinazione della zona
agricola.
In edifici e impianti esistenti non
conformi alla destinazione della zona
possono venir tenuti dei cavalli alle con-
dizioni previste agli artt. 24a e 24c LPT
e artt. 41 e 42 OPT.
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
Allegato 2
Allegato 2
Presupposti edilizi per una tenuta di
cavalli conforme alla legislazione
sulla protezione degli animali
La direttiva dell’Ufficio federale di vete-
rinaria (UFV) del 23 aprile 2001 riguar-
dante la custodia di cavalli, pony, asini e
muli (direttiva sulla protezione degli ani-
mali 800.106.06), riportata parzialmente
qui di seguito, si basa sulla legge fede-
rale sulla protezione degli animali (LP-
DA) e sull’ordinanza sulla protezione de-
gli animali (OPAn). La direttiva medesi-
ma non è legalmente vincolante. Essa
servirà però da base per una futura revi-
sione dell’ordinanza sulla protezione
degli animali.
1 Requisiti minimi per i sistemi
di stabulazione
Le scuderie devono essere concepite in
maniera che i cavalli possano coricarsi,
riposare ed alzarsi nel modo proprio alla
loro specie (cfr. art. 6 OPAn). I sistemi di
stabulazione, compresi i settori esterni,
devono essere costruiti e sistemati in
modo che il pericolo di ferimento sia
esiguo e gli animali non possano fuggi-
re. I sistemi di stabulazione in cui gli
animali soggiornano durevolmente o
prevalentemente devono essere suffi-
cientemente vasti e sistemati in modo
che i cavalli possano muoversi in manie-
ra adeguata alla loro specie (cfr. art. 5
cpv. 2 e 3 OPAn).
11 Altezza minima del soffitto
L’altezza minima del soffitto è importan-
te, da un lato, a causa del rischio per il
cavallo di ferirsi urtando la testa contro
il soffitto e, dall’altro, in quanto l’altez-
za del soffitto limita la quantità di aria
nella scuderia e influisce pertanto sulle
sue condizioni climatiche. Di conse-
guenza, il soffitto deve essere situato al
livello più alto possibile (altezza racco-
22
mandata: il doppio dell’altezza al garre-
se).
Altezza minima del soffitto:
1.5 volte l’altezza al garrese
Per stabilire l’altezza minima del soffit-
to dell’unità di detenzione ci si basa
sulla taglia del cavallo più grande.
12 Stabulazione fissa
Il fatto di attaccare i cavalli nelle stalle
(o poste) o nei box (p. es. attaccare la
fattrice) limita notevolmente la loro li-
bertà di movimento e il loro campo visi-
vo, per cui si deve evitare che essi siano
tenuti continuamente attaccati (cfr. art.
3 cpv. 2 LPDA, art. 1 cpv. 3 OPAn). Ogni
stabulazione fissa è considerata perma-
nente se non sono previsti altri sistemi
di tenuta per il cavallo in questione o se
tali sistemi non vengono utilizzati.
In occasione della costruzione di nuove
scuderie o di trasformazioni si deve ri-
nunciare a sistemare le stalle o poste.
13 Stabulazione individuale in box
La superficie minima deve permettere al
cavallo di coricarsi, di mangiare e di
spostarsi.
Superficie minima:
(2 volte l’altezza al garrese) 2
La superficie dei box per il parto e dei
box per la giumenta con un puledro di
età superiore ai due mesi deve rappre-
sentare almeno il 130% della superficie
minima.
Larghezza minima dei box:
1.5 volte l’altezza al garrese
Le superfici minime calcolate in funzio-
ne dell’altezza al garrese figurano nel-
l’allegato. I metri quadrati ottenuti nel
calcolo possono essere arrotondati.
14 Stabulazione in gruppo
Il fabbisogno di superficie per un gruppo
di cavalli deve corrispondere alla som-
ma delle superfici minime individuali. Se
si tratta di grandi gruppi, la superficie
minima può essere calcolata in base al-
la media delle altezze al garrese dei ca-
valli del gruppo, moltiplicata per il nu-
mero dei cavalli. Per i gruppi a partire
da cinque animali che sono ben affiatati
(senza dispute frequenti e aggressive
che causano ferite), si può ridurre la su-
perficie totale del 20% al massimo.
Superficie minima di un box di gruppo a
un compartimento (adatto soltanto per
gruppi di cavalli ben affiatati!)
settori di foraggiamento, di riposo e di
spostamento integrati (senza pareti di-
visorie):
Box di gruppo a un compartimento per
quattro cavalli con un’altezza media al
garrese di 150 cm:
Superficie minima per cavallo:
(2 volte l’altezza al garrese) 2
Superficie minima per il gruppo:
n volte (2 volte l’altezza al garrese*) 2
n = numero di cavalli,
media dell’altezza al garrese di tutti i
cavalli del gruppo.
36 m 2
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
Allegato 2
no essere predisposti in modo da soddi-
sfare il fabbisogno in calore degli ani-
mali (art. 13 cpv. 1 OPAn).
Siccome i pavimenti di pietra, di cemen-
to o naturali non soddisfano, da soli, tali
esigenze, il fabbisogno in calore e l’as-
sorbimento dell’umidità devono essere
garantiti da una lettiera sufficiente ed
adeguata. Se i pavimenti sono dotati di
un isolamento termico, come i pavimen-
ti di legno o quelli muniti di un rivesti-
mento in gomma, si può diminuire lo
spessore della lettiera in quanto que-
st’ultima deve assicurare soltanto l’as-
sorbimento dell’umidità.
Occorre tenere costantemente pulita la
lettiera dagli escrementi e dalla paglia
umida in modo da favorire la cura del
manto degli animali ed il clima nella
scuderia.
3 Settori per l’uscita all’aperto
È considerato un settore per l’uscita al-
l’aperto ogni superficie esterna delimi-
tata da una recinzione e nella quale i
cavalli hanno la possibilità di muoversi
liberamente.
31 Superfici minime
Per rispondere ai requisiti della superfi-
cie minima intesi a permettere agli ani-
mali di muoversi liberamente, un setto-
re per l’uscita all’aperto deve avere le
seguenti dimensioni:
Per i settori di uscita all’aperto accessi-
bili stabilmente:
2 volte (doppia altezza al garrese) 2
Per tutti gli altri settori di uscita
all’aperto:
volte (doppia altezza al garrese) 2
La superficie minima dei settori di usci-
ta all’aperto per gruppi di animali corri-
sponde alla somma delle superfici mini-
23
sicuro. Per i soggetti che non si tollera-
no, occorre disporre della possibilità di
separarli dal gruppo (cfr. art. 5 cpv. 4
OPAn).
È opportuno suddividere i box di gruppo
in diversi settori installando pareti divi-
sorie. Occorre assolutamente evitare i
passaggi stretti e i vicoli ciechi. Per i ca-
valli, le aperture accessibili liberamente
tra i settori previsti per le varie funzio-
ni, per esempio l’accesso al recinto al-
l’aperto, devono avere una larghezza
minima di 250 cm o devono esserci al
minimo due passaggi. In tal modo si im-
pedisce che i passaggi vengano bloccati
da animali di rango superiore.
Ogni cavallo deve avere la possibilità di
nutrirsi indisturbato. In occasione della
distribuzione razionata di foraggio, oc-
corre prendere misure particolari. Sono
considerate tali le stalle o poste di fo-
raggiamento, la stabulazione fissa di
breve durata o il foraggiamento assisti-
to da computer. La distribuzione di fo-
raggio grossolano in rastrelliere circola-
ri, ad esempio, permette agli animali di
prendere indisturbati questo tipo di fo-
raggio.
I cavalli malati, i nuovi cavalli da inte-
grare nel gruppo, i soggetti che non si
tollerano o le giumente appena prima o
durante il parto devono poter essere se-
parati in caso di necessità dal resto del
gruppo. In questa circostanza non va
comunque dimenticata l’esigenza del
cavallo di avere contatti sociali.
2 Pavimenti della scuderia e
lettiera
Nelle stalle per cavalli i pavimenti devo-
no essere sistemati in modo da evitare i
ferimenti (cfr. art. 5 cpv. 3 OPAn). I pavi-
menti delle scuderie devono poter esse-
re tenuti agevolmente in modo che ab-
biano ad essere antisdrucciolevoli e
secchi. Nel settore di riposo essi devo-
Superficie minima del settore di riposo
(22.5 m 2) per quattro cavalli che hanno
un’altezza media al garrese di 150 cm.
Superficie minima del settore di riposo
per cavallo:
2.5 volte l’altezza al garrese 2
Superficie minima del settore di riposo
per il gruppo:
n volte (2.5 volte l’altezza al garrese*2)
n = numero di cavalli,
* media dell’altezza al garrese di tutti i
cavalli del gruppo.
15 Altri requisiti strutturali per la
stabulazione in gruppo
Se i sistemi di stabulazione sono occu-
pati da più animali, il custode deve te-
nere conto del comportamento nel
gruppo, dando per esempio agli animali
la possibilità di evitarsi e di mettersi al
Superficie minima del settore di riposo
in una stabulazione libera, in gruppo, a
diversi compartimenti:
con una parete divisoria che separa il
settore di foraggiamento e il settore che
permette ai cavalli di entrare e di uscire
dalle scuderie, da un lato, e dal settore
di riposo, dall’altro):
22.5 m 2
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
Allegato 2
me individuali. Se si tratta di grandi
gruppi, la superficie minima può essere
calcolata basandosi sulla media delle al-
tezze al garrese dei cavalli del gruppo
moltiplicata per il numero di cavalli. Nel
caso di gruppi formati da almeno cinque
animali ben affiatati (assenza di dispute
frequenti e aggressive che causano feri-
te) si può ridurre la superficie totale del
20% al massimo.
I settori di stabulazione all’aperto allun-
gati e di forma rettangolare incitano
maggiormente i cavalli al movimento ri-
spetto ai settori di uscita all’aperto qua-
drati.
32 Requisiti per i pavimenti
La sistemazione del suolo dei settori di
uscita all’aperto dipende dalle sue di-
mensioni, dal numero dei cavalli che vi
si trovano, dall’utilizzazione secondo le
condizioni meteorologiche e dall’inten-
sità dell’utilizzazione. Ogni settore di
uscita all’aperto deve rispondere alle
seguenti esigenze:
– rischio minimo che gli animali si pos-
sano ferire;
– una zona caratterizzata da un suolo
resistente alla pressione (sprofonda-
mento dello zoccolo non oltre alla co-
rona), se gli animali si trovano rego-
larmente per diverse ore di fila nel
settore di uscita all’aperto;
– nessun inquinamento importante (do-
vuto p. es. agli escrementi o all’uri-
na).
I grandi settori di uscita all’aperto, e in
particolare i pascoli, possono anche es-
sere utilizzati senza consolidamento se
rispondono ai criteri summenzionati.
Per i settori di uscita all’aperto relativa-
mente piccoli e utilizzati in modo inten-
sivo [ordine di grandezza: 2 volte (dop-
pia altezza al garrese) 2], il suolo deve
essere sistemato in modo da permette-
re lo scorrimento dell’acqua, da offrire
una buona presa e da essere tenuto
24
agevolmente. Ecco alcuni esempi di si-
stemazione delle superfici: strato di
sabbia, trucioli di legno, pavimenti anti-
sdrucciolevoli, lastricato in legno rico-
perto di sabbia, lastre perforate in ma-
teriale sintetico.
33 Recinti
I pascoli e i settori di uscita all’aperto
devono essere sistemati in modo che i
cavalli non si feriscano e non possano
fuggire (cfr. art. 5 cpv. 2 OPAn). Gli appo-
siti nastri elettrificati o i pali di legno
utilizzati per delimitare i recinti sono
ben visibili ai cavalli e costituiscono un
ostacolo sicuro atto ad impedirne la lo-
ro fuga. Nella posa della recinzione bi-
sogna evitare di formare angoli stretti. Il
filo spinato e le reti metalliche devono
essere scartati in quanto causano ferite
gravi. Per i settori di uscita all’aperto la
cui superficie è inferiore alle norme mi-
nime prescritte alla cifra 31 bisogna ri-
nunciare alle recinzioni elettrificate. So-
no ammissibili eccezioni nel caso di set-
tori di uscita all’aperto attigui, allo
scopo di separare animali che non si
tollerano.
4 Clima
Le scuderie destinate ai cavalli devono
essere costruite, utilizzate e aerate in
modo che procurino un clima adeguato
(cfr. art. 7 cpv. 1 OPAn).
Sistemi di ventilazione appropriati devo-
no garantire un’aerazione sufficiente,
affinché l’aria nella stalla corrisponda
all’incirca alla qualità dell’aria esterna
per quanto concerne la temperatura,
l’umidità, la concentrazione di gas noci-
vi e la concentrazione di polvere. Nella
pratica è possibile ottenere un’aerazio-
ne sufficiente mediante un tipo di co-
struzione il più possibile aperta e la-
sciando stabilmente le finestre o le por-
te aperte.
5 Illuminazione
Gli animali domestici non possono esse-
re tenuti permanentemente all’oscuro.
Le stalle, in cui gli animali soggiornano
permanentemente o prevalentemente,
devono possibilmente essere illuminate
con luce diurna naturale. L’intensità lu-
minosa nel settore degli animali deve
essere, di giorno, di almeno 15 lux.
Occorre esigere la luce diurna:
– nelle nuove costruzioni e nelle tra-
sformazioni;
– negli edifici esistenti, se le finestre o
le rispettive aperture sono già a di-
sposizione o se queste possono esse-
re costruite senza spese sproporzio-
nate;
– negli edifici esistenti che sono stati
costruiti o trasformati dopo l’entrata
in vigore, il 1° luglio 1981, dell’ordi-
nanza sulla protezione degli animali.
A titolo indicativo, occorre che la super-
ficie totale permeabile alla luce diurna
nelle pareti e nei soffitti corrisponda ad
almeno un decimo della superficie del
pavimento. Nelle scuderie esistenti che
non soddisfano tale requisito, l’illumina-
zione naturale dev’essere migliorata
quando i lavori di miglioria possono es-
sere effettuati senza spese sproporzio-
nate. Se l’intensità luminosa è troppo
debole, occorre utilizzare la luce artifi-
ciale.
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
Allegato 2
25
Tabella delle dimensioni minime secondo le razze
(sono ammesse deroghe nella misura in cui non vanno al di sotto dei valori minimi calcolati esattamente)
Esempi di razze
Pony Shetland, asino nano, ecc.
Pony e asini
Haflinger, cavallo d’Islanda, di Mé-
rens, di Fjord e della Camargue,
bardotto, pony Connemara, asino
grande, ecc.
Cavallo Franches-Montagnes, ara-
bo, frisone, andaluso, Quarterhorse,
cavallo Paso, cavallo Polo, muli,
asino gigante, ecc.
Cavallo di sangue caldo da sella e
da tiro, purosangue inglese, trotta-
tore, ecc.
Shire-Horse e altri cavalli di grandi
dimensioni
Superficie mi-
nima del setto-
re di uscita per
il movimento
libero:
3 (2 AG) 2 3)
9 m 2
12 m 2
15 m 2
18 m 2
21 m 2
24 m 2
27 m 2
30 m 2
33 m 2
36 m 2
39 m 2
42 m 2
45 m 2
48 m 2
Superficie minima
per cavallo per il
movimento libero
nei settori di
uscita accessibili
stabilmente:
2 (2 AG) 2 3)
6 m 2
8 m 2
10 m 2
12 m 2
14 m 2
16 m 2
18 m 2
20 m 2
22 m 2
24 m 2
26 m 2
28 m 2
30 m 2
32 m 2
Superficie riposo
min./cavallo:
2.5 AG 2
per stabulazione
libera (a diversi
compartimenti) 3)
1.5 m 2
2.5 m 2
3 m 2
4 m 2
4.5 m 2
5 m 2
5.5 m 2
6.5 m 2
7 m 2
7.5 m 2
8 m 2
9 m 2
9.5 m 2
10 m 2
Superficie mini-
ma per cavallo:
(2 AG) 2
per i box indivi-
duali 1) 2)
o box per gruppo,
a un compart. 3)
3 m 2
4 m 2
5 m 2
6 m 2
7 m 2
8 m 2
9 m 2
10 m 2
11 m 2
12 m 2
13 m 2
14 m 2
15 m 2
16 m 2
Altezza minima
del soffitto
(1.5 AG),
ma almeno 1.8 m
1.8 m
1.8 m
1.8 m
1.9 m
2 m
2.1 m
2.3 m
2.4 m
2.5 m
2.6 m
2.7 m
2.8 m
2.9 m
3 m
Altezza al
garrese [AG]
in cm
79–93
94–106
107–117
118–127
128–136
137–145
146–154
155–162
163–169
170–176
177–183
184–190
191–196
197–203
1) Larghezza minima del box: 1.5 AG.
2) Box per il parto e box per giumenta con puledro di più di 2 mesi: almeno il 130% della superficie minima.
3) Per gruppi di cavalli ben affiatati (a partire da 5 animali), la superficie totale può essere ridotta del 20% al massimo.
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
Allegato 3
26
La direttiva 800.106.06 dell’UFV per la
protezione degli animali contiene misu-
re minime per i più svariati sistemi di
stabulazione. Dal punto di vista della
protezione degli animali è auspicabile
che la stalla e l’uscita non rispettino
soltanto queste misure minime ma che,
se possibile, le dimensioni siano mag-
giori. La pianificazione del territorio non
ignorerà queste esigenze, se il sistema
di stabulazione ha come obiettivo il be-
ne degli animali e non altri obiettivi non
pertinenti e per quanto le divergenze
dalle misure minime risultino giustifica-
te da un punto di vista oggettivo e resti-
no entro limiti che, per la pianificazione
del territorio, sono accettabili. La diver-
genza dalle misure minime non deve
tuttavia portare alla tenuta di un nume-
ro maggiore di cavalli rispetto a quanto
indicato nella licenza edilizia.
Grandezza del deposito per il
foraggio e la paglia
La necessità di spazio per il foraggio e
la paglia dipende dal numero di cavalli,
dalla durata di conservazione, dalla for-
ma di conservazione, dal genere di fo-
raggio, dal sistema d’immagazzinamen-
to ecc. I relativi valori indicativi risulta-
no dagli appositi manuali. Le autorità
cantonali competenti in materia di agri-
coltura dispongono della necessaria
esperienza e delle conoscenze specifi-
che per valutare progetti edilizi concre-
ti.
Spazio per la cura dei cavalli (pulizia,
lavatura, ferratura)
Presso le aziende agricole, lo spazio per
la cura dei cavalli si trova di regola al-
l’aperto o sotto una tettoia. Per un’a-
zienda agricola non è né necessario né
economicamente sensato avere degli
spazi per la cura dei cavalli completa-
mente attrezzati, eventualmente addi-
rittura provvisti di solarium, così come
si trovano presso i maneggi o le pensio-
ni per cavalli a vocazione commerciale.
Vani per le selle e per i finimenti
Se per i maneggi e per le pensioni per
cavalli a vocazione commerciale sono
indispensabili dei vani per le selle con-
facenti alle esigenze della clientela, per
la tenuta agricola di cavalli basta un po-
sto di conservazione predisposto in mo-
do sensato. Di regola un simile spazio,
per quanto non ancora disponibile, può
facilmente essere messo a disposizione
all’interno di vani già esistenti.
Superficie d’addestramento
Cfr. per quanto riguarda le caratteristi-
che della superficie d’addestramento il
punto B.2.5 e l’allegato 4.
Recinzione per il pascolo
Per quanto riguarda le dimensioni e il
materiale, si rimanda ai manuali specifi-
ci.
Allegato 3
Punti da osservare in modo particola-
re per edifici e impianti conformi alla
destinazione della zona siti in zona
agricola
Gli edifici e impianti conformi alla desti-
nazione della zona siti in zona agricola
devono rispettare, per quanto riguarda
l’ubicazione e la grandezza, dei presup-
posti particolari (cfr. osservazioni sotto
A.3.2.1). Uno di questi presupposti ri-
chiede che gli edifici e gli impianti non
siano sovradimensionati. Questo aspet-
to, nonché alcuni altri punti da osserva-
re, sono trattati qui di seguito.
Prima di costruire un edificio nuovo,
occorre sempre verificare se esistono
riserve di spazio che, nell’ambito di una
trasformazione, potrebbero essere
sfruttate per il progetto edilizio.
Grandezza delle stalle e dello spazio
esterno adiacente
Vi sono diversi sistemi di stabulazione.
La direttiva dell’Ufficio federale di vete-
rinaria (UFV) del 23 aprile 2001 riguar-
dante la tenuta di cavalli, pony, asini e
muli (direttiva 800.106.06 dell’UFV per
la protezione degli animali) contiene al-
la cifra III. 1 un sommario. A differenza
dei sistemi precedentemente in vigore,
gli attuali sistemi di stabulazione (box,
stabulazione libera) necessitano di più
spazio, poiché garantiscono più movi-
mento ai cavalli.
Nel caso di una stabulazione ideale, l’u-
scita è adiacente alla stalla, di modo
che i cavalli hanno la possibilità di stare
all’aperto e di beneficiare di una certa
possibilità di movimento anche in caso
di brutto tempo, ossia quando un’uscita
al pascolo non è possibile (l’allegato 4
tratta dettagliatamente l’uscita all’aper-
to).
di «uscita per ogni tempo», «uscita per
il brutto tempo» o simili, l’autorità com-
petente deve dapprima chiarire se si
tratta di un’uscita nel senso spiegato
sopra o se si tratta di una superficie
esterna d’altro genere (in particolare un
piazzale per l’equitazione). Siccome la
confusione e i malintesi sono all’ordine
del giorno, nella licenza edilizia va fatta
chiarezza sulla funzione e sull’uso am-
missibile dell’edificio.
Il concetto ideale di stabulazione preve-
de che l’uscita sia adiacente alla stalla.
Nella zona agricola, non da ultimo per
prevenire la destinazione ad altri scopi,
se possibile occorre optare per questa
soluzione.
Superfici d’addestramento
Nelle presenti direttive si intende per
superficie d’addestramento un piazzale
con un fondo compattato (non duro), il
quale nell’ambito di allevamenti agricoli
di cavalli serve ad impartire le nozioni
base ai giovani cavalli (cfr. punto B.2.5).
In zona agricola, se si escludono le usci-
te libere ed eventualmente gli impianti
di conduzione, sono solo le superfici
d’addestramento a far parte degli im-
pianti esterni conformi alla zona. Di
conseguenza, le superfici d’addestra-
mento vanno distinte da altri impianti
esterni non conformi alla destinazione
della zona:
• Determinante è l’uso ammissibile e
non la definizione, di solito poco esau-
riente, contenuta nella domanda di co-
struzione o nella licenza edilizia (p. es.
«piazzale compattato»). Dalla licenza
deve risultare in modo inequivocabile a
quale uso è adibito il piazzale.
• Le dimensioni per le superfici d’adde-
stramento devono essere inferiori alle
dimensioni minime previste per i tornei
(20 x 40 m). È possibile attribuire a tale
Allegato 4
Impianti esterni (in particolare uscite
libere e superfici d’addestramento)
Impianti esterni
Per la tenuta di cavalli vengono utilizza-
ti i più svariati impianti esterni o super-
fici esterne: uscite libere, piazzali per
l’equitazione, campi da salto, impianti di
conduzione, percorsi a ostacoli, ippo-
dromi ecc. Se per la zona edificabile e
per le zone speciali sono i Cantoni o i
Comuni a determinare gli impianti
esterni che possono essere costruiti,
per la zona agricola è determinante il
diritto federale. Al capitolo B e C abbia-
mo spiegato che nella zona agricola
possono essere costruiti soltanto edifici
e impianti ben definiti. Quali impianti
esterni entrano in considerazione unica-
mente le uscite libere, le superfici d’ad-
destramento e, se ve ne è la necessità,
gli impianti di conduzione. Tutti gli altri
impianti non sono ammessi in zona agri-
cola. Qui di seguito vanno trattati più
approfonditamente l’uscita libera e la
superficie d’addestramento.
Uscita
La direttiva per la protezione degli ani-
mali 800.106.06 descrive l’uscita per ca-
valli come segue (cfr. allegato 1, cifra 3):
• qualsiasi superficie recintata che per-
mette ai cavalli di muoversi liberamen-
te.
L’ordinanza concernente l’uscita regola-
re all’aperto degli animali da reddito
(ordinanza URA, RS 910.132.5) definisce
l’uscita per cavalli come:
• permanenza su un pascolo o in una
corte.
L’uscita ideale è quella sul pascolo. Per
proteggere la zolla bisogna però rinun-
ciare temporaneamente all’uscita. Oltre
al pascolo, è perciò necessaria un’ulte-
riore possibilità d’uscita con fondo arti-
ficiale che permetta ai cavalli di rimane-
re all’aperto anche in inverno o in caso
di cattivo tempo e garantisca loro una
certa possibilità di movimento. Per que-
sta forma di uscita non esiste una defi-
nizione unitaria. Nell’ambito della legi-
slazione sull’agricoltura viene usato il
termine di «corte» (vedi ordinanza URA).
Più frequentemente si usano le espres-
sioni «piazzale esterno», «uscita per
ogni tempo» o «piccola uscita».
L’ordinanza URA e la direttiva
800.106.06 per la protezione degli ani-
mali pongono precise condizioni per il
fondo artificiale dell’uscita:
• Per i cavalli, l’ordinanza URA non pre-
scrive alcuna superficie minima. Essa
prevede però che almeno il 50% della
superficie della corte non sia coperta e
che almeno il 70% della superficie non
presenti né pavimenti a rastrelliera né
griglie.
• Secondo la direttiva 800.106.06 per la
protezione degli animali, le «piccole
uscite usate intensamente» devono pre-
sentare un fondo compatto, che garanti-
sca lo scolo dell’acqua, che sia facile da
pulire e sia provvisto di una recinzione
ben visibile e inamovibile. Inoltre, la di-
rettiva per la protezione degli animali
prevede una superficie minima (cfr. alle-
gato 2).
L’uscita libera non serve per cavalcare;
le uscite libere non vengono pertanto
considerate piazzali per l’equitazione o
d’allenamento. Il loro scopo è garantire
ai cavalli, indipendentemente dall’uscita
sul pascolo, una certa possibilità di mo-
vimento. In zona agricola è particolar-
mente importante distinguere tra uscite
e altri piazzali esterni, poiché in tale zo-
na sono ammessi soltanto impianti
esterni ben definiti. Se nell’ambito di
una domanda di licenza edilizia si parla
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
Allegato 4
27
28
scopo una superficie di un massimo di
800 m 2, se su un lato la superficie risul-
ta chiaramente troppo corta rispetto al-
le misure minime previste per i tornei.
Se del caso, può venir concessa la co-
pertura di metà del piazzale d’addestra-
mento (mass. 400 m 2) [cfr. punto B.2.5].
• I piazzali d’addestramento possono
essere circolari («cerchio per l’adde-
stramento») o ad angolo retto («quadra-
to per l’addestramento»). Dall’esterno
spesso non è chiaro a quale scopo sia
destinato un piazzale. Nella licenza edi-
lizia si deve perciò provvedere alla ne-
cessaria chiarezza (cfr. punto 1).
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
Allegato 4
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
Allegato 5
29
Allegato 5
Aspetti legati alla protezione
dell’ambiente
Deposito e impiego del letame
Nelle stalle per i cavalli, a differenza di
quelle per le mucche o i suini, non viene
prodotto colaticcio. Di conseguenza, per
la tenuta di cavalli non è necessaria
nessuna vasca per il colaticcio. È suffi-
ciente una concimaia.
La grandezza della concimaia dipende
essenzialmente dal numero di cavalli e
dalla durata di stoccaggio.
Visto il pericolo che dell’acqua prove-
niente dal mucchio di letame (liquame)
filtri nel terreno circostante, per la co-
struzione di una concimaia è necessa-
ria, oltre alla licenza edilizia, anche una
licenza in virtù della legislazione sulla
protezione delle acque.
Per l’impiego di letame bisogna tenere
conto del fabbisogno delle piante, del
luogo (topografia e natura del suolo) e
delle condizioni meteorologiche (la base
legale determinante è costituita dall’or-
dinanza sulle sostanze).
Il committente deve indicare alle auto-
rità comunali o cantonali competenti in
materia di protezione delle acque come
può essere utilizzato il letame.
Distanze minime
Gli edifici e impianti per la tenuta di ca-
valli possono provocare delle immissio-
ni sotto forma di odori. Questo aspetto
implica che, sia rispetto alle zone pret-
tamente residenziali che rispetto a
quelle ad utilizzazione mista, vanno
mantenute distanze minime a titolo pre-
cauzionale ed evitate eccessive immis-
sioni di odori. La base legale determi-
nante è costituita dall’ordinanza del 16
dicembre 1985 contro l’inquinamento
atmosferico (OIAt; RS 814.318.142.1). Da
osservare in modo particolare l’allegato
2 cifra 51 (impianti per l’allevamento
tradizionale di bestiame; con rinvio al
rapporto FAT 476,1995).
Rispetto alle zone utilizzate esclusiva-
mente a scopi residenziali le stalle nuo-
ve devono mantenere una distanza mi-
nima a titolo precauzionale. Per contro,
le zone abitate nelle quali sono ammes-
se aziende artigianali con immissioni
mediamente moleste, possono soppor-
tare un maggior carico di immissioni
sotto forma di odori. Di regola nei con-
fronti di queste zone (zone miste resi-
denziali e artigianali, zone villaggio, zo-
ne centrali, zone per insediamenti spar-
si ecc.) va rispettato soltanto il 70%
della distanza minima. Rispetto agli edi-
fici residenziali situati in zona agricola
fa stato soltanto il 50% della distanza
minima.
Le distanze minime a titolo precauzio-
nale non si applicano alle stalle esisten-
ti. In questi casi va tenuto conto delle
immissioni di odori nell’ambito della
pianificazione delle zone edificabili
adiacenti. Nella pratica, si riscontrano
spesso problemi quando le distanze mi-
nime non vengono rispettate.
Le stalle nuove e quelle esistenti devo-
no essere costruite e gestite in modo
tale da non causare eccessive immissio-
ni di odori. Nella pratica si parte dal
presupposto che di regola non vi siano
eccessive immissioni di odori se le di-
stanze minime vengono rispettate al
50%.
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
Allegato 6
Allegato 6
Elenco delle sentenze rilevanti del
Tribunale federale
Le seguenti sentenze costituiscono un
elenco di tutte le sentenze emanate dal
Tribunale federale in relazione alle pro-
blematiche menzionate. Ad eccezione di
pochi casi (*), i riassunti di queste sen-
tenze si trovano nella raccolta VLP-
ASPAN.
30
Tenuta di cavalli per svago
Urteil vom 28. Januar 2002
(zona edificabile; legislazione sulla protezione
dell’ambiente)
Urteil vom 24. Juli 1998
(non si tratta di agricoltura)
Urteil vom 9. September 1997
(zona edificabile; legislazione sulla protezione
dell’ambiente)
Urteil vom 31. Januar 1997
(non si tratta di agricoltura; legislazione sulla
protezione degli animali)
Urteil vom 17. April 1996
(non si tratta di agricoltura)
Urteil vom 15. Okt. 1993; ZBl 95/1994 81
(non si tratta di agricoltura)
Arrêt du 3 février 1993
(non si tratta di agricoltura)
Urteil vom 10. Dezember 1992*
(non si tratta di agricoltura)
Urteil vom 27. Februar 1989*
(non si tratta di agricoltura)
Urteil vom 15. September 1987
(non si tratta di agricoltura)
Arrêt du 16 décembre 1986*
(non si tratta di agricoltura)
Urteil vom 8. Mai 1985; BGE 111 Ib 213
(non si tratta di agricoltura)
Tenuta di cavalli a scopi commerciali
Urteil vom 6. Mai 2002
(zona speciale, rapporto con l’area insediata)
Arrêt du 1er mai 2001
(non si tratta di agricoltura)
Urteil vom 10. Juni 1998; BGE 124 II 391
(zona per impianti sportivi, rapporto con l’area
insediata)
Urteil vom 24. März 1995
(microzone edificabili, inammissibile)
Arrêt du 18 août 1994
(non si tratta di agricoltura)
Tenuta di cavalli presso aziende agricole in
zona agricola
Urteil vom 30. Mai 1997
(tenuta di un proprio cavallo)
Urteil vom 28. Juni 1996; BGE 122 II 160
(tenuta di cavalli ospiti)
Urteil vom 28. März 1994; ZBl 96/1995 178
(tenuta di un proprio cavallo)
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
Allegato 7
Art. 24a Cambiamenti di destinazione
senza lavori di trasformazio-
ne fuori delle zone edificabili
1 Quando il cambiamento di destinazio-
ne di un edificio o di un impianto fuori
delle zone edificabili non necessita la-
vori di trasformazione ai sensi dell’arti-
colo 22 capoverso 1, l’autorizzazione è
rilasciata se:
a. non ne deriva alcuna nuova ripercus-
sione sul territorio, sull’urbanizzazione
e sull’ambiente; e
b. esso non contravviene ad alcun altro
atto normativo federale.
2 L’autorizzazione eccezionale è rila-
sciata con la riserva di una nuova deci-
sione, presa d’ufficio, in caso di mutate
condizioni.
Art. 24b Aziende accessorie non agri-
cole fuori delle zone edifica-
bili
1 Se le aziende agricole non possono
sussistere senza una fonte di reddito
supplementare, è possibile autorizzare
lavori di trasformazione degli edifici e
impianti esistenti per installare un’a-
zienda accessoria affine non agricola. Il
requisito giusta l’articolo 24 lettera a
non dev’essere soddisfatto.
2 L’azienda accessoria può essere uti-
lizzata soltanto dal gestore dell’azienda
agricola.
3 L’esistenza dell’azienda accessoria è
menzionata nel registro fondiario.
4 Le aziende accessorie non agricole
costituiscono parte integrante dell’a-
zienda agricola e soggiacciono al divieto
di divisione materiale e di frazionamen-
to a tenore degli articoli 58–60 della
legge federale del 4 ottobre 1991 sul di-
ritto fondiario rurale.
31
Allegato 7
Prescrizioni vincolanti della
Confederazione
In questo allegato sono riportati gli arti-
coli determinanti della legge federale
sulla pianificazione del territorio (LPT) e
dell’ordinanza sulla pianificazione del
territorio (OPT).
Sono inoltre indicati i siti Internet nei
quali figurano ulteriori disposizioni fe-
derali rilevanti.
1. Legislazione sulla pianificazione
del territorio
Legge federale sulla pianificazione
del territorio (LPT, RS 700) – estratto
Lo stato attuale può essere consultato
all’indiirizzo:
www.admin.ch/ch/i/rs/c700.html
Art. 16 Zone agricole
1 Le zone agricole servono a garantire a
lungo termine la base dell’approvvigio-
namento alimentare, a salvaguardare il
paesaggio e lo spazio per lo svago o ad
assicurare la compensazione ecologica;
devono essere tenute per quanto possi-
bile libere da costruzioni, in sintonia
con le loro differenti funzioni e com-
prendono:
a. i terreni idonei alla coltivazione agri-
cola o all’orticoltura produttiva neces-
sari all’adempimento dei vari compiti
dell’agricoltura;
b. i terreni che, nell’interesse generale,
devono essere coltivati dall’agricoltura.
2 Per quanto possibile, devono essere
delimitate ampie superfici contigue.
3 Nelle loro pianificazioni, i Cantoni ten-
gono conto in maniera adeguata delle
diverse funzioni della zona agricola.
Art. 16a Edifici e impianti conformi al-
la zona agricola
1 Sono conformi alla zona agricola gli
edifici e gli impianti che sono necessari
alla coltivazione agricola o all’orticoltu-
ra. È fatta salva una descrizione più re-
strittiva della conformità alla zona ai
sensi dell’articolo 16 capoverso 3.
2 Edifici e impianti che servono all’am-
pliamento interno di un’azienda agricola
o orticola produttiva rimangono in ogni
caso conformi alla zona.
3 Edifici e impianti che vanno al di là di
un ampliamento interno dell’azienda
possono essere ammessi in quanto
conformi alla zona se sono situati in un
territorio che il Cantone ha destinato a
tal fine nella zona agricola mediante
una procedura di pianificazione.
Art. 22 Autorizzazione edilizia
1 Edifici o impianti possono essere co-
struiti o trasformati solo con l’autoriz-
zazione dell’autorità.
2 L’autorizzazione è rilasciata solo se:
a. gli edifici o gli impianti sono conformi
alla funzione prevista per la zona d’uti-
lizzazione e
b. il fondo è urbanizzato.
3 Sono riservate le altre condizioni pre-
viste dal diritto federale e cantonale.
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
Allegato 7
5 Le disposizioni della legge federale
sul diritto fondiario rurale concernenti
le aziende accessorie non agricole non
sono applicabili alle aziende accessorie
di cui al presente articolo.
Art. 24c Edifici e impianti esistenti
fuori delle zone edificabili,
non conformi alla destinazio-
ne della zona
1 Fuori delle zone edificabili, gli edifici
e impianti utilizzabili in base alla loro
destinazione
ma non più conformi alla destinazione
della zona, sono per principio protetti
nella propria situazione di fatto.
2 Con l’autorizzazione dell’autorità
competente, tali edifici e impianti pos-
sono essere rinnovati, trasformati par-
zialmente, ampliati con moderazione o
ricostruiti, purché siano stati eretti o
modificati legalmente. In ogni caso è
fatta salva la compatibilità con le impor-
tanti esigenze della pianificazione terri-
toriale.
Art. 37a Edifici e impianti utilizzati a
scopi commerciali, esterni al-
la zona edificabile e non
conformi alla destinazione
della zona
Il Consiglio federale stabilisce a quali
condizioni sono autorizzati i cambia-
menti di destinazione degli edifici e im-
pianti utilizzati a scopi commerciali
eretti prima del 1° gennaio 1980 o non
più conformi alla destinazione della zo-
na in seguito a modifica dei piani d’uti-
lizzazione.
32
Ordinanza sulla pianificazione del
territorio (OPT, RS 700.1) – estratto
Lo stato attuale può essere consultato
all’indirizzo:
www.admin.ch/ch/i/rs/c700_1.html
Art. 34 Conformità alla zona agricola
di edifici ed impianti in gene-
rale (art. 16a cpv. 1–3 LPT)
1 Sono conformi alla zona agricola gli
edifici e gli impianti se sono necessari
alla coltivazione dipendente dal suolo o
all’ampliamento interno oppure – nei
territori giusta l’articolo 16a capoverso
3 LPT – a una coltivazione che va al di là
di un ampliamento interno, e se sono
utilizzati per:
a. la produzione di derrate che si presta-
no alla consumazione o alla trasforma-
zione derivanti dalla coltivazione vege-
tale e dalla tenuta di animali da reddito;
b. la coltivazione di superfici vicine allo
stato naturale.
2 Sono inoltre conformi alla zona agri-
cola gli edifici e gli impianti destinati al-
la preparazione,
all’immagazzinamento o alla vendita di
prodotti agricoli o orticoli se:
a. i prodotti sono coltivati nella regione
e oltre la metà nell’azienda d’ubicazio-
ne o nelle aziende riunite in una comu-
nità di produzione;
b. la preparazione, l’immagazzinamento
o la vendita non sono di carattere indu-
striale-commerciale; e
c. il carattere agricolo o orticolo dell’a-
zienda d’ubicazione resta immutato.
3 Sono infine conformi alla zona agrico-
la gli edifici destinati al fabbisogno abi-
tativo indispensabile per la gestione
della relativa azienda agricola compreso
quello della generazione che si ritira
dalla vita attiva.
4 L’autorizzazione va rilasciata soltanto
se:
a. l’edificio o l’impianto è necessario per
l’utilizzazione in questione;
b. all’edificio o all’impianto non si op-
pongono interessi preponderanti nell’u-
bicazione prevista; e
c. l’esistenza dell’impresa è prevedibile
a lungo termine.
5 Gli edifici e gli impianti per l’agricol-
tura esercitata a titolo ricreativo non
sono considerati conformi alla zona
agricola.
Art. 40 Aziende accessorie non agri-
cole (art. 24b LPT)
1 La possibilità di installare un’azienda
accessoria affine non agricola in edifici
e impianti non più necessari per l’agri-
coltura è consentita solamente ad
aziende agricole ai sensi della nozione
del diritto federale giusta l’articolo 7
della legge federale del 4 ottobre 19912
sul diritto fondiario rurale. Esse devono,
per poter continuare a esistere, dipen-
dere dal reddito supplementare ricava-
to. Il richiedente deve comprovarlo me-
diante un concetto aziendale.
2 Un’azienda accessoria non agricola è
considerata affine se:
a. si trova all’interno del nucleo dell’a-
zienda agricola;
b. è tale da garantire che l’utilizzazione
dell’azienda agricola rimanga assicura-
ta;
c. il carattere di azienda agricola rimane
essenzialmente immutato.
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
Allegato 7
c. la nuova utilizzazione non è inammis-
sibile secondo un altro atto legislativo
federale;
d. è necessaria tutt’al più una leggera
estensione dell’urbanizzazione esisten-
te;
e. tutti i costi d’infrastruttura, causati
dal cambiamento di destinazione degli
edifici e impianti, sono assunti dal pro-
prietario;
f. non vi si oppongono interessi impor-
tanti della pianificazione del territorio.
2 La superficie utilizzata in modo non
conforme alla destinazione della zona
può essere ampliata del 30 per cento;
gli ampliamenti all’interno del volume
esistente dell’edificio sono computati
soltanto per la metà.
3 Se la superficie utilizzata in modo non
conforme alla destinazione della zona
deve essere ampliata fuori del volume
esistente dell’edificio per più di 100 m 2,
tale ampliamento può essere autorizza-
to soltanto se necessario al prosegui-
mento dell’azienda.
Art. 44 Menzione nel registro fondia-
rio
1 Nel caso di autorizzazioni per edifici e
impianti fuori delle zone edificabili l’au-
torità cantonale competente fa menzio-
nare nel registro fondiario, sul fondo in-
teressato:
a. l’esistenza di un’azienda accessoria
non agricola (art. 24b LPT)
b. le condizioni risolutive alle quali sog-
giacciono le autorizzazioni;
c. gli obblighi di ripristinare lo stato le-
gale.
33
3 Le aziende accessorie non agricole
devono soddisfare le medesime esigen-
ze legali applicate alle aziende commer-
ciali equivalenti situate nelle zone edifi-
cabili.
4 Non possono essere assunte persone
impiegate prevalentemente nell’azienda
accessoria non agricola. Sono fatte sal-
ve le assunzioni per impieghi tempora-
nei.
5 L’autorizzazione viene a cadere se le
condizioni d’autorizzazione non sono
più adempiute. L’autorità competente lo
stabilisce mediante decisione. Su richie-
sta, occorre decidere, nell’ambito di una
nuova procedura d’autorizzazione, se
l’azienda accessoria non agricola può
essere autorizzata ai sensi di un’altra
disposizione.
Art. 41 Campo d’applicazione dell’ar-
ticolo 24c LPT
L’articolo 24c LPT è applicabile a edifici
e impianti, costruiti o trasformati a suo
tempo in conformità al diritto materiale,
ma che per effetto di modifiche poste-
riori di atti legislativi o piani sono dive-
nuti non conformi alla destinazione del-
la zona.
Art. 42 Trasformazioni a edifici e im-
pianti divenuti non conformi
alla destinazione della zona
1 Trasformazioni a edifici e impianti, a
cui è applicabile l’articolo 24c LPT, sono
ammesse, nella misura in cui l’identità
dell’edificio o dell’impianto unitamente
ai dintorni rimanga conservata nei tratti
essenziali. Sono ammessi miglioramenti
volti a cambiare l’aspetto esterno.
2 Stato di riferimento determinante per
la valutazione dell’identità è lo stato in
cui si trovava l’edificio o l’impianto al
momento della modifica legislativa o dei
piani.
3 Il quesito se l’identità dell’edificio o
dell’impianto resti sostanzialmente im-
mutata, va valutato tenendo conto di
tutte le circostanze. Essa in ogni caso
non è più garantita se:
a. la superficie utilizzata in modo non
conforme alla destinazione della zona è
ampliata per più del 30 per cento; gli
ampliamenti all’interno del volume esi-
stente dell’edificio sono computati sol-
tanto per la metà; o
b. la superficie utilizzata in modo non
conforme alla destinazione della zona
dentro o fuori del volume esistente del-
l’edificio è ampliata in totale per più di
100 m 2.
4 Un edificio o un impianto può essere
ricostruito soltanto se al momento della
distruzione o della demolizione era an-
cora utilizzabile secondo la destinazio-
ne ed era dato un interesse ininterrotto
alla sua utilizzazione. Ove risulti indica-
to dal profilo oggettivo, l’ubicazione del-
l’edificio o dell’impianto sostitutivo può
divergere in misura minima da quella
dell’edificio o dell’impianto preesisten-
te.
Art. 43 Edifici e impianti aziendali di-
venuti non conformi alla de-
stinazione della zona (art.
37a LPT)
1 Cambiamenti di destinazione e am-
pliamenti di edifici e impianti usati a
scopo commerciale divenuti non confor-
mi alla destinazione della zona possono
essere autorizzati se:
a. l’edificio o l’impianto è stato legal-
mente costruito o modificato;
b. non insorgono nuove implicazioni rile-
vanti su territorio e ambiente;
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
Allegato 7
2 Se necessario, essa fa menzionare al-
tre restrizioni del diritto di proprietà,
segnatamente restrizioni d’utilizzazione
e della facoltà di disporre nonché condi-
zioni e oneri.
3 L’Ufficio del registro fondiario cancel-
la d’ufficio la menzione se il terreno è
inserito in una zona edificabile con de-
cisione cresciuta in giudicato. Negli altri
casi l’Ufficio del registro fondiario può
cancellare la menzione soltanto se l’au-
torità competente ha deciso che le con-
dizioni per la menzione sono scadute.
2. Legislazione sulla protezione degli
animali
Legge federale sulla protezione degli
animali (LPDA, RS 455)
www.admin.ch/ch/i/rs/c455.html
Ordinanza sulla protezione degli ani-
mali (OPAn)
www.admin.ch/ch/i/rs/c455_1.html
3. Legislazione sulla protezione del-
l’ambiente
Legge federale sulla protezione del-
l’ambiente (LPAmb, RS 814.01)
www.admin.ch/ch/i/rs/c814_01.html
Ordinanza contro l’inquinamento at-
mosferico (OIAt, RS 814.318.142.1)
www.admin.ch/ch/i/rs/c814_318_142_1.
html
4. Legislazione sulla protezione delle
acque
Legge federale sulla protezione delle
acque (LPAc, RS 814.20)
www.admin.ch/ch/i/rs/c814_20.html
Ordinanza sulla protezione delle ac-
que (OPAc, RS 814.201)
www.admin.ch/ch/i/rs/c814_201.html
34
5. Legislazione sull’agricoltura
Legge federale sull’agricoltura (LAgr,
RS 910.1)
www.admin.ch/ch/i/rs/c910_1.html
Ordinanza sulla terminologia agricola
e sul riconoscimento delle forme di
azienda (Ordinanza sulla terminolo-
gia agricola, OTerm; RS 910.91)
www.admin.ch/ch/i/rs/c910_91.html
6. Legge federale sul diritto fondiario
rurale (LDFR, RS 211.412.11)
www.admin.ch/ch/i/rs/c211_412_11.
html
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
Allegato 8
Neuchâtel
Service de l’aménagement du territoire
Tivoli 22
case postale 46
2003 Neuchâtel
032 889 47 47
Nidwalden
Amt für Raumplanung
Breitenhaus
6371 Stans
041 618 72 16
Obwalden
Koordinationsstelle Baubewilligungen
Dorfplatz 4a
6061 Sarnen
041 666 64 89
St. Gallen
Amt für Raumentwicklung
Abteilung Bauen ausserhalb der
Bauzone
Lämmlisbrunnenstrasse 54
9001 St. Gallen
071 229 46 47
Schaffhausen
Planungs- und Naturschutzamt
Beckenstube 11
8200 Schaffhausen
052 632 73 87
Schwyz
Meliorationsamt
Bahnhofstrasse 15
Postfach 1138
6431 Schwyz
041 819 18 25 1
Amt für Raumplanung
Bahnhofstrasse 9
Postfach 1200
6431 Schwyz
041 819 20 19
35
Allegato 8
Elenco degli uffici cantonali
competenti
Ai sensi dell’art. 25 cpv. 2 LPT, l’autorità
cantonale competente per tutti i proget-
ti edilizi fuori delle zone edificabili deci-
de se essi sono conformi alla zona o se
si può ammettere un’eccezione. Le ec-
cezioni sono concesse soltanto dall’au-
torità cantonale competente, o con la
sua approvazione.
I seguenti uffici sono a disposizione per
domande riguardanti i progetti edilizi
fuori delle zone edificabili:
Aargau
Abteilung Raumentwicklung
Koordinationsstelle Baugesuche
Entfelderstrasse 22
5001 Aarau
062 835 32 90
Appenzell-Ausserrhoden
Planungsamt
Kasernenstrasse 17A
9102 Herisau
071 353 67 90
Appenzell-Innerrhoden
Bau- und Umweltdepartement
Fachstelle für Raumplanung
Gaiserstrasse 8
9050 Appenzell
071 788 93 42
Basel-Landschaft
Bauinspektorat
Rheinstrasse 29
Postfach
4410 Liestal
061 925 67 77
Basel-Stadt
Bauinspektorat
Rittergasse 4
4001 Basel
061 267 92 00
Bern /Berne
Amt für Gemeinden und Raumordnung
Nydeggasse 11/13
3011 Bern
031 633 77 30
Freiburg/Fribourg
Direction de l’aménagement, de
l’environnement et des constructions
rue des Chanoines 17
case postale
1701 Fribourg
026 305 36 04
Genève
Département de l’aménagement de
l’équipement et du logement
Police des constructions
rue David-Dufour 5
case postale 22
1211 Genève 8
022 327 50 00
Glarus
Baudirektion
Rathaus
8750 Glarus
055 646 64 00
Graubünden
Amt für Raumplanung
Grabenstrasse 1
7001 Chur
081 257 23 23
Jura
Département de l’environnement et de
l’équipement
Service de l’aménagement du territoire
Section des permis de construire
rue des Moulins 2
2800 Delémont
032 420 53 10
Luzern
Raumplanungsamt
Baugesuchszentrale
Murbacherstrasse 21/23
6002 Luzern
041 228 51 83
1 Bewilligung: durch die Gemeinde. Zustimmung
des Kantons durch das Meliorationsamt, sofern
landwirtschaftliche Vorhaben betroffen sind (in
der Regel > 4 ha), sonst durch das Raumpla-
nungsamt. Baukontrolle als Koordinationsstelle
im Amt für Raumplanung.
Direttive «Cavallo e pianificazione del territorio»
Allegato 8
Uri
Amt für Raumplanung
Rathausplatz 5
6460 Altdorf
041 875 24 36
Solothurn
Amt für Raumplanung
Werkhofstrasse 59
4509 Solothurn
032 627 25 61
Ticino
Ufficio delle domande di costruzione e
dell’esame dell’impatto ambientale
Viale Franscini 17
6501 Bellinzona
091 814 36 70
Thurgau
Amt für Raumplanung
Abteilung Ortsplanung
Verwaltungsgebäude
Promenade
8510 Frauenfeld
052 724 25 27
Uri
Amt für Raumplanung
Rathausplatz 5
6460 Altdorf
041 875 24 36
Vaud
Service de l’aménagement du territoire
rue de l’Université 3
1014 Lausanne
021 316 74 28
Wallis/Valais
Commission cantonale des
constructions (CCC)
rue des Cèdres 11
1950 Sion
027 606 80/81
36
Zürich
Amt für Raumordnung und Vermessung
Abteilung Baubewilligungen
Stampfenbachstrasse 12
8090 Zürich
043 259 30 48
Zug
Amt für Raumplanung
Aabachstrasse 5
6301 Zug
041 728 54 87