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Direzione, Redazione e Amministrazione: Abbazia S. Maria del Monte Via del Monte, 999 - 47023 Cesena (FC) Tel. 0547 302061 - www.abbaziadelmonte.it Direttore Responsabile: Can. Altieri Prof. D. Piero Con autorizzazione vescovile del 24.7.1985 Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abbon. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB di Forlì Anno LXXVI - Gennaio-Febbraio-Marzo 2007 C.C.P. 15001472 - Stampa Stilgraf Cesena SOMMARIO Editoriale: Il premio annuale “S. Maria del Monte” . . . . . . Pag. 1 Monastica: Intervista all’Abate Presidente della Congregazione Cassinese. . . . . . . . . . . . . » 13 Fatti e persone: Il canonico Luigi Praconi e “l’influenza morale della badia del Monte” . . . . . . . . . . . . . . . . » 15 Il nostro Santuario: Si restaura la grande cupola di Giuseppe Milani (1772-1774) . . . . . . . . . . . . » 17 Iniziative: Il premio “Santa Maria del Monte” 2007 . . . . . . » 19 Musica al Monte: Repeertorio natalizio . . . . . . . . . . » 12 Libri in vetrina: Gertrude di Helfta,. Esercizi Spirituali . . . . . » 13 Vita nostra...: Cronaca del Monastero . . . . . . . . . . . » 15

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Page 1: Direzione, Redazione e Amministrazione · dei miei fratelli è a me che lo avete fatto (cf Mt 25, 40). Godete ed esultate dun-que, amici. Perché grande è la vostra ricompensa nei

Direzione, Redazione e Amministrazione:Abbazia S. Maria del MonteVia del Monte, 999 - 47023 Cesena (FC)Tel. 0547 302061 - www.abbaziadelmonte.it

Direttore Responsabile: Can. Altieri Prof. D. PieroCon autorizzazione vescovile del 24.7.1985

Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abbon. Post.D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)art. 1, comma 2, DCB di Forlì

Anno LXXVI - Gennaio-Febbraio-Marzo 2007C.C.P. 15001472 - Stampa Stilgraf Cesena

SOMMARIO

Editoriale: Il premio annuale “S. Maria del Monte”. . . . . . Pag. 1

Monastica: Intervista all’Abate Presidente

della Congregazione Cassinese. . . . . . . . . . . . . » 13

Fatti e persone: Il canonico Luigi Praconi e “l’influenza morale

della badia del Monte” . . . . . . . . . . . . . . . . » 15

Il nostro Santuario: Si restaura la grande cupola

di Giuseppe Milani (1772-1774) . . . . . . . . . . . . » 17

Iniziative: Il premio “Santa Maria del Monte” 2007 . . . . . . » 19

Musica al Monte: Repeertorio natalizio . . . . . . . . . . » 12

Libri in vetrina: Gertrude di Helfta,. Esercizi Spirituali . . . . . » 13

Vita nostra...: Cronaca del Monastero . . . . . . . . . . . » 15

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Il premio annuale “S. Maria del Monte”

EDITORIALE

Giunti ormai alla V edizione del premio “S. Maria del Monte”, che coincide

con il decennio del mio servizio abbaziale, sembra utile ricordarne l’origine e

quindi la finalità.

Quando, nel luglio del 1997, il Signore volle affidarmi la guida della Comu-

nità Benedettina di S. Maria del Monte, si era già nel clima di immediata prepa-

razione del millenario di fondazione di questo monastero e dell’annesso San-

tuario mariano. Mi accorsi, così, ben presto che la Comunità monastica, da sola,

non avrebbe mai potuto farvi fronte decorosamente. Questa netta convinzione

venne confermata anche dopo le celebrazioni del millenario e dell’anno giubilare

del duemila. In concreto ciò significava che anche per portare avanti le iniziative

ordinarie, specie di accoglienza e/o ospitalità, la locale Comunità benedettina –

che intanto di anno in anno andava quantitativamente diminuendo – aveva biso-

gno di aiuti esterni. Che, grazie a Dio e a persone generose, non sono mai man-

cati.

Allora sorse in me, imperioso, il bisogno di dire “grazie”. Di dirlo ufficial-mente: dunque anche a nome della Comunità; di dirlo pubblicamente: dunque di

trovare un modo e un mezzo che fossero in grado di trasmetterlo ad una cerchia

sempre più ampia di concittadini, condiocesani e… oltre; di dirlo tangibilmente:

dunque anche attraverso un “segno” concreto e caratteristico.

Così è nato il premio annuale “Santa Maria del Monte”, che si è venuto con-

cretizzando in una serata conviviale, fissata al 20 gennaio festa del Vescovo di

Cesena S. Mauro e “fondatore” del nostro monastero 1, ravvivata da momenti

“culturali” e aperta soprattutto a quegli amici che, durante l’anno, avevano offer-

to, in vari modi, il loro sostegno e la loro collaborazione. Ad uno di questi

“amici” – persona singola o istituzione – viene offerto quale segno tangibile

della gratitudine della Comunità e del suo Abate – una “targa” d’autore, i cui

esemplari sono strettamente numerati.

Questa serata dunque è un momento di gioia pura e profonda: la gioia di poter

dire “grazie” a degli amici che hanno dimostrato la solidità del loro amore al

monastero donando qualcosa del loro tempo, della loro intelligenza, della loro

professionalità e sempre con amore e per amore. Questa gioia è pura e profonda

perché mi piace pensare che con me e attraverso di me è il Signore Gesù che ha

suggerito e suggerisce. Gesù, dico, che ha voluto e saputo tacere dinanzi alle più

1 Utile: PIER DAMIANI, Vita di Mauro, a cura di Leonardo Lugaresi, Società editrice “ Il PonteVecchio”, Cesena 2002 [“Vite dei Santi dell’Emilia Romagna”, 1].

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atroci umiliazioni e torture, specie durante la Passione e Crocifissione, non ha

voluto tacere dinanzi alla ingratitudine. Come ben documenta, ad esempio, il

noto episodio evangelico dei dieci lebbrosi guariti (cf Lc 17, 11.19). Ebbene, mi

piace pensare che qui, in mezzo a noi che celebriamo in un clima di intensa e

commossa fraternità una serata all’insegna della gratitudine, sia presente Lui

stesso a dire, mio tramite, “Grazie”. Perché tutto ciò che voi fate ai più piccoli

dei miei fratelli è a me che lo avete fatto (cf Mt 25, 40). Godete ed esultate dun-

que, amici. Perché grande è la vostra ricompensa nei cieli (cf Mt 5, 12).

La nostra cara Madonna del Monte, cui, volutamente, è stato intitolato questo

premio, vigili maternamente su tutti noi e ci benedica di cuore, sempre.

IL P. ABATE

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INTERVISTA ALL’ABATE PRESIDENTE DELLA CONGREGAZIONE CASSINESE

MONASTICA

In occasione della riunione del

Consiglio di Presidenza della Con-

gregazione benedettina cassinese

che si è tenuto a Cesena presso

l’Abbazia di S. Maria del Monte lo

scorso 23 febbraio, abbiamo incon-

san Benedetto in tutto il mondo. Può

fornirci un breve ragguaglio sull’at-

tuale stato della Congregazione?

Sì, la storia parla chiaro: Monte-cassino è il luogo da dove l’espe-rienza monastica di Benedetto siirradia sulla Chiesa e sul mondo,varcando i secoli fino ai giorninostri. La Congregazione cassinesene ha ereditato il nome fin dai primianni del XVI secolo, quando cioèquella Abbazia entrò a far partedella già costituita congregazionedell’Osservanza di Santa Giustina,sorta a Padova nel 1408 per iniziati-va del venerabile Ludovico Barbo.Dopo alterne vicende durante questi6 secoli, oggi la Congregazione cas-sinese è composta da 12 monastericon poco meno di 120 monaci.

L’Ordine benedettino sembra at-

traversare, almeno in Italia, un

momento di difficoltà anche a causa

della carenza di vocazioni monasti-

che tradizionali, attratte spesso da

nuove forme di vita religiosa. Il pro-

lungarsi di questa situazione potreb-

be compromettere il futuro di diversi

monasteri. Sono allo studio possibili

soluzioni per rivitalizzare le comu-

nità monastiche, nonostante il gene-

rale invecchiamento delle stesse?

Sicuramente il problema è reale einterpella ciascun monaco e ciascu-na comunità della Congregazione.Non mi pare però che esistano solu-zioni già preconfezionate: bisogna

trato l’Abate Presidente, dom Salva-

tore Leonarda (Abate di S. Martino

alle Scale di Palermo, nonché

Presidente della Conferenza Monsti-

ca Italiana) che gentilmente si è reso

disponibile a rispondere ad alcune

domande inerenti lo stato attuale

della Cogregazione e ai suoi pro-

grammi futuri.

Lei è Abate Presidente della Con-

gregazione benedettina cassinese,

che prende il nome dal glorioso

Archicenobio di Montecassino, culla

storica dell’Ordine benedettino e

fonte d’irradiamento della Regola di

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fare i conti con l’uomo di oggi, con igiovani di oggi, con le richieste divita spirituale che oggi vengono ri-volte ai monasteri. In qualche modobisogna accogliere la sfida…

Abbiamo assistito in questi ultimi

anni alla nascita di diverse nuove

comunità monastiche di diritto dioce-

sano, che dichiarano di proporre

nuovi progetti di monachesimo per i

tempi in cui viviamo (Famiglia Mona-

stica Fraternità di Gesù, Fraternità di

Gerusalemme, Comunità monastiche

di Siloe, di Bose, ecc.). Come inter-

preta questo fenomeno e quali forme

di contatto e collaborazione pensa si

possano attuare con queste nuove e

fiorenti realtà monastiche, oltre che

con le altre Congregazioni dell’Ordi-

ne benedettino?

Il fenomeno è nuovo ma ancheantico: la storia della Chiesa è pie-na di sollecitazioni dello Spirito che“soffia dove vuole”, e il monache-simo ha accolto nel corso del tempotante, tantissime riforme, rivisitazio-ni, attualizzazioni… è una vera epropria ricchezza per la Chiesa ilgrande ventaglio di nuove esperien-ze monastiche! Accanto a queste (emai in contrapposizione) si pone – aparer mio – l’Ordine benedettino nelsuo insieme già così variegato. E lapossibilità di dialogare c’è sempre,guai se non fosse così. Non dimenti-chiamo che di eterno c’è solo il Pa-dre, e le istituzioni, per quanto lode-voli, antiche o nuove che siano, rap-presentano pur sempre delle media-zioni storiche di cui si serve lo Spi-rito, per soffiare ancore “dovevuole”.

Una peculiarità della Congrega-

zione cassinese è quella di essere

presente solo in territorio italiano.

Non pensa che una sua internaziona-

lizzazione, (strada già percorsa da

altre Congregazioni benedettine di

matrice italiana quali la Camaldo-

lese, la Silvestrina e l’Olivetana) pos-

sa contribuire al suo sviluppo e raf-

forzamento?

Credo che un’apertura culturale adextra non faccia mai male, e non pre-cluderei per il futuro nulla. Sarannogli organismi competenti a interpreta-re i segni dei tempi in modo concretoe coerente al mandato che ai monaciha affidato la Chiesa. Una tale even-tualità, però, non la porrei nell’oriz-zonte di uno “sviluppo” né tantomeno in vista di un eventuale “raffor-zamento”. Invece, parliamo di unarricchimento, nella misura in cui ciòpotrà essere vicendevole.

Concludiamo la nostra intervista

all’Abate Presidente, che ringraziamo

per la cortese disponibilità, con un’ul-

tima domanda: “Il monachesimo testi-

mone di speranza nella Chiesa italia-

na”. Questo il tema dell’assemblea

della CIM (Conferenza Monastica Ita-

liana) da Lei presieduta che si è svolta

lo scorso aprile presso l’abbazia di

Santa Scolastica di Subiaco. Quale

messaggio di speranza possiamo tra-

smettere ai nostri lettori?

Non sono amante di slogan, peròun messaggio di speranza lo vorreiproprio dare, anzitutto a me stesso:poniamo la nostra speranza in Coluiche è la Speranza, Gesù! Sarà lui acondurre quanti vorranno essereancor oggi suoi discepoli, correndocon cuore dilatato la via del Vangelo.

GIULIO ZAMAGNI

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Luigi Praconi, nato a S. Angelo di Gatteo nel 1842 da famiglia di piccoli pro-

prietari di terra, da cui escono altri due preti, frequenta il Ginnasio di Gatteo, stu-

dia in Seminario a Cesena, diventa sacerdote nel 1865. Eccellente alunno, don

Praconi è cooptato nel corpo insegnante del Seminario come docente di belle let-

tere (1868-1905), ma la sua preparazione si estende alla fisica, alla matematica,

alle lingue (tedesco). Più “maestro” che professore, trasmette agli allievi la sua

passione per la cultura e diventa noto all’esterno del “pio luogo”, accreditandosi,

presso le famiglie bene della città come precettore dei loro rampolli. Viaggiò

molto, per quei tempi. La Diocesi si accorse di lui: canonico della Cattedrale,

presidente dell’Opera dei Congressi, esperto di musica sacra, fu una delle teste

pensanti del Sinodo diocesano di mons. Cazzani del 1911-’12. Se n’era perso,

quasi, il ricordo, quando mons. Aldo Casadei, nato nel 1911, vicario diocesano,

recuperò un suo prezioso volumetto autobiografico, in lingua tedesca, Das erstedrittel meines lebens (Il primo terzo della mia vita), che tradusse in fluente italia-

no col titolo Memorie giovanili. Così Luigi Praconi riebbe il suo posto meritato

nella storia della Diocesi.

Da seminarista si recava spesso al Monte, specie d’estate, con i compagni,

per il profondo legame fra il Seminario di don Giuseppe Brunazzi e di don

Giovanni Ravaglia e l’Abbazia, e fu poi sempre legatissimo ai Benedettini.

Come dimostra un bell’articolo pubblicato nel 1914, nel fascicolo commemorati-

vo sul “Centenario dell’Incoronazione della Beata Vergine del Monte di Cesena

per mano di Pio VII”, intitolato Dell’influenza morale della Badia del Monte.

«La Badia del Monte è l’orgoglio dei Cesenati. Essa è sempre stata su la lin-

gua di tutto il popolo in un bisticcio proverbiale come una, anzi la prima, delle

nostre tre meraviglie artistiche: Monte, Fonte, Ponte.Questa insigne fabbrica lasciata totalmente in abbandono per quasi un tren-

tennio dopo la soppressione del 1866, era talmente deperita, da minacciare in

qualche parte imminente rovina. Ma la Provvidenza divina ci mandò un uomo,

quale era richiesto dalle circostanze oltremodo difficili e delicate. Questo fu il

rev.mo P. Abate Bonifacio Krüg. Egli in breve tempo contro la comune aspetta-

zione, riuscì a comprare il monastero, e tosto si mise attorno ai restauri più

necessari, che in un paio d’anni, soccorso dalle generose elargizioni della mar-

chesa Santacroce-Almerici, potè felicemente condurre a termine. Indi cominciò a

ridar forma alla comunità in embrione con un monaco solo e due fratelli.

La preziosa virtù di quell’insigne prelato, la sua anima di artista, la sua squi-

sita affabilità gli conciliarono ben presto la stima di tutto il clero e laicato cattoli-

co. Quasi quotidianamente ora uno ora un altro si andava su al Monte per con-

Il canonico Luigi Praconi e “l’influenza morale della badia del Monte”

FATTI EE PPERSONE

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L’Erboristeriaè aperta nei giorni di:

MARTEDÌ dalle ore 10 alle ore 12

VENERDÌ dalle ore 10 alle ore 12

SABATO dalle ore 10 alle ore 12dalle ore 15,30 alle ore 18

DOMENICA dalle ore 9 alle ore 12,30e festivi dalle ore 15,30 alle ore 18

versare con lui, che era una delizia insieme ed una scuola. E un giorno – ché in

ciò era accortissimo – fece cadere il discorso su un’esecuzione del Gregoriano.

Ma non trovando corrispondenza alle sue delicate insinuazioni – chi si interessa-

va allora di tal cosa? – volendo pur giungere al suo intento, prese un usualis –credo che fosse l’edizione del 1895, iuxta antiquos codices – e disse: “Qui è un

tesoro di arte disgraziatamente poco apprezzato”. Poi, movendo la bocca ad un

sorriso ironico, cantò su di esso un graduale, come si soleva fare in Duomo, e

parve D. Nicola nato e sputato. Indi con quella sua voce limpida e pieghevolissi-

ma eseguì lo stesso graduale, come richiede l’arte. Tutti rimanemmo stupiti e

commossi! Fu una vera rivelazione! Quel giorno stesso due canonici, che erano

presenti, decisero di andar su alla scuola.

Era quello che desiderava il Padre Abate.

Si cominciò con gran fervore...».

Sono i tempi dell’Abate Krüg e del Priore Wolff, tedeschi di gran cultura patri-

stica e musicale, che fanno del Monte non solo luogo di pellegrinaggi del popolo,

ma asilo scelto per la devozione e gli studi delle persone colte, sacerdoti e laici.

Tutti grandi sostenitori del gregoriano. Scrive Praconi: «Il maestro Lorenzo

Perosi, che fu per alcuni giorni ospite del Padre Abate, disse: – Cesena, in fatto di

musica liturgica e di Canto gregoriano, è in Italia un’oasi rigogliosa e sacra».

Che cosa significa “influenza morale della Badia del Monte” per il canonico

Luigi?

Significa che l’Abbazia diventa, per merito di Bonifacio Krüg, il felice luogo

dove si prega, si alimenta la devozione a Maria, ma anche dove si leggono e studia-

no i padri della Chiesa, si approfondisce la conoscenza della liturgia e della musica

sacra, si conoscono i documenti della questione sociale in Germania e in Italia, da

Ketteler a Toniolo a Murri, persino Murri! Un laboratorio di idee, di fermenti

nuovi, preti e laici, gli uni accanto agli altri, il parroco del Duomo ed Eligio Cac-

ciaguerra, il democratico cristiano, che sarà chiamato, dopo la morte, “il Santo”.

GIOVANNI MARONI

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Iniziati i lavori di restauro alla

grande cupola dell’Abbazia della Ma-

donna del Monte che comprende la

pulitura dell’intera superficie dipinta.

Ora che sono stati innalzati i ponteggi

è stato possibile osservare, finalmente

da vicino, una pittura che si è rivelata

di bella qualità anche se sottoposta a

numerosi interventi che, nel tempo, ne

hanno alterato – alle volte

in maniera irreversibile – la

luminosità ancor più accen-

tuata, in origine, da finiture

date a secco, oggi quasi del

tutto scomparse.

Giuseppe Milani, pittore

parmense che trascorre a

7

Cesena l’intero arco della sua vita

lavorativa, incaricato della realizza-

zione della cupola dai monaci bene-

dettini nel 1772, lascia qui una delle

sue opere più belle e rifinite così che

anche noi oggi non possiamo che

condividere il giudizio positivo

espresso dai monaci che, alla fine dei

lavori, nel 1774, compensarono il

Si restaura la grande cupola di Giuseppe Milani (1772-1774)

IL NNOSTRO SSANTUARIO

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maestro con una somma aggiuntiva

rispetto al pattuito, perché del tutto

soddisfatti del lavoro svolto.

Il restauro in corso è stato reso pos-

sibile dal generoso intervento della

Fondazione Cassa di Risparmio di

Cesena a cui si aggiunge un finanzia-

mento diretto del Ministero per i Beni

e le Attività culturali che, attraverso la

Soprintendenza al Patrimonio storico

e artistico di Bologna, ne ha anche

assunto la direzione dei lavori.

Il restauro sarà affiancato dall’U-

niversità di Bologna attraverso l’atti-

vità del prof. Gabriele Bitelli del Di-

partimento di Ingegneria delle strut-

ture, dei trasporti, delle acque, del

rilevamento del territorio e del Prof.

Rocco Mazzeo della Facoltà di Beni

Culturali, per un rilievo fotogramme-

trico della struttura, già in gran parte

eseguito, e per le indagini chimico

fisiche sui pigmenti.

È del tutto visibile il grande danno

nella parte terminale della cupola che

ha visto la caduta di parte dell’affre-

sco, durante l’ultima guerra e i segni

delle tante schegge che hanno bom-

bardato le otto scene del tamburo

centrale, ma un danno nuovo minac-

8

ciava la superficie dipinta, soprattut-

to in basso, presso i quattro evangeli-

sti. L’intonaco era del tutto staccato e

penso di non esagerare nel

sostenere che arrivati a

questo punto anche un

giorno di ritardo nell’inter-

vento avrebbe potuto de-

terminare la caduta della

superficie dipinta.

Iniziato il cantiere si è

provveduto a mettere in si-

curezza le porzioni di af-

fresco che minacciavano di

cadere e si è cominciato a

consolidare la superficie

dipinta procedendo al contempo a

delle prove di rimozione della patina

di sporco che offusca i toni puliti e

luminosi del Milani qui ancora im-

pressionato dalla pittura lasciata in

città da Corrado Giaquinto.

I lavori procedono con i tempi sta-

biliti e al momento pensiamo di poter

confermare l’inaugurazione del re-

stauro per il prossimo 15 agosto.

DOTT. FRANCO FARANDA

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Nella giornata dedicata alla memoria di San Mauro vescovo, numerosi invita-

ti, personalità e soci della Società Amici del Monte, si sono ritrovati assieme al

Padre Abate nei suggestivi locali delle cantine del monastero per la tradizionale

consegna del premio ad un ente od a una persona particolarmente distintasi per

generosità e meriti nei confronti dell’Abbazia del Monte. Il prestigioso premio1,

giunto alla sua 5ª edizione, è stato attribuito alla Società Amici del Monte presie-

duta dal prof. Luciano Almerigi.

La serata, svoltasi in un piacevole clima conviviale, è stata aperta dall’Abate

Luigi Crippa, che ha esordito salutando e ringraziando tutti i presenti, persone che

si adoperano con generosità e in maniera disinteressata a favore dell’abbazia.

È quindi intervenuto il prof. Claudio Riva che ha ripercorso brevemente le

origini e la vita del benemerito sodalizio che unisce tanti Cesenati ed amici

dell’Abbazia di S. Maria del Monte. Riportiamo una larga sintesi del suo apprez-

zato intervento.

Nel maggio del 1959 un gruppo di Cesenati, felicemente ispirato dalla mente

creativa e dinamica di dom Leandro Novelli, lanciò l’idea di riunire in associa-

zione quanti volessero maggiormente valorizzare la Badia di S. Maria del Monte

e le opere annesse, a fini oltre che religiosi, anche storici, artistici e turistici.

Sorse così la “Società Amici del Monte”, col programma di mantenere viva in

Cesena e fuori la fiaccola di fede e di arte della Badia, con l’impegno di eviden-

ziare sempre più il suo patrimonio spirituale e materiale. Si volevano fare dei

gesti concreti a riconoscimento di quanto era stato dispensato dal monachesimo

e dalla Madonna del Monte nella loro millenaria tradizione.

Lo scopo principale dichiarato della Società era «quello di non fermare lo

slancio ricostruttivo 2 e dare, sia pure in misura tenue, ma sicura e continuativa,

una piccola base per i prossimi futuri lavori tendenti ad assicurare all’importante

monumento cittadino quel decoro che gli si addice ed illustrarlo come merita e

fornirlo, data la magnifica posizione del sito, di quel minimo di attrezzatura turi-

stica che ne renda ancor più agevole l’accesso e gradito il soggiorno ai molti pel-

legrini e visitatori, anche stranieri, che salgono numerosi, specie nei mesi estivi».

Questa la lista completa dei componenti il Comitato promotore: comm. rag.

Tonino Manuzzi, on. avv. Cino Macrelli, on. avv. Samuele Andreucci, avv. Gio-

vanni Ghirotti, prof. Gaspare Battistini, comm. Cesarino Boni, cav. Vasselli Pier

Il premio “Santa Maria del Monte” 2007

INIZIATIVE

1 Nel suo Editoriale il Padre Abate tratta della nascita e della finalità del Premio. 2 I monaci con la loro tenacia avevano appena terminato importanti lavori di ricostruzione e

restauro di tutta la struttura abbaziale, pesantemente colpita dai bombardamenti della seconda guerramondiale. Per questa immane opera di ricostruzione, nonché per il salvataggio delle opere d’artedella Città di Cesena e delle persone ivi rifugiate durante il periodo bellico, nel 1956 il Presidentedella Repubblica Giovanni Gronchi concedeva la medaglia d’oro all’Abbazia del Monte.

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Paolo, arch. Ilario Fioravanti, cav. Giorgini Giuseppe, sig. Gino Valzania, comm.

Augusto Brunazzi.Trattasi di personaggi di grande impegno professionale, civile e sociale, sia

cattolici praticanti che laici, purtroppo tutti deceduti ad eccezione dell’arch.Fioravanti, cui auguriamo lunga vita. L’idea piacque, anche se inizialmente sem-brava si muovesse a stento, poi in soli 10 anni il gruppetto divenne legione, rag-giungendo oltre i 700 aderenti. Accanto a nomi di illustri professionisti siaccompagnavano figure di “buone donne di servizio”; accanto alla nobiltà cese-nate troviamo personalità, come pure modesti cittadini, tutti uniti da un soloideale: considerare e scoprire nel piccolo monte di Cesena la causa e la garanziadelle migliori tradizioni di fede, di cultura e di lavoro.

All’iniziativa hanno poi aderito con entusiasmo e contributi straordinari per-sonalità non solo cesenati, quali i parlamentari Salizzoni, Zaccagnini, Zoli, Galli,Mattarelli, Cappelli ed i Vescovi di Cesena, Forlì, Ravenna, Reggio Emilia e

Palestrina oltre a sacer-doti e parroci della Dio-cesi di Cesena fra cui ilcanonico don Carlo Ba-ronio; nonché preti di al-tre diocesi.

Guida saggia ed equi-librata della Società èstato per tanti anni ilcomm. Augusto Brunaz-zi che si è sempre curatodi estenderne la zonad’influenza attraversoamicizie e conoscenze,seguendo poi con passio-

ne la continuità delle adesioni. Dopo aver ricoperto la carica di segretario ammi-nistrativo fino al 1969, il comm. Brunazzi è divenuto il primo Presidente dellaSocietà. Nel 1971, a riconoscimento di tutto il lavoro svolto, il comm. Brunazziè stato unanimemente acclamato Presidente Onorario.

Alcune testimonianze raccontano come il comm. Brunazzi, laico di formazionerepubblicana, manifestasse spesso la preoccupazione di giustificarsi con i suoiamici di partito per la frequente presenza in monastero. Ma, come è stato ripetuta-mente osservato, per il comm. Brunazzi e per i laici che hanno aderito alla Società,è valso, come del resto continua tuttora a valere per molti laici, il concetto espres-so e racchiuso dal celebre filosofo Benedetto Croce in quella notissima frase«Perché non possiamo non dirci cristiani», a riconoscimento di quei valori umanie universali che il Cristianesimo ha conferito alla nostra civiltà occidentale.

Nel 1971 assunse la presidenza l’avv. Curzio Maria Ghini (1971-1974) cui sideve la redazione del primo statuto nonché la prima sede ufficiale della Società,in un locale che metteva a disposizione presso la sua abitazione in viaChiaramonti 85. Poi, nella presidenza, si sono susseguiti: l’on. avv. Samuele

3 Dalla “Lettera circolare” a stampa predisposta dal Comitato Promotore per annunciare lacostituzione dell’associazione e sollecitare le prime adesioni.

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Andreucci (1974-1979), nuovamente l’avv. Ghini (1979-1983), il comm. prof.Alfredo Zanoli (1983-1989) e la proff.ssa Fides Bazzocchi (1989-1995).

Per lunghi anni ha svolto la funzione di Segretario Tesoriere il cav. WertherSoldati, vera anima del sodalizio, nominato poi Presidente Onorario nel corsodell’assemblea del 1995.

Durante l’oramai mezzo secolo di vita della Società più d’una volta è statodetto che «aderire alla Società Amici del Monte è salire al Monte alla scopertadelle proprie radici. E riscoprire le proprie radici è in fondo ritrovare se stessi».

Nel 1994 la sede della Società fu trasferita finalmente all’interno dell’Abbaziadel Monte. Dal 1995 ricoprono la carica di Presidente il prof. Luciano Almerigie di Amministratore Economo il prof. Massimo Renzo Donini. Dal 2001 èPresidente Onorario il senatore prof. Lorenzo Cappelli.

Nel 2004, sia per rendere le finalità societarie più consone ai nuovi tempi cheper adeguare lo statuto alle nuove leggi, si è proceduto, con la consulenza delconsigliere avv. Franco Fabbri alla redazione di un nuovo testo con cui non sipuò non guardare fiduciosi all’imminente traguardo costituito dal primo mezzosecolo di vita che sarà celebrato, fra due anni, nel 2009.

* * *

Procedendo con la cerimonia di premiazione, il Padre Abate Luigi Crippa haillustrato brevemente le motivazioni che hanno portato al conferimento del pre-mio 2007 alla Società Amici del Monte. Con un velo di commozione ha sottoli-neato come i suoi 10 anni di abbaziato siano stati validamente supportati dagli“Amici del Monte”, tra tutti gli amici, i più fedeli, con cui ha condiviso i proble-mi, le difficoltà, ma anche alcune belle soddisfazioni. Ha quindi elogiato ilPresidente Almerigi, «ottimo tessitore di relazioni; perspicace nell’individuareutili iniziative e tenace nell’organizzarle e condurle a buon fine; paziente neicontatti personali, attento e sensibile a tutto ciò che costituisce e caratterizza unacomunità monastica-benedettina».

Luciano Almerigi, nel ricevere la splendida pergamena istoriata realizzata daAdelmo Calderoni e il prezioso bassorilievo bronzeo opera di Ilario Fioravantiha ringraziato il Padre Abate per il prestigioso premio ricevuto, sottolineandocome solo grazie alla fiducia che dom Luigi Crippa ha sempre riposto nelleopere e nella presenza della Società, questa ha potuto esprimersi in tutta la suapotenzialità. Il Presidente Almerigi ha quindi sottolineato come gli Amici delMonte siano un gruppo affiatato, ed è questo che fa funzionare i progetti trasfor-mandoli in risultati. Il lavoro volontario e disinteressato dei Soci permette lagestione di molteplici attività tese a valorizzare l’abbazia e la valenza turisticadel sito, quali la gestione dell’erboristeria, delle visite guidate, del refettorio per ipellegrini, fino al recupero di un fruttuoso rapporto con le istituzioni.

Il Presidente ha concluso il suo intervento ricordando brevemente le recentiiniziative promosse e realizzate dalla Società sottolineando l’opera dei collabora-tori e dei membri del Consiglio direttivo, in gran parte presenti all’evento, magi-stralmente organizzato dagli stessi Amici del Monte coordinati per l’occasionedall’avv. Franco Fabbri. I principali momenti della serata sono stati sottolineatidalla musica polifonica del gruppo vocale “San Filippo Neri” di Forlì, che haregalato ai presenti momenti di intensa emozione.

GIULIO ZAMAGNI

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Da alcuni anni il laboratorio di restauro ha ripreso la sua attività lavorativa.Per ulteriori informazioni, richieste di preventivi, prenotazione di visite guidate,telefonare allo 0547 374323 dal Lunedì al Venerdì dalle ore 15,00 alle ore 17,00.

LABORATORIO DI RESTAURO DEL LIBROAbbazia di Santa Maria del Monte

REPERTORIO NATALIZIO

MUSICA AL MONTE

Il periodo natalizio è stato denso di

appuntamenti. Oltre al consueto impe-

gno della corale nell’animare la litur-

gia delle principali celebrazioni, si

sono presentate due proposte impor-

tanti, a cui siamo stati felici di aderire.

Il 3 dicembre La Gregoriana è stata

invitata a partecipare ad un concerto

presso la parrocchia di S. Antonio

Abate in Ravaldino, a Forlì, nell’am-

bito di una rassegna musicale in pre-

parazione al Natale. La serata si è

divisa in due parti: la prima è stata

animata dalla nostra esecuzione di

brani gregoriani, a cui abbiamo alter-

nato alcuni esempi di polifonia antica;

nella seconda parte il coro del Duomo

di Forlì ha eseguito brani polifonici di

compositori italiani del Novecento.

I due repertori, profondamente di-

versi, hanno creato un contrasto note-

vole tra le due parti del concerto.

Anche la vocalità era molto differen-

te: la nostra corale era composta da

meno di venti elementi e ha cantato

per lo più brani ad una sola voce, che

tendevano a suggerire riflessione e

meditazione; il coro della cattedrale

era invece molto numeroso e ha pre-

sentato un tipo di polifonia di grande

impatto e sonorità. Oltre a rendere

più vivace l’ascolto da parte del pub-

blico, credo che la differenza tra i

due momenti abbia anche reso giusti-

zia al canto gregoriano, sottolineando

il valore di questa forma di preghiera

cantata la quale, sebbene sembri for-

se meno appariscente, privilegia il

raccoglimento e la spiritualità.

Una situazione simile si è verifica-

ta per il concerto del 17 dicembre

nella Cattedrale di Cesena, per il

quale la nostra corale ha preparato un

intervento di musica gregoriana al-

l’interno di un concerto lirico e stru-

mentale. Crediamo che questo breve

momento sia stato apprezzato non

solo dal pubblico, ma anche dai reli-

giosi che erano presenti al concerto.

Più di un sacerdote si è complimenta-

to con il coro per aver riproposto in

cattedrale brani natalizi che apparten-

gono alla storia e alla tradizione della

Chiesa, ma che purtroppo sono ese-

guiti raramente.

Anche per questo, in seguito al

concerto, La Gregoriana è stata invi-

tata ad animare in Duomo la S. Mes-

sa del 31 dicembre, alle ore 18.

FRANCESCA CANZIANI

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LIBRI IIN VVETRINA

a cura di Suor Maristella dell’Annunciazione

Edizioni Glossa, Milano, 2006, pp. 148, € 18,00

Suor Maristella dell’Annunciazione, giovane monaca benedettina milanese

(=MARIA GIULIA BARTOLI, laureata in Lettere antiche), ha tradotto e curato

per il pubblico italiano i sette “ESERCIZI SPIRITUALI” di S. Gertrude di Helfta,

o “La Grande”. Il volume, edito dalle Edizioni Glossa di Milano nel 2006, fa

parte di una collana di Storia della spiritualità, diretta da D. Claudio Stercal, del

Centro Studi di Spiritualità della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, e

risponde al “Progetto Culturale” del Servizio Nazionale della CEI. La prefazione

al testo è di Suor Anna Maria Canopi, abadessa del monastero “Mater Ecclesiae”

di Novara. L’introduzione è del prof. Antonio Montanari, docente di Storia della

spiritualità.

Nell’introduzione al testo vero e proprio degli “ESERCIZI”, il prof. Montanari

ne fa una ricognizione: lo analizza per rilevarne opportunamente gli elementi e le

caratteristiche; esamina alcune pagine ritenute più significative; analizza il genere

e il lessico nelle sue varietà linguistiche e semantiche; tenta, infine – come egli

stesso afferma – di collocare Gertrude nel contesto storico e monastico nel quale

è vissuta e di recuperare il senso di un vocabolario e di un linguaggio “che non

sono più i nostri” e di una dottrina che richiede ormai una “mediazione” per poter

essere recepita nel suo significato autentico (cf. Introduzione, p. XC).

Che cosa sono gli “ESERCIZI SPIRITUA-

LI” di santa Gertrude [1256-1302]? Anzitutto

sono dei capolavori della letteratura latina

medioevale, e allo stesso tempo, una delle

opere più esimie della mistica cristiana di tutti

i tempi.

Si tratta di un itinerario spirituale, soprattut-

to – ma non solo – per le claustrali, svolto, se

si vuole, nell’arco di sette giorni: ma questo

non necessariamente, visto che ogni “eserci-

zio” è un capolavoro a sé stante, autonomo e

indipendente dall’esercizio immediatamente

precedente o seguente. Gli “ESERCIZI” sono

scritti allo scopo di “rivivere” idealmente il

proprio processo di conversione e crescita spi-

rituale; di progressiva “unione” mistico-spon-

sale col Signore Gesù Cristo. Si tratta, ancora,

Gertrude di Helfta

ESERCIZI SPIRITUALI

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di un “cammino” di “adesione” (= adhaerere-adhaesio: fanno parte, di nuovo, del

vocabolario gertrudiano) progressiva a/in Dio: in Gertrude coesistono i due

aspetti della mistica “affettivo-volitiva” (in cui Dio rimane, comunque, sempre

“altro” da sé), e di quella “unitiva” (per cui Dio è il “dolce mare”, in cui l’anima

– come una piccola goccia d’acqua che s’immerge nel mare – viene a “perdersi”,

divenendo una cosa sola con Dio).

Ancora, gli “ESERCIZI” vogliono rappresentare l’ascesa spirituale (che ha la

morte come vertice, da un lato e il raggiungimento con Dio della Beatitudine

eterna, dall’altro), fatta di sette gradini, e vissuta in varie “tappe” della vita

umana e religiosa: il battesimo, anzitutto; quindi la vestizione dell’abito monaca-

le (= segno della “spoliazione” dell’uomo vecchio, e del rivestirsi di Cristo,

Uomo Nuovo); la Consacrazione del proprio essere (= intesa come “sposalizio”

tra l’anima e Cristo; la Professione monastica, l’occupazione della monaca con-

sistente nella sola “Adorazione” durante la giornata e in particolare durante la

scansione dell’Opus Dei (= il “vacare amori”); la Lode ed il Rendimento di gra-

zie (= il “vacare laudi divinae”); ed infine, la Riparazione per i peccati e la

Preparazione alla morte (in conformità a quanto dice S. Benedetto: «mortem

cotidie ante oculos suspectam habere» = Reg. Bened. IV, 47).

In breve possiamo descrivere gli “ESERCIZI” di S. Gertrude come una sorta

di “curriculum” soprannaturale di una claustrale, dal battesimo all’ultima ora di

vita. I primi quattro hanno uno scopo definito: ravvivare, rendere attuali e vissu-

te le disposizioni spirituali o la grazia propria dei momenti religiosi più solenni

della vita; il quinto ed il sesto mirano a suscitare quei sentimenti che dovrebbero

essere abituali ad un’anima di profonda vita interiore, un intenso amore per Dio,

e il desiderio di lodarne le perfezioni e le opere: l’ultimo “esercizio” è una pre-

parazione alla morte.

J. Lansperg, certosino di Colonia, dice – nella sua “prefazione” all’opera di

Gertrude da lui edita nel 1536 – a proposito di quanti sono incapaci di “assapora-

re” o di “gustare” le ricchezze dello Spirito racchiuse negli “ESERCIZI SPIRI-

TUALI”:

«E se qualcuno non riuscisse a trovare gusto in queste cose, cerchi anzitutto di

purificare il palato della propria anima, e quando sarà libero dall’amore del

mondo e dai vizi che gli erano un impedimento, torni a rileggere con umiltà, con

un palato purificato e casto, e allora gusterà quanto prima non riusciva a gustare».

D. COSIMO ARCADIO

1 S. GERTRUDE LA GRANDE, Gli Esercizi, a cura delle Benedettine di Sorrento, Edizioni Canta-galli, Siena, 1956, p. 17).

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Lunedì 25 dicembreSolennità del S. Natale

Notevole è stato l’afflusso dei fedeli, in

particolare nelle celebrazioni solenni

della mezzanotte e delle 11,30, entram-

be presiedute dal P. Abate.

Domenica 31 dicembre

Durante la funzione pomeridiana ab-

biamo cantato l’inno “Te Deum”, come

ringraziamento per i benefici ricevuti

dal Signore durante l’anno trascorso.

Lunedì 1 gennaio 2007 Solennità di Maria SS. Madre di Dio

Il P. Abate ha presieduto la celebrazio-

ne solenne delle ore 10 in cripta. Nel

pomeriggio abbiamo cantato il “Veni

Creator” per invocare il dono dello

Spirito Santo su noi e su tutta la Chiesa

per l’anno appena iniziato.

Sabato 6 gennaioSolennità della Epifania

Alle ore 11,30 si è svolta la solenne

celebrazione dell’Epifania di Nostro

Signore Gesù Cristo. Il P. Abate ha

presieduto la S. Messa e la Corale “La

Gregoriana” ha eseguito i canti.

Venerdì 12 gennaio

In Basilica sono iniziati i lavori di

restauro agli affreschi della cupola. A

questo proposito si veda l’articolo del

dott. Franco Faranda nella rubrica ILNOSTRO SANTUARIO.

Venerdì 19 gennaio

Nella mattinata si è riunito il Consiglio

direttivo del Centro Storico Benedet-

Vita nostra… Cronaca del MonasteroAvvenimenti e notizie segnalate alla redazione e raccolte dal cronista

A cura di E. M. Roncaglia

tino Italiano nel nostro monastero dove

il Centro ha la sua sede fin dalla sua

fondazione avvenuta negli anni ’70.

Sabato 20 gennaio

Alle ore 19,30 ha avuto luogo nella

sala ristorazione la 5ª edizione del Pre-

mio “S. Maria del Monte” che,

quest’anno, il P. Abate ha voluto con-

segnare, per le molteplici benemeren-

ze, alla Società Amici del Monte nella

persona del Presidente prof. Luciano

Almerigi. Per gli approfondimenti si

veda la rubrica INIZIATIVE.

Mercoledì 23 gennaio

Hanno avuto luogo nel nostro mona-

stero due importanti incontri a livello

congregazionale. Nella mattinata,

infatti, alle ore 10, è iniziato l’incontro

di tutti i Superiori della nostra Congre-

gazione, presieduto dal P. Abate Presi-

dente don Salvatore Leonarda dell’Ab-

bazia di S. Martino delle scale (PA).

Nel pomeriggio, invece, alle ore 15,30

è iniziato l’incontro del Consiglio del-

l’Abate Presidente. Per gli approfondi-

menti rimandiamo alla rubrica MONA-STICA.

Venerdì 2 febbraioFesta della Presentazione e Giornata della vita consacrata

Nel pomeriggio, alle ore 17 in catte-

drale, la nostra comunità ha partecipato

alla solenne celebrazione, presieduta

dal Vescovo Mons. Antonio Lanfran-

chi, insieme alle altre comunità religio-

se della nostra diocesi.

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Sabato 3 febbraio Momento importante e solenne quello

che ha visto il conferimento della qua-

lifica di Socio Onorario della Società

Amici del Monte al Vescovo di Cese-

na-Sarsina, S. E. mons. Antonio Lan-

franchi. La cerimonia, arricchita dalla

partecipazione di importanti autorità

civili e numerosi benefattori dell’Ab-

bazia si è tenuta nelle suggestive canti-

ne del monastero. Il presidente Lu-

ciano Almerigi nel consegnare l’im-

portante riconoscimento a Sua Ec-

cellenza ne ha sottolineato la motiva-

zione, ricordando come il Vescovo An-

tonio, fin dal suo ingresso in città,

abbia dato lustro al Monte, iniziando

proprio qui il suo ministero pastorale

con la partecipazione ai Vespri della

Comunità benedettina e condividendo

il refettorio monastico. Gli “Amici del

Monte” saranno orgogliosi di annove-

rare fra le proprie fila un membro co-

me mons. Lanfranchi, che dà brillan-

tezza al loro sodalizio.

Il Vescovo Antonio ha ringraziato il

Presidente Almerigi e le autorità inter-

venute, quali il Presidente dell’As-

semblea legislativa regionale Monica

Donini, i Sindaci di Cesena e Sarsina,

dichiarando di sentirsi onorato della

qualifica ricevuta e degli attestati di

stima espressi nei suoi confronti. Ha

concluso dichiarando che non man-

cherà di assicurare il suo costante e

convinto appoggio al Monte, a cui

come tutti i Cesenati è profondamente

affezionato, ricordando come, tornando

a casa di notte, alla vista in lontananza

del Monte illuminato pensa: “Ecco,

sono a casa”.

Lunedì 5 febbraioSono iniziati gli Esercizi spirituali per

la nostra comunità, predicati dal P. Do-

menicano Bernardino Prella, Priore

della comunità di Bologna. A lui va il

nostro sentito ringraziamento per aver-

ci aiutato ad approfondire un tema così

importante come quello della “vita fra-

terna in comunità”.

Sabato 10 febbraio, S. ScolasticaConclusi gli esercizi spirituali, la no-

stra comunità si è recata, alle ore 17,

presso il monastero delle monache be-

nedettine di via Celincordia, dove in-

sieme alle consorelle abbiamo celebra-

to i vespri solenni di S. Scolastica, pre-

sieduti dal P. Abate.

Martedì 13 febbraioAlle 15,30 il P. Abate ha tenuto una

conferenza su S. Benedetto e la sua

Regola presso “l’Università della terza

età” di Cesena.

Mercoledì 21 febbraioS. CeneriDurante la S. Messa conventuale delle

ore 7,20 si è svolto il rito delle S. Ce-

neri. Dopo la lettura del capitolo 49°

della Regola che parla della Qua-

resima, Il P. Abate ha posto le ceneri

benedette sul capo dei presenti pronun-

ciando le formule: Ricordati che seipolvere e in polvere ritornerai e Con-vertiti e credi al Vangelo.

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ORARIO DI APERTURA

Monastero: ore 8,00 - 12,00 / 15,00 - 19,00Basilica: ore 6,30 - 11,45 / 15,00 - 18,30 (15,30 - 19,00 ora legale)

CONFESSIONIGiorni festivi: ore 8,00 - 12,00(eccetto durante la S. Messa conventuale che normalmente si celebra alle ore 10,00)

Giorni feriali: ore 9,00 - 11,45 / 15,30 - 17,30 (16,00 - 18,00 ora legale)

LECTIO DIVINAOgni lunedì alle ore 16,30 (17,00 ora legale)

CELEBRAZIONIGiorni festivi: Ss. Messe ore 8,00 - 10,00 (conventuale) - 11,30Giorni festivi: Vespri ore 16,00 (18,00 ora legale)

Giorni feriali: Lodi ore 7,00; S. Messa conventuale ore 7,20;Giorni feriali: Vespri ore 18,00 (18,30 ora legale)

CELEBRAZIONI DELLA PASQUA1 aprile: DOMENICA DELLE PALME9 aprile: ore 18,00: S. Messa9 aprile: ore 19,30: Benedizione delle palme, processione e S. Messa9 aprile: ore 11,30: S. Messa

CONFESSIONI

Giorni consigliati: MERCOLEDI SANTO e SABATO SANTO:Giorni consigliati: ore 8,30 - 12,00 / 15,30 - 18,00

TRIDUO PASQUALE

5 aprile: GIOVEDÌ SANTOore 17,00: S. Messa nella Cena del Signore

6 aprile: VENERDÌ SANTOore 17,00: Liturgia della Passione del Signore

7 aprile: SABATO SANTOore 18,30: Primi Vespriore 21,00: Veglia Pasquale

8 aprile: DOMENICA DI PASQUAore 8,00 - 10,00 - 11,30 (Conventuale con corale)

9 aprile: LUNEDÌ DELL’ANGELOore 18,00 - 10,00 - 11,30: Ss. Messeore 16,00 Vespri

Mese di maggioGiorni feriali - ore 6,45: S. Messa con omelia;

a conclusione canto delle litanie e preghiera alla Madonna del Monte

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