disabilita’ e - ctimonzabrianza.it · contesto scolastico e sociale. la scelta di fondo...
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obiettivi e contenuti
dell’incontro
Considerare
l’importanza del
contesto nella
professione docente
e non docente
L’incontro delle
professionalita’ della
scuola con la
disabilita’ complessa
attraverso
un’esperienza
Visione del DVD sul
progetto Spazio
Educativo
Il quesito:
Come si può
accogliere e
integrare nella
scuola di tutti il
bambino con
disabilità
complessa?
Educabilità?
Scolarizzabilità?
Integrazione?
Sempre possibile, a
qualsiasi livello di
compromissione
psico-fisica?
La disabilità
secondo
l’OMS
Ogni persona ha un determinato
tipo e livello di funzionamento.
Le condizioni di salute sono date
dalla complessa interazione tra le
funzioni e strutture corporee,
l’attività personale, la
partecipazione sociale.
I fattori di contesto sono dati dai
fattori ambientali (strutture
architettoniche, sistema
normativo…) e da quelli personali
(età, sesso, psicologia…).
Chiunque potrebbe trovarsi in un
dato momento, nella condizione
di disabilità.
Dall’ICF: disabilità è
una condizione di
salute in un
ambiente
sfavorevole; lo stato
di salute di una
persona si gioca
quindi sui complessi
rapporti esistenti tra
corpo, mente,
ambiente, contesti,
cultura.
Se modificassimo un poco il
contesto per
intergrare/includere?
Il contesto come strumento di
mediazione tra la scuola e il bambino
con disabilità.
Il contesto con le sue interazioni sociali
Il contesto nella dimensione spazio-temporale
Il contesto con i suoi strumenti, le sue regole, i suoi
significati.
Inserimento, integrazione, inclusione
“Si è integrati/inclusi in un contesto quando si
effettuano esperienze e si attivavano apprendimenti
insieme agli altri, quando si condividono obiettivi e
strategie di lavoro e non quando si vive, si lavora, si
siede gli uni accanto agli altri. E tale integrazione,
nella misura in cui sia sostanziale e non formale, non
può essere lasciata al caso, o all’iniziativa degli
insegnanti per le attività di sostegno, che operano
come organi separati dal contesto complessivo della
classe e della comunità educante.” da Linee Guida
per l’integrazione scolastica, 4 agosto 2009.
La prospettiva inclusiva
Mentre l’integrazione riguarda principalmente
il percorso scolastico dell’alunno disabile,
l’inclusione fa riferimento ad un percorso più
ampio di integrazione sociale. Si lavora quindi
per l’ideazione e la realizzazione di progetti di
vita sia in senso esistenziale che di
partecipazione sociale. L’integrazione
scolastica diventa così parte di un orizzonte
più ampio che non può essere ignorato.
Inclusione…
Mentre l’integrazione riguarda solo gli alunni
disabili, quando si parla di inclusione si fa
riferimento a tutti. Non ci si ferma nemmeno
all’orizzonte allargato dei soggetti con bisogni
educativi speciali, ma ci si riferisce all’intera
popolazione scolastica.
Ancora inclusione…
Il “focus” dell’intervento nell’integrazione è
sull’individuo destinato, attraverso l’attivazione di
risorse e sostegni, a garantire alla persona un
sufficiente grado di autonomia, recupero e
potenziamento di alcune abilità; nell’inclusione mira
al superamento delle barriere e alla partecipazione e
all’apprendimento.
Si tratta perciò di dirigere l’intervento dalla persona
alle caratteristiche del contesto di una istituzione e
del sociale e rimuoverne gli ostacoli.
Alla ricerca delle modalità di
inclusione
Si parte dai bisogni e dall’analisi delle
risorse
Si individua l’itinerario di inclusione
Si realizza la programmazione
Si organizza la giornata scolastica
Chi?
Dirigente scolastico
Insegnanti di classe e di sostegno
Educatori professionali.
Collaboratori scolastici
Assistenti alla comunicazione
Psicopedagogista
Altri esperti (Tiflologa, fisioterapista,
psicomotricista, musicoterapista)
Rappresentanti e operatori dell’ente locale
famiglie
Il progetto Spazio Educativo
È l’esempio di un possibile disegno di reale integrazione
degli alunni in situazione di disabilità complessa,
realizzato attraverso la tessitura di un canovaccio che, di
caso in caso, viene a caratterizzarsi quale risorsa del
contesto scolastico e sociale.
La scelta di fondo dell’esperienza, nata a Concorezzo 8 anni
fa, è quella di offrire, ai bambini e ai ragazzi con disabilità
complessa, itinerari di crescita nella scuola di tutti,
condividendo in modo partecipe e attivo le proposte di
insegnamento e apprendimento della classe e della
scuola.
Il contesto naturale della scuola diventa teatro di un
intervento socio-educativo sul disabile, intrecciato
con le iniziative scolastiche, luogo di incontro e
apprendimento con il gruppo dei pari, dove il fare
insieme è occasione di crescita per tutti, uno
strumento della scuola e per la scuola.
Il valore aggiunto dello Spazio Educativo
Si rivela sorprendentemente funzionale al
potenziamento di competenze relazionali e
cognitive di tutti gli alunni coinvolti, non solo dei
soggetti con disabilità. Le risorse impegnate,
perciò, ricadono a pioggia sulla popolazione della
scuola, consentendo a ragazzi e adulti di
apprendere che il continuo confronto con la
diversità, intesa nel senso più generale delle
maniere differenti attraverso cui ciascuno si
realizza come persona, diviene per ogni bambino
una sana occasione di ricerca della propria
identità, delle potenzialità e dei limiti soggettivi.
Vuol dire che a scuola è possibile imparare a
prendersi cura degli altri e che la diversa abilità
viene concepita come risorsa che aiuta a
diventare grandi.
Realizzare percorsi di apprendimento,
incoraggiando l’uso e lo sviluppo di
competenze emotive, relazionali e cognitive.
“Tu mi hai insegnato che non hai una vita facile, non è detta
l’ultima parola, tu hai combattuto e sei riuscita a fare molte cose
importanti.”
“tu ci hai fatto imparare a prenderci cura degli altri…”
“io, in questi cinque anni che ho passato con te ho scoperto che
ho imparato cose nuove, come comunicare con te a modo
tuo…”
“quando sono stato sulla carrozzina ho capito come stavi: molto
male. Mentre tutti giocavano, tu dovevi guardarli e a volte
rimanevi sola”.
Lavorare sulla consapevolezza dei bambini
rispetto al significato dell’integrazione,
facendo il più possibile ricadere sulla classe
anche le attività svolte in contesto diverso da
quello disciplinare.
In questi 5 anni ho imparato a utilizzare anche materiali diversi, quelli tattili, quindi devo solo ringraziarti…”
“io con te ho imparato a stare con tutti e a fare cose nuove”…
,”se nella nostra classe non c’eri, noi non avremmo fatto tutte quelle attività con te che mi sono piaciute molto”.
“In tutti i 5 anni R. con T. ha fatto dei libri tattili molto belli e quando ce li faceva vedere raccontava pezzi di storia ed era molto bravo. Quest’anno fa molti lavori a computer che sono molto divertenti con tutti i disegni molto belli, quando li porta in classe penso – Evviva, una nuova storia di R.-”
Far emergere alcune consapevolezze
sulla tematica della disabilità
“R mi ha aiutato a crescere, non di altezza né di peso ma di carattere e di cuore.”
“A me tutte queste esperienze hanno aiutato a capire che, anche se un bambino è disabile, è sempre una persona e puoi stare con lui per fare cose divertenti, come chiacchierare e fare esperienze belle”.
“In questi 5 anni ho imparato che tutti gli uomini e tutte le donne disabili non devono essere lasciati in disparte, anche se sono diversi da noi fisicamente, perché hanno un cervello e un cuore come noi e sono tristi se li lasciamo soli”.
L’esperienza di Spazio Educativo si offre alle
altre istituzioni del territorio
Lo Spazio Educativo si sta caratterizzando come un
modello operativo esportabile nelle scuole della
provincia di Monza e Brianza ed integrativo delle
politiche e degli interventi dell’Ente Locale sui
minori disabili. Grazie all’azione di “Ricercare per
Fare”, il progetto è uscito da Concorezzo e si sta
avviando in altre realtà territoriali: Ornago, Limbiate,
Bernareggio, Carnate, Seveso. Inoltre, da due anni,
esso è oggetto di un laboratorio nel corso ADA
(Attività Didattiche Aggiuntive) presso la Facoltà di
Scienze della Formazione Primaria dell’Università
Milano-Bicocca, nonché terreno di studio e di
ricerche da parte di docenti e operatori.
La rete
L’Ente Locale, oltre alla scuola, svolge un’azione
determinante nell’implementazione del Progetto, sia
in termini di predisposizione di risorse, sia nell’ottica
di dare un servizio al bambino con disabilità e alla
sua famiglia. Infatti, occorre pensare ad un progetto
scolastico che non si esaurisca in se stesso, ma si
integri al progetto di vita del minore. Attraverso la
tessitura di una rete intra e interistituzionale,
ciascuna agenzia deve fare lo sforzo di superare il
proprio modo esclusivo di intervenire per arrivare a
pensare e ad agire come parte di un intreccio di
relazioni e di risorse.
La formazione come ricerca-azione
Il corso di formazione per docenti, operatori e genitori si
propone di analizzare la tematica dell’integrazione della
disabilità nella scuola, trattandone la problematicità e la
complessità. Gli incontri divengono un primo importante
tentativo di sensibilizzazione, un’occasione di riflessione
degli adulti che lavorano a scuola, un invito a fermarsi a
pensare alla possibilità che, dato un certo contesto, il
lavoro e l’interazione con il minore disabile possa rendere
gli altri abili. Poi, la formazione continua sul campo mira
a far crescere la professionalità docente, costituendo una
comunità critica di ricercatori che pensano e agiscono per
reti; sperimentando l’apprendere dall’esperienza;
riconoscendo un sapere di senso che parte
dall’esperienza di ciascuno e valorizza pratiche culturali
veramente efficaci.
Bibliografia: “Ricercare per Fare”, a cura
di O. Albanese et al., ed. junior, coll.
RICERCHE,2009.
Contatti: [email protected]