dispensa di diritto pubblico italiano 2011-2012
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Giuristudiando Le sintesi di Giuristando 2011
Biagio Lecce
http://blog.libero.it/giuristando
Formia Italy Foto by B. Lecce
Elementi di Diritto Pubblico italiano(Dispensa per la preparazione di concorsi e dellesame di
maturit)
http://blog.libero.it/giuristandohttp://blog.libero.it/giuristando -
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Giuristudiando Le sintesi di Giuristando 2011
ANNO SCOLASTICO 2011/2012
Sommario:
PRIMA PARTE
Lo stato e la Costituzione in generale
1. Lo stato come ordinamento
giuridico. p. 3
2. Lo stato: definizioni ed elementi
costitutivi.. 7
3. Ilpopolo e la
cittadinanza.
8
4. Il territorio delloStato. 1
1
5. La sovranit statale e leffettivit dellordinamento
giuridico..14
6. Gli organidello
stato
.17
7. Le forme di stato nella storia
costituzionale.. 20
8. La costituzione italiana e le costituzioni ingenerale.25
9. Iprincipi fondamentalidella costituzione
italiana27
10.Le forme di
governo
.32
SECONDA PARTE
Gli organi costituzionali nellOrdinamento della Repubblica11.Il
Parlamento
35
12.I sistemi
elettorali
.36
13.Durata e funzionamento delle Camere..
..38
14.Limmunit
parlamentare.42
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15.Gli organi
parlamentari
44
16.Le competenze delParlamento45
17.Il Presidente della
Repubblica49
18.IlGoverno: struttura e
funzioni.. 53
19.La Corte costituzionale: struttura e funzioni
62
20.I referendum...
.66
TERZA PARTE
I diritti soggettivi pubblici e privati di libert
21.La libert
personale..
.70
22.La libert di
domicilio..
.7323.La libert di comunicazione, informazione e
stampa76
24.La libert di circolazione e
soggiorno.78
25.La libert di
riunione
..81
26.La libert di
associazione
.8327.La libert di
religione
.84
28.La libert di
espressione
.86
29.Tabella di sintesi delle
libert.90
30.Cenni
bibliografici
.92
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Giuristudiando Le sintesi di Giuristando 2011
PRIMA PARTE: Lo stato e la costituzione
1. Lo stato come ordinamento giuridico
Il primo passo di questo lavoro di sintesi una riflessione sul concetto di
ordinamento giuridico e di stato.
Una delle forme pi importanti e pi estese di ordinamento giuridico
lo Stato, che :
un sistema giuridico di norme, stabilite da una comunitorganizzata, dotata di organi, apparati e uffici che ne consentono la
concreta applicazione su un dato territorio;
o anche una comunit organizzata su un territorio che si dota di
un sistema di norme giuridiche applicate mediante organi apparati
e uffici della pubblica amministrazione.
In entrambe le definizioni troviamo il riferimento ai concetti essenziali della
personalit dello stato, inteso come comunit, popolo, nazione, stanziata
su un certo territorio e soggetta a un potere pubblico di sovranit (caratteri
del cosiddetto Stato-comunit), della sua struttura e organizzazione,
data dallinsieme di organi, apparati e uffici deputati alla pubblica
amministrazione e alla gestione del potere di sovranit sui cittadini e sul
territorio (caratteri del cosiddetto Stato-apparato) e della sua
soggettivit giuridica, separata rispetto a quella di altri soggetti giuridici,
come i singoli cittadini, le famiglie, le organizzazioni pubbliche e private
(enti), attivi allinterno del territorio statale e anchessi soggetti alla
medesima sovranit (caratteri dello stato-persona).
La prima delle due definizioni sopra offerte, mette in evidenza laspetto
giuridico-normativo dello stato, in aderenza con la teoria del
normativismo giuridico di Hans Kelsen, in nome del quale, proviamo a
sintetizzare, la norma viene prima della realt.
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Mentre la seconda definizione mette in maggiore evidenza il carattere
reale dellordinamento, per cui, potremmo dire, che la realt viene prima
della norma giuridica (teoria della realt).
In ogni caso, altri ordinamenti esistono allinterno di un ordinamento
giuridico, secondo la lezione di Santi Romano (fautore della teoria degli
ordinamenti, inquadrabile allinterno della teoria della realt), ma hanno
una estensione minore e concentrica rispetto a quella dello stato: per
esempio, gli enti pubblici e privati, la famiglia, che la Costituzione definisce
con termine volutamente generico e generale formazioni sociali (art 2).
DEFINIZIONI DI ORDINAMENTO GIURIDICO
Lo stato un particolare ordinamento giuridico, che abbiamo provato a
definire. Possiamo provare ora a definire il concetto di ordinamento giuridico
in modo ancora pi generale: sono diverse le definizioni di ordinamento a
seconda del profilo che si privilegia nellosservazione. Ne consideriamo
alcune:
A. DEFINIZIONE NORMATIVA: lordinamento linsieme delle regole
di comportamento dei soggetti di una collettivit, regole che hanno
importanza secondo i principi e i valori scelti dalla comunit come
fondamentali.
In altre parole, inserendo le variabili tempo e movimento, abbiamo
che:
tale ordinamento giuridico linsieme delle norme giuridiche cheregolano la collettivit in un determinato momento per la
realizzazione dei valori che la stessa collettivit ha scelto come
fondanti della propria convivenza o cooperazione.
A. DEFINIZIONE POLITICA: lordinamento giuridico ha anche
natura politica, perch considera tutti gli interessi che
possono riguardare la collettivit cui si riferisce.
Ne deriva, per questo motivo,
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Giuristudiando Le sintesi di Giuristando 2011
che lordinamento giuridico statale viene anche definito
ordinamento a fini generali. Come si vede da questo argomento
testuale, lo stato un ordinamento dinamico, perch si d dei compiti
da realizzare e degli obiettivi da raggiungere.
A. DEFINIZIONE ISTITUZIONALE O OGGETTIVA:
lordinamento giuridico indica anche tutti gli apparati (organi e
uffici) di cui si compone e attraverso i quali realizza la sua
attivit giuridica.
B. DEFINIZIONE SOGGETTIVA: questi organi esercitano un
concreto potere nei confronti dei cittadini e pur essendo
formati da pi persone, per la legge come se
rappresentassero un unico soggetto giuridico: lo stato, lente
pubblico o privato, ecc.. Viene cos in rilievo la personalit
giuridica dello specifico ordinamento.
Si dice allora che lo stato un soggetto con personalit
giuridica di diritto pubblico (STATO-PERSONA). Cos sono
enti dotati di personalit giuridica le Regioni, le Province, i
Comuni, le Citt metropolitane e molti altri enti.
TERRITORIALITA DELLORDINAMENTO GIURIDICO STATALE E DEGLI
ENTI TERRITORIALI
Il potere esercitato dallordinamento giuridico statale si chiama
sovranit, cio potere di comando e di imperio delle istituzioni nelterritorio dello stato e verso i cittadini e tutti coloro che sul territorio si
trovano a vivere o a passare (principio di territorialit della
sovranit nazionale).
Negli ordinamenti territoriali minori, esclusivamente di natura
pubblica, questo potere si chiama invece potere di autonomia e
incontra sempre il limite superiore della legge e delle competenze
statali.
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Anche gli enti privati, come le associazioni di cittadini, hanno poteri di
autonomia, ma questi poteri sono pi limitati e, in quanto enti non
territoriali, essi non possono mai incidere in modo diretto sul territorio
dello stato.
Per fare qualche esempio, una associazione di carattere nazionale,
come Lega Ambiente, pu promuovere delle campagne di
sensibilizzazione in alcune parti o nellintero territorio nazionale per
evitare attivit inquinanti, ma non potrebbe mai stabilire delle leggi in
tal senso.
Il Comune pu intervenire sul territorio, per esempio, modificandone
laspetto urbanistico, dunque esercitando il suo potere di ente
territoriale.
LA LEGITTIMAZIONE DEL POTERE SATATALE
Lordinamento giuridico trova in s (meglio, nella decisione dei suoi
cittadini di formarlo e farlo esistere, sempre che parliamo di un
ordinamento democratico) la sua legittimazione, cio la ragione
prima, il motivo principale, la giustificazione della sua esistenza. Esso,
insomma, non dipende da altri ordinamenti considerati maggiori, pi
importanti e originari, pur nel rispetto delle leggi.
Per questo motivo lordinamento giuridico dello stato, che come detto
quello pi grande, originario (non deriva cio da nessun altro
ordinamento giuridico) e indipendente (la sua esistenza e
regolamentazione non dipende da nessun altro ordinamentogiuridico straniero).
TERZA DEFINIZIONE DI STATO
In conclusione, per quanto si detto sopra, lo stato
un o rdinamento giuridico originario e indipendente a fini generali
ed a base territoriale, dotato di un apparato di norme giuridiche e di
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autorit pubbliche poste dai cittadini in posizione di supremazia per la
realizzazione degli interessi della collettivit .
2. Gli elementicostitutivi dello stato
Dunque lo stato pu essere definito, come detto, sotto tre aspetti, tre facce
diverse dello stato-comunit, dello stato-apparato, dello stato-
persona.
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ELEMENTI COSTITUTIVI DELLO STATO IN GENERALE
Gli elementi di cui si compone il concetto di stato sono:
il popolo,
il territorio
e il potere di sovranit.
IL POPOLO
Il popolo dato dall'insieme delle persone che appartengono allo stato
in base al vincolo giuridico della cittadinanza, che comporta per
ogn uno diritti civili, politici, economici e sociali (come i diritti di libert
nelle varie forme ipotizzabili, il diritto di elettorato, il diritto di propriet
e di iniziativa economica, il diritto alla salute e allistruzione) e doveri
costituzionali, come il dovere di pagare le tasse, di difendere la patria,
di rispettare la dignit delle istituzioni e di osservare la legge.
IL TERRITORIO
Il territorio l'ambito spaziale entro il quale lo stato pu esercitare il
potere di imperio sui cittadini e, in modo pi ampio, sulla popolazione .
LA SOVRANITA
La sovranit il potere di imperio o di comando che lo stato esercita
sui cittadini nella sfera legislativa, giudiziaria (o giurisdizionale) e
amministrativa (o esecutiva).
3. Il popolo e la cittadinanza
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Sono criteri per l'acquisto della cittadinanza italiana, in base alla legge n.
90 del 92:
la nascita in Italia o da genitori italiani,
l'adozione da parte di genitori italiani,
il matrimonio con cittadino/a italiano/a,
l'elezione (cio la scelta di divenire italiani),
la naturalizzazione.
Per rendere effettivi questi requisiti devono ricorrere anche le specifiche
circostanze riepilogate nella seguente tabella:
Modi di acquistodella cittadinanza
italiana
Requisitiprecedenti Requisiti personali Requisitisuccessivi/Esito Esito delprocediment
o
Nascita Madre o padre
italiani
Figlio nato ovunque Cittadino
Genitori apolidi Figlio nato in Italia Cittadino
Genitori ignoti Figlio nato in Italia Cittadino
Genitori ignoti Figlio ritrovato in
Italia senza la provache vi sia nato e
senza la prova di
altra cittadinanza
Cittadino
Genitori stranieri
che non
trasmettono la loro
cittadinanza al
figlio
Figlio nato in Italia Cittadino
Elezione
o beneficio di
legge
Nonno o genitore
che siano staticittadini per
nascita
Straniero o apolide Presta servizio
militare in Italia e
dichiara di voler
essere cittadino
Oppure
Impiegato nella
Pubblica
amministrazioneitaliana anche
Cittadino
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allestero
e
dichiara di voleressere cittadino
Nonno o genitore
che siano stati
cittadini per
nascita
Residenza in Italia
da due anni al
compimento della
maggiore et
Straniero o apolide Dichiara entro un
anno di voler
essere cittadino
Cittadino
Residente
ininterrottamente
fino alla maggiore
et
Straniero nato in
Italia
Dichiara entro un
anno di voler
essere cittadino
Cittadino
Naturalizzazione Nonno o genitore
che siano stati
cittadini pernascita
Redditi sufficienti
Integrazione
sociale
(conoscenza della
lingua, dei principi
fondamentalidellordinamento)
Assenza di
precedenti penali
Assenza di motivi
ostativi per la
sicurezza della
Straniero risiede per tre anni
con permesso di
soggiorno eiscrizione
anagrafica
Cittadino con
decreto del
Presidentedella
Repubblica
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Repubblica
Straniero nato in
Italia
Cittadino con
decreto del
Presidentedella
Repubblica
Straniero
maggiorenne
adottato
Risiede per cinque
anni
Cittadino con
decreto del
Presidente
della
Repubblica
Straniero Impiegato anche
allestero per
cinque anni
Cittadino
Nonno o genitore
che siano stati
cittadini per
nascita
Redditi sufficienti
Integrazione
sociale
Assenza di
precedenti penali
Assenza di motivi
ostativi per la
sicurezza della
Repubblica
Cittadino della UE Risiede quattro
anni
Cittadino con
decreto del
Presidente
della
Repubblica
Apolide Risiede cinque
anni
Cittadino con
decreto del
Presidente
della
Repubblica
Rifugiato Risiede cinque
anni
Cittadino con
decreto del
Presidente
della
Repubblica
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Extracomunitario Risiede per dieci
anni
Cittadino con
decreto del
Presidente
della
Repubblica
Straniero Presta eminenti
servizi allItalia
Cittadino
Straniero Eccezionale
interesse dello
stato
Cittadino
Adozione Figlio adottivo
minorenne
Cittadino
Matrimonio Residente da sei
mesi
Straniero o apolide
coniuge
Cittadino Decreto del
MinistrodellInterno
Residente per tre
anni dopo il
matrimonio
contratto allestero
Cittadino
Residente per due
anni dopo il
matrimonio
contratto in Italia
Cittadino
Residente per unanno e mezzo anni
dopo il matrimonio
contratto
allestero, se vi
sono figli, anche
adottati
Cittadino
Residente per sei
mesi dopo il
matrimonio
contratto
allestero, se vi
sono figli, anche
adottati
Cittadino
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3. Il territorio dello stato
Il territorio dello stato indica lo spazio entro il quale vige lordinamento
giuridico e possono essere esercitati dallo stato i poteri di sovranit.
Il territorio si compone di:
terraferma,
sottosuolo,
mare territoriale,
spazio aereo, e
territorio mobile.
LA TERRAFERMA
La terraferma lo spazio terrestre delimitato da confini naturali
(es. monti, fiumi, mari) o legali (come decisi nei trattati internazionali).
IL SOTTOSUOLO
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Anche il sottosuolo parte del territorio dello stato e soggetto alla
sua sovranit e dunque alle sue leggi fino alla profondit in cui sia possibile
sfruttarne le risorse.
Il MARE TERRITORIALE
Rientra nel territorio il mare territoriale, da intendersi lo specchio
dacqua antistante la costa che si estende fino a 12 miglia marine (circa 22
chilometri).
Lo specchio dacqua che oltrepassa questo limite definito zona
economica esclusiva o zona esclusiva di utilizzazione economica e si
protende sopra la cosiddetta piattaforma continentale (prolungamento in
acqua del territorio prima di incontrare le fosse oceaniche) fino ad un
massimo di 200 miglia (intorno a 320 Km). In questa zona, lo stato costiero
pu fare proprie le risorse economiche sottomarine, anche relative al
sottosuolo (per esempio, le risorse minerarie).
Oltre questo limite, troviamo il mare internazionale, non soggetto alla
sovranit di alcuno stato. Le questioni di sovranit sulle aree marine sonooggetto del diritto internazionale marittimo, anche detto diritto del
mare, e pongono talvolta inquietanti interrogativi, soprattutto sulla vigilanza
e le responsabilit per i cattivi e dannosi utilizzi del mare (si pensi ai disastri
ecologici dovuti alle fuoriuscite dalle petroliere e navi-cisterna). Il trasporto
in tali aree regolato invece dal diritto internazionale della navigazione.
LO SPAZIO ATMOSFERICO
Lo spazio atmosferico sovrastante la terraferma e il mare
territoriale fa parte del territorio dello stato. Gli stati non possono peraltro
opporsi al transito degli aerei civili nel loro spazio aereo (diritto di
sorvolo).
Gli spazi cosmici, invece, sono regolati dal diritto aero-spaziale
e della navigazione, e non appartengono alla sovranit esclusiva di alcuno
stato.
IL TERRITORIO MOBILE O FLOTTANTE
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Lo spazio territoriale pu astrattamente estendersi anche al di l di
questi confini con riguardo agli aerei e navi militari appartenenti ai corpi
armati dello stato che, ovunque si trovino, anche in volo, si ritengono
territorio dello stato (territorio mobile).
Mentre le navi ed aerei civili sono soggetti alla sovranit degli stati
che sorvolano. Quando si trovano in zone neutre, non soggette alla
sovranit di nessuno stato (es. Antartide) allora sono territorio italiano.
CASI DI EXTRATERRITORIALITA
Al contrario del territorio mobile, vi sono zone interne al territorio italiano
che sono appartenenti al territorio di un altro stato o comunque soggette
alla sovranit di altri stati. Questi sono i casi di extraterritorialit e di
immunit territoriale, di cui sono esempi i possedimenti territoriali di stati
stranieri, le ambasciate e le sedi consolari.
ULTRATERRITORIALITA: DIRITTI CONFESSIONALI TENDENZIALMENTE
UNIVERSALI
Vi sono poi nel mondo alcuni ordinamenti non fondati sul principio di
territorialit, ma su quello di universalit di un certo diritto, come alcuni
ordinamenti a base religiosa.
Lascio allarguzia del lettore immaginare alcuni dei problemi concreti di
compatibilit che potrebbero porsi, come in effetti drammaticamente
sempre pi spesso oggi si pongono, tra leggi universali diverse o tra leggi
universali e ordinamenti territoriali, specialmente nelle discipline
maggiormente legate alla cultura della nazione di appartenenza come, nel
caso delle unioni matrimoniali miste, sulleducazione dei figli, sul diritto di
religione e di preghiera, sul diritto del lavoratore alle ferie e ai riposi
infrasettimanali, sullabbigliamento, eccetera.
CASI DI ULTRATTIVITA DELLORDINAMENTO
Ci si chiede se un cittadino italiano allestero possa essere soggetto alla
legge italiana: no, soggetto alla legge dello stato dove si trova, cos come
uno straniero in Italia soggetto alla legge italiana, per il principio diterritorialit degli ordinamenti giuridici.
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Ma quale legge si applica al caso dellitaliano che allestero svolge contro
il suo Paese attivit sovversiva e antinazionale ?
La legge italiana. Si ha un caso di ultrattivit del diritto interno e dunque
di ultraterritorialit del diritto. LItalia ha diritto in tal caso a difendere la sua
unit, autonomia e indipendenza e a chiedere di poter processare questo
cittadino. Ma lo stato dove stato commesso il reato potrebbe non
permetterglielo, volendo a sua volta processare questa persona nei propri
tribunali e secondo le sue leggi. Ne pu nascere un contrasto diplomatico.
Questi casi sono per regolati dal diritto internazionale.
LESTRADIZIONE
Lestradizione la consegna di un cittadino alle autorit di uno stato
estero dove egli abbia compiuto degli atti criminali, non necessariamente
rivolti contro il Paese di origine. Di regola si applica la giurisdizione dello
stato in cui commesso il reato, secondo il principio di territorialit
dellordinamento. Lestradizione regolata da preventivi accordi
internazionali.
Invece un italiano pu essere espulso dal territorio italiano, magari per
aver compiuto crimini gravi?
No, il cittadino ha sempre diritto di incolato, di rimanere cio nel suo
paese alle dovute condizioni di legge.
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5. La sovranitstatale e leffettivit dellordinamento giuridico
Lo stato ordinamento giuridico originario e indipendente. La sua
esistenza dipende dalla effettivit dell'ordinamento, cio dal fatto che esso
realmente ed effettivamente regoli la vita di un popolo all'interno di un
territorio.
Dal punto di vista dell'effettivit,
lo Stato ha la forza di produrre e applicare le norme che regolano la
collettivit, e in questo consiste la sovranit interna dello stato. Quella
esterna, invece, si estrinseca nei rapporti con gli altri Paesi e con le
Organizzazioni internazionali.
Lo stato non solo un ordinamento, ma anche un ordinamento
effettivo, dotato di un potere effettivo di sovranit che viene esercitato nei
confronti dei cittadini nel rispetto della legge (principio di legalit).
Dunque la sovranit il potere di imperio e di commando dello stato
allinterno del territorio (principio di territorialit dellordinamento
giuridico) e nei confronti dei soggetti giuridici.
LE LIMITAZIONI DI SOVRANITA
Sono possibili limitazioni alla sovranit?
S, lart. 11 della Costituzione consente allo stato di limitare la suasovranit per laffermazione dei poteri di organizzazioni internazionali che
promuovano la pace e la giustizia fra le nazioni.
Norma introdotta per legittimare la nascita dellONU (Organizzazione
delle Nazioni Unite), ha aperto lordinamento italiano anche ad altre
organizzazioni, come la CEE (Comunit economica europea), ora CE
(Comunit europea) e UE (Unione Europea).
http://blog.libero.it/GIURISTANDO/7787531.htmlhttp://blog.libero.it/GIURISTANDO/7787531.html -
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Le organizzazioni internazionali hanno la loro legittimazione nella
sovranit e volont degli stati che vi aderiscono e gli stati, a loro volta,
trovano la legittimazione dei loro ordinamenti nella volont del popolo
(principio di democraticit).
Lo stato un soggetto giuridico, dotato di personalit giuridica e
come tale destinatario delle norme giuridiche contenute nellordinamento
giuridico (Stato-persona). Quando esso esercita la sovranit attraverso i
suoi organi agisce con un potere che lo pone al di sopra dei cittadini a tutela
e realizzazione degli interessi collettivi, che prevalgono su quelli
individuali; quando agisce come qualunque altra persona giuridicadellordinamento lo fa conformandosi alle norme del diritto privato a tutela
di propri diritti soggettivi, interessi legittimi o aspettative di diritto.
In conclusione, lo stato una persona giuridica fra le tante presenti
nellordinamento, posta in p osizione di supremazia perch do tata di potere
di sovranit; esso un ente a fini generali, perch i suoi fini riguardano
tutti gli aspetti della vita della collettivit di cui promuove gli interessi pi
importanti e condivisi, anche a costo di sacrificare, nei limiti indicati dalla
Costituzione e dalle leggi, gli interessi dei privati; infine un ente
territoriale a partecipazione o appartenenza necessaria, nel senso
che impone il suo potere e la sua appartenenza ai cittadini a prescindere
dalla loro volont individuale. Esso inoltre una perso na giuridica di
diritto internazionale, che agisce nel campo del diritto internazionale,
affermando nei confronti degli altri stati e delle organizzazioni internazionali
il suo potere di sovranit esterna, a condizione di far riconoscere
allestero loriginariet e lindipendenza dellordinamento italiano, ed un soggetto del diritto pubblico nazionale, affermando nei confronti dei
cittadini e dei non cittadini (stranieri o apolidi) presenti sul territorio, il
potere di sovranit interna.
Lo stato agisce infine anche nel campo dei cosiddetti rapporti privati
(iure privatorum) come qualunque altro soggetto giuridico (persona fisica
o persona giuridica).
Sintetizziamo i tre concetti con tre esempi:
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1. LItalia invia contingenti militari nelle missioni di pace (peace
keeping) dellONU in osservanza dei trattati internazionali che ad essa la
legano (esempio dipersonalit giuridica internazionale).
2. Il Parlamento e il Governo decidono ed attuano lindirizzo politico
con atti legislativi o normativi, a livello centrale (per esempio la legge
finanziaria o un decreto legge) e periferico (per esempio le ordinanze di un
Prefetto, a livello provinciale, o di altro ufficio periferico della P.A., un Ufficio
scolastico regionale o provinciale: esempio dipersonalit giuridica di diritto
pubblico).
3. Lo stato si approvvigiona degli strumenti materiali della sua azione
direttamente sul mercato, per esempio per lacquisto delle cosiddette auto
blu (esempio dipersonalit giuridica di diritto privato)
I POTERI E LE FUNZIONI STATALI
La sovranit interna, infine, non un potere unico e indiviso; esso
invece diviso (separato) nel suo esercizio tra diversi insiemi di organi ed
uffici detti poteri.
Secondo la concezione tradizionale dello stato di diritto, i poteri di
sovranit sono tre e separati tra loro, e sono:
il potere legislativo (esercitato dal Parlamento, a livello nazionale,
e dalla Regione a livello regionale, nel caso dellItalia che uno stato
regionale),
esecutivo o amministrativo (esercitato dal Governo, in sede
centrale, e dagli altri organi e uffici da esso dipendenti, ed enti autonomicon esso coordinati, in sede periferica e locale),
giurisdizionale o giudiziario (esercitato dalla Magistratura, che
ordine anchesso autonomo e indipendente).
I tre poteri esercitano in realt tre funzioni amministrative dello
stato, che si distinguono nettamente: un conto fare le leggi (funzione
legislativa), un conto decidere la politica e realizzare lindirizzo politico
generale con atti di gestione concreta della cosa pubblica (funzione
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Giuristudiando Le sintesi di Giuristando 2011
amministrativa), un conto punire chi viola la legge (funzione
giurisdizionale).
Ma mentre la distinzione delle funzioni chiara e abbastanza netta, ad
essa non coincide una altrettanto netta distinzione nel campo dei poteri.
Pertanto non detto che la funzione legislativa spetti sempre e soltanto al
Parlamento, non detto che la funzione giudiziaria spetti sempre e soltanto
al potere giudiziario, e via di seguito.
Potremmo infatti trovarci davanti ad atti del Governo (organo di vertice
del potere esecutivo) che hanno natura normativa di livello legislativo
(decreti-legge e decreti legislativi) o ad atti del Parlamento (organo di
vertice del potere legislativo) che hanno natura giudiziaria (i provvedimenti
delle Commissioni parlamentari di inchiesta).
In conclusione,
un potere un insieme di organi ed uffici che esercitano una
funzione pubblica;
una funzione indica lattivit dei pubblici poteri nellambito dei
singoli campi della pubblica amministrazione.
6. Gli organi dello stato
Lo stato un ente, e come tale ha una sua organizzazione. Una
organizzazione, come suggerisce la parola stessa, un insieme di poteri,
di organi e uffici.
Per organo intendiamo una parte funzionale di un tutto, una
articolazione, una struttura che consente allorganizzazione di funzionare al
suo interno (organi interni) e allesterno (organi a rilevanza esterna).
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Gli uffici sono le strutture operative che facilitano (coadiuvano) e
rendono possibile lazione degli organi pubblici. Ogni organo ha un suo
Ufficio, e gli Uffici possono avere al loro interno pi organi.
Un organo pu essere posto al vertice o alla periferia dellorganizzazione;
si hanno allora:
organi del potere centrale
e organi periferici.
Possono essere composti da una sola o da pi persone fisiche, e allora
abbiamo:
organi monocratici
o organi collegiali.
Possono essere a loro volta composti da altri organi, e allora abbiamo:
organi semplici
e organi composti o complessi.
Gli organi possono essere distinti inoltre in base al tipo di funzione svolta:
diiniziativa,
consultivi,
di controllo,
giurisdizionali.
ORGANI DEL POTERE CENTRALE
Tra di essi ricordiamo
gli organi costituzionali,
cos definiti perch costituiscono lossatura dellordinamento giuridico.
Senza di essi lordinamento non avrebbe i caratteri che lo definiscono e
distinguono sul piano della forma di governo (per esempio, una repubblica
parlamentare e non una monarchia assoluta o uno stato totalitario) e della
forma di stato (per esempio, uno stato unitario anzich uno stato federale).
Inoltre essi sono
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organi di vertice, che non hanno dei superiori nelle funzioni che
sono loro proprie.
Vi sono poi gli organi
di rilievo costituzionale (o a rilevanza costituzionale),
che pur non essendo essenziali alla forma di governo e di stato,
assumono per delle funzioni importanti per il funzionamento delle
istituzioni e degli altri organi: per questo motivo sono anche detti
organi ausiliari.
Esempi:
Sono organi costituzionali:
il Parlamento,
il Governo,
il Presidente della Repubblica,
la Corte costituzionale.
Secondo alcuni scrittori, anche gli organi che fanno parte del corpo o
ordine della Magistratura e il corpo elettorale sarebbero organi
costituzionali.
Non ha senso dunque una costituzione se non c un organo (Corte
costituzionale, Presidente della Repubblica) che verifichi e controlli che le
leggi fatte dal Parlamento ne rispettino i principi.
Non ha senso parlare di democrazia e di repubblica democratica se
non c un parlamento, comunque una assemblea eletta democraticamente,
che esprima la volont del popolo.
Tra gli organi a rilievo costituzionale e ausiliari del Parlamento e del
Governo abbiamo:
Il CNEL (Consiglio nazionale economia e lavoro)
un organo ausiliario, con funzioni consultive (cio pu dare consigli
suggerimenti e pareri), importante soprattutto perch pu fare proposte
(organo di iniziativa) di legge nei settori che lo riguardano. E organo
ausiliario del Parlamento e del Governo (art. 99 cost.).
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Il Consiglio di Stato (organo ausiliario del Governo ) , che emette
pareri nel corso di molti procedimenti di gestione della cosa pubblica
(anchesso consultivo) e inoltre esercita funzioni di giurisdizione
amministrativa di secondo grado rispetto alle sentenze dei TAR (Tribunali
amministrativi regionali).
e la Corte dei Conti, organo ausiliario del Parlamento, perch
svolge una importante funzione di controllo contabile sulloperato del
Governo, di cui riferisce alle due Camere (organo di controllo). Essa inoltre
giudica sulle cause che riguardano i trattamenti economici (es. pensioni) dei
dipendenti della Pubblica amministrazione (organo giurisdizionale).
ORGANI PERIFERICI
Possiamo richiamare fra questi
il Prefetto,
che rappresenta il Governo, in sede provinciale, fa parte dellUfficio
territoriale del Governo e risponde al Ministro dellInterno
le Agenzie delle entrate, che dipendono dal Ministero
dellEconomia e delle Finanze.
Gli organi degli Uffici scolastici regionali e provinciali
ORGANI MONOCRATICI
il Presidente della Repubblica,
il Giudice del lavoro in funzione di giudico unico,
un magistrato di Tribunale che giudica nella materia del lavoro in
composizione monocratica, cio da solo.
ORGANI COLLEGIALI
Il Governo
il Tribunale,
composto da tre Giudici.
ORGANI SEMPLICI
Il Presidente del Consiglio.
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ORGANI COMPLESSI
Il Parlamento
Il Governo,
composti il primo dalla Camera dei deputati e dal Senato della
Repubblica, e il secondo dal Presidente del Consiglio dei Ministri, dal
Consiglio dei Ministri e dai singoli Ministri.
7. Le forme di stato nella storia costituzionale
LEVOLUZIONE STORICA DELLE FORME DI STATOAndiamo ad analizzare molto sinteticamente le forme di stato, tenendo
conto del contesto storico di volta in volta diverso in cui esse sono maturate:
lo Stato feudale:
il territorio patrimonio del sovrano (stato patrimoniale).
il sovrano rappresenta lunit dei feudatari e dei rapporti di
vassallaggio.
non esiste un interesse generale (oggi diremmo un interesse
pubblico, un interesse collettivo, un interesse diffuso, un interesse legittimo,
che sono tutti tipi di interessi che la dottrina giuridica del diritto pubblico,
costituzionale e amministrativo teorizza con riferimento allazione della
Pubblica amministrazione).
non esiste un popolo e una volont collettiva perch il territorio
frantumato in feudi (disintegrazione dello stato).
lo Stato assoluto (monarchia assoluta):
il potere accentrato nelle mani del re, che anche fonte(legittimazione) di questo potere politico;
il contesto sociale delle grandi monarchie europee del 600 (Francia,
Spagna) si evolve e cominciano ad affermarsi alcuni diritti dei singoli verso
lo stato, pur concessi dal sovrano.
lo Stato di polizia:
deriva il nome dal termine greco polis, citt, e dal latino ius politiae
e non da polizia;
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un tipo di Stato assoluto che si da il compito di promuove il
benessere e la felicit dei sudditi (uno stato degno di un sovrano illuminato;
sec. 700), ma non ritiene questi ultimi capaci di provvedervi da soli; ne
sono esempi la Prussia di Federico II il Grande, lAustria di Giuseppe II, e i
minori stati tedeschi.
lo Stato moderno o di diritto:
i pubblici poteri sono soggetti al diritto (principio di legalit);
non esiste pi il princeps legibus solutus (il principe sciolto dalla
legge, dunque al di sopra della legge);
i pubblici poteri possono agire solo in conformit delle leggi;
viene delimitata la sfera di azione dello Stato nei confronti
dellindividuo, nascono cos le libert costituzionali, libert riconosciute e
rispettate dallo Stato, come la libert personale (che deriva dallassai pi
antico habeas corpus inglese), di manifestazione del pensiero, di stampa,
eccetera;
viene distribuito il potere tra i vari organi dello Stato in modo da
evitare arbtri dei governanti (principio di separazione dei poteri, teorizzato
da Montesquieu, in Esprit de leu, del 1748);
Questo Stato nasce sulla scorta dei principi e delle esperienze delle
rivoluzioni inglese, americana e francese del XVIII secolo.
Tra i documenti pi significativi, nei quali vi laffermazione delle libert
individuali contro il potere incontrollato degli Stati, abbiamo
i Bill of rights americani,con i quali i coloni inglesi dellAmerica
inserirono i diritti della persona nelle loro costituzioni,quando proclamarono
la loro indipendenza dalla Gran Bretagna;
altro documento essenziale la Dichiarazione dei diritti delluomo e
del cittadino, redatta in Francia nel 1789, che sintetizza le conquiste di
principio della rivoluzione francese (soprattutto libert, uguaglianza,
fraternit).
Da un punto di vista sociale, questo Stato si regge ancora su basi
oligarchiche, anche se la borghesia emergente ma non sono ancora
emerse le masse popolari.
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Solo quando il popolo assumer maggiore consapevolezza, comincer il
cammino dello stato contemporaneo.
lo Stato liberale:
la prima esperienza storica dello stato di diritto, che caratterizza il
XIX secolo;
il potere gestito da una oligarchia;
il suffragio elettorale esteso ad una parte minima della
popolazione, individuata per lo pi per ragioni di censo, alfabetizzazione e
nobilt;
vengono per affermati alcuni importanti diritti dellindividuo (dirittodi cittadinanza, libert personali, propriet, diritto di iniziativa economica e
di difesa giudiziale dei diritti);
viene affermata la preminenza del diritto sullautorit dello Stato.
lo Stato socialista:
Questo stato nasce alla fine della I guerra mondiale, dalla crisi dello
stato liberale, e vede lo spostamento del potere dalla borghesia illuminata ai
lavoratori delle citt e delle campagne;
da un punto di vista filosofico, esso si ispira alla dottrina marxista-
leninista del socialismo reale;
si fonda sulla collettivizzazione dei mezzi di produzione,
sulla esistenza del partito unico,
sulla prevalenza del principio di uguaglianza sostanziale rispetto alla
affermazione dei diritti di libert dei singoli individui.
lo Stato autoritario:
nasce anchesso dalla crisi dello Stato liberale e rappresenta
unalternativa allo Stato socialista;
il potere non si spostato nelle mani del popolo e del proletariato,
perch ritenuto incapace di gestirlo, ma si accentrato nelle mani delluomo
forte, del capo carismatico, che lo ha gestito sul presupposto, per lo pi
disatteso, della realizzazione dellinteresse del popolo.
lo Stato democratico:
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lo Stato che nasce dalla frantumazione di tutti i totalitarismi e
fonda il suo potere (legittimazione) sul consenso e sulla partecipazione di
tutti i cittadini;
la sua azione si fonda sul principio democratico, in base al quale la
maggioranza decide;
la sua azione altres improntata al rispetto e alla garanzia delle
minoranze;
esso presenta atteggiamenti diversi:
Stato sociale (o Stato del benessere o Welfare state):
In esso lazione dei pubblici poteri diretta a promuovere il
benessere dei cittadini mediante un intervento programmato nel campo
delle attivit economico-sociali e della protezione sociale; la crisi dello Stato
sociale fa discutere oggi di nuovi modelli di Stato sociale.
Stato liberal-democratico:
Lo Stato espande le libert individuali e i diritti sociali, si apre alle
privatizzazioni (nel senso della entrata di soggetti privati nella propriet di
beni pubblici e nella gestione di servizi di pubblica utilit con il controllo e la
garanzia di pubbliche autorit) e alle liberalizzazioni (nel senso della
apertura alla libera concorrenza di pi operatori economici della gestione
dei servizi di pubblica utilit, come i trasporti, le comunicazioni).
LE FORME DI STATO ATTUALI
Nel panorama attuale delle forme di stato troviamo:
Lo stato unitario
Lo stato regionale Lo stato federale
LO STATO UNITARIO
Questa forma di stato prevede un unico soggetto giuridico in posizione di
comando: lo Stato.
Esso si struttura in un apparato di poteri, organi e uffici, che esercitano la
sovranit verso i cittadini, a livello centrale e periferico .
Il potere di fare le leggi spetta in genere allo Stato in modo esclusivo,mediante il Parlamento nazionale.
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Mentre agli organi periferici e agli enti territoriali minori residuano per lo
pi poteri amministrazione attiva, di esecuzione, cio, dellindirizzo politico
dato dagli organi di governo.
In questo ambito, vi pu essere maggiore o minore coinvolgimento degli
organi periferici.
Si distingue allora tra:
stato accentrato,
ove il potere di sovranit (o di comando o di imperio)
prevalentemente concentrato nelle mani degli organi costituzionali (o
comunque di vertice) dello Stato,
e stato decentrato,
ove invece fette consistenti di potere di sovranit (sia pure nel solo
ambito amministrativo) sono ripartite fra organi di vertice e organi periferici
dello Stato o altri enti pubblici (soprattutto Regioni, Province, Comuni).
LO STATO REGIONALE
Lo stato regionale una variante dello stato unitario, ed da molti
considerato una via di mezzo tra lo stato unitario e lo stato federale. LItalia
uno Stato regionale.
Carattere primario dello stato regionale il coinvolgimento delle Regioni
nella potest legislativa, fenomeno che ha avuto grande impulso con
listituzione delle Regioni (gi previste nella Costituzione del 48),
effettivamente avvenuta negli anni settanta, e lulteriore rafforzamento dei
loro poteri di compartecipazione alla sovranit statale con la riforma deltitolo quinto della Costituzione (artt. da 114 a 133 cost.) con la legge
costituzionale n. 3 del 2001.
La Regione ha ora i poteri legislativi generali dellordinamento
(competenza legislativa residuale) ed amministrativi nel suo ambito
(competenza amministrativa), cos come il Comune identificato nella
Costituzione come lente che ha la potest amministrativa generale.
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Il potere degli enti territoriali regionali e locali incontra per dei limiti
nella superiore azione dello Stato in nome di interessi estesi a tutto il
territorio nazionale ed al popolo italiano nella sua interezza.
In linea generale, lo Stato competente a fare le leggi solo nelle
materie espressamente indicate dallart. 117 cost. (competenza
esclusiva statale), mentre per tutte le restanti materie la competenza
spetta alle Regioni (competenza residuale).
La competenza legislativa (il potere di fare le leggi) pu, in alcune
materie indicate nellart. 117 cost., essere condivisa tra Stato e Regione nel
senso di chiamare entrambi ad una cooperazione nella formulazione delleleggi (competenza concorrente o ripartita).
La competenza amministrativa, e cio il potere di amministrare la
comunit o le comunit nazionali, tende poi a seguire quella legislativa:
quindi se la Regione ha competenza legislativa in una certa materia, per
esempio la formazione professionale e lagricoltura, in questo campo essa
avr anche la competenza amministrativa.
LO STATO FEDERALE
Nello stato federale lo spostamento dei poteri pubblici di sovranit verso
le comunit periferiche pi incisivo. In esso vi sono dunque pi centri e
soggetti giuridici che esercitano la sovranit oltre allo Stato.
Gran parte dei poteri legislativi, amministrativi e, negli stati con tendenze
pi spiccatamente federaliste e autonomiste (USA), anche giudiziari spetta
ai cosiddetti Stati federati, mentre allo Stato federale rimangono per lo pi ii
poteri di rappresentanza degli interessi comuni alle diverse comunit onazioni e la soggettivit politica in campo internazionale.
In Italia in corso la riforma dello Stato in senso federale, mentre una
generale tendenza al rafforzamento dei federalismi e dei regionalismi si
verifica in molti stati europei (Spagna, Gran Bretagna, Germania e persino in
Francia).
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8. La Costituzione italiana e le costituzioni in generale
La Costituzione italiana del 1948 ed stata redatta dallAssemblea
costituente, eletta dal popolo italiano nel 1946 nelle prime elezioni a
suffragio universale della storia italiana.
In quelle stesse elezioni, gli italiani scelsero la forma di governo
repubblicana bocciando la monarchia.
La costituzione si compone di:
una Introduzione, dedicata ai principi fondamentali (articoli da 1 a 12) una Prima Parte dedicata ai diritti e ai doveri dei cittadini (articoli da 13 a
54)
una Seconda Parte dedicata allordinamento della Repubblica (articoli da
55 a 139)
18 disposizioni transitorie e finali.
CARATTERI PRINCIPALI DELLA COSTITUZIONE
1. Quella italiana una costituzione votata, perch lAssemblea
Costituente stata eletta dal popolo in regolari elezioni.
Invece le costituzioni si dicono concesse o ottriate (termine di origine
francese) quando sono concesse o ottenute dal sovrano. Di questo tipo la
precedente costituzione Italiana del 1848, detta Statuto Albertino.
Possono conseguire in molti casi a rivoluzioni di popolo, o a movimenti di
indipendenza, come nel caso americano e nelle ex colonie europee.
2. E inoltre una costituzione rigida, perch pu essere modificata solo
con un largo accordo delle forze politiche, attraverso un procedimento
aggravato nei tempi e nelle forme.
Le costituzioni si dicono invece flessibili, quando possono essere
modificate con il semplice accordo della maggioranza di governo, attraverso
una legge ordinaria: di questo tipo fu lo Statuto Albertino.
3. E una costituzione lunga, perch prevede unampia gamma di diritti e
doveri dei cittadini, suddividendoli in quattro categorie di rapporti: rapporti
civili, rapporti politici, rapporti etico-sociali, rapporti economici.
Le costituzioni brevi, come lo Statuto Albertino, invece, regolano solo
alcuni aspetti della vita del cittadino e limitatamente ad alcuni diritti, come
quelli civili essenziali (libert personale e difesa giudiziaria), politici e
economici (voto, propriet e iniziativa economica). Dunque i diritti sociali(come principale espressione delle libert nello stato e non pi soltanto
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delle libert dallo stato) esprimono il carattere precipuo delle costituzioni
lunghe.
3. E infine una costituzione scritta, che si compone di un testo di 139 articoli,accanto al quale vengono poste le altre leggi di integrazione e modificazione
costituzionale: queste ultime aggiungono nuove norme o modificano norme
gi presenti nel testo costituzionale.
Esistono infine esempi di costituzioni non scritte, come quella inglese,
che si compone di parti trasmesse oralmente e consuetudinariamente nei
secoli e di alcune leggi di natura costituzionale.
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9. I principi fondamentali della Costituzioneitaliana
La Costituzione contiene nellIntroduzione lenunciazione dei principi
fondamentali ai quali deve ispirarsi la vita delle istituzioni e dei cittadini: tra
i pi importanti, il principio democratico e rappresentativo,
minoritario di tutela delle minoranze e solidaristico, egalitario,
partecipativo e lavorista, unitario e autonomistico, internazionalista
e pacifista, di libert. Vediamone ora alcuni.
PRINCIPIO RAPPRESENTATIVO:
La sovranit spetta al popolo, in termini politici, e agli organi
costituzionali dello Stato e a gli altri enti pubblici territoriali (Regioni,
Province, Comuni e Citt metropolitane) , dal punto di vista legale .
A ci consegue che i nostri eletti (deputati, senatori, consiglieri e
presidenti regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali) rappresentano
tutta la nazione italiana e non solo la parte che li elegge, e ad essa
rispondono politicamente e non legalmente. Si dice allora che vi il divieto
di mandato imperativo, nel senso che il mandato politico che noi
conferiamo con il voto non impedisce ai nostri eletti di cambiare opinione e
di agire in tuttaltro modo da quello promesso alle elezioni o di passare in
uno schieramento politico diverso da quello nel quale sono stati eletti.
Importante per la motivazione politica di un tale gesto.
In alcuni ordinamenti, invece un parlamentare eletto nelle file di una forza
politica o uno schieramento politico pu solo dimettersi se non condivida pi
la linea politica di quella forza.
PRINCIPIO DEMOCRATICO:
Nella volont del popolo risiede la legittimazione del potere di sovranit.La volont del popolo si forma in libere elezioni a suffragio universale con
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applicazione del criterio maggioritario. Il criterio maggioritario pu essere
applicato poi attraverso sistemi elettoralimaggioritari o proporzionali.
Il criterio maggioritario caratterizza anche il funzionamento degli organi di
governo a qualsiasi livello.
Il criterio maggioritario indica la prevalenza delle decisioni concordi della
met pi una delle persone presenti alla seduta dellorgano collegiale
(maggioranza semplice) o dei componenti dellorgano a prescindere dal
numero dei presenti alla seduta (maggioranza assoluta) o di quote pi
ampie richieste dalla legge per decisioni o elezioni di particolare importanza
(maggioranza qualificata), come nel varo di una legge costituzionale o
nella elezione del Presidente della Repubblica (due terzi dei componenti
delle rispettive assemblee).
Se lelezione prevede pi di una alternativa, allora si parla anche di
maggioranza relativa, per intendere la soluzione che riporta il maggior
numero di voti pur senza raggiungere la met dei votanti o dei componenti
dellorgano. In ambito elettorale, si usa lespressione partito di
maggioranza relativa per indicare il primo partito che rappresenta per
quote inferiori alla met dellelettorato.
PRINCIPIO SOLIDARISTICO:
La Costituzione parla dei doveri di solidariet politica economica e
sociale, il cui rispetto viene impersonalmente richiesto a tutta la collettivit,
dunque ai cittadini ed anche alle istituzioni.
Il comportamento di ciascun cittadino deve essere improntato allasolidariet politica, nel senso della necessaria partecipazione alle fasi
importanti della democrazia, come le votazioni a qualunque livello, anche
aziendale, o il dibattito culturale e politico del Paese (PRINCIPIO
PARTECIPATIVO e PRINCIPIO LAVORISTA), ma anche nel senso del basilare
rispetto della dignit delle istituzioni politiche, delle persone e delle
opinioni politiche da esse espresse.
Anche tra le istituzioni deve esserci un senso di solidariet, di rispetto e
coesione istituzionale, perch le funzioni di ogni organo o ufficio della
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Repubblica non ostacolino le legittime funzioni e prerogative degli altri. Il
Capo dello Stato si fa garante di questo equilibrio.
Come si vede, la Costituzione impone doveri al legislatore (fare leggi che
non contrastino con i principi costituzionali), ma anche direttamente ai
singoli e alle istituzioni, anche se in questo secondo caso le norme che
impongono tali doveri sono per lo pi prive di sanzione giuridica.
La solidariet economica richiede invece comportamenti di equit
sociale e di sostegno alle classi economicamente pi deboli, soprattutto
nellazione di governo.
Da qui il senso della legislazione di tutela del consumatore, per
esempio, che ha visto nascere numerose organizzazioni private dedite alla
difesa degli utenti e fruitori di servizi pubblici e privati o la progressivit
del sistema tributario, che impone tributi pi alti ai redditi pi alti.
Infine il dovere di perseguire una solidarietsociale comporta lidea di
una societ omogenea e armoniosa, dove siano date pari opportunit ai
cittadini in tutti campi, dove non vi sia disparit tra zone del Paese o della
stessa citt, dove lintegrazione dei portatori di culture diverse sia facilitata
e vista come fattore di progresso e non di ostacolo.
Troviamo applicazione di questi principi in varie leggi e nella stessa
costituzione, che parla delle pari opportunit in genere, e non solo tra uomo
e donna (artt. 37 e 51), nelle leggi a difesa dei diritti dei minori, dei
portatori di handicap e dei malati, delle fasce a basso reddito della
popolazione (art. 38), o in altre norme della Costituzione che impongono il
riequilibrio della ricchezza tra le diverse aree del Paese con la previsione di
fondi perequativi (art. 119).
IL PRINCIPIO EGALITARIO:
Impone al legislatore, ed anche ai singoli cittadini ed istituzioni, di
attenersi nella loro azione al rispetto della pari dignit sociale dei
cittadini, senza alcuna distinzione fra di loro (art. 3).
Alla proclamazione formale del principio deve fare seguito la previsionedi una uguaglianza sostanziale, che ritiene legalmente responsabile lo
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stato ogni qualvolta i cittadini siano discriminati e, quindi situazioni
identiche abbiano trattamenti differenti o, al contrario, situazioni differenti
abbiano trattamenti ingiustamente identici.
PRINCIPIO UNITARIO E AUTONOMISTA
La Costituzione fa salvi il principio repubblicano, quanto alla forma di
governo, e il principio unitario, quanto alla forma di stato.
La forma di stato si arricchisce poi del principio autonomista,
intendendosi con esso il riconoscimento dei centri di potere regionale e
locale, pur nella natura derivata di questi ordinamenti minori dallunico
ordinamento statale.
Leggiamo l'art. 5 della Costituzione: La Repubblica, una e indivisibile,
riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono
dallo stato il pi ampio decentramento amministrativo; adegua i principi e i
metodi della sua legislazione alle esigenze dellautonomia e del
decentramento (norma di tipo programmatico).
Che differenza c tra decentramento e autonomia?
Quando sia la competenza legislativa che quella amministrativa sono
attribuite anche ad enti territoriali regionali e locali, parliamo di autonomia.
Se invece la sola competenza amministrativa statale viene divisa tra
organi e uffici dello stato ed enti territoriali regionali o locali (Province,
Comuni, Citt metropolitane, Comunit montane) in modo da spostarne il
baricentro prevalentemente verso gli uffici periferici e gli enti locali siamo
davanti al decentramento amministrativo.
In Italia i due aspetti, quello del decentramento (dellamministrazione
pubblica dello Stato) e dellautonomia (legislativa e amministrativa degli
altri enti pubblici territoriali), si sovrappongono e convivono in nome del
principio di sussidiariet,per il quale
le competenze devono essere gestite al livello pi vicino ai cittadini:
quindi se unazione amministrativa pu essere fatta dal Comune non c
bisogno di scomodare la Provincia o la Regione o lo Stato.
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PRINCIPIO INTERNAZIONALISTA
LItalia riconosce il diritto internazionale universalmente
riconosciuto e promuove tutte le organizzazioni che promuovano a loro
volta pace e sviluppo, come lONU, lUE, lOCSE, la NATO, il WTO, eccetera,
artt. 10 e 11 cost.).
A tal fine pu consentire anche limitazioni della sovranit, in modo
che fette di potere normativo, amministrativo o giudiziario siano gestite da
tali persone giuridiche internazionali.
Questo il caso dellUE, che unorganizzazione internazionale dalcarattere specifico di organizzazione sovranazionale, perch crea norme
direttamente applicabili nei Paesi membri, fra cui lItalia.
LItalia si oppone alla guerra offensiva, di conquista, il che lascia
immaginare invece che gli eventuali conflitti armati nel corso di operazioni
di peace keeping (mantenimento della pace) dellONU non siano esclusi o
vietati, purch orientati con regole chiare (regole di ingaggio dei
militari) a conquistare la pace (PRINCIPIO PACIFISTA).
Allalveo del diritto universalmente riconosciuto si riconducono i diritti
fondamentali di ogni uomo, a prescindere dalla nazionalit o cittadinanza
di appartenenza, spesso definiti ed applicati in ogni contesto come diritto
naturale o semplicemente diritti umani; lo stesso vale per le norme
consuetudinarie che conducono al riconoscimento giuridico degli altri
stati e delle organizzazioni non territoriali che rappresentano popoli in
lotta per la conquista o riconquista dei propri territori (come lOLP).
PRINCIPIO DI LIBERTA
La libert valore e principio implicito e presupposto nella nostra
costituzione, nel senso che ogni diritto, se vogliamo, rappresenta una fetta
di libert. Libert nella legalit, dunque.
Di libert la costituzione parla espressamente soprattutto nel titolo
dedicato ai rapporti civili, ad esempio con riguardo al concetto tecnico di
libert personale (artt. 13 e 14), alla libert, oltre che segretezza, dellacorrispondenza (art. 15), alla possibilit che ha il cittadino di circolare e
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soggiornare liberamente (art. 16), al diritto che hanno i cittadini di
associarsi liberamente (art. 18), o di professare liberamente la propria fede
religiosa, alle confessioni religiose egualmente libere davanti alla legge (art.
8), alla possibilit di manifestare liberamente il proprio pensiero (art. 21),
con riguardo ancora alla libera iniziativa economica (art. 41).
10. Le forme di governo
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Secondo la definizione di Costantino Mortati, illustre costituzionalista, per
forma di governo deve intendersi il modo in cui le funzioni dello Stato sono
distribuite ed organizzate tra i diversi organi costituzionali .
Che rapporto c tra la forma di governo e la forma di stato?
Le forme di stato rispecchiano il rapporto tra governanti e i governati,
mentre le forme di governo rispecchiano il rapporto tra i diversi organi di
governo.
Ne consegue che le forme di governo sono fortemente influenzate dalle
forme di stato. Forme di stato e di governo si completano a vicenda eformano larchitettura dello stato.
Per esempio, in molti stati federali vi la forma di governo presidenziale
o semipresidenziale (USA, Brasile) o direttoriale (Svizzera), ma possibile
trovare esempi di diverso tenore (Germania: stato federale con forma di
governo parlamentare).
Allo stato unitario pu associarsi la forma di governo parlamentare (Gran
Bretagna) o semi-presidenziale (Francia).
Lo stato regionale pu completarsi con una forma di governo
parlamentare (come in Italia).
Non vi sono regole assolute nella architettura dello stato. Di certo
lesperienza della storia insegna quali sono le accoppiate tra forme di stato
e governo che hanno avuto riscontri pi positivi.
Quante e quali sono le forme di governo pi diffuse?
Sostanzialmente tre sono le tipologie di forma di governo degli stati
contemporanei: parlamentare, presidenziale, direttoriale.
Parlamentare:
(es. Repubblica italiana)
Caratteristiche di questa forma di governo sono:
il rapporto fiduciario tra il Governo e le Camere;
il potere di controllo del Parlamento sullattivit politico-
amministrativa e finanziaria del Governo; lapplicazione attenuata del principio della separazione dei poteri.
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la forma di governo parlamentare si articola a sua volta in varie
tipologie:
la forma parlamentare pi tipica quella assembleare, che
presenta le seguenti caratteristiche:
nomina diretta del Governo da parte del Parlamento (in Italia
nominato dal Presidente della Repubblica);
limitazione dei poteri del Presidente della Repubblica;
estensione dei poteri del Parlamento;
esclusione dello scioglimento anticipato delle Camere (mentre nel
sistema italiano questo possibile);
largo ricorso agli istituti di democrazia diretta quali il referendum.
Questa forma di governo presenta rischi di instabilit politica e di
ingovernabilit;
un tipo particolare di forma di governo parlamentare poi quella
semi-presidenziale francese, ove vi sono sia elementi della forma di
governo parlamentare propriamente detta (come il rapporto di fiducia tra
Parlamento e Governo; solo che in Francia non vi la fiducia iniziale, come
in Italia, ma il Parlamento pu sfiduciare con mozione di sfiducia il Governo
nel corso del suo mandato, se non condivide pi la sua azione politica) sia
forti poteri del Presidente della Repubblica. Cosicch si parla di forma di
governo semi-presidenziale, e il Presidente diventa una sorta di monarca
repubblicano;
vi poi la forma di governo cosiddetta di gabinetto, rientranteanchessa nelle forme parlamentari, adottata in Gran Bretagna, ove vi il
rafforzamento dei poteri del Primo Ministro e di alcuni Ministri del Governo
(per lo pi i Cancelliere dello Scacchiere, i Ministri degli esteri e degli
interni).
Il rafforzamento dei poteri del primo ministro, in particolare, pare
maggiormente compatibile con la realt politica britannica, largamente
omogenea e consolidata sul bipartitismo e sulla alternanza delle forze
politiche al governo del Paese.
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Presidenziale:
(es. Stati Uniti dAmerica)
Caratteristiche di questa forma di governo sono:
separazione rigida dei poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario;
funzione esecutiva e di indirizzo politico nelle mani del Capo dello
Stato eletto dal popolo;
funzione legislativa nelle mani delle Camere elette dal popolo;
funzione giurisdizionale assegnata ai Magistrati, come corpo
autonomo, in parte anchessi eletti dal popolo;
contrappesi al potere di indirizzo politico del Presidente attraverso la
approvazione da parte delle Camere delle leggi di spesa e di bilancio dello
stato (cosiddetto sistema di check and ballance, utilizzato per evitare che il
Presidente possa trasformarsi in una sorta di dittatore) o mediante il
cosiddetto impeachment del Presidente (corrispondente alla nostra
procedura di messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica) per
gravi reati propri della sua funzione, come tradimento, concussione,
eccetera);
un Presidente che, nellequilibrio dei pesi e contrappesi, ha il potere
di veto sulle leggi del Parlamento (negli Stati Uniti, il Congresso), che
vengono approvate se ottengono poi la maggioranza favorevole dei due
terzi delle Camere nella successiva votazione.
Questa forma di governo presenta dei rischi, in quanto lattivit di
indirizzo politico non sempre risulta conforme ed aderente agli interessi reali
dei cittadini e delle minoranze e possono nascere conflitti sociali. Inoltre,quando le contromisure non sono adeguate, vi il rischio di derive
autoritarie.
Direttoriale:
(es. Confederazione Elvetica)
Caratteristiche di questa forma di governo sono:
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il potere esecutivo spetta a un organo collegiale (in Svizzera, il
Consiglio Federale, composto da sette membri) eletto dallAssemblea
federale (organo rappresentativo del popolo);
lorgano di governo non soggetto alla fiducia dellAssemblea,
anche se pu essere messo in condizione di dimettersi;
il Presidente uno dei componenti del Consiglio e dura in carica un
solo anno.
SECONDA PARTE: Gli organi costituzionali nellOrdinamento della
Repubblica
11. Il Parlamentoin generale
Il Parlamento lorgano costituzionale pi importante della forma di
governo italiana, detta per lappunto parlamentare.
E un organo collegialecomposto, perch a sua volta formato da due
organi collegiali. Si tratta delle due Camere, che hanno lo stesso peso e la
stessa importanza e concorrono insieme nella approvazione delle leggi. Tale
sistema di duplicazione di poteri e di funzioni delle Camere si chiama
bicameralismo perfetto. Sarebbe imperfetto il bicameralismo ove una
delle due Camera avesse maggiori poteri dellaltra. Questo equilibrio di
poteri si riflette sugli atti, che hanno natura di atti complessi, ai quali
concorrono cio entrambi gli organi, a complessit uguale, perch gli organi
concorrono con uguale potere a crearli. Un bicameralismo imperfetto si
aveva con lo Statuto Albertino, nominalmente a favore del Senato
(cosiddetta Camera alta), nei fatti, e nel tempo, a favore della Camera deiDeputati (cosiddetta Camera bassa).
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Le Camere sono elette a suffragio universale dal 1946, quando gli italiani
furono chiamata a votare per lAssemblea costituente, una sorta di
parlamento speciale, con lunico obiettivo di approvare una nuova
costituzione per il neonato stato.
Il numero dei deputati di 630 e quello dei senatori di 315, oltre i
cinque senatori a vita nominati per meriti insigni dal Capo dello Stato, e gli
ex Presidenti della Repubblica, membri di diritto a vita del Senato.
12. I sistemi elettorali
I sistemi elettorali sono sostanzialmente di due tipi: proporzionali e
maggioritari.
Esistono poi numerose varianti che si riconducono per alcuni aspetti aiprimi e per altri ai secondi, insomma leggi ibride, come ibrida la nostra
attuale legge elettorale, il cosiddetto porcellum. Essa stata introdotta
nel 2005; dal 1993 al 2005 abbiamo avuto un sistema misto maggioritario
(al 75%) e proporzionale (per il restante 25%), prima ancora (dal secondo
dopoguerra al 1993) il sistema proporzionale puro.
Vediamo allora:
il sistema maggioritario o a collegi uninominali:
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in questo sistema il territorio nazionale diviso in tanti collegi
quanti sono i candidati da eleggere (collegi uninominali).
il sistema proporzionale:
in questo sistema i seggi vengono divisi tra i partiti in proporzione
al numero di voti da essi ottenuti e i collegi sono plurinominali.
IL SISTEMA ELETTORALE VIGENTE
Dal 2005 (con la l. 270/2005) le Camere vengono elette con un sistema
elettorale proporzionale con premio di maggioranza, sbarramenti alle
minoranze politiche e indicazione diretta del premier.
Si tratta in realt di un sistema misto, che vorrebbe coniugare i vantaggi
del sistema maggioritario (governabilit) con quelli del sistema
proporzionale (estesa rappresentanza democratica).
I motivi principali o dichiarati dalle forze politiche per questa modifica
sono stati la eccessiva litigiosit delle coalizioni politiche e la mancanza di
rappresentanza politica delle forze minori, svantaggi appalesatisi nel
sistema maggioritario allitaliana.
La nuova legge elettorale abbandona luninominale e ritorna al collegio
plurinominale (con elezione di pi deputati e senatori in un solo collegio) a
lista bloccata (per cui gli eletti di una lista non sono quelli che ricevono pi
voti ma quelli pre-individuati dai partiti). Il sistema definito dalla stessa
legge come sistema elettorale proporzionale con eventuale premio di
maggioranza.
Il sistema, infatti, assicura alla coalizione che ottiene pi voti, anche se il
totale dei suoi voti non raggiunge la maggioranza assoluta, il 55% dei seggi
(premio di maggioranza).
Inoltre la legge prevede una soglia di sbarramento per le forze
politiche minori:
ai partiti singoli che non abbiano superato la soglia del 4% dei voti
validi e alle coalizioni che non abbiano superato la soglia del 10% dei votivalidi, per le elezioni alla Camera;
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ai partiti singoli che non abbiano superato la soglia dell8% dei voti e
alle coalizioni di partiti che non abbiano superato almeno il 20% dei voti, al
Senato.
Allinterno delle coalizioni dei partiti, sufficiente il 2% dei voti perch il
singolo partito entri alla Camera e il 3% perch entri al Senato.
Lesigenza di salvaguardare il quadro politico tendenzialmente bipolare
dovrebbe essere soddisfatta dalla introduzione delle coalizioni e dalla
indicazione del capo delle medesime.
Non vi per una sanzione per la modifica in corso di legislatura dellecoalizioni, non vi in sostanza il vincolo di coalizione per le forze politiche
(vedi in precedenza sul divieto di mandato imperativo).
Lindicazione del premier potrebbe sembrare poi in contrasto con le
prerogative del Capo dello Stato che, come noto, nomina il primo ministro
sulla base delle maggioranze parlamentari esistenti, anche perch potrebbe
immaginarsi una fase politica successiva in cui vengano rimescolate le carte
politiche, rispetto al risultato delle elezioni, come al momento in cui rivedo
lelaborato succede con il Governo Monti.
Nei sistemi parlamentari, infatti, il capo dello Stato conferisce lincarico di
formare il governo al leader della maggioranza vincente o, nel caso di
insuccesso di questultimo nel formare il governo, alla persona con maggiori
probabilit di formare il governo, conferendo successivi incarichi fino allo
scioglimento anticipato delle camere. Il suo potere pertanto un potere
vincolato dalla situazione politica concreta.
Con la nuova legge, il Capo dello Stato si trova a dover conferire lincarico
a persona comunque sostenuta da una maggioranza parlamentare.
13. Durata e funzionamento delle Camere
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LEGISLATURA
La legislatura indica la durata in carica delle Camere: essa dura cinque
anni e pu anche essere interrotta prima di tale termine per vicissitudini
politiche (scioglimento anticipato), in genere per lincapacit del Parlamento
di dare luogo a maggioranze stabili in grado d sostenere lazione del
Governo.
Il Presidente della Repubblica non pu, per, negli ultimi sei mesi di
mandato, sciogliere le Camere (semestre bianco), salvo che la fine della
legislatura sia coincidente con la fine del mandato del Capo dello Stato.
Ci stabilito per non creare situazioni di possibile ricatto istituzionale e
per evitare che il Presidente venga rieletto da un Parlamento che non
fresco di rappresentativit popolare, essendo alla fine del suo mandato.
Non possibile prolungare i poteri delle Camere, salvo che nel tempo
strettamente necessario ad indire ed espletare le elezioni delle nuove
Camere e fino a che queste non si insedino (prorogatio) e in caso di guerra,
dichiarata con una legge.
INDIZIONE DELLE ELEZIONI
Entro 70 giorni dalla cessazione delle vecchie Camere, il Presidente della
Repubblica indice le elezioni. Questo un atto dovuto.
CONVOCAZIONE DELLE CAMERE
Entro 10 giorni dalle elezioni, il Presidente convoca le nuove Camere.
Esse si riuniscono in via ordinaria il primo giorno lavorativo dei mesi di
febbraio e ottobre; in via straordinaria, esse possono essere convocate
dal Presidente della Repubblica
o dal Presidente della Camera e del Senato (dato che quando
convocata una Camera si intende convocata di diritto anche laltra)
o da un terzo dei deputati o senatori.
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Le sedute delle Camere sono pubbliche, salvo che ciascuna Camera o il
Parlamento in seduta comune non decidano di volta in volta per la seduta
segreta.
Le Camere provvedono alla elezione del Presidente e alla nomina
dellUfficio di Presidenza. Il Presidente della Camera e il Presidente del
Senato presiedono le sedute e dirigono il lavoro delle Camere in base alle
norme del Regolamento della Camera di appartenenza.
Importante anche il ruolo della conferenza dei capigruppo, presieduta
dal presidente della camera di appartenenza, che redige il calendario dei
lavori parlamentari.
Il Presidente del Senato della Repubblica poi la seconda carica dello
stato perch ha limportante ruolo di supplenza al Capo dello Stato,
quando questultimo versi in una condizione di impossibilit temporanea o
permanente di esercitare le sue funzioni (ad esempio in caso di malattia).
Il Presidente della Camera considerata invece la terza carica dello Stato,
per il ruolo prestigioso di presidenza del Parlamento in seduta Comune.
PARLAMENTO IN SEDUTA COMUNE
Questa variante della seduta delle Camere, riunite insieme, necessaria
per alcuni atti specifici:
elezione del Presidente della Repubblica, con laggiunta di tre
delegati regionali (con leccezione della Valle dAosta che ne ha uno solo)
messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica per
attentato alla costituzione e alto tradimento (poi giudicato dalla Corte
Costituzionale)
elezione di un terzo dei membri della Corte costituzionale (cinque su
quindici)
elezione di un terzo dei membri del Consiglio superiore della
Magistratura (otto su ventiquattro)
AUTONOMIA DELLE CAMERE
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Le Camere sono organi autonomi, per cui esse si dotano di un
Regolamento, che disciplina il loro funzionamento.
I Regolamenti parlamentari sono fonti primarie che possono essere
modificate soltanto dalla Camera interessata e non con legge dello stato, n
tanto meno con atto del Governo: in tal caso verrebbe meno la garanzia
della autonomia di ogni Camera rispetto allaltra e rispetto agli altri organi
costituzionali.
Ogni Camera approva il proprio regolamento, secondo lart. 64 cost., a
maggioranza assoluta. Abbiamo dunque due regolamenti parlamentari, ilRegolamento della Camera dei Deputati e il Regolamento del Senato della
Repubblica.
VERIFICA DEI POTERI
Il personale politico delle Camere soggetto alla autorit delle Giunta per
le elezioni, per quanto riguarda la cosiddetta verifica dei poteri, vale a
dire la verifica della regolare elezione dei singoli deputati e senatori.
Le Giunte per le elezioni verificano infatti che, oltre alla regolarit delle
elezioni, non vi siano casi di ineleggibilit o incompatibilit.
Per ineleggibilit si intende che una persona non pu accedere alla
competizione elettorale relativa alle cariche di deputato o senatore per
mancanza di requisiti soggettivi.
Mentre per incompatibilit, si intende che non preclusa la
partecipazione alle elezioni alla carica di parlamentare, ma chi viene eletto
deve rinunciare ad una carica incompatibile con quella di deputato o
senatore.
Sono casi di ineleggibilit:
la mancanza di capacit elettorale (che si acquista a 25 anni per la
Camera e a 40 anni per il Senato)
o il ricoprire una carica istituzionale
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o quale Presidente di Provincia
o Sindaco,
o Prefetto,
o Vice-Prefetto,
o lex Commissario governativo presso le Regioni, ora Rappresentante
dello Stato
o Funzionario di Polizia o di altra amministrazione statale.
Sono casi di incompatibilit:
la carica di deputato o senatore, rispetto alla carica di Parlamentare
dellaltro ramo del Parlamento,
la carica di Parlamentare europeo,
la carica di Presidente della Repubblica,
di Giudice della Corte Costituzionale,
di membro del CSM (Consiglio Superiore della Magistratura),
di Consigliere regionale.
In genere, lineleggibilit stabilita quando il cittadino abbia, in virt di
poteri e funzioni esercitate, una pi diretta e immediata influenza sulla
libert e sui diritti del cittadino (si pensi al funzionario di polizia che esegue
larresto o al Sindaco che rilascia il permesso di costruire).
DELIBERAZIONI DELLE CAMERE
Le deliberazioni (cio le decisioni di ogni Camera) avvengono con il
rispetto dei quorum costitutivi e deliberativi:
il quorum costitutivo indica il numero di presenti minimo
necessario per poter procedere alle deliberazioni. Per entrambe le Camere
esso fissato nella met pi uno dei deputati e dei senatori.
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Mentre il quorum deliberativo indica il numero minimo necessario di
voti favorevoli perch una deliberazione passi: allora avremo maggioranze
semplici (date dal voto favorevole della met pi uno dei presenti in aula,
al Senato; e dalla met pi uno dei votanti, alla Camera), maggioranze
assolute (date dal voto favorevole della met pi uno dei componenti di
ciascuna Camera), maggioranze qualificate (date dalle frazioni
assembleari maggiori richieste dalla legge, esempio due terzi o tre quinti).
La verifica del numero legale, infine, pu essere sempre richiesta
prima delle deliberazioni: con essa si controlla che vi siano i quorum
costitutivi per procedere alla votazione.
14.Limmunit parlamentare
Limmunit parlamentare, antico istituto, indica la speciale condizione
giuridica che i parlamentari rivestono di fronte alla giustizia.
Essi hanno delle prerogative, dunque situazioni individuali diverse
rispetto al normale cittadino, che tengono conto della loro funzione di
rappresentanza.
Listituto della immunit infatti il risultato di un bilanciamento
di valori: da una parte il valore della rappresentanza politica e istituzionale,
di cui rivestito il parlamentare, dallaltra il valore della giustizia (uguale)
per tutti i cittadini.
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Listituto della immunit tenta allora di conciliare interessi che talvolta
paiono irrimediabilmente in contrasto: la giustizia uguale per tutti e la
necessit di preservare il potere politico da ingerenze e ricatti istituzionali
da parte di altri poteri.
Limmunit parlamentare prevista nellart. 68 della Costituzione e si
distingue in:
Insindacabilit delle opinioni espresse e voti dati dal parlamentare
nellesercizio delle sue funzioni;
Improcedibilit contro il parlamentare in mancanza diautorizzazione della Camera di appartenenza per specifici atti giudiziari di
restrizione della libert:
o perquisizioni,
o ispezioni,
o sequestri
o intercettazioni e sequestro di corrispondenza
o arresto e detenzione.
Uniche due eccezioni alla necessit della autorizzazione della Camera di
appartenenza sono: flagranza di reato e sentenza di condanna passata in
giudicato.
Quanto al primo punto, si molto discusso in ordine alla estensione del
concetto di esercizio delle proprie funzioni, se quindi limmunit vada
estesa anche rispetto ad atti e attivit poste in essere fuori dalle sedi
parlamentari ma che abbiano un indubbio carattere politico (comizi,
trasmissioni televisive).
Lorientamento restrittivo del significato di tale espressione tende a
prevalere, nonostante al contrario la vita pubblica trovi sempre nuove arene
di confronto delle opinioni (si veda
http://blog.libero.it/GIURISTANDO/8043536.html.
http://blog.libero.it/GIURISTANDO/8043536.htmlhttp://blog.libero.it/GIURISTANDO/8043536.html -
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15. Gli organi parlamentari
Ogni Camera ha al suo interno degli organi collegiali pi piccoli che
concorrono allo svolgimento dellattivit parlamentare: si tratta delle
commissioni, dei gruppi e delle giunte parlamentari.
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COMMISSIONI
Si enumerano 14 Commissioni permanenti alla Camera e al Senato,
con denominazioni parzialmente diverse. Riproducono in piccolo lacomposizione politica delle camere e hanno competenze nelle materie
istituzionali principali (finanza e bilancio, interni, esteri, lavoro, affari
costituzionali, giustizia, difesa, affari sociali, politiche dellUnione europea,
scienza e istruzione, trasporti, poste e telecomunicazioni, agricoltura,
ambiente).
Poi vi sono le Commissioni speciali, solo episodicamente istituite: le
Commissioni di indagine o di inchiesta, dotate di poteri di indagine
conoscitiva, istituite per approfondire delle materie (di indagine) o chiarire
vicende di rilievo nazionale e istituzionale(di inchiesta), in tal caso con poteri
del tutto simili a quelli dei magistrati.
GIUNTE
Rispecchiano anchesse, come le Commissioni, la composizione politica
del Parlamento, le Giunte parlamentari sono: la Giunta per le elezioni,
la Giunte per le autorizzazioni a procedere e la Giunta per il
regolamento.
In particolare, la Giunta per le elezioni ha un generale potere di controllo
e verifica sul