disposizioni in materia di semplificazione e di … · all'articolo 14, comma 6, del decreto...

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LEGGE 28 luglio 2016, n. 154 Deleghe al Governo e ulteriori disposizioni in materia di semplificazione, razionalizzazione e competitivita' dei settori agricolo e agroalimentare, nonche' sanzioni in materia di pesca illegale. (16G00169) (GU n.186 del 10-8-2016) Vigente al: 25-8-2016 Titolo I DISPOSIZIONI IN MATERIA DI SEMPLIFICAZIONE E DI SICUREZZA AGROALIMENTARE La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato; IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Promulga la seguente legge: Art. 1 Semplificazioni in materia di controlli 1. All'articolo 16 della legge 14 gennaio 2013, n. 9, dopo il comma 3 e' aggiunto il seguente: «3-bis. Non sono tenuti all'obbligo di costituire o aggiornare il fascicolo aziendale i produttori di cui al comma 1 che producono olio destinato esclusivamente all'autoconsumo la cui produzione non supera 350 kg di olio per campagna di commercializzazione». 2. All'articolo 1-bis, comma 1, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 116, dopo le parole: «depositi di prodotti petroliferi» sono inserite le seguenti: «e di olio di oliva». 3. Al secondo comma dell'articolo 7 della legge 14 agosto 1971, n. 817, dopo il numero 2) e' aggiunto il seguente: «2-bis) all'imprenditore agricolo professionale iscritto nella previdenza agricola proprietario di terreni confinanti con fondi offerti in vendita, purche' sugli stessi non siano insediati mezzadri, coloni, affittuari, compartecipanti o enfiteuti coltivatori diretti». 4. Le regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano possono individuare percorsi per la pastorizia transumante nell'ambito dei ripari, degli argini e delle loro dipendenze, nonche' delle sponde, scarpe e banchine dei corsi d'acqua e dei pubblici canali e loro Pagina 1 di 37 *** ATTO COMPLETO *** 14/08/2016 http://www.gazzettaufficiale.it/atto/stampa/serie_generale/originario

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LEGGE 28 luglio 2016, n. 154

Deleghe al Governo e ulteriori disposizioni in materia di

semplificazione, razionalizzazione e competitivita' dei settori

agricolo e agroalimentare, nonche' sanzioni in materia di pesca

illegale. (16G00169)

(GU n.186 del 10-8-2016)

Vigente al: 25-8-2016

Titolo I

DISPOSIZIONI IN MATERIA DI SEMPLIFICAZIONE E DI SICUREZZA

AGROALIMENTARE

La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno

approvato;

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Promulga

la seguente legge:

Art. 1

Semplificazioni in materia di controlli

1. All'articolo 16 della legge 14 gennaio 2013, n. 9, dopo il comma

3 e' aggiunto il seguente:

«3-bis. Non sono tenuti all'obbligo di costituire o aggiornare il

fascicolo aziendale i produttori di cui al comma 1 che producono olio

destinato esclusivamente all'autoconsumo la cui produzione non supera

350 kg di olio per campagna di commercializzazione».

2. All'articolo 1-bis, comma 1, del decreto-legge 24 giugno 2014,

n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n.

116, dopo le parole: «depositi di prodotti petroliferi» sono inserite

le seguenti: «e di olio di oliva».

3. Al secondo comma dell'articolo 7 della legge 14 agosto 1971, n.

817, dopo il numero 2) e' aggiunto il seguente:

«2-bis) all'imprenditore agricolo professionale iscritto nella

previdenza agricola proprietario di terreni confinanti con fondi

offerti in vendita, purche' sugli stessi non siano insediati

mezzadri, coloni, affittuari, compartecipanti o enfiteuti coltivatori

diretti».

4. Le regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano possono

individuare percorsi per la pastorizia transumante nell'ambito dei

ripari, degli argini e delle loro dipendenze, nonche' delle sponde,

scarpe e banchine dei corsi d'acqua e dei pubblici canali e loro

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accessori, anche in deroga alle disposizioni di cui all'articolo 96,

lettera i), del testo unico di cui al regio decreto 25 luglio 1904,

n. 523, e all'articolo 134, lettera f), del regolamento di cui al

regio decreto 8 maggio 1904, n. 368.

5. Al fine di assicurare la piena integrazione con la disciplina in

materia di indicazioni geografiche dei prodotti agroalimentari e dei

vini dettata in ambito nazionale in esecuzione dei regolamenti

europei in materia di DOP e IGP, per ciascuna indicazione geografica

di cui all'allegato III del regolamento (CE) n. 110/2008 del

Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 gennaio 2008, nonche' per

ciascuna indicazione geografica di cui all'articolo 26 del

regolamento (UE) n. 251 del 2014 del Parlamento europeo e del

Consiglio, del 26 febbraio 2014, puo' essere costituito e

riconosciuto dal Ministero delle politiche agricole alimentari e

forestali un consorzio di tutela. Con regolamento adottato con

decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali,

ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n.

400, sono emanate disposizioni generali in materia di costituzione e

riconoscimento dei consorzi di tutela di cui al presente comma.

6. Dall'attuazione delle disposizioni di cui ai commi 4 e 5 non

devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza

pubblica. Le amministrazioni interessate provvedono all'adempimento

dei compiti ivi previsti con le risorse umane, finanziarie e

strumentali disponibili a legislazione vigente.

7. Gli animali della specie bovina, come definiti dall'articolo 1

del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 19

ottobre 2000, n. 437, qualora destinati alla sola commercializzazione

nazionale, sono esentati dall'obbligo di accompagnamento del

passaporto di cui all'articolo 6 del regolamento (CE) n. 1760/2000

del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 luglio 2000, in

materia di identificazione e registrazione dei bovini, in seguito al

riconoscimento della piena operativita' della banca dati

informatizzata nazionale da parte della Commissione europea, ai sensi

dell'articolo 5 del medesimo regolamento (CE) n. 1760/ 2000.

8. Il detentore di animali di specie bovina e' responsabile della

tenuta dei passaporti per i soli animali destinati al commercio

intracomunitario.

9. Il comma 5 dell'articolo 4 e il comma 13 dell'articolo 7 del

regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 19

ottobre 2000, n. 437, sono abrogati.

10. All'articolo 1-ter, comma 2, del decreto-legge 24 giugno 2014,

n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n.

116, dopo le parole: «zootecnica e forestale» sono inserite le

seguenti: «, nonche' l'innovazione tecnologica ed informatica,

l'agricoltura di precisione e il trasferimento di conoscenza dal

campo della ricerca al settore primario,».

11. All'articolo 25 della legge 28 dicembre 2015, n. 221, dopo il

comma 1 e' aggiunto il seguente:

«1-bis. La disposizione di cui al comma 1 si applica previo

esperimento della procedura di comunicazione di cui all'articolo 5,

paragrafo 1, della direttiva UE 2015/1535 del Parlamento europeo e

del Consiglio, del 9 settembre 2015».

12. A decorrere dall'anno 2017, i costi delle attivita' di

controllo previste dal decreto del Ministro delle politiche agricole

alimentari e forestali 2 marzo 2010, pubblicato nella Gazzetta

Ufficiale n. 103 del 5 maggio 2010, sono sostenuti dai destinatari

degli incentivi. Con decreto del Ministro delle politiche agricole

alimentari e forestali, di concerto con il Ministro dello sviluppo

economico, da emanare entro sessanta giorni dalla data di entrata in

vigore della presente legge, e' stabilita la quota delle tariffe di

cui all'articolo 25 del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91,

convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 116, da

riconoscere al Ministero delle politiche agricole alimentari e

forestali per le attivita' di cui al primo periodo del presente comma

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a decorrere dal 1º gennaio 2017. La quota delle tariffe di pertinenza

del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e'

definita sulla base dei costi, della programmazione e delle

previsioni di sviluppo delle medesime attivita' ed e' versata dal

gestore dei servizi energetici (GSE) Spa all'entrata del bilancio

dello Stato per essere riassegnata ad apposito capitolo dello stato

di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e

forestali. Il Ministro dell'economia e delle finanze e' autorizzato

ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di

bilancio.

Art. 2

Parita' tra i sessi nei consorzi di tutela

1. All'articolo 53 della legge 24 aprile 1998, n. 128, e successive

modificazioni, dopo il comma 17 e' inserito il seguente:

«17-bis. Lo statuto dei consorzi di tutela prevede che il riparto

degli amministratori da eleggere sia effettuato in base a un criterio

che assicuri l'equilibrio tra i sessi, ai sensi del regolamento di

cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 novembre 2012, n.

251».

2. All'articolo 17 del decreto legislativo 8 aprile 2010, n. 61,

dopo il comma 1 e' inserito il seguente:

«1-bis. Lo statuto dei consorzi costituiti ai sensi del comma 1

deve prevedere che il riparto degli amministratori da eleggere sia

effettuato in base a un criterio che assicuri l'equilibrio tra i

sessi, ai sensi del regolamento di cui al decreto del Presidente

della Repubblica 30 novembre 2012, n. 251».

3. I consorzi di tutela provvedono ad adeguare i propri statuti

entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge,

assicurando il rispetto delle disposizioni di cui ai commi 1 e 2. I

consorzi di tutela assicurano il rispetto della composizione degli

organi sociali in attuazione delle disposizioni di cui ai commi 1 e

2, anche in caso di sostituzione, per tre mandati consecutivi a

partire dal primo rinnovo successivo alla data di entrata in vigore

della presente legge. Per il primo mandato successivo alla data di

entrata in vigore della presente legge, la quota riservata al sesso

meno rappresentato e' pari ad almeno un quinto del numero dei

componenti dell'organo.

Art. 3

Disposizioni in materia di servitu'

1. I proprietari di strade private sono tenuti a consentire il

passaggio di tubazioni per l'allacciamento alla rete del gas di

utenze domestiche o aziendali, compresa l'installazione di contatori,

nonche' il passaggio di tubazioni per la trasmissione di energia

geotermica. Ai fini del rispetto dell'obbligo di cui al presente

comma, il sindaco del comune territorialmente competente, su

richiesta degli interessati, autorizza l'esecuzione dei lavori di cui

al primo periodo, tenendo in debita considerazione la stagionalita'

delle colture cui sono destinati i terreni agricoli adiacenti le

strade private oggetto dei lavori, al fine di impedire o limitare gli

eventuali danneggiamenti alle coltivazioni. L'applicazione delle

disposizioni di cui al presente comma comporta l'obbligo di

ripristino della strada nello stato antecedente il lavoro e

l'eventuale risarcimento del danno causato dal medesimo lavoro alle

coltivazioni e alle attrezzature di produzione.

Art. 4

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Riduzione dei termini per i procedimenti amministrativi

1. All'articolo 14, comma 6, del decreto legislativo 29 marzo 2004,

n. 99, al primo periodo, le parole: «entro centottanta giorni» sono

sostituite dalle seguenti: «entro sessanta giorni».

2. Al fine di garantire la trasparenza e la celerita' dei

procedimenti amministrativi relativi all'esercizio delle attivita'

agricole e conformemente alle disposizioni di cui all'articolo 117

della Costituzione, nell'applicazione ai predetti procedimenti della

disciplina sullo sportello unico per le attivita' produttive (SUAP),

prevista dal regolamento di cui al decreto del Presidente della

Repubblica 7 settembre 2010, n. 160, e' fatta salva in ogni caso

l'applicazione delle forme di semplificazione piu' avanzate previste

dalle normative regionali e delle province autonome.

Art. 5

Delega al Governo per il riordino e la semplificazione della

normativa in materia di agricoltura, silvicoltura e filiere

forestali

1. Al fine di procedere alla semplificazione e al riassetto della

normativa vigente in materia di agricoltura, silvicoltura e filiere

forestali, fatta salva la normativa prevista in materia di controlli

sanitari, il Governo e' delegato ad adottare, entro diciotto mesi

dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o piu'

decreti legislativi con i quali provvede a raccogliere in un codice

agricolo ed in eventuali appositi testi unici tutte le norme vigenti

in materia divise per settori omogenei e ad introdurre le modifiche

necessarie alle predette finalita'.

2. I decreti legislativi di cui al comma 1 sono adottati sulla base

dei seguenti principi e criteri direttivi:

a) ricognizione e abrogazione espressa delle disposizioni oggetto

di abrogazione tacita o implicita, nonche' di quelle che siano prive

di effettivo contenuto normativo o siano comunque obsolete;

b) organizzazione delle disposizioni per settori omogenei o per

materie, secondo il contenuto precettivo di ciascuna di esse, anche

al fine di semplificare il linguaggio normativo;

c) coordinamento delle disposizioni, apportando le modifiche

necessarie per garantire la coerenza giuridica, logica e sistematica

della normativa e per adeguare, aggiornare e semplificare il

linguaggio normativo;

d) risoluzione di eventuali incongruenze e antinomie tenendo

conto dei consolidati orientamenti giurisprudenziali;

e) revisione dei procedimenti amministrativi di competenza

statale in materia di agricoltura, al fine di ridurre i termini

procedimentali e ampliare le ipotesi di silenzio assenso con

l'obiettivo di facilitare in particolare l'avvio dell'attivita'

economica in materia di agricoltura;

f) introduzione di meccanismi, di tipo pattizio, con le

amministrazioni territoriali in relazione ai procedimenti

amministrativi di loro competenza, al fine di prevedere tempi di

risposta delle amministrazioni inferiori ai termini massimi previsti,

ridurre i termini procedimentali e ampliare le ipotesi di silenzio

assenso con l'obiettivo di facilitare in particolare l'avvio

dell'attivita' economica in materia di agricoltura;

g) armonizzazione e razionalizzazione della normativa sui

controlli in materia di qualita' dei prodotti, sulle produzioni a

qualita' regolamentata, quali le denominazioni di origine, le

indicazioni geografiche registrate ai sensi della vigente normativa

europea e la produzione biologica, e contro le frodi agroalimentari,

al fine di evitare duplicazioni, di tutelare maggiormente i

consumatori e di eliminare gli ostacoli al commercio e le distorsioni

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della concorrenza, nonche' al fine di coordinare l'attivita' dei

diversi soggetti istituzionalmente competenti sulla base della

normativa vigente, fatte salve le competenze delle Autorita'

individuate dall'articolo 2 del decreto legislativo 6 novembre 2007,

n. 193, e successive modificazioni, nonche' del Ministero della

salute ai fini dell'attuazione dell'articolo 41 del regolamento (CE)

n. 882/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile

2004;

h) revisione e armonizzazione della normativa nazionale in

materia di foreste e filiere forestali, in coerenza con la strategia

nazionale definita dal Programma quadro per il settore forestale, di

cui al comma 1082 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n.

296, la normativa europea e gli impegni assunti in sede europea e

internazionale, con conseguente aggiornamento o con l'eventuale

abrogazione del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 227.

3. I decreti legislativi di cui al comma 1 sono adottati su

proposta del Ministro delle politiche agricole alimentari e

forestali, di concerto con il Ministro per la semplificazione e la

pubblica amministrazione, con il Ministro dell'economia e delle

finanze e con i Ministri interessati, previa acquisizione del parere

della Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto

legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e del parere del Consiglio di

Stato, che sono resi nel termine di quarantacinque giorni dalla data

di trasmissione di ciascuno schema di decreto legislativo, decorso il

quale il Governo puo' comunque procedere. Lo schema di ciascun

decreto legislativo e' successivamente trasmesso alle Camere per

l'espressione dei pareri delle Commissioni parlamentari competenti

per materia e per i profili finanziari e della Commissione

parlamentare per la semplificazione, che si pronunciano nel termine

di sessanta giorni dalla data di trasmissione, decorso il quale il

decreto legislativo puo' essere comunque adottato. Se il termine

previsto per il parere cade nei trenta giorni che precedono la

scadenza del termine previsto al comma 1 o successivamente, la

scadenza medesima e' prorogata di novanta giorni. Il Governo, qualora

non intenda conformarsi ai pareri parlamentari, trasmette nuovamente

i testi alle Camere con le sue osservazioni e con eventuali

modificazioni, corredate dei necessari elementi integrativi di

informazione e motivazione. Le Commissioni competenti per materia

possono esprimersi sulle osservazioni del Governo entro il termine di

dieci giorni dalla data della nuova trasmissione. Decorso tale

termine, i decreti possono comunque essere adottati.

4. Dall'attuazione delle disposizioni di cui al presente articolo

non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

Art. 6

Delega al Governo in materia di societa'

di affiancamento per le terre agricole

1. Al fine di favorire processi di affiancamento economico e

gestionale nell'attivita' d'impresa agricola nonche' lo sviluppo

dell'imprenditoria giovanile in agricoltura, il Governo e' delegato

ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della

presente legge, nel rispetto della normativa europea in materia di

aiuti di Stato, un decreto legislativo per la disciplina delle forme

di affiancamento tra agricoltori ultra-sessantacinquenni o pensionati

e giovani, non proprietari di terreni agricoli, di eta' compresa tra

i diciotto e i quaranta anni, anche organizzati in forma associata,

allo scopo del graduale passaggio della gestione dell'attivita'

d'impresa agricola ai giovani, in base ai seguenti principi e criteri

direttivi:

a) stabilire la durata del processo di affiancamento, per un

periodo massimo di tre anni;

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b) prevedere criteri di assegnazione prioritaria delle

agevolazioni e degli sgravi fiscali gia' previsti a legislazione

vigente, a favore dell'agricoltore ultra-sessantacinquenne o

pensionato e del giovane imprenditore agricolo;

c) definire le modalita' di conclusione dell'attivita' di

affiancamento, prevedendo le seguenti alternative:

1) la trasformazione del rapporto tra l'agricoltore

ultra-sessantacinquenne o pensionato e il giovane imprenditore

agricolo in forme di subentro;

2) la trasformazione del rapporto in un contratto di conduzione

da parte del giovane imprenditore agricolo;

3) le forme di compensazione a favore del giovane imprenditore

agricolo nei casi diversi da quelli contemplati ai numeri 1) e 2);

d) definire le modalita' di presentazione da parte del giovane

imprenditore agricolo di un progetto imprenditoriale posto a base del

rapporto di affiancamento, che deve essere sottoscritto da parte

dell'agricoltore ultra-sessantacinquenne o pensionato, definendone i

reciproci obblighi;

e) stabilire le forme di compartecipazione agli utili

dell'impresa agricola;

f) definire il regime dei miglioramenti fondiari, anche in deroga

alla legislazione vigente qualora apportati sulla base del progetto

imprenditoriale presentato;

g) prevedere forme di garanzia per l'agricoltore

ultra-sessantacinquenne o pensionato e il giovane imprenditore

agricolo, anche attraverso le necessarie coperture infortunistiche;

h) stabilire il riconoscimento del diritto di prelazione in caso

di vendita dei terreni oggetto del rapporto di affiancamento;

i) prevedere forme di compensazione a favore del giovane

imprenditore agricolo nei casi di recesso anticipato dal rapporto di

affiancamento;

l) definire le forme di agevolazione a favore del giovane

imprenditore agricolo per la gestione e l'utilizzo dei mezzi

agricoli.

2. Ai giovani imprenditori agricoli di cui al presente articolo e'

comunque fatto obbligo, entro il termine stabilito con il medesimo

decreto legislativo di cui al comma 1, di dimostrare di aver

apportato innovazioni ed aver investito in azienda eventuali

provvidenze ad essi destinate.

3. Al fine di agevolare il pieno trasferimento delle competenze dal

soggetto ultra-sessantacinquenne o pensionato al giovane imprenditore

agricolo, sono favorite tutte le azioni volte alla formazione e alla

consulenza specializzata.

4. Il decreto legislativo di cui al comma 1 e' adottato su proposta

del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di

concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, previa

acquisizione del parere della Conferenza unificata di cui

all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, che e'

reso nel termine di quarantacinque giorni dalla data di trasmissione

dello schema di decreto legislativo, decorso il quale il Governo puo'

comunque procedere. Lo schema di decreto legislativo e'

successivamente trasmesso alle Camere per l'espressione dei pareri

delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili

finanziari, che si pronunciano nel termine di trenta giorni dalla

data di trasmissione, decorso il quale il decreto legislativo puo'

essere comunque adottato. Se il termine previsto per il parere cade

nei trenta giorni che precedono la scadenza del termine previsto al

comma 1 o successivamente, la scadenza medesima e' prorogata di

novanta giorni.

Art. 7

Disposizioni per il sostegno dell'agricoltura e dell'acquacoltura

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biologiche

1. Gli articoli 6, 7, 8 e 9 del decreto legislativo 17 marzo 1995,

n. 220, sono abrogati.

2. E' istituito, nell'ambito delle risorse umane, strumentali e

finanziarie disponibili a legislazione vigente e comunque senza nuovi

o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, presso il Ministero

delle politiche agricole alimentari e forestali, previa intesa con la

Conferenza unificata di cui all'art. 8 del decreto legislativo 28

agosto 1997, n. 281, il Sistema informativo per il biologico (SIB),

che utilizza l'infrastruttura del Sistema informativo agricolo

nazionale (SIAN), al fine di gestire i procedimenti amministrativi

degli operatori e degli organismi di controllo previsti dalla

normativa europea relativi allo svolgimento di attivita' agricole e

di acquacoltura con metodo biologico.

3. I modelli di notifica dell'attivita' di produzione con metodo

biologico, i programmi annuali di produzione, le relazioni di

ispezione dell'attivita' di produzione e i registri aziendali,

nonche' la modulistica relativa al controllo delle produzioni

zootecniche di cui all'allegato III del decreto del Ministro delle

politiche agricole e forestali 4 agosto 2000, pubblicato nel

supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 211 del 9 settembre

2000, sono definiti, previa intesa con la Conferenza unificata di cui

all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281,

sentite le rappresentanze degli operatori biologici e degli organismi

di certificazione autorizzati, con decreto del Ministero delle

politiche agricole alimentari e forestali, da adottare entro sessanta

giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge,

favorendo il ricorso all'uso dei sistemi informativi e lo scambio dei

dati fra questi.

4. Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

istituisce l'elenco pubblico degli operatori dell'agricoltura e

dell'acquacoltura biologiche, sulla base delle informazioni contenute

nel SIB.

5. Le regioni dotate di propri sistemi informatici per la gestione

dei procedimenti relativi all'agricoltura e all'acquacoltura

biologiche, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore

della presente legge, previa intesa in sede di Conferenza permanente

per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le Province autonome di

Trento e di Bolzano, attivano i sistemi di cooperazione applicativa

della pubblica amministrazione necessari a garantire il flusso delle

informazioni tra il SIB e i sistemi regionali. In mancanza

dell'attivazione dei sistemi di cooperazione applicativa entro il

predetto termine, gli operatori utilizzano il SIB.

Art. 8

Modifica all'articolo 35 della legge 24 novembre 2000, n. 340, in

materia di controversie riguardanti i masi chiusi

1. Il comma 2 dell'articolo 35 della legge 24 novembre 2000, n.

340, e' sostituito dal seguente:

«2. Chi intende proporre in giudizio una domanda relativa al

diritto a un adeguato mantenimento vita natural durante secondo le

condizioni di vita locali e la capacita' produttiva del maso chiuso,

alla successione suppletoria, all'integrazione della quota riservata

ai legittimari o alla divisione ereditaria, nei casi in cui il maso

chiuso cada in successione, oppure all'usucapione del diritto di

proprieta' di un maso chiuso o di parte di esso e' tenuto ad esperire

il tentativo di conciliazione ai sensi dell'articolo 11 del decreto

legislativo 1º settembre 2011, n. 150, in cui la Ripartizione

agricoltura della provincia autonoma di Bolzano si intende sostituita

all'ispettorato provinciale dell'agricoltura. Alla proposizione della

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domanda si applica l'articolo 5, comma 1-bis, del decreto legislativo

4 marzo 2010, n. 28, e successive modificazioni».

Art. 9

Disposizioni in materia di indennita'

espropriative giacenti

1. Al fine di favorire lo svincolo delle indennita' espropriative

giacenti, le ragionerie territoriali dello Stato competenti per

territorio sono autorizzate a consentire alle articolazioni

provinciali delle organizzazioni professionali agricole maggiormente

rappresentative a livello nazionale la consultazione dell'elenco

delle indennita' e dei dati personali degli aventi titolo, nonche' a

rilasciare ad esse copia della relativa documentazione. La

consultazione e' consentita esclusivamente al fine di utilizzare i

dati per l'individuazione degli aventi titolo, tra gli associati o

tra coloro che rilascino apposito mandato alle predette articolazioni

provinciali, e per l'eventuale assistenza per la riscossione delle

somme dovute.

2. Per indennita' espropriative giacenti si intendono le somme

depositate da oltre dieci anni ai sensi della normativa in materia di

espropriazione per pubblica utilita', ivi comprese quelle relative a

occupazioni temporanee e d'urgenza, di aree non edificabili, per le

quali si presume che sia ignota agli aventi titolo la relativa

spettanza. Tale presunzione e' ammessa qualora agli atti delle

competenti ragionerie territoriali dello Stato non risultino pendenti

azioni giudiziarie ovvero non vi siano istanze di aventi titolo,

risalenti a meno di cinque anni, finalizzate alla riscossione

dell'indennita'.

3. Dall'attuazione delle disposizioni del presente articolo non

devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza

pubblica.

Art. 10

Contributo al CONOE

1. Considerata la necessita' di assicurare la regolare prosecuzione

dell'attivita' di raccolta e trattamento dei grassi vegetali e

animali esausti e al fine di garantire l'operativita' del Consorzio

nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali e

animali esausti (CONOE), di cui all'articolo 233, comma 1, del

decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e di consentire la

crescita e lo sviluppo del settore e delle attivita' imprenditoriali

connesse alla gestione di tali rifiuti, a decorrere dall'anno 2017 il

contributo di cui all'articolo 233, comma 10, lettera d), del citato

decreto legislativo n. 152 del 2006 e' determinato nelle seguenti

misure, in relazione alle diverse tipologie di prodotti e tenuto

conto della suscettibilita' degli stessi a divenire esausti:

a) oli di oliva vergini e olio di oliva, in confezioni di

capacita' superiore a cinque litri: euro 0,0102/kg;

b) oli vegetali, diversi da quelli di cui alla lettera a), in

confezioni di capacita' superiore ad un litro: euro 0,0108/kg;

c) grassi animali e vegetali in confezioni di capacita' superiore

a 500 grammi: euro 0,0005/kg;

d) oli extravergini di oliva (nei soli casi indicati all'articolo

233, comma 3, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152): euro

0,0102/kg.

2. Fatto salvo quanto previsto dal comma 1, il contributo

ambientale e' dovuto in occasione della prima immissione del

prodotto, sfuso o confezionato, nel mercato nazionale ed e' versato

al CONOE ovvero al sistema alternativo di cui all'articolo 233, comma

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9, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, con cadenza

trimestrale, a decorrere, per il primo versamento, dalla fine del

primo trimestre successivo alla data di entrata in vigore della

presente legge. Del contributo e' data evidenza riportando nelle

fatture di vendita la dicitura: «Contributo ambientale sugli oli e

grassi animali e vegetali per uso alimentare assolto», anche nelle

fasi successive della commercializzazione. Il CONOE disciplina le

procedure per la riscossione del contributo, i rimborsi e i conguagli

e le eventuali fattispecie di esenzione.

3. Sono esclusi dall'applicazione del contributo gli oli

extravergini di oliva, fatta salva l'applicazione dello stesso quando

sia dimostrato che il loro impiego o la loro gestione determinano la

produzione di rifiuti oggetto dell'attivita' del CONOE. Restano, in

ogni caso, esclusi dall'applicazione del contributo:

a) gli oli di oliva vergini e l'olio di oliva in confezioni di

capacita' eguale o inferiore a cinque litri;

b) gli oli vegetali diversi da quelli di cui alla lettera a), in

confezioni di capacita' eguale o inferiore a un litro;

c) i grassi animali e vegetali in confezioni di capacita' eguale

o inferiore a 500 grammi;

d) gli oli e i grassi animali e vegetali a denominazione di

origine e ad indicazione geografica protette nonche' i prodotti

alimentari con questi conservati;

e) gli oli e i grassi animali e vegetali, nonche' i prodotti

alimentari con questi conservati, oggetto di vendita diretta

effettuata dalle imprese agricole, di cui all'articolo 2135 del

codice civile.

4. La congruita' del contributo e dei costi di riscossione e'

verificata con cadenza annuale dal Ministro dell'ambiente e della

tutela del territorio e del mare e dal Ministro dello sviluppo

economico, sulla base della documentazione tecnica trasmessa dal

CONOE, che provvede ai sensi dell'articolo 233, comma 11, del decreto

legislativo 3 aprile 2006, n. 152. L'entita' del contributo resta

invariata fino all'adozione del decreto di modifica ai sensi

dell'articolo 233, comma 10, lettera d), del decreto legislativo 3

aprile 2006, n. 152.

Art. 11

Iscrizione ai consorzi e ai sistemi per la raccolta dei rifiuti

previsti dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152

1. Le imprese agricole, singole o associate, di cui all'articolo

2135 del codice civile, quando vi siano obbligate, aderiscono ai

consorzi e ai sistemi di raccolta previsti dalla parte IV del decreto

legislativo 3 aprile 2006, n. 152, attraverso le articolazioni

territoriali delle organizzazioni professionali agricole maggiormente

rappresentative a livello nazionale alle quali aderiscono, la cui

iscrizione e' efficace nei riguardi di tutti gli associati.

L'iscrizione effettuata dall'articolazione territoriale ha effetto

retroattivo e si considera efficace sin dal momento di insorgenza

dell'obbligo a carico della singola impresa. Resta ferma la

responsabilita' delle singole imprese per gli adempimenti e gli oneri

connessi alla gestione dei rifiuti. Entro trenta giorni dalla data di

entrata in vigore della presente legge, i consorzi e i sistemi di

raccolta procedono all'adeguamento dei propri statuti e regolamenti,

prevedendo le modalita' per l'attribuzione delle quote di

partecipazione delle articolazioni territoriali iscritte, in funzione

della percentuale di settore rappresentata.

2. Le imprese agricole che utilizzano o importano imballaggi non

sono obbligate all'iscrizione ai consorzi di cui agli articoli 223 e

224 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e non sono

soggette alla relativa contribuzione. Tale disposizione si applica

con efficacia retroattiva.

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3. Il comma 1 dell'articolo 261 del decreto legislativo 3 aprile

2006, n. 152, e' sostituito dal seguente:

«1. I produttori e gli utilizzatori che non adempiono all'obbligo

di raccolta di cui all'articolo 221, comma 2, o non adottano, in

alternativa, sistemi gestionali ai sensi del medesimo articolo 221,

comma 3, lettere a) e c), sono puniti con la sanzione amministrativa

pecuniaria di euro 5.000».

Art. 12

Esercizio dell'attivita' di manutenzione del verde

1. L'attivita' di costruzione, sistemazione e manutenzione del

verde pubblico o privato affidata a terzi puo' essere esercitata:

a) dagli iscritti al Registro ufficiale dei produttori, di cui

all'articolo 20, comma 1, lettere a) e c), del decreto legislativo 19

agosto 2005, n. 214;

b) da imprese agricole, artigiane, industriali o in forma

cooperativa, iscritte al registro delle imprese, che abbiano

conseguito un attestato di idoneita' che accerti il possesso di

adeguate competenze.

2. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano

disciplinano le modalita' per l'effettuazione dei corsi di formazione

ai fini dell'ottenimento dell'attestato di cui al comma 1, lettera

b).

3. Dall'attuazione delle disposizioni del presente articolo non

devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza

pubblica.

Art. 13

Costituzione di cauzioni verso lo Stato

o altri enti pubblici

1. All'articolo 1, lettera b), della legge 10 giugno 1982, n. 348,

sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «, ovvero da consorzi di

garanzia collettiva dei fidi iscritti nell'albo degli intermediari

finanziari, previsto dall'articolo 106 del testo unico delle leggi in

materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1º

settembre 1993, n. 385, e sottoposti alla vigilanza della Banca

d'Italia ai sensi dell'articolo 108 del medesimo testo unico».

Art. 14

Disposizioni per il rispetto di corrette relazioni commerciali in

materia di cessione di prodotti agroalimentari

1. All'articolo 2 del decreto-legge 5 maggio 2015, n. 51,

convertito, con modificazioni, dalla legge 2 luglio 2015, n. 91, dopo

il comma 2 e' inserito il seguente:

«2-bis. Le associazioni di categoria maggiormente rappresentative a

livello nazionale nel settore lattiero, a norma dell'articolo 4 della

legge 11 novembre 2011, n. 180, possono agire in giudizio per

l'inserzione di diritto degli elementi obbligatori di cui al comma 2

del presente articolo nei contratti di cessione di latte crudo. In

caso di azione proposta anche dalle imprese somministranti il latte

crudo, si procede alla riunione dei giudizi».

Titolo II

DISPOSIZIONI PER LA RAZIONALIZZAZIONE E PER IL CONTENIMENTO DELLA

SPESA PUBBLICA

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Art. 15

Delega al Governo per il riordino degli enti, societa' e agenzie

vigilati dal Ministero delle politiche agricole alimentari e

forestali, per il riassetto del settore ippico e per il riordino

dell'assistenza tecnica agli allevatori e la revisione della

disciplina della riproduzione animale

1. Al fine di razionalizzare e contenere la spesa pubblica, nel

rispetto dei principi e criteri direttivi del capo I e degli articoli

8, 16 e 18 della legge 7 agosto 2015, n. 124, e tenuto conto dei

relativi decreti attuativi, il Governo e' delegato ad adottare, entro

dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno

o piu' decreti legislativi finalizzati al riordino degli enti,

societa' ed agenzie vigilati dal Ministero delle politiche agricole

alimentari e forestali, al riassetto delle modalita' di finanziamento

e gestione delle attivita' di sviluppo e promozione del settore

ippico nazionale, nonche' al riordino dell'assistenza tecnica agli

allevatori, anche attraverso la revisione della legge 15 gennaio

1991, n. 30, in materia di disciplina della riproduzione animale,

allo scopo di rendere maggiormente efficienti i servizi offerti

nell'ambito del settore agroalimentare.

2. Nella predisposizione dei decreti legislativi di cui al comma 1,

relativamente al riordino degli enti, societa' ed agenzie vigilati

dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, il

Governo e' tenuto ad osservare i seguenti principi e criteri

direttivi:

a) revisione delle competenze e riordino degli enti, societa' ed

agenzie vigilati, anche a seguito dell'attuazione delle disposizioni

dell'articolo 1, commi da 381 a 383, della legge 23 dicembre 2014, n.

190, dell'articolo 1, commi da 659 a 664, della legge 28 dicembre

2015, n. 208, e dell'articolo 1, comma 6-bis, del decreto-legge 5

maggio 2015, n. 51, convertito, con modificazioni, dalla legge 2

luglio 2015, n. 91, prevedendo modalita' di chiamata pubblica secondo

criteri di merito e trasparenza che garantiscano l'indipendenza, la

terzieta', l'onorabilita', l'assenza di conflitti di interessi,

l'incompatibilita' con cariche politiche e sindacali e la comprovata

qualificazione scientifica e professionale dei componenti dei loro

organi nei settori in cui opera l'ente, societa' o agenzia;

b) ottimizzazione nell'utilizzo delle risorse umane, strumentali

e finanziarie a disposizione degli enti, societa' ed agenzie vigilati

dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali,

riducendo ulteriormente il ricorso a contratti con soggetti esterni

alla pubblica amministrazione e utilizzando prioritariamente le

professionalita' esistenti;

c) utilizzo di una quota non superiore al 50 per cento dei

risparmi di spesa, non considerati ai fini del rispetto dei saldi di

finanza pubblica, derivanti dalla riduzione del numero degli enti e

societa' disposta a legislazione vigente e dall'attuazione delle

disposizioni di cui al presente comma per politiche a favore del

settore agroalimentare, con particolare riferimento allo sviluppo e

all'internazionalizzazione del made in Italy, nonche' alla tutela

all'estero delle produzioni di qualita' certificata;

d) riorganizzazione dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura

(AGEA) anche attraverso la revisione delle funzioni attualmente

affidate all'Agenzia medesima e, in particolare, dell'attuale sistema

di gestione e di sviluppo del Sistema informativo agricolo nazionale

(SIAN) di cui all'articolo 15 della legge 4 giugno 1984, n. 194,

nonche' del modello di coordinamento degli organismi pagatori a

livello regionale, secondo i seguenti indirizzi: sussidiarieta'

operativa tra livello centrale e regionale; modello organizzativo

omogeneo; uniformita' dei costi di gestione del sistema tra i diversi

livelli regionali; uniformita' delle procedure e dei sistemi

informativi tra i diversi livelli. La riorganizzazione deve altresi'

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favorire l'efficienza dell'erogazione dei servizi e del sistema dei

pagamenti nonche' ottimizzare l'accesso alle informazioni da parte

degli utenti e delle pubbliche amministrazioni, garantendo la

realizzazione di una piattaforma informatica che permetta la piena

comunicazione tra articolazioni regionali e struttura centrale

nonche' tra utenti e pubblica amministrazione, attraverso la piena

attivazione della Carta dell'agricoltore e del pescatore di cui

all'articolo 7 del regolamento di cui al decreto del Presidente della

Repubblica 1º dicembre 1999, n. 503;

e) riordino del sistema dei controlli nel settore agroalimentare,

al fine di garantire maggiore unitarieta' ed efficacia, anche

assicurando la necessaria indipendenza dal soggetto erogatore, con

conseguente razionalizzazione o soppressione della societa'

AGECONTROL S.p.a., anche mediante il trasferimento della proprieta'

delle relative azioni al Ministero delle politiche agricole

alimentari e forestali o ad agenzie da esso vigilate, ovvero la sua

confluenza in enti, societa' o agenzie vigilati dal medesimo

Ministero, previo espletamento di apposite procedure selettive per il

personale, procedendo al relativo inquadramento sulla base di

un'apposita tabella di corrispondenza e comunque prevedendo che i

dipendenti della predetta societa' mantengano esclusivamente il

trattamento economico fondamentale in godimento percepito alla data

di entrata in vigore della presente legge, con corrispondente

riduzione dei trasferimenti in favore dell'AGEA;

f) revisione della normativa istitutiva dell'Ente nazionale risi

al fine di razionalizzarne l'organizzazione in funzione della

competitivita' del settore;

g) previsione dell'obbligo di pubblicazione annuale dei dati

economici, finanziari e patrimoniali relativi all'ultimo esercizio

nonche' dei dati della rendicontazione delle attivita' svolte da

ciascun ente, societa' o agenzia.

3. Nella predisposizione dei decreti legislativi di cui al comma 1,

relativamente al riassetto delle modalita' di finanziamento e di

gestione delle attivita' di sviluppo e promozione del settore ippico

nazionale, il Governo e' tenuto a osservare i seguenti principi e

criteri direttivi:

a) riordinare le competenze ministeriali in materia di ippica,

comprese quelle in materia di diritti televisivi relativi alle corse,

anche estere, e la disciplina delle scommesse ippiche a totalizzatore

e a quota fissa, prevedendo per le scommesse a totalizzatore la

destinazione di una percentuale non inferiore al 74 per cento della

raccolta totale al pagamento delle vincite, la stabilita' degli

attuali livelli di gettito da destinare al finanziamento della

filiera ippica, nonche' le modalita' di riduzione delle aliquote

destinate all'erario a fronte di un eventuale aumento della raccolta

delle suddette scommesse e l'introduzione della tassazione sul

margine per le scommesse a quota fissa sulle corse dei cavalli,

stabilendo che una parte dell'aliquota sia destinata alla filiera

ippica, e prevedere un palinsesto complementare al fine di garantire

ulteriori risorse in favore della filiera ippica;

b) prevedere le modalita' di individuazione, compatibilmente con

la normativa europea, del soggetto incaricato di costituire un

organismo, da sottoporre alla vigilanza del Ministero delle politiche

agricole alimentari e forestali, cui demandare le funzioni di

organizzazione degli eventi ippici, di ripartizione e di

rendicontazione delle risorse di cui alle lettere d) ed e),

consentendo l'iscrizione al medesimo organismo agli allevatori, ai

proprietari di cavalli e alle societa' di gestione degli ippodromi

che soddisfano requisiti minimi prestabiliti, e prevedere che la

disciplina degli organi di governo dello stesso organismo sia

improntata a criteri di equa e ragionevole rappresentanza delle

diverse categorie di soci e che la struttura organizzativa

fondamentale contempli organismi tecnici nei quali sia assicurata la

partecipazione degli allenatori, dei guidatori, dei fantini, dei

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gentlemen e degli altri soggetti della filiera ippica;

c) prevedere, per i primi cinque anni dalla costituzione

dell'organismo di cui alla lettera b), una qualificata partecipazione

di rappresentanti dei Ministeri delle politiche agricole alimentari e

forestali e dell'economia e delle finanze negli organi gestionali e,

successivamente, la costituzione di un apposito organo di vigilanza

sulla gestione del medesimo organismo, composto da rappresentanti

degli stessi Ministeri;

d) compatibilmente con la normativa europea, prevedere che le

quote di prelievo sulle scommesse sulle corse dei cavalli destinate

al settore ippico, nonche' le risorse destinate all'ippica ai sensi

dell'articolo 1, commi 281 e 282, della legge 30 dicembre 2004, n.

311, e dell'articolo 30-bis, comma 5, del decreto-legge 29 novembre

2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio

2009, n. 2, siano assegnate all'organismo di cui alla lettera b);

e) prevedere che gli stanziamenti attualmente iscritti nel

bilancio del Ministero delle politiche agricole alimentari e

forestali per lo svolgimento delle competenze in materia ippica siano

rideterminati e assegnati all'organismo di cui alla lettera b),

tenuto conto delle funzioni a esso trasferite, stabilendo comunque

una riduzione degli oneri a carico della finanza pubblica pari al 20

per cento nel primo anno successivo alla costituzione del medesimo

organismo, al 40 per cento nel secondo anno, al 60 per cento nel

terzo anno e all'80 per cento nel quarto anno e che, a decorrere dal

quinto anno successivo alla costituzione dello stesso organismo, al

relativo finanziamento si provveda, oltre che con le risorse di cui

alla lettera d), con le quote di partecipazione versate annualmente

dai soci.

4. Nella predisposizione dei decreti legislativi di cui al comma 1,

relativamente al riordino dell'assistenza tecnica agli allevatori e

della disciplina della riproduzione animale e tenendo conto della

normativa europea in materia, il Governo e' tenuto ad osservare i

seguenti principi e criteri direttivi:

a) riorganizzazione del sistema di consulenza al settore,

finalizzata al raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalla

politica agricola comune e dalle norme nazionali in materia, con

l'obiettivo di qualificare e liberalizzare il servizio, tenendo conto

della necessita' di salvaguardare la biodiversita', la corretta

gestione del patrimonio genetico delle razze di interesse zootecnico,

il benessere animale e la valorizzazione delle produzioni di

qualita';

b) riconoscimento del principio per il quale l'iscrizione ai

libri genealogici e ai registri anagrafici costituisce elemento

fondamentale per l'individuazione della razza e per la certificazione

d'origine;

c) riconoscimento del principio della unicita' e

multifunzionalita' del dato raccolto per la tenuta del libro

genealogico o del registro anagrafico e definizione, con

provvedimento del Ministero delle politiche agricole alimentari e

forestali, delle modalita' di accesso da parte di terzi;

d) riconoscimento del principio per il quale la gestione dei

libri genealogici e dei registri anagrafici e' necessario strumento

della conservazione della biodiversita' animale e della

valorizzazione delle razze autoctone;

e) soppressione dei riferimenti agli enti scientifici e

strumentali soppressi a seguito delle normative di revisione della

spesa pubblica;

f) previsione della possibilita' di integrare il finanziamento

statale finalizzato alle attivita' gestionali dei libri genealogici

mediante fonti di autofinanziamento delle organizzazioni riconosciute

nel rispetto della normativa europea in materia attraverso

l'espletamento di servizi per i propri soci e utilizzo di marchi

collettivi, con obbligo di impiegare i relativi proventi in attivita'

e investimenti riconducibili all'obiettivo del miglioramento

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genetico;

g) accessibilita' dei dati necessari per la prestazione dei

servizi di consulenza aziendale da parte degli organismi, pubblici o

privati, riconosciuti ai sensi del decreto- legge 24 giugno 2014, n.

91, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n.

116.

5. I decreti legislativi di cui al comma 1 sono adottati su

proposta del Ministro delle politiche agricole alimentari e

forestali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze

e con il Ministro per la semplificazione e la pubblica

amministrazione, previo parere della Conferenza permanente per i

rapporti tra lo Stato, le regioni e le Province autonome di Trento e

di Bolzano, da rendere nel termine di quarantacinque giorni dalla

data di trasmissione di ciascuno schema di decreto legislativo,

decorso il quale il Governo puo' comunque procedere. Gli schemi dei

decreti legislativi, corredati di apposita relazione tecnica da cui

risultino, tra l'altro, i risparmi di spesa derivanti dall'attuazione

delle disposizioni in essi contenute, sono trasmessi alle Camere per

l'acquisizione del parere delle Commissioni parlamentari competenti

per materia e per i profili finanziari, da rendere entro sessanta

giorni dalla data di assegnazione. Qualora il termine per

l'espressione dei pareri parlamentari scada nei trenta giorni che

precedono la scadenza del termine per l'esercizio della delega o

successivamente, quest'ultimo e' prorogato di tre mesi.

6. Il Governo, qualora non intenda conformarsi ai pareri

parlamentari, ritrasmette i testi alle Camere con le sue osservazioni

e con eventuali modificazioni, per il parere definitivo delle

Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili

finanziari, da rendere entro un mese dalla data di trasmissione.

Decorso il predetto termine, i decreti possono essere comunque

adottati in via definitiva dal Governo.

7. Entro un anno dalla data di entrata in vigore del primo dei

decreti legislativi in materia di riordino degli enti, societa' ed

agenzie vigilati di cui al comma 1, il Governo puo' adottare, nel

rispetto dei principi e criteri direttivi di cui al comma 2 e con le

modalita' e le procedure di cui ai commi 5 e 6, uno o piu' decreti

legislativi recanti disposizioni integrative e correttive.

8. Fatto salvo quanto previsto dal decreto legislativo 14 marzo

2013, n. 33, al fine di favorire la trasparenza nella gestione degli

enti, societa' ed agenzie vigilati dal Ministero delle politiche

agricole alimentari e forestali, nonche' di facilitare un efficace

controllo della stessa, i predetti soggetti provvedono a pubblicare

in modo visibile e facilmente accessibile agli utenti nel proprio

sito internet o, in mancanza, nel sito internet del Ministero delle

politiche agricole alimentari e forestali:

a) il bilancio e gli altri atti approvati dagli organi

amministrativi anche di livello dirigenziale che comportano una spesa

a carico del bilancio medesimo;

b) l'organigramma comprensivo degli incarichi di consulenza, con

indicazione, per questi ultimi, della data di inizio, di conclusione

e dei relativi costi.

9. Per consentire l'omogenea armonizzazione dei sistemi contabili,

gli organismi pagatori regionali costituiti in attuazione

dell'articolo 7 del regolamento (UE) n. 1306/2013 del Parlamento

europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, relativamente alla

gestione fuori bilancio dei fondi della Politica agricola comune

(PAC) e dei correlati aiuti nazionali, statali e regionali, applicano

le disposizioni del decreto legislativo 31 maggio 2011, n. 91, in

accordo e nei tempi previsti per l'AGEA.

10. Dall'attuazione delle disposizioni di cui al presente articolo

non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

Art. 16

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Istituzione della Banca delle terre agricole

1. E' istituita presso l'ISMEA, entro tre mesi dalla data di

entrata in vigore della presente legge, senza nuovi o maggiori oneri

a carico della finanza pubblica e, comunque, con l'utilizzo delle

sole risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a

legislazione vigente, la Banca delle terre agricole, di seguito

denominata «Banca».

2. La Banca ha l'obiettivo di costituire un inventario completo

della domanda e dell'offerta dei terreni e delle aziende agricoli,

che si rendono disponibili anche a seguito di abbandono

dell'attivita' produttiva e di prepensionamenti, raccogliendo,

organizzando e dando pubblicita' alle informazioni necessarie sulle

caratteristiche naturali, strutturali ed infrastrutturali dei

medesimi, sulle modalita' e condizioni di cessione e di acquisto

degli stessi nonche' sulle procedure di accesso alle agevolazioni di

cui al capo III del titolo I del decreto legislativo 21 aprile 2000,

n. 185, e successive modificazioni.

3. La Banca e' accessibile a titolo gratuito nel sito internet

dell'ISMEA per tutti gli utenti registrati secondo le modalita'

stabilite dalla Direzione generale dell'ISMEA ed indicate nel

medesimo sito internet.

4. In relazione ai terreni di cui al presente articolo, ai dati

disponibili e ai relativi aggiornamenti, l'ISMEA puo' anche

presentare uno o piu' programmi o progetti di ricomposizione

fondiaria, con l'obiettivo di individuare comprensori territoriali

nei quali promuovere aziende dimostrative o aziende pilota.

5. Per le finalita' di cui al presente articolo, l'ISMEA puo'

stipulare apposite convenzioni con gli assessorati regionali e

provinciali competenti e promuovere forme di collaborazione e di

partecipazione con le organizzazioni professionali agricole

maggiormente rappresentative e con le universita' e gli istituti

superiori. Nelle regioni e nelle province con minoranze linguistiche

riconosciute, la maggiore rappresentativita' delle organizzazioni

locali e' riconosciuta a quelle maggiormente rappresentative in

ambito locale.

6. Sono fatte salve le disposizioni contenute nelle leggi regionali

relativamente ai terreni incolti e abbandonati alla data di entrata

in vigore della presente legge.

Titolo III

DISPOSIZIONI PER LA COMPETITIVITA' E LO SVILUPPO DELLE IMPRESE

AGRICOLE E AGROALIMENTARI

Art. 17

Contratti di rete nel settore agricolo, forestale e agroalimentare

1. All'articolo 3, comma 4-ter, numero 3), del decreto-legge 10

febbraio 2009, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 9

aprile 2009, n. 33, sono premesse le seguenti parole: «qualora la

rete di imprese abbia acquisito la soggettivita' giuridica ai sensi

del comma 4-quater,».

Art. 18

Assunzione congiunta di lavoratori

1. Al comma 3-ter dell'articolo 31 del decreto legislativo 10

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settembre 2003, n. 276, le parole: «50 per cento» sono sostituite

dalle seguenti: «40 per cento».

Art. 19

Disposizioni per agevolare la partecipazione

ai programmi di aiuto europei

1. All'articolo 14 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 99,

sono apportate le seguenti modificazioni:

a) dopo il comma 7 e' inserito il seguente:

«7-bis. Le pubbliche amministrazioni interessate, tenuto conto

delle attribuzioni delle regioni e degli enti locali, nell'ambito

delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a

legislazione vigente, forniscono a titolo gratuito ai soggetti

richiedenti i contributi europei le informazioni e l'assistenza

necessarie, promuovono e attuano specifiche procedure di gestione

delle nuove istanze che agevolano la fruizione degli aiuti e

predispongono le circolari esplicative e applicative correlate»;

b) al comma 8, secondo periodo, la parola: «prioritariamente» e'

soppressa.

2. Al fine di assicurare che la produzione di latte sia pianificata

e adeguata alla domanda e per consentire un miglior approccio

collettivo di filiera nell'ambito dei piani di sviluppo rurale, alle

organizzazioni di produttori costituite da produttori del settore del

latte e dei prodotti lattiero-caseari di cui all'articolo 152,

paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 1308/2013 del Parlamento europeo

e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, sono rese disponibili le

informazioni relative ai propri soci contenute nel fascicolo

aziendale e nella banca di dati nazionale dell'anagrafe zootecnica

utilizzando le funzionalita' disponibili del Sistema informativo

agricolo nazionale e del sistema informativo veterinario.

3. L'accesso alle banche di dati di cui al comma 2 da parte delle

organizzazioni di produttori riconosciute e' consentito limitatamente

alle informazioni utili allo svolgimento delle funzioni a esse

demandate ai sensi della normativa europea e su espresso mandato del

socio produttore.

4. Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della

presente legge, con decreto del Ministro delle politiche agricole

alimentari e forestali, di concerto con il Ministro della salute,

sono disciplinate le modalita' per l'accesso alle banche di dati ai

sensi dei commi 2 e 3.

5. All'attuazione delle disposizioni dei commi 2 e 3 si provvede

nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie

disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o

maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Art. 20

Interventi finanziari a sostegno delle imprese agricole, della pesca

e dell'acquacoltura

1. All'articolo 2 della legge 23 dicembre 1996, n. 662, il comma

132 e' sostituito dal seguente:

«132. L'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare

(ISMEA) effettua interventi finanziari, a condizioni agevolate o a

condizioni di mercato, in societa', sia cooperative che con scopo di

lucro, economicamente e finanziariamente sane, che operano nella

trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, della

pesca e dell'acquacoltura, compresi nell'Allegato I del Trattato sul

funzionamento dell'Unione europea, nonche' dei beni prodotti

nell'ambito delle relative attivita' agricole individuati ai sensi

dell'articolo 32, comma 2, lettera c), del testo unico delle imposte

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sui redditi di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22

dicembre 1986, n. 917. L'ISMEA effettua interventi finanziari, a

condizioni agevolate o a condizioni di mercato, in societa' il cui

capitale sia posseduto almeno al 51 per cento da imprenditori

agricoli, cooperative agricole a mutualita' prevalente e loro

consorzi o da organizzazioni di produttori riconosciute ai sensi

della normativa vigente, o in cooperative i cui soci siano in

maggioranza imprenditori agricoli, economicamente e finanziariamente

sane, che operano nella distribuzione e nella logistica, anche su

piattaforma informatica, dei prodotti agricoli, della pesca e

dell'acquacoltura, compresi nell'Allegato I del Trattato sul

funzionamento dell'Unione europea. Nel caso di interventi a

condizioni di mercato, l'ISMEA opera esclusivamente come socio di

minoranza sottoscrivendo aumenti di capitale ovvero prestiti

obbligazionari o strumenti finanziari partecipativi. Nell'ambito

delle operazioni di acquisizione delle partecipazioni, l'ISMEA

stipula accordi con i quali gli altri soci, o eventualmente terzi, si

impegnano a riscattare al valore di mercato, nel termine stabilito

dal relativo piano specifico di intervento, le partecipazioni

acquisite. Nel caso di interventi a condizioni agevolate, l'ISMEA

interviene tramite l'erogazione di mutui di durata massima di

quindici anni. I criteri e le modalita' degli interventi finanziari

dell'ISMEA sono definiti con decreto del Ministero delle politiche

agricole alimentari e forestali. L'intervento a condizioni agevolate

da parte dell'ISMEA e' subordinato alla preventiva approvazione di

apposito regime di aiuti da parte della Commissione europea».

2. La legge 19 dicembre 1983, n. 700, e' abrogata. All'articolo 2

della legge 23 dicembre 1996, n. 662, i commi 132-bis e 132-ter sono

abrogati. All'articolo 23 della legge 7 agosto 1997, n. 266, i commi

da 1 a 4 sono abrogati.

Art. 21

Delega al Governo per il riordino degli strumenti di gestione del

rischio in agricoltura e per la regolazione dei mercati

1. Il Governo e' delegato ad adottare, nel rispetto delle

competenze costituzionali delle regioni e delle Province autonome di

Trento e di Bolzano e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza

pubblica, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della

presente legge, attivando gli istituti di concertazione con le

organizzazioni di rappresentanza agricola, ai sensi dell'articolo 20

del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228, anche in attuazione

della normativa dell'Unione europea per la politica agricola comune,

uno o piu' decreti legislativi per sostenere le imprese agricole

nella gestione dei rischi e delle crisi e per la regolazione dei

mercati, sulla base dei seguenti principi e criteri direttivi:

a) revisione della normativa in materia di gestione dei rischi in

agricoltura, favorendo lo sviluppo di strumenti assicurativi a

copertura dei danni alle produzioni, alle strutture e ai beni

strumentali alle aziende agricole;

b) disciplina dei Fondi di mutualita' per la copertura dei danni

da avversita' atmosferiche, epizoozie, fitopatie e per la tutela del

reddito degli agricoltori nonche' per compensare gli agricoltori che

subiscono danni causati da fauna selvatica;

c) revisione della normativa in materia di regolazione dei

mercati con particolare riferimento alle forme di organizzazione,

accordi interprofessionali e contratti di organizzazione e vendita.

2. I decreti legislativi di cui al comma 1 sono adottati su

proposta del Ministro delle politiche agricole alimentari e

forestali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze,

previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo

Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano ai

sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281.

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Lo schema di ciascun decreto legislativo e' successivamente trasmesso

alle Camere per l'espressione dei pareri delle Commissioni

parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari e

della Commissione parlamentare per la semplificazione, che si

pronunciano nel termine di sessanta giorni dalla data di

trasmissione, decorso il quale il decreto legislativo puo' essere

comunque adottato. Se il termine previsto per il parere cade nei

trenta giorni che precedono la scadenza del termine previsto al comma

1 o successivamente, la scadenza medesima e' prorogata di novanta

giorni. Il Governo, qualora non intenda conformarsi ai pareri

parlamentari, trasmette nuovamente i testi alle Camere con le sue

osservazioni e con eventuali modificazioni, corredate dei necessari

elementi integrativi di informazione e motivazione. Le Commissioni

competenti per materia possono esprimersi sulle osservazioni del

Governo entro il termine di dieci giorni dalla data della nuova

trasmissione. Decorso tale termine, i decreti possono essere comunque

adottati.

3. Entro due anni dalla data di entrata in vigore del primo dei

decreti legislativi di cui al comma 1, il Governo puo' adottare, nel

rispetto dei principi e criteri direttivi di cui al medesimo comma 1

e secondo la procedura di cui al presente articolo, uno o piu'

decreti legislativi recanti disposizioni integrative e correttive.

4. Dall'attuazione delle disposizioni di cui al presente articolo

non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

Art. 22

Disposizioni per lo sviluppo dei prodotti provenienti da filiera

corta, dell'agricoltura biologica o comunque a ridotto impatto

ambientale

1. In conformita' alle disposizioni in materia di mercati agricoli

di vendita diretta, di cui al decreto del Ministro delle politiche

agricole alimentari e forestali 20 novembre 2007, pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale n. 301 del 29 dicembre 2007, i comuni possono

definire modalita' idonee di presenza e di valorizzazione dei

prodotti agricoli e alimentari a chilometro zero, provenienti da

filiera corta, e dei prodotti agricoli e alimentari derivanti

dall'agricoltura biologica o comunque a ridotto impatto ambientale e

di qualita'.

Titolo IV

DISPOSIZIONI RELATIVE A SINGOLI SETTORI PRODUTTIVI

Capo I

DISPOSIZIONI IN MATERIA DI PRODOTTI DERIVANTI DALLA TRASFORMAZIONE

DEL POMODORO

Art. 23

Ambito di applicazione

1. Le disposizioni del presente capo si applicano ai derivati del

pomodoro di cui all'articolo 24.

2. Qualora le denominazioni di vendita di cui all'articolo 24

vengano utilizzate nella etichettatura dei prodotti e nella

presentazione e nella relativa pubblicita', i prodotti medesimi

devono corrispondere alle definizioni del medesimo articolo 24 e

rispettare i requisiti di cui all'articolo 25.

Art. 24

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Definizione dei prodotti

1. I derivati del pomodoro sono prodotti ottenuti a partire da

pomodori freschi, sani e maturi conformi alle caratteristiche del

frutto di Solanum lycopersicum L., di qualsiasi varieta', forma e

dimensione, sottoposti ad una adeguata stabilizzazione e confezionati

in idonei contenitori, e si classificano in:

a) conserve di pomodoro: prodotti ottenuti da pomodori interi o a

pezzi con e senza buccia, sottoposti ad un adeguato trattamento di

stabilizzazione e confezionati in idonei contenitori, che, in

funzione della presentazione, si distinguono in:

1) pomodori non pelati interi: conserve di pomodoro ottenute

con pomodori non pelati interi;

2) pomodori pelati interi: conserve di pomodoro ottenute con

pomodori pelati interi di varieta' allungate il cui rapporto fra

altezza e diametro maggiore del frutto e' superiore a 1,5 con una

tolleranza del 10 per cento;

3) pomodori in pezzi: conserve di pomodoro ottenute con

pomodori sottoposti a triturazione o a taglio, con eventuale

sgrondatura e parziale aggiunta di succo concentrato di pomodoro,

privati parzialmente dei semi e delle bucce in modo che sia

riconoscibile a vista la struttura fibrosa dei pezzi e dei frammenti.

Il modo di presentazione e' legato alle consuetudini commerciali e la

relativa denominazione di vendita deve fornire al consumatore una

chiara informazione sulla tipologia del prodotto, quali, fra le

altre, polpa di pomodoro, pomodori tagliati, cubetti di pomodoro,

filetti di pomodoro, triturato di pomodoro;

b) concentrato di pomodoro: prodotti ottenuti dalla estrazione,

raffinazione ed eventuale concentrazione di succo di pomodoro

suddivisi in base al residuo secco. Le tipologie di prodotto

concentrato sono stabilite dal decreto di cui all'articolo 25, comma

1. E' ammesso il successivo passaggio da un residuo secco ad un altro

mediante aggiunta di acqua o ulteriore concentrazione. Nel caso di

raffinazioni che consentano il passaggio di bucce, di semi o di

entrambi sono utilizzate denominazioni specifiche per caratterizzarne

la presentazione o l'uso;

c) passata di pomodoro: prodotto avente i requisiti stabiliti dal

decreto del Ministro delle attivita' produttive 23 settembre 2005,

pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 232 del 5 ottobre 2005;

d) pomodori disidratati: prodotti ottenuti per eliminazione

dell'acqua di costituzione, fino al raggiungimento di valori di

umidita' residua che ne consentano la stabilita' anche in contenitori

non ermeticamente chiusi. Si distinguono in:

1) pomodori in fiocchi o fiocchi di pomodoro: prodotto ottenuto

da pomodori, tagliati in vario modo e parzialmente privati dei semi,

essiccati mediante eliminazione dell'acqua di costituzione con mezzi

fisici fino ad un residuo secco in stufa non inferiore al 93 per

cento;

2) polvere di pomodoro: prodotto ottenuto da concentrato di

pomodoro, essiccato mediante eliminazione dell'acqua di costituzione

con mezzi fisici fino ad un residuo secco in stufa non inferiore al

96 per cento, oppure dalla macinazione di fiocco di pomodoro;

e) pomodori semi-dry o semi-secchi: prodotti ottenuti per

eliminazione parziale dell'acqua di costituzione con uso esclusivo di

tunnel ad aria calda senza aggiunta di zuccheri.

Art. 25

Requisiti dei prodotti

1. I requisiti qualitativi minimi ed i criteri di qualita' dei

prodotti di cui all'articolo 24, nonche' gli ingredienti, sono

definiti con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari

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e forestali di concerto con il Ministro dello sviluppo economico,

previo parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo

Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano e

previo perfezionamento, con esito positivo, della procedura di

informazione di cui alla direttiva 98/34/CE del Parlamento europeo e

del Consiglio, del 22 giugno 1998, da adottare entro centottanta

giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.

2. I prodotti di cui al presente capo che non raggiungono i

requisiti minimi fissati dal decreto di cui al comma 1 possono essere

rilavorati, salvo quanto stabilito dal decreto stesso, per ottenere

prodotti che abbiano le caratteristiche prescritte. La rilavorazione

deve essere autorizzata dall'autorita' sanitaria competente per

territorio, che adotta le misure di vigilanza ritenute necessarie.

Art. 26

Etichettatura e confezionamento

1. I prodotti di cui al presente capo sono soggetti alle

disposizioni stabilite dalla normativa europea e nazionale in materia

di etichettatura e informazione sugli alimenti ai consumatori.

2. I prodotti di cui al presente capo sono confezionati in modo

tale da assicurare la conservazione dei medesimi ed il mantenimento

dei requisiti prescritti dal decreto di cui all'articolo 25, comma 1.

I suddetti prodotti, salvo quanto previsto dal decreto di cui

all'articolo 25, comma 1, qualora non vengano confezionati

direttamente nei contenitori destinati alla vendita, sono conservati

in recipienti atti a preservarne i requisiti prescritti.

Art. 27

Sanzioni

1. Salvo che il fatto costituisca reato, la violazione delle

disposizioni di cui al presente capo comporta l'applicazione di una

sanzione amministrativa pecuniaria:

a) da 3.000 euro a 18.000 euro, se riferita a lotti di produzione

non superiori a 60.000 pezzi;

b) da 9.000 euro a 54.000 euro, se riferita a lotti di produzione

superiori a 60.000 pezzi.

2. Le sanzioni amministrative pecuniarie previste dal comma 1 si

applicano anche con riferimento alla passata di pomodoro di cui al

decreto del Ministro delle attivita' produttive 23 settembre 2005,

pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 232 del 5 ottobre 2005.

3. L'autorita' competente a irrogare le sanzioni amministrative

pecuniarie di cui al presente articolo e' il Dipartimento

dell'Ispettorato centrale della tutela della qualita' e della

repressione frodi dei prodotti agroalimentari del Ministero delle

politiche agricole alimentari e forestali.

Art. 28

Abrogazioni

1. Sono abrogati:

a) la legge 10 marzo 1969, n. 96;

b) il regolamento di cui al decreto del Presidente della

Repubblica 11 aprile 1975, n. 428, fermo restando quanto previsto

all'articolo 30, comma 2, della presente legge;

c) l'articolo 6 del decreto del Ministro delle attivita'

produttive 23 settembre 2005, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.

232 del 5 ottobre 2005.

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Art. 29

Clausola di mutuo riconoscimento

1. Fatta salva l'applicazione della normativa europea vigente, le

disposizioni del presente capo non si applicano ai derivati del

pomodoro fabbricati ovvero commercializzati in un altro Stato membro

dell'Unione europea o in Turchia ne' ai prodotti fabbricati in uno

Stato membro dell'Associazione europea di libero scambio (EFTA),

parte contraente dell'Accordo sullo Spazio economico europeo (SEE).

Art. 30

Disposizioni transitorie e finali del presente capo

1. Tutti i prodotti di cui al presente capo etichettati

conformemente alla normativa vigente prima della data di entrata in

vigore della presente legge possono essere commercializzati entro il

termine di conservazione indicato in etichetta.

2. Gli articoli 1, 2, 3 e 6 del regolamento di cui al decreto del

Presidente della Repubblica 11 aprile 1975, n. 428, si applicano fino

alla data di entrata in vigore del decreto di cui all'articolo 25,

comma 1, della presente legge.

3. Per gli adempimenti previsti dal presente capo le

amministrazioni provvedono nell'ambito delle risorse umane,

finanziarie e strumentali disponibili e comunque senza nuovi o

maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

4. Le disposizioni di cui al presente capo sono soggette alla

procedura di informazione di cui alla direttiva 98/34/CE del

Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 giugno 1998.

Capo II

DISPOSIZIONI IN MATERIA DI SOSTEGNO AL SETTORE DEL RISO

Art. 31

Delega al Governo per il sostegno al settore del riso

1. Il Governo e' delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data

di entrata in vigore della presente legge, uno o piu' decreti

legislativi per il sostegno del prodotto ottenuto dal riso greggio,

confezionato e venduto o posto in vendita o comunque immesso al

consumo sul territorio nazionale per il quale deve essere utilizzata

la denominazione «riso», sulla base dei seguenti principi e criteri

direttivi:

a) salvaguardia delle varieta' di riso tipiche italiane e

indirizzo del miglioramento genetico delle nuove varieta' in

costituzione;

b) valorizzazione della produzione risicola, quale espressione

culturale, paesaggistica, ambientale e socio-economica del territorio

in cui e' praticata;

c) tutela del consumatore, con particolare attenzione alla

trasparenza delle informazioni e alle denominazioni di vendita del

riso;

d) istituzione di un registro per la classificazione delle nuove

varieta', gestito dall'Ente nazionale risi;

e) disciplina dell'apparato sanzionatorio per le violazioni delle

disposizioni contenute nel decreto legislativo e individuazione

dell'autorita' competente all'irrogazione delle sanzioni nell'ambito

delle strutture del Ministero delle politiche agricole alimentari e

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forestali;

f) definizione in uno o piu' allegati tecnici, modificabili con

decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali,

delle varieta' che possono fregiarsi della denominazione di vendita,

delle caratteristiche qualitative per il riso e il riso parboiled con

indicazione dei valori massimi riconosciuti, dei gruppi merceologici

e delle caratteristiche qualitative, dei metodi di analisi per la

determinazione delle caratteristiche del riso;

g) abrogazione della legge 18 marzo 1958, n. 325, entro un anno

dalla data di entrata in vigore del primo dei decreti legislativi di

cui al comma 1 e previsione della possibilita' di esaurimento delle

scorte confezionate ai sensi della norma abrogata;

h) esclusione dal campo di applicazione dei decreti legislativi

del prodotto tutelato da un sistema di qualita' riconosciuto in

ambito europeo e del prodotto destinato all'estero.

2. I decreti legislativi di cui al comma 1 sono adottati su

proposta del Ministro delle politiche agricole alimentari e

forestali, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico,

previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo

Stato, le regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano ai

sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281.

Lo schema di ciascun decreto legislativo e' successivamente trasmesso

alle Camere per l'acquisizione del parere delle Commissioni

parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari, da

rendere entro sessanta giorni dall'assegnazione alle Commissioni

medesime.

3. Decorso il termine per l'espressione dei pareri di cui al comma

2, i decreti possono essere comunque adottati.

4. Entro un anno dalla data di entrata in vigore del primo dei

decreti legislativi di cui al comma 1, il Governo puo' adottare, nel

rispetto dei principi e criteri direttivi di cui al comma 1 e secondo

la procedura di cui al presente articolo, uno o piu' decreti

legislativi recanti disposizioni integrative e correttive.

5. Dall'attuazione delle disposizioni di cui al presente articolo

non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

Art. 32

Tracciabilita' del prodotto e del processo produttivo

nel settore del riso

1. Al fine di consentire al consumatore di ricevere un'adeguata

informazione sulle varieta' del riso e, nel caso di alimenti

preconfezionati, sulla composizione, sulla qualita' dei componenti e

delle materie prime nonche' sul processo di lavorazione dei prodotti

finiti e intermedi, e' favorito l'uso di sistemi informatici di

tracciabilita' del riso posto in vendita o comunque immesso al

consumo nel territorio nazionale.

2. I sistemi informatici di cui al comma 1, basati su codici unici

e non riproducibili da apporre sulla singola confezione, contengono i

dati fiscali del produttore, dell'ente certificatore della filiera

del prodotto, del distributore e dell'azienda che fornisce il sistema

dei predetti codici, nonche' l'elencazione di ogni fase di

lavorazione, e possono essere adattati per la lettura su rete mobile

e per le applicazioni per smartphone e tablet.

Capo III

DISPOSIZIONI IN MATERIA

DI PRODUZIONE DEL BURRO

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Art. 33

Semplificazioni in materia di tenuta di registri di carico e scarico

del burro

1. Dopo il sesto comma dell'articolo 1 della legge 23 dicembre

1956, n. 1526, e' inserito il seguente:

«Sono esclusi dall'obbligo della tenuta del registro di cui al

sesto comma gli imprenditori agricoli, singoli o associati, di cui

all'articolo 2135 del codice civile aventi una produzione annua

inferiore a 5 tonnellate di burro».

Capo IV

DISPOSIZIONI IN MATERIA DI APICOLTURA

Art. 34

Disposizioni in materia di apicoltura

e di prodotti apistici

1. Non sono considerati forniture di medicinali veterinari

distribuiti all'ingrosso gli acquisti collettivi e la distribuzione

agli apicoltori, da parte delle organizzazioni di rappresentanza

degli apicoltori maggiormente rappresentative a livello nazionale, di

presidi sanitari per i quali non e' previsto l'obbligo di ricetta

veterinaria.

2. E' fatto obbligo a chiunque detiene alveari di farne, a proprie

spese, denuncia e comunicazione di variazione alla banca dati

dell'anagrafe apistica nazionale (BDA), di cui al decreto del

Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali 4

dicembre 2009, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 93 del 22

aprile 2010. Chiunque contravviene all'obbligo di denuncia della

detenzione di alveari o di comunicazione della loro variazione

all'anagrafe apistica nazionale e' soggetto al pagamento della

sanzione amministrativa pecuniaria da 1.000 euro a 4.000 euro.

3. Agli apicoltori colpiti dalla presenza del parassita Aethina

tumida che, a seguito dei provvedimenti adottati dall'autorita'

sanitaria, hanno distrutto la totalita' dei propri alveari e'

consentita l'immediata reintroduzione dello stesso numero di alveari

perduti nella zona di protezione. Tali alveari devono provenire da

allevamenti dichiarati indenni dalla presenza del parassita Aethina

tumida ed essere accompagnati da idoneo certificato sanitario dei

servizi veterinari territorialmente competenti.

Capo V

DISPOSIZIONI IN MATERIA DI PRODUZIONE DELLA BIRRA ARTIGIANALE

Art. 35

Denominazione di birra artigianale

1. All'articolo 2 della legge 16 agosto 1962, n. 1354, dopo il

comma 4 e' aggiunto il seguente:

«4-bis. Si definisce birra artigianale la birra prodotta da piccoli

birrifici indipendenti e non sottoposta, durante la fase di

produzione, a processi di pastorizzazione e di microfiltrazione. Ai

fini del presente comma si intende per piccolo birrificio

indipendente un birrificio che sia legalmente ed economicamente

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indipendente da qualsiasi altro birrificio, che utilizzi impianti

fisicamente distinti da quelli di qualsiasi altro birrificio, che non

operi sotto licenza di utilizzo dei diritti di proprieta' immateriale

altrui e la cui produzione annua non superi 200.000 ettolitri,

includendo in questo quantitativo le quantita' di birra prodotte per

conto di terzi».

Art. 36

Filiera del luppolo

1. Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali,

compatibilmente con la normativa europea in materia di aiuti di Stato

e con le norme specifiche di settore, favorisce il miglioramento

delle condizioni di produzione, trasformazione e commercializzazione

nel settore del luppolo e dei suoi derivati. Per le finalita' di cui

al presente comma, il Ministero delle politiche agricole alimentari e

forestali destina quota parte delle risorse iscritte annualmente

nello stato di previsione del medesimo Ministero, sulla base

dell'autorizzazione di spesa di cui alla legge 23 dicembre 1999, n.

499, al finanziamento di progetti di ricerca e sviluppo per la

produzione e per i processi di prima trasformazione del luppolo, per

la ricostituzione del patrimonio genetico del luppolo e per

l'individuazione di corretti processi di meccanizzazione.

Capo VI

DISPOSIZIONI IN MATERIA DI FUNGO CARDONCELLO E DI PRODOTTI DERIVATI

Art. 37

Denominazione di fungo cardoncello

e di prodotti derivati

1. Con la dizione «fungo cardoncello» o «cardoncello» si intende il

fungo, spontaneo o coltivato, in qualunque modo trasformato e

commercializzato, della sola specie Pleurotus Eryngii.

Capo VII

DISPOSIZIONI IN MATERIA DI FAUNA SELVATICA

Art. 38

Modifiche all'articolo 7 della legge

28 dicembre 2015, n. 221

1. All'articolo 7 della legge 28 dicembre 2015, n. 221, sono

apportate le seguenti modificazioni:

a) al comma 1, dopo le parole: «ad eccezione delle» sono inserite

le seguenti: «aziende agricole di cui all'articolo 17, comma 4, della

legge 11 febbraio 1992, n. 157, delle zone di cui alla lettera e) del

comma 8 dell'articolo 10 della medesima legge n. 157 del 1992,»;

b) al comma 2, dopo la parola: «controllo» sono inserite le

seguenti: «; il divieto non si applica alle aziende agricole di cui

all'articolo 17, comma 4, della legge 11 febbraio 1992, n. 157, alle

zone di cui alla lettera e) del comma 8 dell'articolo 10 della

medesima legge n. 157 del 1992, alle aziende faunistico-venatorie e

alle aziende agri-turistico-venatorie adeguatamente recintate di cui

al comma 1 del presente articolo».

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Capo VIII

DISPOSIZIONI IN MATERIA DI PESCA E ACQUACOLTURA

Art. 39

Modificazioni al decreto legislativo 9 gennaio 2012, n. 4, recante

misure per il riassetto della normativa in materia di pesca e

acquacoltura

1. Al decreto legislativo 9 gennaio 2012, n. 4, sono apportate le

seguenti modificazioni:

a) gli articoli da 7 a 12 sono sostituiti dai seguenti:

«Art. 7 (Contravvenzioni). - 1. Al fine di tutelare le risorse

biologiche il cui ambiente abituale o naturale di vita sono le acque

marine, nonche' di prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca

illegale, non dichiarata e non regolamentata, e' fatto divieto di:

a) pescare, detenere, trasbordare, sbarcare, trasportare e

commercializzare le specie di cui sia vietata la cattura in qualunque

stadio di crescita, in violazione della normativa vigente;

b) danneggiare le risorse biologiche delle acque marine con l'uso

di materie esplodenti, dell'energia elettrica o di sostanze tossiche

atte ad intorpidire, stordire o uccidere i pesci e gli altri

organismi acquatici;

c) raccogliere, trasportare o mettere in commercio pesci ed altri

organismi acquatici intorpiditi, storditi o uccisi con le modalita'

di cui alla lettera b);

d) pescare in acque sottoposte alla sovranita' di altri Stati,

salvo che nelle zone, nei tempi e nei modi previsti dagli accordi

internazionali, ovvero sulla base delle autorizzazioni rilasciate

dagli Stati interessati. Allo stesso divieto sono sottoposte le

unita' non battenti bandiera italiana che pescano nelle acque

sottoposte alla sovranita' della Repubblica italiana;

e) esercitare la pesca in acque sottoposte alla competenza di

un'organizzazione regionale per la pesca, violandone le misure di

conservazione o gestione e senza avere la bandiera di uno degli Stati

membri di detta organizzazione;

f) sottrarre od asportare gli organismi acquatici oggetto

dell'altrui attivita' di pesca, esercitata mediante attrezzi o

strumenti fissi o mobili, sia quando il fatto si commetta con azione

diretta su tali attrezzi o strumenti, sia esercitando la pesca con

violazione delle distanze di rispetto stabilite dalla normativa

vigente;

g) sottrarre od asportare gli organismi acquatici che si trovano

in spazi acquei sottratti al libero uso e riservati agli stabilimenti

di pesca e di acquacoltura e comunque detenere, trasportare e fare

commercio dei detti organismi.

2. Il divieto di cui al comma 1, lettera a), non riguarda la pesca

scientifica, nonche' le altre attivita' espressamente autorizzate ai

sensi delle normative internazionale, europea e nazionale vigenti.

Resta esclusa qualsiasi forma di commercializzazione per i prodotti

di tale tipo di pesca ed e' consentito detenere e trasportare le

specie pescate per soli fini scientifici.

Art. 8 (Pene principali per le contravvenzioni). - 1. Chiunque

viola i divieti di cui all'articolo 7, comma 1, lettere a), b), c),

d) ed e), e' punito, salvo che il fatto costituisca piu' grave reato,

con l'arresto da due mesi a due anni o con l'ammenda da 2.000 euro a

12.000 euro.

2. Chiunque viola i divieti di cui all'articolo 7, comma 1, lettere

f) e g), e' punito, salvo che il fatto costituisca piu' grave reato,

a querela della persona offesa, con l'arresto da un mese a un anno o

con l'ammenda da 1.000 euro a 6.000 euro.

Art. 9 (Pene accessorie per le contravvenzioni). - 1. La condanna

per le contravvenzioni previste e punite dal presente decreto

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comporta l'applicazione delle seguenti pene accessorie:

a) la confisca del pescato, salvo che esso sia richiesto dagli

aventi diritto nelle ipotesi previste dall'articolo 7, comma 1,

lettere f) e g);

b) la confisca degli attrezzi, degli strumenti e degli apparecchi

con i quali e' stato commesso il reato;

c) l'obbligo di rimettere in pristino lo stato dei luoghi nei

casi contemplati dall'articolo 7, comma 1, lettere b), f) e g),

qualora siano stati arrecati danni ad opere o impianti ivi presenti;

d) la sospensione dell'esercizio commerciale da cinque a dieci

giorni, in caso di commercializzazione o somministrazione di

esemplari di specie ittiche di cui e' vietata la cattura in qualunque

stadio di crescita, in violazione della normativa vigente.

2. Qualora le violazioni di cui all'articolo 7, comma 1, lettere d)

ed e), abbiano ad oggetto le specie ittiche tonno rosso (Thunnus

thynnus) e pesce spada (Xiphias gladius), e' sempre disposta nei

confronti del titolare dell'impresa di pesca la sospensione della

licenza di pesca per un periodo da tre mesi a sei mesi e, in caso di

recidiva, la revoca della medesima licenza.

3. Qualora le violazioni di cui all'articolo 7, comma 1, lettere

a), d) ed e), siano commesse mediante l'impiego di un'imbarcazione

non espressamente autorizzata all'esercizio della pesca marittima

professionale, e' sempre disposta nei confronti dei trasgressori la

sospensione del certificato di iscrizione nel registro dei pescatori

da quindici a trenta giorni e, in caso di recidiva, da trenta giorni

a tre mesi.

Art. 10 (Illeciti amministrativi). - 1. Al fine di tutelare le

risorse biologiche il cui ambiente abituale o naturale di vita sono

le acque marine, nonche' di prevenire, scoraggiare ed eliminare la

pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata, e' fatto divieto

di:

a) effettuare la pesca con unita' iscritte nei registri di cui

all'articolo 146 del codice della navigazione, senza essere in

possesso di una licenza di pesca in corso di validita' o di

un'autorizzazione in corso di validita';

b) pescare in zone e tempi vietati dalle normative europea e

nazionale vigenti;

c) detenere, trasportare e commerciare il prodotto pescato in

zone e tempi vietati dalle normative europea e nazionale vigenti;

d) pescare direttamente stock ittici per i quali la pesca e'

sospesa ai fini del ripopolamento per la ricostituzione degli stessi;

e) pescare quantita' superiori a quelle autorizzate, per ciascuna

specie, dalle normative europea e nazionale vigenti;

f) effettuare catture accessorie o accidentali in quantita'

superiori a quelle autorizzate, per ciascuna specie, dalle normative

europea e nazionale vigenti;

g) pescare direttamente uno stock ittico per il quale e' previsto

un contingente di cattura, senza disporre di tale contingente ovvero

dopo che il medesimo e' andato esaurito;

h) pescare con attrezzi o strumenti vietati dalle normative

europea e nazionale o non espressamente permessi, o collocare

apparecchi fissi o mobili ai fini di pesca senza la necessaria

autorizzazione o in difformita' da questa;

i) detenere attrezzi non consentiti, non autorizzati o non

conformi alla normativa vigente e detenere, trasportare o commerciare

il prodotto di tale pesca;

l) manomettere, sostituire, alterare o modificare l'apparato

motore dell'unita' da pesca, al fine di aumentarne la potenza oltre i

limiti massimi indicati nella relativa certificazione tecnica;

m) navigare con un dispositivo di localizzazione satellitare

manomesso, alterato o modificato, nonche' interrompere

volontariamente il segnale, ovvero navigare, in aree marine soggette

a misure di restrizione dell'attivita' di pesca, con rotte o

velocita' difformi da quelle espressamente disposte dalle normative

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europea e nazionale, accertate con i previsti dispositivi di

localizzazione satellitare;

n) falsificare, occultare od omettere la marcatura, l'identita' o

i contrassegni di individuazione dell'unita' da pesca, ovvero, dove

previsto, degli attrezzi da pesca;

o) violare gli obblighi previsti dalle pertinenti normative

europea e nazionale vigenti in materia di registrazione e

dichiarazione dei dati relativi alle catture e agli sbarchi, compresi

i dati da trasmettere attraverso il sistema di controllo dei

pescherecci via satellite;

p) violare gli obblighi previsti dalle pertinenti normative

europea e nazionale vigenti in materia di registrazione e

dichiarazione dei dati relativi alle catture e agli sbarchi di specie

appartenenti a stock oggetto di piani pluriennali o pescate fuori

dalle acque mediterranee;

q) effettuare operazioni di trasbordo o partecipare a operazioni

di pesca congiunte con pescherecci sorpresi ad esercitare pesca

illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN) ai sensi del

regolamento (CE) n. 1005/2008 del Consiglio, del 29 settembre 2008,

in particolare con quelli inclusi nell'elenco dell'Unione delle navi

INN o nell'elenco delle navi INN di un'organizzazione regionale per

la pesca, o effettuare prestazione di assistenza o rifornimento a

tali navi;

r) utilizzare un peschereccio privo di nazionalita' e quindi da

considerare nave senza bandiera ai sensi del diritto vigente;

s) occultare, manomettere o eliminare elementi di prova relativi

a un'indagine posta in essere dagli ispettori della pesca, dagli

organi deputati alla vigilanza ed al controllo e dagli osservatori,

nell'esercizio delle loro funzioni, nel rispetto delle normative

europea e nazionale vigenti;

t) intralciare l'attivita' posta in essere dagli ispettori della

pesca, dagli organi deputati alla vigilanza ed al controllo e dagli

osservatori, nell'esercizio delle loro funzioni, nel rispetto delle

normative europea e nazionale vigenti;

u) violare gli obblighi previsti dalle pertinenti normative

europea e nazionale relative a specie appartenenti a stock ittici

oggetto di piani pluriennali, fatto salvo quanto previsto alla

lettera p);

v) commercializzare il prodotto della pesca proveniente da

attivita' di pesca INN ai sensi del regolamento (CE) n. 1005/2008 del

Consiglio, del 29 settembre 2008, fatta salva l'applicazione delle

norme in materia di alienazione dei beni confiscati da parte delle

Autorita' competenti;

z) violare gli obblighi previsti dalle pertinenti normative

europea e nazionale vigenti in materia di etichettatura e

tracciabilita' nonche' gli obblighi relativi alle corrette

informazioni al consumatore finale, relativamente a tutte le partite

di prodotti della pesca e dell'acquacoltura, in ogni fase della

produzione, della trasformazione e della distribuzione, dalla cattura

o raccolta alla vendita al dettaglio;

aa) violare le prescrizioni delle normative europea e nazionale

vigenti in materia di obbligo di sbarco.

2. Fatte salve le specie ittiche soggette all'obbligo di sbarco ai

sensi delle normative europee e nazionali vigenti, e' fatto divieto

di:

a) detenere, sbarcare e trasbordare esemplari di specie ittiche

di taglia inferiore alla taglia minima di riferimento per la

conservazione, in violazione della normativa vigente;

b) trasportare, commercializzare e somministrare esemplari di

specie ittiche di taglia inferiore alla taglia minima di riferimento

per la conservazione, in violazione della normativa vigente.

3. In caso di cattura, accidentale o accessoria, di specie non

soggette all'obbligo di sbarco, la cui taglia e' inferiore alla

taglia minima di riferimento per la conservazione, e' fatto divieto

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di conservarne gli esemplari a bordo. Le catture di cui al presente

comma devono essere rigettate in mare.

4. In caso di cattura, accidentale o accessoria, di specie soggette

all'obbligo di sbarco, la cui taglia e' inferiore alla taglia minima

di riferimento per la conservazione, e' fatto divieto di trasportarne

e commercializzarne gli esemplari al fine del consumo umano diretto.

5. In caso di cattura accidentale o accessoria di esemplari di cui

al comma 4, restano salvi gli obblighi relativi alla comunicazione

preventiva alla competente Autorita' marittima secondo modalita',

termini e procedure stabiliti con successivo decreto del Ministro

delle politiche agricole alimentari e forestali.

6. I divieti di cui ai commi 1, lettere b), c), d), g) e h), 2, 3 e

4 non riguardano la pesca scientifica, nonche' le altre attivita'

espressamente autorizzate ai sensi delle vigenti normative europea e

nazionale. Fatto salvo quanto previsto all'articolo 6, comma 3, resta

vietata qualsiasi forma di commercializzazione per i prodotti di tale

tipo di pesca ed e' consentito detenere e trasportare le specie

pescate per soli fini scientifici.

7. Fatto salvo quanto previsto al comma 1, lettera z), e fermo

restando quanto previsto dall'articolo 16 del regolamento (CE) n.

1967/2006 del Consiglio, del 21 dicembre 2006, le disposizioni di cui

al presente articolo non si applicano ai prodotti dell'acquacoltura e

a quelli ad essa destinati.

Art. 11 (Sanzioni amministrative principali). - 1. Salvo che il

fatto costituisca reato, chiunque viola i divieti posti dall'articolo

10, comma 1, lettere a), b), c), d), e), f), g), h), i), l), m), n),

p), q), r), s), t), u) e v), ovvero non adempie agli obblighi di cui

al comma 5 del medesimo articolo, e' soggetto al pagamento della

sanzione amministrativa pecuniaria da 2.000 euro a 12.000 euro. I

predetti importi sono raddoppiati nel caso in cui le violazioni dei

divieti posti dall'articolo 10, comma 1, lettere a), b), c), d), e),

f), g), h), p), q), u) e v), abbiano a oggetto le specie ittiche

tonno rosso (Thunnus thynnus) e pesce spada (Xiphias gladius).

2. A decorrere dal 1º gennaio 2017, salvo che il fatto costituisca

reato, chiunque viola il divieto di cui all'articolo 10, comma 1,

lettera aa), e' soggetto al pagamento della sanzione amministrativa

pecuniaria da 2.000 euro a 12.000 euro.

3. Chiunque viola il divieto posto dall'articolo 10, comma 1,

lettera o), e' soggetto al pagamento della sanzione amministrativa

pecuniaria da 1.000 euro a 6.000 euro.

4. Salvo che il fatto costituisca reato, chiunque viola il divieto

posto dall'articolo 10, comma 1, lettera z), e' soggetto al pagamento

della sanzione amministrativa pecuniaria da 750 euro a 4.500 euro.

5. Salvo che il fatto costituisca reato, chiunque viola le

disposizioni di cui all'articolo 10, commi 2, lettere a) e b), 3, 4 e

6, e' soggetto al pagamento della sanzione amministrativa pecuniaria

compresa tra 1.000 euro e 75.000 euro, ovvero compresa tra 2.000 euro

e 150.000 euro se le specie ittiche di taglia inferiore alla taglia

minima di riferimento per la conservazione sono il tonno rosso

(Thunnus thynnus) o il pesce spada (Xiphias gladius), e alla

sospensione dell'esercizio commerciale da cinque a dieci giorni, da

applicare secondo i criteri di seguito stabiliti:

a) fino a 5 kg di pescato: sanzione amministrativa pecuniaria

compresa tra 1.000 euro e 3.000 euro. I predetti importi sono

raddoppiati nel caso in cui le specie ittiche di taglia inferiore

alla taglia minima di riferimento per la conservazione sono il tonno

rosso (Thunnus thynnus) o il pesce spada (Xiphias gladius);

b) oltre 5 kg e fino a 50 kg di pescato: sanzione amministrativa

pecuniaria compresa tra 2.500 euro e 15.000 euro e sospensione

dell'esercizio commerciale per cinque giorni lavorativi. I predetti

importi sono raddoppiati nel caso in cui le specie ittiche di taglia

inferiore alla taglia minima di riferimento per la conservazione sono

il tonno rosso (Thunnus thynnus) o il pesce spada (Xiphias gladius);

c) oltre 50 kg e fino a 150 kg di pescato: sanzione

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amministrativa pecuniaria compresa tra 6.000 euro e 36.000 euro e

sospensione dell'esercizio commerciale per otto giorni lavorativi. I

predetti importi sono raddoppiati nel caso in cui le specie ittiche

di taglia inferiore alla taglia minima di riferimento per la

conservazione sono il tonno rosso (Thunnus thynnus) o il pesce spada

(Xiphias gladius);

d) oltre 150 kg di pescato: sanzione amministrativa pecuniaria

compresa tra 12.500 euro e 75.000 euro e sospensione dell'esercizio

commerciale per dieci giorni lavorativi. I predetti importi sono

raddoppiati nel caso in cui le specie ittiche di taglia inferiore

alla taglia minima di riferimento per la conservazione sono il tonno

rosso (Thunnus thynnus) o il pesce spada (Xiphias gladius).

6. Ai fini della determinazione delle sanzioni di cui al comma 5,

al peso del prodotto ittico deve essere applicata una riduzione a

favore del trasgressore pari al 10 per cento del peso rilevato.

Eventuali decimali risultanti da questa operazione non possono essere

oggetto di ulteriore arrotondamento, ne' e' possibile tener conto di

ulteriori percentuali di riduzione collegate all'incertezza della

misura dello strumento, che sono gia' comprese nella percentuale

sopra indicata.

7. Fermo restando quanto stabilito all'articolo 10, commi 2, 3 e 4,

non e' applicata sanzione se la cattura accessoria o accidentale di

esemplari di specie di taglia inferiore alla taglia minima di

riferimento per la conservazione e' stata realizzata con attrezzi

conformi alle normative europea e nazionale, autorizzati dalla

licenza di pesca.

8. E' soggetto al pagamento della sanzione amministrativa

pecuniaria da 2.000 euro a 6.000 euro chiunque esercita la pesca

marittima senza la preventiva iscrizione nel registro dei pescatori

marittimi.

9. E' soggetto al pagamento della sanzione amministrativa

pecuniaria da 4.000 euro a 12.000 euro chiunque viola il divieto di

cui all'articolo 6, comma 3.

10. E' soggetto al pagamento della sanzione amministrativa

pecuniaria da 1.000 euro a 3.000 euro chiunque:

a) viola le norme vigenti relative all'esercizio della pesca

sportiva, ricreativa e subacquea. I predetti importi sono raddoppiati

nel caso in cui la violazione abbia ad oggetto le specie ittiche

tonno rosso (Thunnus thynnus) e pesce spada (Xiphias gladius);

b) cede un fucile subacqueo o altro attrezzo similare a persona

minore degli anni sedici, ovvero affida un fucile subacqueo o altro

attrezzo similare a persona minore degli anni sedici, se questa ne

faccia uso.

11. Fermo restando quanto previsto dalla normativa vigente in

materia di limitazione di cattura e fatto salvo il caso in cui tra le

catture vi sia un singolo pesce di peso superiore a 5 kg, nel caso in

cui il quantitativo totale di prodotto della pesca, raccolto o

catturato giornalmente, sia superiore a 5 kg, il pescatore sportivo,

ricreativo e subacqueo e' soggetto al pagamento della sanzione

amministrativa pecuniaria compresa tra 500 euro e 50.000 euro, da

applicare secondo i criteri di seguito stabiliti:

a) oltre 5 kg e fino a 10 kg di pescato: sanzione amministrativa

pecuniaria compresa tra 500 euro e 3.000 euro;

b) oltre 10 kg e fino a 50 kg di pescato: sanzione amministrativa

pecuniaria compresa tra 2.000 euro e 12.000 euro;

c) oltre 50 kg di pescato: sanzione amministrativa pecuniaria

compresa tra 12.000 euro e 50.000 euro.

12. Gli importi di cui al comma 11 sono raddoppiati nel caso in cui

le violazioni ivi richiamate abbiano come oggetto le specie ittiche

tonno rosso (Thunnus thynnus) e pesce spada (Xiphias gladius). Ai

fini della determinazione della sanzione si applicano le disposizioni

del comma 6.

13. Fermo restando quanto previsto dalla normativa vigente, agli

esercizi commerciali che acquistano pescato in violazione delle

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disposizioni dei commi 10 e 11 si applica la sanzione della

sospensione dell'esercizio commerciale da cinque a dieci giorni

lavorativi.

14. L'armatore e' solidalmente e civilmente responsabile con il

comandante della nave da pesca per le sanzioni amministrative

pecuniarie inflitte ai propri ausiliari e dipendenti per illeciti

commessi nell'esercizio della pesca marittima.

Art. 12 (Sanzioni amministrative accessorie). - 1. All'applicazione

delle sanzioni di cui all'articolo 11, commi 1, 3, 4, 5, 8, 9, 10,

lettera a), e 11, consegue l'irrogazione delle seguenti sanzioni

amministrative accessorie:

a) la confisca del pescato. Fatte salve le previsioni di cui

all'articolo 15 del regolamento (UE) n. 1380/2013 del Parlamento

europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2013, e' sempre disposta la

confisca degli esemplari di specie di taglia inferiore alla taglia

minima di riferimento per la conservazione, stabilita dalle normative

europea e nazionale;

b) la confisca degli attrezzi, degli strumenti e degli apparecchi

usati o detenuti, in contrasto con le pertinenti normative europea e

nazionale. Gli attrezzi confiscati non consentiti, non autorizzati o

non conformi alla normativa vigente sono distrutti e le spese

relative alla custodia e demolizione sono poste a carico del

contravventore;

c) l'obbligo di rimettere in pristino le zone in cui sono stati

collocati apparecchi fissi o mobili di cui all'articolo 10, comma 1,

lettera h).

2. Qualora le violazioni di cui all'articolo 10, comma 1, lettere

h) ed i), siano commesse con reti da posta derivante, e' sempre

disposta nei confronti del titolare dell'impresa di pesca, quale

obbligato in solido, la sospensione della licenza di pesca per un

periodo da tre mesi a sei mesi e, in caso di recidiva, la revoca

della medesima licenza, anche ove non venga emessa l'ordinanza di

ingiunzione.

3. Qualora le violazioni di cui all'articolo 10, commi 1, lettere

b), c), d), e), f), g), h), p) e q), 2, 3, 4 e 5, abbiano ad oggetto

le specie ittiche tonno rosso (Thunnus thynnus) e pesce spada

(Xiphias gladius), e' sempre disposta nei confronti del titolare

dell'impresa di pesca, quale obbligato in solido, la sospensione

della licenza di pesca per un periodo da tre mesi a sei mesi e, in

caso di recidiva, la revoca della medesima licenza anche ove non

venga emessa l'ordinanza di ingiunzione.

4. Qualora le violazioni di cui all'articolo 10, commi 1, lettere

a), b), c), d), g), h), s) e t), 2, 3, 4 e 5, siano commesse mediante

l'impiego di una imbarcazione non espressamente autorizzata

all'esercizio della pesca marittima professionale, e' sempre disposta

nei confronti dei trasgressori la sospensione del certificato di

iscrizione nel registro dei pescatori da quindici a trenta giorni e,

in caso di recidiva, da trenta giorni a tre mesi, anche ove non venga

emessa l'ordinanza di ingiunzione.

5. Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e

forestali sono individuati modalita', termini e procedure per

l'applicazione della sospensione di cui al comma 4»;

b) l'articolo 14 e' sostituito dal seguente:

«Art. 14 (Istituzione del sistema di punti per infrazioni gravi). -

1. E' istituito il sistema di punti per infrazioni gravi di cui

all'articolo 92 del regolamento (CE) n. 1224/2009 del Consiglio, del

20 novembre 2009, ed agli articoli 125 e seguenti del regolamento

(UE) n. 404/2011 della Commissione, dell'8 aprile 2011.

2. Costituiscono infrazioni gravi le contravvenzioni di cui

all'articolo 7, comma 1, lettere a) e e), e gli illeciti

amministrativi di cui all'articolo 10, commi 1, lettere a), b), d),

g), h), n), o), p), q), r), s), t) e aa), 2, lettere a) e b), e 4.

3. La commissione di un'infrazione grave da' sempre luogo

all'assegnazione di un numero di punti alla licenza di pesca, come

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individuati nell'allegato I, anche se non venga emessa l'ordinanza di

ingiunzione.

4. Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e

forestali sono individuati modalita', termini e procedure per

l'applicazione del sistema di punti di cui al presente articolo,

ferma restando la competenza della Direzione generale della pesca

marittima e dell'acquacoltura del Ministero delle politiche agricole

alimentari e forestali in ordine alla revoca della licenza di pesca.

5. Il sistema di punti per infrazioni gravi si applica anche

all'autorizzazione per l'esercizio della pesca subacquea

professionale, secondo modalita', termini e procedure da individuare

con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e

forestali»;

c) l'allegato I e' sostituito dall'allegato I annesso alla

presente legge.

2. Al fine di semplificare la normativa nazionale e di armonizzarla

con quella europea, nonche' per evitare disparita' di trattamento tra

gli operatori dei diversi Stati membri dell'Unione europea,

all'articolo 89 del decreto del Presidente della Repubblica 2 ottobre

1968, n. 1639, le parole: «vongola (Venus gallina e Venerupis sp.) cm

2,5» sono soppresse.

3. Si applicano le previsioni di cui agli articoli 100 e 101, commi

1 e 3, del decreto legislativo 30 dicembre 1999, n. 507.

Art. 40

Contrasto del bracconaggio ittico nelle acque interne

1. Al fine di contrastare la pesca illegale nelle acque interne

dello Stato, e' considerata esercizio illegale della pesca nelle

medesime acque ogni azione tesa alla cattura o al prelievo di specie

ittiche e di altri organismi acquatici con materiale, mezzi e

attrezzature vietati dalla legge. E' altresi' considerata esercizio

illegale della pesca nelle acque interne ogni azione di cattura e di

prelievo con materiali e mezzi autorizzati effettuata con modalita'

vietate dalla legge e dai regolamenti in materia di pesca emanati

dagli enti territoriali competenti. Ai fini della presente legge,

sono considerati acque interne i fiumi, i laghi, le acque dolci,

salse o salmastre delimitati rispetto al mare dalla linea

congiungente i punti piu' foranei degli sbocchi dei bacini, dei

canali e dei fiumi.

2. Nelle acque interne e' vietato:

a) pescare, detenere, trasbordare, sbarcare, trasportare e

commercializzare le specie di cui sia vietata la cattura in qualunque

stadio di crescita, in violazione della normativa vigente;

b) stordire, uccidere e catturare la fauna ittica con materiali

esplosivi di qualsiasi tipo, con la corrente elettrica o con il

versamento di sostanze tossiche o anestetiche nelle acque;

c) catturare la fauna ittica provocando l'asciutta, anche

parziale, dei corpi idrici;

d) utilizzare reti, attrezzi, tecniche o materiali non

configurabili come sistemi di pesca sportiva, ai sensi dei

regolamenti e delle leggi vigenti;

e) utilizzare attrezzi per la pesca professionale nelle acque

dove tale pesca non e' consentita o senza essere in possesso del

relativo titolo abilitativo;

f) utilizzare reti e altri attrezzi per la pesca professionale

difformi, per lunghezza o dimensione della maglia, da quanto previsto

dai regolamenti vigenti.

3. Sono inoltre vietati la raccolta, la detenzione, il trasporto e

il commercio degli animali storditi o uccisi in violazione dei

divieti di cui al comma 2.

4. Salvo che il fatto costituisca piu' grave reato, chiunque viola

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i divieti di cui al comma 2, lettere a), b) e c), e al comma 3 e'

punito con l'arresto da due mesi a due anni o con l'ammenda da 2.000

a 12.000 euro. Ove colui che viola il divieto di cui al comma 3 ne

sia in possesso, si applicano altresi' la sospensione della licenza

di pesca di professione per tre anni e la sospensione dell'esercizio

commerciale da cinque a dieci giorni.

5. Salvo che il fatto costituisca reato, per chi viola i divieti di

cui al comma 2, lettere d), e) e f), si applicano la sanzione

amministrativa da 1.000 a 6.000 euro e, ove il trasgressore ne sia in

possesso, la sospensione della licenza di pesca professionale per tre

mesi.

6. Per le violazioni di cui al comma 2, lettere a), b), c), d), e)

e f), e al comma 3, gli agenti accertatori procedono all'immediata

confisca del prodotto pescato e degli strumenti e attrezzi

utilizzati, nonche' al sequestro e alla confisca dei natanti e dei

mezzi di trasporto e di conservazione del pescato anche se utilizzati

unicamente a tali fini. Il materiale ittico sequestrato ancora vivo e

vitale e' reimmesso immediatamente nei corsi d'acqua. Delle

reimmissioni effettuate e' data certificazione in apposito verbale.

7. Qualora le violazioni di cui ai commi 2 e 3 siano reiterate e

qualora il trasgressore le commetta durante il periodo di sospensione

della licenza di pesca professionale o dell'esercizio commerciale, le

pene e le sanzioni amministrative e il periodo di sospensione delle

licenze sono raddoppiati. Le disposizioni del presente comma si

applicano anche nel caso di pagamento della sanzione amministrativa

in misura ridotta.

8. Per le violazioni di cui al presente articolo, ferma restando

l'applicazione delle sanzioni amministrative, il trasgressore

corrisponde all'ente territoriale competente per la gestione delle

acque una somma pari a 20 euro per ciascun capo pescato in violazione

del presente articolo per il ristoro delle spese relative

all'adozione delle necessarie misure di ripopolamento delle acque.

Tale somma e' raddoppiata nel caso in cui il pescato risulti privo di

vita.

9. Ferme restando le disposizioni vigenti in materia di vigilanza e

controllo delle acque interne, ai fini dell'applicazione delle

sanzioni amministrative previste dal presente articolo, il rapporto

di cui all'articolo 17 della legge 24 novembre 1981, n. 689, e'

presentato all'ufficio regionale competente.

10. Le regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, ove

necessario, adeguano i propri ordinamenti alle disposizioni del

presente articolo.

11. Le regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano

provvedono agli adempimenti previsti dal presente articolo con le

risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione

vigente. Dall'attuazione del presente articolo non devono derivare

nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Titolo V

DISPOSIZIONI IN MATERIA DI RIFIUTI AGRICOLI

Art. 41

Modifica all'articolo 185 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.

152, in materia di esclusione dalla gestione dei rifiuti

1. La lettera f) del comma 1 dell'articolo 185 del decreto

legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e' sostituita dalla seguente:

«f) le materie fecali, se non contemplate dal comma 2, lettera

b), del presente articolo, la paglia, gli sfalci e le potature

provenienti dalle attivita' di cui all'articolo 184, comma 2, lettera

e), e comma 3, lettera a), nonche' ogni altro materiale agricolo o

forestale naturale non pericoloso destinati alle normali pratiche

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agricole e zootecniche o utilizzati in agricoltura, nella

silvicoltura o per la produzione di energia da tale biomassa, anche

al di fuori del luogo di produzione ovvero con cessione a terzi,

mediante processi o metodi che non danneggiano l'ambiente ne' mettono

in pericolo la salute umana».

Titolo VI

DISPOSIZIONI FINALI

Art. 42

Copertura finanziaria dei decreti legislativi

1. Gli schemi dei decreti legislativi adottati in attuazione delle

deleghe contenute nella presente legge sono corredati di relazione

tecnica che dia conto della neutralita' finanziaria dei medesimi

ovvero dei nuovi o maggiori oneri da essi derivanti e dei

corrispondenti mezzi di copertura. In conformita' all'articolo 17,

comma 2, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, e successive

modificazioni, qualora uno o piu' decreti determinino nuovi o

maggiori oneri che non trovino compensazione al loro interno, i

medesimi decreti legislativi sono emanati solo successivamente o

contestualmente alla data di entrata in vigore dei provvedimenti

legislativi che stanzino le occorrenti risorse finanziarie.

La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sara' inserita

nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica

italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla

osservare come legge dello Stato.

Data a Roma, addi' 28 luglio 2016

MATTARELLA

Renzi, Presidente del Consiglio dei

ministri

Martina, Ministro delle politiche

agricole alimentari e forestali

Visto, il Guardasigilli: Orlando

Annesso

(Articolo 39, comma 1, lettera c))

«Allegato I

PUNTI ASSEGNATI IN CASO DI INFRAZIONI GRAVI

=====================================================================

| N. | Infrazione grave | Punti |

+======+===================================================+========+

| |Violazione degli obblighi previsti dalle pertinenti| |

| |norme europee e nazionali in materia di | |

| |registrazione e dichiarazione dei dati relativi | |

| |alle catture e agli sbarchi, compresi i dati da | |

| |trasmettere attraverso il sistema di controllo dei | |

| |pescherecci via satellite. | |

| |Violazione degli obblighi previsti dalle pertinenti| |

| |norme europee e nazionali in materia di | |

| |registrazione e dichiarazione dei dati relativi | |

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| |alle catture e agli sbarchi di specie appartenenti | |

| |a stock oggetto di piani pluriennali o pescate | |

| |fuori dalle acque mediterranee. | |

| |(Articolo 10, comma 1, lettere o) e p), del | |

| |presente decreto, in combinato disposto con | |

| |l'articolo 90, paragrafo 1, del regolamento (CE) n.| |

| |1224/2009 del Consiglio, del 20 novembre 2009, con | |

| |l'articolo 42, paragrafo 1, lettera a), e con | |

| |l'articolo 3, paragrafo 1, lettera b), del | |

| |regolamento (CE) n. 1005/2008 del Consiglio, del | |

| 1 |29 settembre 2008). | 3 |

+------+---------------------------------------------------+--------+

| |Pesca con attrezzi o strumenti vietati dalle | |

| |pertinenti disposizioni europee e nazionali o non | |

| |espressamente permessi. | |

| |(Articolo 10, comma 1, lettera h), del presente | |

| |decreto, in combinato disposto con l'articolo 90, | |

| |paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 1224/2009 del | |

| |Consiglio, del 20 novembre 2009, con l'articolo 42,| |

| |paragrafo 1, lettera a), e con l'articolo 3, | |

| |paragrafo 1, lettera e), del regolamento (CE) n. | |

| 2 |1005/2008 del Consiglio, del 29 settembre 2008). | 4 |

+------+---------------------------------------------------+--------+

| |Falsificazione, occultamento od omissione di | |

| |marcatura, identita' o contrassegni di | |

| |individuazione dell'unita' da pesca. | |

| |(Articolo 10, comma 1, lettera n), del presente | |

| |decreto, in combinato disposto con l'articolo 90, | |

| |paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 1224/2009 del | |

| |Consiglio, del 20 novembre 2009, con l'articolo 42,| |

| |paragrafo 1, lettera a), e con l'articolo 3, | |

| |paragrafo 1, lettera f), del regolamento (CE) | |

| 3 |n. 1005/2008 del Consiglio, del 29 settembre 2008).| 5 |

+------+---------------------------------------------------+--------+

| |Occultamento, manomissione o eliminazione di | |

| |elementi di prova relativi a un'indagine posta in | |

| |essere dagli ispettori della pesca, dagli organi | |

| |deputati alla vigilanza ed al controllo e dagli | |

| |osservatori, nell'esercizio delle loro funzioni, | |

| |nel rispetto della normativa europea e nazionale. | |

| |(Articolo 10, comma 1, lettera s), del presente | |

| |decreto, in combinato disposto con l'articolo 90, | |

| |paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 1224/2009 del | |

| |Consiglio, del 20 novembre 2009, con l'articolo 42,| |

| |paragrafo 1, lettera a), e con l'articolo 3, | |

| |paragrafo 1, lettera g), del regolamento (CE) n. | |

| 4 |1005/2008 del Consiglio, del 29 settembre 2008). | 5 |

+------+---------------------------------------------------+--------+

| |Detenzione, sbarco e trasbordo di esemplari di | |

| |specie ittiche di taglia inferiore alla taglia | |

| |minima di riferimento per la conservazione, in | |

| |violazione della normativa in vigore. | |

| |Trasporto, commercializzazione e somministrazione | |

| |di esemplari di specie ittiche di taglia inferiore | |

| |alla taglia minima di riferimento per la | |

| |conservazione, in violazione della normativa in | |

| |vigore. | |

| |Trasporto, commercializzazione e somministrazione | |

| |per consumo umano diretto di esemplari di specie | |

| |ittiche di taglia inferiore alla taglia minima di | |

| |riferimento per la conservazione, soggette | |

| |all'obbligo di sbarco. | |

| |(Articolo 10, comma 2, lettere a) e b), e | |

| |comma 4, del presente decreto, in combinato | |

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| |disposto con l'articolo 56, paragrafo 1, e con | |

| |l'articolo 90, paragrafo 1, del regolamento (CE) n.| |

| |1224/2009 del Consiglio, del 20 novembre 2009, come| |

| |modificati dall'articolo 7 del regolamento (UE) | |

| |2015/812 del Parlamento europeo e del Consiglio, | |

| |del 20 maggio 2015, con l'articolo 42, paragrafo 1,| |

| |lettera a), e con l'articolo 3, paragrafo 1, | |

| |lettera i), del regolamento (CE) n. 1005/2008 del | |

| 5 |Consiglio, del 29 settembre 2008). | 5 |

+------+---------------------------------------------------+--------+

| |Esercizio della pesca in acque sottoposte alla | |

| |competenza di un'organizzazione regionale per la | |

| |pesca, in violazione delle misure di conservazione | |

| |o gestione e senza avere la bandiera di uno degli | |

| |Stati membri di detta organizzazione. | |

| |(Articolo 7, comma 1, lettera e), del presente | |

| |decreto, in combinato disposto con l'articolo 90, | |

| |paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 1224/2009 | |

| |del Consiglio, del 20 novembre 2009, con l'articolo| |

| |42, paragrafo 1, lettera a), e con l'articolo 3, | |

| |paragrafo 1, lettera k), del regolamento (CE) n. | |

| 6 |1005/2008 del Consiglio, del 29 settembre 2008). | 5 |

+------+---------------------------------------------------+--------+

| |Pesca con unita' iscritte nei registri di cui | |

| |all'articolo 146 del codice della navigazione, | |

| |senza essere in possesso di una licenza di pesca in| |

| |corso di validita' o di un'autorizzazione in corso | |

| |di validita'. | |

| |(Articolo 10, comma 1, lettera a), del presente | |

| |decreto, in combinato disposto con l'articolo | |

| |90, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. | |

| |1224/2009 del Consiglio, del 20 novembre 2009, con | |

| |l'articolo 42, paragrafo 1, lettera a), e con | |

| |l'articolo 3, paragrafo 1, lettera a), del | |

| |regolamento (CE) n. 1005/2008 del Consiglio, del | |

| 7 |29 settembre 2008). | 7 |

+------+---------------------------------------------------+--------+

| |Pesca in zone e tempi vietati dalla normativa | |

| |europea e nazionale. | |

| |(Articolo 10, comma 1, lettera b), del presente | |

| |decreto, in combinato disposto con l'articolo | |

| |90, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. | |

| |1224/2009 del Consiglio, del 20 novembre 2009, con | |

| |l'articolo 42, paragrafo 1, lettera a), e con | |

| |l'articolo 3, paragrafo 1, lettera c), del | |

| |regolamento (CE) n. 1005/2008 del Consiglio, del | |

| 8 |29 settembre 2008). | 6 |

+------+---------------------------------------------------+--------+

| |Pesca diretta di uno stock ittico per il quale e' | |

| |previsto un contingente di cattura, senza disporre | |

| |di tale contingente ovvero dopo che il medesimo e' | |

| |andato esaurito. | |

| |(Articolo 10, comma 1, lettera g), del presente | |

| |decreto, in combinato disposto con l'articolo | |

| |90, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. | |

| |1224/2009 del Consiglio, del 20 novembre 2009, con | |

| |l'articolo 42, paragrafo 1, lettera a), e con | |

| |l'articolo 3, paragrafo 1, lettera c), del | |

| |regolamento (CE) n. 1005/2008, del Consiglio del | |

| 9 |29 settembre 2008). | 6 |

+------+---------------------------------------------------+--------+

| |Pesca diretta di stock ittici per i quali la pesca | |

| |e' sospesa ai fini del ripopolamento per la | |

| |ricostituzione degli stessi. | |

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| |(Articolo 10, comma 1, lettera d), del presente | |

| |decreto, in combinato disposto con l'articolo 90, | |

| |paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 1224/2009 | |

| |del Consiglio, del 20 novembre 2009, con l'articolo| |

| |42, paragrafo 1, lettera a), e con l'articolo 3, | |

| |paragrafo 1, lettera d), del regolamento (CE) n. | |

| 10 |1005/2008 del Consiglio, del 29 settembre 2008). | 7 |

+------+---------------------------------------------------+--------+

| |Pesca, detenzione, trasbordo, sbarco, trasporto e | |

| |commercializzazione delle specie di cui sia vietata| |

| |la cattura in qualunque stadio di crescita, in | |

| |violazione della normativa in vigore. | |

| |(Articolo 7, comma 1, lettera a), del presente | |

| |decreto, in combinato disposto con l'articolo 90, | |

| |paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 1224/2009 del | |

| |Consiglio, del 20 novembre 2009, con l'articolo 42,| |

| |paragrafo 1, lettera a), e con l'articolo 3, | |

| |paragrafo 1, lettere d) ed i), del regolamento (CE)| |

| | n. 1005/2008 del Consiglio, del 29 settembre | |

| 11 |2008). | 7 |

+------+---------------------------------------------------+--------+

| |Intralcio all'attivita' posta in essere dagli | |

| |ispettori della pesca, dagli organi deputati alla | |

| |vigilanza ed al controllo e dagli osservatori | |

| |nell'esercizio delle loro funzioni nel rispetto | |

| |delle pertinenti disposizioni europee e nazionali. | |

| |(Articolo 10, comma 1, lettera t), del presente | |

| |decreto, in combinato disposto con l'articolo 90, | |

| |paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 1224/2009 del | |

| |Consiglio, del 20 novembre 2009, con l'articolo 42,| |

| |paragrafo 1, lettera a), e con l'articolo 3, | |

| |paragrafo 1, lettera h), del regolamento (CE) n. | |

| 12 |1005/2008 del Consiglio, del 29 settembre 2008). | 7 |

+------+---------------------------------------------------+--------+

| |Operazioni di trasbordo o partecipazione a | |

| |operazioni di pesca congiunte con pescherecci | |

| |sorpresi a esercitare pesca INN ai sensi del | |

| |regolamento (CE) n. 1005/ 2008, in particolare con | |

| |quelli inclusi nell'elenco dell'Unione delle navi | |

| |INN o nell'elenco delle navi INN di | |

| |un'organizzazione regionale per la pesca, o | |

| |prestazione di assistenza o rifornimento a tali | |

| |navi. | |

| |(Articolo 10, comma 1, lettera q), del presente | |

| |decreto, in combinato disposto con l'articolo | |

| |90, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. | |

| |1224/2009 del Consiglio, del 20 novembre 2009, con | |

| |l'articolo 42, paragrafo 1, lettera a), e con | |

| |l'articolo 3, paragrafo 1, lettera j), del | |

| |regolamento (CE) n. 1005/2008 del Consiglio, del | |

| 13 |29 settembre 2008). | 7 |

+------+---------------------------------------------------+--------+

| |Utilizzo di un peschereccio privo di nazionalita' e| |

| |quindi da considerare nave senza bandiera ai sensi | |

| |del diritto vigente. | |

| |(Articolo 10, comma 1, lettera r), del presente | |

| |decreto, in combinato disposto con l'articolo | |

| |90, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. | |

| |1224/2009 del Consiglio, del 20 novembre 2009, con | |

| |l'articolo 42, paragrafo 1, lettera a), e con | |

| |l'articolo 3, paragrafo 1, lettera l), del | |

| |regolamento (CE) n. 1005/2008 del Consiglio, del | |

| 14 |29 settembre 2008). | 7 |

+------+---------------------------------------------------+--------+

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| |Violazione degli obblighi previsti dalle normative | | | |europea e nazionale vigenti in materia di obbligo | | | |di sbarco*. | | | |(Articolo 10, comma 1, lettera aa), del | | | |presente decreto, in combinato disposto con | | | |l'articolo 90, paragrafo 1, lettera c), e con | | | |l'articolo 92, paragrafo 1, del regolamento (CE) n.| | | |1224/2009 del Consiglio, del 20 novembre 2009, come| | | |modificati dall'articolo 7 del regolamento (UE) | | | |2015/812 del Parlamento europeo e del Consiglio, | | | 15 |del 20 maggio 2015. | 3 | | | | | | |* Si applica a decorrere dal 1° gennaio 2017, ai | | | |sensi dell'articolo 11 del regolamento (UE) | | | |2015/812 del Parlamento europeo e del Consiglio, | | | |del 20 maggio 2015. | | +------+---------------------------------------------------+--------+ ».

Pagina 37 di 37*** ATTO COMPLETO ***

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