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Documento di Risposta alle Riserve Regionali ed alle Osservazioni alla variante al PTCP in materia di Insediamenti Commerciali

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SOMMARIO

1. PREMESSA 4 2. DEDUZIONE ALLE RISERVE FORMULATE DALLA REGIONE EMILIA

ROMAGNA 8 3. DEDUZIONE ALLE OSSERVAZIONI PERVENUTE ED AI CONTRIBUTI

VALUTATIVI 28 3.1 REGISTRO DELLE OSSERVAZIONI 28 3.2 SINTESI DELLE OSSERVAZIONI E RISPOSTE PUNTUALI 30 ALLEGATI

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1. PREMESSA

La variante al PTCP in materia di Insediamenti Commerciali adottata in data 15 luglio 2008 con Delibera di Consiglio Provinciale n. 41, ha proseguito nei mesi scorsi il proprio iter di approvazione. Tale percorso porta oggi la Provincia di Bologna a presentare l’esito relativo al lavoro di deduzione alle Riserve regionali ed alle 33 osservazioni giunte, da Comuni, Associazioni di Comuni, Comunità Montane, Enti pubblici, associazioni economiche e di categoria, comitati e singoli cittadini.

Il documento di deduzione si articola in due parti: nella prima sono riportate le “deduzioni alle Riserve Regionali” ovvero le risposte puntuali in accoglimento delle osservazioni presentate dalla Regione Emilia Romagna.

Nella seconda parte sono invece sintetizzate e dedotte le osservazioni giunte da Amministrazioni, Enti, associazioni e soggetti privati.

Per quanto riguarda i criteri assunti nell’accoglimento delle osservazioni

presentate, si richiama quanto contenuto nell’Accordo di Pianificazione tra la Provincia e la Regione (sottoscritto in data 29 Luglio 2008 e approvato con delibera di n. 40 del 15.07.08) ovvero il vincolo per le Amministrazioni sottoscriventi a conformare il proprio operato successivo ai contenuti dell’Accordo medesimo, al fine di procedere all’approvazione del piano attraverso un iter procedurale semplificato. Ciò comporta, nello specifico, il soddisfacimento delle seguenti condizioni: accoglimento integrale delle eventuali riserve espresse dall’ente sovraordinato e assenza di modifiche sostanziali al piano in accoglimento delle osservazioni presentate da Amministrazioni, Enti, associazioni e soggetti privati del territorio.

Pertanto, dopo aver esaminato le osservazioni e le riserve formulate nei confronti del Piano adottato, sono state recepite integralmente le riserve della Regione Emilia Romagna (PG 0423427 del 13.10.2008) e si sono accolte integralmente, o in parte, le osservazioni che non comportano modifiche sostanziali al piano.

Il presente documento, contenente una descrizione dettagliata delle risposte puntuali e circostanziate alle riserve presentate, può essere un utile strumento di lettura per meglio comprendere il passaggio tra la stesura adottata dal Consiglio Provinciale e la stesura definitiva del piano, che viene sottoposta all’esame del Consiglio medesimo per la relativa approvazione.

Le osservazioni presentate dai Comuni (11 osservazioni), dalle loro Associazioni o Unioni o Comunità Montane (3 osservazioni), e dagli Enti e Organismi Pubblici (1 osservazione), rappresentano un consistente ed

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interessante contributo al perfezionamento del Piano, e possono essere ricondotte a quattro temi principali.

Il primo tema riguarda la disciplina normativa proposta per la localizzazione e le condizioni di sostenibilità degli ambiti ritenuti idonei ad ospitare insediamenti commerciali di rilevanza provinciale, in rapporto al disegno strategico definito dal PTCP e riconfermato dalla sua variante in materia di insediamenti commerciali (POIC) ed alle problematiche legate al tema dell’efficienza delle reti e dei servizi connessi ai poli individuati.

Il secondo ha ad oggetto le scelte compiute in merito al dimensionamento per i prossimi tre (più tre) anni che, come stabilito dalla legislazione regionale, deve essere definito attraverso lo strumento del range di variazione che determina la quota massima di superficie di vendita ammissibile per il periodo stabilito.

Il terzo tema riguarda le scelte compiute in merito alla perequazione territoriale; in questo caso ci si trova di fronte a due opposte posizioni: da un lato la condivisione del principio perequativo quale opportunità di ridistribuzione sul territorio delle risorse generate dagli insediamenti commerciali (analogamente a quanto già fatto per quelli produttivi) e di riequilibrio tra grande distribuzione e commercio tradizionale anche attraverso incentivi per la formazione dei Centri Commerciali Naturali; dall’altro diverse osservazioni, pur riconoscendo alla Provincia un ruolo di coordinamento territoriale, evidenziano la necessità di mantenere il “fondo perequativo” a livello Associativo o di Unione di Comuni.

Il quarto ed ultimo tema presente in molte delle osservazioni presentate dai Comuni e dalle loro Associazioni, riguarda le tipologie di insediamenti e gli strumenti operativi per la definizione delle autorizzazioni commerciali, per i quali viene richiesta maggiore chiarezza, flessibilità ed attinenza rispetto alle definizioni nazionali e regionali.

Le Associazioni economiche e sociali e di categoria, hanno presentato

sette osservazioni. Alcune di queste osservazioni (Confartigianato, Confesercenti, ASCOM,

Associazione Futura), avanzano valutazioni articolate in merito al dimensionamento di Piano, chiedendo una riduzione della quota ammissibile a fronte della crisi che investe l’intero settore commerciale, altre chiedono di elevare la temporalità del range di variazione. Altre (ANCE e Legacoop), avanzano invece preoccupazioni rispetto alle molteplici localizzazioni, a fronte di un dimensionamento non elevato, e chiedono viceversa di aumentare il dimensionamento di piano.

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Da singoli cittadini o da soggetti privati sono state presentate dieci osservazioni. Nella maggior parte dei casi le richieste avanzate sono relative alla possibilità di localizzare nuovi insediamenti di rilevanza provinciale sul territorio, ed alla possibilità di “svincolare” le aree o i poli previsti dal rispetto delle condizioni di sostenibilità individuate.

Infine La Provincia di Bologna ha presentato una propria osservazione,

proponendo alcune integrazioni da apportare alla normativa in particolare per quanto attiene l’elenco delle tipologie di strutture di vendita e di insediamenti commerciali, la definizione dei livelli di rilevanza, gli strumenti Attuativi. L’osservazione, che non propone modifiche sostanziali al piano, si è resa necessaria sia per correggere alcuni errori materiali che per migliorare la leggibilità dell’apparato normativo rendendo univocamente interpretabili i combinati disposti dei punti dell’articolo 9.5.

Riassunti brevemente i contenuti generali delle osservazioni, occorre precisare

che, nel rispetto di quello spirito collaborativo che sempre più frequentemente porta la Pubblica Amministrazione a coinvolgere nella propria attività le competenze, le esperienze e gli apporti di conoscenza degli altri Enti e dei cittadini, la Provincia di Bologna ha valutato con la massima attenzione i contributi ed i suggerimenti di correzione proposti nei confronti del Piano.

Gli apparati tecnici della Provincia, dopo un’attenta lettura di tutti gli apporti collaborativi, hanno scomposto, ove possibile, ogni singolo contributo per argomenti; tali punti sostanzialmente sono coincidenti con singole richieste o con precise istanze. Nel caso in cui in un contributo si sia segnalata una sola questione o si sia fatta una riflessione generale, anche la deduzione, più o meno discorsiva, è stata unica. In conseguenza di tale modus operandi le deduzioni alle 33 osservazioni sono state scomposte in più punti – sulla base delle tematiche affrontate - e su ognuno di questi si è espresso un parere.

E’ bene precisare che le sintesi proposte sono puramente esemplificative e che i documenti originali sono consultabili presso la Provincia di Bologna attraverso richiesta di accesso agli atti. Vi è inoltre da precisare che le sintesi riportate in alcuni casi non seguono sequenzialmente le varie parti di cui è composta l’osservazione; per una migliore comprensione delle sintesi si è infatti compiuta una operazione di accorpamento o di suddivisione degli argomenti trattati dall’osservazione.

L’esito di tale lavoro di deduzione porta, ovviamente, a differenziare le osservazioni in due grandi insiemi: il primo composto da quelle fondate e accoglibili, il secondo dato da quelle infondate e non accoglibili. All’interno di tali

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insiemi, però, si distinguono situazioni non così nettamente definibili. Si è utilizzata di conseguenza una terminologia capace di rendere più dettagliata e trasparente l’opera di controdeduzione. L’analisi di merito delle obiezioni sollevate dagli osservanti ha portato ad utilizzare dunque, la seguente terminologia: • Osservazioni accoglibili, riguardano questioni ed aspetti del Piano rivalutati a

seguito della presentazione dell’osservazione e modificati nel senso indicato dal proponente.

• Osservazioni parzialmente accoglibili, questa tipologia si riferisce ai casi in cui l’osservazione, scomposta come detto, contiene parti di obiezioni fondate che vengono positivamente recepite, mentre le altre possono essere respinte;

• Osservazioni non accoglibili, risultano basate su elementi di contestazione che attengono a scelte di merito o posizioni che la Provincia di Bologna ritiene di poter legittimamente sostenere e ribadire; parimenti “non accoglibili” sono indicati quei punti impropri o non pertinenti perché caratterizzati da generiche espressioni di contestazione che non trovano alcun concreto riscontro nel Piano o non sono oggetto proprio della pianificazione e programmazione commerciale provinciale, ai sensi delle vigenti leggi.

• Osservazioni Chiarite, questa tipologia si riferisce a casi in cui l’osservazione non avanza delle vere e proprie richieste di modifica ai documenti, ma contiene considerazioni sulle scelte effettuate o richieste di chiarimento; in tali casi si è proceduto ad articolare la risposta attraverso approfondimenti che chiarissero le scelte che stanno alla base delle posizioni assunte.

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2. DEDUZIONE ALLE RISERVE FORMULATE DALLA REGIONE EMILIA ROMAGNA

Punto 1 – tema: documenti costitutivi della variante al PTCP in materia di insediamenti commerciali, denominata “Piano del Commercio Provinciale” punto 1.1 Si chiede di esplicitare nella Relazione, nel Quadro Conoscitivo, nella Valsat della Variante al PTCP in tema di insediamenti commerciali, le parti dei corrispondenti documenti del PTCP vigente che devono essere sostituite e le relative sostituzioni. Risposta Si esplicitano in ognuno dei documenti in oggetto, le parti del PTCP vigente che vengono sostituite e/o integrate dalla Variante in tema di insediamenti commerciali e le relative sostituzioni. In particolare si specificano:

• le parti della Relazione della variante che sostituiscono e aggiornano i capitoli B.2.2.8 e B.2.2.9 della relazione del PTCP vigente

• le parti del Quadro Conoscitivo della variante che sostituiscono e aggiornano il capitolo C.1.6 del Quadro conoscitivo del PTCP vigente

• le parti della Valsat che integrano la Valsat del PTCP vigente

Ogni documento riporta le suddetta specifiche in Premessa: “DOCUMENTI COSTITUTIVI DELLA VARIANTE AL PTCP IN MATERIA DI INSEDIAMENTI COMMERCIALI, DENOMINATA “PIANO OPERATIVO DEGLI INSEDIAMENTI COMMERCIALI” (POIC)”

Nell’ambito delle procedure disposte dall’art. 27 della L.R. 20/2000 per l’approvazione del PTCP e delle sue varianti, il “Piano Operativo degli Insediamenti Commerciali” (POIC) costituisce variante al PTCP. Al fine di evitare erronee interpretazioni, si specifica pertanto che con l’acronimo “POIC” non si rimanda a successivi strumenti attuativi, bensì ci si riferisce alla variante al PTCP in materia di Insediamenti Commerciali, denominata anche “Piano del Commercio Provinciale”. I documenti costitutivi della Variante al PTCP (approvato con delibera del Consiglio Provinciale n. 19 del 30.03.2004) sono:

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QUADRO CONOSCITIVO: il documento integra il Quadro Conoscitivo del PTCP alla sezione C capitolo C.1 -Il sistema insediativo- sostituendo integralmente il paragrafo C.1.6. RELAZIONE: il documento integra e modifica la Relazione del PTCP alla Sezione B – Politiche riferite agli obiettivi di qualità del sistema insediativo, urbano e rurale, di qualità sociale e di competitività economica del territorio – in particolare il capitolo B.2. sostituendo integralmente i paragrafi B.2.2.8 e B.2.2.9. VALSAT: il documento integra la VALSAT del PTCP e ne costituisce Allegato tematico per quanto attiene la pianificazione e programmazione degli insediamenti commerciali. NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE: il documento integra le Norme Tecniche di Attuazione del PTCP, sostituendo integralmente l’art. 9.5 del Titolo 9 Ambiti specializzati per attività produttive e Poli Funzionali.

punto 1.2 Si chiede di eliminare ogni riferimento al “POIC” nelle parti sostitutive della Relazione, del Quadro Conoscitivo, della Valsat da inserire nel PTCP, generando tale riferimento difficoltà interpretative. Risposta Si elimina ogni riferimento al “POIC” in tutte le parti sostitutive della Relazione, del Quadro Conoscitivo, della Valsat della variante da inserire nel PTCP. Il termine viene sostituito da “Variante al PTCP in tema di insediamenti commerciali”. Si specifica in ogni caso, in Premessa a ciascun documento, che ogni eventuale riferimento al POIC non rimanda a successivi strumenti attuativi del PTCP, bensì alla variante al PTCP in materia di Insediamenti commerciali denominata “Piano Operativo degli Insediamenti Commerciali” o anche “Piano del Commercio Provinciale”. punto 1.3 Si chiede di eliminare ogni riferimento al “PMP” (Piano della Mobilità Provinciale) negli elaborati della variante al PTCP in tema di insediamenti commerciali, e di sostituire i riferimenti al “PMP” con riferimenti alla “Variante al PTCP in tema di mobilità”

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denominata “Piano della Mobilità Provinciale” o con riferimenti ai pertinenti contenuti del PTCP. Risposta Si elimina ogni riferimento dal “PMP” in tutti i documenti della variante al PTCP in tema di insediamenti commerciali (Relazione, Quadro Conoscitivo, Valsat). L’acronimo viene sostituito dalla dicitura: “Variante al PTCP in tema di mobilità” denominata “Piano della Mobilità Provinciale”. punto 1.4 Si chiede di eliminare nella Relazione della variante (pag.4) l’attribuzione di Piano stralcio data al Poic in quanto non corretta. Risposta Si modifica la frase riportata a pag.4 della Relazione come segue: Il Piano provinciale del Commercio La variante al PTCP in tema di insediamenti commerciali denominata “ Piano Operativo degli Insediamenti Commerciali” (POIC) è lo strumento settoriale di pianificazione e programmazione della rete distributiva; costituisce, per le scelte relative agli insediamenti commerciali di rilevante impatto territoriale, stralcio del Piano territoriale di coordinamento provinciale (PTCP) le procedure seguite per la sua formazione del Piano sono state perciò quelle previste dalla legge regionale 20/2000 che ha per oggetto la “Disciplina generale sulla tutela e l'uso del territorio”. Punto 2 – tema: Norme Tecniche di Attuazione della variante al PTCP in materia di insediamenti commerciali punto 2.1 Si chiede di eliminare i riferimenti al “POIC” nel testo del nuovo articolo 9.5 del PTCP, ovvero nell’apparato normativo della variante, e di sostituirli con i riferimenti allo stesso articolo 9.5 oppure con riferimenti al PTCP nel suo complesso. Risposta Si elimina ogni riferimento al “POIC” nel testo del nuovo articolo 9.5. Si sostituisce con riferimenti al PTCP nel suo complesso.

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punto 2.2 2.2.1) art 9.5, punto 2 (P), comma 1 - Tipo 5: si chiede di specificare se il limite dimensionale previsto per le aree commerciali di livello superiore, ovvero 14.500 mq di SdV, sia da intendersi riferito al settore alimentare, non alimentare o a entrambi. Si chiede inoltre di esplicitare maggiormente il tema inerente l’integrazione tra grandi strutture alimentari di livello superiore e altre funzioni urbane. Risposta La soglia dimensionale dei 14.500 mq, oltre la quale l’area commerciale integrata è da considerarsi di livello superiore, è da intendersi riferita al complesso delle medie e delle grandi strutture commerciali insediate, sia del settore alimentare che non alimentare. Per quanto riguarda in particolare la possibilità di insediare in un’ area commerciale integrata strutture alimentari di livello superiore (con oltre 4.500 mq di superficie di vendita), questa opportunità riguarda i soli casi in cui queste strutture siano comprese in un centro commerciale di livello superiore e a condizione che la funzione commerciale venga integrata con altre funzioni urbane, attraverso la realizzazione di servizi collettivi, spazi pubblici, e connessioni ciclo-pedonali tra questi e le funzioni insediate. Solo nel caso di poli funzionali (ai sensi dell’Art 15-A) in cui sono compresenti oltre alla funzione commerciale altre funzioni urbane (residenza, interscambio e mobilità, loisir etc…), le aree commerciali integrate di livello superiore possono quindi ospitare grandi strutture alimentari di livello superiore comprese in centri commerciali del tipo 3). Si modifica il testo dell’apparato normativo come segue:

2.(P) - Elenco delle tipologie di strutture di vendita e di insediamenti commerciali

Tipo 5 - aree commerciali integrate definite per strutture medie e grandi di livello inferiore e superiore, con attrazione di livello superiore, poiché di oltre 5 ettari di superficie territoriale o con presenza di strutture di vendita con attrazione di livello superiore di tipologia 2), o comunque in cui siano realizzabili concentrazioni di più strutture di oltre 14.500 mq. di SV complessivi; in questo tipo di insediamento sono escluse strutture della tipologia 1) che non siano integrate con altre funzioni urbane e comprese in insediamenti della tipologia 3)con superficie territoriale dell’insediamento commerciale anche oltre 5 ettari e possibile presenza di:

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• grandi e/o medie strutture di vendita non alimentari (di tipo 2,

8,16,18) • grandi e/o medie strutture di vendita alimentari (di tipo 7,15,17) • strutture miste costituite da esercizi più piccoli accostati, con

superficie di vendita alimentare e non alimentare entro le soglie massime delle grandi strutture (di tipo 2,7), ed eventualmente centri commerciali con grandi strutture alimentari di livello superiore (di tipo 3), purchè la funzione commerciale venga integrata con altre funzioni urbane, attraverso la realizzazione di servizi collettivi, spazi pubblici, e connessioni ciclo-pedonali.

Tipo 6 - aree commerciali integrate per strutture medie e grandi di livello inferiore, con superficie di vendita complessiva oltre 14.500 mq e con possibile presenza di:

• grandi e/o medie strutture di vendita alimentari (di tipo 7,15,17); • grandi e/o medie strutture di vendita non alimentari (di tipo

8,16,18); • strutture miste costituite da esercizi più piccoli accostati, con

superficie di vendita alimentare e non alimentare entro le soglie massime delle grandi strutture (di tipo 7,8).

2.2.2) art 9.5, punto 2 (P), comma 1 - Tipi 6 e 7: si chiede come siano definite le aggregazioni di piccole strutture di vendita alimentari e non alimentari fisicamente accostate, con superficie di vendita complessiva oltre 1.500 mq o 2.500 mq, a seconda del livello dimensionale del Comune. Si precisa che tali strutture, per quanto attiene il procedimento autorizzativo e ai sensi delle normative regionali vigenti, devono essere considerate grandi strutture, ma che la Provincia potrebbe eventualmente valutare di escluderle dal range. Risposta Si ritiene di dover meglio precisare il senso della frase “non sono comprese in questa tipologia le aggregazioni di strutture più piccole fisicamente accostate (…) di cui ai successivi tipi 20 e 21“; Ciò a cui ci si riferisce non sono le norme sulle procedure autorizzative, ai fini delle quali tali strutture devono comunque essere considerate “grandi strutture”. Si intende invece fare riferimento al fatto che centri commerciali e grandi strutture miste con superficie di vendita complessiva oltre

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1.500 mq o 2.500 mq, a seconda del livello dimensionale del Comune, e fino a 2.500 mq o a 3.500 mq, che rispettino i requisiti di cui al punto 2 comma 4, non devono essere considerate strutture di rilevanza provinciale, ai fini dell’individuazione degli strumenti di pianificazione e delle procedure attuative, di cui al punto 4 delle Norme. Al fine di rendere univocamente interpretabili i criteri introdotti e con riferimento anche alle Osservazioni pervenute da alcuni Comuni - che chiedono di riformulare le tipologie 20 e 21 in quanto non chiare – ed all’Osservazione della Provincia di Bologna - nel quale si propone di ricondurre ad insediamenti di rilevanza e competenza provinciale i centri commerciali con superficie di vendita superiore a 3.500 mq o a 2.500 mq, a seconda del livello dimensionale del Comune, e fino a 5.000 mq - si modifica la classificazione proposta come segue:

b) Tipologie commerciali di rilevanza provinciale con attrazione di livello inferiore

SINGOLE STRUTTURE Tipo 6 7- grandi strutture alimentari o miste di livello inferiore, con meno di 4.500 mq. di superficie di vendita alimentari; non sono comprese in questa tipologia le aggregazioni di strutture più piccole fisicamente accostate o centri commerciali di vicinato di cui ai successivi tipi 20 e 21 con superficie di vendita oltre 1.500 mq, nei Comuni con meno di 10.000 abitanti, e oltre 2.500 mq, nei Comuni con più di 10.000 abitanti, e fino a 4.500 mq; Tipo 7 8- grandi strutture non alimentari di livello inferiore, con meno di 10.000 mq. di superficie di vendita; non sono comprese in questa tipologia le aggregazioni di strutture più piccole fisicamente accostate o centri commerciali di vicinato di cui ai successivi tipi 20 e 21; con superficie di vendita oltre 1.500 mq, nei Comuni con meno di 10.000 abitanti, e oltre 2.500 mq, nei Comuni con più di 10.000 abitanti, e fino a 10.000 mq; CENTRI COMMERCIALI Tipo 11 - centri commerciali con medie strutture, di competenza provinciale, con superficie di vendita complessiva oltre 2.500 mq, nei

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Comuni con meno di 10.000 abitanti, e oltre 3.500 mq, nei Comuni con più di 10.000 abitanti, e fino a 5.000 mq; possono essere comprensivi di:

• medie strutture alimentari (di tipo 15), o comunque di medie e/o piccole strutture alimentari (di tipo 15,17,19) fino a 2.500 mq di superficie di vendita complessiva;

• medie strutture non alimentari (di tipo 16), o comunque di medie e/o piccole strutture (di tipo 16,18,20) fino a 2.500 mq di superficie di vendita complessiva.

c) Tipologie di rilevanza comunale o sovracomunale (in relazione alle caratteristiche dimensionali e localizzative)

Tipo 20 - aggregazioni di piccole e medie strutture e centri commerciali di vicinato per oltre 3.500 mq. di SV nei comuni con più di 10.000 residenti e oltre 2.500 mq. di SV nei comuni fino a 10.000 residenti, ed entro il limite di 5.000 mq. di SV complessivi; tali aggregazioni, entro i suddetti limiti, sono classificate in questa tipologia anche se costituite da “unità edilizie fisicamente accostate”, ad esclusione degli accostamenti di medie strutture che determino unitariamente una grande struttura.

AGGREGAZIONI DI MEDIE STRUTTURE

Tipo 21 - aggregazioni di medie strutture con carattere di unitarietà per l’utenza, di attrazione sovracomunale, con superficie di vendita complessiva oltre 2.500 mq, nei Comuni con meno di 10.000 abitanti, e oltre 3.500 mq, nei Comuni con più di 10.000 abitanti, e fino a 5.000 mq; con possibile presenza di:

• medie strutture alimentari (di tipo 15,17); • medie strutture non alimentari (di tipo 16,18); • strutture miste costituite da esercizi più piccoli accostati, con

superficie di vendita alimentare e non alimentare entro la soglia massima delle medie strutture (di tipo 15,16).

Tipo 21 - aggregazioni di piccole e/o medie strutture e centri commerciali di vicinato la cui superficie complessiva superi quella stabilita dalle norme vigenti per le grandi strutture ma resti nei limiti di 3.500 mq. di SV nei

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comuni con più di 10.000 residenti e nei limiti di 2.500 mq. di SV nei comuni fino a 10.000 residenti; tali aggregazioni, entro i suddetti limiti, sono classificate in questa tipologia anche se costituite da “unità edilizie fisicamente accostate”, ad esclusione degli accostamenti di medie strutture che determinino unitariamente una grande struttura. Tipo 22 – aggregazioni di medie strutture con carattere di unitarietà per l’utenza, di attrazione comunale, con superficie di vendita complessiva fino a 2.500 mq, nei Comuni con meno di 10.000 abitanti, e fino a 3.500 mq, nei Comuni con più di 10.000 abitanti, con possibile presenza di:

• medie strutture alimentari (di tipo 15,17) • medie strutture non alimentari (di tipo 16,18); • strutture miste costituite da esercizi più piccoli accostati, con

superficie di vendita alimentare e non alimentare entro la soglia massima delle medie strutture (di tipo 15,16).

CENTRI COMMERCIALI

Tipo 23 - centri commerciali con medie strutture, di competenza comunale, con superficie di vendita complessiva oltre 1.500 mq. e fino a 2.500 mq, nei Comuni con meno di 10.000 residenti, e oltre 2.500 mq. e fino a 3.500 mq, nei Comuni con più di 10.000 residenti; possono essere comprensivi di:

• medie strutture alimentari (di tipo 15), o comunque di medie e/o piccole strutture alimentari (di tipo 15,17,19) fino a 1.500 mq di superficie di vendita complessiva, nei Comuni con meno di 10.000 abitanti, e fino a 2500 mq nei Comuni con più di 10.000 abitanti;

• medie strutture non alimentari (di tipo 16), o comunque di medie e/o piccole strutture non alimentari (di tipo 16,18,20) fino a 1.500 mq di superficie di vendita complessiva, nei Comuni con meno di 10.000 abitanti, e fino a 2500 mq, nei Comuni con più di 10.000 abitanti.

4 - Ai fini della valorizzazione commerciale degli assi di servizio esistenti o pianificati dagli strumenti urbanistici comunali, gli insediamenti commerciali contrassegnati nell’elenco con i numeri 20 e 21 non sono considerati centri

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commerciali di attrazione e non sono considerati unitariamente grandi strutture di vendita, qualora sussistano tutte le seguenti condizioni:, viene demandata ai Comuni la programmazione e la pianificazione dei centri commerciali di tipo 23, purché siano soddisfatte tutte le seguenti condizioni:

• siano collocati all’interno di centri storici (ai sensi dell’Art A-7 della

l.r. 20/2000) , in aree assoggettate a Progetti di Valorizzazione Commerciale (PVC), o in aree attrezzate per lo scambio intermodale (quali i parcheggi scambiatori), o all'interno delle aree assoggettate a Progetti di Valorizzazione Commerciale, o in aree collocate in un raggio pedonale dall'ingresso alle stazioni SFM, ove eventualmente realizzare gli insediamenti commerciali e di servizio previsti al comma 2 del successivo punto 7, o anche in aree ricadenti in ambiti per nuovi insediamenti (ai sensi dell’artA-12 della l.r.20/2000) se opportunamente integrate alla residenza, attraverso la realizzazione di servizi collettivi, spazi pubblici e connessioni ciclo-pedonali;

• siano a destinazione commerciale non esclusiva, comprendendo altre funzioni di servizio alla popolazione (quali artigianato dei servizi, strutture per la ristorazione, il tempo libero, la cultura, la salute, il benessere, lo sport, servizi finanziari, e simili) per almeno il 25% della Superficie utile;

• siano comprensivi di diversi esercizi piccoli e medi, anche fra loro fisicamente accostati, ad esclusione degli accostamenti di medie strutture che determinino unitariamente una grande struttura. purchè non si realizzino più medie strutture accostate – ovvero con almeno un muro perimetrale in condivisione- la cui superficie di vendita complessiva sia superiore a 1.500 mq, nei Comuni con meno di 10.000 abitanti, e a 2.500 mq, nei Comuni con più di 10.000 abitanti.

In ordine all’individuazione degli strumenti di pianificazione e delle procedure attuative di cui al successivo punto 4, tali strutture sono da considerarsi “insediamenti di rilevanza comunale”, mentre deve farsi riferimento agli “insediamenti di rilevanza sovracomunale” nel caso di strutture di tipo 23 ricadenti in ambiti del territorio urbanizzato non compresi tra quelli elencati (di cui al successivo punto 3, comma 3, lett. c2).

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La superficie di vendita derivante da autorizzazioni per strutture di tipo 23 non si computa ai fini della verifica del rispetto del Range di Variazione, di cui al successivo punto 11. 5 - Al fine dell’individuazione delle norme sulle procedure autorizzative, deve considerarsi la superficie di vendita complessiva sia per i centri commerciali, che in tutti i casi di strutture costituite da esercizi più piccoli fisicamente accostati. Sono pertanto autorizzabili esclusivamente con il procedimento della Conferenza dei Servizi ex art. 11 L.R. n. 14/1999:

• le grandi strutture alimentari, non alimentari o miste di tipo 1, 2, 7, 8, ed in ogni caso le grandi strutture commerciali costituite da esercizi più piccoli accostati, con superficie di vendita complessiva oltre 1.500 mq, nei Comuni con meno di 10.000 abitanti, e oltre 2.500 mq nei Comuni con più di 10.000 abitanti;

• i centri commerciali di tipo 3, 4, 9, 10, 11, 23;

2.2.3) art 9.5, punto 2 (P), comma 1 - Tipo 8: Si considera non giustificata l’esclusione dal tipo 8) della tipologia 5), corrispondente ad un area commerciale integrata di livello superiore, non potendo un centro commerciale di livello inferiore contenere un’area commerciale integrata. Si chiede di chiarire se, viceversa, si intenda escludere la possibilità di insediare centri commerciali con attrazione di livello inferiore in aree commerciali integrate di livello superiore. Risposta L’esclusione del tipo 5) riguarda un errore materiale. 2.2.4) art 9.5, punto 2 (P), comma 1 - Tipo 9: si reitera l’osservazione svolta per il tipo 8). Si specifica inoltre che, ai sensi della normativa vigente, un centro commerciale di attrazione è di livello superiore se comprensivo di medie e grandi strutture di vendita le cui superfici risultino complessivamente superiori al limite di 10.000 mq per le strutture non alimentari e 4.500 mq per le strutture alimentari. Infine non risulta chiaro come possa raggiungersi il dimensionamento di 14.500 mq se si esclude dal tipo 9) la presenza del settore alimentare. Risposta Come precisato per il tipo 8) l’esclusione del tipo 5) riguarda un errore materiale. Per quanto riguarda invece il dimensionamento complessivo, si accoglie

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l’osservazione precisando però che il tipo 9) non esclude in assoluto la presenza del settore alimentare: ciò che si esclude è la presenza di una grande struttura alimentare di tipo 6), ovvero di una grande struttura di 4.500 mq di superficie di vendita. Non sono però escluse le medie o le piccole strutture alimentari. Si modifica la classificazione proposta come segue, specificando il limite complessivo di 10.000 mq per il settore non alimentare e di 2.500 mq per il settore non alimentare:

Tipo 9 10- centri commerciali con medie strutture alimentari e grandi non alimentari attrazione di livello inferiore: con superficie complessiva di oltre 5.000 mq. di vendita e fino a 14.500 mq. di vendita con superficie di vendita complessiva oltre 5.000 mq e fino a 12.500 mq comprensivi della presenza di grandi strutture di tipologia 7 ed esclusione di grandi strutture della tipologia 6 e delle tipologie con attrazione di livello superiore 1, 2, 3, 4, 5; possono essere comprensivi di:

• medie strutture alimentari (di tipo 15), o comunque di medie e/o piccole strutture alimentari (di tipo 15, 17, 19) fino a 2.500 mq di superficie di vendita complessiva;

• grandi strutture non alimentari (di tipo 8), o comunque di grandi e/o medie e/o piccole strutture non alimentari (di tipo 8, 16, 18, 20) fino a 10.000 mq di superficie di vendita complessiva.

2.2.5) art 9.5, punto 2 (P), comma 1 - Tipo 10: Appare del tutto incongrua l’esclusione della tipologia 5) Risposta Si concorda con l’osservazione: trattasi di un errore materiale. 2.2.6) art 9.5, punto 2 (P), comma 1- Tipo 11: si reitera l’osservazione svolta per il tipo 10 Risposta Si concorda con l’osservazione: trattasi di un errore materiale. 2.2.7) art 9.5, punto 2 (P), comma 1 - Tipi 20 e 21: si chiede di adeguare la norma in quanto le aggregazioni fisicamente accostate vanno considerate unitariamente ai sensi della Del. Cons. Reg. 653/2005. Va

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inoltre eventualmente chiarito se la deroga riguarda esclusivamente l’esclusione dal range, come indicato al punto 11 delle Norme di Piano. Risposta Si veda la risposta relativa all’ art 9.5, punto 2 (P), comma 1 - Tipi 6 e 7 punto 2.3 art 9.5, punto 2 (P), comma 3: si chiede di chiarire la relazione tra dotazione di parcheggio e superficie di vendita: la superficie di vendita deve essere considerata unitariamente esclusivamente quando ricorrono le condizioni stabilite dalle norme statali e regionali vigenti; la dotazione di parcheggi deriva dalle superfici di vendita e non può essere un criterio per definire le superfici destinate alla vendita. Risposta Il comma in oggetto non intende introdurre criteri differenti da quelli stabiliti dalle normative statali e regionali vigenti per il calcolo delle superfici di vendita. Viceversa, l’intento è quello di ricondurre alcuni casi specifici ad una classificazione tipologica coerente con normative vigenti. Si pensi ad esempio ad un’area commerciale integrata servita da un unico parcheggio interrato dotato di collegamenti verticali che consentono di accedere alle strutture commerciali sovrastanti. Da un punto di vista architettonico, tale parcheggio costituisce un “basamento” sopra il quale si organizzano pieni (gli edifici commerciali) e vuoti (i percorsi, gli spazi di sosta) e di conseguenza l’insediamento commerciale nel complesso potrebbe essere considerato come una sorta di “centro commerciale estroverso”, dove alla classica galleria di distribuzione interna si sostituiscono percorsi pedonali all’aperto. Il comma vuole chiarire che tale conformazione dell’insediamento non deve essere ricondotta alla tipologia di centro commerciale, bensì a quella di area commerciale integrata o di aggregazione di medie superfici ai sensi della Del. Reg. 653/2005. Per rendere più chiara la comprensione del comma 3) si modifica il testo dell’apparato normativo come segue:

3 - Ai fini del contenimento dell’l'impermeabilizzazione dei suoli, si stabilisce che la realizzazione delle previste dotazioni di parcheggio, nell’interrato degli edifici o in annessi parcheggi pluripiano, non costituisce, di per sé, un criterio per considerare unitariamente la superficie di vendita e dare luogo alla definizione di centro commerciale o grande struttura di vendita, anche nel caso in cui tali parcheggi siano al servizio di una

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pluralità di strutture di vendita poste nella stessa area o in aree fra loro contigue. 6 - L’esistenza di parcheggi interrati o di parcheggi pluripiano, di cui al successivo punto 12) comma 6, al servizio di una pluralità di strutture nell’ambito di insediamenti commerciali di tipo 5, 6, 12, 13, 14, 22 anche qualora si trattasse di parcheggi pluripiano - interrati o fuori terra - sui quali vengono realizzate una pluralità di edifici commerciali fisicamente non accostati, collegamenti pedonali, spazi di servizio comuni, non è sufficiente per dare luogo alla definizione di centro commerciale o di grande struttura di vendita.

punto 2.4 art 9.5, punto 2 (P), comma 4: non si ritengono legittime le previsioni ivi contenute in quanto vengono introdotte modifiche alla normativa regionale vigente laddove è stabilito che non vanno considerate unitariamente strutture di vendita fisicamente accostate, contrastando palesemente la previsione contenuta nella Del.Reg. 653/2005. Risposta Si veda la risposta relativa all’ art 9.5, punto 2 (P), comma 1 - Tipi 6 e 7 punto 2.5 art 9.5, punto 3 (P), comma 3, lett. b): nell’ambito degli insediamenti di rilevanza provinciale con attrazione di livello inferiore vengono indicati quali poli funzionali le aree destinate ad ospitare strutture ad esclusione di quelle di livello superiore. Si richiama riguardo Del. Reg. 1253/1999 e s.m.i. che definisce poli funzionali esclusivamente le aree commerciali integrate di livello superiore. Si propone di modificare il termine polo con il termine “area”. Risposta Si concorda con l’osservazione e sul fatto che una duplice definizione di “polo funzionale” sia motivo di confusione. A tal proposito si chiarisce che nel PTCP vengono denominati:

• Poli funzionali a marcata caratterizzazione commerciale: aree commerciali di livello superiore (ai sensi della Del. Reg. 1253/1999 e s.m.i);

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• Poli Funzionali: aree ad elevata specializzazione funzionale nelle quali sono concentrate, in ambiti identificabili per dimensione spaziale ed organizzazione morfologica unitaria, una o più funzioni strategiche o servizi ad alta specializzazione economica, scientifica, culturale, sportiva, ricreativa e della mobilità. I poli funzionali sono inoltre caratterizzati dalla forte attrattività di un numero elevato di persone e di merci e da un bacino d'utenza di carattere sovracomunale, tali da comportare un forte impatto sui sistemi territoriali della mobilità e conseguentemente sul sistema ambientale e della qualità urbana. (ai sensi dell’Art. A-15 della L.R. 20/2000);

Si chiede pertanto di mantenere la definizione di polo funzionale, anche per quelle aree destinate ad ospitare più funzioni integrate, tra cui commercio di livello inferiore, specificando quanto segue: Polo Funzionale (ai sensi dell’Art. A-15 della L.20/2000). punto 2.6 art 9.5, punto 3.(P), comma 3, lett. d3): si riserva all’esclusiva consultazione con i Comuni confinanti e i Comuni dell'ambito l'ampliamento di aggregazioni di medie nel limite del 20% anche qualora tale ampliamento determini il superamento di 5000 mq. di superficie di vendita. Si richiama a tale proposito la disposizione della delibera del Consiglio regionale n. 653 del 2005 che riserva alla competenza del PTCP l'individuazione di tali aree. Qualora si voglia mantenere la previsione andrebbe quanto meno specificato che nel caso di superamento dei 5000 mq. di superficie di vendita l'ampliamento può essere consentito una sola volta, in deroga alla previsione del PTCP, per autorizzazioni rilasciate prima dell'entrata in vigore del PTCP; Risposta: Si modifica il testo dell’apparato normativo come segue:

3.(P) - Definizione dei livelli di rilevanza delle strutture e degli insediamenti commerciali

comma 3, lett d3): tutti i casi di ampliamento di strutture o aggregazioni preesistenti di rilevanza comunale entro i limiti del 20% della superficie di vendita precedentemente autorizzata, anche qualora l'ampliamento di aggregazione di medie strutture configuri il superamento dei 5.000 mq.

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complessivi dell’insediamento commerciale Nel caso di aggregazioni di medie strutture il cui ampliamento configuri il superamento dei 5.000 mq di SV complessivi dell’insediamento commerciale, l'ampliamento può essere consentito una sola volta, in deroga alla previsione del PTCP, per autorizzazioni rilasciate prima dell'entrata in vigore della variante al PTCP in materia di insediamenti commerciali.

punto 2.7 art 9.5, punto 5 (P), comma 5: con riferimento ai nuovi poli funzionali a marcata caratterizzazione commerciale del Postrino, in comune di S. Giovanni in Persiceto, e di Altedo-S. Pietro in Casale, nei comuni di Malalbergo e S. Pietro in Casale, si chiede un più aderente riferimento alle indicazioni contenute nella VALSAT circa la valutazione di incidenza sui Siti di Importanza Comunitaria e sulle Zone di Protezione Speciale interessati. In coerenza con le disposizioni di piano, si chiede che le indicazioni delle misure di mitigazione contenute nella Valsat vengano recepite nel previsto Accordo territoriale e che la valutazione di incidenza relativa ai successivi livelli di pianificazione e di progettazione dei poli tenga conto anche dei possibili effetti cumulativi sui SIC-ZPS in questione generati dagli adeguamenti infrastrutturali previsti. Risposta: Si modifica il testo dell’apparato normativo come segue:

5.(P) - Poli funzionali ad elevata specializzazione commerciale e aree commerciali di rilevanza provinciale

Ambito 02 – TERRE D’ACQUA

Polo funzionale del Postrino

Sono ammesse grandi strutture delle tipologie 6 e 7 7 e 8 eventualmente all'interno di Aree commerciali integrate delle tipologie 10, 11 12 e 13 o, in alternativa, in centri commerciali della tipologia 8 e 9 9, 10; l'Accordo territoriale dovrà inoltre garantire i seguenti requisiti per la sostenibilità ambientale e territoriale:

a. l’attuazione delle strutture commerciali di rilevanza provinciale e sovracomunale contenute nel Polo è subordinata all’entrata in esercizio degli adeguamenti infrastrutturali, con riferimento alla Trasversale di

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Pianura quale priorità stabilita dal Piano della Mobilità Provinciale; inoltre, fra le opere necessarie alla realizzazione della struttura commerciale, dovrà essere previsto un adeguato allacciamento al sistema viario della trasversale-Persicetana; all’adeguamento dell’allacciamento Trasversale-Persicetana da concordare con la Provincia di Bologna nel previsto Accordo Territoriale;

b. l’attuazione delle strutture commerciali di rilevanza provinciale e sovracomunale contenute nel Polo è subordinata alle dovrà attenersi alle determinazioni risultati dello studio di incidenza, e della relativa valutazione della Valutazione di Incidenza (VINCA) contenuta nella Valsat:, relative alle eventuali interferenze tra l’area commerciale e il SIC- ZPS (). relativamente alle misure di mitigazione individuate, che dovranno essere recepite nell’Accordo territoriale del Polo. Le valutazioni di incidenza relative ai successivi livelli di pianificazione e di progettazione, dovranno inoltre tener conto dei possibili effetti cumulativi sul SIC-ZPS “La Bora” generati da eventuali adeguamenti infrastrutturali o derivanti dalla realizzazione delle opere previste dai piani, progetti o interventi. Tali studi dovranno verificare la compatibilità ambientale di ogni trasformazione del territorio attraverso l’analisi delle possibili conseguenze negative sugli habitat e sulle specie animali e vegetali di interesse comunitario, tenendo conto degli obiettivi di conservazione del sito ed al fine di garantire che esse non pregiudicheranno l'integrità del sito stesso, anche attraverso gli opportuni provvedimenti di mitigazione e/o compensazione.

Ambito 03 – RENO GALLIERA, Ambito 04 – TERRE DI PIANURA

Polo funzionale di Altedo-San Pietro in Casale (comuni di San Pietro in Casale e Malalbergo)

Sono ammesse grandi strutture delle tipologie 2, 7 8 all'interno di Aree commerciali integrate delle tipologie 5 o 9 6 13 con esplicita esclusione delle tipologie 1, 3, 4, 6, 8; 7, 9, 12 l'Accordo territoriale dovrà inoltre garantire i seguenti requisiti per la sostenibilità ambientale e territoriale:

a. l’attuazione delle strutture commerciali di rilevanza provinciale e sovracomunale contenute nel Polo è subordinata alla realizzazione degli adeguamenti infrastrutturali afferenti all’ambito, da concordarsi nell’apposito Accordo Territoriale, il quale dovrà contenere altresì un approfondimento tecnico circa la necessità di collegamento tra il Polo e la

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stazione SFM di San Pietro in Casale; data la particolare collocazione dell’ambito, ricadente sul territorio di Comuni appartenenti a distinte Associazioni Intercomunali e Unioni di Comuni, si ritiene opportuno che tale Accordo debba essere sottoscritto dai Comuni di San Pietro in Casale e Malalbergo interessati dall’intervento, sentito il parere dell’Associazione Intercomunale Terre di Pianura e dell’Unione dei Comuni di Reno Galliera, dalla Provincia di Bologna e dalla Regione Emilia Romagna;

b. l’attuazione delle strutture commerciali di rilevanza provinciale e sovracomunale contenute nel Polo è subordinata alle dovrà attenersi alle determinazioni risultati dello studio di incidenza, e della relativa valutazione della Valutazione di Incidenza (VINCA) contenuta nella Valsat:, relative alle eventuali interferenze tra l’area commerciale e il SIC- ZPS (). relativamente alle misure di mitigazione individuate, che dovranno essere recepite nell’Accordo territoriale del Polo. Le valutazioni di incidenza relative ai successivi livelli di pianificazione e di progettazione, dovranno inoltre tener conto dei possibili effetti cumulativi sul SIC-ZPS “Biotopi e ripristini ambientali di Bentivoglio, S.Pietro in Casale, Malabergo e Baricella” generati da eventuali adeguamenti infrastrutturali o derivanti dalla realizzazione delle opere previste dai piani, progetti o interventi. Tali studi dovranno verificare la compatibilità ambientale di ogni trasformazione del territorio attraverso l’analisi delle possibili conseguenze negative sugli habitat e sulle specie animali e vegetali di interesse comunitario, tenendo conto degli obiettivi di conservazione del sito ed al fine di garantire che esse non pregiudicheranno l'integrità del sito stesso, anche attraverso gli opportuni provvedimenti di mitigazione e/o compensazione.

punto 2.8 art. 9.5, punto 12: Si chiede di tenere conto, nell’ambito dei principi generali a cui occorre prestare attenzione nelle differenti fasi pianificatorie, attuative, progettuali e gestionali delle strutture commerciali, delle disposizioni della normativa regionale in materia di riduzione dell’inquinamento luminoso e di risparmio energetico (L.R. 19/03, DGR 2263/2005 e DDGA 14096/2006) in tutti i nuovi interventi di illuminazione esterna pubblica e privata, al fine di limitare l’inquinamento luminoso e perseguire notevoli risparmi energetici. Risposta:

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Si aggiunge al punto 12. comma 2, nell’ambito dei principi generali a cui occorre prestare particolare attenzione nelle fasi pianificatorie, attuative, progettuali e gestionali, quello della riduzione dell’inquinamento luminoso e del risparmio energetico negli interventi di illuminazione esterna pubblica e privata. Relativamente agli specifici riferimenti normativi, le Linee Guida ACEA (allegato N delle norme tecniche di attuazione del Piano del Commercio Provinciale) rimandano esplicitamente alla L.R.19/03 e alla DGR 2263/2005, nell’ambito delle schede dedicate al tema del risparmio energetico. In particolare, le Linee Guida ACEA individuano l’obiettivo 4 – tema ENERGIA (pag. 39) ovvero: “perseguire il risparmio energetico e il contenimento dell’inquinamento luminoso negli ambienti esterni pubblici e privati”. Come azione con Livello di priorità 1, obbligatoria per i nuovi insediamenti commerciali in tema di risparmio energetico, si individua invece la seguente: “in tutte le aree esterne (pubbliche e private) garantire un’illuminazione energeticamente efficiente, e utilizzare corpi illuminanti che non consentano la dispersione dei flussi luminosi verso l’alto”. Si indicano poi come azioni specifiche quelle contenute nelle seguenti normative: L.R. 29 settembre 2003 n.19, Direttiva per l’applicazione dell’art. 2 della L.R. 29 settembre 2003 n.19 (DGR 2263/2005), UNI 10439, UNI 10619, Norma CEI 34-33, Norme CEI del comitato 34 “Lampade e relative apparecchiature”. Si provvede pertanto ad aggiungere ai riferimenti normativi di cui sopra, il riferimento al DDGA 14096/2006 Si ricorda infine che il punto 12, comma 4) let. h) dell’ art. 9.5 specifica che il soddisfacimento di tutte le azioni con priorità 1 e delle relative azioni specifiche delle Linee Guida ACEA sono vincolanti per l’autorizzazione all’apertura di nuove strutture commerciali di competenza provinciale e sovracomunale. punto 2. 9 art 9.5, punto 14: Al fine di rendere la disciplina della perequazione territoriale, prevista al punto 14 delle norme della variante adottata, compatibile rispetto agli obiettivi, ai limiti e alle condizioni di tale istituto, definiti dall’art. 15, comma 3, della LR 20/2000 e già ribaditi ed esplicitati nel parere reso dalla Regione nell’ambito della Conferenza di pianificazione (delibera della Giunta regionale n. 519 del 14.4.2008) si chiede di sostituire il punto 14 (D) perequazione territoriale. Risposta Si modifica il testo dell’apparato normativo come segue:

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14.(D) – Perequazione territoriale

1 - Ai sensi dell’art. 15 comma 3 della L.R. 20/2000 e dell’art. 15.6 del PTCP, l’attuazione di nuovi insediamenti commerciali di rilevanza provinciale o sovracomunale, come definiti al precedente punto 3 del presente articolo, è soggetta a perequazione territoriale. 2 - A tal fine, sulla base dell’accordo territoriale sottoscritto dalla Provincia e dai Comuni coinvolti nella realizzazione degli interventi di cui al comma precedente, nonché dal Nuovo Circondario Imolese, le risorse derivanti ai Comuni dall’attuazione di nuovi insediamenti commerciali di rilevanza provinciale o sovracomunale confluiscono in un Fondo. Lo stesso accordo territoriale dovrà precisare inoltre le modalità di gestione del fondo, la costituzione degli organi di gestione e le opportune specificazioni sull’utilizzo delle risorse conferite al fondo stesso. Il medesimo fondo può essere costituito attraverso uno strumento di concertazione generale che coinvolge la Provincia e i Comuni interessati alle attività commerciali del presente strumento. 3 - Sono da conferire al Fondo Provinciale quota parte degli oneri di urbanizzazione secondaria e dell’ICI, e un “contributo di sostenibilità” la cui entità sarà definita in ciascun Accordo Territoriale, necessario per l’attuazione delle strutture commerciali di cui al comma 1. in funzione della realizzazione delle opere e delle mitigazioni necessarie a garantire la sostenibilità dell’attuazione delle strutture commerciali di cui al comma 1. 4 - La costituzione del fondo ha lo scopo di finanziare:

a. con una parte delle risorse pari al 75%, la realizzazione, nel territorio provinciale, delle opere infrastrutturali strategiche e prioritarie secondo il Piano della Mobilità Provinciale connesse alla realizzazione delle specifiche previsioni;

b. con una parte delle risorse pari al 25%, gli interventi nei centri urbani, e in particolare nei “centri commerciali naturali” a sostegno della qualificazione e valorizzazione del commercio tradizionale e di vicinato. 5 - Nei Comuni che non hanno sottoscritto l’accordo o lo strumento di concertazione, di cui al precedente comma 2, non sono autorizzabili i nuovi insediamenti di rilevanza provinciale o sovracomunale , ancorché considerati ammissibili ai sensi dei punti precedenti che non assicurino

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comunque la realizzazione delle infrastrutture per la mobilità necessarie per la sostenibilità degli stessi individuate dal presente piano.“

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3. DEDUZIONE ALLE OSSERVAZIONI PERVENUTE ED AI CONTRIBUTI VALUTATIVI

3.1 REGISTRO DELLE OSSERVAZIONI

REGISTRO DELLE OSSERVAZIONI FORMULATE AL POIC DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA

ADOTTATO CON DELIBERA DI CONSIGLIO N. 41 DEL 15/07/2008 IN FASE DI DEPOSITO DAL 12/08/2008 AL 13/10/2008

n. progressivo N. P.G. data P.G. data invio soggetto proponente

1 368524 11/09/2008 10/09/2008 Dream Island S.r.l.

2 368534 11/09/2008 10/09/2008 A.B.C. Immobiliare S.p.a

3 377509 16/09/2008 12/09/2008 Confartigianato Bologna

4 396116 29/09/2008 26/09/2008 Legacoop Bologna

4bis 411806 06/10/2008 03/10/2008 Esselunga S.p.a

5 417086 08/10/2008 08/10/2008 Provincia di Bologna

6 418593 09/10/2008 08/10/2008 A.B.C. Immobiliare S.p.a (integrazione)

7 419830 10/10/2008 08/10/2008 Service Cento S.p.a

8 419837 10/10/2008 09/10/2008 COGEI COSTRUZIONI S.p.a

9 420131 10/10/2008 09/10/2008 Comune di Ozzano dell’Emilia

10 420304 10/10/2008 09/10/2008 ATAMAN Srl

11 420834 10/10/2008 10/10/2008 Comune di San Giovanni in Persiceto

12 420865 10/10/2008 10/10/2008 Città di Imola

13 421224 10/10/2008 10/10/2008 DECATHLON

14 422511 13/10/2008 10/10/2008 Confersercenti Bologna

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15 422527 13/10/2008 13/10/2008 Comune di Budrio

16 422528 13/10/2008 10/10/2008 ASCOM Bologna

17 422534 13/10/2008 10/10/2008 Nuovo Circondario Imolese

18 423006 13/10/2008 13/10/2008 ANCE Bologna

19 423561 13/10/2008 09/10/2008 CNA Imola

20 423564 13/10/2008 08/10/2008 Comune di Dozza

21 423589 13/10/2008 08/10/2008 Soprintendenza per i beni Archeologici dell’Emilia Romagna

22 424164 13/10/2008 13/10/2008 Associazione Intercomunale Terre di Pianura

23 424168 13/10/2008 13/10/2008 Unione dei Comuni Reno Galliera

24 425882 14/10/2008 14/10/2008 Associazione Futura Operatori Economici del Comune di Malalbergo

25 428081 15/10/2008 14/10/2008 Comune di Crespellano

26 428602 15/10/2008 10/10/2008 Lefim Promotion Real Estate Development

27 428890 15/10/2008 13/10/2008 Comune di Molinella

28 428899 15/10/2008 10/10/2008 Comune di Casalecchio di Reno

29 430771 16/10/2008 15/10/2008 Comune di Bologna

30 440442 23/10/2008 21/10/2008 Dream Island S.r.l. (integrazione)

31 446892 28/10/2008 22/10/2008 Comune di Anzola dell’Emilia

32 461455 05/11/2008 03/11/2008 Comune di Bologna (integrazione)

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3.2 SINTESI DELLE OSSERVAZIONI E RISPOSTE PUNTUALI

OSSERVAZIONE N. 1 Prot. N. 368524 del 11/09/2008

PROPONENTE: Dream Island S.r.l

Contenuti dell’osservazione e risposte dettagliate L’osservazione si articola in un unico punto: Punto 1 – tema: Aree per grandi strutture di vendita e aggregazioni di medie non sottoposte ad Accordo Territoriale La società chiede di individuare nel PTCP in materia di insediamenti commerciali la possibilità di realizzare nell'area di proprietà, posta in via Enrico Mattei 6, medie strutture di vendita a partire da 5.000 mq ed oltre. Risposta Sulla base delle analisi svolte relativamente alla dotazione di Superficie di Vendita nell’area del Capoluogo, emerge una dotazione commerciale altamente superiore rispetto ad altre parti del territorio provinciale. Sebbene il Piano riconfermi il ruolo e l’importanza del Comune di Bologna quale attrattore commerciale di rilevanza regionale, a seguito di specifici confronti tecnici con l’Amministrazione Comunale di Bologna, si ribadisce la volontà di non prevedere ulteriori aree di rilevanza provinciale, oltre a quelle già previste (p.to 5, comma 5 - Ambito 01 delle NTA). Si ricorda tuttavia che resta in capo al Comune, sulla base delle previsioni espresse nei propri strumenti urbanistici, la facoltà di localizzare nelle aree, insediamenti di rilevanza sovracomunale e comunale (p.to 3, comma 3 e p.to 4 comma 2 delle NTA).

Sintesi finale In conclusione, a seguito delle considerazioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente NON ACCOGLIBILE

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OSSERVAZIONE N. 2

Prot. N. 368 del 11/09/2008 PROPONENTE: A.B.C Immobiliare S.p.a

Contenuti dell’osservazione e risposte dettagliate

L’osservazione si articola in un unico punto: Punto 1 – tema: Aree per grandi strutture di vendita e aggregazioni di medie non sottoposte ad Accordo Territoriale La società chiede di individuare nel Piano la possibilità di realizzare nell'area di proprietà, posta in via Larga 33, medie strutture di vendita a partire da 5.000 mq ed oltre. Risposta Sulla base delle analisi svolte circa la dotazione di Superficie di Vendita nell’area del Capoluogo, emerge una dotazione commerciale altamente superiore rispetto ad altre parti del territorio provinciale. Sebbene il Piano riconfermi il ruolo e l’importanza del Comune di Bologna quale attrattore commerciale di rilevanza regionale, a seguito di specifici confronti tecnici con l’Amministrazione Comunale di Bologna, si ribadisce la volontà di non prevedere ulteriori aree di rilevanza provinciale, oltre a quelle già previste (p.to 5, comma 5 - Ambito 01 delle NTA). Si ricorda tuttavia che resta in capo al Comune, sulla base delle previsioni espresse nei propri strumenti urbanistici, la facoltà di localizzare nelle aree, insediamenti di rilevanza sovracomunale e comunale (p.to 3, comma 3 e p.to 4 comma 2 dell’art.9.5).

Sintesi finale

In conclusione, a seguito delle considerazioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente NON ACCOGLIBILE.

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OSSERVAZIONE N. 3 Prot. N. 377509 del 16/09/2008

PROPONENTE: Confartigianato Bologna

Contenuti dell’osservazione e risposte dettagliate L’osservazione si articola in un unico punto: Punto 1 – tema: Range di variazione per le nuove grandi strutture A fronte della crisi a cui è soggetto il commercio tradizionale e dei forti impatti che la Grande Distribuzione Organizzata genera nei confronti del piccolo commercio, si chiede di fare un'ulteriore riflessione e di limitare pertanto la disponibilità di metratura prevista dal Piano. Risposta Gli effetti cumulativi della grande distribuzione sul tessuto economico ed urbano saranno monitorati esaminando, come è stato fatto nel Quadro conoscitivo, l'evoluzione di tutti i diversi comparti della rete commerciale nel corso del tempo. Nel Piano è prevista infatti l'istituzione di un tavolo interistituzionale (p.to 15 delle NTA) per la verifica dello stato dell'intera rete distributiva, tavolo che prevede la partecipazione anche delle principali organizzazioni economiche e sociali rappresentative degli operatori del commercio e dei consumatori. Attraverso tale azione specifica di monitoraggio si prevede quindi un esame ex post delle conseguenze dell'attuazione delle previsioni per individuare eventuali correttivi, specie per quanto riguarda le scelte operative di breve termine e, in specifico, quelle relative alle metrature indicate nel range di variazione per le grandi strutture. Si ricorda infine che l’attuazione di nuovi insediamenti commerciali di rilevanza provinciale e sovracomunale è soggetta a perequazione territoriale e che le risorse derivanti da tale meccanismo avranno lo scopo di finanziare, con una parte delle risorse pari al 25%, interventi a sostegno del piccolo commercio e dei centri commerciali naturali. Si ritiene pertanto la richiesta CHIARITA dalle considerazioni svolte, ritenendo la proposta di revisione del Range non accoglibile, anche ai sensi dell’Accordo di Pianificazione sottoscritto con la regione Emilia Romagna, che esclude la possibilità di apportare modifiche sostanziali al Piano, senza prescindere dalle procedure previste dalla L.R. 20/2000 per la variazione del PTCP.

Sintesi finale In conclusione, a seguito delle considerazioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente NON ACCOGLIBILE.

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OSSERVAZIONE N. 4 Prot. N. 396116 del 29/09/2008

PROPONENTE: Legacoop Bologna

Contenuti dell’osservazione e risposte dettagliate L’osservazione espone i seguenti 6 punti: Punto 1 – tema: Range di variazione per le nuove grandi strutture Relativamente al range di variazione, il comma 2 del p.to 10 delle NTA, si ritiene che le priorità per l'utilizzo del suddetto range non dovrebbero dipendere unicamente dalla data di presentazione della domanda, ma da criteri capaci di esprimere, in maniera comparata, il miglioramento dell'offerta, il recupero di squilibri territoriali, la qualità dell'intervento. In ogni caso sarebbe auspicabile assegnare la priorità di insediamento alle imprese già esistenti, anche attraverso la concentrazione e l'accorpamento di superfici già autorizzate al fine di promuovere interventi di riqualificazione della rete. Risposta Si ritiene che i temi della qualità degli interventi, del miglioramento dell’offerta, del recupero di squilibri territoriali siano adeguatamente affrontati dal quadro normativo proposto. Per quanto riguarda il tema della “qualità”, le NTA al punto 12 “Qualificazione energetico ambientale e formale delle strutture commerciali”, specificano al comma 4, che l’autorizzazione all’apertura di nuove grandi strutture, è comunque vincolata al soddisfacimento di tutte le azioni con priorità 1 individuate all’interno delle Linee Guida ACEA, così come il recepimento di tali azioni all’interno degli elaborati progettuali, è condizione necessaria per l’espressione di parere favorevole della Provincia, in sede di Conferenza dei Servizi, per il rilascio dell’autorizzazione commerciale. Dal un punto di vista degli “squilibri territoriali” si ricorda invece che il disegno strutturale di Piano punta a riequilibrare l’offerta commerciale, oggi per lo più concentrata nell’area centrale bolognese e lungo la direttrice della via Emila Levante, promuovendo un’ organizzazione territoriale dei poli commerciali di attrazione provinciale in linea con il disegno policentrico sostenuto dal PTCP. In ultimo, circa il tema delle imprese esistenti, il Piano riconosce l'importanza della riqualificazione della rete esistente, ammettendo la possibilità di ampliamenti una tantum fino al 20% non computabili ai fini del range per progetti di riqualificazione di insediamenti commerciali. Si ritiene pertanto la richiesta CHIARITA dalle considerazioni svolte

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Punto 2 – tema: Elenco delle tipologie Oltre alla percezione di un ispessimento burocratico, nella ricerca di un'identificazione precisa delle tante varianti di insediamenti commerciali, non è chiaro come debba essere interpretato il limite dei 4.500 mq nei centri commerciali di attrazione inferiore, se questo debba essere riferito al settore merceologico o alla struttura. Sarebbe opportuno riferirlo alla struttura, ovvero alla grande superficie del centro commerciale. Occorrerebbe inoltre maggiore perentorietà per le macro tipologie e maggiore flessibilità per le tipologie inferiori. Risposta Ai sensi delle normative regionali e come specificato anche nel documento di Riserve presentato dalla Regione Emilia Romagna, il limite dei 4.500 mq fissato per i centri commerciali di attrazione inferiore deve essere riferito al settore merceologico (alimentare). Si concorda invece con il fatto che la classificazione tipologica proposta nelle norme tecniche debba essere resa univocamente interpretabile e di immediata comprensione per quanto riguarda le caratteristiche specifiche dei tipi previsti, così come si rende necessario verificare che i combinati disposti degli art. 2 e 3 non generino confusione rispetto all’individuazione delle norme sulle procedure autorizzative. Si provvede pertanto a rivedere i punti 2 e 3 delle NTA. Si specifica inoltre che, relativamente alle procedure per l'attuazione del PTCP in materia di insediamenti commerciali di cui al punto 4 dell’art. 9.5, l'obiettivo è quello di ricondurre ciascun insediamento al livello di pianificazione e programmazione più adeguato in relazione all'effettivo livello di rilevanza territoriale coerentemente con il principio di sussidiarietà di cui all'art. 1 della L.R. 20/2000. Si ritiene pertanto la richiesta CHIARITA dalle considerazioni svolte. Punto 3 – tema: Poli Funzionali ad elevata specializzazione commerciale - localizzazioni Non tutte le localizzazioni sembrano coerenti con gli indirizzi generali (p.to 7 NTA), né con le dinamiche di offerta-domanda, né con l'integrazione nei contesti urbani. In particolare non risultano coerenti le localizzazioni del Polo del Postrino e Altedo-San Pietro in Casale. Risposta Il disegno strutturale di Piano, oltre che riconfermare quanto già definito dal PTCP in materia di poli funzionali, è frutto di una concertazione che ha visto a confronto Amministrazioni locali, Enti del territorio ed Associazioni Economiche e sociali, in un'unica sede qual è stata la Conferenza di Pianificazione. L’esito di tale confronto ha portato la Provincia di Bologna, in accordo con la Regione, a confermare le previsioni del PTCP con lo scopo di dotare e riequilibrare parte del territorio

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provinciale oggi gravato da forti dinamiche di evasioni per acquisti verso l’area centrale del territorio o addirittura al di fuori di esso. Il PTCP persegue l’obiettivo di riprendere/intraprendere un processo di potenziamento del policentrismo, specie in direzione di quei centri ordinatori intermedi che potrebbero mediare il forte ruolo attrattore del capoluogo, favorendo il formarsi di centri integrati di servizio attrattivi in ciascuna delle zone del territorio caratterizzate da trend di crescita della popolazione residente ed al tempo stesso di deficit di servizi. La proposta si intende dunque CHIARITA. Punto 4 – tema: Poli Funzionali ad elevata specializzazione commerciale – condizioni di sostenibilità Si condividono le motivazioni ma non sempre l'applicazione di vincoli all'attuazione forniscono decisioni autorizzative univoche e certe, come sarebbe auspicabile aspettarsi dalle Pubbliche Amministrazioni nei confronti degli operatori economici. Risposta I forti impatti generati dai carichi urbanistici dei poli funzionali, in particolare quelli destinati ad ospitare grandi funzioni commerciali, soprattutto sul sistema della mobilità rendono inevitabile la contemporanea realizzazione delle infrastrutture necessarie a garantirne la sostenibilità, coerentemente a quanto espresso anche dall'art. 6 della L.R. 20/2000. L’applicazione di “vincoli”, o meglio la definizione di criteri di sostenibilità a cui subordinare l’autorizzazione commerciale, è stata definita in maniera univoca per tutti i poli o aree di rilevanza provinciale in ragione delle problematiche che insistono sugli ambiti territoriali in cui le strutture saranno localizzate. Sarà compito dei Collegi di Vigilanza istituiti nei singoli Accordi territoriali (preliminari anch’essi all’autorizzazione commerciale) garantire il rispetto di tali condizioni. Si ritiene pertanto la richiesta CHIARITA dalle considerazioni svolte. Punto 5 – tema: Aree Commerciali Ecologicamente Attrezzate I vincoli derivanti dall'applicazione delle direttive sarebbe più agevole affrontarli all'interno di un sistema di incentivi che ne facilitino l'attuazione (es. la maggior efficienza energetica potrebbe essere tra i criteri di scelta per selezionare i progetti da inserire nel range). Risposta Per ciò che riguarda i nuovi poli o aree di rilevanza provinciale il Piano compie già scelte in tal senso, al punto 13 comma 4 delle Norme viene infatti stabilito in termini di direttiva il raggiungimento delle condizioni urbanistico-architettoniche rispondenti alle Linee Guida ACEA (di cui all’allegato N); in funzione dell’utilizzo del Range di Variazione ai fini del Piano ciò contribuisce ai criteri di selezione per

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il rilascio delle autorizzazioni. Si ritiene pertanto la richiesta CHIARITA dalle considerazioni svolte. Punto 6 – tema: Perequazione Territoriale Pur condividendo il principio, appare poco rassicurante il rinvio a ciascun accordo territoriale senza alcun riferimento di criteri per la valutazione di ciascun caso, rischiando così di introdurre differenze dei costi degli insediamenti commerciali non imputabili a scelte produttive ma a volontà discrezionali delle Pubbliche Amministrazioni. Risposta il PTCP definisce, analogamente a quanto già fatto per gli ambiti produttivi di rilevanza sovracomunale, gli accordi territoriali quale strumento attuativo delle scelte effettuate. Aspetto fondamentale di tale strumento non è la discrezionalità con cui vengono disciplinati i singoli ambiti bensì la condivisione di un disegno unitario per una programmazione e pianificazione delle aree all'interno del più ampio progetto territoriale, tra i soggetti interessati dallo sviluppo delle aree. Si ritiene la richiesta CHIARITA dalle considerazioni svolte.

Sintesi finale

In conclusione, a seguito delle considerazioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente PARZIALMENTE ACCOGLIBILE.

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OSSERVAZIONE N. 4 bis Prot. N. 411806 del 06/10/2008

PROPONENTE: Esselunga S.p.a

Contenuti dell’osservazione e risposte dettagliate L’osservazione si articola in un due punti: Punto 1 – tema: Modifica delle determinazioni della Conferenza dei Servizi del 2000. Si chiede di modificare le determinazioni della Conferenza provinciale dei Servizi del 29/5/2000, al fine dell’attivazione del procedimento amministrativo per il cambiamento della tipologia commerciale da medio piccola struttura alimentare a medio grande struttura alimentare all’interno del centro commerciale “Santa Viola” nel comune di Bologna. Risposta Il Piano del Commercio Provinciale, che sostituisce integralmente la precedente programmazione, prevede unicamente specifiche determinazioni per quanto riguarda la realizzazione degli interventi commerciali previsti dalla precedente programmazione e non ancora attuati (allegato M alle Norme Tecniche). Pertanto, relativamente alla struttura esistente Centro Commerciale “Santa Viola”, le determinazioni precedentemente assunte non costituiscono più riferimento al fine del rilascio del parere preliminare all’autorizzazione commerciale in Conferenza dei Servizi. Si ritiene la richiesta CHIARITA dalle considerazioni svolte. Punto 2 – tema: Richiesta di parere di fattibilità Si chiede un parere di fattibilità per poter successivamente attivare la procedura della Conferenza Regionale dei Servizi (prevista per le autorizzazioni commerciali delle Grandi strutture di vendita), in merito all’ampliamento in oggetto. Risposta Coerentemente con gli iter procedurali previsti dalla disciplina normativa vigente, l’espressione del parere di fattibilità richiesto avverrà a fronte degli studi sugli effetti ambientali prodotti ai fini dell’attivazione della Conferenza dei Servizi per il rilascio dell’autorizzazione commerciale. Si ritiene pertanto la richiesta CHIARITA dalle considerazioni svolte

Sintesi finale In conclusione si ritiene la richiesta complessivamente CHIARITA a seguito delle considerazioni svolte.

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OSSERVAZIONE N. 5

Prot. N. 417086 del 08/10/2008 PROPONENTE: Provincia di Bologna

Contenuti dell’osservazione e risposte dettagliate

L’osservazione espone i seguenti 12 punti: Punto 1 – tema: Definizioni: Ai fini di rendere maggiormente comprensibile l’apparato normativo è utile inserire un elenco con le principali definizioni dei termini maggiormente utilizzati in materia di pianificazione commerciale e territoriale. Risposta Si provvede ad integrare il testo delle Norme Tecniche. La proposta è dunque ACCOGLIBILE. Punto 2 – tema: Principi generali e ambiti territoriali di riferimento(p.to 1 NTA) Si propone di integrare il comma 6, specificando che gli ambiti territoriali sovracomunali rilevanti ai fini della programmazione commerciale costituiscono riferimento per la sottoscrizione degli Accordi Territoriali in attuazione del PTCP in materia di insediamenti commerciali. Tali Ambiti potranno essere modificati nell’eventualità di nuovo assetto istituzionale. Si propone inoltre di introdurre la seguente integrazione al comma 8: 8 - All’interno di questo campo di possibile applicazione, ciascun Comune individua nel PSC specificamente i singoli centri e nuclei ove non risulti possibile garantire un’adeguata presenza di esercizi di vicinato, nei quali intenda applicare le disposizioni dell’art. 9 della L.R. 14/1999. Risposta Si provvede ad integrare i commi 6 e 8 del p.to 1. La proposta è dunque ACCOGLIBILE. Punto 3 - tema: Elenco delle tipologie di strutture di vendita e di Insediamenti commerciali (p.to 2 NTA): Rispetto alla stesura adottata delle Norme Tecniche è necessario: nell’ambito della classificazione proposta esplicitare per ogni tipo di struttura ed insediamento commerciale le caratteristiche dimensionali complessive -

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superficie di vendita complessiva e/o superficie territoriale- e le soglie dimensionali specifiche per settore merceologico; per il tipo 5 prevedere una specifica distinzione tra “aree commerciali integrate con medie e grandi strutture di livello inferiore e superiore” e “aree commerciali integrate con medie e grandi strutture di livello inferiore e superficie di vendita complessiva oltre 14.500mq”, ovvero tra aree commerciali definite di “livello superiore” ai sensi delle normative regionali vigenti e aree commerciali integrate considerate con “attrazione di livello superiore” ai fini del Piano del Commercio Provinciale, in relazione alla superficie di vendita complessiva delle strutture. ricondurre ad insediamenti di rilevanza e competenza provinciale le grandi strutture e i centri commerciali con superficie di vendita superiore a 3.500 mq o a 2.500 mq a seconda del livello dimensionale del Comune, erroneamente equiparati nell’ambito della classificazione proposta, ad aggregazioni di medie strutture di competenza comunale. rivedere i requisiti localizzativi previsti al comma 4, rendendo coerente il disposto combinato del comma 4 punto 2, con il punto 3, comma 3 lettere c) e d).

Risposta Si provvede ad integrare e modificare il p.to 2 delle Norme Tecniche. La proposta è dunque ACCOGLIBILE. Punto 4 - tema: Definizione dei livelli di rilevanza degli insediamenti commerciali e Indirizzi per la pianificazione degli insediamenti commerciali di rilevanza sovracomunale (p.to 3 e 7 NTA): E’ opportuno rendere coerenti i termini utilizzati alle lettere c) e d) del comma 3 con quanto previsto dalla L.R. 20/2000 relativamente agli ambiti che costituiscono riferimento per la pianificazione territoriale. Analoga modifica si rende necessaria anche al p.to 7. Risposta Si provvede ad integrare e modificare il p.to 3 ed il p.to 7 dell’art. 9.5 al fine di rendere maggiormente coerenti i termini utilizzati nelle Norme Tecniche. La proposta è dunque ACCOGLIBILE. Punto 5 - tema: Strumenti Attuativi e Procedure (p.to 4 NTA): Si propone di esplicitare con quali modalità e contenuti vengano recepite le Norme Tecniche di Attuazione negli strumenti urbanistici comunali vigenti, o in fase di definizione, al fine di assicurare una coerenza tra la programmazione commerciale e territoriale provinciale e la regolamentazione comunale. E’ opportuno inoltre articolare meglio il rapporto tra i suddetti strumenti urbanistici e gli Accordi

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Territoriali da sottoscrivere per dare attuazione ai Poli candidati ad ospitare funzioni commerciali. Risposta Si provvede ad integrare il p.to 4 delle Norme Tecniche. La proposta è dunque ACCOGLIBILE. Punto 6 - tema: Poli Funzionali ad elevata specializzazione commerciale e aree commerciali di rilevanza provinciale(p.to 5 NTA): Si rilevano le seguenti inesattezze per le quali se ne propone la correzione nella stesura definitiva di Piano:

Il Polo funzionale del CAAB risulta sia tra i Poli funzionali esistenti (lettera a) e pertanto soggetti solo ad ampliamenti funzionali, sia tra i nuovi poli riconosciuti dal POIC quindi soggetto all’utilizzo del range di variazione; si ritiene pertanto di dover differenziare e specificare la diversità degli ambiti di attuazione.

Affinché la numerazione degli ambiti, corrisponda a quella del P.to 1 dell’art. 9.5, l’ambito di Terre di Pianura dovrà corrispondere al n. 04 mentre Valle Idice al n. 05 e non come erroneamente riportato ai n. 05 e 06.

Si propone di modificare il comma 2, approfondendo il tema degli ampliamenti delle strutture commerciali esistenti di rilevanza provinciale, richiamando i contenuti degli art. 9.5 del vigente PTCP. Si propone inoltre di introdurre la seguenti modifiche al comma 4: 4 - Gli Accordi territoriali definiscono le superfici commerciali complessive, di qualsiasi tipologia, in ciascuno dei Poli funzionali, fatto salvo il rilascio delle relative autorizzazioni ad opera della Conferenza dei Servizi, da riferirsi alle sole strutture che per dimensione sono subordinate al rispetto del range di variazione triennale di cui al successivo punto 10. Gli Accordi territoriali, in recepimento delle disposizioni di cui al successivo comma 5, definiscono le condizioni di sostenibilità a cui l’attuazione delle strutture commerciali è subordinata nonché i contenuti in ordine alla disciplina della perequazione territoriale di cui al successivo p.to 14. Si propone di precisare quanto segue: • per i Poli Funzionali di Altedo-San Pietro in Casale e del Martignone quali

debbano essere i soggetti sottoscrittori dell’Accordo territoriale data la particolare collocazione degli ambiti.

• Per l’ambito del Nuovo Circondario Imolese, in tema di ampliamenti in deroga al p.to 11, che l’Accordo Territoriale a cui subordinare l’attuazione delle strutture dovrà essere sottoscritto preliminarmente all’approvazione del PSC.

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Si propone infine di introdurre la seguente integrazione al comma 7: 7 - All’interno dei Poli funzionali e delle aree di cui al precedente comma 5 e 6, l’ammissibilità degli esercizi di vicinato, di medie strutture non incluse in centri commerciali e, comunque, di strutture che non configurino tipologie di rilevanza sovracomunale, è regolata dagli Accordi Territoriali con riferimento alla superficie di vendita complessiva definita dagli Accordi stessi. Punto 7 – tema: Indirizzi per la pianificazione degli insediamenti commerciali di rilevanza sovracomunale, e Indirizzi per la pianificazione degli insediamenti di rilevanza comunale (p.to 7 e 8 NTA): Si propone di rendere maggiormente uniformi i contenuti dei p.ti in oggetto. Occorre inoltre apportare la seguente modifica al comma 2 per ciò che concerne gli strumenti urbanistici nei quali i comuni sono tenuti ad inserire le scelte relative alla programmazione commerciale di rilevanza sovracomunale e comunale:

• i Comuni sono tenuti ad inserire le scelte relative alle medie strutture di vendita in uno specifico Capitolo di settore del POC nei PSC, nel quale, nel rispetto delle indicazioni contenute nelle norme regionali e nel PTCP, dovranno essere esposte le scelte generali di sviluppo e qualificazione delle diverse tipologie di commercio, con particolare riferimento alla salvaguardia del servizio nelle località minori e al rilancio della presenza del commercio nel centro storico, nonché definiti i criteri per l'autorizzazione delle medie strutture di vendita. Per i Comuni che ancora non dispongono degli strumenti urbanistici previsti dalla L.R. 20/2000 il rilascio di autorizzazioni per nuove medie strutture commerciali è comunque subordinato alla preventiva approvazione da parte del Consiglio comunale di un documento che espliciti i contenuti suddetti.

Risposta Si provvede a correggere ed integrare i p.to 7 e 8. La proposta è dunque ACCOGLIBILE. Punto 8 – tema: Norme transitorie (p.to 9 NTA): E’ opportuno rendere maggiormente comprensibile il p.to 9 delle NTA apportando la seguente integrazione: In ogni caso dall’approvazione della presente variante al PTCP si dovrà far riferimento alla precedente programmazione commerciale solo nei termini di cui all’allegato M alle presenti Norme. Punto 9 – tema: Il range di variazione per le nuove grandi strutture (p.to 10 NTA): Si propone di aggiungere il seguente comma: 3 - L’inserimento delle grandi strutture di vendita di cui ai precedenti punti 5 e 6 da parte dei Comuni nei propri POC/PUA è subordinato alla verifica del range di

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variazione, presso la Provincia. L’attuazione delle strutture è comunque subordinata agli esiti positivi della Conferenza dei Servizi, relativamente alla disponibilità di superficie di vendita per grandi strutture, in ordine alle misure massime di superficie di vendita autorizzabili di cui al comma 1 e ai criteri di cui al comma 2. Si propone infine di introdurre la seguente integrazione al comma 1: 1 - Ai sensi della Deliberazione del Consiglio regionale n.1.410 del 29/02/2000, il POIC stabilisce la programmazione temporale dell’incremento massimo della superficie di vendita per le grandi strutture commerciali, a cui attenersi in sede di rilascio di autorizzazioni. Con riferimento all’orizzonte temporale di tre anni dalla data di approvazione del POIC, potranno essere rilasciate autorizzazioni commerciali per grandi strutture di vendita nel territorio della provincia di Bologna, nella seguente misura massima complessiva. Risposta Si provvede ed integrare il p.to 10 dell’art. 9.5. La proposta è dunque ACCOGLIBILE. Punto 10 – tema: Interventi esenti dal rispetto del range di variazione (p.to 11 NTA): Si propongono le seguenti correzioni al p.to 11 delle Norme nella stesura definitiva di Piano: • Si propone di integrare il titolo “Interventi esenti dal rispetto del range di

variazione” con il seguente: “Ampliamenti di strutture esistenti ed interventi esenti dal rispetto del range di variazione”;

• Al fine di contenere gli impatti della grande distribuzione sulla rete commerciale esistente, si ritiene di dover escludere la possibilità di ampliamenti una tantum per le grandi strutture oltre il limite del 20% si propone di stralciare il testo del comma 3.

• Si propone di integrare il comma 2 p.to b. come segue: un incremento una tantum fino al 20% della SdV (ridotto al 10% nel caso di grandi strutture che abbiano già usufruito degli incrementi di cui alla precedente lettera a) per grandi strutture autorizzate in data antecedente all’entrata in vigore delle presenti norme, purché sulla base di un progetto complessivo di riqualificazione dell’area commerciale tale da rispettare le disposizioni del successivo punto 12, valutato positivamente dal Comune, dalla Provincia e dalla Regione in sede di Conferenza dei Servizi.

Risposta Si provvede ad apportare le modifiche. La proposta è dunque ACCOGLIBILE.

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Punto 11 – tema: Aree Commerciali Ecologicamente Attrezzate (p.to 12 NTA): Al comma 2 lett. a. sostituire la data del 31-12-2007 con “alla data di approvazione della presente variante”. Risposta Si provvede ad apportare la correzione. La proposta è dunque ACCOGLIBILE. Punto 12 – tema: Attuazione e monitoraggio delle previsioni operative (p.to 15 NTA): Integrare il comma 4 specificando che la nuova programmazione triennale sarà deliberata con un atto del Consiglio Provinciale. Risposta Si provvede ad apportare l’integrazione. La proposta è dunque ACCOGLIBILE.

Sintesi finale

In conclusione, a seguito delle considerazioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente ACCOGLIBILE.

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OSSERVAZIONE N. 6

Prot. N. 418593 del 09/10/2008 PROPONENTE: A.B.C Immobiliare S.p.a

Contenuti dell’osservazione e risposte dettagliate

L’osservazione si articola in un unico punto ad integrazione dell’osservazione n. 2: Punto 1 – tema: Approfondimento sulle caratteristiche tipologiche relative alla richiesta di localizzazione in Via Larga 33 La proposta, di cui all’osservazione n. 2, ha come oggetto la riqualificazione del contenitore dismesso “Ex Magli” da trasformare in una grande struttura non alimentare di livello inferiore con meno di 10.000 mq di Superficie di Vendita (Tipo 7) ovvero in un centro commerciale di livello inferiore (tipo 9). Si rileva infine l'impossibilità di realizzare aggregazioni di medie strutture oltre i 5.000 (tipo 12) per le caratteristiche fisiche dell'immobile stesso. Risposta Sebbene il Piano confermi il ruolo e l’importanza del comune di Bologna quale attrattore commerciale di rilevanza regionale, a seguito di specifici incontri con l’Amministrazione Comunale di Bologna si ribadisce la volontà di non prevedere ulteriori aree di rilevanza provinciale, oltre a quelle già previste (p.to 5, comma 5 - Ambito 01 delle NTA). Si ricorda tuttavia che resta in capo al Comune, sulla base delle previsioni espresse nei propri strumenti urbanistici, la facoltà di localizzare nelle aree, insediamenti di rilevanza sovracomunale e comunale (p.to 3, comma 3 e p.to 4 comma 2 dell’art.9.5).

Sintesi finale

In conclusione, a seguito delle considerazioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente NON ACCOGLIBILE.

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OSSERVAZIONE N. 7 Prot. N. 419830 del 10/10/2008

PROPONENTE: Service Cento S.p.a

Contenuti dell’osservazione e risposte dettagliate L’osservazione espone i seguenti 2 punti: Punto 1 – tema: Poli Funzionali ad elevata specializzazione commerciale e aree commerciali di rilevanza provinciale - Revisione delle tipologie insediabili La previsione normativa che preclude la possibilità di insediare grandi strutture di vendita alimentari nell'Ambito 05- Area Cento di Budrio risulta essere in palese contrasto con quanto esplicitato nella Relazione in termini di dotazioni territoriali. Si chiede pertanto di riformulare il p.to 5, comma 5 nei seguenti termini: Sono ammesse grandi strutture della tipologia 6 e/o 7 eventualmente all'interno di Area commerciale integrata della tipologia 10; in alternativa potrà essere realizzato un centro commerciale della tipologia 8, comprensivi della presenza di grandi strutture di tipologia 6 e/o 7e ad esclusione delle tipologie 1, 2, 3, 4, 5. Risposta I criteri insediativi per la localizzazione del commercio di rilevanza provinciale sono fissati dal Piano in base ad un progetto territoriale che, nel quadro delle scelte del PTCP vigente, punta a realizzare una efficace intelaiatura policentrica sulla base di una qualificata, robusta e più articolata polarizzazione dei servizi attrattivi, con l'obiettivo di migliorare le condizioni di vita e le opportunità di acquisto della popolazione nei propri ambiti territoriali di riferimento. In questa prospettiva il potenziamento di aree strategiche presenti nei diversi ambiti territoriali della Provincia (tra le quali Cento di Budrio), costituisce un aspetto fondante di tale principio. Perseguendo questa logica il Piano indirizza le proprie scelte attraverso un'oculata selezione delle aree che potranno ospitare grandi strutture alimentari di attrazione (generatori di ingenti flussi di traffico). L’area Cento di Budrio a seguito delle valutazioni istruttorie effettuate in fase di formazione del Piano non è risultata idonea ad ospitare grandi strutture alimentari in quanto non servita dalla rete viabilistica principale. Si ricorda inoltre che ai sensi degli art 1, 2, 5 e 8 dell’Accordo di Pianificazione sottoscritto con la Regione Emilia Romagna in data 29 Luglio 2008, la Provincia deve garantire, in sede di adozione e successiva approvazione del Piano, la coerenza dello stesso con le scelte strategiche e strutturali di assetto del territorio rappresentate nei Documenti di Piano licenziati dalla Conferenza di Pianificazione.

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Nello specifico delle determinazioni conclusive della Conferenza di Pianificazione e con rifermento al “Documento di Risposta ai contributi valutativi al Piano del Commercio”, si è riconfermata la necessità di escludere la previsione di una grande struttura alimentare, ammettendo invece, la possibilità di realizzare una struttura medio grande alimentare, in accoglimento della proposta dell’’Associazione dei Comuni Terre di Pianura. Con riferimento pertanto al succitato Accordo ed all’obbligo della Provincia di Bologna di attenersi ai Documenti di Piano licenziati dalla Conferenza di Pianificazione, si ritiene dunque la proposta NON ACCOGLIBILE. Punto 2 – tema: Poli Funzionali ad elevata specializzazione commerciale e aree commerciali di rilevanza provinciale - Adeguamento Valsat-Rapporto Ambientale Si osserva che in caso di accoglimento dell'osservazione relativa alle tipologie insediabili, sia necessario l'adeguamento della Valsat - Rapporto Ambientale, prevedendo a pag. 41, quale tipologia commerciale potenzialmente insediabile nell'ambito "Terre di Pianura", un'area Commerciale integrata di livello inferiore alimentare e non alimentare. Risposta Si conferma quanto indicato nella precedente risposta.

Sintesi finale

In conclusione, a seguito delle considerazioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente NON ACCOGLIBILE.

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OSSERVAZIONE N. 8 Prot. N. 419837 del 10/10/2008

PROPONENTE: COGEI COSTRUZIONI S.p.a

Contenuti dell’osservazione e risposte dettagliate L’osservazione si articola in un unico punto: Punto 1 – tema: Poli Funzionali ad elevata specializzazione commerciale e aree commerciali di rilevanza provinciale Si chiede di stralciare il subordine per l'apertura del centro commerciale - Area Ex Asam - alla previsione di entrata in esercizio del secondo lotto della Lungosavena che si riferisce al solo comparto Ex Asam e non è stata ritenuta necessaria per il vicino e ben più ampio comparto CAAB (Allegato studio sul sistema viabilistico). Risposta Si veda la deduzione in risposta all’osservazione presentata dal Comune di Bologna (osservazione n. 32, Prot. N. 461455 del 05/11/2008, p.to 1)

Sintesi finale

In conclusione, a seguito delle considerazioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente ACCOGLIBILE.

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OSSERVAZIONE N. 9 Prot. N. 420131 del 10/10/2008

PROPONENTE: Comune di Ozzano dell’Emilia

Contenuti dell’osservazione e risposte dettagliate L’osservazione si articola in un unico punto: Punto 1 – tema: Poli Funzionali ad elevata specializzazione commerciale e aree commerciali di rilevanza provinciale La necessità di subordinare la realizzazione della struttura commerciale all'entrata in esercizio della Complanare Nord non ha motivo di essere confermata in quanto lo studio di impatto sul traffico e la viabilità (allegato), in particolare il capo 7.1 e 7.2 confermano la capacità della viabilità esistente e di quella già pianificata di assorbire il traffico indotto anche in assenza della Complanare nord. Si osserva inoltre che l'area Ex Castelli è un'area commerciale di livello inferiore e che avrà ricadute soltanto a livello locale. Si chiede pertanto di sostituire il p.to 5, comma 5, Ambito 06 -Area Ex Castelli con il seguente: Sono ammesse grandi strutture delle tipologie 7 eventualmente all'interno di Area commerciale integrata della tipologia 11; in alternativa potrà essere realizzato un centro commerciale della tipologia 9, con esplica esclusione delle tipologie 1, 2, 3, 4, 5, 6, 8, 14. Risposta La coerenza tra insediamenti commerciali e opere viabilistiche, anche se non prevista da precedenti strumenti di pianificazione, è condizione necessaria affinché i nuovi insediamenti commerciali non contribuiscano ad un aggravio della rete viabilistica provinciale. Nel caso dell'area Ex Castelli, si è ritenuto opportuno, sulla base del contributo presentato dall'Associazione Valle Idice in Conferenza di Pianificazione (PG 299970) subordinare l'insediamento commerciale ad infrastrutture in grado di sgravare gli ingenti flussi di traffico che allo stato attuale graviterebbero sulla Via Emilia. Preso comunque atto delle elaborazioni proposte ed alla luce della recente costituzione del Tavolo tecnico interistituzionale per la soluzione del collegamento viario Imola-Bologna (Delibera di Giunta Provinciale n. 552 del 04-11-2008), la Provincia di Bologna si impegna a promuovere e coordinare, nell'ambito del succitato tavolo tecnico, l'elaborazione di uno studio di fattibilità e la redazione di un progetto preliminare relativo alla complanare Nord. Si ritiene pertanto la proposta PARZIALMENTE ACCOGLIBILE e si provvede a modificare, anche in considerazione delle Riserve regionali e del Documento di

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Osservazione della Provincia di Bologna sulla classificazione tipologica di cui al punto 2 delle Norme, il testo dell'apparato normativo come segue: Area Ex Castelli nel Comune di Ozzano dell’Emilia Sono ammesse grandi strutture della tipologia 8, eventualmente nell’ambito di un’Area commerciale integrata della tipologia 13 e/o all'interno di un centro commerciale della tipologia 10, con esplicita esclusione delle tipologie 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 9, 15; l'Accordo territoriale dovrà inoltre garantire i seguenti requisiti per la sostenibilità ambientale e territoriale:

a. l'attuazione delle previsioni commerciali è da subordinare alla realizzazione delle opere viabilistiche che garantiscano un efficiente livello di accessibilità e connessione con la Grande Rete provinciale e regionale; in riferimento al Piano della Mobilità provinciale e ai successivi approfondimenti relativi allo scenario tendenziale del traffico elaborati nell’ambito della redazione del PSC in forma associata di Valle dell’Idice, l’avvio dell’attività commerciale delle strutture ammesse nell’area è da subordinare all’ effettiva entrata in esercizio della suddetta Complanare. La Provincia di Bologna si impegna a promuovere e coordinare il Tavolo Tecnico Interistituzionale per la soluzione del collegamento viario Imola-Bologna (Delibera di Giunta Provinciale n. 552 del 04-11-2008) affinchè venga redatto uno specifico studio di fattibilità e la redazione del Progetto Preliminare relativo alla Complanare Nord

Sintesi finale

In conclusione, a seguito delle considerazioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente PARZIALMENTE ACCOGLIBILE.

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OSSERVAZIONE N. 10 Prot. N. 420304 del 10/10/2008 PROPONENTE: Ataman S.r.l

Contenuti dell’osservazione e risposte dettagliate

L’osservazione si articola in un unico punto: Punto 1 – tema: Aree per grandi strutture di vendita e aggregazioni di medie non sottoposte ad Accordo Territoriale La società chiede l'inserimento dell'area commerciale, denominata Zona D3.2a in comune di Castel Maggiore (insediamento in corso di attuazione nell'ambito del Piano Particolareggiato "Frabaccia ex Oro Pilla-Villa Zarri") nell'elenco delle aggregazioni di medie strutture di livello superiore (Tipo 12) alimentari e non alimentari. Si osserva inoltre che, talora non inserito nel PTCP, per l'insediamento sarebbe inibita qualsiasi possibilità di ampliamento, adeguamento, ristrutturazione e riorganizzazione nel corso del tempo. Si propone in sintesi che il POIC fissi per quest’area limiti complessivi di 10.000 di Superficie di Vendita massimi di cui 7.500 come sommatoria per aggregazione di medie strutture. Risposta Ai sensi dell'Accordo sottoscritto con la Regione e del contributo della medesima alla Conferenza di Pianificazione, la previsione di nuove previsioni -che comportino modifiche sostanziali al piano- rendono necessaria la ridiscussione dell'intera variante al PTCP, ovvero la modifica dell' Accordo di Pianificazione sottoscritto con Regione in data 29-07-2008 a seguito di una variazione del PTCP, con le procedure previste dalla L.R. 20/2000. Inoltre sulla base delle scelte di ammissibilità per insediamenti commerciali di attrazione negli ambiti Reno Galliera e Terre di Pianura sull'asse Bologna/Ferrara (Funo di Argelato- Center Gross, Polo di Altedo-San Pietro in Casale) a conferma dei poli già individuati dal PTCP, non si ritiene opportuno localizzare ulteriori nuovi poli commerciali di rilevanza provinciale sul medesimo asse. Si ricorda Infine che la programmazione commerciale del Piano, sostituisce totalmente la programmazione precedente, ammesso che questa non sia oggetto di strumenti attuattivi già approvati e/o convenzionati; pertanto in riferimento alla richiesta di riconoscere, le possibilità insediative dichiarate relativamente al comparto D3.2a derivanti dalla precedente programmazione commerciale e nelle quali si prevede la realizzazione di un'aggregazione di medie strutture ai sensi della Del. Reg. 653/2005, si ricorda che tali previsioni potranno essere prese in considerazione nell’ambito delle strutture esistenti qualora oggetto di strumenti già

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convenzionati; esse pertanto potranno essere registrate con opportuna integrazione al Quadro Conoscitivo qualora venga dimostrato, entro l'approvazione del Piano, il rilascio da parte dell'amministrazione competente dell'apposita convenzione.

Sintesi finale

In conclusione, a seguito delle considerazioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente NON ACCOGLIBILE.

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OSSERVAZIONE N. 11 Prot. N. 420834 del 10/10/2008

PROPONENTE: Comune di San Giovanni in Persiceto

Contenuti dell’osservazione e risposte dettagliate L’osservazione espone i seguenti 2 punti: Punto 1 – tema: Poli Funzionali ad elevata specializzazione commerciale e aree commerciali di rilevanza provinciale – Condizioni di sostenibilità Pur condividendo la scelta di demandare a specifici Accordi la definizione dei requisiti di sostenibilità ambientale e territoriale inerenti il Polo funzionale del Postrino, non si concorda sulla scelta di subordinare l'attuazione delle strutture commerciali alla realizzazione delle infrastrutture di collegamento; si ritiene invece che le strutture debbano essere subordinate unicamente all'inserimento delle medesime nel PMP. Risposta La coerenza tra insediamenti commerciali e opere viabilistiche è condizione necessaria affinché i nuovi insediamenti commerciali non contribuiscano ad un aggravio della rete viabilistica provinciale. Si ritiene tuttavia, per il Polo Funzionale del Postrino, sulla base delle verifiche sul sistema viabilistico effettuate dagli uffici provinciali, di poter accogliere l'osservazione posta, pur ritenendo necessario uno specifico approfondimento sulla tipologia di innesto tra l'insediamento commerciale e la Trasversale di Pianura quale oggetto dell'Accordo Territoriale in attuazione della variante all'art. 9.5 del PTCP in materia di insediamenti commerciali. Si ricorda infine che l' Accordo dovrà essere sottoscritto da tutti i comuni facenti parte dell'Ambito territoriale di riferimento di cui al p.to 1 delle NTA. Si ritiene la richiesta ACCOGLIBILE e si provvede a modificare il testo normativo come segue:

a. L’attuazione delle strutture commerciali di rilevanza provinciale e sovracomunale contenute nel Polo è subordinata all’adeguamento dell’allacciamento Trasversale-Persicetana da concordare con la Provincia di Bologna nel previsto Accordo Territoriale.

c. Il Piano Urbanistico Attuativo dovrà prevedere che l’apertura delle strutture commerciali sia subordinata alla realizzazione dell’idoneo innesto sulla Trasversale di Pianura.

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Punto 2 – tema: Poli Funzionali ad elevata specializzazione commerciale e aree commerciali di rilevanza provinciale – Valutazione di Incidenza Per quanto concerne lo Studio di Incidenza relativo all'interferenza delle strutture commerciali con l'area SIC e ZPS della "Bora" si chiede che possa ritenersi soddisfatto il requisito, in seguito alla procedura di verifica di assogettabilità a VAS effettuata dalla Provincia sullo strumento attuativo presentato. Risposta Ai sensi della D.G.R. n. 1191 del 24-07-2007 il fatto che un progetto o un intervento sia stato già previsto nell’ambito di un piano, per il quale sia già stata elaborata ed approvata la relativa valutazione di incidenza e quest’ultima non sia risultata negativa e significativa, di norma non solleva né il soggetto proponente, né l’autorità competente all’effettuazione della valutazione di incidenza, dallo svolgimento della procedura ordinaria. Occorre, quindi, che sia svolta anche la valutazione d'incidenza del singolo progetto o dell’intervento, poiché il livello di dettaglio di un progetto costituisce una fonte d'informazioni più puntuale e precisa, che consente all’autorità competente di eseguire la valutazione in modo più puntuale. In tal senso nella Valutazione di Incidenza del Piano del Commercio Provinciale è previsto quanto segue: “Per evitare rischi di alterazione dello stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat di interesse comunitario e garantire l’integrità del sito, tutte le fasi (pianificazione, progettazione e gestione) che discendono dall'attuazione delle previsioni del POIC dovranno attenersi e commisurarsi con le disposizioni in materia di misure di conservazione delle ZPS contenute nella normativa nazionale e regionale (D.M. 17/10/2007, D.G.R. 1145 del 17/10/2006 e successive modifiche e integrazioni). “ Sulla base di tali disposizioni si ritiene pertanto che anche lo strumento attuativo presentato debba essere soggetto a Valutazione di Incidenza, la proposta è dunque NON ACCOGLIBILE.

Sintesi finale In conclusione, a seguito delle considerazioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente PARZIALMENTE ACCOGLIBILE.

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OSSERVAZIONE N. 12 Prot. N. 420865 del 10/10/2008 PROPONENTE: Città di Imola

Contenuti dell’osservazione e risposte dettagliate

L’osservazione espone i seguenti 3 punti: Punto 1 – tema: Interventi esenti dal rispetto del Range di Variazione Stesso contenuto osservazione n. 17 Nuovo Circondario Imolese – punto 1 Risposta Si veda la deduzione in risposta all’osservazione presentata dal Nuovo Circondario Imolese (osservazione n. 17, p.to 1) Punto 2 – tema: Norme Tecniche di Attuazione Stesso contenuto osservazione n. 17 Nuovo Circondario Imolese – punti 5 e 7. Risposta Si veda la deduzione in risposta all’osservazione presentata dal Nuovo Circondario Imolese (osservazione n. 17, p.ti 5 e 7) Punto 3 – tema: Correzione errori materiali Per gli elaborati REL 01, QC.01, QC.02, VL.01, VL.11 si chiede di correggere e di rettificare gli errori presenti, nonché di uniformare e correggere le rappresentazioni grafiche (vedere testo integrale dell'Osservazione). Risposta Si condivide l'esigenza di apportare alcune correzioni agli elaborati prodotti e si provvederà in tal senso nella stesura definitiva del Piano. Si evidenzia tuttavia che la cartografia di supporto al PTCP in materia di insediamenti commerciali ha valore puramente indicativo, l'esatta e completa localizzazione delle strutture commerciali previste dal presente art. 9.5 è demandata alla cartografia dei PSC, RUE e POC comunali in linea con le disposizioni normative del medesimo articolo e del PTCP nel suo complesso. Per quanto attiene il disegno della rete infrastrutturale, si specifica che la base cartografica utilizzata viene aggiornata solo periodicamente dal settore viabilità; si provvederà pertanto ad apportare le necessarie correzioni sulla base degli aggiornamenti disponibili.

Sintesi finale

In conclusione si ritiene l’osservazione complessivamente PARZIALMENTE ACCOGLIBILE.

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OSSERVAZIONE N. 13 Prot. N. 421224 del 10/10/2008 PROPONENTE: DECATHLON

Contenuti dell’osservazione e risposte dettagliate

L’osservazione si articola in un unico punto: Punto 1 – tema: Poli Funzionali ad elevata specializzazione commerciale Si chiede di inserire l'ammissibilità all'interno del Piano di un nuovo polo funzionale, da individuarsi nell'ambito S. Carlo, avente funzione d'attrazione sportivo-commerciale e da normare con apposito Accordo Territoriale, comprensivo anche di insediamenti di rilevanza provinciale di attrazione superiore ed inferiore (ai sensi p.to 3 comma 3 lett. a) e b)). In via subordinata, considerate le particolare modalità attuative della proposta per successive fasi implementari, si chiede di riconoscere almeno l'ammissibilità per insediamenti di rilevanza provinciale di livello inferiore, con una deroga al limite superiore relativo alle aree commerciali integrabili, eliminando quindi il riferimento ai 5 ettari. Risposta Relativamente alla proposta di inserire nel Piano un nuovo Polo, con riferimento all’autonomia del Nuovo Circondario Imolese, sancita dalla L.R. 6/04 e dall’intesa sottoscritta con la Provincia di Bologna nel dicembre 2006, sulla base delle normative regionali vigenti (L.R. 20/2000 e L.R. 14/1999) si ritiene che le eventuali proposte di nuovo assetto strutturale del settore commerciale del territorio imolese, dovranno essere individuate e valutate nel PSC in forma associata, in linea con le disposizioni del PTCP e con le procedure di cui all’art. 27 della L.R. 20/2000.

Sintesi finale

In conclusione, a seguito delle considerazioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente CHIARITA.

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OSSERVAZIONE N. 14 Prot. N. 422511 del 13/10/2008

PROPONENTE: Confesercenti Bologna

Contenuti dell’osservazione e risposte dettagliate L’osservazione espone i seguenti 6 punti: Punto 1 – tema: Range di variazione per le nuove grandi strutture - dimensionamento di piano Pare ancora eccessivo il dimensionamento complessivo del Piano adottato, che pur prevedendo un ridimensionamento delle possibilità insediative di grande distribuzione, prevede una ammissibilità di 86.000 mq di Superficie di Vendita, quantità di grande distribuzione che mette a rischio il mantenimento di un sistema distributivo equilibrato sul nostro territorio. Risposta La disciplina normativa proposta per contrastare il rischio di ricadute negative sulla rete distributiva prevede, attraverso gli Accordi Territoriali, la definizione delle quote compensative in termini di contributi al commercio tradizionale. Nelle Norme, al p.to 15, è inoltre prevista la costituzione di un tavolo di monitoraggio che sulla base delle dinamiche di mercato e delle necessità che si verranno a conformare analizzerà l'attuazione effettiva delle quote immesse. Si ritiene la richiesta CHIARITA dalle considerazioni svolte. Punto 2 – tema: Range di variazione per le nuove grandi strutture – determinazione del Range di variazione Si esprime un giudizio positivo sulla introduzione nel piano del concetto di “range di variazione”. Per mantenere un sistema distributivo equilibrato, vista la sostanziale stabilità dell’andamento demografico e di quello dei consumi, pensiamo che il range debba essere contenuto, prevedendo un tetto massimo del 50% rispetto alla superficie di Grande Distribuzione realizzata a partire dalla precedente Conferenza di Pianificazione del 2000 fino ad oggi. Si propone inoltre di elevare la temporalità del range di variazione in 5 anni più 5, anziché i 3 anni più 3 previsti. Risposta Si conferma quanto indicato nella risposta al precedente p.to 1 e si precisa che sarà compito del tavolo tecnico per il monitoraggio del piano, sulla base delle opportune verifiche sull'andamento dei consumi e delle necessità della rete distributiva, nonché dell'effettiva attuazione delle previsioni connesse agli strumenti attuativi, orientare le scelte relative alla temporalità del range di

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variazione. Sulla base delle considerazioni svolte si ritiene dunque la proposta PARZIALMENTE ACCOGLIBILE. Punto 3 – tema: Definizione dei Livelli di Rilevanza A fronte della proposta di lasciare alla pianificazione comunale le scelte riguardanti aggregazioni commerciali con medie superfici fino a 5.000 mq, si propone di mantenere il tetto di 2.500 mq attualmente in vigore per la pianificazione comunale e prevedere una fascia intermedia da 2.500 a 5.000 mq, di competenza delle Unioni Territoriali, in cui la pianificazione (provinciale) prevede un contingentamento numerico, con previsione di perequazione per tutti i Comuni compresi nella zona interessata. A tal fine sarebbe opportuno lasciare alla pianificazione locale – con i limiti sopra citati - gli insediamenti commerciali previsti negli ambiti di stazione SFM, prevedendo nel piano provinciale solo un criterio indicativo di priorità. Risposta Per le aggregazioni di medie strutture con superficie complessiva dell'insediamento da 2.500 mq o 3.500 mq, a seconda del livello dimensionale del Comune, fino a 5.000 mq di Superficie di Vendita, è previsto il parere vincolante da parte delle Unioni Territoriali o Associazioni di Comuni, preliminarmente all’approvazione del Piano Urbanistico Attuativo. Si ritiene pertanto che spetti a questo livello sovracomunale di pianificazione individuare eventuali meccanismi di regolazione della presenza delle diverse forme distributive sui territori, a seconda delle specifiche esigenze di ogni ambito territoriale. Si ricorda inoltre che tali aggregazioni commerciali sono soggette alla disciplina della perequazione territoriale (p.to 14 art 9.5 del PTCP). In sede di Accordo territoriale si provvederà a definire i meccanismi necessari a consentire che ricadano sui territori interessati dall'insediamento di strutture di rilevanza sovracomunale, parte delle risorse generate con la perequazione territoriale, al fine di sostenere iniziative di creazione, gestione e promozione di centri commerciali naturali.. Si ricorda infine che la localizzazione di insediamenti commerciali negli ambiti di stazione SFM è già oggetto della pianificazione locale: in tali ambiti sono infatti ammesse sia strutture di rilevanza comunale che sovracomunale. Si provvede in ogni caso ad esplicitare maggiormente nell'apparato normativo quali strutture ed insediamenti possono essere previsti negli ambiti di stazione SFM. Si ritiene la richiesta CHIARITA dalle considerazioni svolte. Punto 4 – tema: Perequazione Territoriale Concordando sul principio perequativo nonché su quella di definire l’entità in ciascun Accordo Territoriale al fine di trovare i giusti equilibri con i Comuni interessati, si chiede che vengano invertite le percentuali previste al punto 14

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comma 4 delle Norme Tecniche di Attuazione, in specifico destinando il 75% delle risorse alla riqualificazione del tessuto commerciale naturale di vicinato attraverso la L.R. 41/97 e il 25% per opere infrastrutturale della mobilità provinciale. Risposta Prendendo atto della condivisione espressa, si specifica che, relativamente all'apparato normativo e ai sensi del comma 8 della L.R. 20/2000, la Provincia, in sede di approvazione de Piano, si adegua alle riserve Regionali recependole integralmente; pertanto, per il tema in oggetto, l'articolo viene modificato rimandando ai successivi strumenti di Accordo la definizione e le modalità di gestione del fondo nonché le opportune specificazioni sull'utilizzo delle risorse conferite al fondo stesso. Si ritiene la richiesta CHIARITA dalle considerazioni svolte. Punto 5 – tema: Indirizzi per la pianificazione degli insediamenti commerciali Si chiede che la Provincia sensibilizzi i Comuni sulla opportunità di prevedere una pianificazione urbanistica comunale per le medie superfici come previsto dal Decreto “Bersani”, oggi attuato da poche Amministrazioni Comunali. Risposta Si ritiene la proposta condivisibile ed in linea con gli obiettivi del piano che, ha tra gli obiettivi principali quello di incentivare il rilancio dei centri storici. Si ricorda che al punto 8 delle NTA “Indirizzi per la pianificazione di insediamenti di rilevanza comunale”, comma 2, si specifica che i Comuni sono tenuti a ad inserire le scelte relative alle medie strutture di vendita in un apposito capitolo del POC, nel quale dovranno essere esposte le scelte generali di sviluppo e qualificazione delle diverse tipologie di commercio, con particolare riferimento alla salvaguardia del servizio nelle località minori e al rilancio e alla presenza del commercio nei centri storici. L'impegno richiesto alla Provincia in tal senso potrà essere poi ulteriormente approfondito anche nelle fasi successive all'approvazione del piano, che vedranno un impegno diretto da parte dell'Amministrazione nell'applicazione dei criteri insediativi proposti nei successivi strumenti pianificatori. Si ritiene la richiesta CHIARITA dalle considerazioni svolte. Punto 6 – tema: Poli Funzionali ad elevata specializzazione commerciale e aree commerciali di rilevanza provinciale Si ritiene che rispetto alle nuove proposte di localizzazione di insediamenti commerciali di valenza provinciale, la gran parte vadano a nostro avviso ripensate, ed alcune ridimensionate, per realizzare una pianificazione che abbia l’obiettivo di mantenere un equilibrio fra le diverse forme di distribuzione commerciale, come peraltro previsto dalla legislazione nazionale e regionale. In particolare:

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• per il polo funzionale di Altedo – San Pietro in Casale si esprime la più totale contrarietà in quanto le Associazione intercomunali di Reno-Gallliera e Terre di Pianura hanno esplicitato una sostanziale contrarietà all’intervento, privilegiando il mantenimento di una rete di commercio tradizionale a servizio della popolazione. Inoltre si ritiene vada difesa la qualità ambientale del territorio in cui è previsto tale insediamento.

• Relativamente al polo funzionale del Postrino, pur mantenendo perplessità in

merito all’eventuale realizzazione del polo, dove sono ammesse strutture alimentari, chiediamo comunque che venga dato un criterio di priorità al trasferimento di strutture di vendita alimentari oggi presenti sul territorio comunale.

Risposta Il disegno strutturale di Piano, che riconferma quanto già definito dal PTCP in materia di poli funzionali, è frutto di una concertazione che ha visto a confronto Amministrazioni locali, Enti del territorio ed Associazioni Economiche e sociali, in un'unica sede qual è stata la Conferenza di Pianificazione. L’esito di tale confronto ha portato la Provincia di Bologna, in accordo con la Regione, a confermare le previsioni del PTCP proprio con lo scopo di dotare e riequilibrare parte del territorio provinciale oggi gravato da forti dinamiche di evasioni per acquisti verso l’area centrale del territorio o addirittura al di fuori di esso. Relativamente ai casi proposti si ribadisce l'esigenza da un lato di riconfermare il disegno già previsto dal PTCP rendendo ammissibili tra le funzioni insediabili nei poli funzionali ammessi all'art. 9.4 anche quelle commerciali di livello superiore, dall'altra quello di rendere possibile un riequilibrio della rete commerciale tra l'asse est-ovest del territorio, sul quale è concentrata la maggior dotazione di strutture di vendita per abitante, a discapito di alcuni territorio investiti da problematiche di evasione per acquisti e scarsa dotazione rispetto alla media provinciale. Si ritiene la richiesta CHIARITA dalle considerazioni svolte.

Sintesi finale

In conclusione, a seguito delle considerazioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente PARZIALMENTE ACCOGLIBILE.

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OSSERVAZIONE N. 15 Prot. N. 422527 del 13/10/2008

PROPONENTE: Comune di Budrio

Contenuti dell’osservazione e risposte dettagliate L’osservazione espone i seguenti 7 punti: Punto 1 – tema: Strumenti attuativi e procedure Si ricorda che l'area a destinazione commerciale di Cento di Budrio, individuata dal POIC, è già disciplinata da un' Accordo Territoriale, sottoscritto il 14-05-2007 dall'Associazione Terre di Pianura e dalla Provincia di Bologna, che prevede oltre alle funzioni produttive e logistiche anche usi commerciali. L'Accordo dovrà pertanto essere integrato con le disposizione delle Norme, si chiede a tal fine effettivo supporto. Risposta Si conferma che l'Accordo Territoriale è lo strumento riconosciuto dal Piano per la disciplina dei Poli funzionali e delle Aree a marcata caratterizzazione commerciale; Relativamente all'ambito di Cento di Budrio, già oggetto dell'Accordo Territoriale relativo agli ambiti produttivi sovracomunali dell'Associazione Intercomunale Terre di Pianura sottoscritto in data 14/05/2007, si ritiene che l'Accordo debba essere integrato con le determinazioni conclusive della Variante all'art. 9.5 del PTCP in tema di insediamenti commerciali (POIC). La proposta risulta dunque ACCOGLIBILE. Punto 2 – tema: Aree commerciali di rilevanza provinciale- Condizioni di sostenibilità Il Comune di Budrio per dare avvio alla prima fase di attuazione dell'Ambito produttivo di Cento, prevede la realizzazione di una rotonda all'innesto della nuova e vecchia Zenzalino; per tale motivo non si ritiene opportuno il rifacimento dello stesso innesto nell'arco di pochi anni, tali da poter autorizzare le strutture commerciali. Si ritiene che possa essere demandato ad una specifica verifica di sostenibilità dell'ambito di sviluppo che potrà nel caso evidenziare criticità e conseguenti soluzioni progettuali e temporali. Si ritiene infine che la sede più opportuna per approfondire il tema della sostenibilità del sistema sia l'ambito dello SCAT che si sta redigendo per l'attuazione dell'ambito. Risposta Si accoglie l'osservazione e si modifica di conseguenza, anche in considerazione delle Riserve regionali e del Documento di Osservazione della Provincia di

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Bologna sulla classificazione tipologica di cui al punto 2 delle Norme, il testo dell'apparato normativo come segue:

Area di Cento nel Comune di Budrio Sono ammesse grandi strutture della tipologia 8, eventualmente nell’ambito di un’Area commerciale integrata della tipologia 13 e/o all'interno di un centro commerciale della tipologia 10, con esplicita esclusione delle tipologie 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 9. L’Accordo territoriale e i successivi strumenti attuativi dovranno verificare la sostenibilità della struttura commerciale rispetto alla viabilità esistente e di previsione. Punto 3 – tema: Aree commerciali di rilevanza provinciale - Conteggio Superficie di Vendita Si chiedono chiarimenti rispetto a quanto stabilito nel comma 7 del p.to 5 relativamente al conteggio della Superficie di Vendita delle strutture di rilevanza meramente comunale (medie, piccole e vicinato) all'interno di un ambito disciplinato da Accordo Territoriale. Si chiede di specificare se tali tipologie rientrino nella sommatoria complessiva dei 14.500 mq (tipologia 7 e 11 del Piano Adottato) o se l'Accordo può prevedere ulteriori strutture purché non interferenti con quelle autorizzate dalla Provincia. Risposta Gli Accordi Territoriali definiscono le superfici di vendita complessive di qualsiasi tipologia - quindi anche quella degli esercizi di vicinato e delle medie strutture non incluse in centri commerciali - all'interno dei Poli Funzionali a marcata caratterizzazione commerciale e degli ambiti in cui ricadono le Aree di cui al p.to 5 delle NTA. Nello specifico dell'Area di Cento di Budrio, si ritiene ammissibile la conformazione di un insediamento commerciale fino a 14.500 mq di SdV complessivi. In sede di aggiornamento dell'Accordo territoriale per l'intero Ambito produttivo, di cui al precedente p.to 1, si potranno eventualmente prevedere quote commerciali di rilevanza comunale, purché non interferenti con l'insediamento di rilevanza provinciale, ovvero strutture commerciali che non concorrano ad aumentarne il livello di atrattività. Ciò a cui si dovrà prestare attenzione sarà pertanto la corretta localizzazione delle eventuali quote di competenza comunale nell'ambito produttivo, entro i perimetri individuati nell'Accordo Territoriale. Si ritiene pertanto la risposta CHIARITA dalle considerazioni svolte. Punto 4 – tema: Indirizzi per la pianificazione degli insediamenti commerciali di rilevanza sovracomunale

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Si chiede di chiarire cosa si intende con l'esclusione di localizzazioni di strutture commerciali di rilevanza sovracomunale avulse dai perimetri urbani. Si ritiene opportuno inoltre dare una più chiara definizione di "centro abitato" e "perimetro urbano". Risposta Condividendo la necessità di fare maggiore chiarezza circa le definizioni utilizzate si precisa che il senso di quanto espresso al p.to 3 lett. c4) delle NTA non è quello di escludere localizzazioni commerciali se avulse dai perimetri urbani, viceversa la classificazione dei livelli di rilevanza delle tipologie elencate è in funzione della localizzazione interna o esterna al perimetro del territorio urbanizzato. Si provvede pertanto a rivedere il p.to 3 dell'art. 9.5 del PTCP in cui si specifica il livello di rilevanza delle strutture in relazione alla loro collocazione rispetto al perimetro del territorio urbanizzato o urbanizzabile, così come definiti ai sensi della L.R. 20/2000. Si ritiene la richiesta CHIARITA dalle considerazioni svolte. Punto 5 – tema: Indirizzi per la pianificazione degli insediamenti commerciali di rilevanza comunale Si chiede quale debba essere la natura del documento di programmazione commerciale che il Consiglio Comunale deve approvare per poter rilasciare autorizzazioni per le nuove medie strutture. Risposta La programmazione e la pianificazione delle strutture commerciali, per ciò che attiene le competenze comunali, deve avvenire nell'ambito degli strumenti previsti dalla L.R. 20/2000 (PSC, RUE e POC). Successivamente alla fase di recepimento delle determinazioni della variante al PTCP (POIC) nei singoli strumenti di pianificazione comunale, si ritiene che la programmazione e le scelte relative alle singole strutture commerciali debba avvenire nell'ambito del PSC. In tal senso si provvede a modificare il p.to 8 dell’art.9.5 sostituendo l’ultimo alinea come segue: i Comuni sono tenuti ad inserire le scelte relative alle medie strutture di vendita nei PSC, nel quale, nel rispetto delle indicazioni contenute nelle norme regionali e nel PTCP, dovranno essere esposte le scelte generali di sviluppo e qualificazione delle diverse tipologie di commercio, con particolare riferimento alla salvaguardia del servizio nelle località minori e al rilancio della presenza del commercio nel centro storico, nonché definiti i criteri per l'autorizzazione delle medie strutture di vendita. Si ritiene pertanto la richiesta CHIARITA dalle considerazioni svolte. Punto 6 – tema: Interventi esenti dal rispetto del Range

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Non è chiara la modalità di gestione delle superfici di vendita all'Interno dell'Accordo Territoriale (superfici di rilevanza provinciale-comunale). Si chiede inoltre di chiarire il tema delle superfici residue già programmate negli strumenti comunali e nei piani attuativi e non ancora autorizzate e se queste siano da considerare confermate e autorizzabili nel rispetto delle disposizioni delle Norme Tecniche. Risposta Si conferma quanto già enunciato al precedente al p.to 3. Relativamente alla seconda parte della richiesta si richiama in questa sede quanto già assunto dalla Conferenza di Pianificazione relativamente alle quote previste dalla Conferenza dei Servizi del 2000: il piano approvato sostituisce interamente la precedente programmazione, validando ed eventualmente ammettendo ulteriori quote su aree già oggetto della Conferenza dei Servizi del 2000, o riconducendo a previsioni di rilevanza comunale o sovracomunale alcune delle determinazioni precedentemente assunte (Si veda l'Allegato M), fatte salve le norme transitorie di cui al p.to 9. La proposta si intende pertanto CHIARITA delle considerazioni svolte. Punto 7 – tema: Perequazione Territoriale Si ritiene che la traduzione normativa del criterio perequativo sia avulso dalle realtà territoriali in quanto l'istituzione del "fondo provinciale" si sovrappone all'istituzione dei fondi di compensazione in attuazione degli Accordi Territoriali, si osserva inoltre che l'istituzione di tale fondo possa indebolire le capacità finanziarie e di programmazione dei comuni rischiando infine, di complicare e moltiplicare gli atti e le modalità di gestione delle risorse. Si ricorda che già gli accordi territoriali sottoscritti impegnano i comuni a contribuire alla realizzazione della rete stradale proposta dal PMP; si ritiene pertanto che la sede più opportuna di gestione delle suddette risorse sia quella del fondo compensativo dell'Associazione. Si osserva infine che il contributo in favore del commercio tradizionale costituisca un vincolo di destinazione finanziaria che dovrà essere valutato in sede di Associazione in funzione delle necessità che emergono da un confronto tra comuni nell'ambito di riferimento. Le norme dovrebbero contenere in ordine a questo tema anche casistiche articolate sulle realtà che presentano centri storici per cui destinare risorse. Risposta Prendendo atto delle perplessità espresse, si condivide l'importanza e la strategicità assunta dagli Accordi Territoriali rispetto al tema della perequazione territoriale. Relativamente all'apparato normativo si specifica che ai sensi del comma 8 della L.R. 20/2000 la Provincia, in sede di approvazione del Piano, si

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adegua alle riserve regionali recependole integralmente; pertanto il p.to 14 viene modificato rimandando all'Accordo Territoriale la definizione e le modalità di gestione del fondo nonché le opportune specificazioni sull'utilizzo delle risorse conferite al fondo stesso sia rispetto al tema delle opere infrastrutturali che per il commercio tradizionale. In ordine a quest'ultimo tema ed alla richiesta di inserire nelle norme casistiche articolate sulle realtà che presentano centri storici per cui destinare risorse, si ritiene che anche queste analisi possano essere oggetto di specifici approfondimenti in sede di Accordo da valutare contestualmente alle esigenze dei territori interessati. La proposta è dunque PARZIALMENTE ACCOGLIBILE.

Sintesi finale

In conclusione, a seguito delle considerazioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente PARZIALMENTE ACCOGLIBILE.

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OSSERVAZIONE N. 16 Prot. N. 422528 del 13/10/2008

PROPONENTE: ASCOM Bologna

Contenuti dell’osservazione e risposte dettagliate L’osservazione espone i seguenti 4 punti: Punto 1 – tema: Poli Funzionali ad elevata specializzazione commerciale e aree commerciali di rilevanza provinciale Le localizzazioni scelte appaiono incongrue in quanto si tratta di aree periferiche, prive di relazione con il contesto urbano, spesso lontane da arterie di comunicazione di primaria importanza, con relativi problemi in termini di generazione di traffico e incremento dell'utilizzo del mezzo privato. Risposta Il disegno strutturale di Piano, oltre che riconfermare quanto già definito dal PTCP in materia di poli funzionali, è frutto di una concertazione che ha visto a confronto Amministrazioni locali, Enti del territorio ed Associazioni Economiche e sociali, in un'unica sede qual è stata la Conferenza di Pianificazione. L’esito di tale confronto ha portato la Provincia di Bologna, in accordo con la Regione, a confermare le previsioni del PTCP con lo scopo di dotare e riequilibrare parte del territorio provinciale oggi gravato da forti dinamiche di evasioni per acquisti verso l’area centrale del territorio o addirittura al di fuori di esso. Il PTCP persegue l’obiettivo di riprendere/intraprendere un processo di potenziamento del policentrismo, specie in direzione di quei centri ordinatori intermedi che potrebbero mediare il forte ruolo attrattore del capoluogo, favorendo il formarsi di centri integrati di servizio attrattivi in ciascuna delle zone del territorio caratterizzate da trend di crescita della popolazione residente ed al tempo stesso di deficit di servizi. La proposta si intende dunque CHIARITA. Punto 2 – tema: Range di variazione per le nuove grandi strutture Il dimensionamento appare eccessivo se confrontato con quanto realizzato dal 2000 ad oggi. Se a questo si somma la crescita resa possibile dagli automatismi di ampliamento (al di fuori del range) si prefigura una crescita troppo elevata in relazione all'evoluzione della domanda. Si chiede pertanto una riduzione del Range di variazione.

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Risposta Gli effetti cumulativi della grande distribuzione sul tessuto economico ed urbano saranno monitorati esaminando, come è stato fatto nel Quadro conoscitivo, l'evoluzione di tutti i diversi comparti della rete commerciale nel corso del tempo. Nel Piano è prevista infatti l'istituzione di un tavolo interistituzionale (p.to 15 delle NTA) per la verifica dello stato dell'intera rete distributiva, tavolo che prevede la partecipezione anche delle principali organizzazioni economiche e sociali rappresentative degli operatori del commercio e dei consumatori. Attraverso tale azione specifica di monitoraggio si prevede quindi un esame ex post delle conseguenze dell'attuazione delle previsioni per individuare eventuali correttivi, specie per quanto riguarda le scelte operative di breve termine e, in specifico, quelle relative alle metrature indicate nel range di variazione per le grandi strutture. Range che potrà essere usato sia come strumento calmieratore di un ritmo eccessivo di crescita delle grandi strutture nell'unità di tempo. Si ricorda infine che l’attuazione di nuovi insediamenti commerciali di rilevanza provinciale e sovracomunale è soggetta a perequazione territoriale e che le risorse derivanti da tale meccanismo avranno lo scopo di finanziare, con una parte delle risorse pari al 25%, interventi a sostegno del piccolo commercio e dei centri commerciali naturali. Si ritiene pertanto la richiesta CHIARITA dalle considerazioni svolte, ritenendo la proposta di revisione del Range non accoglibile, anche ai sensi dell’Accordo di Pianificazione sottoscritto con la regione Emilia Romagna, che esclude la possibilità di apportare modifiche sostanziali al Piano, senza prescindere dalle procedure previste dalla L.R. 20/2000 per la variazione del PTCP. Punto 3 – tema: Perequazione Territoriale Il principio perequativo non trova una propria applicazione coerente in quanto attraverso l'utilizzo di Accordi Territoriali si rischia di privilegiare aspetti circoscritti alle sole Amministrazioni coinvolte (che già ottengono vantaggi dall'insediamento di funzioni commerciali sul proprio territorio), piuttosto che l'effettiva messa in campo di politiche di mitigazione degli impatti e di riqualificazione della rete. Si rileva infine la mancanza di un progetto e modalità di utilizzo dei fondi da destinare alla valorizzazione del commercio tradizionale. Risposta il PTCP, in applicazione dell'art. 15 L.R 20/2000, attraverso lo strumento degli accordi territoriali, oltre che a disciplinare i poli funzionali di nuova programmazione ed esistenti, promuove la costituzione e gestione di fondi di compensazione in applicazione del principio perequativo. Gli accordi e la costituzione di tali strumenti hanno lo scopo di redistribuire tra i comuni aderenti le risorse e gli oneri derivanti dai nuovi insediamenti, al fine di rendere indifferente,

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per quanto riguarda gli effetti sulla finanza dei comuni, la localizzazione degli insediamenti stessi in determinati comuni piuttosto che altri, ed in particolare di evitare sperequazioni derivanti dalla tendenziale concentrazione di insediamenti a funzione commerciale. L'applicazione di tale principio, trova operatività nel PTCP in materia di insediamenti commerciali attraverso il combinato disposto dei p.ti 5, 10 e 14, ovvero:

1. l'attuazione dei poli previsti è subordinata alla realizzazione di infrastrutture per la mobilità che garantiscano la sostenibilità non solo per il comune in cui essi sono localizzati ma per vaste parti del territorio;

2. Le risorse derivanti dall'attuazione dei nuovi insediamenti conferiscono in un fondo da destinare in parte alla realizzazione di opere infrastrutturali ed in parte ad interventi di supporto al commercio tradizionale e per la riqualificazione dello stesso (a supporto dei finanziamenti già in atto della L.41/97). Le modalità di utilizzo di tali risorse saranno oggetto di un opportuno strumento di concertazione interistituzionale.

Punto 4 – tema: Attuazione e Monitoraggio Si chiede l'immediata attuazione del tavolo previsto al p.to 15 delle Norme per il monitoraggio della rete commerciale e l'utilizzo dei fondi disponibili. Risposta Si condivide la necessità di avviare quanto prima la costituzione del tavolo di monitoraggio, già previsto con apposito provvedimento della Giunta Provinciale. Si ritiene che l'effettivo avvio dei lavori possa essere previsto a conclusione del processo di approvazione definitiva del Piano.

Sintesi finale

In conclusione, a seguito delle considerazioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente PARZIALMENTE ACCOGLIBILE.

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OSSERVAZIONE N. 17 Prot. N. 422534 del 13/10/2008

PROPONENTE: Nuovo Circondario Imolese

Contenuti dell’osservazione e risposte dettagliate L’osservazione espone i seguenti 7 punti: Punto 1 – tema: Relazione - Ampliamenti grandi strutture di vendita Al fine di garantire la congruenza tra le indicazioni contenute al p.to 5.2 della Relazione del POIC (ampliamenti delle grandi strutture commerciali fino al 25% massimo della SV) con le omologhe prescrizioni delle NTA (ampliamenti delle grandi strutture commerciali fino al 20% massimo della SV) si chiede di sostituire al p.to 5.2 della Relazione la percentuale 25% con 20%. Risposta Si condivide l'osservazione e si provvede a correggere il paragrafo 5.2 della Relazione in conformità alle disposizioni normative, sostituendo nel testo la percentuale del 25% con il 20%. Punto 2 – tema: Interventi esenti dal rispetto del Range di variazione - Competenze Nuovo Circondario Imolese Al fine di rendere congruenti le disposizioni normative di cui all'art. 9.5 -p.to 11-comma 2, lett. b) delle NTA con le omologhe disposizioni dell'art. 9.4-p.to 3 del vigente PTCP è opportuno che la valutazione positiva rispetto ai progetti di riqualificazione energetico-ambientale dell'area venga effettuata oltre che da Comune, Provincia e Regione anche dal Nuovo Circondario Imolese per le grandi strutture esistenti nel territorio di sua competenza. Si chiede quindi di aggiungere all'art. 9.5 -p.to 11-comma 2, lett. b) dopo i termini "valutato positivamente dal Comune, Provincia e Regione " i termini seguenti "nonché dal Nuovo Circondario Imolese per le grandi strutture esistenti nel territorio di sua competenza" Risposta Per quanto attiene la qualificazione Energetico-Ambientale degli insediamenti commerciali, la valutazione dei progetti viene effettuata in Conferenza dei Servizi (art. 7 della L.R. 14/1999). Le vigenti normative statali (art. 9 D.Lgs 114/1998) prevedono che alla Conferenza dei Servizi partecipino il Comune sede dell’iniziativa, la Provincia e la Regione e, a titolo consultivo, i rappresentanti dei comuni contermini, delle organizzazioni dei consumatori e delle imprese del

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commercio più rappresentative in relazione al bacino d’utenza dell’insediamento interessato. Inoltre né le norme regionali assumono ulteriori determinazioni al riguardo, né l'intesa tra Provincia di Bologna e Nuovo Circondario Imolese, prevedono il coinvolgimento di quest'ultimo nell'ambito dei procedimenti per il rilascio delle autorizzazioni commerciali. La proposta risulta dunque NON ACCOGLIBILE. Punto 3 – tema: Interventi esenti dal rispetto del Range di variazione - Accordi Territoriali per strutture esenti dal range Al fine di rendere applicabile in modo certo il combinato disposto del p.to 11 comma 3 (ampliamenti compresi fra il 10% e il 20% della SV) e il p.to 5 comma 4 (definizione delle superfici commerciali complessive nei poli funzionali tramite accordi territoriali) delle Norme si chiede di aggiungere al p.to 11 comma 3 i seguenti periodi: L'incremento ammissibile della SV delle grandi strutture esistenti resta fissato nella misura massima del 20% fatta salva la necessità di assogettare ad Accordo Territoriale:

1. gli incrementi della SV alimentare superiori a 1500 mq 2. gli incrementi della SV non alimentare superiori a 2500 mq 3. gli incrementi superiori al 10% della SV delle grandi strutture di vendita

localizzate nell'ambito dei poli funzionali L'Accordo dovrà valutare gli effetti di tali ampliamenti sul territorio e proporre le opportune soluzioni. Risposta Si ricorda che gli effetti sul territorio derivanti dagli ampliamenti delle grandi strutture di vendita vengono valutati nell'ambito della Conferenza dei Servizi da Regione, Provincia e Comune sede dell'intervento e dagli altri soggetti indicati dal D.Lgs 114/1998, e che tale procedimento può concludersi eventualmente con l’individuazione delle opportune misure di mitigazione degli impatti. Si ritiene pertanto che l’introduzione di Accordi Territoriali per disciplinare gli ampliamenti di strutture esistenti rappresenti un aggravio procedurale non necessario. Si ritiene invece che tale strumento debba essere utilizzato nel caso di Poli Funzionali e Aree a marcata caratterizzazione commerciale di previsione ed esistenti, qualora esso non sia mai stato previsto, come nel caso specifico del Polo Funzionale Centro Leonardo di Imola, per il quale si conferma la possibilità di un ampliamento di 2.600 mq di superficie di vendita non alimentare, secondo le disposizioni del P.to 11, comma 2, lett. b) delle Norme Tecniche di Attuazione e coerentemente con la proposta avanzata dal Nuovo Circondario Imolese in Conferenza di

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Pianificazione del Piano Provinciale del Commercio (PG 0303096 del 17/09/2007). La proposta risulta dunque PARZIALMENTE ACCOGLIBILE. Punto 4 – tema: Poli Funzionali ad elevata specializzazione commerciale- Autonomia Nuovo Circondario Imolese Per consentire al Circondario di esercitare- in sede di elaborazione del PSC associato- un livello di autonomia pianificatoria adeguato dal rango assunto dal territorio imolese nell'ambito della Provincia, si chiede di aggiungere al p.to 5 comma 6 delle NTA il seguente periodo: "gli eventuali poli funzionali proposti dal Nuovo Circondario Imolese in sede di PSC in forma associata potranno contenere anche insediamenti commerciali di rilevanza provinciale con attrazione di livello inferiore, di cui alla lettera b) del comma 3 del precedente p.to 3". Risposta Con riferimento all’autonomia del Nuovo Circondario Imolese, sancita dalla L.R. 6/04 e dall’intesa sottoscritta con la Provincia di Bologna nel dicembre 2006, sulla base delle normative regionali vigenti (L.R. 20/2000 e L.R. 14/1999) si conferma che le eventuali proposte di nuovo assetto strutturale del settore commerciale del territorio imolese, dovranno essere individuate e valutate nel PSC in forma associata, in linea con le disposizioni del PTCP e secondo le procedure di cui all’art. 27 della L.R. 20/2000. Si modifica pertanto il testo dell’apparato normativo, al p.tp 5, comma 5, come segue: Inoltre, con riferimento all’autonomia del Nuovo Circondario Imolese, sancita dalla L.R. 6/04 e dall’intesa sottoscritta con la Provincia di Bologna nel dicembre 2006, le eventuali proposte di nuovo assetto strutturale del settore commerciale del territorio imolese, dovranno essere individuate e valutate nel PSC in forma associata, in linea con le disposizioni del PTCP e con le procedure di cui all’art. 27 della L.R. 20/2000. La proposta è dunque ACCOGLIBILE. Punto 5 – tema: Poli Funzionali ad elevata specializzazione commerciale - Specifica sui mq di SV di incremento ammissibili per l'ambito del NCI Si chiede di aggiungere al p.to 5 - comma 5 dopo i termini "“Obi Center – Zello” in comune di Imola, un incremento fino ad un massimo di 3.000 mq. di Superficie di vendita non alimentare" il seguente inciso: “i 3000 mq di incremento debbono intendersi aggiuntivi rispetto alla SV della struttura non alimentare esistente”

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Analogamente si chiede di aggiungere al p.to 5 - comma 5 dopo i termini "Mercatone” in comune di Dozza, un incremento fino ad un massimo di 3.000 mq. di Superficie di vendita non alimentare il seguente inciso: “i seguenti 3.000 mq di incremento debbono intendersi aggiuntivi rispetto alla Superficie di vendita dell'ACI di livello inferiore nella quale è inserito il Mercatone, fermo restando che gli incrementi di Superficie di vendita complessivamente ammessi dal presente comma e dal successivo p.to 11 dovranno essere applicati alle strutture esistenti o in progetto in modo da garantire il mantenimento dell'ACI all'attuale livello inferiore.” Risposta Si condivide in parte l'osservazione e si provvede a modificare il testo dell'apparato normativo come segue: Sono inoltre ammessi gli ampliamenti di due insediamenti commerciali esistenti, anche oltre i limiti di cui al successivo punto 11, purché sulla base di progetti complessivi di riqualificazione, di cui alla lett. c), comma 2, punto 11; tali interventi dovranno essere individuati e valutati nel PSC in forma associata del NCI, ed in ogni caso essere subordinati ad uno specifico Accordo Territoriale tra Comune sede dell'intervento, Provincia di Bologna e Nuovo Circondario Imolese, nel quale vengano verificati gli effetti sul sistema della viabilità e proposte le opportune soluzioni; la sottoscrizione dell'Accordo territoriale è condizione necessaria per l'attuazione delle quote massime di seguito ammesse:

a. Centro Commerciale “La scala” di via Zello” in Comune di Imola, un incremento fino ad un massimo di 3.000 mq di Superficie di Vendita aggiuntivi rispetto alla Superficie di Vendita della struttura non alimentare esistente;

b. “Area Mercatone Germanvox” in Comune di Dozza, un incremento fino ad un massimo di 3.000 mq di Superficie di Vendita non alimentare aggiuntivi rispetto alla Superficie di Vendita complessiva dell'insediamento esistente, ed eventualmente agli ampliamenti di cui al p.to 11, al fine di consentire la riorganizzazione e razionalizzazione dell'insediamento commerciale esistente sulla base di un progetto complessivo di riqualificazione dell'area, purchè nei limiti dimensionali complessivi delle aree commerciali integrate di livello inferiore di tipo 13.

La proposta è dunque ACCOGLIBILE. Punto 6 – tema: Perequazione Territoriale Al fine di garantire il concorso del Nuovo Circondario Imolese alla formazione degli strumenti di attuazione del POIC e, in particolare, degli strumenti che attengono

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alla Perequazione territoriale (ai sensi del combinato disposto del p.to 1-comma 4 e p.to 14 delle NTA) si chiede di aggiungere al p.to 14 comma 2 dopo i termini "e dai Comuni sede di attività commerciali di cui al comma precedente" il seguente inciso: "nonchè dal Nuovo Circondario Imolese". Risposta Si accoglie l'osservazione e si provvede ad integrare il p.to 14, comma 2, fermo restando il recepimento integrale delle riserve espresse dalla Regione relativamente al medesimo tema . Punto 7 – tema: Correzione errori materiali 1. Sostituire due volte al p.to 4, comma 3, delle NTA i termini "Circondario di

Imola" con "Circondario Imolese" 2. Aggiungere al p.to 4, comma 3, lett. F) delle NTA dopo i termini " gli altri

comuni confinanti" l'inciso " della Provincia di Bologna non compresi in forme associative fra comuni"

3. Sostituire al p.to 5, comma 8, penultimo alinea delle NTA i termini "653/2005" con i termini "1253/1999 modificata e integrata dalla Deliberazione del consiglio regionale 653/2005"

4. Sostituire al p.to 5, comma 8, ultimo alinea delle NTA i termini "653/2005" con i termini "1253/1999"

5. Sostituire al p.to 8, comma 2, quarto alinea delle NTA i termini "653/2005" con i termini "1253/1999 modificata e integrata dalla Deliberazione del consiglio regionale 653/2005"

6. Aggiungere al p.to 1 delle NTA il seguente 10° comma: "La cartografia di supporto al POIC ha valore indicativo. L'esatta e completa localizzazione delle strutture commerciali previste dal presente art. 9.5 è demandata alla cartografia dei PSC, RUE e POC comunali in linea con le disposizioni normative del medesimo articolo e del PTCP. La cartografia del PSC associato dei comuni del Nuovo Circondario Imolese dovrà prevedere -anche e in particolare- la localizzazione di nuove superfici di vendita per almeno 20.000 mq lungo l'asse S. Carlo nell'ambito dell'omonimo Accordo territoriale e con una concertazione che coinvolga tutti i comuni sottoscrittori dellAccordo stesso, coordinati dal Nuovo Circondario"

7. Al p.to 5, comma 1, lett. a) delle NTA sostituire “Castel Guelfo di Bologna” con “Castel Guelfo”.

8. Nell’allegato M sostituire all'ultimo comma i termini Dozza Imolese con "Dozza"

Risposta

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1. Si accoglie l'osservazione e si modifica il p.to 4, comma 3. 2. In relazione al fatto che la prevista consultazione con i comuni confinanti si

applica per strutture definite di rilevanza sovracomunale, la cui attrattività commerciale può riguardare realtà territoriali più ampie di quelle date dai confini amministrativi comunali e provinciali, si ritiene opportuno mantenere la più ampia consultazione possibile in ordine alla previsione di tali insediamenti commerciali, al fine di una valutazione congiunta degli impatti e delle possibili misure di mitigazione. La proposta è dunque NON ACCOGLIBILE.

3. Si condivide l'osservazione e si provvede a sostituire l'art. 9.5 -p.to 5-comma 8, con i termini proposti . La proposta è dunque ACCOGLIBILE.

4. Si condivide l'osservazione e si provvede a sostituire l'art. 9.5 -p.to 5-comma 8, con i termini proposti . La proposta è dunque ACCOGLIBILE.

5. Si condivide l'osservazione e si provvede a sostituire l'art. 9.5 -p.to 8-comma 2 con i termini proposti . La proposta è dunque ACCOGLIBILE.

6. Per quanto riguarda la prima parte dell'osservazione si condivide la richiesta di specificare che le localizzazioni individuate nella cartografia di supporto al Piano hanno valore indicativo e che saranno i successivi strumenti attuativi (Accordi territoriali, PSC, RUE, POC e PUA) a definire con esattezza gli ambiti sui quali saranno localizzati gli insediamenti commerciali ammissibili. Relativamente invece alla seconda parte del contributo si ritiene non pertinente la richiesta di localizzare in cartografia eventuali nuove superfici di vendita, in quanto la cartografia di supporto al Piano non ha alcun valore normativo. La proposta è dunque PARZIALMENTE ACCOGLIBILE.

7. Si condivide l'osservazione e si provvede a sostituire l'art. 9.5, p.to 5, comma 1, lett. a) delle NTA sostituendo “Castel Guelfo di Bologna” con “Castel Guelfo”. La proposta è dunque ACCOGLIBILE.

8. Si condivide l'osservazione e si provvede a sostituire l'allegato M con il termine proposto. La proposta è dunque ACCOGLIBILE.

Sintesi finale In conclusione, a seguito delle considerazioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente PARZIALMENTE ACCOGLIBILE.

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OSSERVAZIONE N. 18 Prot. N. 423006 del 13/10/2008 PROPONENTE: ANCE Bologna

Contenuti dell’osservazione e risposte dettagliate

L’osservazione espone i seguenti 6 punti: Punto 1 – tema: Principi generali - Obiettivi per la Grande Distribuzione - Riequilibrio tra operatori Si propone l’individuazione di un ulteriore obiettivo (p.to 2.6 da aggiungere anche nella Relazione) dal titolo “la pluralità degli operatori”; risulta necessario inserire fra gli obiettivi del Piano, il riequilibrio fra operatori nell’ambito della GDO operante sul territorio provinciale con la finalità di evitare la determinazione di monopoli di fatto esercitati da gruppi presenti sul territorio in modo prevalente e, per alcuni bacini, esclusivi. Tale obiettivo dovrà essere articolato anche nell’art. 1 delle NTA) ed inserito fra i principi generali dei Piano, da perseguire nei diversi ambiti territoriali di riferimento del POIC. Risposta Si concorda con il fatto che una presenza equilibrata di operatori della GDO sul territorio costituisca un obiettivo da perseguire per garantire elevate qualità di servizio e di diversificazione dell'offerta. Tuttavia non rientrano tra le competenze attribuite dalla normativa vigente alla Provincia la scelta degli operatori che gestiranno le nuove attrezzature commerciali, né sono previsti eventuali strumenti di regolazione della presenza dei diversi gruppi sul territorio. La proposta appare dunque CHIARITA rispetto alle disposizioni legislative vigenti. Punto 2 – tema: Attuazione e Monitoraggio Si ritiene funzionale la definizione di politiche di trasformazione che affrontino complessivamente ed in forma coordinata tutte le variabili che incidono sulla localizzazione di insediamenti commerciali, sulla base di strumenti di pianificazione e programmazione attualmente vigente (PTCP – POIC – PMP e PSC), si ritiene che ciò possa contribuire a superare gli ostacoli amministrativi sin qui incontrati nell’attuazione degli interventi. Si ritiene quanto mai opportuno che il Piano adottato abbia previsto una specifica struttura (cfr. p.to 15 NTA) per l'attuazione ed il monitoraggio degli effetti delle scelte del POIC, che dovrà promuovere azioni finalizzate a superare le inerzie che si dovessero registrare.

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Si ritiene perciò necessario che al Tavolo possano partecipare anche le Organizzazioni Economico Sociali rappresentative delle imprese che promuovono le trasformazioni territoriali legate alla realizzazione degli insediamenti commerciali, in quanto, proprio su questa tipologia d’imprese, si ripercuote il danno derivante dalle inerzie che si registrano in sede politico/amministrativa. Risposta Si ritiene non opportuna la partecipazione di altri soggetti che non siano direttamente rappresentativi degli operatori del commercio e dei consumatori, in quanto la finalità propria del Tavolo di cui al p.to 15 è il monitoraggio degli impatti della grande distribuzione sul piccolo commercio. Si ritiene pertanto la richiesta NON ACCOGLIBILE. Punto 3 – tema: Range di variazione Il “range” definito nell’art. 10 delle Norme è particolarmente restrittivo e non consente di determinare una competizione fra aree e fra potenziali soggetti attuatori nelle modalità, nei tempi e negli apporti in termini di perequazione e compensazione degli impatti. Si propone pertanto un incremento del “range di variazione” di 10.000 mq. per le grandi strutture alimentari, di 20.000 mq per le strutture non alimentari. Risposta La definizione del Range di variazione sulla base delle condizioni di sostenibilità a cui è subordinata l'attuazione dei poli, consente un incremento di dotazione di superfici commerciali credibile rispetto alle dinamiche di mercato e delle realizzazioni attuate dalla precedente programmazione ad oggi. Si ritiene pertanto non auspicabile incrementare ulteriormente tale quota, demandando al monitoraggio della rete commerciale i successivi orientamenti per la programmazione delle quote commerciali. Si ritiene pertanto la richiesta CHIARITA dalle considerazioni svolte, ritenendo la proposta di revisione del Range NON ACCOGLIBILE. Punto 4 – tema: Perequazione Territoriale Si ritiene che Il “contributo di sostenibilità” debba essere prioritariamente destinato alla mitigazione degli impatti a livello locale e intercomunale collegati ai contenuti attuativi dei singoli accordi territoriali o degli altri strumenti previsti dall’art. 4 delle Norme. Si ritiene che debbano essere valutati nel loro complesso gli interventi connessi alla realizzazione degli insediamenti commerciali di rilievo provinciale e, nell’ambito della definizione degli Accordi Territoriali e, coerentemente con l’atto di indirizzo assunto dalla Giunta Provinciale, definire in quale percentuale il

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“contributo alla sostenibilità” vada destinato agli interventi connessi all’attuazione dell’Accordo Territoriale o altro strumento attuativo; destinando la restante parte agli interventi prioritari di livello provinciale. Si ritiene inoltre opportuno precisare che gli interventi di valorizzazione dei centri storici debbano essere orientati alla qualificazione della rete commerciale esistente e che è assegnata priorità agli interventi per la mobilità funzionali alla accessibilità degli insediamenti commerciali esistenti ubicati nei Comuni oggetto dell’accordo o di altri strumenti attuativi. Tali precisazioni dovranno essere inserite all’art. 14 comma 4, lettere a) e b) delle Norme. Risposta Relativamente al tema della perequazione territoriale si specifica che ai sensi del comma 8 della L.R. 20/2000 la Provincia, in sede di approvazione de Piano, si adegua alle riserve Regionali recependole integralmente; l'articolo relativo alla perequazione territoriale viene pertanto modificato rimandando ai successivi strumenti di Accordo la definizione e le modalità di gestione del fondo nonchè le opportune specificazioni sull'utilizzo delle risorse conferite al fondo stesso. Si conferma infine quanto indicato nella risposta al p.to 4. L'articolo delle norme sarà modificato ed integrato sulla base delle riserve espresse dalla Regione. Punto 5 – tema: Poli Funzionali ad elevata specializzazione commerciale e aree commerciali di rilevanza provinciale Risulta poco opportuno al fine di una crescita globale del territorio e della sua qualità una così esigua programmazione commerciale nella città di Bologna, all’interno della quale è previsto solamente il Polo Funzionale Comparto Ex ASAM, la cui effettiva operatività è subordinata all’entrata in esercizio del 2° lotto della “Lungosavena”. Circa il suddetto Polo si propone pertanto di rendere possibile l’approvazione degli strumenti urbanistici attuativi ed il rilascio dei permessi di costruire collegati, senza subordinarli alla realizzazione dei lotti della strada “Lungosavena”, la cui realizzazione resta al momento eccessivamente incerta, rispetto alle certezze che devono essere fornite al promotore dell’iniziativa edilizia/immobiliare/commerciale. Risposta Si veda la deduzione in risposta all'integrazione n. 32 presentata dal Comune di Bologna (PG 461455 del 05/11/2008). Punto 6 – tema: Range di Variazione - Proposte di nuovi poli funzionali Si propone di inserire al punto 10 delle Norme un nuovo comma 1.1 che preveda una “quota di riserva” (pari al 30% del range di variazione individuato, di cui al

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punto 10, c.1, delle Norme) che, sulla base delle analisi di sostenibilità condivise dall’Amministrazione Provinciale, possa essere utilizzata per la localizzazione di nuovi Poli Funzionali o per implementare le quantità di superficie di vendita previste nei Poli Funzionali già individuati dal Piano adottato. Si propone, di seguito, la modifica normativa: “Il range di variazione individuata al comma 1 può essere incrementato del 30% sulla base di nuove necessità di compensazione individuate nell’ambito dei Poli Funzionali già previsti, o nell’ambito dei Poli Funzionali da individuare, ai sensi dell’art. 15 p.to 5 del PTCP”. Risposta Si ritiene che in merito alla possibilità di incremento della superficie di vendita derivante da necessità di ampliamento o riqualificazione delle strutture commerciali esistenti o di nuova programmazione, il piano sia sufficientemente esaustivo; secondo quanto previsto al p.to 11 delle NTA sono infatti ammissibili incrementi una tantum fino al 20% della SdV esenti dal rispetto del range di variazione. Viceversa non si ritiene opportuno prevedere ulteriori quote aggiuntive rispetto a quelle programmate considerato che le quantità espresse costituiscono una delle scelte fondanti del piano condivise in sede di Conferenza di pianificazione. Si richiama infine un ulteriore elemento a conferma di tali considerazioni circa la previsione di nuovi poli funzionali; in tal senso, con specifico riferimento alle disposizioni dell'art. 9.4 del PTCP, il piano prevede che ulteriori nuovi poli funzionali potranno contenere esclusivamenbte funzioni d'attrazione non attinenti al settore commerciale, con l'eventuale ammissibilità di insediamenti di rilevanza sovracomunale o comunale (p.to 5 comma 6 delle NTA). Sulla base delle considerazioni svolte si ritiene pertanto la proposta NON AMMISSIBILE.

Sintesi finale

In conclusione, a seguito delle considerazioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente PARZIALMENTE ACCOGLIBILE.

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OSSERVAZIONE N. 19 Prot. N. 423561 del 13/10/2008

PROPONENTE: CNA Imola

Contenuti dell’osservazione e risposte dettagliate L’osservazione espone i seguenti 3 punti: Punto 1 – tema: Poli Funzionali ad elevata specializzazione commerciale e aree commerciali di rilevanza provinciale - Localizzazioni Si ritiene che alcune delle previsioni inserite nel piano abbiano scarse prospettive di realizzazione, o perché caratterizzati da molteplici vincoli di sostenibilità o per la mancanza del mercato potenziale in particolare nell'isocrona 0-15 min. Inoltre si ritiene che tali previsioni portino ad un incremento degli spostamenti oltre ad aspettative di realizzazione incrementando le rendite fondiarie. Si chiede pertanto di selezionare maggiormente i poli ed ad orientarne la loro concezione. Risposta Le scelte di pianificazione prevedono la localizzazione di nuove strutture commerciali prevalentemente all'interno di poli funzionali già previsti dal PTCP, con particolare attenzione ad aree territoriali in crescita demografica e con una dotazione di grandi attrezzature commerciali inferiori alla media provinciale. Si ritiene inoltre che le localizzazioni previste rispondano in adeguata misura a criteri di accessibilità, sostenibilità territoriale, salvaguardia dei contesti rurali e adeguata distanza dalla conurbazione bolognese, secondo il principio di localizzazione e potenziamento di insediamenti rispondenti ad un modello policentrico. Si ritiene pertanto la richiesta CHIARITA dalle considerazioni svolte. Punto 2 – tema: Poli Funzionali ad elevata specializzazione commerciale e aree commerciali di rilevanza provinciale - Nuovo Circondario imolese Relativamente al territorio del Nuovo Circondario Imolese si ribadisce che il polo funzionale nell'area Selice-Lasie debba risponere alle esigenze del territorio imolese, coerentemente con quanto previsto dalla variante al PRG del 2005 (destinazione funzionale :distretto del tempo libero). Per quanto attiene l'Asse S. Carlo si ritiene opportuno dotare i centri di Castel S. Pietro e Medicina di centri commerciali con Superstore alimentari (2.500-3.000 mq) per evitare l'evasione per acquisti ad oggi presente. Si ribadiscono infine le perplessità circa l'ampliamento del Centro Leonardo di Imola.

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Risposta Si ritiene che l'ammissibilità delle funzioni commerciali di attrazione provinciale previste dal Piano per il Polo Funzionale del Casello A14-Via Lasie di Imola, non precluda la possibilità di insediare funzioni rispondenti alle esigenze del territorio imolese; in relazione alla proposta di prevedere all'interno del polo strutture per il tempo libero, è però nell'Accordo territoriale, da sottoscrivere successivamente all'approvazione del Piano, che potrà essere opportunamente valutata la possibilità di inserire nell'ambito funzioni rispondenti ad esigenze di scala comunale, eventualmente proposte dal comune interessato. Per quanto riguarda l'ambito dell'Asse S. Carlo, indipendentemente dai settori merceologici e dai dimensionamenti proposti, si rimanda alla deduzione in risposta alle richieste avanzate dal Nuovo Circondario Imolese. Si ricorda comunque che, relativamente alle valutazioni presentate di inadeguatezza della rete esistente nei comuni di Castel S. Pietro e Medicina, il piano demanda ai Comuni la competenza programmatoria delle medio-grandi strutture alimentari. La localizzazione di tali strutture peraltro è ammessa, in presenza di adeguati bacini di utenza e di adeguate caratteristiche di accessibilità, sia nei centri storici che nei nodi della mobilità collettiva, proprio al fine di contenere l'evasione per acquisti offrendo al consumatore l'opportunità di reperire beni di consumo quotidiano, in prossimità della rete tradizionale di vicinato o durante i tragitti casa-lavoro. Relativamente alla terza parte del contributo si ritiene l'osservazione impropria in quanto nelle norme non viene esplicitata alcuna deroga per il Centro Leonardo; viceversa la suddetta struttura, analogamente ad altri insediamenti, potrà usufruire della possibilità di ampliamento secondo quanto disposto al p.to 11, comma 2 delle Norme, relativamente alle strutture che hanno già usufruito di ampliamenti. Si ritiene pertanto la richiesta CHIARITA dalle considerazioni svolte. Punto 3 – tema: Perequazione territoriale Si chiede che le risorse accantonate nel Fondo Provinciale siano destinate alla realizzazione di opere infrastrutturali locali al fine di portare un beneficio diretto ai territori interessati. Si ritiene inoltre che la ripartizione delle risorse previste debba essere variata come segue: 50% destinate ad opere infrastrutturali strategiche locali e 50% destinate ad interventi di riqualificazione e valorizzazione attività nei centri commerciali naturali. Risposta Relativamente all'apparato normativo ed al tema in oggetto si specifica che ai sensi del comma 8 della L.R. 20/2000 la Provincia, in sede di approvazione de Piano,si adegua alle riserve Regionali recependole integralmente; pertanto

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l'articolo relativo alla perequazione territoriale viene modificato rimandando ai successivi strumenti di Accordo la definizione e le modalità di gestione del fondo nonché le opportune specificazioni sull'utilizzo delle risorse conferite al fondo stesso.

Sintesi finale

In conclusione si ritiene l’osservazione complessivamente CHIARITA dalle considerazioni svolte.

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OSSERVAZIONE N. 20 Prot. N. 423564 del 13/10/2008

PROPONENTE: Comune di Dozza

Contenuti dell’osservazione e risposte dettagliate L’osservazione espone i seguenti 2 punti: Punto 1 – tema: Poli Funzionali ad elevata specializzazione commerciale e aree commerciali di rilevanza provinciale Si propone che in sede di approvazione del Piano sia inserita la seguente integrazione relativa all’Ambito 09: Sono inoltre ammessi gli ampliamenti di due formati distributivi esistenti anche oltre i limiti di cui al successivo punto 11, da subordinare ad uno specifico Accordo Territoriale nel quale vengano verificati gli effetti di tali ampliamenti sul sistema della viabilità e proposte le opportune soluzioni: • “Centro Commerciale "La Scala" di via Zello” in comune di Imola, un

incremento fino ad un massimo di 3.000 mq. di S.V non alimentare; • Area Commerciale Integrata “Mercatone Germanvox” in comune di Dozza, un

incremento fino ad un massimo di 3.000 mq. di S.V. non alimentare. Risposta Si condivide l'osservazione e si provvede ad integrare l'art. 9.5 -p.to 5-Ambito 09 tenuto conto delle modifiche richieste anche dal Nuovo Circondario Imolese. Si veda in proposito la deduzione all’osservazione n. 17, punto 5. Punto 2 – tema: Interventi esenti dal rispetto del Range di variazione Relativamente agli incrementi di superficie di vendita fino al 20%, si propone di specificare che la valutazione circa il "progetto complessivo di riqualificazione dell'area" avviene in sede di Conferenza dei Servizi di cui all'art. 9 del Dlgs n. 114/1998. Si chiede inoltre che tale norma non riguardi solo progetti di riqualificazione di futura predisposizione, ma anche in corso di attuazione (si precisa che per il comparto “Mercatone” è in corso di predisposizione un piano di riqualificazione) Risposta Si condivide la richiesta di specificare la sede preposta alla valutazione del progetto di riqualificazione dell'area. A tal proposito si ritiene che tale valutazione debba essere effettuata sull'intero ambito commerciale preliminarmente alla Conferenza dei Servizi da parte del Comune proponente, Provincia e Regione. Si accoglie infine la richiesta circa i progetti di riqualificazione in corso di attuazione.

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Sintesi finale

In conclusione, a seguito delle considerazioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente ACCOGLIBILE.

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OSSERVAZIONE N. 21 Prot. N. 423589 del 13/10/2008

PROPONENTE: Soprintendenza dei Beni Archeologici dell’Emilia Romagna

Contenuti dell’osservazione e risposte dettagliate

L’osservazione si articola in un unico punto: Punto 1 – tema: Rapporto localizzazioni commerciali e tutela Archeologica Si rileva la tendenziale compatibilità delle opere previste nel Piano con le esigenze di tutela archeologiche; si segnala comunque che negli ambiti commerciali o nei poli funzionali è possibile la preesistenza di stratificazioni archeologiche, di strutture insediative diffuse e di aree di necropoli; si ritiene pertanto necessaria una stretta collaborazione fra enti e soggetti che attueranno gli insediamenti ai fini di una tutela preventiva, indicata peraltro dalla recente normativa; si richiama la necessità di valutare in via preventiva il grado di rischio archeologico attraverso la stesura di una carta dei siti archeologici (con la supervisione della Soprintendenza) completa delle aree tutelate dagli strumenti di pianificazione adottati. Si segnala inoltre l'esigenza di prevedere ricognizioni estensive e attività di controllo da attuarsi anche in fase per la progettazione esecutiva. Risposta Si condivide l'importanza di effettuare specifici approfondimenti ai fini di una tutela preventiva, sull'interazione delle nuove previsioni commerciali con il sistema delle preesistenze storico-archeologiche. Si concorda inoltre con il fatto che le problematiche di tipo archeologico potranno essere positivamente affrontate e risolte attraverso un collaborativo ed organico rapporto tra Enti e soggetti coinvolti nell'attuazione dei singoli interventi. Relativamente alla carta dei siti archeologici il PTCP fornisce già la mappatura delle aree a rilevante rischio archeologico (Tav. 1 e allegato D del PTCP) di cui all’art. 8.2 comma 2 lett. c delle Norme, e demanda ai Comuni la competenza di approfondire e sviluppare all’interno del Quadro conoscitivo del proprio PSC l’individuazione delle aree a rischio archeologico, previa consultazione con la competente Soprintendenza per i beni Archeologici. In quanto alle procedure operative proposte in fase di progettazione esecutiva, si ritiene che debbano essere recepite nell’ambito dei successivi strumenti attuativi ai sensi dell’art 8.2 comma 5 del PTCP.

Sintesi finale In conclusione, a seguito delle considerazioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente ACCOGLIBILE.

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OSSERVAZIONE N. 22 Prot. N. 424164 del 13/10/2008

PROPONENTE: Associazione intercomunale Terre di Pianura

Contenuti dell’osservazione e risposte dettagliate L’osservazione espone i seguenti 6 punti: Punto 1 – tema: Elenco delle tipologie - Definizioni e popolazione di riferimento Si osserva che nell'assunzione di nuove tipologie introdotte con le Norme vengono meno definizioni quali "Centro Commerciale"; si ritiene indispensabile in tal senso un approfondimento per verificare cosa accade nel caso di centri commerciali già autorizzati in base alle definizioni di termini in vigore. Nello specifico Il Centro Commerciale di Altedo, autorizzato come centro commerciale di vicinato con la presenza di una Medio Grande alimentare, non trova collocazione all'interno del nuovo elenco e appare difficoltoso ricondurla ad una delle tipologie elencate. Si osserva che occorre pertanto ridefinire l'elenco utilizzando la terminologia presente nella legislazione nazionale e regionale. Sembra infine poco funzionale ai fini della classificazione delle tipologie che venga presa di riferimento la popolazione anagrafica al 31-12-2005, si ritiene pertanto opportuno determinare un criterio di aggiornamento di detto dato che non penalizzi la crescita demografica dei comuni. Risposta Si concorda con la necessità di rendere maggiormente coerente la classificazione tipologica proposta al p.to 2 comma 1 delle NTA con la classificazione prevista dalle normative regionali. A tal fine si è ritenuto di rielaborare interamente il suddetto p.to, anche sulla base delle riserve espresse dalla Regione Emilia Romagna. Nel caso specifico proposto si ritiene impropria la classificazione di centro commerciale di vicinato, che ai sensi dell'art. 1.7 della D.C.R. 1253/1999 e s.m. può comprendere solamente esercizi di vicinato, salvo l'eventuale presenza di una medio-piccola struttura. Si ritiene pertanto la risposta CHIARITA dalle considerazioni svolte. Punto 2 – tema: Aree commerciali di rilevanza provinciale – Condizioni di sostenibilità Stesso contenuto osservazione n. 15 Comune di Budrio – punto 2.

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Risposta Si veda la deduzione in risposta all’osservazione n. 15 - p.to 2. Punto 3 – tema: Indirizzi per la pianificazione degli insediamenti commerciali di rilevanza sovracomunale Stesso contenuto osservazione n. 15 Comune di Budrio – punto 4. Risposta Si veda la deduzione in risposta all’osservazione n. 15 - p.to 4. Punto 4 – tema: Indirizzi per la pianificazione degli insediamenti commerciali di rilevanza comunale Si chiede quale debba essere la natura del documento di programmazione commerciale che il Consiglio Comunale deve approvare per poter rilasciare autorizzazioni per le nuove medie strutture; in particolare si ritiene necessario definire, per i Comuni che non dispongono degli strumenti urbanistici previsti dalla L.R. 20/2000, quale atto il Consiglio debba assumere per consentire il rilascio delle autorizzazioni nel periodo transitorio tra la vigente pianificazione urbanistica e l'approvazione dei nuovi strumenti. Risposta La programmazione e la pianificazione delle strutture commerciali, per ciò che attiene le competenze comunali, deve avvenire nell'ambito degli strumenti previsti dalla L.R. 20/2000 (PSC, RUE e POC). Successivamente alla fase di recepimento delle determinazioni della variante al PTCP (POIC) nei singoli strumenti di pianificazione comunale, si ritiene che la programmazione e le scelte relative alle singole strutture commerciali debba avvenire nell'ambito del PSC. In tal senso si provvede a modificare il p.to 8 dell’art.9.5 sostituendo l’ultimo alinea come segue: i Comuni sono tenuti ad inserire le scelte relative alle medie strutture di vendita nei PSC, nel quale, nel rispetto delle indicazioni contenute nelle norme regionali e nel PTCP, dovranno essere esposte le scelte generali di sviluppo e qualificazione delle diverse tipologie di commercio, con particolare riferimento alla salvaguardia del servizio nelle località minori e al rilancio della presenza del commercio nel centro storico, nonché definiti i criteri per l'autorizzazione delle medie strutture di vendita. Si ritiene la richiesta CHIARITA dalle considerazioni svolte.

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Punto 5 – tema: Interventi esenti dal rispetto del Range Stesso contenuto osservazione n. 15 Comune di Budrio – punto 6. Risposta Si veda la deduzione in risposta all’osservazione n. 15 - p.to 6. Punto 6 – tema: Perequazione Territoriale Stesso contenuto osservazione n. 15 Comune di Budrio – punto 7. Risposta Si veda la deduzione in risposta all’osservazione n. 15 - p.to 7.

Sintesi finale

In conclusione, a seguito delle considerazioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente PARZIALMENTE ACCOGLIBILE.

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OSSERVAZIONE N. 23 Prot. N. 424168 del 13/10/2008

PROPONENTE: Unione dei Comuni Reno Galliera

Contenuti dell’osservazione e risposte dettagliate L’osservazione espone i seguenti 2 punti: Punto 1 – tema: Elenco delle tipologie Si chiede che la definizione di ciascuna tipologia di "aggregazione di strutture commerciali" trovi una maggiore corrispondenza alle tipologie descritte nella direttiva regionale, al fine di individuare in maniera inequivocabile, per ciascuna fattispecie di aggregazione il regime autorizzatorio da applicare o per il calcolo delle dotazioni di standard richiesti. Si chiede infine di verificare la definizione della tipologia n. 20 in quanto non pienamente comprensibile così scritta ( non è chiaro se il limite dei 5.000 mq si debba applicare sia per i comuni sopra che sotto alla soglia dei 10.000 abitanti). Risposta Si concorda con la necessità di rendere maggiormente coerente la classificazione tipologica proposta al p.to 2 comma 1 delle NTA con la classificazione prevista dalle normative regionali, si provvede in tal senso alla modifica del suddetto p.to. Si inseriscono inoltre i commi 4 e 6, al fine dell'individuazione delle norme sulle procedure autorizzative, prescrizioni e requisiti urbanistici, in ordine alle diverse tipologie. La proposta è dunque ACCOGLIBILE. Punto 2 – tema: Perequazione Territoriale Pur condividendo in linea di principio che alla Provincia debba essere riconosciuto il ruolo di coordinamento territoriale, si ritiene che il fondo compensativo debba rimanere di competenza dell'Unione almeno per quanto riguarda la quota di risorse del 75% finalizzate alla realizzazione di opere infrastrutturali. L'Unione Reno Galliera si rende comunque disponibile, qualora la norma non venga modificata, a partecipare al fondo provinciale; si chiede però che la gestione del suddetto fondo sia prevista e non sia solo formale e che le risorse afferenti siano impegnate prioritariamente per finanziare opere infrastrutturali e sostegno della rete commerciale del territorio da cui sono state generate. Nel caso in cui le risorse siano abbondanti si potrà generare per investimenti su altri ambiti.

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Risposta Prendendo atto delle disponibilità espresse, si condivide appieno la necessità di costituire strumenti per la gestione delle risorse realmente operativi e con l'obiettivo principale di dare effettivo supporto alla realizzazione di opere a sostegno dei territori. Relativamente all'apparato normativo si specifica che ai sensi del comma 8 della L.R. 20/2000 la Provincia, in sede di approvazione de Piano, si adegua alle riserve Regionali recependole integralmente; pertanto relativamente al tema in oggetto l'articolo viene modificato rimandando all' Accordo Territoriale la definizione e le modalità di gestione del fondo nonchè le opportune specificazioni sull'utilizzo delle risorse conferite al fondo stesso sia rispetto al tema delle opere infrastrutturali che per il commercio tradizionale. La proposta è dunque PARZIALMENTE ACCOGLIBILE.

Sintesi finale

In conclusione, a seguito delle considerazioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente PARZIALMENTE ACCOGLIBILE.

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OSSERVAZIONE N. 24 Prot. N. 425882 del 14/10/2008

PROPONENTE: Associazione Futura Operatori Economici del Comune di Malalbergo

Contenuti dell’osservazione e risposte dettagliate

L’osservazione si articola in un unico punto: Punto 1 – tema: Poli Funzionali ad elevata specializzazione commerciale e aree commerciali di rilevanza provinciale I nuovi insediamenti commerciali dei quali si è già stabilita l'ubicazione, rischiano di cambiare la fisionomia non solo della rete commerciale esistente ma anche di interi paesi, a fronte di un territorio già sovraccarico. L'apertura di nuove grandi strutture commerciali non solo provocherà la chiusura di centinaia di attività, ma comprometterà il futuro dei paesi rendendoli sempre più dei dormitori ed insicuri. A fronte della crisi che sta investendo l'intero economia mondiale si chiedono altre risposte ed aiuti concreti. Risposta Gli effetti cumulativi della grande distribuzione sul tessuto economico ed urbano saranno monitorati esaminando, come è stato fatto nel Quadro conoscitivo, l'evoluzione di tutti i diversi comparti della rete commerciale nel corso del tempo in relazione alle tendenze socioeconomiche e del mercato. Attraverso un’azione specifica di monitoraggio si prevede quindi un esame ex post delle conseguenze dell'attuazione del Piano stesso per individuare eventuali correttivi, specie per quanto riguarda le scelte operative di breve termine e, in specifico, quelle relative al range di variazione per le grandi strutture. Range che potrà essere usato sia come strumento calmieratore di un ritmo eccessivo di crescita delle grandi strutture nell'unità di tempo, sia, in relazione alle misure di perequazione, come fattore di qualificazione degli interventi alzando la soglia qualitativa di ingresso nel mercato.

Sintesi finale

In conclusione si ritiene l’osservazione complessivamente CHIARITA a seguito delle considerazioni svolte.

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OSSERVAZIONE N. 25 Prot. N. 428081 del 15/10/2008

PROPONENTE: Comune di Crespellano

Contenuti dell’osservazione e risposte dettagliate L’osservazione si articola in un unico punto: Punto 1 – tema: Poli Funzionali ad elevata specializzazione commerciale ReIativamente ai contenuti normativi per il Polo Funzionale del Martignone si chiede che il Piano recepisca i contenuti dell'Accordo di Programma, con Decreto del Presidente della Provincia pubblicato sul BUR il 10 settembre 2008, ed in particolare quelli relativi alla prima fase di urbanizzazione, nella quale è prevista la localizzazione di un'Area Commerciale Integrata di livello superiore per attività non alimentari, per grandi strutture di vendita in abbinamento ai servizi per l'intrattenimento, si chiede inoltre di specificare nella norma che il dimensionamento commerciale sia demandato all'analisi della proposta imprenditoriale mediante gli strumenti normativi vigenti della sostenibilità ambientale. Risposta Analogamente a quanto previsto per gli altri Poli funzionali individuati dal Piano, lo strumento attuativo previsto al punto 4 delle Norme è quello dell'Accordo territoriale. Nel caso del Polo in oggetto, essendo già stato sottoscritto un Accordo Territoriale per l'ambito produttivo sovracomunale del Martignone ed un Accordo di Programma, in attuazione di una parte delle previsioni concordate, si ritiene opportuno prevedere, alla luce delle nuove disposizioni normative, il solo aggiornamento dell'Accordo territoriale coerentemente con i contenuti dell’Accordo di Programma sopra richiamato. In tale sede, sulla base di approfondimenti progettuali circa la sostenibilità dell'intero ambito saranno determinate le superfici commerciali realizzabili, coerentemente con le tipologie indicate al p.to 5 delle Norme. Si ricorda infine che l'aggiornamento dell'Accordo Territoriale, essendo il Polo a cavallo tra due ambiti territoriali sovracomunali, dovrà essere sottoscritto dai comuni di Crespellano e Anzola dell'Emilia interessati dall'intervento, sentito il parere dell'Associazione Intercomunale Valle del Samoggia, il Comune di Zola Predosa e dell'Associazione Intercomunale Terre d'Acqua.

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Sintesi finale

In conclusione, a seguito delle considerazioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente NON ACCOGLIBILE.

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OSSERVAZIONE N. 26 Prot. N. 428602 del 15/10/2008

PROPONENTE: Lefim Promotion Real Estate Development

Contenuti dell’osservazione e risposte dettagliate L’osservazione espone i seguenti 3 punti: Punto 1 – tema: Poli Funzionali ad elevata specializzazione commerciale Si chiede che sia meglio identificato il Polo Funzionale Casello A14-Via Lasie, in comune di Imola" precisando che tale ambito è delimitato dal casello autostradale A14 di Imola, dalla Provinciale Selice e dalla via Lasie, costituito dalle schede programma N24A (Lasie-Selice) N24B (Selice -A14) e N21A (Multisala). Risposta In riferimento agli esiti della Conferenza di Pianificazione conclusasi il 16/04/2008 la Provincia di Bologna, Il Nuovo Circondario Imolese ed il comune di Imola hanno concordato la definizione dei limiti che identificano il Polo Casello Autostradale A14-Via Lasie di Imola. Non essendo pervenute dalle Amministrazioni interessate osservazioni circa la ridefinizioni di tali limiti, si conferma quanto indicato nella stesura adottata del Piano. Si ritiene dunque la proposta NON ACCOGLIBILE. Punto 2 – tema: Strumenti attuativi e procedure Si chiede di avviare gli strumenti necessari per l'attuazione degli insediamenti commerciali previsti, quali Accordo Territoriale o privato, con le scriventi società, tenendo in considerazione, nell'eventualità, la proposta di rilevante interesse per la formazione del PSC presentata al Nuovo Circondario Imolese e alla Provincia in data 24-01-2008. Risposta Si conferma quanto indicato nella risposta precedente, ritenendo pertanto la proposta NON ACCOGLIBILE. Punto 3 – tema: Range di Variazione per le nuove grandi strutture Si chiede di ridistribuire in modo paritario la dotazione di capacità insediativa di superficie di vendita tra l'ambito costituito dalle schede programma in modo da creare un ambito territoriale omogeneo dal punto di vista della caratterizzazione commerciale.

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Risposta Si conferma quanto indicato nella risposta al punto 1, si ritiene inoltre utile specificare che non compete al Piano attribuire la capacità insediativa agli ambiti ritenuti idonei ad ospitare insediamenti commerciali, viceversa ai sensi del p.to 4 delle NTA a determinare la superficie di vendita ammissibile per ciascuna area, saranno i successivi strumenti attuativi (Accordo Territoriale, Conferenza dei Servizi per l'autorizzazione commerciale). La proposta appare dunque IMPROPRIA rispetto alle disposizioni normative adottate.

Sintesi finale

In conclusione, a seguito delle considerazioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente NON ACCOGLIBILE.

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OSSERVAZIONE N. 27 Prot. N. 428890 del 15/10/2008

PROPONENTE: Comune di Molinella

Contenuti dell’osservazione e risposte dettagliate L’osservazione espone i seguenti 4 punti: Punto 1 – tema: Indirizzi per la pianificazione di insediamenti di rilevanza sovracomunale La collocazione di strutture commerciali anche sottoforma di aggregazioni di piccole strutture di vendita in aree vicino alla stazione ferroviaria risulterebbe in contrasto con le scelte strategiche già in atto in tema di viabilità. Inoltre si ritiene che il più grande contributo agli esercizi di vicinato non sia rappresentato dalla L. 41/97 né tanto meno dalla costituzione di un fondo provinciale ma sia attuabile mediante una pianificazione responsabile che preveda la realizzazione di strutture commerciali di forte attrazione lontane dagli esercizi di vicinato e dai centri storici. Risposta La scelta strategica del Commercio a supporto del SFM , così come i finanziamenti previsti dalla L. 41/97 rappresentano un'opportunità per tutte quelle Amministrazioni che intendano avviare progetti di riqualificazione e/o potenziamento dei propri centri urbani o ambiti di stazione, da valutare in relazione alle eventuali criticità ed opportunità di ogni contesto. Si ritiene pertanto che le localizzazioni previste nel Piano rappresentino un’opportunità che lascia al Comune la possibilità di definire successivamente sia la localizzazione che eventualmente di limitarne le tipologie ammissibili, sulla base della concertazione realizzata a livello locale. Si ritiene pertanto la proposta CHIARITA dalle considerazioni svolte. Punto 2 – tema: Indirizzi per la pianificazione di insediamenti di rilevanza comunale Si chiede quale debba essere la natura del documento di programmazione commerciale che il Consiglio Comunale deve approvare per poter rilasciare autorizzazioni per le nuove medie strutture. Si chiede inoltre di chiarire meglio il concetto secondo il quale anche nell'attuazione degli insediamenti commerciali di rilevanza comunale dovranno essere garantiti gli obiettivi in ordine alla della perequazione territoriale.

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Risposta La programmazione e la pianificazione delle strutture commerciali, per ciò che attiene le competenze comunali, deve avvenire nell'ambito degli strumenti previsti dalla L.R. 20/2000 (PSC, RUE e POC). Successivamente alla fase di recepimento delle determinazioni della variante al PTCP (POIC) nei singoli strumenti di pianificazione comunale, si ritiene che la programmazione e le scelte relative alle singole strutture commerciali debba avvenire nell'ambito del PSC. In tal senso si provvede a modificare il p.to 8 dell’art.9.5 sostituendo l’ultimo alinea come segue: i Comuni sono tenuti ad inserire le scelte relative alle medie strutture di vendita nei PSC, nel quale, nel rispetto delle indicazioni contenute nelle norme regionali e nel PTCP, dovranno essere esposte le scelte generali di sviluppo e qualificazione delle diverse tipologie di commercio, con particolare riferimento alla salvaguardia del servizio nelle località minori e al rilancio della presenza del commercio nel centro storico, nonché definiti i criteri per l'autorizzazione delle medie strutture di vendita. Si ritiene pertanto la richiesta CHIARITA dalle considerazioni svolte. Relativamente alla seconda parte della richiesta si specifica che il riferimento agli obiettivi della perequazione territoriale per gli insediamenti di rilevanza comunale trattasi di un refuso, si provvede pertanto alla correzione dell'art. 9.5 - p.to 11, stralciando il comma in questione. Si ritiene pertanto la proposta ACCOGLIBILE. Punto 3 – tema: Perequazione Territoriale Analogamente a quanto dichiarato nel contributo di Associazione Terre di Pianura si ritiene che l'istituzione di un fondo provinciale si sovrapponga a quelli di livello associativo in attuazione degli Accordi Territoriali. Risposta Si veda la deduzione in risposta al contributo n. 22 dell'Associazione Terre di Pianura (PG 424164) Punto 6 – tema: Perequazione Territoriale. Punto 4 – tema: Aree commerciali di rilevanza sovracomunali Si rileva che mentre nel Documento Preliminare di Piano era rinvenibile la localizzazione di un ambito candidabile ad ospitare funzioni commerciali di rilievo e competenza delle Associazioni e Unioni di Comuni (Zona produttiva, Capoluogo sud), nel Piano adottato non si trova riscontro in riferimento al suddetto ambito. Risposta La stesura adottata della variante all'art. 9.5 del PTCP in tema di insediamenti commerciali (POIC) prevede la sola definizione e denominazione degli ambiti

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candidabili ad ospitare Poli Funzionali e aree di rilevanza provinciale (p.to 5 delle NTA e paragrafo 4.3.1, 4.3.2 e 4.3.3 della Relazione), viceversa non sono state localizzate le aree candidabili ad ospitare insediamenti commerciali di competenza delle Associazioni ed Unioni di Comuni, di cui al p.to 3 lett. b) delle Norme, in quanto la competenza programmatoria non è più di competenza provinciale e pertanto non localizzabile nel PTCP; si ricorda tuttavia che al p.to 7 delle NTA sono stati definiti gli indirizzi per la pianificazione di tali insediamenti, sarà pertanto compito dei singoli strumenti urbanistici, quali PSC e POC, prevederne la localizzazione e la disciplina specifica. Si ritiene la richiesta CHIARITA dalle considerazioni svolte.

Sintesi finale

In conclusione, si ritiene l’osservazione complessivamente CHIARITA a seguito delle considerazioni svolte.

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OSSERVAZIONE N. 28 Prot. N. 428899 del 15/10/2008

PROPONENTE: Comune di Casalecchio di Reno

Contenuti dell’osservazione e risposte dettagliate L’osservazione si articola in un unico punto: Punto 1 – tema: Poli Funzionali ad elevata specializzazione commerciale – Riqualificazione dei Poli esistenti Si chiede che al p.to 5 delle Norme venga introdotta la possibilità di realizzare nuove superfici commerciali all'interno del Polo Funzionale Casalecchio di Reno-Zola Predosa in relazione e in proporzione al recupero del sistema di accesso ferroviario e alla riqualificazione del Palasport in esito comunque alle conclusioni di uno studio di fattibilità e di sostenibilità e in conseguenza di uno specifico Accordo Territoriale. Risposta Viste le particolari esigenze di riassetto funzionale che caratterizzano il Polo Funzionale Zona B di Casalecchio e le conseguenti esigenze di miglioramento dell'efficienza infrastrutturale dell'intero ambito, si condivide la necessità di dare avvio ad un progetto di riqualificazione del polo, comprensivo anche del Palasport e dell'accesso ferroviario; si accoglie pertanto la richiesta e si precisa che essendo il suddetto polo elencato tra quelli di cui tipologia a) (p.to 5 comma 1 delle norme), e pertanto soggetto ai soli interventi di adeguamento ed ampliamento entro i limiti stabiliti al p.to 11, sarà inserita nell'apparato normativo una deroga al comma 1 del p.to 5 per il polo in oggetto, da subordinare all'esito positivo di uno studio di fattibilità e di sostenibilità ed in conseguenza di uno specifico Accordo Territoriale da sottoscrivere con i comuni dell'Ambito Bazzanese-Samoggia. Si ritiene pertanto la proposta accoglibile e si provvede ad integrare l'apparato normativo al p.to 5 comma 1 come segue: Viste le particolari esigenze di riassetto funzionale che caratterizzano il Polo Funzionale Zona B di Casalecchio di cui alla lett. a), si ammette la possibilità di un ampliamento della superficie di vendita complessiva del polo commerciale esistente da relazionare al recupero del sistema di accesso ferroviario e alla riqualificazione del Palasport, sulla base di uno studio di fattibilità e sostenibilità che certifichi l’interesse pubblico dell’operazione ed in conseguenza di uno specifico accordo territoriale sottoscritto dalla Provincia di Bologna e dai Comuni dell’Ambito Bazzanese-Samoggia. L’ampliamento dovrà comunque restare nei limiti massimi di una grande struttura di tipo 8, eventualmente nell’ambito di un

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centro commerciale di tipo 10 o di un’area commerciale integrata di tipo 13 con esplicita esclusione dei tipi 7 e 15.

Sintesi finale

In conclusione, a seguito delle considerazioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente ACCOGLIBILE.

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OSSERVAZIONE N. 29 Prot. N. 430771 del 16/10/2008

PROPONENTE: Comune di Bologna

Contenuti dell’osservazione e risposte dettagliate L’osservazione espone i seguenti 4 punti: Punto 1 – tema: Definizione dei livelli di rilevanza e strumenti attuativi e procedure Si chiede, al fine di evitare inutili aggravi procedimentali, che nel punto 3. lettera d) e punto 4 delle Norme, venga esplicitamente eliminato, per il Comune di Bologna, il previsto “obbligo di consultazione con i Comuni confinanti” e che l’obbligo del PUA venga eliminato per le tipologie di rilevanza comunale, lasciando in capo ai Comuni la scelta relativamente agli strumenti attuativi. Risposta Si ritiene che l'obbligo di trasparenza del procedimento possa garantire un adeguato livello di informazione sulle iniziative portate avanti dai singoli Comuni nell’ambito della programmazione e pianificazione commerciale del territorio provinciale, a fronte di un procedimento che consiste nella richiesta di un parere puramente consultivo ai Comuni confinanti ed alla Provincia di Bologna, e nella messa a disposizione degli elaborati del PUA (anche per via telematica). Relativamente all’obbligo del PUA per le strutture di rilevanza comunale di cui al punto 3 lettera d) e punto 4 delle Norme, si ricorda che tale strumento è esplicitamente previsto dalla disciplina commerciale regionale (art. 4.2.3 lettera e) della D.C.R 1253/1999 e s.m) per le medio-grandi strutture e si ritiene essere lo strumento più idoneo anche per le aggregazioni di medie strutture. Anche per quanto riguarda i centri commerciali la cui competenza pianificatoria e programmatoria è demandata ai Comuni (tipo 23 della classificazione proposta al comma 2 delle Norme), ovvero le grandi strutture fino a 2.500 mq o 3.500 mq, a seconda del livello dimensionale del Comune, si rimanda a quanto esplicitamente previsto dalla disciplina regionale (art. 4.3.1 lettera b della D.C.R 1253/1999 e s.m) Si ritiene pertanto la proposta complessivamente NON ACCOGLIBILE. Punto 2 – tema: Poli Funzionali ad elevata specializzazione commerciale e aree commerciali di rilevanza provinciale - Denominazione Polo CAAB Si osserva che al punto 5 viene indicato il Polo CAAB – Città Scambi, e tra i Nuovi Poli funzionali a marcata caratterizzazione commerciale riconosciuti dal Piano in applicazione del PTCP viene indicato il Polo Funzionale CAAB - Area Ex Asam –

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Meraville. Si evidenzia che trattasi dello stesso polo funzionale, già oggetto di Accordo Territoriale. Si chiede pertanto di eliminare questa duplice ed errata indicazione, non avendo la denominazione Meraville nulla a che vedere con il comparto ex Asam, costituendo infatti una porzione di Città Scambi. Risposta Si condivide l'osservazione e si provvede a correggere il p.to 5 delle Norme. Punto 3 – tema: Poli Funzionali ad elevata specializzazione commerciale e aree commerciali di rilevanza provinciale - Contenuti Normativi per il Polo CAAB-Ex Asam Si chiede che venga chiaramente esplicitato nello strumento definitivo, in fase di approvazione, che l’attuazione della previsione commerciale per l'Area Ex Asam non possa prescindere né dagli accordi già sottoscritti, né dai contenuti dell’Accordo Territoriale già approvato, risultando infatti, nel caso in esame, da escludersi qualsiasi ipotesi di integrazione dello stesso e di applicabilità di quanto indicato ai punti 5, 12, 13 e 14 dell’articolo 9.5 adottato. Risposta Analogamente a quanto previsto per gli altri Poli funzionali ed Aree di rilevanza provinciale individuati dal Piano, lo strumento attuativo previsto al punto 4 delle Norme è quello dell'Accordo Territoriale. Nel caso dell'area in oggetto, condividendo la necessità di escludere eventuali integrazioni all'Accordo Territoriale già approvato per il Polo del CAAB, si ritiene utile l'elaborazione di un nuovo Accordo Territoriale avente come oggetto l'insediamento commerciale Ex Asam e la definizione di quanto indicato ai p.ti 5, 12, 13 e 14 dell'art. 9.5. Si ritiene pertanto la proposta PARZIALMENTE ACCOGLIBILE. Punto 4 – tema: Poli Funzionali ad elevata specializzazione commerciale e aree commerciali di rilevanza provinciale - Condizioni di Sostenibilità Per quanto riguarda le condizioni di sostenibilità dell’intervento si chiede che il testo adottato venga così integrato: Sono ammesse grandi strutture delle tipologie 6, 7, eventualmente all'interno di Aree commerciali integrate delle tipologie 10, 11; in alternativa potrà essere realizzato un centro commerciale della tipologia 8 o 9, con esplicita esclusione delle tipolo-gie 1, 2, 3, 4; l’effettiva operatività commerciale delle strutture di vendita contenute nell’area ex Asam è subordinata all’entrata in esercizio del secondo lotto della strada Lungosavena, così come stabilito nell’Accordo di Programma sottoscritto da Comune e Provincia in data 18-04-2000 e integrato in data 14/04/2004, per l’attuazione del lotto secondo parte b e del lotto 2 bis; in ogni

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caso non oltre i tre anni dal rilascio del titolo edilizio idoneo per la realizzazione dell’intervento. Risposta Si veda la deduzione in risposta all’osservazione n. 32 (PG 461455 del 05/11/2008).

Sintesi finale In conclusione, a seguito delle considerazioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente PARZIALMENTE ACCOGLIBILE.

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OSSERVAZIONE N. 30 Prot. N. 440442 del 23/10/2008

PROPONENTE: Dream Island S.r.l.

Contenuti dell’osservazione e risposte dettagliate L’osservazione si articola in un unico punto ad integrazione dell’osservazione n. 1: Punto 1 – tema: Approfondimento sulle caratteristiche tipologiche relative alla richiesta di localizzazione in Via Larga Approfondimento sulle caratteristiche tipologiche relative alla richiesta di localizzazione in Via Larga: Riqualificazione edificio dismesso ex Sede Consorzio Agrario di Bologna e Modena da trasformare in un Insediamento commerciale (Tipo 11) o, in subordine in un centro commerciale di livello inferiore (tipo 9). Risposta Sebbene il Piano confermi il ruolo e l’importanza del comune di Bologna quale attrattore commerciale di rilevanza regionale, a seguito di specifici incontri con l’Amministrazione Comunale di Bologna si ribadisce la volontà di non prevedere ulteriori aree di rilevanza provinciale, oltre a quelle già previste (p.to 5, comma 5 - Ambito 01 delle NTA). Si ricorda tuttavia che resta in capo al Comune, sulla base delle previsioni espresse nei propri strumenti urbanistici, la facoltà di localizzare nelle aree, insediamenti di rilevanza sovracomunale e comunale (p.to 3, comma 3 e p.to 4 comma 2 dell’art.9.5). Si conferma pertanto quanto indicato nella risposta all’Osservazione n. 1 (Prot. N. 368524 del 11/09/2008 Dream Island S.r.l.).

Sintesi finale In conclusione si ritiene l’osservazione complessivamente NON ACCOGLIBILE.

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OSSERVAZIONE N. 31 Prot. N. 446892 del 28/10/2008

PROPONENTE: Comune di Anzola dell’Emilia

Contenuti dell’osservazione e risposte dettagliate L’osservazione si articola in un unico punto: Punto 1 – tema: Poli Funzionali ad elevata specializzazione commerciale ReIativamente ai contenuti normativi per il Polo Funzionale del Martignone si chiede che il Piano recepisca i contenuti dell'Accordo di Programma, con Decreto del Presidente della Provincia pubblicato sul BUR il 10 settembre 2008, ed in particolare quelli relativi alla prima fase di urbanizzazione, nella quale è prevista la localizzazione di un'Area Commerciale Integrata di livello superiore per attività non alimentari, per grandi strutture di vendita in abbinamento ai servizi per l'intrattenimento, si chiede inoltre di specificare nella norma che il dimensionamento commerciale sia demandato all'analisi della proposta imprenditoriale mediante gli strumenti normativi vigenti della sostenibilità ambientale. Risposta Analogamente a quanto previsto per gli altri Poli funzionali individuati dal Piano, lo strumento attuativo previsto al punto 4 delle Norme è quello dell'Accordo territoriale. Nel caso del Polo in oggetto, essendo già stato sottoscritto un Accordo Territoriale per l'ambito produttivo sovracomunale del Martignone ed un Accordo di Programma, in attuazione di una parte delle previsioni concordate, si ritiene opportuno prevedere, alla luce delle nuove disposizioni normative, il solo aggiornamento dell' Accordo territoriale coerentemente con i contenuti dell’Accordo di Programma sopra richiamato. In tale sede, sulla base di approfondimenti progettuali circa la sostenibilità dell'intero ambito saranno determinate le superfici commerciali realizzabili, coerentemente con le tipologie indicate al p.to 5 delle Norme. Si ricorda infine che l'aggiornamento dell'Accordo Territoriale, essendo il Polo a cavallo tra due ambiti territoriali sovracomunali, dovrà essere sottoscritto dai comuni di Crespellano e Anzola dell'Emilia interessati dall'intervento, sentito il parere dell'Associazione Intercomunale Valle del Samoggia, il Comune di Zola Predosa e dell'Associazione Intercomunale Terre d'Acqua.

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Documento di Risposta alle Riserve Regionali ed alle Osservazioni alla variante al PTCP in materia di Insediamenti Commerciali

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Sintesi finale

In conclusione, a seguito delle considerazioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente NON ACCOGLIBILE.

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OSSERVAZIONE N. 32 Prot. N. 461455 del 05/11/2008

PROPONENTE: Comune di Bologna

Contenuti dell’osservazione e risposte dettagliate L’osservazione si articola in un unico punto ad integrazione dell’osservazione n. 29: Punto 1 – tema: Condizioni di sostenibilità relative all’Area Ex Asam Dagli studi e simulazioni di traffico per la realizzazione dell'asse Lungosavena, è emerso che l’assenza della Lungosavena non risulta tale da influenzare in maniera significativa il livello prestazionale dei nodi stradali costituiti dall’esistente rotatoria Visconti su via San Donato e dalle due rotatorie di progetto, la rotatoria centrale su via Santa Caterina di Quarto e la rotatoria su via del Crocione, Va sottolineato inoltre che lo screening, conclusosi, come ricordato, positivamente con prescrizioni, non ne comprende tra le stesse alcuna che riguardi la necessità della realizzazione della Lungosavena ai fini della sostenibilità dell’intervento preso in considerazione. Per tali motivazioni e non secondariamente anche in relazione ai contenuti dell’accordo transattivo sottoscritto tra Comune di Bologna e il soggetto attuatore dell’intervento commerciale in questione, si chiede pertanto che il testo adottato venga modificato nel modo seguente: Sono ammesse grandi strutture delle tipologie 6, 7, eventualmente all'interno di A-ree commerciali integrate delle tipologie 10, 11; in alternativa potrà essere realizza-to un centro commerciale della tipologia 8 o 9, con esplicita esclusione delle tipolo-gie 1, 2, 3, 4. Risposta Preso atto degli studi prodotti dal Comune di Bologna e in considerazione delle Riserve regionali e del Documento di Osservazione della Provincia di Bologna sulla classificazione tipologica di cui al punto 2 delle Norme, si provvede a modificare il testo normativo come segue: Sono ammesse grandi strutture delle tipologie 7, 8, eventualmente all'interno di Aree commerciali integrate delle tipologie 12, 13 in alternativa potrà essere realizzato un centro commerciale della tipologia 9, 10 con esplicita esclusione delle tipologie 1, 2, 3, 4, 5, 6. Vista la valutazione positiva, attraverso procedura di screening, formulata dal Comune di Bologna (U.I. Qualità Ambientale - P.G. 51360) che certifica la non significatività dell’impatto generato dalla struttura di vendita potenzialmente insediabile sulla rete viabilistica esistente, l’attuazione dell’opera in oggetto è subordinata al solo soddisfacimento dei requisiti urbanistici di cui al art. 5 della D.C.R. 1253/1999 e s.m.

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Sintesi finale

In conclusione, a seguito delle considerazioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente ACCOGLIBILE.

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