documento studenti di lettere

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DOCUMENTO DEGLI STUDENTI DI LETTERE E FILOSOFIA La domanda preliminare dalla quale bisogna partire è la seguente: a chi fa paura Norman Zarcone con il suo estremo gesto? Non è retorica, è la mera riflessione della realtà attuale che ci porta a quella domanda preliminare. Pertanto chiediamo per quale ragione, morale, culturale ed etica il Senato Accademico sia ritornato su una decisione assunta precedentemente, soltanto a causa dell’intervento del ministro Gelmini, peraltro, né richiesto, né sollecitato dalla famiglia, dal gruppo di Facebook, né tantomeno dal Collettivo. Se, come sembrerebbe, la prima votazione aveva all’unanimità deliberato sull’intestazione di un’Aula del plesso Polididattico al collega Norman Zarcone, accogliendo la petizione di circa 300 studenti di questa Facoltà e le motivazioni addotte a corredo della stessa, non si capisce (o forse si “capisce” in senso accademico) perché sia stata ritrattata la prima, stessa decisione. Questo è quello che aveva dichiarato il Rettore, a poche ore dalla tragedia, agli organi di informazione e poi, privatamente, alla famiglia Zarcone: (News Ateneo n.67 del 17 settembre 2010) “Proporrò di intestargli un’aula alla facoltà di Lettere” Un’aula di Lettere intestata a Norman Zarcone. Lo proporrà lunedì in Sen ato accademico il rettore dell’Università di Palermo Roberto Lagalla. “Un giovane impegnato nella ricerca che perde la vita così ha affermato il Rettore - deve essere ricordato in modo costante non soltanto con il titolo di dottore di ricerca ad honorem che pure l’Ateneo gli conferirà”. In contraddizione con quanto pubblicamente affermato dallo stesso rettore in questi mesi, quest’ultimo atto del Senato Accademico ancorché non reso pubblico, tramite il quale si rifiuterebbe l’intestazione dell’Aula, significa soltanto istituzionalizzare una nuova baronia, quella stessa che noi tutti, indistintamente, studenti e docenti, combattiamo o diciamo solo a parole di voler combattere. Ricorrendo surrettiziamente al pretesto della lettera del ministro Gelmini, per motivare l’attuale diniego all’intestazione dell’Aula e togliendo con gesto arbitrario e antidemocratico, la stessa arbitrarietà e antidemocraticità di cui ci tacciavano alcuni professori, quella targa da noi affissa per volontà comune degli studenti, al fine di sollecitare le decisioni positive del Senato Accademico, non solo si sono offesi gli studenti medesimi di Lettere, nemmeno convocati per discutere di una eventuale rimozione (mortificando con un gesto egemonico il loro ruolo di autodeterminazione all’interno della Facoltà) ma si è perpetuato il silenzio ostinato con cui s’è voluto affrontare la vicenda nel tentativo di cancellare un evento che avrebbe piuttosto dovuto essere momento di riflessione e discussione comune. Si è così oltraggiata la memoria di un ragazzo che a questa Facoltà ha dato la vita. In tutti i sensi. GLI STUDENTI DI LETTERE E FILOSOFIA

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A CHI FA PAURA NORMAN ZARCONE CON IL SUO ESTREMO GESTO?

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Page 1: DOCUMENTO STUDENTI DI LETTERE

DOCUMENTO DEGLI STUDENTI DI LETTERE E FILOSOFIA

La domanda preliminare dalla quale bisogna partire è la seguente: a chi fa paura Norman Zarcone

con il suo estremo gesto?

Non è retorica, è la mera riflessione della realtà attuale che ci porta a quella domanda preliminare.

Pertanto chiediamo per quale ragione, morale, culturale ed etica il Senato Accademico sia ritornato

su una decisione assunta precedentemente, soltanto a causa dell’intervento del ministro Gelmini,

peraltro, né richiesto, né sollecitato dalla famiglia, dal gruppo di Facebook, né tantomeno dal

Collettivo.

Se, come sembrerebbe, la prima votazione aveva all’unanimità deliberato sull’intestazione di

un’Aula del plesso Polididattico al collega Norman Zarcone, accogliendo la petizione di circa 300

studenti di questa Facoltà e le motivazioni addotte a corredo della stessa, non si capisce (o forse si

“capisce” in senso accademico) perché sia stata ritrattata la prima, stessa decisione.

Questo è quello che aveva dichiarato il Rettore, a poche ore dalla tragedia, agli organi di

informazione e poi, privatamente, alla famiglia Zarcone: (News Ateneo n.67 del 17 settembre 2010)

“Proporrò di intestargli un’aula alla facoltà di Lettere” Un’aula di Lettere intestata a Norman Zarcone. Lo proporrà lunedì in Senato accademico il rettore

dell’Università di Palermo Roberto Lagalla. “Un giovane impegnato nella ricerca che perde la vita

così – ha affermato il Rettore - deve essere ricordato in modo costante non soltanto con il titolo di

dottore di ricerca ad honorem che pure l’Ateneo gli conferirà”.

In contraddizione con quanto pubblicamente affermato dallo stesso rettore in questi mesi,

quest’ultimo atto del Senato Accademico ancorché non reso pubblico, tramite il quale si rifiuterebbe

l’intestazione dell’Aula, significa soltanto istituzionalizzare una nuova baronia, quella stessa che

noi tutti, indistintamente, studenti e docenti, combattiamo o diciamo solo a parole di voler

combattere.

Ricorrendo surrettiziamente al pretesto della lettera del ministro Gelmini, per motivare l’attuale

diniego all’intestazione dell’Aula e togliendo con gesto arbitrario e antidemocratico, la stessa

arbitrarietà e antidemocraticità di cui ci tacciavano alcuni professori, quella targa da noi affissa per

volontà comune degli studenti, al fine di sollecitare le decisioni positive del Senato Accademico,

non solo si sono offesi gli studenti medesimi di Lettere, nemmeno convocati per discutere di una

eventuale rimozione (mortificando con un gesto egemonico il loro ruolo di autodeterminazione

all’interno della Facoltà) ma si è perpetuato il silenzio ostinato con cui s’è voluto affrontare la

vicenda nel tentativo di cancellare un evento che avrebbe piuttosto dovuto essere momento di

riflessione e discussione comune. Si è così oltraggiata la memoria di un ragazzo che a questa

Facoltà ha dato la vita. In tutti i sensi.

GLI STUDENTI DI LETTERE E FILOSOFIA