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Cendon / Book Saggi DOLO E PREVENZIONE DEL DANNO Paolo Cendon

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Cendon / Book Saggi

DOLO

E PREVENZIONE

DEL DANNO

Paolo Cendon

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Edizione GENNAIO 2015

Copyright © MMXV KEY SRL VIA PALOMBO 29 03030 VICALVI (FR) P.I./C.F. 02613240601

ISBN 978-88-6959-051-1 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione, di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche), sono riservati per tutti i Paesi.

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Cendon / Book

Saggi

DOLO E PREVENZIONE

DEL DANNO

Paolo Cendon

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L'autore Paolo Cendon, veneziano, è professore ordinario di Diritto Privato

nell’università di Trieste. Fra i suoi libri, Il prezzo della follia, 1984; Il

suicidio e la responsabilità, 1996; I malati terminali e i loro diritti, 2003;

L’amministrazione di sostegno, 2009.

Ha redatto nel 1986 la bozza destinata a fungere come base per il

provvedimento di legge sull’Amministrazione di sostegno, del 2004.

Coordina la c.d. scuola triestina, che ha “inventato” il danno esistenziale.

Cura il sito www.personaedanno.it, che ha tra i suoi progetti

l’abolizione dell’istituto dell’interdizione e – in genere – la messa a

punto per l’Italia di un nuovo diritto dei c.d. “soggetti deboli”.

L’Opera La prevenzione nell’area del dolo è per certi versi più facile, per altri più difficile che altrove. Più facile perché il convenuto è, in questo caso, un soggetto ben consapevole di quanto sta per fare. Più difficile perché quel che si chiede all’agente è di andare contro i suoi intenti più profondi. Lui vorrebbe agire proprio in quel modo. Per dissuaderlo occorrerà toccare le corde giuste, intimorirlo con la minaccia di qualcosa che valga più di quel progetto: “Attento, è anche nel tuo interesse desistere. Non ti conviene”

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INDICE

Capitolo Primo

INTRODUZIONE

1. Introduzione – 1.1. Diffusione statistica del dolo

Capitolo Secondo

QUESTIONI VARIE

2. Le questioni – 2.1. Sanzione e prevenzione – 2.2. Dolus in re ipsa - 2.3. Prova dell’intenzionalità

Capitolo Terzo

MOTIVI SANZIONATORI

3. La regola morale - 3.1. Motivi pubblicistici – 3.2. Giochi di probabilità

Capitolo Quarto

COMBINAZIONI

4. Law in action – 4.1. Privilegi assoluti – 4.2. Vittime forti – 4.3. Intensità del dolo – 4.4. Complotti – 4.5. Tort does not pay

Capitolo Quinto

STRUMENTI PER LA PREVENZIONE

5. Dentro il sistema – 5.1. Punitive damages, Astreintes – 5.2. Ortodossia

Capitolo Sesto

DATI DI RIFERIMENTO

6. Familiarità col male – 6.1. Tracce positive – 6.2. Orientamenti giurisprudenziali

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Capitolo Settimo

CRITERI OPERATIVI

7. Fili conduttori – 7.1. Il criterio base – 7.2. Maggior protervia, maggior danno – 7.3. Il quantum respondeatur

Capitolo Ottavo

REGOLE DI CONTORNO

8. La reintegrazione in forma specifica – 8.1 Le condizioni economiche

Capitolo Nono

STATUTI PROBATORI

9. Lo statuto probatorio – 9.1. Sarà il “cattivo” a dover pagare

Capitolo Decimo

CONCLUSIONI

10. Il futuro

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Capitolo primo

INTRODUZIONE

SOMMARIO 1. Introduzione – 1.2. Diffusione statistica del dolo

1. Gestire i profili della deterrenza nell’area del dolo è per certi versi più facile, per altri più difficile che altrove.

Più facile perché il defendant è, in questo caso, un soggetto ben consapevole di quanto sta per fare: gli inconvenienti per la vittima li ha messi in conto già in partenza, li persegue anzi con cura. Basterà essere chiari fin dal principio, nei suoi confronti, informarlo dei castighi che aspettano - sotto il profilo risarcitorio - laddove insista nel suo piano: “Uomo avvisato ….”.

Però anche un’impresa più difficile. Quel che si chiede all’agente, stavolta, è di andare contro se stesso, contro i suoi intenti più profondi: lui vorrebbe agire proprio in quel modo. Per dissuaderlo occorrerà toccare le corde giuste, intimorirlo con la minaccia di qualcosa (che non aveva valutato a sufficienza e) che valga più di quel progetto: “Attento, è anche nel tuo interesse rinunciare. Non ti conviene …”.

1.2. Un punto è certo: quella del dolo si presenta - nei repertori di giurisprudenza e nella realtà degli scontri quotidiani - come una fenomenologia assai vasta, composita.

Esistono settori del torto (gli incidenti stradali, la malasanità, gli infortuni sul lavoro, i prodotti difettosi, i disguidi bancari) in cui l’imprudenza e la negligenza la fanno da protagoniste. Insieme al caso o alla sfortuna, talvolta. I numeri della “cattiveria”, o anche soltanto della malafede, sono abbastanza modesti qui.

Chi investe un pedone sulle zebre, chi viola una norma di sicurezza nei cantieri, chi trasfonde ai pazienti sangue infetto, chi non riempie una buca sul terreno, chi perde la valigia di un cliente, chi dà un consiglio finanziario sbagliato, chi estrae il molare sano invece di quello malato: alla base di condotte del genere potrà esservi, talora, una colpa grave o anche gravissima, imperdonabile dell’autore - un “errore peggiore del delitto” se si vuole; è raro che l’azione sia deliberata però.

Altrove le proporzioni si invertono. Dispetti condominiali, truffe, sequestri di persona, rapporti di vicinato, tradimenti in famiglia, falsificazioni, campagne diffamatorie, molestie sessuali; oppure (pescando fra i settori emergenti del torto) il mobbing, la denigrazione, lo stalking, le recidive in materia di inquinamento, lo