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Ing. Enrico Chiarini 22/01/2011 TEMA 2 “Domande e risposte normativa mobilità” - rev.24 [email protected] Pagina 1 di 15 “Domande e risposte normativa mobilità” Ing. Enrico Chiarini Premessa Questo documento, redatto a titolo personale , riporta domande relative alla normativa in materia di mobilità, in special modo quella ciclistica, e le risposte ritenute più coerenti. E’ soggetto a continui aggiornamenti dovuti a modifiche normative, inesattezze interpretative o errori di scrittura. In seno alla FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) è aperto il dibattito su come interpretare e applicare alcune norme stradali, sul valore da attribuire ai pareri e chiarimenti ministeriali in materia. Alcune valutazioni riportate nel presente documento non sono pienamente condivise in ambito FIAB (in particolare la questione sul doppio senso delle biciclette nei sensi unici) e quindi non si possono ritenere espressione ufficiale della FIAB, ma solo l’attuale convincimento dell’autore. Riferimenti normativi Decreto Legislativo 30 aprile 1992 n. 285 Nuovo codice della strada (CDS) D.P.R. 16 dicembre 1992, n. 495 Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della strada (REG) D.M.LL.PP. 30 novembre 1999, n. 557 Regolamento recante norme per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili (DM) Direttiva M.LL.PP. 24 ottobre 2000 Direttiva sulla corretta ed uniforme applicazione delle norme del codice della strada in materia di segnaletica e criteri per l’installazione e la manutenzione (DIR1) Bozza Direttiva M.LL.PP. aprile 2006 – non pubblicata sulla G.U. in previsione di modifica del CDS Direttiva sulla corretta ed uniforme applicazione delle norme del codice della strada in materia di segnaletica e criteri per l’installazione e la manutenzione (DIR2) Competenze del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (Rif. art.35 CDS) c.1. Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è competente ad impartire direttive per l'organizzazione della circolazione e della relativa segnaletica stradale, (…). c.3. L'Ispettorato circolazione e traffico del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti assume la denominazione di Ispettorato generale per la circolazione e la sicurezza stradale, che è posto alle dirette dipendenze del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. All'Ispettorato sono demandate le attribuzioni di cui ai commi 1 e 2, nonché le altre attribuzioni di competenza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di cui al presente codice, le quali sono svolte con autonomia funzionale ed operativa.

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Ing. Enrico Chiarini 22/01/2011TEMA 2 “Domande e risposte normativa mobilità” - rev.24 [email protected]

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“Domande e risposte normativa mobilità”

Ing. Enrico Chiarini

PremessaQuesto documento, redatto a titolo personale, riporta domande relative alla normativa inmateria di mobilità, in special modo quella ciclistica, e le risposte ritenute più coerenti.E’ soggetto a continui aggiornamenti dovuti a modifiche normative, inesattezzeinterpretative o errori di scrittura.

In seno alla FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) è aperto il dibattito su comeinterpretare e applicare alcune norme stradali, sul valore da attribuire ai pareri echiarimenti ministeriali in materia. Alcune valutazioni riportate nel presente documento nonsono pienamente condivise in ambito FIAB (in particolare la questione sul doppio sensodelle biciclette nei sensi unici) e quindi non si possono ritenere espressione ufficiale dellaFIAB, ma solo l’attuale convincimento dell’autore.

Riferimenti normativi Decreto Legislativo 30 aprile 1992 n. 285

Nuovo codice della strada (CDS) D.P.R. 16 dicembre 1992, n. 495

Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della strada (REG) D.M.LL.PP. 30 novembre 1999, n. 557

Regolamento recante norme per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili(DM)

Direttiva M.LL.PP. 24 ottobre 2000Direttiva sulla corretta ed uniforme applicazione delle norme del codice della strada in materiadi segnaletica e criteri per l’installazione e la manutenzione (DIR1)

Bozza Direttiva M.LL.PP. aprile 2006 – non pubblicata sulla G.U. in previsione di modifica delCDSDirettiva sulla corretta ed uniforme applicazione delle norme del codice della strada in materiadi segnaletica e criteri per l’installazione e la manutenzione (DIR2)

Competenze del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti(Rif. art.35 CDS)c.1. Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è competente ad impartire direttive perl'organizzazione della circolazione e della relativa segnaletica stradale, (…).c.3. L'Ispettorato circolazione e traffico del Ministero delle infrastrutture e dei trasportiassume la denominazione di Ispettorato generale per la circolazione e la sicurezzastradale, che è posto alle dirette dipendenze del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.All'Ispettorato sono demandate le attribuzioni di cui ai commi 1 e 2, nonché le altreattribuzioni di competenza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di cui al presentecodice, le quali sono svolte con autonomia funzionale ed operativa.

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1.La bicicletta

1.1 Quali sono i dispositivi di equipaggiamento obbligatori delle biciclette?(Rif. art.68 c.1-2-3 CDS)- per la frenata: dispositivi frenanti indipendenti su ciascuna ruota; devono essere

sempre presenti e funzionanti;- per le segnalazioni acustiche: campanello; deve essere sempre presente e funzionante

(fanno eccezione solo i velocipedi usati durante le competizioni sportive);- per le segnalazioni visive: luci bianche o gialle anteriori, luci rosse e catadiottri rossi

posteriori, catadiottri gialli sui pedali e sulle ruote; devono essere sempre presenti efunzionanti da mezz'ora dopo il tramonto del sole a mezz'ora prima del suo sorgere edanche di giorno nelle gallerie, in caso di nebbia, di caduta di neve, di forte pioggia e inogni altro caso di scarsa visibilità (fanno eccezione solo i velocipedi usati durante lecompetizioni sportive);

Nota:l richiamo presente nella norma (art.68 c.2) riferito all'articolo 152, comma 1, deve essere letto oggi alla lucedelle modifiche apportate dal D.L. n.151/03 e confermate in sede di conversione dalla L. n. 214/03, per cui sifarà riferimento ai medesimi casi ad esso previsti dall'articolo 153, comma 1 del Codice della strada.

1.2 Quale comportamento si deve adottare se la bicicletta non è provvista didispositivi per la segnalazione visiva?(Rif. art.377 c.4 REG)Da mezz'ora dopo il tramonto, durante tutto il periodo dell'oscurità e di giorno, qualora lecondizioni atmosferiche richiedano l'illuminazione, i velocipedi sprovvisti o mancanti degliappositi dispositivi di segnalazione visiva, non possono essere utilizzati, ma solamentecondotti a mano.

1.3 Quando è obbligatorio indossare un giubbotto o bretelle retroriflettenti?(Rif. Art.182 CDS c.9-bis – in vigore dal 12 ottobre 2010)I ciclisti devono indossare un giubbotto o bretelle retroriflettenti ad alta visibilità neiseguenti casi:- fuori dai centri abitati da mezz'ora dopo il tramonto del sole a mezz'ora prima del suo

sorgere;- nelle gallerie.

1.4 E’ obbligatorio indossare il casco?No.

Nota:L’argomento è stato discusso in Parlamento durante la revisione del Nuovo Codice della Strada approvata il28 luglio 2010, ed è stato deciso di non inserire l’obbligo del casco. La FIAB condivide tale decisione.

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1.5 Quanti bambini si possono trasportare su una bicicletta?(Rif. art.68 CDS – art.225 REG)Un solo bambino fino a otto anni con idonee attrezzature.

Nota:Secondo lo scrivente tale norma andrebbe modificata per consentire il trasporto anche di due bambini, conidonee limitazioni di età e/o peso.

1.6 Si possono utilizzare portabiciclette posteriori sulle autovetture?(Rif. Min. dei Trasporti e della Navigazione - Prot. N. 2522/4332 - 27 novembre 1998)Si.

NO?

si

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2. Comportamenti del ciclista

2.1 Quali percorsi sono obbligati ad utilizzare i ciclisti, qualora esistenti?(Rif. art.182 c.9 CDS)Le “piste ciclabili” e le “piste ciclabili contigue al marciapiede”, perché si tratta di pisteriservate ai ciclisti.

Nota:La definizione di pista ciclabile è: parte longitudinale della strada, opportunamente delimitata, riservata allacircolazione dei velocipedi (Art.3 c. 1-39 CDS).I velocipedi devono transitare sulle piste loro riservate quando esistono, salvo il divieto per particolaricategorie di essi, con le modalità stabilite nel regolamento (Art.182 c.9 CDS).

2.2 Quali ciclisti sono esonerati dall’obbligo di utilizzare le “piste ciclabili”?(Rif. art.182 c.9 CDS)La normativa vigente prevede l’eccezione solo per le competizioni sportive.

Nota:Secondo lo scrivente la normativa dovrebbe prevedere anche altre situazioni particolari (es. squadre diciclismo in allenamento).In base all’attuale situazione normativa è evidente che le piste ciclabili dovrebbero essere costruite emantenute in modo molto qualificato proprio perché tutti i ciclisti le dovrebbero utilizzare.

2.3 I ciclisti sono obbligati a utilizzare i “percorsi pedonali e ciclabili”?(Chiarimento Ministero dei Trasporti Prot. 4135 del 19/01/2009)No, anche se la forma del segnale utilizzato per indicarli appartiene alla famiglia deisegnali di obbligo, in quanto non si tratta di piste a loro riservate.

Nota:Il Ministero dei Trasporti ha confermato tale situazione.I segnali andrebbero chiaramente distinti fra quelli obbligatori e quelli facoltativi, come avviene per esempioin Francia, in modo da semplificarne l’interpretazione da parte di chiunque.

2.4 Quale comportamento devono tenere i ciclisti in transito sui “percorsi pedonali eciclabili”?

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(Circolare Presidenza Consiglio dei Ministri 31/03/1993 n.432 parte II, 3.7)Nel caso in cui la circolazione ciclistica sia consentita in promiscuo con i pedoni (su stradepedonali e su marciapiedi), i ciclisti debbono procedere ad una velocità tale da evitaresituazioni di pericolo (velocità generalmente non superiore a 10 km/h).

Nota:Quando si ritiene necessario fornire al ciclista uno spazio per pedalare separato dal traffico, ma la stradanon è abbastanza larga per contenere una pista ciclabile, non resta che usare lo spazio pedonale.Si possono istituire “aree pedonali” e “percorsi pedonali e ciclabili”. Quest’ultimi, chiamati ancheciclopedonali, vanno segnalati con il cartello di fig. II.92/b del Nuovo Codice della Strada (Art.122 c.9 let.c).In tutti questi casi il ciclista è “ospite” e il pedone è il “padrone di casa”.Come chiarito nel quesito precedente il ciclista non ha l’obbligo di utilizzare i “percorsi pedonali e ciclabili” epuò anche scegliere di starsene in strada. Se preferisce la sicurezza del marciapiede, deve però riconoscereche il pedone viene prima.

2.5 Si può transitare in bicicletta nelle “aree pedonali”?(Rif. art.3 c.1.2 CDS)Sì.Secondo la definizione vigente, nelle “aree pedonali” possono circolare, SENZA lanecessità di un esplicito richiamo sul segnale:- i veicoli in servizio di emergenza;- i velocipedi (biciclette);- i veicoli al servizio di persone con limitate o impedite capacità motorie.

Nota:La definizione originale di area pedonale era: “zona interdetta alla circolazione dei veicoli, salvo quelli inservizio di emergenza e salvo deroghe per i velocipedi e per i veicoli al servizio di persone con limitate oimpedite capacità motorie, nonché per quelli ad emissioni zero aventi ingombro e velocità tali da poteressere assimilati ai velocipedi”. Il D.L. 27 giugno 2003, n.151 ha sostituito tale definizione con quellaattualmente in vigore: “zona interdetta alla circolazione dei veicoli, salvo quelli in servizio di emergenza, ivelocipedi e i veicoli al servizio di persone con limitate o impedite capacità motorie, nonché eventualideroghe per i veicoli ad emissioni zero aventi ingombro e velocità tali da poter essere assimilati ai velocipedi.In particolari situazioni i comuni possono introdurre, attraverso apposita segnalazione, ulteriori restrizioni allacircolazione su aree pedonali”.Secondo lo scrivente l’attuale segnale può generare confusione fra gli utenti della strada perché il simboloutilizzato fa riferimento ai pedoni senza un richiamo esplicito nei confronti dei ciclisti. Per tale motivo si ritieneindispensabile fare adeguata informazione affinché il maggior numero di cittadini prenda coscienzadell’attuale significato di “area pedonale”.L’ente competente ha naturalmente la facoltà di ammettere all’area pedonale altre categorie di veicoli inaggiunta a quelli elencati nella definizione di “area pedonale”, come pure di applicare restrizioni all’accessonell’area pedonale ad alcune categorie ammesse per definizione. Sono invece da ritenersi ridondanti leesplicitazioni di accesso riguardanti una o più categorie di veicoli già compresi nella definizione (es. veicoli inservizio di emergenza).

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Per quanto riguarda i ciclisti si rammenta l’obbligo di condurre la bicicletta a mano qualora i ciclisti siano diintralcio o pericolo per i pedoni (cfr. art. 182 c. 4 CDS).

2.6 Si può transitare in bicicletta nelle corsie riservate ai bus?(Rif. art.3 c.1.17 CDS)Sì, a condizione che sia stato adottato idoneo provvedimento per l’ammissione deivelocipedi.

2.7 Si può transitare in bicicletta sui “marciapiedi” e sugli “attraversamentipedonali” che li collegano?(Rif. art.3 c.1.33-3 CDS)No.I marciapiedi sono quella parte della strada, rialzata o altrimenti delimitata e protetta,destinata ai pedoni.Gli attraversamenti pedonali che li collegano ne garantiscono la continuità e pertanto sonoanch’essi riservati ai pedoni. I ciclisti possono condurvi la bicicletta a mano.

2.8 I pedoni hanno la precedenza nei confronti dei veicoli quando utilizzano gliattraversamenti pedonali?(Sentenza Corte Cassazione - Cass. Civ. Sez. III, sentenza del 30 settembre 2009, n. 20949)Si.

Nota:L’importanza di questa sentenza di legittimità è di aver ritenuto, contrariamente agli altri orientamenti, che ilpedone ha certamente il diritto di precedenza nell'attraversamento della strada sulle strisce pedonali.Si rammenta comunque l’obbligo da parte del pedone di affrontare l’attraversamento stradale in modo nonrepentino ed improvviso.

2.9 I ciclisti hanno la precedenza nei confronti dei veicoli quando percorrono gliattraversamenti ciclabili?(cfr. Sentenza Corte Cassazione - Cass. Civ. Sez III, sentenza del 30 settembre 2009, n. 20949)Secondo lo scrivente SI, per analogia con quanto detto per i pedoni.

Nota:L’importanza di questa sentenza di legittimità è di aver ritenuto, contrariamente agli altri orientamenti, che ilSebbene la sentenza citata nel caso degli attraversamenti pedonali non parli di ciclisti, non si vedono motiviper cui non si possa utilizzare lo stesso criterio nei confronti dei ciclisti.

2.10 Quale comportamento devono adottare i ciclisti su un attraversamento situatolungo un “percorso pedonale e ciclabile”?(Chiarimento Ministero dei Trasporti Prot. 81669 del 14/10/2008)Hanno facoltà di procedere in sella alla bicicletta. Se l’attraversamento è preceduto da unsegnale di “fine percorso pedonale e ciclabile” la bicicletta va condotta a mano.

Nota:Si rammenta comunque l’obbligo da parte dei ciclisti di condurre la bicicletta a mano qualora siano diintralcio o pericolo per i pedoni (cfr. art. 182 c. 4 CDS).Lo scrivente ritiene che lungo gli itinerari ciclopedonali gli attraversamenti non debbano essere interdetti allebiciclette perché si interromperebbe la continuità del percorso svilendolo della valenza ciclabile.

2.11 Le biciclette possono essere condotte a mano su spazi riservati ai pedoni?

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Esistono situazioni di conduzione a mano delle biciclette su spazi riservati ai pedoni che siverificano non per precisa volontà del ciclista, ma per necessità o imposizioni normative.Difatti le biciclette in genere transitano sulla carreggiata, sulle piste ciclabili, sui percorsiciclopedonali e nelle aree pedonali, salvo divieti espliciti.Per la loro “messa in strada” occorre tuttavia prelevarli dal luogo dove sono statiparcheggiati e condurli necessariamente a mano dal luogo del parcheggio (es. cortileinterno) fino al luogo destinato alla marcia, magari utilizzando un marciapiede o unattraversamento pedonale.Ci sono anche situazioni previste dalla normativa che impongono la conduzione a manodelle biciclette: “I ciclisti devono condurre il veicolo a mano quando, per le condizioni dellacircolazione, siano di intralcio o di pericolo per i pedoni. In tal caso sono assimilati aipedoni e devono usare la comune diligenza e la comune prudenza.” (art. 182 c. 4 CDS)Per i motivi sopra illustrati non si può affermare che le biciclette non possono maitransitare su percorsi dedicati ai pedoni.Ovviamente vale sempre il “Principio informatore della circolazione” (Art. 140 CDS): “Gliutenti della strada devono comportarsi in modo da non costituire pericolo o intralcio per lacircolazione ed in modo che sia in ogni caso salvaguardata la sicurezza stradale”, ovvero iciclisti possono esercitare il loro diritto allo spostamento in bicicletta o con bicicletta amano purché la sicurezza stradale sia preservata.

2.12 Quale comportamento devono adottare i ciclisti sulle intersezionisemaforizzate, in assenza di lanterne semaforiche per i velocipedi?(Rif. art.41 c.15 CDS)Devono assumere il comportamento dei pedoni.

CommentoL'indicazione non significa necessariamente che il ciclista debba scendere dal velocipede, poiché quando illegislatore ha richiesto tale comportamento lo ha fatto dicendolo chiaramente nell'articolo 182, comma 4:“I ciclisti devono condurre il veicolo a mano quando, per le condizioni della circolazione, siano di intralcio o dipericolo per i pedoni. In tal caso sono assimilati ai pedoni e devono usare la comune diligenza e la comuneprudenza.”Si potrebbe ritenere che in questo caso, stante anche la collocazione della prescrizione, il ciclista debbauniformare la sua condotta a quella del pedone (seguendo, ad esempio, le prescrizioni delle lanternepedonali, se esistenti) e non assumere la veste di pedone, se non nei casi previsti dall'articolo 377, comma 2del regolamento:“Nel caso di attraversamento di carreggiate a traffico particolarmente intenso e, in generale, dove lecircostanze lo richiedano, i ciclisti sono tenuti ad attraversare tenendo il veicolo a mano.”Secondo lo scrivente si tratta di una norma che andrebbe modificata perché non consente elasticità dicomportamento a seconda del livello di rischiosità delle innumerevoli intersezioni. Attualmente, a strettorigore, il ciclista potrebbe muoversi solo quando scatta il verde pedonale e compiere un attraversamento o lasvolta a destra, ma non quella a sinistra. Per effettuare tale manovra dovrebbe prima attraversare con ilverde pedonale e poi attendere il verde pedonale che dall’altra parte della strada gli consentirebbe dicompletare la svolta a sinistra. Si tratta di un comportamento di difficilissima attuazione perché durante talispostamenti il ciclista non ha spazi necessari per le corrette attese. (cfr. proposta modifica normativa apag.21 Quaderno n°2 del Centro Studi Gallimbeni FIAB)

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3. Infrastrutture ciclabili

3.1 Quali obblighi di pianificazione hanno gli enti locali in tema di ciclabilità?Art.3 DM 557/99 (estratto):1. Al fine di predisporre interventi coerenti con le finalità ed i criteri anzidetti gli enti locali si dotanodei seguenti strumenti di pianificazione e di progettazione:a) un piano della rete degli itinerari ciclabili, nel quale siano previsti gli interventi da realizzare,comprensivo dei dati sui flussi ciclistici, delle lunghezze dei tracciati, della stima economica dispesa e di una motivata scala di priorità e di tempi di realizzazione. Il livello di indagini preliminari edi dettaglio degli elaborati di piano deve essere adeguato alla estensione dimensionale della reteciclabile ed alla complessità del modello di organizzazione della circolazione delle altre componentidi traffico.Nell'ambito di tale piano è ammessa la possibilità di considerare itinerari isolati che rispettinocomunque le finalità ed i criteri di progettazione indicati all'articolo 2. Per i comuni che sono tenutialla predisposizione del Piano urbano del traffico (PUT), ai sensi dell'articolo 36 del decretolegislativo 30 aprile 1992, n. 285, il piano della rete ciclabile deve essere inserito in manieraorganica, quale piano di settore, all'interno del PUT, secondo le indicazioni delle direttiveministeriali pubblicate nel supplemento ordinario n. 77 alla Gazzetta Ufficiale del 24 giugno 1995.Per i comuni non tenuti alla predisposizione del PUT occorre comunque procedere ad una verificadi compatibilità, soprattutto ai fini della sicurezza, con le altre modalità di trasporto;b) i progetti degli itinerari ciclabili, previsti dal piano di cui al punto a), che prevedano anche, ovenecessario, la riqualificazione dello spazio stradale circostante; in particolare, i progetti devonoconsiderare e prevedere adeguate soluzioni per favorire la sicurezza della mobilità ciclistica neipunti di maggior conflitto con i pedoni e i veicoli a motore (intersezioni, accessi a nodi attrattivi,ecc.).

3.2 Gli enti locali sono obbligati a prevedere piste e/o percorsi ciclabili nei loroprogrammi pluriennali lungo le nuove strade di tipo C, D, E ed F (art. 13 c.4-bis CDS)e nei casi di manutenzione straordinaria di strade (art. 14 c.2-bis CDS)?(Chiarimento Ministero dei Trasporti Prot. 27243 del 17/03/2009)No.

Nota:L’art.14 comma 2-bis del Codice della Strada recita: “Gli enti proprietari delle strade provvedono altresì, incaso di manutenzione straordinaria della sede stradale, a realizzare percorsi ciclabili adiacenti purchérealizzati in conformità ai programmi pluriennali degli enti locali, salvo comprovati problemi di sicurezza.”Per chi invocasse il diritto a non eseguire interventi ciclabili in quanto non previsti dai programmi pluriennalinon c’è alibi qualora ci fossero motivi di sicurezza “ragionevolmente comprovati mediante statistiche diincidentalità che vedano coinvolti conducenti di velocipedi” (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Prot.27243 del 17/03/2009).Si rammentano comunque gli obblighi di pianificazione di cui all’art.3 del DM 557/99.

3.3 E’ possibile realizzare una corsia riservata monodirezionale in carreggiata suuna strada a senso unico in senso opposto a quello dei veicoli?(Rif. art.6 c.2 let.a D.M.557/99 e chiarimento Ministero dei Trasporti Prot. 25807 del 19/03/2008)No, ma solo se è delimitata da uno spartitraffico invalicabile,

3.4 Qual è la condizione affinché lo spartitraffico di una pista ciclabile in sedepropria sia invalicabile?(Rif. art.6 c.4 D.M.557/99 e chiarimento Ministero dei Trasporti Prot. 25807 del 19/03/2008)Deve essere un manufatto di larghezza pari o superiore a 50 cm, e di adeguata altezza,che impedisca agli altri veicoli di accedere lateralmente alla corsia in sede propria.

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3.5 Si puà applicare un pannello integrativo “eccetto …” al segnale di “sensovietato” per consentire l’ingresso contromano?(Rif. Chiarimento Ministero dei Trasporti Prot. 25807 del 19/03/2008; art.135 c.25 REG; art.3 c.1CDS)No.In particolare sulla stessa corsia non è ammessa, per definizione, la circolazione di più diuna fila di veicoli. Inoltre, se la strada è a senso unico i conducenti possono utilizzarnel'intera larghezza.

Nota:Si tratta di una prassi molto diffusa in diversi Paesi dell’U.E. e già collaudata in alcune realtà italiane. Non siregistrano, finora, particolari problemi alla circolazione causati da questo provvedimento che, secondol’autore, dovrebbe essere rielaborato a livello normativo per consentirne un’applicazione diffusa.

3.6 Si possono realizzare corsie ciclabili in doppio senso di marcia sullacarreggiata?(Rif. art.6 c.4 D.M. 557/99)Di norma no.

Nota:Secondo il chiarimento del Ministero dei Trasporti Prot. 25807 del 19/03/2008 non è mai possibile

3.7 Si possono disegnare le “linee di arresto avanzate” per le biciclette?(Chiarimento Ministero dei Trasporti Prot. 25807 del 19/03/2008)No, secondo il chiarimento del Ministero.

CommentoSi tratta di una prassi molto consolidata all’estero e occasionalmente applicata in qualche realtà italiana.

3.8 Dove vanno realizzati di norma i percorsi “promiscui pedonali e ciclabili”?(Rif. art.4 c.5 D.M. 557/99)

all'interno di parchi o di zone a traffico prevalentemente pedonale, nel caso in cuil'ampiezza della carreggiata o la ridotta entità del traffico ciclistico non richiedano larealizzazione di specifiche piste ciclabili;

su parti della strada esterne alla carreggiata, rialzate o altrimenti delimitate e protette,usualmente destinate ai pedoni, qualora le stesse parti della strada non abbianodimensioni sufficienti per la realizzazione di una pista ciclabile e di un contiguopercorso pedonale e gli stessi percorsi si rendano necessari per dare continuità allarete di itinerari ciclabili programmati.

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3.9 Quale dimensione devono avere i percorsi “promiscui pedonali e ciclabili”?(Rif. art.4 c.5 – art.7 c.1 D.M. 557/99)

“150 cm + incremento adeguato” nel caso di unidirezionalità delle biciclette “250 cm + incremento adeguato” nel caso di bidirezionalità delle biciclette

CommentoL’incremento adeguato deve essere commisurato al flusso di ciclisti e pedoni previsti.Potrebbe essere di alcune decine di centimetri fino a 150 cm (oltre i 150 cm si rientra nelle misure standardper realizzare una pista ciclabile affiancata a un percorso pedonale).

3.10 Quale segnaletica orizzontale va utilizzata per rappresentare gli attraversamentidei percorsi “promiscui pedonali e ciclabili”?(Chiarimento Ministero dei Trasporti Prot. 25807 del 19/03/2008 punto 4)Quella di attraversamento pedonale. Ciò segue il principio che sul percorso ciclopedonale ipedoni e i ciclisti si muovono spesso secondo traiettorie non ben definite. Tuttavia è moltodiffusa la prassi di utilizzare la segnaletica di attraversamento pedonale e ciclabile.

3.11 Si può utilizzare il segnale verticale di attraversamento ciclabile per indicare unattraversamento “promiscuo pedonale e ciclabile”?(Chiarimento Ministero dei Trasporti Prot. 81669 del 14/10/2008)No.

Nota:Si ritiene che poter installare il segnale di attraversamento ciclabile sugli attraversamenti pedonali e ciclabiliaiuterebbe sia gli automobilisti che i pedoni a comprendere la presenza dei ciclisti.

3.12 Si possono collocare segnali di fine pista ciclabile o fine pista ciclabilecontigua al marciapiede prima di un attraversamento ciclabile?(Rif. art.146 c.1 REG – §8.2 DIR2)No, perché gli attraversamenti ciclabili garantiscono la continuità delle piste.

NO?!si

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3.13 Si possono collocare segnali di “fine percorso pedonale e ciclabile” prima diun attraversamento lungo un percorso pedonale e ciclabile?(Chiarimento Ministero dei Trasporti Prot. 81669 del 14/10/2008)Si.

Nota:Occorre osservare che l’installazione di fine percorso dovrebbe essere motivata da particolari problemi disicurezza. Infatti, obbligare i ciclisti a condurre a mano la bicicletta, limiterebbe molto il senso della presenzadel percorso pedonale e ciclabile creato, si immagina, per favorire il transito dei ciclisti.

3.14 Si può colorare il fondo di attraversamenti pedonali e/o ciclabili con vernicecolorata?(Parere Ispettorato generale per la circolazione e la sicurezza stradale Prot. 8128 del 22/12/2000 eProt. 4294 del 03/02/2004)No, serve una autorizzazione ministeriale alla sperimentazione.

Nota:Si tratta di una prassi molto diffusa, soprattutto da quando sono in commercio prodotti ad alta resistenza alloscivolamento. In molti casi non si è richiesta l’autorizzazione ministeriale.Tale norma andrebbe modificata per semplificarne l’applicazione.

3.15 Quanto deve essere largo il varco di un’isola salvagente?(Rif. art.176 c.3 REG)Deve avere una larghezza pari a quella del passaggio pedonale.

Nota:

NO

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Sebbene la norma parli solo di passaggio pedonale è logico estendere lo stesso trattamento anche per ipassaggi pedonali e ciclabili o solo ciclabili.

3.16 Servono autorizzazioni ministeriali per realizzare attraversamenti rialzati?(Parere Ispettorato generale per la circolazione e la sicurezza stradale Prot. 262 del 17/11/1997)

No.

3.17 Riguardo ai percorsi ciclabili su carreggiata c’è un collegamento normativo congli attraversamenti rialzati?Si, l’art.4 c.6 del D.M. 557/99:“I percorsi ciclabili su carreggiata stradale, in promiscuo con i veicoli a motore, rappresentano latipologia di itinerari a maggiore rischio per l'utenza ciclistica e pertanto gli stessi sono ammessi perdare continuità alla rete di itinerari prevista dal piano della rete ciclabile, nelle situazioni in cui nonsia possibile, per motivazioni economiche o di insufficienza degli spazi stradali, realizzare pisteciclabili. Per i suddetti percorsi è necessario intervenire con idonei provvedimenti (interventi sullasede stradale, attraversamenti pedonali rialzati, istituzione delle isole ambientali previste dalledirettive ministeriali 24 giugno 1995, rallentatori di velocità - in particolare del tipo ad effetto ottico econ esclusione dei dossi - ecc.).”

3.18 Qual è la definizione di attraversamento rialzato?LINEE GUIDA PER LA REDAZIONE DEI PIANI DELLA SICUREZZA STRADALE URBANA(Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - Ispettorato Generale per la Circolazione e laSicurezza Stradale) del 18/08/2001Pag. 41:Aree stradali rialzate o attraversamenti pedonali rialzati, “speed tables”Rialzo del piano viabile con rampe di raccordo (con pendenza, in genere, del 10%) incorrispondenza di aree da proteggere da elevate velocità o di attraversamenti pedonali.Pag. 49:Attraversamento pedonale rialzato - Attraversamento rialzato in corrispondenzadell’accesso di un edificio pubblico, con l’applicazione di elementi a supportodella mobilità dei pedoni con disabilità visive. Il restringimento della carreggiataconsente la riduzione delle velocità veicolari, una migliore visibilità del pedone, lacreazione di un’area di accumulo pedonale e la riduzione della lunghezzadell’attraversamento pedonale. La velocità dei veicoli può essere ridotta nellazona che precede l’attraversamento mediante il ridisegno degli stalli di sosta suidue lati della strada, creando un effetto “chicane”.

3.19 Che pendenza e dimensioni devono avere gli attraversamenti rialzati?LINEE GUIDA PER LA REDAZIONE DEI PIANI DELLA SICUREZZA STRADALE URBANA(Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - Ispettorato Generale per la Circolazione e laSicurezza Stradale) del 18/08/2001Pag. 41:Aree stradali rialzate o attraversamenti pedonali rialzati, “speed tables”Rialzo del piano viabile con rampe di raccordo (con pendenza, in genere, del 10%) incorrispondenza di aree da proteggere da elevate velocità o di attraversamenti pedonali. Lalunghezza interessata dal rialzo supera in genere quella dei normali veicoli (10-12 m), in casocontrario vengono classificati come dossi.

Nota:esistono anche normative specifiche emanate da enti locali, nei limiti concessi dalla legislazione.

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3.20 Su quali tipologie di strade e con quali volumi di traffico possono essererealizzati gli attraversamenti rialzati?LINEE GUIDA PER LA REDAZIONE DEI PIANI DELLA SICUREZZA STRADALE URBANA(Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - Ispettorato Generale per la Circolazione e laSicurezza Stradale) del 18/08/2001

Tab. A1.3 Pag. 43:

Ai sensi dell’articolo 3 del Nuovo codice della strada, per strada di tipo “d” si intendono stradeurbane di scorrimento; per strade ditipo “e” si intendono strade urbane di quartiere; per strade di tipo “f” si intendono strade urbanelocali.** Ai sensi del Nuovo codice della strada, per le strade di tipo “f” la massima velocità consentita èpari a 50 km/h. In presenza diparticolari caratteristiche ambientali, il sindaco, con una ordinanza, può ridurre il limite di velocità,al fine di favorire l’integrazionedelle diverse componenti di traffico e proteggere gli utenti della strada più deboli.

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Tab. A1.4 Pag. 44:

Nota:esistono anche normative specifiche emanate da enti locali.

3.21 Esiste l’obbligo di progettazione della segnaletica verticale?(Rif. art.77 c.2 REG)Si.“Le informazioni da fornire agli utenti sono stabilite dall'ente proprietario della strada secondo unospecifico progetto riferito ad una intera area o a singoli itinerari, redatto, se del caso, di concertocon gli enti proprietari delle strade limitrofe cointeressati, ai fini della costituzione di un sistemasegnaletico armonico integrato ed efficace, a garanzia della sicurezza e della fluidità dellacircolazione pedonale e veicolare.”

3.22 Qual è la norma generale a cui fare riferimento per responsabilità in caso diincidenti stradali connessi a interventi stradali inidonei?Codice PenaleArt. 2043 Risarcimento per fatto illecito“Qualunque fatto doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che hacommesso il fatto a risarcire il danno.”

3.23 I veicoli circolanti all’interno della rotatoria possono superarsi?(Chiarimento Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Prot. 50966 del 19/05/2009)Di norma no.“L’anello deve essere organizzato su un’unica corsia, in modo da costringere i conducenti acircolare in accodamento, l’uno di seguito all’altro; dunque si entra nella rotatoria dando laprecedenza a chi circola sull’anello, e in uscita non vi è possibilità di equivoco o di interferenza, inquanto, da incolonnati sull’anello, si deve unicamente svoltare a destra.”

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3.24 Quando va collocato il segnale di “zona residenziale” serve il pannellointegrativo?(Art. 135 c.12 REG)Si.Il segnale ZONA RESIDENZIALE indica l'inizio di una strada o zona a carattere abitativo eresidenziale, nella quale vigono particolari cautele di comportamento che devono essere rese notecon pannello integrativo di formato quadrato.

3.25 Quando sono cogenti le norme del D.M. 05/11/2001, n. 6792, recante "Normefunzionali e geometriche per la costruzione delle strade" (Decreto Lunardi)?(Art.2 D.M. 05/11/2001 come modificato dall’Art.1 D.M. 22/04/2004; § 3.5 D.M. 05/11/2001)Le norme si applicano per la costruzione di nuovi tronchi stradali e sono di riferimento perl'adeguamento delle strade esistenti.Inoltre, non valgono per le strade locali a destinazione particolare. In ambito urbanoricadono in queste considerazioni le strade residenziali, nelle quali prevale l’esigenza diadattare lo spazio stradale ai volumi costruiti ed alle necessità dei pedoni.

Ing. Enrico Chiarini

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