Download - 100 anni di Caffè Torrisi
Testi scritti da: Elisa Cammisano Lorenzo Torrisi
Progetto grafico: Tamtam srl SC
Ringraziamenti: Prof.ssa Eleonora Ciancio
100di questi caffè
100 di questi caffè100 di questi caffè 76
INDICE
100 di questi caffè8 100 di questi caffè 9
100 di questi caffè100 di questi caffè 1110
I cento anni di storia della nostra azienda
meritano un regalo speciale.
Questo non poteva essere altrimenti che
un book, che con semplicità e spontanei-
tà, racconta, passo dopo passo, la storia
del caffè Torrisi e della sua famiglia.
Pertanto ho sentito quasi il dovere e il bi-
sogno di ricordare le figure del bisnonno
Giuseppe e del nonno Francesco, pur-
troppo mai conosciuti, ma sempre pre-
senti nella memoria di tutti noi.
Inoltre vorrei ringraziare mio padre Giu-
seppe, che ha reso possibile la crescita
e l’affermazione dell’azienda, anche nei
momenti più delicati e difficili, che si sono
susseguiti negli ultimi decenni.
Un merito in particolare va sicuramente
alle donne di casa Torrisi che, sin dall’ini-
zio di questo lungo percorso hanno soste-
nuto gli uomini della famiglia, infondendo
loro coraggio, forza, umiltà e onestà.
Ordinare cronologicamente questo lasso
di tempo ampio e ricco di avvenimenti
importanti, è stato un processo estrema-
mente lungo e contorto anche per la scar-
sità del materiale storico e bibliografico.
100 di questi caffè100 di questi caffè 1312
Erano infatti in mio possesso antiche fo-
tografie, per la maggior parte sbiadite ed
ingiallite, di vecchie confezioni di caffè, di
personaggi famosi, di luoghi imprecisati
ed ancora di uomini, che hanno contribu-
ito alla crescita dell’azienda.
Tuttavia, grazie alla presenza di mio padre
Giuseppe, fonte storica valida e prezio-
sa, ai suoi racconti di vita aziendale e ai
suoi ricordi del passato, è stato possibile
ricostruire la storia della nostra azienda
dall’anno di fondazione ai giorni nostri.
Durante la stesura del book, è stato per
me come tornare indietro negli anni.
Di colpo mi sono rivisto piccolo, conten-
to di accompagnare mio padre in azienda
nel periodo estivo, insieme ai miei fratelli
Francesco, Claudio e a mia sorella Aga-
tella, orgogliosi di stargli accanto e di ve-
derlo lavorare con passione ed entusia-
smo.
Emozioni e ricordi per me indelebili, sem-
pre nitidi nella memoria, che custodirò
gelosamente.
Vorrei quindi dedicare questo book non
solo agli uomini che furono gli artefici
della storia della azienda, ma anche agli
attuali componenti di questa grande fami-
glia e soprattutto alle future generazioni,
che decideranno di seguire le nostre orme
e di portare avanti, con lealtà e spirito di
sacrificio, il “Caffè Torrisi” tanto amato in
Sicilia, in Italia e nel mondo.
Lorenzo TorrisiResponsabile Commerciale
Compagnia Meridionale Caffè S.p.A.
100 di questi caffè100 di questi caffè 1514
Pippo Torrisi è signore nei modi e nei sen-
timenti. Di una eleganza estetica e morale
più congenita che sovrapposta. Signore del
lavoro. Ed è per ciò che il Presidente della
Repubblica lo ha nominato cavaliere, come
dire nobile; di una nobiltà (quella del lavo-
ro, appunto) più nobile della nobiltà sem-
plicemente araldica. Quando lo incontrai la
prima volta, la sua figura mi richiamò alla
mente, o meglio - come dicono gli inglesi
- agli occhi della mente - un altro grande
siciliano, Don Fabrizio Corbera Principe di
Salina, il Gattopardo, uomo di grande uma-
nità e civiltà, cui Pippo Torrisi si apparen-
ta perfettamente e nell’anima e nel corpo.
Parentela non di immediata e facile iden-
tificazione per chiunque, ché, essendo noi
siciliani vittima di un luogo comune che ci
vuole mafiosi, piccoli, scuri di capelli e di
occhi, chiunque non vi corrisponda non
viene accreditato (o addebitato, fate voi)
all’essere siciliano.
Ho conosciuto Pippo Torrisi tanti anni fa
(non ricordo quanti). Ci siamo incontra-
ti in un ristorante di Roma. Io provenivo
dal mondo dello spettacolo, lui da quello
dell’imprenditoria. Io dietro di me avevo
solo il mio passato, lui anche quello di una
TORRISI, BASTA IL NOME
100 di questi caffè100 di questi caffè 1716
tradizione di famiglia. Parlammo a lungo, di
tutto, come capita quando si parla molto: di
storia, di politica, di religione. E, solo dopo
avere analizzato (e risolto - a modo nostro,
si capisce) tutti i mali del mondo, parlam-
mo di caffè, del caffè in generale e del caffè
Torrisi in particolare. Buono, non perché lo
dice la pubblicità (o perché lo dico io) ma
perché lo dice lo stesso caffè - un caffè che
parla. Diventammo amici, lui io e il caffè. Lo
siamo tutt’ora, nonostante la poca frequen-
tazione (io abito a Roma, Pippo a Catania);
ma il suo caffè mi viene spesso a trovare (è
un caffè che non parla soltanto, ma anche
cammina) e attraverso lui continuiamo la
conversazione e l’amicizia.
Pino Caruso
100 di questi caffè100 di questi caffè 1918
Ci sono aziende che sono più di un sem-
plice luogo di lavoro. Sono luoghi dove
lo spirito e la parte migliore del nostro
paese trovano casa e diritto di esistere.
Questi laboratori, queste botteghe, questi
opifici dove la grande tradizione del no-
stro artigianato più nobile si sposa con la
straordinaria attitudine alla qualità della
vita. E quando dico “nostro” lo intendo
nel senso più alto e profondo del termine;
tre volte nostro: perchè italiano, perchè
siciliano, perchè sopratutto catanese. Io,
ovviamente, conoscevo il “Caffè Torrisi”
da molto tempo prima di avere l’onore di
diventarne il “testimonial” (ruolo che ho
svolto con immensa soddisfazione per
ben quattro anni) e, altrettanto ovviamen-
te, ne apprezzavo la bontà. Ma quello che
mi preme più ricordare di quell’esperienza
sono le “bontà” di questa famiglia che ha
saputo, nel tempo, farsi azienda. “Quel”
tipo di azienda. La parte fondamentale
dello sviluppo e della crescita del Meridio-
ne e dell’Italia intera. Le aziende che inve-
stono ogni giorno in ricerca e servizi, che
hanno nel loro destino il sogno del benes-
sere condiviso e la responsabilità del ter-
ritorio. L’amore per la propria gente e per
la propria terra. Mi piace molto spendere
queste poche, certo insufficienti, ma sen-
100 di questi caffè20
tite parole per ricordare questi valori ed
associare idealmente i due compleanni
importanti di questi giorni: i cento anni del
Caffè Torrisi, i centocinquanta del Nostro
Paese (ed è fra l’altro straordinariamen-
te indicativa l’idea di festeggiare con un
libro: oggetto fra i più preziosi in assolu-
to per la conservazione e la trasmissione
della memoria). La famiglia Torrisi è anche
la parte migliore, mi sia consentito dirlo,
della nostra terra: la famiglia vera. Quella
che conosce il sacrificio e la grandezza ri-
generatrice del lavoro. Il lavoro durissimo
dei nostri padri che è stato ed è la speran-
za dei nostri figli. Faccio i miei auguri più
affettuosi a tutti, ma in particolar modo al
Cavalier Giuseppe che, con la sua auto-
revole figura di patriarca “d’antico stam-
po”, mi ricorda quelle figure di guida e di
riferimento che popolarono la mia infan-
zia quasi d’altri tempi: una Catania dolce
come un piccolo paese della fiaba, con i
dolcetti della domenica e il profumo fami-
liare del caffè.
Un paese del cuore, e u’ cafè dò paisi.
Auguri, che i prossimi cento anni siano la
stessa, magnifica avventura di questi pri-
mi cento.
Enrico Guarneri
Dal 1911, maestri torrefattori.
100 di questi caffè100 di questi caffè 2524
Cavaliere del Lavoro Giuseppe Torrisi,Amministratore Unico Compagnia Meridionale Caffè SpA
Non avrei mai pensato che sotto la mia
guida saremmo arrivati a festeggiare i
100 anni di storia aziendale. Un bellissi-
mo sogno che oggi vedo realizzarsi. Tutto
nacque dall’animosità e dalla caparbietà
di mio nonno Giuseppe.
Nei primi del ‘900, decise di trasferirsi con
la famiglia a Catania e di gettarsi, com-
pletamente solo, in un’avventura impren-
ditoriale difficile e senza alcuna certezza
di successo, eppure i suoi sforzi e gli
immensi sacrifici con il tempo sono stati
ripagati. Quindi se oggi si festeggia una
data così importante e attesa, parte del
merito è proprio suo. Io, infatti, devo tutto
a mio nonno che sicuramente rappresen-
ta l’iniziatore della nostra attività.
Mio padre Francesco è poi riuscito, con
professionalità, pazienza e onestà, a
mandare avanti il lavoro iniziato dal pa-
dre dopo la sua morte. Io, invece, oltre a
proseguire l’attività, ho avuto il guizzo di
capire quando era arrivato il momento di
separare l’attività commerciale da quella
della torrefazione, specializzandoci nella
sola produzione di caffè.
100 di questi caffè100 di questi caffè 2726
Il percorso di crescita e di affermazione
nel mercato non è stato semplice, tanti i
venti contrari, se pensiamo alla Seconda
Guerra Mondiale, al momento di stasi del
secondo dopoguerra, giusto per fare un
esempio. Ma noi Torrisi siamo “tosti”, sia-
mo riusciti a riprenderci e abbiamo spic-
cato il volo, distribuendo il caffè più bevu-
to in Sicilia, e non solo.
“La fiducia non si acquista, si conquista”
questa è la filosofia a cui ci siamo rifatti,
che mio nonno ha inculcato a mio padre,
Primi ‘900: carro per distribuzione Caffè Torrisi
lui a me, ed io ai miei figli. Cosa voglio
dire con questo? Semplice. Dal 1911 il
nome Torrisi si è contraddistinto dalla
concorrenza, anche internazionale, per la
correttezza, la trasparenza e l’onestà con
cui ha sempre operato. Il risultato è un
caffè che ha saputo, appunto, conquista-
re la fiducia di tutti coloro che ogni giorno,
da 100 anni a questa parte, scelgono la
nostra miscela.
Per un evento tanto prestigioso, come il
centenario del nome Torrisi, io ed i miei fi-
gli abbiamo pensato di realizzare un book
che ripercorresse i momenti più salienti
della nostra storia. Questo volume è stato
redatto non solo dalla mia personale me-
moria storica, ma anche dalle innumere-
voli immagini fotografiche scattate duran-
te gli anni di vita dell’Azienda. Ognuna di
essa ha la propria storia, racconta la vita,
il lavoro, la forza di tutti quegli uomini che,
giorno dopo giorno, hanno contribuito a
rendere grande questa famiglia. La fami-
glia del caffè Torrisi.
Giueseppe TorrisiCavaliere del Lavoro
Amministratore Unico
Compagnia Meridionale Caffè SpA
100 di questi caffè100 di questi caffè 2928
Giuseppe Torrisi sull’Etna (1939) Alcuni collaboratori (primi anni ‘ 50)
CAFFÈ TORRISI:
DALLA NASCITA AD OGGI
Una storia chiamata torrisi
L’attività della famiglia Torrisi inizia nel
1911. Giuseppe Torrisi è un grossista co-
nosciuto nella zona di Zafferana Etnea
che commercializza pepe, cannella, chio-
di di garofano, noce moscata, uva sulta-
nina e prodotti del suolo come legumi,
cereali e riso.
La svolta avviene quando decide, insieme
alla moglie Serafina, di trasferire famiglia
100 di questi caffè100 di questi caffè 3130
e lavoro nella “Milano del Sud” di quei
tempi, la città di Catania che, sin dall’i-
nizio del ventesimo secolo, è nota per la
sua fervida attività commerciale. Il picco-
lo esercizio, sorto in una modesta bottega
di via Gisira, diventa il punto di riferimen-
to, per Catania e per il versante orienta-
le dell’Isola, nella commercializzazione
all’ingrosso dei principali prodotti merce-
ologici di allora, in particolare l’alcool de-
naturato e puro per i rosoli, il bicarbonato
e il solfato di soda, la saponina, gli zolfi,
il solfato di rame e una grande varietà di
generi alimentari che spazia dallo zucche-
ro alle conserve, dalle farine agli amidi per
dolci, dallo strutto fino ad arrivare ai pic-
coli quantitativi di caffè crudo acquistati
direttamente a Trieste.
Dal matrimonio di Giuseppe e Serafina
nascono Francesco, nel 1900, e Agatino,
nel 1908.
Il primogenito, sin da ragazzo, dedica
anima e corpo ad aiutare il padre nella
sua attività; tuttavia nel 1917, chiamato
alla armi, Francesco parte per la Gran-
de Guerra. Tornato l’anno seguente, alla
Francesco Torrisi con i figli Giuseppe e Diego Ugo (1939)
100 di questi caffè100 di questi caffè 3332
fine del primo conflitto mondiale, France-
sco si sposa nel 1921 con l’amata Aga-
ta e riprende a collaborare con il padre
nell’azienda familiare che, in quegli anni,
si specializza nell’importazione di droghe
e coloniali. Anno dopo anno, il lavoro cre-
sce, il profitto pure; il nome Torrisi si im-
pone nel mercato per la validità e la qua-
lità dei prodotti distribuiti.
Proprio nel primo dopoguerra incomin-
cia la vera diffusione del caffè espresso,
grazie anche alla nascita e all’apertura dei
primi bar in città e nei quartieri periferici.
L’azienda inizia ad affermarsi sempre più
come torrefazione e, nel giro di pochi
anni, diventa una delle più importanti del-
la Sicilia.
In via Gisira l’aroma che si respira è in-
confondibile e inebriante, in casa dei
fratelli Torrisi si gusta il miglior caffè del-
la città; qui, amici e conoscenti fanno a
gara per poterlo sorseggiare. Francesco
e Agatino intuiscono che questa speciale
bevanda sarebbe diventata in pochi anni
Francesco Torrisi
100 di questi caffè100 di questi caffè 3534
Bar in Calabria - anni ‘20
un bene di consumo primario e iniziano
ad organizzare una distribuzione capilla-
re di caffè tostato, nelle prime confezioni
sigillate, verso i numerosi rivenditori sici-
liani e calabresi.
Se fino a quel momento il consumo del
caffè è ancora un fenomeno elitario, ri-
servato cioè ai professionisti (il farmaci-
sta, l’ingegnere, il medico, l’avvocato), a
partire dalla fine degli anni Venti, grazie
alla famiglia Torrisi, il caffè si trasforma in
un prodotto di largo consumo, un piace-
re irrinunciabile, una leccornia per tutti i
palati.
Francesco torrisi, vocazione innata
Francesco Torrisi è il fondatore dell’atti-
vità imprenditoriale siciliana.
Inizia negli anni Venti nella piccola botte-
ga di via Gisira 62, utilizzando un tostino
rudimentale capace di tostare appena 30
chilogrammi di caffè per volta, che poi
destina alle drogherie non ancora munite
di una propria macchina di torrefazione.
Il successo è immediato.
La domanda di questo speciale seme, e
della bevanda da esso ottenuta, aumen-
ta considerevolmente. Il caffè Torrisi è
100 di questi caffè100 di questi caffè 3736
Prima tostatrice di caffènei locali di Via Gisira (Ct)
sempre più richiesto e questo fa sì che le
vendite, e la conseguente distribuzione,
vadano a gonfie vele.
Tuttavia, a questa fase di crescita, segue
la stasi del ’36, a causa del blocco delle
importazioni per le sanzioni che la Socie-
tà delle Nazioni impone all’Italia a segui-
to dell’invasione dell’Etiopia.
Di conseguenza, durante la Seconda
Guerra Mondiale, sia il commercio del
caffè sia la stessa industria subiscono
un arresto totale. Francesco non si perde
d’animo e sopperisce a questa tempo-
ranea crisi, ampliando l’assortimento di
prodotti largamente usati come la carta
paglia, i rocchetti di filo per cucire, gli at-
trezzi per calzolai e la pastina glutinata
della Buitoni (di cui i Torrisi diventano di-
stributori unici).
A partire dal secondo dopoguerra, la fa-
miglia Torrisi è la prima a riportare il caffè
in Sicilia. Il merito è di Francesco Torrisi
che, saputo delle “compensazioni” con
100 di questi caffè100 di questi caffè 3938
il Brasile, si reca subito a Trieste per ac-
quistare nuove partite di caffè crudo di-
sponibili. Da quel momento, il boom in-
discusso del caffè Torrisi. Si calcolano in
quegli anni incrementi del 40-50%.
Il caffè Torrisi è ormai alla portata di tutti,
viene infatti inserito nel paniere dei beni
di prima necessità e distribuito in tutta
la provincia di Catania mediante un ef-
ficiente sistema di trasporti dotato di
furgoncini personalizzati con logo e mar-
chio Torrisi.
Proprio per l’aumento del fatturato e
delle vendite, la piccola attività Torrisi si
sposta in uno stabilimento più ampio, a
pochi metri dalla vecchia sede, struttu-
rato su tre livelli e con impianto di torre-
fazione a ciclo verticale. In questi anni si
assiste anche ad un cambiamento relati-
vo alle confezioni: oltre ai formati classici
da 1, 2 e 3 chilogrammi, si propongono
ai rivenditori e alla clientela quelli più pic-
coli, e anche più comodi, da 1 e 2 etto-
grammi, con stampato il logo “Supermi-
scela Torrisi”.
Negli anni ’50 si ha la vera svolta.
Cominciano le sperimentazioni di con-
servazione sottovuoto del caffè, fino ad
Deposito caffè crudonella torrefazione di Via Gisira (Ct)
100 di questi caffè100 di questi caffè 4140
Catania 1950, Piazza Verga Carico merci nella torrefazione in Via Gisira (Ct)
100 di questi caffè100 di questi caffè 4342
Nuova torrefazione di Via Gisara (Ct) Vetrina con i prodotti Torrisi in esposizioneanni ‘60
arrivare ai primi macchinari per il sotto-
vuoto spinto con impianto pilota, realiz-
zati dalla Goglio di Milano.
Il risultato è quello sperato: una migliore
e più duratura conservazione del caffè
tostato con una distribuzione ancora più
ampia e specializzata.
Questa fase particolarmente felice e pro-
duttiva viene bruscamente interrotta dal-
la scomparsa improvvisa del fondatore,
Francesco Torrisi, all’età di 54 anni. Il
luttuoso evento sembra pregiudicare le
sorti dell’azienda.
I due figli, Giuseppe e Diego Ugo, si tro-
100 di questi caffè100 di questi caffè 4544
Vetrina con i prodotti Torrisi in esposizioneanni ‘50
vano davanti ad un bivio: mandare in
fumo decenni di sacrifici e di duro lavo-
ro o decidere di accollarsi il peso di un
nome e di un’attività che già in quegli
anni supera i 2 miliardi di lire di fatturato.
Il primogenito Giuseppe sceglie di ri-
schiare, di mettersi in gioco e di portare
ancora alto il nome del padre Francesco
e del nonno.
Dopo la prematura morte del padre, inizia
la terza generazione con Giuseppe Tor-
risi che interrompe gli studi universitari
di Economia e Commercio per dedicarsi
completamente all’azienda paterna.
Reinveste gli utili in nuove tecnologie e
all’inizio degli anni Sessanta scorpora
dall’azienda mercantile il settore del caf-
fè torrefatto e fonda nel 1959, insieme al
fratello Diego Ugo, la Compagnia Meri-
dionale Caffè S.p.A.
Il nuovo stabilimento, sorto a Catania
presso la zona industriale, occupa un’a-
rea complessiva di 20.000 m2, di cui
5.000 fra capannone, deposito, prodotto
finito, uffici, magazzino per imballaggi,
garage e officina interna.
Il successo è ancora una volta immedia-
100 di questi caffè100 di questi caffè 4746
Una delle prime insegne luminosepubblicitarie al neon
to. Le miscele di caffè Torrisi si afferma-
no negli anni ’60 come i caffè preferiti
da tutte le famiglie siciliane: da quel mo-
mento le tecniche di produzione e quelle
per la conservazione sottovuoto si evol-
vono, con l’obiettivo di mantenere inalte-
rati l’aroma e la fragranza del caffè fino al
momento del consumo.
In quanto amministratore unico, Giusep-
pe Torrisi si conferma leader del settore
nella Regione e viene nomi nato Cavalie-
re del Lavoro nel 1992.
Anni 60, primo poster pubblicitario
100 di questi caffè100 di questi caffè 4948
Internazionali tennis a Palermocon degustazione di caffè
100 di questi caffè100 di questi caffè 5150
Premio Dionisio dell’Ospitalità assegnatoa Giuseppe Torrisi (1968)
Da anni presidente onorario dell’As-
sociazione Commercianti di Catania e
Provincia e dal 1993 anche presidente
della Camera di Commercio di Catania,
Giuseppe Torrisi è oggi l’anima pulsante
dell’azienda.
Con il Cav. Lav. Torrisi l’industria di tor-
refazione si afferma anche nelle espor-
tazioni, toccando paesi come l’Australia,
il Giappone, il Belgio, la Danimarca, la
Francia, gli Stati Uniti, la Germania, la
Danimarca, la Svizzera, la Gran Bretagna
ed il Giappone.
I tre figli, Francesco, Lorenzo e Claudio,
che costituiscono la quarta generazio-
ne, entrano in azienda in un momento
particolare, cioè durante le operazioni
di svecchiamento avvenute negli anni
’90. Oggi sono parte integrante della vita
aziendale, continuando a fiancheggiare
le decisioni del padre.
In sintesi Giuseppe Torrisi, nei primi anni
del ‘900, rappresenta l’iniziatore, il figlio
Francesco, negli anni Venti, il fondatore
100 di questi caffè100 di questi caffè 5352
Premio Polifemo assegnatoa Giuseppe Torrisi (1974)
dell’attività di torrefazione, il nipote Giu-
seppe, e i suoi tre figli, sono sicuramente
gli artefici del successo internazionale
del nome Torrisi. Grazie a loro la Compa-
gnia Meridionale Caffè, e i suoi prodotti,
escono dai confini siciliani, affermando-
si, giorno dopo giorno, nel mercato na-
zionale e di tutto il mondo.
100 di questi caffè100 di questi caffè 5554
Torrefazione in Via Gisira (Ct)banco pesatura e insacchettamento
100 di questi caffè100 di questi caffè 5756
Giuseppe Torrisi in Vespa reclamizzata Gino Bartali gusta caffè Torrisi al giro d’Italia(metà anni ‘50)
100 di questi caffè100 di questi caffè 5958
Stabilimento Compagnia Meridionale del Caffèin costruzione (primi anni ‘60)
100 di questi caffè100 di questi caffè 6160
Stabilimento Compagnia Meridionale del Caffè(fine anni ‘80)
100 di questi caffè100 di questi caffè 6362
LA STORIA DEL CAFFÈ
si dice che…
Il caffè è considerato “filtro della storia” in
quanto, attraverso le sue vicende, si sono
determinati gli avvenimenti più significativi
della nostra vita sociale, culturale, artistica
e anche politica.
Tante le leggende nate intorno a questo
straordinario frutto.
Sembra che verso la metà del 1250 un
derviscio di Moka (discepolo islamico de-
dito all’ascetismo) fu mandato a vivere in
100 di questi caffè100 di questi caffè 6564
Derviscio della città di Moka
cima ad una montagna non lontana dal
suo monastero. Poiché anche gli asceti
avvertono gli stimoli della fame, un giorno
il povero eremita, per ovviare alla rigoro-
sa astinenza, si preparò un decotto con
foglie e grani pestati di alcune piante che
crescevano nei dintorni. Appena ebbe be-
vuto quell’infuso si sentì tanto rinvigorito
da volerlo offrire a quanti si recavano a
fargli visita. Presto lo gustò anche il prin-
cipe di Moka che, trovata squisita la be-
vanda, non soltanto perdonò le colpe del
derviscio ma fece anche erigere per lui un
convento.
Non meno colorita e fantasiosa è la ver-
sione secondo la quale un pastore arabo
si preoccupò perché le sue capre, divenu-
te improvvisamente vivaci, di notte anzi-
ché dormire, saltavano, si agitavano, cor-
revano come impazzite.
L’uomo immaginò che fossero stregate e
corse dal priore del suo convento perché
scacciasse il maleficio dal gregge. Il pri-
ore, dopo aver ascoltato la versione del
100 di questi caffè100 di questi caffè 6766
pastore, ritenne, piuttosto, che quelle ca-
pre dovevano aver brucato qualche erba
nociva o comunque eccitante. Si fece ac-
compagnare al pascolo e dopo un atten-
to esame, scorse alcune piante alte, con
foglie dal colore verde e con bacche di un
rosso violaceo. Ne colse alcuni rami, tor-
nò al convento, schiacciò i semi e preparò
un decotto con quelle foglie e la polvere
ottenuta. Quella broda amara non solo gli
mise in corpo una strana euforia ma, cosa
ancor più interessante, aveva reso la sua
mente lucida e pronta allo studio. Dato
che la dura regola del convento imponeva
di pregare per molte ore del giorno e della
notte, il priore allora decise di dare a tutti i
suoi frati il nuovo toccasana per alleggeri-
re le devozioni notturne.
Favola o realtà, la Coffea Arabica è origi-
naria dell’Abissinia; la piantarono, si rac-
conta, cristiani negri provenienti da Kaffa.
Tuttavia, si narra che tra le mura dei chio-
stri musulmani sia cominciato l’uso come
rituale quotidiano.
Il primo vero Caffè è stato aperto a Co-
stantinopoli nel 1554 e da lì nel 1585 Gio-
vanni Francesco Morosini, balio in quella
città, pubblicò in una relazione al Senato
che “… gli Ottomani usano bere un’acqua
negra, bollente, che si cava d’una semen-
ta che chiaman cavée, la quale dicono che
ha la virtù di far stare l’uomo svegliato…”.
I veneziani non persero tempo di aggiun-
gere ai loro preziosi carichi che importa-
vano dall’Oriente, anche diversi sacchi di
100 di questi caffè100 di questi caffè 6968
Illustrazione dell’anticoporto di Amsterdam nel XVII sec.
quei chicchi speciali. Avevano imparato a
tostarli e a pestarli e, come gli Arabi e i Tur-
chi, versavano la polvere ottenuta in acqua
bollente; il caffè veniva bevuto in piccole
tazze con l’aggiunta di cannella o di chio-
di di garofano, mentre l’uso di dolcificarlo
con il miele prima, e con lo zucchero dopo,
fu introdotto successivamente.
Agli inizi del ‘600 l’Oriente non era più il
solo produttore di caffè, la città di Amster-
dam era diventata il nuovo centro com-
merciale. In quegli anni la bevanda era
già largamente diffusa nei principali cen-
tri d’Europa: nelle sale e salette italiane,
come in quelle inglesi, francesi, olande-
si, non si beveva soltanto il caffè, ma si
fumava, si giocava e si trattavano affari.
Il XVII secolo attribuì al caffè un valore
medicinale; il XVIII vide in esso proprietà
che rinvigorivano l’intelletto; il XIX, avendo
dato inizio all’era preindustriale, gli conferì
la facoltà di risolvere vari problemi sociali,
come quello di prolungare il lavoro allon-
tanando la stanchezza.
100 di questi caffè100 di questi caffè 7170
LA PIANTA E IL FRUTTO
L’albero del caffè appartiene alla famiglia delle Rubiacee che raggruppa ben 4.500 varie-
tà, 60 specie delle quali si chiamano Coffea. Le specie che si utilizzano per il caffè sono
la Coffea arabica (nelle varietà: tipica, bourbon, moka, martinica, portorico, colombia), la
Coffea liberica e la Coffea robusta.
L’albero del caffè assomiglia ad un piccolo ciliegio con foglie più coriacee e lucide, simili a
quelle di alloro. I fiori e il profumo ricordano quelli del gelsomino. Dall’ovario, che si trova
proprio sotto il calice, si sviluppa inizialmente una bacca allungata di colore verde, poi
questa diventa bianca e infine rossa. Nell’interno della bacca si trovano, avvolti in un sottile
strato di polpa, due semi chiusi dentro una pellicola: questi sono i chicchi del caffè. Tanto
la forma quanto il colore variano a seconda dei luoghi in cui cresce la pianta. Il più celebre
dei caffè, il moka (tipico dell’Arabia) è piccolo, di un giallo cupo; quello delle Indie Orientali
100 di questi caffè100 di questi caffè 7372
Bacche di Coffea Arabica
è più grosso e di un giallo più chiaro; az-
zurrognolo o giallo-verde quello di Ceylon,
del Brasile e delle Indie Occidentali.
L’albero cresce nelle zone dei Tropici dove
la temperatura media sta fra i 20 e i 22°C
e il termometro non scende mai al di sotto
dei 12°C. Si trovano piantagioni a m 400
sul livello del mare e altre a m 2.000, in
quanto in entrambi i luoghi la temperatura
non si abbassa mai oltre un certo limite.
I semi vengono piantati in apposite aiuole,
nel giro di 4 settimane spuntano i germo-
gli, che dopo 8 mesi sono alti più di mezzo
metro e pronti per essere trapiantati; successivamente, basta avere cura di regolare le
annaffiature e di asportare le erbacce. Nel secondo anno l’albero ha raggiunto l’altezza di
un metro e mezzo circa, ma il vero raccolto si fa solo al terzo anno, cioè all’inizio dell’estate
e alla fine dell’autunno.
Per liberare i chicchi dal loro involucro - carnoso quello più esterno, duro e coriaceo quel-
lo più interno - si distendono le bacche sull’aia, voltandole e rivoltandole diverse volte.
Esistono comunque altri sistemi: alcuni coltivatori, per esempio, immergono i chicchi uno
per uno nell’acqua e poi li mettono al sole ad essiccare. Nelle piantagioni più moderne e
attrezzate si usano mole speciali per liberare più velocemente i chicchi.
Dal XX secolo il principale produttore di caffè del mondo è stato il Brasile, specie per la
sua terra ricca di humus e di sostante azotate. Oggi si trovano piantagioni anche in Paesi
come l’Africa, l’Asia, l’Oceania e le Americhe. È proprio vero quello che qualcuno sostiene:
“le piantagioni di caffè colorano una buona parte della superficie terrestre”.
100 di questi caffè100 di questi caffè 7574
UN ELISIR TUTTO ITALIANO
I Paesi del Nord Europa sono i maggiori con-
sumatori di caffè. Ma basta chiedere ad un
italiano dove beve il miglior caffè, anzi il
miglior espresso, e sarà scontata la rispo-
sta. Secondo recenti indagini, in Italia i
maggiori consumi si hanno al mattino e
dopo i pasti principali, soprattutto dopo
pranzo. Donne e uomini bevono ogni giorno
lo stesso numero di caffè, 2 o 3 tazzine in me-
dia, mentre i ragazzi si avvicinano a questa abitu-
dine crescendo con l’età, viceversa gli anziani tendono
sempre più a controllare il numero di caffè consumato nell’arco della giornata. Il 70%
del caffè viene bevuto in casa, il 20% al bar o al ristorante, il 10% nei luoghi di lavoro;
per il 70% viene preparato con la moka, nell’84% dei casi è preferito senza aggiunte,
mentre i caffè corretti costituiscono appena il 3%.
Il caffè si beve per diverse ragioni: avere una maggiore lucidità di mente, concedersi
una pausa, regalarsi un piacere, o semplicemente per assecondare un’abitudine. Tor-
nando alle statistiche sui consumi pro-capite annuali di ogni nazione, va notato che
non tutte le qualità di caffè importato sono uguali. I paesi nordici, ad esempio, impor-
tano preferibilmente l’Arabica (che contiene la metà di caffeina della Robusta), mentre
i paesi mediterranei importano sia l’Arabica che la Robusta. Poiché le molte specie di
caffè hanno gusto e aroma diversi, occorre miscelarle in vario modo per ottenere pro-
dotti con caratteristiche organolettiche rispondenti al gusto del consumatore e ade-
guate alle sue abitudini. Per questo tra i paesi consumatori di caffè esistono profonde
100 di questi caffè100 di questi caffè 7776
differenze nel gusto e nel modo di preparare la bevanda.
Riassumendo, si può dire che nei paesi nordici, per esem-
pio Danimarca e Germania, la miscela tipica ha come base
i caffè milds, Arabica lavorati. La bevanda che si ottiene,
estratta per filtrazione, è molto aromatica, delicata e acidula,
e viene consumata come dissetante durante i pasti e come soft drink
durante la giornata. Man mano che si scende verso il sud, la miscela tipica ha come
base l’Arabica naturale e contiene percentuali più o meno alte di Robusta. Il caffè che
ne deriva è sicuramente meno delicato e queste caratteristiche vengono esaltate dalla
torrefazione spinta e dal tipo di estrazione. Si ottiene quindi una bevanda non adatta
ad essere consumata durante il pasto, ma che costituisce una sorta di elisir da sorseg-
giare di mattina, dopo mangiato o in particolari momenti della giornata.
TOSTI PER NATURA
Il segreto di un buon caffè sta nella tostatura, cioè in quella operazione attraverso la quale
al chicco vengono prima tolte alcune caratteristiche e poi gliene vengono date altre per
renderlo profumato e inconfondibile. I tipi più diffusi di tostatura sono quello “blando”
(all’americana) che conferisce ai chicchi un colore marrone bruno e quello più spinto (all’i-
taliana) che dà ai chicchi una tonalità di tipo bruno-nero. Nel corso di tale processo, che
implica l’impiego di temperature sino a 230°C, le componenti del caffè subiscono delle
trasformazioni chimiche. Così per esempio, il cambiamento di colore è legato alla ca-
ramellizzazione degli zuccheri, alla carbonizzazione della cellulosa e alla formazione dei
composti volatili ai quali è dovuto il particolare aroma del caffè tostato. Naturalmente la
tostatura è un processo molto più complesso di quanto può sembrare: implica l’impiego
di apparecchiature sempre più sofisticate e funzionali, dove i chicchi entrano dopo essere
100 di questi caffè100 di questi caffè 7978
stati prescelti da selezionatrici ottiche (vedi foto accanto). Il grado
e il tempo ottimali di torrefazione sono prevalentemente sta-
biliti su campioni di caffè con l’aiuto di speciali colorimetri,
regolati mediante l’inserimento di schede computerizzate.
Se esposto all’aria, il caffè torrefatto va incontro ad altera-
zioni con perdita di freschezza e di gusto; per evitare questo,
sono stati messi a punto metodi di confezionamento efficienti, con
speciali materiali da imballaggio e confezioni sottovuoto.
Macchina selezionatrice fotocromaticaper caffè in grani
LAVORAZIONE A SECCO• eliminazione dei materiali estranei;• essiccazione al sole in apposite aie per diversi giorni;• passaggio in macchina decurtatrice, quando la buccia e la polpa sono asciutte;• separazione e classificazione per tipo e dimensione dei chicchi verdi, ricoperti della pellicola argentea;• essiccazione al sole in apposite aie per diversi giorni.
LAVORAZIONE A UMIDO• liberazione dal seme;• fermentazione in acqua per 2-3 giorni;• selezione per immersione in acqua;• essiccazione (meglio se al sole);• eliminazione del pergamino;• macchina dispolpatrice;• fermentazione in acqua.
SELEZIONEper dimensione• la grossezza della grana viene misurata con appositi crivelli (setacci con fori indicati in 64esimi di pollice);• in generale per i caffè asiatici la grossezza è misurata in millimetri.
DALLA CILIEGIA AL CAFFÈ VERDE
100 di questi caffè100 di questi caffè 8180
QUANTI TIPI DI CAFFÈ
con Filtro
All’interno di un filtro di carta si trova del
caffè macinato, in modo non eccessi-
vamente fine: su tale filtro viene versata
dell’acqua calda, che grazie alla forza di
gravità attraversa il macinato di caffè. Il
tempo medio di preparazione con questo
metodo equivale a circa sette minuti e,
come risultato finale, si ottiene una bevan-
da praticamente priva di particelle solide,
100 di questi caffè100 di questi caffè 8382
dove la percentuale proveniente dal caffè
è nell’ordine del 16-18%.
Ne consegue che le caratteristiche di tale
bevanda presentano una corposità ridot-
ta e un gusto e un aroma non eccessiva-
mente forti. Solitamente il caffè con filtro si
prepara in quantità notevoli, per essere poi
conservato in contenitori isolanti. La sua
qualità dipende quindi direttamente anche
dal tempo intercorso fra la preparazione e
il consumo.
Il caffè con filtro è fra le bevande preferi-
te nell’America del Nord, dove una tazza
richiede l’uso di circa 6 grammi di caffè to-
stato chiaro. La sua diffusione è notevole
anche nell’Europa Centro-Settentrionale:
qui il gusto è però già più deciso, visto che
la quantità di caffè per ogni tazza sale a
circa 10 grammi. In media, il caffè con filtro
viene bevuto in tazze dalla capacità di 15-
20 centilitri.
a inFUsione
È il più antico e semplice modo di fare caf-
fè, adottato la prima volta in Francia nel
1771. Si scalda un brico aperto, facendovi
bollire acqua, si butta l’acqua e si mette
nel brico il caffè macinato, quindi si ag-
giunge acqua calda e si mescola. Si lascia
per 3-5 minuti in infusione, poi si filtra con
il colino.
100 di questi caffè100 di questi caffè 8584
alla tUrca
Il caffè, macinato finemente, viene versa-
to direttamente in un contenitore in rame
colmo di acqua in ebollizione, senza inter-
rompere quest’ultima. Una volta versata la
bevanda nelle tazze, si attende che il maci-
nato si depositi sul fondo. Questo metodo
di preparazione è diffuso in Turchia, in Gre-
cia e in diverse nazioni del Medio Oriente.
con la moka
Una comune caffettiera moka si può sud-
dividere in tre componenti: la caldaia, dove
l’acqua viene portata all’ebollizione, il filtro
metallico, che contiene il macinato fine di
caffè, e la parte superiore di raccolta, dove
viene a trovarsi il caffè pronto per essere
bevuto.
L’acqua attraversa il caffè macinato grazie
alla pressione causata dal vapore. Tale at-
traversamento ha una durata pari a circa
un minuto e permette di estrarre fino al
alla napoletana
Questa caffettiera è composta da 2 parti,
con in mezzo un filtro a cestello, riempito
con caffè tostato scuro e macinato fine.
La parte inferiore viene riempita d’acqua
e quella di servizio, completa di beccuc-
cio, vi viene avvitata sopra a testa in giù.
Si mette il tutto sul fuoco, e quando l’ac-
qua bolle, la macchinetta viene capovolta
per permettere all’acqua calda di scorrere
attraverso il caffè nel contenitore inferiore-
100 di questi caffè100 di questi caffè 8786
22% delle sostanze contenute nel caffè.
La bevanda che si ottiene ha un sapore
deciso, una corposità nella media e un
aroma intenso. Per una tazzina da 4 o 5
centilitri sono necessari in genere 6 gram-
mi di caffè tostato medio o scuro.
Bollito
Un caffè tostato chiaro e a macinatura
grossa viene fatto bollire in acqua per 10
minuti. Una volta lasciati depositare i fondi,
è possibile bere la bevanda. Questo meto-
do di preparazione del caffè è diffuso prin-
cipalmente in Norvegia e, in generale, nei
paesi scandinavi: prevede l’uso di circa 10
grammi di caffè per ogni tazza da 15-20
centilitri.
solUBile o istantaneo
Si ottiene attraverso due procedimenti:
“spray-drying” o “liofilizzazione”.
Quest’ultima è probabilmente la soluzione
migliore, in quanto garantisce una bevan-
da dall’aroma migliore grazie a temperatu-
100 di questi caffè100 di questi caffè 8988
re non eccessivamente elevate. Preparare
un caffè solubile è estremamente sempli-
ce: basta farlo sciogliere in acqua bollente.
Solitamente si impiegano 1,3 grammi di
caffè per ogni 5 centilitri d’acqua.
caFFè espresso
Il caffè espresso viene preparato con un
metodo particolare, che consente di ot-
tenere una bevanda estremamente con-
centrata, con un gusto e un aroma intensi.
L’estrazione delle sostanze avviene trami-
te acqua depurata, vicina al punto di ebol-
lizione (90-95°C) e a pressione elevata (9
atmosfere). L’acqua resta a contatto con
il caffè per un tempo variabile dai 25 ai 30
secondi e per ogni tazza sono usati 6,5-7
grammi di macinato fine, proveniente da
caffè tostato medio o scuro. Ogni tazzina
contiene da 2 a 3,5 centilitri di caffè.
Fra le principali caratteristiche di un buon
caffè espresso sono da ricordare le se-
guenti:
La corposità - questo parametro è de-
100 di questi caffè100 di questi caffè 9190
terminato in primis dalle emulsioni oleose
che si formano grazie alla presenza di mo-
lecole complesse in grado di stabilizzarle.
Bisogna anche considerare che la percen-
tuale di sostanze estratte è molto elevata
(25%) e che nel liquido sono presenti, in
sospensione, delle minuscole particelle di
macinato.
La crema - quella che viene definita crema
è in realtà una schiuma derivante dall’im-
missione di gas (aria e anidride carbonica)
all’interno del liquido. La parte che risulta
interessata alla formazione di tale schiuma
contiene degli oli emulsionanti;
L’aroma - la ricchezza dell’aroma di un
caffè espresso è dovuta principalmente
alla crema che impedisce alle sostanze
volatili di disperdersi subito dopo che la
bevanda è stata preparata.
Collezione De Simoneper Caffè Torrisi
100 di questi caffè100 di questi caffè 9392
LE NOSTRE MISCELE DI CAFFÈ
Due linee di prodotti per due differenti modalità di consumo e di consumatori:
bar e alimentare.
al Bar con torrisi
Nei bar si usano macchine espresso professionali dove importante è il prodotto adope-
rato che deve, naturalmente, adattarsi alle esigenze di estrazione della macchina. Torrisi
seleziona miscele appositamente studiate per questo tipo di estrazione con una tostatu-
ra differenziata, ottenendo il massimo dell’espresso.
100 di questi caffè94 100 di questi caffè 95
Caffè Diamante – Anno di nascita 1986, in occasione dei 75 anni di storia
aziendale. Questa miscela è stata recuperata tra le antiche ricette del Sig.
Francesco Torrisi, era infatti la miscela che preferiva in assoluto e che ado-
perava per un uso strettamente personale. Miscela dalla consistenza fine e
impalpabile, composta con le migliori qualità di caffè presenti sul mercato.
Vero tocco di classe per gli amanti e gli intenditori di caffè, data anche la sua
straordinaria cremosità.
Super Miscela Torrisi - Anno di nascita 1946. La miscela più antica, la più
venduta del settore, nonché la più apprezzata e richiesta dai bar e ristoratori.
Dall’aroma fragrante e profumato, dotata di un’ottima corposità e cremosità.
Miscela Extra Bar - Anno di nascita 1954. Miscela dall’aroma forte e pro-
fumato e dall’elevata cremosità. È il caffè amato da chi non vuole rinuncia-
re al gusto forte e deciso.
Miscela Bar - Anno di nascita 1954. Miscela dall’aroma particolarmente
intenso, molto cremosa e corposa. Bevuto da coloro che preferiscono un
caffè forte e dall’aroma persistente.
Super Crema - La miscela Super Crema è la novità di Torrisi per tutti gli
amanti del caffè: il gusto inconfondibile con in più una cremosità che la-
scia assaporare tutto l’aroma del caffè.
100 di questi caffè100 di questi caffè 9796
Tod - Anno di nascita metà anni ’60. Miscela di caffè decaffeinato, confezio-
nato in singole bustine monodose.
Decaffeinato Fresco Torrisi - Anno di nascita 2007. È l’evoluzione qualita-
tiva del Tod. Un decaffeinato con un contenuto di caffeina non superiore allo
0,10%, studiato appositamente per aumentare la fragranza, l’aroma e la cre-
mosità del caffè, rinunciando, nello stesso tempo, alla caffeina.
A CASA COME AL BAR
Tutto il piacere di sorseggiare un buon caffè,
stando comodamente seduti sul divano di casa.
Caffè Diamante - Anno di nascita 1986, in occasione dei 75 anni di storia
aziendale. Questa miscela è stata recuperata tra le antiche ricette del Sig.
Francesco Torrisi, era infatti la miscela che preferiva in assoluto e che ado-
perava per un uso strettamente personale. Miscela dalla consistenza fine e
impalpabile, composta con le migliori qualità di caffè presenti sul mercato.
Vero tocco di classe per gli amanti e gli intenditori di caffè, data anche la
sua straordinaria cremosità.
100 di questi caffè100 di questi caffè 9998
Chicco Oro - Anno di nascita primi anni ‘60. Dall’aroma fragrante e profumato,
dotata di un’ottima corposità e cremosità, è sicuramente la miscela più antica,
nonché la più apprezzata dalle famiglie.
Caffè Arabesco - Anno di nascita metà anni ‘90. Miscela dall’aroma profumato
e intenso. Ottimo per una piacevole pausa e per una carica immediata.
Gran Chicco - Anno di nascita metà anni ‘60. Miscela dall’aroma forte e profu-
mato, cremosa al punto giusto e chiamata pure “il forte aroma Torrisi”. È il caffè
preferito dagli amanti dell’aroma e del gusto particolarmente deciso.
Chicco Casa - Anno di nascita primi anni ‘60. Miscela dall’aroma particolar-
mente intenso, molto cremosa e corposa. Bevuto da coloro che preferiscono
un caffè forte e dall’aroma persistente.
Bar Oro - Anno di nascita metà anni ‘90. Dall’aroma fragrante e
profumato, dotata di un’ottima corposità e cremosità, è sicura-
mente la miscela più antica, nonché la più apprezzata dalle fami-
glie. Nata per le macchinette espresso domestiche, grazie a que-
sta miscela è possibile preparare anche a casa un espresso buono come al bar. Bar Oro
“In grani” (per chi possiede il classico macinino e si diletta nella macinazione, proprio
come si faceva un tempo) e “Macinato” (dalla consistenza straordinariamente fine).
100 di questi caffè100 di questi caffè 101100
Espresso in cialde - Anno di nascita: 2006. Orgoglio della famiglia Torrisi. È il
prodotto che ha rivoluzionato il modo di preparare e di gustare il caffè.
Le cialde di casa Torrisi, anche decaffeinate, sono un prodotto particolarmente
amato e destinato ad un largo consumo. Ecco perché: sono facili da usare, pre-
sentano un aroma inconfondibile e una qualità garantita, grazie ad un dosaggio
perfetto e ad una giusta pressatura. Inoltre, la loro speciale confezione sotto-
vuoto garantisce tutta la freschezza della buona tradizione del caffè.
100 di questi caffè 103
THE ONE ESPRESSO
Nei pack da 25 e 50 capsule, la linea The One Torrisi si suddivide in Verde e Blu.
La differenza? Semplice. La linea Verde comprende capsule perfettamente compatibili
con tutte le macchine da caffè Lavazza oggi in commercio, mentre le capsule della linea
Blu sono perfettamente compatibili con le macchine da caffè Nespresso.
L’eccellente miscela di caffè pregiati, contenuta all’interno della capsula, permette l’ero-
gazione di un espresso perfetto, per una pausa che inebrierà sensi e palato.
100 di questi caffè100 di questi caffè 105104
ecco perché scegliere le nostrae capsUle.
I vantaggi:
• semplici da usare: inserita la capsula all’interno della macchina, basta premere l’appo-
sito pulsante per un espresso eccellente;
• velocità di preparazione: la dose del caffè è già quella ottimale ed è subito pronta all’uso;
• pulizia: non si rischia la fuoriuscita di prodotto perché rimane nella capsula;
• freschezza: le capsule vengono confezionate singolarmente, in atmosfera protetta.
Questo significa che all’apertura, l’aroma sprigionato è quello originale al momento del
confezionamento.
Un gUsto costante nel tempo
L’uso delle capsule permette di avere sempre una miscela perfetta, rotonda e aromatica.
Il suo preconfezionamento fa sì che il prodotto non sia soggetto a mutazioni nel tempo.
Le capsule “The One Espresso” Torrisi sono, infatti, conservate in una confezione salva-
fragranza che mantiene intatti i profumi e il gusto del caffè appena macinato.
niente sprechi
Le nostre capsule contengono la dose perfetta abbinata al corretto grado di macinatura.
Il risultato? Un ottimo espresso, senza inutili dispersioni di caffè.
Un sistema pratico e pUlito
L’uso delle capsule è estremamente igienico. A fine erogazione, la capsula viene espulsa
automaticamente nella pratica vaschetta raccogli-capsule, senza alcuna dispersione di
polvere di caffè.
in sintesi
Con “The One Espresso” Torrisi, il vero espresso è subito pronto.
100 di questi caffè100 di questi caffè 107106
LIQUORE E CREMA AL CAFFÈ DIAMANTE
Da un’antica ricetta nasce il Caffè Diamante: uno dei più buoni ed esclusivi di casa Torri-
si. Un’eccezionale miscela creata con le più pregiate qualità di Arabica provenienti dalla
Costarica, dalla Colombia, dal Guatemala e da Santo Domingo.
La perfetta tostatura di ogni singolo chicco e la provata esperienza della Distilleria Fi-
chera, maestra nella trasformazione del caffè in liquore, hanno dato origine alla crema e
al liquore al Caffè Diamante, prodotti orgoglio della famiglia Torrisi, interamente naturali
e rigorosamente artigianali.
In entrambi è racchiuso il gusto autentico ed eccezionale del rinomato caffè siciliano.
100 di questi caffè100 di questi caffè 109108
Progetto personalizzazione The Onecon prodotti esclusivi a marchio Torrisi
L’APOTEOSI DEL GUSTO E DELLA PRATICITÀ
LINEA VENDING
Torrisi ha sviluppato una serie di prodotti destinati alla distribuzione automatica.
Le linee “Vending Ristorazione e Ufficio” sono la soluzione ideale per le attività di risto-
razione e per quelle degli uffici.
100 di questi caffè100 di questi caffè 111110
Ai ristoranti, Torrisi propone una nuova macchina da caffè a cialde professionale, ad un
gruppo o a due, con erogazione acqua e vapore. Facile da usare, basta inserire la cial-
da, premere il pulsante e l’espresso è pronto. Al ristorante un gusto unico esaltato dalle
prestazioni della nuova macchina per espresso Torrisi.
La bontà, l’aroma e la cremosità del caffè espresso Torrisi anche durante le ore di lavoro
con il pratico “KIt Ufficio”.
Le cialde in monodose e la macchina del caffè, in dotazione e facile da usare, garanti-
scono un caffè buono come al bar. Solo 15 secondi e pochissimi gesti per un perfetto
espresso in ufficio.
100 di questi caffè100 di questi caffè 113112
la miscelazione, la tostatUra e la selezione
Fotocromatica.
Il caffè è un prodotto agricolo dove ogni
chicco non è mai uguale all’altro, sia per
dimensione, forma e peso. Anche se nei
paesi di origine viene già fatta una sele-
zione in base alla grandezza del chicco
stesso, questa non basta per risolvere pro-
blemi di alterazione di aroma che nascono
in fase di tostatura e che poi si avvertono
quando si beve il caffè. In base alla qualità
di caffè da tostare, la tostatrice viene pro-
grammata sia per il tempo di cottura che
per la temperatura; la minima variazione
di grandezza e di forma del singolo chic-
co, rispetto allo standard, può far sì che lo
stesso risulti bruciato (colore scuro) o poco
tostato (colore marrone/verdastro). Qui
nasce il problema: in fase di preparazione
della bevanda, i chicchi “difettosi” posso-
no causare le fastidiose alterazioni di aro-
ma, come ad esempio sapore di bruciato
o asprezza. La “selezionatrice elettronica
fotocromatica per colore”, adottata da de-
COME AVVIENE LA LAVORAZIONE DEI NOSTRI PRODOTTI
100 di questi caffè100 di questi caffè 115114
cenni dall’azienda Torrisi, assicura invece
una qualità costante, elimina infatti sia i
chicchi eventualmente bruciati che quelli
poco tostati, permettendo così di mante-
nere inalterate nel tempo le elevate carat-
teristiche delle miscele. Insomma i chicchi
Torrisi sono controllati uno ad uno, per un
caffè di straordinaria qualità e bontà.
solubili, di cui è composto l’aroma, inte-
ragiscono, si attenuano o variano, anche
in assenza dell’aria per effetto del sotto-
vuoto, fino a renderlo non più omogeneo;
tutto questo non vuol dire che la bevan-
da ottenuta non sia un ottimo caffè, dato
che la sua bontà dipende da altri fattori
(miscela, tostatura, selezione, ecc…).
IL CONFEZIONAMENTO
L’evoluzione della tradizionale tecnica
di conservazione del caffè torrefatto, il
sottovuoto, ha evidenziato una serie di
inconvenienti, tra cui il più importante, la
perdita in un tempo più o meno limitato,
di alcune componenti dell’aroma. L’insie-
me di sostanze instabili e diversamente
Riuscire a “catturare” anche la parte più
volatile dell’aroma e fornire quindi un pro-
dotto completamente protetto, è stato il
nostro obiettivo.
amBientazione del caFFè in atmosFera
Immettere all’interno della confezione una
calibrata atmosfera formata da gas inerte
Modalità di confezionamento Linea di confezionamento e controlloAssemblaggio pack
100 di questi caffè100 di questi caffè 117116
(che non si lega chimicamente con le so-
stanze organolettiche contenute nel caf-
fè) in sostituzione dell’aria estratta con il
sottovuoto. Questa atmosfera stabilizza
tutte le sostanze instabili presenti nell’a-
roma, bloccandole all’interno del chicco e
creando così una protezione totale.
Il sistema, ad elevato contenuto tecnolo-
gico, permette una perfetta e lunga con-
servazione del prodotto e una sua precisa
stagionatura; anche dopo molti mesi, il
caffè espresso, ottenuto da miscele così
protette, sarà sempre ottimo, come se
fosse fatto con un caffè appena tostato.
100 di questi caffè100 di questi caffè 119118
100 di questi caffè100 di questi caffè 121120
IL FUTURO DELL’AZIENDA TORRISI
Il mercato del caffè in questi ultimi anni ha registrato cambiamenti nello stile del consumo
e quindi anche nelle varie proposte commerciali veramente forti e impattanti. Si può sicu-
ramente definire il nuovo scenario come un New Market.
Il mercato tradizionale del consumo di caffè in casa, è quello che maggiormente sta regi-
strando il cambiamento più evidente: molte sono ormai le famiglie che abbandonano la
vecchia moca o la macchina espresso tradizionale a favore delle nuove tecnologie. Queste
permettono di gustare un vero espresso italiano con una semplicità e una costanza fino
ad ieri impensabili con i vecchi sistemi. E’ il mercato delle cialde e delle capsule, dove la
dose di caffè macinato “espresso” è contenuta o in un involucro di carta o in un piccolo
contenitore di plastica a seconda delle preferenze del consumatore. Ormai gustare un vero
espresso è un semplice gesto. La nostra Azienda ha immediatamente intuito la crescente
domanda in casa di questi nuovi sistemi ed, acquisendo le dovute tecnologie, ha lanciato
sul mercato “Le Cialde di Casa Torrisi”, reperibili in comodi astucci da 18 monodosi così
come in box da 40 e 72 per i “grandi” consumatori. Il riscontro è stato positivo, conferman-
doci di aver centrato, ancora una volta, quelle che erano le reali esigenze dei nostri clienti.
Per non parlare del successo della nuovissima linea capsule “The One by Torrisi”. Nelle
100 di questi caffè100 di questi caffè 123122
confezioni da 25 e 50, le nostre capsule sono il fiore all’occhiello che completa la nostra
ampia gamma prodotti. L’uso sempre più diffuso delle macchine da caffè per espresso ci
ha spinti ad allinearci ad una fetta di mercato, in continua crescita ed espansione; le nostre
capsule sono infatti perfettamente compatibili con le macchine da caffè per espresso La-
vazza e Nespresso oggi in commercio. Facili da usare, pratiche, comode, con le capsule
delle linea The One tutti possono assaporare un espresso sublime, perfetto.
La nostra famiglia ha sempre dato grande importanza ai bar, non ci dimentichiamo che in
l’Italia, e soprattutto nel Meridione, il Bar è parte integrante della nostra cultura nazionale.
Cosa gira intorno ai nostri Bar? Essi sono centri di sempre viva creatività, ma anche di
solida rappresentazione e ambasciatori della nostra tradizione gastronomica, culturale e
sociale che tutto il mondo ci invidia e cerca di emulare. I nostri momenti migliori, gli incontri
con gli amici, i nostri attimi di pausa trovano nei nostri Bar il luogo ideale. Noi come Caffè
Torrisi ci sentiamo ormai parte integrante di questa pietra miliare italiana e quindi abbiamo
la cura che è dovuta ad un mercato che rappresenta il cuore pulsante non solo della no-
stra Azienda ma dei nostri costumi e delle nostre tradizioni. Sono decenni che abbiamo
applicato tecnologie nella produzione che solo oggi, altre Aziende nazionali, cominciano
ad approcciare: la selezione fotocromatica chicco per chicco del caffè torrefatto e la con-
servazione delle nostre miscele in atmosfera inerte per bloccare l’inevitabile ossidazione
dei pregiati oli del caffè e la relativa perdita della fragranza del nostro aroma.
In aggiunta alla nostra tradizione abbiamo anche studiato un format specifico di offerta
delle ultime novità di stili e gusti di caffè che pensiamo siano il futuro prossimo della do-
manda da parte del mercato dei giovani, Un segmento di “futuri” consumatori sempre alla
ricerca di novità continue. Il tutto si concretizza con la creazione del nostro coffee corner
The ONE Coffeelounge che ha la bellezza di 25 differenti offerte per poter gustare il caffè
Torrisi, dall’espresso tradizionale a quello più ricercato e di tendenza. In sostanza, i nostri
Clienti Bar, con noi sanno di avere già un piede in quello che sarà il mercato del futuro.
Inoltre, abbiamo inserito tra le nostre offerte commerciali altrettanti nuovi prodotti, oggi in
fase di crescita, come la crema al caffè freddo, l’espresso d’orzo e il caffè al ginseng.
La strada percorsa è stata lunga, tanti i progetti realizzati e tanti obiettivi raggiunti, ma le
energie e le idee non ci mancano, come del resto non ci sono mai mancate in tutti questi
anni e per tutte le passate generazioni che mi hanno preceduto. Solo grazie ad un lavoro
di gruppo siamo sicuri che per i prossimi anni riusciremo a crescere ancora, innalzando sia
il livello di produzione che il nostro fatturato.
Noi dopotutto diciamo sempre, che dal momento in cui consegniamo le nostre miscele ai
nostri Clienti non abbiamo assolutamente finito il nostro lavoro, semmai è il momento in
cui iniziamo a dare il nostro meglio. E questo da soli 100 anni.
Francesco TorrisiDirettore Commerciale
Compagnia Meridionale Caffè SpA
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