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La deriva dei continenti
E’ così definita una ipotesi formulata dal meteorologo tedesco
Alfred Wegener esposta nel 1912.
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La deriva dei continenti
Secondo la sua ipotesi, nel Triassico le terre emerse furono raggruppate in un unico, enorme continente che lo stesso Wegener denominò Pangea.
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La deriva dei continenti
Le acque contemporaneamente costituivano un solo sterminato oceano denominato Panthalassa.
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La deriva dei continenti
A da partire da circa 200 milioni di anni fa la Pangea avrebbe cominciato a frantumarsi…
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La deriva dei continenti
Una frattura, sul prolungamento dell’Oceano Tetide avrebbe suddiviso la Pangea nei due supercontinenti Laurasia e Gondwana…
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La deriva dei continenti
Successivamente si verificò la scissione del Sudamerica e dell’Africa, con l’apertura dell’Atlantico meridionale…
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La deriva dei continenti
Lo spostamento verso nord dell’Africa e la relativa collisione con la placca europea diede origine al corrugamento alpino…
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La deriva dei continenti
Nel Cenozoico l’Australia si separò dall’Antartide e il Nordamerica dall’Eurasia
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La deriva dei continenti
La collisione dell’India con l’Asia generò la catena himalayana
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Una visione d’insieme…
La deriva dei continenti
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I continenti si sarebbero mossi, secondo Wegener, come enormi
zattere di SIAL galleggianti sul SIMA
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Struttura interna secondo la “vecchia” terminologia
1. crosta terrestre : strato più esterno, comprende le masse continentali e i fondali oceanici. Spessore variabile dai 5/10 km ai 70 km. Consistenza solida ( SIAL: silicati di alluminio ).
2. mantello : strato intermedio, sotto la crosta terrestre. Spessore circa 2900 km. Consistenza intermedia tra stato solido e stato liquido (plastica ). E' formato da SIMA( silicati di magnesio e ferro ).
3. nucleo : strato più interno della Terra, costituito da NIFE ( nichel e ferro ). E' suddiviso in nucleo esterno (stato liquido) e nucleo interno ( stato solido) con temperatura di 4000/5000 gradi.
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…Le forze chiamate in causa da Wegener per spiegare ilmovimento dei continenti sono:
1) La forza di marea (determina un rallentamento delle parti superficiali della Terra rispetto a quelle più profonde);
2) La repulsione dai poli (la risultante fra spinta di Archimede e gravità, che non coincidono, è diretta verso l’equatore).
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Le prove di Wegener
1) Prove geofisiche: sono basate sul concetto di isostasia; se i continenti possono spostarsi verticalmente possono farlo anche orizzontalmente;
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Le prove di Wegener
2) Prove geologiche: sono basate sul confronto di rocce corrispondenti che si trovano sulle coste atlantiche di Europa, Africa e Americhe.
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Le prove di Wegener
3) Prove paleontologiche: basate sulla somiglianza di piante e animali in zone oggi separate dall’oceano
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Le prove di Wegener
Prima di Wegener queste analogie venivano spiegate con l’esistenza dei ponti continentali, successivamente sprofondati nell’Oceano..
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Le prove di Wegener
4) Prove paleoclimatiche: sono le prove più importanti. Sono basate sullo studio della distribuzione dei climi in passato grazie alle analisi delle tilliti, depositi che indicano la posizione di antiche coltri glaciali.
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Le prove di Wegener
Wegener afferma che le tilliti dell’emisfero australe si formarono durante una glaciazione permocarbonifera e che successivamente sono state trasportate dai continenti in aree climatiche differenti.
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Le critiche alla teoria di Wegener
Anche se i continenti erano zattere di sial galleggianti sul sima, quale forza era in grado di superare l'enorme attrito e di spingerli lungo la superficie terrestre?
Il geofisico britannico Harol Jeffreys calcolò che i meccanismi di Wegener erano troppo deboli per superare l'attrito tra i continenti e la crosta sottostante.
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Il paleomagnetismo
…si tratta di un magnetismo fossile registrato nelle rocce
…la magnetizzazione di rocce coeve indicava una posizione del polo nord magnetico diversa da quella attuale
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Il paleomagnetismo
…due spiegazioni erano possibili a questa situazione:
1) Si erano spostati i poli2) Si erano spostati i continenti
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Le migrazioni apparenti del Polo Nord dal Cambriano ad oggi..
..le indagini provarono che i poli non potevano essersi spostati…
…quindi si erano spostati i continenti!
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La scoperta delle dorsali oceaniche
Rappresenta un passo fondamentale nello studio della dinamica dei continenti..
Avvenne negli anni ’50 del XX° secolo grazie all’uso dell’ecoscandaglio
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La scoperta delle dorsali oceaniche
Sono rilievi del fondo oceanico aventi una direzione allungata parallela, nell'insieme o a tratti, ai bordi delle masse continentali.
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La scoperta delle dorsali oceaniche
Le dorsali formano un sistema di rilievi sommersi interconnesso, presente in tutti gli oceani, molto spesso nella parte mediana degli stessi, per uno sviluppo complessivo di 80.000 km.
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La scoperta delle dorsali oceaniche
Importanti furono anche le osservazioni relative all’andamento del flusso di calore;
Abbiamo già visto, infatti, come esso sia massimo in corrispondenza delle dorsali stesse;
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Le anomalie magnetiche
Sono delle piccole deviazioni dai valori medi del campo Sono delle piccole deviazioni dai valori medi del campo geomagneticogeomagnetico
Le anomalie positive presentavano valori superiori alla media
Le anomalie negative presentavano valori inferiori alla media
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Il “pattern zebrato”
Le anomalie positive sono regolarmente alternate a quelle negative
Le anomalie magnetiche
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Il parallelismo delle anomalie magnetiche
Si noti la simmetria rispetto all'asse della dorsale.
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Il “pattern zebrato”
Inoltre il parallelismo delle anomalie a volte è interrotto da dislocazioni.
Le anomalie magnetiche
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Le scoperte di Harry Hess
…la teoria dell’espansione dei fondali oceanici.
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Studiando le anomalie gravimetriche suppose che la crosta oceanica venisse riassorbita nel mantello dal ramo discendente di una cella convettiva, in corrispondenza di una fossa oceanica.
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I rami ascendenti delle celle convettive del mantello sosterrebbero invece le dorsali oceaniche, dalle quali si forma nuova crosta trasportata passivamente verso le fosse..
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Studiando i depositi fossili Hess arrivò inoltre a concludere che…
Gli oceani sono strutture giovani circa 200 milioni di anni
La crosta oceanica sarebbe costituita da:
1) Strato di sedimenti2) Strato basaltico, proveniente dalle dorsali3) Serpentinite, una roccia derivante dal mantello
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Le prove dell’espansione
1) Le faglie trasformi
Nelle faglie trasformi gli ipocentri dei terremoti sono localizzati solo nella parte centrale;
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Le prove dell’espansione
1) Le faglie trasformi
Questo perché i blocchi crostali si muovono in direzione opposta accumulando energia elastica.
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Le prove dell’espansione
2) Le anomalie magnetiche (Vine e Matthews, 1963)
Le anomalie magnetiche si ripetono ordinatamente ai due lati della dorsale..
Il parallelismo delle bande magnetiche si giustifica col fatto che, una volta fuoriuscito, il magma basaltico “congeli” la magnetizzazione del momento…
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Le prove dell’espansione
2) Le anomalie magnetiche (Vine e Matthews, 1963)
Successivamente il magma magnetizzato si espande simmetricamente ai lati della dorsale..
I basalti con uguale magnetizzazione risultano quindi coevi
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Le prove dell’espansione
3) l’età dei sedimenti oceanici
L’analisi micropaleontologica dei sedimenti ha dimostrato che l’età dei fondali oceanici aumenta via via che ci si allontana dalla dorsale;
Inoltre anche lo spessore dei fondali aumenta allontanandosi da essa.
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Le prove dell’espansione
4) Il piano di Benioff
In corrispondenza degli
archi insulari del Pacifico,
gli ipocentri diventano
sempre più profondi
procedendo verso il
continente, e sono situati su
un piano inclinato.
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Le prove dell’espansione
4) Il piano di Benioff
Evidentemente la placca
pacifica si insinua sotto
quella continentale per poi
essere rifusa nel mantello.
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Le prove dell’espansione
Il piano di Benioff
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La teoria della tettonica a placche (1967)
La litosfera terrestre è suddivisa in circa 20 placche rigide, diverse per forma e dimensione.
Le placche sono costituite da litosfera (crosta + porzione superficiale del mantello)
Alcune placche sono costituite solo da crosta continentale, altre solo da crosta oceanica, altre ancora da crosta di entrambi i tipi)
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La teoria della tettonica a placche (1967)
Le principali placche litosferiche
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I margini fra le placche
1) Margini divergenti o costruttivi: sono localizzati in corrispondenza delle dorsali;
2) Margini convergenti o distruttivi: sono localizzati dove la crosta sprofonda lungo un piano di subduzione (piano di Benjoff)
3) Margini trascorrenti o conservativi: sono localizzati dove le placche scivolano una accanto all’altra senza costruzione né distruzione di crosta
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Zone di divergenza
In queste zone si verifica la formazione di nuova crosta oceanica..
Nelle zone in cui avviene questo fenomeno si verifica una distensione della litosfera e la resistenza crostale diminuisce sempre di più fino a portare alla lacerazione della crosta,
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Zone di divergenza
I magmi basaltici profondi risalgono lungo le grandi fratturazioni che vengono a crearsi e danno origine ad una intensa attività vulcanica.
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Quando il fondo della fossa raggiunge il livello del mare, le acque la invadono e si genera un oceano in espansione.
Zone di divergenza
La lunga linea di vulcani che è caratteristica di questa struttura viene chiamata DORSALE.
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Le rift valley (tra le quali la più imponente e spettacolare è in Africa Orientale) hanno questa origine.
Zone di divergenza
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La dorsale più famosa e studiata è la dorsale medioatlantica, che attraversa in senso latitudinale tutto l’oceano
Atlantico;
Zone di divergenza
I vulcani che la formano in alcuni punti giungono a superare il livello del mare formando isole famose come Sant’Elena, le Isole di Capo Verde, le Azzorre, l’Islanda.
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Caratteristici fenomeni eruttivi che si verificano in corrispondenza delle dorsali sono quelli che portano alla
formazione di “lave a pillows”
Zone di divergenza
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Zone di convergenza: i sistemi arco-fossa
In queste zone si verifica una subduzione crostale accompagnata da vulcanismo,metamorfismo e sedimentazione
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Zone di convergenza: i sistemi arco-fossa
Una placca viene subdotta, si riscalda e rifonde nel mantello: il magma che si origina risale e fonde parzialmente la crosta
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Zone di convergenza: i sistemi arco-fossa
Distinguiamo quindi una fossa oceanica, un piano di Benjoff, un bacino sedimentario, un arco magmatico e un’area retroarco.
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Zone di convergenza: i sistemi arco-fossa
L’arco vulcanico è una fascia circa parallela alla fossa..
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Zone di convergenza: i sistemi arco-fossa
L’arco vulcanico intraoceanico si forma quando la collisione avviene fra due porzioni di crosta oceanica.
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Zone di convergenza: i sistemi arco-fossa
Archi vulcanici di questo tipo sono situati nella cintura di fuoco del Pacifico
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Zone di convergenza: i sistemi arco-fossa
Le isole vulcaniche sono separate dal continente asiatico da bacini retroarco, come il Mar del Giappone.
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Zone di convergenza: i sistemi arco-fossa
Quando la collisione avviene fra una placca oceanica e una continentale, si forma un arco magmatico di margine continentale
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Zone di convergenza: i sistemi arco-fossa
La placca oceanica, più densa, viene subdotta sotto quella continentale…
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Zone di convergenza: i sistemi arco-fossa
Si originano magmi che alimentano una cordigliera, mentre l’area retroarco è colmata da sedimenti.
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Zone di convergenza: i sistemi arco-fossa
L’esempio più tipico è fornito dalla Cordigliera delle Ande:
la placca di Nazca viene subdotta sotto la placca Sudamericana
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Zone di convergenza: collisione tra continenti
Si verifica quando avviene lo scontro fra due placche continentali..
Questo caso si manifesta quando il fondale oceanico che le separava è stato completamente subdotto..
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Zone di convergenza: collisione tra continenti
Siccome una placca continentale non può essere subdotta, si verifica un accavallamento dei due blocchi..
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Zone di convergenza: collisione tra continenti
Il risultato è la formazione di una catena montuosa a pieghe
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Margini trascorrenti
Lungo questi margini si ha un semplice scorrimento laterale dei blocchi rocciosi
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Margini trascorrenti
Il moto di scorrimento può essere dovuto a diversa velocità di movimento delle zolle oppure a movimento opposto lungo il piano di contatto tra i due blocchi, piano che prende il nome di faglia.
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Margini trascorrenti
Una tra le più famose faglie è quella di S. Andreas, in California, responsabile dei grandi terremoti che periodicamente devastano l’area di San Francisco e le zone vicine, originati dallo “sfregamento” tra la placca del Pacifico e la placca nordamericana.
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Pennacchi e punti caldi
I pennacchi sono dei flussi di magma ascendenti che trasportano calore dal mantello..
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Pennacchi e punti caldi
I punti caldi sono vulcani attivi, anche molto lontani dai margini di placca
![Page 72: 16 i modelli geodinamici](https://reader033.vdocuments.pub/reader033/viewer/2022060119/558d4a20d8b42ab8108b4677/html5/thumbnails/72.jpg)
Pennacchi e punti caldi
Un punto caldo si troverebbe in corrispondenza del vulcano attivo Kilauea, nelle Hawaii..
Questo arcipelago è molto lontano dai margini di placca, inoltre le isole più antiche sono a ovest
![Page 73: 16 i modelli geodinamici](https://reader033.vdocuments.pub/reader033/viewer/2022060119/558d4a20d8b42ab8108b4677/html5/thumbnails/73.jpg)
Pennacchi e punti caldi
Dal Kilauea a Midway osserviamo un cordone di isole..
Da Midway l’arcipelago continua con le isole sommerse (guyot) della Catena dell’Imperatore
![Page 74: 16 i modelli geodinamici](https://reader033.vdocuments.pub/reader033/viewer/2022060119/558d4a20d8b42ab8108b4677/html5/thumbnails/74.jpg)
Pennacchi e punti caldi
Interpretazione: inizialmente la placca pacifica si spostava verso nord, oggi si muove verso nord-ovest.
![Page 75: 16 i modelli geodinamici](https://reader033.vdocuments.pub/reader033/viewer/2022060119/558d4a20d8b42ab8108b4677/html5/thumbnails/75.jpg)
Pennacchi e punti caldi
In corrispondenza del punto caldo, la litosfera genera un vulcano subaereo …
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Pennacchi e punti caldi
..tale vulcano viene trascinato dalla placca, si allontana dal punto caldo, diventa sottomarino e infine, grazie all’erosione, un guyot!