Riscoprire la cultura
By Anna Perna e Marco Malagoli
della Qualità
Charles Peguy parlava del Lavoro come
espressione della persona, espressione di una civiltà
«Un tempo gli operai non erano servi. Lavoravano. Coltivavano un onore, assoluto, come si addice a un onore …
… La gamba di una sedia doveva essere ben fatta.
Era naturale, era inteso. Era un primato.
Non occorreva che fosse ben fatta per il salario o in modo
proporzionale al salario. Non doveva essere ben fatta
per il padrone né per gli intenditori né per i clienti del padrone ...
… Doveva essere ben fatta per sé, in sé,
nella sua stessa natura. Esigevano che quella gamba fosse ben
fatta. E ogni parte della sedia
che non si vedeva era lavorata con la
medesima perfezione delle parti che si vedevano.
Secondo lo stesso principio con cui costruivano le cattedrali».
Charles Peguy
Due recenti articoli a confronto
In “Articolo1” si definisce la Qualità la chimera del Management
“La qualità nasce “antipatica” , quasi per definizione.
Tutti la cerchiamo come consumatori, ma diventa ostica quando diventiamo
“produttori” “
“Articolo1”, cita il caso della autonomazione, possibilità dell’operaio in linea di tirare una funicella , che scorre accanto alla catena di montaggio, per fermare il ciclo produttivo - come spettro di manager e imprenditori fordisti rimasti fermi allo Charlot di “Tempi
moderni”.
Sottolinea come la qualità sia stata comunicata troppo nella prospettiva tecnica
e poco in quella emotiva.
La qualità dei tecnici, delle norme e degli standard sembra proprio non essere piaciuta a nessuno!
In “Articolo2” : Uno dei tratti distintivi di
un’organizzazione che possiede un’autentica cultura della qualità è
che le persone sono libere di applicare il proprio
discernimento alle questioni che non sono strettamente
definite dalle procedure.
per delineare i livelli di autonomia decisionale
La chiave è dare il giusto livello di indicazioni
Oggi che tutti impazzano per gli ultimi device hi-tech e user friendly …
L’utilizzo delle tecnologie potrà risultare per tutti più produttivo nella misura in cui riusciremo a maneggiarle in modo “significativo” per gli
apprendimenti, senza diventarne schiavi;
mantenendo cioè un livello di padronanza e di senso critico
sufficiente ad evitare una “mutazione antropologica”, sulla quale non
saremmo – a livello sociale – più in grado di intervenire.
Si sente pressante la necessità di una
qualità “profonda”, che consenta di ripercorrere lo sviluppo del concetto e
delle metodologie/tecniche della qualità, intercettandone gli aspetti maggiormente legati al
rapporto persona-gruppo ed al rapporto della persona con i principi ed i valori che ne guidano i
comportamenti nei vari ambiti, dal lavoro alla vita quotidiana.
Taiichi Ohno – ingegnere giapponese considerato il padre della filosofia
lean e del Toyota Production System – non si riferiva mai al sistema
Toyota come a una metodologia, ma sempre e solo come a
una filosofia manageriale
“Affinchè il Lean Thinking dia i suoi frutti occorre scoprirne le origini filosofiche e culturali, perché solo così la dimensione applicativa potrà incarnare una nuova ed efficace cultura di impresa”.
Vittorio Mascherpa, “Lean Philosophy”
to be continued …Grazie per l’attenzione
By Anna Perna e Marco Malagoli