Download - 34 r 13 progetto minturno
Per il Comune di Minturno
Progetto per la gestione dei
rifiuti solidi urbani nel
Comune di Minturno
educazione . r icerca . in formazione . comunicazione . ambientale
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SOMMARIO
1. PREMESSA ...................................................................................... 3
2. LEGISLAZIONE EUROPEA, NAZIONALE E REGIONALE ............. 5
3. DESCRIZIONE DEL TERRITORIO .................................................. 32
4. DESCRIZIONE DEI SERVIZI DI RACCOLTA ATTUALI ................. 36
5. OBIETTIVI ....................................................................................... 38
6. SERVIZI DI RACCOLTA IN PROGETTO ...................................... 39
7. TRIBUTO COMUNALE SUI RIFIUTI E SUI SERVIZI ......................... 89
8. Allegati......................................................................................... 96
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1. PREMESSA
Il presente è un progetto per l’incremento della raccolta differenziata e
riciclaggio dei rifiuti urbani nel Comune di Minturno.
L’organizzazione dei servizi d’igiene urbana ha subito in questi ultimi anni dei
profondi cambiamenti in virtù sia del mutato quadro normativo sia a causa
“dell’emergenza smaltimento” venutasi a creare in molte realtà italiane, per la
difficoltà di costruire nuovi impianti di trattamento e/o smaltimento.
La modificazione degli scenari relativi alla gestione dei RSU (Rifiuti Solidi Urbani)
e del mercato delle materie recuperate, è certamente centrale per poter
affrontare le grandi scelte della raccolta differenziata, del trattamento e del
riciclaggio, derivanti dal divieto di smaltimento del tal quale in discarica.
In tale contesto diventa importante stabilire e coordinare i ruoli dei diversi
soggetti pubblici e privati e le concrete possibilità d’azione e accordo tra le
diverse fasi di gestione del “sistema rifiuti”.
La raccolta differenziata svolge un ruolo preponderante nel sistema di
gestione integrata dei rifiuti in quanto la stessa permette da un lato di ridurre il
flusso dei rifiuti da avviare allo smaltimento, dall’altro di condizionare in
maniera positiva l’intero sistema di gestione.
La raccolta differenziata consente:
� la valorizzazione delle diverse frazioni merceologiche dei rifiuti sin
dalla fase della raccolta;
� la riduzione della quantità e della pericolosità dei rifiuti da
avviare allo smaltimento indifferenziato;
� il recupero di materiali e di energia nella fase di trattamento
finale;
� la promozione di comportamenti più corretti da parte dei cit-
tadini, con conseguenti cambiamenti dei consumi, a beneficio delle
politiche di prevenzione e riduzione.
Le pregresse esperienze insegnano che le migliori performance sia in termini di
quantità che di qualità di rifiuti raccolti, sono ascrivibili a sistemi di raccolta
differenziata che hanno visto la rimozione dei contenitori stradali, dunque una
riprogettazione dell’intero servizio, per passare ad un servizio di raccolta “porta
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a porta” (dotazione di contenitori alle famiglie da tenere negli spazi privati fino
al giorno di raccolta), almeno per l’indifferenziato e l’organico.
Per il conseguimento delle performance di cui prima è tuttavia indispensabile
che la raccolta differenziata venga realizzata secondo logiche di integrazione
rispetto all'intero ciclo dei rifiuti, e che ad essa corrispondano la dotazione di
efficienti impianti di recupero ed una sempre maggiore diffusione dell'utilizzo
dei rifiuti recuperati.
L’elaborato si pone come obiettivo la progettazione di servizi di raccolta
e trasporto dei rifiuti solidi urbani innovativi rispetto agli attuali sistemi di
raccolta. In particolare saranno analizzate le attuali modalità di raccolta e
individuate le eventuali integrazioni/innovazioni da apportare ai seguenti
servizi:
• Servizio di raccolta differenziata di ORGANICO
(Cod. CER 20 01 08)
• Servizio di raccolta differenziata di CARTA E CARTONE
(Cod. CER 15 01 01 – 20 01 01)
• Servizio di raccolta differenziata del VETRO
(Cod. CER 15 01 07 – 20 01 02)
• Servizio di raccolta differenziata di IMBALLAGGI IN PLASTICA (Cod. CER
15 01 02 – 20 01 39) e IMBALLAGGI METALLICI (Cod. CER 15 01 04)
• Servizio di raccolta INGOMBRANTI
(Cod. CER 20 03 07)
• Servizio di raccolta differenziata di PILE ESAUSTE
(Cod. CER 20 01 34)
• Servizio di raccolta differenziata di FARMACI SCADUTI
(Cod. CER 20 01 32)
• Servizio di raccolta dei RIFIUTI SOLIDI URBANI INDIFFERENZIATI o SECCO
RESIDUO
(Cod. CER 20 03 01)
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2. LEGISLAZIONE EUROPEA, NAZIONALE E REGIONALE
2.1. La nuova Direttiva europea sui rifiuti
Il contesto normativo sulla gestione dei rifiuti è stato recentemente interessato
da un’importante novità con la pubblicazione sulla G.U.C.E., avvenuta il 22
novembre 2008, della Direttiva 2008/98/CE del Parlamento Europeo e del
Consiglio.
Gli Stati membri dell’Unione Europea sono tenuti a mettere in vigore le
disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per
conformarsi alla Direttiva entro il 12 dicembre 2010.
La norma in questione, cui dovranno essere informate le legislazioni nazionali,
stabilisce misure volte a proteggere l’ambiente e la salute umana prevenendo
o riducendo gli impatti negativi della produzione e della gestione dei rifiuti,
riducendo gli impatti complessivi dell’uso delle risorse e migliorandone
l’efficacia.
Il nuovo sistema di riferimento mira a limitare alla fonte la produzione di rifiuti,
con un approccio basato sulla prevenzione e sul riutilizzo.
Nella redazione del presente progetto le disposizioni fondamentali della
Direttiva saranno prese in considerazione quali principi ispiratori per una
corretta impostazione della gestione dei rifiuti.
Tra queste, particolare rilievo assumono:
a) la gerarchia dei rifiuti (art. 4);
b) la prevenzione dei rifiuti (art. 9);
c) recupero (art. 10);
d) riutilizzo e riciclaggio (art. 11);
e) smaltimento (art. 12);
f) protezione della salute umana e dell’ambiente (art. 13);
g) costi (art. 14);
h) responsabilità della gestione dei rifiuti (art. 15);
i) rifiuti organici (art. 22);
j) partecipazione del pubblico (art. 31).
2.1.1. La gerarchia dei rifiuti
La Direttiva, all’art. 4, dispone che quale ordine di priorità della normativa e
della politica in materia di prevenzione e gestione dei rifiuti si applica la
seguente gerarchia:
a) prevenzione;
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b) preparazione per il riutilizzo1;
c) riciclaggio;
d) recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia; e
e) smaltimento.
Nell’applicare la predetta gerarchia, gli Stati membri devono adottare misure
volte a incoraggiare le opzioni che danno il miglior risultato ambientale
complessivo. A tal fine, può essere necessario che flussi di rifiuti specifici si
discostino dalla gerarchia laddove ciò sia giustificato dall’impostazione in
termini di ciclo di vita in relazione agli impatti complessivi della produzione e
della gestione di tali rifiuti.
Gli Stati membri devono garantire che l’elaborazione della normativa e della
politica dei rifiuti avvenga in modo pienamente trasparente, nel rispetto delle
norme nazionali vigenti in materia di consultazione e partecipazione dei
cittadini e dei soggetti interessati.
Gli Stati membri, inoltre, devono tenere conto dei principi generali in materia
di protezione dell’ambiente di precauzione e sostenibilità, della fattibilità
tecnica e praticabilità economica, della protezione delle risorse nonché degli
impatti complessivi sociali, economici, sanitari e ambientali.
2.1.2. Recupero, riutilizzo e riciclaggio
Ai sensi dell’art. 10 della Direttiva, gli Stati membri devono adottare le misure
necessarie per garantire che i rifiuti siano sottoposti a operazioni di recupero.
Ove necessario, a tal fine e per facilitare o migliorare il recupero, i rifiuti sono
raccolti separatamente, laddove ciò sia realizzabile dal punto di vista tecnico,
economico e ambientale, e non sono miscelati con altri rifiuti o altri materiali
aventi proprietà diverse.
Ai sensi dell’art. 11 della Direttiva, gli Stati membri devono adottare le misure
necessarie per promuovere il riutilizzo dei prodotti e le misure di preparazione
per le attività di riutilizzo, in particolare favorendo la costituzione e il sostegno
di reti di riutilizzo e di riparazione, l’uso di strumenti economici, di criteri in
materia di appalti, di obiettivi quantitativi o di altre misure.
Gli Stati membri devono adottare misure intese a promuovere il riciclaggio di
alta qualità e a tal fine istituiscono la raccolta differenziata dei rifiuti, ove essa
sia fattibile sul piano tecnico, ambientale ed economico e al fine di soddisfare
i necessari criteri qualitativi per i settori di riciclaggio pertinenti.
1 «Preparazione per il riutilizzo»: le operazioni di controllo, pulizia e riparazione attraverso cui prodotti o componenti di prodotti diventati rifiuti sono
preparati in modo da poter essere reimpiegati senza altro pretrattamento (art. 3, punto 16, della Direttiva).
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Entro il 2015 la raccolta differenziata dovrà essere istituita, fatto salvo quanto
previsto per il recupero, almeno per i seguenti rifiuti: carta, metalli, plastica e
vetro.
Al fine di rispettare gli obiettivi della Direttiva e tendere verso una società
europea del riciclaggio con un alto livello di efficienza delle risorse, gli Stati
membri devono adottare le misure necessarie per conseguire i seguenti
obiettivi:
a) entro il 2020, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio di rifiuti quali,
come minimo, carta, metalli, plastica e vetro provenienti dai nuclei
domestici, e possibilmente di altra origine, nella misura in cui tali flussi di
rifiuti sono simili a quelli domestici, dovrà essere aumentata
complessivamente almeno al 50% in termini di peso;
b) entro il 2020 la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio e altri tipi di
recupero di materiale, incluse operazioni di colmatazione che utilizzano
i rifiuti in sostituzione di altri materiali, di rifiuti da costruzione e
demolizione non pericolosi, escluso il materiale allo stato naturale
definito alla voce 17 05 04 dell’elenco dei rifiuti, dovrà essere
aumentata almeno al 70% in termini di peso.
Entro il 31 dicembre 2014, la Commissione deve esaminare i predetti misure e
obiettivi al fine, se necessario, di rafforzare gli obiettivi e di valutare la
definizione di obiettivi per altri flussi di rifiuti. Nella relazione la Commissione
tiene conto dell’impatto ambientale, economico e sociale della fissazione
degli obiettivi.
Ogni tre anni, gli Stati membri devono riferire alla Commissione in merito ai
risultati relativi al conseguimento degli obiettivi. Qualora gli obiettivi non siano
conseguiti, tale relazione deve includere i motivi del mancato conseguimento
e le azioni che lo Stato membro intende adottare per porvi rimedio.
2.1.3. Smaltimento e protezione della salute umana e dell’ambiente
Ai sensi dell’art. 12, gli Stati membri devono provvedere affinché, quando non
sia effettuato il recupero, i rifiuti siano sottoposti a operazioni di smaltimento
sicure in relazione alla protezione della salute umana e dell’ambiente.
L’articolo successivo dispone, infatti, che gli Stati membri devono prendere le
misure necessarie per garantire che la gestione dei rifiuti sia effettuata senza
danneggiare la salute umana, senza recare pregiudizio all’ambiente e, in
particolare:
a) senza creare rischi per l’acqua, l’aria, il suolo, la flora o la fauna;
b) senza causare inconvenienti da rumori od odori e
c) senza danneggiare il paesaggio o i siti di particolare interesse.
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2.1.4. Principi di autosufficienza e prossimità
All’art. 16 è previsto che gli Stati membri adottino, di concerto con altri Stati
membri qualora ciò risulti necessario od opportuno, le misure appropriate per
la creazione di una rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento dei
rifiuti e di impianti per il recupero dei rifiuti urbani non differenziati provenienti
dalla raccolta domestica, inclusi i casi in cui detta raccolta comprenda tali
rifiuti provenienti da altri produttori, tenendo conto delle migliori tecniche
disponibili.
In deroga al regolamento (CE) n. 1013/2006, al fine di proteggere la loro rete
gli Stati membri possono limitare le spedizioni in entrata di rifiuti destinati ad
inceneritori classificati come impianti di recupero, qualora sia stato accertato
che tali spedizioni avrebbero come conseguenza la necessità di smaltire i rifiuti
nazionali o di trattare i rifiuti in modo non coerente con i loro piani di gestione
dei rifiuti. Gli Stati membri notificano siffatta decisione alla Commissione. Gli
Stati membri possono altresì limitare le spedizioni in uscita di rifiuti per motivi
ambientali come stabilito nel regolamento (CE) n. 1013/2006.
La rete è concepita in modo da consentire alla Comunità nel suo insieme di
raggiungere l’autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti nonché nel recupero
dei rifiuti citati sopra e da consentire agli Stati membri di mirare
individualmente al conseguimento di tale obiettivo, tenendo conto del
contesto geografico o della necessità di impianti specializzati per determinati
tipi di rifiuti.
La rete permette lo smaltimento dei rifiuti o il recupero di quelli menzionati
sopra in uno degli impianti appropriati più vicini, grazie all’utilizzazione dei
metodi e delle tecnologie più idonei, al fine di garantire un elevato livello di
protezione dell’ambiente e della salute pubblica.
I principi di prossimità e autosufficienza non significano che ciascuno Stato
membro debba possedere l’intera gamma di impianti di recupero finale al suo
interno.
2.1.5. Rifiuti organici
L’art. 22 stabilisce che gli Stati membri adottano, se del caso, misure volte a
incoraggiare:
a) la raccolta separata dei rifiuti organici ai fini del compostaggio e dello
smaltimento dei rifiuti organici;
b) il trattamento dei rifiuti organici in modo da realizzare un livello elevato
di protezione ambientale;
c) l’utilizzo di materiali sicuri per l’ambiente ottenuti dai rifiuti organici.
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2.1.6. Rilascio delle autorizzazioni
L’art. 26 prevede che gli Stati membri devono imporre a qualsiasi ente o
impresa che intende effettuare il trattamento dei rifiuti di ottenere
l’autorizzazione dell’autorità competente.
Tali autorizzazioni precisano almeno quanto segue:
a) i tipi e i quantitativi di rifiuti che possono essere trattati;
b) per ciascun tipo di operazione autorizzata, i requisiti tecnici e di altro
tipo applicabili al sito interessato;
c) le misure precauzionali e di sicurezza da prendere;
d) il metodo da utilizzare per ciascun tipo di operazione;
e) le operazioni di monitoraggio e di controllo che si rivelano necessarie;
f) le disposizioni relative alla chiusura e agli interventi ad essa successivi
che si rivelano necessarie.
Le autorizzazioni possono essere concesse per un periodo determinato ed
essere rinnovate.
L’autorità competente nega l’autorizzazione qualora ritenga che il metodo di
trattamento previsto sia inaccettabile dal punto di vista della protezione
dell’ambiente, in particolare quando non sia conforme all’articolo 13 riferito
alla protezione della salute umana e dell’ambiente.
Le autorizzazioni concernenti l’incenerimento o il coincenerimento con
recupero di energia sono subordinate alla condizione che il recupero
avvenga con un livello elevato di efficienza energetica.
A condizione che le suddette prescrizioni siano rispettate, l’autorizzazione
rilasciata in virtù di un’altra normativa nazionale o comunitaria può essere
combinata con l’autorizzazione di cui al paragrafo 1 dell’art. 26 in un’unica
autorizzazione, qualora tale formato permetta di evitare una ripetizione inutile
delle informazioni e dei lavori effettuati dall’operatore o dall’autorità
competente.
2.1.7. Piani di gestione dei rifiuti
Ai sensi dell’art. 28, gli Stati membri provvedono affinché le rispettive autorità
competenti predispongano uno o più piani di gestione dei rifiuti.
Tali piani coprono, singolarmente o in combinazione tra loro, l’intero territorio
geografico dello Stato membro interessato.
I piani di gestione dei rifiuti comprendono un’analisi della situazione della
gestione dei rifiuti esistente nell’ambito geografico interessato nonché le
misure da adottare per migliorare una preparazione per il riutilizzo, un
riciclaggio, un recupero e uno smaltimento dei rifiuti corretti dal punto vista
ambientale e una valutazione del modo in cui i piani contribuiranno
all’attuazione degli obiettivi e delle disposizioni della presente direttiva.
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I piani di gestione dei rifiuti contengono, se opportuno e tenuto conto del
livello e della copertura geografici dell’area oggetto di pianificazione, almeno
i seguenti elementi:
a) tipo, quantità e fonte dei rifiuti prodotti all’interno del territorio, rifiuti che
saranno prevedibilmente spediti da o verso il territorio nazionale e
valutazione dell’evoluzione futura dei flussi di rifiuti;
b) sistemi di raccolta dei rifiuti e grandi impianti di smaltimento e recupero
esistenti, inclusi eventuali sistemi speciali per oli usati, rifiuti pericolosi o
flussi di rifiuti disciplinati da una normativa comunitaria specifica;
c) una valutazione della necessità di nuovi sistemi di raccolta, della
chiusura degli impianti per i rifiuti esistenti, di ulteriori infrastrutture per gli
impianti per i rifiuti ai sensi dell’articolo 16 e, se necessario, degli
investimenti correlati;
d) informazioni sufficienti sui criteri di riferimento per l’individuazione dei siti
e la capacità dei futuri impianti di smaltimento o dei grandi impianti di
recupero, se necessario;
e) politiche generali di gestione dei rifiuti, incluse tecnologie e metodi di
gestione pianificata dei rifiuti, o altre politiche per i rifiuti che pongono
problemi particolari di gestione.
Il piano di gestione dei rifiuti può contenere, tenuto conto del livello e della
copertura geografici dell’area oggetto di pianificazione, i seguenti elementi:
a) aspetti organizzativi connessi alla gestione dei rifiuti, inclusa una
descrizione della ripartizione delle competenze tra i soggetti pubblici e
privati che provvedono alla gestione dei rifiuti;
b) valutazione dell’utilità e dell’idoneità del ricorso a strumenti economici
e di altro tipo per la soluzione di vari problemi riguardanti i rifiuti, tenuto
conto della necessità di continuare ad assicurare il buon
funzionamento del mercato interno;
c) campagne di sensibilizzazione e diffusione di informazioni destinate al
pubblico in generale o a specifiche categorie di consumatori;
d) siti contaminati, un tempo destinati allo smaltimento dei rifiuti, e misure
per la loro bonifica.
I piani di gestione dei rifiuti si conformano alle prescrizioni in materia di
pianificazione di cui all’articolo 14 della direttiva 94/62/CE2 e alla strategia al
2 “Piani di gestione. Conformemente agli obiettivi e alle misure previsti nella presente direttiva, gli Stati membri includono nei piani di gestione dei
rifiuti che devono essere formulati conformemente all'articolo 7 della direttiva 75/442/CEE, un capitolo specifico per la gestione degli imballaggi e
dei rifiuti di imballaggio, comprese le misure adottate conformemente agli articoli 4 e 5”. Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sugli
imballaggi e i rifiuti di imballaggio.
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fine di procedere alla riduzione dei rifiuti biodegradabili da collocare a
discarica di cui all’articolo 5 della direttiva 1999/31/CE3.
2.1.8. Programmi di prevenzione dei rifiuti
Ai sensi dell’art. 29, gli Stati membri devono adottare programmi di
prevenzione dei rifiuti entro il 12 dicembre 2013.
Tali programmi sono integrati nei piani di gestione dei rifiuti di cui all’articolo 28
o, se opportuno, in altri programmi di politica ambientale oppure costituiscono
programmi a sé stanti. In caso di integrazione nel piano di gestione o in altri
programmi, vengono chiaramente identificate le misure di prevenzione dei
rifiuti.
I programmi di prevenzione dei rifiuti devono fissare gli obiettivi di prevenzione.
Gli Stati membri devono descrivere le misure di prevenzione esistenti e
valutano l’utilità degli esempi di misure di cui all’allegato IV alla Direttiva o di
altre misure adeguate.
Lo scopo di tali obiettivi e misure è di dissociare la crescita economica dagli
impatti ambientali connessi alla produzione dei rifiuti.
Gli Stati membri devono stabilire, inoltre, gli appropriati specifici parametri
qualitativi o quantitativi per le misure di prevenzione dei rifiuti, adottate per
3 “Rifiuti e trattamenti non ammissibili in una discarica 1. Non oltre due anni dopo la data prevista nell'articolo 18, paragrafo 1, gli Stati membri
elaborano una strategia nazionale al fine di procedere alla riduzione dei rifiuti biodegradabili da collocare a discarica e la notificano alla
Commissione. Detta strategia dovrebbe includere misure intese a realizzare gli obiettivi di cui al paragrafo 2, in particolare mediante il riciclaggio, il
compostaggio, la produzione di biogas o il recupero di materiali/energia. Entro trenta mesi dalla data di cui all'articolo 18, paragrafo 1, la
Commissione presenta al Parlamento europeo e al Consiglio una relazione contenente un prospetto delle strategie nazionali. 2. In base a tale strategia:
a) non oltre cinque anni dopo la data prevista nell'articolo 18, paragrafo 1, i rifiuti urbani biodegradabili da collocare a discarica devono essere ridotti
al 75 % del totale (in peso) dei rifiuti urbani biodegradabili prodotti nel 1995 o nell'ultimo anno prima del 1995 per il quale siano disponibili dati
EUROSTAT normalizzati; b) non oltre otto anni dopo la data prevista nell'articolo 18, paragrafo 1, i rifiuti urbani biodegradabili da collocare a
discarica devono essere ridotti al 50 % del totale (in peso) dei rifiuti urbani biodegradabili prodotti nel 1995 o nell'ultimo anno prima del 1995 per il
quale siano disponibili dati EUROSTAT normalizzati; c) non oltre quindici anni dopo la data prevista nell'articolo 18, paragrafo 1, i rifiuti urbani
biodegradabili da collocare a discarica devono essere ridotti al 35 % del totale (in peso) dei rifiuti urbani biodegradabili prodotti nel 1995 o
nell'ultimo anno prima del 1995 per il quale siano disponibili dati EUROSTAT normalizzati. Due anni prima della data di cui alla lettera c) il
Consiglio riesamina l'obiettivo di cui sopra in base ad una relazione della Commissione sull'esperienza pratica acquisita dagli Stati membri nel
conseguimento degli obiettivi di cui alle lettere a) e b), corredata, se del caso, di una proposta intesa a confermare o a modificare tale obiettivo, al fine
di assicurare un livello elevato di tutela ambientale. Gli Stati membri che nel 1995 o nell'ultimo anno prima del 1995 per il quale siano disponibili dati
EUROSTAT normalizzati collocano a discarica più dell'80 % dei rifiuti urbani raccolti possono rinviare la realizzazione degli obiettivi indicati nelle
lettere a), b) o c) per un periodo non superiore a quattro anni. Gli Stati membri che intendono far valere la presente disposizione informano in anticipo
la Commissione della loro decisione. La Commissione informa gli Stati membri ed il Parlamento europeo di tale decisione. L'applicazione delle
disposizioni di cui al comma precedente non possono in alcun caso comportare la realizzazione dell'obiettivo di cui alla lettera c) ad una data di
quattro anni successiva alla data di cui alla lettera c). 3. Gli Stati membri provvedono affinché non siano ammessi in una discarica i seguenti rifiuti: a)
rifiuti liquidi; b) rifiuti che, nelle condizioni esistenti in discarica, sono esplosivi, corrosivi, ossidanti, altamente infiammabili o infiammabili ai sensi
dell'allegato III della direttiva 91/689/CEE; c) rifiuti provenienti da cliniche, ospedali o istituti veterinari, qualora siano infettivi ai sensi della direttiva
91/689/CEE (caratteristiche di cui al punto H9 dell'allegato III), e rifiuti che rientrano nella categoria 14 (allegato I, parte A) della suddetta direttiva;
d) gomme usate intere dopo due anni a decorrere dalla data prevista all'articolo 18, paragrafo 1, escluse le gomme usate come materiale di ingegneria
e la gomme usate triturate cinque anni dopo tale data (escluse in entrambi i casi quelle per biciclette e quelle con un diametro esterno superiore a 1400
mm); e) tutti gli altri tipi di rifiuti che non soddisfano i criteri di ammissibilità stabiliti a norma dell'allegato II. 4. È vietato diluire o mescolare rifiuti
unicamente al fine di renderli conformi alle norme di ammissibilità”. Direttiva del Consiglio relativa alle discariche di rifiuti.
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monitorare e valutare i progressi realizzati nell’attuazione delle misure e
possono stabilire specifici traguardi e indicatori qualitativi o quantitativi.
La Commissione crea un sistema per lo scambio di informazioni sulle migliori
pratiche in materia di prevenzione dei rifiuti ed elabora orientamenti per
assistere gli Stati membri nella preparazione dei programmi.
2.2. La normativa nazionale
2.2.1. Introduzione
Il D.lgs. 05 febbraio 1997, n. 22 (Decreto Ronchi), recante l’attuazione delle
Direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli
imballaggi e rifiuti di imballaggi, è stato abrogato dal D.lgs. 03 aprile 2006, n.
152, art. 264, comma 1, lett. i).
Il D.lgs. 152/2006, recante “Norme in materia ambientale”, pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale il 14 aprile 2006, è entrato in vigore il 29 aprile 2006.
Il D.lgs. 152/2006 disciplina nella Parte IV la gestione dei rifiuti e la bonifica dei
siti inquinati. L’art. 264, comma 1, lett. i), del D.lgs. 152/2006, oltre a disporre la
citata abrogazione, stabilisce che “al fine di assicurare che non vi sia alcuna
soluzione di continuità nel passaggio dalla preesistente normativa a quella
prevista dalla parte quarta del presente decreto, i provvedimenti attuativi del
citato decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, continuano ad applicarsi sino
alla data di entrata in vigore dei corrispondenti provvedimenti attuativi previsti
dalla parte quarta del presente decreto”.
Con avviso del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, pubblicato
sulla Gazzetta Ufficiale n. 146 del 26 giugno 2006, è stato reso noto che
diciassette Decreti ministeriali e interministeriali attuativi del D.lgs. 152/2006,
emanati il 02 maggio 2006, “non essendo stati a suo tempo inviati per essere
sottoposti al preventivo e necessario controllo della Corte dei Conti ai sensi
dell’art. 3, primo comma, della Legge 14 gennaio 1994, n. 20, non sono stati
registrati dal predetto organo e, pertanto, non possono considerarsi
giuridicamente produttivi di effetti”.
Il Governo si è avvalso della facoltà, prevista dalla L. 15 dicembre 2004, n. 308,
art. 1, comma 6, di emanare decreti legislativi integrativi o correttivi al D.lgs.
152/2006.
La L. 308/2004 è la legge recante "Delega al Governo per il riordino, il
coordinamento e l'integrazione della legislazione in materia ambientale e
misure di diretta applicazione".
L’art. 1, comma 6, di detta Legge, recita: “Entro due anni dalla data di entrata
in vigore di ciascuno dei decreti legislativi di cui al comma 1, nel rispetto dei
principi e criteri direttivi stabiliti dalla presente legge, il Governo può emanare,
ai sensi dei commi 4 e 5, disposizioni integrative o correttive dei decreti
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legislativi emanati ai sensi del comma 1, sulla base di una relazione motivata
presentata alle Camere dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio,
che individua le disposizioni dei decreti legislativi su cui si intende intervenire e
le ragioni dell'intervento normativo proposto”.
Il primo D.lgs. correttivo, 08 novembre 2006, n. 284, per quanto attiene alla
Parte IV del D.lgs. 152/2006:
a) abroga l’art. 207 “Autorità di vigilanza sulle risorse idriche e sui rifiuti”;
b) modifica l’art. 224, comma 2, estendendo a dodici mesi il periodo di
tempo, successivo all’entrata in vigore del D.lgs. 152/2006, entro il quale
il CONAI deve adeguare il proprio Statuto ai principi contenuti nel
medesimo D.lgs. 152/2006.
Il secondo D.lgs. correttivo, più corposo, è stato pubblicato sulla G.U. il 29
gennaio 2008 (data di entrata in vigore: 13 febbraio 2008): è il D.lgs. 04/2008.
Particolare rilievo assumono le novità introdotte dal D.lgs. 03 dicembre 2010, n.
205 che ha recepito nell’ordinamento interno la Direttiva 2008/98/CE del
Parlamento Europeo e del Consiglio.
2.2.2. Criteri di priorità nella gestione dei rifiuti
Con il recepimento della Direttiva 98/2008 sui rifiuti, è stata introdotta
nell’ordimento interno la seguente gerarchia da seguire nella gestione dei
rifiuti prevista all’art. 179:
a) prevenzione;
b) preparazione per il riutilizzo;
c) riciclaggio;
d) recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia;
e) smaltimento.
La gerarchia stabilisce, in generale, un ordine di priorità di ciò che costituisce
la migliore opzione ambientale.
Con riferimento a singoli flussi di rifiuti, è consentito discostarsi, in via
eccezionale, dal predetto ordine di priorità qualora ciò sia giustificato, nel
rispetto del principio di precauzione e sostenibilità, in base a una specifica
analisi degli impatti complessivi della produzione e della gestione di tali rifiuti
sia sotto il profilo ambientale e sanitario, in termini di ciclo di vita, sia sotto il
profilo sociale e economico, ivi compresi la fattibilità tecnica e la protezione
delle risorse.
Con uno o più decreti ministeriali, inoltre, possono essere individuate, con
riferimento a singoli flussi di rifiuti specifici, le opzioni che garantiscono, in
conformità ai predetti principi, il miglior risultato in termini di protezione della
salute umana e dell'ambiente.
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Le pubbliche amministrazioni sono tenute a perseguire, nell'esercizio delle
rispettive competenze, iniziative dirette a favorire il rispetto della gerarchia del
trattamento dei rifiuti in particolare mediante:
a) la promozione dello sviluppo di tecnologie pulite, che permettano un
uso più razionale e un maggiore risparmio di risorse naturali;
b) la promozione della messa a punto tecnica e dell'immissione sul
mercato di prodotti concepiti in modo da non contribuire o da
contribuire il meno possibile, per la loro fabbricazione, il loro uso o il loro
smaltimento, ad incrementare la quantità o la nocività dei rifiuti e i rischi
di inquinamento;
c) la promozione dello sviluppo di tecniche appropriate per l'eliminazione
di sostanze pericolose contenute nei rifiuti al fine di favorirne il recupero;
d) la determinazione di condizioni di appalto che prevedano l'impiego dei
materiali recuperati dai rifiuti e di sostanze e oggetti prodotti, anche
solo in parte, con materiali recuperati dai rifiuti al fine di favorire il
mercato dei materiali medesimi;
e) l'impiego dei rifiuti per la produzione di combustibili e il successivo utilizzo
e, piu' in generale, l'impiego dei rifiuti come altro mezzo per produrre
energia.
E’ previsto anche che, nel rispetto della gerarchia del trattamento dei rifiuti, le
misure dirette al recupero dei rifiuti mediante la preparazione per il riutilizzo, il
riciclaggio o ogni altra operazione di recupero di materia sono adottate con
priorità rispetto all'uso dei rifiuti come fonte di energia.
Le pubbliche amministrazioni sono tenute, poi, a promuovere l'analisi del ciclo
di vita dei prodotti sulla base di metodologie uniformi per tutte le tipologie di
prodotti stabilite mediante linee guida dall'ISPRA, eco-bilanci, la divulgazione
di informazioni anche ai sensi del D.lgs. 19 agosto 2005, n. 1954, l'uso di
strumenti economici, di criteri in materia di procedure di evidenza pubblica, e
di altre misure necessarie.
2.2.3. Prevenzione
All’art. 183, comma 1, lettera m), la prevenzione è definita come l’insieme
delle misure adottate prima che una sostanza, un materiale o un prodotto
diventino rifiuto e che riducono:
1) la quantità dei rifiuti, anche attraverso il riutilizzo dei prodotti o
l'estensione del loro ciclo di vita;
2) gli impatti negativi dei rifiuti prodotti sull'ambiente e la salute umana;
3) il contenuto di sostanze pericolose in materiali e prodotti.
4 Attuazione della direttiva 2003/4/CE sull'accesso del pubblico all'informazione ambientale.
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Ai sensi dell’art. 180, i soggetti a vario titolo coinvolti nelle attività produttive e
nella gestione dei rifiuti sono tenuti a operare secondo un generale principio di
prevenzione di riduzione:
a) della produzione di rifiuti;
b) della nocività dei rifiuti.
L’applicazione di tale principio richiede in particolare:
a) la promozione di strumenti economici, eco-bilanci, sistemi di
certificazione ambientale, utilizzo delle migliori tecniche disponibili,
analisi del ciclo di vita dei prodotti, azioni di informazione e di
sensibilizzazione dei consumatori, l'uso di sistemi di qualità, nonché lo
sviluppo del sistema di marchio ecologico ai fini della corretta
valutazione dell'impatto di uno specifico prodotto sull'ambiente durante
l'intero ciclo di vita del prodotto medesimo ;
b) la previsione di clausole di bandi di gara o lettere d'invito che valorizzino
le capacità e le competenze tecniche in materia di prevenzione della
produzione di rifiuti;
c) la promozione di accordi e contratti di programma o protocolli d'intesa
anche sperimentali finalizzati.
A livello statale, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare
è tenuto a adottare entro il 12 dicembre 2013 un programma nazionale di
prevenzione dei rifiuti e a elabora indicazioni affinché' tale programma sia
integrato nei piani di gestione dei rifiuti di competenza regionale. Il Ministero
deve descrivere le misure di prevenzione esistenti e valutare l’utilità degli
esempi di misure indicate all'allegato L del D.lgs. 152/2006 e s. m. e i. o di altre
misure adeguate.
Il programma nazionale e quelli regionali devono fissare gli obiettivi di
prevenzione.
Alla luce del programma nazionale, il Ministero dell'ambiente e della tutela del
territorio e del mare deve, poi, individuare gli appropriati specifici parametri
qualitativi o quantitativi per le misure di prevenzione dei rifiuti, per monitorare e
valutare i progressi realizzati nell'attuazione delle misure di prevenzione e può
stabilire specifici traguardi e indicatori qualitativi o quantitativi.
Altro compito attribuito in materia di prevenzione al Ministero dell'ambiente e
della tutela del territorio e del mare è quello di assicurare la disponibilità di
informazioni sulle migliori pratiche in materia di prevenzione dei rifiuti e, se del
caso, di elaborare linee guida per assistere le regioni nella preparazione dei
propri programmi di prevenzione.
2.2.4.La preparazione per il riutilizzo e il riutilizzo
All’art. 183, comma 1, lettere q) e r), sono date le seguenti definizioni:
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� “riutilizzo”: qualsiasi operazione attraverso la quale prodotti o
componenti che non sono rifiuti sono reimpiegati per la stessa finalità
per la quale erano stati concepiti;
� “preparazione per il riutilizzo": le operazioni di controllo, pulizia,
smontaggio e riparazione attraverso cui prodotti o componenti di
prodotti diventati rifiuti sono preparati in modo da poter essere
reimpiegati senza altro pretrattamento.
Alle due fattispecie è dedicato l’art. 180 bis.
Le pubbliche amministrazioni sono tenute a promuovere, nell'esercizio delle
rispettive competenze, iniziative dirette a favorire il riutilizzo dei prodotti e la
preparazione per il riutilizzo dei rifiuti. Tali iniziative possono consistere anche in:
a) uso di strumenti economici;
b) misure logistiche, come la costituzione ed il sostegno di centri e reti
accreditati di riparazione/riutilizzo (le modalità operative per la
costituzione e il sostegno dovranno essere definite con decreto
ministeriale);
c) adozione, nell'ambito delle procedure di affidamento dei contratti
pubblici, la previsione di clausole di bandi di gara o lettere d'invito che
valorizzino le capacità e le competenze tecniche in materia di
prevenzione della produzione di rifiuti;
d) definizione di obiettivi quantitativi;
e) misure educative;
f) promozione di accordi di programma.
Devono essere adottate, poi, con uno o più decreti ministeriali, le ulteriori
misure necessarie per promuovere il riutilizzo dei prodotti e la preparazione dei
rifiuti per il riutilizzo, anche attraverso l'introduzione della responsabilità estesa
del produttore del prodotto.
2.2.5. Le nozioni di rifiuto e di raccolta differenziata
Per rifiuto si intende qualsiasi sostanza o oggetto che rientra nelle categorie
riportate nell’Allegato A alla Parte IV del D.lgs. 152/2006 e di cui il detentore si
disfi o abbia deciso, o abbia l’obbligo, di disfarsi (art. 183, comma 1, lett. a).
Il criterio di identificazione del rifiuto è, quindi, duplice:
� da un lato, viene definito potenziale rifiuto “qualsiasi sostanza o
oggetto” → CRITERIO OGGETTIVO;
� dall’altro, la condizione affinché tale sostanza od oggetto siano
qualificati come rifiuto è rappresentata dal fatto che il detentore se ne
disfi o abbia deciso e/o abbia l’obbligo di disfarsene → CRITERIO
SOGGETTIVO.
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La definizione di raccolta differenziata è contenuta nell’art. 183, comma 1,
lett. fp).
Per raccolta differenziata si intende la raccolta in cui un flusso di rifiuti è tenuto
separato in base al tipo e alla natura dei rifiuti al fine di facilitarne il
trattamento specifico. La raccolta differenziata è concepita, quindi, quale
fondamentale presupposto per le operazioni di recupero e di riciclaggio.
2.2.6. Recupero e riciclaggio di rifiuti
Ai sensi dell’art. 183, comma 1, lettera t), per “recupero”, si intende qualsiasi
operazione il cui principale risultato sia di permettere ai rifiuti di svolgere un
ruolo utile, sostituendo altri materiali che sarebbero stati altrimenti utilizzati per
assolvere una particolare funzione o di prepararli ad assolvere tale funzione,
all'interno dell'impianto o nell'economia in generale. Un elenco non esaustivo
di operazioni di recupero è riportato nell’Allegato C della parte IV del D.lgs.
152/2006 e s. m. e i.
Nella medesimo articolo, al comma 1, lettera u), il “riciclaggio” è definito
come qualsiasi operazione di recupero attraverso cui i rifiuti sono trattati per
ottenere prodotti, materiali o sostanze da utilizzare per la loro funzione
originaria o per altri fini. La fattispecie include il trattamento di materiale
organico ma non il recupero di energia né il ritrattamento per ottenere
materiali da utilizzare quali combustibili o in operazioni di riempimento.
All’art. 181, è stabilito che, al fine di promuovere il riciclaggio di alta qualità e
di soddisfare i necessari criteri qualitativi per i diversi settori del riciclaggio, sulla
base delle indicazioni che saranno fornite dal Ministero dell'ambiente e della
tutela del territorio e del mare, le regioni sono tenute a stabilire i criteri con i
quali i Comuni provvedono a realizzare la raccolta differenziata in conformità
a quanto previsto dall'articolo 205.
Alle autorità competenti è richiesto di realizzare, altresì, entro il 2015, la
raccolta differenziata almeno per la carta, i metalli, la plastica e il vetro, e ove
possibile, per il legno, nonché di adottare le misure necessarie per conseguire i
seguenti obiettivi:
a) entro il 2020, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio di rifiuti quali,
come minimo, carta, metalli, plastica e vetro provenienti dai nuclei
domestici, e possibilmente di altra origine, nella misura in cui tali flussi di
rifiuti sono simili a quelli domestici, sarà aumentata complessivamente
almeno al 50% in termini di peso;
b) entro il 2020 la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio e altri tipi di
recupero di materiale, incluse operazioni di colmatazione che utilizzano
i rifiuti in sostituzione di altri materiali, di rifiuti da costruzione e
demolizione non pericolosi, escluso il materiale allo stato naturale
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definito alla voce 17 05 04 dell'elenco dei rifiuti, sarà aumentata almeno
al 70 per cento in termini di peso.
Fino alla definizione, da parte della Commissione europea, delle modalità di
attuazione e calcolo degli obiettivi indicati, il Ministero dell'ambiente, della
tutela del territorio e del mare può adottare decreti che determinino tali
modalità.
Con uno o più decreti ministeriali, inoltre, dovranno essere adottate misure per
promuovere il recupero dei rifiuti, in conformità alla gerarchia e in materia di
gestione dei rifiuti e delle finalità della parte IV del D.lgs. 152/2006 e s. m. e i.
nonché misure intese a promuovere il riciclaggio di alta qualità, privilegiando
la raccolta differenziata, eventualmente anche monomateriale, dei rifiuti.
Per facilitare o migliorare il recupero, i rifiuti devono essere raccolti
separatamente, laddove ciò sia realizzabile dal punto di vista tecnico,
economico e ambientale, e non sono miscelati con altri rifiuti o altri materiali
aventi proprietà diverse.
Per le frazioni di rifiuti urbani oggetto di raccolta differenziata destinati al
riciclaggio e al recupero è sempre ammessa la libera circolazione sul territorio
nazionale tramite enti o imprese iscritti nelle apposite categorie dell'Albo
nazionale gestori ambientali, al fine di favorire il più possibile il loro recupero
privilegiando il principio di prossimità agli impianti di recupero.
Al fine di favorire l'educazione ambientale e contribuire alla raccolta
differenziata dei rifiuti, i sistemi di raccolta differenziata di carta e plastica negli
istituti scolastici sono esentati dall'obbligo di autorizzazione in quanto
presentano rischi non elevati e non sono gestiti su base professionale.
2.2.7. La nozione di smaltimento
Contrapposto al recupero, cui è finalizzata la raccolta differenziata, è lo
smaltimento. Per smaltimento, si intende qualsiasi operazione diversa dal
recupero anche quando l'operazione ha come conseguenza secondaria il
recupero di sostanze o di energia. L'Allegato B alla parte IV del D.lgs. 152/2006
e s. m. e i. riporta un elenco non esaustivo delle operazioni di smaltimento [art.
183, comma 1, lett. z)].
L’ordinamento giuridico è informato a principi che sfavoriscono la destinazione
dei rifiuti allo smaltimento a tutto vantaggio delle operazioni di recupero e di
ricilaggio.
Lo smaltimento dei rifiuti deve essere effettuato in condizioni di sicurezza e
costituisce la fase residuale della gestione dei rifiuti, previa verifica, da parte
della competente autorità, della impossibilità tecnica ed economica di
esperire le operazioni di recupero. A tal fine, la predetta verifica concerne la
disponibilità di tecniche sviluppate su una scala che ne consenta
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l'applicazione in condizioni economicamente e tecnicamente valide
nell'ambito del pertinente comparto industriale, prendendo in considerazione i
costi e i vantaggi, indipendentemente dal fatto che siano o meno applicate o
prodotte in ambito nazionale, purché vi si possa accedere a condizioni
ragionevoli.
I rifiuti da avviare allo smaltimento finale devono essere il più possibile ridotti sia
in massa che in volume, potenziando la prevenzione e le attività di riutilizzo, di
riciclaggio e di recupero e prevedendo, ove possibile, la priorità per quei rifiuti
non recuperabili generati nell'ambito di attività di riciclaggio o di recupero.
E' vietato smaltire i rifiuti urbani non pericolosi in regioni diverse da quelle dove
gli stessi sono prodotti, fatti salvi eventuali accordi regionali o internazionali,
qualora gli aspetti territoriali e l’opportunità tecnico economica di
raggiungere livelli ottimali di utenza servita lo richiedano.
Nel rispetto delle prescrizioni contenute nel decreto legislativo 11 maggio 2005,
n. 133, la realizzazione e la gestione di nuovi impianti possono essere
autorizzate solo se il relativo processo di combustione garantisca un elevato
livello di recupero energetico.
Le attività di smaltimento in discarica dei rifiuti sono disciplinate secondo le
disposizioni del decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36, di attuazione della
direttiva 1999/31/CE.
2.2.8. La gestione dei rifiuti urbani biodegradabili
La parte IV del D.lgs. 152/2006 e s. m. e i. reca alcune definizioni specifiche
riferite ai rifiuti organici:
a) per "rifiuto organico", si intendono i rifiuti biodegradabili di giardini e
parchi, rifiuti alimentari e di cucina prodotti da nuclei domestici,
ristoranti, servizi di ristorazione e punti vendita al dettaglio e rifiuti simili
prodotti dall'industria alimentare raccolti in modo differenziato [art. 183,
comma 1, lett. d)];
b) per “autocompostaggio”, si intende il compostaggio degli scarti
organici dei propri rifiuti urbani, effettuato da utenze domestiche, ai fini
dell'utilizzo in sito del materiale prodotto [art. 183, comma 1, lett. e)];
c) per “compost di qualita”, si intende il prodotto, ottenuto dal
compostaggio di rifiuti organici raccolti separatamente, che rispetti i
requisiti e le caratteristiche stabilite dall'allegato 2 del decreto
legislativo 29 aprile 2010, n. 75, e successive modificazioni [art. 183,
comma 1, lett. ee)];
d) per “digestato di qualita”, si intende il prodotto ottenuto dalla
digestione anaerobica di rifiuti organici raccolti separatamente, che
rispetti i requisiti contenuti in norme tecniche da emanarsi con decreto
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del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di
concerto con il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali
[art. 183, comma 1, lett. ff)].
All’art. 182 ter, è disposto che la raccolta separata dei rifiuti organici deve
essere effettuata con contenitori a svuotamento riutilizzabili o con sacchetti
compostabili certificati a norma UNI EN 13432-2002.
2.2.9. Definizione dei criteri per l’attuazione della raccolta differenziata
Il Capo II del D.lgs. 152/2006 stabilisce le competenze dello Stato, delle Regioni,
delle Province e dei Comuni nella gestione dei rifiuti.
Per quanto riguarda specificamente la raccolta differenziata:
� lo Stato indica i criteri generali, ivi inclusa l'emanazione di
specifiche linee guida, per l'organizzazione e l'attuazione della
raccolta differenziata dei rifiuti urbani [art. 195, comma 1, lett.
q)]; allo Stato compete determinazione dei criteri qualitativi e
quali-quantitativi per l'assimilazione, ai fini della raccolta e dello
smaltimento, dei rifiuti speciali e dei rifiuti urbani (art. 195, comma
2, lettera e);
� le Regioni regolamentano le attività di gestione dei rifiuti, ivi
compresa la raccolta differenziata dei rifiuti urbani, anche
pericolosi, secondo un criterio generale di separazione dei rifiuti
di provenienza alimentare e degli scarti di prodotti vegetali e
animali o comunque ad alto tasso di umidità dai restanti rifiuti
[art. 196, comma 1, lett. b)];
� alle Province competono in linea generale le funzioni
amministrative concernenti la programmazione ed
organizzazione del recupero e dello smaltimento dei rifiuti a
livello provinciale, da esercitarsi con le risorse umane, strumentali
e finanziarie disponibili a legislazione vigente, ed in particolare
(art. 197, comma 1):
a) il controllo e la verifica degli interventi di bonifica ed il
monitoraggio a essi conseguenti;
b) il controllo periodico su tutte le attività di gestione, di
intermediazione e di commercio dei rifiuti, ivi compreso
l'accertamento delle violazioni delle disposizioni di cui alla
parte IV del D.lgs. 152/2006 e s. m. e i.;
c) la verifica e il controllo dei requisiti previsti per
l'applicazione delle procedure semplificate per le
operazioni di gestione dei rifiuti, con le modalità di cui agli
articoli 214, 215, e 216 del D.lgs. 152/2006 e s. m. e i.;
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d) l'individuazione, sulla base delle previsioni del piano
territoriale di coordinamento, delle previsioni contenute
nel Piano regionale di gestione dei rifiuti, nonché sentiti
l'Autorità d'ambito e i comuni, delle zone idonee alla
localizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti,
nonché delle zone non idonee alla localizzazione di
impianti di recupero e di smaltimento dei rifiuti;
� i Comuni concorrono alla gestione dei rifiuti urbani e assimilati
(art. 198, comma 1) e a disciplinare tale gestione con appositi
regolamenti (art. 198, comma 2) che stabiliscono (nel rispetto dei
principi di trasparenza, efficienza, efficacia ed economicità e in
coerenza con i Piani d’Ambito):
a) le misure per assicurare la tutela igienico – sanitaria in
tutte le fasi della gestione dei rifiuti urbani;
b) le modalità del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti
urbani;
c) le modalità del conferimento, della raccolta differenziata
e del trasporto dei rifiuti urbani e assimilati al fine di
garantire una distinta gestione delle diverse frazioni di
rifiuti e promuovere il recupero degli stessi;
d) le norme atte a garantire una distinta e adeguata
gestione dei rifiuti urbani pericolosi e dei rifiuti da
esumazioni ed estumulazioni;
e) le misure necessarie ad ottimizzare le forme di
conferimento, raccolta e trasporto dei rifiuti primari di
imballaggio in sinergia con altre frazioni merceologiche,
fissando standard minimi da rispettare;
f) le modalità di esecuzione della pesata dei rifiuti urbani
prima di inviarli al recupero e allo smaltimento;
g) l’assimilazione, per qualità e quantità, dei rifiuti speciali
non pericolosi ai rifiuti urbani, secondo i criteri di cui all’art.
195, comma 2, lettera e).
2.2.10. Compiti in materia di gestione degli imballaggi
L’art. 222, comma 1, (contenuto nel Titolo II in merito alla gestione degli
imballaggi) dispone che la Pubblica Amministrazione deve organizzare sistemi
adeguati di raccolta differenziata in modo da permettere al consumatore di
conferire al servizio pubblico rifiuti di imballaggio selezionati dai rifiuti
domestici e da altri tipi di rifiuti di imballaggio.
In particolare:
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a) deve essere garantita la copertura omogenea del territorio in ciascun
ambito territoriale ottimale, tenuto conto del contesto geografico;
b) la gestione della raccolta differenziata deve essere effettuata secondo
criteri che privilegino l'efficacia, l'efficienza e l'economicità del servizio,
nonché il coordinamento con la gestione di altri rifiuti.
2.2.11. La classificazione dei rifiuti
Il servizio pubblico di gestione prende in considerazione, ordinariamente, i rifiuti
urbani e i rifiuti speciali assimilati a quelli urbani.
L’art. 184, comma 1, distingue i rifiuti:
� secondo l’origine, in urbani e speciali;
� secondo le caratteristiche di pericolosità, in pericolosi e non
pericolosi.
Sono rifiuti urbani:
a) i rifiuti domestici, anche
ingombranti, provenienti da locali
e luoghi adibiti ad uso di civile
abitazione;
b) i rifiuti non pericolosi provenienti
da locali e luoghi adibiti ad usi
diversi da quelli di cui alla lettera
a), assimilati ai rifiuti urbani per
qualità e quantità, ai sensi
dell'articolo 198, comma 2, lettera
g);
c) i rifiuti provenienti dallo
spazzamento delle strade;
d) i rifiuti di qualunque natura o
provenienza, giacenti sulle strade
ed aree pubbliche o sulle strade
ed aree private comunque
soggette ad uso pubblico o sulle
spiagge marittime e lacuali e sulle
rive dei corsi d'acqua;
e) i rifiuti vegetali provenienti da aree
verdi, quali giardini, parchi e aree
cimiteriali;
f) i rifiuti provenienti da esumazioni
ed estumulazioni, nonché gli altri
rifiuti provenienti da attività
cimiteriale diversi da quelli di cui
alle lettere b), e) e e).
Sono rifiuti speciali:
a) i rifiuti da attività agricole e agro-
industriali ai sensi e per gli effetti
dell'art. 2135 c.c.;
b) i rifiuti derivanti dalle attività di
demolizione, costruzione, nonché' i
rifiuti che derivano dalle attività di
scavo, fermo restando quanto
disposto dall'articolo 184-bis;
c) i rifiuti da lavorazioni industriali;
d) i rifiuti da lavorazioni artigianali;
e) i rifiuti da attività commerciali;
f) i rifiuti da attività di servizio;
g) i rifiuti derivanti dalla attività di
recupero e smaltimento di rifiuti, i
fanghi prodotti dalla
potabilizzazione e da altri
trattamenti delle acquee dalla
depurazione delle acque reflue e
da abbattimento di fumi;
h) i rifiuti derivanti da attività
sanitarie.
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2.2.12. L’assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani e i riflessi sulla
tariffa
Tra i rifiuti urbani sono classificati, dall’art. 184, comma 2, lett. b), del D.lgs.
152/2006, “i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti a usi
diversi da quelli […]” di civile abitazione “[…] assimilati ai rifiuti urbani per
qualità e quantità, ai sensi dell’art. 198, comma 2, lett. g)”.
Il provvedimento di assimilazione deve essere contenuto nel Regolamento con
il quale i Comuni (o le loro forme associative previste dalla Legge) concorrono
a disciplinare la gestione dei rifiuti urbani (art. 198, comma 2, del D.lgs.
152/2006).
In linea generale, va rilevato che il provvedimento di assimilazione consiste nel
dimensionamento del servizio che l’Ente locale fornisce, nelle forme previste
dalla Legge, alle utenze non domestiche.
Tale provvedimento dà fondamento anche all’applicazione della TARSU o
della tariffa (ad esempio, Cassazione civile, sez. trib., 09 agosto 2006 , n. 18030;
Cassazione civile , sez. trib., 27 giugno 2005 , n. 13818; Cassazione civile , sez.
trib., 06 settembre 2004 , n. 17932).
Per gli aspetti qualitativi e quali – quantitativi dell’assimilazione, gli Enti
competenti devono attenersi ai criteri determinati dallo Stato, in virtù della
competenza allo stesso riservata in materia dall’art. 195, comma 2, lett. e), del
D.lgs. 152/2006.
I criteri statali per l’assimilazione, a oggi, non sono stati determinati. Per questo
motivo, la L. 296/2006, all’art. 1, comma 184, lett. b), ha previsto che “in
materia di assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani, continuano ad
applicarsi le disposizioni degli articoli 18, comma 2, lettera d), e 57, comma 1,
del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22”, confermando che il riferimento
normativo statale vigente in tema di assimilazione è la Deliberazione
interministeriale del 27 luglio 1984.
La competenza di determinazione dei criteri qualitativi e quali – quantitativi
per l’assimilazione era già prevista in capo allo Stato dall’art. 18, comma 2,
lett. d), del D.lgs. 22/1997.
L’art. 195, comma 2, lett. e), del D.lgs. 152/2006, prevede che:
a) la determinazione dei criteri qualitativi e quali-quantitativi per
l'assimilazione, ai fini della raccolta e dello smaltimento, dei rifiuti
speciali e dei rifiuti urbani;
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b) ai rifiuti assimilati, entro due anni5, si applica esclusivamente una
tariffazione per le quantità conferite al servizio di gestione dei rifiuti
urbani. La tariffazione per le quantità conferite che deve includere, nel
rispetto del principio della copertura integrale dei costi del servizio
prestato, una parte fissa ed una variabile e una quota dei costi dello
spazzamento stradale, è determinata dall'Amministrazione comunale
tenendo conto anche della natura dei rifiuti, del tipo, delle dimensioni
economiche e operative delle attività che li producono. A tale
tariffazione si applica una riduzione, fissata dall'amministrazione
comunale, in proporzione alle quantità dei rifiuti assimilati che il
produttore dimostri di aver avviato al recupero tramite soggetto diverso
dal gestore dei rifiuti urbani;
c) non sono assimilabili ai rifiuti urbani i rifiuti che si formano nelle aree
produttive, compresi i magazzini di materie prime e di prodotti finiti,
salvo i rifiuti prodotti negli uffici, nelle mense, negli spacci, nei bar e nei
locali al servizio dei lavoratori o comunque aperti al pubblico; allo stesso
modo, non sono assimilabili ai rifiuti urbani i rifiuti che si formano nelle
strutture di vendita con superficie due volte superiore ai limiti di cui
all'articolo 4, comma 1, lettera d), del decreto legislativo n. 114 del
19986;
d) per gli imballaggi secondari e terziari per i quali risulti documentato il
non conferimento al servizio di gestione dei rifiuti urbani e l'avvio a
recupero e riciclo diretto tramite soggetti autorizzati, non si applica la
predetta tariffazione;
e) con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del
mare, d'intesa con il Ministro dello sviluppo economico, sono definiti,
entro novanta giorni, i criteri per l'assimilabilità ai rifiuti urbani.
2.2.13. Gli obiettivi di raccolta differenziata
L’art. 205, comma 1, dispone che in ogni ambito territoriale ottimale deve
essere assicurata una raccolta differenziata dei rifiuti urbani pari alle seguenti
percentuali minime di rifiuti prodotti:
a) almeno il 35% entro il 31 dicembre 2006;
b) almeno il 45% entro il 31 dicembre 2008;
c) almeno il 65% entro il 31 dicembre 2012.
5 Lettera sostituita dall'articolo 2, comma 26, lettera a), del D.lgs. 16 gennaio 2008, n. 4, modificata dall'articolo 5, comma 2, del D.L. 30 dicembre
2008, n. 208 e successivamente modificata dall'articolo 15, comma 2-bis del D.L. 25 settembre 2009, n. 135.
6 Per esercizi di vicinato si intendono quelli aventi superficie di vendita non superiore a 150 mq. nei comuni con popolazione residente inferiore a
10.000 abitanti e a 250 mq. nei comuni con popolazione residente superiore a 10.000 abitanti.
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Nel caso in cui, dal punto di vista tecnico, ambientale e economico, non sia
realizzabile raggiungere tali obiettivi, il comune può richiedere al Ministro
dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare una deroga. Verificata la
sussistenza dei requisiti, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del
mare può autorizzare la predetta deroga, previa stipula, senza nuovi o
maggiori oneri per la finanza pubblica, di un accordo di programma tra
Ministero, regione e enti locali interessati, che stabilisca:
a) le modalità attraverso le quali il comune richiedente intende conseguire
gli obiettivi di riciclaggio e recupero previsti all'articolo 181, comma 1.
Le predette modalità possono consistere in compensazioni con gli
obiettivi raggiunti in altri comuni;
b) la destinazione a recupero di energia della quota di rifiuti indifferenziati
che residua dalla raccolta differenziata e dei rifiuti derivanti da impianti
di trattamento dei rifiuti indifferenziati, qualora non destinati al recupero
di materia;
c) la percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, da destinare al
riciclo, che il comune richiedente si obbliga a effettuare.
L'accordo di programma può stabilire obblighi, in linea con le disposizioni
vigenti, per il comune richiedente finalizzati al perseguimento delle finalità di
cui alla parte quarta, titolo I, del D.lgs. 152/2006 e s. m. e i. nonché stabilire
modalità di accertamento dell'adempimento degli obblighi assunti nell'ambito
dell'accordo di programma stesso e prevedere una disciplina per l'eventuale
inadempimento. I piani regionali si devono conformare, conseguentemente, a
quanto previsto dagli accordi di programma.
Nel caso in cui a livello di ambito territoriale ottimale non siano conseguiti gli
obiettivi minimi previsti di raccolta differenziata, è applicata un'addizionale del
venti per cento al tributo di conferimento dei rifiuti in discarica a carico
dell'Autorità d'ambito, che ne ripartisce l'onere tra quei comuni del proprio
territorio che non abbiano raggiunto le percentuali previste sulla base delle
quote di raccolta differenziata raggiunte nei singoli comuni.
La L. 296/2006 all’art. 1, comma 1108, recita: “Al fine di realizzare rilevanti
risparmi di spesa ed una più efficace utilizzazione delle risorse finanziarie
destinate alla gestione dei rifiuti solidi urbani, la regione, previa diffida,
provvede tramite un commissario ad acta a garantire il governo della gestione
dei rifiuti a livello di ambito territoriale ottimale con riferimento a quegli ambiti
territoriali ottimali all’interno dei quali non sia assicurata una raccolta
differenziata dei rifiuti urbani pari alle seguenti percentuali minime:
a) almeno il quaranta per cento entro il 31 dicembre 2007;
b) almeno il cinquanta per cento entro il 31 dicembre 2009;
c) almeno il sessanta per cento entro il 31 dicembre 2011”.
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Per gli anni successivi al 2011, la percentuale minima di raccolta differenziata
da assicurare, per il perseguimento dei fini sopra richiamati, è stabilita con
Decreto ministeriale (L. 296/2006, art. 1, comma 1109).
Il D.lgs. 22/1997, all’art. 24, comma 1, prevedeva i seguenti obiettivi di
Raccolta differenziata da conseguire in ogni ambito territoriale ottimale:
� 15% entro due anni dalla data di entrata in vigore del D.lgs.;
� 25% entro quattro anni dalla data di entrata in vigore del D.lgs.;
� 35% a partire dal sesto anno successivo alla data di entrata in vigore del
D.lgs.
2.2.14. Incenerimento dei rifiuti
Altra norma di rilievo è il D.lgs. 11 maggio 2005 n.133, recante “Attuazione della
direttiva 2000/76/CE, in materia di incenerimento dei rifiuti”.
L’art. 1 del predetto decreto enuncia il campo di applicazione e le finalità
della norma, la quale si applica agli impianti di incenerimento e di
coincenerimento dei rifiuti e stabilisce le misure e le procedure finalizzate a
prevenire e ridurre per quanto possibile gli effetti negativi dell'incenerimento e
del coincenerimento dei rifiuti sull'ambiente, in particolare l'inquinamento
atmosferico, del suolo, delle acque superficiali e sotterranee, nonché i rischi
per la salute umana che ne derivino.
A tale scopo, il decreto disciplina:
a) i valori limite di emissione degli impianti di incenerimento e di
coincenerimento dei rifiuti;
b) i metodi di campionamento, di analisi e di valutazione degli inquinanti
derivanti dagli impianti di incenerimento e di coincenerimento dei rifiuti;
c) i criteri e le norme tecniche generali riguardanti le caratteristiche
costruttive e funzionali, nonché le condizioni di esercizio degli impianti di
incenerimento e di coincenerimento dei rifiuti, con particolare
riferimento alle esigenze di assicurare una elevata protezione
dell'ambiente contro le emissioni causate dall'incenerimento e dal
coincenerimento dei rifiuti;
d) i criteri temporali di adeguamento degli impianti di incenerimento e di
coincenerimento di rifiuti esistenti alle disposizioni del decreto stesso.
2.2.15. Riduzione dei rifiuti biodegradabili destinati allo smaltimento in
discarica
Il D.lgs. 13 gennaio 2003, n. 36, recante “Attuazione della direttiva 1999/31/CE
relativa alle discariche di rifiuti”, all’art. 5 prevede che ciascuna Regione
elabori ed approvi un apposito Programma per la riduzione dei rifiuti
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biodegradabili da collocare in discarica ad integrazione del Piano regionale
di gestione dei rifiuti di cui all'articolo 22 del decreto legislativo n. 22 del 1997
(ora art. 199 del D.lgs. 152/2006), allo scopo di raggiungere, a livello di Ambito
Territoriale Ottimale, oppure, ove questo non sia stato istituito, a livello
provinciale i seguenti obiettivi:
a) entro cinque anni dalla data di entrata in vigore del Decreto7 i rifiuti
urbani biodegradabili devono essere inferiori a 173 kg/anno per
abitante;
b) entro otto anni dalla data di entrata in vigore del Decreto i rifiuti urbani
biodegradabili devono essere inferiori a 115 kg/anno per abitante;
c) entro quindici anni dalla data di entrata in vigore del Decreto i rifiuti
urbani biodegradabili devono essere inferiori a 81 kg/anno per
abitante.
Il Programma citato deve prevedere il trattamento dei rifiuti e, in particolare, il
riciclaggio, il trattamento aerobico o anaerobico, il recupero di materiali o
energia.
Le Regioni soggette a fluttuazioni stagionali del numero degli abitanti superiori
al 10% devono calcolare la popolazione cui riferire gli obiettivi di cui sopra sulla
base delle effettive presenze all'interno del territorio.
I Programmi in questione e i relativi stati annuali di attuazione sono trasmessi al
Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, che provvede a darne
comunicazione alla Commissione Europea.
2.2.16. Cenni sull’organizzazione territoriale del servizio di gestione
integrata dei rifiuti urbani
Gli ATO e la loro delimitazione
La gestione dei rifiuti urbani è organizzata sulla base di ambiti territoriali ottimali
delimitati dal Piano regionale (approvato o adeguato ai sensi dell’art. 199) nel
rispetto delle linee guida di competenza statale ai sensi dell’art. 195, comma 1,
lett. m) e secondo i seguenti criteri indicati dall’art. 200, comma 1:
� superamento della frammentazione delle gestioni attraverso un
servizio di gestione integrata dei rifiuti;
� conseguimento di adeguate dimensioni gestionali, stabilite sulla
base di parametri fisici, demografici, tecnici e sulla base delle
ripartizioni politico-amministrative;
7 Il D.lgs. 13 gennaio 2003, n. 36 (in Suppl. ordinario n. 40 alla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, 12 marzo 2003, n. 59) è entrato in vigore
il 27 marzo 2003.
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� adeguata valutazione del sistema stradale e ferroviario di
comunicazione al fine di ottimizzare i trasporti all’interno dell’ATO;
� valorizzazione di esigenze comuni e affinità nella produzione e
gestione dei rifiuti;
� ricognizione di impianti di gestione di rifiuti già realizzati e
funzionanti;
� considerazione delle precedenti delimitazioni affinché i nuovi
ATO si discostino dai precedenti solo sulla base di motivate
esigenze di efficacia, efficienza ed economicità.
La delimitazione degli ATO da parte delle Regioni, sentite le Province e i
Comuni interessati, deve essere eseguita entro sei mesi dall’entrata in vigore
della Parte IV del D.lgs. 152/2006. Il relativo provvedimento deve essere
comunicato alle Province e ai Comuni interessati (art. 200, comma 2).
Entro trenta giorni dalla comunicazione di tale provvedimento, i singoli
Comuni possono presentare motivate e documentate richieste di modifica
all’assegnazione a uno specifico ATO e di spostamento in altro ATO, limitrofo a
quello di assegnazione (art. 200, comma 6).
Qualora gli ATO siano ricompresi nel territorio di due o più Regioni, la
delimitazione degli stessi è operata dalle Regioni interessate d’intesa tra loro
(art. 200, comma 3).
Le città o gli agglomerati di Comuni, di dimensioni maggiori di quelle medie di
un singolo ambito, possono essere suddivisi applicando i criteri riportati sopra
in merito alla delimitazione degli ATO (art. 200, comma 5).
Le Regioni possono adottare modelli alternativi o in deroga al modello degli
Ambiti Territoriali Ottimali laddove predispongano un piano regionale dei rifiuti
che dimostri la propria adeguatezza rispetto agli obiettivi strategici previsti
dalla normativa vigente, con particolare riferimento ai criteri generali e alle
linee guida riservati, in materia, allo Stato (art. 200, comma 7).
La Legge 24 dicembre 2007, n. 224 all’art. 2, comma 38, per quanto attiene
specificamente ai rifiuti, per la riduzione dei costi derivanti da duplicazione di
funzioni per enti e organismi da esse istituiti, ha previsto che, le Regioni,
nell'esercizio delle prerogative costituzionali in materia di organizzazione e
gestione del servizio di gestione integrata dei rifiuti, procedono entro il 01 luglio
2008 alla rideterminazione degli ambiti territoriali ottimali per la gestione dei
medesimi servizi secondo i principi dell'efficienza e della riduzione della spesa
nel rispetto dei seguenti criteri generali, quali indirizzi di coordinamento della
finanza pubblica:
a) in sede di delimitazione degli ambiti secondo i criteri e i principi di cui
all’art. 200 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, valutazione
prioritaria dei territori provinciali quali ambiti territoriali ottimali ai fini
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dell'attribuzione delle funzioni in materia di rifiuti alle province ovvero, in
caso di bacini di dimensioni più ampie del territorio provinciale, alle
regioni o alle province interessate, sulla base di appositi accordi; in
alternativa, attribuzione delle medesime funzioni ad una delle forme
associative tra comuni di cui agli articoli 30 e seguenti del testo unico di
cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, composte da sindaci o
loro delegati che vi partecipano senza percepire alcun compenso;
b) destinazione delle economie a carattere permanente derivanti
dall'attuazione di tale norma, come accertate da ciascuna regione
con provvedimento comunicato al Ministro dell'economia e delle
finanze, al potenziamento degli interventi di miglioria e manutenzione
ordinaria e straordinaria delle reti e delle infrastrutture di supporto nei
rispettivi ambiti territoriali, nonché al contenimento delle tariffe per gli
utenti domestici finali.
Obiettivi degli ATO
Oltre agli obiettivi di raccolta differenziata di cui si è detto, in ogni ATO (art.
201, comma 5):
� è raggiunta, nell’arco di cinque anni dalla sua costituzione,
l’autosufficienza di smaltimento anche, ove opportuno,
attraverso forme di cooperazione e collegamento con altri
soggetti pubblici e privati;
� è garantita la presenza di almeno un impianto di trattamento a
tecnologia complessa, compresa una discarica di servizio.
Le Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale
L’Autorità d’Ambito è una struttura dotata di personalità giuridica costituita in
ciascun ATO, alla quale gli Enti locali partecipano obbligatoriamente e alla
quale è trasferito l’esercizio delle loro competenze in materia di gestione
integrata dei rifiuti (art. 201, comma 2).
Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della parte IV del D.lgs. 152/2006,
le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano disciplinano le forme e i
modi della cooperazione tra gli Enti locali ricadenti nel medesimo ATO,
prevedendo che gli stessi costituiscano le Autorità d’Ambito.
Nel rispetto del principio di coordinamento delle competenze con le altre
amministrazioni pubbliche, alle Autorità d’Ambito sono demandati (art. 201,
comma 1):
� l’organizzazione;
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� l’affidamento;
� il controllo del servizio di gestione integrata dei rifiuti.
Con il D.L. 25 gennaio 2010, n. 2, all'articolo 2 della Legge 23 dicembre 2009, n.
191, è stato inserito il comma 186 bis che prevedeva la soppressione delle
Autorità di ATO entro il 31/12/20108. Entro la stessa data, le regioni avrebbero
dovuto attribuire con legge le funzioni già esercitate dalle Autorità di ATO, nel
rispetto dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza.
La scadenza è stata poi prorogata, da ultimo al 31/12/2011 con il D.P.C.M. 25
marzo 2011, n. 519029.
Piani d’ambito
Al fine di organizzare il servizio e determinare gli obiettivi da perseguire per
garantire la gestione secondo criteri di efficienza, di efficacia, di economicità
e di trasparenza, l’Autorità d’Ambito adotta un apposito piano (art. 201,
comma 3).
Sulla base dei criteri e degli indirizzi fissati dalle Regioni, l’Autorità d’Ambito
elabora il predetto piano d’ambito che comprende:
� un programma degli interventi necessari (per conseguire gli
obiettivi ivi fissati);
� accompagnato da un piano finanziario:
� e dal connesso modello gestionale e organizzativo.
Nel piano d’ambito sono indicate, in particolare,
� le risorse disponibili, quelle da reperire,
� nonché i proventi derivanti dall’applicazione della tariffa sui rifiuti
nel periodo considerato (art. 203, comma 3).
8 “Decorso un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono soppresse le Autorità d'ambito territoriale di cui agli articoli 148 e 201
del decreto legislativo 03 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni. Decorso lo stesso termine, ogni atto compiuto dalle Autorità d'ambito
territoriale è da considerarsi nullo. Entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge, le regioni attribuiscono con legge le funzioni già
esercitate dalle Autorità, nel rispetto dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza. Le disposizioni di cui agli articoli 148 e 201 del
citato decreto legislativo n.152 del 2006 sono efficaci in ciascuna regione fino alla data di entrata in vigore della legge regionale di cui al periodo
precedente. I medesimi articoli sono comunque abrogati decorso un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge”. Di conseguenza le
Autorità di ATO avrebbero dovuto essere soppresse dal 31/12/2010 essendo la L. 191/2010 entrata in vigore dal 01/01/2010 (ai sensi dell’art. 2,
comma 253 della medesima Legge).
9 Nel D.P.C.M. è addotta la seguente motivazione della proroga: “La proroga intende assicurare l'indispensabile continuità nell'erogazione dei servizi
pubblici locali e nell'esercizio delle relative funzioni pubbliche, poiché l'abrogazione delle Autorità d'Ambito ad opera dell'articolo 2, comma 186-bis
della legge 191/2009, coinciderebbe temporalmente con le prime applicazioni delle disposizioni in tema di affidamento del servizio pubblico locale
recate dall'art. 23-bis del DL 112/2008, rendendo, in caso di intempestività delle leggi regionali di attribuzione delle funzioni delle AATO ad altri
soggetti, del tutto critiche le procedure di affidamento stesse. La cessazione delle AATO senza che le Regioni siano intervenute, inoltre, bloccherebbe
di fatto l'operatività del predetto art. 23-bis, giacché renderebbe del tutto controvertibile l'identità del soggetto legittimato all'affidamento dei servizi di
cui trattasi. La proroga garantisce un ulteriore periodo transitorio, utile al passaggio delle funzioni dalle AATO ai nuovi soggetti individuati dalle
regioni, nonché all'apprestamento di opportune iniziative di coordinamento in tal senso”.
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La gestione e l’erogazione del servizio
Nel rispetto della normativa comunitaria e nazionale sull’evidenza pubblica e
secondo i principi stabiliti dall’art. 202, per la gestione e per l’erogazione del
servizio nonché per il perseguimento degli obiettivi determinati, l’Autorità
d’Ambito affida le seguenti attività (art. 201, comma 4):
� la realizzazione, gestione ed erogazione dell’intero servizio,
comprensivo delle attività di gestione e di realizzazione degli
impianti;
� la raccolta, la raccolta differenziata, la commercializzazione e lo
smaltimento completo di tutti i rifiuti urbani e assimilati prodotti
all’interno dell’ATO.
Le Regioni, al fine di consentire il raggiungimento di obiettivi di efficienza,
efficacia ed economicità, disciplinano la durata della gestione da parte dei
soggetti affidatari, che non può essere inferiore a quindici anni (art. 201,
comma 6).
Le Regioni adottano, altresì, uno schema tipo di contratto di servizio nel rispetto
dei criteri e degli indirizzi di competenza statale ai sensi dell’art. 195, comma 1,
lett. m), n) e o). In conformità a tale schema tipo, sono redatti i contratti di
servizio, da allegare ai capitolati di gara, che regolano i rapporti tra l’Autorità
d’Ambito e i soggetti affidatari del servizio di gestione integrata dei rifiuti (art.
203, comma 1).
Ai fini della regolamentazione del rapporto con i soggetti affidatari del servizio
integrato di gestione dei rifiuti, l’Autorità d’Ambito:
� opera la ricognizione delle opere e degli impianti esistenti,
trasmettendo alla Regione i relativi dati,
� e definisce le procedure e le modalità, anche su base
pluriennale, per il perseguimento degli obiettivi previsti dalla
Parte IV del D.lgs. 152/2006 (art. 203, comma 3).
Per quanto attiene alle gestioni esistenti, i soggetti che esercitano il servizio,
anche in economia, alla data di entrata in vigore della Parte IV del D.lgs.
152/2006, continuano a eseguirlo fino alla istituzione e alla organizzazione del
servizio di gestione integrata dei rifiuti da parte dell’Autorità d’Ambito (art. 204,
comma 1).
Sino all’inizio delle attività del soggetto aggiudicatario della gara ad evidenza
pubblica indetta dall’Autorità d’Ambito, i Comuni continuano la gestione dei
rifiuti urbani e dei rifiuti assimilati avviati allo smaltimento in regime di privativa
nella forme di cui all’articolo 113, comma 5, del D.lgs. 18 agosto 2000, n. 267
(art. 198, comma 1).
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3. DESCRIZIONE DEL TERRITORIO
Il territorio viene suddiviso in due zone omogenee per quanto riguarda la
tipologia prevalente dei servizi di raccolta:
� ZONA A: area a maggiore densità abitativa e case sparse
� ZONA B: centro storico medioevale
Nella figura seguente è evidenziata l’area corrispondente al centro storico
medioevale, dove sono previsti servizi di raccolta prevalenti differenti dal resto
del territorio.
Figura 3.1 – Centro Storico Medioevale (Zona B)
Superficie (km2) 42,07
Altitudine (m s.l.m.) 141
Abitanti (n°) 19.787
Famiglie (n°) 7.945
Densità abitativa(ab/km2) 470
Utenze non domestiche (n°) 1.452
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La tipologia urbanistica è infatti caratterizzata da vie strette e di piccole
dimensioni (nelle figure seguenti alcuni esempi), che renderebbero difficile il
transito degli automezzi.
Figura 3.2 – Alcune vie del Centro Storico Medioevale (Zona B)
Di seguito la distribuzione abitativa, espressa come numero di civici per
ciascun numero di famiglie residenti per civico:
fam/civ A B TOT
1 2429 192 2621
2 1071 27 1098
3 446 6 452
4 217 2 219
5 128 0 128
6 72 0 72
7 43 0 43
8 18 0 18
9 10 0 10
10 5 0 5
11 7 0 7
12 8 0 8
13 8 0 8
14 1 0 1
15 1 0 1
16 1 0 1
17 3 0 3
18 2 0 2
19 1 0 1
tot 4.471 272 4.698
Tabella 3.1 - Distribuzione abitativa – Utenze residenti
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fam/civ n. civ % civ
da 1 a 4 4.390 93%
>4 308 7%
Tabella 3.2 – Sintesi distribuzione abitativa
La distribuzione abitativa denota una netta predominanza di case con meno
di 5 appartamenti, mentre sono in minoranza i condomini.
Il Comune di Minturno è interessato da significativi flussi turistici, in particolare
nella stagione estiva. Per tale ragione è necessario dimensionare un servizio
che possa assorbire le oscillazioni stagionali.
Di seguito è riportata la distribuzione abitativa per quanto riguarda le
abitazioni non occupate da residenti.
fam/civ Numero
1 1900
2 796
3 328
4 159
5 93
6 52
7 31
8 13
9 7
10 4
11 5
12 6
13 6
14 1
15 1
16 1
17 2
18 1
19 1
tot 3.407
Tabella 3.2 - Distribuzione abitativa – Seconde case/utenze turistiche
Scauri e Marina di Minturno sono i due principali centri turistici del comune
Minturno.
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Le frazioni di Tufo, Tremensuoli, Santa Maria Infante e Pulcherini sono
caratterizzate da peculiarità territoriali/urbanistiche tali da presentare le
condizioni ideali per la promozione del compostaggio domestico.
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4. DESCRIZIONE DEI SERVIZI DI RACCOLTA ATTUALI
Attualmente i sistemi di raccolta dei rifiuti di Minturno, prevedono tipologie di
servizio di tipo stradale.
I servizi, in particolare, sono così organizzati:
Rifiuto Attrezzature Frequenza di svuotamento
Organico Cassonetti (1.100 l) 7/7
Carta e cartone Cassonetti (1.100 l) 2/7
Vetro – Plastica – Alluminio
(multimateriale) Cassonetti (1.100 l) 2/7
Indifferenziato Cassonetti (1.100 l
e 2.400 l) 7/7
Tabella 4.1 – Organizzazione servizi attuali
La seguente tabella illustra i dati di raccolta dall’anno 2010 all’anno 2012 . I
dati sono espressi in tonnellate e % di raccolta differenziata:
Frazione merceologica 2010 2011 2012
Organico 67,84 213,25 115,75
Verde 0,00 0,00 0,00
Carta e cartone 395,47 429,79 401,13
Vetro 208,45 227,62 214,81
Plastica 185,47 220,73 218,09
Alluminio 0,00 0,00 0,00
Legno 0,00 0,00 0,00
Pile 0,28 0,24 0,26
Farmaci 0,48 0,48 0,58
RD 857,99 1.092,11 950,62
Rifiuti indifferenziati (R.S.U.) 10.415,77 9.929,24 10.309,86
TOTALE 11.273,76 11.021,35 11.260,48
Dato procatpite (kg/ab anno) 591,519 566,0973 569,0848
% RD 7,61% 9,91% 8,44%
Tabella 4.2 – Dati di raccolta 2010-2012
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Di seguito i dati pro-capite (riferito agli abitanti residenti) di raccolta delle
frazioni secche differenziate, sempre dal 2010 al 2012:
Frazione merceologica 2010 2011 2012
kg/ab res kg/ab res kg/ab res
Carta e cartone 20,75 22,08 20,27
Vetro 10,94 11,69 10,86
Plastica 9,73 11,34 11,02
Alluminio 0,00 0,00 0,00
Legno 0,00 0,00 0,00
Tabella 4.3 – Dati pro-capite di raccolta delle frazioni secche differenziate
Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre
2009 791,08 609,49 831,70 920,65 944,78 1.147,93 1.371,66 1.629,94 929,56 888,15 779,66 750,73
2010 720,7 635,85 848,46 880,085 979,83 1104,54 1460,74 1517,72 967,54 799,54 800,65 769,57
2011 741,818 710,95 673,92 909,99 939,21 984,22 1360,52 1657,57 1000,49 791,44 770,41 708,89
2012 701,36 669,50 852,34 898,22 992,57 1115,82 1384,93 1532,58 1021,79 833,05 746,65 746,26
Tabella 4.4 – Dati di raccolta 2010-2012
La stima degli abitanti equivalenti è stata effettuata andando a monitorare
l’andamento mensile della produzione di rifiuti presso il Comune di Minturno.
Nella Tabella 4.4 i dati sono espressi sotto forma di valore pro-capite,
prendendo in considerazione il numero di abitanti residenti.
I dati dimostrano una produzione quasi raddoppiata nei mesi estivi (giugno-
luglio-agosto), dovuta alle importanti fluttuazioni turistiche cui è soggetto il
comune.
La sovrapproduzione dei mesi estivi è stata utilizzata per stimare il numero di
presenze nei mesi estivi, e di conseguenza il numero di abitanti equivalenti,
che sarà utilizzato per la progettazione e la quantificazione dei servizi.
Nella seguente tabella l’andamento del numero di abitanti equivalenti
presenti nel comune di Minturno, stimati sulla base dei valori medi pro-capite
(utilizzando i dati di raccolta 2010 – 2012).
Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre
ab eq
19.787 19.787 19.787 22.949,76 24.523,3 27.678,19 35.470,29 40.302,98 24.923,86 19.787 19.787 19.787
Tabella 4.5 – Stima abitanti equivalenti per mese
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ob
iett
ivi
38
5. OBIETTIVI La normativa, in particolar modo il Dlgs 152/06 e s.m.i., prevede il
raggiungimento del 35 % di RD entro il 31/12/06, del 45 % entro il 31/12/2008 e
del 65 % entro il 31/12/2012 (art. 205 comma 1).
Inoltre il Dlgs 152/06 prevede il raggiungimento di determinati obiettivi in
termini di raccolta degli imballaggi: entro il 31/12/2008 il 60 % in peso dei rifiuti
di imballaggio dovrà essere recuperato o incenerito in impianti di
incenerimento rifiuti con recupero di energia.
Appare evidente la necessità di intervenire al fine di rispettare la normativa
vigente, adottando delle misure ad hoc per favorire l’incremento dei
quantitativi di rifiuto raccolti in modo differenziato nel territorio interessato.
Si prevede pertanto l’attivazione e/o l’incremento, laddove già esistenti, di
servizi di raccolta prevalentemente domiciliari, poiché diverse esperienze in
ambito nazionale ed internazionale hanno evidenziato la notevole efficacia di
tale tipologia di raccolta.
Nel capitolo successivo verranno descritte le integrazioni e le innovazioni
previste al fine di raggiungere gli obiettivi enunciati.
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6. SERVIZI DI RACCOLTA IN PROGETTO
La seguente tabella schematizza i servizi futuri prevalenti previsti per il
Comune di Minturno.
RIFIUTO MODALITA’ DI
RACCOLTA ATTREZZATURE FREQUENZA
ORGANICO domiciliare Mastelli 25 l, cassonetti 120, 240 l
3/7
CARTA E CARTONE
domiciliare
Mastelli 40 l, cassonetti
120, 240 l, 360 l
1/7
CARTONE domiciliare 2/7
VETRO stradale Campane
2.000 l
1/14
IMBALLAGGI PLASTICA E METALLICI
domiciliare Sacchi 110 l
1/7
INGOMBRANTI, RAEE
Su chiamata 1/28
R.U.P. raccolta presso
rivenditori
contenitori specifici
1/28
SECCO RESIDUO
domiciliare Sacchi 70 l
1/7
Tabella 6.0.1 – Servizi DI RACCOLTA
Per alcune utenze non domestiche i servizi sono caratterizzati da alcune
peculiarità, sia per quanto riguarda le attrezzature utilizzate che le frequenze
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di raccolta, variabili durante l’anno. Tali specificità saranno oggetto di
descrizione dettagliata nei successivi paragrafi. Il centro storico medioevale è
invece caratterizzato da isole ecologiche di prossimità, costituite da batterie
di contenitori carrellati datati di serratura e da un’isola ecologica interrata già
presente.
Per quanto riguarda il servizio specifico per i turisti e gli abitanti delle seconde
case, due sono le tipologie prevalenti previste:
• incremento delle frequenze di raccolta per le utenze non domestiche
interessate dai flussi turistici;
• adozione di un sistema a “Isole Ecologiche Mobili” per la raccolta
differenziata stradale di prossimità.
Isole Ecologiche Mobili
Il servizio prevede l’utilizzo di contenitori carrabili che vengono posizionati in
determinate aree del territorio, con collocazioni variabili tra 2 e 3 ore, in cui i
cittadini muniti di apposita chiave o badge elettronico possono conferire i
rifiuti differenziati nelle frazioni di raccolta previste. Il vantaggio dell’adozione
di questi sistemi risiede nel minore impatto ambientale/economico rispetto ad
un servizio domiciliare, in particolare in tale contesto territoriale dove
risulterebbe difficile offrire un servizio efficace ai turisti, caratterizzato da una
significativa connotazione stagionale. Le isole ecologiche mobili saranno
quindi utilizzate nella stagione estiva e in maniera meno intensa, limitatamente
ai fine settimana, nella restante parte dell’anno.
Le Isole Ecologiche Mobili garantiscono inoltre efficaci performance dal punto
di vista del decoro urbano: sul territorio sono presenti contenitori per la
raccolta dei rifiuti solo nelle ore di collocazione.
6.0. RIDUZIONE
La Direttiva 2008/98/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, all’art. 4,
dispone che quale ordine di priorità della normativa e della politica in materia
di prevenzione e gestione dei rifiuti si applica la seguente gerarchia:
1. prevenzione;
2. preparazione per il riutilizzo;
3. riciclaggio;
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4. recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia; e
5. smaltimento.
Pertanto è opportuno adottare delle strategie atte alla riduzione della
produzione complessiva di rifiuto, tramite la messa in pratica di una serie di
azioni, quali ad esempio:
• sviluppo del Green Public Procurement (acquisti pubblici ecologici);
• minimizzazione dei consumi cartacei negli uffici pubblici;
• promozione del compostaggio domestico e collettivo;
• applicazione della tariffa puntuale per la gestione dei rifiuti;
• sostituzione di materiali usa e getta con materiali riutilizzabili (presso
uffici, scuole, ospedali, mense ecc. e in occasione di manifestazioni locali);
• stipula e attuazione di accordi volontari di programma finalizzati alla
prevenzione dei rifiuti;
• riduzione e riutilizzo degli imballaggi per mezzo della diffusione della
pratica del vuoto a rendere, la vendita di prodotti sfusi o alla spina, la
promozione del consumo di acqua del rubinetto;
• raccolta di alimenti non consumati nella ristorazione collettiva e di
generi alimentari in prossimità di scadenza presso la grande distribuzione e i
venditori al dettaglio;
• promozione dell’utilizzo di pannolini lavabili;
• recupero, riparazione e riuso dei beni durevoli.
Nel seguito si procede al dimensionamento dei servizi considerando una
produzione complessiva di rifiuto antecedente alle azioni di riduzione, in modo
che i conteggi siano cautelativi e permettano di avviare tali servizi
immediatamente.
6.1. MERCEOLOGIA
Al fine di porre in essere una progettazione di un nuovo servizio di raccolta
differenziata, che risponda il più possibile alle esigenze territoriali di un dato
territorio, è necessario valutare la composizione dei rifiuti che caratterizzano lo
stesso.
La conoscenza qualitativa dei rifiuti, rappresenta la condicio sine qua non
per poter dimensionare, in maniera oculata, un sistema di raccolta.
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La valutazione della composizione dei rifiuti si basa spesso su medie
numeriche relative a territori con caratteristiche differenti.
Risulta viceversa importante conoscere localmente il rifiuto differenziandolo
in diverse classi merceologiche perché, solo in questo modo, è possibile
identificarne le diverse componenti e poter successivamente intervenire nel
modo più corretto.
A tale scopo si è considerata una composizione merceologica media del
rifiuto:
MATERIALE %
ORGANICO 30%
CARTA E CARTONE 14%
CARTONE 7%
VETRO 8%
PLASTICA IMB. 11%
ACCIAIO 2%
ALLUMINIO 0,5%
VERDE 8%
RAEE 2,0%
LEGNO 2%
TESSILI 1%
RUP 0,1%
INGOMBRANTI RECUPERATI 2%
ALTRO 2%
RSU 10%
TOT 100%
Tabella 6.1.1 – Composizione merceologica media del rifiuto
Grafico 6.1.1 – Composizione merceologica media del rifiuto
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6.2. PRODUZIONI ATTESE
La seguente tabella evidenzia la probabile produzione dei rifiuti dopo
l’attivazione dei servizi:
MATERIALE Produzione (kg/anno)
ORGANICO 3.436.879
CARTA E CARTONE 1.603.877
CARTONE 801.938
VETRO 916.501
PLASTICA IMB. 1.260.189
ACCIAIO 229.125
ALLUMINIO 57.281
VERDE 916.501
RAEE 229.125
LEGNO 229.125
TESSILI 114.563
RUP 11.456
INGOMBRANTI RECUPERATI 229.125
ALTRO 229.125
RSU 1.191.451
TOT 11.456.264
Tabella 6.2.1 – Produzioni attese
6.3. ORGANICO
Utenze domestiche
ZONA A (territorio del Comune di Minturno, escluso il Centro Storico
Medioevale)
La raccolta differenziata dell’ORGANICO sarà effettuata con modalità di
raccolta domiciliare. Saranno esclusi dal servizio coloro che aderiranno alla
pratica del compostaggio domestico.
Tutti i nuclei famigliari residenti avranno in dotazione una biopattumiera in
polietilene da 7-10 l ad uso esclusivamente domestico, dotata di fori per
consentire la aerazione, garantendo un abbattimento degli odori e una
parziale evaporazione dell’acqua contenuta all’interno del rifiuto; la
biopattumiera andrà utilizzata congiuntamente a sacchi biodegradabili. Sulla
base della presunta produzione di rifiuto, della frequenza di svuotamento, del
tasso di esposizione stimato, del tasso di conversione peso/volumetrico del
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materiale e della densità famiglie/stabile servito vengono individuate le
dotazioni necessarie di contenitori per ciascun punto raccolta.
Le tipologie di contenitori previste per le raccolte sono:
• Contenitore da 25 l in polietilene dotato di chiusura anti-
randagismo adatto all’esposizione diretta su strada
• Contenitore carrellato da 120 l in polietilene, adatto alla
movimentazione ed all’esposizione su strada
• Contenitore carrellato da 240 l in polietilene, adatto alla
movimentazione ed all’esposizione su strada
I contenitori utilizzati per il servizio saranno tutti dello stesso colore e saranno
dotati di adesivo riportante il nome del materiale raccolto e l’elenco delle
tipologie di rifiuto conferibili.
I contenitori assegnati agli stabili saranno posizionati, in via prioritaria, in aree
di pertinenza private direttamente accessibili dall’esterno al fine di consentire
lo svuotamento diretto da parte della ditta operante. Laddove non vi siano
aree aventi tali caratteristiche si opterà per il posizionamento in aree di
pertinenza interne non accessibili dall’esterno con l’onere dell’esposizione a
bordo strada, in luoghi che non diano intralcio al transito pedonale e
veicolare, dei contenitori per le utenze servite nei giorni ed entro gli orari
concordati. Nel caso di stabili in cui non vi siano spazi di pertinenza privata di
alcun genere si opterà per soluzioni di posizionamento stradale con cassonetti
dotati di identificativo del numero/i civico servito/i ed eventualmente
meccanismo di chiusura atto a consentire ai soli utenti serviti il conferimento
del materiale.
La frequenza di raccolta sarà di 3 raccolte/settimana, per un totale di circa
156 svuotamenti/anno per contenitore.
Le biopattumiere vengono assegnate in numero di una a ciascuna famiglia
residente e non residente. I sacchetti biodegradabili vengono assegnati in
numero di 1/svuotamento.
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Di seguito si valuta la produzione volumetrica riferita alla singola famiglia:
a Produzione totale per abitante equivalente 1,28 kg/ab/giorno
b % Potenziale sul totale prodotto 30%
c Produzione pro capite (a x b) 0,38 kg/ab/giorno
d % di Incidenza utenze domestiche 82%
e Produzione pro capite (c x d) 0,32 kg/ab/giorno
f Composizione media famiglie 2,17 abitanti/famiglia
g Produzione per famiglia - giorno (e x f) 0,68 kg/famiglia/giorno
h Produzione per famiglia - svuotamento (g x
i) 2,73
kg/famiglia/svuotamento
Frequenza servizio 2 / 7
i Max giorni tra 2 svuotamenti 4
l Tasso di conversione kg/l 0,50 kg/l
m Volumetria per famiglia (h / l) 5,47 l/famiglia/svuotamento
n Sovradimensionamento 10%
o Volumetria per famiglia sovradim. (m x
(1+n)) 6,01
l/famiglia/svuotamento
Tabella 6.3.1 – Produzioni/famiglia di organico
Per ogni famiglia si presume una produzione di rifiuto organico pari a 6,01
litri tra due svuotamenti successivi. Si considerano due svuotamenti a
settimana al fine di dimensionare i contenitori in moda tale da permettere
anche solo due svuotamenti a settimana. Tale dato, relazionato al numero di
famiglie presenti in ogni stabile, comporta le seguenti assegnazioni di
contenitori in funzione della tipologia di stabile, considerando di assegnare
comunque un mastello a famiglia per gli stabili fino a 4 famiglie residenti:
Famiglie/ unità abitativa
Produzione media
a svuotamento
Volume assegnato
Unità abitative Dotazione
prevista
n. l l n.
1 6,0 25 2.429 1 25 l
2 12,0 25 1.071 2 25 l
3 18,0 25 446 3 25 l
4 24,1 25 217 4 25 l
5 30,1 120 128 1 120 l
6 36,1 120 72 1 120 l
7 42,1 120 43 1 120 l
8 48,1 120 18 1 120 l
9 54,1 120 10 1 120 l
10 60,1 120 5 1 120 l
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Famiglie/ unità abitativa
Produzione media
a svuotamento
Volume assegnato
Unità abitative Dotazione
prevista
n. l l n.
11 66,2 120 7 1 120 l
12 72,2 120 8 1 120 l
13 78,2 120 8 1 120 l
14 84,2 120 1 1 120 l
15 90,2 120 1 1 120 l
16 96,2 120 1 1 120 l
17 102,2 120 3 1 120 l
18 108,3 120 2 1 120 l
19 114,3 120 1 1 120 l
Tabella 6.3.2 – Definizione contenitori per la raccolta dell’organico UD – ZONA A
Complessivamente per la raccolta dell’organico-utenze domestiche
occorrono le seguenti attrezzature (senza considerare le scorte di magazzino):
Attrezzatura Numero
25 l 6.099 (*)
120 l 308
Biopattumiera 7 l 9.134 Sacchetti biodegradabili
(fornitura annua) 1.282.414
(*) il numero è stato decurtato del numero dei teorici compostatori domestici, considerato pari al 6% delle famiglie complessive
Tabella 6.3.3 – Numero complessivo attrezzature per la raccolta dell’organico UD – ZONA A
Di seguito si quantificano le esigenze in termini di ore annue necessarie
all’espletamento del servizio di raccolta, sulla base delle rese
(svuotamenti/squadra/turno), dei tassi presunti di esposizione e della
frequenza di servizio. Si prevede l’utilizzo di automezzi con vasca da 7 m3 e di
personale di livello contrattuale adeguato. Sulla base delle ore necessarie e
del costo di attrezzature, mezzi e personale si valutano i costi di servizio.
ATTREZZATURE UTILIZZATE
n. prese/squadra/turno tasso
esposizione
Mastelli 25 l 6.099 400 70%
Cassonetti 120 l 308 180 70%
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Raccolte/settimana 3
Ore necessarie 10.959
Tabella 6.3.4 – Impiego annuo di personale e mezzi per la raccolta dell’organico
UD – ZONA A
Le ore annue necessarie potranno essere inferiori, nel caso in cui aumenti il
numero di adesioni al compostaggio domestico.
ZONA B (Centro Storico Medioevale)
La raccolta differenziata dell’ORGANICO sarà effettuata con modalità di
raccolta di prossimità.
Tutti i nuclei famigliari residenti avranno in dotazione una biopattumiera in
polietilene da 7-10 l ad uso esclusivamente domestico, dotata di fori per
consentire la aerazione, garantendo un abbattimento degli odori e una
parziale evaporazione dell’acqua contenuta all’interno del rifiuto; la
biopattumiera andrà utilizzata congiuntamente a sacchi biodegradabili. Sulla
base della presunta produzione di rifiuto, della frequenza di svuotamento, del
tasso di esposizione stimato, del tasso di conversione peso/volumetrico del
materiale e della densità famiglie/stabile servito vengono individuate le
dotazioni necessarie di contenitori per ciascun punto raccolta.
Le tipologie di contenitori previste per le raccolte sono:
• Contenitore carrellati da 240 l in polietilene, adatto alla
movimentazione ed all’esposizione su strada dotati di serratura con
chiave o badge elettronico.
I contenitori utilizzati per il servizio saranno tutti dello stesso colore e saranno
dotati di adesivo riportante il nome del materiale raccolto e l’elenco delle
tipologie di rifiuto conferibili.
I contenitori saranno posizionati in aree strategiche perimetrali al centro
storico medioevale, in modo tale da permettere il transito degli automezzi e
rendere confortevole nel contempo il servizio offerto ai cittadini.
Nel centro storico è inoltre presente un’isola ecologica interrata, che sarà
integrata nel servizio.
La frequenza di raccolta sarà di 3 raccolte/settimana, per un totale di circa
156 svuotamenti/anno per contenitore.
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Le biopattumiere vengono assegnate in numero di una a ciascuna famiglia
residente e non residente. I sacchetti biodegradabili e compostabili vengono
assegnati in numero di 1/svuotamento.
Complessivamente per la raccolta dell’organico-utenze domestiche
occorrono le seguenti attrezzature (senza considerare le scorte di magazzino):
Attrezzatura Numero
240 l 10
Biopattumiera 7 l 272 Sacchetti biodegradabili
(fornitura annua) 28.288
Serrature
Tabella 6.3.5 – Numero complessivo attrezzature per la raccolta dell’organico UD – ZONA B
Di seguito si quantificano le esigenze in termini di ore annue necessarie
all’espletamento del servizio di raccolta, sulla base delle rese
(svuotamenti/squadra/turno), dei tassi presunti di esposizione e della
frequenza di servizio. Si prevede l’utilizzo di automezzi con vasca da 7 m3 e di
personale di livello contrattuale adeguato. Sulla base delle ore necessarie e
del costo di attrezzature, mezzi e personale si valutano i costi di servizio.
ATTREZZATURE UTILIZZATE
n. prese/squadra/turno tasso
esposizione
Cassonetti 240 l 10 140 100%
Raccolte/settimana 3
Ore necessarie 67
Tabella 6.3.6 – Impiego annuo di personale e mezzi per la raccolta dell’organico
UD – ZONA B
Utenze non domestiche La raccolta differenziata dell’ORGANICO sarà effettuata con modalità di
raccolta domiciliare.
Sulla base della presunta produzione di rifiuto, della frequenza di
svuotamento, del tasso di esposizione stimato e del tasso di conversione
peso/volumetrico del materiale verranno individuate le dotazioni necessarie di
contenitori per ciascuna utenza.
Le tipologie di contenitori previste per le raccolte sono:
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• Contenitore carrellato da 120 l in polietilene, adatto alla
movimentazione ed all’esposizione su strada
• Contenitore carrellato da 240 l in polietilene, adatto alla
movimentazione ed all’esposizione su strada
I contenitori utilizzati per il servizio saranno tutti dello stesso colore e saranno
dotati di adesivo riportante il nome del materiale raccolto e l’elenco delle
tipologie di rifiuto conferibili.
I contenitori assegnati alle utenze saranno posizionati, in via prioritaria, in
aree di pertinenza private direttamente accessibili dall’esterno al fine di
consentire lo svuotamento diretto da parte della ditta operante. Laddove non
vi siano aree aventi tali caratteristiche si opterà per il posizionamento in aree di
pertinenza interne non accessibili dall’esterno con l’onere dell’esposizione a
bordo strada, in luoghi che non diano intralcio al transito pedonale e
veicolare, dei contenitori per le utenze servite nei giorni ed entro gli orari
concordati. Nel caso in cui non vi siano spazi di pertinenza privata di alcun
genere si opterà per soluzioni di posizionamento stradale con cassonetti dotati
di identificativo dell’utenza servita e meccanismo di chiusura atto a consentire
ai soli utenti serviti il conferimento del materiale.
La frequenza di raccolta sarà di 3 raccolte/settimana, per un totale di circa
156 svuotamenti/anno per contenitore.
Per valutare la produzione di organico delle utenze non domestiche si
procede moltiplicando un coefficiente di produzione kd (kd max) espresso in
kg/m2 per la superficie della singola utenza non domestica. I valori di kd
derivano da quanto definito dal D.P.R. 158/99 Allegato I.
UTENZE NON DOMESTICHE SERVITE: 336
Complessivamente per la raccolta dell’organico-utenze non domestiche
occorrono le seguenti attrezzature (ad esclusione delle scorte di magazzino):
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Attrezzatura n.
120 l 329
240 l 48 Sacchetti biodegradabili
(fornitura annua) 58.812
Tabella 6.3.7 – Numero complessivo attrezzature per la raccolta dell’organico UND
Di seguito si quantificano le esigenze in termini di ore annue necessarie
all’espletamento del servizio di raccolta, sulla base delle rese
(svuotamenti/squadra/turno), dei tassi presunti di esposizione e della
frequenza di servizio. Si prevede l’utilizzo di automezzi con vasca da 7 m3 e di
personale di livello contrattuale adeguato. Sulla base delle ore necessarie e
del costo di attrezzature, mezzi e personale si valutano i costi di servizio.
ATTREZZATURE UTILIZZATE
n. prese/squadra/turno tasso
esposizione
Cassonetti 120 l 329 130 80%
Cassonetti 240 l 48 130 80%
Raccolte/settimana 2*
Ore annue necessarie 81
* Nei mesi estivi (17 settimane/anno) sono previsti 4 passaggi settimanali aggiuntivi (complessivamente 7/7) per le utenze non domestiche interessate da flussi turistici. Per quantificare i costi dei di tale incremento di passaggi si sono considerate il 50% delle utenze non domestiche presenti sul territorio.
Tabella 6.3.6 – Impiego annuo di personale e mezzi per la raccolta dell’organico UND
TRASPORTO AGLI IMPIANTI
Di seguito si effettua una stima del costo dei viaggi annui necessari dal
cantiere all’impianto per il conferimento dei rifiuti raccolti, considerando un
numero di 104 trasporti annui (uno per ogni turno di raccolta):
Distanza impianto 75
Viaggi/anno 156
Velocità media (km/h) 90
Ore annue necessarie 260
Mezzo utilizzato Motrice con scarrabile
Tabella 6.3.7 – Impiego annuo di personale e mezzi per il trasporto dell’organico
presso gli impianti di conferimento
Il materiale verrà conferito presso un impianto di trattamento definito dal
comune di Minturno.
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6.4. CARTA E CARTONE
Utenze domestiche ZONA A
La raccolta differenziata di CARTA E CARTONE sarà di tipo domiciliare.
Sulla base della presunta produzione di rifiuto della frequenza di svuotamento
del tasso di captazione presuntivo, della densità peso/volumetrica del
materiale e della densità famiglie/stabile servito verranno individuate le
dotazioni necessarie di contenitori per ciascun punto raccolta.
Le tipologie di contenitori previste per le raccolte sono:
• Contenitore da 40 l in polietilene dotato di chiusura anti-
randagismo adatto all’esposizione diretta su strada
• Contenitore carrellato da 120 l in polietilene, adatto alla
movimentazione ed all’esposizione su strada
• Contenitore carrellato da 240 l in polietilene, adatto alla
movimentazione ed all’esposizione su strada
• Contenitore carrellato da 360 l in polietilene, adatto alla
movimentazione ed all’esposizione su strada
La frequenza di raccolta sarà settimanale, per un totale di circa 52
svuotamenti/anno.
Di seguito si valuta la produzione volumetrica riferita alla singola famiglia:
a Produzione pro capite TOTALE 1,28 kg/ab/giorno
b % Potenziale sul totale prodotto 14%
c Produzione pro capite (a x b) 0,18 kg/ab/giorno
d % di Incidenza utenze domestiche 85%
e Produzione pro capite (c x d) 0,15 kg/ab/giorno
f Composizione media famiglie 2,17 abitanti/famiglia
g Produzione per famiglia - giorno (e x f) 0,33 kg/famiglia/giorno
h Produzione per famiglia - svuotamento (g x i)
2,30 kg/famiglia/svuotamento
Frequenza servizio 1 / 7
i Max giorni tra 2 svuotamenti 7
l Tasso di conversione kg/l 0,25 kg/l
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m Volumetria per famiglia (h / l) 9,21 l/famiglia/svuotamento
n Sovradimensionamento 10%
o Volumetria per famiglia sovradim. (m x
(1+n)) 10,13
l/famiglia/svuotamento
Tabella 6.4.1 – Produzioni/famiglia di carta e cartone UD - ZONA A
Per ogni famiglia si presume una produzione di carta e cartone pari a 10,13
litri in 7 giorni, che è il periodo massimo che intercorre tra due svuotamenti
successivi. Tale dato, relazionato al numero di famiglie presenti in ogni stabile,
comporta le seguenti assegnazioni di contenitori in funzione della tipologia di
stabile, considerando che per gli stabili fino a 4 famiglie verrà consegnato un
mastello ad ogni famiglia:
Famiglie/ unità abitativa
Produzione media
a svuotamento
Volume assegnato
Unità abitative Dotazione
prevista
n. l l n.
1 10,1 120 2.429 1 40 l
2 20,3 120 1.071 2 40 l
3 30,4 120 446 3 40 l
4 40,5 120 217 4 40 l
5 50,7 120 128 1 120 l
6 60,8 120 72 1 120 l
7 70,9 120 43 1 120 l
8 81,1 120 18 1 120 l
9 91,2 120 10 1 120 l
10 101,3 120 5 1 120 l
11 111,5 120 7 1 120 l
12 121,6 240 8 1 240 l
13 131,7 240 8 1 240 l
14 141,9 240 1 1 240 l
15 152,0 240 1 1 240 l
16 162,1 240 1 1 240 l
17 172,3 240 3 1 240 l
18 182,4 240 2 1 240 l
19 192,5 240 1 1 240 l
Tabella 6.4.2 – Definizione contenitori per la raccolta di carta e cartone UD
Complessivamente per la raccolta di carta e cartone-utenze domestiche
occorrono le seguenti attrezzature (senza considerare le scorte di magazzino):
educazione . r icerca . in formazione . comunicazione . ambientale
53
pro
ge
tto
Attrezzatura Numero
Mastelli 40 l 6.777
Cassonetti 120 l 283
Cassonetti 240 l 25
Tabella 6.4.3 – Numero complessivo attrezzature per la raccolta di carta e cartone
UD – ZONA A
Di seguito si quantificano le esigenze in termini di ore annue necessarie
all’espletamento del servizio di raccolta, sulla base delle rese
(svuotamenti/squadra/turno), dei tassi presunti di esposizione e della
frequenza di servizio. Si prevede l’utilizzo di automezzi compattatori da 10 m3 e
di personale di livello contrattuale adeguato. Sulla base delle ore necessarie e
del costo di attrezzature, mezzi e personale si valutano i costi di servizio.
ATTREZZATURE UTILIZZATE
n. prese/squadra/turno tasso
esposizione
Mastelli 40 l 6.777 400 70%
Cassonetti 120 l 283 210 70%
Cassonetti 240 l 25 190 70%
Raccolte/settimana 1,0
Ore annue necessarie 4.023
Tabella 6.4.4 – Impiego annuo di personale e mezzi per la raccolta di carta e
cartone UD – ZONA A
ZONA B (Centro Storico Medioevale)
La raccolta differenziata della CARTA e CARTONE sarà effettuata con
modalità di raccolta di prossimità.
Sulla base della presunta produzione di rifiuto, della frequenza di
svuotamento, del tasso di esposizione stimato, del tasso di conversione
peso/volumetrico del materiale e della densità famiglie/stabile servito
vengono individuate le dotazioni necessarie di contenitori per ciascun punto
raccolta.
Le tipologie di contenitori previste per le raccolte sono:
educazione . r icerca . in formazione . comunicazione . ambientale
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pro
ge
tto
• Contenitore carrellati da 360 l in polietilene, adatto alla
movimentazione ed all’esposizione su strada dotati di serratura con
chiave o badge elettronico.
I contenitori utilizzati per il servizio saranno tutti dello stesso colore e saranno
dotati di adesivo riportante il nome del materiale raccolto e l’elenco delle
tipologie di rifiuto conferibili.
I contenitori saranno posizionati in aree strategiche perimetrali al centro
storico medioevale, in modo tale da permettere il transito degli automezzi e
rendere confortevole nel contempo il servizio offerto ai cittadini.
Nel centro storico è inoltre presente un’isola ecologica interrata, che sarà
integrata nel servizio.
La frequenza di raccolta sarà di 2 raccolte/settimana, per un totale di circa
104 svuotamenti/anno per contenitore.
Complessivamente per la raccolta della carta-utenze domestiche
occorrono le seguenti attrezzature (senza considerare le scorte di magazzino):
Attrezzatura Numero
360 l 10
Serrature 10
Tabella 6.4.5 – Numero complessivo attrezzature per la raccolta della carta e cartone UD – ZONA B
Di seguito si quantificano le esigenze in termini di ore annue necessarie
all’espletamento del servizio di raccolta, sulla base delle rese
(svuotamenti/squadra/turno), dei tassi presunti di esposizione e della
frequenza di servizio. Si prevede l’utilizzo di autocompattatori da 10 m3 e di
personale di livello contrattuale adeguato. Sulla base delle ore necessarie e
del costo di attrezzature, mezzi e personale si valutano i costi di servizio.
ATTREZZATURE UTILIZZATE
n. prese/squadra/turno tasso
esposizione
Cassonetti 360 l 10 130 100%
Raccolte/settimana 2
Ore necessarie 48
Tabella 6.4.6 – Impiego annuo di personale e mezzi per la raccolta carta e cartone
UD – ZONA B
educazione . r icerca . in formazione . comunicazione . ambientale
55
pro
ge
tto
Utenze non domestiche La raccolta differenziata della CARTA sarà di tipo domiciliare.
Sulla base della presunta produzione di rifiuto, della frequenza di
svuotamento, del tasso di esposizione stimato e del tasso di conversione
peso/volumetrico del materiale verranno individuate le dotazioni necessarie di
contenitori per ciascuna utenza.
Le tipologie di contenitori previste per le raccolte sono:
• Contenitore da 40 l in polietilene, adatto all’esposizione su strada
• Contenitore carrellato da 120 l in polietilene, adatto alla
movimentazione ed all’esposizione su strada
• Contenitore carrellato da 240 l in polietilene, adatto alla
movimentazione ed all’esposizione su strada
• Contenitore carrellato da 360 l in polietilene, adatto alla
movimentazione ed all’esposizione su strada
• Contenitore carrellato da 660 l in polietilene, adatto alla
movimentazione ed all’esposizione su strada
La frequenza di raccolta sarà di 1 raccolta/settimana, per un totale di circa
52 svuotamenti/anno.
Per valutare la produzione della carta delle utenze non domestiche si
procede moltiplicando un coefficiente di produzione kd (kd MAX) espresso in
kg/m2 per la superficie della singola utenza non domestica. I valori di kd
derivano da quanto definito dal D.P.R. 158/99 Allegato I.
UTENZE NON DOMESTICHE SERVITE: 21
Complessivamente per la raccolta della carta - utenze non domestiche
occorrono le seguenti attrezzature:
Attrezzatura Numero
Cassonetti 240 l 1.251
Tabella 6.4.7 – Numero complessivo attrezzature per la raccolta della carta UND
educazione . r icerca . in formazione . comunicazione . ambientale
56
pro
ge
tto
Di seguito si quantificano le esigenze in termini di ore annue necessarie
all’espletamento del servizio di raccolta, sulla base delle rese
(svuotamenti/squadra/turno), dei tassi presunti di esposizione e della
frequenza di servizio. Si prevede l’utilizzo di automezzi compattatori da 10 m3 e
di personale di livello contrattuale adeguato. Sulla base delle ore necessarie e
del costo di attrezzature, mezzi e personale si valutano i costi di servizio.
ATTREZZATURE UTILIZZATE
n. prese/squadra/turno tasso
esposizione
Mastelli 40 l 1.102 400 70%
Cassonetti 120 l 70 180 70%
Cassonetti 240 l 7 180 70%
Cassonetti 360 l 2 130 70%
Cassonetti 660 l 1 130 70%
Raccolte/settimana 1
Ore annue necessarie 682
Tabella 6.4.8 – Impiego annuo di personale e mezzi per la raccolta di carta e cartone UND
TRASPORTO AGLI IMPIANTI
Di seguito si effettua una stima del numero e del relativo costo dei viaggi
annui necessari dal cantiere all’impianto per il conferimento dei rifiuti raccolti:
a) Quantità captate/anno 1.292 t
b) Rapporto conversione 0,22 t/m3
c) Volumi captati/anno (b/c) 5.872 m3
d) Volume scarrabile 26 m3
e) Rapporto compattazione x:1 4
f) Volume utile 104 m3
g) Viaggi/anno - volume (c/f) 57
h) Portata motrice 13 t
i) Viaggi/anno - peso (a/h) 100
l) Viaggi/anno (max h,l) 100
educazione . r icerca . in formazione . comunicazione . ambientale
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pro
ge
tto
Distanza impianto (km) 13
Viaggi/anno 100
Velocità media (km/h) 70
Ore annue necessarie 37
Mezzo utilizzato Motrice con scarrabile
Tabella 6.4.7 – Impiego annuo di personale e mezzi per il trasporto di carta e
cartone presso gli impianti
I l materiale verrà conferito presso una piattaforma COMIECO.
6.5. CARTONE
Utenze non domestiche
Esclusivamente per utenze non domestiche selezionate è prevista
l’attivazione di un servizio domiciliare di raccolta del CARTONE. La
convenienza dell’attivazione di un servizio ad hoc per tale tipologia di
materiale risiede nel maggior valore del contributo CONAI (Consorzio
Nazionale Imballaggi) previsto per il cartone raccolto separatamente rispetto
al contributo erogato in caso di raccolta congiunta di carta e cartone. Non si
prevede invece l’attivazione di tale raccolta per le utenze domestiche, in
quanto i quantitativi prodotti non sono tali da rendere economicamente
conveniente l’operazione.
La raccolta differenziata del CARTONE sarà effettuata con modalità di
raccolta domiciliare.
Le utenze produttrici di CARTONE esporranno il materiale ripiegato fronte
strada nei giorni e negli orari previsti per la raccolta, in luoghi che non diano
intralcio al transito pedonale e veicolare.
La frequenza di raccolta sarà di 2 raccolte/settimana nel periodo invernale
e di 4 raccolte/settimana nel periodo estivo, per le utenze non domestiche
interessate da flussi turistici.
Per valutare la produzione di carta delle utenze non domestiche si procede
moltiplicando un coefficiente di produzione kd (kd MAX) espresso in kg/m2 per
la superficie della singola utenza non domestica. I valori di kd derivano da
quanto definito dal D.P.R. 158/99 Allegato I.
educazione . r icerca . in formazione . comunicazione . ambientale
58
pro
ge
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UTENZE NON DOMESTICHE SERVITE: 1.123
Di seguito si quantificano le esigenze in termini di ore annue necessarie
all’espletamento del servizio di raccolta, sulla base delle rese
(svuotamenti/squadra/turno), dei tassi presunti di esposizione e della
frequenza di servizio. Si prevede l’utilizzo di automezzi compattatori da 10 m3
e di personale di livello contrattuale adeguato. Sulla base delle ore necessarie
e del costo di attrezzature, mezzi e personale si valutano i costi di servizio.
ATTREZZATURE UTILIZZATE
n. prese/squadra/tur
no tasso
esposizione Pacchi 1.123 200 70%
Raccolte/settimana 2*
Ore annue necessarie 2.453
* Nei mesi estivi (17 settimane/anno) sono previsti 4 passaggi settimanali aggiuntivi (complessivamente 7/7) per le utenze non domestiche interessate da flussi turistici. Per quantificare i costi dei di tale incremento di passaggi si sono considerate il 50% delle utenze non domestiche presenti sul territorio.
Tabella 6.5.1 – Impiego annuo di personale e mezzi per la raccolta del cartone -
Inverno
educazione . r icerca . in formazione . comunicazione . ambientale
59
pro
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6.6. VETRO
Utenze domestiche La raccolta differenziata del VETRO sarà di tipo stradale, mediante
campane.
Sulla base della presunta produzione di rifiuto, della frequenza di
svuotamento e della densità peso/volumetrica del materiale e della densità
famiglie/stabile servito verranno individuate le dotazioni necessarie di
contenitori.
Le tipologie di contenitori previste per le raccolte sono:
• Campane da 2.000 l
La frequenza di raccolta sarà quindicinale, per un totale di circa 26
svuotamenti/anno.
Di seguito si valuta la produzione volumetrica riferita alla singola famiglia:
a Produzione pro capite TOTALE 1,28 kg/ab/giorno
b % Potenziale sul totale prodotto 8%
c Produzione pro capite (a x b) 0,10 kg/ab/giorno
d % di Incidenza utenze domestiche 49%
e Produzione pro capite (c x d) 0,05 kg/ab/giorno
f Composizione media famiglie 3,25 abitanti/famiglia
g Produzione per famiglia - giorno (e x f) 0,16 kg/famiglia/giorno
h Produzione per famiglia -
svuotamento (g x i) 4,56
kg/famiglia/svuotamento
Frequenza servizio 0,3 / 7
i Max giorni tra 2 svuotamenti 28
l Tasso di conversione kg/l 0,22 kg/l
m Volumetria per famiglia (h / l) 20,71 l/famiglia/svuotamento
n Sovradimensionamento 10%
o Volumetria per famiglia sovradim. (m x
(1+n)) 22,78
l/famiglia/svuotamento
Tabella 6.6.1 – Produzioni/famiglia di vetro UD - ZONA A e B
Di seguito si quantificano le esigenze in termini di ore annue necessarie
all’espletamento del servizio di raccolta, sulla base delle rese
(svuotamenti/squadra/turno), dei tassi presunti di esposizione e della
frequenza di servizio. Si prevede l’utilizzo di Automezzo con gru e cassone da
educazione . r icerca . in formazione . comunicazione . ambientale
60
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30 m3 e di personale di livello contrattuale adeguato. Sulla base delle ore
necessarie e del costo di attrezzature, mezzi e personale si valutano i costi di
servizio.
ATTREZZATURE UTILIZZATE
n. prese/squadra/turno tasso
esposizione
Campane 2.000 l 87 35 100%
Raccolte/settimana 0,5
Ore annue necessarie 388
Tabella 6.6.2 – Impiego annuo di personale e mezzi per la raccolta del vetro UD
Utenze non domestiche La raccolta differenziata del VETRO sarà di tipo domiciliare.
Sulla base della presunta produzione di rifiuto, della frequenza di
svuotamento, del tasso di esposizione stimato e del tasso di conversione
peso/volumetrico del materiale verranno individuate le dotazioni necessarie di
contenitori per ciascuna utenza.
Le tipologie di contenitori previste per le raccolte sono:
• Mastelli da 35 l in polietilene, adatto all’esposizione su strada
• Contenitore carrellato da 120 l in polietilene, adatto alla
movimentazione ed all’esposizione su strada
• Contenitore carrellato da 240 l in polietilene, adatto alla
movimentazione ed all’esposizione su strada
• Contenitore carrellato da 360 l in polietilene, adatto alla
movimentazione ed all’esposizione su strada
I contenitori utilizzati per il servizio saranno dello stesso colore e saranno
dotati di adesivo riportante il nome del materiale raccolto e l’elenco delle
tipologie di rifiuto conferibili.
La frequenza di raccolta sarà di 2 raccolta/settimana, per un totale di circa
104 svuotamenti/anno.
educazione . r icerca . in formazione . comunicazione . ambientale
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pro
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Per valutare la produzione di carta delle utenze non domestiche si procede
moltiplicando un coefficiente di produzione kd (kd MAX) espresso in kg/m2 per
la superficie della singola utenza non domestica. I valori di kd derivano da
quanto definito dal D.P.R. 158/99 Allegato I.
UTENZE NON DOMESTICHE SERVITE: 230
Complessivamente per la raccolta del vetro-utenze non domestiche
occorrono le seguenti attrezzature:
Attrezzatura Numero
Mastelli 35 l 65
Cassonetti 120 l 72
Cassonetti 240 l 58
Cassonetti 360 l 112
Tabella 6.6.3 – Numero complessivo attrezzature per la raccolta del vetro UND
Di seguito si quantificano le esigenze in termini di ore annue necessarie
all’espletamento del servizio di raccolta, sulla base delle rese
(svuotamenti/squadra/turno), dei tassi presunti di esposizione e della
frequenza di servizio. Si prevede l’utilizzo di automezzi con vasca da 7 m3 e di
personale di livello contrattuale adeguato. Sulla base delle ore necessarie e
del costo di attrezzature, mezzi e personale si valutano i costi di servizio.
ATTREZZATURE UTILIZZATE
n. prese/squadra/turno tasso
esposizione
Mastelli 35 l 65 300 70%
Cassonetti 120 l 72 110 70%
Cassonetti 240 l 58 1 70%
Cassonetti 360 l 112 1 70%
Raccolte/settimana 2,00* Ore annue necessarie 1.517
* Nei mesi estivi (17 settimane/anno) sono previsti 4 passaggi settimanali aggiuntivi (complessivamente 6/7) per le utenze non domestiche interessate da flussi turistici. Per quantificare i costi dei di tale incremento di passaggi si sono considerate il 50% delle utenze non domestiche presenti sul territorio.
Tabella 6.6.4 – Impiego annuo di personale e mezzi per la raccolta del vetro UND
educazione . r icerca . in formazione . comunicazione . ambientale
62
pro
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tto
Di seguito si effettua una stima del numero e del relativo costo dei viaggi
annui necessari dal cantiere all’impianto per il conferimento dei rifiuti raccolti.
TRASPORTO AGLI IMPIANTI
a) Quantità captate/anno 778 t
b) Rapporto conversione 0,25 t/m3
c) Volumi captati/anno (b/c) 3.112 m3
d) Volume scarrabile 30 m3
e) Rapporto compattazione x:1 1
f) Volume utile 30 m3
g) Viaggi/anno - volume (c/f) 104
h) Portata motrice 15 t
i) Viaggi/anno - peso (a/h) 52
l) Viaggi/anno (max h,l) 104
Distanza impianto (km) 70
Viaggi/anno 104
Velocità media (km/h) 60
Ore annue necessarie 45
Mezzo utilizzato Motrice con scarrabile
Tabella 6.6.5– Impiego annuo di personale e mezzi per il trasporto del vetro presso
gli impianti di conferimento
I l materiale verrà conferito presso una piattaforma COREVE.
educazione . r icerca . in formazione . comunicazione . ambientale
63
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tto
6.7. IMBALLAGGI IN PLASTICA E METALLICI
Utenze domestiche ZONA A
La raccolta differenziata di IMBALLAGGI IN PLASTICA E METALLICI sarà di
tipo domiciliare.
Sulla base della presunta produzione di rifiuto della frequenza di
svuotamento del tasso di captazione presuntivo, della densità
peso/volumetrica del materiale e della densità famiglie/stabile servito
verranno individuate le dotazioni necessarie di contenitori per ciascun punto
raccolta.
Le tipologie di contenitori previste per le raccolte sono :
• Sacchi semitrasparenti;
La frequenza di raccolta sarà di 1 raccolta/settimana, per un totale di circa
52 interventi/anno.
Ad ogni famiglia residente verrà assegnata una dotazione annua di sacchi.
Complessivamente per la raccolta di imballaggi in plastica e metallici
utenze domestiche occorrono le seguenti attrezzature:
Attrezzatura Numero
Sacchi (dotazione annua)
460.824
Tabella 6.7.1 – Numero complessivo attrezzature per la raccolta di imballaggi in
plastica e metallici UD – ZONA A
Di seguito si quantificano le esigenze in termini di ore annue necessarie
all’espletamento del servizio di raccolta, sulla base delle rese
(svuotamenti/squadra/turno), dei tassi presunti di esposizione e della
frequenza di servizio. Si prevede l’utilizzo di automezzi compattatori da 10 m3 e
di personale di livello contrattuale adeguato. Sulla base delle ore necessarie e
del costo di attrezzature, mezzi e personale si valutano i costi di servizio.
educazione . r icerca . in formazione . comunicazione . ambientale
64
pro
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ATTREZZATURE UTILIZZATE
n. prese/squadra/turno tasso
esposizione
Sacchi 8.862 450 70%
Raccolte/settimana 1
Ore annue necessarie 4.301
Tabella 6.7.2 – Impiego annuo di personale e mezzi per la raccolta di imballaggi in
plastica e metallici UD – ZONA A
ZONA B (Centro Storico Medioevale)
La raccolta differenziata degli imballaggi plastici e metallici sarà effettuata
con modalità di raccolta di prossimità.
Sulla base della presunta produzione di rifiuto, della frequenza di
svuotamento, del tasso di esposizione stimato, del tasso di conversione
peso/volumetrico del materiale e della densità famiglie/stabile servito
vengono individuate le dotazioni necessarie di contenitori per ciascun punto
raccolta.
Le tipologie di contenitori previste per le raccolte sono:
• Contenitore carrellati da 1.100 l in polietilene, adatto alla
movimentazione ed all’esposizione su strada dotati di serratura con
chiave o badge elettronico.
I contenitori utilizzati per il servizio saranno tutti dello stesso colore e saranno
dotati di adesivo riportante il nome del materiale raccolto e l’elenco delle
tipologie di rifiuto conferibili.
I contenitori saranno posizionati in aree strategiche perimetrali al centro
storico medioevale, in modo tale da permettere il transito degli automezzi e
rendere confortevole nel contempo il servizio offerto ai cittadini.
Nel centro storico è inoltre presente un’isola ecologica interrata, che sarà
integrata nel servizio.
La frequenza di raccolta sarà di 2 raccolte/settimana, per un totale di circa
104 svuotamenti/anno per contenitore.
Complessivamente per la raccolta della carta-utenze domestiche
occorrono le seguenti attrezzature (senza considerare le scorte di magazzino):
educazione . r icerca . in formazione . comunicazione . ambientale
65
pro
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tto
Attrezzatura Numero
1.100 l 13
Serrature 13
Tabella 6.7.3 – Numero complessivo attrezzature per la raccolta degli imballaggi in plastica e metallici – ZONA B
Di seguito si quantificano le esigenze in termini di ore annue necessarie
all’espletamento del servizio di raccolta, sulla base delle rese
(svuotamenti/squadra/turno), dei tassi presunti di esposizione e della
frequenza di servizio. Si prevede l’utilizzo di autocompattatori da 10 m3 e di
personale di livello contrattuale adeguato. Sulla base delle ore necessarie e
del costo di attrezzature, mezzi e personale si valutano i costi di servizio.
ATTREZZATURE UTILIZZATE
n. prese/squadra/turno tasso
esposizione
Cassonetti 360 l 13 100 100%
Raccolte/settimana 2
Ore necessarie 81
Tabella 6.7.4 – Impiego annuo di personale e mezzi per la raccolta degli
imballaggi plastici e metallici UD – ZONA B
Utenze non domestiche La raccolta differenziata di IMBALLAGGI IN PLASTICA E METALLICI sarà
effettuata con modalità di raccolta domiciliare.
Sulla base della presunta produzione di rifiuto, della frequenza di
svuotamento, del tasso di esposizione stimato e del tasso di conversione
peso/volumetrico del materiale verranno individuate le dotazioni necessarie di
contenitori per ciascuna utenza.
Le tipologie di attrezzatura previste per le raccolte sono:
• Sacchi semitrasparenti;
La frequenza di raccolta sarà di 1 raccolta/settimana, per un totale di circa
52 interventi/anno.
Per valutare la produzione di plastica e metalli delle utenze non domestiche
si procede moltiplicando un coefficiente di produzione kd (kd MAX) espresso in
educazione . r icerca . in formazione . comunicazione . ambientale
66
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kg/m2 per la superficie della singola utenza non domestica. I valori di kd
derivano da quanto definito dal D.P.R. 158/99 Allegato I.
UTENZE NON DOMESTICHE SERVITE: 817
Di seguito si quantificano le esigenze in termini di ore annue necessarie
all’espletamento del servizio di raccolta, sulla base delle rese
(svuotamenti/squadra/turno), dei tassi presunti di esposizione e della
frequenza di servizio. Si prevede l’utilizzo di automezzi compattatori da 10 m3 e
di personale di livello contrattuale adeguato. Sulla base delle ore necessarie e
del costo di attrezzature, mezzi e personale si valutano i costi di servizio.
ATTREZZATURE UTILIZZATE
n. prese/squadra/turno tasso
esposizione
Sacchi 817 400 90%
Raccolte/settimana 1,00*
Ore annue necessarie 574
* Nei mesi estivi (17 settimane/anno) sono previsti 4 passaggi settimanali aggiuntivi (complessivamente 5/7) per le utenze non domestiche interessate da flussi turistici. Per quantificare i costi dei di tale incremento di passaggi si sono considerate il 50% delle utenze non domestiche presenti sul territorio.
Tabella 6.7.5 – Impiego annuo di personale e mezzi per la raccolta di imballaggi in
plastica e metallici UND
TRASPORTO AGLI IMPIANTI
a) Quantità captate/anno 1.168 t
b) Rapporto conversione 0,055 t/m3
c) Volumi captati/anno (b/c) 21.234 m3
d) Volume scarrabile 26 m3
e) Rapporto compattazione x:1 5
f) Volume utile 130 m3
g) Viaggi/anno - volume (c/f) 164
h) Portata motrice 13 t
i) Viaggi/anno - peso (a/h) 90
l) Viaggi/anno (max h,l) 164
educazione . r icerca . in formazione . comunicazione . ambientale
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pro
ge
tto
Distanza impianto (km) 13
Viaggi/anno 164
Velocità media (km/h) 70
Ore annue necessarie 61
Mezzo utilizzato Motrice con scarrabile
Tabella 6.6.5 – Impiego annuo di personale e mezzi per il trasporto di imballaggi in plastica e metallici presso gli impianti di conferimento
Il materiale verrà conferito presso una piattaforma COREPLA/CIAL/Ricrea.
6.8. INGOMBRANTI
La raccolta differenziata degli INGOMBRANTI sarà di tipo domiciliare, con
prenotazione.
Gli utenti che necessitano del servizio dovranno esporre il materiale fronte
strada, nelle ore antecedenti alla raccolta e nel giorno concordato.
Sono state quantificate le risorse necessarie stimando 150 turni/anno di una
squadra composta da un automezzo e due addetti.
Di seguito si quantificano le esigenze in termini di ore annue necessarie
all’espletamento del servizio di raccolta, sulla base delle rese
(svuotamenti/squadra/turno), dei tassi presunti di esposizione e della
frequenza di servizio. Si prevede l’utilizzo di automezzi con pianale ribassato e
di personale di livello contrattuale adeguato. Sulla base delle ore necessarie e
del costo di mezzi e personale si valutano i costi di servizi, ipotizzando un turno
di servizio ogni due settimane.
Ore annue necessarie 939
Tabella 6.8.1 – Impiego annuo di personale e mezzi per la raccolta degli
ingombranti
educazione . r icerca . in formazione . comunicazione . ambientale
68
pro
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tto
TRASPORTO AGLI IMPIANTI
Di seguito si effettua una stima del numero e del relativo costo dei viaggi
annui necessari dal cantiere all’impianto per il conferimento dei rifiuti
ingombranti raccolti:
a) Quantità captate/anno 149 t
b) Rapporto conversione 0,20 t/m3
c) Volumi captati/anno (b/c) 745 m3
d) Volume scarrabile 30 m3
e) Rapporto compattazione x:1 1,0
f) Volume utile 30 m3
g) Viaggi/anno - volume (c/f) 25
h) Portata motrice 15 t
i) Viaggi/anno - peso (a/h) 10
l) Viaggi/anno (max h,l) 25
Tabella 6.8.2 – Impiego annuo di personale e mezzi per il trasporto degli ingombranti presso gli impianti di conferimento
Distanza impianto (km) 13
Viaggi/anno 25
Velocità media (km/h) 60
Ore annue necessarie 11
Mezzo utilizzato Motrice con scarrabile
Il materiale verrà conferito presso un impianto di trattamento specifico.
6.9. R.U.P.
La raccolta differenziata del R.U.P. (rifiuti urbani pericolosi, ovvero pile e
farmaci) sarà di tipo stradale. Presso i rivenditori di pile e presso le farmacie
saranno collocati dei contenitori ad hoc.
Le tipologie di contenitori previste per le raccolte sono :
• Contenitore per RUP
La frequenza di raccolta sarà di 1 raccolta/mese per un totale di circa 12
interventi/anno.
Complessivamente per la raccolta dei R.U.P. occorrono le seguenti
attrezzature:
educazione . r icerca . in formazione . comunicazione . ambientale
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Attrezzatura n.
Contenitori per RUP 130
Tabella 6.9.1 – Numero complessivo attrezzature per la raccolta dei R.U.P.
Di seguito si quantificano le esigenze in termini di ore annue necessarie
all’espletamento del servizio di raccolta. Si prevede l’utilizzo di automezzi
furgonati e di personale di livello contrattuale adeguato. Sulla base delle ore
necessarie e del costo di attrezzature, mezzi e personale si valutano i costi di
servizio.
ATTREZZATURE UTILIZZATE
n. prese/squadra/turno tasso
esposizione
Contenitori specifici per RUP
100 60 100%
Raccolte/settimana 0,25
Ore annue necessarie 130
Tabella 6.9.2 – Impiego annuo di personale e mezzi per la raccolta dei R.U.P.
TRASPORTO AGLI IMPIANTI
Di seguito si effettua una stima del numero e del relativo costo dei viaggi
annui necessari dal cantiere all’impianto per il conferimento dei rifiuti raccolti:
a) Quantità captate/anno 115 t
b) Rapporto conversione 2,00 t/m3
c) Volumi captati/anno (b/c) 57 m3
d) Volume scarrabile 30 m3
e) Rapporto compattazione x:1 1,0
f) Volume utile 30 m3
g) Viaggi/anno - volume (c/f) 2
h) Portata motrice 15 t
i) Viaggi/anno - peso (a/h) 8
l) Viaggi/anno (max h,l) 8
educazione . r icerca . in formazione . comunicazione . ambientale
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Distanza impianto (km) 13
Viaggi/anno 8
Velocità media (km/h) 60
Ore annue necessarie 3
Mezzo utilizzato Motrice con scarrabile
Tabella 6.8.3 – Impiego annuo di personale e mezzi per il trasporto dei R.U.P. presso
gli impianti di conferimento
Il materiale verrà conferito presso un impianto di trattamento idoneo.
6.10. VERDE
La raccolta differenziata del VERDE sarà di tipo domiciliare per le utenze
che ne faranno richiesta.
Le tipologie di attrezzature previste per le raccolte sono :
• Contenitore carrellato da 240 l in polietilene adatto all’esposizione
diretta su strada.
Gli utenti che necessitano del servizio dovranno esporre il materiale fronte
strada nei giorni e negli orari predefiniti. Gli utenti potranno utilizzare gli appositi
contenitori oppure esporre eventuale legname legato in fascine.
La frequenza di raccolta è quindicinale, per un totale di circa 26
interventi/anno.
Si stima di servire circa 1.000 utenze.
Complessivamente per la raccolta del verde occorrono le seguenti
attrezzature:
Attrezzatura n.
Cassonetti 240 l 1.000
Tabella 6.10.1 – Numero complessivo attrezzature per la raccolta del verde
Di seguito si quantificano le esigenze in termini di ore annue necessarie
all’espletamento del servizio di raccolta, sulla base delle rese
educazione . r icerca . in formazione . comunicazione . ambientale
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(svuotamenti/squadra/turno), dei tassi presunti di esposizione e della
frequenza di servizio. Si prevede l’utilizzo di automezzi a vasca da 7 m3 e di
personale di livello contrattuale adeguato. Sulla base delle ore necessarie e
del costo di attrezzature, mezzi e personale si valutano i costi di servizio.
ATTREZZATURE UTILIZZATE
n. prese/squadra/turno tasso
esposizione
Cassonetti 240 l 1.000 140 70%
Raccolte/settimana 0,5
Ore annue necessarie 782
Tabella 6.10.2 – Impiego annuo di personale e mezzi per la raccolta del verde
TRASPORTO AGLI IMPIANTI
Di seguito si effettua una stima del numero e del relativo costo dei viaggi
annui necessari dal cantiere all’impianto per il conferimento dei rifiuti verdi
raccolti:
a) Quantità captate/anno 596 t
b) Rapporto conversione 0,12 t/m3
c) Volumi captati/anno (b/c) 4.964 m3
d) Volume scarrabile 30 m3
e) Rapporto compattazione x:1 1,5
f) Volume utile 45 m3
g) Viaggi/anno - volume (c/f) 111
h) Portata motrice 15 t
i) Viaggi/anno - peso (a/h) 40
l) Viaggi/anno (max h,l) 111
Distanza impianto (km) 75
Viaggi/anno 7
Velocità media (km/h) 60
Ore annue necessarie 18
Mezzo utilizzato Motrice con scarrabile
Tabella 6.10.3 – Impiego annuo di personale e mezzi per il trasporto del verde presso gli impianti di conferimento
Il materiale verrà conferito presso un impianto di trattamento definito dal
comune di Minturno.
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6.11. SECCO RESIDUO
Utenze domestiche ZONA A
La raccolta differenziata del SECCO RESIDUO sarà di tipo domiciliare.
Sulla base della presunta produzione di rifiuto della frequenza di
svuotamento del tasso di captazione presuntivo, della densità
peso/volumetrica del materiale e della densità famiglie/stabile servito
verranno individuate le dotazioni necessarie di contenitori per ciascun punto
raccolta.
Le tipologie di contenitori previste per le raccolte sono :
• Sacchi di plastica
La frequenza di raccolta sarà di 1 raccolta/settimana, per un totale di circa
52 interventi/anno.
Ad ogni famiglia residente verrà assegnata una dotazione annua di sacchi.
Complessivamente per la raccolta del secco residuo-utenze domestiche
occorrono le seguenti attrezzature:
Attrezzatura Numero
Sacchi (dotazione annua) 460.824
Tabella 6.11.1 – Numero complessivo attrezzature per la raccolta di SECCO
RESIDUO UD – ZONA A
Di seguito si quantificano le esigenze in termini di ore annue necessarie
all’espletamento del servizio di raccolta, sulla base delle rese
(svuotamenti/squadra/turno), dei tassi presunti di esposizione e della
frequenza di servizio. Si prevede l’utilizzo di automezzi compattatori da 10 m3 e
di personale di livello contrattuale adeguato. Sulla base delle ore necessarie e
del costo di attrezzature, mezzi e personale si valutano i costi di servizio.
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ATTREZZATURE UTILIZZATE
n. prese/squadra/turno tasso
esposizione
Sacchi 8.862 450 75%
Raccolte/settimana 1
Ore annue necessarie 4.608
Tabella 6.11.2 – Impiego annuo di personale e mezzi per la raccolta di SECCO E
RESIDUO UD – ZONA A
ZONA B (Centro Storico Medioevale)
La raccolta differenziata degli imballaggi plastici e metallici sarà effettuata
con modalità di raccolta di prossimità.
Sulla base della presunta produzione di rifiuto, della frequenza di
svuotamento, del tasso di esposizione stimato, del tasso di conversione
peso/volumetrico del materiale e della densità famiglie/stabile servito
vengono individuate le dotazioni necessarie di contenitori per ciascun punto
raccolta.
Le tipologie di contenitori previste per le raccolte sono:
• Contenitore carrellati da 360 l in polietilene, adatto alla
movimentazione ed all’esposizione su strada dotati di serratura con
chiave o badge elettronico.
I contenitori utilizzati per il servizio saranno tutti dello stesso colore e saranno
dotati di adesivo riportante il nome del materiale raccolto e l’elenco delle
tipologie di rifiuto conferibili.
I contenitori saranno posizionati in aree strategiche perimetrali al centro
storico medioevale, in modo tale da permettere il transito degli automezzi e
rendere confortevole nel contempo il servizio offerto ai cittadini.
Nel centro storico è inoltre presente un’isola ecologica interrata, che sarà
integrata nel servizio.
La frequenza di raccolta sarà di 3 raccolte/settimana, per un totale di circa
156 svuotamenti/anno per contenitore.
Complessivamente per la raccolta della carta-utenze domestiche
occorrono le seguenti attrezzature (senza considerare le scorte di magazzino):
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Attrezzatura Numero
360 l 14
Serrature 14
Tabella 6.11.3 – Numero complessivo attrezzature per la raccolta del rifiuto secco residuo UD – ZONA B
Di seguito si quantificano le esigenze in termini di ore annue necessarie
all’espletamento del servizio di raccolta, sulla base delle rese
(svuotamenti/squadra/turno), dei tassi presunti di esposizione e della
frequenza di servizio. Si prevede l’utilizzo di autocompattatori da 10 m3 e di
personale di livello contrattuale adeguato. Sulla base delle ore necessarie e
del costo di attrezzature, mezzi e personale si valutano i costi di servizio.
ATTREZZATURE UTILIZZATE
n. prese/squadra/turno tasso
esposizione
Cassonetti 360 l 14 120 100%
Raccolte/settimana 3,00
Ore necessarie 109
Tabella 6.11.4 – Impiego annuo di personale e mezzi per la raccolta del rifiuto
secco residuo UD – ZONA B
Utenze non domestiche La raccolta differenziata del SECCO RESIDUO sarà effettuata con modalità
di raccolta domiciliare.
Sulla base della presunta produzione di rifiuto, della frequenza di
svuotamento, del tasso di esposizione stimato e del tasso di conversione
peso/volumetrico del materiale verranno individuate le dotazioni necessarie di
contenitori per ciascuna utenza.
Le tipologie di attrezzatura previste per le raccolte sono:
• Mastelli da 40 l in polietilene, adatto all’esposizione su strada
• Contenitore carrellato da 120 l in polietilene, adatto alla
movimentazione ed all’esposizione su strada
• Contenitore carrellato da 240 l in polietilene, adatto alla
movimentazione ed all’esposizione su strada
• Contenitore carrellato da 360 l in polietilene, adatto alla
movimentazione ed all’esposizione su strada
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• Contenitore carrellato da 660 l in polietilene, adatto alla
movimentazione ed all’esposizione su strada
La frequenza di raccolta sarà di 1 raccolta/settimana, per un totale di circa
52 interventi/anno.
Per valutare la produzione di plastica e metalli delle utenze non domestiche
si procede moltiplicando un coefficiente di produzione kd (kd MAX) espresso in
kg/m2 per la superficie della singola utenza non domestica. I valori di kd
derivano da quanto definito dal D.P.R. 158/99 Allegato I.
UTENZE NON DOMESTICHE SERVITE: 1452
Complessivamente per la raccolta del secco residuo - utenze non
domestiche occorrono le seguenti attrezzature:
Attrezzatura n.
Mastelli 40 l 490
Cassonetti 120 l 563
Cassonetti 240 l 165
Cassonetti 360 l 143
Cassonetti 660 l 154
Tabella 6.11.5 – Numero complessivo attrezzature per la raccolta del secco residuo
UND
Di seguito si quantificano le esigenze in termini di ore annue necessarie
all’espletamento del servizio di raccolta, sulla base delle rese
(svuotamenti/squadra/turno), dei tassi presunti di esposizione e della
frequenza di servizio. Si prevede l’utilizzo di automezzi compattatori da 10 m3 e
di personale di livello contrattuale adeguato. Sulla base delle ore necessarie e
del costo di attrezzature, mezzi e personale si valutano i costi di servizio.
ATTREZZATURE UTILIZZATE
n. prese/squadra/turno tasso
esposizione
Mastelli 40 l 490 400 80%
Cassonetti 120 l 563 180 80%
Cassonetti 240 l 165 180 80%
Cassonetti 360 l 143 180 80%
Cassonetti 660 l 154 110 80%
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Raccolte/settimana 1
Ore annue necessarie 1.575
* Nei mesi estivi (17 settimane/anno) sono previsti 4 passaggi settimanali aggiuntivi (complessivamente 5/7) per le utenze non domestiche interessate da flussi turistici. Per quantificare i costi dei di tale incremento di passaggi si sono considerate il 50% delle utenze non domestiche presenti sul territorio.
Tabella 6.11.6 – Impiego annuo di personale e mezzi per la del secco residuo UND
Di seguito si effettua una stima del numero e del relativo costo dei viaggi
annui necessari dal cantiere all’impianto per il conferimento dei rifiuti raccolti.
TRASPORTO AGLI IMPIANTI
Distanza impianto (km) 55
Viaggi/anno 267
Velocità media (km/h) 60
Ore annue necessarie 490
Mezzo utilizzato Compattatore 26 m3
Tabella 6.11.7 – Impiego annuo di personale e mezzi per il trasporto di SECCO
RESIDUO presso gli impianti di conferimento
6.12. ISOLE ECOLOGICHE MOBILI
Per servire gli utenti non residenti occupanti utenze domestiche (turistiche,
seconde case utilizzate nei fine settimana e nelle festività) è previsto un
servizio stradale di prossimità mediante isole ecologiche mobili.
Le isole ecologiche previste nel presente progetto sono caratterizzate da
batterie di contenitori carrabili, che vengono posizionate nel territorio di
Minturno in determinati orari definiti da un calendario. Terminato il periodo di
collocazione le batterie sono rimosse, svuotate e riposizionate in un altro punto
della città.
Nella seguente tabella sono riportate le frequenze e le ore di collocamento
previste per le Isole Ecologiche Mobili. Nella colonna riportante le ore/giorno si
devono considerare circa 3 ore necessarie agli aspetti logistici
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(movimentazione, svuotamento, riposizionamento). Le ore riportate decurtate
di circa 3 ore sono da considerarsi le ore effettive di accessibilità da parte
degli utenti.
Frequenza
N Isole mobili
N automezzi
Ore autista
Ore addetto sorveglianza
Ore/giorno Giorni/mese
Gennaio 1/7 2 1 45 90 9 5
Febbraio 1/7 2 1 45 90 9 5
Marzo 2/7 2 1 90 180 9 10
Aprile 2/7 2 1 90 180 9 10
Maggio 3/7 3 1 135 405 9 15
Giugno 7 su 7 5 2 720 1800 12 30
Luglio 7 su 7 6 3 1116 2232 12 31
Agosto 7su 7 6 3 1116 2232 12 31
Settembre 3/7 3 1 135 405 9 15
Ottobre 2/7 2 1 90 180 9 10
Novembre 1/7 2 1 45 90 9 5
Dicembre 1/7 2 1 45 90 9 5
Per il dimensionamento di tale servizio è stata utilizzata la seguente
composizione di ciascuna isola ecologica:
• 1 Contenitore di volumetria pari a 1.200 l per l’ORGANICO
• 1 Contenitore di volumetria pari a 1.200 l per la CARTA e il CARTONE
• 2 Contenitori ( il primo di volumetria pari a 1.600 l, il secondo di
volumetria pari a 1.200 l) per gli IMBALLAGGI PLASTICI E METALLICI
• 1 Contenitore di volumetria pari a 2.000 l per il rifiuto SECCO RESIDUO
6.13. SPAZZAMENTO e SERVIZI ACCESSORI
Di seguito sono descritte le risorse necessarie alle attività di spazzamento e
lavaggio strada. I dettagli progettuali (parametri di progetto, lunghezza delle
strade, frequenze e tipologia di spazzamento) sono riportate in allegato.
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TIPOLOGIA SPAZZAMENTO Addetto Automezzo Ore/anno
Strade e piazze
Manuale 2B Apecar 8693,23944
Meccanizzato 4B Spazzatrice 943,9474286
Lavaggio strade 4B Lavastrade 58,952
Mercati
Manuale 2B Apecar 104,28
Meccanizzato 4B Spazzatrice 52,14
Fiere e sagre (30
eventi considerati)
Manuale 2B Apecar 30
Meccanizzato 4B Spazzatrice 15
6.14. COMPOSTAGGIO DOMESTICO E COLLETTIVO
Il compostaggio è un processo biologico controllato attraverso il quale
dai residui organici viene ricavato un prodotto denominato compost, un
terricciato che ha come caratteristiche quella di essere stabile ed igienico.
Il compost si ottiene attraverso un processo biossidativo controllato dove la
decomposizione di materiali organici di origine biologica, trasformandosi,
producono un materiale che, se immesso nel terreno, migliora la qualità
senza arrecare alcuna forma di inquinamento.
Il compostaggio domestico consiste in una procedura che permette la
produzione di compost tramite la gestione in proprio, a livello famigliare, dei
rifiuti biodegradabili prodotti. Per l’espletamento di tale azione occorre la
disponibilità di un giardino o di un orto; pertanto solo una percentuale della
popolazione ha la possibilità di effettuare tale pratica.
Il compostaggio domestico risulta estremamente importante, poiché
permette di evitare che i rifiuti biodegradabili autosmaltiti non rientrino nel
circuito dei rifiuti urbani, permettendo un risparmio effettivo in termini di
servizio di raccolta e di trattamento.
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Per quanto riguarda la realtà di Minturno si è cautelativamente stimato,
in funzione delle caratteristiche urbanistiche, che le famiglie potenzialmente
in grado di autosmaltire domiciliarmente la frazione organica rappresentino
inizialmente circa il 6% del totale.
Per quanto riguarda il compostaggio collettivo, le esperienze più
performanti sono quelle che adottano attrezzature automatiche o
semiautomatiche, che abbinano il corretto conferimento dell’utenza ad un
controllo automatico delle operazioni di compostaggio: queste macchine
consentono un’adeguata maturazione dell’organico e un suo corretto
bilanciamento chimico, per una produzione di compost di qualità da
utilizzare in aree verdi, orti, giardini, ecc...
Le compostiere elettromeccaniche sono macchinari automatici o
semiautomatici il cui funzionamento prevede un conferimento diretto da
parte dell’utenza, una triturazione iniziale del materiale (non tutte le
compostiere elettromeccaniche in commercio lo prevedono), un’aggiunta
di strutturante (pellet di legno o segatura o trucioli) che in alcune
meccaniche è automatico mentre in altre è manuale, una prima camera di
fermentazione, una seconda camera di maturazione (in alcune macchine
si tratta in realtà di un’unica camera) e una tramoggia di scarico. Il
prodotto in uscita viene in genere stoccato in mastelli o bidoni per
un’ulteriore maturazione o semplice stoccaggio in attesa di essere utilizzato.
6.15. RISULTATI ATTESI
Dal servizio di raccolta si attendono, per il primo anno, i seguenti risultati di
raccolta (poiché l’attivazione dei servizi sarà graduale, per il primo anno non si
prevede di raggiungere immediatamente l’obiettivo finale di raccolta):
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MATERIALE kg/anno % ORGANICO 2.679.400 24%
CARTA E CARTONE 1.291.735 12%
CARTONE 646.431 6%
VETRO 777.949 7%
IMBALLAGGI IN PLASTICA
951.615 9%
METALLI 173.021 2%
ALLUMINIO 43.255 0%
VERDE 595.726 5%
INGOMBRANTI RECUPERATI
148.931 1%
LEGNO 148.931 1%
RUP 7.447 0,1%
TESSILI 74.466 0,7%
RAEE 148.931 1,3%
ALTRO 148.931 1,3%
RD 7.836.770 70%
SECCO RESIDUO 3.336.837 30%
TOT 11.173.608 100%
% RD: 70%
Tabella 6.15.1 – Risultati attesi
Grafico 6.15.1 – Risultati attesi
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6.16. START UP
La fase di attivazione dei servizi richiede le seguenti attività:
• Indagini territoriali
• Consegna delle attrezzature
• Campagna di comunicazione
Le indagini territoriali hanno lo scopo di conoscere il numero puntuale e le
tipologie di utenze presenti sul territorio, nonché l’idoneità degli spazi
pertinenziali privati ove collocare i cassonetti e la possibilità dell’esposizione
stradale degli stessi, soprattutto in presenza di condomini. Per il comune di
Minturno tale operazione può essere effettuata in misura ridotta, vista la esigua
presenza di stabili con più di 4 famiglie residenti.
Successivamente, per attivare i nuovi servizi di raccolta differenziata porta a
porta, bisogna distribuire le nuove attrezzature e di seguito rimuovere quelle
stradali che non servono più. Nel caso di Minturno, occorre distribuire solo le
attrezzature per la raccolta dell’organico, oltre alle forniture annue di sacchi.
Questa fase risulta essere la più critica da un punto di vista di impatto con le
utenze, sia esse domestiche che non domestiche.
A tal proposito, è necessario sottolineare che la messa in opera del progetto
tecnico deve essere accompagnata e regolata su tempistiche precise con un
Piano di Comunicazione.
Si tratta di delineare prima dell’attivazione una Campagna di sensibilizzazione
dotata di un’apposita Immagine Coordinata: condurre degli incontri di
Concertazione, per esempio con le associazioni di categoria, degli incontri
pubblici, delle attività di Animazione Territoriale e, durante l’attivazione,
predisporre del materiale informativo essenziale per la riuscita di tutto il
progetto.
A chiusura della Campagna di Comunicazione, nei mesi successivi
all’attivazione dei servizi, si consiglia di condurre controlli e ritorni comunicativi
al fine di tenere sempre alto e vivo l’interesse e la sensibilità della popolazione
per la Raccolta Differenziata.
Di seguito si dà una quantificazione delle risorse da impiegare per le indagini e
le consegne:
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n. indagini/sq/turno ore
ud condominiali 532 30 141,87
ud non condominiali 7346 300 195,89
und 1452 25 464,64
Tabella 6.16.1 – Risorse per le azioni di start up
n. consegne/sq/turno ritorni ore
ud condominiali 532 30 0% 141,87
ud non condominiali 7346 70 10% 923,50
und 1452 30 0% 387,20
Tabella 6.16.2 – Risorse per le azioni di start up
educazione . r icerca . in formazione . comunicazione . ambientale
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6.17. ANALISI ECONOMICA
La seguente tabella mostra il costo annuo di ammortamento delle
attrezzature, valutato su 7 anni con un tasso di interesse del 5% (le attrezzature
sono comprensive di un 10% di scorte di magazzino):
ATTREZZATURE
TOTA
LE
CO
STO
AC
QU
ISTO
INV
ESTI
MEN
TO
AM
MO
RTA
MEN
TO
Mastelli 25 l 6.404 € 4,10 € 28.883,24 € 4.991,60
Mastelli 35 l 68 € 6,50 € 487,99 € 84,33
Mastelli 40 l 8.787 € 6,50 € 62.830,27 € 10.858,32
Cassonetti 120 l 1.706 € 26,00 € 48.798,75 € 8.433,39
Cassonetti 240 l 1.342 € 35,00 € 51.663,15 € 8.928,42
Cassonetti 360 l 357 € 54,00 € 21.205,80 € 3.664,78
Cassonetti 660 l 163 € 147,00 € 26.316,68 € 4.548,04
Cassonetti 1.100 l 14 € 200,00 € 3.003,00 € 518,98
Campana 2.000 l 91 € 390,00 € 39.189,15 € 6.772,66
Sacchi 1.012.339 € 0,03 € 30.066,46 € 30.066,46
Sacchetti biodegradabili 1.376.237 € 0,03 € 45.415,82 € 45.415,82
Biopattumiere 7 l 9.876 € 2,00 € 21.727,86 € 3.755,00
Transponder 0 € 2,00 € 0,00 € 0,00
Serrature 49 € 30,00 € 1.628,55 € 281,45
TOTALE € 387.226,59 € 131.043,53
Tabella 6.17.1 – Costo ammortamento attrezzature
La tabella successiva sintetizza i costi annui relativi agli automezzi destinati alla
raccolta ed al trasporto dei rifiuti, comprensivi della quota di ammortamento
(calcolata su 7 anni e 5% di tasso di interesse) e dei costi di utilizzo e
manutenzione:
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Tipologia mezzo (ore/anno) Costo orario
(€/h) Costo annuo (€/anno)
Automezzo con vasca 7 m3 15.532 € 9,85 € 153.056,47
Compattatore 10 m3 18.454 € 15,57 € 287.281,81
Compattatore 26 m3 490 € 21,66 € 10.602,10
Automezzo con pianale ribassato
939 € 9,53 € 8.948,31
Furgone RUP 130 € 9,43 € 1.228,93
Motrice con scarrabile 497 € 21,43 € 10.641,73
Automezzo con gru e cassone da 30 m3
388 € 22,48 € 8.717,10
totale € 480.476,46 Tabella 6.17.2 – Costo annuo automezzi per raccolta e trasporto, escludendo le ore
aggiuntive per il servizio estivo (utenze non domestiche).
Tipologia mezzo (ore/anno) Costo orario
(€/h) Costo annuo (€/anno)
Automezzo con vasca 7 m3 1.939 € 9,85 € 19.109,88
Compattatore 10 m3 1.291 € 15,57 € 20.095,79
Tabella 6.17.3 – Costo automezzi per incremento estivo di frequenze di passaggio
Di seguito si esplicitano i costi relativi al personale necessario per i servizi di
raccolta e trasporto, ipotizzando livelli FISE ASSOAMBIENTE (livello 2, 3 e 4 per la
raccolta, a seconda degli automezzi utilizzati, mentre per il trasporto è stato
considerato il livello 4). I costi dei livelli che non riportano la lettera seguita dal
numero (ad esempio A e B), sono stati associati ai valori medi (è stata
effettuata la media dei costi orari dei sottolivelli A e B).
Livello h/anno Costo orario
(€/h) Costo annuo
(€/anno)
2 939 € 25,34 € 23.783,83
3 35.055 € 27,51 € 964.472,50
4 1.374 € 29,32 € 40.285,83
totale € 1.028.542,16
Tabella 6.17.4 – Costo annuo personale, escludendo le ore aggiuntive per il servizio estivo.
Livello h/anno Costo orario
(€/h) Costo annuo
(€/anno)
2 3.230 € 25,34 € 81.858,94
Tabella 6.17.5 – Costo annuo personale per il servizio estivo alle utenze non domestiche.
educazione . r icerca . in formazione . comunicazione . ambientale
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pro
ge
tto
Di seguito si riportano i costi di gestione e ammortamento del sistema a Isole
Ecologiche Mobili.
Si ipotizza l’acquisto di 7 unità e 3 automezzi per la movimentazione delle Isole
Ecologiche.
Ammortamento investimento € 104.502,86
Costi di gestione nel periodo estivo € 14.958,13
Costi di gestione nel periodo non estivo € 9.126,92
Tabella 6.17.6 – Costo annuo di ammortamento e gestione del servizio mediante
Isole Ecologiche Mobili.
Di seguito si riportano i costi del personale del servizio tramite Isole Ecologiche
Mobili (suddivisi per mese).
Mese N. Unità Frequenza Costo autista Costo addetto
Gennaio 2 1/7 € 1.301,56 € 2.174,89
Febbraio 2 1/7 € 1.301,56 € 2.174,89
Marzo 2 2/7 € 2.603,11 € 4.349,79
Aprile 2 2/7 € 2.603,11 € 4.349,79
Maggio 3 3/7 € 3.904,67 € 9.787,02
Giugno 5 7 su 7 € 20.824,90 € 43.497,88
Luglio 6 7 su 7 € 32.278,59 € 53.937,37
Agosto 6 7su 7 € 32.278,59 € 53.937,37
Settembre 3 3/7 € 3.904,67 € 9.787,02
Ottobre 2 2/7 € 2.603,11 € 4.349,79
Novembre 2 1/7 € 1.301,56 € 2.174,89
Dicembre 2 1/7 € 1.301,56 € 2.174,89
TOTALE € 106.206,97 € 192.695,61
Tabella 6.17.7 – Costo annuo di personale per il servizio tramite Isole Ecologiche Mobili.
educazione . r icerca . in formazione . comunicazione . ambientale
86
pro
ge
tto
Di seguito si riportano i costi relativi allo spazzamento e lavaggio strade.
SPAZZAMENTO Ore/anno Costo annuo
personale Costo annuo
automezzi Costo TOTALE
Strade e piazze
Manuale 10274,72 € 248.293,76 € 49.561,04 € 297.854,79
Meccanizzato
1258,16 € 36.390,33 € 17.398,82 € 53.789,15
Lavaggio strade
102,71 € 2.970,65 € 2.186,25 € 5.156,90
Mercati
Manuale 104,28 € 2.519,98 € 503,00 € 3.022,98
Meccanizzat
o 52,14 € 1.508,07 € 721,03 € 2.229,10
Fiere e sagre (30
eventi consider
ati)
Manuale 30,00 € 724,96 € 144,71 € 869,67
Meccanizzato
15,00 € 433,85 € 207,43 € 641,28
TOTALE Spazzamento
€ 363.563,89
Tabella 6.17.8 – Costo annuo di personale e automezzi per i servizi di spazzamento e lavaggio strade.
La seguente tabella illustra i costi di trattamento e smaltimento al netto dei
contributi CONAI:
educazione . r icerca . in formazione . comunicazione . ambientale
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pro
ge
tto
MATERIALE kg/anno
costo smaltiment
o e trattamento (€/kg)
costo smaltimento
e trattamento
(€/anno)
ricavi CONAI (€/kg)
ricavi CONAI
(€/anno)
COSTO NETTO (€/anno)
ORGANICO 2.034.383 € 0,090 € 183.094,44 € 0,00 € 183.094,44
CARTA E CARTONE 1.058.707 € 0,020 € 21.174,14 € 0,03 € 29.103,85 -€ 7.929,71
CARTONE 484.823 € 0,00 € 0,09 € 46.033,96 -€ 46.033,96
VETRO 628.454 € 0,020 € 12.569,08 € 0,04 € 22.542,65 -€ 9.973,57
IMBALLAGGI IN PLASTICA 756.115 € 0,100 € 75.611,51 € 0,29 € 220.498,28 -€ 144.886,77
ACCIAIO 129.766 € 0,100 € 12.976,57 € 0,09 € 11.259,77 € 1.716,80
ALLUMINIO 32.441 € 0,100 € 3.244,14 € 0,43 € 14.062,39 -€ 10.818,24
VERDE 446.794 € 0,050 € 22.339,71 € 0,00 € 22.339,71
INGOMBRANTI RECUPERATI 154.010 € 0,00 € 0,00 € 0,00
LEGNO 111.699 € 0,00 € 0,01 € 1.615,16 -€ 1.615,16
RUP 5.730 € 0,500 € 2.864,96 € 0,00 € 2.864,96
TESSILI 56.474 € 0,00 € 0,00 € 0,00
RAEE 111.699 € 0,00 € 0,00 € 0,00
ALTRO 111.699 € 0,00 € 0,00 € 0,00
SECCO RESIDUO 5.119.937 € 0,108 € 552.953,24 € 0,00 € 552.953,24
TOT 11.242.730
totale
€ 541.711,74
Tabella 6.17.8 – Sintesi costi e ricavi trattamento e smaltimento – Primo anno (ipotizzando 3 mesi come periodo transitorio per arrivare a regime)
MATERIALE kg/anno
costo smaltiment
o e trattamento (€/kg)
costo smaltimento
e trattamento
(€/anno)
ricavi CONAI (€/kg)
ricavi CONAI
(€/anno)
COSTO NETTO (€/anno)
ORGANICO 2.679.400 € 0,090 € 241.146,02 € 0,00 € 241.146,02
CARTA E CARTONE 1.291.735 € 0,020 € 25.834,70 € 0,027 € 35.509,79 -€ 9.675,10
CARTONE 646.431 € 0,00 € 0,095 € 61.378,62 -€ 61.378,62
VETRO 777.949 € 0,020 € 15.558,98 € 0,036 € 27.905,03 -€ 12.346,05
IMBALLAGGI IN PLASTICA
951.615 € 0,100 € 95.161,53 € 0,292 € 277.510,05 -€ 182.348,52
ACCIAIO 173.021 € 0,100 € 17.302,10 € 0,087 € 15.013,03 € 2.289,07
ALLUMINIO 43.255 € 0,100 € 4.325,52 € 0,433 € 18.749,85 -€ 14.424,33
VERDE 595.726 € 0,050 € 29.786,29 € 0,00 € 29.786,29
INGOMBRANTI RECUPERATI
148.931 € 0,00 € 0,00 € 0,00
LEGNO 148.931 € 0,00 € 0,014 € 2.153,55 -€ 2.153,55
RUP 7.447 € 0,500 € 3.723,29 € 0,00 € 3.723,29
TESSILI 74.466 € 0,00 € 0,00 € 0,00
RAEE 148.931 € 0,00 € 0,00 € 0,00
ALTRO 148.931 € 0,00 € 0,00 € 0,00
SECCO RESIDUO 3.336.837 € 0,108 € 360.378,44 € 0,00 € 360.378,44
TOT 11.173.608
totale
€ 354.996,94
Tabella 6.17.9 – Sintesi costi e ricavi trattamento e smaltimento – Anni successivi
La tabella seguente sintetizza i costi complessivi:
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pro
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VOCE PRIMO ANNO ANNI SUCCESSIVI SERVIZI di raccolta e
trasporto € 2.188.617,26 € 2.188.617,26
START UP* € 86.860,49 € 19.787,00
Spazzamento € 363.563,89 € 363.563,89
Ecocentro** € 48.831,36 € 48.831,36
spese generali (10%) € 268.787,30 € 262.079,95
UTILE (10%) € 295.666,03 € 288.287,95
SMALTIMENTI € 886.827,81 € 793.216,86
RICAVI CONAI -€ 345.116,07 -€ 438.219,92
COMPLESSIVO € 3.794.038,06 € 3.526.164,35 Tabella 6.14.6– Sintesi costi complessivi
* La voce START UP il primo anno comprende le attività di indagini territoriali e
consegne, mentre gli anni successivi comprende esclusivamente le attività di
comunicazione. Le attività di comunicazione del primo anno, necessarie e
fondamentali per l’introduzione dei nuovi servizi, non sono contenute nel
presente progetto.
** La voce “ECOCENTRO” comprende le spese di gestione del centro di
raccolta comunale. Non sono invece compresi i costi per l’eventuale
riqualificazione.
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tre
s
7. TRIBUTO COMUNALE SUI RIFIUTI E SUI SERVIZI
Dal 1° gennaio 2013, ai sensi dell’art. 14 del D.L. 201/2011, è istituito il
tributo comunale sui rifiuti e sui servizi per:
a) la copertura dei costi della gestione dei rifiuti urbani;
b) il finanziamento di servizi indivisibili.
Soggetto attivo dell’obbligazione tributaria è il Comune.
Il tributo è dovuto da chiunque possieda, occupi o detenga locali o
aree scoperte suscettibili di produrre rifiuti urbani, indipendentemente
dall’uso al quale siano adibiti e sussiste un vincolo di solidarietà per
l’obbligazione tributaria tra i componenti del nucleo familiare o tra i
soggetti che usano in comune i predetti locali e aree scoperte.
Nella tabella che segue ne è schematizzata la composizione:
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tre
s
destinazione composizione natura
copertura integrale
dei costi di
investimento e di
esercizio della
gestione dei rifiuti
urbani
quota (fissa) determinata in relazione alle
componenti essenziali del costo del servizio
di gestione dei rifiuti, riferite in particolare
agli investimenti per le opere e ai relativi
ammortamenti
tributaria
o di
corrispettivo quota (variabile) rapportata alle quantità di
rifiuti conferiti, al servizio fornito e all'entità
dei costi di gestione
finanziamento di
servizi indivisibili
componente unica
da 0,30 (standard) a 0,40 €/m2
sono ridotti in misura corrispondete al
gettito della maggiorazione standard il
fondo sperimentale di riequilibrio e il fondo
perequativo nonché i trasferimenti erariali
dovuti ai Comuni della Regione Siciliana e
della Regione Sardegna
le Regioni Friuli Venezia Giulia e Valle
d’Aosta e le Province di Trento e Bolzano
assicurano il recupero al bilancio statale del
predetto maggior gettito dei comuni
ricadenti nel proprio territorio
tributaria
Tabella 7.1 – Composizione del tributo
I criteri per l'individuazione del costo del servizio di gestione dei rifiuti e
per la determinazione della tariffa sono quelli indicati nel D.P.R. 27 aprile
1999, n. 158 recante «Regolamento recante norme per la elaborazione
del metodo normalizzato per definire la tariffa del servizio di gestione del
ciclo dei rifiuti urbani» attuativo dell’art. 49 del D.lgs. 22/1997, «tariffa
Ronchi».
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91
tre
s
Sulla base del D.P.R. 158/1999, i costi da coprire sono quelli indicati nella
seguente tabella:
descrizione dei costi natura dei
costi
A) Costi operativi
di gestione – CG
A.1) Costi di gestione
del ciclo dei servizi sui
RSU indifferenziati –
CGIND
Costi di spazzamento e
lavaggio strade e
piazze pubbliche – CSL
parte fissa
Costi di raccolta e
trasporto RSU
indifferenziati – CRT
parte
variabile
Costi di trattamento e
smaltimento RSU
indifferenziati – CTS
parte
variabile
Altri costi – AC parte fissa
A.2) Costi di gestione
del ciclo della RD –
CGD
Costi di raccolta
differenziata per
materiale – CRD
parte
variabile
Costi di trattamento e
riciclo (al netto dei
proventi della vendita
di materiale ed energia
derivante da rifiuti) –
CTR
parte
variabile
B) Costi comuni –
CC
B.1) Costi amministrativi dell’accertamento,
della riscossione e del contenzioso – CARC parte fissa
B.2) Costi generali di gestione – CGG parte fissa
B.3) Costi comuni diversi – CCD parte fissa
C) Costi d’uso del
capitale – CK
Ammortamenti, accantonamenti,
remunerazione del capitale investito parte fissa
Tabella 7.2 – Costi
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92
tre
s
La tariffa è articolata nelle fasce di utenza domestica e non domestica.
Il Comune ripartisce tra le categorie di utenza domestica e non
domestica l'insieme dei costi da coprire attraverso la tariffa secondo
criteri razionali.
A livello territoriale la tariffa è articolata con riferimento:
a) alle caratteristiche delle diverse zone del territorio comunale (in
particolare alla loro destinazione a livello di pianificazione
urbanistica e territoriale);
b) alla densità abitativa;
c) alla frequenza e qualità dei servizi da fornire.
La tariffa può essere determinata secondo due diversi metodi.
Con il metodo parametrato o presuntivo, il tributo è determinato sulla
base di coefficienti di produzione potenziale di rifiuti e non sulla base
della reale quantità di rifiuti conferiti al servizio pubblico di conseguenza
il prelievo ha natura tributaria.
Il metodo puntuale si può seguire quando sia stato realizzato un sistema
di misurazione della reale quantità di rifiuti conferiti al servizio pubblico
(con criteri volumetrici o ponderali). In questo caso la tariffa ha natura
di corrispettivo.
Con regolamento da adottare ai sensi dell'articolo 52 del decreto
legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, il consiglio comunale determina la
disciplina per l'applicazione del tributo, concernente tra l'altro:
a) la classificazione delle categorie di attività con omogenea
potenzialità di produzione di rifiuti (D.P.R. 158/1999 o studi
territoriali specifici);
b) la disciplina delle riduzioni tariffarie;
c) la disciplina delle eventuali riduzioni e esenzioni;
d) l'individuazione di categorie di attività produttive di rifiuti speciali
alle quali applicare, nell'obiettiva difficoltà di delimitare le
superfici ove tali rifiuti si formano, percentuali di riduzione rispetto
all'intera superficie su cui l'attività viene svolta;
educazione . r icerca . in formazione . comunicazione . ambientale
93
tre
s
e) i termini di presentazione della dichiarazione e di versamento del
tributo.
Il comune sempre con regolamento può prevedere riduzioni tariffarie,
nella misura massima del trenta per cento, nel caso di:
a) abitazioni con unico occupante;
b) abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale o altro uso
limitato e discontinuo;
c) locali, diversi dalle abitazioni, e aree scoperte adibiti a uso
stagionale o a uso non continuativo, ma ricorrente;
d) abitazioni occupate da soggetti che risiedano o abbiano la
dimora, per più di sei mesi all'anno, all'estero;
e) fabbricati rurali a uso abitativo.
Altre riduzioni possono essere stabilite con riferimento a:
a) zone nelle quali non è eseguita la raccolta;
b) raccolta differenziata delle utenze domestiche;
c) avvio al recupero di rifiuti urbani documentato da utenze non
domestiche;
d) mancato o inesatto svolgimento del servizio.
Il consiglio comunale può deliberare anche ulteriori riduzioni e esenzioni.
Tali agevolazioni sono iscritte in bilancio come autorizzazioni di spesa e
la relativa copertura è assicurata da risorse diverse dai proventi del
tributo di competenza dell'esercizio al quale si riferisce l'iscrizione stessa.
Il consiglio comunale deve approvare le tariffe del tributo entro il
termine fissato da norme statali per l'approvazione del bilancio di
previsione.
L’approvazione delle tariffe deve avvenire in conformità al piano
finanziario del servizio di gestione dei rifiuti urbani, redatto dal soggetto
che svolge il servizio stesso e approvato dall'autorità competente. La
norma non specifica chi sia l’autorità competente. Trattandosi di un
tributo il cui soggetto attivo è il Comune è logico desumere che
l’autorità competente sia il consiglio comunale che può provvedere ai
sensi dell’art. 42 del D.lgs. 267/2000.
educazione . r icerca . in formazione . comunicazione . ambientale
94
tre
s
Nell’art. 14 del D.L. 201/2011 e s. m. e i. non ci sono norme specifiche
sulle attività di accertamento e di riscossione.
Il rinvio all’art. 52 del D.lgs. 446/1997 (potestà regolamentare generale
dei Comuni e delle Province sui tributi locali) e all’art. 1, commi da 161 a
170, della L. 296/2006 (norme generali sulla riscossione dei tributi locali)
porta a far ritenere, in linea di principio, che l’attività non possa essere
affidata al soggetto gestore del servizio, come invece avveniva con la
tariffa.
Il tributo comunale sui rifiuti e sui servizi, in deroga all'articolo 52 del
decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, è versato esclusivamente
al comune e questa è una modalità non modificabile dal Comune con
il regolamento.
Il tributo deve essere versato, salva diversa deliberazione comunale:
a) in quattro rate trimestrali a gennaio, aprile, luglio e ottobre (per il
2013, la prima è posticipata a aprile);
b) con bollettino di conto corrente postale o con modello unificato
F24.
La norma istitutiva non stabilisce se alla riscossione si proceda in
conseguenza di un provvedimento comunale di liquidazione o
attraverso autoliquidazione da parte del soggetto passivo.
Alla tariffa sui rifiuti, si applica una maggiorazione pari a 0,30 euro per
metro quadrato, a copertura dei costi relativi ai servizi indivisibili dei
comuni.
I Comuni possono, con deliberazione del consiglio comunale,
modificare in aumento la misura della maggiorazione fino a 0,40 euro,
anche graduandola in ragione della tipologia dell'immobile e della
zona ove è ubicato.
Alla maggiorazione sono applicate le agevolazioni sulla parte sui rifiuti
stabilite con il regolamento dal Comune.
Alla tariffa sui rifiuti si applica il tributo provinciale per l’esercizio delle
funzioni di tutela, protezione e igiene dell’ambiente di cui all’art. 19 del
D.lgs. 30 dicembre 1992, n. 504.
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tre
s
I Comuni che hanno realizzato sistemi di misurazione puntuale della
quantità di rifiuti conferiti al servizio pubblico possono, con regolamento,
prevedere l'applicazione di una tariffa avente natura corrispettiva, in
luogo del tributo. Il costo del servizio da coprire con questa tariffa è
determinato sulla base dei criteri stabiliti nel regolamento attuativo
previsto dal comma 12 dell’art. 14 del D.L. 201/2011 e s. m. e i. La tariffa
con natura di corrispettivo è applicata e riscossa dal soggetto
affidatario del servizio di gestione dei rifiuti urbani. I Comuni che
istituiscono la tariffa puntuale applicano il tributo comunale sui rifiuti e
sui servizi limitatamente alla componente diretta alla copertura dei costi
relativi ai servizi indivisibili dei Comuni.
La tariffa puntuale è qualificabile come strumento economico per la
prevenzione dei rifiuti e risponde al principio “chi inquina paga”. Essa
deve essere, quindi, progressivamente attuata dai Comuni interessati
dal presente piano.
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Alle
ga
ti
8. Allegati
Di seguito le caratteristiche di dettaglio del progetto di spazzamento.
SPAZZAMENTO MANUALE
Via Frequenza servizio
SCAURI -MARINA "Mare"
Via Appia (Bivio Mura Megalitiche a Bivio Pastino Grande)
Giornaliero
Via Sughereto Servizio estivo giornaliero
Via Monte Di Scauri ( Spiaggia Sassolini +
traversa) Servizio estivo settimanale
Via Mura Megalitiche +Traverse Settimanale
Piazza Marco Emilio Scauro Giornaliero
Via Del Golfo Giornaliero
Via Merola Giornaliero
Via Capolino II° Giornaliero
Via Capolino I° Giornaliero
Traversa Pimpinella Giornaliero
Via Muraldo + Piazza Mercato Settimanale
Via Impero Giornaliero
Via Roma Giornaliero
Piazza Caio Mario Giornaliero
Via Marconi + Traverse Giornaliero
Via i. Balbo +Traverse Giornaliero
Piazza Rotelli Giornaliero
Via S. Albina Vecchia Giornaliero
Via S. Albina + traverse Giornaliero
Via Fusco + Traversa Servizio estivo giornaliero
Via F.Signore + Traverse Servizio estivo giornaliero
Piazza Spiritiera Giornaliero
Via C. Colombo + Traverse Giornaliero
Via Recillo Servizio estivo giornaliero
Via Santa Reparata + Traverse Settimanale
Viale P. Fedele + Traversa Giornaliero
Piazza Monte D'Argento Giornaliero
Via Lungomare Giornaliero
Piazza Monte D'Argento (Lido Tahiti) Servizio estivo Giornaliero, servizio
invernale settimanale
Via Olivella giornaliero
Trasversa Saponaro Bisettimanale
Traversa Vento Bisettimanale
Traversa Treglia Bisettimanale
Via Romanelli I Giornaliero
Via Romanelli II Giornaliero
Via Castagna Giornaliero
Via A. Sebastiani ( da Semaforo Appia a Bivio ex VIC)
Giornaliero
Via A. Sebastiani ( da Bivio Via Simonelli a P di Piemonte)
Giornaliero
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Alle
ga
ti
Da bivio Simonelli (via Appia – Semaforo – Centro Marina) fino a ponte Superstrada:
MARCIAPIEDE Giornaliero
Centro Fontana Perrelli Giornaliero
Via Simonelli ( da Semaforo a Ponte Superstrada)
Giornaliero
Via Simonelli (Ponte Superstrada a Bivio A. Sebastiani)
Bisettimanale
Via Loce Settimanale
Via Pastino Grande Giornaliero
Minturno capoluogo
Piazza Trieste e Piazza Unità d'Italia Giornaliero
Via Antonio Sebastiano (bivio Zinicolina incrocio Via P. di Piemonte
Giornaliero
Via P. di Piemonte e piazza Portanova Giornaliero
centro storico + vicoli Giornaliero
Viale Filippo Ciufo fino a via Porta della Cappella Giornaliero
via Sinicata Giornaliero
via S. Francesco D'Assisi Giornaliero
Piazza Zambarelli 4/7
MINTURNO
Via Luigi Cadorna (da Piazza dell'Annunziata fino a via Suazo)
Giornaliero
Viale degli Eroi Giornaliero
Via S. Lucia - fino a Case Popolari & Cooperative Giornaliero
Da via S. Angelo a Tufo (zona cooperativa e case popolari)
2/7
Piazza Kennedy Giornaliero
Via Antonio Sebastiano (Piazzale G. Falcone (stazione) incrocio Tremensuoli)
1/7
Zona Monteducale Giornaliero
Fossi dei Ciucci 2/7
Da via Porta della Cappella a via Diaz 3/7
San Sebastiano: da piazza Kennedy fino a via Suazo 1/7
A. Diaz: da P.za Kennedy a Parco Robinson 4/7
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Alle
ga
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SCAURI
Sottopassaggio Stazione Giornaliero
Via V. PARISI 4/7
Via Cistrelli - P.zzale P. Borsellino - P.zza G. Falcone (stazione)
4/7
Piazzale Sughereto sottostante la stazione Servisio estivo
giornaliero
Santa maria infante 7 su 7
Pulcherini 7 su 7
Tremensuoli 7 su 7
Tufo 7 su 7
SPAZZAMENTO MECCANIZZATO
Via Frequenza servizio
Via Appia (Confine Formia a Bivio Mura Megalitiche)
Settimanale estivo, Mensile invernale
Via Appia (Bivio Mura Megalitiche a Bivio Pastino Grande)
Settimanale estivo, Mensile invernale
Via Appia ( Bivio Pastino Grande a Teatro Romano ) 1 su 15
Via Mura Megalitiche +Traverse Settimanale
Piazza Marco Emilio Scauro 1 su 15
Via Del Golfo 1 su 15
Via Merola 1 su 15
Via Capolino II 1su 15
Via Capolino I 1 su 15
Via Muraldo + Piazza Mercato Settimanale
Via Impero 1 su 15
Via Roma 1 su 15
Piazza Caio Mario 1 su 15
Via Marconi + Traverse 1 su 15
Via i. Balbo +Traverse 1 su 15
Via Fusco + Traversa Servizio invernale
settimanale
Via F.Signore + Traverse Servizio invernale
settimanale
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Alle
ga
ti
Piazza Spiritiera Servizio invernale
settimanale
Via C. Colombo + Traverse Servizio invernale
settimanale
Via Recillo Servizio invernale
Mensile
Via Santa Reparata + Traverse Bisettimanale
Viale P. Fedele + Traversa Mensile
Piazza Monte D'Argento Giornaliero
Via Lungomare Giornaliero
Via Punta Fiume Mensile
Via Monte D'Argento Mensile
Via Pantano Arenile Servizio settimanale
invernale, giornaliero estivo
Piazza Monte D'Argento (Lido Tahiti) Bisettimanale
Via Olivella Mensile
Via Romanelli I Mensile
Via Romanelli II Mensile
Via Castagna Mensile
Via A. Sebastiani ( da Semaforo Appia a Bivio ex VIC)
Mensile
Via A. Sebastiani ( da Bivio ex VIC a Bivio Via Simonelli)
Mensile
Via A. Sebastiani ( da Bivio Via Simonelli a P di Piemonte)
Bsiettimanale
Via Olmello Settimanale
Via Miglio Settimanale
Via Cistrelli Settimanale
Via Miano Bimensile
Via Gioiello Bimensile
Via S.Maria Mater Domini Mensile
Via Boari Bimensile
Via Zeccarelle Bimensile
Via Figura Mensile
Via Simonelli ( da Semaforo a Ponte Superstrada) Mensile
Via Simonelli (Ponte Superstrada a Bivio A. Mensile
educazione . r icerca . in formazione . comunicazione . ambientale
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Sebastiani)
Via Per Castelforte fino ai confini di San Cosma Mensile
Via Finadea Mensile
Via Loce Bimensile
Via Pastino Grande Bimensile
Via San Cataldo Mensile
Via Farnete Mensile
Via Rinchiusa Mensile
Via Pacelli Mensile
Via Ponte Garigliano Mensile
Via Parchi Mensile
Via A. Sebastiani: da via Ponte Ferrovia fino Minturno incrocio via Zia Nicolina
Settimanale
Da Bivio Simonelli (via Appia - Semaforo - Centro Marina) fino a ponte Superstrada
Mensile
Da Ponte Superstrada - fino a Pizzo Balordo + via Zia Nicolina
Mensile
Da P.za dell'Annunziata fino a Via Suazo settimale
Via Suazo 3 su 7
ViaS. Lucia - Proseguimento fino a Tufo settimanale
ViaS. Lucia - Proseguimento fino a via Reali settimanale
Dal campo sportivo fino al cimitero + tratto fino a via Reali
settimanale
Monteducale (da RSA & Ospedale) fino a bivio
Pizzo Balordo settimanale
Piazzale sottostante stazione: in orari in cui la piazza è libera dalle auto dei pendolari
settimanale
Cistrelli – Piazzale P. Borsellino – P.za G. Falcone (in
orari in cui la piazza è libera dalle auto dei pendolari)
settimanale
S.M. Infante, Pulcherini, Tremensuoli, Tufo: tutte le strade di accesso da 300m prima e fino al centro
storico settimanale
Via Monte di Scauri Spiaggia dei Sassolini mensile
Piazza Monte d'Argento settimanale
Ficotonda – Starzetta – Peccennone – Gelso Rosso – Virilassi – Punta Fiume
mensile
Piazzale Sughereto sottostante la stazione Servizio mensile
invernale
Olivello - Petrosi - Tore Le Casse mensile
SERVIZIO MERCATI
Descrizione evento Descrizione servizio Frequenza servizio
Mercato loc. Sieci e Minturno Capoluogo spazzamento e
riassetto delle aree interessate
ogni mercoledì e sabato
educazione . r icerca . in formazione . comunicazione . ambientale
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Progetto redatto da: Paolo Marengo
Supervisione: Luigi Bosio