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Venerdì 24 Gennaio 2014 quotidiano PAGINA 3

IL PAGELLONE

Casa Inter, oggi le comicheAlla Roma riesce la vendettaDi Carlo è di nuovo in pista

Come volete chiamarlo? Oggi le co-miche? Oppure giochi proibiti, perico-losi o d'azzardo? O piuttosto dilettantiallo sbaraglio? Avete l'imbarazzo del-la scelta - e chissà quante altre etichettela vostra fantasia vi può suggerire - perdare un titolo (no, il senso è una cosaimpossibile) alla vicenda che nelle ul-time ore ha visti protagonisti l'Inter, laJuventus ed i loro dirigenti alle presecon lo scambio tra il colombiano Guarined il montenegrino Vucinic. Un'opera-zione sgorgata in un attimo e a sorpre-sa ma sulla quale sembra si stesselavorando da tempo nelle retrovie giu-sto per mandarla in onda durante i titolidi coda del calcio-mercato di ripara-zione. Accelerato dal passo falso incasa del Genoa, che ha agitato nonpoco i vertici nerazzurri, lo scambiotra le due nemiche storiche del pallonenostrano ha subito trovato l'ostilità dellatifoseria meneghina, che ha preso arumoreggiare minacciando azioni for-ti (tipo il lancio di seggiolini a SanSiro) ed insultando i "manovratori"per sollecitare un rapido ravvedimen-to. Così è successo che, con non pocoimbarazzo, quello che era già sancito èstato annullato e si è detto insommache si era scherzato. Oggi le comiche,appunto. Ma qui da ridere non ci stamolto ed il 4 matura di conseguenza.

Ora però c'è da fare un passo indie-tro riconoscendo che la Juventus, peruna volta, di colpe non ne ha proprio senon quella d'aver accettato il dialogocon l'Inter dal quale aveva tutto daguadagnare. Perché in bianconeroVucinic ormai era di troppo, Guarintornava utile anche nella prospettivadella milionaria cessione di Pogba epoi si parlava di un cambio alla pariche non era male considerando chel'attaccante sta già sopra i 30. Insom-ma, l'affare era soprattutto di Agnelli eMarotta, ma non è stato solo quello aindispettire gli ultras nerazzurri, checerto avevano sperato che l'arrivo delmagnate Thohir dall'Indonesia signi-ficasse investimenti importanti e noninvece quelle operazioni di contenimentodei costi. Fatti i conti, i veri beffatidell'accordo saltato sono stati gli juventini,che non a caso hanno definito sconcer-tante l'atteggiamento altrui. Ed a lorova comunque il 6.5 per il modo in cuis'erano mossi. Per i manager interistiFassone e Branca, invece, c'è solo car-bone, oltretutto con l'aggravante d'averconcesso udienza ad un manipolo diquei contestatori che li insultavanosotto la sede. Facciamo 2 e non se neparla più. Ma non se la cavano meglioThohir e Moratti, il nuovo ed il vec-chio dell'impresa-Inter, che non hannofatto ancora chiarezza sui rispettiviruoli. E pure questo spiega certe vicen-de tra il penoso e l'imbarazzante.

Sull'altra sponda milanese, invece, ègià Seedorfmania. E' stato sufficienteun rigore su colossale ingenuità altruiperché il successo sul Verona (sì, ilVerona, non il Real Madrid o qualcosadel genere) venisse salutato come l'ini-zio del nuovo corso per il club che sicompiace di celebrarsi come il piùtitolato al mondo. Avesse giocato cosìil Milan di Allegri sarebbero piovuti isoliti insulti, invece Seedorf ha trovatosolo elogi e tanto benessere in prospet-tiva. Tra tante dichiarazioni a dir pocoallarmante quella attribuita a Balotelli,uno che quando parla non sa mai quelche dice. <Ho rivisto in lui la stessacattiveria di Mourinho> ha sparatoSuperMario, il quale nei disegni delnuovo allenatore dovrebbe essere l'uo-mo-guida della squadra. Auguri. Nelfrattempo 7 d'incoraggiamento a Seedorf(che se lo merita per come sa stare almondo), mentre sul resto del gruppo ciconcediamo una pietosa astensione.

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di andrea libondiFatti e protagonisti della settimana

Anche perché è bastata un'Udinesequalsiasi, in Coppa Italia, a guastare iprogetti d'oro del diavolo.

A proposito di progetti: se la Juvepensava a mini-triplete o decima stellinada Coppa Italia che dir si voglia, deverivedere i conti, perché l'altra sera laRoma ha azzeccato la rivincita sbat-tendo fuori i bianconeri dalla competi-zione. Conte c'è rimasto un po' così,ma bisogna dargli atto che non è venu-to meno ai suoi disegni, dando comun-que spazio alle seconde linee contro unavversario che s'è invece presentatonella veste migliore. Partita strana, molto

tattica e perciò bruttar ella: la Juve habadato soprattutto a contenere e pro-prio quando pensava che il peggiofosse passato ha pagato pegno. Tutti aelogiare Pjanic come uomo del match,ma il vero elemento vincente sullasponda giallorossa è stato Strootman,che ha pennellato per Gervinho la gio-cata vincente. La Juve può lamentarsiper una volta per l'arbitraggio, perchéTagliavento non ha avuto l'ardire, dopoun quarto d'ora, di cacciare Benatia perfallo da ultimo uomo su Giovinco.Fosse arrivato all'80' quell'intervento,probabilmente sarebbe stato rosso di-retto. Comunque sia, 7 alla Roma checi ha creduto di più e 6 alla Juve che

adesso potrà concentrarsi sui grandinumeri della sua recita in campionato.

Mimmo Di Carlo, c'è posto per te.Dopo oltre un anno dall'esonero sullapanchina del Chievo, l'ex biancorossoha detto sì alla chiamata del Livornorimettendosi in gioco sui palcoscenicimaggiori. Una chiamata che coinvol-ge anche noi di SPORTquotidiano, cuiproprio Mimmo ha regalato pillole disaggezza tattica e curiosità assortitenella sua rubrica settimanale. Si meritail più affettuoso "in bocca al lupo",nella consapevolezza che il compito èassai delicato perché l'organico deitoscani è quello che è. Con Di Carlosono adesso 5 i tecnici di scuola, estra-zione o passato biancorossi attualmen-te impegnati in serie A: accanto aGuidolin e Mandorlini, da un paio disettimane c'è Reja alla Lazio mentreMaran è stato richiamato al Catania.Evviva. E il 7 è per tutta la categoria.

Siamo alle cose di casa nostra, perfesteggiare l'acuto del Vicenza in queldi Carrara, la risposta che si attendevadopo il flop casalingo col Como. Im-provvisamente s'è svegliato l'attaccobiancorosso, 4 volte a bersaglio in uncolpo solo dopo gli stenti dei turniprecedenti. Chissà se il vento offensi-vo è davvero cambiato. La riprova èimmediata, affidata al derby col Vene-

zia di Dal Canto e della lunga pattugliadi ex. Il Vicenza, che finora è statoforte soprattutto con i deboli, devedimostrare di saper domare anche ri-vali di prima fascia se davvero vuolestar dietro a progetti importanti daplay-off. La verifica arriva al momen-to giusto, perché i lagunari stanno inalto e, nel turno che verrà tra unadecina di giorni, ci sarà da far visitaall'Entella imbattuta capolista. Eccogli esami di abilitazione probabilmen-te decisivi. Nel frattempo, Lopez sicoccola il 6.5 di giornata.

Non è stata una gran domenica inC2, tutt'altro. Il Bassano è caduto sulcampo di una Spal alla ricerca delleglorie perdute, il Real non è riuscito abattere a domicilio la Pergolettese ot-tenendo il secondo 0-0 di fila, unararità nella sua stagione che l'avevavisto privilegiare le potenzialità offen-sive magari a scapito della tenuta di-fensiva. Può andare bene anche così,ma è indubbio che Vittadello si aspettiil risveglio di Alessandro, Rebecchi ecompagnia. Così come sul frontegiallorosso Petrone, sempre a corto diuomini, è in attesa di qualche contribu-to dal mercato per migliorare il bilan-cio di giornata che dice 5 (e un voto inpiù per i cugini biancorossi). Chi inve-ce continua ad andare come il vento è,in serie D, il Marano. Eppure domeni-ca i bianconeri se la sono vista brutta

con l'Union Ripa La Fenadora, la squadradi Seren del Grappa che sta facendoassai bene dopo un avvio tribolato.Sotto 0-2, il Marano ha sfoderato unaripresa da urlo e col gaucho Ferrettigiusto ad un soffio dallo stop ha piaz-zato il sorpasso. L'8 è una volta di piùobbligato, mentre non può che esserciil 5 per un Trissino Valdagno fermatosul 2-2 dalla modesta (non a caso ulti-ma) Fersina Perginese.

Stranezze del calcio, e non solo delcalco: Emiliano Bonazzoli, già bomberdel Padova e prima ancora di Brescia,Sampdoria e Reggina, aveva detto sì alMarano di Dalle Rive anche per nonstaccarsi dalla città del Santo dove lamoglie tiene attività importanti. Unascelta di vita, insomma, più forte diqualche ingaggio interessante, magaril'ultimo, in giro per l'Italia.Poi qualcosa s'era incrinato nel rap-porto col club bianconero e Bonazzoliera tornato a casa, pronto comunque arimettersi in gioco.Si parlava di Cittadella o di qualchesistemazione vicina, sempre per le ra-gioni di cui sopra. E invece ecco che ilnome del buon Emiliano è stato acco-stato nelle ultime ore agli ungheresidell'Honved, una squadra non propriodietro l'angolo.Alla faccia della coerenza. Nessuncommento, per il voto la scelta è libera.Alla prossima.

Seedorf sulla panchina del Milanper ordine di Berlusconi: dopo il

successo sul Verona è arrivatol'amaro di coppa con l'Udinese.

Nella foto sotto, Mimmo Di Carlochiamato alla guida del Livorno

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