CULTURA E FORMAZIONE NEL MEDITERRANEOradici e sviluppo dell’impegno italiano
Università Federico II, Chiesa dei Santi Marcellino e FestoNapoli, 19 giugno 2012
Documenti, fotografie, materiale cartografico e audiovisivo dagli Archivi del Ministero degli Affari Esteri, della Società Geografica Italiana,
dell’Istituto Luce-Cinecittà e della Rai Direzione Teche
CULTURA E FORMAZIONENEL MEDITERRANEO
radici e sviluppo dell’impegno italiano
Documenti, fotografie, materiale cartografico e audiovisivo dagli Archividel Ministero degli Affari Esteri, della Società Geografica Italiana,
dell’Istituto Luce-Cinecittà e della Rai Direzione Teche
Università Federico II, Chiesa dei Santi Marcellino e FestoNapoli, 19 giugno 2012
CULTURA E FORMAZIONE NEL MEDITERRANEO: radici e sviluppo dell’impegno italiano 3
sommovimenti che hanno travolto la sponda Sud
del Mediterraneo porteranno verosimilmente ad un
cambiamento irreversibile dell’assetto politico ed
economico di quei Paesi e dell’intera regione
mediterraneo-mediorientale, alla quale la politica estera
italiana dedica un’attenzione prioritaria. Da questa
premessa e dalla volontà italiana di sostenere il pieno
rispetto della ownership dei Paesi della regione nei
processi in corso nell’area è nata l’idea di organizzare
un Convegno presso l’Università Federico II di Napoli, il
19 giugno 2012 con un contributo del Ministero Affari
Esteri. L’incontro “A un anno dalla Primavera Araba:
confronto a più voci su cultura, società e formazione
politica nel Mediterraneo”, vuole proporre uno scambio
di visioni ed esperienze tra rappresentanti delle due
sponde del Mediterraneo, coinvolgendo accademici,
esperti ma anche rappresentanti dell’associazionismo,
dell’imprenditoria e giovani politici. Il Convegno sarà
aperto al pubblico e si attende anche un’importante
partecipazione di studenti universitari. L’Unità di Analisi,
Programmazione e Documentazione storico-diplomatica
della Segreteria Generale del Ministero Affari Esteri,
insieme alla Fondazione Mezzogiorno Europa organizzatrice
del Convegno, hanno lavorato in stretta collaborazione
con le nostre Direzioni Generali per gli Affari Politici,
per il Sistema Paese e per la Cooperazione allo Sviluppo,
perché hanno inteso concepire quest’iniziativa
mediterranea come un evento articolato, capace di
contribuire ad un fluido e intenso dialogo tra le due
sponde dello stesso mare, per il presente e per il futuro
di un’area di antichissima e condivisa civiltà. Per tale
ragione, sempre presso lo splendido complesso
architettonico dell’Università, si è proposta in contemporanea
4 CULTURA E FORMAZIONE NEL MEDITERRANEO: radici e sviluppo dell’impegno italiano
al Convegno la mostra “Cultura e formazione nel
Mediterraneo: radici e sviluppo dell’impegno italiano”,
alla quale collaborano anche la Società Geografica
Italiana, Istituto Luce-Cinecittà e Rai Direzione Teche.
A partire da una ricerca storiografica e documentale
avviata dagli archivisti di Stato della Segreteria Generale
nel 2011 sulla “Politica araba dell’Italia”, che si era
subito concretizzata nella piccola ma molto apprezzata
mostra “Italia Mediterranea” (Napoli, Teatro di Corte, 1
ottobre 2011), si è individuato un vasto patrimonio di
documenti in originale, fotografie e materiale
cartografico custoditi nei nostri archivi e presso la
Società Geografica, nonché materiale audio-visivo
presso l’Istituto Luce-Cinecittà e la Rai Teche, che ben
illustrano l’impegno italiano per la cultura nel
Mediterraneo, intesa da un lato come formazione
sociale, tecnica, universitaria e ai mestieri d’arte –
nonché in generale come formazione politica e
intellettuale, e dall’altro, come tutela del patrimonio
storico ed artistico e promozione di un’economia della
cultura. La mostra offre testimonianza di un percorso
di cooperazione e dialogo che, a partire dalle prime
missioni archeologiche dell’Italia unita alla fine del XIX
secolo, si consolida nel secondo dopoguerra.
Un percorso che non si interrompe nelle alterne e
complesse vicende storiche che caratterizzano i nostri
rapporti con il Mediterraneo nel periodo coloniale,
gettando le basi per le intense relazioni odierne – grazie
anche agli accordi e alle iniziative di cooperazione
culturale e di carattere formativo attualmente in corso –
e per l’amicizia e la partnership del futuro.
Min. Plen. Sebastiano Cardi
Vice Segretario Generale, Ministero Affari Esteri
Programma concertistico del Liceo Musicale Italiano “G. Verdi” - Alessandria d’Egitto (1926)
CULTURA E FORMAZIONE NEL MEDITERRANEO: radici e sviluppo dell’impegno italiano 76 CULTURA E FORMAZIONE NEL MEDITERRANEO: radici e sviluppo dell’impegno italiano
a Primavera Araba è stata una presa di coscienza popolare di principi
democratici e di partecipazione destinata a produrre effetti duraturi nei
Paesi del Mediterraneo e negli equilibri mondiali.
Si è trattato di uno spartiacque nella storia dei Paesi del Nord Africa e del Medio
Oriente, un momento di speranze, interrogativi e sfide, la cui portata non è limitata
al mondo arabo ma coinvolge anche gli altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo,
primo fra tutti l’Italia.
Interessi comuni e una sempre più stretta interdipendenza obbligano le due sponde
a lavorare insieme per definire il proprio futuro e fare in modo che i processi avviati
abbiano sbocchi positivi per tutti. Condividiamo con i nostri vicini una grande
responsabilità: se avremo successo il Mediterraneo costituirà un'area di
modernizzazione e di prosperità per centinaia di milioni di persone, che avrà
superato crisi e tendenze al declino in un mondo in cui si stanno affermando nuovi
equilibri.
Questa riflessione si impone innanzitutto a livello europeo. La Primavera Araba
rilancia il Mediterraneo al centro dell’agenda dell’Unione. Si tratta di un’opportunità
per l’Europa di consolidare il suo ruolo di attore globale che l’Italia sostiene con
convinzione. Lo è soprattutto per l’Italia e per i Paesi della Sponda Nord i cui vitali
interessi economici e di sicurezza sono strettamente legati agli sviluppi nell'altra
parte del Mediterraneo. Lo è anche per i Paesi della Sponda Sud, il cui forte rapporto
con l'Europa è necessario ai loro processi di sviluppo complessivo.
Sono questi i motivi per i quali il Ministro Terzi ha dato un nuovo impulso al carattere
centrale del Mediterraneo e del Medio Oriente nell’ambito dell’azione diplomatica
dell’Italia.
Avvicinare le due sponde del nostro mare comune significa anche sviluppare
i rapporti economici, le integrazioni produttive e le
mobilità virtuose e regolate che generano stabilità.
In questa prospettiva l’Italia ha messo in atto una strate-
gia fortemente imperniata sul dialogo, sul rapporto
umano e sullo scambio culturale. Un approccio di si-
stema che vede un nostro coinvolgimento proattivo su
più scenari per poter rispondere con iniziative concrete
alle diverse sollecitazioni provenienti dai nostri partner:
il settore delle piccole e medie im-
prese, le grandi opere infrastruttu-
rali, il settore energetico, il turismo,
la collaborazione culturale.
In tale contesto, quest’ultima
assume una valenza strategica per
la definizione di obiettivi comuni
fondati su valori condivisi al di là
delle diversità che fanno parte delle
nostre identità e che ci arricchi-
scono reciprocamente.
Il Ministero degli Esteri non ha mai
smesso, nemmeno nelle fasi più cri-
tiche, di assicurare, attraverso la rete
diplomatica, degli Istituti di Cultura
e delle missioni archeologiche il
proprio contributo all’offerta cultu-
rale dei Paesi della Sponda Sud.
Lo ha fatto in un anno, il 2011, particolarmente signifi-
cativo per la nostra storia: gli eventi della Primavera si
sono verificati in coincidenza con il 150° Anniversario
dell’Unità d’Italia e le manifestazioni previste all’estero
per celebrare la ricorrenza hanno finito con l’assumere,
nel Mediterraneo, un valore altamente simbolico.
Commemorare questa tappa fondamentale nella
costruzione della nostra identità nazionale e statuale e
ECONOMIA, CULTURA E FORMAZIONENEL MEDITERRANEO: L’IMPEGNO ITALIANO
LA PRIMAVERA ARABARILANCIA
IL MEDITERRANEO AL CENTRO
DELL’AGENDADELL’UNIONE.
SI TRATTA DI UN’OPPORTUNITÀ
PER L’EUROPADI CONSOLIDARE
IL SUO RUOLO DI ATTORE GLOBALE
CULTURA E FORMAZIONE NEL MEDITERRANEO: radici e sviluppo dell’impegno italiano 98 CULTURA E FORMAZIONE NEL MEDITERRANEO: radici e sviluppo dell’impegno italiano
dell’affermazione di principi di libertà e di partecipazione
popolare in Stati attraversati da importanti cambiamenti
politici e sociali ne ha evidenziato l’attualità del
messaggio e ha contribuito a manifestare la nostra
vicinanza e riconoscenza nei confronti di Paesi nei quali,
durante il Risorgimento, patrioti italiani trovarono rifugio,
accoglienza e sostegno.
Una presenza, questa, che è andata di pari passo con
l’impegno continuo del Ministero
degli Esteri anche su altri fronti della
promozione del Sistema Paese,
sostenendo la crescita della nostra
presenza imprenditoriale nell'area,
del partenariato economico e del-
l’interscambio.
La cultura è un fattore cruciale per
l'affermazione della democrazia nei
Paesi in transizione, nei quali i rischi
di sfaldamento delle Istituzioni sono
forti. Essa consolida l’abitudine al
confronto e al dialogo e contribui-
sce ad un miglioramento sostan-
ziale della qualità della vita dei
cittadini. Siamo consapevoli della
necessità di adeguare anche la poli-
tica di promozione culturale alle
nuove esigenze, contribuendo alla formazione del nuovo
tessuto sociale dei Paesi della Sponda Sud, alla forma-
zione dei loro gruppi dirigenti e delle loro capacità di
governo e gestionali secondo un’impostazione fondata
sul pieno riconoscimento dell’appartenenza dei processi
ai popoli coinvolti e alle loro istituzioni. Un’attenzione
particolare è rivolta alle giovani generazioni.
La nostra rete diplomatico-consolare, gli Istituti di
Cultura, le scuole italiane, le missioni archeologiche, il nostro sistema imprenditoriale
presente e attivo nell’area, concorrono a soddisfare la domanda anche di cultura
italiana e ad arricchire il dibattito culturale locale. Ora intendono contribuire
maggiormente anche alla formazione accademica e professionale.
Per rispondere a quest’ultima esigenza il Ministero degli Esteri appoggia con
convinzione la collaborazione tra le Accademie del Mediterraneo, anche con
il sostegno formativo agli studenti della Sponda Sud. A fronte del forte incremento
della domanda di italiano, gli Istituti di Cultura hanno ampliato la propria offerta,
affiancando ai corsi tradizionali forme “applicate” di apprendimento della nostra
lingua che coniugano la formazione linguistica a quella professionale. A ciò fanno
da naturale complemento le iniziative volte a valorizzare le capacità artigiane locali,
come i corsi dedicati a quei mestieri d’arte per i quali l’Italia è nota in tutto il mondo
e che anche nei Paesi della Sponda Sud trovano una radicata tradizione e punte
di eccellenza, meritevoli di essere incoraggiate per diventare concrete opportunità
di impiego per i giovani del Mediterraneo. Accanto alle nuove iniziative nel campo
della formazione, continua l’impegno del Ministero degli Esteri nel recupero dei beni
archeologici attraverso le nostre missioni nel Mediterraneo, con tutte le implicazioni
positive in termini di nuove opportunità professionali ed economiche, nonché nella
promozione della nostra tradizione artistica, attraverso una offerta di eventi culturali
di qualità e la partecipazione ad iniziative locali, rilanciando anche, in una realtà
in rapida evoluzione tecnologica, il ruolo degli strumenti audiovisivi che da decenni
avvicinano i popoli delle due sponde.
Dobbiamo tutti lavorare insieme affinché il Mediterraneo rimanga un'area centrale
del mondo per operosa prosperità, pensiero creativo, innovazione e irraggiamento
culturale.
Amb. Maurizio Melani
Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese (DGSP)
Ministero Affari Esteri
DOBBIAMO TUTTILAVORARE INSIEME
AFFINCHÉ ILMEDITERRANEO
RIMANGA UN'AREACENTRALE DEL MONDO
PER OPEROSAPROSPERITÀ, PENSIERO
CREATIVO,INNOVAZIONE E
IRRAGGIAMENTOCULTURALE
CULTURA E FORMAZIONE NEL MEDITERRANEO: radici e sviluppo dell’impegno italiano 1110 CULTURA E FORMAZIONE NEL MEDITERRANEO: radici e sviluppo dell’impegno italiano
ell’ambito delle linee strategiche della politica estera italiana,
la Cooperazione allo Sviluppo rivolta ai Paesi dell’area del Mediterraneo,
ed in particolare a quelli del Nord Africa, ha sempre rivestito una
particolare importanza, che oggi risulta – se possibile – ulteriormente accresciuta a
seguito dei recenti rivolgimenti che li hanno interessati con la cosiddetta “Primavera Araba”.
Va anche detto che, sebbene i primi interventi di assistenza tecnica ed economica
realizzati dal MAE in quest’area – in forma occasionale e sporadica – risalgano agli
anni ’50 e ’60, è solo tra la fine degli anni ‘70 e gli anni ’80 che essi hanno assunto
un carattere più sistematico e organizzato.
Tradizionalmente, gli interventi in questi Paesi sono stati rivolti ad assicurare
la stabilità politica e il miglioramento degli standard di vita delle comunità locali,
obiettivi perseguiti attraverso iniziative mirate allo sviluppo di settori chiave
dell'economia e della società, affinché i risultati prodotti nelle realtà oggetto dei
progetti potessero estendersi alla regione, allentando le tensioni esistenti all'interno
di un Paese o fra diversi Paesi dell'intera area. L'aiuto allo sviluppo nei confronti
di taluni di questi Paesi rappresenta, inoltre, un elemento importante ai fini di
un'efficace gestione dei flussi migratori che da tali regioni partono in direzione
dell'Europa e in particolare dell'Italia.
Tra i diversi settori su cui si sono concentrate le iniziative di cooperazione, una
particolare attenzione merita quello della valorizzazione del patrimonio culturale,
giacché la cultura rappresenta di certo una delle più importanti condizioni per
garantire uno sviluppo economico sostenibile, garantendo la qualità della vita anche
delle future generazioni ed offrendo concrete opportunità di reddito e rilevanti
incentivi alle attività imprenditoriali locali. La Cooperazione Italiana sostiene quindi
convintamente le pratiche volte a implementare una valida gestione del patrimonio
artistico e culturale, inteso come espressione dell’identità di un popolo e che come
tale costituisce anche una risorsa per lo sviluppo sostenibile, per il dialogo
interculturale e la convivenza pacifica. In tal modo, la cooperazione culturale assume
appunto la valenza di aiuto allo sviluppo, in virtù sia del contesto politico
e geografico in cui si inscrive, sia delle positive ricadute sul tessuto economico e
sociale di riferimento.
Forte dei livelli di eccellenza raggiunti nel campo della conservazione e restauro del
patrimonio culturale, l’Italia può infatti svolgere un ruolo determinante nel favorire
lo scambio interculturale, consolidare le strutture istituzionali locali dedite alla
cultura, promuovere attività di formazione (con particolare attenzione ai giovani
e alle donne), sostenere i processi di pace e rafforzare i legami di cooperazione con
e tra organismi locali. In un siffatto contesto, la Cooperazione italiana punta altresì
ad instaurare un’efficace collaborazione tra intervento pubblico e operatori privati per
alimentare il turismo e le attività economiche ad esso collegate, rivolgendo
particolare attenzione alla mobilitazione di associazioni, ONG, PMI e imprenditoria
giovanile in modo da garantire uno sviluppo sostenibile.
Gettando lo sguardo alla realtà specifica dei Paesi (Egitto, Libia, Tunisia, Algeria e
Marocco) su cui si incentrano i contenuti di questa Mostra, vediamo che i maggiori
ambiti d’intervento delle iniziative di cooperazione hanno riguardato l’assistenza
tecnica alle istituzioni locali, il recupero dei centri storici, la creazione di centri di
cultura, il recupero di aree archeologiche e la riabilitazione e l’allestimento di musei.
Più nello specifico, vale senz’altro la pena citare (si veda il box qui di seguito) alcuni
progetti relativi a ciascun Paese, individuati tra quelli di più recente implementazione.
Min. Plen. Elisabetta Belloni
Direttore Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (DGCS)
Ministero Affari Esteri
ATTUALITÀ DEI PROGETTIDI COOPERAZIONE ALLO SVILUPPOIN CAMPO CULTURALE
CULTURA E FORMAZIONE NEL MEDITERRANEO: radici e sviluppo dell’impegno italiano 1312 CULTURA E FORMAZIONE NEL MEDITERRANEO: radici e sviluppo dell’impegno italiano
EGITTORIQUALIFICAZIONE
DEL SISTEMA MUSEALE
Il Progetto, attuato con la collaborazione delMinistero per i Beni e le Attività Culturali, hacome fine la riqualificazione del sistemamuseale egiziano. Esso prevede le seguentiattività:a) Master Plan per la riorganizzazione del Museo Egizio di Tahrir con l’obiettivo di una sua più adeguata organizzazionee gestione ai fini dell’incremento delle suecapacità espositive e quindi di fruizione.b) Programma di formazione per il personaledel Museo Egizio di Tahrir, eseguito dall’IstitutoSuperiore per la Conservazione e Restauro,finalizzato a sviluppare le capacità deipartecipanti in relazione sia agli interventi di restauro che agli aspetti complessivi dellaconservazione museale.
PROGRAMMA DI SUPPORTO ISTITUZIONALE ALL’AGENZIA EGIZIANA PER L’AMBIENTEIl Programma rappresenta una delle più importanti iniziative bilaterali di sostegno ed interviene in molteplici settori, tra i quali la promozione del turismo sostenibile e della difesa e valorizzazione delpatrimonio artistico, archeologico e culturale egiziano. A Medinet Maadi la Cooperazione Italiana, in collaborazione con l’Università di Pisa ed il Consiglio Supremo delle Antichità egiziane, ha finanziatole attività di recupero del sito archeologico, successivamente integrato con opere accessorie quali un centro visitatori e un eco-lodge. Grazie a questo intervento della Cooperazione italiana, MedinetMaadi rappresenterà il primo parco archeologico e naturalistico dell’Egitto.
SUPPORTO ALLA NUOVA BIBLIOTECA ALESSANDRINALa Cooperazione Italiana ha abilitato, grazie adiverse iniziative, l’intera Sezione dei Manoscrittidella Biblioteca Alessandrina. Nello specifico, il Laboratorio di Restauro dei Libri Antichi e deiManoscritti è stato attrezzato con macchinari e materiali per la conservazione ed il restaurocartaceo. Allo staff del Laboratorio sono statidedicati puntuali corsi di formazione in restauroed in museologia (in Italia ed in Egitto) pressocentri italiani di eccellenza nel settore.
MAROCCOAFRICA ’70 - RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE DELL’OASI DI FIGUIG
Il progetto ha l’obiettivo di contribuire allatutela e alla valorizzazione del patrimonioculturale e architettonico dell’oasi diFiguig, nella regione dell’Oriental, al confine con l’Algeria. L’oasi comprendeun esteso palmeto (circa 150.000 palmeda datteri) e un centro abitato suddiviso in sette quartieri fortificati. Dalla finedell’epoca coloniale, il territorio di Figuigè ridotto ad un’enclave marocchinacircondata per tre lati dall’Algeria e lachiusura delle frontiere tra i due Paesi haaggravato il suo isolamento geografico.
Il progetto prevede la conservazione di vari edifici, la riqualificazione del palmeto e la lorovalorizzazione a fini turistici, anche attraverso la creazione di un fondo per interventi pilota. La carenza di attività produttive nell’area ha, infatti, determinato negli ultimi anni una situazione digrave difficoltà economica e la necessità per molti di emigrare in altre aree del Paese o all’estero.
SPAZIO DI CONVIVIALITÀ MULTICULTURALE E PLURICONFESSIONALEPROGETTO DI VALORIZZAZIONE DELLA MEDINA DI TANGERIL’iniziativa mira a valorizzare l’antica Medina di Tangeri per contribuire ad invertirne la tendenza aldegrado sociale e urbano. Essa si articola sui seguenti assi prioritari di intervento: (a) recupero e restauro di 3 siti di interesse storico e architettonico (Maison Guennoun, Borj Hajouni e Borj DarBaroud); (b) rafforzamento istituzionale delle associazioni locali di quartiere e promozione di unnetwork che coinvolga associazioni locali e attori di sviluppo locali ed internazionali; (c) un pianostrutturato di formazione per creare nuove forme di impiego più qualificanti; d) accompagnamentoe sostegno, attraverso il microcredito, ad attività economiche all’interno della Medina,prevalentemente artigianali e correlate al turismo e alla ristrutturazione edilizia.
CULTURA E FORMAZIONE NEL MEDITERRANEO: radici e sviluppo dell’impegno italiano 1514 CULTURA E FORMAZIONE NEL MEDITERRANEO: radici e sviluppo dell’impegno italiano
TUNISIACREAZIONE DI UN CENTRO DI FORMAZIONE E RICERCAPER LA SALVAGUARDIA, LA CONSERVAZIONEE LA VALORIZZAZIONE DELLE “CITTÀ-OASI” DI NEFTAIl progetto, contribuendo allo sviluppo regionale del governatorato di Tozeur, si inserisce nella valorizzazione turistica del patrimonioculturale e nella politica di sviluppo delle risorse umane. Le attività,come la creazione di un luogo istituzionale per la ricerca e l’altaformazione di personale tecnico, sono volte ad aumentare lecompetenze professionali del personale in loco. La valorizzazione del patrimonio artistico ed ambientale delle città oasi e delle risorseumane hanno avuto grande ricaduta positiva sul turismo e quindi suiredditi.
RESTAURO E RIABILITAZIONE DEL PRESBITERIO DI SANTA CROCE IN “CENTRO MEDITERRANEO DI ARTI APPLICATE”Il progetto mira alla promozione del dialogo interculturale nel bacino del Mediterraneo, attraversola creazione di un Centro Mediterraneo di arti applicate. In particolare si provvederà alcompletamento dei lavori di restauro, all’illuminazione e all’arredamento del presbiterio della chiesadi Santa Croce, nonché all’equipaggiamento informatico e al completamento degli studi ai fini dellaristrutturazione.
PROGETTO RIQUALIFICAZIONE URBANA DEL QUARTIERE “PICCOLA SICILIA” DI TUNISIIl progetto si inserisce all’interno del piano di riqualificazione urbana del quartiere “Piccola Sicilia”a Tunisi. Il quartiere, che si trova in pieno centro, occupa una vasta area di circa 80 ha, localizzatatra l’Avenue Bourguiba, l’Avenue de Carthage, il Marché de Gros e l’Avenue de la République. La zona si presenta fortemente degradata e caratterizzata dalla presenza di numerose strutturepericolanti, nonché di un forte inquinamento dovuto alle molte officine meccaniche in loco e altraffico caotico. Il progetto si compone di due fasi, la prima di studio e pianificazione urbanistica(Plan d’Amenagement de Detail) seguita successivamente dalla fase di realizzazione.
ALGERIA
LIBIA
CENTRO DI DOCUMENTAZIONEE CATALOGAZIONE DEL PATRIMONIOCULTURALE E DI UNA SCUOLA DI RESTAURONell’ambito di un progetto per la creazione di un Centro di documentazione e catalogazionedel patrimonio culturale e di una scuola direstauro, la DGCS, in collaborazione con il MIBACe l’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, ha fornito assistenza tecnica per larealizzazione dello studio di fattibilità.
PROGETTO DI RESTAURO E VALORIZZAZIONEDELLA CASBAH DI ALGERIGli obiettivi primari del progetto sono la formazionedi personale qualificato per la salvaguardia delpatrimonio culturale, lo sviluppo di capacitàumane e tecniche nell’ambito del restauro e l’indirizzoverso un’autogestione di interventi di recuperonella Casbah.
TRIPOLI - CASTELLO ROSSO AL-SARAY AL HAMRAIl Progetto, nato nel 2010, a seguito di una convenzione con l’Università degli Studi di Roma Tre, al fine di attuare un programma di formazione e di assistenza specialistica del personale libicoaddetto al settore archeologico e di applicazione delle tecnologie informatiche alla ricerca e catalogazione, ha per obiettivo la valorizzazione e la salvaguardia del patrimonio storico,archeologico ed archivistico relativo all’antica Oea ed al suo territorio.
CULTURA E FORMAZIONE NEL MEDITERRANEO: radici e sviluppo dell’impegno italiano 1716 CULTURA E FORMAZIONE NEL MEDITERRANEO: radici e sviluppo dell’impegno italiano
a Società Geografica Italiana, fondata nel 1867 a Firenze e poi trasferita
a Roma nel 1872, ha sviluppato una più che secolare esperienza nella
promozione della ricerca scientifica e in attività culturali volte a diffondere
e divulgare le conoscenze geografiche, senza, peraltro, trascurare la formazione
e l’editoria. Nello svolgimento della sua funzione statutaria, la Società non ha
mancato di operare in stretta collaborazione con le associazioni e le istituzioni aventi
interessi affini, oltre che con altri enti geografici, italiani e stranieri.
Ritenuta dal mondo accademico e dalle istituzioni un centro di eccellenza per gli
studi geografici, è anche associazione ambientalista accreditata ed organismo
internazionalistico riconosciuto dal Ministero degli Affari Esteri e ONG con status
consultativo nell’ambito della Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio
Immateriale dell’UNESCO.
Il patrimonio materiale e immateriale della Società Geografica Italiana permette
di ricostruire buona parte delle conoscenze acquisite nel corso degli anni da studiosi
e viaggiatori italiani; obiettivo del Sodalizio è quello di tutelarne la continuità
e assicurarne la valorizzazione.
È il caso, in particolare, del suo patrimonio bibliografico (circa 400.000 volumi tra
monografie e periodici), cartografico (circa 100.000 carte geografiche) e fotografico
(oltre 150.000 documenti), custodito nella sede di Palazzetto Mattei, un edificio
cinquecentesco all’interno della Villa Celimontana in Roma.
La Cartoteca, dal notevole valore storico-scientifico, nasce inizialmente con
donazioni di carte di vario genere da parte dei soci e, successivamente, viene
incrementata grazie a scambi e acquisti. Tra i documenti più preziosi vanno segnalate
200 carte appartenenti ai secoli XVI-XIX, oltre al portolano del 1480 attribuito ad
Albino de Canepa. Quest’ultimo costituisce il cimelio di maggior pregio: si tratta di
una carta nautica di scuola genovese, raffigurante il
Mediterraneo e i paesi, che vi si affacciano, accuratamente
delineati.
Di rilevante interesse è anche una cospicua raccolta
di carte geografiche cinesi e giapponesi, realizzate
prevalentemente nei secoli XVIII-XX, quasi tutte manoscritte.
Particolarmente ricca è anche la produzione cartografica
degli Stati preunitari e quella ufficiale dello Stato italiano.
Nel complesso, il patrimonio cartografico comprende
una straordinaria raccolta di carte,
a diverse scale, relative a tutti i con-
tinenti e di varia tipologia: nautiche,
aeronautiche, geologiche, forestali,
idrografiche, climatiche, gravimetri-
che, pedologiche, minerarie, stra-
dali, fino alle ortofotocarte e ai
rilevamenti da satellite.
Nell’ambito di questa mostra, ten-
dente a mettere in luce i legami sto-
rici dell’Italia con i paesi del
Mediterraneo coinvolti nella “Pri-
mavera Araba”, la Società Geogra-
fica Italiana presenta documenti
cartografici che spaziano da quelli
ad incisione a quelli stampati con
tecniche moderne.
Di rilevante importanza, la carta
d’Egitto di Francesco Marmocchi del 1858 e la singolare
Carte des chemins de fer de l’Algérie et de la Tunisie,
risalente ai primi anni del XX secolo. Gli esemplari
cartografici sono integrati da guide turistiche del tempo,
tra le quali quelle prodotte dal Touring Club Italiano e
dai Fratelli Treves. Tra i documenti d’archivio è stato
selezionato il pregiato album di disegni di Orazio
LA SOCIETÀ GEOGRAFICA ITALIANAE LA CARTOGRAFIA DEL MEDITERRANEO
LA SOCIETÀ GEOGRAFICAITALIANA, FONDATANEL 1867 A FIRENZE
E POI TRASFERITA A ROMA NEL 1872,
HA SVILUPPATOUNA PIÙ CHE SECOLARE
ESPERIENZANELLA PROMOZIONE
DELLA RICERCASCIENTIFICA
E IN ATTIVITÀ CULTURALI
CULTURA E FORMAZIONE NEL MEDITERRANEO: radici e sviluppo dell’impegno italiano 1918 CULTURA E FORMAZIONE NEL MEDITERRANEO: radici e sviluppo dell’impegno italiano
Antinori, primo Segretario Generale della Società, che
guidò una spedizione in Tunisia nel 1875.
Tale spedizione avrebbe dovuto contribuire a sciogliere
la riserva su una questione su cui da molto tempo si
dibatteva, soprattutto in Francia, ossia l’allagamento
degli chotts (laghi salati) tunisini e la loro trasformazione
in un mare interno, attraverso la creazione di un canale
presso Gabès. Se ne sarebbero ricavate delle relazioni
scientifiche da presentare da parte
della delegazione italiana al Con-
gresso Geografico Internazionale
di Parigi, previsto nell’agosto suc-
cessivo, secondo le intenzioni del
presidente Cesare Correnti (1873-
1879), che voleva, in tal modo,
esaltare la prima partecipazione
italiana al massimo consesso geo-
grafico.
La spedizione assolse il suo com-
pito compiendo i necessari rilievi
geologici, che resero palese l’im-
possibilità di realizzare il progetto
francese: gli chotts si trovavano
al di sotto del livello del mare,
ma qualsiasi progetto di taglio per
allagare il deserto risultava impos-
sibile o quantomeno antieconomico per via della
natura dell’istmo di Gabès, costituito da rocce di natura
calcarea e non da sabbia.
Faceva parte della spedizione anche il celebre fotografo
Lodovico Tuminello che realizzò un importante dossier
fotografico di cui è possibile vedere in mostra alcuni
esempi. Rispettando le indicazioni che gli erano state
fornite, ossia «rilevare [...] gli aspetti del paese e le
ruine romane», egli realizzò una raccolta di scatti paesaggistici particolarmente
interessanti, attenendosi alla realtà e ai contesti senza piegarsi a forme di
monumentalizzazione o di idealizzazione.
La medesima impostazione la ritroviamo nelle immagini dedicate ai costumi,
riprese per strada, senza alcuna forzatura. Per questa ragione il lavoro di Tuminello
si discosta nettamente dalla vasta produzione di immagini relative al viaggio
fotografico e può essere considerato come un episodio del tutto autonomo e quasi
isolato, per questo particolarmente prezioso.
Prof. Franco Salvatori
Presidente, Società Geografica Italiana
Albino de Canepa, Carta da navigare, Genova, 1480Carta manoscritta su pergamena conservata presso la Cartoteca della Società Geografica Italiana, Roma
Giovanni Battista Cavallini,Mediterraneo, sec. XVIICarta manoscrittasu pergamena conservatapresso la Cartoteca della Società Geografica Italiana,Roma
CULTURA E FORMAZIONE NEL MEDITERRANEO: radici e sviluppo dell’impegno italiano 2120 CULTURA E FORMAZIONE NEL MEDITERRANEO: radici e sviluppo dell’impegno italiano
1. Gli archeologi Italiani in Egitto e Libia - origini della cooperazione culturale
A cura della
Dr.ssa Rita Luisa De Palma
Coordinatore Archivista di Stato, UAP - DSD
Ministero Affari Esteri
e fonti selezionate per la mostra rappresentano una piccola silloge dei più
antichi documenti conservati presso l’Archivio Storico-Diplomatico del
Ministero degli Affari Esteri (ASDMAE), sull’impegno dell’Italia nel campo
delle missioni archeologiche nei Paesi del Nord Africa.
Quanto alle aree interessate, la gran parte della documentazione riguarda l’Egitto, che
ospitava, all’epoca, una delle più importanti colonie di italiani nel Mediterraneo.
Questa ricchezza di iniziative si spiega, forse, anche grazie all’impegno ed ai contatti
di Giuseppe Botti che contribuì alla creazione del museo greco-romano di
Alessandria nel 1892, divenendone poi anche il direttore. Si inaugurò così, nel 1903,
una lunga stagione di missioni dirette da Ernesto Schiaparelli nella Valle delle Regine
a Tebe, cui si aggiunsero, via via, un cospicuo numero di altri autorevoli nomi
dell’archeologia italiana e di altri siti di interesse per l’egittologia, l’arte copta e la
papirologia.
Sono, poi, presenti testimonianze sui primi progetti e sulle prime esplorazioni
in Libia, in particolare nelle regioni della Cirenaica e della Tripolitania fino al 1911
(le competenze passano successivamente agli organi preposti alle antichità, i cui
archivi storici non si conservano presso l’ASDMAE). I primi progetti risalgono agli
inizi del Novecento, formulati su sollecitazione di Federico Halbherr, direttore della
neoistituita missione a Creta (1899), interessato ad ampliare il campo delle ricerche
ad altre aree del Mediterraneo legate alle civiltà del periodo preellenico, ellenico e
romano. Si conservano, inoltre, vari documenti sulla prima fase di missioni che egli
diresse (1910-1911), in particolare, le varie relazioni sui risultati delle indagini di
superficie con le prime osservazioni sui siti archeologi, non prive di ipotesi sui
paesaggi antichi.
Dopo il secondo conflitto mondiale, le missioni sono progressivamente riprese in
Egitto ed in Libia. Le missioni in Algeria, Marocco e Tunisia – per le quali si
rinvengono poche testimonianze per il periodo prebellico – sono state, invece,
avviate soltanto dagli anni Sessanta in poi, presumibilmente in rapporto con il
processo di decolonizzazione.
Archeologi delle Università e delle Soprintendenze, diplomatici, Ministri degli Esteri
e della Pubblica Istruzione, animano, dunque, questo percorso con lettere e relazioni,
talora vergate dalla loro stessa mano. L’accoglienza che trovarono presso le Autorità
locali portò ad una prima rete di contatti fra l’Italia ed i Paesi del Nord Africa in
ambito archeologico. Questa circostanza contribuì, infine, all’emersione di quei siti
riconosciuti, oggi, in molti casi, dall’UNESCO, come “Patrimonio dell’Umanità” -
risultato ancora tangibile nel presente di esperienze nate tanto lontano nel tempo.
Relazione di Salvatore Aurigemma, Ispettore del Museo Nazionale di Napolisui risultati delle ricognizioni archeologiche in Cirenaica (1911)
MISSIONI ARCHEOLOGICHE ITALIANENEL MEDITERRANEOTRA PASSATO E PRESENTE
22 CULTURA E FORMAZIONE NEL MEDITERRANEO: radici e sviluppo dell’impegno italiano
2. Missioni archeologiche - esiti e contesti 2011
A cura del
Prof. Ettore Janulardo
DGSP, Ministero Affari Esteri
l Ministero degli Affari Esteri continua a svolgere un ruolo da protagonista
nell’interscambio culturale, sostenendo la presenza dell’eccellenza italiana
nell’ambito della ricerca archeologica nei paesi della sponda sud del
Mediterraneo.
Si sono mantenuti attivi appropriati canali di cooperazione scientifica anche nel
contesto dei mutamenti politico-sociali che hanno attraversato quest’area dalla fine
del 2010. Emblematico il caso dell’Egitto: nonostante revisioni di programmi e di
alcuni obiettivi inizialmente definiti, per ben diciassette missioni archeologiche
italiane sono state previste forme di sostegno da parte del Ministero Affari Esteri nel
corso del 2011.
Per quanto concerne la Libia, tenuto conto delle indicazioni delle autorità locali e
d’intesa con gli archeologi italiani, sono state sostenute dieci missioni archeologiche,
che hanno potuto riprendere delle attività di contatto e ricognizione già al termine
del 2011. Inoltre, si sono ribaditi impegni nel campo della formazione per
l’immediato futuro, per rinnovare il ruolo d’interlocutore privilegiato dell’Italia anche
in questa delicata fase di ridefinizione dell’identità del Paese.
I tradizionali rapporti di dialogo con la Tunisia, matrice e protagonista di quest’epoca
di cambiamento, hanno permesso di proseguire le attività già avviate nell’area, destinate
alla preservazione e alla valorizzazione del grande patrimonio culturale locale.
In Algeria e Marocco l’Italia è presente con missioni archeologiche di pari rilevanza
scientifica, che proseguono attività culturali e di formazione alle più avanzate
metodologie di conservazione e restauro.
Lettera di Ernesto Schiaparelli all'Agente Diplomatico a Il Cairo, Giuseppe Salvago Raggi (1904)
CULTURA E FORMAZIONE NEL MEDITERRANEO: radici e sviluppo dell’impegno italiano 2524 CULTURA E FORMAZIONE NEL MEDITERRANEO: radici e sviluppo dell’impegno italiano
MISSIONI ARCHEOLOGICHE DESTINATARIE DI CONTRIBUTI DEL MINISTERO AFFARI ESTERI NEL CORSO DEL 2011
ALGERIA• Università di Trento
Algeria orientale, Tarf, Souk Ahras, Madaura, Tebessa. Missione attiva dal 2003.• CNR - Istituto di Studi sulle Civiltà Italiche e del Mediterraneo Antico, Roma
Studio e catalogazione informatizzata delle monete di Iol nel contesto archeologico punico in Algeria (Museo Nazionale). Missione attiva dal 2006.
EGITTO• Università di Firenze
Missione archeologico-papirologica del Centro Studi - Istituto papirologico “G. Vitelli”di Firenze ad Antinoe. Missione attiva dal 1936.
• Università di TorinoMissione archeologica italiana in Egitto e Sudan (Maies). Missione attiva dal 1970.
• Centro Formazione Professionale RestauroRestauro, archeologia e formazione presso il Ciera al Cairo. Missione attiva dal 1979.
• Università di MilanoScavi archeologici a Umm El-Breigat (Tebtynis). Missione attiva dal 1988.
• Università “Sapienza” di RomaL’oasi di Farafra (Egitto): riscoperta e valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale. Missione attiva dal 1990.
• Università di BolognaBakchias/Kom Umm El-Atl (Fayum). Dall’archeologia alla storia. Missione attiva dal 1993.
• Associazione culturale Harwa 2011 OnlusMissione archeologica italiana a Luxor. Missione attiva dal 1995.
• Università di TorinoIsola di Nelson - Alessandria d’Egitto. Missione attiva dal 1997.
• Università di PisaUn distretto archeologico nel Fayum: Khelua e Kom Medinet Madi. Missione attiva dal 2002.
• Università “Sapienza” di RomaScavo e recupero del sito di Kôm El-Ghoraf nel Delta egiziano. Missione attiva dal 2002.
• Università di PisaMissione italiana a Dra Abu El-Naga. Missione attiva dal 2003.
• Università del SalentoScavo archeologico, restauro delle strutture architettoniche e cantiere scuola a Soknopaiou Nesos/Dime Es-Seba. Missione attiva dal 2003.
• Università di BolognaThe Aswan-Kom Ombo Archeological Project. Missione attiva dal 2005.
• Università di SienaRicerche archeologiche a Dionysias - Qasr Qaroun. Missione attiva dal 2009.
• Università della TusciaL’antropizzazione dell’oasi di Farafra in età romana e tardo-antica attraverso lo studiodei qanat. Missione attiva dal 2009.
• Università di Napoli “L’Orientale”Ricostruzione digitale mediante laser scanner 3D e restauro virtuale del tempio solare di Niuserra ad Abu Gourab. Missione attiva dal 2010.
• Università di Napoli “L’Orientale”Missione archeologica italiana nel Deserto Orientale egiziano. Missione attiva dal 2011.
LIBIA• Università “Sapienza” di Roma
Missione archeologica italo-libica nell’Acaus e Messak (Sahara centrale).Missione attiva dal 1955.
• Centro Internazionale Ricerche Archeologiche, Antropologiche e StoricheMissione archeologica congiunta italo-libica “Tempio Flavio”. Missione attiva dal 1978.
• Università di Roma TreLeptis Magna (Tripolitania, Libia): suburbio e territorio. Missione attiva dal 1996.
• Università di Chieti “Gabriele D’Annunzio”Nuove tecnologie nella ricerca archeologica e nel restauro dei siti di Lamludae della necropoli di Cirene. Missione attiva dal 1997.
• Università di PalermoProgetto pilota Cirene (Libia) - Missione Archeologica Italiana a Cirene.Studio, restauro e anastilosi del tempio di Zeus. Missione attiva dal 1998.
• Università di Urbino “Carlo Bo”Missione Archeologica nella città di Cirene e nel nuovo santuario extra-urbano di Demetra. Missione attiva dal 2000.
• Prima archeologia del MediterraneoUnderwater Libyan Archeology Project - Antichi porti della Cirenaica.Missione attiva dal 2002.
• CNR - Istituto per le tecnologie applicate ai beni culturaliStudio e restauro del tesoro monetale di Misurata (Libia). Missione attiva dal 2003.
• Seconda Università degli Studi di NapoliIl teatro-anfiteatro di Cirene: impiego di tecnologie innovative per scavo, documentazione,restauro e anastilosi. Missione attiva dal 2005.
• Università di MacerataSabratha. Restauro degli affreschi delle tombe “del defunto eroizzato” e “di Tanit”.Missione attiva dal 2009.
MAROCCO• Università di Siena
Lixus: ricerche, restauri, attività di formazione.La missione prosegue la cooperazione con l'INSAP di Rabat, in corso dal 1999,sul sito di Thamusida, cui si aggiunge l'Università Mohamed V di Rabat.
• Università “Sapienza” di RomaArcheologia e arte rupestre nel Jebel Bani orientale.Missione italo-marocchina attiva dal 2009.
TUNISIA• Università di Sassari
Ricerche archeologiche, epigrafiche e di conservazione e interventi di valorizzazionenella città romana di Uchi Maius. Missione attiva dal 1995.
• Università di SassariMissione archeologica italo-tunisina a Zama regia. Missione attiva dal 2000.
• CNR - Istituto di Studi sulle civiltà Italiche e del Mediterraneo AnticoRicerche archeologiche e restituzione del santuario punico-romanodi Baal Hammon-Saturno ad Althiburos. Missione attiva dal 2006.
• Università di TrentoRedazione del foglio 33 (Teboursouk) della Carte Nationale des Sites Archéologiqueset Monuments Historiques. Missione attiva dal 2007.
CULTURA E FORMAZIONE NEL MEDITERRANEO: radici e sviluppo dell’impegno italiano 2928 CULTURA E FORMAZIONE NEL MEDITERRANEO: radici e sviluppo dell’impegno italiano
A cura della
Dr.ssa Paola Busonero
Coordinatore Archivista di Stato, UAP - DSD
Ministero Affari Esteri
e del
Dr. Gian Luca Borghese
Archivista di Stato, UAP - DSD
Ministero Affari Esteri
a documentazione selezionata, proveniente da vari fondi dell’Archivio
storico-diplomatico del Ministero degli Affari Esteri (ASDMAE), evidenzia
come per tutta la prima metà del Novecento l’Italia, al di là dei profondi
rivolgimenti politici ed istituzionali vissuti in quel cinquantennio, passando dal Regno
liberale dei primi due decenni, al ventennio fascista fino all’Italia repubblicana del
secondo dopoguerra, mantenne costante il suo impegno per conservare e rafforzare
un proprio canale di comunicazione con i Paesi del Nord Africa. A parte la
comprensibile intenzione, almeno fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale,
di smussare gli eventuali motivi di frizione con l’Amministrazione coloniale francese
laddove essa si era insediata, lo scopo, talvolta apertamente dichiarato, non fu
soltanto quello di sostenere l’elemento italiano presente sul posto con la costruzione
di strutture ad esso riservate, ma anche quello di stabilire un dialogo diretto con
la popolazione araba locale attraverso un complesso programma di iniziative
ed interventi di tipo economico e culturale, seguendo a grandi linee tre possibili
percorsi: la cooperazione interuniversitaria e la formazione professionale, la
promozione della cultura italiana e lo sviluppo degli
studi italiani sul Maghreb e, infine, la costruzione
di infrastrutture e organizzazione di fiere commerciali.
Circa il primo punto, particolarmente interessanti sem-
brano essere stati i rapporti intrattenuti con l’Egitto e la
Tunisia. Con l’Egitto l’Italia sviluppò in particolare
un programma di cooperazione interuniversitaria che
permise a numerosi docenti universitari italiani, soprat-
tutto nel campo del diritto e dell’economia, ma anche in
quello della storia e della lettera-
tura, di insegnare all’Università del
Cairo. In questo contesto, il nome
più rappresentativo è quello di
Carlo Alfonso Nallino, illustre ara-
bista e fondatore dell’Istituto per
l’Oriente. D’altro canto, lo stesso
programma intese facilitare l’am-
missione di docenti universitari egi-
ziani alla libera docenza in Italia e il
soggiorno di studenti egiziani
presso le Università italiane.
In Tunisia, invece, negli anni Trenta
una rete ben sviluppata di scuole
professionali in vari settori, dal-
l’agricoltura alla pesca e alla mec-
canica, garantiva tra l’altro ai propri
alunni di origine italiana l’appren-
dimento dell’arabo inteso come strumento di più facile
integrazione. L’istituzione della Società Dante Alighieri,
negli stessi anni, promuoveva, invece, la conoscenza
della lingua e della cultura italiana presso la borghesia
tunisina con un programma di insegnamento da essa
molto apprezzato.
Circa il secondo punto, la promozione della cultura
LE ORIGINI DELLA COOPERAZIONEINTERUNIVERSITARIA E DELLA PROMOZIONECULTURALE NEL MEDITERRANEO
Autografo di C. A. Nallino(1926: accettazionedell’incarico pressol’Università Egiziana)
CULTURA E FORMAZIONE NEL MEDITERRANEO: radici e sviluppo dell’impegno italiano 3130 CULTURA E FORMAZIONE NEL MEDITERRANEO: radici e sviluppo dell’impegno italiano
dell’Italia in Nord Africa e viceversa della conoscenza da parte italiana dei Paesi del
Maghreb, si volle nel primo caso far leva innanzi tutto sulla tradizione musicale
italiana, peraltro già nota ed apprezzata soprattutto in Egitto e Tunisia, dove
la presenza di una numerosa comunità italiana facilitava negli anni Venti e Trenta
l’organizzazione di una vera e propria stagione musicale, ad Alessandria
in particolare presso strutture prestigiose come il teatro “Mohammed Ali”, mentre
a Tunisi istituzioni come il Liceo musicale italiano “Giuseppe Verdi” contribuivano
alla formazione di una temperie culturale da cui nacquero orchestre locali di livello
internazionale. Quanto allo sviluppo degli studi italiani sul Maghreb, nel corso degli
anni Venti e Trenta la Libia, con la sua storia, popolazione e complessa eredità
linguistico-culturale rappresentò un soggetto privilegiato, ma non l’unico, della
ricerca scientifica italiana.
Il terzo percorso, caratterizzato dalla costruzione e impiego di infrastrutture
e dall’organizzazione di fiere, è attestato da una documentazione molto abbondante
e varia dei fondi archivistici del Ministero, di cui si è voluto dare solo qualche
esempio. Piuttosto rappresentativo è sembrato il caso, in Marocco, di un complesso
immobiliare originariamente costruito a Tangeri come residenza del sovrano
del Marocco e, divenuto poi di proprietà italiana, utilizzato dalla fine degli anni Venti
agli anni Cinquanta prima come istituto di istruzione maschile e femminile aperto alle
confessioni cristiana, ebraica e musulmana, poi anche come sede della prima grande
Fiera Campionaria Italiana in Nord Africa. Alla metà degli anni Trenta, invece,
la Fiera di Tripoli rappresentò un’ importante vetrina per l’ingegneria italiana nel
vicino Egitto, con un lungo elenco di costruzioni pubbliche e private di ingegneri
ed architetti italiani tra i quali spicca in particolare il nome di Giuseppe Tavarelli,
mentre la storia dell’ospedale italiano “Giuseppe Garibaldi” di Tunisi rivela, attraverso
la corrispondenza e gli articoli di giornale ad esso relativi, l’impatto che una simile
struttura sanitaria ebbe sulla vita della città e nei rapporti degli Italiani con
la popolazione locale e l’Amministrazione francese. Il prodotto materiale di tutta
questa attività, in molti casi, è andato perduto nel tempo e con difficoltà se ne
possono rintracciare i segni visibili al di fuori della documentazione qui
presentata. Ciò che si è dimostrato più durevole è, senza dubbio, l’aspirazione
a mantenere vivo il contatto tra i popoli protagonisti di questa storia.
Cerimonia di chiusura dei corsi di lingua italiana per stranieri - Tunisi, 1939
CULTURA E FORMAZIONE NEL MEDITERRANEO: radici e sviluppo dell’impegno italiano 3332 CULTURA E FORMAZIONE NEL MEDITERRANEO: radici e sviluppo dell’impegno italiano
A cura della
Dr.ssa Ersilia Fabbricatore
Coordinatore Archivista di Stato, UAP - DSD
Ministero Affari Esteri
e della
Dr.ssa Federica Onelli
Archivista di Stato, UAP - DSD
Ministero Affari Esteri
'archivio cinematografico dell'Istituto Luce (con filmati realizzati sin
dal 1924, anno di nascita de "L'Unione Cinematografica Educativa", da cui
l’acronimo L.U.C.E.), costituisce per la ricostruzione della memoria
collettiva una fonte audiovisiva di valore storico-culturale inestimabile. Conserva,
infatti, un ricchissimo patrimonio, consistente principalmente in cinegiornali
e documentari di propria produzione, attualmente catalogati e digitalizzati
per consentire a tutti l’accessibilità e la fruizione. Esso consta di 12.000 cinegiornali,
6.000 documentari e varie tipologie di films (dalla cinematografia delle origini fino
alla documentazione della vita politica, sociale e culturale degli ultimi decenni),
oltre a 8.000 rulli di materiale cosiddetto “di repertorio”.
Alla fine degli anni ‘90 con una scelta all'epoca rivoluzionaria, la RAI decise di creare
una apposita struttura denominata Le “Teche RAI” per catalogare e conservare
l'immenso patrimonio audiovisivo (secondo solo alla BBC inglese) che sui più diversi
supporti documenta 50 anni della storia della televisione. Le vecchie banche dati
sono state tutte unificate e dal 1999 è stato organizzato un catalogo multimediale che
attualmente organizza e descrive due milioni di ore di materiale televisivo storico; dal
2000 sono documentati anche i canali radiofonici. A coronamento del lavoro svolto
per organizzare la struttura, nel 2001 la Rai Direzione Teche è stata inserita
dall’UNESCO nel registro della “Memoria d’Italia”.
Da entrambi gli archivi sono stati tratti alcuni filmati che offrono suggestioni
e spunti di riflessione per quel che concerne il contributo italiano alla scoperta e
valorizzazione del patrimonio storico-archeologico dei Paesi della sponda sud
del Mediterraneo; attestano, attraverso la documentazione di visite ufficiali, eventi
celebrativi o fiere, a carattere economico o culturale, la tradizionale diplomazia
dell’amicizia italiana e le sue relazioni mediterranee; documentano, inoltre, l’attività
di alcune imprese italiane e l’impegno profuso dal Governo e dall’ imprenditoria
nella costruzione di grandi opere, o per altro verso indirizzato all’istruzione ed alla
formazione professionale.
LA DIPLOMAZIA DELL’AMICIZIANEL MEDITERRANEO - DOCUMENTI VISIVIDI ISTITUTO LUCE-CINECITTÀ E RAI DIREZIONE TECHE
Veduta delle rovine di Leptis Magna (1935)
CULTURA E FORMAZIONE NEL MEDITERRANEO: radici e sviluppo dell’impegno italiano 3534 CULTURA E FORMAZIONE NEL MEDITERRANEO: radici e sviluppo dell’impegno italiano
La mostra è stata ideata e coordinata dall'Unità di Analisi, Programmazione e DocumentazioneStorico-Diplomatica (UAP - DSD) della Segreteria Generale del Ministero Affari Esteri, con lacollaborazione della Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese (DGSP), dellaDirezione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (DGCS) e del Servizio Stampa, per ilmontaggio dei filmati d'epoca.
Cura e allestimento della mostra e del catalogo - Coordinamento del gruppo di lavoro:Cons. Leg. Gaia Lucilla Danese (UAP - DSD) e Dr.ssa Roberta Alberotanza (DGSP, Uff. VIII)
con la collaborazione del Cons. Leg. Giovanni Brignone (DGCS)e della Dr.ssa Stefania Ruggeri (Responsabile Archivio Storico Diplomatico)
Referenti del gruppo di lavoro:Dr.ssa Cinzia Maria Aicardi (Responsabile Affari Generali e Relazioni Esterne)Dr.ssa Maria Laura Piano Mortari (Responsabile Pubblicazione Documenti Diplomatici)Dr.ssa Giorgetta Troiano (Responsabile Biblioteca e Ufficio Studi)
Allestimento Tecnico:
Alfonso Scuotto Group s.r.l.
Salvi Congress di Salvi Vincenzo
Si ringraziano:- L'Istituto Luce-Cinecittà e la Rai Direzione Teche per aver gentilmente concesso il materiale filmato- Il Magnifico Rettore dell’Università Federico II di Napoli, Prof. Massimo Marrellie il Preside della Facoltà di Scienze Politiche, Prof. Marco Musella
- L’Istituto per l’Oriente C.A. Nallino
Con il sostegno di:
Introduzione p.3Min. Plen. Sebastiano CardiVice Segretario Generale, Ministero Affari Esteri
Economia, cultura e formazione nel Mediterraneo: l’impegno italiano p.6Amb. Maurizio MelaniDirettore Generale per la Promozione del Sistema Paese (DGSP), Ministero Affari Esteri
Attualità dei progetti di cooperazione allo sviluppo in campo culturale p.10 Min. Plen. Elisabetta BelloniDirettore Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (DGSP), Ministero Affari Esteri
La Società Geografica e la cartografia del Mediterraneo p.16Prof. Franco Salvatori Presidente, Società Geografica Italiana
Missioni archeologiche italiane nel Mediterraneo tra passato e presente p.201. Gli archeologi Italiani in Egitto e Libia - origini della cooperazione culturale A cura della Dr.ssa Rita Luisa De PalmaCoordinatore Archivista di Stato, UAP - DSD, Ministero Affari Esteri2. Missioni archeologiche - esiti e contesti 2011A cura del Prof. Ettore JanulardoDGSP, Ministero Affari Esteri
Le origini della cooperazione interuniversitaria e della promozione p.28culturale nel MediterraneoA cura di: Dr.ssa Paola Busonero Coordinatore Archivista di Stato, UAP - DSD, Ministero Affari EsteriDr. Gian Luca Borghese Funzionario Archivista di Stato, UAP - DSD, Ministero Affari Esteri
La diplomazia dell’amicizia nel Mediterraneo - documenti visivi p.32
di Istituto Luce-Cinecittà e Rai Direzione Teche A cura di:Dr.ssa Ersilia FabbricatoreCoordinatore Archivista di Stato, UAP - DSD, Ministero Affari EsteriDr.ssa Federica Onelli Archivista di Stato, UAP - DSD, Ministero Affari Esteri
Crediti e ringraziamenti p.34