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Settimanale Direttore: Alessandro Giuli nazionale Lettori Audipress 06/2016: 107.000
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INTERNI COSE NOSTRE DI MAURIZIO TORTORELLA
Dalla mafia alle ortiche
Malgrado gli sforzi dell'Agenzia nazionale per i beni confiscati, disguidi informatici, burocrazia e giustizia lumache frenano la gestione dell'enorme patrimonio sottratto alle organizzazioni criminali. Nomi, numeri e ragioni di uno scandalo che vale miliardi di euro (<ALCUNI MESI FA IL SISTEMA INFORMATICO i: SALTATO: cosi
IN SICIUA SOMO STATI PERSI CIRCA L'80 PER CENTO DEi DATI, E ALTROVE PIU 0 MENO E SUCCESSA LA STESSA COSA»
CHE cosA FARES'IE se vi dicessero che dal Trentino-Alto Adige alla Sicilia esistono beni per oltre 5 miliardi di
euro, sotto forma di aziende e d'immobili confiscati alle varie mafie, e che a occuparsene sono in tutto 101 persone? Sano davvero tanti, 5 miliardi. Eppure e proprio cosi. I:Agenzia nazionale per l'amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalita organizzata (Anbsc) e attiva dal febbraio 2010, e alle dipendenze del ministero dell'Interno e oggi ci lavorano 101 addetti suddivisi in cinque sedi, tra quella centrale di Reggio Calabria e altri quattro uffici a Roma, Napoli, Milano e Palermo. I:Anbsc e stata diretta finora da due prefetti che tutti hanno sempre indicato come uomini seri, onesti e capaci: fino al giugno 2014 da Giuseppe Caruso, poi da Umberto Postiglione.
Ma l'Agenzia e come un reparto lasciato solo dal resto dell'esercito, piantato in una trincea di prima linea battuta dall'artiglieria nemica. Il vero problema e la sconfortante lentezza delle procedure burocratiche, e l'inadeguatezza dei sistemi informatici: due elementi che dilatano i tempi. Casi, e anche per colpa del credito bancario, che paradossalmente viene meno proprio dopa il sequestro da parte dell'autorita giudiziaria, le aziende sottratte alla criminalita organizzata e affidate all'Anbsc falliscono in piu di nave casi su dieci, mentre gli immobili spesso vanno in rovina o non sono gestiti. Lo dimostra il triste caso dello storico Palazzo Teti Maffuccini a Santa Maria Capua Vetere
(Caserta), l'elegante edificio dove nel 1860 Giuseppe Garibaldi firmo la consegna del Regno delle due Sicilie allo Stato Sabaudo. Nel 1996 il palazzo fu sequestrato al clan dei Casalesi, e nel 2010 l'Unione Europea aveva stanziato 3 milioni di euro per risistemarlo, magari per farne un museo: purtroppo i soldi dovevano essere spe-
si entro il 2015, ma gli intoppi burocratici (e forse gli interessi contrastanti della camorra) li hanno fatti svanire nel nulla. Oggi l'edificio sta andando in rovina. Ma altrettanto accade a capannoni industriali, e a terreni, case, negozi, imprese ... 15 anni per una comunicazione La lentezza, sull'Anbsc, opera esattamente come un cancro in un organismo sano. Su un campione di 1.017 procedure giudiziarie, lo scorso giugno la Corte dei conti aveva calcolato che i tempi medi tra la confisca di un bene e l'invio della comunicazione dal tribunale all'Agenzia nazionale arrivano a 470 giorni, quasi un anno e mezzo. Eppure non si tratta di una pratica complicata: basterebbe il semplice passaggio dell'informazione, con i relativi atti formali. Esistono anche punte decisamente anomale di 5.400 giorni (quasi 15 anni!) per il tribunale di Reggio Calabria, dove la media delle comunicazioni arriva a 866 giorni; in quello di Napoli la media e piu alta, 1.414 giorni, con punte di 4.123. A Palermo, paradossalmente, la gestione delle informazioni e piu rapida: 2 70 giorni in media, con un massimo di 1.158.
I:Anbsc cerca comunque di darsi da fare, disperatamente. Lo scorso 20 settembre il prefetto Postiglione, interrogato dalla Commissione parlamentare antimafia, ha dichiarato che «per la prima volta nella sua storia, dal giugno 2014 al luglio 2016 l'Agenzia e riuscita ad assegnare 5.300 beni, piu del doppio dei 2.500 beni che nel fiattempo ha preso in carico». Oggi il prefetto stima che al 31 dicembre dell'anno scorso i beni siano poi aumentati a 6 mila, e che dal gennaio 2017 se ne siano aggiunti altri 400. «Da qui alla fine di marzo - promette Postiglione - ne collocheremo altri 1.500-1.600. Rispetto al passato, dalla fine del 2014, abbiamo praticamente decuplica-
toil ritmo».
La <degalita percepibile» Da oltre un anno l'Agenzia si e concentrata sulla consegna di alloggi ai grandi Comuni meridionali, che li utilizzano per fare fronte all'emergenza abitativa. «E l'operazione legalita percepibile», spiega Postiglione. Sicuramente concreta, questa attivita ha attratto meno attenzione di operazioni mediaticamente piu impressionanti, come ad esempio il nuovo museo di arte contemporanea inaugurato a meta del 2016 a Reggio Calabria con 160 quadri di autori significativi del Novecento (e non solo): da Salvador Dali, a Giorgio De Chirico, fino ad Amedeo Modigliani. Quelle opere erano state sottratte a Gioacchino Campolo, l'ex re dei videogiochi condannato come riciclatore del I
~ denaro delle 'ndrine. Ma anche in questo caso virtuoso l'operazione e stata troppo lenta: i quadri erano stati confiscati nel maggio 2012, eppure soltanto nel novembre 2015 sono stati consegnati all'Agenzia. Che poi e riuscita a coordinare l'operazione museo in nemmeno sei mesi.
Il problema e proprio questo, e cioe che gli strumenti a disposizione dell'Anbsc sono insufficienti. A partire da quelli informatici. Il sistema computerizzato dell'Agenzia si chiama Re.Gia, e da tempo e oggetto di polemiche perche non funziona bene. Dentro al Re.Gia dovrebbero finire tempestivamente tutti i dati sui beni confiscati provenienti dal Sippi, il Sistema informativo delle prefetture e delle procure dell'Italia meridionale, che e gestito dal ministero della Giustizia. La velocita e la completezza delle informazioni e ovviamente fondamentale, per il successo della gestione dei beni sottratti alla criminalita. Il problema e sempre quello: se l'Agenzia non sa in tempo reale di quali beni puo disporre, non puo
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amministrare, ne cedere alcunche.
Accuse di maneggi e corruttele «Purtroppo - ha sommessamente protestato lo scorso settembre Postiglione nell'audizione alla Commissione antimafia - il Sippi e un po' antiquato». Ma l'arretratezza non e tutto: «Alcuni mesi fa -ha rivelato il prefetto - il sistema e saltato: cosi in Sicilia sono stati persi circa 1'80 per cento dei dati, e in altre parti d'Italia piu o meno e successa la stessa cosa».
In real ta, a parte i guasti tecnici, il groviglio informatico ministeriale sui beni confiscati e quasi inestricabile. Perche accanto al Sippi c'e la Banca dati centrale dei beni sequestrati e confiscati, anch'essa attiva presso il ministero della Giustizia, che contiene informazioni su consistenza, destinazione e utilizzazione dei beni. La Corte dei conti aveva pero rilevato, alla meta del 2016, che ne il Sippi ne la Banca dati sono efficacemente collegati al Re.Gia. C'e poi un terzo strumento, il Sistema informatico telematico delle misure di prevenzione, il Sit-Mp. Ma sempre la Corte dei conti aveva scoperto che anche questo sistema ha seri problemi: poiche il Sit-Mp viene finanziato con «risorse europee a destinazione vincolata», scrivevano i giudici contabili, puo legittimamente «essere operativo inizialmente solo nei tribunali delle regioni dell'Obiettivo convergenza dell'Unione Europea, e cioe Sicilia, Sardegna, Campania, Puglia». Stop. Quindi, apparentemente, il Sit-Mp al momenta non puo operare in Calabria, regione peraltro significativa, ne «in tribunali di primaria importanza quali, ad esempio, quelli di Roma, Milano e Torino».
L'informatica e poi un problema del tutto residuale, al confronto del sospetto di diffusi maneggi che da oltre un anno grava nel campo della gestione giudiziaria dei beni sequestrati. A suscitare i sospetti e stata la clamorosa inchiesta che la procura di Caltanissetta ha avviato nel 2014 sulla sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo (vedere in que-
ste pagine la cronologia sul caso). Quando nel giugno 2015 l'inchiesta e poi esplosa mediaticamente, coinvolgendo in un'accusa di corruzione e concussione addirittura Silvana Saguto, e cioe il potente magistrato siciliano che da una decina d'anni era a capo di quel delicatissimo ufficio, e emerso un intern mondo di conflitti d'interesse e di presunte corruttele. Saguto, costretta alle dimissioni e sospesa anche dal Consiglio superiore della magistratura, e stata accusata di avere affidato ad amministratori giudiziari sottomessi o collusi una lunga serie di beni sequestrati alla criminalita organizzata. Potendo lucrare illegalmente su patrimoni sequestrati per centinaia di milioni di euro, gli inquirenti sostengono che gli amministratori prescelti garantissero in cambio a Saguto importanti favori.
Ora l'inchiesta e terminata, e per una ventina d'indagati sta per arrivare la richiesta di rinvio a giudizio. Fa impressione, a tre anni di distanza, rileggere le denunce lanciate pubblicamente nel 2014 dal prefetto Caruso, allora al vertice dell'Agenzia. Caruso aveva contestato la «gestione a uso privato dei beni sottratti alla mafia» da parte di alcuni amministratori scelti dai tribunali. Il coro contra le sue affermazioni, allora, era stato unanime: il presidente dell'Antimafia, Rosy Bindi, aveva rudemente invitato Caruso a evitare di «delegittimare la magistratura». Perfino l'Associazione nazionale magistrati lo aveva criticato. Dall'ottobre 2015 la sezione misure di prevenzione di Palermo e governata da Giacomo Montalbano, un onesto magistrato sessantenne con una lunga carriera nell'antimafia. In meno di un anno la sezione e riuscita a risparmiare 5 milioni di euro soltanto nelle parcelle liquidate ai commissari giudiziari. Montalbano spiega che sono state adottate nuove regale: per esempio, «e stata accresciuta la rotazione degli incarichi e ogni amministratore puo ottenerne al massimo tre».
Bastera per restituire fiducia al sistema? Ma, soprattutto, il ministero cerchera mai di risolvere i problemi informatici dell'Agenzia beni confiscati? •
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IL Ci& Si&BT& DXTX 8& &Rh
L'indagine sul tribunale di Palermo che quasi nessuno voleva vedere
Gennaio 2014 procura di Callanissella per Chiaramonte. Eal presidente anche se sui media inizialmenle La procura di Palermo apre corruzione, induzione alla dell 'Universita Kore di Enna. viene molto contenuto. Per un'inchiesta su Silvana Saguto. concussione e abuso d'ufficio: Carmelo Provenzano. coinvol- quasi un rnesc non intervengo-presidente della sezione misure Saguto e accusata di avere to nella gestione dei beni in none l'Associazione nazionale di prevcnzionc di qucl tribuna- illegittimamente affidato beni cambio di favori a Emanuele magistrati (Anm), n6 ii Csm. le, e sui rapporli intrallenuli sequestrali alla criminalita Caramrna, riglio di Sagulo. con ii collega ed ex consigliere organizzata al giovane Virga e 11 settembre 2015 del Csm Tommaso Virga, che all'avvocato Gaetano Cappel- Luglio-agosto 2015 A causa dello scandalo, e a Saguto avrebbe chiesto di lano Seminara, ea una ser ie di Anche un pm dell'antimafia di mentre ii numero degli indagati scegliere come a111111inistrato- altri amministratori giudiziari, Palermo. Dario Sc,aletta, viene aumenta. Silvana Saguto si re giudiLiario ii riglio Waller. che vengono definili dai pm indagalo perche avrebbe rive- dimelle da presidenle della Poiche r iguarda magistrati sottomessi o collusi. la.to l'esistenza dell'inchiesta ai sezione misure caL1telari. Pre-palermitani, l'inchiesla viene colleghi di Saguto. lende pero di reslare al lavoro subito trasmessa alla procura Marzo2014 come giudice al tribunale di di Caltanissetta, competente in Gl i inquirenti nisseni indagano 9 settembre 2015 Palermo. e per un mese circa maleria. per cornplici la anche ii rnarilo La Guardia di rinanLa per- ci r iesce.
di Saguto, Lorenzo Caramma. quisisce l'ufficio di Saguto Febbraio 2014 L'inchiesla si allarga a due in tribunale, a Palermo. e la 13 ottobre 2015 Saguto e i due Virga vengono giudici della "sezione Sagu- notizia dell'inchiesta finisce sui I I giudice palermitano Giacomo indagati a vario titolo dalla to", Fabio Licata e Lorenzo giornali: lo scandalo e notevole, Montalbano viene nominate
Valore dei beni immobili confiscati dalle forze di polizia e dalla Dia
2013 161799 392.781
2012~ ~731
Tol IJilr. 567.456 Dati in migliaia di euro
*dati non consolidati
--- --------- Tot. par. 922.134
~------~-...or---------~--~----------4~8~.66~ -.. Tol par.
- --------------------------1 1100.880
2011 292.151 119.090 '.'T'll....-ir-"'IT.~.---_,li1i'll"""°,_--. Tol par.
---~--------- 762.877 Totale 2009-2015 5.306.450.000 euro
14.913 beni 2010~ '· ...-mro.608
'
122:io 2009
.705
'\.oeefF
Tot. par. 424.310
• Camorra • Crimillillila pugliese Cosa Nosl.ra • 'ndranghela • Allrn organi11atio11i
Tol p;ir. 1.047 247
Fo11Le: elab. Corle dei con Li su dati del ntinislero dell'Tnlllrno
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nuovo presidente della sezionc r ischio che ii Csm riconduce 28 gennalo 2016 20.000 e 26.500 euro, pagate misure di prevenzione, al posto alla «situazione di grave ed en- Francesca Rita Maria Can- dall'amministratore al giudice di Saguto. Per quasi 40 anni, demica difficolta economica)) nizzo, prefetto di Palermo e fra novembre 2014 e giugno Montalbano ha giudicalo del magistrato. indagata nell'inchiesta per 2015. L'inchiesta prosegue. soprattutto in processi di le raccomandazioni che si mafia e nel settembre 2008 12 novembre 2015 scambiava con Saguto, di cui 17 novembre 2016 ha avuto la casa bersagliata II collegio dei probiviri e amica, viene destinata ad A Saguto viene revocata la da un minaccioso allenlato dell'Anm decide all 'unanirnita allro incarico nell 'arnbito del scorla dal Virninalo. incendiario. Gli altri giudici di aprire un procedimento ministero dell'Interno. della sezione, inlanlo, hanno disciplinare su Sagulo e sugli 1 febbraio 2017 chiesto ii trasferimento. oppure altr i giudici coinvolti nell'in- 22 settembre 2016 La procura di Caltanissetta vengono sostituiti dal Csm. chicsta. II "proccsso intcrno", La Cor te di cassazionc, a sezio- annuncia la chiusura dcllc
pero, si sconlra con l'esislenLa ni unite, conrerma la sospensio- indagini su Silvana Sagulo e 14 ottobre 2015 parallela di un procedimento ne di Silvana Saguto decisa dal su altre 20 persone. La mossa Prima che ii Csrn, che final- penale, coperto da segreto. Csm 11 mesi prima: «Risulla successiva sara la richiesta di mente si e attivato sul caso, Finora, pertanto, non se ne adeguatamente motivata in ra- rinvio a giudizio. la trasferisca d'ufficio. Saguto conosce l'esito. gione della particolare gravita chiede di essere assegnala al degli addebiti formulali». 20 febbraio 2017 tribunale di Catania o a quello 22 dicembre 2015 Daile carte depositale si di Milano. Tl Csm avvia una pratica disci- 20 ottollre 2016 scopre che gli inquirenti nisseni
plinare nei confronti di tre ma- A Saguto e a Cappellano Semi- avrebbero accertato in Saguto 30 ottobre 2015 gisl rati coinvolti con Silvana nara vengono sequestrali beni e nel co-indagalo Provenzano I I Csrn sospende cautelativa- Saguto nell'inchiesta nissena: per 900 mila euro: i pm nisseni l'ambizione di controllare. oltre menle Sagulo dalle funLioni di Tommaso Virga, Fabio Licala sosl engono essere «preLLo alla se.:ione misure di preven-magistrato e le riduce di due e Lorenzo Chiaramonte. Licata e prodotto di corruzione. zione del tribunale di Palermo, terzi lo stipendio. La sospensio- viene trasferito al tribunale di concussione. peculate, truffa anche quelk~ di Caltanissctta nee dellala dal «pericolo che Palli come giudice del lavoro. e riciclaggio>>. Gli inquirenli e Trapani. Allri soggelli, l ra i le condotte illecite accertate Virga alla cor te d'appello di ri tengono di avere la prova quali anche magistrati, potreb-possano essere reiterate>>: un Roma. Chiaramonte a Marsala di almeno due tangenli, da bero essere presto indagati.