Download - Di maggio lorenzo processo 1579 2007 giudice morosini giorgio scioglimento c.c. isola partecivile
TRIBUNALE DI PALERMO
GIUDICE DELL’UDIENZA PRELIMINARE
_________________
R.G.N.R. D.D.A. nr. 1579/07
R.G. G.I.P. nr.828/05
COSTITUZIONE DI PARTE CIVILE
L’ Associazione “COMITATO ADDIOPIZZO” con sede in Palermo,
via Pirandello n. 35, costituita con assemblea dei promotori del 31
luglio 2004 e coeva scrittura privata del 31.07.2004, registrata il
06.03.05 presso l’Agenzia delle Entrate al n.1571- 4820, in persona del
legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa dall’Avv.
Salvatore Forello nato a Palermo il 31/07/1976, del Foro di Palermo,
giusta nomina e procura speciale in calce al presente atto ex art. 100, 2°
comma, c.p.p., e con lui elettivamente domiciliata in Palermo, via
Libertà n. 197
DICHIARA
a norma degli artt. 74 e segg. c.p.p. di costituirsi, come in effetti si
costituisce, parte civile nel proc. n. 1579/07 R.G.N.R. D.D.A. –
nr.828/05 R.G.- G.I.P. a carico di:
STUDIO LEGALE
Avv. Salvatore Forello Avv. Salvatore Caradonna
Via della Libertà n.197-Palermo Tel.091-305978 / Fax 091-7303171
1. ADAMO Andrea, nato a Palermo il 25.12.1962;
2. ALBERTI Gerlando, nato a Palermo il 18.09.1927 ;
3. ALFANO Salvatore, nato a Casteldaccia il 12.02.1956;
4. ANNATELLI Filippo, nato a Palermo il 3.07.1963;
5. BADAGLIACCA Angelo, nato a Palermo il 26.05.1972;
6. BADAGLIACCA Gaetano, nato a Palermo il 14.09.1945;
7. BADAGLIACCA Pietro, nato a Palermo il 03.01.1944;
8. BONURA Francesco, nato a Palermo il 27.03.1942;
9. BRUSCA Vincenzo, nato a Torretta (PA) il 01.01.1944;
10. CANCEMI Carmelo, nato a Palermo il 05.02.1942;
11. CANCEMI Giovanni, nato a Palermo il 10.09.1970;
12. CAPPELLO Giuseppe, nato a Palermo il 25.11.1937;
13. DI MAGGIO Lorenzo, nato a Torretta il 23.09.1951;
14. DI MAIO Vincenzo, nato a Palermo il 29.10.1944;
15. DI NAPOLI Pietro, inteso Pierino, nato a Palermo il 15.03.1939;
16. GIOELI Salvatore, nato a Palermo il 01.09.1966;
17. INZERILLO Francesco, nato a Palermo il 10.01.1956;
18. INZERILLO Francesco, nato a Palermo il 12.02.1955;
19. INZERILLO Rosario, nato a Palermo il 7.04.1944;
20. INZERILLO Tommaso, nato a Palermo il 26.08.1949;
21. LIPARI Emanuele Vittorio, nato a Palermo il 27.06.1961;
22. MANNINO Alessandro, nato a Palermo il 27.11.1960;
23. MANNINO Calogero, nato a Palermo il 18.04.1940;
24. MARCIANO’ Giovanni, nato a Palermo il 10.10.1942;
25. MARCIANO’ Vincenzo, nato a Palermo il 02.01.1945;
26. MILANO Nicolo’, nato a Palermo il 28.05.1974;
27. MILANO Nunzio, nato a Palermo il 26.08.1949;
28. MINEO Settimo, nato a Palermo il 28.11.1938;
29. NICCHI Giovanni, nato a Torino 16.02.1981;
30. NICOLETTI Giovanni, nato a Palermo l’08.12.1950;
31. OLIVERI Michele, nato a Palermo il 01.02.1931;
32. PARISI Angelo Rosario, nato a Palermo il 28.07.1955;
33. PARISI Marcello, nato a Palermo il 22.02.1978;
34. PARISI Pietro, nato a Palermo il 9.10.1950;
35. PICONE Francesco nato a Palermo il 6.09.1940;
36. PIPITONE Antonino, nato a Palermo il 2.10.1929;
37. PISPICIA Salvatore, nato a Palermo il 14.07.1965;
38. RIZZUTO Rosario, nato a Palermo il 07.10.1957;
39. ROTOLO Antonino, nato a Palermo il 03.01.1946;
40. SANSONE Gaetano, nato a Palermo il 23.03.1941;
41. SANSONE Giuseppe, nato a Palermo il 03.01.1948;
42. SAVOCA Giuseppe, nato a Lampedusa (AG) il 10.09.1934;
43. SIRCHIA Giovanni, nato a Palermo il 29.03.1973;
44. STASSI Francesco, nato a Palermo il 25.01.1934;
45. GRIZZAFFI Mario Salvatore, nato a Corleone il 21.03.1966;
46. MERCADANTE Giovanni nato a Prizzi il 19.8.1947;
47. INGARAO Nicolo’, nato a Trapani il 22.01.1961;
48. PROVENZANO Bernardo nato a Corleone (PA) il 31.01.1933;
49. RUAN GUANSHUI nato a Zhejiang (RPC) il 23.11.1971;
50. LUO FUJU, nata nella (RPC) il 13.06.1962;
51. WANG QINGJIAN nata a Zhejiang (RPC) il 29.10.1967;
52. LIN JIN nato a Zhejiang (RPC) il 13.10.1984;
53. YANG YANMEI nato a Zhejiang (RPC) il 26.05.1947;
54. LIN JINLIANG nato nella (RPC) il 10.10.1961;
55. LIN XIXI nata a Zhejiang nella (RPC) il 15.11.1953;
56. YANG WEIJUN nato a Zhejiang nella (RPC) il 19.10.1973;
57. YU LIPING nato a Zhejiang nella (RPC) il 01.08.1963;
58. CHEN ZHI HONG nata a Zhejiang nella (RPC) il 25.08.1966;
59. YANG WEIWU nato a Zhejiang nella (RPC) il 12.10.1976;
60. ZHANG YONG nato a Zhejiang nella (RPC) il 24.06.1974;
61. LIU AIYING nata a Henan nella (RPC) il 09.12.1960;
62. CHEN BANGSHENG nato a Zhejiang nella (RPC) il
20.03.1958;
63. RIBAUDO EMANUELE, nato a Palermo il 28.09.1966;
64. MARCIANO’ PIETRO, fu Ignazio, nato a Palermo il
16.08.1947;
65. CLEMENTE SALVATORE, nato a Palermo il 21.08.1957;
66. RUVITUSO CALOGERO, nato a Petralia Sottana (PA) il
02.04.1940;
67. SAMMARITANO GIUSEPPE, nato a Palermo il 28.02.1953;
68. LO CASCIO FORTUNATO, nato a Palermo il 9.09.1960;
69. BUSCEMI MAURIZIO, nato a Palermo il 14.11.1968;
70. BUSCEMI PAOLO, nato a Palermo in data 8.02.1946;
71. LUPO GIOVANNI, nato a San Giovanni Gemini (AG) il
23.06.43;
72. LO SCRUDATO VITO, nato a Cammarata (AG) il 07.04.1940;
73. IMMORDINO CALOGERO, nato a Villalba (CL) in data
8.12.1968;
IMPUTATI
dei seguenti reati:
ANNATELLI Filippo, BADAGLIACCA Pietro, BONURA Francesco,
BRUSCA Vincenzo, CAPPELLO Giuseppe, DI MAIO Vincenzo, DI
NAPOLI Pietro, GIOELI Salvatore, INZERILLO Rosario,
MARCIANO’ Vincenzo, MARCIANO’ Giovanni, OLIVERI Michele,
PIPITONE Antonino, PISPICIA Salvatore, ROTOLO Antonino,
SANSONE Gaetano, SAVOCA Giuseppe:
A) per il delitto di cui all’art. 416 bis, commi I, II, III, IV, VI, 61 n. 6
c.p., per avere fatto parte, in concorso ed unitamente ad altre
numerose persone (tra le quali PROVENZANO Bernardo, SPERA
Benedetto, SCIARABBA Salvatore, TOLENTINO Angelo, EPISCOPO
Antonino, BADAMI Pasquale, MANDALA' Nicola, MORREALE
Onofrio, DI FIORE Giuseppe, LO VERSO Stefano, PINELLO
Giuseppe, GIUFFRE’ Antonino, PASTOIA Francesco, nel frattempo
deceduto, GAMBINO Giulio, nel frattempo deceduto, CANNELLA
Tommaso, LIPARI Giuseppe, LO PICCOLO Salvatore ed altri
soggetti) BIONDINO Girolamo, CARUSO Calogero, CINA’ Antonino,
DAVI’ Salvatore, DI MAGGIO Antonino (questi ultimi separatamente
giudicati), dell’associazione mafiosa Cosa Nostra, promuovendone,
organizzandone e dirigendone le relative illecite attività, e per essersi,
insieme, avvalsi della forza di intimidazione del vincolo associativo e
della condizione di assoggettamento ed omertà che ne deriva, per
commettere delitti contro la vita, l’incolumità individuale, la libertà
personale,il patrimonio, per acquisire in modo diretto o indiretto la
gestione o, comunque, il controllo di attività economiche, di
concessioni, di autorizzazioni, di appalti e servizi pubblici, per
realizzare profitti e vantaggi ingiusti per sé e gli altri, per intervenire
sulle istituzioni e la pubblica amministrazione, e più in particolare:
ANNATELLI Filippo 1) per avere diretto la famiglia mafiosa di Corso
Calatafimi; 2) per aver costituito un punto di riferimento mafioso per il
controllo di lavori pubblici e l’imposizione del pizzo alle imprese
operanti nella zona; 3) per aver mantenuto, attraverso il continuo
scambio di messaggi e biglietti e attraverso riunioni ed incontri, tra gli
altri con CANGEMI Carmelo, CANCEMI Giovanni, NICCHI
Giovanni, (direttamente) e con ROTOLO Antonino (per il tramite dei
CANCEMI e del NICCHI), un costante collegamento con gli altri
associati in libertà, in tal modo, svolgendo funzioni direttive per
l’organizzazione; BADAGLIACCA Pietro 1) per avere diretto la
famiglia mafiosa di Rocca Mezzo Monreale; 2) per aver costituito un
punto di riferimento mafioso, su incarico di ROTOLO Antonino, per i
rapporti tra le famiglie mafiose del palermitano e quelle dei
mandamenti della provincia di Trapani; 3) per aver mantenuto,
attraverso il continuo scambio di messaggi e biglietti e attraverso
riunioni ed incontri, tra gli altri con lo stesso ROTOLO Antonino, per
il tramite del figlio BADAGLIACCA Angelo, un costante collegamento
con gli altri associati in libertà, in tal modo, svolgendo funzioni
direttive per l’organizzazione;
BONURA Francesco 1) per avere diretto l’organizzazione mafiosa
denominata Cosa Nostra - tra l’altro attraverso la carica formale di
sottocapo della famiglia mafiosa di Uditore - incidendo direttamente
sulla struttura di alcuni mandamenti, tra i quali quello di
Boccadifalco; 2) per aver costituito un punto di riferimento mafioso
per il controllo di lavori pubblici e l’imposizione del pizzo alle imprese
operanti nella intera città di Palermo, 3) per aver mantenuto,
attraverso il continuo scambio di contatti in particolare con ROTOLO
Antonino un costante collegamento con gli altri capi
dell’organizzazione mafiosa, in tal modo svolgendo funzioni direttive
per l’organizzazione e di programmazione di gravi delitti, nonché
contribuendo a delineare le linee strategiche dell’operato di tale
organizzazione con riferimento all’intera città di Palermo;
BRUSCA Vincenzo 1) per avere diretto la famiglia mafiosa di
Torretta; 2) per aver costituito un punto di riferimento mafioso per il
controllo di lavori pubblici e l’imposizione del pizzo alle imprese
operanti nella zona, 3) per aver mantenuto, attraverso il continuo
scambio di messaggi e biglietti e attraverso riunioni ed incontri, tra gli
altri con MARCIANO’ Vincenzo e con LO PICCOLO Salvatore,
latitante, un costante collegamento con gli altri associati in libertà, in
tal modo svolgendo funzioni direttive per l’organizzazione;
CAPPELLO Giuseppe 1) per avere diretto la famiglia mafiosa di
Borgo Molara; 2) per aver costituito un punto di riferimento mafioso
per il controllo di lavori pubblici e l’imposizione del pizzo alle imprese
operanti nella zona, 3) per aver mantenuto, attraverso il continuo
scambio di messaggi e attraverso riunioni ed incontri, tra gli altri con
ROTOLO Antonino, un costante collegamento con gli altri associati in
libertà, in tal modo svolgendo funzioni direttive per l’organizzazione,
in particolare prestandosi a fare da garante in forza della sua
autorevolezza all’indicazione di Nicolò INGARAO, in atto detenuto per
altro, quale nuovo reggente del mandamento mafioso di Porta Nuova a
seguito delle precarie condizioni di salute di Agostino
BADALAMENTI, poi deceduto;
DI MAIO Vincenzo 1) per avere diretto, sul piano operativo ed in
accordo con PIPITONE Antonino la famiglia mafiosa
dell’Acquasanta; 2) per aver costituito un punto di riferimento mafioso
per il controllo di lavori pubblici e l’imposizione del pizzo alle imprese
operanti nella zona; 3) per aver mantenuto, attraverso il continuo
scambio di messaggi e attraverso riunioni ed incontri, tra gli altri con
BONURA Francesco, un costante collegamento con gli altri associati
in libertà, in tal modo svolgendo funzioni direttive per
l’organizzazione;
DI NAPOLI Pietro per avere diretto e organizzato le famiglie mafiose
del mandamento della Noce, tra l’altro coordinando per esse le attività
estorsive, nonché i rapporti di qualsiasi natura con le altre famiglie
appartenenti all’organizzazione mafiosa Cosa Nostra e, tra queste,
quelle di S.Maria di Gesù, Belmonte Mezzagno, Villabate, S.Lorenzo,
Porta Nuova, Pagliarelli; per aver mantenuto, attraverso il continuo
scambio di messaggi e attraverso riunioni ed incontri, tra gli altri con
ROTOLO Antonino, un costante collegamento con gli altri associati in
libertà, in tal modo svolgendo funzioni direttive per l’organizzazione;
GIOELI Salvatore 1) per avere diretto la famiglia mafiosa di Porta
Nuova; 2) per aver costituito un punto di riferimento mafioso per il
controllo di lavori pubblici e l’imposizione del pizzo alle imprese
operanti nella zona; 3) per aver mantenuto, attraverso il continuo
scambio di messaggi e attraverso riunioni ed incontri, tra gli altri con
INGARAO Nicolò, un costante collegamento con gli altri associati in
libertà, in tal modo svolgendo funzioni direttive per l’organizzazione;
INZERILLO Rosario 1) per avere diretto la famiglia mafiosa di
Altarello; 2) per aver costituito un punto di riferimento mafioso per il
controllo di lavori pubblici e l’imposizione del pizzo alle imprese
operanti nella zona; 3) per aver mantenuto, attraverso il continuo
scambio di messaggi e attraverso riunioni ed incontri, tra gli altri con
ROTOLO Antonino e MARCIANO’ Vincenzo, un costante
collegamento con gli altri associati in libertà, in tal modo svolgendo
funzioni direttive per l’organizzazione;
MARCIANO’ Vincenzo per avere diretto e organizzato il mandamento
mafioso di Boccadifalco, fino alla sua sostituzione con MARCIANO’
Giovanni, tra l’altro coordinando le attività estorsive, nonché i
rapporti di qualsiasi natura con le altre famiglie appartenenti
all’organizzazione mafiosa Cosa Nostra; per aver mantenuto,
attraverso il continuo scambio di messaggi e attraverso riunioni ed
incontri, tra gli altri con ROTOLO Antonino e BONURA Francesco,
un costante collegamento con gli altri associati in libertà in tal modo,
svolgendo funzioni direttive per l’organizzazione;
MARCIANO’ Giovanni per avere diretto e organizzato il mandamento
mafioso di Boccadifalco, sostituendo il fratello MARCIANO’ Vincenzo,
tra l’altro coordinando le attività estorsive, nonché i rapporti di
qualsiasi natura con le altre famiglie appartenenti all’organizzazione
mafiosa Cosa Nostra; per aver mantenuto, attraverso il continuo
scambio di messaggi e attraverso riunioni ed incontri, tra gli altri con
ROTOLO Antonino e BONURA Francesco, un costante collegamento
con gli altri associati in libertà, in tal modo svolgendo funzioni
direttive per l’organizzazione;
OLIVERI Michele per avere diretto la famiglia mafiosa di Pagliarelli,
coordinando per essa le attività estorsive, nonché i rapporti di
qualsiasi natura con le altre famiglie appartenenti all’organizzazione
mafiosa Cosa Nostra e, tra queste, quelle di S.Maria di Gesù, Belmonte
Mezzagno, Villabate, S.Lorenzo, Porta Nuova; mantenendo attraverso
il continuo scambio di messaggi e attraverso riunioni ed incontri, tra
gli altri con ROTOLO Antonino, un costante collegamento con gli altri
associati in libertà; in particolare prestandosi a fare da garante in
forza della sua autorevolezza all’indicazione di Nicolò INGARAO, in
atto detenuto per altro, quale nuovo reggente del mandamento mafioso
di Porta Nuova a seguito delle precarie condizioni di salute di
Agostino BADALAMENTI, poi deceduto;, in tal modo, svolgendo
funzioni direttive per l’organizzazione;
PIPITONE Antonino 1) per avere diretto, pur demandando le
questioni operative a DI MAIO Vincenzo, la famiglia mafiosa
dell’Acquasanta; 2) per aver costituito un punto di riferimento
mafioso per il controllo di lavori pubblici e l’imposizione del pizzo alle
imprese operanti nella zona; 3) per aver mantenuto, attraverso il
continuo scambio di messaggi e attraverso riunioni ed incontri, tra gli
altri con BONURA Francesco, un costante collegamento con gli altri
associati in libertà, in tal modo, svolgendo funzioni direttive per
l’organizzazione; PISPICIA Salvatore 1) per avere diretto la famiglia
mafiosa di Palermo Centro; 2) per aver costituito un punto di
riferimento mafioso per il controllo di lavori pubblici e l’imposizione
del pizzo alle imprese operanti nella zona; 3) per aver mantenuto,
attraverso il continuo scambio di messaggi e attraverso riunioni ed
incontri, tra gli altri con INGARAO Nicolò, un costante collegamento
con gli altri associati in libertà, in tal modo, svolgendo funzioni
direttive per l’organizzazione; ROTOLO Antonino 1) per avere diretto
l’organizzazione mafiosa denominata Cosa Nostra nel territorio della
Città di Palermo, governando le famiglie del mandamento di
Pagliarelli incidendo direttamente sulla struttura di alcuni
mandamenti, tra i quali quello di Boccadifalco e quello di Porta
Nuova; 2) per aver costituito un punto di riferimento mafioso per il
controllo di lavori pubblici e l’imposizione del pizzo alle imprese
operanti nella intera città di Palermo; 3) per aver mantenuto,
attraverso il continuo scambio di contatti in particolare con BONURA
Francesco, CINA’ Antonino e PROVENZANO Bernardo, all’epoca
latitante, un costante collegamento con gli altri capi
dell’organizzazione mafiosa, in tal modo, svolgendo funzioni direttive
per l’organizzazione e di programmazione di gravi delitti, tra i quali la
soppressione di LO PICCOLO Salvatore e di LO PICCOLO Sandro,
nonché contribuendo a delineare le linee strategiche dell’operato di
tale organizzazione con riferimento all’intera città di Palermo;
SANSONE Gaetano 1) per avere diretto la famiglia mafiosa di
Uditore; 2) per aver costituito un punto di riferimento mafioso per il
controllo di lavori pubblici e l’imposizione del pizzo alle imprese
operanti nella zona, 3) per aver mantenuto, attraverso il continuo
scambio di messaggi e biglietti e attraverso riunioni ed incontri, tra gli
altri con ROTOLO Antonino, BONURA Francesco, MARCIANO’
Giovanni, MARCIANO’ Vincenzo, latitante, un costante collegamento
con gli altri associati in libertà, in tal modo svolgendo funzioni
direttive per l’organizzazione;
SAVOCA Giuseppe per avere diretto e organizzato le famiglie mafiose
del mandamento di Brancaccio, tra l’altro coordinando per esse le
attività estorsive, nonché i rapporti di qualsiasi natura con le altre
famiglie appartenenti all’organizzazione mafiosa Cosa Nostra e, tra
queste, quelle di S.Lorenzo, Porta Nuova, Pagliarelli, Boccadifalco;
per aver mantenuto, attraverso il continuo scambio di messaggi e
attraverso riunioni ed incontri, tra gli altri con ROTOLO Antonino e
con LO PICCOLO Salvatore, un costante collegamento con gli altri
associati in libertà, in tal modo svolgendo funzioni direttive per
l’organizzazione; In Palermo fino alla data del 20 giugno 2006;
per BADAGLIACCA Pietro: a decorrere dal 5 aprile 2004, data della
sentenza di primo grado con la quale è stato riconosciuto colpevole del
delitto di cui all’art. 416 bis c.p. alla data del 20 giugno 2006; con la
recidiva specifica infraquinquennale;
per BONURA Francesco: a decorrere dal 16 dicembre 1987, data
della sentenza di primo grado con la quale è stato riconosciuto
colpevole del delitto di cui all’art. 416 bis c.p. alla data del 20 giugno
2006; con la recidiva specifica;
per CAPPELLO Giuseppe: a decorrere dal 6 giugno 1997, data della
sentenza di primo grado con la quale è stato riconosciuto colpevole del
delitto di cui all’art. 416 bis c.p. alla data del 20 giugno 2006; con la
recidiva specifica;
per GIOELI Salvatore: a decorrere dal 30 maggio 1997, data della
sentenza di primo grado con la quale è stato riconosciuto colpevole del
delitto di cui all’art. 416 bis c.p. alla data del 20 giugno 2006; con la
recidiva specifica;
per INZERILLO Rosario: a decorrere dal 23 marzo 1998, data della
sentenza di primo grado con la quale è stato riconosciuto colpevole del
delitto di cui all’art. 416 bis c.p. alla data del 20 giugno 2006; con la
recidiva specifica;
per MARCIANO’ Giovanni: a decorrere dall’1 giugno 1998, data della
sentenza di primo grado con la quale è stato giudicato per il delitto di
cui all’art. 416 bis c.p. alla data del 20 giugno 2006; con la recidiva
specifica;
per OLIVERI: a decorrere dal 13.12.1997, data della sentenza di primo
grado con la quale è stato riconosciuto colpevole del delitto di cui
all’art. 416 bis c.p. alla data del 20 giugno 2006; con la recidiva
specifica;
per PIPITONE Antonino: a decorrere dal 25 maggio 1996, data della
sentenza di primo grado con la quale è stato riconosciuto colpevole del
delitto di cui all’art. 416 bis c.p. alla data del 20 giugno 2006; con la
recidiva specifica;
per PISPICIA Salvatore: a decorrere dal 24 giugno 1999, data della
sentenza di primo grado con la quale è stato riconosciuto colpevole del
delitto di cui all’art. 416 bis c.p. alla data del 20 giugno 2006; con la
recidiva specifica;
per ROTOLO Antonino: a decorrere dal 15 luglio 1998, data della
sentenza di primo grado con la quale è stato riconosciuto colpevole del
delitto di cui all’art. 416 bis c.p., co. 2, alla data del 20 giugno 2006;
con la recidiva specifica;
per SANSONE Gaetano: a decorrere dal 19 aprile 1994, data della
sentenza di primo grado con la quale è stato riconosciuto colpevole del
delitto di cui all’art. 416 bis c.p. alla data del 20 giugno 2006; con la
recidiva specifica;
per SAVOCA Giuseppe: a decorrere dal 16 dicembre 1987, data della
sentenza di primo grado con la quale è stato riconosciuto colpevole del
delitto di cui all’art. 416 bis c.p., co. 2, alla data del 20 giugno 2006;
con la recidiva specifica;
ADAMO Andrea, ALBERTI Gerlando, ALFANO Salvatore,
BADAGLIACCA Angelo, BADAGLIACCA Gaetano, CANCEMI
Carmelo, CANCEMI Giovanni, DI MAGGIO Lorenzo, INZERILLO
Francesco (cl. 55) INZERILLO Francesco (cl.56) INZERILLO
Tommaso, LIPARI Emanuele, MANNINO Alessandro, MANNINO
Calogero, MILANO Nicola, MILANO Nunzio, MINEO Settimo,
NICCHI Giovanni, NICOLETTI Giovanni, PARISI Angelo Rosario,
PARISI Marcello, PARISI Pietro, PICONE Francesco, RIZZUTO
Rosario, SANSONE Giuseppe; SIRCHIA Giovanni:
B) del delitto di cui all’art. 416 bis commi I,III,IV,V e VI c.p.;
per avere, in concorso con numerose altre persone – tra le quali quelle
indicate al capo che precede - fatto parte dell’associazione mafiosa
denominata “Cosa Nostra”, o per risultare, comunque, stabilmente
inseriti nella detta associazione, avvalendosi della forza di
intimidazione del vincolo associativo e della condizione di
assoggettamento e di omertà che ne deriva, per commettere reati contro
la vita, l’incolumità individuale, contro la libertà personale e contro il
patrimonio, tra i quali quelli di cui ai capi che seguono e, comunque,
per realizzare profitti o vantaggi ingiusti, nonché per intervenire sulle
istituzioni e sulla pubblica amministrazione;
in particolare contribuendo alle attività della predetta associazione
ponendo in essere la molteplicità di delitti di cui ai capi che seguono.
Con l’aggravante di cui all’articolo 416 bis comma quarto c.p.,
trattandosi di associazione armata;
Con l’aggravante di cui all’articolo 416 bis comma quinto c.p.,
trattandosi di attività economiche finanziate in parte con il prezzo, il
prodotto ed il profitto di delitti; In particolare:
ADAMO Andrea, tra l’altro, ponendo in essere, nell’interesse
dell’organizzazione i delitti di cui ai capi che seguono, fungendo da
canale di comunicazioni privilegiato tra gli esponenti del mandamento
mafioso di Brancaccio ed il latitante LO PICCOLO Salvatore,
mantenendo specifici rapporti finalizzati alla commissione di attività
illecite con altri esponenti mafiosi, tra i quali ANNATELLI Filippo e
MILANO Nicolò;
ALBERTI Gerlando, tra l’altro, ponendo in essere, nella qualità di
uomo d’onore della famiglia di Porta Nuova, tutte le attività utili
all’accreditamento di INGARAO Nicola quale nuovo reggente del
mandamento mafioso di Porta Nuova, in forza della sua particolare
autorevolezza, nel corso di riunioni programmate al fine di
accreditarne il ruolo;
ALFANO Salvatore, tra l’altro, operando per conto
dell’organizzazione mafiosa ed in particolare delle famiglie mafiose
della Noce, nel settore criminale delle estorsioni e prendendo parte a
più riunioni mafiose e mantenendo contatti finalizzati alla trattazione di
affari illeciti con più esponenti mafiosi appartenenti a diversi
mandamenti, tra i quali NICCHI Giovanni;
BADAGLIACCA Angelo, tra l’altro, ponendo in essere, nell’interesse
dell’organizzazione i delitti di cui ai capi che seguono, fungendo da
canale di comunicazioni privilegiato tra ROTOLO Antonino ed il padre
BADAGLIACCA Pietro, con particolare riguardo ai contatti con
esponenti mafiosi dei mandamenti del trapanese;
BADAGLIACCA Gaetano, tra l’altro, ponendo in essere, nella qualità
di uomo d’onore della famiglia di Rocca Mezzo Monreale, tutte le
attività utili all’accreditamento di INGARAO Nicola quale nuovo
reggente del mandamento mafioso di Porta Nuova, mettendo a
disposizione dello stesso la propria autorevolezza nel corso di riunioni
programmate al fine di accreditarne il ruolo; fungendo da canale di
comunicazioni privilegiato tra ROTOLO Antonino ed il fratello
BADAGLIACCA Pietro;
CANCEMI Carmelo, tra l’altro, ponendo in essere, nell’interesse
dell’organizzazione ed in particolare delle famiglie mafiose del
mandamento di Pagliarelli una rilevante serie di attività finalizzate alla
cura degli affari illeciti di dette famiglie mafiose, tra le quali molteplici
contatti con ROTOLO Antonino, ANNATELLI Filippo, CAPPELLO
Giuseppe;
CANCEMI Giovanni, tra l’altro, ponendo in essere i delitti di cui ai
capi che seguono, nell’interesse dell’organizzazione ed in particolare
delle famiglie mafiose del mandamento di Pagliarelli; nonché una
rilevante serie di attività finalizzate alla cura degli affari illeciti di dette
famiglie mafiose, tra le quali molteplici contatti con ROTOLO
Antonino, ANNATELLI Filippo, CAPPELLO Giuseppe ed altri
esponenti dell’organizzazione Cosa Nostra;
DI MAGGIO Lorenzo, tra l’altro, per avere mantenuto nella sua
qualità di uomo d’onore della famiglia mafiosa di Torretta più contatti
finalizzati alla trattazione di affari illeciti, con altri esponenti mafiosi di
altre famiglie dell’organizzazione ed in particolare con il latitante LO
PICCOLO Salvatore, nonché con NICOLETTI Giovanni;
INZERILLO Francesco cl. 55, tra l’altro, per avere mantenuto nella
sua qualità di uomo d’onore della famiglia mafiosa di Boccadifalco più
contatti finalizzati alla trattazione di affari illeciti in particolare con
MANNINO Alessandro e MARCIANO’ Vincenzo, oltre che con i suoi
congiunti INZERILLO Francesco cl.56, INZERILLO Rosario,
INZERILLO Tommaso, in particolare con riguardo al rientro in Italia
dagli U.S.A. degli ultimi due, in particolare ottenendo il consenso a tale
rientro da parte di MANNINO Alessandro, PASTOIA Francesco,
deceduto, MANDALA’ Nicola, separatamente processato, BRUSCA
Vincenzo, DI MAGGIO Lorenzo, CARUSO Calogero, LO PICCOLO
Salvatore;
INZERILLO Francesco cl. 56, tra l’altro, per avere mantenuto nella
sua qualità di uomo d’onore della famiglia mafiosa di Boccadifalco più
contatti finalizzati alla trattazione di affari illeciti ed in particolare al
suo rientro in Italia dagli U.S.A., dove si trovava dagli anni ’80, senza
dovere subire rappresaglie da parte dell’ala corleonese
dell’organizzazione mafiosa, in particolare ottenendo il consenso al
proprio rientro da parte di MANNINO Alessandro, PASTOIA
Francesco, deceduto, MANDALA’ Nicola, separatamente processato,
BRUSCA Vincenzo, DI MAGGIO Lorenzo, CARUSO Calogero, LO
PICCOLO Salvatore;
INZERILLO Rosario, tra l’altro, per avere mantenuto nella sua
qualità di uomo d’onore della famiglia mafiosa di Boccadifalco più
contatti finalizzati alla trattazione di affari illeciti ed in particolare al
suo rientro in Italia dagli U.S.A., dove si trovava dagli anni ’80, senza
dovere subire rappresaglie da parte dell’ala corleonese
dell’organizzazione mafiosa, in particolare ottenendo il consenso al
proprio rientro da parte di MANNINO Alessandro, PASTOIA
Francesco, deceduto, MANDALA’ Nicola, separatamente processato,
BRUSCA Vincenzo, DI MAGGIO Lorenzo, CARUSO Calogero, LO
PICCOLO Salvatore;
INZERILLO Tommaso, tra l’altro, per avere mantenuto nella sua
qualità di uomo d’onore della famiglia mafiosa di Boccadifalco più
contatti finalizzati alla trattazione di affari illeciti con altri esponenti
mafiosi del mandamento di Boccadifalco, ricevendo dalla predetta
famiglia mafiosa, per il tramite di MANNINO Calogero, una
retribuzione mensile durante tutto il periodo nel quale è stato detenuto;
LIPARI Emanuele, tra l’altro, ponendo in essere, nell’interesse
dell’organizzazione più contatti finalizzati alla realizzazione di affari
illeciti dell’organizzazione mafiosa, con esponenti di tale
organizzazione di famiglie anche diversa da quella di Porta Nuova alla
quale il LIPARI appartiene, e tra essi NICCHI Giovanni con il quale
tra l’altro ha trattato il problema della nomina di INGARAO Nicola a
nuovo reggente del mandamento di Porta Nuova;
MANNINO Alessandro, tra l’altro, ponendo in essere, nell’interesse
dell’organizzazione ed in particolare della famiglia mafiosa di
Boccadifalco, i delitti di cui ai capi che seguono, nonché prendendo
parte al dibattito interno all’organizzazione mafiosa relativo al rientro
degli INZERILLO in Italia, riunendosi in più occasioni, per la
trattazione di affari illeciti dell’organizzazione mafiosa con altri
esponenti della stessa, tra i quali MARCIANO’ Vincenzo e MANDALA’
Nicola, nonchè con lo stesso ROTOLO Antonino;
MANNINO Calogero, tra l’altro, ponendo in essere, nell’interesse
dell’organizzazione ed in particolare della famiglia mafiosa di
Boccadifalco, i delitti di cui ai capi che seguono, nonché prendendo
parte al dibattito interno all’organizzazione mafiosa relativo al rientro
degli INZERILLO in Italia, riunendosi in più occasioni, per la
trattazione di affari illeciti dell’organizzazione mafiosa con altri
esponenti della stessa, tra i quali MARCIANO’ Vincenzo e lo stesso
ROTOLO Antonino; occupandosi del mantenimento in carcere di
INZERILLO Tommaso;
MILANO Nicola, tra l’altro, ponendo in essere, nell’interesse
dell’organizzazione ed in particolare della famiglia mafiosa di Porta
Nuova più riunioni con esponenti mafiosi appartenenti a diverse
famiglie, tra i quali NICCHI Giovanni ed occupandosi in più occasioni,
di affari illeciti dell’organizzazione mafiosa;
MILANO Nunzio, tra l’altro, contribuendo con una serie di contatti
indiretti con ROTOLO Antonino alla ridefinizione dell’organigramma
di vertice delle famiglie mafiose del mandamento di Porta Nuova ed
intrattenendo sul punto contatti diretti con NICCHI Giovanni nonché
occupandosi, in più occasioni, di affari illeciti dell’organizzazione
mafiosa;
MINEO Settimo, tra l’altro, ponendo in essere il delitto di cui ai capi
che seguono, nell’interesse dell’organizzazione mafiosa, nonchè
mantenendo rapporti finalizzati alla definizione di affari illeciti con
ROTOLO Antonino e con esponenti della famiglia mafiosa di C.so dei
Mille per intervenire nel settore dell’aggiudicazione degli appalti;
NICCHI Giovanni, tra l’altro, ponendo in essere, nell’interesse
dell’organizzazione i delitti di cui ai capi che seguono, fungendo da
canale di comunicazioni privilegiato tra ROTOLO Antonino e l’intera
organizzazione mafiosa, trattando per conto dello stesso le questioni
relative alla ristrutturazione dei vertici di mandamenti mafiosi quali
Boccadifalco e Porta Nuova, nonché numerosi altri affari illeciti;
NICOLETTI Giovanni, tra l’altro, operando per conto
dell’organizzazione mafiosa ed in special modo delle famiglie mafiose
del mandamento della Noce nel settore criminale delle estorsioni e
prendendo parte a più riunioni mafiose;
PARISI Angelo Rosario, tra l’altro, ponendo in essere, nell’interesse
dell’organizzazione molteplici contatti tra ROTOLO Antonino e CINA’
Antonino, nonché mantenendo ulteriori contatti finalizzati alla
trattazione di atti illeciti con CANCEMI Giovanni e con NICCHI
Giovanni, infine operandosi perché l’organizzazione mafiosa, nel
proprio interesse candidasse alle elezioni amministrative per il rinnovo
del consiglio comunale di Palermo il proprio nipote PARISI Marcello;
PARISI Marcello, tra l’altro, ponendo in essere, nell’interesse
dell’organizzazione molteplici contatti con ROTOLO Antonino e
(mediati) con CINA’ Antonino, SANSONE Gaetano e SANSONE
Giuseppe, finalizzati alla promozione della sua candidatura,
nell’interesse dell’organizzazione mafiosa denominata Cosa Nostra,
alle elezioni amministrative per il rinnovo del consiglio comunale di
Palermo;
PARISI Pietro, tra l’altro, ponendo in essere, nell’interesse
dell’organizzazione molteplici contatti tra ROTOLO Antonino
finalizzati all’analisi dei rapporti interni all’organizzazione ed in
particolare ai rapporti del ROTOLO con LO PICCOLO Salvatore,
nonché mettendo a disposizione dell’organizzazione mafiosa gli uffici
della società Edilizia 93 di Parisi Pietro e C. per incontri di
appartenenti all’organizzazione mafiosa, nonché prendendo egli stesso
parte ad altre riunioni aventi a contenuto la trattazione di affari illeciti,
con altri esponenti mafiosi quali: CANCEMI Carmelo, ROTOLO
Antonino, INGARAO Nicolò, NICCHI Giovanni, PARISI Angelo
Rosario, e CANGEMI Carmelo;
PICONE Francesco, tra l’altro, operando per conto
dell’organizzazione mafiosa nel settore criminale delle estorsioni, con
particolare riferimento alla loro organizzazione nel territorio del
quartiere Noce, e prendendo parte a più riunioni mafiose;
RIZZUTO Rosario, tra l’altro, operando per conto dell’organizzazione
mafiosa nel settore criminale delle estorsioni, con particolare
riferimento alla loro organizzazione nel territorio del quartiere di
Bonagia ed in quello di Villagrazia di Palermo, e prendendo parte a
più riunioni mafiose;
SANSONE Giuseppe, tra l’altro, ponendo in essere, nell’interesse
dell’organizzazione i delitti di cui ai capi che seguono, ponendo in
essere e partecipando a molteplici riunioni relative agli affari
dell’organizzazione mafiosa Cosa Nostra, con importanti esponenti
della medesima organizzazione, tra i quali ROTOLO Antonino e
BONURA Francesco;
SIRCHIA Giovanni, tra l’altro, ponendo in essere, nell’interesse
dell’organizzazione i delitti di cui ai capi che seguono e lui imputati,
ponendo in essere e partecipando a molteplici riunioni relative agli
affari dell’organizzazione mafiosa Cosa Nostra, con importanti
esponenti della medesima organizzazione, tra i quali ROTOLO
Antonino;
in Palermo fino alla data del 20 giugno 2006;
per ADAMO Andrea a decorrere dal 5 aprile 2004 data della sentenza
di primo grado con la quale è stato riconosciuto colpevole del delitto di
cui all’art. 416 bis c.p.; con la recidiva specifica infraquinquennale;
per ALBERTI Gerlando a decorrere dal 16 dicembre 1987 data della
sentenza di primo grado con la quale è stato riconosciuto colpevole del
delitto di cui all’art. 416 bis c.p.; con la recidiva specifica;
per BADAGLIACCA Gaetano a decorrere dal 6 giugno 1997 data della
sentenza di primo grado con la quale è stato riconosciuto colpevole del
delitto di cui all’art. 416 bis c.p.; con la recidiva specifica;
per CANCEMI Carmelo a decorrere dal 21 novembre 2003 data della
sentenza di primo grado con la quale è stato giudicato per il delitto di
cui all’art. 416 bis c.p.;
per INZERILLO Francesco cl. 55 a decorrere dal 24 aprile 1997 data
della sentenza di primo grado con la quale è stato giudicato per il
delitto di cui all’art. 416 bis c.p.; con la recidiva specifica;
per INZERILLO Tommaso a decorrere dal 30 gennaio 1992 data della
sentenza di primo grado con la quale è stato giudicato per il delitto di
cui all’art. 416 bis c.p.; con la recidiva specifica;
per LIPARI Emanuele a decorrere dal 27 luglio 2001 data della
sentenza di primo grado con la quale è stato riconosciuto colpevole del
delitto di cui all’art. 416 bis c.p.; con la recidiva specifica
infraquinquennale;
per MANNINO Alessandro a decorrere dal 24 giugno 1999 data della
sentenza di primo grado con la quale è stato riconosciuto colpevole del
delitto di cui all’art. 416 bis c.p.; con la recidiva specifica;
per MILANO Nunzio a decorrere dal 16 dicembre 1987 data della
sentenza di primo grado con la quale è stato riconosciuto colpevole del
delitto di cui all’art. 416 bis c.p.; con la recidiva specifica;
per MINEO Settimo a decorrere dal 16 dicembre 1987 data della
sentenza di primo grado con la quale è stato riconosciuto colpevole del
delitto di cui all’art. 416 bis c.p.; con la recidiva specifica;
per NICOLETTI Giovanni a decorrere dal 17 marzo 1999 data della
sentenza di primo grado con la quale è stato riconosciuto colpevole del
delitto di cui all’art. 416 bis c.p.; con la recidiva specifica;
per PICONE Francesco a decorrere dal 30 giugno 2000 data della
sentenza di primo grado con la quale è stato riconosciuto colpevole del
delitto di cui all’art. 416 bis c.p.; con la recidiva specifica;
per SANSONE Giuseppe a decorrere dal 13 ottobre 2003 data della
sentenza di primo grado con la quale è stato riconosciuto colpevole del
delitto di cui all’art. 416 bis c.p.; con la recidiva specifica
infraquinquennale;
per SIRCHIA Giovanni a decorrere dal 16 aprile 2004 data della
sentenza di primo grado con la quale è stato riconosciuto colpevole del
delitto di cui all’art. 416 bis c.p.;
MERCADANTE Giovanni
C) per il delitto di cui all’art. 416 bis, comma I, II, III, IV, VI c.p.;
per avere fatto parte, unitamente ad altre numerose persone (tra le
quali PROVENZANO Bernardo, SPERA Benedetto, GIUFFRÈ
Antonino, LO PICCOLO Salvatore, LIPARI Giuseppe, CANNELLA
Tommaso, CINÀ Antonino, ROTOLO Antonino ed altri)
dell’associazione mafiosa “Cosa Nostra”, e per essersi, insieme,
avvalsi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della
condizione di assoggettamento ed omertà che ne deriva, per
commettere delitti contro la vita, l’incolumità individuale, la libertà
personale, il patrimonio, per acquisire in modo diretto o indiretto la
gestione o, comunque, il controllo di attività economiche, di
concessioni, di autorizzazioni, di appalti e servizi pubblici, per
realizzare profitti e vantaggi ingiusti per sé e gli altri, per intervenire
sulle istituzioni e la pubblica amministrazione, più in particolare, per
avere costituito un punto di riferimento per la cura degli interessi di
PROVENZANO Bernardo, nel periodo della sua latitanza, per aver
stretto rapporti con altri capimafia quali CANNELLA Tommaso, CINÀ
Antonino e ROTOLO Antonino, funzionali alla realizzazione degli
interessi facenti capo al sodalizio mafioso, tra l’altro, fornendo nel
tempo il proprio ausilio e la disponibilità della struttura sanitaria della
quale era socio per prestazioni sanitarie in favore degli associati,
anche latitanti, e la redazione di documentazione sanitaria di favore,
ricevendo l’appoggio elettorale di Cosa Nostra in occasione delle
elezioni regionali cui era candidato ed inserendo nel proprio staff
politico, a seguito delle indicazioni ricevute da Cinà Antonino e Rotolo
Antonino, altro soggetto, anch’egli in stretto collegamento mafioso con
gli stessi ROTOLO e CINÀ, in vista della candidatura alle prossime
elezioni per il rinnovo del consiglio comunale di Palermo.
In Palermo ed in altre località del territorio nazionale, fino alla data
del 10 luglio 2006.
DI NAPOLI Pietro, MANNINO Calogero, BONURA Francesco,
MARCIANO’ Vincenzo, ROTOLO Antonino, STASSI Francesco
D) per il delitto p. e p. dagli artt. 110, 81 cpv, 629 comma 2° in
relazione al nr.3 comma 2 dell’art.628 c.p. e art. 7 D.L. 13 maggio
1991 nr.152, conv. nella legge 12 luglio 1991 nr.203 per avere - in
concorso tra loro (e con SPINA Raffaele, deceduto) e con più azioni
esecutive di un medesimo disegno criminoso, mediante minacce
consistite nel manifestare la propria appartenenza all’ organizzazione
mafiosa denominata Cosa Nostra ed in virtù della forza derivante dal
vincolo associativo relativo alla predetta organizzazione – costretto il
responsabile delle società del gruppo MIGLIORE (società MIGLIORE
s.p.a., società MIGLIORE Sonepar s.p.a e società MIRA S.r.l. con sede
in Palermo), MIGLIORE Giuseppe, al pagamento di una somma di
denaro allo stato non meglio quantificata, procurando così a sé e all’
organizzazione mafiosa denominata Cosa Nostra un ingiusto profitto,
in particolare:
DI NAPOLI Pietro in qualità di percettore finale della somma di
denaro in quanto capo del mandamento mafioso della Noce, ed in
riferimento all’ eserciziocommerciale denominato “Grande Migliore”
sito in viale Regione Siciliana e all’ agenzia di scommesse su
avvenimenti sportivi determinati dal CONI della società MIRA Srl sita
via Enrico Fermi nn.60/72 angolo via Pacinotti, collocati nel territorio
di tale mandamento;
MANNINO Calogero quale persona che ha materialmente ottenuto dal
MIGLIORE Giuseppe il denaro successivamente versato al DI
NAPOLI;
MARCIANO’ Vincenzo quale mediatore tra MIGLIORE Giuseppe ed il
DI NAPOLI per la definizione del pagamento della somma di denaro
profitto del delitto, con particolare riferimento all’ agenzia di
scommesse su avvenimenti sportivi determinati dal CONI della società
MIRA Srl sita via Enrico Fermi nn.60/72 angolo via Pacinotti;
BONURA Francesco quale mediatore tra la vittima del reato,
MIGLIORE Giuseppe ed il DI NAPOLI per la definizione del
pagamento della somma di denaro profitto del delitto con particolare
riferimento all’ agenzia di scommesse su avvenimenti sportivi
determinati dal CONI della società MIRA Srl sita via Enrico Fermi
nn.60/72 angolo via Pacinotti;
STASSI Francesco quale mediatore tra MIGLIORE Giuseppe ed il
BONURA ed inoltre quale persona incaricata da ROTOLO Antonino di
riscuotere la somma di denaro di 10.000 euro con riferimento ai punti
vendita della società MIGLIORE SpA siti a Canicattì c.da Gruccione
(AG) e a Caltanissetta in via Salvo D’Acquisto nr.22;
ROTOLO Antonino quale percettore delle somme di denaro sopra
indicate riscosse su suo mandato dallo STASSI Francesco presso i punti
vendita della società MIGLIORE Spa, successivamente versate alle
famiglie di competenza;
In Palermo con contributi al delitto contestato accertati fino al maggio
2005, per BONURA Franco dal 2000, per MANNINO Calogero fino al
2003, per DI NAPOLI a decorrere dal luglio 2003
NICCHI Giovanni e ROTOLO Antonino
E) per il delitto p. e p. dagli artt. 110, 56, 81 cpv, 629 comma 2° in
relazione al nr.3 comma 2 dell’art.628 c.p. e art. 7 D.L. 13 maggio
1991 nr.152, conv. nella legge 12 luglio 1991 nr.203 per avere in
concorso tra loro e con ignoti, con più azioni esecutive di un medesimo
disegno criminoso, mediante minaccia consistita nel danneggiare le
serrature dei locali degli esercizi commerciali di seguito indicati, ed in
virtù della forza derivante dal vincolo associativo relativo alla predetta
organizzazione, posto in essere atti idonei diretti in modo non equivoco
a procurare a sé stessi e all’ organizzazione mafiosa un ingiusto
profitto consistente nelle somme richieste ai titolari degli esercizi
commerciali sotto indicati, con minaccia consistita nel manifestare la
propria appartenenza all’ organizzazione mafiosa denominata Cosa
Nostra e agendo il ROTOLO ed il NICCHI quali mandanti, e non
portando a compimento l’ azione per cause indipendenti dalla propria
volontà:
Negozio di abbigliamento sito in Corso dei Mille n.51, gestito da
Ruan Guanshui nato a Zhejiang (RPC) il 23.11.1971
Negozio di abbigliamento sito in corso dei Mille n.70, gestito da
Luo Fuju, nata nella (RPC) il 13.06.1962
Negozio di abbigliamento intimo sito in corso dei Mille n. 88/90,
gestito da Wang Qingjian Zhejiang nata nella (RPC) il 29.10.1967
Negozio di abbigliamento sito in via Archirafi n.7/H, gestito da Lin
Jin nato a Zhejiang (RPC) il 13.10.1984
Negozio di abbigliamento sito in via A. Ugo n. 8/10, gestito da Yang
Yanmei nato a Zhejiang (RPC) il 26.05.1947
Negozio di abbigliamento sito in via A. Ugo n. 13/15, gestito da Lin
Jinliang nato nella (RPC) il 10.10.1961
Negozio di abbigliamento sito in via A. Ugo n. 77/79, gestito da Lin
Xixi nata a Zhejiang nella (RPC) il 15.11.1953
Negozio di abbigliamento sito in via Lincoln n. 136, gestito da Yang
Weijun nato a Zhejiang nella (RPC) il 19.10.1973
Negozio di abbigliamento sito in via Lincoln n. 82- 82/A, gestito da
Chen Zhi Hong nata a Zhejiang nella (RPC) il 25.08.1966
Negozio di abbigliamento sito in via Lincoln n. 80, gestito da Yang
Weiwu nato a Zhejiang nella (RPC) il 12.10.1976
Negozio di abbigliamento sito in via Lincoln n. 72- 72/A, gestito da
Zang Yong nato a Zhejiang nella (RPC) il 24.06.1974
Negozio di abbigliamento sito in via Lincoln n. 68, gestito da Liu
Aiying nata a Henan nella (RPC) il 09.12.1960
Negozio di abbigliamento sito in via Lincoln n. 62, gestito da Chen
Bangsheng nato a Zhejiang nella (RPC) il 20.03.1958
In Palermo 27 ottobre 2006
ROTOLO Antonino:
F) per il delitto p. e p. dagli artt. 110, 81 cpv, 629 comma 2° in
relazione al nr.3 comma 2 dell’art.628 c.p. e art. 7 D.L. 13 maggio
1991 nr.152, conv. nella legge 12 luglio 1991 nr.203 per essersi, in
concorso con ignoti, con più azioni esecutive di un medesimo disegno
criminoso, mediante minaccia consistita nel manifestare la propria
appartenenza all’associazione mafiosa Cosa Nostra, ed in virtù della
forza derivante dal vincolo associativo relativo alla predetta
organizzazione, procurati un ingiusto profitto, costringendo la “C.O.T.
società cooperativa” con sede in via Filippo Pecoraino nr. 27, nel
quartiere Brancaccio, che gestisce la mensa universitaria “Self Service
CHIARAMONTE” di via Chiaramonte 28, (via adiacente all’ingresso
principale dell’ Ospedale “Policlinico” di Palermo) e dunque
appaltatrice dei pasti presso il Policlinico di Palermo, a versare una
quota non determinata di denaro; agendo il ROTOLO quale mandante
del delitto e percettore della somma sopra indicata;
In Palermo fino alla data del 20 giugno 2006
ROTOLO Antonino, NICCHI Giovanni, ADAMO Andrea
G) per il delitto p. e p. dagli artt. 110, 56, 81 cpv, 629 comma 2° in
relazione al nr.3 comma 2 dell’art.628 c.p. e art. 7 D.L. 13 maggio
1991 nr.152, conv. nella legge 12 luglio 1991 nr.203 per avere, in
concorso tra loro e con ignoti, con più azioni esecutive di un medesimo
disegno criminoso, mediante minaccia consistita nel manifestare la
propria appartenenza all’associazione mafiosa Cosa Nostra, ed in virtù
della forza derivante dal vincolo associativo relativo alla predetta
organizzazione, posto in essere atti idonei diretti in modo non equivoco
ad ottenere dalla ditta C.O.T. società cooperativa, con sede in via
Filippo Pecoraino nr. 27 il 3% del valore dell’appalto dei pasti da
fornire presso la mensa universitaria di Palermo;
atti consistiti nell’individuare la ditta “C.O.T. società cooperativa”
quale effettiva aggiudicatrice dell’appalto;
accertando l’effettivo valore dell’appalto, al fine di determinare il 3%
da imporre quale prezzo dell’estorsione;
contattando i responsabili della “C.O.T. società cooperativa”;
agendo il ROTOLO ed il NICCHI quali mandanti e l’ ADAMO quale
soggetto deputato a realizzare il contatto con le vittime ed a formulare
la richiesta estorsiva; non portando a compimento l’ azione per cause
indipendenti dalla propria volontà;
In Palermo fino alla data del 20 giugno 2006
BONURA Francesco, MARCIANO’ Vincenzo, INGARAO Nicolò
H) per il delitto p. e p. dagli artt. 110, 629 comma 2° in relazione al
nr.3 comma 2 dell’art.628 c.p. e art. 7 D.L. 13 maggio 1991 nr.152,
conv. nella legge 12 luglio 1991 nr.203 per essersi, in concorso tra
loro (e con BADALAMENTI Agostino, deceduto, e INGARAO Nicolò
detenuto per altro), mediante minacce consistite nel manifestare la
propria appartenenza all’ organizzazione mafiosa denominata Cosa
Nostra ed in virtù della forza derivante dal vincolo associativo relativo
alla predetta organizzazione, procurato a se stessi e all’ organizzazione
mafiosa denominata Cosa Nostra un ingiusto profitto, costringendo
MARCIANO’ Giovanni Battista titolare della società “IMPIANTI e
ASFALTI” srl con sede in Palermo in via Umberto Maddalena nr.114,
al versamento di una somma di denaro allo stato non meglio
quantificata, e in particolare:
INGARAO Nicolò in qualità di percettore finale della somma di denaro
in quanto appartenente alla famiglia mafiosa di Palermo Centro ed in
riferimento ai lavori effettuati dalla ditta della p.o. per la tutela e
valorizzazione del monumento Castello a Mare sito nei pressi di piazza
XIII Vittime;
MARCIANO’ Vincenzo e BONURA Francesco quale mediatori tra la
p.o. e l’ INGARAO per la definizione del pagamento della somma di
denaro
In Palermo in epoca prossima al maggio 2005
MANNINO Calogero, INZERILLO Francesco (cl.1955), MANNINO
Alessandro, NICOLETTI Giovanni,
I) per il delitto p. e p. dagli artt. 110, 56, 629 comma 2° in relazione al
nr.3 comma 2 dell’art.628 c.p. e art. 7 D.L. 13 maggio 1991 nr.152,
conv. nella legge 12 luglio 1991 nr.203 per avere in concorso tra loro,
mediante minaccia ed in virtù della forza derivante dal vincolo
associativo relativo alla predetta organizzazione, posto in essere atti
idonei diretti in modo non equivoco a procurare a sé stessi e all’
organizzazione mafiosa un ingiusto profitto consistente nella somma di
1500 euro, con minacce consistite nel manifestare la propria
appartenenza all’ organizzazione mafiosa denominata Cosa Nostra, il
responsabile della ditta edile “CIESSE” consede in Palermo, non
portando a compimento l’ azione per cause indipendenti dalla propria
volontà; ed in particolare, avendo il MANNINO richiesto il versamento
della somma di denaro in favore della famiglia mafiosa di Uditore con
riferimento ai lavori di ristrutturazione in corso da parte della ditta
CIESSE di alcuni edifici siti nel quartiere Borgo Nuovo di Palermo tra
i quali lo stabile sito in via Tindari nr. 52, ed agendo l’ INZERILLO
Francesco, il MANNINO Alessandro ed il NICOLETTI Giovanni quali
mediatori tra la p.o. ed il MANNINO Calogero per la definizione del
pagamento della somma di denaro richiesta
In epoca prossima al mese di ottobre 2005
BONURA Francesco, MANNINO Calogero
L) per il delitto p. e p. dagli artt. 110, 629 comma 2° in relazione al
nr.3 comma 2 dell’art.628 c.p. e art. 7 D.L. 13 maggio 1991 nr.152,
conv. nella legge 12 luglio 1991 nr.203, per avere a più riprese, in
concorso tra loro e con ignoti, tra i quali “Sarino” allo stato non
identificato, mediante minacce consistite nel manifestare la propria
appartenenza all’organizzazione mafiosa denominata Cosa Nostra ed
in virtù della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo
relativo alla predetta organizzazione, costretto l’imprenditore
RUVITUSO Diego, titolare della Horigel s.p.a., a procurare a loro
stessi ed all’associazione mafiosa denominata Cosa Nostra un ingiusto
profitto, consistente nel prezzo richiesto ed ottenuto di una somma di
denaro indicata nella misura periodica di 700 euro;
in particolare BONURA Francesco, quale percettore finale della
somma nell’interesse della famiglia mafiosa di Uditore e MANNINO
Calogero quale mandante diretto dell’esattore materiale del denaro
In Palermo fino alla data del 20 giugno 2006
BONURA Francesco, DI MAIO Vincenzo, PIPITONE Antonino:
M) per il delitto p. e p. dagli artt. 110, 81 cpv, 629 comma 2° in
relazione al nr.3 comma 2 dell’art.628 c.p. e art. 7 D.L. 13 maggio
1991 nr.152, conv. nella legge 12 luglio 1991 nr.203 per avere, in
concorso tra loro e con più azioni esecutive di un medesimo disegno
criminoso, mediante minacce consistite nel manifestare la propria
appartenenza all’ organizzazione mafiosa denominata Cosa Nostra ed
in virtù della forza derivante dal vincolo associativo relativo alla
predetta organizzazione, costretto GUCCIONE Gioacchino, presidente
della società “MARINA di VILLA IGEA” con sede in Palermo, a
procurare a sé stessi e all’ organizzazione mafiosa denominata Cosa
Nostra un ingiusto profitto consistente nel prezzo richiesto ed ottenuto
di una somma di denaro di 1.500 euro mensili; in particolare:
DI MAIO e PIPITONE in qualità di percettori finali della somma di
denaro di 1.500 euro, in quanto appartenenti alla famiglia mafiosa
dell’Arenella–Acquasanta, ed in riferimento all’ concessione di cui è
titolare il GUCCIONE - quale presidente della società MARINA di
VILLA IGEA - per la gestione del porto turistico dell’ Acquasanta
BONURA Francesco quale mediatore tra p.o. ed il DI MAIO per la
definizione ed il versamento della somma di denaro sopra indicata
In Palermo fino al maggio 2005
BONURA Francesco, DI MAIO Vincenzo, PIPITONE Antonino
N) per il delitto p. e p. dagli artt. 110, 56, 629 comma 2° in relazione
al nr.3 comma 2 dell’art.628 c.p. e art. 7 D.L. 13 maggio 1991 nr.152,
conv. nella legge 12 luglio 1991 nr.203 per avere in concorso tra loro,
mediante minaccia ed in virtù della forza derivante dal vincolo
associativo relativo alla predetta organizzazione, posto in essere atti
idonei consistiti nel manifestare la propria appartenenza all’
organizzazione mafiosa denominata Cosa Nostra diretti in modo non
equivoco a procurare a sé stessi e all’ organizzazione mafiosa un
ingiusto profitto consistente nel pagamento richiesto all’ imprenditore
edile BUSCEMI Vito del 3% dell’ importo complessivo dei lavori da
realizzare presso il porto turistico dell’ Acquasanta, non portando a
compimento l’ azione per cause indipendenti dalla propria volontà; ed
in particolare:
DI MAIO e PIPITONE in qualità di percettori finali della somma di
denaro richiesta, in quanto appartenenti alla famiglia mafiosa
dell’Arenella–Acquasanta, ed in riferimento ai lavori edili che la ditta
del BUSCEMI deve realizzare all’ interno del porto turistico dell’
Acquasanta
BONURA Francesco quale mediatore tra p.o. ed il DI MAIO per la
definizione ed il versamento della somma di denaro sopra indicata
In epoca prossima al mese di maggio 2005
MANNINO Calogero
O) per il delitto p. e p. dagli artt. 110, 81 cpv, 629 comma 2° in
relazione al nr.3 comma 2 dell’art.628 c.p. e art. 7 D.L. 13 maggio
1991 nr.152, conv. nella legge 12 luglio 1991 nr.203 per avere, in
concorso con PIPITONE Vincenzo, VALLELUNGA Vincenzo, DI
MAGGIO Antonino e con PIPITONE Giovan Battista, detenuto per
altro, e con ignoti con più azioni esecutive di un medesimo disegno
criminoso, mediante minacce consistite nel manifestare la propria
appartenenza all’ organizzazione mafiosa denominata Cosa Nostra ed
in virtù della forza derivante dal vincolo associativo relativo alla
predetta organizzazione, costretto SAMMARITANO Giuseppe, titolare
della società “SICILPRODET s.p.a.” con sede in Carini in Via Don
Luigi Sturzo s.n.c, a procurare a sé stessi e all’ organizzazione mafiosa
denominata Cosa Nostra un ingiusto profitto consistente nel prezzo
richiesto ed ottenuto di una somma di denaro complessiva di circa
200.000 euro, in particolare:
PIPITONE Vincenzo, DI MAGGIO Antonino e PIPITONE Giovan
Battista (detenuto), in qualità di percettori finali della somma di denaro
di 200.000 euro circa, in quanto appartenenti alla famiglia mafiosa di
Carini, ed in riferimento all’ acquisto da parte del SAMMARITANO di
alcuni immobili siti nel territorio del comune di Carini tra i quali un
capannone ad uso industriale, un terreno ed un immobile acquistati da
EMALDI Antonio legale rappresentante della società “TARTARICA
TREVISO S.R.L.” con sede in Faenza (RA)
MANNINO Calogero e VALLELUNGA Vincenzo quali mediatori tra la
vittima e PIPITONE Giovan Battista (detenuto), il PIPITONE Vincenzo
ed il DI MAGGIO Antonino , della conclusione dell’ affare e della
definizione e versamento della somma di denaro sopra indicata
In Palermo ed in Carini fino al mese di maggio 2005
BONURA Francesco, MANNINO Calogero
P) per il delitto p. e p. dagli artt. 110, 81 cpv, 629 comma 2° in
relazione al nr.3 comma 2 dell’art.628 c.p. e art. 7 D.L. 13 maggio
1991 nr.152, conv. nella legge 12 luglio 1991 nr.203 per avere, in
concorso tra loro e con più azioni esecutive di un medesimo disegno
criminoso, mediante minacce consistite nel manifestare la propria
appartenenza all’ organizzazione mafiosa denominata Cosa Nostra ed
in virtù della forza derivante dal vincolo associativo relativo alla
predetta organizzazione, costretto il titolare dell’ esercizio commerciale
di vendita di autovetture di marca SEAT sito in Palermo via Beato
Angelico nr 20 a procurare a sé stessi e all’ organizzazione mafiosa
denominata Cosa Nostra un ingiusto profitto consistente nel prezzo
richiesto ed ottenuto di una somma di denaro di cinquecento euro
mensili, in particolare:
BONURA Francesco in qualità di percettori finali della somma di
denaro di 500 euro mensili , in quanto appartenente alla famiglia
mafiosa dell’ Uditore;
MANNINO Calogero quale persona che ha materialmente ottenuto
dalla p.o. le somme di denaro sopra indicate successivamente versate
al BONURA;
In Palermo fino al maggio 2005
MANNINO Calogero
Q) per il delitto p. e p. dagli artt. 110, 81 cpv, 629 comma 2° in
relazione al nr.3 comma 2 dell’art.628 c.p. e art. 7 D.L. 13 maggio
1991 nr.152, conv. nella legge 12 luglio 1991 nr.203 per avere, in
concorso con persone allo stato non identificate e con SANSONE
Giuseppe (separatamente giudicato), con più azioni esecutive di un
medesimo disegno criminoso, mediante minacce consistite nel
manifestare la propria appartenenza all’ organizzazione mafiosa
denominata Cosa Nostra ed in virtù della forza derivante dal vincolo
associativo relativo alla predetta organizzazione, costretto il titolare
dell’ esercizio di ristorazione- bar denominato BOCACHICA – Bar de
Tapas – Cervezeria Pub”, sito in Palermo, a procurare a sé e all’
organizzazione mafiosa denominata Cosa Nostra un ingiusto profitto
consistente nel prezzo richiesto ed ottenuto di una somma di denaro
non meglio allo stato quantificata
In Palermo fino al mese di maggio 2005
DI MAGGIO Lorenzo NICOLETTI Giovanni
R) per il delitto p. e p. dagli artt. 110, 629 comma 2° in relazione al
nr.3 comma 2 dell’art.628 c.p. e art. 7 D.L. 13 maggio 1991 nr.152,
conv. nella legge 12 luglio 1991 nr.203 per avere, in concorso tra loro,
mediante minacce consistite nel manifestare la propria appartenenza
all’ organizzazione mafiosa denominata Cosa Nostra ed in virtù della
forza derivante dal vincolo associativo relativo alla predetta
organizzazione, costretto il responsabile della società “DAU Sistemi
s.r.l”. con sede a San Giovanni Gemini (AG) in corso Umberto nr.1, a
procurare a sé e all’ organizzazione mafiosa denominata Cosa Nostra
un ingiusto profitto consistente nel prezzo richiesto ed ottenuto di una
somma di denaro di quattordicimila euro. In particolare:
NICOLETTI Giovanni quale percettore finale della somma di denaro
di otto milioni di lire in quanto appartenente alla famiglia mafiosa di
Cruillas nel cui territorio si svolgono i lavori di costruzione di due
edifici da parte della ditta DAU Sistemi s.r.l”.
DI MAGGIO Lorenzo quale persona che ha materialmente ottenuto la
consegna dell’ intera somma di denaro pari a circa quattordicimila
euro
In Palermo nell’ anno 2003
MARCIANO’ Vincenzo
S) per il delitto p. e p. dagli artt. 110, 629 comma 2° in relazione al
nr.3 comma 2 dell’art.628 c.p. e art. 7 D.L. 13 maggio 1991 nr.152,
conv. nella legge 12 luglio 1991 nr.203 per avere, in concorso con
persone allo stato non identificate, mediante minacce consistite nel
manifestare la propria appartenenza all’ organizzazione mafiosa
denominata Cosa Nostra ed in virtù della forza derivante dal vincolo
associativo relativo alla predetta organizzazione, costretto i
responsabili dei lavori di completamento del plesso scolastico sito in
Palermo via Bevignani, Casella e Bernabei a procurare a sé e all’
organizzazione mafiosa denominata Cosa Nostra un ingiusto profitto
consistente nel prezzo richiesto ed ottenuto di una somma di denaro
non meglio quantificata ma comunque non inferiore a quindici milioni
di lire
In Palermo nell’ anno 2003
GRIZZAFI Mario, BADAGLIACCA Pietro, ROTOLO Antonino,
PROVENZANO Bernardo
T) per il delitto p. e p. dagli artt. 110, 629 comma 2° in relazione al
nr.3 comma 2 dell’art.628 c.p. e art. 7 D.L. 13 maggio 1991 nr.152,
conv. nella legge 12 luglio 1991 nr.203 per avere, in concorso con
persone allo stato non identificate e con GRIZZAFI Francesco
(giudicato separatamente), detenuto, mediante minacce consistite nel
manifestare la propria appartenenza all’ organizzazione mafiosa
denominata Cosa Nostra ed in virtù della forza derivante dal vincolo
associativo relativo alla predetta organizzazione, costretto ROMEO
Salvatore, imprenditore nel settore della produzione, trasformazione e
commercializzazione di prodotti zootecnici, a procurare a sé e all’
organizzazione mafiosa denominata Cosa Nostra un ingiusto profitto
consistente nel prezzo richiesto ed ottenuto di una somma di 30.000
euro; agendo il GRIZZAFI quale materiale esattore di tale somma, il
BADAGLIACCA quale mediatore con la vittima al fine di determinare
il prezzo del delitto; il ROTOLO quale soggetto anch’egli intervenuto
su sollecitazione del BADAGLIACCA al fine di richiedere al
PROVENZANO una più equa determinazione del prezzo del delitto;
In Provincia di Palermo e altrove nel 2006
Ruan Guanshui
U) delitto p.e.p. dall’art. 378, co.2, c.p. per aver aiutato NICCHI
Giovanni, ROTOLO Antonino ed ignoti, sottoposti ad indagine per il
reato di concorso in estorsione aggravata in danno dello stesso Ruan
Guanshui, titolare del Negozio di abbigliamento sito in Corso dei Mille
n.51, ad eludere le investigazioni dell’Autorità che li riguardavano,
omettendo di riferire alla polizia giudiziaria, in sede di sommarie
informazioni, circostanze decisive ai fini dell’accertamento dei fatti di
rilevanza penale ai medesimi addebitati, in particolare negando di
aver ricevuto richieste di natura estorsiva e di aver versato alcuna
somma a tale titolo.
In Palermo, il 6 settembre 2006.
Luo Fuju
V) delitto p.e.p. dall’art. 378 c.p. , co.2, per aver aiutato NICCHI
Giovanni, ROTOLO Antonino ed ignoti, sottoposti ad indagine per il
reato di concorso in estorsione aggravata in danno della stessa Luo
Fuju, titolare del Negozio di abbigliamento sito in Corso dei Mille n.70,
ad eludere le investigazioni dell’Autorità che li riguardavano,
omettendo di riferire alla polizia giudiziaria, in sede di sommarie
informazioni, circostanze decisive ai fini dell’accertamento dei fatti di
rilevanza penale ai medesimi addebitati, in particolare negando di
aver ricevuto richieste di natura estorsiva e di aver versato alcuna
somma a tale titolo.
In Palermo, il 6 settembre 2006.
Wang Qingjian Zhejiang;
Z) delitto p.e.p. dall’art. 378 c.p. co.2, per aver aiutato NICCHI
Giovanni, ROTOLO Antonino ed ignoti, sottoposti ad indagine per il
reato di concorso in estorsione aggravata in danno dello stesso Wang
Qingjian Zhejiang, titolare del Negozio di abbigliamento sito in Corso
dei Mille n.88/90, ad eludere le investigazioni dell’Autorità che li
riguardavano, omettendo di riferire alla polizia giudiziaria, in sede di
sommarie informazioni, circostanze decisive ai fini dell’accertamento
dei fatti di rilevanza penale ai medesimi addebitati, in particolare
negando di aver ricevuto richieste di natura estorsiva e di aver versato
alcuna somma a tale titolo.
In Palermo, il 7 settembre 2006.
Lin Jin
A-1) delitto p.e.p. dall’art. 378 c.p. co.2, per aver aiutato NICCHI
Giovanni, ROTOLO Antonino ed ignoti, sottoposti ad indagine per il
reato di concorso in estorsione aggravata in danno dello stesso Lin Jin,
titolare del Negozio di abbigliamento sito in via Archirafi n.7/H, ad
eludere le investigazioni dell’Autorità che li riguardavano, omettendo
di riferire alla polizia giudiziaria, in sede di sommarie informazioni,
circostanze decisive ai fini dell’accertamento dei fatti di rilevanza
penale ai medesimi addebitati, in particolare negando di aver ricevuto
richieste di natura estorsiva e di aver versato alcuna somma a tale
titolo.
In Palermo, il 15 settembre 2006.
Yang Yanmei
B-1) delitto p.e.p. dall’art. 378 c.p. co.2, per aver aiutato NICCHI
Giovanni, ROTOLO Antonino ed ignoti, sottoposti ad indagine per il
reato di concorso in estorsione aggravata in danno dello stesso Yang
Yanmei, titolare del Negozio di abbigliamento sito in via A. Ugo n.
8/10, ad eludere le investigazioni dell’Autorità che li riguardavano,
omettendo di riferire alla polizia giudiziaria, in sede di sommarie
informazioni, circostanze decisive ai fini dell’accertamento dei fatti di
rilevanza penale ai medesimi addebitati, in particolare negando di
aver ricevuto richieste di natura estorsiva e di aver versato alcuna
somma a tale titolo.
In Palermo, il 7 settembre 2006.
Lin Jinliang
C-1)delitto p.e.p. dall’art. 378 c.p. co.2, per aver aiutato NICCHI
Giovanni, ROTOLO Antonino ed ignoti, sottoposti ad indagine per il
reato di concorso in estorsione aggravata in danno dello stesso Lin
Jinliang, titolare del Negozio di abbigliamento sito in via A. Ugo n.
8/10, ad eludere le investigazioni dell’Autorità che li riguardavano,
omettendo di riferire alla polizia giudiziaria, in sede di sommarie
informazioni, circostanze decisive ai fini dell’accertamento dei fatti di
rilevanza penale ai medesimi addebitati, in particolare negando di
aver ricevuto richieste di natura estorsiva e di aver versato alcuna
somma a tale titolo.
In Palermo, l’ 8 settembre 2006.
Lin Xixi
D-1) delitto p.e.p. dall’art. 378 c.p. co.2, per aver aiutato NICCHI
Giovanni, ROTOLO Antonino ed ignoti, sottoposti ad indagine per il
reato di concorso in estorsione aggravata in danno della stessa Lin
Xixi, titolare del Negozio di abbigliamento sito in via A. Ugo n. 77/79,
ad eludere le investigazioni dell’Autorità che li riguardavano,
omettendo di riferire alla polizia giudiziaria, in sede di sommarie
informazioni, circostanze decisive ai fini dell’accertamento dei fatti di
rilevanza penale ai medesimi addebitati, in particolare negando di
aver ricevuto richieste di natura estorsiva e di aver versato alcuna
somma a tale titolo.
In Palermo, il 28 ottobre 2006.
Yang Weijun
E-1) delitto p.e.p. dall’art. 378 c.p. co.2, per aver aiutato NICCHI
Giovanni, ROTOLO Antonino ed ignoti, sottoposti ad indagine per il
reato di concorso in estorsione aggravata in danno dello stesso Yang
Weijun, titolare del Negozio di abbigliamento sito in via Lincoln n. 136,
ad eludere le investigazioni dell’Autorità che li riguardavano,
omettendo di riferire alla polizia giudiziaria, in sede di sommarie
informazioni, circostanze decisive ai fini dell’accertamento dei fatti di
rilevanza penale ai medesimi addebitati, in particolare negando di aver
ricevuto richieste di natura estorsiva e di aver versato alcuna somma a
tale titolo.
In Palermo, il 9 settembre 2006
Yu Liping
F-1) delitto p.e.p. dall’art. 378 c.p. co.2, per aver aiutato NICCHI
Giovanni, ROTOLO Antonino ed ignoti, sottoposti ad indagine per il
reato di concorso in estorsione aggravata in danno dello stesso Yu
Liping, titolare del Negozio di abbigliamento sito in via Lincoln n. 88,
ad eludere le investigazioni dell’Autorità che li riguardavano,
omettendo di riferire alla polizia giudiziaria, in sede di sommarie
informazioni, circostanze decisive ai fini dell’accertamento dei fatti di
rilevanza penale ai medesimi addebitati, in particolare negando di
aver ricevuto richieste di natura estorsiva e di aver versato alcuna
somma a tale titolo.
In Palermo, il 9 settembre 2006
Chen Zhi Hong;
G-1) delitto p.e.p. dall’art. 378 c.p. co.2, per aver aiutato NICCHI
Giovanni, ROTOLO Antonino ed ignoti, sottoposti ad indagine per il
reato di concorso in estorsione aggravata in danno della stessa Chen
Zhi Hong, titolare del Negozio di abbigliamento sito in via Lincoln n.
82- 82/A, ad eludere le investigazioni dell’Autorità che li riguardavano,
omettendo di riferire alla polizia giudiziaria, in sede di sommarie
informazioni, circostanze decisive ai fini dell’accertamento dei fatti di
rilevanza penale ai medesimi addebitati, in particolare negando di
aver ricevuto richieste di natura estorsiva e di aver versato alcuna
somma a tale titolo.
In Palermo, l’ 11 settembre 2006
Yang Weiwu;
H-1) delitto p.e.p. dall’art. 378 c.p. co.2, per aver aiutato NICCHI
Giovanni, ROTOLO Antonino ed ignoti, sottoposti ad indagine per il
reato di concorso in estorsione aggravata in danno dello stesso Yang
Weiwu, titolare del Negozio di abbigliamento sito in via Lincoln n. 80,
ad eludere le investigazioni dell’Autorità che li riguardavano,
omettendo di riferire alla polizia giudiziaria, in sede di sommarie
informazioni, circostanze decisive ai fini dell’accertamento dei fatti di
rilevanza penale ai medesimi addebitati, in particolare negando di
aver ricevuto richieste di natura estorsiva e di aver versato alcuna
somma a tale titolo.
In Palermo, l’ 11 settembre 2006
Zang Yong
I-1) delitto p.e.p. dall’art. 378 c.p. co.2, per aver aiutato NICCHI
Giovanni, ROTOLO Antonino ed ignoti, sottoposti ad indagine per il
reato di concorso in estorsione aggravata in danno dello stesso Zang
Yong, titolare del Negozio di abbigliamento sito in via Lincoln n. 72-
72/A, ad eludere le investigazioni dell’Autorità che li riguardavano,
omettendo di riferire alla polizia giudiziaria, in sede di sommarie
informazioni, circostanze decisive ai fini dell’accertamento dei fatti di
rilevanza penale ai medesimi addebitati, in particolare negando di aver
ricevuto richieste di natura estorsiva e di aver versato alcuna somma a
tale titolo.
In Palermo, l’ 11 settembre 2006
Liu Aiying
L-1)delitto p.e.p. dall’art. 378 c.p. co.2, per aver aiutato NICCHI
Giovanni, ROTOLO Antonino ed ignoti, sottoposti ad indagine per il
reato di concorso in estorsione aggravata in danno della stessa Liu
Aiying, titolare del negozio di abbigliamento sito in via Lincoln n. 68,
ad eludere le investigazioni dell’Autorità che li riguardavano,
omettendo di riferire alla polizia giudiziaria, in sede di sommarie
informazioni, circostanze decisive ai fini dell’accertamento dei fatti di
rilevanza penale ai medesimi addebitati, in particolare negando di aver
ricevuto richieste di natura estorsiva e di aver versato alcuna somma a
tale titolo.
In Palermo, l’ 11 settembre 2006
Chen Bangsheng
M-1) delitto p.e.p. dall’art. 378 c.p. co.2, per aver aiutato NICCHI
Giovanni, ROTOLO Antonino ed ignoti, sottoposti ad indagine per il
reato di concorso in estorsione aggravata in danno dello stesso Chen
Bangsheng, titolare del negozio di abbigliamento sito in via Lincoln n.
62, ad eludere le investigazioni dell’Autorità che li riguardavano,
omettendo di riferire alla polizia giudiziaria, in sede di sommarie
informazioni, circostanze decisive ai fini dell’accertamento dei fatti di
rilevanza penale ai medesimi addebitati, in particolare negando di aver
ricevuto richieste di natura estorsiva e di aver versato alcuna somma a
tale titolo.
In Palermo, il 28 ottobre 2006
RIBAUDO Emanuele
N-1) delitto p.e.p. dall’art. 378 c.p. co.2, per aver aiutato ROTOLO
Antonino ed ignoti, sottoposti ad indagine per il reato di concorso in
estorsione aggravata in danno dello stesso RIBAUDO Emanuele,
Presidente della “C.O.T. società cooperativa” con sede in Palermo via
Pecoraino nr.27 ed Amministratore delegato della C.F.I. Distribuzione
s.r.l., ad eludere le investigazioni dell’Autorità che li riguardavano,
omettendo di riferire alla polizia giudiziaria, in sede di sommarie
informazioni, circostanze decisive ai fini dell’accertamento dei fatti di
rilevanza penale ai medesimi addebitati, in particolare negando di aver
ricevuto richieste di natura estorsiva e di aver versato alcuna somma a
tale titolo, in relazione all’ appalto dei pasti presso le mese del
Policlinico di Palermo e della mensa universitaria di Palermo;
In Palermo, il 7 luglio 2006
MARCIANO’ Pietro commesso il 15 settembre 2006;
O-1) delitto p.e.p. dall’art. 378 c.p. co.2, per aver aiutato BONURA
Francesco, MARCIANO’ Vincenzo, INGARAO Nicolò ed ignoti,
sottoposti ad indagine per il reato di concorso in estorsione aggravata
in danno dello stesso MARCIANO’ Pietro, titolare dell’omonima
impresa di scavi e movimento terra, ad eludere le investigazioni
dell’Autorità che li riguardavano, omettendo di riferire alla polizia
giudiziaria, in sede di sommarie informazioni, circostanze decisive ai
fini dell’accertamento dei fatti di rilevanza penale ai medesimi
addebitati, in particolare negando di aver ricevuto richieste di natura
estorsiva e di aver versato alcuna somma a tale titolo in relazione ai
lavori effettuati dalla sua ditta per la tutela e valorizzazione del
monumento Castello a Mare sito nei pressi di piazza XIII Vittime;
In Palermo, il 7 luglio 2006
CLEMENTE Salvatore
P-1) delitto p.e.p. dall’art. 378 c.p. co.2, per aver aiutato MANNINO
Calogero, INZERILLO Francesco (cl.1955), MANNINO Alessandro,
NICOLETTI Giovanni, ed ignoti, sottoposti ad indagine per il reato di
concorso in estorsione aggravata in danno dello stesso CLEMENTE
Salvatore, titolare della ditta individuale “CIESSE Edilizia”, con sede
in Palermo strada vicinale Badami nr.47, ad eludere le investigazioni
dell’Autorità che li riguardavano, omettendo di riferire alla polizia
giudiziaria, in sede di sommarie informazioni, circostanze decisive ai
fini dell’accertamento dei fatti di rilevanza penale ai medesimi
addebitati, in particolare negando di aver ricevuto richieste di natura
estorsiva e di aver versato alcuna somma a tale titolo in relazione ai
lavori di ristrutturazione in corso da parte della ditta CIESSE di alcuni
edifici siti nel quartiere Borgo Nuovo di Palermo tra i quali lo stabile
sito in via Tindari nr. 52
In Palermo, il 21 settembre 2006
RUVITUSO Calogero
Q-1) delitto p.e.p. dall’art. 378 c.p. co.2, per aver aiutato BONURA
Francesco, MANNINO Calogero ed ignoti, sottoposti ad indagine per il
reato di concorso in estorsione aggravata in danno dello stesso
RUVITUSO Calogero gestore del deposito di Palermo della Horigel
s.p.a., ad eludere le investigazioni dell’Autorità che li riguardavano,
omettendo di riferire alla polizia giudiziaria, in sede di sommarie
informazioni, circostanze decisive ai fini dell’accertamento dei fatti di
rilevanza penale ai medesimi addebitati, in particolare negando di aver
ricevuto richieste di natura estorsiva e di aver versato alcuna somma a
tale titolo
In Palermo, il 10 luglio 2006
SAMMARITANO Giuseppe;
R-1) delitto p.e.p. dall’art. 378 c.p. co.2, per aver aiutato MANNINO
Calogero, PIPITONE Vincenzo, VALLELUNGA Vincenzo, DI
MAGGIO Antonino ed ignoti, sottoposti ad indagine per il reato di
concorso in estorsione aggravata in danno dello stesso
SAMMARITANO Giuseppe titolare della società “SICILPRODET”
s.p.a. con sede a Carini in via Don Luigi Sturzo s.n.c., ad eludere le
investigazioni dell’Autorità che li riguardavano, omettendo di riferire
alla polizia giudiziaria, in sede di sommarie informazioni, circostanze
decisive ai fini dell’accertamento dei fatti di rilevanza penale ai
medesimi addebitati, in particolare negando di aver ricevuto richieste
di natura estorsiva e di aver versato alcuna somma a tale titolo in
riferimento all’ acquisto da parte del SAMMARITANO di alcuni
immobili siti nel territorio del comune di Carini tra i quali un
capannone ad uso industriale, un terreno ed un immobile acquistati da
EMALDI Antonio legale rappresentante della società “TARTARICA
TREVISO S.R.L.” con sede in Faenza (RA)
In Palermo, il 13 luglio 2006
LO CASCIO Fortunato
S-1) delitto p.e.p. dall’art. 378 c.p. co.2, per aver aiutato BONURA
Francesco, MANNINO Calogero ed ignoti, sottoposti ad indagine per il
reato di concorso in estorsione aggravata in danno dello stesso LO
CASCIO Fortunato titolare dell’esercizio commerciale di vendita di
autovetture di marca Seat sito in via Beato Angelico nr.20, ad eludere
le investigazioni dell’Autorità che li riguardavano, omettendo di riferire
alla polizia giudiziaria, in sede di sommarie informazioni, circostanze
decisive ai fini dell’accertamento dei fatti di rilevanza penale ai
medesimi addebitati, in particolare negando di aver ricevuto richieste
di natura estorsiva e di aver versato alcuna somma a tale titolo
In Palermo il 3 luglio 2006;
BUSCEMI Maurizio BUSCEMI Paolo
T-1) delitto p.e.p. dall’art. 378 c.p. co.2, per aver aiutato BONURA
Francesco, MANNINO Calogero ed ignoti, sottoposti ad indagine per il
reato di concorso in estorsione aggravata in danno dello stesso
BUSCEMI Maurizio titolare dell’esercizio di ristorazione – bar
denominato Bocachica - Bar del Tapas – Cervezeria Pub e di
BUSCEMI Paolo gestore di fatto del medesimo esercizio commerciale,
ad eludere le investigazioni dell’Autorità che li riguardavano,
omettendo di riferire alla polizia giudiziaria, in sede di sommarie
informazioni, circostanze decisive ai fini dell’accertamento dei fatti di
rilevanza penale ai medesimi addebitati, in particolare negando di aver
ricevuto richieste di natura estorsiva e di aver versato alcuna somma a
tale titolo
In Palermo il 6 luglio 2006;
LUPO Giovanni, LO SCRUDATO Vito, IMMORDINO Calogero;
U-1) delitto p.e.p. dall’art. 378 c.p. co.2, per aver aiutato DI MAGGIO
Lorenzo, NICOLETTI Giovanni ed ignoti, sottoposti ad indagine per il
reato di concorso in estorsione aggravata in danno degli stessi LUPO e
LO SCRUDATO, IMMORDINO titolari i primi due amministratore il
terzo, della società “Dau Sistemi s.r.l.” con sede a San Giovanni
Gemini (AG) in Corso Umberto nr.1, ad eludere le investigazioni
dell’Autorità che li riguardavano, omettendo di riferire alla polizia
giudiziaria, in sede di sommarie informazioni, circostanze decisive ai
fini dell’accertamento dei fatti di rilevanza penale ai medesimi
addebitati, in particolare negando di aver ricevuto richieste di natura
estorsiva e di aver versato alcuna somma a tale titolo in relazione ai
lavori di costruzione di due edifici da parte della ditta DAU Sistemi
s.r.l” in via Trabucco di Palermo;
In Palermo il 19 settembre 2006
- § -
La costituzione dell’Associazione “COMITATO ADDIOPIZZO” si
fonda sulle ragioni che seguono.
PREMESSE
- Il “COMITATO ADDIPIZZO” è un’associazione non riconosciuta
(artt. 36 e ss. C.C.) che ha assunto tra gli scopi statutari quello di
“promuovere una cultura della legalità, della solidarietà e
dell’ambiente, basata sui principi della Costituzione, in opposizione al
fenomeno delle organizzazioni criminali di stampo mafioso e al pizzo
in particolare”, di “ideare, progettare e sostenere iniziative, attività ed
interventi che sono finalizzati a promuovere la nascita di un
movimento anti-mafia e anti-racket tra i cittadini e gli operatori
economici sul territorio siciliano”, di “diffondere ed organizzare le
più efficaci iniziative per il contrasto al racket delle estorsioni, anche
attraverso la propria costituzione di parte civile nei procedimenti
penali” ed, infine, di “prestare assistenza e solidarietà a soggetti che
svolgono attività economica (e sono) vittime di richieste estorsive” (v.
art. 2 sub a, c, d ed e dello statuto allegato all’atto costitutivo).
- Fine prioritario del “COMITATO ADDIOPIZZO” è dunque
quello di tutelare il diritto al libero esercizio dell’iniziativa
economica privata, garantito dall’art. 41 della Costituzione e da
numerose altre disposizioni legislative, e di diffondere una nuova
economia basata su legalità e sviluppo.
È possibile affermare, anzi, come tali interessi siano assunti quale
ragione stessa dell’esistenza del sodalizio, tanto da aversi
un’immedesimazione tra lo stesso e gli interessi perseguiti e la
conseguente configurabilità in capo all’associazione di un vero e
proprio diritto soggettivo, suscettibile di lesione e di conseguente
risarcimento.
- Per il raggiungimento degli scopi sociali, l’Assemblea dei socii ha
deciso all’unanimità di costituirsi parte civile nel procedimento
penale sopra indicato con delibera del 20/04/2007, all’uopo
conferendo al legale rappresentante adeguato mandato.
- Per meglio comprendere la piena legittimazione del “COMITATO
ADDIOPIZZO” a partecipare al presente procedimento, nella qualità di
parte civile, è opportuno esporre, sia pur brevemente, la storia e le
attività che, ormai da anni, l’associazione svolge sul territorio
palermitano.
L’incipit di una nuova stagione di attivismo antimafia che opera dal
basso per la partecipazione democratica al contrasto a Cosa Nostra, ha
origine il 29 Giugno 2004, quando le strade del centro di Palermo
furono tappezzate da centinaia di piccoli adesivi listati a lutto che
riportavano la seguente frase: “UN INTERO POPOLO CHE PAGA
IL PIZZO E’ UN POPOLO SENZA DIGNITA’”.
Il giorno successivo i sette autori del gesto scrivevano ai principali
quotidiani cittadini per spiegare il senso della loro iniziativa.
Nella lettera aperta alla citta di Palermo, tra l’altro, si leggeva:
“Attaccando dei semplici adesivi speriamo di affermare, tra le strade
della città, una verità che pensiamo debba essere di dominio pubblico;
la nostra pratica è un piccolo e fragile segno di implicita resistenza”.
Un mese dopo (il 31 Luglio del 2004), attraverso un rapido e spontaneo
fenomeno di aggregazione, nacque l’Associazione “COMITATO
ADDIOPIZZO”. Per la prima volta il comune cittadino, attraverso
un’originale e provocatoria forma comunicativa, ebbe la capacità di
esprimere tutta la propria disapprovazione, sdegno e disagio nel
vivere in una città dove la libertà, specie quella economica, è
calpestata e soppressa nell’indifferenza generale.
Il concetto di responsabilizzazione è stato fin dall’inizio un pilastro
fondamentale dell’azione del sodalizio: questo si considera danneggiato
dal fenomeno del pizzo così come i commercianti, ed ha sempre
sostenuto che la ribellione di questi ultimi trae la propria linfa dalla
ribellione della società civile che acquista consapevolezza del problema
e decide di combatterlo in prima linea con atti concreti.
L’azione del Comitato ha avuto il pregio di porre l’attenzione sul
fatto che il racket delle estorsioni colpisce direttamente non soltanto
il singolo imprenditore vessato, ma tutti i cittadini che, soprattutto
in zone dove il racket è capillarmente diffuso, sono soggetti
danneggiati da tale fenomeno in quanto consumatori.
Ciò, secondo la seguente consequenzialità logica:
a) se il commerciante paga il pizzo, in parte lo fa con i soldi che i
consumatori spendono nel suo esercizio commerciale; quindi una
percentuale, seppur minima, dei soldi dei cittadini-consumatori,
attraverso l’imprenditore vittima del racket, finanzia il sistema
mafioso;
b) se il commerciante è costretto a corrispondere tale “sovrattassa”,
ciò determina un conseguenziale aumento dei prezzi dei beni e dei
servizi, a danno diretto dei consumatori (fenomeno della c.d.
esternalizzazione).
Sulla base di tali ragionamenti, nel maggio del 2005, il “COMITATO
ADDIOPIZZO” ha promosso un’ iniziativa senza precedenti, in
tema di lotta e contrasto ai fenomeni estortivi: il consumo critico anti-
racket.
Tale iniziativa, che ben rappresenta il dovere da parte della società
di assumere un ruolo attivo accanto al commerciante nella lotta al
racket, è costituita dalla campagna “contro il pizzo, cambia i
consumi” che si propone di impegnare i cittadini (attraverso la
sottoscrizione del “manifesto del cittadino-consumatore per la
legalità e lo sviluppo”) a scegliere di acquistare prodotti e servizi
forniti da imprenditori che, essendo stati vittime di richieste estorsive,
ne abbiano fatto denuncia o che, comunque, si siano pubblicamente
ribellati al fenomeno del pizzo.
L’azione del comitato non si è diretta solo a raccogliere ed
organizzare i consumatori critici (ad oggi sono circa 9.000 i
sottoscrittori), ma si è indirizzata anche alla ricerca e alla
creazione della prima lista dei commercianti “pizzo free”.
Tale operazione ha richiesto molti mesi di duro lavoro, una stretta
collaborazione con la Prefettura, la Procura della Repubblica di
Palermo e gli organi di polizia oltre che il supporto professionale e
di esperienza della F.A.I. (Federazione delle Associazioni Antiracket
ed Antiusura Italiane).
Oggi la campagna “contro il pizzo cambia i consumi” può contare
sull’adesione attiva di 200 operatori commerciali, di Palermo e
provincia, che hanno deciso di opporsi pubblicamente al racket delle
estorsioni mafiose.
In conclusione, il consumo critico, strumento di sostegno concreto
alle imprese che si oppongono al racket, rappresenta una
fondamentale strategia per un’economia di legalità e sviluppo che
passa da un costante impegno individuale e collettivo.
Il sodalizio, oltre ad esser composto da 52 persone, raccoglie, federa e
rappresenta, da una parte, 9000 consumatori critici antipizzo e,
dall’altra, 200 commercianti pizzo free (di Palermo e provincia), che
hanno subito un danno non patrimoniale risarcibile ex art 2059 c.c.,
poiché reati come l’estorsione, consumata o tentata, specie se
aggravati, per avere gli imputati commesso i fatti avvalendosi delle
condizioni di cui all’art. 416 bis c.p. ed al fine di agevolare l’attività
dell’associazione di stampo mafioso in cui sono inseriti (v. art. 7 d.l. 13
maggio 1991, n. 152, conv. nella legge 12 luglio 1991 n. 203), di per sé
costituiscono un attentato alla libertà commerciale ed
imprenditoriale che, già diritto soggettivo delle parti offese, siano
esse persone fisiche o giuridiche, quando assunta nell’oggetto
sociale, diventa anche diritto soggettivo del sodalizio che si
proponga di tutelarla, ed in questa diversa dimensione, è possibile
oggetto di ulteriore lesione e di risarcimento.
Secondo costante giurisprudenza infatti “Gli enti e le associazioni
sono legittimati all’azione risarcitoria, anche in sede penale mediante
costituzione di parte civile, ove dal reato abbiano ricevuto un danno ad
un interesse proprio, sempre che l’interesse leso coincida con un diritto
reale o comunque con un diritto soggettivo del sodalizio, e quindi anche
se offeso sia l’interesse perseguito in riferimento ad una situazione
storicamente circostanziata, da esso preso a cuore e assunto nello
statuto a ragione stessa della propria esistenza e azione, come tale
oggetto di un diritto assoluto ed essenziale dell’ente; e ciò sia a causa
dell’immedesimazione fra l’ente stesso e l’interesse perseguito, sia a
causa dell’incorporazione fra il sodalizio medesimo ed i soci, sicché
esso per l’affectio societatis verso l’interesse prescelto e per il
pregiudizio a questo arrecato, patisce un’offesa e perciò anche un
danno non patrimoniale del reato.” (Cass., Sez. VI, 10.1.1990, n. 59,
Monticelli; Giust. Pen., 1990, II, 204).
Ed in particolare, secondo tale prospettazione ermeneutica, le
associazioni come il “COMITATO ADDIOPIZZO”, fornite della
personalità di diritto privato possono costituirsi iure proprio parti
civili nei procedimenti nei quali sono oggetto di accertamento la
sussistenza o meno di associazioni a delinquere o di tipo mafioso,
ovvero episodi di sottoposizione a sistematico taglieggiamento di
imprenditori industriali o commerciali, di operatori turistici o
comunque di soggetti operanti nel campo della produzione, del
commercio, del terziario.
- Numerose sono, anche nel contesto geografico siciliano, le pronunce
di merito, alcune recentissime che, seguendo la linea giurisprudenziale
sopra esposta, hanno riconosciuto agli enti e alle associazioni la
legittimazione all’azione risarcitoria, mediante la costituzione di parte
civile in procedimenti penali a carico di persone imputate di delitti
commessi, in danno di imprenditori e commercianti, al fine di
ostacolarne la libertà di iniziativa economica.
Tra queste:
1) la sent. n° 1675/04 R.S. con cui il Tribunale di Napoli Uff. XVIII
G.U.P. in data 15/07/04 condanna gli imputati al risarcimento del
danno alle costituite parti civili “Pianura per la Legalità” e F.A.I.
“Federazione delle Associazioni Antiracket ed Antiusura Italiane”
nonché al pagamento delle spese processuali.
2) la sent. n° 1697/06 R.S. con cui il Tribunale di Napoli XI coll. B in
data 27/02/06 condanna l’imputato al risarcimento del danno morale
alle costituite parti civili “Pianura per la Legalità” e F.A.I.
3) la sent. n° 484/06 R.S. con cui il Tribunale di Napoli Uff. XIV
G.U.P. in data 23/02/06 condanna gli imputati al risarcimento del
danno alla costituita parte civile “Coordinamento Napoletano delle
Associazioni Antiracket” nonché al pagamento delle spese
processuali.
4) la sent. n° 2671/05 R.S. con cui il Tribunale di Napoli Uff. XXX
G.U.P. in data 23/11/05 condanna gli imputati al risarcimento del
danno causato alle costituite parti civili “Imprese Edili per la
Legalità”, “Coordinamento Napoletano delle Associazioni
Antiracket”, “Pianura per la Legalità” e F.A.I. nonché al pagamento
delle spese processuali.
5) la sent. n° 1448/05 R.S. con cui il Tribunale di Napoli Uff. XXII
G.U.P. condanna gli imputati al risarcimento del danno causato alla
costituita parte civile “Pianura per la Legalità” nonché al pagamento
delle spese processuali.
6) l’ordinanza con cui il G.U.P. del Tribunale di Messina nel
procedimento c.d. “Romanza”, in data 23/01/04 ha ammesso la
costituzione di parte civile dell’ “Associazione Commercianti ed
Imprenditori Brolesi” - A.C.I.B.
7) l’ordinanza con cui il G.U.P. del Tribunale di Messina in data
29/01/04, nel procedimento c.d. “Alba chiara”, ha ammesso la
costituzione di parte civile dell’ “Associazione Antiracket Messina”
– A.S.A.M.
8) l’ordinanza con cui il Tribunale di Patti in data 22/12/00 ha
ammesso la costituzione di parte civile della “Federazione delle
Associazioni Antiracket ed Antiusura Italiane” – F.A.I.
9) la sentenza n° 27/91 R.S. con cui il Tribunale di Patti, nel
processo contro le associazioni di stampo mafioso di Tortorici,
condanna gli imputati al risarcimento del danno causato alla
costituita parte civile “Associazione Commercianti ed Imprenditori
Orlandini”-A.C.I.O. nonché al pagamento delle spese processuali.
10) l’ordinanza con cui il G.U.P. di Patti in data 09/01/96, nel
procedimento n° 260/95 R.GIP, c.d. “Operazione Castello” ha
ammesso la costituzione di parte civile dell’ “Associazione
Commercianti ed Imprenditori Brolesi”- A.C.I.B.
11) l’ordinanza con cui il G.U.P. del Tribunale di Messina in data
22/04/97, nel procedimento n° 669/93 c.d. “Mare Nostrum” ha
ammesso la costituzione di parte civile dell’ “Associazione
Commercianti ed Imprenditori Brolesi” - A.C.I.B., dell’
“Associazione Commercianti ed Imprenditori Orlandini”-A.C.I.O., e
dell’ “Associazione Commercianti Imprenditori ed Artigiani Pattesi”
– A.C.I.A.P.
12) l’ordinanza con cui il G.U.P. di Barcellona nel procedimento n°
2069/97 R.G.N.R. relativo ad episodi di estorsione avverso
imprenditori di Terme Vigliatore ha ammesso la costituzione di
parte civile della “Libera Associazione Commercianti Artigiani
Imprenditori” di Terme Vigliatore L.A.C.A.I.
13) l’ordinanza con cui il Tribunale di Messina Uff. G.U.P. p.p. n°
1496/97 N.R. e 6502/97 G.I.P. in data 23/01/04 rigetta le eccezioni
della difesa sulla ammissione della costituzione della parte civile
dell’ Associazione Antiracket A.C.I.B. di Messina.
14) l’ordinanza con cui il Tribunale di Messina Uff. G.U.P. in data
22/05/98 rigetta le eccezioni della difesa sulla ammissione della
costituzione delle parti civili delle Associazioni Antiracket A.C.I.B.,
A.C.I.O., A.C.I.A.P., A.C.I.S. di Messina.
15) l’ordinanza con cui il Tribunale di Messina p.p. 161/96 in data
20/06/96 rigetta le eccezioni della difesa sulla ammissione della
costituzione della parte civile dell’ Associazione Antiracket
“A.L.I.L.A.C.C.O. S.O.S. Impresa Messina”.
16) l’ordinanza con cui il Tribunale di Messina in data 05/12/97
rigetta le eccezioni della difesa sulla ammissione della costituzione
della parte civile dell’ Associazione Antiracket A.C.I.P.A.C.
17) l’ordinanza con cui la Corte di Assise di Messina in data 27/04/99
rigetta le eccezioni della difesa sulla ammissione della costituzione
della parte civile del Comune di Patti e Capo d’Orlando nonché
delle Associazioni Antiracket A.C.I.B., A.C.I.O., A.C.I.S.,
A.C.I.A.P.
18) l’ordinanza con cui il Tribunale Monocratico di Termini Imerese
in data 25/09/06 rigetta le eccezioni della difesa sull’ammissione
della costituzione della parte civile della F.A.I. in un processo per
violenza privata a danno della persona vittima di un estorsione
debitamente denunciata.
19) l’ordinanza con cui il G.U.P. del Tribunale di Caltanissetta in
data 04/10/06 nel proc. n. 646/05 R.G.N.R.- D.D.A. rigetta le
eccezioni della difesa sull’ammissione della costituzione della parte
civile del Comune di Gela, della locale Associazione Antiracket
“Gaetano Giordano” e della F.A.I.
20) l’ordinanza con cui il G.U.P. del Tribunale di Caltanissetta in data
27/10/06 nel proc. n. 1499/03 R.G.N.R.- D.D.A. (“Operazione
Odessa”) rigetta le eccezioni delle difese sull’ammissione della
costituzione della parte civile della F.A.I.
21) l’ordinanza con cui il G.U.P. del Tribunale di Palermo in data
06/12/06 nel proc. n. 14854/05 R.G.N.R. D.D.A. – n. 2774/06
R.G. G.I.P (estorsioni alla Focacceria San Francesco) rigetta le
eccezioni delle difese sull’ammissione della costituzione della parte
civile della F.A.I.
22) l’ordinanza con cui il G.U.P. del Tribunale di Caltanissetta in data
27/10/06 nel proc. n. 1185/05 R.G.N.R. D.D.A. (Operazione
Uragano) rigetta le eccezioni delle difese sull’ammissione della
costituzione della parte civile della F.A.I. e del Comune di Milena.
23) l’ordinanza con cui il G.U.P. del Tribunale di Palermo in data
12/01/07 nel proc. n. 3208/06 R.G.N.R. D.D.A. rigetta le eccezioni
delle difese sull’ammissione della costituzione della parte civile
della F.A.I.
l’ordinanza con cui il G.U.P. del Tribunale di Palermo in data
16/01/07 nel proc. n. 10720/06 R.G.N.R. D.D.A. rigetta le eccezioni
delle difese sull’ammissione della costituzione della parte civile della
F.A.I.
E’ pur vero, altresì, che la costituzione di parte civile di una
associazione come quella del “COMITATO ADDIOPIZZO”
rappresenta un unicum nel panorama giurisprudenziale.
Infatti l’associazione in questione presenta una natura ibrida
caratterizzata, da una parte, dai commercianti “pizzo free” riuniti ed
organizzati in una lista, ai quali il comitato offre un servizio di
supporto, consulenza ed aiuto paragonabile a quello di qualsiasi altra
classica associazione antiracket, e, dall’altra, dalle migliaia di
consumatori critici, raccolti e strutturati in una massa compatta di
cittadini, decisi a realizzare un circuito di economia fondata sullo
sviluppo e la legalità.
In quest’ultima funzione il comitato diviene del tutto parificabile ad una
associazione di consumatori.
Il “COMITATO ADDIOPIZZO” esercita la propria attività a sostegno
delle vittime delle estorsioni che operano in settori produttivi nel
territorio di tutta la provincia di Palermo.
Tali attività sono svolte in sinergia con le Istituzioni e le associazioni
territoriali e sono finalizzate alla promozione di fenomeni aggregativi
tra le categorie imprenditoriali che si oppongono al pizzo.
E’ appena il caso di rilevare che ad oggi, nella città di Palermo, non
esiste alcuna “vera” associazione antiracket costituita da
imprenditori e, in particolare, da imprenditori che abbiano
denunciato; questa grave situazione di diffidenza ed omertà trova,
purtroppo, un puntuale riscontro nella realtà in cui si è imbattuta spesso
la magistratura palermitana: numerosi imprenditori convocati per
confermare di essere vittime del racket, malgrado i riscontri forniti
dalle indagini, hanno negato l’evidenza dell’estorsione subita,
preferendo l’accusa di favoreggiamento a Cosa Nostra.
L’obiettivo finale al quale il “COMITATO ADDIOPIZZO” tende, è
quello di offrire agli operatori commerciali acquiescenti che
percepiscono il pizzo, non come una limitazione della propria
libertà imprenditoriale, ma come un costo di impresa da affrontare
per potere operare nel mercato, un’alternativa economica e sociale
credibile, tale da rendere la denuncia conveniente.
La scommessa è, dunque, vincolare saldamente gli interessi materiali
ai valori etici e civili di una convivenza concepita e vissuta all’insegna
della giustizia, della democrazia e della libertà.
- Anche nel presente procedimento la costituzione ha lo scopo di far
conseguire il risarcimento dei danni non patrimoniali cagionati
all’Associazione “COMITATO ADDIOPIZZO” in dipendenza dei
reati contestati agli imputati.
Gli stessi, avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo
associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne
deriva, hanno commesso, per diversi anni, svariati episodi di
estorsione consumata o tentata in danno di diversi imprenditori di
Palermo, imponendo il “pizzo” a chi esercitasse un’attività
economicamente rilevante, con pari guadagno illecito da parte
dell’organizzazione e dei suoi sodali e associati.
Ciò ha profondamente alterato e compresso la libertà di iniziativa
economica dei singoli operatori presenti nel territorio, impedendo il
pieno sviluppo della loro capacità imprenditoriale.
E’ opportuno, infine, per rafforzare le argomentazioni sottese alla
costituzione di parte civile del COMITATO ADDIOPIZZO, riportare la
parte conclusiva della sentenza della Corte di Appello di Palermo
emessa nel processo “Agate + 45” che ha riguardato anche
l’omicidio di Libero Grassi.
Scrivono i Giudici: “Libero è morto per difendere le proprie idee e
per i valori nel rispetto dei quali ha vissuto e lottato.
Libero ha pagato con la vita il prezzo di un biglietto di sola andata da un
inferno di viltà – non suo, ma di buona parte di un popolo come quello
siciliano che da troppo tempo subisce il ricatto mafioso – al paradiso
che si vuole arrida agli eroi. E come eroe civile egli è stato celebrato, da
morto. Ma vile rischia di apparire, suo malgrado, tutto un popolo che
deve celebrare come eroe, e solo dopo che è stato ucciso, chi ha
semplicemente uniformato la propria condotta ai doveri di
cittadino probo e ai dettami della propria coscienza di uomo libero,
come il nome che portava, trovando peraltro nella dignità del proprio
lavoro la forza e la rabbia per ribellarsi alla prepotenza mafiosa”.
Un eroe “normale”, che tale non sarebbe stato se altri imprenditori,
insieme al popolo siciliano, non lo avessero lasciato solo ma lo
avessero sostenuto attivamente in quella che era, e continua ad
essere, una dura e difficile battaglia per la legalità, la dignità e la
libertà.
La partecipazione al presente giudizio, come persona direttamente
danneggiata, di un’associazione sui generis come quella del
“COMITATO ADDIOPIZZO”, è volta a dimostrare la
responsabilizzazione di una parte rilevante del popolo palermitano
che, conscio dei propri doveri e dei propri diritti, si ritiene legittimato
a costituirsi parte civile, accanto ed insieme ai commercianti vessati,
perché la diffusione capillare di fenomeni come quello del racket delle
estorsioni danneggia non solo i singoli commercianti, ma anche i
cittadini che nello stesso contesto vivono ed effettuano i propri acquisti.
La legittimità dell’associazione de qua non è pro forma, ma deriva
dall’autorità e dal ruolo che essa ha assunto in questi anni nella
lotta al racket, fra i commercianti, nelle strade, con i consumatori e
nelle scuole; associazione che, schierandosi in prima linea contro Cosa
Nostra palermitana e contro la sotto-cultura da essa rappresentata, ha
subito un rilevante danno a causa delle condotte delittuose degli
imputati.
- Considerato infine che l’associazione “COMITATO
ADDIOPIZZO” risulta costituita in data 31.07.04, e pertanto in
epoca antecedente alla consumazione dei reati oggetto di
contestazione, tale circostanza induce a concludere che, esistendo
all’epoca l’associazione, può ravvisarsi in capo alla stessa la
titolarità di un diritto soggettivo proprio e di conseguenza è
configurabile un danno in pregiudizio della medesima
eziologicamente connesso ai fatti delineati nei capi di imputazione.
- § -
Ciò premesso e in considerazione del fatto che vi è piena coincidenza
tra interessi e diritti lesi dagli illeciti commessi e diritti soggettivi ed
interessi del sodalizio, l’Associazione “COMITATO ADDIOPIZZO”,
come sopra difesa e rapp.ta, con la presente costituzione
CHIEDE
che agli imputati vengano comminate le pene di legge per i reati
commessi con la condanna al risarcimento dei danni non
patrimoniali cagionati al sodalizio, nella misura che sarà
quantificata in corso di causa ed in sede di conclusioni o, in
subordine, in quella che in via equitativa sarà liquidata dal Giudice,
oltre la refusione delle spese e degli onorari di difesa, questi ultimi
anche in caso di applicazione della pena su richiesta delle parti.
Con riserva di ogni altra azione e diritto.
Palermo, lì 27/04/2007
Avv. Salvatore Forello
NOMINA DIFENSIVA E PROCURA SPECIALE
L’Associazione “COMITATO ADDIOPIZZO”, con sede in Palermo,
via Pirandello n.35, costituita con assemblea dei promotori del
31.07.04, contestualmente a nomina di procuratore speciale e
successiva scrittura privata del 31.07.04, registrata il 06.03.05 presso
l’Agenzia delle Entrate al n.1571- 4820, in persona del legale
rappresentante Roberto Perrotta, nato a Palermo il 29.05.1974 e ivi
residente in via dei Nebrodi, danneggiato dal reato nel procedimento
penale n. 1579/07 R.G.N.R. D.D.A. – nr.828/05 R.G.- G.I.P. a carico
di:
1. ADAMO Andrea, nato a Palermo il 25.12.1962;
2. ALBERTI Gerlando, nato a Palermo il 18.09.1927 ;
3. ALFANO Salvatore, nato a Casteldaccia il 12.02.1956;
4. ANNATELLI Filippo, nato a Palermo il 3.07.1963;
5. BADAGLIACCA Angelo, nato a Palermo il 26.05.1972;
6. BADAGLIACCA Gaetano, nato a Palermo il 14.09.1945;
7. BADAGLIACCA Pietro, nato a Palermo il 03.01.1944;
8. BONURA Francesco, nato a Palermo il 27.03.1942;
9. BRUSCA Vincenzo, nato a Torretta (PA) il 01.01.1944;
10. CANCEMI Carmelo, nato a Palermo il 05.02.1942;
11. CANCEMI Giovanni, nato a Palermo il 10.09.1970;
12. CAPPELLO Giuseppe, nato a Palermo il 25.11.1937;
13. DI MAGGIO Lorenzo, nato a Torretta il 23.09.1951;
14. DI MAIO Vincenzo, nato a Palermo il 29.10.1944;
15. DI NAPOLI Pietro, inteso Pierino, nato a Palermo il 15.03.1939;
16. GIOELI Salvatore, nato a Palermo il 01.09.1966;
17. INZERILLO Francesco, nato a Palermo il 10.01.1956;
18. INZERILLO Francesco, nato a Palermo il 12.02.1955;
19. INZERILLO Rosario, nato a Palermo il 7.04.1944;
20. INZERILLO Tommaso, nato a Palermo il 26.08.1949;
21. LIPARI Emanuele Vittorio, nato a Palermo il 27.06.1961;
22. MANNINO Alessandro, nato a Palermo il 27.11.1960;
23. MANNINO Calogero, nato a Palermo il 18.04.1940;
24. MARCIANO’ Giovanni, nato a Palermo il 10.10.1942;
25. MARCIANO’ Vincenzo, nato a Palermo il 02.01.1945;
26. MILANO Nicolo’, nato a Palermo il 28.05.1974;
27. MILANO Nunzio, nato a Palermo il 26.08.1949;
28. MINEO Settimo, nato a Palermo il 28.11.1938;
29. NICCHI Giovanni, nato a Torino 16.02.1981;
30. NICOLETTI Giovanni, nato a Palermo l’08.12.1950;
31. OLIVERI Michele, nato a Palermo il 01.02.1931;
32. PARISI Angelo Rosario, nato a Palermo il 28.07.1955;
33. PARISI Marcello, nato a Palermo il 22.02.1978;
34. PARISI Pietro, nato a Palermo il 9.10.1950;
35. PICONE Francesco nato a Palermo il 6.09.1940;
36. PIPITONE Antonino, nato a Palermo il 2.10.1929;
37. PISPICIA Salvatore, nato a Palermo il 14.07.1965;
38. RIZZUTO Rosario, nato a Palermo il 07.10.1957;
39. ROTOLO Antonino, nato a Palermo il 03.01.1946;
40. SANSONE Gaetano, nato a Palermo il 23.03.1941;
41. SANSONE Giuseppe, nato a Palermo il 03.01.1948;
42. SAVOCA Giuseppe, nato a Lampedusa (AG) il 10.09.1934;
43. SIRCHIA Giovanni, nato a Palermo il 29.03.1973;
44. STASSI Francesco, nato a Palermo il 25.01.1934;
45. GRIZZAFFI Mario Salvatore, nato a Corleone il 21.03.1966;
46. MERCADANTE Giovanni nato a Prizzi il 19.8.1947;
47. INGARAO Nicolo’, nato a Trapani il 22.01.1961;
48. PROVENZANO Bernardo nato a Corleone (PA) il 31.01.1933;
49. RUAN GUANSHUI nato a Zhejiang (RPC) il 23.11.1971;
50. LUO FUJU, nata nella (RPC) il 13.06.1962;
51. WANG QINGJIAN nata a Zhejiang (RPC) il 29.10.1967;
52. LIN JIN nato a Zhejiang (RPC) il 13.10.1984;
53. YANG YANMEI nato a Zhejiang (RPC) il 26.05.1947;
54. LIN JINLIANG nato nella (RPC) il 10.10.1961;
55. LIN XIXI nata a Zhejiang nella (RPC) il 15.11.1953;
56. YANG WEIJUN nato a Zhejiang nella (RPC) il 19.10.1973;
57. YU LIPING nato a Zhejiang nella (RPC) il 01.08.1963;
58. CHEN ZHI HONG nata a Zhejiang nella (RPC) il 25.08.1966;
59. YANG WEIWU nato a Zhejiang nella (RPC) il 12.10.1976;
60. ZHANG YONG nato a Zhejiang nella (RPC) il 24.06.1974;
61. LIU AIYING nata a Henan nella (RPC) il 09.12.1960;
62. CHEN BANGSHENG nato a Zhejiang nella (RPC) il
20.03.1958;
63. RIBAUDO EMANUELE, nato a Palermo il 28.09.1966;
64. MARCIANO’ PIETRO, fu Ignazio, nato a Palermo il
16.08.1947;
65. CLEMENTE SALVATORE, nato a Palermo il 21.08.1957;
66. RUVITUSO CALOGERO, nato a Petralia Sottana (PA) il
02.04.1940;
67. SAMMARITANO GIUSEPPE, nato a Palermo il 28.02.1953;
68. LO CASCIO FORTUNATO, nato a Palermo il 9.09.1960;
69. BUSCEMI MAURIZIO, nato a Palermo il 14.11.1968;
70. BUSCEMI PAOLO, nato a Palermo in data 8.02.1946;
71. LUPO GIOVANNI, nato a San Giovanni Gemini (AG) il
23.06.43;
72. LO SCRUDATO VITO, nato a Cammarata (AG) il 07.04.1940;
73. IMMORDINO CALOGERO, nato a Villalba (CL) in data
8.12.1968;
ai sensi del combinato disposto degli artt. 76 e 122 c.p.p. nomina
proprio difensore l’avv. Salvatore Forello nato a Palermo il
31/07/1976, del Foro di Palermo, con ivi studio in via Libertà 197,
conferendogli procura speciale affinché si costituisca parte civile, in
ogni fase, stato e grado, nei confronti degli imputati, per i reati agli
stessi ascritti e specificati nel superiore atto di costituzione, conferendo
al nominato difensore e procuratore speciale ogni potere e facoltà di
legge, nessuna esclusa.
In particolar modo si autorizza e si delega il nominato procuratore
speciale e difensore ad insistere nella costituzione di parte civile, al fine
di richiedere in tal sede tutti i danni, morali e materiali subiti.
Il sottoscritto autorizza il nominato procuratore speciale a nominare, ai
sensi dell’art. 100 c.p.p., difensore della parte civile anche altro legale a
sua scelta, a nominare consulenti e sostituti processuali ed a compiere
tutto quanto necessario ed opportuno per la piena esecuzione della
presente procura, tutto compreso e nulla escluso, affinché non possa
mai, al nominato procuratore, essere opposta carenza di poteri rispetto
al sopra indicato fine.
Il tutto con promessa fin da ora di approvato e di valido, senza bisogno
di ratifica e da esaurirsi contestualmente all’esaurimento del processo
penale.
Il sottoscritto elegge domicilio per il predetto processo penale in
Palermo, via Libertà n. 197, presso lo studio dell’ avv. Salvatore
Forello.
Autorizza il predetto difensore al trattamento dei dati personali ai sensi
della l. 196/03 preventivamente messo a conoscenza dell’informativa di
cui all’art. 13 della stessa legge.
Palermo, lì 27/04/2007
Associazione
“COMITATO ADDIOPIZZO”
(il legale rappresentante)
Vera ed autentica la firma
Avv. Salvatore Forello