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Anno 3, numero 35
...e vivi la tua comunità! NOTIZIARIO SETTIMANALE Chiesa San Tommaso D’Aquino,
Cappella dell’Università Tor Vergata
Via Salamanca - 00133 ROMA
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REALIZZAZIONE DI EFFATÀ
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Capo redattore
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Francesca Politi,
Marianna Dimasi,
Maria Grazia Mascali,
Germana Palmiotti
Realizzazione Grafica
Suor Grazia Rainone
Fotografia
Marianna Dimasi
Distribuzione
Gabriele Bergamo
webmaster
Marco Scarlino
Stampa
Universitalia
Pag.2
Per ogni cosa c’è
il suo tempo …
ora è tempo di
attesa
Pagg.2.3
Vita della
Cappella e
dell’Università
Sfoglia “Effatà” di questa settimana...
Pag.4
Arte e musica
con S. Nicola
e il
Magnificat
III DOMENICA DEL TEMPO D’AVVENTO (ANNO B)
Domenica gaudete La terza Domenica di Avvento è tradizio-
nalmente chiamata con un nome latino:
"Domenica gaudete". È la domenica della
gioia. Potremmo dire, quindi, che oggi il
tema della liturgia è senz'altro la gioia:
tutto ci parla di allegria, di speranza, di
"santa letizia". Il motivo di questa gioia lo troviamo nelle letture che vengono
proclamate. Nella prima lettura attraverso la bocca di Isaia, il Signore è stato
consacrato con l’unzione ed è stato mandato a portare il lieto annuncio ai
miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli
schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno di grazia di Dio.
Nel salmo, Dio fa cose meravigliose che suscitano la gioia. Ricolma di beni
gli affamati, rimanda i ricchi a mani vuote. Soccorre Israele, suo servo, ricor-
dandosi della sua misericordia. Questo Dio è lo stesso Dio che libera i prigio-
nieri, ridona la vista ai ciechi, rialza chi è caduto, ama i giusti, protegge i fore-
stieri. Il concetto di letizia viene ripreso e amplificato nel Vangelo che è un
annuncio delle "buone notizie". Con l’arrivo di
Gesù, i ciechi vedono, gli zoppi camminano, i
ciechi riacquistano la vista, i lebbrosi sono puri-
ficati, i sordi odono, i morti risorgono. Anche
nella nostra vita, ci sono varie situazioni in cui
possiamo sperimentare il tocco divino di Gesù
che ci provoca gioia. Dobbiamo capire che la
gioia cristiana non è negazione della sofferen-
za, ma il superamento di essa alla luce della
fede, un superamento difficile ma possibile.
Per godere di più l’intervento divino di Dio nella
nostra vita, facciamo quello che dice Giovanni
Battista: “Rendiamo diritta la via del Signore.”
"Fratelli, rallegratevi nel Signore, sempre: ve lo
ripeto ancora, rallegratevi!".
Buona Domenica
P. John Idio
ORARIO DELLE CELEBRAZIONI
In Cappella: feriali: 8.00, 13.15, 18.00
festive: 12.00, 18.00
Al Campus: Tutti i giorni alle 20.00
Alla Residenza di via Shiavonetti:
Domenica alle 11.00
LE LETTURE D’OGGI
Prima lettura Is 61,1-2.10-11
Cantico Lc 1, 46-54
Seconda lettura 1Tes 5,16-24
Vangelo Gv 1,6-8.19-28
2
Cerco di vivere l'attesa come un tempo di fiducia e speranza,
in cui far crescere il desidero di condividere la mia vita con
Gesù e riscoprire di aver bisogno di Lui; come un tempo in
cui mettere da parte l'orgoglio e la presunzione per permet-
tergli di riplasmare il mio cuore, per approfondire la mia
relazione con Lui verso una
comprensione più autentica del suo mistero
di amore... spero che sia per me un tempo di
apertura a Qualcuno che dà pienezza alla
mia vita!
Francesca Grillini
Ci siamo di nuovo, la
terra ha percorso il
suo bel giro attorno al
sole, è tornato
l’inverno, le strade si
sono vestite di luci e
siamo in Avvento.
Avvento (Venuta-Arrivo)
… quanti pensieri …
quali parole …
Affondo lo sguardo nello
specchio e vedo un uomo di-
verso, un uomo che nel Prologo
Giovanneo ha cominciato a riscoprire se
stesso.
Certo, attendo ancora che la città si
scopra in festa, che i canti colorino le
strade, le infinite cene in famiglia e
gli auguri scambiati con quello lì di
cui non ricordo neanche il nome, ma sta-
volta tutto sembra al suo posto, ciò che
prima era “festa” ora è solo ancillare a
quanto è Vivo nella parola Verità.
In tutto questo, in questa mia “prima
volta”, in questa ghirlanda di emozioni
attendo soprattutto di rivedere me stes-
so.
L’emozione della conversione “prima” è
come una fiamma alta che lambisce il
cielo ma dura lo spazio di un momento,
nella conversione quotidiana sto cercan-
do di conoscermi meglio.
Se guardo l’orizzonte con l’anima
“accesa” sento l’Avvento nei nuovi pro-
getti della mia vita; l’amore in Dio da
cui ho scoperto quello sponsale, la pre-
parazione del matrimonio che comincia a
prende forma e sostanza, la scienza che
si sta lasciando corteggiare mentre im-
pariamo a riconoscerci a vicenda, la mia
immagine che comincia poco a poco a ras-
somigliare a me stesso.
È tempo quindi di prepararmi alla solen-
nità del Natale, di contemplare e fe-
steggiare la venuta di Cristo nonché di
preparare lo spirito per quando tornerà
alla fine dei tempi; è il momento di la-
sciare finalmente il passato alle spalle
e prender definitiva coscienza della re-
sponsabilità del vivere cristiano.
Ci siamo di nuovo quindi …
Mi “armo” di preghiera e pane … 1, 2 e …
via …
Manuel Scimeca
“Il tuo volto, Signore, io cerco!”
Spettacolo-concerto del coro
San Tommaso D’Aquino
Chi canta prega due volte! Scriveva un illustre gigante della
Chiesa…
E il coro “San Tommaso D’Aquino” non se lo fa ripetere due
volte!
Sabato 3 dicembre i ragazzi del coro, sapientemente guidati
da Rita Tomasi, si sono esibiti in uno spettacolo costituito da
canti e preghiere dal titolo “Il tuo volto, Signore, io cerco”.
Il tema, che ha dato il titolo all’evento, tratto dal salmo 26, ci
fa interrogare sulla ricerca del volto di Cristo. Queste parole
dovrebbero essere alla base della nostra felicità: quanti giova-
ni oggi la ricercano in botti di vino diventate aceto e quanta
sofferenza in questa ricerca.
I ragazzi del coro della Cappella hanno dimostrato che esiste
un’alternativa: utilizzando il canto come strumento di lode a
Dio, accettando l’altro come dono e vivendo ogni attimo inten-
samente, col cuore inondato di gioia e l’anima di felicità pos-
siamo gridare ad alta voce “Ecco, Signore, ho visto il tuo vol-
to!”.
Giuseppe Riso
Ripenso ancora a tutti i volti degli amici che sono venuti ad a-
scoltarci e si sono trovati a pregare con noi. In realtà il nostro era
un concerto-preghiera per cominciare insieme la ricerca del vol-
to di Gesù nel quotidiano, nei volti di chi ci sta vicino, amico o
meno. Abbiamo pregato bene e i canti del coro hanno reso tutto
più suggestivo. Mi convinco sempre di più di come la musica ci
eleva a Dio … e cantare per Lui rende tutto più significativo!
Rita Tomasi
L’obiezione di coscienza dei Medici L’obiezione di coscienza dei Medici L’obiezione di coscienza dei Medici
e degli Operatori Sanitarie degli Operatori Sanitarie degli Operatori Sanitari
Venerdì 02 dicembre 2011. Facoltà di Medicina e Chirurgia
Al convegno sono intervenuti:
Per il saluto iniziale:
il Prof. Orazio Schillaci (Vice – Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia.
Ordinario di Medicina Nucleare. Università di “Tor Vergata”).
Come moderatore: il Dott. Pier Luigi Fornari (Giornalista di Avvenire)
Per le CONFERENZE con tema la coscienza e l’obiezione di coscienza:
Prof. Emilio Baccarini (Associato di Antropologia filosofica. Università di “Tor Vergata”)
Prof.ssa Maria Grazia Marciani (Ordinario di Neurologia. Università di“Tor Vergata”)
Dott. Claudio Sartea (Ricercatore di Filosofia del Diritto. Università di “Tor Vergata”)
Per la TAVOLA ROTONDA con tema: la coscienza e la deontologia
Prof. Domenico Arduini (Ordinario di Ginecologia. Università degli Studi di Roma “Tor Ver-
gata”)
Prof. Alessandro Sabato (Ordinario di Anestesiologia e Rianimazione. Università di “Tor Vergata”)
Prof.ssa Rosaria Alvaro (Associata di Infermieristica Generale, Clinica e Pediatrica. Università di “Tor Vergata”)
Prof.ssa Angela Basile (Prof.ssa a.c. Scienze Infermieristiche . Università di “Tor Vergata”)
Molte considerazioni sono emerse dalle relazioni proposte e da un costruttivo dibattito in assemblea e cercherò con poche parole di
riassumere i punti salienti.
L’obiezione di coscienza, trova le sue radici sulla base del conflitto soggettivo tra il dovere di comportarsi secondo la norma giuridica e
l’obbligo morale di coscienza, è “il rifiuto, per motivi di coscienza, a realizzare un atto o una condotta che in linea di principio risulte-
rebbe giuridicamente esigibile”.
Per cui l’obiezione di coscienza si motiva solo quando la ragione che porta a trasgredire l’obbligo giuridico è un giudizio di carattere
etico (di coscienza, assiologico).
Il fatto che gli atti immorali siano tollerati o legalizzati, non significa che diventino leciti moralmente.
Il rifiuto ad obbedire a tali atti si chiama obiezione di coscienza, cioè obiezione della coscienza morale alla legge civile. In Italia sono
solo 3 le leggi che prevedono l’esercizio dell’obiezione di coscienza: la legge 194/1978 sull’interruzione volontaria di gravidanza; la
legge 413/1993 sulla sperimentazione animale; la legge 40/2004 sulle tecniche di procreazione artificiale. Ma attualmente le situa-
zioni, in cui il conflitto di coscienza può esistere, diventano sempre più numerose e in particolare nell’ambito dell’attività professionale
sanitaria (aborto, procreazione assistita, partecipazione agli esperimenti, eutanasia, clonazione, sterilizzazione e mercificazione del
corpo umano, degli embrioni umani).
L’obiezione di coscienza afferma la necessità che ogni norma civile sia coerente con il valore morale.
Il problema che viene posto al diritto è quindi il seguente: fino a che punto la libertà di credo o di convinzioni comporta la facoltà di
agire conformante ad esse, quando impongono il dovere morale di farlo, anche andando contro una prescrizione giuridica?
L’obiezione di coscienza, fondata sulla dignità e sulla libertà della persona, è un diritto nativo e inalienabile, che gli ordinamenti civili
delle società devono riconoscere, sancire e proteggere. Al contrario le costituzioni e i documenti politici relativi ai diritti umani si limita-
no di solito a garantire le libertà ma raramente contengono una esplicita e positiva affermazione che nessuno sarà costretto ad agire
contro coscienza e, ancor meno che potrà agire sempre in modo conforme ad essa. Riguardo all’obiezione di coscienza la dottrina del-
la Chiesa si è da sempre inspirata al principio che non è lecito compiere né cooperare al male per cui nessuno può essere costretto ad
agire contro la sua coscienza, né può essere impedito ad operare in conformità ad essa. Perché solamente liberi da coazione gli uomi-
ni possono compiere il dovere morale che hanno davanti a Dio, di cercare la verità e di viverla. Le convinzioni filosofiche, religiose in-
formano la coscienza dell’individuo, gli forniscono i parametri secondo i quali egli giudica
ciascuna delle sue azioni, delle quali si sa responsabile. La libertà di coscienza mette
l’uomo in relazione con la propria dignità che esige da lui, come dovere etico, una condot-
ta determinata. Tutti sentiamo l’impulso ad agire in conformità con la nostra coscienza,
perciò essa merita sempre rispetto come espressione dell’intimo della persona. La libertà
di coscienza è un diritto della singola persona.
Come ha ricordato il Santo Padre, Benedetto XVI, nel suo discorso alla pontificia Accade-
mia per la vita (2007):
“La formazione di una coscienza vera, perché fondata sulla verità, e retta perché determi-
nata a seguirne i dettami, senza contraddizioni, senza tradimenti e senza compromessi, è
oggi un’impresa difficile e delicata, ma imprescindibile”; “ Confido nel vostro aiuto, carissi-
mi professionisti, con la vostra qualificazione culturale, con l’insegnamento e con
l’esempio, potete contribuire a risvegliare in molti cuori la voce eloquente e chiara della
coscienza”.
Mi permetto con estrema umiltà ad estendere l’esortazione del Santo Padre a ogni perso-
na con coscienza retta, in quanto la verità e la rettitudine rendono liberi.
Silvana
3
di Rita Tomasi
CALENDARIO SETTIMANALE
Lunedì 12
* In Cappella, Corso di inglese, ore 16.00
* In Cappella, Catechesi per universitari, II
livello, ore 19.30
* Al Campus: S. Messa h. 20,00, Memoria
della Vergine di Guadalupe.
Martedì 13
* In Cappella, Corso di spagnolo, ore 9.00 e
17.00
* In Cappella, Serata Culturale, ore 17.30,
“Bioenergie: sostenibilità: sostenibilità am-
bientale, economica e sociale”
* In Cappella, Introduzione alla Sacra Scrittu-
ra, ore 19.00
* In Cappella, Corso per fidanzati, ore 20.00
Mercoledì 14
* Facoltà di Economia, ore 13.10-14.00 Edifi-
cio didattica, II piano, Aula S 5: “Rapporto
tra principi e valori:la verità, la libertà, la
giustizia ”.
* Facoltà di Scienze, ore 16,00 Aula T 7, Con-
vegno interfacoltà:“Intelligenza umana, intel-
ligenza artificiale e transumanesimo”.
* In Cappella, Preghiera mariana, ore 18.30
* In Cappella, Lectio Divina, ore 19.30
Giovedì 15
* Facoltà di Ingegneria, ore 13.10-14.00, Aula
R3:“Studio scientifico della Sindone di Tori-
no”.
* In Cappella, Adorazione Eucaristica, ore
13.45 e 17.30
* INCONTRO NATALIZIO COL PAPA, CELEBRA-
ZIONE DEI VESPRI IN S. PIETRO, ore 17.30
Venerdì 16
* In Cappella, Prove di canto per la liturgia, ore
19.00
Sabato 17
* In Cappella, Scuola di preghiera, ore 18.15
Domenica 18
* In Cappella, S. Messa, pranzo e vita fraterna.
6 Dicembre. S.Nicola: tradizioni iconografiche del
vero “Babbo Natale”
San Nicola Vescovo (Patara, 270-Myra, 6 dicembre 345) fu sepolto a Dem-
bre, dove rimase fino al 1087, quando i suoi resti vennero trafugati da ma-
rinai baresi che li condussero nella propria città, dove le reliquie sono vene-
rate nella Cattedrale che porta il suo nome. Numerosi i miracoli attribuitigli: placò una tempesta, evitò una carestia, liberò tre ufficiali condannati a
morte dall’imperatore Costantino, gettò da
una finestra tre pomi d’oro a tre fanciulle po-
vere che non potevano maritarsi e resuscitò
tre bambini gettati in barili da un oste.
Ambrogio Lorenzetti (Siena, 1290-1348) am-
bientò i miracoli in quattro pannelli (Uffizi), tra
le preziose e delicate architetture del gotico
senese e nella luminosità di un golfo marino
popolato di vascelli. Le tavole, che facevano
parte di un trittico nella chiesa fiorentina di S.
Procolo, danno un saggio della capacità del
pittore di evocare il fascino dell’ambiente, ponendo
tuttavia l’accento sull’aspetto narrativo degli episodi legati al Santo.
Frà Beato Angelico (Vicchio, 1395-Roma, 1455)
eseguì nel 1437 il “Trittico di Perugia” di cui la pre-
della presenta storie di S. Nicola divise in tre scom-
parti, due dei quali oggi conservati nella Pinacote-
ca Vaticana.
Il primo riquadro raccoglie in un’unica scena tre
episodi diversi, ma l’unità spaziale, che trova il suo
comune denominatore nella luce da sinistra, pren-
de organicità dal grande ordine delle architetture;
nel secondo l’elemento divisorio tra due scene è
dato da una roccia che si alza a grandi spezzature
falcate a segnare l’ansa di un porto, e nel terzo
due scene sono sotto un cielo comune, in una grande orchestrazione sce-
nica di alta tensione drammatica.
Dato il legame tra il Santo e i ragazzi, si diffusero tradizioni: nel Medioevo,
nei conventi, il 6 Dicembre una persona vestita da Vescovo recava regali ai
bambini; dal 1500 nei paesi di lingua tedesca è il “portatore di doni” Santa Claus; in America il mantello vescovile divenne un robone rosso e la mitra
un cappuccio, e ancora oggi a Bari e Molfetta, alla festa del Santo, un
“Vescovo” su un’imbarcazione giunge nel porto recando doni ai bimbi che
indossano tiare di carta.
Germana Palmiotti
Ambrogio Lorenzetti
Beato Angelico
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