Download - GIUGNO LUGLIO 2010
C’era forse da parte
vostra un eccesso di sicu-
rezza?
Probabilmente avevamo
una sopravvalutazione del
lavoro svolto in cinque an-
ni; questa consapevolezza
ci rendeva quasi certi del
successo elettorale e quindi
non sufficientemente impe-
gnati in campagna elettora-
(Continua a pagina 2)
800 voti (ringraziamo tutti i
Cortemiliesi che ci hanno
dato fiducia) e abbiamo
perso con uno scarto di una
cinquantina di voti, per cui
sarebbe bastato spostare i
consensi di 4-5 famiglie e
avremmo vinto noi; analiz-
zare la sconfitta pertanto,
con questo scarto così esi-
guo, non è facile.
Probabilmente la vostra
campagna elettorale ha
avuto dei punti deboli.
Abbiamo fatto pochissi-
mo porta a porta, che è
sempre un sistema efficace;
soprattutto siamo partiti in
ritardo per formare la lista,
per cui abbiamo avuto più
difficoltà.
A Cortemilia, nelle re-
centi elezioni comunali,
ha vinto la lista di destra
capeggiata da Graziano
Maestro. Ovviamente sa-
rai deluso.
Deluso sì, anche perché
c’era l’idea che il lavoro
svolto dalla nostra Ammini-
strazione sarebbe stato più
apprezzato dai Cortemiliesi,
ma evidentemente così non
è stato.
Si è trattato di un pro-
blema di comunicazione?
In parte sì, ma molte delle
opere realizzate erano con-
crete, visibili e non necessi-
tavano di ulteriore comuni-
cazione. Occorre comunque
dire che abbiamo ricevuto
Una sconf i t ta inaspettata Intervista all’ex-Sindaco Aldo Bruna
A cura del Partito Democratico —
Circolo di Cortemilia e Valli
e.mail: [email protected]
Via Cavour n. 7 - Cortemilia Anno X- n. 1 - giugno/luglio 2010
Torna CONFRONTOCONFRONTOCONFRONTOCONFRONTO dopo un periodo di inat-tività durato quanto l’impegno in Ammini-strazione Comunale. Dopo la forte delusione della sconfitta, torniamo perché riteniamo quan-to mai utile esprimere il nostro punto di vista ed informare la cittadinan-za sulle nostre proposte. Il grande rispetto che portiamo nei confronti dell’esito elettorale non ci impedisce di pensare che l’elettorato cortemi-liese ha scelto un grup-po che si è presentato con un programma ba-nale e semplicistico e che ha fatto la differen-za con una campagna elettorale ideologica, molto aggressiva e spes-so condotta con la più totale assenza di pudo-re. Saranno i fatti a parlare anche se i primi segnali non sono incoraggianti. Avremmo voluto, ad esempio, vedere Corte-milia quale Comune capofila nella organizza-zione della festa nazio-nale dei Borghi Autenti-ci. Le ricette per far bene hanno sempre gli stessi ingredienti principali: impegno, capacità, per-severanza. Staremo a vedere.
Una sconfitta inaspettata. Intervista a Aldo Bruna
pag. 2
Il Torneo dei Borghi Memorial MICHE’
pag. 3
Dalla Bresso 1 milione di euro per l’ospedale
pag. 4
Il Santo Spirito di Corte-mila: un po’ di storia
pag. 5
La Storia… questa scono-sciuta di Giovanni Destefanis
pag. 6
Un sorriso per Chernobyl Terza edizione
pag. 7
Festa dell’UNITA’ Il programma
pag. 8
Sommario:
cipale novità politica nazio-
nale, si pone nell’idea del
suo fondatore Walter Veltro-
ni come il fautore dell’inizio
delle nuova stagione riformi-
sta e, invece,
naviga a vista
e non offre
agli italiani le
risposte che si
aspettano.
Il vero nodo
p o l i t i c o -
istituzionale
di oggi ri-
guarda la ca-
pacità delle
forze politi-
che di ritorna-
re a interpre-
tare le domande dei cittadini.
In Italia ma anche nelle altre
democrazie consolidate
d’Europa i partiti sono in
(Continua a pagina 3)
per forza affrontare un perio-
do di rodaggio ma qualcosa,
certamente, manca al centro-
sinistra italiano per far brec-
cia tra gli elettori.
Per diversi giornalisti quel
che manca è il “sex-appeal”
cioè la capacità di suscitare
emozioni.
Il Partito Democratico, in-
somma, nasce come la prin-
Nei giorni scorsi diversi
giornali, anche dell’area di
centro-sinistra, hanno affron-
tato i problemi che affliggo-
no il Partito Democratico e
che per ora
gli impedi-
scono di di-
ventare una
vera e credi-
bile alternati-
va di governo
per gli italia-
ni.
Le conclusio-
ni a cui sono
giunti i prin-
cipali polito-
logi sono
simili.
Al Pd serve tempo, certa-
mente, perché una nuova
forza politica che ha avuto il
coraggio e l’ambizione di
unire laici e cattolici prove-
nienti da partiti diversi deve
Suscitare emozioni di Ginetto Pellerino
VOLA CURTMIJA
Graziano C. Maestro
VOTI 849
PER CORTEMILIA
Stefano Garelli
VOTI 798
CONFRONTOCONFRONTOCONFRONTOCONFRONTOCONFRONTOCONFRONTOCONFRONTOCONFRONTOCONFRONTOCONFRONTOCONFRONTOCONFRONTO
CONFRONTO Pagina 2
Una sconf i t ta inaspettata Intervista al Sindaco uscente Aldo Bruna
mandato, mettendogli a disposizio-
ne un patrimonio di esperienze e
conoscenze che in questi anni
avevo coltivato.
Prima hai fatto cenno alle nu-
merose opere realizzate durante
il tuo mandato. Ne vogliamo
ricordare alcune?
Le prime che mi vengono in
mente sono il Centro Polivalente,
la Caserma per la Protezione Civi-
le, l’area con il parco giochi di
Piazza Savona, il finanziamento
ottenuto per la Scuola media (i cui
lavori sono appena incominciati),
il Salone Parrocchiale di San Mi-
chele, il Ponte alla Pieve,
l’acquisizione dell’Area del Ca-
stello. Lavori per un importo com-
plessivo di oltre sette milioni di
euro, che sono andati a rimpolpare
l’economia locale in un momento
di crisi. Ma voglio ricordare anche
gli oltre due milioni di euro, già
acquisiti dalla nostra Amministra-
zione e che saranno a disposizione
nei prossimi mesi, per le difese
spondali del fiume Bormida e dei
rii minori. Questi interventi, tra
l’altro, permetteranno al Comune
di liberare alcune aree edificabili,
rendendole disponibili per nuovi
insediamenti. Non ultimo, la no-
stra Amministrazione ha anche
svolto la sua parte per quanto ri-
guarda l’Ospedale Santo Spirito,
che, con l’ultimo atto della Giunta
guidata da Mercedes Bresso, è
stato collocato al primo posto nelle
opere da finanziare per un importo
di un milione di euro; era questo,
l’ottenimento di un finanziamento
significativo, l’unico modo per
tenere in vita e sviluppare questa
istituzione tanto cara ai cortemilie-
si. E voglio ancora ricordare il
nostro impegno nella raccolta
differenziata dei rifiuti, che ha
fatto sì che il nostro Comune sia
diventato all’avanguardia in questo
campo, consentendo anche, pur nei
ristrettissimi margini concessi, un
contenimento dei costi. Abbiamo
realizzato queste grandi opere, ma
senza rinunciare alla gestione ordi-
naria.
Come mai tutte queste cose
non sono state sufficientemente
apprezzate?
Non saprei indicare con certezza
un punto debole; credo che alla
fine, quello che ha inciso di più
sull’esito elettorale, sia stata la
componente politica. Noi non
abbiamo lavorato molto sulla co-
municazione. Non abbiamo mai
cercato il consenso fine a se stesso,
abbiamo sempre cercato di soddi-
sfare gli interessi della comunità
che non i singoli interessi. Abbia-
mo pagato probabilmente una
nostra inadeguatezza ad entrare
nelle corde dei cittadini.
Quello che dici è anche
un’impressione generale, che si
dia meno importanza alle regole
per il bene comune e più ai favo-
ri per il bene individuale. Non è
una bella sensazione che si sta
vivendo in questo periodo.
Noi magari non siamo riusciti a
soddisfare interessi, anche legitti-
mi, dei cittadini; abbiamo però
sempre garantito l’attenzione e
l’ascolto. Mi viene in mente, ad
esempio, il Piano Colore, che sicu-
ramente ha creato qualche malcon-
tento, ma che noi abbiamo adottato
per il bene della collettività. Credo
che sia più bello e più utile avere
un centro storico ben conservato
che un centro storico deturpato.
Credo che queste siano questioni
marginali; penso che a Cortemilia
non ci sia nessuno che ha presenta-
to richiesta di concessione edilizia
e non l’ha ottenuta; al massimo si
è trattato di apportare qualche
modifica al progetto originario.
In conclusione, quale sarà il
vostro impegno in minoranza?
Noi (anche attraverso l’adesione
a Città della Nocciola ed ai Borghi
Autentici d’Italia), abbiamo cerca-
to di avere una visione strategica
per il futuro di Cortemilia, non
nell’immediato, ma in tempi me-
dio-lunghi; il nostro impegno in
minoranza sarà quello di cercare di
tenere alta questa visione, vorrem-
mo un’amministrazione che non si
limiti all’ordinario, ma che si con-
fronti con altre realtà, nazionali ed
internazionali, che prenda spunto
dal proprio passato, ma con
l’occhio rivolto al futuro, per il
bene della Cortemilia di oggi e di
quella che verrà.
Il nostro
impegno in
minoranza sarà
quello di cercare
di tenere alta
questa visione,
vorremmo
un’amministra-
zione che non si
limiti
all’ordinario,
ma che si
confronti con
altre realtà,
nazionali ed
internazionali,
che prenda
spunto dal
proprio passato,
ma con l’occhio
rivolto al futuro,
per il bene della
Cortemilia di
oggi e di quella
che verrà.
le. Un altro punto che sicura-
mente ha giocato a nostro sfavore è stata una certa politiciz-
zazione del voto.
Questo è in qualche misura
paradossale; la vostra lista, che
era accusata di essere politiciz-
zata, si è sempre riunita a Corte-
milia, senza padrini né padroni,
mentre la lista di destra di Gra-
ziano Maestro è stata chiusa
nella sede della Lega Nord di
Alba, sotto la supervisione del
Senatore Zanoletti e alla presen-
za e con l’apporto di altri politici
regionali, provinciali e locali.
Non ti sembra che anche in que-
sto caso da parte vostra non ci
sia stata una comunicazione
efficace?
Certo, ma proprio perché non
intendevamo caratterizzare politi-
camente la lista, eravamo molto
più interessati alle cose da fare,
che non cercare un consenso poli-
tico. Noi avevamo ben chiaro in
testa quali erano le priorità per il
Comune nei prossimi cinque anni,
per cui non abbiamo dato peso agli
schieramenti politici.
Qualcuno avrebbe preferito
una tua ricandidatura. Pensi che
sarebbe cambiato qualcosa?
Forse sì, forse in questo modo si
sarebbero potuti recuperare quei
26 voti andati all’altra lista e che
sarebbero stati sufficienti per vin-
cere; personalmente, però, dopo
cinque anni impegnativi, in cui
avevo dato veramente tutto per
l’amministrazione comunale (non
posso contare gli incontri in Re-
gione, in Provincia, con gli altri
Sindaci, con i rappresentanti delle
associazioni nazionali a cui abbia-
mo aderito…), non mi sentivo di
impegnarmi per un altro quinquen-
nio; ho preferito pertanto che fosse
Stefano a candidarsi, a cui mi ero
ripromesso di dare una mano,
almeno nei primi anni del suo
(Continua da pagina 1)
E SON 100!!!!
Auguri, renzo
Lorenzo casazza “caminale” ha da poco compiuto
100 anni!!
I migliori auguri da parte di
CONFRONTO
CONFRONTO Pagina 3
Le insoddisfazioni e le fru-
strazioni dei cittadini verso
una pubblica amministrazio-
ne che non funziona, i pro-
blemi legati alla globalizza-
zione e all’integrazione,
l’irresolutezza nel governo
delle città hanno trovato forte
eco nel “leghismo” che ne
amplifica l’effetto mentre il
PD rimane muto o si distrae.
Per ora non conta che le ri-
sposte date dai partiti di go-
verno ai veri problemi del
paese siano effimere e prive
di efficacia o che per distrar-
re gli italiani la classe politi-
ca si diverta con le riforme
istituzionali tipo premierati,
semipresidenzialismi, federa-
lismi ed elezioni del Csm
quando i veri dilemmi sono il
lavoro e la crisi economica in
atto.
E’ proprio di qui che deve
partire il partito democratico
se vuole riconquistare la fi-
ducia dei tanti suoi elettori
persi per strada e suscitare le
emozioni di chi oggi non
vota o è freddo nei confronti
di chi sta al governo.
Il Pd presenti un patto per il
lavoro che salvi il Paese dal
precariato delle generazioni
di oggi e di quelle future e
dalla de-industrializzazione,
si batta per un “risorgimento
morale” che spazzi via la
corruzione e il malaffare
quotidiani che incrinano il
senso di comunità e inquina-
no la vita di tutti gli italiani,
lavori a un progetto di rico-
mutazione e, in generale, sono
accusati di non fornire più
chiavi interpretative della real-
tà e, quindi, di non saper deli-
neare prospettive future.
C’è un’ansia collettiva, rispec-
chiata dall’elevato astensioni-
smo a tutte le tornate elettorali,
a cui il centro sinistra non sa in
questo momento far fronte e a
cui la destra italiana, invece, ha
fornito risposte più convincenti
agli occhi e alle menti degli
italiani, benché tutte illusorie.
Si pensi alla realtà luccicante e
attraente che la componente
Berlusconiana offre con le sue
televisioni oppure alla realtà
più artigianale ma efficace
della Lega che dà voce alle
pulsioni più profonde degli
elettori e ne conquista i cuori.
Suscitare Emozioni di Ginetto Pellerino
Il Torneo dei Borghi di Lalo Bruna
“In questi giorni si è
solennizzata la festa pa-
tronale di San Pantaleo,
con musica locale, fuo-
chi artificiali e gioco del
pallone, con premio di
100 lire e bandiera. La
festa ebbe luogo nel
borgo di San Pantaleo
perché, come si sa, la
Bormida divide Corte-
milia in due borghi, San
Pantaleo e San Michele,
due borghi che non sono
mai riusciti ad andare
d’accordo…”
Così scriveva un anoni-
mo cronista sulla Gaz-
zetta del Popolo del 13
agosto 1892, 118 anni
fa!
Nel pieno rispetto di
qu e s t a t r ad i z i on e
(borghi cortemiliesi, che
un tempo si dice fossero
addirittura sette, e pallo-
ne elastico), proseguita,
in vari modi, fino agli
anni Settanta del secolo
scorso e poi abbandona-
ta, anche quest’anno,
nell’ambito della festa
dell’Unità, si svolgerà il
“Quadrangolare dei bor-
ghi”, torneo di pallapu-
gno alla pantalera giunto
all’ottava edizione.
A contendersi l’ambito
trofeo, che dal 2007 è
d e d i c a t o
all’indimenticabile Mi-
ché Gatti, storico segna-
cacce dello sferisterio
cortemiliese scomparso
nell’agosto del 2006, i
borghi di San Pantaleo
(Massimo Balocco,
Gianfranco Bosio, Jaco-
po Bosio, Franco Garro-
ne), campione in carica,
San Michele (Enzo Pa-
trone, Simone Vinotto,
Corrado Olocco, Fabio
Gallina), La Torre
(Carlo Cecchini, Miche-
lino Serra, Gabriele
Gazzano, Enrico Barto-
lucci) e La Pieve (Paolo
Moraglio, Roberto Bo-
drito, Giorgio Caviglia,
Fabio Piva).
Nelle passate edizioni,
cinque vittorie per San
Pantaleo, con Massimo
Balocco e Jacopo Bosio
sempre presenti, una per
San Michele e una per
San Pietro.
Appuntamento nello
sferisterio cortemiliese,
dunque, venerdì 9 lu-
glio, alle ore 18.00, per
le semifinali, e sabato
10, alle 17.30, per la
finale.
Gazzetta
del Popolo,
13/08/1892:
“...come si sa, la
Bormida
divide
Cortemilia in
due borghi, San
Pantaleo e
San Michele,
due borghi che
non sono mai
riusciti ad anda-
re d’accordo…”
struzione etica che rimetta al
centro la giustizia sociale e il
valore della persona e si
o p p o n g a c o n f o r z a
all’ostentazione della ric-
chezza, alla protervia
de l l ’evas ione f i sca le ,
all’arroganza del denaro.
Due- tre progetti su cui con-
quistare un consenso di lun-
go periodo e riuscire, final-
mente, a suscitare emozioni.
CONFRONTO Pagina 4
Il “Santo Spirito” di Cortemilia: un po’ di storia
sempre in questo paese aperto
un ricovero a sollievo de’ po-
veri infermi”. Questa struttura
ospedaliera sarà attiva fino agli
inizi dell’800, verrà chiusa
durante il periodo napoleonico,
per poi riaprire, in via definiti-
va, nel 1833, in risposta ad una
forte esigenza dei
cittadini di avere
un ricovero per i
malati poveri e
grazie ad offerte e
lasciti testamentari
di cittadini corte-
miliesi. I fautori di
questo processo
sono prevalente-
mente religiosi o
laici iscritti a Con-
fraternite: l’unica
persona per il qua-
le non compare
dicitura relativa
all’appartenenza ad
un ordine religioso è il Sindaco
Giuseppe Rodella, Medico
chirurgo.
Si decide di collocare
l’ospedale nello stesso luogo in
cui si trovava quello preceden-
te, vale a dire un edificio di
proprietà della Parrocchia di
San Michele che, negli ultimi
anni, era stato dato in affitto ad
un privato. Per sopperire alla
perdita di questa rendita , la
Comunità si impegna a versare
alla Parrocchia di San Miche-
le un affitto annuo di 20 lire.
La direzione e la cura
dell’ospedale, sogget-
ta alla giurisdizione
vescovile, vengono
affidate alla Congre-
gazione locale di
Carità, di cui sono
membri Maurizio
Mazza, Priore dei
Disciplinanti Bianchi,
Giuseppe Gallina,
Sottopriore dei Peni-
tenti Rossi, Bartolo-
meo Marone Condi-
rettore, Don Luigi
Auberti, il Sindaco
Giuseppe Rodella e il
Notaio Carlo Brajda,
Condirettore e Segre-
tario. Il 15 dicembre
1834, dopo un anno
di lavori di ristruttu-
razione, si insedia
nell’ospedale un in-
fermiere con la mo-
glie e dopo pochi
giorni inizia la vera e
propria attività ospe-
daliera. Come detto,
l’Ospedale si qualifi-
ca come luogo di
cura per “li poveri
infermi”: costoro
sono uomini e donne
che vivono a Corte-
milia, che sono stati
(Continua a pagina 5)
Il S.Spirito è, per tradizione, la
struttura assistenziale pubblica
più antica e commemorata del
territorio cortemiliese e parte
integrante della memoria storica
del paese, sopravvissuta grazie
alla volontà e generosità cittadi-
na.
“Già fino dal secolo decimo
sesto esisteva in questo paese
un Ospedale destinato a ricove-
rare li poveri infermi, come si
ricava chiaramente dalle me-
morie delle visite pastorali state
fatte in quei tempi. Non si sa
precisamente qual fosse in allo-
ra il sito di quell’ospedale, se
fosse il medesimo quale è pre-
sentemente; ciò nulla di meno
egli è certo che si conservò
DALLA BRESSO UN MILIONE DI EURO PER L’OSPEDALE
SANTO SPIRITO DI CORTEMILIA
Con Determinazione Dirigenziale del 2 aprile 2010, la Regione Piemonte ha approvato gli esiti del bando
per la realizzazione di posti letto per anziani non autosufficienti. Al bando aveva partecipato anche
l’Amministrazione dell’Ospedale Santo Spirito di Cortemilia, con l’ottimo progetto predisposto dall’arch.
Elisa Gallo e tutta la procedura era stata seguita in collaborazione con la vecchia amministrazione comuna-
le. La graduatoria delle istanze ritenute idonee vede al primo posto, nell’ambito dell’ASL CN2, proprio il
Santo Spirito di Cortemilia, con un importo ammesso a contributo di 1 milione di Euro. Riteniamo che
l’ultimo atto della Giunta Bresso, per cui ci siamo battuti attraverso i nostri interlocutori politici, sia l’unico
in grado di dare una svolta al nostro vecchio e amato Ospedale e siamo pertanto orgogliosi di avere lavorato
perché questo risultato potesse concretizzarsi. Un milione di euro è un finanziamento cospicuo, ma che co-
pre solo poco meno del 50% delle spese. Spetta pertanto alla nuova Amministrazione dell’Ospedale Santo
Spirito e soprattutto alla nuova Amministrazione Comunale fare in modo che sul Santo Spirito vengano in-
vestite le risorse necessarie per completare al più presto l’intera opera di ristrutturazione. La precedente am-
ministrazione comunale, pur criticata, il proprio lavoro l’ha fatto e ha portato a casa, senza tante parole, un
milione per il Santo Spirito. Siamo sicuri che la nuova Amministrazione saprà fare altrettanto e il Santo
Spirito potrà proseguire nella sua storia centenaria.
CONFRONTO Pagina 5
Il “Santo Spirito” di Cortemilia: un po’ di storia
quattro stanze ripartite su due
piani, all’angolo tra via Dante
Alighieri e via Gabriele
D’Annunzio.
Pochi anni do-
po, nel 1872,
alla manica o-
vest di recente
edificazione
vengono giu-
stapposti due
spazi: al piano
terra viene rea-
lizzato un an-
drone di passag-
gio per il nuovo
ingresso sulla
Contrada
dell’Ospedale
(attuale via
D’Annunzio); al
piano superiore
una stanza viene
collegata a quel-
la già esistente.
I primi quaranta
anni di vita
dell’Ospedale si
caratterizzano
dunque per una
serie di amplia-
menti che si
fermano al
1872; poi, fino
all’epoca fasci-
sta, si fanno
semplici lavori
di manutenzione
che aumentano
l’igiene della struttura.
Nel 1891 le stanze destinate
ai malati sono due, collocate
al primo piano ed in grado di
ospitare quattro pazienti cia-
scuna; una terza, con un solo
posto letto, è riservata ai pa-
ganti o ai non residenti. Ogni
letto è dotato di un proprio
comodino con pitale. Allo
stesso piano si trovano la
camera della suora, la cucina
e la camera della conversa. Il
piano terreno ospita la canti-
na, dove sono conservate una
botte, una damigiana ed alcu-
ne bottiglie. Il personale è
composto da due suore e da
due medici chirurghi che pre-
stano servizio per sei mesi
ciascuno.
Nel decennio a cavallo tra
l’800 ed il ‘900 gli interventi
nell’ospedale di Cortemilia
sono più mirati al migliora-
mento delle condizioni igieni-
che della struttura.
Nell’ospedale si eseguono
quindi lavori nelle latrine e nei
pozzi neri ai fini di una mag-
giore comodità ed igiene;
l’ingresso costruito nel 1872 su
via D’Annunzio viene chiuso e
spostato su via Dante Alighieri.
La cura dell’igiene è anche
rivolta ai materiali con cui la
struttura è realizzata:
nell’infermeria maschile viene
sostituito il vecchio pavimento
in mattonelle di argilla cotta
con uno in mattonelle di ce-
mento lucidato, sul quale è
possibile eseguire una disinfe-
zione completa. Alla stessa
maniera i muri perimetrali ven-
gono intonacate verniciati con
uno smalto lavabile. Alla fine
dell’800 vengono acquisiti
terreno e fabbricato per amplia-
re l’ospedale, ma sarà solo
durante il periodo fascista che
l’Amministrazione
dell’Ospedale Santo Spirito
avvierà la pratica per la costru-
zione di un reparto per tuberco-
lotici.
L’incarico della progettazione
del Padiglione per tubercolotici
viene affidato nel 1931 all’Ing.
Attilio Molineris di Alba e il
progetto è presentato lo stesso
anno; i lavori hanno inizio nel
1932 e l’opera viene collaudata
il 19 settembre 1934. Dal rilie-
vo eseguito per il collaudo nel
1934 si osserva che il progetto
iniziale che prevedeva due sole
camere viene cambiato in favo-
re di uno più ampio, con tre
camere per piano. La nuova
costruzione viene verosimil-
mente adibita non solo al rico-
vero di malati tubercolotici, in
quanto pochi anni dopo, nel
1952, il Presidente
dell’Ospedale Santo Spirito
concede al Presidente del Con-
sorzio Provinciale Antituberco-
lare di Cuneo il diritto di super-
ficie, per una durata di 99 anni,
su una porzione di terreno e
fabbricato per la costruzione di
un dispensario antitubercolare;
detto fabbricato deve essere
costruito entro la fine del 1952,
riconosciuti veri poveri e per i
quali le cure sono gratuite. E’
inoltre concessa la cura a colo-
ro che, trovandosi temporanea-
mente o di passaggio a Corte-
milia, cadano malati; in questo
caso l’assistenza è gratuita solo
se è stato riconosciuto uno sta-
to di indigenza, mentre, in caso
opposto, le spese sono a carico
del malato o della famiglia.
La documentazione riguardante
la struttura dell’ospedale ed i
lavori realizzati al suo interno
delineano mezzo secolo di re-
stauri, ampliamenti, divisione
di spazi, acquisti di terreni, ma
il piccolo ospedale deve fare i
conti con lo spazio cittadino in
cui si può allargare, che è, nel
tempo, sempre più limitato.
Un primo ampliamento risale
al 1863, quando viene realizza-
ta una porzione composta da
(Continua da pagina 4) pena la perdita di effica-
cia della concessione.
Probabilmente così acca-
de e la struttura edificata
negli anni 1955-1956
passa nelle mani
dell’ospedale.
Nella seconda metà del
XX secolo è ancora il
personale religioso ad
occuparsi della cura dei
malati. Una parte del
primo piano, riservato
alle religiose che si occu-
pano della gestione dei
malati, si compone di
una stanza per la Supe-
riora, una riservata a due
suore, un refettorio, una
cucina ed un bagno. Al
primo piano si trovano
inoltre una sala operato-
ria, la corsia delle donne
con cinque posti letto ed
una serie di cinque came-
re, ciascuna fornita di
due letti. Il piano terreno
ospita invece la corsia
maschile, anch’essa con
cinque letti, la stanza
maternità con due letti, il
gabinetto radiologico e
per lo sviluppo delle la-
stre, due lavanderie, una
camera mortuaria, una
cappella per il culto reli-
gioso, gli uffici, la calda-
ia, la cantina: la struttura
è un presidio ospedaliero
al servizio di tutta l’Alta
Langa, in grado di ospi-
tare 22-23 malati, dotato
di sala operatoria, reparto
maternità, reparto pedia-
trico.
Verso la fine degli anni
’70 l’ospedale si trasfor-
ma in quella che è attual-
mente la sua destinazio-
ne: una casa di riposo per
anziani.
Le notizie storiche sono tratte
dalla pubblicazione della dr.ssa
Annamaria Delmonte “Il pro-cesso di medicalizzazione e
laicizzazione dell’ospedale
Santo Spirito di Cortemilia (CN)”
CONFRONTO Pagina 6
L a S t o r i a… q u e s t a s c o n o s c i u t a ! di Giovanni Destefanis
anche alla cultura in senso
ampio ed alto, che solo nella
scuola si cerca in qualche mo-
do, con armi sempre più fragi-
li e spuntate, di trasmettere. I
modelli che vengono dalla
politica, dalla politica che ha
il potere e lo grida e lo affer-
ma con arroganza e volgarità
dotandosi di tutte le possibili e
più servili casse di risonanza, i
modelli della televisione e
dell'intrattenimento, tranne
poche eccezioni, fanno a me-
no della storia e della cultura,
immersi come sono in un eter-
no e smemorato presente, in
una eterna “diretta” che anzi-
ché darti la realtà te la ma-
schera e nasconde!!! L'Unità
d'Italia e il suo 150° anniver-
sario? L'ignoranza impera, e
non vi è nulla di peggio dell'i-
gnoranza che si compiace di
se stessa. Tempo fa le Iene
fermarono Deputati e Senatori
sui portoni delle loro Assem-
blee con domandine storiche
da quinta elementare: ne uscì
un comico e desolante panora-
ma di vuoti cosmici e di ca-
stronerie indecenti, accompa-
gnati da risolini compiaciuti.
Non oso immaginare i risultati
per campioni più ampi. L'i-
gnoranza della storia ovvia-
mente permette ed avalla le
bugie e le trasforma in verità.
Bugie su Garibaldi, Cavour,
Mazzini, Carlo Alberto, Vitto-
rio Emanuele ma anche bugie
sull'economia, la società, i
sistemi politici e giuridici de-
gli stati pre-unitari; bugie che
attecchiscono sulla sempre
più fragile cultura storica, ma
destinate in particolare a far
credere che divisi si stava e si
starebbe meglio che uniti.
C e r t o i l c o s i d d e t t o
“Risorgimento” è stato nei
decenni presentato, a grandi e
piccini, spesso con molta reto-
rica, con parole altisonanti e
capaci in certi momenti di
coinvolgere e di emozionare
le masse; solo un costante
sforzo critico ridimensiona, e
mette in giusta prospettiva
eventi e personaggi (ed è que-
sto che deve piacere della sto-
ria, non accontentarsi della
retorica e del pensiero domi-
nante, badare ai fatti veri, alle
ragioni profonde, non trascu-
rare dettagli vitali, cercarne
sempre di nuovi, esercitare il
dubbio, non sostenere tesi
preconcette ecc.)
Conclusione provvisoria, e,
almeno un po', umoristica. Il
poeta Goffredo Mameli e il
maestro di banda Michele
Novaro composero una
“canzone patriottica” che,
eseguita la prima volta a Ge-
nova nel dicembre del 1847,
davanti a trentamila persone,
si diffonderà con enorme rapi-
dità per l'orecchiabilità della
musica, il ritmo di marcia e il
clima insurrezionale di quegli
anni di grave crisi economica
– e anche di fame - in tutta
Europa. L'Inno di Mameli,
alla seconda strofa dice:
“Dov'è la Vittoria? Le porga
la chioma, che schiava di Ro-
ma Iddio la creò!” Vuol dire:
la Vittoria, dovunque sia, por-
ga la chioma, ossia si faccia
pigliare per i capelli dall'Italia,
poiché Dio la creò (la Vitto-
(Continua a pagina 7)
L'attuale
consigliere
regionale della
Lombardia
Renzo Bossi,
dalle rapide e
sicuramente
meritate fortune
politiche, tempo
fa esibiva
spavaldo una
t-shirt verde
con il famoso ed
elegante gesto
del dito medio...
Antonio Gramsci in una famo-
sa “lettera dal carcere” al fi-
glio Delio scriveva: “Io penso
che la storia ti piace, come
piaceva a me quando avevo la
tua età, perché riguarda gli
uomini viventi e tutto ciò che
riguarda gli uomini, più uo-
mini è possibile, tutti gli uomi-
ni del mondo in quanto si uni-
scono tra loro in società e
lavorano e lottano e migliora-
no se stessi non può non pia-
certi più di ogni altra cosa.
Ma è così?” Dopo l'afferma-
zione, il dubbio. La storia pia-
ce, e per quei motivi così alti e
importanti? Non necessaria-
mente, purtroppo. Gramsci si
portava dentro una tensione
morale e ideale che avrebbe
voluto vedere nel figlio e sim-
bolicamente in tutti i ragazzi
del suo tempo, quello del fa-
scismo che, come esordio,
cominciava con l'assassinare
gli oppositori per metterli a
tacere. Ma la storia non piace
di per sé: è solo una buona
educazione che potrebbe far-
cela amare sopratutto e direi
quasi necessariamente, come
percorso degli uomini attra-
verso il tempo delle loro vite e
di quelli venuti e prima e dopo
di loro per affermare valori
come la dignità della persona,
la libertà, l'uguaglianza dei
diritti, la buona vita civile!
Imprese, spedizioni, scoperte
battaglie, vittorie sconfitte,
passaggi di mano del potere,
date e numeri hanno senso
storico quando riescono a de-
lineare meglio quel percorso e
quindi a insegnare realmente
qualcosa. Da sole sono spesso
esercizi di memoria (che han-
no però la loro utilità, ecco-
me!).
Anche molti di noi vorrebbe-
ro vedere ora nei nostri ragaz-
zi un po' di tensione morale e
ideale, un po' di desiderio di
vedere chiaro nel nostro pas-
sato per capire meglio il pre-
sente, ma dobbiamo fare i
conti con una progressiva di-
saffezione non solo alla storia
come “scienza umana” ma
CONFRONTO Pagina 7
Per il terzo anno, e cresciuto ancora nel numero delle famiglie
ospitanti, si realizzerà a Cortemilia e Valle Bormida il progetto di
accoglienza dei bambini bielorussi del gruppo Smile-Un sorriso
per Chernobyl. Saranno 16: Mikita, Iryna, Karyna, Maskim, Aleh,
Palina, Siarhei, due bimbe di nome Anastasiya, Zhanna, Danil,
Kiryl, Mikalai, Ivan, Ladizslau, Victoriya.
E sarà con loro l'interprete accompagnatrice, Aljaksandra
Peravalava. Una famiglia di Olmo Gentile ospiterà due bimbe,
quattro di loro resteranno con noi per due mesi, sin quasi alla fine
d'agosto. E' una gioia e una festa per le famiglie e per i bambini. Le
prime si assumono un impegno serio ed oneroso con la
consapevolezza di fare una cosa utile alla salute e alla serenità dei
piccoli ospiti, che ricambiano con affetto, confidenza e gratitudine.
Attorno al gruppo, però, fiorisce anche un “giardino” della
solidarietà con molte persone che, anche se non accolgono
direttamente i bambini, contribuiscono generosamente alla realizzazione dell'iniziativa con contributi e
apporti di vario genere. Solidarietà di bambini per bambini: la Scuola Media di Cortemilia, tramite la
Cooperativa Scolastica, ha raccolto fondi per 160 euro da destinare ad un progetto dell'Associazione in
terra bielorussa.
UN SORRISO PER CHERNOBYL
ria!) schiava di Roma, ossia
che l'Italia ha la Vittoria co-
me schiava; vince sempre!
L ' a t t u a l e c o n s i g l i e r e
(assessore?) regionale della
Lombardia Renzo Bossi, dalle
rapide e sicuramente meritate
fortune politiche, tempo fa
esibiva spavaldo una t-shirt
verde (ovvio) con il famoso
ed elegante gesto del dito
medio orgogliosamente ritto e
la scritta: “Schiavi di Roma?
Mai!” Già. Quel “Schiava di
Roma” è una sineddoche—
Roma sta per l’Italia intera—e
il significato è l'opposto di
quello lamentato dall'indice
ritto. Fatica sprecata spiegar-
glielo.
L a S t o r i a… q u e s t a
s c o n o s c i u t a !
Addio, Maestro.
Nei giorni scorsi è mancato
José Saramago
a noi restano i suoi libri,
la sua saggezza
la sua libertà
CONFRONTO e’ LIBERTA’
CONFRONTO Pagina 8
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