Download - Guida di monza italiano
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Il parco
L’arengario Il duomoLa villa reale
Il museo del duomo
Saletta reale
Torna alle lingueTorna alle linguecredits
1. Storia
2. Descrizione
3. C’è da vedere
4. Curiosità
5. Informazioni
DUOMO STORIA 1\4
La storia del Duomo di Monza è legata alla figura della regina Teodolinda, principessa dei Longobardi. La nobildonna scelse Monza come residenza estiva facendovi edificare un palazzo e, nel 595, la basilica. Secondo una leggenda alla regina, che aveva fatto voto di erigere una chiesa, una voce celeste predisse che lo Spirito Santo, in forma di colomba, avrebbe indicato il luogo per la costruzione.
Teodolinda, partita per un lungo viaggio, si fermò sulle sponde del fiume Lambro quando le apparve una colomba e una voce le disse: “Modo”(cioè qui), invitandola a rimanere. La regina fu pronta a rispondere “Etiam”(cioè sì), acconsentendo così alla costruzione della nuova basilica proprio in quel luogo. Dall’unione delle due parole, Modoetia, nacque l’antico nome di Monza.
DUOMO STORIA 2\4
Rimaneggiato più volte durante i secoli, del periodo longobardo rimane solamente una torre, l’attuale campanile e due lastre marmoree. Nell’anno 1300 con l’affermazione dei Visconti sulla scena politica lombarda, la basilica fu oggetto di una quasi totale ricostruzione.
DUOMO STORIA 3\4
Il 19 maggio 1300 le reliquie di san Giovanni Battista, trovate poco prima, vennero solennemente e ripetutamente esposte in chiesa, con grande partecipazione di folla e con prodigi che inducono i canonici e il comune ad avviare l’ampliamento della basilica.
Nei secoli successivi si susseguono e si
accavallano nella basilica interventi di
importanti artisti lombardi, impegnati nel
rinnovamento delle pitture delle cappelle,
del transetto e delle navate. In tempi
recenti vanno ricordate l’apertura del
Museo Filippo Serpero, l’8 ottobre 1963, la
visita del papa Giovanni Paolo II, avvenuta
il 21 maggio 1983, in occasione del
Congresso Eucaristico Nazionale, e la
realizzazione delle vetrate della cappella
della Madonna del Rosario.
Fra il 1738 e il 1740 il Carloni dipinse in collaborazione con il Lecchi, le volte delle navate laterali, l’arco trionfale e alcune parti di contorno
DUOMO STORIA 4\4
DUOMO DESCRIZIONE 1\4
La facciata molto elaborata è suddivisa in 5 sezioni. La sezione centrale è formata da un protiro coperto da un terrazzino di marmo bianco al cui interno è collocata la statua di S. Giovanni. Due leoni sostengono le due colonne laterali, mentre nella lunetta del portale vi è un bassorilievo con i busti di Teodolinda e di Agilulfo.
DUOMO DESCRIZIONE 2\4
Al centro si evidenzia uno splendido rosone in marmo e vetro policromo. Nel 1582 ebbe inizio la costruzione del campanile, alto 80 mt: l’impresa si concluse nel secondo decennio del Seicento.
L’interno del Duomo è a croce latina, a tre navate divise da colonne cilindriche e ottagonali con capitelli di gusto romanico scolpiti con animali fantastici; le cappelle laterali, come le due absidi poligonali che affiancano il coro e le volte, sono internamente affrescate.
DUOMO DESCRIZIONE 3\4
Da una scala a lato della cappella maggiore, si scende all’ampia cripta dello “scurolo” realizzata fra il 1611 e il 1614 e profondamente modificata nel 1773. La ristrutturazione settecentesca riguardò l’altare e l’urna, destinata a raccogliere le reliquie di San Giovanni Battista, riccamente decorata. Famosissima è la cappella di Teodolinda affrescata dagli Zavattari, nella quale è conservata la Corona Ferrea.
DUOMO DESCRIZIONE 4\4
DUOMO C’È DA VEDERE
Cappella Zavattari
Corona Ferrea
DUOMO CAPPELLA ZAVATTARI 1\2
Cappella ZavattariCappella Zavattari
Sulle pareti della cappella, in quarantacinque scene si susseguono gli episodi salienti della vita della regina e le vicende miracolose della fondazione della basilica. Come un raffinato ‘fumetto’ medioevale, i personaggi che gremiscono ogni scena, sono immersi nello sfondo dorato di una favola irreale rendendo omaggio alla fondatrice del Duomo.
Piccolo gioiello della pittura lombarda del quattrocento è la Cappella degli Zavattari, Sulle pareti della cappella, in quarantacinque scene si susseguono gli episodi salienti della vita della regina e le vicende miracolose della fondazione della basilica.
Dame, paggi, cavalieri, prelati e armigeri interpretano gli eventi di un’età remota con il fasto e la mondanità della vita di una corte quattrocentesca, com’era quella del Ducato di Milano al tempo del passaggio da Filippo Maria Visconti a Francesco Sforza, entrambi probabili committenti dell’opera. Sulla parete di destra un’iscrizione in caratteri gotici data al 1444 la realizzazione degli affreschi e li attribuisce alla famiglia degli Zavattari. Il sarcofago marmoreo collocato nella cappella contiene le spoglie di Teodolinda ed Agilulfo.
DUOMO CAPPELLA ZAVATTARI 2\2
Corona FerreaCorona Ferrea
DUOMO CORONA FERREA 1\2
Fra i molti oggetti che compongono il duomo di Monza, il più prezioso è certamente la Corona Ferrea che un’antica tradizione vuole che contenga una lamina di ferro formata con uno dei chiodi che servirono alla crocifissione di Gesù. Il diadema aureo è composto da sei piastre rettangolari incurvate legate fra loro da cerniere. Ogni piastra presenta una decorazione complessa. La corona è ornata complessivamente da rosette, mosaici a smalto e gemme.
La Corona Ferrea, soprattutto nei secoli medioevali, fu considerata simbolo del regno Italico e per questo motivo Monza fu detta città regia. Si è certi che Carlo V, Napoleone I e Ferdinando I furono incoronati con la Corona Ferrea.
DUOMO CORONA FERREA 2\2
Le sue origini sono incerte. Una tradizione racconta che S. Ambrogio, vescovo milanese, durante una funzione religiosa tenutosi a Milano nel 395, disse che Elena, madre di Costantino, cercò e trovò i chiodi della crocifissione e con uno di essi fece un diadema per il figlio. Alla morte di Costantino, la Corona Ferrea fu depositata nel tempio di Santa Sofia a Costantinopoli e là fu custodita fino a quando Tiberio Augusto la donò a san Gregorio Magno che, divenuto pontefice, ne fece dono a Teodolinda.
Il 26 maggio 1805 il Bonaparte fu incoronato Re d’Italia nel duomo di Milano. Per questa occasione quattro giorni prima tre carrozze di corte furono mandate a Monza a prendere la Corona Ferrea che portata a Milano, fu deposta sull’altare maggiore del Duomo e custodita giorno e notte da giovani monzesi.
DUOMODUOMO CURIOSITÀ 1\2
Al momento dell’incoronazione, Bonaparte prese la Corona Ferrea dall’altare, la guardò, se la pose sul capo e disse: “Dio me l’ha data e guai a chi la toccherà”.
La mattina dell’incoronazione sotto un sole splendido la folla gremiva la vasta piazza durante l’attesa del corteo; tutte le campane della città suonavano a festa e le artiglierie sparavano a salve. Alle undici e mezzo giunsero Giuseppina ed Elisa in ricchissime vesti, scintillanti di gemme ed andarono a prendere posto nella tribuna dorata da dove potersi godere lo spettacolo. Poco dopo cominciò a sfilare il corteo: fra questi c’era il cardinale Bellisoni che portava la corona.
DUOMO CURIOSITÀ 2\2
DUOMODUOMO
orari
Feriali ore 9.00 – 11.30 15.00 – 17.30
Festivi ore 10.30 – 12.00 15.00 – 17.30
Prezzo cumulativo per la visita al Duomo e al Museo Serpero:
•4 euro (adulti)
•3,50 euro (studenti)
I gruppi devono prenotare la visita alla sagrestia del Duomo tel. 039/323404
DUOMO
1. Storia
2. Descrizione
3. C’è da vedere
4. Curiosità
5. Informazioni
Il Museo Serpero si trova in Piazza Duomo e per accedervi bisogna entrare nel Duomo. In esso sono custoditi buona parte dei tesori del tempo della regina Teodolinda. Questo tesoro venne collocato dal 1960 al 1965 in alcune sale ricavate dal sottosuolo del cimiterino del Duomo, grazie alla donazione della signora Serpero.
MUSEO DEL DUOMO STORIA
Il Museo utilizza alcune sale ricavate dal sottosuolo del cimiterino del Duomo. Gli oggetti sono sistemati in vetrine lungo un percorso circolare. Entrando si vedono prima mitre e tessuti alle pareti, poi oggetti dei primi secoli del Cristianesimo, dei tempi della regina Teodolinda ed altri cimeli anteriori al 1000. Scesi alcuni scalini, si entra nell'attiguo corridoio dove continuano le vetrine con la raccolta di oggetti e di opere d'arte medievali, rinascimentali e barocche.
MUSEO DEL DUOMO DESCRIZIONE
Alcuni gioielli, simboli del Medioevo e del potere religioso e politico, vengono custoditi nel museo del Duomo di Monza. Questo presenta una straordinaria raccolta di arte di epoca barbarica compresa tra il IV ed il IX secolo, oltre a oggetti di epoche successive. Tra i pezzi più famosi presenti nel museo vanno ricordati:
MUSEO DEL DUOMO C’È DA VEDERE
La Chioccia con i pulciniLa Croce di AgilulfoIl Dittico eburneo di Stiliconel’ Evangelario di Teodolindala corona della regina Teodolinda la tazza di zaffiro la croce di Berengario o croce del Regno
Una delle opere più popolari è la Chioccia con i sette pulcini,, capolavoro di arte bizantina e barbarica. Si tratta di una straordinaria scultura in argento dorato lavorata a sbalzo, che raffigura una chioccia con i suoi sette pulcini disposti intorno a lei su di un basamento circolare di rame, che sostituisce l’originale in argento. La superficie è lavorata a punzoni e pietre preziose formano gli occhi, infatti gli occhi della chioccia sono rubini e quelli dei pulcini sono smeraldi.
MUSEO DEL DUOMO C’È DA VEDERE 1\7
Chioccia con i pulciniChioccia con i pulcini
La croce di Agilulfo, appesa con tutta probabilità al centro della corona dello stesso re, è, invece, in lamina d'oro, con gemme e perle del VI VI
secolosecolo; di stile bizantino, per la forma e la disposizione dei pendagli, per la decorazione spontanea e l'orlatura a perline, risente delle influenze barbariche.
MUSEO DEL DUOMO C’È DA VEDERE 2\7
Il Dittico di Stilicone è una tavoletta doppia incernierata, con due lati intagliati, alla quale i consoli affidavano messaggi importanti per i più alti dignitari dell’impero. Ritenuto un capolavoro, è senza dubbio impareggiabile per bellezza e raffinatezza esecutiva. Eseguito intorno all’anno 400, il dittico rappresenta su una tavoletta il generale vandalo in abiti da parata, con scudo, lancia e spada. Sull’altra tavoletta, invece, è rappresentata la moglie Serena, nipote di Teodosio il Grande con il figlio Eucherio.
MUSEO DEL DUOMO C’È DA VEDERE 3\7
L’Evangelario, che in origine serviva alla copertura di un libro liturgico e specialmente degli Evangeli, è una legatura d'oro costituita da due tavolette unite, attribuita al VI secolo. In esso sono incastonati rubini, smeraldi, perle ed altre pietre; è composto di una finissima orlatura che racchiude una croce a bracci simmetrici, nei campi interni sono incastonati dei cammei che raffigurano imperatori e consoli.
MUSEO DEL DUOMO C’È DA VEDERE 4\7
Sui bracci orizzontali delle due croci vi è un'iscrizione : "Teodolinda regina gloriosissima offre a S. Giovanni Battista questo dono, nella Basilica da lei stessa fondata in Monza vicino al suo reale palazzo."
La corona della Regina Teodolinda è un altro pezzo importante del tesoro. Essa consiste in un cerchio d'oro gemmato, al quale e raccomandata con catenella una croce greca pure gemmata.
MUSEO DEL DUOMO C’È DA VEDERE 5\7
La tazza di zaffiro da una serie di documenti risulta il cimelio più antico. È una coppa un po’ rigonfia alla base, che campeggia sopra un piedistallo d'oro. Questa montatura è del 1490;; la coppa in origine era ben diversa dall'attuale: si pensa, infatti, che portasse all'orlo superiore due anelli per prendere il vaso con due mani.
MUSEO DEL DUOMO C’È DA VEDERE 6\7
La croce di Berengario è una croce di forma greca cosparsa di gemme e di perle chiamata del Regno, perché usata nelle incoronazioni. Dalla estremità inferiore pende un’ametista antica, in cui è scolpita con grande eleganza una Diana.
MUSEO DEL DUOMO C’È DA VEDERE 7\7
Inoltre, la chioccia con i pulcini, a livello simbolico, rappresenta la Chiesa che raccoglie attorno a sé i credenti oppure la regina Teodolinda circondata dai duchi longobardi.
MUSEO DEL DUOMO CURIOSITÀ 1\2
Il gruppo venne probabilmente commissionato dalla regina Teodolinda e compare tra i doni offerti dalla regina a S.Giovanni Battista nel rilievo della lunetta del portale del duomo.
La tazza di zaffiro, un tempo erroneamente ritenuta di questo materiale per il blu intenso del vetro soffiato e molato, è associata alla regina Teodolinda: la tradizione vuole che la nobildonna abbia bevuto in questa coppa con il promesso sposo Agilulfo, in occasione del loro primo incontro a Pomello, per compiere il rito del fidanzamento.
MUSEO DEL DUOMO CURIOSITÀ 2/2
MUSEO DEL DUOMOMUSEO DEL DUOMO
orari
Feriali ore 9.00 – 11.30 15.00 – 17.30
Festivi ore 10.30 – 12.00 15.00 – 17.30
Prezzo cumulativo per la visita al Duomo e al Museo Serpero:
4 euro (adulti)
3,50 euro (studenti)
I gruppi devono prenotare la visita alla sagrestia del Duomo tel. 039/323404
1. Storia
2. Descrizione
3. C’è da vedere
4. Curiosità
5. Informazioni
La parola “Arengario” (derivante da ‘arengo’ che nel Medioevo indicava l’assemblea popolare-comunale) ci indica la funzione di questa costruzione che, in epoca comunale, era il luogo nel quale si svolgevano le assemblee cittadine.L’Arengario venne eretto nel centro della città dopo la seconda metà del 1200, quale sede del governo cittadino.
ARENGARIO STORIA 1\2
Costituisce il più importante monumento civile della città ed è il simbolo dell’autonomia comunale.In origine il palazzo era privo della torre e della “parlera” quindi limitato al porticato ed al piano nobile dove si trova il salone delle assemblee, utilizzato principalmente quale sede del Consiglio Comunale.
ARENGARIO STORIA 2\2
L’Arengario è a pianta rettangolare e si eleva sopra il terreno poggiando su pilastri ordinati a tre a tre, per un totale di diciotto. Al piano terra vi è un grande porticato sul cui soffitto poggia il piano nobile. Il porticato è retto da travi su mensole scolpite con eleganti ornamenti: motivi di teste, simboli, emblemi gentilizi.Il primo piano è formato da un unico salone in corrispondenza del porticato.
L’edificio è affiancato da una torre campanaria che venne aggiunta sul lato nord dopo il 1300. Sulla facciata sud è collocata la ‘parlera’ che è stata aggiunta verso il 1380. La torre è di pianta quadrata, ha una cella campanaria di otto finestre a sesto acuto ed è coronata da merli ghibellini.
ARENGARIO DESCRIZIONE
La ‘parlera’ è stata aggiunta sulla facciata sud verso il 1380.Si tratta di un balconcino, in lastre marmoree, poggiate in tre mensole; due colonnine ne sorreggono il piccolo tetto.Caratteristica di queste colonnine è la base che sembra un capitello corinzio rovesciato. In mezzo al parapetto è posto un leggio di pietra, sul quale si appoggiavano i decreti che il banditore leggeva al popolo chiamato a raccolta.
Sul balconcino erano scolpiti i cinque stemmi che furono poi raschiati durante il periodo napoleonico: lo stemma del borgo, lo scudo dei Visconti, l’aquila imperiale, il biscione visconteo e la croce dei Savoia
ARENGARIO C’È DA VEDERE
Nell’Arengario venivano trattenuti, per tutta la notte, coloro che erano stati trovati in giro dopo il terzo suono delle campane; sotto il porticato, inoltre, venivano eseguite le pubbliche condanne. Gli strumenti di tortura furono tolti solo nel 1797. Nel 1630, nei giorni in cui infieriva una terribile pestilenza, il grande salone dell’Arengario divenne una sala che ospitava i malati come succursale dei lazzaretti situati fuori dalla città.
ARENGARIO CURIOSITÀ 1\3
Sopra la porticina d’ingresso dell’Arengario è murata una lapide proveniente dal distrutto palazzo Pretorio che porta incisa la scritta “MCCLXXXXIII de mense iunii” che sarebbe la data precisa della costruzione. Nell’area coperta del porticato dell’Arengario si svolgeva il mercato. I venditori pagavano 12 soldi all’anno per ogni braccio di suolo occupato.
ARENGARIO CURIOSITÀ 2\3
Qui, stavano i campioni delle unità di misura più usate. Tra di esse c’erano lo staio e l’antico masso utilizzati rispettivamente per il controllo delle misure di lunghezza e di peso. Oggi sono ancora visibili, il primo tra i reperti conservati nel museo dell’Arengario, il secondo, davanti all’ingresso della Biblioteca civica.
ARENGARIO CURIOSITÀ 3\3
ArengarioArengario: Piazza Roma – Monza telefono 039 322086
orari: possono variare in relazione alle mostre quindi verificare sempre via telefono. Per conoscere le mostre in corso visitare il sito:
www.comune.monza.mi.it nella colonna di destra alla voce ‘Spettacolo e cultura’.
1. Storia
2. Descrizione
3. C’è da vedere
4. Curiosità
5. Informazioni
Nel 1884, durante il regno di Umberto I e Margherita di Savoia, si decise di costruire a Monza la nuova stazione ferroviaria, con una sala d’aspetto riservata ai reali che veniva usata durante i loro soggiorni estivi alla Villa Reale e che verrà utilizzata dai Savoia per sedici anni.La sala perse funzione e significato quando, nell’ottobre del 1900, la Famiglia Reale decise di non fare più ritorno sul luogo del regicidio
SALETTA REALE STORIA
(Umberto I era stato ucciso da un colpo di pistola dell’anarchico Gaetano Bresci), chiudendo definitivamente l’epoca d’oro vissuta da Villa e dalla città nella seconda metà dell’Ottocento.
Le decorazioni, in larga misura floreali, che ornano le pareti e il soffitto della Saletta Reale costituiscono un tipico esempio di quel gusto che caratterizzò il decoro lombardo degli ultimi decenni dell’Ottocento. Le ragioni dello sviluppo di questo stile sono determinate dall’ascesa della borghesia imprenditoriale che dava sfoggio delle proprie conquiste economiche e sociali anche attraverso il decoro domestico.
SALETTA REALE DESCRIZIONE
La Saletta del Re si trova all’interno dell’edificio della Stazione Ferroviaria, sul lato destro rispetto all’ingresso principale, con accesso dalla banchina del primo binario.L’ambiente è di forma rettangolare e il pavimento è in mosaico.
SALETTA REALE C’È DA VEDERE
Il soffitto contiene al centro, in una forma ellittica, l’affresco di Mosé Bianchi raffigurante “Il Genio di Casa Savoia”.
L’ambiente appare di impianto neorinascimentale con stucchi, boiseries, pannelli dipinti, contorni di legno decorato. Sulla parete nord è inserito un pregevole caminetto in marmo, mentre sulla parete sud è addossata una consolle con specchiera.
Due carrozze reali, quelle collocate in mezzo al treno, portavano esternamente lo stemma reale e internamente erano tutte tappezzate di seta ed offrivano tutte le comodità possibili. Vi si montava per mezzo di piccoli marciapiedi articolati e tutte le sbarre di appoggio erano dorate.
SALETTA REALE CURIOSITÀ 1\3
Un “treno speciale” era riservato ai componenti della Famiglia Reale ed ai loro ospiti. La regina viaggiava nel treno reale composto da due locomotive, da quattro carrozze per la Famiglia Reale, da altre due per il seguito e da un furgone per il bagaglio.
La seconda carrozza, destinata per il re ed il seguito, era composta da una cabina regale e da quattro cabine per i grandi funzionari di corte.
SALETTA REALE CURIOSITÀ 2\3
La prima carrozza era divisa in una comoda cabina, con letto e gabinetto da toilette, nella quale dormiva la Regina, in tre cabine per le dame d’onore. Vi era anche un salottino dove, durante il giorno, la regina si tratteneva a conversare.
Nella terza carrozza vi erano le cabine per le persone della corte ed un’ elegante sala da pranzo per circa venti persone; la cucina occupava una parte della quarta carrozza. Tutte le vetture reali comunicavano tra loro ed erano illuminate a luce elettrica.Per non turbare il sonno della regina, le carrozze non avevano freni; ne erano muniti solo le locomotive e il furgone.
SALETTA REALE CURIOSITÀ 3/3
La Saletta RealeLa Saletta Reale della stazione di Monza è aperta al pubblico grazie alla disponibilità dell’Associazione Amici dei Musei di Monza.Orario: da martedì a sabato dalle 15 alle 18.
Telefonando al numero 039.737496 dell’Associazione Amici dei Musei di Monza è possibile prenotare visite anche la domenica.
SALETTA REALE
•STORIA
•DESCRIZIONE
•C’É DA VEDERE
•CURIOSITACURIOSITA’
•INFORMAZIONI
LA VILLA REALELA VILLA REALE
Nel 1775 Ferdinando prende in considerazione l’ ipotesi di
una casa di campagna dove passare fuori la calda stagione.
Fu scelta Monza. La Villa fu realizzata a partire dal 1777. La
Villa vive anni di splendore sino all’ arrivo a Milano dei
francesi, che vi insediano un reggimento di ussari.
VILLA REALE STORIA 1\5
Nella seconda metà del Settecento
Maria Teresa d’ Austria invia
a Milano il figlio prediletto
Ferdinando con il compito di
rappresentare la Casa d’ Austria.
Intorno al 1803, vengono avviati lavori di ripristino per sistemare
l’ edificio per un soggiorno di Napoleone. Con l’ incoronazione di
quest’ ultimo nel 1805, Monza assurge il titolo di “città imperiale”
e la Villa viene detta “Reale”.
VILLA REALE STORIA 2\5
Occupata nel 1859 dai militari di Radetsky , la Villa ritorna
ad essere la sede di una corte sfarzosa durante il soggiorno
dell’ ultimo rappresentante della Casa d’ Austria, Massimiliano I.
VILLA REALE STORIA 3\5
Con la proclamazione del regno d’Italia, Milano decade dal
luogo di capitale e la Villa, svincolata da funzioni di Stato,
diventa un luogo di villeggiatura. Già dopo il 1859, Umberto I
inizia a trascorrervi lunghi periodi di svago e riposo. L’
uccisione di Umberto, avvenuta a Monza il 29 luglio 1900,
pone fine all’esistenza della Villa come dimora regale.
Chiusa nel 1929 l’ Università delle Arti Decorativa che aveva
Trovato posto nelle scuderie.
VILLA REALE STORIA 4\5
Chiusa nel 1929 l’ Università delle Arti Decorativa che aveva
Trovato posto nelle scuderie. La Villa ,dapprima,
abbandonato,viene occupata nella II Guerra Mondiale,da
truppe e senza tetto. Successivamente ospita le più
disparate manifestazioni. Nel 1996 la Villa passa in
concessione gratuita ai Comuni di Milano e Monza,restando
in possesso dello Stato solo l’ala meridionale.
VILLA REALE STORIA 5\5
VILLA REALE DESCRIZIONE 1/8
VILLA REALE DESCRIZIONE 2/8
PIANTA DEL PIANTA DEL
I PIANO NOBILEI PIANO NOBILE
VILLA REALE DESCRIZIONE 3/8
Il centro dell’edificio ha uno schema ad U tipico delle
ville lombarde, con doppia facciata, una sulla corte
d'onore e una verso il giardino. Delle due facciate la più
importante è quella a levante che dà sui giardini.
L'ingresso principale della Villa, rivolto a ponente, dà
invece su due ampi cortili. La vasta facciata della villa,
fitta di finestre spartite da lesene(pilastro verticale su
una superficie verticale), è adornata da uno scalone e
da una terrazza.
Il cortile d'onore, compreso fra i due bracci, venne chiuso
per il quarto lato da una cancellata di ferro a lance dorate,
in seguito ad una sommossa popolare, durante la quale la
folla giunse fino alla gradinata d'ingresso. Alla fine dello
schema ad U vi sono due corpi avanzati più bassi - la
Cappella Reale a sinistra e la Cavallerizza a destra - dai
quali si sviluppano delle ali laterali subalterne. Nell'ala
sinistra sono collocati il Teatrino, le ex cucine, gli
appartamenti della servitù, la Rotonda ed il Serrone.
Nell'ala destra vi erano le scuderie e le rimesse.
VILLA REALE DESCRIZIONE 4/8
L'interno, nella sua parte principale, è composto da una serie
infinita (600) di stanze tutte collegate fra loro. Gli ambienti,
molto fastosi, sono impreziositi da stucchi, sete, affreschi,
fregi, pavimenti in marmi pregiati o in legno intarsiato, alcuni
disegnati da Maggiolini. Questi ambienti hanno subito diversi
rimaneggiamenti soprattutto nell'800 e molti arredi preziosi
sono andati dispersi.
VILLA REALE DESCRIZIONE 5/8
VILLA REALE DESCRIZIONE 6/8
Di fronte all'entrata, dopo il vestibolo circolare, c'è la grande
sala del trono o sala degli arazzi, usata anche come salone
da ballo.
Le pareti sono ricche di decorazioni, in alto corre una
balaustra di legno, cui si accede dal secondo piano che si
VILLA REALE DESCRIZIONE 7/8
raggiunge salendo uno
scalone di marmo
bianco: qui troviamo
una serie di sale
ornatissime, sfarzose,
ma tutte di epoca
posteriore a quelle del
primo piano.
Attualmente la parte centrale della villa e l'ala meridionale
destra che ospita gli appartamenti di Re Umberto I, hanno
subito un restauro conservativo; mentre l'ala sinistra, tutto il
secondo piano e il mezzanino sono alquanto degradati.
La Cappella, il Teatrino, la Rotonda e il Serrone sono ritornati
splendidi dopo un ottimo restauro.
La villa nei secoli ha subito diverse destinazioni d'uso, oggi le
intenzioni degli amministratori sono di riportarla agli splendori
di un tempo e di poterla utilizzare per manifestazioni di alto
livello e di pubblica utilità.
VILLA REALE DESCRIZIONE 8/8
•La Cappella Palatina
•La Biblioteca
•L’Appartamento di Umberto I
•La Rotonda
•Il Serrone
•Il Teatrino
VILLA REALE C’È DA VEDERE
VILLA REALE C’È DA VEDERE 1/7
La Cappella PalatinaLa Cappella Palatina è sorta
contemporaneamente alla Villa Reale per
opera di Giuseppe Piermarini. Dedicata alla
Madonna Immacolata, presenta una
straordinaria quantità di opere pittoriche, di
angeli stuccati e di icone santi. Essa ha
croce centrale a volta greca e la cupola è
decorata con stucchi. Nelle nicchie agli
angoli vi sono le statue di santi, come
S.Francesco, S. Ferdinando di Spagna o
S.Enrico di Germania.
La Biblioteca di CorteLa Biblioteca di Corte
La biblioteca della Villa Reale, è
situata nella parte centrale della
Villa, l’ultima stanza a sinistra.
Questa era destinata a contenere
tutti i volumi voluti da Umberto I
(ultimo re d’Italia) e da sua moglie
Margherita di Savoia. Il re teneva
molto a questo ambiente, forse
perché si dice che abbia speso circa
100.000 £ per la costruzione della
sua biblioteca privata.
VILLA REALE C’È DA VEDERE 2/7
L’Appartamento di Umberto IL’Appartamento di Umberto I
L’appartamento reale di Umberto I è
situato nella parte centrale della Villa,
sull’ala di destra. Il suo appartamento si
può dividere in due parti. La prima parte
era l’alcova, dove Umberto dormiva,
costituita da un letto dorato e sei
poltrone con preziosi cuscini azzurri.
Nella camera, sopra la porta, si scorge
lo stemma sabaudo, dorato e decorato
interamente da Piermarini.
VILLA REALE C’È DA VEDERE 3/7
VILLA REALE C’È DA VEDERE 4/7
La seconda parte era lo
studio, con tappezzeria
decorata con ghirlande di
fiori e pavimento a intarsio
della bottega Maggiolini.
Il bagno dell’appartamento è costituito da un pavimento di
piastrelle che termina con due scalini in marmo che
contengono una vasca da bagno incassata realizza
interamente in puro marmo di Siena. La tappezzeria è in
velluto, decorata con fiori impressi sul muro.
VILLA REALE C’È DA VEDERE 4/7
Il guardaroba presenta una tappezzeria a stemmi sabaudi,
armadio e tavolo laccati a pastello. L’armadio nasconde,
dietro alle ultime due ante, delle scale che portano ai locali
di servizio sottostanti.
Si trova alle spalle del teatrino e collega
attraverso due porte mobili coperte da
specchi, la serra e gli appartamenti
reali. E’ una sala circolare decorata con
stucchi e con affreschi raffiguranti il
mito di Amore e Psiche. Fu usata dall’
Arciduca Ferdinando, per il matrimonio
del quale era stata costruita, come sala
da caffè e di conversazione. Dopo il
primo restauro (1938) la Rotonda venne
chiusa al pubblico e riaperta dopo
l’intervento recente.
LA ROTONDA LA ROTONDA DELL’APPIANIDELL’APPIANI
VILLA REALE C’È DA VEDERE 5/7
Il Serrone, o limoniera, occupa
la parte finale dell’ala nord della
Villa Reale ed era uno spazio
dedicato alla coltura di aranci,
cedri e limoni. La struttura viene
illuminata da finestroni e da un
portone arcuato. Il serrone fu
inaugurato il giorno del
matrimonio dell’Arciduca
Ferdinando e di Maria Beatrice
Ricciarda D’Este. Attualmente il
Serrone è destinato a spazio per
mostre.
IL SERRONEIL SERRONE
VILLA REALE C’È DA VEDERE 6/7
IL TEATRINO DI IL TEATRINO DI
CORTECORTE Il teatrino fu progettato da Luigi
Canonica, che lo collocò alla sinistra
del cortile d’onore. E’ di forma circolare
ma di piccole dimensioni: spiccano il
palco reale in damasco rosso ed il
loggione del quale si ha una visione
completa del sipario che fu realizzato
su disegno e su idea di Andrea
VILLA REALE C’È DA VEDERE 7/7
Appiani: la tela rappresenta Bacco giovinetto trascinato sopra un
caprone da un gruppo di putti, tra le ombre di un fitto bosco.
Offre brillanti serate artistiche, dopo il restauro avvenuto nel
1970: concerti, balletti e rappresentazioni teatrale.
VILLA REALE CURIOSITÀ 1\5
•Il Roseto
•La Torretta Viscontea
•Il Tempietto
•L’appartamento di Umberto I
•Le scuderieLe scuderie
Entrando dall’ingresso principale, prospiciente al Viale Cesare
Battisti sulla sinistra, davanti al Serrone, si estende il Roseto,
gestito dall’ Associazione delle Rosa, voluta da Signor Niso
Fumagalli, fondatore dell’industria Candy, negli anni 60.
VILLA REALE CURIOSITÀ 2\5
IL ROSETOIL ROSETO
Ogni anno da quella data,
si tiene il concorso
internazionale della rosa
più bella. Le rose premiate
rimangono nel roseto della
Villa.
Al centro dei giardini della Villa Reale
proprio verso la zona della cascina
Bastia al lato del laghetto spicca
un’antica torre costruita a cavallo tra il
1805 e il 1825 con materiali di
recupero provenienti da Milano, venne
eretta per abbellire i giardini. Oggi la
Torretta è in attesa di essere utilizzata.
VILLA REALE CURIOSITÀ 3\5
LA TORRETTA LA TORRETTA ""VISCONTEA”VISCONTEA”
Nel giardino all’inglese della
Villa Reale spicca proprio al
centro del laghetto una
costruzione stile dorico con
quattro colonne in pietra
sormontate da un frontone
triangolare.
VILLA REALE CURIOSITÀ 4\5
IL TEMPIETTOIL TEMPIETTO
Probabilmente l’epoca di costruzione è la stessa della cascina
Costa Bassa e del Cavriga (primi Ottocento) e venne
costruito come edificio di abbellimento dei giardini reali.
Nel bagno reale vi è una vasca in marmo
di Siena in cui, dopo l’attentato del 29
luglio 1900, fu conservato il cadavere di
Umberto I, in attesa del rientro
dell’erede al trono, il figlio Vittorio
Emanuele III.
L’APPARTAMENTO DI UMBERTO IL’APPARTAMENTO DI UMBERTO I
VILLA REALE CURIOSITÀ 5\5
Entrando nel cortile d’onore, sulla destra di fronte alla
chiesa si trova la Cavallerizza, a destra della quale si
trovano le scuderie dove è presente l’Istituto Statale d’arte,
scuola fondata nel 1921, dalla Società Umanitaria, in cui
hanno insegnato celebri artisti. Oggi lì si insegna grafica e
arredamento ed è stata avviata la sperimentazione del
Liceo Artistico Statale.
VILLA REALE CURIOSITÀ
LE SCUDERIELE SCUDERIE
1)I giardini della Villa Reale sono aperti al pubblico secondo il
calendario e gli orari stabiliti dall'Amministrazione del Parco e
della Villa Reale ed esposti agli ingressi.
INGRESSI AI GIARDINIINGRESSI AI GIARDINIVILLA REALE INFORMAZIONI 1\2
L'accesso del pubblico ai giardini della
Villa Reale è disciplinato particolarmente
dalla seguente normativa:
2) Nei giardini della Villa Reale è consentito l'ingresso ai soli
pedoni.
3) I bambini al di sotto degli 8 anni devono essere accompagnati
da persone adulte
4) I cani devono essere tenuti al guinzaglio.
5) E' vietato a chiunque calpestare o danneggiare le aiuole, i
tappeti erbosi, le piante, gli arbusti e i seminati, nonché cogliere
fiori
6) Nei giardini della Villa Reale è vietato il gioco del pallone e
simili.
VILLA REALE INFORMAZIONI 2\2
IL PARCOIL PARCO
•STORIASTORIA
•DESCRIZIONE
•C’È DA VEDERE
•CURIOSITÀCURIOSITÀ
•INFORMAZIONIINFORMAZIONI
• Il progetto
• La gestione
PARCO STORIA
PARCO STORIA : IL PROGETTO 1/6
Il Parco di Monza nasce
grazie al volere
dell'Imperatore Napoleone
Bonaparte, o meglio dal
vicerè Eugenio di
Beauharnais,il quale,
verso i primi dell''800, su modello dei grandi parchi francesi
come quello di Versaille, avvia il grande progetto per
l'ampliamento del complesso della Villa e dei giardini.
PARCO STORIA : IL PROGETTO 2/6
La prima testimonianza è
riportata nel III Statuto
Costituzionale del giugno
1805. Nel settembre dello
stesso anno viene
emanato un decreto
imperiale per la
costruzione del parco nel
territorio monzese, allo
scopo di farne una tenuta
agricola modello e di
caccia.
PARCO STORIA : IL PROGETTO 3/6
In quegli anni Luigi Canonica,
di origini svizzere, già allievo
del Piermarini, era architetto
"Nazionale" della corte
francese e così viene
incaricato della
progettazione dell'opera. All'interno della cinta muraria furono
compresi ampi agricoli, strade, cascine, ville e giardini
preesistenti ed ora facenti tutti parte del complesso, quasi un
compendio del territorio agricolo lombardo.
Il Canonica modella e
modifica le strutture
esistenti, abbatte le cascine
di "cadente struttura" e
preserva invece i complessi
paesaggistici importanti
come le ville Mirabello e
Mirabellino, trasformandoli
ed arricchendoli.
PARCO STORIA : IL PROGETTO 4/6
PARCO STORIA : IL PROGETTO 5/6
Vengono individuate tre zone principali, corrispondenti ad
ambienti naturali diversi: La zona vicina alla Villa, a Sud, viene
mantenuta a giardino e campagna aperta; la zona a Nord ,
sicuramente la più indicata allo scopo, viene piantumata a
bosco, il cosiddetto "Bosco Bello", funzionale soprattutto alle
cacce. La fascia lungo il fiume Lambro, in posizione inferiore
rispetto alle Ville ed alla parte agricola centrale, viene
mantenuta con vegetazione riparia da zona umida. Per
collegare le diverse zone del parco, Canonica crea un asse
principale Nord-Sud, il viale Mirabello ed il suo proseguimento,
il viale del Gernetto, che porta sino al "Rondò della Stella", al
centro del Bosco Bello.
PARCO STORIA : IL PROGETTO 6/6
vengono adibite ad
allevamento di fagiani. Per
impedire poi agli stessi
animali di fuggire vengono
realizzate due cancellate per
chiudere l'ingresso e l'uscita
del fiume Lambro.
Trasversalmente a tale viale una rete di viali secondari
distribuisce i percorsi in tutto il parco. Grande attenzione
è data agli allevamenti degli animali da liberare nel parco
per le cacce. Viene creato un vasto serraglio per i cervi,
all'interno del bosco bello, verso Lesmo, mentre alcune
PARCO STORIA : LA GESTIONE 1/5
Il periodo che va dal 1807 sino al 1900, vede il succedersi di
numerosi fruitori e gestori del parco, che, pur sfruttando la
struttura, hanno mantenuto il parco intatto.
Nel maggio 1814 rientrano a Monza le truppe austriache e nel
1814 Ranieri, nominato Vicerè, entra in possesso della Villa e
del parco. Il parco viene aperto
al pubblico, in realtà, dal 1820 al
1860.
PARCO STORIA : LA GESTIONE 2/5
Anche per tale rapporto esisteva un apposito regolamento.
Le pene per i trasgressori ai regolamenti erano molto elevate
e venivano applicate con severità .
L'amministrazione provvedeva
all'organizzazione della tenuta agricola e
di Caccia secondo procedure e
regolamenti scritti molto precisi e
severi. Il territorio del parco era diviso in
appezzamenti (colonie) e dato in
gestione a fittavoli che pagavano il
canone parte in danaro e parte in
"natura".
PARCO STORIA : LA GESTIONE 3/5
Nell'agosto del 1858 il parco viene chiuso nuovamente al
pubblico dagli Austriaci e nel 1860 passa alla famiglia
Savoia che lo riapre al pubblico nel 1864.
Umberto I soggiorna a lungo a Monza. Grazie al sovrano,
il parco mantiene il suo primitivo splendore sino al 29
luglio del 1900, quando Umberto viene ucciso proprio
davanti alla Villa Reale.
PARCO STORIA : LA GESTIONE 4/5
Il figlio di Umberto I, Vittorio Emanuele III, non ama la
tenuta monzese, così se ne disinteressa e se ne libera
appena possibile, cedendola, nel 1919, all'Opera Nazionale
Combattenti.
Nel 1920 il Parco viene ceduto ad un
consorzio formato dai comuni di
Milano, di Monza e dalla Società
Umanitaria. A sua volta il consorzio
concede a terze parti consistenti del
parco, contribuendo al definitivo
declino del grande parco originario.
PARCO STORIA : LA GESTIONE 5/5
Vengono realizzati negli anni il Campo da Golf, il Tennis-club e la
pista di hockey, con l'entrata a fianco della Villa, mentre, in
prossimità della villa Mirabello, sino dal 1990, trova sede il Polo
Club monzese.
Nel 1996, a seguito di alcuni interventi di messa in sicurezza
della pista dell'autodromo, la Regione Lombardia, in
collaborazione con i Comuni interessati, il Parco della Valle del
Lambro e la Sovraintendenza ai Monumenti di Milano, ha messo
a punto e finanziato un programma triennale di interventi
straordinari per la riqualificazione del parco e delle strutture in
esso contenute.
Il Parco di Monza, esteso quasi 700 ettari,
costituisce uno tra i maggiori parchi
storici europei ed il maggiore tra quelli
cintati da mura. È stato voluto da Eugenio
de Beauharnais e dai diversi sovrani che
nel tempo hanno soggiornato a Monza,
Ferdinando II, Ranieri d'Austria sino ad
Umberto I Savoia. I veri artefici dei
cambiamenti sono stati, in realtà, i
giardinieri, gli architetti e gli
amministratori che si sono occupati della
sua manutenzione e del suo sviluppo.
PARCO DESCRIZIONE 1/5
Con l'inizio del secolo, il disegno originario è stato ulteriormente
e profondamente alterato dall'introduzione di attrezzature ed
impianti che poco avevano a che fare con l'ambiente
circostante. Nonostante tutto questo, il Parco di Monza è, ancora
oggi un paesaggio unico, caratterizzato da notevoli valori storici,
culturali ed ambientali.
Oggi, percorrendo i suoi viali di antiche origini, è possibile,
socchiudendo gli occhi, osservare un piccolo concentrato di
quello che era la Brianza ottocentesca.
Un parco senza precedenti ed ancora oggi unico nel suo genere.
PARCO DESCRIZIONE 2/5
La specie più diffusa all’interno dei boschi è la Farnia, specie
principe dell’antica foresta planiziale lombarda, sovente ibridata
con altre specie quercine, in particolare la
Rovere. Altri alberi tipici locali molto diffusi
nei boschi del Parco sono gli Aceri, il Carpino
bianco ed il Frassino. Ci sono anche alcune
piante esotiche tra cui la Robinia e la Quercia
rossa; l’Ailanto ed il Ciliegio tardivo, e le Tulipifere. I ciliegi da frutto
derivano probabilmente da due specie separate, una a frutto dolce
(ciliegio dolce) e l’altra con un frutto più amarognolo (ciliegio acido
o amareno). I ciliegi vengono ampiamente coltivati per i loro frutti
gustosi, per la magnifica fioritura o come alberi da legname.
LA FLORALA FLORAPARCO DESCRIZIONE 3/5
I GIGANTI VERDII GIGANTI VERDIUna peculiarità che ha reso famoso il Parco
di Monza nel mondo nei suoi duecento anni
di vita è costituita dal vasto campionario di
alberi, quasi un collage di un’opera d’arte
naturalistica. Nel parco infatti si può
ammirare una varietà di essenze di elevato
pregio. Alcune di esse sono considerati dei
veri e propri monumenti naturali. Anche i
Giardini della Villa Reale di Monza,
splendido esempio di giardino all’inglese,
offrono al visitatore il contatto con alberi
maestosi provenienti da tutto il mondo.
PARCO DESCRIZIONE 4/5
Il Parco di Monza nacque con due scopi ben precisi: farne una
tenuta modello, dove si potevano sperimentare le più varie
culture e, al tempo stesso, una riserva di ripopolamento e di
caccia al cervo, alla volpe ed al capriolo.
Attualmente la presenza di animali si
limita fra gli uccelli al Fagiano, alla
Tortora, al Colombaccio, alla Gallinella
d’Acqua, ai Germani, all’Airone cinerino,
al Cuculo oltre alla Cornacchia grigia, al Merlo, alla Cincia. Tra i
mammiferi, il Ghiro, il Riccio, la Lepre ed il Coniglio selvatico. Vi
è pure la presenza, anche se limitata, della Volpe, della Donnola
e, tra i rapaci notturni della Civetta e dell’Allocco.
LA FAUNALA FAUNAPARCO DESCRIZIONE 5/5
• AUTODROMO
• CASCINE
• MULINI
• VILLE
PARCO C’È DA VEDERE
L’autodromoL’autodromo di Monza fu
costruito con l’appoggio
della SIAS fra il mese di
Maggio e il mese di Agosto
del 1922, nel tempo record
di 110 giorni, seguendo il
progetto di Alfredo Rosselli.
PARCO C’È DA VEDERE: AUTODROMO 1/2
L’autodromo fu edificato per ospitare il Gran Premio
d’Italia di Formula Grand Prix del 1922. Per il progetto la
SIAS si fece concedere 370 ettari di terreno, per
sviluppare un tracciato che in origine doveva misurare 14
km che poi furono ridotti a 10. L’autodromo e’ stato
modificato molte volte, l’ultima nel 2000.
PARCO C’È DA VEDERE: AUTODROMO 2/2
CASCINA BASTIACASCINA BASTIA: sulla destra del viale Cavriga, entrando dalla porta
di Monza
CASCINA CAVRIGACASCINA CAVRIGA: sull’incrocio fra viale Cavriga e viale Mirabello,
sulla sinistra entrando dalla porta di Monza
CASCINA DEL SOLECASCINA DEL SOLE: seguendo il viale Cavriga a destra, sul viale
omonimo
PARCO C’È DA VEDERE: CASCINE 1/4
CASCINA FRUTTETOCASCINA FRUTTETO:
sulla sinistra del viale
Cavriga, entrando dalla
porta di Monza
CASCINA CERNUSCHICASCINA CERNUSCHI: dopo la Cascina del sole, seguendo il
vialetto a sinistra che porta a viale Mirabello
PARCO C’È DA VEDERE: CASCINE 2/4
SERRAGLIO DEI CERVISERRAGLIO DEI CERVI:
all’interno dell’autodromo,
presso la curva del serraglio
CASCINA COSTA BASSACASCINA COSTA BASSA:
entrando dalla porta di
Biassono
CASCINA COSTA ALTACASCINA COSTA ALTA: partendo dalla cascina costa bassa
seguendo per il viale di Biassono
FAGIANAIA REALEFAGIANAIA REALE: dopo l’incrocio con
viale Mirabello, venendo dal viale di
Biassono verso il viale di Vedano
CASCINA CATTABREGACASCINA CATTABREGA: lungo il viale
omonimo, al fianco del Mirabello
CASCINE CASALTA VECCHIA E NUOVACASCINE CASALTA VECCHIA E NUOVA:
sul viale Mirabellino
CASCINA FONTANACASCINA FONTANA: sul viale Mirabellino
CASCINA SAN FEDELECASCINA SAN FEDELE: percorrendo il
viale Mirabellino
PARCO C’È DA VEDERE: CASCINE 3/4
CASCINA SAN FEDELECASCINA SAN FEDELE
La cascina San Fedele sorge
su un dosso e gode di una
vista panoramica. Il nome
risale al nome della chiesa
altomedievale da cui è stato
ricavato il materiale per la
costruzione delle
decorazioni.
PARCO C’È DA VEDERE: CASCINE 4/4
MULINI ASCIUTTIMULINI ASCIUTTI
quindi prima della costruzione del parco. Di 2
mulini si perde ogni traccia, il terzo, invece, è
ancora presente: è opera dell’ingegner Tazzini.
Questo mulino risale circa agli anni trenta del XIX
secolo, cosa documentata in una stampa
dell’epoca in cui è ritratta una vista oggi perduta
a causa della vegetazione.
PARCO C’È DA VEDERE: MULINI 1/2
Il mulino è formato da due corpi uniti da un grande arco centrale
e due fienili ai lati
Per raggiungerli, dal viale Mirabello seguire per viale Cavriga e
poi per viale Pineta. I mulini asciutti sono 3, costruiti nel 1615,
MULINO DEL CANTONEMULINO DEL CANTONE: dalla
Fagianaia seguire il viale sterrato,
fino al viale Mulino del Cantone.
Complesso segnalato in una
mappa del 1615.
PARCO C’È DA VEDERE: MULINI 2/2
MULINI DI SAN GIORGIOMULINI DI SAN GIORGIO: fino al ponte seguire viale Mulini
asciutti, poi viale Mulini di S.Giorgio.
Anche questi mulini risalgono al 1615 e prendono il nome dal
vicino paese.
MIRABELLOMIRABELLO
Il 30 aprile 1652 Giuseppe Durini,
fratello cadetto di Giovanni Battista,
acquista la “casa nobiliare” del
Mirabello. Giuseppe decise di
ristrutturare la villa nel 1656 e
affidò i lavori a Gerolamo Quadrio.
Quadrio modifica la villa da un
castello/palazzo con ingresso a U, a
una villa di campagna, il cui
modello negli anni seguenti si
diffonde in Brianza.
PARCO C’È DA VEDERE: VILLE 1/2
MIRABELLINOMIRABELLINO Il Mirabellino nasce dall’idea del
cardinale Angelo Maria Durini di
arricchire la proprietà di famiglia con
una villa gemella al Mirabello. Nel
1776 partono i lavori, affidati a Giulio
Galliori che progetta una villa di
campagna con pianta a U e cortile
esterno, forma ormai molto diffusa in
Lombardia. Il 6 Dicembre 1806, la villa
viene ceduta dall’erede del cardinale
Giuseppe Trivulzio al Demanio.
PARCO C’È DA VEDERE: VILLE 2/2
•NASCITA
•SERRAGLIO
•CASCINA S.FEDELE
•I PERSONAGGI (FOTO)
•AUTODROMO
•IPPODROMO
•CAMPO DA GOLF
PARCO CURIOSITÀ
NASCITANASCITA
Il parco di Monza è nato il 14 settembre 1805 e ha una
superficie di 685 ettari: è il più grande Parco cintato d’Europa.
Le sue mura furono realizzate con i resti delle mura del comune
di Monza abbattute per volere di Napoleone.
Il parco ci permette di ricostruire l’ambiente della Valle Padana
con querce, pioppi e olmi.
Il viale principale si chiama Viale Cavriga; questo nome deriva
da “capra” perchè il viale sorge su un antico passaggio sul
Lambro dove i pastori guadavano con le loro greggi.
PARCO CURIOSITÀ 1/8
SERRAGLIOSERRAGLIO
Questo edificio si trova vicino
all’autodromo e risale al primo
ventennio dell’Ottocento.
Esso era il luogo dove venivano
tenuti i cervi e i caprioli che
venivano liberati per far cacciare
il Re.
PARCO CURIOSITÀ 2/8
La cascina San Fedele,
collocata su di un dosso
originariamente circondata da
vigneti, dove nel XIV secolo vi
fu uno scontro tra Guelfi e
Ghibellini, fu costruita con
materiali di recupero
derivanti dalla demolita
chiesa gotica di Santa Maria di
Brera a Milano e rivestito di
marmi chiari e scuri.
Questa cascina era usata
anche come canile reale.
CASCINA S.FEDELECASCINA S.FEDELE
PARCO CURIOSITÀ 3/8
GIUSEPPE PIERMARINIGIUSEPPE PIERMARINI
Uno dei personaggi più importanti della storia
del parco è Giuseppe Piermarini che nacque a
Foligno nel 1734. Nel 1769 giunse a Milano con il
maestro divenendo figura importantissima per
l’architettura lombarda dell’epoca fino ad essere
nominato nel 1779 Imperial Regio Architetto.Tra
il 1776 e il 1780 realizzò la Villa ReaLe di Monza
che si può considerare uno dei suoi capolavori,
ma la sua opera più famosa resta il Teatro alla
Scala di Milano. Una volta perduti gli incarichi
ufficiali a Milano, Piemarini si ritirò nella sua città
natale, Filino dove morì nel 1808.
PARCO CURIOSITÀ 4/8
LUIGI CANONICALUIGI CANONICA
L’altro personaggio importante è Luigi
Canonica architetto luganese nato nel 1764
a Tesserete. Svolse la sua attività
soprattutto a Milano e in Lombardia. Diventò
poi un personaggio di rilievo nel suo campo,
tanto da essere nominato architetto ufficiale
della Repubblica Cisalpina.
Nel 1807 si inaugurò quella che sicuramente
è la sua opera più grande: l’Arena di Milano.
Molte sono le costruzioni da lui realizzate in
tutta la Lombardia, come la sistemazione del
Parco Reale di Monza.
PARCO CURIOSITÀ 5/8
L’AUTODROMOL’AUTODROMO
Nel 1922 la SIAS ottenne in concessione 370 ettari
costituenti la quasi totalità delle aree boscate settentrionali
del parco. Nel tempo record di 100 giorni fu edificato
l'Autodromo.
PARCO CURIOSITÀ 6/8
Nel febbraio del 1922 fu data in
concessione alla SIRE parte dell'area
centrale del parco, circa 100 ettari
tra le ville Mirabello e Mirabellino,
per costruire un ippodromo.
Chiusa alla fine degli anni '70, la
struttura ha subito un rapido
degrado, culminato con l'incendio
che ha distrutto completamente le
tribune.
IPPODROMOIPPODROMO PARCO CURIOSITÀ 7/8
IL CAMPO DA GOLFIL CAMPO DA GOLF
Nel 1929 un'altra porzione consistente del parco, nella parte
settentrionale, fu ceduta per la costruzione del campo di
golf.
Inizialmente il campo era costituito da 9 buche, subito
portate a 18.
Nel 1958 il campo fu ulteriormente ampliato e spostato
verso Nord, aumentando le buche a 27 e costruendo, su
progetto dell'architetto Vietti, la nuova club-house.
PARCO CURIOSITÀ 8/8
• DATI
• ORARI
• ATTREZZATURE
Superficie parco 685 ha
Superficie a prato 137 ha
Superficie a bosco
295 ha
Porte d’ingresso 5
Mura di cinta 13
Data di nascita 14 settembre 1805
DATI SUL PARCODATI SUL PARCO
PARCO INFORMAZIONI 1\6
Alberi ad alto fusto 110.000
Ponti 4
Ville storiche 3
Cascine 13
Mulini 3
Visitatori in un giorno 60.000
INFORMAZIONI SUL PARCOINFORMAZIONI SUL PARCO
PARCO INFORMAZIONI 2/6
ORARIORARI
Il parco è aperto tutti i giorni e l’entrata è gratuita.
Orari di apertura:
•Orario invernale, dalle 7.00 alle 19.00
•Orario estivo, dalle 7.00 alle 20.30
PARCO INFORMAZIONI 3/6
5 porte di ingresso:
•Villasanta
•Monza (Viale Brianza)
•Vedano
•S. Giorgio
•Biassono
2 parcheggi:
•Porta Vedano, gratuito (a fianco dell’ingresso dell’autodromo)
•Porta Monza, a pagamento (viale Brianza)
PORTE D’INGRESSO E PARCHEGGIPORTE D’INGRESSO E PARCHEGGI
PARCO INFORMAZIONI 4/6
ATTREZZATUREATTREZZATURE
•per gli amanti del jogging o del footing, sono presenti
percorsi gimnico-sportivi
•per chi gioca a bocce, alla Cascina del Sole ci sono i campi
da bocce
•per chi vuole imparare o sa già andare a cavallo, alla
Cascina Fontana c’è una scuola di equitazione e un
maneggio pubblico
•i matrimoni civili vengono organizzati nella sala di Villa
Mirabello
•le cerimonie religiose invece si effettuano nella cappella di
Villa Mirabello
PARCO INFORMAZIONI 5/6
ATTREZZATUREATTREZZATURE
•su Viale Boccaccio si apre l’ingresso del Tennis Club, circolo
privato a cui si accede tramite iscrizione
•nel Parco ha sede il Golf-club (27 buche), area privata in
concessione dagli enti gestori
•da Biassono, Via Maria delle Selve, si accede al campeggio
e piscina gestite in concessione dalla SIAS la società che
gestisce anche l’Autodromo dove si corre il gran premio di F1
•in Viale Cavriga si possono noleggiare biciclette e risciò
PARCO INFORMAZIONI 6/6
Un ringraziamento particolare ai ragazzi che hanno tradotto la presentazione nella loro lingua di origine: Stefano O. e Giuseppe G. per lo spagnolo; Olexandra M. e Katerina S. per il russo; James W. per l’inglese.
Hanno realizzato la “Guida di Monza” i ragazzi della Scuola in Ospedale (primaria, secondaria di primo e di secondo grado) e i ragazzi della classe II D della scuola E. Sala.
Istituto comprensivo
SALVO D’ACQUISTO - Monza