I PROCESSI FINANZIARI
DELLE IMPRESE
ALESSANDRO RUSSO
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CATANIA
CORSO DI LAUREA IN ECONOMIA AZIENDALE
CORSO DI ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE
DI COSA CI OCCUPEREMO?
Simuleremo di essere i manager finanziari di una start-up di cui valuteremo le scelte
finanziarie nei primi anni di vita.
Il nostro percorso sarà guidato dal seguente schema:
MANAGER FINANZIARI DELLA START-UP
In data 01/01/2016 viene costituita presso lo studio notarile la start-up CPC srl che si pone
l’obiettivo di fornire servizi di consulenza a 360° alle imprese. Viene versato un capitale
sociale di 10 mila euro
L’amministratore delegato ha definito una bozza di business model
canvas e ha dato mandato all’aula di Egi di definire il piano
economico-finanziario della start-up per il primo anno di attività
(2017).
IL BUSINESS MODEL CANVAS
Servizi di
consulenza
alle imprese
a 360°
Qualunque tipologia
di impresa con
programmi di
sviluppo
Giorni di dilazione
medi clienti: 30
Acquisizione clienti;
Elaborazione dati;
Output
Ingegneri;
Programmatori;
Commercialisti;
Giorni di dilazione
medi fornitori: 60
Tasso di
indebitamento banche:
5%
Aliquota imposte: 33%
Capitale proprio:
10.000
Costi variabili
operativi:
50% dei ricavi;
Costi fissi operativi:
Affitto studio: € 12.000
annui
Costo start-up: € 10.000
(ammortizzato in 5
anni)
Contatto diretto
Consulenza online
DI COSA SI COMPONE UN PIANO ECONOMICO-
FINANZIARIO?
Conto economico (ricavi e costi)
Stato patrimoniale (insieme di beni che rendono
possibile lo svolgimento dell’attività di impresa)
Rendiconto finanziario (entrate ed uscite di cassa)
PROVIAMO A DEFINIRE IL CONTO ECONOMICO
DELLA NOSTRA START-UP
L’amministratore delegato ci ha appena comunicato che nel primo anno
prevede di fatturare 100 mila euro. Ci ha altresì richiesto un conto
economico che gli permette di comprendere le variazioni dei margini
reddituali al variare del fatturato.
Conto economico a
margine di contribuzione
Anno
2016% Modalità di calcolo
Ricavi 100 100 Dato noto
Costi variabili operativi 50 50 50% * Ricavi
Margine di contribuzione 50 50 Ricavi-costi variabili operativi
Costi fissi operativi 12 12 Dato noto
Margine operativo lordo 38 38Margine di contribuzione – Costi fissi
operativi
Ammortamenti 2 2 Quota ammortamento costo start-up (10/5)
Margine operativo netto 36 36 Margine operativo lordo-ammortamenti
PROVIAMO A DEFINIRE LO STATO PATRIMONIALE
DELLA NOSTRA START-UP
L’amministratore delegato ci ha richiesto di definire uno
stato patrimoniale che gli permetta di comprendere quali
impieghi e quali fonti scadranno entro e oltre l’esercizio
in modo da valutare eventuali azioni finanziarie.
In questa sede ci ha comunicato di aver sottoscritto un
prestito chirografario di € 10 mila con una banca che
ammortizzerà in 10 anni.
LO STATO PATRIMONIALE FINANZIARIO
Per rispondere alla richiesta dell’AD utilizzeremo lo stato
patrimoniale finanziario che classifica gli impieghi in relazione alla
liquidità e le fonti in relazione alle esigibilità
Impieghi Fonti
ATTIVO FISSOCAPITALE
PROPRIO
ATTIVO CORRENTEPASSIVO
CONSOLIDATO
PASSIVO
CORRENTE
Impieghi liquidabili
oltre 12 mesi
Impieghi liquidabili
entro 12 mesi
Capitale dei soci
Fonti esigibili
oltre 12 mesi
Fonti esigibili
entro 12 mesi
LO STATO PATRIMONIALE FINANZIARIO
Definiamo le voci dell’attivo fisso della società:
La società ha sostenuto costi di start-up di 10 mila euro da ammortizzare in 5 anni.
La quota di ammortamento per 1 anno
è quindi pari a 2.
Iscriveremo quindi 8 mila euro tra le
immobilizzazioni immateriali
Impieghi Fonti
ATTIVO FISSOCAPITALE
PROPRIO
ATTIVO CORRENTEPASSIVO
CONSOLIDATO
PASSIVO
CORRENTE
Impieghi liquidabili
oltre 12 mesi
LO STATO PATRIMONIALE FINANZIARIO
Impieghi Importo Fonti
ATTIVO FISSO 8CAPITALE PROPRIOImmobilizzazioni
immateriali 8
ATTIVO CORRENTE PASSIVO CONSOLIDATO
PASSIVO CORRENTE
LO STATO PATRIMONIALE FINANZIARIO
Definiamo le voci dell’attivo corrente della società:
La società prevede di accordare 30 giorni di credito ai propri clienti.
Posso stimare i crediti commerciali così:
Impieghi
ATTIVO FISSO
ATTIVO CORRENTEImpieghi liquidabili
entro 12 mesi
Ricavi + Iva
365
xGiorni di
dilazione
100 + 22
365
x 30 = 10
LO STATO PATRIMONIALE FINANZIARIO
Impieghi Importo Fonti
ATTIVO FISSO 8CAPITALE PROPRIOImmobilizzazioni
immateriali 8
ATTIVO CORRENTE 10PASSIVO CONSOLIDATO
Crediti commerciali 10
PASSIVO CORRENTE
LO STATO PATRIMONIALE FINANZIARIO
Definiamo le voci del passivo corrente della società:
La società prevede di ricevere 60 giorni di dilazione dai
propri fornitori.
Posso stimare i debiti commerciali così:
Impieghi
ATTIVO FISSO
ATTIVO CORRENTEImpieghi liquidabili
entro 12 mesi
Costi di gestione + Iva
365
xGiorni di
dilazione
62 + 14
365
x 60 = 12
LO STATO PATRIMONIALE FINANZIARIO
Definiamo le voci del passivo corrente e consolidato
della società:
La società ha sottoscritto un prestito chirografario da
rimborsare in 10 anni di 10 mila euro.
La quota da rimborsare nell’esercizio è quindi pari a 1.000
euro
La quota da rimborsare oltre l’esercizio è quindi pari a 9.000
euro
LO STATO PATRIMONIALE FINANZIARIO
Impieghi Importo Fonti Importo
ATTIVO FISSO 8CAPITALE PROPRIOImmobilizzazioni
immateriali 8
ATTIVO CORRENTEPASSIVO
CONSOLIDATO9
Crediti commerciali 10Debiti finanziari a
mlt9
PASSIVO
CORRENTE13
Debiti finanziari a
bt1
Debiti verso
fornitori12
PROVIAMO A DEFINIRE IL CONTO ECONOMICO
DELLA NOSTRA START-UP
Alla luce dei dati finora esposti definiamo le voci mancanti del conto economico
Conto economico a
margine di contribuzione
Anno
2017% Modalità di calcolo
Ricavi 100 100 Dato noto
Costi variabili operativi 50 50 50% * Ricavi
Margine di contribuzione 50 50 Ricavi-costi variabili operativi
Costi fissi operativi 12 12 Dato noto
Margine operativo lordo 38 38Margine di contribuzione – Costi fissi
operativi
Ammortamenti 2 2 Quota ammortamento costo start-up (10/5)
Margine operativo netto 36 36 Margine operativo lordo-ammortamenti
Oneri finanziari 1 1 5%*(Debiti fin.mlt+deb.fin.bt) = 5%*10
Utile ante imposte 36 36 Margine operativo netto – oneri finanziari
Imposte 12 12 Utile ante-imposte + 33%
Utile netto 24 24 Utile ante-imposte - Imposte
A FINE ANNO A QUANTO AMMONTERÀ IL
CAPITALE PROPRIO DELLA SOCIETÀ?
Impieghi Fonti
ATTIVO FISSO CAPITALE PROPRIO
ATTIVO CORRENTEPASSIVO
CONSOLIDATO
PASSIVO CORRENTE
Capitale dei soci
Il capitale proprio della società è costituito dall’apporto dei soci in termini
di capitale sociale e dagli eventuali utili non distribuiti.
La società ha deciso di non distribuire utili
LA RICERCA OPERATIVA
Impieghi Importo Fonti Importo
ATTIVO FISSO 8 CAPITALE PROPRIO 34
Capitale sociale 10Immobilizzazioni
immateriali 8 Utili non distribuiti 24
ATTIVO CORRENTE PASSIVO CONS. 9
Crediti commerciali 10 Debiti finanziari a mlt 9
PASSIVO CORRENTE 13
Debiti finanziari a bt 1
Debiti vs fornitori 12
TOT.
IMPIEGHI18 TOTALE FONTI 56
Cercheremo adesso, attraverso la ricerca operativa, di definire le disponibilità liquide della società.
Lo faremo calcolando la differenza tra totale fonti e totale impieghi. Se il risultato dovesse risultare
negativo dovremmo intervenire sui debiti finanziari a breve termine e calcolare l’impatto in termini
di oneri finanziari.
FONTI – IMPIEGHI = 56 – 18 = 38
LO STATO PATRIMONIALE FINANZIARIO
Impieghi Importo Fonti Importo
ATTIVO FISSO 8CAPITALE
PROPRIO34
Capitale sociale 10Immobilizzazioni
immateriali 8 Utili non distribuiti 24
ATTIVO
CORRENTE48
PASSIVO
CONSOLIDATO9
Crediti commerciali 10Debiti finanziari a
mlt9
Disponibilità liquide 38PASSIVO
CORRENTE13
Debiti finanziari a bt 1Debiti vs fornitori 12
TOTALE
IMPIEGHI56 TOTALE FONTI 56
I DUBBI DELL’AMMINISTRATORE DELEGATO
Se tutto dovesse andare come previsto, potrei distribuire gli utili a fine anno?
Sono in grado di coprire i miei impegni a breve con quello che prevedo di incassare entro l’esercizio?
Forse ho sbagliato qualche valutazione di mercato… E se il mio fatturato fosse di 50 mila euro? Definire il piano economico finanziario in questa fattispecie.
Forse 30 giorni di dilazione ai clienti sono pochi... Non saremmo competitivi. Il piano reggerebbe comunque accordandone 90? Magari riuscirei ad ottenere il 5% di fatturato in più. Dovrei chiedere un fido? Simulare questa ipotesi nel nuovo piano economico-finanziario.
E’ TEMPO DI BILANCI…
Siete stati chiamati dal consiglio di
amministrazione per fornire
alcune indicazioni sulla situazione
economico-finanziaria dell’impresa
alla luce dei dati consuntivi al
31/12/2016.
Cercheremo di farci trovare
preparati a questo momento così
importante per la nostra azienda
DATI CONSUNTIVI AL 31/12/2016
Conto economico a margine di
contribuzione
Anno
2016 %
Ricavi 70 100%
Costi variabili operativi 35 50%
Margine di contribuzione 35 50%
Costi fissi operativi 12 17%
Margine operativo lordo 23 33%
Ammortamenti 2 3%
Margine operativo netto 21 30%
Oneri finanziari 1 1%
Utile ante imposte 20 29%
Imposte 7 9%
Utile netto 13 19%
DATI CONSUNTIVI AL 31/12/2016
Impieghi Importo Fonti Importo
CAPITALE PROPRIO 10
Utili non distribuiti 0
ATTIVO CORRENTE 27 PASSIVO CONSOLIDATO 9
Crediti commerciali 21 Debiti finanziari a mlt 9
Disponibilità liquide 6 PASSIVO CORRENTE 16
Debiti finanziari a bt 11
Debiti vs fornitori 5
TOTALE IMPIEGHI 35 TOTALE FONTI 35
8
Stato patrimoniale
ATTIVO FISSO
Capitale sociale 10
Immobilizzazioni immateriali 8
ANALISI DI LIQUIDITÀ E SOLIDITÀ PATRIMONIALE
Un indicatore che ci può aiutare a verificare la capacità dell’azienda di rimborsare
istante per istante le passività in scadenza senza compromettere le condizioni di
equilibrio patrimoniale ed economico (logica going concern) è il CAPITALE
CIRCOLANTE NETTO che si calcola:
ATTIVO CORRENTE – PASSIVO CORRENTE
ATTIVO
CORRENTE PASSIVO
CORRENTE
CAPITALE CIRCOLANTE NETTO
ANALISI DI LIQUIDITÀ E SOLIDITÀ PATRIMONIALE
Nel 2016 la società ha registrato un valore di CCN pari a:
Attivo corrente (27) – Passivo corrente (16) = 11
In presenza di valori positivi la società risulta in grado di far fronte al
rimborso delle proprie fonti a breve con gli impieghi a breve.
In presenza di valori negativi si sarebbe riscontrata una situazione di squilibrio
finanziario.
ANALISI DEL FABBISOGNO FINANZIARIO DI
CAPITALE CIRCOLANTE NETTO COMMERCIALE
L’AD ci ha chiesto se è possibile stimare il fabbisogno netto derivante dal ciclo acquisto-trasformazione-vendita in modo da comprendere se il capitale proprio dell’azienda è sufficiente o è opportuno chiedere un fido in banca
ANALISI DEL FABBISOGNO FINANZIARIO DI
CAPITALE CIRCOLANTE NETTO COMMERCIALE
A tal fine una grandezza fondamentale è il Capitale Circolante NettoCommerciale (CCNC), che rappresenta l’investimento effettuato nella gestionecaratteristica o corrente
CCNC=
CREDITI COMMERCIALI + SCORTE – DEBITI VS FORNITORI
Il CCNC rappresenta l’investimento effettuato nella gestione corrente, ossial’investimento netto richiesto dallo svolgimento della gestione operativa e corrente
CREDITI
COMMERCIALI
DEBITI
VS FORNITORI
CAPITALE CIRCOLANTE NETTO COMMERCIALE
SCORTE
IL CAPITALE CIRCOLANTE NETTO COMMERCIALE
DELL’AZIENDA
Capitale circolante
netto commerciale2016
Crediti commerciali21
Scorte0
Debiti verso fornitori 5
Capitale circolante
netto commerciale 16
Nel 2016 il
fabbisogno di capitale
circolante netto
commerciale è stato
pari a 16.
LA REDDITIVITÀ DEL CAPITALE INVESTITO (ROI) E
DEL CAPITALE PROPRIO (ROE)
Dal giorno della costituzione della nostra start-up
l’Ad ha manifestato un dubbio amletico. Avrebbe fatto
meglio ad investire le fonti finanziarie in banca o in
un’altra attività?
Per rispondere a questa domanda abbiamo pensato di
calcolare due indicatori di redditività, corollari del
generico indice:
PROFIT
INVESTMENT
MISURARE LA REDDITIVITÀ DEL CAPITALE
INVESTITO (ROI)
Il ROI è un indicatore che misura le potenzialità di reddito
dell’azienda indipendentemente dagli eventi extra-caratteristici,
dagli eventi finanziari e dalla pressione fiscale a cui il reddito
d’impresa è sottoposto. Inoltre, consente di valutare la redditività
dell’intero capitale investito nell’attività aziendale,
indipendentemente dalla provenienza delle fonti di finanziamento.
MARGINE OPERATIVO NETTO
CAPITALE INVESTITO (TOTALE IMPIEGHI) MEDIO
IL ROI DELLA NOSTRA AZIENDA
La nostra start-up ha prodotto un margine operativo
netto pari a 21 a fronte di impieghi totali pari a 35
Il ROI dell’azienda è pertanto il seguente:
MARGINE OPERATIVO NETTO
CAPITALE INVESTITO (TOTALE IMPIEGHI) MEDIO
21
35
= = 60%
MISURARE LA REDDITIVITÀ DEL CAPITALE PROPRIO
(ROE)
Il ROE è dato dal rapporto tra Utile Netto, ossia il reddito generato dalle
gestioni caratteristica, finanziaria e patrimoniale nonché dalle scelte di ordine
fiscale, e Capitale proprio medio
UTILE NETTO
CAPITALE PROPRIO MEDIO
IL ROE DELLA NOSTRA AZIENDA
La nostra start-up ha prodotto un utile netto pari a 13
a fronte di capitale proprio pari a 10
Il ROE dell’azienda è pertanto il seguente:
13
10
= = 130%
UTILE NETTO
CAPITALE PROPRIO MEDIO
L’AD è confuso… con questi livelli di redditività sarebbe opportuno espandere l’attività anche attraverso il ricorso a capitale di debito? Tenendo in considerazione tutti i debiti (finanziari e verso fornitori) quale tasso di interesse paghiamo? Quante volte siamo indebitati rispetto al capitale proprio?
SCELTE DI FINANZIAMENTO
IL TASSO DI ONEROSITÀ FINANZIARIA (I)
Per rispondere alla prima domanda dell’AD abbiamo bisogno di
concentrarci un attimo sulla sua seconda e terza richiesta:
scoprire qual è il tasso di onerosità finanziaria (i) sostenuto
dall’azienda e il rapporto Debito/Equity
Lo faremo attraverso le seguenti formule:
ONERI FINANZIARI
DEBITI FINANZIARI +
DEBITI VS FORNITORI
I=
DEBITI FINANZIARI +
DEBITI VS FORNITORI
CAPITALE PROPRIOD/E=
TASSO DI ONEROSITÀ FINANZIARIA (I) E RAPPORTO D/E
Calcolo tasso onerosità
finanziaria e D/E2016
Debiti finanziari a mlt 9
Debiti finanziari a bt 11
Totale debiti finanziari 20
Debiti vs fornitori 5
Debiti totali 25
Oneri finanziari 1
Capitale proprio 10
ONERI FINANZIARI
DEBITI FINANZIARI +
DEBITI VS FORNITORI
I=
DEBITI FINANZIARI +
DEBITI VS FORNITORI
CAPITALE PROPRIOD/E=
= 4%
=2,5
LEVERAGE
Calcolo tasso onerosità
finanziaria e D/E2016
Debiti finanziari a mlt 9
Debiti finanziari a bt 11
Totale debiti finanziari 20
Debiti vs fornitori 5
Debiti totali 25
Oneri finanziari 1
Capitale proprio 10
DEBITI FINANZIARI
CAPITALE PROPRIOLeverage= = 2
Se volessi restringere l’analisi
al solo rapporto tra Debiti
finanziari e capitale proprio
potrei utilizzare il leverage
SCELTE DI FINANZIAMENTO
Il manager finanziario ha il compito di ottimizzare lastruttura finanziaria, quale combinazione fra capitaledi terzi (debito) e capitale proprio
o Secondo il principio di economicità occorreselezionare il finanziamento economicamentepiù conveniente
o Secondo il principio di omogeneità èopportuno impiegare capitali omogeneirispetto al tipo di fabbisogno da soddisfare
SCELTE DI FINANZIAMENTO
Di estrema importanza è il concetto di flessibilità finanziaria che consiste nella
possibilità per l’impresa di espandere la struttura finanziaria, ampliando le fonti di
finanziamento e potendo, quindi, sostenere i piani di sviluppo dell’impresa
SCELTE DI FINANZIAMENTO
Le scelte di struttura finanziaria possono basarsi sull’effetto«leva finanziaria»
La leva finanziaria consente di dimensionare il livello diindebitamento dell’impresa al fine di massimizzare laredditività del capitale proprio, amplificando tramite il debito laricchezza degli azionisti
Essa informa su come la differenza fra redditività del capitaleinvestito e costo del debito spiega la redditività del capitaleproprio in base al livello d’indebitamento, basandosisull’equazione di redditività
LA LEVA FINANZIARIA
ROE = [ ROI + (ROI – i) × D / E ]
Tale formula è valida in assenza di gestione
extracaratteristica e di imposte
Si definisce effetto leva finanziaria quell’aumento della
Redditività del Capitale di Rischio (ROE), che si manifesta
in seguito a un aumento del grado di indebitamento (D/E)
quando la Redditività degli Investimenti (ROI) è superiore
al costo delle fonti di finanziamento utilizzate (i)
LA LEVA FINANZIARIA
ROE = [ ROI + (ROI – i) × D / E ]
ROE = [ 60% + (60% – 4%) × 2,5] = 2
La differenza rispetto al valore calcolato in precedente è connesso con
l’assenza di valutazione dell’impatto delle imposte nella formula sopra
riportata.
Per giungere al risultato corretto dovremmo moltiplicare il
risultato ottenuto per (1- t)
dove t è rappresentato dall’aliquota fiscale.
Otterremmo quindi il seguente risultato:
2 (1 – 0,33) = 1,3
LA LEVA FINANZIARIA DELLA NOSTRA AZIENDA
I DUBBI DELL’AMMINISTRATORE DELEGATO
Se tutti i miei crediti divenissero inesigibili
riuscirei a far fronte ai miei impegni a bt ?
Raddoppiando i giorni di dilazione accordati ai
clienti quale sarebbe l’impatto sul fabbisogno di
capitale circolante netto commerciale?
Se nel 2017 riuscissi a mantenere fermi i risultati
reddituali e il tasso di onerosità finanziaria e
della redditività, quale ROE potrei conseguire
con un rapporto D/E pari a 5? E se il Roi
diventasse il 3% ci sarebbe comunque l’effetto
leva finanziaria?
Siamo stati convocati dall’AD per valutare il progetto di investimento in un nuovo software del costo di 100 mila euro che dovrebbe produrre, sulla base delle proprie stime maggiori flussi di cassa annui per 25 mila per 5 anni. Ha già contattato una banca che gli ha assicurato la disponibilità a concedere un finanziamento al tasso del 10%. Come possiamo aiutarlo?
SCELTE DI INVESTIMENTO
SCELTE DI INVESTIMENTO
Un investimento può essere definito genericamente come un impiego dirisorse finanziarie, oppure in maniera analitica come un trasferimento dirisorse finanziarie nel tempo, caratterizzato da un esborso iniziale di risorsefinanziarie al quale normalmente conseguono dei flussi monetari in entrata
E’ un operazione che si caratterizza per:
o L’irreversibilità
o Un ampio timing dell’operazione
o L’incertezza
Per la sua valutazione occorre considerare:
o L’aspetto finanziario
o L’aspetto economico
SCELTE DI INVESTIMENTO
Il principale strumento di valutazione degli investimenti aziendali è il VAN (Valore
Attuale Netto)
I flussi di cassa inerenti l’investimento sono determinati mediante la sommatoria delle
entrate e delle uscite monetarie,verificatesi in un dato arco temporale e generati grazie
all’introduzione di tale nuovo macchinario o impianto nel sistema produttivo dell’impresa (k
equivale al tasso di interesse scelto per l’attualizzazione)
E’ fondamentale determinare i flussi di cassa strettamente afferenti l’investimento, ossia i
flussi di cassa incrementali
Inoltre, bisogna calcolare il Valore Attuale (VA), vale a dire attraverso il processo di
attualizzazione convertire i flussi di cassa al tempo presente in flussi di cassa futuri, che
verranno generati dall’investimento
SCELTE DI INVESTIMENTO
Le fasi nelle quali si articola il processo di selezione dei progetti di investimento sono:
1) Stima quantitativa dei risultati attesi dall’investimento
Coerenza
2) Stima del tasso di attualizzazione (si usa la capitalizzazione composta)
3) Scelta del metodo da utilizzare
Questo schema è generale, essendo valido per ogni valutazione finanziaria (ad esempio,
le valutazioni di azienda con in metodo DCF)
LA STRUTTURA LOGICA DEL PROCESSO DI
VALUTAZIONE DEGLI INVESTIMENTI
LA DETERMINAZIONE DEL VAN
Il Valore Attuale Netto (VAN) corrisponde alla
somma dei risultati attesi dall’investimento,
opportunamente attualizzati.
Tasso di attualizzazione: 10%
anno flussi VA
0 -100 -100
1 25 22,727
2 25 20,661
3 25 18,783
4 25 17,075
5 25 15,523
VAN -5,23
-100/(1+0,1)^0
-25/(1+0,1)^1
-25/(1+0,1)^2
-25/(1+0,1)^2
-25/(1+0,1)^4
-25/(1+0,1)^5
Sommatoria dei VA
Calcolo
LA LOGICA DEI FLUSSI
La generazione dei flussi può essere vista
rispetto alla dinamica di un conto corrente
anno flussi Interessi
Flussi
cumulati
0 -100 -100
1 25 -10 -85
2 25 -8,5 -68,5
3 25 -6,85 -50,35
4 25 -5,035 -30,385 VAN
5 25 -3,0385 -8,4235 -5,23
COME VALUTARE IL RISULTATO DEL VAN?
Per produrre ricchezza occorre che il VAN sia positivo:
VAN > 0 → creazione di valore;
VAN = 0 → né creazione né distruzione di valore (solo remunerazione dei fornitori di capitale);
VAN < 0 → distruzione di valore.
Quindi, i criteri di accettazione di un progetto di investimento in alternativa tra altri sono semplicemente i seguenti:
innanzitutto si scelgono progetti con VAN positivo;
poi tra questi si sceglie quello con VAN più elevato.