Il Bullismo a scuola
• Definizione:
‘bullismo’ è la traduzione letterale di bullying termine inglese che connota il fenomeno delle prepotenze tra pari in un contesto di gruppo o comunitario (Olweus, 1978)- termine coniato anche per distinguere il fenomeno da altri simili come il ‘mobbing’ e lo ‘stalking’ che riguardano prevalentemente il mondo degli adulti
E’ una forma di comportamento aggressivo caratteristico delle relazioni tra coetanei, connotato da condotte violente, pervasive e con conseguenze durature
«abuso sistematico di potere» – definizione che evidenzia la stretta relazione tra bullismo e dominanza sociale
definizione
• La definizione che se ne dà in letteratura
include tre dimensioni fondamentali:
• 1. intenzionalità
• 2. persistenza nel tempo, re-iterazione
• 3. squilibrio di potere
…più un’altra caratteristica spesso presente:
presenza di altri soggetti
[che cosa quindi non è propriamente bullismo]
Nei primi lavori, ovvero nella fase pionieristica, si trova l’enfasi sulle modalità fisiche e verbali della prevaricazione, e sul fatto che il bullo è un individuo per lo più maschio che prende come bersaglio altri maschi o femmine
Studi successivi portano a una revisione della prima concettualizzazione (cfr. Gini, 2005)
Due dimensioni
• Si arriva a concettualizzare il bullismo in
base a 2 fondamentali dimensioni:
• MODALITA’ D’ATTACCO prepotente
• IL TARGET DELL’ATTACCO prepotente
Modalità di attacco
• Rispetto dimensione MODALITA’ DI
ATTACCO si possono distinguere le
tipologie di comportamento prepotente in
modalità
• DIRETTE VS INDIRETTE
Target dell’attacco
• Con la dimensione TARGET DELL’ATTACCO
si possono distinguere le tipologie di
comportamento a seconda di ciò che viene
colpito dal bullo:
• la PERSONA FISICA o i suoi OGGETTI da un
lato, oppure
• le VARIABILI PSICOLOGICHE O SOCIALI
dall’altro
TARGET:
PERSONE e
OGGETTI
Prepotenza fisica Prepotenza
strumentale
Utilizza la forza…. Rubare, danneggiare…
ATTACCO
DIRETTO
ATTACCO
INDIRETTO
Prepotenza
verbale
Prepotenza
sociale
Minaccia, insulta….. Calunniare,
escludere….
TARGET:
VARIABILI
PSICOL . E
SOCIALI
differenze di genere
• Il bullismo non è un fenomeno che riguarda esclusivamente i maschi ma anche, soprattutto negli ultimi anni e in certe realtà culturali, le femmine.
• La prevaricazione può assumere, come si è visto, forme dirette o indirette: il bullismo diretto è più a carico dei maschi, il bullismo indiretto è più evidente nelle femmine
• Il fenomeno va studiato tenendo presenti tre
ordini di fattori:
• biologico-temperamentali,
• socio-culturali,
• attinenti alle esperienze di vita degli
individui (Fonzi)
• Vediamo i ‘correlati individuali’
correlati individuali del bullismo
• 1. Competenze socio-cognitive dei bulli
due modelli di spiegazione
• Primo modello: (hp del deficit) i soggetti
aggressivi sia reattivi sia proattivi, come nel
caso dei bulli, mostrano difficoltà specifiche
nell’elaborazione dell’informazione sociale
(Dodge)
• in particolare, gli aggressivi reattivi
mostrano deficit nella fase iniziale del
processo, che riguarda la codifica e
interpretazione degli stimolo sociali
• i bulli o aggressivi proattivi, invece,
presentano aspetti problematici in fasi più
avanzate del SIP: per es., nella scelta di
obiettivi vantaggiosi per sé (vs obiettivi
volti a preservare le relazioni sociali)
• Secondo modello: i bulli sarebbero socialmente
competenti (Sutton et al., 1999), mirando a
raggiungere obiettivi socialmente accettabili e
apprezzati, come la leadership all’interno del
gruppo
• Sarebbero in grado di codificare e interpretare in
modo accurato il mondo sociale che li circonda,
tuttavia userebbero ‘scorrettamente’ questa abilità
per manipolare le dinamiche di gruppo e ottenere
un vantaggio personale
• Si parla, al riguardo, di «cognizione fredda» e di
machiavellismo che porta, da un lato, a
manipolare le persone e, dall’altro lato, a
valutare le ‘norme morali’ come violabili [cfr.
bullismo e moralità: Caravita, Gini].
• I due modelli esprimono due modi
complementari di approcciarsi allo studio del
fenomeno, in fondo non così lontani tra di loro
entrambi sottolineano l’uso improprio
dell’informazione sociale
correlati
• 2. Le abilità emotive
• Le ricerche mostrano deficit, difficoltà,
specificità a livello emozionale per quanto
riguarda i bulli
• In particolare è risultata carente la
responsività empatica
• Empatia: si riferisce al fare esperienza e al
condividere lo stato d’animo di un individuo
da parte di un altro.
• Hoffman (2000): empatia come risposta
affettiva più appropriata alla situazione di
un’altra persona che alla propria, designa un
atteggiamento verso gli altri caratterizzato da
uno sforzo di comprensione delle loro
vicissitudini – è un’esperienza emotiva che
attraversa tappe evolutive dalle prime forme di
contagio….
• Il bullo manca o è carente di empatia e quindi
delle funzioni che questa esercita: a livello
cognitivo l’assunzione della prospettiva
dell’altro, e a livello affettivo l’esperire la
sofferenza provocata nella vittima
• Questi due meccanismi dell’empatia
consentirebbero, nella vita sociale, di controllare
l’insorgenza di conflitti e inibire comportamenti
aggressivi
• Connesso al tema dell’empatia, quello
dell’esperienza di emozioni morali
empatia, colpa riparo
correlati
• 3. Moralità
• Una terza area di indagine sui correlati
riguarda la tendenza nei bulli al disimpegno
morale
• insieme di meccanismi che disattivano il
controllo morale, permettendo all’individuo
di mettersi al riparo da sentimenti di colpa e
vergogna (emozioni morali)
• Disimpegno morale come una sorta di meccanismo di
difesa. Bandura (1991) otto meccanismi di disimpegno
morale:
• giustificazione morale (es. ‘era solo uno scherzo’),
etichettamento/linguaggio eufemistico, confronto
vantaggioso (mettendo a confronto la propria azione con
una peggiore), dislocamento della responsabilità (‘non è
colpa mia’), diffusione della responsabilità (‘lo fanno
tutti’), distorsione delle conseguenze (‘non gli ho
veramente fatto male’), de-umanizzazione della vittima
(deprivata degli attributi tipici dell’essere umano),
attribuzione di colpa alla vittima (‘se lo meritava’, ‘se l’è
cercato’).
• Questi meccanismi interverrebbero a livello
di ricostruzione cognitiva di un certo
comportamento,
• permettendo a coloro che hanno commesso
azioni moleste nei confronti di altri, di non
provare rimorso o senso di colpa troppo
intensi
• Sul piano della moralità, sembrerebbe anche
che i bulli mettano sullo stesso piano la
trasgressione delle norme morali e la
violazione di regole socio-convenzionali
• diversa gravità non percepita
Bullismo come fenomeno di gruppo
• E’ principalmente un fenomeno riconducibile a
dinamiche di gruppo
• Approfondimento del ruolo dei coetanei coinvolti
e non coinvolti direttamente approccio dei
ruoli dei partecipanti
• Primo studio pubblicato in questa prospettiva è
quello di Salmivalli et al. (1996, in Aggressive
Behavior) che attraverso un Questionario sono
arrivati ad assegnare i seguenti ruoli
• BULLO leader che mette in campo attività aggressive e
incoraggia gli altri a partecipare a tali attività
• AIUTANTE DEL BULLO individuo più passivo, aiuta ma
non promuove personalmente
• SOSTENITORE DEL BULLO individuo che ride per le
offese alla vittima e incoraggia il bullo a continuare
• VITTIMA persona oggetto di ripetute prepotenze e
aggressioni
• DIFENSORE DELLA VITTIMA offre aiuto alla vittima
• SPETTATORE DELLA VITTIMA mantiene le distane dalla
situazione
(cfr. figura 2, p. 25, Gini e Pozzoli, 2011)
difensori vs spettatori
• Quali le caratteristiche dei difensori e degli
spettatori?
• Ricerca recente su questo argomento, dopo
molti studi dedicati agli altri ‘protagonisti’
del fenomeno
• Ci sono punti di contatto (bassi livelli di
aggressività; buona ToM; buon SIP; buona
regolazione emotiva) ma….
• … nei difensori si rilevano elevata empatia e alti
livelli di autoefficacia sociale, mentre negli
osservatori/spettatori c’è empatia ma scarso
senso di autoefficacia sociale (timore di cadere a
rango di vittime e desiderio di proteggersi
mantenendo la propria posizione sociale);
• inoltre…
• …nei difensori è maggiore l’esperienza di
emozioni di colpa e vergogna di fronte a
episodi ipotetici di bullismo (cfr., per un
parallelismo, il senso di colpa del
sopravvissuto, e anche il conflitto morale tra
dare e non dare aiuto)
• in generale, il senso di moralità e giustizia è
un importante correlato dei comportamenti
di aiuto
Bullismo e famiglia
• Stili educativi parentali (Baumrind; incrocio
delle variabili controllo e calore affettivo)
Autoritario
Autorevole il ‘migliore’
Trascurante
Permissivo
• Tipologia di legame di attaccamento
(sicurezza vs insicurezza)
Sintesi: Profili psicologici
• Profilo del bullo:
E’ colui/colei che mette in atto concretamente le prepotenze, proviene da una famiglia che lo ha accudito con poco calore,
con modelli o stili educativi di tipo autoritario o violento, con atteggiamenti incoerenti, in cui c’è spesso un conflitto parentale e ambivalenza nella relazione genitore-figlio; attaccamenti insicuri
Il comportamento del bullo è caratterizzato da elevata autostima, bisogno di dominare, scarsa empatia o freddezza nei confronti della vittima, assenza di senso di colpa; Sutton et al. (1999) parlano, a tale proposito, di ‘fredda cognizione’ per indicare che i bulli non hanno deficit, conoscono gli stati affettivi e i pensieri dell’altro, ma questo NON attiva in loro empatia
(continua: profili psicologici)
• Profilo della vittima:
E’ colui/colei che subisce le prepotenze;
proviene spesso da una famiglia coesa e iper-protettiva in cui si instaura un legame genitore-figlio di stretta dipendenza che limita lo sviluppo della competenza sociale [correlato iper-protezione materna/figlio maschio vittima];
soffre di scarsa autostima e si auto-valuta negativamente; è ansioso e insicuro; reagisce agli attacchi con tristezza, ritiro e chiusura in se stesso; tende o a negare il problema o ad auto-colpevolizzarsi fino a vergognarsi per ciò che gli capita; può arrivare a depressione e tentato suicidio;
presenta problemi nel riconoscimento dei segnali emotivi di collera, producendo ulteriore collera nell’interlocutore
(continua: profili psicologici)
• Profilo del bullo-vittima:
E’ colui/colei (detto anche ‘vittima provocatrice’ oppure ‘aggressore vittimizzante’) che, oltre a mettere in atto prepotenze, le subisce;
alterna lo ‘status’ di prepotente a quello di vittima;
è persona emotiva, instabile, irritabile, con problemi di regolazione delle emozioni; presenta difficoltà di ordine cognitivo e attentivo;
è provocatorio e iper-reattivo nei confronti degli attacchi dei compagni; è scarsamente popolare; subisce aggressioni, coltiva un senso di fallimento e a sua volta molesta altri compagni (Caravita, 2004)
Prevenzione e strategie d’intervento a scuola
• Per limitare le prepotenze a scuola occorre non solo intervenire sui luoghi fisici, ma soprattutto ristrutturare il contesto relazionale della scuola e della classe (affinché sia garantita sicurezza per ciascun alunno).
• Le tecniche di intervento riguardano non solo il bullo, ma anche la vittima e gli insegnanti, a cui è chiesto di giocare un ruolo attivo nella prevenzione/intervento del disagio legato al bullismo
La classe e i singoli: interventi • Programmi a livello dei singoli e di piccolo
gruppo, esempi:
• - alfabetizzazione emotiva
• - utilizzo dei dilemmi morali
• - giochi di ruolo……………….
• ricapitolando: il miglior programma di
intervento dovrebbe collocarsi a livello di
scuola e territorio, di classe e individuale
Cyberbulling
• Il cyber bullismo o bullismo on-line
• Bullismo o molestie effettuati tramite mezzi
elettronici (e-mail, messaggeria, siti web)
(Belsey, Canada)
• Distinzione, anche giuridica, tra il cyber-bullying
tra minorenni e il cyber-harassment tra adulto e
adulto o tra adulto e minorenne, anche se il
primo termine viene spesso usato per definire
entrambi i fenomeni
• Come il bullismo nella vita reale, il cyber-
bullismo può costituire una violazione del
Codice civile, del Codice penale e del
Codice della privacy
• Si ritiene che attualmente circa il 30% delle
forme di bullismo sia on-line, in chat e che
consista nel far circolare materiale che
danneggia la vittima
foto spiacevoli, mail contenenti
materiale offensivo etc.
si tratta di materiale che può ledere la
vittima dal punto di vista psicologico
arrecando più male di un’aggressione fisica
Confronto tra cyber-bullismo e
bullismo tradizionale
• Anche il cyber-bullismo possiede le tre
caratteristiche della intenzionalità,
reiterazione e dominanza sociale
• Spesso coloro che sono vittime a scuola
finiscono con l’esserlo anche nel cyber-
spazio (Smith, 2006); a volte però chi non
lo è mai stato nella vita reale può
sperimentare la propria vulnerabilità proprio
in questo contesto
Caratteristiche- differenze
rispetto al bullying ‘tradizionale’
• Anonimato del molestatore
• Difficile reperibilità
• Indebolimento dei princìpi etici nella
situazione on-line
• Assenza dei limiti spazio-temporali
Tipologie/categorie
• Molestie (harassment)
• Denigrazione
• Rivelazioni (exposure)
• Esclusione
• Cyber-persecuzione (cyberstalking)
Diffusione del cyber-bullying
• Sebbene meno diffuso del bullismo tradizionale, rappresenta
un fenomeno che coinvolge sempre più preadolescenti e
adolescenti (Pisano & saturno; Smith 2012)
• Studio di Smith et al. (2006; 2012): un centinaio di studenti
tra 11 e 16 anni di Londra, distinguendo il cyber-b. in varie
categorie: sms; immagini e video-clip; chiamate telefoniche;
e-mail; chat rooms; web-site 22% studenti vittime almeno
una volta, il 7% più volte
• Pisano & Saturno (2008): 1047 studenti tra i 13 e i 20 anni
14% nelle scuole medie inferiori (preadolescenza) e il 16%
alle superiori (adol)