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Il pareggio di bilancio
Disciplina attuale e prospettive future
5 giugno 2016
Matteo Barbero
- Introduzione: il quadro della disciplina
- Le regole per il triennio 2017-2019
- Le regole dal 2019
Indice
Introduzione
Il quadro della disciplina
A partire dal 2015, il quadro della programmazione finanziaria degli enti locali
è mutato profondamente.
Da un lato, è entrato progressivamente in vigore il nuovo sistema contabile
previsto dal D. Lgs. 118/2011, imperniato sul carattere triennale del bilancio e
sul concetto di esigibilità delle entrate e delle spese.
Dall’altro lato, dopo quasi venti anni dalla sua introduzione, è stato superato il
Patto di stabilità interno, da circa un decennio basato sulla regola della c.d.
competenza finanziaria mista. Al suo posto, si applica un nuovo meccanismo
basato sull’obbligo di conseguire il pareggio di bilancio in termini di
competenza.
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Il quadro
La nuova disciplina è stata anticipata dalla legge di stabilità 2016 (legge n.
208/2015), mentre dal 2017 si applica pienamente la legge 243/2012
attuativa degli artt. 81 e 119 Cost..
Quest’ultima è stata recentemente modificata dalla legge n. 164/2016, che ne
rivisto in modo rilevante i contenuti.
Proprio la relazione fra questi due provvedimenti (legge 208/2015 e legge
243/20129) e è stato ed è uno dei nodi più critici della presente materia,
posto che, come noto, la legge 243/2012 è una legge rinforzata, come tale
non modificabile da una legge ordinaria come la stabilità.
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Il quadro
La novella introdotta dalla legge 164/2016 ha tentato di rendere i due
provvedimenti coerenti, ma ha lasciato alcuni rilevanti punti interrogativi,
riguardanti, in particolare, il fondo pluriennale vincolato, il fondo crediti di
dubbia esigibilità e le regole di finanziamento degli investimenti mediante
ricorso al debito o all’applicazione dell’avanzo di amministrazione.
Oggi, proveremo ad affrontare questi temi e a chiarire l’impatto delle nuove
norme.
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Il quadro
Le regole per il triennio
2017-2019
In base al testo originario dell’art. 9, ciascun ente avrebbe dovuto conseguire
un saldo non negativo:
a) tra le entrate finali e le spese finali;
b) tra le entrate correnti e le spese correnti, incluse le quote di capitale
delle rate di ammortamento dei prestiti.
Il vincolo si poneva sia in fase preventiva che di rendiconto, sia in termini di
competenza di cassa, per un totale di otto obiettivi!
Non era prevista l’esclusione né del fondo pluriennale vincolato né del fondo
crediti di dubbia esigibilità.
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L. 243/2012 vecchio testo
Il novellato art. 9, comma 1, prevede come unico obiettivo il saldo finale in
termini di competenza.
Sono stati, quindi, cancellati i riferimenti al saldo finale di cassa ed al saldo
corrente (di competenza e di cassa).
In secondo luogo, è stato inserito un nuovo comma 1-bis, che individua le
entrate e le spese rilevanti.ù
Inoltre, è stata disciplinata la rilevanza del fondo pluriennale vincolato, che
entra nel saldo stabilmente a partire dal 2020, anche se limitatamente alla
quota finanziata da entrate finali, mentre per il prossimo triennio esso è
incluso al netto della quota derivante da debito.
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L. 243/2012 nuovo testo
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L. 243/2012
TIT. ACCERTAMENTI
IEntrate correnti di natura
tributaria, contributiva e
perequativa
II Trasferimenti correnti
III Entrate extratributarie
IV Entrate in conto capitale
VEntrate da riduzione di attività
finanziarie
TIT. IMPEGNI
I Spese correnti
II Spese in conto capitale
III Spese per incremento di attività
finanziarie
SALDO FINALE COMPETENZA
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L. 243/2012
TIT. RISCOSSIONI
IEntrate correnti di natura
tributaria, contributiva e
perequativa
II Trasferimenti correnti
III Entrate extratributarie
IV Entrate in conto capitale
VEntrate da riduzione di attività
finanziarie
TIT. PAGAMENTI
I Spese correnti
II Spese in conto capitale
III Spese per incremento di attività
finanziarie
SALDO FINALE CASSA
Attenzione: è stato ripescato ai fini delle premialità
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L. 243/2012
TIT. ACCERTAMENTI/RISCOSSIONI
IEntrate correnti di natura
tributaria, contributiva e
perequativa
II Trasferimenti correnti
III Entrate extratributarie
TIT. IMPEGNI/PAGAMENTI
I Spese correnti
IV Rimborso prestiti
SALDO CORRENTE
Dal 2017, la rilevanza del fondo pluriennale vincolato è disciplinata dal nuovo
art. 9, comma 1-bis, della L. 243/2012.
Esso dispone: “Per gli anni 2017- 2019, con la legge di bilancio,
compatibilmente con gli obiettivi di finanza pubblica e su base triennale, è
prevista l’introduzione del fondo pluriennale vincolato, di entrata e di spesa. A
decorrere dall’esercizio 2020, tra le entrate e le spese finali è incluso il fondo
pluriennale vincolato di entrata e di spesa, finanziato dalle entrate finali”.
Fino al 2019, quindi, il fondo pluriennale vincolato sarà rilevante negli stessi
limiti già previsti per il 2016, ovvero al netto della quota derivante da debito.
Dal 2020, invece, il fondo pluriennale vincolato è incluso stabilmente, ma
limitatamente alla quota finanziata da entrate finali. Il che lascia il dubbio se
rilevi il fondo che nasce a seguito di applicazione dell’avanzo.
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Fondo pluriennale vincolato
L’inclusione del fondo pluriennale vincolato nel saldo del pareggio negli
esercizi 2017 e successivi assume rilevanza anche ai fini della gestione degli
eventuali spazi finanziari attraverso i Patti di solidarietà .
Tali spazi sono stati assegnati per escludere dal pareggio impegni di spesa in
conto capitale esigibile nello stesso anno dell’assegnazione.
Tuttavia, gli spazi richiesti per investimenti finanziati con avanzo di
amministrazione possono essere riferiti anche al fondo pluriennale vincolato
di spesa a copertura degli impegni esigibili nei futuri esercizi.
Al contrario, gli spazi richiesti per investimenti finanziati con operazioni di
indebitamento devono riguardare solo ed esclusivamente investimenti con
impegni esigibili nell’anno e non anche il fondo pluriennale vincolato di spesa.
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Fondo pluriennale vincolato
L’esclusione è prevista a regime e quindi vale anche per i prossimi anni.
Vale per tutti i fondi della missione 20, al netto:
-del fondo di riserva;
-degli eventuali fondi finanziati con l’avanzo.
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Fondi accantonati
La L. 164/2016 ha modificato anche l’art. 10 della L. 243/2012, che disciplina
le intese per l’utilizzo dell’avanzo e del debito ai fini del finanziamento degli
investimenti.
Oltre alle intese di livello regionale, è stata introdotto un meccanismo analogo
di livello nazionale (come già per il Patto orizzontale).
Tali meccanismi sono disciplinati dalla L. 232/2016 (Legge di bilancio 2017) e
dal Dpcm 21 febbraio 2016.
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Avanzo e debito
La riformulazione dell’art. 10 ha generato un dubbio sul permanere della
possibilità di utilizzare, dal 2017, il margine “autonomo” per applicare avanzo
o ricorrere al debito.
Tuttavia, il Dpcm 21 febbraio 2017 ha chiarito che “Restano ferme le
operazioni di investimento dei singoli enti territoriali effettuate attraverso il
ricorso all’indebitamento e l’utilizzo dei risultati di amministrazione degli
esercizi precedenti, nel rispetto del proprio saldo di cui al comma 1,
dell’articolo 9, della legge 24 dicembre 2012, n. 243; le predette operazioni
non costituiscono oggetto del presente decreto”.
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Avanzo e debito
Il comma 485 della L. 232/2016 dispone che “Al fine di favorire gli
investimenti, da realizzare attraverso l'utilizzo dei risultati di amministrazione
degli esercizi precedenti e il ricorso al debito, per gli anni 2017, 2018 e
2019, sono assegnati agli enti locali spazi finanziari nell'ambito dei patti
nazionali, di cui all'articolo 10, comma 4, della legge 24 dicembre 2012, n.
243, nel limite complessivo di 700 milioni di euro annui, di cui 300 milioni di
euro destinati a interventi di edilizia scolastica”.
Dal 2018, il termine per presentare la richiesta è fissato al 20 gennaio (riparto
entro il 15 febbraio).
Invariate rispetto al 2016 le priorità.
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Patto di solidarietà nazionale verticale
È disciplinato dall’art. 2 del Dpcm del 21 febbraIO 2017.
Nel 2018, le regioni dovranno avviare l’iter entro il 15 febbraio, le richieste
dovranno essere presentate entro il 31 marzo e il riparto dovrà essere
disposto entro il 30 aprile.
Dal 2019, i predetti termini saranno tutti anticipati di un mese.
Il meccanismo può essere sia verticale che orizzontale (nel secondo caso,
con orizzonte temporale fino a 5 anni).
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Patti di solidarietà regionali
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Il Mef avvia l’iter entro il 1° giugno, le richieste devono essere presentate
entro il 15 luglio e il riparto disposto entro il 31 luglio.
Il meccanismo può essere solo orizzontale (con orizzonte temporale solo
triennale).
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Patto di solidarietà nazionale orizzontale
Il nuovo testo della L. 243/2012 contiene anche modifiche alla disciplina di
incentivi e sanzioni.
Essa è rimessa alla legge statale, che dovrà però attenersi ai seguenti
principi:
• proporzionalità fra premi e sanzioni;
• proporzionalità fra sanzioni e violazioni;
• destinazione dei proventi delle sanzioni a favore dei premi agli enti del
medesimo comparto che hanno rispettato i propri obiettivi.
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Incentivi e sanzioni
Il comma 479 della L. 243/2012 prevede due tipi di incentivo:
1) una premialità monetaria finanziata coi proventi delle sanzioni applicate
a quelli inadempimenti nell’anno precedente, che andrà agli enti in
regola col saldo di competenza e che abbiano conseguito un saldo
finale di cassa non negativo;
2) un alleggerimento dei vincoli alla spesa di personale per gli enti che non
lasceranno spazi finanziari inutilizzati in misura superiore all’1% degli
accertamenti delle entrate finali. In tal caso, dopo la modifica apportata
dal D.L. 50/2017, il tetto al turn-over sale al 90%, a condizione che
l’ente abbia registrato nell’anno precedente un rapporto
dipendenti/popolazione inferiore a quello previsto per gli enti deficitari o
dissestati.
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Incentivi
Il comma 475 della L. 232/2016, ha ridisegnato il sistema sanzionatorio,
prevedendo innanzitutto la spalmatura del taglio che colpisce le
amministrazioni che sforano: anziché essere caricato tutto sull’anno
successivo alla violazione o del suo accertamento, verrà rateizzato su tre
anni a quote costanti.
Rimangono, invece, annuali le altre sanzioni, consistenti nel tetto agli impegni
di spesa corrente (che si abbassa, perché gli enti inadempienti non potranno
superare l’importo dell’anno precedente ridotto dell’1%), nel divieto di
indebitarsi per finanziare le spese di investimento, nel blocco delle assunzioni
e nella decurtazione delle indennità del Sindaco/Presidente e dei componenti
della Giunta (che viene attualizzata all’importo percepito nell’anno della
violazione).
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Sanzioni
La seconda novità riguarda la previsione del comma 476, che introduce delle
“attenuanti” a favore degli enti che realizzano uno sforamento contenuto:
qualora il mancato conseguimento del saldo risulti inferiore al 3% degli
accertamenti di entrate finali realizzati nell’anno della violazione, il tetto agli
im-pegni correnti sarà calcolato senza la decurtazione dell’1%, il blocco delle
assunzioni si applicherà solo a quelle a tempo indeterminato (e non alle
assunzioni flessibili) e la sanzione a carico degli amministra-tori scende al
10%.
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Sanzioni
Le regole per gli anni
futuri
L. 243/2012 come modificata dalla L.
164/2016
Dall'esercizio 2020, tra le entrate e le spese finali sarà incluso il fondo
pluriennale vincolato di entrata e di spesa esclusivamente se finanziato da
entrate finali.
Di conseguenza, tale anno si configura come un esercizio “spartiacque” tra
un determinato regime di trattamento del fondo pluriennale vincolato ed un
altro, di cui occorre tenere adeguatamente conto.
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Fondo pluriennale vincolato
Di fatto, dal 2020, la disciplina del fondo pluriennale vincolato originato da
applicazione di avanzo sarà equiparata a quella già oggi in vigore per il fondo
pluriennale vincolato originato da debito.
In entrambi i casi, una buona programmazione può determinare un effetto
leva, consentendo di avviare investimenti in misura anche superiore al
margine rappresentato dalla somma di fondo crediti di dubbia esigibilità, altri
fondi e spese di rimborso delle quote capitali dei prestiti.
Ciò sfruttando il profilo temporale di esigibilità delle spese finanziate da
debito: sul saldo valido ai fini del pareggio, infatti, incidono gli impegni
effettivamente imputabili all’anno in corso e non quelli imputati agli esercizi
futuri e confluiti nel fondo pluriennale vincolato.
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Fondo pluriennale vincolato
Ipotizziamo che per un ente la somma di fondo crediti di dubbia esigibilità e
spese di rimborso del-le quote capitali dei prestiti sia pari, ogni anno, a 100.
Tale margine può essere sfruttato per con-trarre nuovo debito (e dal 2020
applicando avanzo), ma per quantificare esattamente il margine disponibile
occorrerà tenere conto anche dell’esigibilità temporale delle spese finanziate.
Poniamo che l’ente intenda finanziare con un mutuo due opere del valore di
100 ciascuna, con un cronoprogramma articolato come da tabella seguente:
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Esempio
Anno Opera A Opera B
X 20 10
X+1 20 10
X+2 30 40
X+3 30 40
L’impatto di tale interventi sul pareggio è quello descritto dalla tabella seguente:
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Esempio
Anno (FCDE+ rimborso quote capitali dei prestiti) Impegni esigibili Saldo finale
X 100 30 70
X+1 100 30 70
X+2 100 70 30
X+3 100 70 30
In pratica, quindi, nell’anno X l’ente potrà assumere un debito per l’intero importo di
200 (e in teoria anche per cifre superiori), il doppio del margine teorico di 100, grazie
all’esigibilità differita delle spese da finanziare.
Includendo il fondo pluriennale vincolato nel saldo, invece, nel primo anno sarebbe
sostenibile (a condizioni invariate) solo un mutuo da 100.
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Esempio
Anno FPV entrata FPV spesa Impegni
esigibili
(FCDE+
rimborso
prestiti)
Saldo finale
con FPV
Saldo finale
senza FPV
X 0 170 30 100 -100 70
X+1 170 140 30 100 100 70
X+2 140 70 70 100 100 30
X+3 70 0 70 100 100 30
Ovviamente, nell’esempio abbiamo considerato un caso estremamente semplificato in
cui l’ente nell’anno X ha un fondo pluriennale vincolato in entrata pari a 0 e negli anni
successivi continua ad avere un margine costante di 100 come somma di fondi crediti
di dubbia esigibilità e delle quote capitali dei prestiti.
È importante sottolineare che la situazione sarebbe diversa se le opere finanziate
avessero un pro-filo temporale differente. Proviamo ad esempio ad immaginare che la
quota di impegni esigibili sul terzo anno (X+2) sia pari a 150.
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Esempio
Anno FPV entrata FPV spesa Impegni
esigibili
(FCDE+
rimborso
prestiti)
Saldo finale
con FPV
Saldo finale
senza FPV
X 0 170 10 100 -80 90
X+1 170 140 10 100 120 90
X+2 140 70 150 100 20 -50
X+3 70 0 30 100 140 70
Come si nota, nell’anno X+2 il saldo (sempre a condizioni invariate) diventa negativo e
quindi oc-correrebbe trovare una copertura.
Naturalmente, l’ipotesi che le condizioni restino invariate è una forzatura, per cui
occorrere calare la programmazione delle opere in questione all’interno della
programmazione complessiva dell’ente.
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Esempio
Grazie per l’attenzione
Matteo Barbero
I materiali saranno disponibili su:
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Il nuovo sistema SIOPE+
5 giugno 2016
Matteo Barbero
Il sistema SIOPE+ è stato istituito dall’art. 1, comma 533, della L.232/2016
al fine di favorire il monitoraggio del ciclo completo delle entrate e delle
spese delle amministrazioni pubbliche.
Tale norma ha introdotto un comma 8-bis all’art. 14 della L. 196/2009 il quale
dispone che “Le amministrazioni pubbliche ordinano gli incassi e i
pagamenti al proprio tesoriere o cassiere esclusivamente attraverso
ordinativi informatici emessi secondo lo standard Ordinativo Informatico
emanato dall’Agenzia per l’Italia Digitale, per il tramite dell’infrastruttura
della banca dati SIOPE gestita dalla Banca d’Italia nell’ambito del
servizio di tesoreria statale»
2
Che cos’è?
SIOPE+, quindi, si collocherà in una posizione intermedia fra ente e tesoriere
e quindi opererà “a monte” rispetto all’attuale SIOPE ed alla piattaforma per
la certificazione dei crediti.
Verrà quindi superato l’art. 27, comma 5, del D.L. 66/2014, lddove si
prevede che, con riferimento alle fatture elettroniche trasmesse alla
PCC “le amministrazioni pubbliche, contestualmente all'ordinazione di
pagamento, immettono obbligatoriamente sulla piattaforma elettronica i
dati riferiti alla stessa”
SIOPE+ consentirà, infatti, di acquisire in automatico le informazioni dagli enti
sugli incassi e i pagamenti, facendo venire meno gli obblighi di alimentazione
della PCC.
3
Che cos’è?
L’avvio di SIOPE+ sarà definito con decreti del Ministero dell’economia e
delle finanze, che stabiliranno modalità e tempi.
È prevista una fase di sperimentazione a decorrere dal 1° luglio 2017, che
potrà essere estesa da estendere ad altri enti a partire dal 1° ottobre.
L’avvio a regime è previsto dal 1° gennaio 2018 “tenendo conto fri risultati
della sperimentazione). Da quel momento, i tesorieri/cassieri non potranno
più accettare ordinativi trasmessi con modalità diverse.
Sempre dal 1° ottobre, sarà reso disponibile un ambiente di collaudo.
4
Quando partirà?
SIOPE+ impone di utilizzare:
-l’ordinativo informatico dell’Agid (OPI), che dovrà essere predisposto
secondo regole tecniche prestabilite, dovrà avere un determinato formato e
dovrà contenere tutte le informazioni riguardanti le fatture oggetto del
pagamento ossia tutte le informazioni necessarie a identificare un debito
commerciale;
-l’infrastruttura della Banca d’Italia cui le amministrazioni dovranno inviare
gli ordinativi informatici, per la successiva trasmissione al
tesoriere/cassiere. Solo dopo essere passato attraverso l’infrastruttura
SIOPE +, l’ordinativo informatico verrà trasmesso alla tesoriere/cassiere.
5
Come funzionerà?
Il sistema attuale
Il nuovo sistema
Per colloquiare con SIOPE+, gli enti possono avvalersi di “tramiti” (la
Regione, la banca tesoriera/cassiera, intermediari privati).
Per gli enti non in grado di aggiornare i propri sistemi informatici, RGS
rende disponibile un servizio gratuito per la predisposizione e la
trasmissione dell’OPI a SIOPE+.
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Come funzionerà?
Gli enti interessati potranno scegliere tra due alternative di servizio:
- Produzione OPI
- Acquisizione OPI
Nel primo caso, Il sistema consentirà la produzione degli ordinativi secondo
lo standard OPI previo inserimento dei dati previsti.
Nel secondo caso, il sistema consentirà di caricare dei flussi creati con
software esterno (già firmati oppure ancora da firmare).
In entrambi i casi, il sistema consentirà di ricevere tutti i messaggi di ritorno
dei flussi trasmessi.
9
Il Servizio OPI gratuito
Superamento degli obblighi di alimentazione della PCC (fermo restando
quello previsto dall’Art. 7-bis del D.L. 35/2013)
Dematerializzazione del colloquio fra ente e tesorieri/cassieri, favorendo il
processo di informatizzazione delle PA
Eliminazione della personalizzazione del rapporto fra ente e
tesorieri/cassieri, rendendo più contendibile il relativo mercato dei servizi
di tesoreria/cassa delle PA.
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Effetti postivi attesi
… si tratta di previsioni e adempimenti gravosi, che andranno meglio
specificati nei prossimi mesi, anche al fine di ridurre i rischi di aumento di
costi per il sistema dei Comuni, soprattutto per gli enti di minore dimensione.
Sono auspicabili specifiche azioni di accompagnamento e di rafforzamento
delle capacità operative necessarie per l’adozione di questa importante
innovazione, terreno sul quale tutti i soggetti istituzionali coinvolti devono
ritenersi impegnati.
La raccomandazione è che la sperimentazione coinvolga un numero ampio
di Comuni e si articoli nei tempi e nei modi necessari per chiamare in causa
le varie realtà territoriali, con particolare riguardo a quelle meno attrezzate,
così da fare emergere le problematiche da risolvere prima dell’avvio a
regime, a garanzia del successo del progetto.
Nota Ifel del 24/2/2017
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Possibili rischi
Addio al flussi cartacei (laddove ancora presenti)
Recepimento del nuovo standard
Adeguamento/Ridefinizione convenzioni di tesoreria
Scelta del tramite (altro ente o partner privati)
Scelta modalità operativa: adeguamento software o adesione a quello
gratuito.
12
I problemi da affrontare
Grazie per l’attenzione
Matteo Barbero
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Le novità del D.L. 50/2017
5 giugno 2016
Matteo Barbero
L’art. 1 modifica l’art. 17-ter del D.P.R. 633/1972, estendendo lo split payment
a tutte le amministrazioni, gli enti ed i soggetti inclusi nel conto consolidato
della PA di cui all’art. 1, comma 2, della L. 196/2006, nonché (per quanto qui
interessa) alle società controllate di diritto (ex art. 2359, comma 1, n. 1, del
codice civile) dagli enti territoriali.
Inoltre, con l’abrogazione del comma 2 dell’art. 17-ter, vengono assoggettate
alla scissione dei pagamenti anche le operazioni effettuate da fornitori che
subiscono l’applicazione delle ritenute alla fonte sui compensi percepiti
(essenzialmente liberi professionisti).
La materia sarà oggetto di un decreto attuativo del Mef.
Infine, con la modifica dell’art. 1, comma 633, della L. 190/2014 viene chiarita
l’applicabilità delle sanzioni ivi previste per io caso di mancato o ritardato
versamento dell’imposta a carico degli acquirenti di beni e servizi a
prescindere dalla forma giuridica che i medesimi rivestono.
2
Estensione split payment
L’art. 2 modifica il termine entro cui deve essere eseguita la registrazione
delle fatture relative a beni e servizi acquistati o importati, individuandolo
nella data di presentazione della dichiarazione relativa all’anno di ricezione
della fattura e con riferimento al medesimo anno (ad esempio, un fattura
ricevuta nel 2017 dovrà essere registrata entro il 30 aprile 2018) e non più
con la dichiarazione relativa al secondo anno successivo. Viene quindi
stabilito che il diritto alla detrazione sorge quando l’imposta diviene esigibile e
deve essere esercitato entro il suddetto termine.
In termini pratici questo significa che, ad esempio, una fattura contenente Iva
a credito e riconducibile all’esercizio 2017, potrà essere conteggiata nella
dichiarazione Iva 2018 o, diversamente, sarà oggetto di atto integrativo.
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Detrazione Iva
L’ambito di applicazione dell’istituto viene esteso dall’art. 10 a tutte le
controversie fino a 50.000 euro (in precedenza era 20.000), con riferimento
agli atti notificati a decorrere dal 1° gennaio 2018.
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Estensione della mediazione tributaria
L’art. 14 conferma quanto già applicato in sede di riparto 2017.
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Stabilizzazione dei criteri di riparto del fondo di solidarietà comunale
Oltre alla formalizzazione del riparto dei concorso alla finanza pubblica, viene
prevista anche per il 2017 la facoltà di redigere il bilancio di previsione su
base solo annuale, di applicare l’avanzo libero e destinato e di chiedere alle
regioni lo svincolo degli avanzi vincolati. Inoltre, viene prevista l’assegnazione
di contributi straordinari per le funzioni fondamentali (110 milioni per il 2017 e
80 a decorrere dal 2018) e per la manutenzione straordinaria della rete viaria
(100 milioni per il 2017).
L’art. 40 prevede che la penalizzazione di cui all'art. 1, comma 723, lettera a),
della 208/2015, ossia il taglio delle spettanze, è applicata alle province e alle
città metropolitane delle regioni a statuto ordinario e delle regioni Siciliana e
Sardegna che non hanno rispettato il saldo non negativo tra le entrate e le
spese finali nell'anno 2016, solo nella misura eventualmente eccedente
l'avanzo applicato al bilancio di previsione ai sensi dei commi 756 (avanzo
libero e destinato) e 758 (avanzo vincolato “svincolato” dalla regione) della
stessa l 208.
6
Misure a favore delle province e delle città metropolitane
Il relativo fondo viene aumentato di 1 milioni per il 2017 e per il 2018 (art. 21).
7
Incremento del contributo per le fusioni
L’art. 35 elimina la possibilità di affidare ad Agenzia delle Entrate riscossioni
(che subentrerà ad Equitalia) le attività di liquidazione ed accertamento,
limitando l’operatività del nuovo ente alla sola attività di riscossione
(spontanea o coattiva).
8
Riscossione
L’art. 37 modifica il comma 467 della L. 232/2016, che permette una
maggiore flessibilità nella gestione del fondo pluriennale vincolato (fpv) alle
amministrazioni che abbiano approvato il preventivo entro lo scorso 31
gennaio. In tali casi, è possibile conservare a fpv le risorse destinate nel 2015
a finanziare investimenti per lavori pubblici non ancora conclusi. A
legislazione vigente, occorre disporre almeno di un progetto esecutivo degli
investimenti redatto e validato, ma il decreto estende la platea a tutti gli
enti che abbiano avviato le procedure di scelta del contraente “fatte salve” dal
nuovo codice dei contratti (D. Lgs. 50/2016).
9
Fpv 2015
Il tetto al turn-over viene portato dall’art. 22, comma 2, al 75% anche per i
comuni con popolazione superiore a 10.000 abitanti, purché rispettino il
rapporto dipendenti/popolazione imposti agli enti strutturalmente deficitari
(aggiornati con D.M. del 10 aprile 2017)
Viene innalzato dal 75% al 90% il turn-over per gli enti virtuosi nella gestione
degli spazi finanziari per investimenti.
Per i comuni con popolazione compresa tra 1.000 e 3.000 abitanti che
rilevano nell'anno precedente una spesa per il personale inferiore al 24%
della media delle entrate correnti registrate nei conti consuntivi dell'ultimo
triennio la percentuale è innalzata al 100%.
10
Personale #1
L’art. 22, comma 1, introduce una deroga all’art. 9, comma 28, del D.L.
78/2010 (norma che ammette assunzioni flessibili di personale entro una
spesa pari al 50% di quella sostenuta nel 2009; soglia che sale al 100% per
gli agli enti locali in regola con l’obbligo di riduzione delle spese di personale
di cui ai commi 557 e 562 dell’articolo 1 della L. 296/2006), consentendo di
effettuare assunzioni “con contratto di lavoro a tempo determinato a carattere
stagionale, nel rispetto delle procedure di natura concorsuale a evidenza
pubblica, a condizione che i relativi oneri siano integralmente a carico di
risorse, già incassate nel bilancio dei comuni, derivanti da contratti di
sponsorizzazione ed accordi di collaborazione con soggetti privati e che le
assunzioni siano finalizzate esclusivamente alla fornitura di servizi aggiuntivi
rispetto a quelli ordinari, di servizi pubblici non essenziali o di prestazioni
verso terzi paganti non connessi a garanzia di diritti fondamentali”.
11
Personale #2
In base all’art. 54-bis, le amministrazioni pubbliche possono fare ricorso al
contratto di prestazione occasionale per esigenze temporanee o
eccezionali:
a) nell'ambito di progetti speciali rivolti a specifiche categorie di soggetti in
stato di povertà, di disabilità, di detenzione, di tossicodipendenza o che
fruiscono di ammortizzatori sociali;
b) per lo svolgimento di lavori di emergenza correlati a calamità o eventi
naturali improvvisi;
c) c) per attività di solidarietà, in collaborazione con altri enti pubblici o
associazioni di volontariato;
d) per l'organizzazione di manifestazioni sociali, sportive, culturali o
caritative.
Restano fermi i vincoli previsti dalla vigente disciplina in materia di
contenimento delle spese di personale e il limite di durata pari a 280 ore
nell'arco dell’anno.
12
Personale #3
13
Personale #4
Si prevede la possibilità di addebitare a terzi il costo del servizio di polizia
municipale, in caso di manifestazioni organizzate da terzi, senza l'intervento
dell’ente. Lo straordinario effettuato in tali circostanze non incide sul monte
ore straordinari. La novità vale solo per le manifestazioni svolte in assenza di
alcuna discrezionalità da parte del Comune (art. 22, comma 3-bis).
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Personale #5
Per i processi di mobilità fra unioni e comuni ad esse aderenti non si applica
l’art. 30 del D. lgs. 165/2001 laddove viene imposta la previa pubblicazione
del bando. Si prevede, inoltre, che i comuni possano cedere, anche
parzialmente, le proprie capacità assunzionali all'unione di cui fanno parte
(art. 22, commi 5-bis e 5-ter).
Per il solo anno 2017, viene stabilito in 50 giorni (anziché 20) il termine
previsto dal secondo comma dell'art. 141 del Tuel assegnato al consiglio
comunale o provinciale che non abbia approvato il rendiconto 2016 nei
termini di legge del 30 aprile (art. 14).
15
Termini rendiconto 2016
Per il solo anno 2017, lo stesso art. 14 proroga al 31 luglio 2017
l'approvazione del conto economico e dello stato patrimoniale relativi all'anno
2016.
L'inoltro alla banca dati della amministrazioni pubbliche deve essere
effettuato entro i successivi trenta giorni.
La norma prevede anche in questo caso la sanzione, per cui il mancato
rispetto di tali termini comporta l'applicazione della procedura di cui all'articolo
141, comma 2, del Tuel e l'avvio delle procedure di scioglimento del consiglio
dell'ente ma, questa volta, con il termine ordinario di venti giorni.
16
Termini rendiconto 2016
Viene estesa la possibilità di utilizzo dell'avanzo di amministrazione destinato
agli investimenti per il finanziamento delle estinzioni anticipate dei mutui,
qualora l'ente non disponga di una quota sufficiente di avanzo libero e abbia
somme accantonate per una quota pari al 100% del fondo crediti di dubbia
esigibilità e garantisca, comunque, un pari livello di investimenti aggiuntivi
(art. 26-bis).
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Applicazione avanzo
Per gli enti che hanno rispettato il pareggio di bilancio 2016 e hanno
approvato il rendiconto entro il 30 aprile non si applicano i limiti alle spese per
studi e incarichi di consulenza, per relazioni pubbliche, convegni, pubblicità,
rappresentanza e formazione. Resta invece il limite delle spese per mostre.
Viene altresì abrogata la norma taglia carta che dal 1° gennaio 2009
obbligava alla riduzione del 50% rispetto a quella dell'anno 2007 della spesa
per la stampa delle relazioni e di ogni altra pubblicazione prevista da leggi e
regolamenti e distribuita gratuitamente od inviata ad altre amministrazioni.
A decorrere dall'esercizio 2018 la semplificazione si applicherà
esclusivamente ai Comuni e alle loro forme associative che hanno approvato
il bilancio preventivo dell'esercizio di riferimento entro il 31 dicembre dell'anno
precedente e che hanno rispettato il pareggio di bilancio nell’anno
precedente.
18
Vincoli di spesa
Il divieto per i titolari di cariche elettive di percepire emolumenti da altre
pubbliche amministrazioni (art. 5, comma 5, del D.L. 78/2010) è circoscritto
allo stesso ente presso cui le cariche sono svolte o agli enti pubblici a
carattere associativo, consortile o convenzionale, volontario o obbligatorio, di
cui faccia parte l’ente stesso.
La modifica 8art. 22, comma 4) non ha efficacia retroattiva.
19
Gratuità degli incarichi
Con l’art. 25, i comuni facenti parte di un’unione cui hanno delegato le
funzioni riferite all'edilizia scolastica potranno chiedere spazi finanziari per la
quota di contributi trasferiti all'unione stessa per interventi ricadenti nelle
priorità di legge (anch’esse modificate).
I comuni fino a 5.000, inoltre, avranno priorità anche se non dispongono di
progetti esecutivi.
20
Patto verticale nazionale
Grazie per l’attenzione
Matteo Barbero
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Il bilancio consolidato
5 giugno 2016
Matteo Barbero
Deve essere approvato entro il 30 settembre 2017 con riguardo all'esercizio
2016).
Fanno eccezione, oltre agli enti sperimentatori, anche quelli con popolazione
fino a 5.000 abitanti, che possono rinviare questa ulteriore "grana" al 2018,
così come possono differire al 2017 l'adozione della contabilità economico-
patrimoniale.
2
Termini
Il bilancio consolidato è costituito dal conto economico consolidato, dallo
stato patrimoniale consolidato e dai seguenti allegati:
la relazione sulla gestione consolidata che comprende la nota integrativa;
la relazione del collegio dei revisori dei conti.
È dunque un bilancio civilistico (modello CEE), da non confondere con il
rendiconto consolidato.
3
Struttura
Il consolidamento impone agli enti una serie di attività preliminari, che
rivestono una notevole importanza ai fini della successiva attuazione della
fase del consolidamento.
In particolare, occorre procedere ad una delimitazione del perimetro di
consolidamento, per selezionare le realtà che vi partecipano ed i soggetti
che, invece, ne sono esclusi.
A tale scopo, ogni ente deve predisporre due distinti elenchi: da una parte,
quello degli organismi, degli enti, delle aziende e delle società che
compongono il gruppo amministrazione pubblica e, dall'altra parte, delle
realtà che sono ricomprese nel perimetro di consolidamento.
4
Attività preliminari
I due elenchi devono essere approvati con deliberazione della Giunta.
Non vi sono scadenze per tale provvedimento, ma si ritiene che esso debba
essere predisposto con aggiornamenti annuali.
5
Attività preliminari
L'orbita dei soggetti da considerare è piuttosto ampia. Infatti,l’art. 11-bis,
comma 3, del D. Lgs. 118/2011 dispone che “Ai fini dell’inclusione nel bilancio
consolidato, si considera qualsiasi ente strumentale, azienda, società
controllata e partecipata, indipendentemente dalla sua forma giuridica
pubblica o privata, anche se le attività che svolge sono dissimili da quelle
degli altri componenti del gruppo”.
Tuttavia, alcune limitazioni all’estensione del perimetro di consolidamento
sono desumibili da altre norme.
Non si consolidano in nessun caso le Unioni di comuni, che eventual,ente
devono consolidare.
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Attività preliminari
Si definisce ente strumentale controllato quello rispetto a cui vale una delle seguenti condizioni:
il possesso, diretto o indiretto, della maggioranza dei voti esercitabili nell’ente o nell’azienda;
il potere di nominare o rimuovere la maggioranza dei componenti degli organi decisionali;
la maggioranza, diretta o indiretta, dei diritti di voto nelle sedute degli organi decisionali;
l’obbligo di ripianare i disavanzi per percentuali superiori alla propria quota di partecipazione;
un’influenza dominante in virtù di contratti o clausole statutarie.
Gli altri enti strumentali sono considerati partecipati.
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Attività preliminari
Si definisce controllata la società rispetto a cui vale una delle seguenti condizioni:
il possesso, diretto o indiretto, anche sulla scorta di patti parasociali, della
maggioranza dei voti esercitabili nell’assemblea ordinaria o dispone di voti
sufficienti per esercitare una influenza dominante sull’assemblea ordinaria;
il diritto, in virtù di un contratto o di una clausola statutaria, di esercitare
un’influenza dominante, quando la legge consente tali contratti o clausole.
Per società partecipata si intende la società nella quale la regione o l’ente locale,
direttamente o indirettamente, dispone di una quota di voti, esercitabili in
assemblea, pari o superiore al 20 per cento, o al 10 per cento se trattasi di società
quotata
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Attività preliminari
In secondo luogo, sempre con riferimento agli esercizi 2015 – 2017, per società
partecipata da una regione o da un ente locale, si intende la società a totale
partecipazione pubblica affidataria di servizi pubblici locali della regione o dell’ente
locale, indipendentemente dalla quota di partecipazione.
Ne deriva che eventuali partecipate non rientranti nella categoria dell’in house (ad
esempio le miste) non devono essere incluse nel perimetro di consolidamento.
In mancanza di altri criteri, si ritiene che lo stesso parametro possa essere esteso
agli enti non societari, per cui devono essere consolidati solo quelli interamente
pubblici che svolgono servizi per conto degli enti.
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Attività preliminari
Inoltre, alcune realtà partecipanti al gruppo potrebbero non essere
ricomprese nel perimetro di consolidamento, essenzialmente per due
ragioni.
Innanzitutto, l'irrilevanza, nell'ipotesi che il bilancio di un soggetto non
presenti significatività ai fini della rappresentazione veritiera e corretta
della situazione patrimoniale e finanziaria e del risultato economico di
gruppo.
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Attività preliminari
Il principio contabile fornisce, in proposito, indicazioni puntuali. Sono considerati
irrilevanti i bilanci che presentano, per ciascuno dei seguenti parametri, una
incidenza inferiore al 10 per cento per gli enti locali e al 5 per cento per le Regioni
e le Province autonome rispetto alla posizione patrimoniale, economico e
finanziaria della capogruppo:
totale dell’attivo;
patrimonio netto;
totale dei ricavi caratteristici.
Occorre considerare l’intero bilancio dell’organismo e non proporzionarlo alla
quota di partecipazione detenuta dall’ente.
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Attività preliminari
In ogni caso, sono considerate irrilevanti (e quindi non oggetto di consolidamento)
le quote di partecipazione inferiori all'1% del capitale della società partecipata.
L’altro fattore che consente di escludere un soggetto dal perimetro di
consolidamento è l'impossibilità di reperire le informazioni necessarie al
consolidamento in tempi ragionevoli e senza spese sproporzionate, ovviamente da
intendersi in relazione a casi limitati e dipendenti da eventi di natura straordinaria.
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Attività preliminari
Entrambi gli elenchi sono aggiornati alla fine dell’esercizio per tenere conto di
quanto avvenuto nel corso della gestione. La versione definitiva dei due elenchi è
inserita nella nota integrativa al bilancio consolidato.
L’elenco del perimetro di consolidamento è trasmesso a ciascuno degli enti
compresi nel bilancio di consolidato al fine di consentire a tutti i componenti del
gruppo di conoscere con esattezza l’area del consolidamento e predisporre le
informazioni richieste.
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Attività preliminari
Operazioni che puntano a garantire:
omogeneità formale (data, unità di conto, schemi)
omogeneità sostanziale (criteri di valutazione, rettifiche)
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Attività di pre-consolidamento
Eliminazioni rapporti e partite infragruppo:
Il bilancio consolidato deve includere soltanto le operazioni che i componenti
inclusi nel consolidamento hanno effettuato con i terzi estranei al gruppo. Il
bilancio consolidato si basa infatti sul principio che esso deve riflettere la
situazione patrimoniale-finanziaria e le sue variazioni, incluso il risultato
economico conseguito, di un’unica entità economica composta da una pluralità di
soggetti giuridici.
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Attività di pre-consolidamento
La maggior parte degli interventi di rettifica non modificano l’importo del risultato
economico e del patrimonio netto in quanto effettuati eliminando per lo stesso
importo poste attive e poste passive del patrimonio o singoli componenti del conto
economico
Altri interventi di rettifica hanno effetto invece sul risultato economico consolidato e
sul patrimonio netto consolidato e riguardano gli utili e le perdite infragruppo non
ancora realizzati con terzi.
Ad esempio, se una componente del gruppo ha venduto ad un’altra componente
del gruppo un immobile, realizzando una plusvalenza o una minusvalenza, ma
l’immobile è ancora presente all’interno del gruppo, la minusvalenza o la
plusvalenza rilevata nel bilancio dell’ente o società che ha venduto il bene deve
essere eliminata.
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Attività di pre-consolidamento
Altri interventi sono costituiti da:
l’eliminazione del valore contabile delle partecipazioni della capogruppo in
ciascuna componente del gruppo e la corrispondente parte del patrimonio netto di
ciascuna componente del gruppo;
l’analoga eliminazione dei valori delle partecipazioni tra i componenti del gruppo e
delle corrispondenti quote del patrimonio netto.
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Attività di pre-consolidamento
I bilanci della capogruppo e dei componenti del gruppo, rettificati secondo le
modalità indicate, sono aggregati voce per voce, facendo riferimento ai singoli
valori contabili, rettificati sommando tra loro i corrispondenti valori dello stato
patrimoniale (attivo, passivo e patrimonio netto) e del conto economico (ricavi e
proventi, costi e oneri):
per l’intero importo delle voci contabili con riferimento ai bilanci degli enti
strumentali e delle società controllate (cd. metodo integrale);
per un importo proporzionale alla quota di partecipazione, con riferimento ai
bilanci delle società partecipate (cd. metodo proporzionale).
Non è ammesso il metodo del patrimonio netto.
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Attività di consolidamento
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Matteo Barbero
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