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UNIVERSIT DEGLI STUDI DELLINSUBRIAVarese
Facolt di Economia
Corso di Laurea Magistrale in Imprenditorialit e Management Internazionale
Curriculum in Management delle imprese internazionali/International Business
IMPAIRMENT TEST
E
PROFILI APPLICATIVI DELLE SOCIET CALCISTICHE
Relatore:
Chiar.ma Dottoressa Patrizia GAZZOLA
Tesi di Laurea di:Giuseppe FRAGAPANEMatricola n. 708669
Anno Accademico 2012-2013
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Leducazione la nemica della saggezza,perch leducazione rende necessarie tante cose di cui,
per essere saggi,si dovrebbe fare a meno.
(daIl piacere dellonest, Luigi Pirandello)
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Indice
Introduzione 4
Capitolo 1 - Il bilancio secondo gli IAS/IFRS
1.1 Lo IASB e i principi contabili internazionali 8
1.2 Applicazione dei principi contabili internazionali nellUE 14
1.3 Il processo di armonizzazione deglistandardcontabili italiani 20
1.4 Differenze con i principi civilistici italiani 27
Capitolo 2 - Impairment test
2.1 IAS 36 - Riduzione di valore delle attivit 32
2.1.1 Procedimento di determinazione e allocazione delle perdite 352.1.2 Criteri per il calcolo del valore duso 372.1.3 Determinazione delle Cash Generating Units 44
2.2 Trattamento contabile della perdita di valore e del ripristino di valore 50
2.3 Limpairment testdellavviamento 53
2.4 Informazioni integrative e aspetti critici dellimpairment test 58
Capitolo 3 - Il bilancio delle societ calcistiche italiane
3.1 Levoluzione della societ calcistica professionistica 61
3.2 La funzione del bilancio di esercizio redatto dalle societ calcistiche 68
3.3 Il Manuale delle Licenze UEFA 72
3.4 Limpatto delfinancial fair play sui bilanci delle societ calcistiche 76
Capitolo 4 - Applicazione dellimpairment testsui diritti alle prestazioni
sportive4.1 I diritti alle prestazioni sportive dei calciatori 82
4.1.1 Natura e significato economico nel bilancio desercizio 824.1.2 Iscrizione in bilancio e criteri di valutazione 85
4.2 La svalutazione dei diritti alle prestazioni sportive 99
4.3 Evidenze applicative: A.S. Roma , Juventus F.C., S.S. Lazio 104
Conclusioni 111
Bibliografia 113
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Introduzione
Nonostante il particolare momento di crisi economica e finanziaria, il bilanciodesercizio continua a rappresentare lo strumento pi idoneo per determinare il risultato
economico di unimpresa e valutarne le prospettive per il futuro.
Lanalisi dellincidenza sul bilancio delle pi note operazioni di mercato svolte dalle
societ calcistiche richiede un approfondimento dei principi contabili che regolano la
rilevazione dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori professionisti. Il contenuto
di questa tesi si focalizza sul principio contabile internazionale IAS 36 con lo scopo di
comprendere il reale valore che ha un giocatore per una societ di calcio durante la suacarriera. Le cifre che girano su giornali e TV sportive sono dei valori surreali perch
non considerano diversi componenti delle transazioni (oneri accessori, IVA, ). Inoltre,
le societ calcistiche hanno lobbligo di iscrivere i diritti acquisiti al costo storico,
nonostante nella maggior parte dei casi utilizzano per il pagamento forme di
regolamento dilazionato. Ci rende difficile calcolare il risultato netto delle diverse
operazioni di mercato. Questo lavoro cercher di analizzare la recuperabilit del valore
del diritto alle prestazioni sportive durante il corso del contratto stipulato fra societ e
calciatore. Lobiettivo comprendere come le societ verificano la riduzione di valore
del singolo diritto e se vi uniformit di presentazione fra le diverse societ calcistiche.
Ci viene fatto nellottica dei principi contabili internazionali che mirano ad avere
bilanci equiparabili cos da stimolare la sana concorrenza nei diversi settori.
Anche se non possibile identificare in un preciso momento storico le origini del
bilancio, il processo pi virtuoso nel corso della storia recente dei principi contabili
(dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi) stato caratterizzato dalla necessit
di principi che non fossero pi solo in grado di soddisfare il bisogno primordiale
delluomo. Se prima sentiva lesigenza di tenere di conto per poter costantemente
percepire lentit del proprio patrimonio, con la globalizzazione dei mercati il bilancio
diviene uno strumento necessario per una buona amministrazione dellimpresa. Il
Capitolo 1 cattura questo significato moderno del bilancio ed espone i passaggi critici
che hanno portato prima lUnione europea e poi i Paesi membri al recepimento e
allomologazione dei principi contabili internazionali IAS/IFRS. In modo da
comprendere gli obiettivi propri e dei soggetti alleati, inizialmente viene fornita una
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descrizione sullente preposto allemanazione di questi principi (IASB) e
successivamente, sulla base dei diversi fini perseguiti, si analizzano le principali
differenze fra principi contabili nazionali e principi IAS/IFRS.
Dopo aver consegnato gli strumenti essenziali per poter apprezzare i criteri chiave che
guidano la redazione del bilancio IAS/IFRS lattenzione si sposta sullanalisi del
principio IAS 36. Data laleatoriet che circonda la misurazione del valore di importanti
assets per le imprese, il principio fornisce un metodo di valutazione da utilizzare per la
loro valutazione negli esercizi successivi allacquisto. In modo da non sopravvalutare o
sottovalutare il patrimonio dellazienda, lo IAS 36 obbliga chi redige il bilancio a
valutare, almeno una volta lanno o quando emergono sintomi di impairment(a seconda
dellattivit oggetto di verifica), se siano presenti perdite di valore. Sebbene si tratti diuna verifica che richiede unenorme sensibilit da parte dei soggetti incaricati, il pregio
del principio risiede nella precisione e completezza che tende a limitare al massimo la
soggettivit dei valutatori. Risulta talmente dettagliato che la sua adozione pu essere
conforme anche per le imprese non obbligate alla redazione del bilancio IAS/IFRS.
Questa tesi esamina una categoria particolare di immobilizzazioni che rientrano nel
campo di applicazione dello IAS 36: i diritti alle prestazioni sportive dei calciatori. Per
chiarire la rilevanza assunta dal bilancio di una societ calcistica il Capitolo 3 riporta ipassaggi critici che hanno determinato lattuale scenario del calcio italiano. Da tale
contesto emerge la rilevanza dei principi contabili internazionali IAS/IFRS da cui
prende spunto il massimo soggetto regolatore del calcio europeo: la UEFA. Visto che il
calcio per le societ professioniste non pi solo uno sport ma assume sempre pi i
caratteri di un business, le Federazioni sono obbligate a stabilire delle norme che
garantiscano una corretta competizione fuori e dentro il campo da gioco.
La trattazione degli intangible disciplinati dallo IAS 38 viene svolta allinterno delCapitolo 4. Lelaborato non ha la pretesa di fornire una guida pratica alle societ
calcistiche professionistiche, ma costituisce soltanto il tentativo di fare ordine in un
contesto che risulta di difficile comprensione, anche ad esperti giornalisti sportivi, se si
poco preparati in materie contabili. A causa della rilevanza economica che hanno
assunto i club professionisti, possedere una base di conoscenza sugli effetti economici
che scaturiscono dalle pi note operazioni di mercato attinenti questa tipologia di assets
importante per riuscire a capire lincidenza che esse hanno sul bilancio. Il bisogno di
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allargare il cerchio delle persone che posseggono i mezzi necessari per comprendere le
conseguenze economiche-finanziarie che sorgono a seguito delle campagne di
trasferimento aumenta a fronte della crisi economica generale che tutti i settori stanno
affrontando. E ci diventa ancora pi importante se si considera che i risultati conseguiti
dalle societ calcistiche sono strettamente dipendenti dai criteri di contabilizzazione che
vengono adottati. Quindi, anche alla luce del financial fair play, acquisisce sempre pi
rilevanza comprendere i principi che regolano il trattamento di quella che nella gran
parte dei casi costituisce, sia quantitativamente che strategicamente, la pi importante
attivit del bilancio delle societ di calcio. Attenzione particolare viene per destinata
alla valutazione della perdita di valore dei diritti alle prestazioni sportive svolta dalle
societ calcistiche. Come ogni impresa, infatti, devono garantire che le proprie attivitnon siano iscritte in bilancio ad un valore superiore a quello recuperabile.
Ringraziamenti
Ringraziamenti particolari per la redazione di questa tesi vanno prima di tutto rivolti alla
mia famiglia, a mio padre, mia madre e mio fratello che nonostante le loro limitate
conoscenze nel campo economico sono riusciti a sostenermi durante tutto il periodo di
stesura del presente elaborato, appoggiandomi nelle mie scelte e concedendomi tutto
laiuto che era loro possibile. Senza di loro il mio intero percorso universitario sarebbe
stato sicuramente ricco di ostacoli.
Un grazie va anche alla relatrice Patrizia Gazzola per avermi sempre aiutato a
mantenere la linea giusta per lo svolgimento di un lavoro complesso ma allo stesso
tempo affascinante. Se voglio fare della mia passione la mia professione futura il merito
va anche a Lei per avermi concesso le conoscenze e gli stimoli per la comprensione di
argomenti che possono diventare uno strumento indispensabile per entrare nel mondodel lavoro.
Per i suggerimenti e le preziose informazioni fornitemi un ultimo ringraziamento va
fatto a tutto lo staff che gestisce la rivista on- line Tifosobilanciato. I loro tempestivi e
sempre corretti documenti sono stati indispensabili per lanalisi dei bilanci delle societ
calcistiche. Vanno menzionati perch le loro analisi, a differenza della maggior parte di
articoli e testi del settore che esamina e critica solo gli eventi sportivi, osservano nel
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dettaglio anche cosa succede dentro le sede ufficiali dei club e delle Leghe e
Federazioni.
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Capitolo 1 - Il Bilancio secondo gli IAS/IFRS
1.1 Lo IASB e i principi contabili internazionali
Per la redazione di un bilancio di esercizio che sia in grado di svolgere unimportante
funzione informativa sia ai soggetti interni che esterni allimpresa, bisogna avere ben
chiare le finalit dei principi contabili1. Questi sono postulati e regole tecnico-
ragionieristiche di generale accettazione che stabiliscono le modalit di
contabilizzazione delle operazioni di gestione, i criteri di valutazione e di esposizione
dei valori in bilancio2. Si parla di generaleaccettazione poich si tratta di norme che
vengono applicate dagli operatori nonostante essi non hanno la forza di legge per
imporre determinati obblighi operativi, ma solo il comportamento da adottare per
giungere alla predisposizione di un bilancio che rappresenti un valido strumento di
comunicazione dellandamento delle aziende. Sebbene in Italia gi il codice civile del
19423 prevedeva per le societ che >, per diversi motivi (soprattutto un mercato
mobiliare poco sviluppato), solo fra gli anni 60-70 inizi ad emergere la necessit di
una linea interpretativa che assicurasse un ruolo unitario del bilancio. Fu cos che si
arriv nel 1975 allemanazione dei principi contabili nazionali attraverso la fondazione
di unapposita prima commissione istituita dal Consiglio Nazionale dei Dottori
Commercialisti. Ci coincise con listituzione della CONSOB4 e quindi lesigenza di
ottenere una certificazione legale dei bilanci. Questo momento segn linizio di una
progressiva formazione di uno standard setter nazionale che nel corso degli anni ha
dovuto affrontare sia levoluzione economica di mercati sempre pi turbolenti a seguito
dellinnovazione tecnologica e finanziaria spinta dalla globalizzazione, sia lopportunit
di far parte di un network globale che dia vita ad un unico corpo di principi contabili
1 Per un approfondimento, cfr. E. Santesso, U. Sostero, I principi contabili per il bilancio desercizio, IlSole 24 ORE, Milano, 2011.2 Cfr. Ricci G., Astolfi E., Rascioni E., Entriamo in azienda, Tramontana, Milano, 2006, p. 128.3 Codice civile del 16 marzo 1942, Pubblicato in G.U. n.79 del 4 aprile 1942, Art. 2423.4 La Commissione Nazionale per le Societ e la Borsa (Consob), istituita con la Legge n. 216 del 7 giugno1974 unautorit amministrativa indipendente, dotata di personalit giuridica e piena autonomia con la
Legge 281 del 1985, la cui attivit rivolta alla tutela degli investitori, allefficienza, alla trasparenza eallo sviluppo del mercato mobiliare italiano. (Fonte: www.consob.it/main/consob/Chi_e/index.html).
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internazionali per la redazione del bilancio. Verso questultima meta, importante tappa a
livello nazionale per lItalia stata lacostituzione, il 27 novembre 2001, ad opera di
rappresentanti della professione contabile, preparers, users e regolatori del settore
pubblico, dellOrganismo Italiano di Contabilit - OIC5. Infatti, funzioni rilevanti
dellOIC, oltre allemanazione dei principi contabili nazionali e alla promozione della
cultura contabile, sono quelle di:
collaborazione e stimolo nei confronti dello International Accounting Standards
Board - IASB;
supporto allEuropean Financial Reporting Advisory Group - EFRAG;
Lo IASB uno standard setter che si occupa dellemanazione dei principi contabili
internazionali IFRS. Si tratta di unorganizzazione privata che costituisce il punto di
riferimento per lo sviluppo di un sistema contabile valido a livello mondiale. Lo IASB
fa parte di unassociazione costituita a Londra nel 1973, lInternational Accounting
Standards Committee - IASC. Unentit che riuniva gli istituti delle professioni
contabili del Regno Unito, Stati Uniti e Canada, con lintento di armonizzare le norme
tecniche per la redazione dei bilanci societari6. Lo IASC Foundation nel corso degli anni
ha acquisito sempre maggiore autorevolezza grazie ad una struttura organizzativa che
raccoglie a se i rappresentanti ed il sostegno economico di diverse autoritinternazionali. Questa alleanza era inizialmente composta da 16 membri, ma nel corso
degli anni si progressivamente ampliata, in particolare, con lingresso nel 1982
dellInternational Federation of Accountants - IFAC7. Con lespandersi del consenso
nel corso del tempo, lIASC ha dovuto rivedere la sua struttura fino ad arrivare all1
aprile 2001 con la creazione dello IASB: soggetto istituzionalmente e
internazionalmente incaricato della predisposizione dei principi contabili per lEuropa e
di incentivare la promozione di regole contabili riconosciute a livello planetario. Questaristrutturazione interna ha comportato la rinuncia da part e dello IASC allemanazione
degli International Accounting Standards - IAS (principi contabili di vecchia
5 LOIC costituito nella veste giuridica di una fondazione e nasce dallesigenza, avvertita dalleprincipali parti private e pubbliche italiane, di costituire uno standard setternazionale dotato di ampiarappresentativit, capace di esprimere in modo coeso le istanze nazionali in materia contabile. (Fonte:www.fondazioneoic.eu).6 Per un approfondimento, cfr. www.iasplus.com7 LIFAC unorganizzazione internazionale, fondata nel 1977, che oltre a rappresentare gli interessi
delle professioni contabili, si faportavoce anche di altri soggetti pubblici con lobiettivo dello sviluppo diuna forte economia internazionale. (Fonte: www.ifac.org)
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statuizione), con linvestitura dello IASB di definire gli International Financial
Reporting Standards - IFRS (principi contabili di nuova statuizione). Si scelto
comunque di mantenere la denominazione IAS per i principi emanati in precedenza
dallIASC, per questo oggi, nonostante le graduali trasformazioni di alcuni precedenti
principi per far fronte allevoluzione del contesto economico, convivono insieme i
principi IAS/IFRS. Un piccolo passo, nel tentativo di rendere pi chiaro lapproccio ai
principi contabili internazionali e far comprendere che si tratta sempre di principi che
seguono un filo conduttore comune stato fatto l1 luglio 2010: lo IASC Foundation ha
ufficialmente cambiato il suo nome in IFRS Foundation.
Per quanta riguarda la messa a punto dei principi contabili internazionali ruolo centrale
ora viene svolto dallo IASB, composto dai membri nominati dallIFRS Foundation e dalsupporto a tempo pieno di uno staff tecnico. A completare la struttura organizzativa
dellIFRS Foundation vi sono altri due organi, previsti dal suo statuto, che garantiscono
una rappresentazione geografica proporzionata a tutte le categorie interessate
allemissione dei principi contabili:
lo Standard Advisory Council- SAC, un organo consultivo del Board di circa 40
soggetti, che collabora alla definizione di unattenta programmazione del lavoro
in base alle priorit che emergono dalla situazione economica e fornisceinformazioni sulle implicazioni che i nuovi principi potrebbero avere per chi
lavora con il bilancio;
lInternational Financial Reporting Interpretation Committee - IFRIC,
attualmente composto da 14 membri che si impegnano a fornire interpretazioni
sullapplicazione dei principi contabili internazionali e a redigere guide e bozze
interpretative da distribuire al pubblico per il commento prima
dellapprovazione del Board. Questo organo sostituisce dalla fine del 2001 loStandards Interpretations Commitee - SIC.
Importante strumento di cui si avvale lo IASB per lo sviluppo di nuovi principi contabili
internazionali e la modifica di quelli precedenti, che siano per davvero
internazionalmente adottati, il Framework. La prima versione di questo documento
(Framework for the presentation and the preparation of finanicial statements 8) fu
8
Cfr. Di Pietra R., Framework e standards contabili dello IASB: alla ricerca di un difficile sincretismo,AIDEA - Accademia Italiana di economia aziendale, 2003, p. 1.
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pubblicato dallo IASC nel luglio del 1989 con il fine di favorire il perseguimento
dellobiettivo di armonizzazione contabile internazionale tramite lenunciazione di un
quadro concettuale a cui successivamente ispirarsi per la definizione di un insieme
coerente di principi contabili9. Non si tratta di un atto che si colloca in posizione
sovraordinata10 rispetto ai singoli IAS/IFRS o che si occupa di indicare i principi di
valutazione e gli obblighi di informativa, ma di un quadro di riferimento generale che ha
come scopi principali: sostenere gli standard setter nazionali nel controllo della
compatibilit delle regole interne con quelle internazionali, supportare tutti coloro che
redigono o controllano il bilancio nella risoluzione di eventuali dubbi sui quali lo IASB
non si espresso e assistere il pubblico interessato ai bilanci ad interpretare i valori
nellottica data dai principi contabili internazionali. Su questo ultimo punto si attentamente concentrata la riforma del Framework avviata nel 1995; questa modifica
sorge dallintenzione di andare incontro alla principale finalit del bilancio desercizio:
soddisfare il bisogno di informazione degli investitori. Tale revisione pu essere anche
collegata alla collaborazione instaurata con lInternational Organization of Securities
Commission - IOSCO11 e allinfluenza ricevuta dalla finalit primaria attribuita al
bilancio dai principi contabili statunitensi, emessi dal Financial Accounting Standard
Board - FASB, che conferiscono al bilancio il dovere di fornire una rappresentazionefedele della realt aziendale sotto il profilo dellutilit decisionale che ne possono
ricavare i potenziali destinatari delle informazioni amministrativo-contabili.
Mettendo sotto lente di ingrandimento il contenuto del Framework possiamo
suddividerlo in 5 sezioni. Vi innanzitutto unidentificazione di chi sono gli utilizzatori
del bilancio e per ogni tipologia di destinatario un focus su quale sia il relativo
9
Cfr. Alexander D., Nobes C., Caruso G. D., Ferrari E.R., Financial accounting. Il bilancio secondo iprincipi contabili internazionali, Pearson Paravia Bruno Mondadori, 1a edizione, Milano, 2008.10 Si ha una chiara esplicitazione di ci anche dallIAS 8 - Principi contabili, cambiamenti nelle stimecontabili ed errori. Al punto 10 il principio recita: >. Ma a regolare lalibert data agli amministratori che redigono il bilancio ci pensa il punto 11: >.11LOrganizzazione Internazionale delle Autorit dei controlli dei mercati finanziari (IOSCO), fondatanel 1974 come organizzazione panamericana, accoglie dal 1984 membri di tutto il mondo. La sua attivit
ruota intorno alla gestione di progetti che hanno come obiettivo prioritario quello della vigilanza sulcommercio di valori mobiliari. (Fonte: www.finma.ch)
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Competenza -Impresa in
funzionamento
Comprensibilit Significativit
Rilevanza
Attendibilit
Rappresentazionefedele
Prevalenza dellasostanza sulla forma
Neutralit
Prudenza
Completezza
Comparabilit
fabbisogno informativo; fra questi va sottolineata la superiorit della categoria degli
investitori poich il Framework, adottato dallo IASB nel 2001, al paragrafo 10
specifica che >. Vengono fissati gli obiettivi del
bilancio desercizio che, in accordo con quanto affermato dallo IAS 112, ribadisce al
paragrafo 12 il corrispondente fine principe: >. Ci viene fatto attraverso lobbligo di predisporre tre
prospetti, Stato Patrimoniale, Conto Economico e Rendiconto finanziario, cherispettivamente devono permettere di comprendere la posizione finanziaria, il risultato e
la variazione nella posizione finanziaria dellimpresa, in modo da consentire agli
investitori di valutare la capacit dellistituto di generare flussi di cassa. Per raggiungere
le finalit dette sopra, il
Framework definisce le
caratteristiche qualitative
che un bilancio deverispettare e lo fa
attraverso la previsione di
un preciso ordine
gerarchico di postulati e
principi che devono
accompagnare tutto il
lavoro di preparazione delbilancio (Figura 1). Al
livello pi alto troviamo
come postulati il criterio
della competenza (accrual
basis) e la prospettiva di
12
Lo IAS 1 -Presentazione del bilancio al punto 7, scopo del bilancio, definisce che >.
Figura 1 - I postulati e le caratteristiche qualitative delle
informazioni di bilancio.
Fonte: Comoli M., Corno F., Vigan A., Il bilancio secondo gli IAS,
Giuffr Editore, Milano, 2006, p. 36.
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redazione di un bilancio che rispecchi lattivit di unimpresa in funzionamento (going
concern). Il primo impone come momento della rilevazione contabile listante in cui si
verifica il fatto economico e non quello in cui si realizza la manifestazione finanziaria.
Il secondo postulato, esposto nel paragrafo 23, detta che la stesura del bilancio deve
essere fatta prevedendo una normale prosecuzione dellattivit economica, senza
lassunzione che si verificheranno particolari situazioni di gestione straordinaria. Al
secondo livello, invece, il Framework prevede degli attributi che devono
necessariamente rispettare le informazioni esposte in bilancio per risultare utili ai vari
utilizzatori. Queste caratteristiche qualitative, bilanciate con il requisito della
tempestivit, costituiscono i principi di redazione del bilancio IAS/IFRS che lente
emittente cerca di diffondere in tutti quei paesi che desiderano fornire informazioni utilial processo decisionale. Basilare per questo proposito anche la definizione allinterno
del Framework degli elementi fondamentali del bilancio desercizio. In particolare, dal
paragrafo 47 al paragrafo 81, vengono esplicitate le nozioni di Attivit, Passivit,
Patrimonio Netto (parti dello Stato Patrimoniale), Costi e Ricavi (parti del Conto
Economico). Tutto ci assume importante valore ai fini contabili in quanto
accompagnato dalla determinazione di precisi criteri di valutazione. Per liscrizione
delle poste in bilancio sono previsti dei rigorosi requisiti13
, ma alla base di ci sonoindispensabili dei criteri a supporto del processo di valutazione ed in questo campo
che il bilancio IAS/IFRS si distingue nettamente dal bilancio civilistico italiano. Il
Framework prevede quattro metodi di valutazione (costo storico, costo corrente, valore
di realizzo e valore attuale), mentre altri quattro (fair value, valore di mercato, valore
duso e valore recuperabile) sono rintracciabili allinterno del testo dei principi
contabili. Queste diverse regole di valutazione sono unulteriore spiegazione
dellorigine dei differenti risultati fra il bilancio IAS/IFRS e il bilancio redatto secondoil codice civile.
Nonostante questo sia un Quadro sistematico senza potere di imporre vincoli, a
dimostrazione della sua rilevanza e della capacit di influenza sui principi contabili
internazionali, va fatto presente che il 28 settembre 2010, lo IASB e il FASB hanno
13 Secondo il Framework, una posta contabile deve essere iscritta in bilancio se:1. probabile che ad essa si colleghi lafflusso allimpresa (o il deflusso dallimpresa) di un futuro
beneficio economico;2. Essa pu essere valutata in modo attendibile.
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intrapreso un progetto in comune (Conceptual Framework for IRFS) che costituisce la
base per la costruzione di un Framework che permetta di dar vita ad un unico corpus di
principi contabili internazionali.
1.2 Lapplicazione dei principi contabili internazionali nellUE
Lingresso dei principi contabili internazionali allinterno della normativa europea,
anche se ufficialmente in vigore a partire dal 2005, risale a una precisa strategia della
comunit europea che ha avuto inizio alla fine degli anni 70 14. Esattamente, il processo
di armonizzazione contabile fra i Paesi membri della Comunit Economica Europea -
CEE15
, prese avvivo il 25 luglio 1978 con lemanazione da parte del Consiglio Europeodella IV direttiva16. La CEE, sorta sulle macerie della fine della Seconda Guerra
Mondiale e alla ricerca di una stabilit politica ed economica, ha sempre operato per
favorire ladozione di un corpo di leggi comuni ai Paesi membri. E larea economica
quella in cui fin dalle sue origini si dimostrata pi attiva. Il desiderio di dare vita a un
solido sistema economico, capace di garantire prosperit ai Paesi aderenti e dimostrarsi
competitivo a livello mondiale, ha portato la CEE ad interventi mirati anche nellambito
della qualit, trasparenza e comparabilit delle informazioni economiche-finanziarieprodotte dalle imprese. La IV direttiva, nata principalmente dallesigenza di
comparazione dei bilanci delle societ appartenenti alle CEE, stata rivista dalla VII
direttiva del 13 giugno 1983. Questa si preoccupava d i regolare anche larmonizzazione
a livello contabile del bilancio dei gruppi societari, prevedendo lobbligo di redigere il
consolidato per tutti i Paesi europei (fino a quel momento in Italia il bilancio
consolidato veniva redatto solo per fini interni). Nonostante le due direttive avevano il
fine di garantire tramite il bilancio la rappresentazione veritiera e corretta ( true and fair
view) della situazione patrimoniale, finanziaria ed economica, in modo da agevolare gli
14 Cfr. Ricciardi A., Il processo di armonizzazione contabile in Europa, in Corso di Laurea Magistrale,Analisi di Bilancio, A.A. 2012/2013, Universit della Calabria - Cosenza.15 La CEE, fondata con i trattati di Roma del 25 marzo 1957 (siglati da Belgio, Francia, Germania, Italia,Lussemburgo e Paesi Bassi), costituisce la prima forma di organizzazione economica sovranazionale inEuropa. Nel corso degli anni sono aumentati i Paesi membri e la loro integrazione. Ci ha portato ad unagraduale evoluzione che, il 7 febbraio 1992 con il Trattato di Maastricht, ha dato vita allattuale UnioneEuropea a cui aderiscono oggi 27 Paesi.16IV direttiva del Consiglio del 25 luglio 1978 basata sullarticolo 54, paragrafo 3, lettera g), del trattato e
relativa ai conti annuali di taluni tipi di societ (78/660/CEE). Pubblicata sulla GU n. L 222 del 14 agosto1978, pag. 11.
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investitori nellindividuazione delle opportunit di investimento ed indirizzare cos le
loro risorse verso quei settori pi virtuosi, hanno dimostrato nel tempo un insuccesso
nel realizzare la ricercata omogeneit contabile fra i Paesi membri. Questo esito
negativo in buona parte attribuibile a due ragioni. Un primo limite proprio nella
norma in quanto ladeguamento a principi uniformi ha comportato uneccessiva
presenza di opzioni nella rappresentazione dei valori in bilancio e nei criteri di
valutazione. Ci doveva facilitare lintroduzione delle direttive nei diversi Paesi
membri, ma ha comportato lunghi tempi di recepimento17 e differenti interpretazioni
degli Stati membri su alcuni principi. Il secondo limite, che ha portato poi lUnione
Europea a rivedere nel corso degli anni 90 la sua strategia, da collegare
allevoluzione dello scenario finanziario internazionale, fortemente accelerata dalcrescente utilizzo delle tecnologie informatiche, dalla globalizzazione dei mercati e
dallintroduzione della moneta unica. Questi cambiamen ti hanno reso vani gli sforzi
verso unarmonizzazione contabile europea, comportando lo spostamento verso
ladozione dei principi contabili internazionali. Questa nuova strategia, che aspirava ad
assicurare la negoziazione dei valori mobiliari delle imprese anche sui mercati
internazionali, espressamente configurabile con la Comunicazione n. 508 del 14
novembre 1995 della Commissione Europea intitolata Armonizzazione contabile: unanuova strategia nei confronti del processo di armonizzazione internazionale. Molte
grandi imprese europee a carattere internazionale infatti reclamavano lesigenza di
ridurre i costi legati alla predisposizione di due serie di conti e la complessit
dellinformazione economico-finanziaria necessaria per essere ammessi alla quotazione
anche in Paesi extraeuropei18. La necessit di tali imprese di operare e reperire capitali
al di fuori del proprio Paese di origine ha caratterizzato gli obiettivi posti dalla
Comunicazione 508/95 CEE, che sono riassumibili in quattro punti:Eliminazione del divario esistente tra prescrizioni della normativa comunitaria e
le esigenze dei mercati internazionali;
Proseguimento dellattivit finalizzata al miglioramento della comparabilit dei
conti;
17 LItalia, con i suoi 13 anni per il recepimento della VII direttiva comunitaria, uno dei casi piesemplari. Essa infatti ha avuto attuazione in Italia con Il D. Lgs 127/1991.18 I bilanci redatti secondo le direttive comunitarie non garantivano lammissione alla quotazione nelle
sedi delle principali borse internazionali. Emblematico era il caso del mancato riconoscimento da partedella Security Exchange Commission - SEC (organo di vigilanza dei mercati mobiliari statunitensi).
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Partecipazione dellUE al dibattito internazionale sullarmonizzazione contabile;
Costituzione di un organismo europeo di normalizzazione contabile con compiti
di accertamento della comparabilit dei principi contabili internazionali con le
direttive comunitarie.
Il problema concreto che emerse in questo contesto fu il dover compiere una scelta
riguardo alla tipologia di principi contabili internazionali con quali redigere il bilancio.
Curiosa stata la preferenza dellUE di un corpus di principi contabili gi esistenti 19 e la
scelta della Commissione ricaduta sugli IAS, scartando gli US Gaap20. Fino a quel
momento di fatto allinterno dellUnione Europea erano riconosciuti e utilizzati dalle
imprese europee a livello internazionale sia i principi emanati dallo IASC che quelli
emanati dal FASB. Entrambi infatti avevano in comune il pregio di essere orientati in
prevalenza alla tutela degli investitori (una delle maggiori differenze di fondo con le
direttive contabili, pi impegnate a garantire il capitale e gli interessi di particolari
categorie distakeholders). I principi contabili americani US Gaap furono scartati per la
specificit di tali principi al contesto americano. Lopzione prescelta, motivata con la
Comunicazione 232/99/CEE (Messa in atto del quadro dazione per i servizi finanziari:
piano dazione), fu quella di utilizzare, previa verifica della loro compatibilit con le
finalit delle direttive comunitarie IV e VII, i principi contabili internazionali IAS. Essigarantiscono rispetto agli US Gaap un superiorestandardqualitativo e soprattutto sono
elaborati con una visione pi internazionale senza quindi comportare problemi
applicativi nel contesto europeo. Inoltre la Commissione motiva la scelta degli IAS
rispetto agli US Gaap sulla base del loro riconoscimento da parte dello IOSCO e del
Comitato di Basilea21. Finito lesame di compatibilit dei principi contabili
internazionali con le direttive europee, finalmente, si fu pronti per iniziare a progettare
la loro applicazione e il via venne sancito dal Consiglio europeo di Lisbona del 23 e 24marzo 2000 che invita la Commissione a prendere misure per migliorare la
19 La scelta di procedere alla redazione di un nuovo corpus di principi contabili europei fu scartata per iltroppo tempo necessario a raggiungere unintesa fra gli Stati membri in merito al loro contenuto.20 Negli Stati Uniti la contabilit delle imprese retta dai Generally accepted accounting principles(Gaap). Lenfasi sul general, nel senso che questi principi contabili generalmente accettatistabiliscono solo linee-guida generali, e possono essere applicati in maniere diverse, tutte formalmentecorrette. (Fonte: www.ilsole24ore.com)21
Il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (CBVB) il principale organismo di definizione deglistandard internazionali per la regolamentazione prudenziale del settore bancario. (Fonte: www.bis.org)
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comparabilit dellinformativa pubblicata dalle aziende quotate22. La quale inizia i
lavori con la Comunicazione n. 359 del 13 giugno 2000 intitolata Lastrategia dellUE
in materia di informativa finanziaria: la via da seguire. Questa comunicazione ha
acquisito nel corso del tempo importante valore a causa del suo ruolo programmatico
svolto nel processo di armonizzazione. In modo particolare, sono da sottolineare la
previsione di due tappe: che entro il 2000 si sarebbe dovuta presentare una proposta
finalizzata ad imporre a tutte le societ quotate nellUE lobbligo di redigere, entro il
2005, i loro bilanci consolidati in conformit agli IAS e che entro il 2001 si presentasse
anche una proposta intesa a modernizzare le direttive contabili in modo che queste
potessero costituire la base dellinformativa di tutte le societ di capitali. La prima tappa
si avvia con la pubblicazione del Regolamento CE n. 1606 del 19 luglio 2002 23 cheintroduce lobbligo, a decorrere dallesercizio 2005, per le societ quotate dei Paesi
membri della Comunit economica europea, di redigere i bilanci consolidati secondo i
principi contabili internazionali emanati dallo IASB. A dispetto del ritardo che ha
accompagnato il Regolamento da evidenziare che in questa seconda fase di
armonizzazione contabile lUnione Europea ha deciso di servirsi dei Regolamenti da
affiancare alle Direttive. Questo strumento si dimostrato pi completo ed efficace nel
raggiungere i fini delle istituzioni comunitarie in quanto di portata generale (cioapplicabile a categorie di destinatari astrattamente determinate), obbligatorio in tutti i
suoi elementi, nel senso che gli Stati membri hanno lobbligo della loro integrale
applicazione e soprattutto sono direttamente applicabili in ogni Stato membro senza che
sia necessario un atto di recepimento da parte degli Stati membri stessi. Passi
preliminari, che hanno ritardato la definizione del Regolamento CE n. 1606/2002, sono
stati svolti per rafforzare la Commissione Europea incaricata di regolare lintroduzione
dei principi contabili internazionali. L'UE per adottare i principi IAS/IFRS si preoccupata di sottoporli prima ad una doppia tipologia di omologazione24. Per
22 Consiglio Europeo di Lisbona 23 e 24 marzo 2000: Conclusioni della presidenza, I) Occupazione,Riforme economiche e coesione sociale, 2) Predisporre il passaggio a uneconomia competitiva, dinamicae basata sulla conoscenza. (Fonte: www.consilium.europa.eu)23 GU della Comunit Europea (11/09/2002),Regolamento (CE) N. 1606/2002 del Parlamento Europeo edel Consiglio dellUnione Europea del 19 luglio 2002 relativo allapplicazione dei principi contabili
internazionali.24 Lapplicazione dei principi contabili internazionali allinterno del contesto europeo stata subordinata
a una verifica di compatibilit con le direttive contabili europee: tecnicamente si dice che i principicontabili internazionali sono sottoposti a un processo di omologazione (endorsement process).
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lomologazione regolamentare ha istituito il Comitato di regolamentazione contabile
che coinvolge i rappresentanti di tutti gli Stati membri, con il compito di fornire pareri
sullopportunit o meno che lUE adotti un principio IAS/IFRS e sulla sua data di
applicazione. Mentre per lomologazione contabile ha fondato il Comitato tecnico di
contabilit, con natura prevalentemente consultiva sugli IAS/IFRS ed in grado di
influenzarne lo sviluppo, oltre che di permettere rapide decisioni sui nuovi principi.
Fondamentale per questultimo punto stata la creazione nel giugno del 2001
dellEFRAG, un organismo privato che raggruppa i rappresentanti delle imprese, ordini
professionali, autorit di vigilanza ed altri portatori dinteresse del bilancio. I suoi
compiti principali consistono nel contribuire in modo attivo e propositivo al ruolo svolto
dallo IASB e nel coadiuvare la Commissione nella modifica delle direttive comunitarieche non siano conformi ai principi dello IASB e alle sue interpretazioni IFRIC 25. Per
quanto riguarda invece il contenuto del Regolamento CE n. 1606/2002, che recepisce in
ambito comunitario tutti i principi IAS/IFRS esistenti fino a quel momento, sono
importanti le novit introdotte e le relative opzioni. Se si preoccupa di rendere
obbligatoria ladozione degli IAS/IFRS per i conti consolidati delle societ i cui titoli
sono negoziati in un mercato regolamentato di un qualsiasi Stato membro (societ
quotate), lascia al Paese membro la libert di far applicare o meno tali principi anche albilancio individuale di questa tipologia di societ. Tale opzione vale anche per le societ
non quotate: gli Stati membri hanno la facolt di estendere, in via obbligatoria o
facoltativa, luso dei principi contabili internazionali sia per il bilancio consolidato che
per il bilancio desercizio. Il Regolamento prevede inoltre che lo Stato membro ha
lonere di comunicare immediatamente la sua scelta alla Commissione e agli Stati
membri. Ci perch lArticolo 9 - Disposizioni transitorie - prevede per gli Stati
membri la possibilit di una deroga temporale programmando lapplicazione degliIAS/IFRS > . Latto conclusivo di questa prima tappa si svolge con la
pubblicazione, nella Gazzetta Ufficiale dellUnione Europea del 29 settembre 2003, del
Regolamento CE n. 1725/2003 con il quale si sono approvati i principi contabili
internazionali. I principi elencati dal Regolamento erano 32 e coincidevano con tutti
25
Cfr. Montone A., Il bilancio di gruppo tra normativa nazionale e principi contabili internazionali -Profili evolutivi e comparativi, Franco Angeli, Milano, 2005.
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quelli emanati dallo IASB al 14 settembre 200226, tranne lo IAS 32 - Financial
Instruments. Disclosure and Presentation e lo IAS 39 - Financial Instruments.
Recognition and Measurement. Si era scelto di non adottare subito anche questi due
principi contabili internazionali poich disciplinavano la valutazione di strumenti
finanziari secondo il criterio del fair value , un metodo di valutazione che pu esercitare
un grosso impatto sui risultati del bilancio e che per il momento si era preferito
rimandare ladozione in quanto richiedeva troppi aggiustamenti27.
La seconda tappa invece, attinente alla modernizzazione delle direttive contabili, fu
intrapresa con la Direttiva CE n. 65 del 27 settembre 200128 che aveva lobiettivo di
introdurre limpiego del criterio del fair value (o valore equo), al posto del costo storico,
per la valutazione delle attivit e delle passivit finanziarie, con riferimento a quelledetenute a scopo di negoziazione e a quelle disponibili per la vendita. Era
indispensabile, quindi, modificare le precedenti direttive per proseguire la strada verso
la ricercata armonizzazione contabile internazionale. I principi contabili internazionali
IAS/IFRS prevedevano lutilizzo del valore equo per la valutazione di alcuni strumenti
finanziari, pertanto ai fini della comparabilit dellinformativa finanziaria era necessario
consentire agli Stati membri la possibilit di far predisporre i bilanci secondo questo
metodo in modo da prepararsi anche ad applicare il principio IAS 39 - Strumentifinanziari: rivelazione e valutazione. Questa direttiva diventava efficace a decorrere dal
1 gennaio 2005, ma oltre a chiarire i campi di discrezionalit degli Stati membri (facolt
o obbligo di uso del valore equo), fin da subito ha chiarito per quali tipi di strumenti
finanziari pu essere utilizzato il valore equo e di quali riferimenti servirsi per la sua
determinazione. Altro elemento rilevante della direttiva costituito dallArticolo 42-
quater dove si afferma che >. Questo un importante cambiamento introdotto dai principi contabiliinternazionali: la differenza fra il valore iscritto in bilancio ed il fair value pu dare vita
alla contabilizzazione di una perdita o di un utile. Ma tale valore di bilancio, come si
vedr allinterno del Capitolo 2 di questo lavoro, pu avere origine anche dalla
26 Data di entrata in vigore del Regolamento CE n. 1602/2002.27 Saranno comunque entrambi applicati, IAS 32 e IAS 39, con il Regolamento CE n. 1126/2008 dellaCommissione del 3 novembre 2008.28 GU delle Comunit europee (27/10/2001), Direttiva n. 2001/65/CE del Parlamento europeo e delConsiglio del 27 settembre 2001 che modifica le direttive 78/660/CEE, 83/349/CEE e 86/365/CEE per
quanto riguarda le regole di valutazione per i conti annuali e consolidati di taluni tipi di societ nonchdi banche e di altre istituzioni finanziarie.
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valutazione di altri assets diversi dagli strumenti finanziari. Successiva direttiva che ha
partecipato al lavoro di aggiornamento delle direttive contabili per renderle compatibili
con i principi contabili internazionali la Direttiva CE n. 51 del 18 giugno 2003 29 ed
nota come Direttiva di modernizzazione. Le principali modifiche introdotte sono:
Lintegrazione dei principi generali di redazione del bilancio di esercizio, con il
principio di prevalenza della sostanza sulla forma;
Modifiche ai prospetti di bilancio per quanto attiene alla forma e al contenuto:
oltre allo Stato Patrimoniale, Conto Economico e Nota integrativa si
aggiungono, in base allo IAS 1 - Presentazione del bilancio, il Rendiconto
finanziario e il Prospetto dei movimenti del patrimonio netto;
Modifiche relative ai criteri particolari di valutazione;
Modifiche relative alla relazione sulla gestione e al controllo legale dei conti.
Lintento di queste nuove modifiche era quello di completare la fase di preparazione
allapplicazione dei principi contabili internazionali IAS/IFRS, ma non s i ancora
arrivati a una loro completa e fedele applicazione, che faccia emergere come detta il
punto 4 della Direttiva > poich la valutazione alfair value va a scontrarsi con altri
principi in uso negli ambiti nazionali. La normativa comunitaria quindi risulta ad oggiparzialmente attuata nei Paesi membri dellUE e soltanto quando si riuscir a recepire
integralmente tali norme si arriver a una significativa convergenza tra la normativa
nazionale di ogni Stato membro e quella internazionale (IAS/IFRS).
1.3 Il processo di armonizzazione degli standardcontabili italiani
La decisione del Parlamento europeo di adottare i principi contabili internazionali,sebbene riuscita a indirizzare i Paesi membri verso unarmonizzazione contabile con i
vantaggi di uno schema concettuale che permette di avere un sistema di rivelazione,
valutazione e rappresentazione in bilancio condiviso, ha comportato diverse difficolt
nella transizione dai principi nazionali agli IAS/IFRS. Difatti, pi che una scelta di
29 GU dellUnione europea (17/07/2003), Direttiva n. 2003/51/CE del Parlamento europeo e delConsiglio del 18 giugno 2003 che modifica le direttive 78/660/CEE, 83/349/CEE, 86/365/CEE e
91/674/CEE relative ai conti annuali e ai consolidati di taluni tipi di societ, delle banche e altriistituzioni finanziari e delle imprese di assicurazione.
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uniformare i sistemi contabili europei con quelli internazionali si trattato di una
necessit di predisporre bilanci comparabili con una maggiore trasparenza informativa
finanziaria. Ma se ci comportava un generale innalzamento dellefficienza complessiva
del sistema economico europeo (funzionamento efficiente, sotto il profilo operativo e
dei costi dei mercati dei capitali, aumento della competitivit delle imprese europee,
ammissione alla quotazione ovunque nel mondo, ), ha avuto lo svantaggio di causare
forti disagi nelladozione di un modello contabile, nella maggior parte dei casi, difforme
dalle prassi presenti in un determinato Paese. Per non sconvolgere improvvisamente il
lavoro di diversi operatori, lUnione Europea invece di standardizzare 30 subito la
contabilit di tutti i Paesi membri, ha optato per una strategia di armonizzazione, che
dovrebbe portare ad una uniformazione contabile tramite un processo di convergenzacaratterizzato da norme flessibili. Ne una prova la preferenza di servirsi inizialmente
delle direttive contabili che imponevano ai vari Stati un vincolo negli obiettivi da
perseguire, ma lasciavano ai Governi nazionali libert di azione per il completamento
del quadro normativo. in questo spazio che si colloca lattivit svolta dal legislatore
italiano per il recepimento del Regolamento CE n. 1606/2002 e delle Direttive n.
65/2001/CE e 51/2003/CE.
Il primo effetto dei principi contabili internazionali in Italia fu causato dal Regolamento
CE n. 1606/2002 che, come detto nel paragrafo precedente, con efficacia immediata
obbligava, dal 1 gennaio 2005, le societ quotate dellUE a redigere i bilanci
consolidati secondo gli IAS/IFRS. Il recepimento dellintero Regolamento avviene con
la nota Legge comunitaria 200331. Con questa legge il Governo italiano decide di
esercitare i suoi poteri di delega e tramite lArticolo 25, intitolato Opzioni previste
dallarticolo 5 del regolamento (CE) n. 1606/2002 del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 19 luglio 2002, relativo allapplicazione dei principi contabili
internazionali, rende obbligatorio a partire dal 1 gennaio 2007 lutilizzo degli
IAS/IFRS per:
Le societ quotate, in relazione al bilancio desercizio;
30 Per standardizzazione si intende la fissazione di un insieme di standard cui adeguare le situazionipreesistenti in modo da ottenere luniformit dei bilanci.31
GU n. 266 del 15 novembre 2003Legge 31 ottobre 2003, n. 306Disposizioni per ladempimento diobblighi derivanti dallappartenenza dellItalia alle Comunit europee. Legge comunitaria 2003.
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Le societ aventi strumenti finanziari diffusi presso il pubblico, in relazione al
bilancio desercizio e consolidato;
Le banche e gli intermediari finanziari sottoposti a vigilanza da parte della
Banca dItalia, per il bilancio desercizio e consolidato;
Le imprese di assicurazione che applicano il D.Lgs n. 173/1997, in relazione al
bilancio consolidato32;
Le imprese di assicurazione, in relazione al bilancio desercizio nei soli casi in
cui siano quotate e non siano tenute alla redazione del bilancio consolidato.
Con la stessa attribuisce la facolt di utilizzarli alle societ non quotate; si tratta per loro
di una notevole novit poich hanno la possibilit di valutare la convenienza
organizzativa ed economica e poi scegliere se adottarli. Nel caso in cui non avessero
optato per ladozione dei principi contabili internazionali, avrebbero dovuto continuare
ad adottare i principi nazionali e le norme previste dal codice civile. Questultima
alternativa invece obbligatoria per le societ che redigono il bilancio in forma
abbreviata33. Ma alla luce delle modifiche apportate alle direttive comunitarie anche le
disposizioni contenute allinterno del codice civile andavano riviste. In particolare il
D.Lgs. n. 394 del 30 dicembre 200334, senza variare lo schema e il contenuto del
bilancio civilistico, al fine di evitare incompatibilit fra i principi nazionali e quelliinternazionali, prevede per i bilanci desercizio e consolidati che a partire dal 1 gennaio
2005 vengano inserite nella nota integrativa e nella relazione sulla gestione dei
chiarimenti riguardanti il fair value. Ci perch essendo un metodo di valutazione
completamente opposto a quello del costo assume rilievo il valore di mercato; occorre
quindi precisare quali parametri sono in grado di determinare con esattezza i reali valori
esposti in bilancio. In ogni modo, il 2003 rappresenta un anno fondamentale per
lapertura italiana ai principi contabili internazionali. Con lobiettivo di creare deimodelli di societ uniformi con quelli presenti allinterno dellUnione europea, nel 2001
il Governo era stato delegato ad adottare, entro un anno, uno o pi decreti legislativi
32 Decreto legislativo del 26 maggio 1997, n. 173 - Attuazione della direttiva 91/674/CEE in materia diconti annuali e consolidati delle imprese di assicurazione.33 Per un approfondimento, cfr. Zambon P., Rotondaro W.,Il bilancio in forma abbreviata, Professionisti& Imprese, Maggioli Edidore, Santarcangelo di Romagna, 2012.34 GU n. 44 del 23 febbraio 2004, Decreto legislativo 30 dicembre 2003, n. 394 Attuazione delladirettiva 2001/65/CE che modifica le direttive CEE 78/660, 83/349 e 86/635, per quanto riguarda le
regole di valutazione per i conti annuali e consolidati di taluni tipi di societ, nonch di banche e di altreistituzioni finanziarie.
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recanti la riforma organica della disciplina delle societ 35. E allArticolo 6 - Disciplina
del bilancio, era ben puntualizzato che la riforma delle societ avrebbe dovuto
prevedere le condizioni in presenza delle quali le societ possono utilizzare per la
redazione del bilancio consolidato i principi contabili internazionalmente riconosciuti.
Ma in quanto Paese membro dellUnione Europea, lItalia a conoscenza delle modifiche
che si stavano apportando alle direttive contabili comunitarie, ha strutturato la riforma
tenendo conto di tutte le novit. Precisamente, il D.Lgs n. 6 del 17 gennaio 2003 -
Riforma organica della disciplina delle societ di capitali e cooperative - che ha
modificato il Capo V del Libro V del codice civile, ha introdotto importanti novit
anche in materia di bilancio di esercizio. Il fine stato quello di ottenere in bilancio
delle rappresentazioni maggiormente realistiche delle situazioni societarie, collegandosial principio della substance over form che alla base dei principi IAS/IFRS. stato
quindi rivisto il primo punto dellArticolo 2423-bis -Principi di redazione del bilancio,
il quale ora enuncia che >. Un bilancio redatto
secondo questo metodo ha il pregio di dare risalto alle informazioni sulla situazione
patrimoniale, finanziaria ed economica, attuale e prospettica, dellimpresa. Tali datisono quelli di maggiore interesse per i lettori del bilancio, dati che in precedenza
potevano essere oscurati o manipolati da chi redige il documento36. Un chiaro esempio
del mutamento apportato rispetto alla prassi tradizionale dato dalle operazioni di
locazione finanziaria. Fino ad allora venivano contabilizzate con il metodo
patrimoniale, che prevedeva lobbligo per il concedente di continuare ad esporre i beni
dati in locazione tra le sue immobilizzazioni materiali (Beni concessi in locazione
finanziaria) ed iscrivere in conto economico le quote di ammortamento e i canoniricevuti. Allutilizzatore del bene rimaneva di conseguenza solo lonere di rilevare i
canoni pagati fra i costi di esercizio (Costi per godimento di beni di terzi). Questo
metodo si basa sul presupposto che il contratto di leasing, essendo giuridicamente un
contratto di locazione, non trasferisce la propriet dei beni. Pertanto secondo i principi
35GU n. 234 dell8 ottobre 2001, Legge 3 ottobre 2001 - Delega al Governo per la riforma del dirittosocietario.36 Cfr. Comoli M., Corno F., Vigan A.,Il bilancio secondo gli IAS, Giuffr Editore, Milano, 2006, p. 22.
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contabili italiani un bene in leasing non pu essere incluso tra le immobilizzazioni fino
a quando non se ne diventi a tutti gli effetti proprietari. I principi contabili internazionali
invece adottano la prospettiva finanziaria che fa prevalere la sostanza sulla forma:
laddove tutti i rischi e i benefici connessi allutilizzo del bene sono effettivamente
trasferiti, il leasing va considerato come un acquisto di un bene immobilizzato (il bene
considerato come un acquisto a credito). Secondo lo IAS 17 -Leasing, il bene in leasing
iscritto nellattivo dello Stato patrimoniale dellutilizzatore e non del concedente.
Come effetto di ci sar lui a riportare le quote di ammortamento nel Conto economico.
Egli inoltre, ha lobbligo di rilevare nel passivo il debito per la parte che corrisponde
alla quota capitale di canoni ancora dovuti e nel Conto economico gli oneri finanziari
per la quota interessi e gli oneri accessori corrisposti di competenza dellesercizio. Conla riforma del diritto societario, parziale avvicinamento verso gli IAS/IFRS, il
legislatore conscio che ladozione dei principi contabili nazionali o internazionali
comporta la distinzione tra metodo patrimoniale e finanziario ha previsto, al punto 22
dellArticolo 2427 - Contenuto della nota integrativa, che il locatario predisponga un
prospetto informativo in cui siano riassunte tutte le condizioni delloperazione37 senza
per variare il suo metodo di contabilizzazione in bilancio.
Questo esempio ben evidenzia il lento e incompleto recepimento in Italia dei principi
contabili internazionali, ma prova ancora pi forte si ha osservando che la Direttiva n.
51/2003/CE non stata ancora del tutto accolta in Italia. Il passo successivo stato
compiuto solamente con il D.Lgs n. 38 del 28 febbraio 2005 38 che, sancendo
lattuazione della Legge comunitaria 2003, disciplina lambito e le modalit di
applicazione degli IAS/IFRS. Novit di questa disposizione fu che le imprese obbligate
dal Regolamento CE n. 1606/2002 a redigere il bilancio consolidato secondo gli
IAS/IFRS potevano ora redigere anche quello individuale secondo tali principi. Lapossibilit viene concessa anche alle societ controllate e collegate, cosi da migliorare la
37 Art. 2427 - Contenuto della nota integrativa: La nota integrativa deve indicare, oltre a quanto stabilitoda altre disposizioni: . 22. Le operazioni di locazione finanziaria che comportano il trasferimento allocatario della parte prevalente dei rischi e dei benefici inerenti ai beni che costituiscono oggetto, sullabase di un apposito prospetto dal quale risulti il valore attuale delle rate di canone non scadute qualedeterminato utilizzando tassi di interesse pari allonere finanziario effettivo attribuibile ad essi e riferibileallesercizio, lammontare complessivo al quale i beni oggetto di locazione sarebbero stati iscritti alla datadi chiusura dellesercizio qualora fossero stati considerati immobilizzazioni, con separata indicazione diammortamenti, rettifiche e riprese di valore che sarebbero stati inerenti allesercizio;38
GU n. 66 del 21 marzo 2005, Decreto legislativo 28 febbraio 2005, n. 38 - Esercizio delle opzionipreviste dallarticolo 5 del regolamento (CE) n. 1606/2002 in materia di principi contabili internazionali.
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comparabilit fra i bilanci delle societ del gruppo (ci vale per tutte le societ che
redigono il bilancio consolidato, quotate e non quotate). La scelta di far rientrare anche
questo tipo di societ fra i soggetti legittimati ad utilizzare gli IAS/IFRS dovuta al
fatto che ci dovrebbe garantire una migliore correlazione tra linformativa contabile e
la realt sostanziale di molte operazioni. Da questo decreto si delinea un quadro molto
preciso per le societ italiane (Figura 2), ma lArticolo 5 mostra ancora una volta come
Figura 2: Ladesione agli IAS/IFRS in Italia
SOGGETTI INTERESSATIBILANCIO
INDIVIDUALEBILANCIO
CONSOLIDATO
Societ quotateSociet con strumenti finanziaridiffusiBanche e gli enti finanziari vigilati
IAS/IFRS facoltativi nel
2005, obbligatori dal2006
IAS/IFRS obbligatoridal 20051
Societ assicurative quotate e nonEsclusione applicazione
IAS/IFRS2IAS/IFRS obbligatori
dal 2005
Societ consolidate da:Societ quotateSociet con strumentifinanziari diffusiBanche e gli enti finanziarivigilati
Altre societ che redigono ilbilancio consolidato (escluse quelleminori)Altre societ consolidate da societche redigono il bilancio consolidato(escluse quelle minori)
IAS/IFRS facoltativi dal
2005
3IAS/IFRS facoltativi
dal 2005
3
Altre societ non consolidate dasociet che redigono il bilancioconsolidato (escluse quelle minori)
Esclusione applicazioneIAS/IFRS4
-
Societ minori (Art. 2435-bis c.c.)Esclusione applicazione
IAS/IFRS-
1 La Banca dItalia conserva il potere di disciplinare gli schemi di bilancio secon do quanto oraprevisto dallArt. 5 del D.Lgs 87/92;2 IAS/IFRS obbligatori dal 2005 nella redazione del bilancio individuale per le imprese diassicurazione quotate che non redigono il bilancio consolidato;3 La facolt di applicazione degli IAS/IFRS se esercitata deve essere applicata sia per il bilancioindividuale, sia per il bilancio consolidato;4 La facolt di applicazione degli IAS/IFRS potr essere esercitata dallesercizio individuato condecreto del Ministero dellEconomia e delle finanze e del Ministro della giustizia.
Fonte: Ricciardi A., Il processo di armonizzazione contabile in Europa, in Corso di LaureaMagistrale, Analisi di Bilancio, A.A. 2012/2013, Universit della Calabria - Cosenza, p. 35.
(www.antonioricciardi.it)
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sia arduo staccarsi dai principi contabili nazionali e specifica: >. Osservando anche altri limiti particolari39 nellapplicazione degli
IAS/IFRS previsti dal decreto, si comprende chiaramente che si tratta di regole
transitorie sia per le imprese (la previsione della facolt/obbligo concede loro un anno in
pi per organizzarsi) che per il legislatore. Questultimo, nonostante il termine era stato
fissato al 31 dicembre 2004, ha continuato a prendere tempo per prepararsi al
recepimento della Direttiva n. 51/2003/CE. Codesto avvenuto parzialmente, con il
D.Lgs n. 32 del 2 febbraio 200740, soltanto a seguito della condanna da parte della Cortedi Giustizia europea. Il decreto, di cui i provvedimenti sono entrati in vigore a partire
dai bilanci 2008, ha per adottato soltanto le prescrizioni obbligatorie che riguardano
linformativa finanziaria. Nel dettaglio si occupato di prevedere il contenuto della
relazione sulla gestione e della relazione del revisore contabile, cos da concordare con
le modifiche che lo stesso decreto apportava al codice civile ed assicurare un fedele
resoconto degli affari e della situazione della societ o del gruppo41. Per il recepimento
della parte facoltativa della Direttiva di ammodernamento vi era invece tempo fino al5 settembre 2009, ma da parte del legislatore italiano non ancora stato emesso nessun
decreto di attuazione. Si tratta delle modifiche ai prospetti di bilancio e ai principi di
iscrizione e valutazione delle poste di bilancio. Accorgendosi del vuoto lasciato dalle
cariche pubbliche italiane, lOIC ha formalizzato un progetto contente delle modifiche
da apportare al codice civile e al testo unico della finanza che nella sostanza rappresenta
la volont di rendere finalmente operativa la parte facoltativa della direttiva
51/2003/CE, la quale dovrebbe finalmente garantire una significativa, e cosi
39 Spiccano in particolare la limitazione nella distribuzione di utili derivanti da riserve di patrimonionetto, costituite e alimentate dalle valutazioni a fair value e le specifiche disposizioni previste per levariazioni di patrimonio netto causate dalla prima applicazione degli IAS/IFRS.40 GU n. 75 del 30 marzo 2007, Decreto legislativo 2 febbraio 2007, n. 32 - Attuazione della direttiva2003/51/CE che modifica le direttive 78/660, 83/349, 86/635 e 91/674/CEE relative ai conti annuali e aiconti consolidati di taluni tipi di societ, delle banche e altri istituti finanziari e delle imprese di
assicurazione.41 Cfr. Holzmiller E. (Coordinatore della Commissione di diritto societario dellOrdine dei dottori
commercialisti di Milano), Soluzioni operative: novit nella relazione sulla gestione al bilancioconsolidato, Diritto e Pratica delle Societ - Il Sole 24 ORE, n. 24, 31 dicembre 2007.
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faticosamente inseguita, convergenza tra la normativa nazionale e quella internazionale
(IAS/IFRS)42.
1.4 Differenze con i principi civilistici italiani
Nel difficile compito di redazione di un bilancio non sufficiente limitarsi alla
consultazione dei principi contabili che la legge impone di adottare. Per la
pubblicazione di un bilancio che garantisca una corretta informazione finanziaria, ossia
soddisfi i bisogni informativi degli utilizzatori interni ed esterni, indispensabile che le
societ considerino anche le disposizioni e le interpretazioni emesse dalle istituzioni
rappresentanti le professioni contabili e, soprattutto nel caso di societ quotate, le normeemesse dalle autorit di vigilanza. Ci perch se i principi di base previsti a livello
nazionale e internazionale possono risultare simili frequente riscontrare differenze di
valutazione a livello pratico-applicativo43. La difformit nel giudizio per i criteri di
valutazione collegabile innanzitutto allelevato grado di prudenza del bilancio
nazionale che porta spesso a sottostimare il valore del patrimonio aziendale. I principi
contabili internazionali al contrario hanno un inferiore livello di prudenza poich
mirano a rappresentare in bilancio il reale valore corrente del complesso aziendale.Diretta conseguenza del valore che ci si spinge ad attribuire in bilancio agli elementi del
patrimonio il grado di ritenzione di ricchezza allinterno dellimpresa. Mentre il
bilancio italiano caratterizzato da principi di redazione che cercano di influenzare il
meno possibile il reddito distribuibile, nel bilancio secondo gli IAS/IFRS a causa delle
componenti valutate al fair value vi la possibilit di distribuire utili non ancora
realizzati.
La tendenziale44 valutazione alfair value determina per di pi una maggiore variabilit
dei risultati di bilancio poich questi sono soggetti alle fluttuazioni dei valori di mercato
che subiscono gli elementi patrimoniali. Ma ci che risalta particolarmente fra il
42 OIC,Ipotesi di attuazione della direttiva 2003/51/CE e della direttiva 2006/46/CE che modificano ladirettiva n. 83/349/CEE in materia di bilanci consolidati . Bozza di articolato D.Lgs. 09/04/1991, n. 127,Approvato dal Consiglio di gestione il 6 maggio 2008.43 Cfr. Portalupi A., Analogie e Differenze - IFRS, US Gaap e Principi Italiani , Technical Department -PricewaterhouseCoopers, 2008.44
Tendenziale perch lo IASB indica, nella maggior parte dei casi, il criterio del costo come criterio divalutazione preferito, ammettendo ilfair value solo come criterio consentito.
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Il modello di bilancio previsto dallo IASB, che si contraddistingue per una struttura
molto flessibile a causa della previsione di un contenuto minimo lasciando ampia
discrezionalit alle imprese di scegliere lesposizione delle voci che ritengono
maggiormente idonee a rappresentare la loro situazione interna, invece composto da:
Stato patrimoniale: secondo gli IAS/IFRS, le poste dello stato patrimoniale
devono di norma essere classificate in base alla distinzione corrente/non corrente
in riferimento al ciclo operativo47. In alternativa pu essere utilizzato il criterio
della liquidit (approccio obbligatorio per le banche e altri istituti finanziari). I
principi contabili internazionali, a differenza della disciplina civilistica e dei
principi contabili nazionali che si limitano a descrivere lo schema dello stato
patrimoniale senza definire le caratteristiche degli elementi che lo compongono,
tramite il Framework propongono anche una definizione dei concetti di attivo,
passivo e patrimonio netto;
Conto economico: disciplinato dallo IAS 1, il quale prevede che si rediga
questo prospetto tramite una classificazione basata sulla natura dei costi e ricavi
o sulla loro destinazione allinterno dellimpresa. Il Framework prevede una
definizione anche per i costi e i ricavi; da queste si comprende chiaramente
come il modello di bilancio IASB sia il risultato di un sistema contabile di tipopatrimonialistico, che vuole lo stato patrimoniale come fulcro del bilancio;
Prospetto delle variazioni di patrimonio netto: le variazioni del patrimonio netto
dellimpresa tra due date di chiusura del bilancio riflettono lincremento o il
decremento delle sue attivit nette avvenuto nellesercizio. Si tratta di un
modello previsto anche dal codice civile, ma come parte integrante della nota
integrativa. Lo IAS 1 che si occupa di disciplinare questo documento,
dettandone anche la struttura, indica che deve essere fornita la riconciliazionedel valore contabile di ciascuna voce del patrimonio netto tra linizio ed il
termine dellesercizio. Precisamente devono essere evidenziati nel prospetto o
nelle note: gli importi delle operazioni con i possessori di capitale proprio, il
saldo delle riserve di utili e una riconciliazione tra il valore contabile di ciascuna
47 Perciclo operativo si intende >. (Fonte: Moretti P., Stato patrimoniale e conto economico secondo i principiIAS, Approfondimenti-Bilancio, Corriere tributario 37/2004, p. 2901-2908)
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classe di capitale proprio versato e di ciascuna riserva allinizio e al termine
dellesercizio evidenziando distintamente ogni variazione;
Rendiconto finanziario: ha lo scopo di evidenziare la dinamica finanziaria
dellimpresa tramite la rappresentazione del flusso finanziario generato.
Nonostante sia un documento informativo di fondamentale importanza per gli
utilizzatori del bilancio non stato regolato dal codice civile. Lo IASB invece
gli dedica lo IAS 7 -Rendiconto finanziario dove disciplina la sua struttura in tre
sezioni: la sezione operativa, la sezione degli investimenti e la sezione delle
fonti;
Note esplicative: i principi contabili internazionali non prevedono la redazione
di un apposito documento per lanalisi e lillustrazione dei sintetici dati di
bilancio, ma esigono che venga data una sintesi delle politiche contabili rilevanti
attraverso delle note esplicative che hanno la stessa funzione della nota
integrativa prevista dal modello nazionale.
Attenzione a parte merita la Relazione sulla gestione. Secondo lArticolo 2428 del
codice civile, la relazione degli amministratori costituisce parte integrante del bilancio.
Essa deve contenere: >. Ci che incuriosisce e fariaffiorare lincompletezza del processo di armonizzazione del legislatore italiano che
nonostante si detti lobbligo di redazione, lIAS 1 che non impone la stesura ma ne
raccomanda solo la sua presentazione allo scopo di descrivere e spiegare la formazione
del risultato economico, prevede linserimento di informazioni molto pi complete e
approfondite rispetto a quanto richiesto dal codice civile.
Le possibili differenze causate dai metodi esposti sopra, hanno portato lo IASB ad
approvare nel giugno 2003 lIFRS 1 - Prima adozione degli IFRS. Questo principiointernazionale, omologato dallUnione europea con il Regolamento CE n. 707/200448,
contiene le istruzioni per guidare la transizione verso gli standard internazionali. Tale
passaggio stato inoltre agevolato in Italia dallOIC che ha predisposto la Guida
operativa alla transazione ai principi contabili internazionali . Ma dato che gli
48 GU dellUnione europa, Regolamento (CE) N. 707/2004 della Commissione del 6 aprile 2004 chemodifica il regolamento (CE) n. 1725/2003 della Commissione che adotta i principi contabili
internazionali conformemente al regolamento (CE) n. 1606/2002 del Parlamento europeo e delConsiglio.
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IAS/IFRS sono standard fondati su principi (principle based) e non su regole (rule
based) ancora oggi forti dubbi esistono, poich lapplicazione di principi, diversamente
dallapplicazione di regole, richiede discrezionalit. Lattuale crisi economica globale
ha contribuito ad aumentare le difficolt nellapplicazione dei principi contabili
internazionali, poich stata in buona parte determinata da operazioni finanziarie che
sono state compiute avendo come strumento di riferimento le valutazioni esposte in
bilancio. Ci ha minato la fiducia nei bilanci come valido modello di rappresentazione
dello stato di salute delle societ. in questo scenario che si colloca limport anza
dellimpairment test. Se si riuscir a utilizzare questo strumento per arrivare a
determinare la reale situazione attuale e prospettica delle aziende, si avr a disposizione
un efficace soluzione agli attuali problemi di valutazione che lasciano troppasoggettivit a chi redige il bilancio, mettendo a rischio la qualit e la trasparenza dei
bilanci.
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Capitolo 2 - Impairment test
2.1 IAS 36 - Riduzione di valore delle attivit
Il test di deterioramento unattivit che deve essere messa in atto ogni volta che vi
sia unindicazione sul fatto che possa essersi verificata uneventuale perdita di valore
delle attivit iscritte in bilancio. Lo scopo finale dello IAS 36 quello di assicurarsi che
le singole attivit aziendali non siano iscritte ad un valore superiore al recoverable
amount. Questo principio contabile assume limportante ruolo di garante contro i
possibili effetti distorsivi causati dallapplicazione dei principi relativi alle specifiche
attivit esposte in bilancio. Esso stato introdotto in Italia con lapprovazione del
Regolamento CE n. 2236/20041 e la sua ultima rivisitazione stata approvata dalla
Commissione europea il 23 marzo 20102.
Seppure si tratta di un principio contabile internazionale, la verifica delle eventuali
riduzioni di valore delle attivit possedute non costituisce per le societ italiane una
novit assoluta ma piuttosto unintegrazione alla normativa civilistica . Il Codice civile
allArticolo 2426 - Criteri di valutazione prevede al terzo punto che >. Il contenuto dellArticolo rispecchia a pieno i
fini del principio dellimpairment test e ci vale anche per il punto 3-bis dellArticolo
2427 - Contenuto della nota integrativa. Ma il pregio dello IAS 36 risiede nel fornire ai
redattori del bilancio civilistico, sulla base degli stessi principi di fondo, una
regolamentazione e dei riferimenti molto pi accurati e precisi; qualit che sono
1 GU dellUnione europea (31/12/2004), Regolamento (CE) N. 2236/2004 della Commissione del 29dicembre 2004 che modifica il regolamento (CE) n. 1725 della Commissione che adotta taluni principicontabili internazionali conformemente al regolamento (CE) n. 1602 del Parlamento europeo e delConsiglio, per quanto riguarda gli IFRS 1 e da 3 a 5, i principi contabili internazionali (IAS) 1, 10, 12,
14, da 16 a 19, 22, 27, 28 e da 31 a 41 e le interpretazioni dello SIC 9, 22, 28 e 32 .2 GU dellUnione europea (24/03/2010), Regolamento (CE) N. 243/2010 della Commissione del 23marzo 2010 che modifica il regolamento (CE) n. 1126/2008 della Commissione che adotta taluni principi
contabili internazionali conformemente al regolamento (CE) n. 1606/2002 del Parlamento europeo e delConsiglio, per quanto riguarda i miglioramenti agli IFRS.3
Il valore originario discrizione di unimmobilizzazione costituito dal costo di acquisto o diproduzione.
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inesistenti anche per i principi contabili nazionali dato che non si preoccupano di
disciplinare il procedimento di determinazione delle perdite subite dalle
immobilizzazioni.
Lo IAS 36, per chiarire quando deve essere effettuata una correzione in riduzione del
valore esposto in bilancio fino a renderlo almeno pari al valore recuperabile, definisce
tale valore come quello superiore fra il fair value less cost to sell e il value in use.
Questa definizione da collegare alla natura dellazienda, per cui qualsiasi imprenditore
mira a massimizzare le proprie utilit economiche. Il valore corrente al netto dei costi di
vendita rappresentato dallimporto realizzabile dalla cessione dellimmobilizzazione, a
seguito di una regolare negoziazione, dedotti i costi di dismissione. Per la
determinazione del fair value sottratti i costi di vendita, come prima soluzione di
maggior fiducia, va utilizzato se disponibile il prezzo stabilito in un accordo vincolante
di vendita (binding sales agreement) a cui si giunti per mezzo di libera contrattazione
con parti indipendenti e con uguale possibilit di essere a conoscenza delle stesse
informazioni per valutare la convenienza dellaccordo. In alternativa, se tale dato non
disponibile, ma si tratta di unattivit che viene scambiata su un mercato attivo, il valore
ricercato pari al prezzo corrente di mercato al netto dei costi di dismissione. Nel caso
non sia reperibile nessuno di questi due valori occorre procedere con la stima
delloggetto di impairment. In questo caso il fair value va individuato stimando il
prezzo ottenibile in una libera contrattazione fra parti consapevoli e disponibili; per
effettuare la stima si hanno diverse alternative ma le due principalmente utilizzate sono
losservazione dei prezzi negoziati relativamente a beni similari rispetto a quello
posseduto dallazienda4 e il calcolo dei costi che dovrebbe sostenere un potenziale
acquirente del bene nel caso decida di riprodurlo in proprio con le stesse caratteristiche.
Il modo alternativo che unazienda ha a disposizione per ricevere utilit economiche daisuoi assets quello di impiegarli direttamente nelle sue attivit. Per il calcolo del valore
duso occorre procedere allidentificazione del valore attuale dei flussi di cassa attesi
che derivano dallutilizzo continuo del bene allinterno dellazienda; ci avviene
attraverso attenta e ragionevolmente motivata individuazione di diversi elementi che
4 Per la stima delfair value al netto dei costi di dismissione, nella prassi contabile si verifica se esistono
transazioni comparabili avendo come riferimenti fondamentali il tempo (entro gli ultimi 12 mesi) e ilsettore.
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saranno oggetto di analisi del paragrafo 2.1.25. In sostanza, ogni qual volta che gli
amministratori o altri soggetti incaricati di redigere il bilancio determinano un valore
recuperabile inferiore al valore contabile sono di fronte allobbligo di dover procedere
alla svalutazione. Nel momento in cui viene identificata la perdita di valore emerge una
netta differenza con quanto previsto dal codice civile italiano poich questultimo detta
una seconda condizione che non prevista del principio contabile internazionale. La
norma civilistica rende obbligatoria la riduzione del valore esposto in bilancio e
connessa rilevazione della perdita di valore, quando questa va dichiarata come perdita
durevole, ossia non transitoria e quindi molto probabile una sua esistenza anche nei
prossimi esercizi. Questa discrepanza fra i due ordinamenti fa emergere il maggiore
rigore applicativo dello IAS 36 rispetto allArticolo 2426.
Il principio IAS 36.2 delimita molto bene anche il campo di applicazione. Lambito di
attenzione riguarda tutte le attivit ad eccezione di alcune precisamente indicate che
devono sottostare ad altri principi contabili internazionali. Si tratta delle:
Rimanenze di magazzino (IAS 2);
Attivit derivanti da commesse a lungo termine (IAS 11);
Attivit fiscali differite (IAS 12);
Attivit derivanti da benefici per i dipendenti (IAS 19);
Attivit finanziarie che rientrano nellambito dello IAS 396;
Investimenti immobiliari valutati alfair value (IAS 40);
Attivit biologiche connesse allattivit agricola valutate alfair value al netto dei
costi di vendita (IAS 41);
Costi di acquisizione differiti e attivit immateriali derivanti da contratti
assicurativi (IFRS 4);
Attivit non correnti classificate come detenute per la vendita (IFRS 5).
5Criteri per il calcolo del valore duso.6 IAS 39 - Strumenti finanziari: Rilevazione e valutazione. Attivit finanziaria qualsiasi attivit che sia:
Una disponibilit liquida;Uno strumento rappresentativo di capitale di unaltra impresa;Un diritto contrattuale;Un contratto che sar o potr essere regolato con strumenti rappresentativi di capitaledellimpresa stessa (pu essere derivato o non derivato).
Per un approfondimento, cfr. Iannucci A., IAS 39: Strumenti finanziari derivati, Guida alla Contabilit& Bilancio N. 11 dell11 giugno 2007, Il Sole 24 ORE, Milano.
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Per tutti quegli assets che rientrano nella definizione di attivit fornita dal Framework7,
limpresa obbligata ad eseguire il test di imparment che, come accennato sopra,
consiste nellinsieme di valutazioni, scelte ed operazioni necessarie per la
determinazione del valore recuperabile da confrontare con il valore contabile.
2.1.1 Procedimento di determinazione e allocazione delle perdite
Le fasi in cui si articola il procedimento di determinazione e allocazione delle perdite
dipendono in linea generale dalla tipologia di attivit che si sta considerando. Ci
perch lo IAS 36 distingue le attivit individuali, ossia quei beni del patrimonio
aziendale facilmente identificabili singolarmente e le cash generating units - CGU. Le
CGU sono le unit operative capaci di generare flussi di cassa autonomi e vengono
indicate nel punto 6 del principio contabile come >. Il principio in esame
richiede di andare a stimare il valore recuperabile delle attivit, ad ogni data di
riferimento del bilancio8, se emergono sintomi di riduzione di valore. Lidentificazione
dellattivit che pu aver subito una perdita di valore, con relativo obbligo di
impairment test, si verifica nei seguenti casi:
a) Quando di riscontra una qualsiasi indicazione dellavvenuta perdita di valore;
b) Attivit immateriali con vita indefinita9o non ancora disponibili per luso;
c) Quote di avviamento acquisite a seguito di unaggregazione aziendale.
Come possibile comprendere da questo elenco, a prescindere dai sintomi di riduzione
di valore, limpresa per le attivit patrimoniali dei gruppi b) e c) deve annualmente
effettuare il test, poich sono elementi sottoposti a maggior rischio di danneggiamento.
Per la pi generale categoria a) invece occorre predisporre un set di impairment
indicators da utilizzare nella fase di screning. Fra le prioritarie fonti interne occorre
considerare lo stato di salute delle attivit osservando se sono presenti segni di
obsolescenza e/o deterioramento fisico. Unaltra importante informazione pu essere
7 Fabbricati, impianti e macchinari ai quali si applica lo IAS 16; attivit immateriali, compresolavviamento, alle quali si applica lo IAS 38; investimenti immobiliari valutati al costo (IAS 40);partecipazioni in societ controllate, collegate ojoint ventures, disciplinate dagli IAS 27, 28 e 31.8 Secondo il punto 9 dello IAS 36, la verifica della riduzione durevole di valore pu essere fatta in
qualsiasi momento durante un esercizio, a patto che avvenga nello stesso momento ogni anno.9 Le attivit a vita utile definita (materiali e immateriali) rientrano nel gruppo a).
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rinvenuta andando ad indagare fra i progetti aziendali predisposti per gli esercizi futuri:
se si riscontrano piani di ristrutturazione o cessazione di attivit che comportano un
utilizzo sfavorevole delloggetto considerato occorre andare a verificare il reale valore
di tale bene. Ulteriore indicatore interno pu essere rintracciato nel sistema informativo
aziendale confrontando i risultati economici prodotti con quelli preventivati: per
ricevere segnalazioni corrette serve grande precisione nella predisposizione di reporting
e budget. Dalla categoria degli indicatori di impairmentesterni un chiaro campanello di
allarme emerge dal verificarsi di significativi declini del prezzo o valore di mercato
dellattivit considerata. In questo caso il declino pu avere diverse origini: dallo
sviluppo della tecnologia che comporta un pi rapido invecchiamento della nostra
attivit fino a condizioni negative del mercato e dellambiente economico che turbano irisultati ottenibili. Un eloquente dato esterno che va preso in analisi il tasso di
interesse o altri tassi di remunerazione del capitale: come si vedr nel prossimo
paragrafo, le oscillazioni di questi tassi sono in grado di far variare considerevolmente il
valore duso delle attivit. Infine, se limpresa quotata in borsa, occorre raffrontare il
valore del patrimonio netto contabile con la capitalizzazione di mercato. Saper
riconoscere le diverse fonti informative da utilizzare, per presumere i casi di
impairment, assume un peso rilevante, soprattutto in questa fase di mercato finanziario,quando il valore recuperabile viene fatto coincidere con ilfair value. Ma questi controlli
devono comunque essere affiancati da altri sistemi di monitoraggio che, integrati con
una grande sensibilit di chi redige il bilancio, siano in grado di fornire a chi utilizzer il
documento una solida garanzia sul potenziale di produzione di utilit economiche
riflesso dal valore contabile.
Nel caso venga identificata unattivit che pu aver subito una perdita di valore si
dovrebbe procedere con la determin