INATTIVI, SVANTAGGIATI, ATIPICI E STANDARD: UNA LETTURA INTEGRATA DEL MERCATO DEL LAVORO
in base alla condizione individuale autopercepita nella rilevazione ISTAT delle Forze di lavoro
Lorenzo Birindelli
Perugia, 20 gennaio 2012
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Criteri di distinzione tra disoccupazione ed inattività
• Tramite la condizione individuale autopercepita (dichiarata) si cattura la necessità di un lavoro. Tale criterio è stato privilegiato in questo lavoro.
• Tramite la condizione di disoccupazione ricostruita in base alla definizione ILO-EUROSTAT (ricerca attiva, disponibilità quasi immediata) si cattura la realistica possibilità di trovare un lavoro.
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“Svantaggiati” e durata della mancanza di impiego
• La durata della “mancanza di un impiego regolare” è secondo la normativa europea il principale criterio per individuare i lavoratori “svantaggiati” (senza impiego da almeno 6 mesi) e “molto svantaggiati” (da almeno 2 anni).
• La “mancanza di un impiego” non coincide necessariamente con la definizione di disoccupazione secondo i criteri ILO-EUROSTAT ovviamente adottati anche dall’ISTAT.
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Occupati “dichiaratisi”
Occupati secondo la definizione adottata dall’ISTAT (almeno un’ora di lavoro retribuito
nella settimana di riferimento) che contemporaneamente si dichiarano occupati
Atipici: Dipendenti a termine;
Collaboratori; Prest. d’opera occasionali.
Full-time e part-time
Parzialmente standard:
Altri occupati part-time
Standard:Altri occupati full-time
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Meno Inattivi con la condizione dichiarata
• L’adozione del criterio dell’autopercezione (condizione dichiarata) comporta il passaggio di una consistente quota di individui classificati dall’ISTAT come Inattivi alle modalità di “Svantaggiati” o “Molto svantaggiati”.
• Sempre consistenti, ma proporzionalmente più contenuti, i passaggi dalla Condizione di inattività a quella di Senza impiego di breve periodo (<6 mesi).
• Meno rilevanti i cambiamenti in senso inverso; in particolare, dalla condizione di disoccupato a quella di inattivo.
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Condizione di occupato incerta
Individui riclassificati dall’ISTATcome occupati che
non si dichiarano (considerano)tali (gruppo più consistente)
Individui riclassificati dall’ISTAT in condizione “altra” rispetto
a quella di occupato, che si considerano tuttavia occupati
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• Rispetto alle regioni limitrofe la situazione umbra nel 2010 presenta un’accentuata somiglianza con quella di Toscana e Marche, ed è generalmente migliore di quella del Lazio e della media nazionale, ad iniziare dalla minor quota degli Inattivi senza esperienze
• Rispetto alla Toscana e (ancor di più) alle Marche, l’Umbria si caratterizza per una quota più elevata di Atipici e Parzialmente standard (part-time) e, parallelamente, per una minor quota di Standard (full-time).
Regioni dell’Italia centrale a confronto
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Evoluzione 2005-2010
• In Umbria le quote relative degli Svantaggiati e della mancanza di impiego di breve periodo si riducono nel 2010 dopo la crescita del 2009; tende a ridursi anche la quota degli “Inattivi in senso stretto”. La flessione degli Atipici si concentra nel 2010, ed è in proporzione al livello raggiunto nel 2008, simile a quella osservata a livello nazionale. Più consistente rispetto alla media nazionale l’incremento dei Parzialmente standard che crescono in percentuale di quasi 3 punti tra il 2007 ed il 2010.
• Cospicua la riduzione della quota relativa degli Occupati standard nel 2009-2010, la cui quota relativa si riduce di tre punti percentuali e mezzo rispetto al picco del 2008.
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Differenze 2010 su 2005 per regione (%). Condizione in base alla autopercezione
15-64 anni esclusi Studenti e Pensionati
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I giovani (15-34 anni)• Anche per le fasce di età giovanili e dei giovani adulti l’Umbria
presenta nel 2010 una situazione paragonabile a quella di Marche e Toscana, con una “Inattività un senso stretto” (senza cioè precedenti esperienze lavorative) nettamente più bassa della media nazionale.
• La percentuale di “Senza impiego” è in Umbria, come nelle Marche ed in Toscana, inferiore al dato medio nazionale, mentre superiore a tale valore risulta il dato del Lazio.
• La percentuale di Studenti in Umbria (28%) è pari a quella della Toscana, e solo leggermente inferiore alla media nazionale.
• Elevata è in Umbria l’incidenza degli Atipici, mentre quella degli Standard è superiore a quella nazionale, ma inferiore a quella di Marche e Toscana. Il Lazio presenta invece un’incidenza degli Standard inferiore alla media nazionale. La quota dei Parzialmente standard si mantiene in un range piuttosto ristretto (4,2-5,8%), con l’Umbria prossima al 5,5%.
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Umbria. Occupati dichiaratisi per Condizione e Livello di istruzione (%). Medie biennali 2005-2010
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Umbria. Occupati dichiaratisi per Condizione e Durata del lavoro attuale in classe di mesi (%).
Medie biennali 2005-2010
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Fattori individuali, ciclo economico e territorio attraverso un modello statistico• Ricerca dei fattori che influenzano la posizione nella
graduatoria (un “punteggio”, da 1 a 9) attraverso un modello statistico.
• Un individuo viene spinto “verso l’alto” o “verso il basso” come risultato del sommarsi degli effetti dei fattori individuati.
• L’impatto viene misurato in rapporto alla posizione “di partenza” ricavata dal modello.
• Il modello è stimato a livello nazionale, consentendo di stimare l’apporto regionale.
• Le stime sono state effettuate sia per l’insieme dei dati 2005-2010, sia per ciascun anno separatamente.