103Vigneto inerbito con diserbo lungo il filare.
Vigneto in forte pendenza totalmente inerbito.
Inerbimento a filari alterni.
La maggiore attenzione ai problemidi natura ambientale, l’esigenza diproduzioni quantitativamente menoelevate e di qualità hanno spinto iviticoltori a rivedere le loro strate-gie di gestione del suolo dando all’i-nerbimento un ruolo di primo piano.
L’inerbimento è una tecnica pratica-ta da molto tempo, soprattutto nel-le zone ad elevata piovosità e perlottare contro l’erosione dei vignetiin pendio.Oggi si sviluppa largamente anchein altri ambienti per rispondere agliobiettivi di controllo del vigore dellavite, di conservazione del suolo, dieconomicità e qualità delle produ-zioni nel rispetto dell’ambiente.
La “consociazione vite-prato” è in-fatti il modo più avanzato di produ-zione, di difesa della fertilità, dimantenimento degli equilibri vegeto-produttivi e ambientali con il minorimpegno di interventi colturali ed èinoltre in grado di equilibrare l’inte-razione clima - vitigno - terreno.
ricordaL’inerbimento deve essere considera-to una vera e propria coltura conso-ciata alla vite, ovviamente nonrivolta a fini produttivi, ma allagestione agronomica del suolo.Deve essere pertanto adeguata-mente controllato in rapporto alladisponibilità idrica del terreno eall’attività di crescita della vite, inmodo da regolare la competizione
delle specie erbacee, in funzionedel miglior risultato produttivo delvigneto.Per limitare la concorrenza con lavite, soprattutto in terreni pocofertili, nei primi anni è meglioinerbire solo una parte della super-ficie a vigneto, ad esempio un fila-re ogni 2 (25%), o a filari alterni(50% della superficie).
INERBIMENTO DEL VIGNETO
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Vendemmiatrice in azione in terreno inerbito. L’inerbimento consente l’impiego di mezzi pesan-ti come le vendemmiatrici.
Effetti positiviSi tratta di una tecnica di gestionedel suolo dai vantaggi multipli.Protezione e fertilità del suolo:- limita il ruscellamento dell’acqua e
il trascinamento del terreno nelleparti basse degli appezzamenti; èpertanto un mezzo di lotta effica-ce contro l’erosione dei vigneti inpendio;
- arricchisce il tenero di s.o. favo-rendo indirettamente anche lastruttura e la porosità dello stesso;
- migliora la portanza, facilita quin-di l’accessibilità dei mezzi mecca-nici in ogni momento in cui è ne-cessario intervenire (trattamenti,vendemmia, ecc.) riducendo inmodo sensibile la compattazionedel terreno;
- contiene i danni da asfissia radicale;- riattiva la microflora e la microfau-
na del suolo;- consente un controllo sullo svilup-
po delle infestanti.
Controlla in modo razionale la vigo-ria. Soprattutto in terreni fertili rap-presenta lo strumento più efficaceper ridurre la vigoria della vite eregolare la produzione favorendo:- un migliore agostamento dei tralci;- una migliore qualità della vendem-
mia.
Si constata inoltre una serie di effet-ti positivi sulle condizioni nutritivedel terreno:- migliore traslocazione in profondi-
tà di elementi notoriamente pocomobili, come fosforo e potassio,ed un migliore assorbimento di mi-croelementi per l’intensa attivitàdi restituzione e di scambio che siinstaura tra gli apparati radicalidell’erba e delle viti;
- la presenza del cotico erbosodetermina, inoltre, una più regola-re disponibilità nel tempo di ele-menti nutritivi;
- si registra un “effetto tampone”con limitate oscillazioni periodi-che nella disponibilità degli ele-menti, fenomeno questo partico-larmente importante per l’azoto inquanto può, da un lato, limitare lasua lisciviazione, con conseguenzepositive per l’ambiente e, dall’al-tro, frenarne gli eccessi in certefasi del ciclo produttivo della vite(nella tarda estate in prossimitàdella raccolta).
Inerbimento delle capezzagne per contrastare l’erosione.
Discendono da ciò vantaggi di ordinefisiologico nutrizionale:- il contenimento della vegetazione
(diminuzione del vigore) porta auna limitazione della superficiefogliare di conseguenza miglioral’esposizione dei grappoli allaluce;
- l’apparato radicale della vite si svi-luppa maggiormente in profondità;
- si riduce perciò l’insorgenza di clo-rosi ed altre carenze;
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Disponibilità di elementi nutritivi
Attività biologica del suolo
Riserve di acqua
Porosità
Effetti su micorrize
Integrità del suolo
Permeabilità Riduzione clorosi
SOSTANZAORGANICA
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Bimestri
Andamento del contenuto di nitrato nei terreni lavorati ed inerbiti nel corso di diversi anni (DaHaynes, Goh 1980).
Ruolo della sostanza organica.
- si riducono gli attacchi di botrite,migliora così lo stato sanitariodella vendemmia.
Influenza in modo sostanziale laqualità dei mosti e dei vini:- anticipa la maturazione dell’uva;- favorisce la gradazione zuccherina;- aumenta la gradazione alcolica,
abbassa l’acidità totale;- migliora la qualità e il contenuto
in polifenoli e antociani (migliorequalità organolettica, migliore co-lorazione).
Risulta quindi essere una tecnicapiù rispettosa per l’ambiente per-ché:- limita la lisciviazione dei fertiliz-
zanti (nitrati) e dei prodotti fito-sanitari;
- riduce l’impiego di erbicidi; - stimola l’attività biologica (mi-
crorganismi, lombrichi, ecc.) gra-zie ad una migliore aerazione delsuolo e alla presenza di sostanzaorganica;
- rende più gradevole il paesaggio.
Infine, da un punto di vista gestio-nale, è una soluzione meno costosarispetto alle lavorazioni. Si ha,infatti, un abbassamento dei tempidi lavoro (potature verdi, secche…)in relazione alla minor vigoria ma,soprattutto, perché il taglio dell’er-ba eseguito 3-4 volte l’anno è piùveloce dell’erpicatura o della fresa-tura e meno impegnativo sotto ilprofilo energetico.
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Effetti negativiAccanto ai notevoli effetti positiviappena visti, occorre tuttavia tenerpresente che l’inerbimento esercitauna competizione idrica e nutritivanei confronti della vite con possibi-li riflessi sulla sua attività vegetati-va e produttiva.La competizione idrica costituisceun problema reale dove non è possi-bile l’irrigazione e negli ambienticaratterizzati da irregolari o scarseprecipitazioni durante il periodovegetativo.Tale aspetto assume diversa rilevan-za non soltanto in rapporto allecaratteristiche climatiche di unadeterminata zona, ma anche, in mi-sura non trascurabile, in relazionealla natura del terreno cioè alla suacapacità di ritenzione idrica.È tuttavia da tenere presente che ilverificarsi di queste situazioni inmodo più o meno accentuato dipendeanche dal modo in cui l’inerbimentoviene realizzato.
L’inerbimento è uno strumento estremamente flessibi-le che consente al viticoltore una vasta gamma diopzioni.Può variare:- la specie inerbita (specie spontanee, specie selezio-
nate più o meno aggressive, miscugli di foraggere,miscugli di specie e varietà a bassi consumi);
- l’entità della superficie inerbita (inerbimento tota-le, a file alterne, inerbimento del solo interfilare, lar-ghezza della zona inerbita);
- la durata nel tempo (permanente, temporaneo).
inerbimento totale permanente
inerbimento parziale a fascia stretta
inerbimento parziale a fascia larga
inerbimento permanente a filari alterni
inerbimento temporaneo
COMPETIZIONE
EROSIONE
MAX MIN
MIN MAX
Duttilità dell’inerbimento
nota beneIn ogni caso la tecnica dell’iner-bimento ha ampie possibilità diadattamento.
Tecniche dell’inerbimentoIl modo più semplice e più diffuso perottenere lo sviluppo di un mantoerboso sulla superficie di un vigneto èdi lasciare crescere la flora spontaneae sottoporla a periodiche falciature.Spesso, tuttavia, le specie erbaceeautoctone presentano alcuni limitiindividuabili:- nella copertura lenta e non unifor-
me;- nella scarsa protezione contro ero-
sione e compattamento;- nel sopravvento di specie molto
esigenti per l’acqua ed elementinutritivi.
RIDUZIONE COMPETIZIONE IDRICA
Sfalciatura Nanizzanti chimici
Specie frugali Striscia lavorata sotto il filare
Mezzi per ridurre la competizione idrica.
Per queste ragioni, nella realtà ope-rativa, è sempre più frequente ilricorso all’inerbimento artificialecon semina di specie in purezza o,meglio, di appropriati miscugli.In ogni caso, prima di realizzarequalsiasi tipo di inerbimento, ènecessaria un’attenta valutazione diciascuna situazione aziendale, pren-dendo in considerazione la naturadel suolo, la pluviometria, le produ-zioni, l’impostazione e le caratteri-stiche del vigneto, ed altro ancora.Inoltre occorre tener conto dei pro-blemi da risolvere quali erosione,
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Differente velocità di insediamento: A = spontaneo; B = artificiale
A
B
Trifoglio (a sx Trifolium subterraneum e a dxTrifolium repens).
molto forti e di ogni tipo, fino a sop-portare numerosissimi tagli l’annooltre ad un uso intenso (calpestio).
Le Leguminose in generale presenta-no, infatti, un cotico meno conti-nuo, una biomassa con un eccessivocontenuto in acqua, minore resi-stenza al calpestamento, scarsa ade-renza al transito delle macchine.
In linea generale è consigliabileorientarsi sull’impiego di miscugliottenuti dalla consociazione di 2-3specie con caratteristiche comple-mentari, miscugli cioè che unisconospecie con diverse velocità di inse-diamento e durata, questo per otte-nere una maggiore adattabilità alledifferenti situazioni.
È necessario, quindi, conoscere afondo le principali caratteristichedelle specie, ma soprattutto prende-re in considerazione ed esaminare,all’interno delle singole specie, icaratteri e le attitudini delle corri-spondenti varietà.
fertilità agronomica, transitabilitàdel suolo, equilibrio vegeto-produt-tivo del vigneto.
Una volta definiti gli obiettivi, infunzione di questi occorre:- scegliere le varietà o la composi-
zione specie-varietà più adatte;- il tipo di inerbimento (parziale,
totale, ecc.);- osservare il vigore delle viti ed
eventualmente analizzare il tenoredi azoto dei mosti per correggereeventuali “crisi”del vigneto;
- se la concorrenza deve essere mo-derata limitare la superficie inerbi-ta o inerbire un interfilare su due.
Inerbimento artificiale:criteri per la scelta della specieCome quello naturale può esseretotale, parziale, a file alterne.Offre però possibilità più ampie per-ché una semina mirata, di una o piùspecie erbacee, consente di ottenere:- coperture più rapide ed efficienti;- coperture caratterizzate da diffe-
renti livelli di competizione.Salvo casi particolari il fattore chepiù condiziona la scelta delle speciee la composizione dei miscugli è,come sempre, la disponibilità idrica.
Ciò significa che è indispensabilescegliere una o più specie cheabbiano:- limitati fabbisogni idrici;- radici non molto sviluppate in pro-
fondità;- sviluppo modesto della parte
aerea;- scarse esigenze in elementi nutri-
tivi.
SpecieLa preferenza data alle Graminaceenella composizione dei miscuglirispetto alle Leguminose, è legata adalcune importanti caratteristiche diqueste piante che presentano spe-cie/varietà in grado di tollerare stress
Nell’ambito delle Graminacee e pren-dendo come esempio la specie Festucaarundinacea, esistono sul mercatovarietà di uso foraggero, molto pro-duttive e quindi competitive che, seimpiegate nei vigneti, potrebberocreare seri problemi alla vite, e varie-tà di seconda generazione dallo svi-luppo più contenuto e, infine, varietàdi recentissima introduzione didimensioni e sviluppo più modesti. Lostesso discorso vale per Lolium spp,Festuca rubra, Poa pratensis e Festucaovina che mostrano, al loro interno,differenti caratteristiche di competi-tività, persistenza, durata nel tempo.Tuttavia, per gli inerbimenti dell’a-reale veneto l’unica Leguminosaproponibile in ambito viticolo è ilTrifolium repens, specie permanenteper la sua capacità di diffondersi pervia vegetativa; predilige terreni dimedio impasto, non è particolar-mente aggressiva, può in alcuni casi(annate particolarmente favorevoli)portare ad un rigoglio vegetativotale da ritardare la lignificazione ela maturazione dei tralci della vite(agostamento).Andrà quindi usato solamente inmiscugli con Graminacee. È di mediapersistenza ed è facilmente penetra-bile dalla flora spontanea.
Scartate, quindi, tutte le varietàforaggere si impone la necessità diorientare la scelta verso Graminacee
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108Confronto specie da foraggio e da prato. A = da prato; B = da foraggio.
La consociazione specie-varietà del miscuglio deve portareall’ottenimento di prati con determinati requisiti di base:
- rapido insediamento (soprattutto in collina);- competitività verso le infestanti;- crescita moderata per limitare la competizione e la manutenzione;- resistenza al calpestio;- discreta persistenza (5-6anni).
rale di tutta la flora spontanea chespesso è molto vivace, aggressiva eforte produttrice di biomassa, quindipotenziale competitrice della vite.Altre specie quali Festuca rubra spp.,Festuca ovina, Poa pratensis, invece,mostrano in alcuni casi difficoltàall’insediamento se seminate troppotardivamente, con temperature rapi-damente decrescenti.La Festuca arundinacea risulta abba-stanza lenta nell’insediamento mapoi infittisce e la sua aggressivitàimpedisce lo sviluppo della vegeta-zione spontanea.
Un altro importante carattere è l’an-damento dell’investimento neglianni (figg. 1-2).
In questi ambienti una sostanzialetenuta della copertura con valoriprossimi o superiori al 70% è stataevidenziata per alcune varietà delleseguenti specie: Lolium perenne,Festuca arundinacea, Festuca ovina,mentre per altre specie (Festucarubra commutata, Festuca rubra tri-chophylla, Poa pratensis) e, in am-bienti poco fertili, si può verificareun declino anche rapido di copertura.Lolium perenne, diversamente daquanto comunemente si ritiene,mostra una discreta persistenza.È necessario fare molta attenzioneanche alla scelta varietale, potendo-si riscontrare una discreta variabili-tà di comportamento all’internodelle differenti specie.È tuttavia da tener presente che inambienti particolarmente fertili, econ piogge ben distribuite, anchespecie come Poa pratensis possonogarantire un’ottima copertura, con-giuntamente a bassi livelli di produ-zione di biomassa.
Analogo discorso può essere fattoanche per il Trifolium repens, ovvia-mente con livelli di produzione dibiomassa più importanti, ma accom-pagnati da un discreto apporto diazoto naturale.Questa specie mostra, però, discon-tinuità di comportamento con oscil-lazioni anche ampie: può non appa-rire o, viceversa, diventare domi-nante, anche se in modeste percen-tuali (3-5%) nel miscuglio iniziale.
e Leguminose migliorate e selezio-nate per obiettivi diversi ovvero dimateriale che non è destinato, allaproduzione di biomassa.In questo modo, una volta appro-fondita attentamente la risposta aidiversi ambienti viticoli del materia-le (specie-varietà singole o associa-te), è possibile costituire inerbi-menti meglio controllati, a bassacompetizione, dalle caratteristichenote e quindi ripetibili.
Comportamenti di specie e varietàUn primo importante carattere è lavelocità di insediamento (figg. 1-2).
In anni di prove in diversi ambientidel Veneto si sono evidenziate lecaratteristiche, peraltro note, delledifferenti specie, confermando lanetta superiorità del Lolium perenneper questo carattere.Ciò può risultare particolarmenteinteressante per contenere le infe-stanti nelle prime fasi di insedia-mento del cotico e per consolidarerapidamente le superfici ad altorischio di erosione.Con specie-varietà di rapido insedia-mento si avrà, poi, un controllo natu-
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Fig. 1 - Velocità di insediamento a 90 giorni dalla semina.
Fig. 2 - Evoluzione dell’intensità di copertura nelle diverse specie e varietà nel corso degli anni.
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Sviluppo aereo e radicale delle principali graminacee da prato
Festuca rubra trichophylla.
Festuca arundinacea.
Festuca ovina.
Koeleria macrantha. Lolium perenne. Poa pratensis.
Cynodon dactylom. Festuca rubra commutata.
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Inerbimenti permanenti artificiali
Tab. 1 - Caratteristiche della specie
Velocità Competizione Frequenza Persistenzadi insediamento di taglio
Graminacee Lolium perenne *** ** *** ** Poa pratensis * * * *** Festuca arundinacea ** *** *** ** Festuca ovina * * * *** Festuca rubra rubra ** * ** * Festuca rubra commutata ** * * *
LeguminoseTrifolium repens *** - *** *** Trifolium sub-terraneum ** - ** **
Nota: Trifolium subterraneum mostra grandi differenze di comportamento ed attitudini tra levarietà. La sua gestione, soprattutto per i tagli, deve necessariamente essere molto attenta, pernon compromettere la risemina: evitare il taglio alla comparsa del fiore (aprile, maggio).
Caratteristiche delle specie * lenta/poco competitiva/taglio poco frequente/poco persistente ** media *** veloce/competitiva/taglio frequente/persistente
ricordaA volte le specie singole presen-tano solo in parte le caratteristi-che richieste per determinatiobiettivi, per questo è preferibilerealizzare gli inerbimenti delvigneto con miscugli, per coglie-re gli effetti diversificati e com-plementari delle diverse specie-varietà in consociazione.
Individuazione del miscuglio per l’inerbimento della vite: Metodo per fattori limitanti o fattori critici
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livello di limitazione crescente
basso medio elevatolimitazioneper l’epocadi semina
limitazioneper l’epocadi semina
limitazioneper l’epocadi semina
Lolium prevalente nessuna Lolium - Poa - F. ovina nessuna Lolium - Poa - F. ovina nessuna
F. arundinacea prevalente nessuna F. arundinacea prevalente nessuna Trif. subter. solo fine estate
nessuna F. ovina prevalente, Poa inizio autunno F. ovina prevalente inizio autunno
F. arundinacea prevalente nessuna Trif. subter. solo fine estatepref. autunnoe primavera
pref. autunnoe primavera
pref. autunnoe primavera
F. ovina - F.r. commutata inizio autunno F. ovina prevalente inizio autunno
F. ovina + Trifolium repens solo fine estate solo fine estateTrif. subter. o leguminoseda sovescio
Trif. subter. o leguminoseda sovescio
F. ovina, F. rubra,Trifolium repens
F. ovina prevalente+ Trifolium repens
Lolium prevalente,F. rubra, Poa
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Macchina per la preparazionedel letto di semina.
Seminatrice per specieda prato con rullo
di copertura.
Esempi di miscugli per l’areale veneto
1a situazione: pianura fertile, pro-fonda, con disponibilità idrica.Obiettivo:stabilizzare le produzioni.Miscuglio:Lolium perenne 70% (Barrage,Sabor) - Poa pratensis 30% (Bar-zan, Baron).Caratteristiche del miscuglio:molto veloce nell’insediamento,varietà di Lolium a sviluppo deter-minato, semine autunnali, anchetardive, o primaverili, controlla leinfestanti, adattabile a diversiambienti, anche siccitosi, stabilenei 4-5 anni, concorrenza media perla vite, richiede 3-4 tagli l’anno.
Variante con Festuca arundinacea.Miscuglio:Festuca arundinacea 80% (Barfelix,Barleduc) - Poa pratensis 20%(Barzan, Baron)Caratteristiche del miscuglio:discretamente rapido, ma moltopiù competitivo verso la vite; le
altre caratteristiche sono simili alprecedente.Attenzione: nel caso di inerbimen-to anche in sottofila può deprime-re la vite.
2a situazione: collina con rischioerosione, suolo poco profondo,versanti ben esposti.Obiettivo:stabilizzare il suolo, bassa compe-tizione, ridurre l’onere di gestione.Miscuglio:Lolium perenne 10% (Barrage,Sabor), Festuca ovina 57% (Bardur,Hardtop), Festuca rubra commutata10% (Bargreen), Poa pratensis20% (Barzan, Baron), Trifoliumrepens 3%.Caratteristiche del miscuglio:non competitivo verso la vite, diinsediamento lento, preferibile lasemina autunnale non tardiva,adatto a diversi ambienti anche sic-citosi, accrescimento molto ri-dotto, richiede due tagli l’anno.
La gestione dell’inerbimentoPer una buona riuscita del coticosono necessarie alcune condizioni:- buona preparazione del letto di
semina;- scelta del momento più favorevole
per la semina.
I momenti più favorevoli sono due:- da fine inverno a metà aprile;- in fine estate (da metà agosto a
tutto settembre).
Il terreno deve essere affinato insuperficie con estirpatori e con erpi-ci rotanti, ciò per facilitare la buonadistribuzione del seme che è, nor-malmente, di dimensione e pesomolto ridotti.Tuttavia, prima di questa operazioneè opportuno verificare se il suolo èabbastanza libero da infestanti(soprattutto vivaci), in caso contra-rio è indispensabile procedere aldiserbo con prodotti sistemici checonsentiranno una buona pulizia delterreno stesso.È buona regola, dopo la semina, nonentrare con mezzi meccanici nelvigneto per un periodo sufficiente-mente lungo, ciò per consentire unbuon insediamento del cotico edevitare fenomeni di calpestamento;perciò è consigliabile la seminaautunnale.Inoltre, seminando nel periodo autun-nale è più facile ottenere tappeti me-no inquinati per la minor competizio-ne delle infestanti annuali.Per la riuscita del cotico occorre,inoltre:- una dose di seme sufficiente
(intorno ai 10 g/m2 ovvero 100kg/ha, aumentabile in condizionidifficili);
- effettuare i tagli dell’erba non aldisotto dei 5 cm;
- il primo taglio (di pulizia) deveessere eseguito, possibilmente,con una barra falciante e non contrincia erba o trincia sarmenti.
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Attrezzature per la gestione del prato
Trinciaerba a coltelli con dispositivo di rientro lungo la fila.
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Falcia andanatrice. Trinciaerba a martelli.
Falciatrice a lame contrapposte.
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