La fraternità come via di
realizzazione del desiderio di
felicità e risposta ai bisogni del
territorio Crotone 18 Giugno 2015
Sr. Alessandra Smerilli
(Aristotele, Etica Nicomachea)
La felicità
La felicità è lo scopo ultimo dell’azione umana, almeno così pensavano i greci, e molti altri filosofi. Lavoriamo, soffriamo, gioiamo, certamente per tante ragioni immediate, ma, soprattutto, perché vorremmo rispondere, più o meno correttamente, a una spinta profonda a realizzarci, di fiorire come esseri umani, di rispondere, quindi, ad una vocazione alla felicità.
Il paradosso della felicità
• Alcuni studi, ormai sempre più numerosi, mostrano una correlazione profonda tra il crescente indebitamento dell’Occidente (USA in modo particolare) e la diminuzione di felicità dei cittadini
Cosa è emerso dai dati sulla felicità
delle persone?
• Oggi c’è un certo consenso attorno ai seguenti risultati: ▫ Oltre una certa soglia di reddito, le persone più
ricche nei paesi a reddito avanzato non sono sempre le più felici di quelle povere
▫ Il confronto tra Paesi, non mostra correlazione significativa tra reddito e felicità, e i Paesi più poveri non risultano essere significativamente meno felici di quelli più ricchi
▫ Nel corso del ciclo di vita (nel tempo) la felicità delle persone sembra dipendere molto poco dalle variazioni di reddito e di ricchezza.
Il paradosso reddito felicità
Crescita del reddito versus livello medio di felicità /
percentuale di persone molto felici (trend temporale)
Reddito pro capite ($)
Indice di felicità
Fonte: Inglehart e Klingemann (2000)
Reddito e felicità (cross-section tra paesi)
L’happy planet index
Happy Planet Index =
Speranza di vita alla nascita
x Soddisfazione media con la propria qualità di vita
Impronta ecologica + α x β
α = 3.35; β = 6.42
Figura 4: Speranza di vita alla nascita 30/05/2015
Figura 5: Impronta ecologica
30/05/2015
Figura 6: Happy Planet Ranking
30/05/2015
Felicità e crisi finanziaria
Esistono ormai studi che mostrano lo stretto rapporto tra questa crisi di felicità negli USA e la crisi finanziaria (dell’indebitamento eccessivo)
Si consuma tanto, troppo, per riempire carestie di relazioni umane e di interiorità.
“Booling alone” (Putnam) “Watching alone” (Bruni-Stanca)
… in seguito a tre tipi di “tappeto rullante” Teoria dell‟adattamento ed effetto di
assuefazione
Brickman-Campbell (1971) / Scitovsky
(1976) / Kahneman (2003)
“Hedonic treadmill”
Competizione posizionale
Veblen (1899), Robert Frank (1985),
Choosing the Right Pond
“Positional treadmill”
Effetto aspettative
Easterlin, Frey & Stutzer (2005)
Layard (2005)
“Aspiration and satisfaction treadmill”
Spiegazioni
• “Gli individui non sono in grado di percepire che,
a causa dell‟adattamento edonico e del
confronto sociale, le aspirazioni nel dominio
monetario si modificano in base alle circostanze
effettive. Di conseguenza una quantità di tempo
spropositata è destinata al perseguimento di
obiettivi monetari a spese della vita familiare e
della salute, e il benessere soggettivo si
riduce…” (Easterlin)
Degrado e crescita
Degrado relazionale
Crescita economica
Consumi
• Che cos’è allora il capitalismo consumista e finanziario (che vanno assieme)?
– È la priorità delle merci sulle persone, degli strumenti sulle relazioni
– È la priorità dei “prezzi” sui “valori” (il denaro come misuratore universale di tutto)
– Del “saper come” (know-how) sul “saper perché” (know why)
• È così che il consumismo diventa una nuova religione nichilista
Relazioni
• Le relazioni fanno da sfondo a tutto il discorso, in particolare quelle relazioni a motivazioni intrinseca che chiamiamo “beni relazionali”
Beni Relazionali
• Da molte analisi risulta che chi investe nella vita sociale e relazionale ha un forte “differenziale di felicità” rispetto a chi non lo fa (o lo fa meno);
• Da una ricerca su beni relazionali e televisione, questi dati sono emersi con grande chiarezza, a livello mondiale.
Perché la vita relazionale-comunitaria
è correlata alla felicità? • La famiglia è il luogo privilegiato dove si creano
“beni relazionali”
• I beni relazionali sono essenziali importanti in una vita buona;
• Ma i beni relazionali sono “fragili” e vulnerabili
Effetti sulla felicità (Layard 2005)
Variabile Peso “netto”
Reddito (aumento di 1/3 del reddito famigliare) 1 Lavoro
Occupato (invece di disoccupato)
Lavoro sicuro (invece che insicuro)
3
1.5
Famiglia
Sposato (invece che divorziato)
Sposato (invece che separato)
Sposato (invece che vedovo)
2,5
4.5
2
Altri risultati empirici
Lavoro
Perdita del posto di lavoro
Insicurezza del posto di lavoro
Aumento del tasso di disoccupazione di 10 punti percentuali
Aumento del tasso di inflazione di 10 punti percentuali
3
1.5
1.5
0.5
Situazione famigliare
Divorzio
Separazione
Vedovanza
2.5
4.5
2
diminuzione
dell„indice di felicità
Reddito
Reddito del 33% inferiore rispetto alla media
1
Fonte: Layard (2005)
Salute
Riduzione dello stato di salute soggettivo (di un punto su una scala
da 1 a 5)
3
Un aumento nell’intensità delle relazioni sociali equivale - in termini di “life satisfaction” - ad un aumento di reddito di varie decine di migliaia di sterline l’anno (fino a 85.000) per dei soggetti con un reddito di circa 10.000 sterline l’anno
(Nattavudh Powdthavee, University of London, 2006)
Perché allora sbagliamo nell’uso delle
nostre risorse?
• Domanda: ▫ Se i dati (e l’esperienza) ci dicono che dedicare
risorse alla vita relazionale “genuina” è così importante per la felicità, perché di fatto “sbagliamo” nel fare i calcoli e investiamo troppe risorse per produrre invece comfort e beni materiali?
▫ Propongo alcune piste di risposta a questa domanda
Gli effetti di un aumento di reddito
+ Reddito (1) ? Felicità
X
(2) ? felicità
Il peso relativo dei due “effetti” varia al crescere del reddito e la somma (1+2) può diventare negativa “oltre un punto critico”
+ lavoro
Che cosa comprende la variabile “X”?
• Beni relazionali (soprattutto)
• Attività con motivazioni intrinseche (e non strumentali), svolte perché hanno in se stesse la loro ricompensa: natura, musica, arte …
• Vita interiore e spirituale
▫ Gratuità: la dimensione della gratuità è quella che accomuna le attività di cui sopra
La funzione della felicità di Anna (!!!)
Fa = f(Ra, X, BRab)
Ra = reddito
X = beni di gratuità
BRab = beni relazionali
Un passaggio chiave per comprendere
la Crisi/crisi • Il mercato moderno tende a vendere merci che
“simulano” i beni relazionali veri: data l’incapacità della cultura del mercato capitalistico di comprendere il senso profondo della “ferita dell’altro”, sostituisce i rapporti con le merci:
▫ Assicurazioni sempre più sofisticate, per persone sempre più sole
▫ Consumi individuali e non di “beni comuni”
Relazione Reddito/felicità
La variabile “latente” è la gratuità
Reddito
Felicità (Fa)
Zona critica
Oltre una soglia critica, il rapporto tra reddito e felicità può trasformarsi da virtuoso in vizioso, perché inizia a “spiazzare” la gratuità
Che cosa ci dice quel grafico?
• 1. L’importanza della (difficile) redistribuzione del reddito e delle tasse
• 2. Inganni sistematici: compiamo troppi errori nell’uso delle nostre risorse, poiché vediamo troppo le “merci”, e troppo poco “i beni”.
• 3. Una volta superata la soglia, tornare indietro è molto difficile, anche perché siamo legati agli altri: lo vediamo oggi quanto costa ridurre di un po’ il tenore di vita!
Spunti di terapia
• Non usciremo da questa Crisi, se non ridaremo diritto
di cittadinanza alla “buona vulnerabilità”, fragile ma feconda e generativa
• Si combatte la vulnerabilità cattiva inserendo dentro le mura della città dosi di “vulnerabilità sostenibile”, che fa sì che siamo più forti contro le cattive e grandi vulnerabilità di sistema:
– Si pensi a quelle banche o a quelle imprese che in questi anni hanno coltivato e accolto le “quotidiane vulnerabilità” e fragilità dei propri clienti e fornitori, e che ora si ritrovano più forti a gestire la bufera della crisi
• Ma per capirlo, occorre una maggiore elaborazione del “lutto” di questa crisi (non rimuoverla subito – l’abbiamo già fatto nel 2010 – perché quella successiva sarà ancora peggiore)
Rifondare la responsabilità sociale del
cittadini • Non bastano i “capi cordata” per affrontare una
scalata difficile, lunga e incerta
• Se non rilanciamo “I care” (Don Milani), resta solo il fascista “me ne frego”.
• Reciprocità forte: il rimprovero ad un concittadino è una forma della cultura della custodia
• Dove non c’è la custodia, c’è il fratricidio, non l’indifferenza (Caino)
La fraternità come custodia
• L’umanesimo biblico ci dice che l’essere umano è capace di custodia, verso di sé, verso il fratello, verso la natura
• Shamar : custodire la terra, custodire il fratello
• Custodia e responsabilità: dov’è tuo fratello?
L’idea di prossimità
La cura è per tutti e di tutti
• La proposta di Jennifer Nedelsky
• Lavoro part-time / cura part-time
Per concludere: Antonio Genovesi
• Si può essere ricchi da soli e contro gli altri, ma per essere felici occorre essere almeno in due: la felicità è un bene comune, o è di tutti o non è di nessuno.
• Mai come in questi tempi di “male comune” si capisce che cosa sia il “Bene comune”: siamo legati sempre più gli uni agli altri, nonostante le illusioni di immunità.
La felicità degli altri
• “E’ legge dell’universo che non si può far la nostra felicità senza far anche quella degli altri” (A. Genovesi, Napoli, 1765).