AL CENTRO
HOREB
SEMINARIO
“ECCO
LO SPOSO”
a pagina 9
Dopo il dibattito che le
parole di Papa France-
sco nella “Misericordia et Misera”
hanno suscitato nel nostro Paese a
riguardo dell’aborto, un “viaggio”
tra le fedi presenti in Italia alla sco-
perta delle posizioni che caratteriz-
zano la vita dei fedeli nelle altre con-
fessioni. Per cattolici, ortodossi e
anglicani “la vita umana deve essere
rispettata e protetta in modo assoluto
fin dal momento del concepimento”.
Per i luterani “sia la tutela della vita
sia la libertà dell’individuo sono un
valore fondamentale”. E per i valde-
si, “la donna è un soggetto morale
autonomo e la rinuncia a una parte di
sé è una concreta e dolorosa assun-
zione di responsabilità”. Per i musul-
mani, al 120° giorno l’anima viene
“insufflata” nel corpo dell’embrione.
Le Chiese cristiane e l’aborto. Una
questione delicata perché incide
direttamente sulle vite delle persone.
Un tema, specialmente in alcune
chiese, in continua evoluzione. Un
panorama estremamente variegato,
perché nel corso dei secoli, le Chie-
se hanno maturato opinioni diverse
che conseguentemente hanno dato
vita a norme altrettanto differenti.
Abbiamo provato a fare il punto del-
la situazione chiedendo aiuto alle
singole comunità di riferimento e
spingendoci fino al mondo dell’Is-
lam.
Chiesa cattolica. Dal catechismo
della Chiesa cattolica al numero
2270: “La vita umana deve essere
rispettata e protetta in modo assoluto
fin dal momento del concepimento.
Dal primo istante della sua esistenza,
l’essere umano deve vedersi ricono-
sciuti i diritti della persona, tra i qua-
li il diritto inviolabile di ogni essere
innocente alla vita”. Per questo
motivo, l’Enciclica Evangelium
Vitae (25 marzo 1995), definisce l’a-
borto procurato un atto “grave e
deprecabile” che (numero 73) “nes-
suna legge umana può pretendere di
legittimare”. Il 1° settembre del
2015, in un messaggio a monsignor
Rino Fisichella, papa Francesco
comunica la decisione di concedere
“a tutti i sacerdoti per l’Anno Giubi-
lare la facoltà di assolvere dal pecca-
to di aborto quanti lo hanno procura-
to e pentiti di cuore ne chiedono il
perdono”. Nella lettera apostolica
“Misericordia et Misera” pubblicata
il 21 novembre a termine del Giubi-
leo, Francesco estende “nel tempo” e
“a tutti i sacerdoti, in forza del loro
ministero” questa facoltà. “Vorrei
ribadire con tutte le mie forze – scri-
ve il Papa – che l’aborto è un grave
peccato, perché pone fine a una vita
innocente. Con altrettanta forza, tut-
tavia, posso e devo affermare che
non esiste alcun peccato che la mise-
ricordia di Dio non possa raggiunge-
re e distruggere quando trova un
cuore pentito che chiede di riconci-
liarsi con il Padre”.
Chiesa ortodossa. La posizione del-
la Chiesa ortodossa, per riferimenti
biblici, patristici e dottrinali coincide
con quella della Chiesa Cattolica, ed
è da sempre contraria all’aborto,
ritenendo che “l’uomo è fatto ad
A PAGINA 7
UNA NUOVA MENSA
CARITASA LIBRINO
Catania - anno XXXII - n. 43 - 4 dicembre 2016 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it
settimanale regionale di attualità
(conv. in L. 27/02/ 2004 no 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881“Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003
“In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente”
GIORNATA
MONDIALE
CONTRO il
FEMMINICIDIO
a pagina 12
Inizia il nuovo anno liturgico ed
il cammino di preparazione alla
celebrazione del Santo Natale e
nelle quattro domeniche di
Avvento il tema dell’attesa della
coerenza, della gioia preparano gli
animi alla memoria dell’evento che
ha cambiato la storia dell’uomo.
Come ha scritto agli studenti di
Roma Mons Lorenzo Leuzzi, diretto-re dell’Ufficio per la Pastorale Uni-versitaria della Diocesi di Roma. iltempo dell’Avvento è la proposta asuperare la monotonia, l’omologa-zione, la visione circolare della sto-ria. Chi può rompere la circolaritàdella storia?Molti hanno tentato di rompere que-sta circolarità, ma senza grande suc-cesso. Anzi! L’unica via di uscita èl’esperienza del sabato del villaggio:un’attesa fine a se stessa, perchédopo c’è la delusione della domeni-ca.Per la Chiesa la Domenica è l’in-contro con lo Sposo che non la con-
suma, ma la rende protagonista. Èl’incontro che pone fine all’attesache delude, che apre orizzonti nuovi.Essere pronti per questo incontro èla vera gioia della vita!Il cammino indicato da seguire si
concentra su due aspetti sempre
importanti; La preghiera che si
intreccia con l’azione applicando la
regola benedettina dell’Ora et labo-ra ed esercitando il discernimento
nel saper distinguere ciò che è secon-
dario.
“La secondarietà è la virtù dei gran-di! I grandi progetti passano attra-verso la verifica di ciò che è davveroessenziale, non in astratto, ma nelconcreto della propria esistenza.”
Percepire la secondarietà delle pro-
prie scelte significa dare ordine e
gerarchia alle azioni e sistemare la
(segue a pag. 2)
La novità dell’AVVENTO superala monotonia e l’indifferenza
L’arrivo del nuovo anno liturgico ci prepara all’arrivo del Natale
AL BRANCATI
“SOGNO DI UNA
NOTTE DI
MEZZA ESTATE”
a pagina 11
INAUGURAZIONE
Anno ACCADEMICO
DEL SAN LUCA
a pagina 7
L’Italia alla prova del pluralismo religioso
Giuseppe Adernò
Aborto e perdono dopo “Misericordia et Misera” di Papa Francesco
(segue a pag. 2)M.C.B.
Foto
Sic
ilia
ni-
Gen
nari/
SIR
Cambia la classifica dellecittà con la migliore qua-
lità della vita: dopo cinque anni diassoluto dominio Trento cede il passo aMantova che secondo l’annuale ricercastilata da ItaliaOggi in collaborazionecon l’Università La Sapienza è la cittàd’Italia dove si vive meglio.Se Trento arretra di una posizione, alterzo posto si piazza Belluno, nuovaentrata, in risalita dall’ottava posizione.Scendono, Pordenone (da terza a quar-ta) e Bolzano (da seconda a ottava).L’ultimo gradino del podio è occupatoda Crotone, che pure rispetto alle altreprovince meridionali presenta alcunielementi di discontinuità: qui, infatti, iltenore di vita è accettabile. “E la pro-vincia è addirittura ricompresa nelgruppo delle più virtuose nelle dimen-sioni criminalità e popolazione”, dice laricerca. “Responsabili, quindi, dellamaglia nera sono affari e lavoro,ambiente, disagio sociale e personale,servizi finanziari e scolastici, sistemasalute, tempo libero”. Al penultimogradino Siracusa (era al 104 posto).Ciò che impressione a leggere la clas-sifica è la ‘sofferenza’ delle grandi areeurbane, ad eccezione di Torino chesale di sei posizioni. Milano e Napoliperdono rispettivamente 7 e 5 posizio-ni, mentre Roma, la capitale, ne perde19 (31 in confronto al 2014), attestan-dosi su livelli di qualità di vita tutt’altroche sufficienti. Per quanto riguarda lemacro-aree, Nord-est e centro resistonomeglio ai contraccolpi della crisirispetto al Nordovest, Sud e Isole.Quanto alla Sicilia, Ragusa comanda laclassifica delle città siciliane dove sivive meglio, conserva il primato anchese perde ben 24 posizioni rispetto allo
scorso anno e scivola all’84° postonell’elenco dei 110 capoluoghi presi inesame dalla ricerca. Al secondo posto,sempre in ambito siciliano, si trovaCatania (93esima), che guadagna 8posizioni, seguita da Enna (94esima),che risale dal 108esimo posto e Mes-sina (97esima), che guadagna unaposizione. Agli ultimi posti della clas-sifica ci sono Palermo (104esima, mache migliora di una posizione rispettoallo scorso anno), Caltanissetta(105esima), che perde dieci posizioni,Trapani (100esima), meno sei posi-zioni dal 2015, Agrigento (107esi-ma), che perde un pun-to, Siracusa (109esi-ma), che perde cinqueposizioni rispetto alloscorso anno.Rispetto ai 1000 puntitotalizzati da Mantova,prima città in classifica,le città sicilianemostrano un divarionetto e difficilmentecolmabile: Ragusatotalizza 248,11 punti;Catania 167,74; Enna166,89; Messina152,50; Palermo 88,20;Caltanissetta 75,51;
Trapani 66,69; Agrigento 53,46; Sira-cusa 31,27.L’indagine sulla qualità della vita nel-le province italiane ha due obiettivi:stimolare il dibattito sui percorsi daintraprendere per incrementare ilbenessere (non solo economico) dellecomunità locali; misurare e rendere didominio pubblico il gap dell’azionepolitica e amministrativa. Giunta alla18ª edizione, la ricerca rappresenta ilpiù completo studio statistico sullaqualità della vita pubblicato oggi nelnostro Paese e consente di coglierne inumerosi aspetti sul territorio delle
province italiane. Si tratta di uno studiocaratterizzato da una nuova metodolo-gia profondamente rinnovata nel 2010,che prende in esame nove dimensionid’analisi (affari e lavoro, ambiente,criminalità, disagio sociale e personale,popolazione, servizi finanziari e scola-stici, sistema salute, tempo libero etenore di vita), 21 sottodimensioni e unelevato numero di indicatori di base(84, oltre il doppio di quelli considera-ti in altre ricerche) e che consentono diinvestigare in maniera approfondita imolteplici aspetti in cui la qualità dellavita si articola nelle province italiane.
Nel complesso, infi-ne, nel 2016 sono 56su 110 le provincenelle quali la qualitàdella vita è risultatabuona o accettabile,contro le 53 della pas-sata edizione. Tradot-to in termini di popo-lazione significa cheil 53,9% della popola-zione italiana vive interritori dove la quali-tà della vita è scarsa oinsufficiente.
Filippo Cannizzo
Prospettive - 4 dicembre 20162
PRIMO PIANOO.D.A. Formazioneprofessionale _____________3
Tullio Chiminazzo presentail libro “Etica ed economia” _3
Indietro nel tempointervistandoGiovanni Pacini___________5
Regno Unito:Prepararsi al sì____________5
INFORMADIOCESINotizie in breve___________6
Dalla Cancelleria: Nomine __6
DIOCESIGiornata Nazionaledella Colletta Alimentare ___6
Novità legislative e soluzionioperative per la tuteladelle persone disabili_______8
Una buona alimentazionefa bene anche al cervello___11
Al teatro “Ambasciatori”“Gl’Innamorati”di Goldoni ______________12
sommario al n. 43
Direzione amministrazione e redazione: via Etnea, 8
95121 Catania
Redazione e amministrazione:tel. 095 2500220fax 095 8992039
www.prospettiveonline.itE-mail: [email protected]
[email protected]@prospettiveonline.it
Editrice ARCA s.r.l.via Etnea, 8
95121 CataniaIscritta al Registro degli Operatoridi Comunicazione (ROC) n. 7858
Direttore responsabileGiuseppe Longo
Grafica e impaginazione:Vera Cannavò
Abbonamenti:ordinario Euro 40,00
ridotto (scuole, associazioni,confraternite, etc.) Euro 30,00
versamento su c/c postale n. 12442935intestato a: ARCA s.r.l.
via Etnea, 8 95121 Catania
Pubblicità: a mod. (1 colonna x 41mm). Commerciali Euro 27,11 a mod. Redazionali Euro 1,55 a mm
Annunci immobiliari e R.P.Q. Euro 0,21 a parola (min. 10 parole)
Legali/istituzionali/finanziari Euro 48,80
Manchettes commercialiEuro 81,34 cadauna
Stampa a colori maggiorazione 10%
Iscritto al Registro della Stampa del Tribunaledi Catania al n. 665 del 3.5.1985
La testata percepisce contributi statali direttiex L. 7/8/1990 nr. 250
Stampa: GRAFICHE COSENTINO sasL I T O G R A F I A
Zona Industriale - C.da Balchino S. Maria PoggiarelliCaltagirone (CT) - Telef. 0933 34132 / 0933 27307
Unione Stampa Periodica Italiana
Settimanale associato alla F.I.S.C.(Federazione Italiana Settimanali Cattolici)
Questo numero è stato chiuso
alle ore 13.00 di mercoledì 30 novembre 2016
Aspirare sempre ad uno standard di vita migliore
Qualità della vita in Sicilia, prima Ragusa seconda Catania
scala dei valori, spesso ribaltataquando si mette al primo posto l’e-conomia, il guadagno e gli interessipersonali.Anche la prassi del consumismo checaratterizza il periodo natalizio potràessere adottata come riferimento alla
persona che si lascia consumare dal-l’effimero e arriva alla staffetta dellastoria con poche foglie secche tra lemani.Il saggio è capace di attendere, diriflettere e di valutare secondo unareale gerarchia di valori, mettendo alprimo posto il vero bene.Le azioni di servizio, di volontariato,
di assistenza che costellano di “buo-ne azioni” il periodo natalizio,dovrebbero diventare stile di vitaordinario.Incontrando i giovani del ServizioCivile Nazionale, Papa Francesco hadetto che “La gratuità del volonta-
riato, anche per un tempo determi-
nato, rappresenta una ricchezza non
solo per la società e per coloro che
godono della vostra opera, ma
anche per voi stessi e per la vostra
maturazione umana. I giovani impe-
gnati nel servizio civile, sono “una
forza preziosa e dinamica del Pae-
se” e il loro apporto è “indispensa-
bile per realizzare il bene della
società, tenendo conto specialmente
dei soggetti più deboli”.
Ai giovani si rivolge anche Mons.Massimo Camisasca, vescovo diReggio Emilia e Guastalla, che nellasua lettera pastorale “Vieni e vedrai.
I giovani, la fede e il discernimento
vocazionale” ha dettato le norme daseguire in mezzo ad caos determina-to dall’invasione delle nuove tecno-logie, che pure hanno offerto stradedecisamente interessanti per la cono-scenza, ma il ritmo vertiginoso deiSocial Network “ha plasmato il loro
modo di vivere e di pensare, ha inva-
so il tempo libero e la mente dei
ragazzi con una quantità di nozioni
non sempre verificate, di immagini,
di provocazioni e di possibilità
comunicative virtuali, in molti casi
dannose e compulsive, di fronte a cui
i giovani non hanno spesso criteri di
discernimento».Agire sempre in modo audace e dis-interessato, guardando lontano agliorizzonti della speranza, resta sem-pre un impegno ed una chiara indi-cazione di percorso da seguire nelcammino verso il Natale.La tradizione del presepe in ognicasa, segno e momento di unità del-la famiglia che prega, consegna alNatale la dimensione di vera festareligiosa e non solo civile e consu-mistica, occasione di incontro e dirilancio per un nuovo cammino.
®
(continua da pag. 1)
LA NOVITÀ...
immagine di Dio al momento delconcepimento”. Interrompere unagravidanza per gli ortodossi è comecommettere un omicidio, anche difronte a fondati sospetti di malformi-tà del feto. Secondo la Commissionedi bioetica della Chiesa di Greciasulla fecondazione in vitro, almomento del concepimento, l’em-brione non è più un ovulo fecondato;è un uomo perfetto in identità che siperfeziona in continuità.L’embrione possiede pertanto dei
diritti: diritto ad essere considerato
persona umana, diritto alla vita e
diritto alla eternità.
Chiesa anglicana. È un documentodella “Church of England” a indica-re la posizione della Chiesa anglica-na riguardo all’aborto. La premessa:“La Chiesa di Inghilterra combinauna forte opposizione all’aborto conil riconoscimento che ci possonoessere condizioni – rigorosamentelimitate – in cui è moralmente prefe-ribile ad altre alternative”. Il sinodogenerale della Chiesa di Inghilterracompara la sua posizione a quelladella Chiesa cattolica, facendo espli-cito riferimento al catechismo dellaChiesa cattolica. Ciò significa chel’aborto procurato è “gravementecontrario alla legge morale”.“Tuttavia – si legge nel documento –
la Chiesa riconosce la legittimità
morale dell’aborto in alcune circo-
stanze” come quella in cui il prose-
guimento di una gravidanza minac-
cia la vita della madre.
Chiesa Luterana. È importante pre-cisare che, sul tema dell’aborto, nonesistono delibere specifiche del
Sinodo che ufficializzino una posi-zione della CELI al riguardo. È peròpossibile esprimere una valutazioneispirandosi ai principi generali e del-l’etica evangelica-luterana. La pre-messa è che sia la tutela della vita siala libertà dell’individuo sono, per iluterani, un valore fondamentale.Ma la libertà è tale solo se basata su
una consapevolezza piena
Ogni scelta personale, pertanto, deveessere sempre frutto di valutazioniinformate. E scelte siffatte devonoessere rispettate da chiunque. Sullabase di questi presupposti, la CELI –che sostiene sempre la vita perché èun dono affidato da Dio – ammettein certi limiti la possibilità di effet-tuare l’aborto.Chiesa Valdese. È una Commissio-ne bioetica ad affrontare le questionidi attualità e a sottoporre al Sinodole sue considerazioni che vengonoquindi collegialmente valutate. LaCommissione non ha la pretesa diesprimere un punto di vista dottrina-rio, ma intende porsi al servizio del-la scelta morale del credente, cercan-do di fornire strumenti utili a orien-tarsi in questioni morali complesse edi suscitare una libera discussionetra eguali. Risale a molti anni fa l’ul-tima posizione che la Commissioneha preso riguardo alla interruzione digravidanza. Il principio etico fonda-mentale è quello della responsabilitànella relazione.La donna può e deve decidere
responsabilmente nella sua relazio-
ne con il feto.
La donna è dunque un soggettomorale autonomo e la rinuncia a unaparte di sé, legata alla scelta di nondiventare madre, non è un atto arbi-
trario e astratto, che va contro il prin-cipio assoluto del rispetto della vita,ma una concreta, dolorosa, assunzio-ne di responsabilità.Islam. Tra i giuristi musulmani –spiega l’imam Layachi Kamel – c’èun vasto accordo nell’affermare chedopo i 120 giorni, l’aborto è catego-ricamente proibito, eccetto che persalvare la vita della madre o in casodi violenza subita dalla donna incin-ta. La dottrina dei 120 giorni si basasu un Hadith/insegnamento del Pro-feta Muhammad in cui ci rivela cheil feto viene trattenuto nell’uterocome seme per 40 giorni, come uovofecondato per 40 giorni e come car-ne per ulteriori 40 giorni; al 120°giorno, l’anima viene “insufflata”nel corpo dell’embrione. Da qui l’a-borto, dopo l’immissione dell’animadel feto, è considerato proibito datutti i giuristi musulmani. Così recitauna Sura/Capitolo del Corano: “Nonuccidete i vostri figli per timore del-la miseria; siamo noi a provvederlidi cibo come provvediamo a voistessi… Ucciderli è veramente unpeccato gravissimo (Sura Al Isra,17-31). Per quanto riguarda l’inter-ruzione volontaria della gravidanzaeseguita prima dei 120 giorni, cisono quattro posizioni giuridiche aseconda la scuola di riferimento: 1.Ammissibilità assoluta persino inassenza di giustificazione (moltominoritaria); 2. Ammissibilità condi-zionata in presenza di un giustifica-zione valida; 3. Disapprovazioneassoluta; 4. Proibizione categoricadopo il 40° giorno ed è la posizionepiù seguita nell’Islam.
®
(continua da pag. 1)
L’ITALIA...
Prospettive - 4 dicembre 2016 3
“L’Opera DiocesanaAssistenza di Cata-
nia, da circa un anno, ha deliberato l’I-stituzione di un Comitato Scientificoche si occupa dell’aggiornamento edella formazione professionale ope-rante nell’ambito sanitario, riabilitativoe socio assistenziale – a parlare è il Dott.T.N.P.E.E Alfonso Maira, componentee coordinatore di questo nuovo organi-smo della Fondazione O.D.A. –. L’esi-genza nasce dalla necessità/opportuni-tà di garantire le competenze necessarieai propri Operatori, basandosi sui biso-gni ed i contenuti educazionali e riabi-litativi, richiesti dall’utenza a cui ci si
rivolge”.Tutto ciò ha determinato l’organizza-zione e realizzazione di più Eventi for-mativi su diverse tematiche, continua ariferirci lo Psicomotricista Funzionale,di cui l’ultimo promosso dalla Fonda-zione il 25 e 26 novembre scorso, in col-laborazione con il Policlinico Univer-sitario di Catania, avente per oggetto:“Interventi Precoci nei disturbi dellospettro autistico”.La prima giornata si è svolta pressol’Auditorium della Torre Biologica“Prof Latteri”, e del tema prefisso s’èapprofondito l’aspetto “Dagli studi diefficacia all’importanza delle traiettorie
evolutive”, mentre il giorno dopo, pres-so il Salone Riunioni del Presidio Ria-bilitativo Oda “Fratelli A. e V. PecorinoPaternò” in via S. Nullo, 24 a Catania.Si sono avvicendati nomi noti dellamedicina catanese, nello specifico delsettore, quali: Lorenzo Pavone, Raf-faele Falsaperla, Renata Rizzo, RitaBarone, Maria Vincenza Catania,Renato Scifo, Vera Caltabiano e Giu-seppa Basso, per convergere sulla tesiche i disturbi dello spettro autisticosono disordini del neurosviluppo carat-terizzati da deficit della comunicazione,dell’interazione sociale e presenza dicomportamenti ed interessi ristretti eripetitivi.Scopo del Corso, tenuto dallo Psicolo-go Antonio Narzisi, dell’I.R.C.C.S.“Stella Maris” di Pisa, è stato quellod’indicare gli elementi clinici neurop-sicologici fondamentali per il ricono-scimento dei segni precoci e per la dia-gnosi ed illustrare i trattamenti attualievidence-based. Si può fare indagined’autismo a partire dai 18 mesi, periodoottimale per la diagnosi ufficiale sono i36 mesi.È pure emerso che non esiste un Pro-getto Riabilitativo uguale per tutti,occorre ritagliare interventi specificiper ogni singolo caso.Poiché incerta l’eziologia dell’auti-smo, si sono annoverati, nel passato,centinaia dei modelli di trattamento. Inogni caso, s’è centrata l’attenzione sulbambino e costruita la relazione basan-dosi sulle sue scelte, mantenendo ciòche si raggiungeva.È solo dal 2010 che sono stati condottistudi più efficaci (v. ABA ed ADOS)con metodologia d’impiego includentiil coinvolgimento dei genitori, per lapreziosa interazione durante la terapia,come pure nella fase della diagnosi pre-coce: prima s’interviene, migliore saràla prognosi.Bilancio in positivo per gli Operatoridel ramo, che hanno partecipato innumero considerevole, ogni interventodei relatori ha puntato sulla prospettivadi un sostegno valido, di relazione edinclusione sociale per le famiglie.
Rita Castorina
La conoscenza aiuta a prevenireE SUPERARE LE DIFFICOLTÀ
“Il vero si costruisce assieme, tra mille
errori, e la strada si fa camminando”.Questa espressione accompagna la let-tura del libro “Etica ed economia. Verso
il nuovo umanesimo economico” pre-sentato da Tullio Chiminazzo al Festivaldella Dottrina sociale, celebrato a Vero-na il 25 novembre.La prossima edizione si terrà a Cagliaridal 26 al 29 ottobre 2017 e sarà dedicataalla denuncia del lavoro nero. “Le Setti-
mane Sociali ed il Festival della Dottri-
na Sociale”, ha detto il Segretario dellaCei, Mons Galantino, “ possono aiutar-
ci tantissimo ad avere uno sguardo più
ampio ed a riflettere su come l’etica può
far bene all’impresa. La Settimana
Sociale di Cagliari è certamente un
punto di arrivo, ma dev’essere soprat-
tutto un punto di partenza, frutto del-
l’entusiasmo e del contagio che in quel-
la circostanza saremo in grado di met-
tere in circolo”.Nel testo presentato vengono rilette ecommentate le encicliche Centesimus
Annus di Papa Giovanni Paolo II e Lau-
dato Si’ di Papa Francesco, si racconta-no le sofferenze dei poveri, degli ultimie degli esclusi, analizzate alla luce delladottrina sociale della Chiesa, sulla sciadella Rerum Novarum, pubblicata daPapa Leone XIII nel 1891.Le numerose iniziative messe in atto daTullio Chiminazzo nei venticinque annidi attività, sono accomunate da unavisione dinamica della solidarietà inter-nazionale con il fine di ridurre il divariofra Nord e Sud del mondo e quello fraricchi e poveri.Secondo un’analisi di Forbes, che indi-ca come i 62 individui più ricchi al mon-do posseggono la stessa ricchezza di 3miliardi e mezzo di poveri, appare ecla-tante l’enorme disuguaglianza e quantosia indispensabile il ruolo dell’etica nel-la gestione delle imprese.Il constatare poi, come tanti soldi ven-gono bruciati e sprecati in divertimenti,piaceri, lusso sfrenato sprechi e droghe,anche dai nipoti di chi ha costruitoimprese e aziende che hanno dato lavo-ro a tanti operai, fa ancora più male.Evitare le esclusioni per superare le dis-
uguaglianzeè il filo conduttore di un’o-pera che intreccia l’economia e l’etica,entrambe orientate ad un vero sviluppointegrale e sostenibile.La lettura dei 17 obiettivi dell’Onu, del-
la Carta dell’Expo di Milano e del Deca-logo per un’economia sostenibile diSanta Cruz introduce al confronto con icontenuti del manifesto del XXI secolo.L’affermazione che “non esiste econo-
mia senza etica, né efficienza senza soli-
darietà”, rende l’impresa il luogo idea-
le di produzione di ricchezza, non soloprivata, ma anche sociale. Il bene comu-ne è l’orizzonte che ricomprende tutto, inun processo culturale e di ridimensiona-mento dell’umano. La solidarietà, cheben si differenzia dalla beneficenza,assume una dimensione nuova e propo-ne un nuovo scenario verso l’umanesi-mo economico. Come recita un anticoproverbio: “Il denaro è un ottimo servo,
ma un pessimo padrone”.
Occorrono scuole di Etica ed Economiache insieme favoriscano la diffusione
della cultura dell’inclusione, che nonesclude i poveri dalla società. “L’inclu-
sione non è solo un dovere umano ma è
l’unica strada per una piena realizza-
zione della globalizzazione”, ha dettoPapa Francesco.Oggi l’armonia sociale è messa in peri-
colo con gravi conseguenzeper la gente: e quando coman-dano i soldi e la gente muoredi fame e sta male, viene com-promessa la pace e il verobenessere dell’intera umanità.Noi “siamo fatti per stare con
gli altri, la nostra umanità si
arricchisce molto se stiamo
con tutti gli altri e in qualsiasi
situazione essi si trovano”,afferma il Papa. “La vita con-
creta, infatti, non è la somma
di tante individualità, ma è l’articola-
zione di tante persone che concorrono
alla costituzione del bene comune”.
Stare in mezzo alla gente, dunque, “fa
bene non solo alla vita dei singoli ma èun bene per tutti”, perché “evidenzia la
pluralità di colori, culture, razze e reli-
gioni”. E la gente “fa toccare con mano
la ricchezza e la bellezza della diversi-
tà”. “Solo con una grande violenza si
potrebbe ridurre la varietà a uniformità,
la pluralità di pensieri e di azioni ad un
unico modo di fare e di pensare”.
Come ha spesso raccomandato PapaBergoglio: “Usando la testa e il cuore si
realizza un sogno”, sollecitando ad usa-re la testa, ma anche e soprattutto il cuo-re. Essere eticamente responsabili con-viene così si crea più valore economicoe sociale a vantaggio di tutti, a patto chestrumenti come i codici etici, le certifi-cazioni etiche ed ambientali non fini-scano solo per essere specchietti per leallodole.Le opere di misericordia che Papa Fran-cesco ha insegnato non solo con le sueCatechesi, ma mettendole in atto e rea-lizzando nel corso dell’anno del Giubi-leo della Misericordia visite a sorpresa,incontri, abbracci, telefonate e strette dimano, visite nei luoghi del dolore,incontrando e abbracciando bambini,anziani, donne e ammalati, tutto ciò hareso la sua lezione di misericordia elo-quente magistero, modello ed esempioda imitare, segno di presenza della Chie-sa non solo predicato, bensì agito, a con-tatto con la gente, con addosso l’odoredelle pecore, tenendo sempre aperta laporta del cuore e del perdono, anchedopo la chiusura della Porta Santa, cheha perso la sua centralità romana perdiventare segno e icona di Misericordiain tutte le cattedrali e santuari del mondo.
GiAd
Non esiste efficienza senza solidarietàTullio Chiminazzo presenta il libro “Etica ed economia. Verso il nuovo umanesimo economico”
Il Gruppo Editoriale SanPaolo comunica che il
Consiglio di Amministrazione ha deli-berato il 28 novembre 2016 la nomina diDon Antonio Rizzolo come nuovodirettore dello storico settimanaleFamiglia Cristiana.Il giornalista, già da tempo condirettoredel periodico e direttore di Credere
(nuova testata lanciata nel 2013) succe-de a Don Antonio Sciortino, alla guidadel giornale dal 1999, al quale il Grup-po Editoriale San Paolo esprime i rin-graziamenti per l’insostituibile apportoe contributo che ha dato allo sviluppodel settimanale e per il prestigio e la pas-sione con cui ha diretto la testata per tut-ti questi anni. Apporto che proseguirà da
oggi in poi in una nuova veste.Il nuovo assetto garantirà la continuitàcon il passato e nuove idee per il futuro.Don Antonio Rizzolo,sacerdote della Società SanPaolo, è nato a Bonavigo, inprovincia di Verona, il 3 gen-naio 1962. Ha emesso i votireligiosi l’8 settembre del1982 ed è stato ordinatosacerdote il 29 settembre1990, dopo aver conseguitola licenza in teologia fonda-mentale presso la PontificiaUniversità Gregoriana.Giornalista professionistadal 1993, ha diretto il mensi-le di informazione culturale,
letteratura e spettacolo Letture e il setti-manale diocesano Gazzetta d’Alba.Attualmente è direttore responsabile
del settimanale Credere, la gioia della
fede, e del mensile di inchieste e dibat-titi sull’attualità religiosa Jesus. Fin dal
1992 ha lavorato nella reda-zione di Famiglia Cristiana,di cui è diventato condiretto-re nell’ottobre del 2011.All’interno della congrega-zione della Società San Pao-lo ha svolto i ruoli di supe-riore locale e per due volte diConsigliere provinciale. Èstato anche vicepresidentevicario della Fisc, la Federa-zione italiana dei settimana-li cattolici.
®
Don Antonio Rizzolo nuovo direttore di Famiglia Cristiana
O.D.A. Formazione professionale in ambito sanitario, riabilitativo e socio-assistenziale
Riordinare gli scaffalidella libreria equivale
a porre equilibrio e ordine nelle pro-pria esistenza, trovare testi e quader-ni di cui ti eri dimenticata è comescavare nel proprio io dove affetti esentimenti tornano a galla.Tra libri e manoscritti caratterizzatidall’immancabile velo di polvere,trovo una lettera insolita, inserita inuna monografia su Giovanni Pacini,musicista catanese e della quale neriporto il contenuto: «Da Torino mi
recai a Roma ove composi, per il
Carnevale, per le scene del Teatro
Valle, in soli 24 giorni, “La Gioven-
tù di Enrico V. Giunto nell’eterna
città il 2 dicembre 1820…. fui dun-
que favorevolmente accolto dal
pubblico romano e ricevei nella
stessa sera l’onorevole invito di pre-
sentazione a illustre dama, che
teneva primissimo seggio tra le tan-
te Altezze che si mentovavano, Pao-
lina, appunto!.»
Questo nome, Paolina, è forse lamitica sorella dell’imperatore,Napoleone Bonaparte? Mentre miinterrogavo sull’origine di quella let-tera caratterizzata da un’affrancaturarisalente al secolo XIX e della qualecon fatica riuscivo a leggerne la data,sento una voce che così si esprime:<<La storia d’amore e di passionecon la principessa Paolina non lapotrò mai dimenticare! Lei era laVenere imperiale amante delle lette-
re e delle arti tanto che fece del suopalazzo, a Roma, una sorta di Olim-po dove riceveva artisti come Rossi-ni, Canova e tanti altri>>.Chi ha parlato? Da dove provienequesta voce?<<Non si allarmi gentile Stefania,certo che il mio spirito non vuoleinfonderle sentimenti di paura! SonoGiovanni Pacini, richiamato dalmondo della verità a questa dimen-sione della sperimentazione, dallasua attenzione verso la mia esisten-za. Se non le sottraggo del tempo chelei dedica alla sistemazione di questivolumi tesoro di conoscenza, gradi-rei parlarle in breve della mia esi-stenza terrena!>>Con immenso piacere, maestro!Sono solo sorpresa perché non è unfatto consueto parlare con….<<Con l’anima di un defunto, vuoledire? La prego non mi tratti da tra-passato, perché altrimenti sentirei inmaniera acuta la diversità tra la miacondizione e la sua!>><<Sono onorata all’ennesima poten-za di parlare con lei e mi permette dirivolgerle una domanda? La suafama a Catania non è nota quantoquella del suo illustre collega Vin-cenzo Bellini. C’è una particolaremotivazione?<<I catanesi sono tutti votati al“Cigno”, vuoi probabilmente perchénon conoscono bene le mie opere.Chi legge la biografia di Bellini
apprende che nel maggio 1820 quan-do ero direttore di musica al teatroSan Carlo di Napoli non accolsibenevolmente il mio concittadinoche debuttava con l’opera “Bianca eGernando”. In quel gio-vane catanese dagliocchi azzurri malinco-nici e dallo spirito tor-mentato avevo intuitoun’autentica rivelazionedella musica e ne ebbitimore. Oggi guardo aquesta mia miseriaumana e ne sorrido conpaternalismo.>>Mi parli di lei, maestro.Questa lettera con l’al-lusione a Paolina Bona-parte?<<Ah mi fa rimembrareun antico amore!Andiamo per ordine.Sono nato a Catanial’11 febbraio 1796 esono stato figlio d’arte. Mio padreLuigi, un tenore e mia madre unacantante in quel periodo si trovavanonella città etnea perché impegnati inuna tournee, cosicché io venni mes-so al mondo in una modesta locandain piazza Sant’Antonio. Dopo la miadipartita, nel prospetto di quel picco-lo edificio, venne posta un medaglio-ne e un’epigrafe con data di nascita emorte. Alla mia memoria una villet-ta prospiciente il porto la cui genesi
fu anche molto travagliata. La ceri-monia che si fece nel 1873, quandoal pubblico venne svelato il monu-mento raffigurante il mio busto, fualquanto penosa. Meglio coprirla di
un velo. Mi chiedeva della storiad’amore con Paolina? La conobbi aRoma, dove al teatro Valle, coma haappreso da questa epistola, si stavarappresentando una mia opera che fufavorevolmente accolta da pubblicolatino. A conclusione della serata,venni ricevuto a corte dalla princi-pessa che nel suo sontuoso palazzoteneva cenacolo di cultura. Fu uncolpo di fulmine! Era più anziana dime di almeno sedici anni, ma il suo
fascino era irresistibile. Tanti uominierano rimasti soggiogati dalle suegrazie, ma nella mia persona lasorella dell’imperatore, e sposa diCamillo Borghese, consacrò tutta la
sua esistenza. I familiaridel marito mi supplicaro-no che ponessi fine aquesta relazione dellaquale tutta la Roma papa-lina chiacchierava attri-buendo al Signor Camil-lo “una corona fatta dinote musicali”.Così partii per Napoli emi promisi di prenderemoglie, proprio perdimenticare questa pas-sione travolgente. Dopo15 giorni il mio arrivonella città partenopeaconobbi Adelaide Castel-li che sposai in brevetempo. Ero in luna dimiele quando appresi che
la mia vecchia fiamma, consumatadalla nostalgia per la mia persona silasciava morire.Come vede, la mia esistenza è stataamore e musica. Catania, la mia cit-tà natale, ma i miei concittadini pre-feriscono annoverare come illustremusicista Vincenzo Bellini. Soloqualche volta qualcuno si ricorda dime.
Stefania Bonifacio
Indietro nel tempo intervistando Giovanni Pacini
Prospettive - 4 dicembre 2016 5
PRIMOPIANO
5555
Una nuova formula dipreparazione al matri-
monio nella quale la coppia vieneaccompagnata dalla parrocchia adogni passo del proprio viaggio. Que-sta la novità più importante delle pri-me linee-guida sui corsi prematrimo-niali pubblicate dalla Conferenzaepiscopale di Inghilterra e Galles cheognuna delle 22 diocesi dovrà segui-re. “Guidelines for the preparation ofcouples for marriage”, ovvero “Lineeguida per la preparazione delle cop-pie al matrimonio”: ecco il titolo delnuovo documento, lungo 65 pagine,che ha già venduto 2mila copie.Nuovo approccio. “Oggi, nelle par-rocchie, spesso nessuno conosce lecoppie che hanno deciso di sposarsi”,spiega Elizabeth Davies, responsa-bile del settore famiglia della Confe-renza episcopale, la quale ha pensa-to, insieme ad altri, il nuovo approc-cio ai corsi che precedono l’arrivosull’altare. “Nessuno le conosce ameno che la notizia venga pubblicatasul foglietto delle informazioni delladomenica. Noi suggeriamo, invece,
che il sacerdote presenti la coppia
alla parrocchia, magari durante la
messa domenicale, dando ai futuri
marito e moglie il benvenuto e solle-citando, per loro, le preghiere di tut-ti”. Esperienza questa che si è già dif-fusa in alcuni Paesi europei. “Inoltreuna coppia di mentori, già sposati daanni, dovrebbero accompagnare ifidanzati nel loro cammino matrimo-
niale fino alla cerimonia e ancheoltre. Infine la parrocchia organizze-rà serate o incontri pensati per soste-nere marito e moglie durante il loro
cammino”.La consulente della Conferenza epi-scopale di Inghilterra e Galles spiegache “la presenza di questi due laici-guide è fondamentale e, dove c’è sta-ta, i frutti si sono fatti vedere. La cop-pia non si è sentita sola sapendo cheaveva qualcuno che l’avrebbeaccompagnata. I mentori hanno invi-tato i fidanzati qualche volta a cena osi sono fermati a parlare con lorodopo la messa. Più avanti negli annimarito e moglie hanno saputo a chi
rivolgersi se attraversavano unmomento di crisi nella loro unione”.Oggi, in Inghilterra e Galles, sonopoco meno di 10mila, ogni anno, i
matrimoni nella Chiesa cattolica e,soltanto in 3.500 di questi sia maritoche moglie sono cattolici. Una realtànella quale i cattolici sono una mino-ranza. Fra l’altro soltanto il 5% rendenota l’unione con altri cristiani o per-sone di altre religioni. ElizabethDavies spiega come oggi sia “l’orga-nizzazione ‘Marriage Care’ a fornirela maggior parte dei corsi di prepara-zione al matrimonio accanto ad altreassociazioni come ‘EngagedEncounter’, altri movimenti e asso-
ciazioni laiche o sacerdoti e laiciindipendenti”. Il documento “Guide-lines for the preparation of couplesfor marriage”, “è stato pensato per
tutti loro, oltre cheper i fidanzati sullavia dell’altare”.È ancora ElizabethDavies a parlare:“Abbiamo specifica-to che le coppie dilaici, con esperienzadiretta del matrimo-nio, hanno una ric-chezza di esperienzaunica da offrire aifidanzati, ben diversadal ruolo dei sacerdo-ti, che pure devonoassicurarsi che lacoppia capisca l’im-pegno che si troveràad affrontare e che sisenta libera di intra-prenderlo. Questa
distinzione viene precisata in questodocumento in modo molto più chiaroche in passato”.È stato un processo lungo quello cheha portato alle nuove linee guida. Seianni durante i quali prima è stata ste-sa una relazione sul tipo di prepara-zione al matrimonio già esistente. Poii risultati sono stati condivisi al pri-mo convegno che ha raccolto tutte leorganizzazioni coinvolte. Infine unrapporto con tutto quello che è emer-so è stato mandato a “One plus one”,
organizzazione laica specializzatanelle competenze relazionali indi-spensabili alle coppie che voglionorimanere insieme una vita. “Abbia-mo ascoltato quello che ci hannosuggerito e abbiamo anche consulta-to l’Accademia internazionale per lostudio della spiritualità matrimonia-le, che ha sede in Belgio e che ci hafornito input teologico e pastorale”,dice ancora Davies. “L’ultima fase èstata la convocazione di un ampiogruppo di lavoro per decidere comeportare avanti tutte le raccomanda-zioni che avevamo ricevuto. Così ènato il documento finale”.Sintonia con l’“Amoris laetitia”.
La responsabile del settore famigliaper la Conferenza episcopale raccon-ta la soddisfazione del gruppo dilavoro alla scoperta che “il nostro
approccio alla preparazione del
matrimonio era in sintonia con quel-
lo dell’esortazione apostolica papale
‘Amoris laetitia’”. “Insomma lo Spi-rito Santo ci aveva chiaramente gui-dato e ci aveva messo sullo stessosentiero scelto da Papa Francesco”,dice. “Siamo anche riusciti, prima dimandare alla stampa il documento, ainserire le parti della ‘Amoris laeti-tia’ che erano più direttamente colle-gate alle nostre linee guida. Abbiamoscritto, nella prefazione, che è impor-tante leggere l’esortazione del Papainsieme al nostro testo”.
S.G.
Prepararsi al “sì”
Regno Unito: verso l’altare con il sostegno di tutta la comunità e l’aiuto di una coppia di sposi
l’intervista
Prospettive - 4 dicembre 20166
Il mondo cristiano e il
mondo musulmano
hanno sposato lo spirito della Col-
letta Alimentare e hanno celebrato,insieme, solidarietà e integrazionedando a queste due parole il sensopiù pieno che possono esprimere. Ecome unico caso in Italia, Catania hatrasformato le parole in fatto concre-to. S.E. l’arcivescovo di Catania,
Monsignor Salvatore Gristina, e
l’Imam di Catania, Abdelhafid
Kheit, hanno partecipato alla
Giornata Nazionale della Colletta
Alimentare facendo la spesa per
chi ha bisogno perché chi ha famenon ha colore né sesso né nazionali-tà.«Ho visto una grandissima parteci-pazione di persone che condividonogesti di solidarietà verso gli altri - hacommentato l’Arcivescovo Gristina
-. Sono molto lieto di essere presen-te, quest’anno, insieme ai carissimiamici della comunità musulmana diCatania. Rappresentano davvero unabella realtà. Insieme condividiamotanti momenti e questo è particolar-mente significativo. Immaginiamo
cosa potrebbe succederedi davvero grande, se tut-ti i cristiani credenti, setutti i musulmani creden-ti, senza alcuna distinzio-ne, percorressero questastrada. Dobbiamo colti-vare questo bellissimosogno. E io sono moltolieto che a Cataniariusciamo dimostraregenerosità da parte di tut-ti. Questo significa gran-de gioia per tutti».Sorridente e partecipe anche l’Imam
Kheit ha sottolineato la collabora-zione con l’Arcivescovo: «Questa èuna delle tante iniziative che faccia-mo per la nostra città. Questo è unmomento da vivere insieme per aiu-tare chi ha bisogno. Credo sia ildovere di tutti, anche del nostropopolo. Nel nostro piccolo stiamocercando di aiutare chi è in difficol-tà, ma è anche un modo per parteci-pare alla vita sociale della nostra cit-tà».Mons. Gristina e l’Imam Kheit
hanno percorso insieme i corridoi
dell’ipermercato mettendo nei lorocarrelli - con molta generosità -pasta, tonno, pelati ma soprattuttoalimenti per l’infanzia per contribui-re alla XX Giornata Nazionale del-
la Colletta Alimentare. “Siamomolto contenti di questo gesto che èstato l’unico in Italia - ha affermatoDomenico Messina, direttore del
Banco Alimentare della Sicilia
onlus - e che ha creato un’integra-zione vera. È stata un’emozionevedere l’Arcivescovo e l’Imam col-laborare alla Colletta. È un gestosplendido che ci dà forza e ci spronaa proseguire nell’impegno che met-tiamo da vent’anni aiutando chi habisogno. Il gesto di oggi è una provabellissima che ci ha commosso per laspontaneità e la gioia con cui,entrambi, hanno aderito. Un gestoche si è concretizzato attraverso ilBanco Alimentare, ma che, in realtà,riguarda la società intera».La XX Giornata Nazionale della
Colletta Alimentare si è conclusacon una raccolta di 8.500 tonnellatedi alimenti - ottenute grazie all’im-pegno di 145.000 volontari - che ver-ranno distribuiti alle 8.100 strutturecaritative convenzionate con BancoAlimentare per sostenere 1 milione emezzo di persone bisognose. Il dato
nazionale registra una flessione
del 5% causata soprattutto dairecenti, e drammatici, eventi delsisma e delle alluvioni che hannoreso impraticabili molti supermerca-ti.Una piccola flessione si è registra-
ta anche in Sicilia con un -2,2%,
ma l’Isola fa da tempo i conti con
una crisi che, dal 2007, non sem-
bra voler lasciare il passo a una
ripresa dell’economia.
In Sicilia durante la Colletta 2016
sono state raccolte 436 tonnellate dialimenti (contro 446 del 2015) gra-zie all’impegno di 17.000 volontari
impegnati in 1.000 punti vendita.Eppure la Colletta Alimentare non èil risultato di un numero ma l’emo-zione di una gioia che si riceve nellostesso momento in cui si dona e que-st’anno i motivi di gioia non sonomancati. Il sorriso ha accompagnatoi volontari dentro le carceri ed èesploso quando un ex detenuto hachiamato per continuare, da volonta-rio, ciò che dentro il carcere avevafatto da donatore.«A fronte della crisi che continua aessere presente in Sicilia mi sareiaspettato un dato più basso - ha com-mentato Santo Giordano, presiden-
te del Banco Alimentare Sicilia
Occidentale -, invece i donatori e ivolontari (ormai ventennali) parteci-pano a questo progetto con un entu-
siasmo che mi sorprende sempre.Sono sorpreso da questo spettacolodi carità che va oltre la fatica: ivolontari si impegnano tutto il gior-no nei punti vendita e poi proseguo-no la loro opera, senza sosta, neimagazzini e hanno sempre un sorri-so che commuove il cuore. La Col-letta si conferma sempre un’emozio-ne».Soddisfatto anche Fabio Prestia,
presidente del Banco Alimentare
della Sicilia onlus: «Dico sempreche la raccolta del cibo è il secondomotivo per cui facciamo la Colletta,perché il primo si riscontra davveronella gioia di ogni singola persona,
volontario o donatore che sia. Ognianno aumentano le persone ed è lospirito di questa condivisione l’a-spetto più importante e commoven-te.Personalmente sono rimasto folgora-to dalla testimonianza che ci hannoregalato l’Arcivescovo e l’Imam diCatania dimostrando che quando sidona “non sto attento a quanto seidiverso da me, ma che il tuo bisognoe il mio siano uguali e soddisfatti”. Equesta è una consapevolezza cheriempie il cuore al di là dell’emozio-ne del momento».
®
Gesti di solidarietà e di integrazione
6
Con il simbolico tagliodel nastro, da parte del
dirigente Prof. Salvatore Impellizze-ri, è stato ufficialmente inaugurato ilnuovo laboratorio scientifico dellascuola secondaria di I grado “GiosuèCarducci” di Catania. Una strutturaresa fruibile sin da subito a decine dialunni per approfondire i dettamianche della Fisica e dell’Anatomia.Un impianto di ultima generazioneche, per questo istituto, rappresenta ilfiore all’occhiello della propria offer-ta formativa. Nel corso dell’incontro il dirigenteImpellizzeri davanti ad alunni, geni-tori, la professoressa Carmela Canto-ne, il corpo docente e tutti gli altri
ospiti presenti all’appuntamento harimarcato l’importanza della scuoladove si lavora seguendo la politica deipiccoli ma importanti passi, giornodopo giorno, senza alcun tipo di enfa-si. Con questo messaggio la scuolasecondaria di I grado “Giosuè Car-ducci” di Catania ribadisce inoltre cheil laboratorio scientifico è un ulterio-re tassello nel campo della formazio-ne per molti studenti. Lavorare quoti-dianamente per il bene e lo studio dicentinaia di ragazzi mettendogli adisposizione impianti dove possonoesprimere tutte le loro potenzialitàdidattiche.
Prof.ssa Donatella Ferlito
Alla scuola “Carducci” di Catania,inaugurato laboratorio scientifico
S. E. Mons. Arcivescovo ha nomi-
nato:
- in data 27 ottobre 2016, il Rev.dofr. ANTONIO VITANZA O.F.M.Cappellano degli Ospedali Riunitidi Biancavilla, Bronte e Paternò;
- in pari data, il Rev.do fr. SALVA-TORE CALLARI O.F.M. Rettoredella chiesa S. Vito in Bronte;
- in data 31 ottobre 2016, il Rev.doSac. GIOVANNI SCIUTO Delega-to Diocesano per le Confraternite,donec aliter provideatur;
- in data 14 novembre 2016, ilRev.do Don ENRICO FRUSTERICHIACCHIERA S.d.B. VicarioParrocchiale della parrocchia BeatoCard. Dusmet in Misterbianco:
- in data 23 novembre 2016, ilRev.do Sac. RENATO MINIOVicario Parrocchiale della parroc-chia Spirito Santo in Catania;
- in pari data, il Rev.do Sac. ROSA-RIO CURRÒ Vicario Parrocchialedella parrocchia S. Maria dellaProvvidenza in Zafferana Etnea;
- in pari data, il Rev.do Sac. MAR-CO FRANCESCO CALLERAMEVicario Parrocchiale della parroc-chia Maria SS. Annunziata in Mas-sannunziata in Mascalucia;
- in data 24 novembre 2016, ilRev.do Diac. CARMELO PATRO-NAGGIO Collaboratore Pastoralepresso le parrocchie S. Maria delleGrazie e Corpus Domini in Belpas-so e Collaboratore presso l’UfficioMigrantes.
Nomine
Lunedì 5
•• Ore 11.00 Paternò, parrocchia S.Barbara: celebra il Pontificale inoccasione della festa di S. Barba-ra.
•• Ore 18.00 Catania, Basilica Catte-drale: celebra la S. Messa.
Martedì 6
•• Ore 9.00 Catania, parrocchia Divi-na Maternità: Visita pastorale.
•• Ore 19.00 Trecastagni, ChiesaMadre: celebra la S. Messa.
Mercoledì 7
•• Ore 10.00 Arcivescovado: presie-de l’incontro con i sacerdoti del IVVicariato.
•• Ore 16.30 Siracusa, SantuarioMadonna delle Lacrime: concele-bra alla S. Messa per l’ordinazionedel nuovo arcivescovo di Messina-Lipari-S. Lucia del Mela, Mons.Giovanni Accolla.
Giovedì 8
•• Ore 10.00 Catania, Chiesa S.Francesco all’Immacolata: presie-de il pontificale per la Solennitàdell’Immacolata. Nel pomeriggioguida la Processione cittadina perla Solennità dell’Immacolata.
Venerdì 9•• Ore 10.00 Seminario: presiedel’incontro con i Vicari foranei.
Sabato 10
•• Ore 930 Arcivescovado: udienze.•• Ore 17.30 Catania, parrocchia S.Francesco di Paola: celebra la S.Messa.
Domenica 11
•• Ore 11.00 Trecastagni, parrocchiaS. Caterina: celebra la S. Messa.
•• Ore 18.00 Biancavilla, parrocchiaCristo Re in Casina: celebra la S.Messa.
Dall’Agenda dell’Arcivescovo
Notizie in breve dal 5 all’11 novembre
L’Arcivescovo Gristina e l’Imam Kheit insieme alla Giornata Nazionale della Colletta Alimentare
Lo scorso lunedì 28Novembre, alla presen-
za delle autorità religiose, civili,militari, delle associazioni di volon-tariato, è stata inaugurata la nuovamensa Caritas “Beato Dusmet”, sitanei locali comunali della parrocchia“Risurrezione del Signore” a Libri-no.I saluti di Don Piero Galvano,
Direttore della Caritas Diocesana,
il quale ha ringraziato la generosità ela disponibilità di tutti coloro che, inqualunque modo, hanno sostenuto ilprogetto della nuova mensa: Dob-biamo innanzitutto ringraziare ilSignore di questo dono che ha fattoalla comunità di Catania e a questoquartiere dove purtroppo spesso sivive anche di molti atti criminosi.Con questo segno avremo la possibi-lità di dare un’alternativa alle fami-glie che non hanno un lavoro, attra-verso un pranzo quotidiano. Con ilparroco Don Salvatore Cubito,abbiamo anche pensato a delle ini-ziative culturali e pedagogiche percombattere la povertà materiale cheè una conseguenza di quella spiri-tuale.L’Arcivescovo di Catania, S. E.
Mons. Salvatore Gristina, ha defi-nito il progetto della mensa e la suainaugurazione una bella manifesta-zione di popolo dove ci siamo tutti,ricordando, con questa espressione,che “Popolo e Pastori insieme” perdivenire “Oasi di misericordia” èstato, per la diocesi di Catania, iltema dell’anno giubilare che si èrecentemente concluso. Ha aggiuntol’Arcivescovo: Papa Francesco hainvitato le singole diocesi a lasciareun ricordo del Giubileo; questa men-sa è proprio quello che vogliamoricordi l’anno giubilare, è l’iniziati-va che tutta la diocesi porterà avan-ti”. Durante la benedizione, Mons.Salvatore Gristina ha poi ricordato ilcardinale vescovo amico dei poverial quale la mensa è intitolata: Voglia-mo invocare il patrocinio del santovescovo il Beato Cardinale GiuseppeBenedetto Dusmet, preghiamo ancheperché il Signore ci dia la gioia e lagrazia della sua canonizzazione.Don Francesco Soddu, Direttore
Caritas Nazionale, nel suo inter-vento ha ripreso due passaggi dellaEvangelii gaudium (il n.188 e il n.207), riproposti da Papa Francescodurante il Convegno ecclesiale diFirenze, per dire che il concetto disolidarietà va inteso nel senso dicomunità: La solidarietà non è qual-cosa data in un momento di genero-sità. È terribilmente bello -ha prose-guito- ciò che Papa Francesco cidice: qualsiasi comunità che preten-de di essere tranquilla non interes-sandosi dei poveri e degli ultimi,correrà il rischio di dissolvere sestessa, di disintegrarsi. Ed è belloche voi in questo momento significa-te solidarietà in termini di comunitàche si interessa degli ultimi. Ripar-tendo dagli emarginati si ha quellabella inclusione sociale di cui ci par-la il papa stesso, nella Evangeliigaudium.È intervenuto il Sindaco di Catania,
on. Enzo Bianco: Librino è un quar-tiere gigantesco grande quanto unamedia città italiana. Qui ci giochia-mo il futuro della nostra Città di
Catania perché è un quartiere dallepotenzialità enormi. L’iniziativa del-la Caritas assume particolare valore
in un quadro di interventi volti alrisanamento e alla valorizzazione di
questo territorio. A tal proposito, ilsindaco ha ricordato alcune tappeacquisite recentemente da que-
sta municipalità: la consegna diun’immobile alle suore salesiane che
operano con particolare impegno edeterminazione, la scuola superiore,
proprio qui, dove la percentua-le di evasione dall’ob-bligo scolastico eraaltissima; l’inaugura-zione del Commissaria-to, importantissima pre-senza perché non c’èsviluppo se non c’è ordi-ne e legalità; i lavori peril recupero del Palazzodi Cemento che eradiventato sede di milleillegalità e dove trove-ranno alloggio 96 fami-glie; un pezzo di terrenoabbandonato che lacomunità potrà trasfor-mare in orto urbano.Don Salvatore Cubito,da sei anni parroco nellachiesa “Risurrezione delSignore” ha detto: Sonostati diversi i fattori che
ci hanno fatto pensare di realizzareuna struttura di base che fosse un
segno di speranza. Librino, infatti, èun quartiere vasto e problematicodove vivono persone che hannograndi disagi ma grande buonavolontà. Mi hanno incoraggiatoanche -ha detto- la presenza dellaCaritas parrocchiale, l’amicizia deiparroci di zona e la grazia di avereoggi questa struttura che i miei pre-decessori, da Don Giuseppe a DonSantino, hanno fortemente voluto. Iochiedo a tutti di accompagnarci inquesto cammino perché il Signoreattraverso la gente può fare cosebuone.Al momento saranno i volontari del-l’Help Center ad occuparsi dellanuova mensa; successivamente ver-ranno coinvolti i volontari e le asso-ciazioni della zona. La mensa apriràper il pranzo del 24 e del 25 dicem-bre. In attesa che si costituiscano igruppi di volontari, dopo Natale lamensa a pranzo, sarà aperta solo ilsabato e successivamente lo sarà tut-ti i giorni.
®
Ha preso il via con il tradi-zionale suono del cam-
panello l’anno accademico 2016/2017dell’Istituto Superiore di Scienze Reli-giose San Luca di Catania, nella splen-dida cornice della Chiesa di San Bene-detto delle monache Benedettine del-l’Adorazione perpetua. La cerimoniatenutasi venerdì 25 novembre a partiredalle ore 16.30 si è aperta con la conce-lebrazione Eucaristica di Sua Eccellen-za Mons. Arcivescovo, dei sacerdotiprofessori del San Luca e degli alunniche hanno curato il servizio liturgico,nel corso del quale sono stati ricordatigli studenti scomparsi durante que-st’anno: Francesco Scanarotti, RitaSpitaleri, Franco Puglisi e Nella Nico-loso.Il saluto iniziale è stato rivolto dal Can.Don Antonino De Maria direttoredel San Luca il, quale ha ringra-ziato sua Eccellenza, e tutti gliintervenuti, nonché le monacheper l’ospitalità offerta, ringra-ziandole di essere il polmoneorante al centro della città diCatania ed esortandole ad accom-pagnare tutti gli studenti e i pro-fessori con la loro preghiera per-petua.Durante l’omelia Mons. Gristinaha puntato la sua attenzione suiproblemi che attraversa la societàoggi, incoraggiando tutti anche inmezzo alle sabbie mobili di que-sta società liquida in cui viviamoe dove tutto è relativo, a sentirsichiamati a rispondere all’appelloche ancora Gesù Cristo, ParolaIncarnata del Padre, ci rivolge, cammi-nando coesi nella difesa del depositodella fede custodito dai vescovi e dallaChiesa e orientati verso Gesù Cristounico e Sommo Bene.Al termine della Concelebrazione lacerimonia è continuata con la ormaiconsueta Prolusione, quest’anno tenu-ta dal prof. Francesco Diego Tostodocente di Letteratura Religiosa.Anche per l’avvio della prolusione ha
dato l’incipit Padre De Maria, offrendocome spunto per la riflessione il verset-to del Salmo 104 in cui il salmista invi-ta a “cercare sempre il volto di Dio”,consapevoli che l’uomo attraverso lafilosofia, l’arte, la letteratura, la culturaesprime se stesso con queste attitudinialte dell’esistenza; in definitiva perrispondere alla domanda del filosofoPeguy: “C’è qualcuno che dà sensoall’esistenza dell’uomo?” Rispondia-mo semplicemente che quando l’uomoprende sul serio l’esistenza prende sulserio se stesso.La prolusione del prof. Tosto, dal titolo“Per un dialogo tra Teologia e Lettera-tura” articolata in due parti è stataincentrata intorno alla pubblicazionedel IV volume di letteratura religiosa,dato alla stampa quest’anno con la pre-
fazione di Padre Antonio Spadaro s. j.direttore della rivista “La Civiltà catto-lica”, ed è stato detto in anteprima che ilprossimo volume, quindi il V dellaserie avrà la prefazione del Card. Gian-franco Ravasi, della quale sveliamoun’espressione che Ravasi ha utilizza-to, esprimendo attraverso la metaforadel “rabdomante”, cioè di colui che è ingrado di cogliere tra tutte le pagine let-te le sfumature più belle e ricche di sen-
so, il lavoro certosino fatto in quest’o-pera letteraria del San Luca. La temati-ca che ne sottende il contenuto è scatu-rita da una felice intuizione dell’exDirettore dell’Istituto, Mons. LeoneCalambrogio, che seppe guardare“oltre”, interpretando i segni dei tempi.Nella prima parte il prof. Tosto ha mes-so in rapporto la Teologia e la letteratu-ra e il loro travaglio temporale, sia conla Gaudium et Spes nella parte in cuiviene affermato il modo attraverso ilquale la letteratura e l’arte cercano diesprimere la natura più profonda del-l’uomo, sia citando alcune affermazio-ni del “Discorso agli artisti” del BeatoPapa Paolo VI pronunciato nel 1964nella Cappella Sistina, in cui esortavagli artisti attraverso la loro arte a farsicostruttori di fede.
Continuando, è stata messa in luce laprerogativa dell’approccio adottato dalSan Luca nella scelta dell’approfondi-mento della domanda religiosa dei variautori della letteratura, intesa comedomanda religiosa sull’esistenza, equindi poi trasfusa nel rapporto tra cri-stologia e letteratura per esempio oppu-re nelle implicazioni inerenti la mario-logia e la letteratura. Tutto il discorso siè snodato attraverso la citazione di pas-
si scelti dalle opere di letterati o filoso-fi di spessore, quali gli scritti del Prof.Langella di Milano, del Prof. PietroGibellini della Università Ca’ Foscari diVenezia che ha intessuto un elogio del-l’Istituto San Luca, passando attraver-so il pensiero di Enzo Bianchi dellaComunità di Bose che concepisce laspiritualità in continua ricerca del sen-so dei sensi andando incontro agli altri;ed ancora è stato citato il pensiero diMassimo Cacciari il quale è profonda-mente convinto che il Sacro sia unadomanda della coscienza e quindidimenticare il Sacro è un oblio dellaragione.Inoltre il prof. Tosto nella seconda par-te della prolusione, ha insistito, inragione del titolo della collana “La let-teratura e il Sacro”, sulla urgenza diallargare l’esigenza di una rifondazioneculturale, soprattutto oggi in questanostra età di nihilismo e di pensieroliquido in cui si parla di contrapposi-zione tra crisi antropologica da un latoe spinta del nuovo umanesimo dall’al-tro, si deve rendere sollecita nell’uomola necessità di riscoprire ciò in cui cre-dere. E d’altra parte se è vero che vivia-mo nel Cortile dei Gentili è altrettantovero che abbiamo bisogno di tanta spi-ritualità, di ridefinire il legame religio-so tra finito ed infinito strutturato in noi,di ridefinire il concetto del Sacro perchépieno di angoscia esistenziale.E ponendoci la domanda di “come par-lare di Dio ancora oggi?”, la risposta lapossiamo individuare nella rivaluta-zione del senso di un’antropologia,intesa per parafrasare Tertulliano,come “naturaliter religiosa”, rivolta auomini che vogliono far parte di questaimmensa risorsa offerta dalla letteratu-ra in rapporto al Sacro.Al termine della prolusione la cerimo-nia si è conclusa con la consegna dellepergamene di Laurea agli alunni lau-reatisi quest’anno.
Vito Livadia
Studente del San Luca
Nelle sabbie mobili del relativo troviamo certezza in Cristo
Inaugurazione dell’Anno Accademico dell’Istituto San Luca
Prospettive - 4 dicembre 2016 7
DIOCESI
7
La solidarietà frutto di misericordia
Caritas Diocesana di Catania
Diventa operativaR la nuova mensa Caritas “Beato Dusmet” a Librino
Prospettive - 4 dicembre 201688
La sera di venerdì 25
novembre, l’Associa-
zione Ex Allieve del Collegio delle
Suore Domenicane della Congrega-
zione religiosa “Sacro Cuore di
Gesù” da sempre impegnata nel
campo educativo e scolastico della
gioventù, guidata con grande soler-
zia dalla prof.ssa Santuzza Quattroc-
chi, ha organizzato, nella sede socia-
le di via Milano n.47 in Catania, un
importante ed autorevole incontro
per conoscere ed approfondire un
tema attuale dal punto di vista giuri-
dico, economico e sociale: “<IL
DOPO DI NOI>: la cura dei nostri
cari. Tutela della persona e program-
mazione patrimoniale. I recenti
interventi legislativi”, magistralmen-
te trattato da un attento operatore del
diritto di origine catanese e residente
a Torino, il notaio dott. Alessio Para-
diso.
“<Il dopo di noi>, egli ha premesso,
non è riferito necessariamente al
periodo in cui non ci saremo più ma
riguarda la programmazione del
futuro prossimo per la cura delle per-
sona (noi e i nostri cari) e del nostro
patrimonio, l’utilità del programma-
re con riferimento alle persone disa-
bili, di una certa età e non proprio
autosufficienti nonché ai discendenti
che seppur non disabili, non sono
ancora pronti per gestire patrimoni,
minori di età, o appena maggiorenni,
o studenti, ai conviventi di fatto e ai
grossi patrimoni da dividere”.
Si tratta, a parere del dott. Paradiso,
di una doverosa e giusta preoccupa-
zione del nostro futuro per evitare
che “i nostri cari e il nostro patrimo-
nio siano curati-gestiti in maniera
diversa da come avremmo voluto”.
Da qui la necessità di non rimandare
sine die ogni decisione in merito e di
rivolgersi a professionisti qualificati
(notaio, avvocato, geometra, archi-
tetto, commercialista, ecc.), con l’ac-
cortezza, alla luce della casistica evi-
denziata dalla lunga esperienza pro-
fessionale del relatore in una città
come Torino, di non affidarsi ad un
professionista che non ascolta, di
non cercare la soluzione via internet,
nel web e in ogni caso di non ricor-
rere a pseudo soluzioni, “casalinghe”
e troppo sbrigative. Un esempio
paradigmatico può chiarire i casi
negativi: in caso di testamento olo-
grafo il testatore istituisce erede uni-
versale di tutto il proprio patrimonio
la moglie Tizia, senza pensare alle
probabili e possibili criticità: nullità
del matrimonio, divorzio, separazio-
ne, premorienza, commorienza.
Nel presentare i più o meno noti stru-
menti tradizionali per la cura della
persona -come l’interdizione ex
art.414 C.C., l’inabilitazione ex
art.415 C.C. e l’amministrazione di
sostegno art.404 C.C.- e per la devo-
luzione del patrimonio (testamento,
donazione, patto di famiglia, intesta-
zione fiduciaria), il notaio ha elenca-
to i conseguenti inconvenienti (auto-
rizzazione per ogni attività, controllo
da parte di soggetto esterno, attesa
per i tempi lunghi per ogni autoriz-
zazione, affidamento a soggetti che
non esercitano professionalmente
l’attività [Comuni] di gestione, costi
non controllati e di trasferimento,
morte dell’intestatario) e ha puntato
l’attenzione sulle nuove frontiere del
diritto: Legge n. 112 del 24 giugno
2016 sull’assistenza a favore delle
persone con disabilità grave senza
sostegno familiare e trust, senza
dimenticare il vincolo di destinazio-
ne e in negozio di affidamento fidu-
ciario.
La recentissima normativa, avente
come obiettivo principale il benesse-
re, la piena inclusione e l’autonomia
delle persone con disabilità, ha rife-
rito il dott. Paradiso col ricorso a
diverse semplificazioni, prevede
“una disciplina destinata ad evitare
che la persona a noi cara venga rin-
chiusa in strutture pubbliche o
<gestita> da enti pubblici e comuna-
li che non conoscono la situazione e
la storia della persona a noi cara” e
l<’atto di trust> per identificare “in
maniera chiara ed univoca i soggetti
coinvolti nella cura del <dopo di
noi> e i loro rispettivi ruoli” nonché
la descrizione dei “bisogni specifici
delle persone con disabilità grave (in
favore delle quali il trust è istituito)”
e l’indicazione delle attività assisten-
ziali “necessarie a garantire la cura e
la soddisfazione dei bisogni, per
ridurre il rischio della istituzionaliz-
zazione delle persone con disabilità
grave”.
Nel corso della conversazione del-
l’acuto relatore che ha coinvolto l’at-
tenzione di tutti i presenti con l’inte-
ressante e vivace dibattito conclusi-
vo, sono stati chiariti, con il focaliz-
zare la nozione di trust (ossia i rap-
porti giuridici istituiti da un persona
qualora dei beni siano stati posti sot-
to il controllo di un trustee nell’inte-
resse di un beneficiario o per un fine
specifico), diversi punti nodali
affrontati dalla nuova disciplina che,
guardando al futuro ha superato la
visione tradizionale, mira alla pro-
grammazione patrimoniale in quanto
i problemi aumentano proporzional-
mente all’aumentare della consisten-
za e del valore del patrimonio da
destinare alla cura dei nostri cari,
all’esclusione dell’ingerenza di
estranei, alla riduzione di costi, tem-
pi e interventi burocratici.
Il relatore, in particolare, ha eviden-
ziato le caratteristiche del trust: i
beni del trust costituiscono una mas-
sa distinta e non fanno parte del
patrimonio del trustee, sono intestati
a nome del trustee o di un’altra per-
sona per conto del trustee, il quale è
investito del potere e onerato dal-
l’obbligo, di cui deve rendere conto,
di amministrare, gestire o disporre
beni secondo i termini del trust e le
norme particolari impostegli dalla
legge. Il trustee che è proprietario
dei beni deve gestirli nell’interesse
altrui, la c.d. “proprietà dovuta”. I
trustee non è in alcun modo un man-
datario del disponente, ma è il pro-
prietario dei beni in trust, seppur
destinati in favore dei beneficiari. I
beni in trust non possono essere
aggrediti da eventuali creditori: 1)
del disponente, perché non si trova-
no più nel patrimonio di questi; 2)
del trustee, perché mai sono entrati -
né entreranno- nel suo patrimonio
personale; 39 da quelli dei beneficia-
ri, nel cui patrimonio non sono anco-
ra entrati.
Tenuto conto dell’inquadramento
normativo alla luce della legge
112/2016, hanno la loro rilevanza le
agevolazioni fiscali per gli atti di
trust che perseguono come finalità
esclusiva l’inclusione sociale, la cura
e l’assistenza delle persone con disa-
bilità grave, in favore delle quali
sono istituiti e le precise condizioni
previste per la forma dell’atto pub-
blico istitutivo del trust.
Il dott. Paradiso ha concluso l’incon-
tro d’informazione, d’aggiornamen-
to, di semplificazione e di dialogo
conoscitivo con il soffermarsi con
attenzione anche sul c.d. <vincolo di
destinazione> non scevro, però, da
notevoli criticità riguardanti la sua
concreta utilizzabilità e le non poche
ed importanti differenze dal trust, in
buona sostanza meritevole di sicura
applicazione.
L’utilissima ed apprezzata iniziativa
del noto sodalizio laicale cattolico
delle Ex Allieve domenicane di
Catania ben s’inquadra nel contesto
dei recenti pubblici incontri che si
sono tenuti nel capoluogo etneo a
cura del Consiglio dei Notai di Cata-
nia e Caltagirone su precisi ed attua-
li temi riguardanti la funzione notari-
le in materia di diritto, legalità ed
economia, che vanno costantemente
affrontati e promossi attraverso un
impegno continuo che i professioni-
sti di categoria sono chiamati, in un
contesto di continui e radicali muta-
menti normativi, a svolgere in prima
linea nei confronti della società civi-
le.
Antonino Blandini
Lunedì 5 dicembre c.a.,
dalle ore 10.00 alle ore
12.00, presso l’Help Center della
Caritas Diocesana di Catania, inizie-
rà il “Corso di alfabetizzazione della
Lingua Italiana”. Il corso è indirizza-
to principalmente a persone straniere
che frequentano l’Help Center alla
Stazione Centrale di Catania. Oltre il
lunedì, le lezioni si terranno anche il
giovedì e il venerdì allo stesso ora-
rio.
Due sono le insegnanti in pensione
che hanno dato la loro disponibilità
per questo servizio: la prof.ssa Mal-
gioglio Grazia Maria, insegnante di
Inglese al Liceo Linguistico “G.
Lombardo Radice” di Catania e la
prof.ssa Lombardi Angela, docente
di Inglese all’Ist. Tecnico Industriale
“G. Marconi” – Catania.
“La motivazione profonda – ha
dichiarato la prof.ssa Lombardi –
che mi spinge a prestare il mio tem-
po e le mie competenze a favore del
volontariato, consiste nella certezza
che aiutando i meno privilegiati a
conseguire dignità di vita aiutiamo
noi stessi ad uscire dal nostro indivi-
dualismo, contribuendo anche in
minima parte ad un arricchimento
del tessuto sociale”.
Gli alunni riceveranno gratuitamente
dalla Caritas tutto il materiale didat-
tico che servirà per l’apprendimento
dell’italiano.
Anche la prof.ssa Malgioglio ha
voluto esprimere le motivazioni che
l’hanno portata ad aderire al volonta-
riato per la Caritas: “…il prendere
atto che aiutare i giovani immigrati
non è questione di beneficenza sol-
tanto, ma anche aiutare la mia real-
tà di vita a risolvere quelli che sono
considerati problemi della nostra
società civile”.
Don Piero Galvano, Direttore Cari-
tas Catania, nel ringraziare le due
insegnati per la loro disponibilità e
per l’entusiasmo che hanno manife-
stato nell’aderire all’insegnamento
della Lingua Italiana per “stranieri”,
ha auspicato che altri volontari del
mondo della Cultura e della Scienza,
possano mettere a disposizione dei
poveri parte del loro tempo.
®
Il dopo di noi: la cura dei nostri cari
Novità legislative e soluzioni operative per la tutela delle persone disabili
DIOCESI
Corso base della Lingua Italianaall’Help Center
Il dopo di noi:
“Si tratta, a parere
del dott. Paradiso,
di una doverosa
e giusta
preoccupazione
del nostro futuro
per evitare che i nostri
cari e il nostro
patrimonio siano
curati-gestiti
in maniera diversa
da come
avremmo voluto”
Il notaio dott. Alessio Paradiso e la pre-sidente prof. Santuzza Quattrocchi
Dal 4 al 6 novembrepresso il Centro di
Spiritualità Horeb di Massannunzia-ta si è svolto il seminario “Ecco losposo” promosso dalla fondazioneFamiglia Dono Grande facente partedel progetto Mistero Grande direttoda Don Renzo Bonetti. Ci hannoaccompagnato in questo percorsotante coppie di sposi cristiane che cihanno dato degli insegnamenti fon-damentali sulla base delle loro espe-rienze e P. Salvatore Bucolo, respon-sabile dell’Ufficio Diocesano per laPastorale della Famiglia della pro-vincia di Catania. Quando abbiamosentito che si sarebbe svolto questoseminario nella nostra diocesi, cisiamo chiesti il perché di questo tito-lo, “Ecco lo Sposo”. Ma chi è loSposo? Non siamo noi gli sposi? Perrispondere a queste domande cisiamo decisi a frequentarlo per tuttoil weekend e ci siamo trovati subitoaccolti come in una famiglia grandedestinata a crescere piena di amoreverso i suoi figli. Erano presenti altrecoppie di sposi con i loro figli,alcune le conoscevamo per aver con-diviso altre esperienze insieme,molte altre invece venivano da tuttala Sicilia tutte curiose di saperecome noi cosa sarebbe successo nei
giorni seguenti. Subito abbiamo pen-sato che la presenza dei figli potessein qualche modo distrarre i genitoridurante gli insegnamenti mentre nonè stato così. Tutti i figli sono statiaffidati a degli animatori facentiparte del gruppo Animatema che conspirito di servizio hanno impegnatobambini e ragazzi in svariate attivitàdurante tutto il periodo del semi-nario. Con nostro stupore i relatorinon erano sacerdoti come ci aspet-tavamo ma semplici coppie di sposicon tanta esperienza alle loro spalleche giorno dopo giorno hanno assis-tito e servito con tantissimo amore espirito di servizio ognuno di noi nonfacendoci mancare mai nulla. Ognicoppia ci ha trasmesso degli inseg-namenti nei vari momenti della gior-nata usando esempi molto praticibasati sulle loro esperienze, sui loroerrori, servendosi di dinamiche par-ticolari che ci teniamo a non svelareper non rovinare la sorpresa di chidovesse decidere di seguire il prossi-mo seminario. Passo dopo passo sisono susseguiti insegnamenti,dinamiche, condivisioni, momenti dipreghiera personali che come in unpuzzle ci hanno guidato verso lerisposte che cercavamo. Spesso pen-siamo che una volta trovata l’intim-
ità giusta nella coppia basta isolarsidal mondo protetti da qualunquecalamità, che i problemi degli altrinon ci riguardano. Non è così, viven-do in questo modo l’amore fra i dueè destinato a spegnersi come unacandela alla quale prima o poi man-ca l’ossigeno. La coppia deve aprirsial mondo e ai suoi problemi, il ris-chio di spegnersi c’è certamente mala fiamma viva dell’amore non puòessere spenta se l’ossigeno che ali-menta la nostra coppia è l’Amoreche Dio ha nei nostri confronti e chemai ci mancherà. Abbiamo scopertoche gli sposi che si sono uniti nelsacro vincolo del Matrimonio cri-stiano, acquisiscono il giorno dellenozze una nuova identità che li ren-de immagine di Dio nel mondo. Pur-troppo però non è sempre chiaro aglisposi qual è questa nuova identità ecome viverla in pienezza. L’obietti-vo di questo seminario è stato pro-prio questo: spiegare o ricordarcil’essenza del nostro matrimonio, l’i-dentità che abbiamo acquisito comesposi cristiani. La quotidianità, i pro-blemi da affrontare non rendono pur-troppo facile vivere in pienezza ildono che abbiamo ricevuto il giornodelle nozze, ma, lo Spirito Santoeffuso su noi tutti durante la celebra-
zione nuziale ci rende capaci di ama-re come Dio ci ama e di conseguen-za di vivere fino in fondo la graziaricevuta. Per noi, sposi da meno di 2anni è stato fondamentale compren-dere queste verità che purtroppo nonsono messe in evidenza da nessuno.Ringraziamo di cuore Don RenzoBonetti che ha creato questo percor-so, tutte le coppie che si sono messeal nostro servizio e ci hanno permes-so di godere appieno di questi inse-gnamenti, p. Salvo Bucolo che con
le sue parole ha toccato i nostri cuo-ri e infine il gruppo Animatema cheha intrattenuto i figli. Consigliamovivamente a tutte le coppie di fre-quentare questo seminario e di rita-gliarsi un momento soltanto per loroche gli permetta di crescere e didiventare fiamma viva di questoamore che Dio ci dona. Investite deltempo sulla vostra coppia, propriocome abbiamo fatto noi, scommet-tendo su di essa e affidandovi a Dioche in qualche modo trova sempre ilmodo di guidare il nostro cammino.Non importa che avete svariati annidi matrimonio alle vostre spalle, nonsi finisce mai di imparare e di sco-prire a cosa siamo destinati comecoppia. Abbiamo visto scenderelacrime di commozione anche incoppie con 25 o anche più anni dimatrimonio, addirittura le coppierelatrici ci hanno testimoniato cheogni volta che fanno un seminarioloro stesse imparano cose nuove ecrescono. Fortunatamente la fre-quenza di questo tipo di seminarinella nostra regione sta crescendosempre più, se tutte le coppie pren-dessero coscienza della nuova loroidentità ogni cosa cambierebbe.Ovviamente questo è solo l’inizio diun percorso che non si esaurisce per-ché una volta scoperta la nuova iden-tità degli sposi bisogna che entrinoin relazione tra loro stessi e Gesù. Atal scopo è prevista una seconda par-te di questo seminario con il nome“Andategli incontro” che ci propo-niamo di frequentare in seguito percrescere ulteriormente nella risco-perta della nostra identità come spo-si cristiani. Infine è previsto un ulte-riore seminario chiamato “Con Gesùin missione” che permette alle cop-pie di comprendere quale è la mis-sione specifica a loro affidata e comeviverla. Abbiamo potuto vedere chela Chiesa grazie a determinati per-corsi in via di sviluppo ci accompa-gna nei nostri percorsi di vita ed èbello riscoprire in ogni fase dellavita che il modo di vivere non deveessere chiuso sia nei problemi chenelle gioie, spesso è la condivisionedelle gioie e dei dolori che permettedi crescere. Mettersi al servizio per-mette di imparare e crescere sempree chi ne trae più benefici è propriochi serve gli altri.
Sebastian Cairone & Melita Cefalà
Prospettive - 4 dicembre 2016 9
DIOCESI
9
“Ecco lo Sposo”. Alla riscopertadel Sacramento del Matrimonio
Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia
In un tempo in cui siamosempre chiamati da ogni
tipo di mezzo multimediale, il 12novembre 2016 alle ore 20:00 siamostati “convocati” dallo Spirito Santo.Non a trascorrere un’ora di spensie-ratezza con i figli (debitamente con-segnati ai bravissimi ragazzi di Ani-matema), non a distaccarci dai pro-blemi di tutti i giorni, bensì ad ascol-tare una catechesi per famiglie sulquarto capitolo dell’esortazione apo-stolica di papa Francesco “AmorisLaetitia”, tenuta da padre SalvoBucolo. L’oggetto della lettera dipapa Francesco è “la gioia dell’amo-re”. L’amore, quella cosa che più ditutti gli altri sentimenti dovrebbe far-ci felici, che ci viene insegnato fin dapiccoli, di cui tanto si parla e che
invece, probabilmente, dobbiamoimparare a conoscere. Come tantealtre coppie presenti alla catechesi(circa 100, per averne una stima),siamo intervenuti convinti che nessu-no avrebbe potuto spiegarci ancorauna volta cos’è l’amore; noi che ciamiamo così tanto, che partecipiamoagli incontri dei gruppi famiglia par-rocchiali, eppure eravamo lì, sorpresidi quanto ci veniva detto. Sia che lepersone fossero lì per curiosità, siache fossero venuti per ravvivare l’a-more di coppia, l’obiettivo finale èstato sicuramente raggiunto. Cinquesemplici parole sono state pronuncia-te, eppure di grande effetto: Amici-zia, Ammirazione, Amarsi, Ascolto eAmore di Dio. È stato detto che l’a-more di coppia deve essere la più grande delle Amicizie e così si è dato
il via ad una serie di sguardi traconiugi: ogni coppia ha cominciato apensare alle proprie esperienze, leproprie abitudini, magari ridendocisopra. Padre Salvo, tra qualche risatae qualche battuta, ha spiegato altriconcetti come Ammirazione, Ascoltoe Amore reciproco. Ognuno di noi sirivedeva in quello che veniva detto;venivano fuori tutte le sensazionipossibili verso l’altro: gioia, tristez-za, complicità, voglia di dialogo, maanche paure, dubbi e incomprensioni.Era bello vedere come tutte quellesensazioni, che di solito proviamonelle nostre giornate, erano tutte lì inun preciso momento e tutte espresseda semplici sguardi! Ma il fervore dipadre Salvo è giunto all’apoteosi,
quando ha parlato dell’Amore con laA maiuscola: l’Amore di Dio! Ècome se avesse voluto gridare almondo intero, e non solo a quellapiccola rappresentanza di coppie pre-senti, che l’Amore coniugale nonfinisce mai e non ha limiti, in quantoè una partecipazione dell’infinitoAmore dello Spirito Santo, che haconsacrato il nostro matrimonio e lanostra relazione.Così tutti abbiamo avuto la sensazio-ne che ogni distanza tra noi e Dio etra marito e moglie, fosse colmata daquesto infinito Amore. In tutta lacatechesi non è stato espresso nessunconcetto filosofico-teologico, ma tut-te nozioni elementari, capaci di esse-re capite anche da bambini, ma che,intanto, ci hanno sorpreso e “illumi-nato” tutti. “Illuminati” nel vero sen-so della parola, dato che è stata svol-ta una dinamica di coppia finale: nelbuio totale, con una candela accesaper coppia, ci guardavamo in volto,proprio quel volto che prima era pie-no di sensazioni e di emozioni. Eracome se quella piccola fiammellafosse la luce dello Spirito Santo cheillumina i nostri cuori e che fa rie-mergere da noi proprio la GIOIADELL’AMORE!! Passando da unasensazione all’altra, si è giunti allafine; i nostri bimbi ci sono statiriconsegnati insieme ad un piccologesto d’amore per noi: un fiore,segno della loro gratitudine per ilnostro amore che si espande anche aloro. Siamo tornati a casa, semprepiù rinforzati nel nostro Sacramentodel Matrimonio e con la volontà didiffondere i concetti di questa cate-chesi verso il mondo intero. BuonaMissio.
Teresa e Massimo Maugeri
La gioia dell’Amore, concretapartecipazione dell’Amore di Dio
Catechesi per famiglie sul quarto capitolo dell’esortazione apostolica “Amoris Laetitia
L’Amore coniugale
non finisce mai
e non ha limiti,
in quanto è una
partecipazione
dell’infinito Amore
dello Spirito Santo
Dio è vicino
La frase centrale dell’an nuncio delBattista suo na così: il regno dei cie liè vicino, convertitevi. Sono le stesseparole con cui ini zierà la predicazio-ne di Ge sù.Dio è vicino, prima buona notizia. Ilgrande Pellegrino ha camminato, haconsumato distanze. Per ora, solo ilprofeta vede i passi di Dio. Ma «nonè la Rivelazione che s’attarda / sonoi nostri oc chi non ancora pronti» (E.Dickinson).Avvento è l’annuncio che Dio è vici-no, vicino a tutti, rete che raccoglieinsieme, in ar monia, il lupo e l’a-gnello, il leone e il bue, il bambino eil serpente (parola di Isaia), uo mo edonna, arabo ed ebreo, musulmano ecristiano, bianco e nero, per una nuo -va architettura del mondo e dei rap-porti umani. Il Regno dei cieli e laterra come Dio la sogna. Non si èancora rea lizzata? Non importa, ilso gno di Dio è il nostro futuro che cichiama. Noi andiamo chiamati dalfuturo. Allora la mia vita cambia.Ciò che converte il freddo in calore èla vicinanza del fuo co. «Stare vicinoa me è stare vicino al fuoco» (Van-gelo a pocrifo di Tommaso), non sitorna indenni dall’incontro col fuo-co. La forza che cam bia le persone èuna forza non umana, una forza im -mane, il divino in noi, Dio che viene,entra e cresce den tro. Ciò che miconverte è un pezzetto di Cristo inme. Ritorniamo alla Parola di Dio.
Proclamazione
Nell’Assemblea sinodale sull’Euca-ristia era stata chiesta una maggiorcura della proclamazione della Paro-la di Dio. Come è noto, mentre ilVangelo è proclamato dal sacerdoteo dal diacono, la prima e la secondalettura nella tradizione latina vengo-no proclamate dal lettore incaricato,uomo o donna. Vorremmo qui farcivoce dei Padri sinodali che anche inquesta circostanza hanno sottolinea-to la necessità di curare con una for-mazione adeguata l’esercizio del ser-vizio di lettore nella celebrazioneliturgica ed in modo particolareil ministero del lettorato, che,come tale, nel rito latino, è mini-stero laicale. È necessario che ilettori incaricati di tale ufficio,anche se non ne avessero ricevu-ta l’istituzione, siano veramenteidonei e preparati con impegno.Tale preparazione deve esseresia biblica e liturgica, che tecni-ca: «La formazione biblica deve
portare i lettori a saper inqua-
drare le letture nel loro contesto
e a cogliere il centro dell’annun-
zio rivelato alla luce della fede.
La formazione liturgica deve
comunicare ai lettori una certa
facilità nel percepire il senso e
la struttura della liturgia della
Parola e le motivazioni del rap-
porto fra la liturgia della Parola
e la liturgia eucaristica. La pre-
parazione tecnica deve rendere i
lettori sempre più idonei all’arte
di leggere in pubblico, sia a
voce libera, sia con l’aiuto dei
moderni strumenti di amplificazio-
ne».«Diversi sono i compiti e gli ufficiche spettano a ciascuno riguardo allaParola di Dio: ai fedeli spetta l’a-scoltarla e il meditarla; l’esporlainvece spetta soltanto a coloro che,in forza della sacra ordinazione, han-no il compito magisteriale, o a colo-ro ai quali viene affidato l’eserciziodi questo ministero». Si comprende l’attenzione che nelSinodo è stata data al tema dell’ome-
lia. Già nell’Esortazione apostolicapostsinodale Sacramentum caritatis,avevo ricordato che «in relazioneall’importanza della Parola di Dio sipone la necessità di migliorare laqualità dell’omelia. Essa infatti “è
parte dell’azione liturgica”; ha il
compito di favorire una più piena
comprensione ed efficacia della
Parola di Dio nella vita dei fedeli».
L’omelia costituisce un’attualizza-zione del messaggio scritturistico, inmodo tale che i fedeli siano indotti ascoprire la presenza e l’efficacia del-
la Parola di Dio nell’oggidella propria vita. Essa devecondurre alla comprensionedel mistero che si celebra,invitare alla missione, dispo-nendo l’assemblea alla pro-fessione di fede, alla preghie-ra universale e alla liturgiaeucaristica. Di conseguenza,coloro che per ministero spe-cifico sono deputati alla pre-dicazione abbiano veramentea cuore questo compito. Sidevono evitare omelie gene-riche ed astratte, che occulti-no la semplicità della Paroladi Dio, come pure inutilidivagazioni che rischiano diattirare l’attenzione sul predi-catore piuttosto che al cuoredel messaggio evangelico.Deve risultare chiaro ai fede-li che ciò che sta a cuore alpredicatore è mostrare Cri-sto, che deve essere al centro
di ogni omelia. Per questo occorreche i predicatori abbiano confidenzae contatto assiduo con il testo sacro;si preparino per l’omelia nella medi-tazione e nella preghiera, affinchépredichino con convinzione e pas-sione. L’Assemblea sinodale ha esor-tato che si tengano presenti leseguenti domande: «Che cosa dico-no le letture proclamate? Che cosadicono a me personalmente? Checosa devo dire alla comunità, tenen-do conto della sua situazione concre-ta?». Il predicatore deve lasciarsi«interpellare per primo dalla Paroladi Dio che annuncia», perché, comedice sant’Agostino: «È indubbia-mente senza frutto chi predica all’e-sterno la parola di Dio e non ascoltanel suo intimo». Si curi con partico-lare attenzione l’omelia domenicalee nelle solennità; ma non si trascurianche durante la settimana nelleMesse con il popolo, quando possi-bile, di offrire brevi riflessioni,appropriate alla situazione, per aiuta-re i fedeli ad accogliere e renderefeconda la Parola ascoltata. Predicare in modo adeguato in riferi-mento al Lezionario è veramenteun’arte che deve essere coltivata.Pertanto, in continuità con quantorichiesto nel precedente Sinodo, laChiesa chiede alle autorità compe-tenti che, in relazione al Compendioeucaristico, si pensi anche a stru-menti e sussidi adeguati.
P. Angelico Savarino
Prospettive - 4 dicembre 201610
Riflessioni sul Vangelo
Dopo aver purificato le
vostre anime on l’obbedien-
za alla verità per amarvi
sinceramente come fratelli,
amatevi intensamente, di
vero cuore, gli uni gli altri,
rigenerati non da un seme
corruttibile ma incorrutti-
bile, per mezzo della parola
di Dio viva ed eterna. Per-
ché
Ogni carne è come l’erba.
E tutta la sua gloria come un
fiore di campo.
L’erba inaridisce, i fiori
cadono, ma la parola del
Signore rimane in eterno.
E questa è la parola del van-
gelo che è stata annunciata.
L.C.
Lettere di Pietro in briciole
IL DESIDERIO DI ISAIA
La parola di Dio rigenera 1Pt 1,22-25
Prevedendo la venuta del Messia, Isaia
esprime nella sua visione quello che la
gente si aspetta. Sul virgulto della casa di
David si poserà lo spirito del Signore, uno
spirito di sapienza e d’intelligenza, di con-
siglio e di fortezza, di conoscenza e di
timore di Dio. Si compiacerà del timore
del Signore, non giudicherà secondo le
apparenze e non prenderà decisioni per
sentito dire. Non giudicherà secondo le
dicerie, secondo le opinioni del primo arri-
vato e secondo i pettegolezzi. Alla base del
suo giudicare c’è il compiacersi del timore
del Signore: i suoi giudizi sono in base
all’amore di Dio e non in base alle correnti
e alla volontà malefica o al non pensare
nemmeno che si possa fare del male secon-
do determinati presunti diritti. Il violento,
il malfattore saranno condannati secondo
giustizia, seguirà un periodo di pace con
l’eliminazione di guerra e una convivenza
di animali feroci con animali domestici. In
altri termini, nei tempi messianici, i segua-
ci del Messia debbono accogliersi gli uni
gli altri come anche Cristo, il Messia, ha
accolto noi per la gloria di Dio: Dio è
diventato servitore dei circoncisi per
mostrare la fedeltà nel compiere le pro-
messe dei padrie le genti, invece, glorifica-
no Dio per la sua misericordia, come sta
scritto: “Per questo ti loderò fra le genti e
canterò inni al tuo nome”.Però, Giovanni
Battista annuncia che bisogna cambiare
vita. Rimproverava i farisei che andavano
da lui per farsi battezzare avvertendoli che
avrebbero potuto sfuggire all’ira imminen-
te e cosi portare frutti di conversione. Li
esortava a non pensare che, essendo figli di
Abramo, possono farla franca perché Dio
può suscitare figli ad Abramo anche dalle
pietre. L’albero che non porta frutto sarà
tagliato e gettato nel fuoco. Per far questo
Giovanni Battista viveva in maniera
sobria vestendosi di peli di cammello con
una cintura ai fianchi ed il suo cibo erano
cavallette e miele selvatico: alle sue parole
seguiva la coerenza della vita. E noi cri-
stiani, come siamo? Abbiamo la stessa coe-
renza?
Leone Calambrogio
II DOM DI AVVENTO / A - IS 11,1-10; SAL 71/72,1-2.7-8.12-13.17; RM 15,4-9; MT 3,1-12
DIOCESI
ta diventa feconda e nessu no è più sterileQuando Dio si avvicina, la vi
La buona notizia del Dio vicino
Nuovi studi suggerisco-no una correlazione tra
corretta alimentazione e salute men-tale.Mangiare bene – nel senso di un’ali-mentazione corretta in qualità equantità – contribuisce anche albenessere della nostra salute fisica. Efin qui, niente di nuovo. Ma fra glistudiosi, c’è chi si domanda se esistaun reale legame anche fra ciò chemangiamo e la nostra salute mentale.Già, proprio così.In verità, ad oggi, le ricerche in pro-posito sono ancora poche; ma giàsuggeriscono connessioni inattese,offrendo elementi che possono aiuta-re a capire quale ruolo abbiano parti-colari meccanismi fisiologici e meta-bolici nella genesi di alcuni disturbimentali. Va proprio in questa dire-zione la recente decisione della rivi-sta “Clinical Psychological Science”di dedicare una serie di articoli perfare il punto su questo nuovo e com-plesso campo di ricerca.Va da sé che prestare attenzione alladieta non va certo inteso come un’al-ternativa al ricorso alle terapie tradi-zionali nei casi di problemi mentali
conclamati, né tantomeno una garan-zia di “immunità” verso questo tipodi difficoltà.Piuttosto, questi studi possono aiuta-re a mettere in evidenza interessanticorrelazioni tra alcuni processi fisio-logici e metabolici e la conservazio-ne del benessere psichico della per-sona. Nel recente passato, alcuni stu-di avevano evidenziato una possibileassociazione fra una dieta ricca dicarni, grassi e cibi trasformati e ilrischio di sviluppare sintomi ansiosio depressivi. Per contro, era statariscontrata una riduzione del medesi-mo rischio in soggetti sottoposti aduna dieta mediterranea, ricca di frut-ta e verdura, ad alto contenuto digrassi insaturi (come quelli di noci epesce) e povera di alimenti trasfor-mati. Tra i primi articoli pubblicatida “Clinical Psychological Science”,una ricerca condotta da AlmudenaSánchez-Villegas e colleghi, delleUniversità di Las Palmas de GranCanaria e dell’Università dellaNavarra a Pamplona. In essa, vieneconfermata una forte correlazionefra una significativa diminuzione delrischio (-50% circa) e la regolare
assunzione di una dieta mediterra-nea, a patto che questa sia inserita inun più generale “stile di vitamediterraneo” caratterizza-to anche da una buona atti-vità fisica e da relazionisociali soddisfacenti.In un altro articolo, un grup-po di ricercatori guidati daJerome Sarris, dell’Univer-sità di Melbourne, hannoconcentrato la loro attenzio-ne sulla relazione tra nutri-zione e disturbo ossessivo-compulsivo (Doc), esami-nando in particolare l’effet-to dell’integrazione dieteti-ca con l’aminoacido N-ace-tilcisteina. Attuando un trial rando-mizzato e controllato, essi hannopotuto verificare che, per quantoquesto tipo di integrazione non ridu-ca i sintomi del disturbo sulla popo-lazione generale dei pazienti testati,risulta tuttavia possibile una rispostapositiva nei soggetti più giovani e inquelli in cui la sintomatologia avevainiziato a manifestarsi da meno tem-po. Ancora in un altro studio condot-to sui bambini, Jane Pei-Chen
Chang, del Medical UniversityHospital di Taiwan, e colleghi hanno
trovato una stretta connessione traconsumo di alimenti, sintomi fisici eprestazioni cognitive. In particolare,essi hanno scoperto che il deficit diattenzione e iperattività (Adhd) e laseverità dei suoi sintomi appaionocorrelati alla presenza di sintomi dacarenza di acidi grassi essenziali(omega-2 e omega-6), sebbene ilivelli di assunzione di questi bambi-ni fosse uguale a quella del gruppo dicontrollo. Se confermata, questa
relazione lascerebbe intravedere unpossibile problema di metabolizza-
zione di questesostanze nei soggetticon Adhd.Infine, una ricerca adopera di un team,coordinato da JoannaLothian, dell’Univer-sità di Canterbury,come studio prelimi-nare sull’effetto dicomplessi multivita-minici e multiminera-li sull’insonnia (chesi può presentarecome disturbo a séstante, ma che spesso
è associata ad altri problemi di salu-te mentale, che aggrava). Ebbene, irisultati ottenuti hanno evidenziatoun miglioramento dei sintomi, cheperò – osservano gli stessi ricercato-ri – hanno bisogno di essere confer-mati da ulteriori ricerche.Dunque, occhio all’alimentazione…per il benessere del corpo e dellamente!
M.C.
Prospettive - 4 dicembre 2016 11
Siamo ciò che mangiamo
Dalla fantasia sbrigliatadello Shakespeare più
euforico, satirico, irridente Sogno di
una notte di mezza estate, commediache chiosa irriverente la mitologia clas-sica greca. Scritta sul finire del ’500,coeva di Romeo e Giulietta, è stata sem-pre molto apprezzata per la modernitàanticipatrice: il mondo occidentale siaccingeva ad evolvere dal Rinascimen-
to e verso il Barocco e i Lumi; in quellatemperie, il bardo geniale ideò unacombine fantastica tra Piramo e Tisbe(Ovidio, Metamorfosi) e L’asino d’oro
(Apuleio), che riprendeva il tema del-l’amore contrastato volgendolo in bur-la a lieto fine, intrecciando due luoghi etre storie: Atene, luogo del quotidiano,della razionalità, dell’ordine con la
foresta, luogo dell’irrazionale in cui tut-to diventa possibile, gli istinti si scate-nano e la realtà diventa illusoria e inaf-ferrabile; prima circostanza il matri-monio che Teseo, duca di Atene, si
accinge a celebrare con Ippolita, reginadelle Amazzoni, dopo averla sconfittain battaglia.Il melting pot mitologico combina i dueluoghi (ovvero ragione e desiderio oni-rico) con le vicissitudini sentimentali ditre coppie e una velleitaria scombic-cherata improvvisata compagnia diguitti. Lisandro e Demetrio innamora-ti di Ermia che corrisponde al primo,Elena innamorata del secondo; quandoEgeo, padre di Ermia, le impone le noz-ze con Demetrio, i due amanti divisanodi fuggire; la seconda coppia li segue edentrambe si perdono; nello stesso luogo
e tempo giungono Oberon e Titania,invitati alle nozze del duca, che batti-beccano sulle mansioni cui destinare unpaggio indiano; per avere ragione dellacontesa, Oberon ingaggia Puck affin-ché sprema sugli occhi della moglie ilfiore vermiglio di Cupido (la viola delpensiero) che la farà innamorare del pri-
mo che vedrà al risveglio e perda inte-resse al paggio; visti Demetrio ed Ele-na sperduti nel bosco, ordina a Puck dieseguire lo stesso sortilegio sul giovaneper farlo innamorare di Elena; per erro-re Puck esegue su Lisandro che, veden-do Elena al risveglio, se ne innamoracon grande disappunto di Ermia. Entrain scena, ovvero nel bosco, la combric-cola di artigiani per organizzare lo spet-tacolo che intende omaggiare al duca inoccasione delle nozze: il drammaPiramo e Tisbe: tra loro il tessitore NickBottom, vittima dello scherzo di Puck,che trasforma la sua testa in quella di unasino. Titania, al risveglio, vede Bottome, per quanto mostruoso, se ne innamo-ra; Oberon, realizzato il suo scopo, lascioglie dal sortilegio e Puck risistemale cose, compresa la testa del poveroBottom. Teseo trova le tre coppieaddormentate al limitare del bosco,affretta i preparativi per le nozze, sce-glie lo spettacolo offerto dagli artigianiche con una recita goffa trasforma latragedia in comica; in epilogo Puck,rivolto agli spettatori, dice che se lospettacolo non è piaciuto il pubblicopuò far finta di aver dormito, quindiritenere lo spettacolo un sogno.L’intrigante commedia è stata messa inscena al Teatro “Brancati” di Cataniaper la regia di Nicasio Anzelmo, in sce-na: Margherita Mignemi (Nick Bot-tom), Plinio Milazzo (Puck), Salvo
Piro (Teseo/Oberon), Elisabetta Alma
(la cuoca), Giuseppe Bisicchia (CeccoSoispiro), Massimo Giustolisi (il fale-gname), Roberta Andronico (Elena),Alessandro Burzotta (Demetrio),Pietro Casano (Taglia e cuci), Angelo
D’Agosta (Egeo), Luigi Nicotra
(Pianta chiodi), Marina Puglisi (Ippo-
lita/Titania), Eleonora Sicurella
(Ermia), Giovanni Strano (Lisandro),Irene Tetto (fata). Coreografie Barba-
ra Cacciato, scene Jacopo Manni, luciSergio Noè, costumi Sara Verrini,aiuto costumista Rosa Rinaldi, diret-tore di scena Claudio Cutispoto, sar-toria Mela e Rosa Rinaldi, progetta-zione Nicoletta Sammartano, serviziorganizzativi Isabella Costa, serviziamministrativi Emanuele Condorelli,coordinamento Rossella Messina,media partner Radiozammù.Un testo fantastico, con nicchia meta-teatrale, da arricchire ad estro, sul qua-le viene dato ampio spazio agli attori. Inquesto gioco primeggia la capacità sce-nica e istrionica di Margherita
Mignemi, ma anche Plinio Milazzo
rende bene il personaggio fantastico,con esperienza e bravura tutti gli altri.Forse Anzelmo, il regista, sottolinean-do la strutturazione scaturita dall’eufo-ria di Shakespeare (i due luoghi, lospunto iniziale, le storie, il meta-teatro),ricorrendo a scenografie e costumi, mariconosciamo che il testo, al di là deltitolo e delle frasi che Puck rivolge alpubblico al termine dello spettacolo,non è assolutamente facile. Diamomerito al “Brancati” di aver propostouna commedia classica che mette allaprova e sollecita la bravura degli attori.Una prova superata con slancio felice.
Carlo Majorana Gravina
Una buona alimentazione fa bene anche al cervello
Burle, amori, dispetti olimpiciAl Brancati “Sogno di una notte di mezza estate” regia di Nicasio Anzelmo
Il Museo diocesano inoccasione delle festività
agatine 2017 invita gli studenti dellescuole elementari e medie a parteci-pare al concorso “Sant’Agata nellafede nell’arte”. Ciascun istitutodovrà selezionare cinque elaboratisulla devozione e la festa di S. Agatae consegnarli presso la segreteria delMuseo entro e non oltre sabato 17dicembre 2016. Gli elaborati (dise-gni, foto, poesie o altro) pervenutientro tale data verranno esposti alMuseo. Gli istituti che intendonoaderire dovranno attenersi ai requisi-ti richiesti: ogni scuola dovrà presen-tare, su carta intestata, un elenco conindicazione dei nomi dei partecipan-
ti (ai quali verrà rilasciato l’attestato)comprensivo di classe di appartenen-za e degli insegnanti referenti. Ènecessario indicare anche i recapiti(cell. Ed e-mail) dei referenti pereventuali comunicazioni. I disegni ole foto dovranno avere un formatomax di0cm x 40cm, le poesiedovranno essere ipaginate su unfoglio max di 30cm x 40cm, le poe-sie dovranno essere impaginate su unfoglio max di 30cm x 40cm. Ognielaborato dovrà riportare in calce, inmodo leggibile, il nome dlelo stu-dente, la classe e l’istituto di prove-nienza. I partecipanti verranno pre-miati al Museo, durante le festivitàagatine.
Museo Diocesano concorso
Sant’Agata nella fede e nell’arte
Foto Ottaviano
Prospettive - 4 dicembre 201612
Il 25 novembre ricorre la
Giornata Internazionale
per l’eliminazione della violenza
contro le donne, come voluto nel
1999 dall’ONU, data scelta in ricor-
do del brutale assassinio nel 1960
delle tre sorelle Mirabal, attiviste che
tentarono di contrastare il regime di
Rafael Leónidas Trujillo, dittatore
che tenne la Repubblica Dominicana
nell’arretratezza e nel caos per oltre
trent’anni. Le sorelle, in visita ai
mariti detenuti, furono bloccate da
agenti del Servizio di informazione
militare, torturate massacrate e poi
buttate in un precipizio, a bordo del-
la loro auto per simulare un inciden-
te. In tutto il mondo si sono svolte
manifestazioni caratterizzate da
flash mob, donne vestite di nero e
rosso. A Roma, il palazzo del Cam-
pidoglio è stato illuminato di rosso e
un gran numero di scarpe vermiglie
sono state esposte sui gradini del
palazzo e sotto ogni scarpa, simbolo
della giornata in quanto rappresenta
le donne ed il sangue “la violenza”,
c’era un biglietto con il nome di una
donna vittima di femminicidio. Una
vittima ogni due/tre giorni nel mon-
do, 70% delle donne sono state vitti-
me di violenza fisica di genere nel
corso della loro vita, un dato che
mette paura: circa 6,7 milioni. In Ita-
lia 10 donne vengono uccise ogni
mese, e abbiamo dal 2005 i centri
antiviolenza e case delle donne, pur-
troppo in Italia sono pochi, meno del
5%. Amnesty International invita a
firmare tre appelli di solidarietà
internazionale con riferimento al
legame tra militarismo e violenza di
genere: Siria-Giordania: fermiamo
la violenza sessuale nel campo di
Zaatari dove in media ogni mese
tre/cinque donne segnalano violenza
sessuale. Egitto: I leader politici
devono condannare la violenza ses-
suale, così mentre il mondo si con-
centra sulla situazione politica in
Egitto passa inosservata l’ondata di
violenza di genere. Messico: giusti-
zia per Miriam Lopez nel 2011 tortu-
rata e violentata da soldati messica-
ni, ancora nessuno è stato condanna-
to per questo crimine.
L’Istituto Alberghiero “Karol
Wojtyla” si fa portavoce di quello
che accade intorno a noi, vicino a
noi: la violenza che umilia tutti noi, i
femminicidi, ed ha organizzato per
sensibilizzare i ragazzi una gamma
articolata di eventi, poiché la violen-
za influisce negativamente sui risul-
tati scolastici delle donne, sulla loro
capacità di successo lavorativo e sul-
la loro vita pubblica. Il dipartimen-
to scolastico di lettere ha partecipa-
to attivamente, attraverso attività di
riflessione e formazione rivolte agli
alunni, con una manifestazione con-
clusiva svolta nell’aula magna di via
Lizio Bruno, fortemente voluta dal
Dirigente Scolastico dott. Daniela
Di Piazza che sottolinea: “una nuo-
va prospettiva per puntare sull’atten-
zione necessaria per una maggiore
tutela dei propri diritti, e che al silen-
zio si sostituisca la condivisione,
affinché affrontino i ragazzi con
coraggio e nel modo migliore l’argo-
mento, farlo attraversare dalla vita e
non dal trauma”.
Un evento che ha riscosso notevole
successo da parte dei ragazzi. Ha
aperto il lavori la prof.ssa Giovanna
Muni con un’introduzione flash,
apprezzata con la canzone rap di
Alex Britti “Perché” simbolo musi-
cale di questa violenza, per continua-
re con una sollecitazione interessan-
te della prof.ssa Patrizia Seminerio
sui conflitti da gestire, definizione
del femminicidio seguita da un video
con monologo bizzarro e commo-
vente tra gli attori Paola Cortellesi e
Claudio Santamaria; sintetico ed
esaustivo l’intervento giuridico della
prof.ssa Adelaide Vasquez che si è
soffermata sul reato di stalking, dal-
l’inglese to stalk fare la posta, la
nuova figura introdotta nell’ordina-
mento italiano del D.L.N. 11/2009,
convertito nella L.n. 38/2009, attra-
verso un esame delle condotte puni-
bili. E all’attenta platea la prof.ssa
Francesca Torrisi ha presentato il
lavoro, condiviso con la prof.ssa
Carmen Avellino, ed ecco in scena
le ragazze della V A Sala Vendita:
Giuliana Conti, Antonella Litrico,
Michelle Ragusa, Ilenia Sortino,
che hanno recitato in modo brillante
e coinvolgente quattro monologhi
tratti dal testo di Serena Dandini
“Ferite a morte”. Il prof. Sandro
Bertoni presenta la situazione mon-
diale soffermandosi sul Messico “Il
confine delle croci” donne seviziate,
uccise e buttate nelle fosse. Vengono
ricordate: Lucia Annibali, sfregiata
con l’acido in un agguato organizza-
to dall’ex e ora si occupa di violen-
za. Il film che racconta la sua storia
è stato visto da 5 milioni di persone,
ciò significa che qualcosa si può
fare, le cose cambiano. Vuol dire che
quel lato oscuro degli uomini, non
solo di quelli che commettono i fem-
minicidi, in qualche modo sta uscen-
do dal buio. Come dimenticare Gior-
dana Di Stefano? I ragazzi hanno
interiorizzato un livello di conoscen-
za attraverso la costruzione e il rac-
conto di storie e tragedie, per trovare
e interrogarsi su possibili vie di usci-
ta e anche sulle norme che possano
migliorare il quadro legislativo, e
alla fine si va alla realtà concreta
presentando su una slide i loro pen-
sieri significativi. La scuola, come
osserva la docente di diritto
Gabriella Mazzullo si è impegnata
con le classi del primo biennio, coin-
volgendo gli altri plessi che hanno
svolto attività di approfondimento
sul tema, attraverso lavori interdisci-
plinari attuati nei laboratori creativi
con la realizzazione di cartelloni e
slogan contro la violenza di genere.
Report plessi: Viale Tirreno visione
di film (“Il segreto di Esna”) ineren-
te alla tematica, rivolto agli alunni
di classe prima, e successivo dibatti-
to; attività di informazione sulle
modalità di prevenzione, grazie al
prof. Costa (esperto di difesa perso-
nale) con intervento della prof.ssa
Mirabile, alle alunne di tutte le clas-
si; discussione e dibattito con la par-
tecipazione dell’avv. Altana e del
prof. Aguglia, per le classi quarte e
quinte, a cura della prof.ssa Di Sal-
vo Cristina.
Via Raccuglia come riferisce la
prof. Lidia Montopoli per la giorna-
ta del 25 sono stati affissi nei corri-
doi manifesti, visionati dagli studen-
ti di tutte le classi.
Via Anfuso per tutta la settimana gli
insegnanti di italiano e diritto, han-
no affrontato nelle proprie classi,
dal biennio alle classi terminali, il
problema della violenza di genere.
Sono stati letti brani, il monologo
della Littizzetto, quello di Franca
Rame e della Cortellesi. I ragazzi
dell’indirizzo turistico hanno svolto
delle ricerche anche sui reportage di
Amnesty International sul tema.
Segnali intermittenti che la scuola fa
diventare continuativi, in una società
nella quale questioni come queste
sembrano riguardare sempre gli altri.
I numeri aiutano a capire e racconta-
no quello che accade. Storie, trage-
die che talvolta, nell’uso improprio
degli aggettivi diventano imprevedi-
bili e incomprensibili. Il paradosso è
che la società è bipolare: da un lato
aumenta la consapevolezza, ma dal-
l’altro cresce l’iperviolenza, e sicu-
ramente sta nascendo una nuova
educazione alla reciprocità. E per-
ché, come scriveva Martin Luther
King, quello che spaventa “non è la
violenza di cattivi ma l’indifferenza
dei buoni”.
Lella Battiato
DAL DRAMMA ALLA RINASCITA
sconfiggendo l’indifferenza
In scena al Teatro Amba-
sciatori di Catania la
Compagnia “Buio in Sala” ha rappre-
sentato la commedia Gl’Innamorati,
caposaldo della drammaturgia di Car-
lo Goldoni, diretta da Giuseppe Bisic-
chia e Massimo Giustolisi e interpre-
tato con brio ed entusiasmo. Un gran-
de classico per capire relazioni e pas-
sioni di oggi; nel teatro si sono sempre
affermati gli archetipi: modelli di rap-
porti umani che con poche variazioni
passano da una generazione all’altra
ma i registi hanno saputo attualizzare,
pur restando fedeli all’ispirazione ori-
ginale. Una storia di sentimenti che ha
molto per far riflettere i giovani. Un
cast che ha saputo cogliere e offrire al
pubblico una rielaborazione dramma-
turgica con squisita modernità: Irene
Tetto, Massimo Giustolisi, Nadia Tro-
vato, Roberta Andronico, Silvana
D’Anca, Luigi Nicotra, GIovanna
Sesto, Daniele Virzì e con la parteci-
pazione in video di Diletta Borrello,
Alice Caccamo, Altea Cardia, Alberto
Crisafulli, Federica Fischetti, Rug-
gero Giannella, Antonio Nicotra,
Simone Santagati, assistente alla regia
Simone Santagati, che hanno catapul-
tato nel magico mondo degli anni ses-
santa dove si assiste ad un abile trave-
stimento della commedia dell’arte con
i suoi valori e personaggi adattati alla
cultura pop tipica del periodo. Scene
Laura Lazzaro, visual show Andrea
Ardizzone, coreografie videoclip
Alberto Crisafulli.
Carlo Goldoni fautore della riforma
che permise alla commedia di rinasce-
re, con un respiro che lo accomuna a
Voltaire e Mozart: “tre artisti sommi
che in gradi diversi esprimono la
quintessenza del cosmopolitismo
europeo settecentesco che Massimo
Giustolisi è riuscito a cogliere traspo-
nendolo nella realtà contemporanea
più teatrabile, ricca di sorprese ed
imprevisti delle invenzioni e dei lazzi
comici una commedia audace ricca di
sperimentazione con motivi e temi
diversi.
L’adattamento del testo permette di
giocare tra invenzioni divertenti e
grottesche con citazioni di film e sce-
neggiati dell’epoca ma anche con la
musica beat di Rita Pavone, Little
Tony e Gianni Morandi degli esordi
senza dimenticare le iniziali ed impor-
tanti lotte dell’emancipazione femmi-
nile e della rivoluzione sessuale ini-
ziata dall’abbigliamento con l’avven-
to della minigonna, pronte a delineare
la nuova figura femminile come acca-
de nella protagonista Eugenia, inter-
pretata dall’ironica e divertente Irene
Tetto, fino ad abbandonare gradual-
mente l’etichetta formale rappresenta-
ta dalla pudica Flaminia, Roberta
Andronico.
Gl’Innamorati, fra le commedie di
Goldoni è la più felice per la sua sot-
tile indagine psicologica e centrata su
un solo tema: la gelosia, gli scontri e
le incomprensioni dei due protagoni-
sti che si amano profondamente e che,
alla fine, non mancherà un lieto fine.
Una commedia che indaga sull’amore
con tanta profondità, senza rinunciare
al comico: una delle più fortunate di
Goldoni, cavallo di battaglia di molte
grandi attrici, da Andreina Pagnani a
Valeria Moriconi e perfino Eleonora
Duse.
“Il segreto di questa commedia è quel-
lo di ricalcare comportamenti nei qua-
li l’innamorato di ogni epoca si rico-
nosce” evidenzia Giustolisi e continua
“è proprio grazie a questa riflessione
che abbiamo scelto di operare un adat-
tamento al testo, attualizzandone il
linguaggio, rendendolo più vicino a
quello di oggi, cercando di mantenere
il valore dello straordinario talento
drammaturgico dell’autore”. La regia
pone l’accento sul ritmo, infatti ritmo
teatrale e ritmo vitale, si fondono in
un profondo ritmo poetico, “per dipin-
gere un ritratto acuto e sottile di una
vicenda in bilico tra ironia e senti-
mento”.
Uno spettacolo ricco di comicità, di
musiche travolgenti che hanno reso il
testo moderno e scorrevole, adatto a
tutte le età, adattato per far divertire il
pubblico con la capacità di premiare i
valori umani sottolineando la stupida
mentalità degli aristocratici e degli
arricchiti.
Artemisia
Giornata mondiale contro il femminicidio
Il fascino degli anni ’60Debutta con successo al teatro “Ambasciatori” di Catania “Gl’Innamorati” di Goldoni