Laboratorio di scienze
Classe 3ªC sede di Ollastra
Docente: Giovanna Scintu
Il lavoro è stato portato avanti seguendo il protocollo dell’IBSE.
L’IBSE è costruito su una didattica induttiva fondata
sull’investigazione: gli studenti rispondono ad una domanda centrale
attraverso l’ideazione e l’attuazione di un proprio progetto
sperimentale. La comprensione di significati, idee e concetti viene
costruita gradualmente, riflettendo sulle esperienze di vita reale, sui
contenuti e sul processo della scienza, imitando ciò che viene fatto
nel lavoro di ricerca scientifica. “Facendo” e confrontandosi con gli
altri, gli studenti potenziano la propria dimensione comunicativa,
elemento indispensabile per la concettualizzazione.
L’IBSE prevede che gli studenti lavorino insieme, in piccoli gruppi,indaghino, formulino e condividano idee nuove e imparino dagli errori.
La maggior parte degli studenti, se impegnati in un interessante lavoroa piccoli gruppi, parleranno tra loro con un minimo contributo da parte
dell’insegnante, se non l’occasionale richiamo ad attenersi alla traccia,
in un contesto nel quale i ragazzi non temono di sbagliare, e dove
l’interazione tra gli studenti si basa sul rispetto reciproco.
Le discussioni di gruppo giocano un ruolo molto importante in
quanto danno agli studenti l’opportunità di esprimere le proprie
idee, di ascoltare e discutere le idee altrui e di rendersi conto che
le idee degli altri si basano su considerazioni che non avevano
preso in considerazione. In sede di confronto il gruppo di studenti
deciderà se rimettere in discussione i risultati e proseguire
l’indagine oppure se confermare i dati e concordare le
conclusioni.
Esitono diversi tipi di attività di inquiry.
Nella prima fase dell’attività seguente si è utilizzato un inquiry
guidato: gli studenti hanno svolto indagini per rispondere ad una
domanda proposta dall'insegnante, individuando il procedimento
da seguire.
Nella seconda fase, l’attività si è avvicinata di più all’inquiry aperto
in cui la domanda investigabile è nata dalla necessità degli alunni di
rispondere a un’evidenza scaturita nella prima fase di lavoro.
Piano di lavoro
Nel percorso, realizzato nell’ambito del curricolo di scienze, i 16alunni della 3° hanno affrontato lo studio dei vulcani utilizzando unmodulo didattico di 5 lezioni IBSE. Si è cercato di spostare il focusverso l’acquisizione di competenze trasversali e non solo disciplinari:
‐gli studenti hanno lavorato in modo collaborativo sempreassumendo un ruolo attivo;
‐Il ruolo dell’insegnante è stato essenzialmente quello di facilitare ilprocesso di apprendimento facendo da guida al lavoro autonomodegli studenti, che sono giunti in questo modo a una conoscenza piùprofonda e consolidata dei contenuti;
‐ maggiore spazio è stato dato alla valutazione formativa, in cui glistudenti sono stimolati a riflettere su ciò che stanno imparando e arivedere eventuali errori.
Nella fase di progettazione si è dovuto tener conto di due aspettiimportanti:
‐ il tempo limitato nel curricolo di scienze della scuola mediacontrapposto alla necessità di tempi ampi per attivare processi diapprendimento attivo;
‐ la necessità di scegliere attività intenzionalmente semplici tenutoconto delle caratteristiche della classe.
Ai ragazzi sono state preventivamente fornite:
‐ SCHEDA DI LAVORO ‐ ASSESSMENT CHECKLIST ‐ RUBRICA VALUTATIVA DEL PRODOTTO
Scheda di lavoro n.1
CON CIÒ CHE TROVI NELLA TUA CUCINA PUOI SIMULAREL’ERUZIONE DI UN VULCANO?
L’ attività si sviluppa con uno schema fisso di azioni che vedono glistudenti protagonisti: dapprima pensiero individuale, poicondivisione nei piccoli gruppi, infine comunicazione all’interogruppo classe del proprio progetto e realizzazione dello stesso
Dopo una fase di ricerca e qualche ricordo sulle reazioni chimiche i ragazzi hanno individuato i reagenti: bicarbonato e aceto
Per riprodurre la reazione hanno indicato anche i seguenti materiali:
‐bottiglie di plastica‐cucchiai dosatori, ‐bicchieri e piatti di plastica‐bicchieri dosatori‐accendino ‐pistola per colla a caldo‐tubi di plastica‐forbici‐punteruolo‐taglierino
Tutti i materiali sono stati forniti dall’insegnante
Scelto il materiale e stabilito il procedimento da seguire, i diversigruppi iniziano a sperimentare
Tutti i gruppi riescono asimulare l’eruzione del vulcano.
Segue uno spazio dedicato alla discussione dei risultati e allaformalizzazione dei concetti.
In questa fase trovano spazio le nuove domande emerse e i nuoviapprofondimenti autonomamente sviluppati dagli studenti.
In particolare nasce l’esigenza di costruire i crateri secondari delvulcano e verificare l’eventuale fuoriuscita della “lava”
I gruppi decidono come praticare i fori nella bottiglia di plastica:alcuni usano la punta delle forbici, altri il taglierino, altri ancorautilizzano la punta del compasso
Ma, dopo alcuni tentativi, tutti
seguono l’esempio di S. che, sotto
lo sguardo attento dell’insegnante,
decide di scaldare la punta di un
termometro da cucina e di far
sciogliere la plastica
Dopo alcuni tentativi, anche
coloro che in un primo momento
avevano tentato di forare la
bottiglia con il solo uso della
punta delle forbici, decidono di
scaldare la punta di queste ultime
I bordi del foro vengono
arrotondati con le dita o
con un taglierino, per
meglio accogliere il
tubicino che simula il
cratere secondario
Con la colla a caldo o con la
plastilina si saldano i tubicini che
alla bottiglia
Dopo aver concordato dosi e
modalità di esecuzione, i diversi
gruppi sono pronti a eseguire il
secondo esperimento.
Un gruppo ha deciso di inserire nella bottiglia prima il bicarbonato poi l’aceto
Alcuni gruppi hanno rivolto i crateri secondari verso il basso, altriancora hanno fatto arrivare i tubicini fino al fondo della bottiglia.
Il risultato ottenuto dai gruppi non è quello atteso: il materialeeffervescente fuoriesce solo dal cratere principale.
Scheda di lavoro 2
QUALI FATTORI INFLUENZANO LA VELOCITÀ DI REAZIONE?
Discussione guidata per identificare possibili miglioramenti nellaprogettazione dell’indagine.
È ormai chiaro ai ragazzi che l’esperimento è solo di natura chimica:le reazioni acido‐base
L’ attività si sviluppa con lo stesso schema fisso descritto nella fase 1
Per rendere l’eruzione più veloce un gruppo decide prima di
aumentare la pressione riducendo la sezione del cratere
principale inserendo nella bottiglia il tappo al quale è stato
praticato un foro
Poi attraverso
tentativi ed
errori il
gruppo
individua una
ricetta
“esplosiva”
Per permettere di far fuoriuscire
il liquido dai crateri secondari, il
secondo gruppo decide di agire
sulla lunghezza dei crateri
secondari
E di scegliere con cura le dosi
dei reagenti
Il gruppo decide di versare nella
bottiglia prima l’aceto poi per ultimo
il bicarbonato.
Il risultato non si fa attendere molto
Il terzo gruppo ottiene una eruzione più esplosiva ma non lafuoriuscita di “materiale” dai crateri secondari
L’IBSE è talvolta considerato sinonimo di attività pratica. Affinché
l’esperienza diretta guidi la comprensione, gli studenti devono
ragionare sull’attività, discuterla in modo approfondito con gli altri e
scriverla. Le idee, le congetture degli studenti, le ipotesi, la
progettazione di un’indagine e le relative conclusioni, devono essere
esplicitate, condivise e discusse oralmente e per scritto. In molti casi,
è proprio mentre si comunica il proprio punto di vista che si trova la
risposta alla domanda.
di 17 EDUCAZIONE SCIENTIFICA B‐10‐FSE‐2010‐4 © INDIRE 2014 ‐
http://formazionedocentipon.indire.it classe nella quale tutti gli
studenti si sentano a proprio agio ed abbiamo l’opportunità di
partecipare a tutti gli aspetti del lavoro scientifico – la fase operativa,
la riflessione, la discussione e la documentazione scritta.L’insegnante
Conclusioni
• La realizzazione e la sperimentazione dell’unità didattica hasviluppato negli studenti diverse competenze: la capacità dipianificare un’investigazione, sviluppare ipotesi, distinguerealternative e cercare informazioni, rivedere le propriemisconoscenze e, dopo averle riconosciute, costruire modelli ediscutere tra pari (Cooperative Learning).
• L’idea è di creare un modello di attività didattica trasferibile adaltri percorsi/moduli didattici.