LE CHIESE RUPESTRI NEL TERRITORIO DI LEONTINOI
1 – Grotte del Crocifisso 2 – Grotte della Solitudine 3 – Grotta del Cristo Biondo 4 – Oratorio di S. Lucia sul Tirone 5 – Grotta di San Giuliano 6 – Grotta di San Mauro 7 – Grotta di Santa Margherita
LE GROTTE DEL CROCIFISSO
Le Grotte del Crocifisso, così denominate dalla grande Crocifissione dipinta sulla
parete nel lato sinistro della calotta absidale, sono le più famose ed importanti
testimonianze, tra le chiese rupestri dell’arte cristiano-bizantina del territorio di Leontinoi.
Purtroppo oggi il loro stato di abbandono e di degrado è un’offesa alla memoria storica
di questo territorio, che ha dato testimonianza di fede e di vita, piena di valori, dei nostri
padri, che hanno lasciato le loro tracce di civiltà, senza interruzione alcuna, dalla preistoria
fino alla metà del sec. XX. Gli abitanti “poveri” di Leontinoi aspettano ancora di essere
oggetto di studio serio; sono vissuti in questo habitat rupestre, luogo non solo di abitazione
familiare ma di culto.
Infatti molte grotte venivano utilizzate come oratori, cenobi, chiese con ossari. Lo stato
attuale delle Grotte del Crocifisso, come delle altre, soggette a vandalismo, è motivo serio
di rammarico e di rabbia per l’incuria, il totale disinteresse da parte degli organi civili e
culturali.
Dell’esistenza di queste grotte, preziosa e rara fonte storica, è da alcuni secoli che si
ha conoscenza: Jean Houel, fine XVIII sec., cercò di fare interessare gli studiosi sulla
storia ancora non scritta, di questa tipologia abitativa rupestre.
Molte voci, senza ascolto, di cittadini, di studiosi si sono elevate per chiedere di salvare
affreschi di pregevole valore artistico di un periodo così importante come quello cristiano-
bizantino.
Le Grotte del Crocifisso possono essere raggiunte, percorrendo sia tutta la via
Bricinna, a destra della Chiesa di San Luca; sia tutta la via San Paolo, anche la parallela
via Rossini, che, dove termina si ricongiunge alla via San Paolo; ed entrambi vie
attraversano il quartiere storico di San Paolo; anch’esso trascurato.
Alla fine della via San Paolo si procede per l’unica strada campestre, che conduce
prima alla chiesa rupestre di San Giuliano e dopo al Castellaccio su un massiccio
roccioso. Alla sinistra, il visitatore gode dello spettacolo della fertile vallata delle Due
Madonne (Fontanella – Crocifisso), per ricordare le sante sorelle Isidora e Neofita, martiri
leontine1 sepolte in questo luogo insieme ad altri soldati convertiti e martirizzati. Oggi
questa zona continua ad essere chiamata in dialetto “a funtanedda”.
1 SS. Isidora e Neofita, martirizzate il 17 Aprile 238. S. Isidora, madre di S. Tecla e S, Neofita madre del
vescovo S. Neofito. Pisano Baudo – Storia dei Martiri – p. 4 – 1898 – Ristampa tipografia Scolari - 1985
Subito dopo pochi metri la strada presenta un gomito abbastanza largo, e sulla roccia
sono intagliate le figure dei Martiri lentinesi Alfio, Cirino, Filadelfo, a memoria del giro di
martirio, cui vennero sottoposti con crudeltà dal governatore romano Tertullo.
Proseguendo la strada campestre si arriva sulla destra alla vallata di San Mauro, ed in
alto, verso mezzogiorno ai colli della Metapiccola e San Mauro, le due acropoli della Polis
Leontinoi.
Finalmente si giunge ad un bivio: la strada di destra conduce al Piano delle Aquile
(Carlentini) e quella di sinistra alle Grotte del Crocifisso.
Tra l’inizio del bivio di sinistra e le Grotte, si trova parte del muro diroccato della
Parrocchia di San Pietro, distrutta dal terremoto del 1693, ed il quartiere della Giudecca.
A questo punto la strada si restringe alquanto e forma una balza del colle, che si degrada
nella valle Ruccia, dove ai piedi di un oratorio settecentesco, si trovano le famose Grotte
del Crocifisso.
Due sono le porte d’ingresso alle Grotte; l’ingresso principale è quello con il portale in
blocco, sormontato da una architrave dove si legge la data di costruzione: 1764.
Il secondo ingresso immette in un vano ipogeico, che permette di vedere il complesso
di grotte scavate nella roccia arenaria; essa ha forma quadrata con un nicchione ad arco
con l’altare. Attraverso l’ambulacro situato tra due alti e robusti pilastri, sempre scavati
nella roccia, si passa in un ambiente di m. 8 x 18, nel suo asse maggiore; il complesso
rupestre comprendeva anche una terza grotta i cui resti sono visibili.
Come già detto, le Grotte del Crocifisso sono testimonianza preziosa di chiese rupestri
d’arte bizantina del primo periodo aureo. Oggi è ben visibile il narthex o porticus interno,
dove i fedeli assistevano alle funzioni sacre; attraverso l’ambulacro si passa sul
presbyterium e nella navis; la conca absidale, il cui spazio risulta di m. 2,54.
Gli elementi strutturali dell’altare a blocco sono di straordinaria testimonianza antica di
altare, il cui modello architettonico oggi viene riproposto nella chiesa cattolica, dopo la
riforma liturgica-postconciliare; esso è lungo m. 1,44, alto, compresa la mensa, m. 1,65;
l’altezza fino alla mensa, semidistrutta è quanto la lunghezza; la mensa risulta aggettante
di cm. 30 e la base cm. 70. Al termine del piedritto, è situata una fascia decorativa
orizzontale, che divide l’abside in due parti.
Il culto in questa chiesa, già praticato in periodo pre-arabo, trovò un arresto durante la
dominazione araba, e dopo con i Normanni rivisse per fervore religioso e ripresa pittorica;
come risulta dai dipinti sovrapposti a quelli originali in stile greco-bizantino.
La maggior parte degli affreschi risale al XII sec., e risentono dello stile nordico.
Il dipinto della Crocifissione venne rifatto in età sveva. Di straordinaria importanza
storico-artistico è Cristo Pantocrator dell’abside. “Un vero raffronto è possibile col
Pantocratore di Gravina di Puglia, nella cappella di San Vito, per la identità quasi perfetta
nel tipo, nella sistemazione architettonica, nelle disposizioni delle immagini, nei minuti
particolari. Quest’ultimo da alcuni viene assegnato al VII sec. Da altri al X secolo. Ma per
l’affresco lentinese, non essendo accettabile la datazione del X sec. Per le note vicende
storiche della Sicilia, non resta altro che assegnarlo al periodo pre-arabo”2
Per il Messina “il soggetto iconografico è affine al Pantocrator del Duomo di Cefalù
anche nei particolari del lembo del mantello che pende dalla spalla destra…”3.
Altro elemento storico-cronologico sicuro è l’uno dei due ambienti adibiti a ossari, fino
al sec. XVII, come risulta dagli Atti di morte, dei registri conservati nella Parrocchia di San
Luca di Lentini: “cuius cadaver sepultum fuit in venerabili ecclesia SS. Crucifixi”.
Infine viene ricordato l’affresco di un santo barbato anonimo, che regge un rotolo
avvolto (parte estrema della parete di sinistra dell’oratorium) e vicino allo spigolo della
parete alcune iscrizioni nell’intonaco.
Le lettere maiuscole “quadrate” di stile ladipario, con la lettera E “unciale” sono proprio
dell’uso corsivo quotidiano. Questo stile fa risalire al V sec., anche se l’uso scritturale è
presente fino all’ VIII sec.
La datazione delle Grotte del Crocifisso, deve ricercarsi entro quest’arco di tempo,
escludendo quindi il periodo della dominazione araba e la presenza di affresco
sovrapposto del XII sec.
Possa la Soprintendenza ai Beni Culturali Regionale e Provinciale, intervenire presto
per salvare quanto ancora rimane di questi pregiati e rari affreschi delle chiese rupestri del
territorio di Leontinoi!
2 S. Ciancio, Grotte del Crocifisso e arte bizantina in Lentini in “Traguardo azzurro” II, 1948, pp. 102-107,
ristampa tipografia Scolari, Lentini, 1985 3 Archeoclub d’Italia – sede Messina – Le chiese rupestri nel siracusano – p.41 – Palermo - 1979
B I B L I O G R A F I A
- Bertaux – L’art dans l’Italie meridionale - p. 130, n.2 – Paris 1904.
- Elenco degli edifici monumentali nella provincia di Siracusa – a cura del Min.
Pubbl. Istr. – 1917.
- G. Agnello – Gli affreschi dei santuari rupestri della Sicilia – in “Rend. Pont.
Accad. Romana di Arch” – XXX – XXXI, 1957-1959, pp. 192-200.
- S. Ciancio, Lentini: arte cristiana-bizantina inedita, da Storia di Lentini, di P.
Baudo, Vol. II, ristampa tipografia Scolari, Lentini, 1985.
- Archeoclub d’Italia – sede Messina – Le chiese rupestri nel siracusano –
Palermo – 1979.
- P. Baudo – Storia dei Martiri e della chiesa di Lentini – 1898 – Tipografia
Scolari – Lentini – 1985.