Fisco internazionaleLOTTA ALL’EVASIONE
Legge federale verso la ratifica
I non residenti titolari di conti potrannochiedere la rettifica dei dati da comunicare
Il monitoraggio
A quota 148 gli Stati che ormai rispettanouna forma di scambio di informazioni fiscali
La Svizzera rilancia il segreto bancarioUn filtro alle richieste di dati - Sono 37 i Paesi che possono ancora opporre un veto totale
Alessandro GalimbertiMILANO
pNon sarà ancora un vento di restaurazione, ma il raffredda-mento di sensibilità sulla traspa-renza fiscale internazionale – mantra degli ultimi 5 anni – è or-mai un dato di fatto difficile da ignorare.
Dopo l’allerta dell’Ocse, chenel suo Implementation report dinovembre segnalava il ritardo di decine di Paesi nell’adeguamen-to agli standard per il futuro scambio di informazioni (si veda il Sole 24 Ore del 6 dicembre scor-so), ora la cronaca porta dritto in Svizzera. Domani il plenum dei due rami del Parlamento di Bernavoterà un’interpretazione molto restrittiva del rilascio delle infor-mazioni riguardanti cittadini stranieri con conti e investimentinei suoi istituti finanziari, tornan-do in sostanza a rilanciare lo stori-co brand di cassaforte alpina di “segreti&riservatezza”. Le ban-che e gli altri intermediari do-vranno avvisare in anticipo i cor-rentisti/risparmiatori/investito-ri stranieri circa i dati che si accin-gono a inviare automaticamente alle loro autorità fiscali. Non a ca-so avvocati e professionisti stan-no già mettendo a punto la strate-gia di rallentamento per via giudi-ziaria (ricorsi e opposizioni) del rilascio delle info, soprattutto in direzione Sud.
L’inversione di orientamentosul tema “trasparenza” non è co-munque un’esclusiva d’oltralpe. Come si vede nella cartina map-pamondo pubblicata a lato, dal-l’incrocio dei 148 Paesi che han-no siglato accordi multilaterali obilaterali per lo scambio di infor-mazioni fiscali, ben più della me-tà (90) mantengono una formapiù o meno intensa di segreto bancario, e 37 di questi addirittu-ra conservano il totale segreto bancario. Ancora più esplicita laposizione di altri 22 Paesi chenon hanno siglato alcun tipo di accordo per lo scambio di infor-mazioni fiscali.
Questa fotografia spiega me-glio di ogni altra considerazione l’ultimo rapporto dell’Ocse (Im-plementation report on automa-tic exchange of information) se-condo cui tra l’essere compliant nella legislazione e l’attivare gli scambi con le altre giurisdizioni c’è un saltum non da poco. L’at-teggiamento temporeggiante èvariegato, tra Paesi che non stan-no raccogliendo i dati che poi do-vrebbero trasmettere ai 100 e piùpartner «in quanto non interes-sati a ricevere informazioni», e altre giurisdizioni che stanno im-piegando «tempi eccessivamen-te lunghi per mettere in opera le basi legali per il funzionamentodello scambio automatico e per gli accordi multilaterali» neces-sari a far “scorrere” le informa-zioni. Il 15 % della platea degli Sta-ti, narra il rapporto, non ha nep-pure terminato l’allineamento con la legislazione internaziona-le, tra questi un buon numero deipaesi del Golfo (a cominciare da Quatar, Emirati, Kuwait, Brunei)e la Turchia che per varie ragioninon hanno ancora ratificato la Convenzione per lo scambio au-tomatico. Altri paesi caraibici e “oceanici” sono ancora più indie-tro nei processi di risalita verso l’emersione, tanto che il Report conclude che «un certo numero di giurisdizioni ha mancato pie-tre miliari» sul percorso e ora ha timeline sfidanti, per usare un eufemismo.
Intanto però l’Europa, moltoattiva in queste settimane sul pia-no del rilancio della fiscalità, ha approvato ieri le raccomandazio-ni sui reati fiscali. Si tratta di misu-re ispirate dai 211 suggerimenti formulati dalla Commissione speciale d’inchiesta del Parla-mento europeo sul riciclaggio di denaro, l’elusione fiscale e l’eva-sione fiscale, che i deputati hannoapprovato con 492 voti in favore, 50 contrari e 136 astensioni. Tra i piani d’azione spicca la creazionedi registri pubblici dei titolari ef-fettivi delle aziende, le sanzioni contro gli intermediari che favo-riscono la pianificazione fiscale aggressiva e la richiesta di costi-tuire una commissione perma-nente per indagare sulla fiscalità.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Cile
ParaguayPerù
BilateraleMultilaterale
TIPO SEGRETOBANCARIO
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Albania
Algeria
Andorra
Anguilla¹
Antigua e Barbuda
Arabia saudita
Argentina
Armenia
Aruba²
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Austria
Azerbaijan
Bahamas
Bahrain
Bangladesh
Barbados
Belgio
Belize
Benin
Bermuda¹
Bielorussia
Bosnia and Herzegovina
Brasile
British Virgin Islands¹
Brunei Darussalam
Bulgaria
Burkina Faso
Cambogia
Cameroon
Canada
Cayman Islands¹
Chad
Cile
Cina
Cipro
Colombia
Cook Islands
Corea del Sud
Costa d'Avorio
Costa Rica
Croazia
Cuba
Curaçao²
Danimarca
Dominica
Ecuador
Egitto
El Salvador
Emirati Arabi Uniti
Estonia
Etiopia
Filippine
Finlandia
Francia
Gabon
Georgia
Germania
Ghana
Giappone
Gibilterra¹
Gibuti
Giordania
Grecia
Grenada
Groenlandia³
Guatemala
Guernsey¹
Guyana
Haiti
Hong Kong
India
Indonesia
Iran
Irlanda
Islanda
Isoe Far Oer³
Isola di Man¹
Israele
Jamaica
Jersey¹
Kazakistan
Kenya
Kuwait
Kyrgyzstan
Lesoto
Lettonia
Libano
Liberia
Libia
Liechtenstein
Lituania
Lussemburgo
Macao
Macedonia
Madagascar
Malaysia
Maldive
Malta
Marocco
Marshall Islands
Mauritania
Mauritius
Messico
Moldavia
Monaco
Mongolia
Montenegro
Montserrat¹
Mozambico
Nauru
Nigeria
Niue
Norvegia
Nuova zelanda
Oman
Paesi bassi
Pakistan
Panama
Papua Nuova Guinea
Paraguay
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Polonia
Portogallo
Qatar
Regno Unito
Repubblica Ceca
Repubblica Dominicana
Romania
Russia
Rwanda
Saint Kitts and Nevis
Saint Lucia
S. Vincent e Grenadines
Samoa
San Marino
Sant Maarten²
Senegal
Serbia
Seychelles
Singapore
Siria
Slovacchia
Slovenia
Spagna
Sri Lanka
Sud Africa
Svezia
Svizzera
Tajikistan
Tanzania
Thailandia
Togo
Trinidad and Tobago
Tunisia
Turchia
Turkmenistan
Turks e Caicos Islands¹
Ucraina
Uganda
Ungheria
Uruguay
USA*
Uzbekistan
Vanuatu
Vaticano
Venezuela
Vietnam
Zambia
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NOTE: ¹ Si avvalgono del trattato sottoscritto dal Regno Unito; ² Si avvalgono del trattato sottoscritto dai Paesi Bassi; ³ si avvalgono del trattato sottoscritto dalla Danimarca; * in vigore l'accordo FATCA per lo scambio automatico di informazioni FONTE: elaborazione Il Sole 24 Ore
Lo scambiodi informazionicon l’ItaliaA cura di Valerio Vallefuoco
Limitato
SEGRETO BANCARIO
Totale
Assente
ACCORDI BILATERALI
DTC: convenzione controla doppia imposizione
TIEA: accordo sullo scambiodi informazioni fiscali
Con scambio automaticomultilaterale (CRS)
Che attuano entrambi gli scambi
Con scambio su richiesta bilaterale
Che non aderiscono ad alcun accordo
LEGENDA PAESI
Anguilla¹Sant Maarten²
British Virgin Islands¹Saint Kitts and Nevis
Cuba
HaitiRep. Dominicana
Jamaica
BahamasTurks e Caicos Islands¹
BahrainQatarEAUOman
BelizeMessico
ColombiaEcuador
Costa RicaPanama
VenezuelaEl SalvadorGuatemala
Cayman Islands¹
BeninTogo
Nigeria
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Liberia
Ghana
Gabon
Cameroon
RwandaUganda
LesotoSud Africa
Gibuti
Kenya
Tanzania
Cambogia
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Malaysia
Sri Lanka
Singapore
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Chad
Burkina Faso
Mauritania
Senegal
Antigua e BarbudaMontserrat¹Dominica
Barbados
Grenada
Trinidad and Tobago
Saint LuciaS. Vincent e Grenadines
Guyana
Brasile
Canada
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Bermuda¹
Aruba²Curaçao²
Albania
San Marino
Slovacchia
Slovenia
Ungheria
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Bulgaria
AustriaRep. Ceca
GermaniaPolonia
DanimarcaPaesi bassi
NorvegiaSvezia
EstoniaLettoniaLituania
FinlandiaArmenia
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Kuwait
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Turkmenistan
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Russia
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Bosnia e ErzegovinaMontenegro
Serbia
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Bangladesh
Cina Corea del SudGiappone
Filippine
Thailandia
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Brunei Marshall IslandsNauru
SamoaVanuatu
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Maldive
Seychelles
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Algeria EgittoLibia
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Argentina Uruguay
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Pakistan
Turchia
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Australia
Nuova zelanda
Groenlandia³
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Liechtenstein
Lussemburgo
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FranciaMonaco
Gibilterra¹
Marocco
Guernsey¹Jersey¹
Isola di Man¹Regno Unito
Isoe Far Oer³Irlanda
Gli accordi. Le convenzioni bilaterali e multilaterali coinvolgono oltre 150 Paesi
Doppio binario sulla trasparenzaValerio Vallefuoco
pNegli ultimi anni la trasparen-za e cooperazione internazionale in materia fiscale è stata persegui-ta in ambito Ocse sempre con più impegno. L’obiettivo è stato rag-giunto coinvolgendo oltre 150 Stati che hanno aderito ai modellidi accordi internazionali predi-sposti dall’Ocse attraverso scam-bi su richiesta (Eoir, Exchange in-formation on request) e automa-tici (Aeoi, Automatic exchange ofinformation).
Tra gli accordi bilaterali rien-trano quelli contro la doppia im-posizione (Dtc, Double tax con-vention) e sullo scambio di infor-mazioni tra amministrazioni fi-nanziarie (Tiea, Tax informationexchange agreement): in questi
casi le informazioni vengono scambiate a seguito di richieste singole o di gruppo effettuate da un Paese all’altro firmatario del-l’accordo.
Nel caso di utilizzo dello scam-bio automatico gli Stati hanno aderito al Crs (Common repor-ting standard), modello di accor-do multilaterale che prevede standard comuni di catalogazio-ne delle informazioni sui conti
correnti detenuto dai contribuen-ti all’estero (nome, cognome, sta-to di residenza, codice fiscale e giacenza media annuale del con-to). Questi dati vengono scambia-ti automaticamente attraverso flussi informatici che partono da ogni Paese firmatario nei con-fronti di tutte le altre giurisdizioniaderenti. Lo scambio è già iniziatoper i Paesi più virtuosi (early adopters), che il 30 settembre 2017hanno scambiato i dati del 2016; per gli altri Paesi la raccolta dei da-ti è iniziata quest’anno e lo scam-bio avverrà nel 2018 (fast fol-lowers). Altri Paesi hanno comu-nicato la loro adesione a partire dal 2019/2020.
La scorsa settimana l’Ocse hareso disponibile sul proprio sito
una mappa interattiva che pre-senta gli indicatori chiave e i risul-tati del lavoro sulle questioni fi-scali internazionali, con 150 paesi e giurisdizioni catalogati a secon-da che implementino lo strumen-to di scambio su richiesta ovvero quello automatico.
L’Italia ha aderito a entrambele modalità di scambio di dati, macon alcuni Paesi le convenzioni bilaterali ancora non contengonol’abolizione del segreto bancario o fiduciario (si veda la grafica in alto), pertanto la trasparenza po-trà essere piena, ma riferita solo adati sintetici ottenuti con lo scambio automatico. Proprio l’11 dicembre scorso l’Ocse ha ema-nato una nota in cui, prendendo spunto dalle diffusioni dei Pana-
ma e Paradise papers da parte delConsorzio internazionale dei giornalisti investigativi (Icij), ha dovuto prendere atto di un uso ancora diffuso di strutture of-fshore per nascondere proprietà e beneficiari di beni e reddito.
L’Ocse prendendo spunto dal-l’invito dei ministri delle finanze al G7 di Bari del 13 maggio 2017 a iniziare a «discutere possibili so-luzioni per affrontare le disposi-zioni volte a eludere le segnalazio-ni secondo lo standard comune disegnalazione o volte a fornire ai beneficiari effettivi il rifugio di strutture non trasparenti» e a di-scutere e individuare «regole di divulgazione obbligatorie del mo-dello ispirate all’approccio adot-tato per gli accordi di elusione de-
lineati nella relazione sull’azione 12 di Beps», ha predisposto un do-cumento di consultazione in cui sichiedono indicazioni delle parti interessate su regole che hanno loscopo di indirizzare i promotori e ifornitori di servizi con un coinvol-gimento materiale nella progetta-zione, commercializzazione o im-plementazione di accordi di eva-sione del Crs o strutture offshore.
Le norme proposte richiede-ranno a tali intermediari di divul-gare le informazioni sul regime fi-scale da loro progettato alle loro autorità fiscali nazionali. Le nor-me prevederanno altresì che le informazioni su tali sistemi (compresa l’identità di qualsiasi utente o beneficiario effettivo) vengano poi messe a disposizio-ne di altre autorità fiscali nazio-nali in conformità ai requisiti del modello di scambio di informa-zioni applicabile.
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OCSEAvviata consultazionesulle disposizioni volte a eluderele segnalazioni o a fornireai beneficiari effettivi il rifugiodi strutture non trasparenti
Paolo Bernasconi
Importanti restrizioni almodello Ocse sullo scam-bio automatico appena ap-
provate dal Parlamento svizze-ro. Decisione presa ratificando l’accordo sullo scambio auto-matico con il Gruppo di 41 Pae-si, con i quali lo scambio avver-rà nel corso del 2019, riguardo alla fotografia dei dati bancari efinanziari al 1° gennaio 2018. NelGruppo dei 41 figurano Stati che il governo svizzero diplo-maticamente definisce come «Stati problematici»: parecchi parlamentari temono la stru-mentalizzazione dei dati una volta pervenuti nelle mani di regimi che potrebbero usarli in modo non conforme alla Con-venzione europea sui diritti dell’uomo: i regimi russo, cine-se, saudita, brasiliano, turco e simili. Mentre l’approvazione allo scambio automatico con il primo Gruppo di 38 Paesi, com-presi i Paesi Ue, che avrà luogo nel corso del 2018, non aveva sollevato preoccupazioni, que-sta volta sono insorte molte vo-ci, come quella della deputata Martullo-Blocher, preoccupa-ta per eventuali vessazioni alle quali potessero essere esposti i connazionali residenti fiscal-mente nei Paesi cosiddetti pro-blematici. Il deputato Matter propose, invano, il rinvio sine die dello scambio automatico per questi 41 Paesi. Il Parlamen-to svizzero ha quindi imposto algoverno di presentare un rap-porto annuale sull’utilizzazio-ne da parte dei Paesi stranieri dei dati trasmessi dal Fisco svizzero. Non contento, nel re-lativo decreto federale, il Parla-mento svizzero ha introdotto l’articolo 1-bis che prevede con-dizioni restrittive dello scam-bio automatico, che quindi au-tomatico non sarà più.
Infatti, tutte le banche sviz-zere dovranno comunicare ai propri clienti residenti all’este-ro se e quali dati trasmetteran-no al Fisco straniero, e ciò entrola fine del giugno 2018 per 38 Stati, ed entro il 30 giugno 2019 per il Gruppo dei 41. Sulla base di questa comunicazione, i contribuenti potranno chiede-re la rettifica dei dati da comu-nicare al Fisco straniero. In ca-so di mancato accordo, il con-tribuente potrà sottoporre la sua richiesta al tribunale civile, con facoltà di ricorso, differen-do pertanto almeno di un paio di anni la data della trasmissio-ne effettiva all’estero delle in-formazioni finanziarie.
Sorgeranno agguerrite ver-tenze nei confronti di una ban-ca che dovesse rifiutarsi di rico-noscere la residenza in quei Pa-esi che vendono permessi a persone desiderose soltanto di evitare lo scambio automatico con le autorità del Paese in cui vivono. Benché non figurino nella lista nera Ue, fra questi Pa-esi primeggiano Bulgaria, Ci-pro, Grecia, Malta e Romania.
Una volta che si fosse chiari-to quali dati la banca possa tra-smettere al Fisco federale sviz-zero, nei confronti di quest’ulti-mo è ancora possibile chiedere una rettifica di eventuali errori,parimenti con facoltà di ricorsoalle autorità giudiziarie. Si trat-ta di norme introdotte nel solcodell’ondata normativa per raf-forzare la protezione dei dati personali, da ricondurre alla prossima entrata in vigore del GDPR/2016/679 (General da-ta protection regulation), della Ue. Allo scopo di garantire la compatibilità con questo nuo-vo strumento, il governo sviz-zero ha proposto al Parlamentola revisione della legge sulla protezione dei dati. In questo solco, il governo svizzero ha giàmenzionato le possibili reazio-ni alla violazione di questi re-quisiti minimi: blocco trasmis-sione dati o addirittura sospen-sione dell’accordo con un de-terminato Paese in attesa di garanzie sufficienti. Sembra ri-sorgere il segreto bancario.
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Legge federale verso la ratifica
I non residenti titolari di conti potrannochiedere la rettifica dei dati da comunicare
Il monitoraggio
A quota 148 gli Stati che ormai rispettanouna forma di scambio di informazioni fiscali
La Svizzera rilancia il segreto bancarioUn filtro alle richieste di dati - Sono 37 i Paesi che possono ancora opporre un veto totale
Alessandro GalimbertiMILANO
pNon sarà ancora un vento di restaurazione, ma il raffredda-mento di sensibilità sulla traspa-renza fiscale internazionale – mantra degli ultimi 5 anni – è or-mai un dato di fatto difficile da ignorare.
Dopo l’allerta dell’Ocse, chenel suo Implementation report dinovembre segnalava il ritardo di decine di Paesi nell’adeguamen-to agli standard per il futuro scambio di informazioni (si veda il Sole 24 Ore del 6 dicembre scor-so), ora la cronaca porta dritto in Svizzera. Domani il plenum dei due rami del Parlamento di Bernavoterà un’interpretazione molto restrittiva del rilascio delle infor-mazioni riguardanti cittadini stranieri con conti e investimentinei suoi istituti finanziari, tornan-do in sostanza a rilanciare lo stori-co brand di cassaforte alpina di “segreti&riservatezza”. Le ban-che e gli altri intermediari do-vranno avvisare in anticipo i cor-rentisti/risparmiatori/investito-ri stranieri circa i dati che si accin-gono a inviare automaticamente alle loro autorità fiscali. Non a ca-so avvocati e professionisti stan-no già mettendo a punto la strate-gia di rallentamento per via giudi-ziaria (ricorsi e opposizioni) del rilascio delle info, soprattutto in direzione Sud.
L’inversione di orientamentosul tema “trasparenza” non è co-munque un’esclusiva d’oltralpe. Come si vede nella cartina map-pamondo pubblicata a lato, dal-l’incrocio dei 148 Paesi che han-no siglato accordi multilaterali obilaterali per lo scambio di infor-mazioni fiscali, ben più della me-tà (90) mantengono una formapiù o meno intensa di segreto bancario, e 37 di questi addirittu-ra conservano il totale segreto bancario. Ancora più esplicita laposizione di altri 22 Paesi chenon hanno siglato alcun tipo di accordo per lo scambio di infor-mazioni fiscali.
Questa fotografia spiega me-glio di ogni altra considerazione l’ultimo rapporto dell’Ocse (Im-plementation report on automa-tic exchange of information) se-condo cui tra l’essere compliant nella legislazione e l’attivare gli scambi con le altre giurisdizioni c’è un saltum non da poco. L’at-teggiamento temporeggiante èvariegato, tra Paesi che non stan-no raccogliendo i dati che poi do-vrebbero trasmettere ai 100 e piùpartner «in quanto non interes-sati a ricevere informazioni», e altre giurisdizioni che stanno im-piegando «tempi eccessivamen-te lunghi per mettere in opera le basi legali per il funzionamentodello scambio automatico e per gli accordi multilaterali» neces-sari a far “scorrere” le informa-zioni. Il 15 % della platea degli Sta-ti, narra il rapporto, non ha nep-pure terminato l’allineamento con la legislazione internaziona-le, tra questi un buon numero deipaesi del Golfo (a cominciare da Quatar, Emirati, Kuwait, Brunei)e la Turchia che per varie ragioninon hanno ancora ratificato la Convenzione per lo scambio au-tomatico. Altri paesi caraibici e “oceanici” sono ancora più indie-tro nei processi di risalita verso l’emersione, tanto che il Report conclude che «un certo numero di giurisdizioni ha mancato pie-tre miliari» sul percorso e ora ha timeline sfidanti, per usare un eufemismo.
Intanto però l’Europa, moltoattiva in queste settimane sul pia-no del rilancio della fiscalità, ha approvato ieri le raccomandazio-ni sui reati fiscali. Si tratta di misu-re ispirate dai 211 suggerimenti formulati dalla Commissione speciale d’inchiesta del Parla-mento europeo sul riciclaggio di denaro, l’elusione fiscale e l’eva-sione fiscale, che i deputati hannoapprovato con 492 voti in favore, 50 contrari e 136 astensioni. Tra i piani d’azione spicca la creazionedi registri pubblici dei titolari ef-fettivi delle aziende, le sanzioni contro gli intermediari che favo-riscono la pianificazione fiscale aggressiva e la richiesta di costi-tuire una commissione perma-nente per indagare sulla fiscalità.
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NOTE: ¹ Si avvalgono del trattato sottoscritto dal Regno Unito; ² Si avvalgono del trattato sottoscritto dai Paesi Bassi; ³ si avvalgono del trattato sottoscritto dalla Danimarca; * in vigore l'accordo FATCA per lo scambio automatico di informazioni FONTE: elaborazione Il Sole 24 Ore
Lo scambiodi informazionicon l’ItaliaA cura di Valerio Vallefuoco
Limitato
SEGRETO BANCARIO
Totale
Assente
ACCORDI BILATERALI
DTC: convenzione controla doppia imposizione
TIEA: accordo sullo scambiodi informazioni fiscali
Con scambio automaticomultilaterale (CRS)
Che attuano entrambi gli scambi
Con scambio su richiesta bilaterale
Che non aderiscono ad alcun accordo
LEGENDA PAESI
Anguilla¹Sant Maarten²
British Virgin Islands¹Saint Kitts and Nevis
Cuba
HaitiRep. Dominicana
Jamaica
BahamasTurks e Caicos Islands¹
BahrainQatarEAUOman
BelizeMessico
ColombiaEcuador
Costa RicaPanama
VenezuelaEl SalvadorGuatemala
Cayman Islands¹
BeninTogo
Nigeria
Costa d'Avorio
Liberia
Ghana
GabonGabonGabonGabonGabonGabonGabonGabon
CameroonCameroonCameroonCameroonCameroon
RwandaUganda
LesotoSud Africa
GibutiGibuti
KenyaKenya
Tanzania
Cambogia
Vietnam
Malaysia
Sri LankaSri LankaSri LankaSri Lanka
Singapore
Indonesia
Chad
Burkina FasoBurkina FasoBurkina FasoBurkina Faso
MauritaniaMauritania
Senegal
Antigua e BarbudaMontserrat¹Dominica
Barbados
Grenada
Trinidad and Tobago
Saint LuciaS. Vincent e Grenadines
Guyana
Brasile
Canada
USA*
Bermuda¹
Aruba²Curaçao²
Albania
San Marino
Slovacchia
Slovenia
Ungheria
VaticanoVaticano
Cipro SiriaIsraeleLibano
Bulgaria
AustriaRep. Ceca
GermaniaPolonia
DanimarcaPaesi bassi
NorvegiaSvezia
EstoniaLettoniaLituania
FinlandiaArmenia
Giordania
Kuwait
Iran
TurkmenistanTurkmenistanTurkmenistanTurkmenistanTurkmenistanTurkmenistanTurkmenistanTurkmenistan
KazakistanMongolia
Russia
Bielorussia
Moldavia
Bosnia e ErzegovinaMontenegro
Serbia
Macedonia
Madagascar
MozambicoMozambicoMozambicoMozambicoMozambico
Zambia
Mauritius
Georgia
Azerbaijan
UzbekistanUzbekistanUzbekistanUzbekistanKyrgyzstan
Tajikistan
BangladeshBangladesh
Cina Corea del SudGiappone
FilippineFilippine
ThailandiaThailandia
Hong KongMacao
Brunei Marshall IslandsNauru
SamoaVanuatu
Papua Nuova GuineaPapua Nuova GuineaPapua Nuova GuineaPapua Nuova Guinea
Maldive
Seychelles
Croazia
Algeria EgittoLibia
Etiopia
Argentina Uruguay
Cook Islands
Niue
ArabiaSaudita India
PakistanPakistanPakistan
Turchia
Ucraina
Australia
Nuova zelanda
Groenlandia³
Islanda
Grecia
TunisiaTunisiaTunisia
Romania
Malta
Svizzera
Belgio
Liechtenstein
Lussemburgo
Andorra
PortogalloSpagna
FranciaMonaco
Gibilterra¹
Marocco
Guernsey¹Jersey¹
Isola di Man¹Regno Unito
Isoe Far Oer³Irlanda
Gli accordi. Le convenzioni bilaterali e multilaterali coinvolgono oltre 150 Paesi
Doppio binario sulla trasparenzaValerio Vallefuoco
pNegli ultimi anni la trasparen-za e cooperazione internazionale in materia fiscale è stata persegui-ta in ambito Ocse sempre con più impegno. L’obiettivo è stato rag-giunto coinvolgendo oltre 150 Stati che hanno aderito ai modellidi accordi internazionali predi-sposti dall’Ocse attraverso scam-bi su richiesta (Eoir, Exchange in-formation on request) e automa-tici (Aeoi, Automatic exchange ofinformation).
Tra gli accordi bilaterali rien-trano quelli contro la doppia im-posizione (Dtc, Double tax con-vention) e sullo scambio di infor-mazioni tra amministrazioni fi-nanziarie (Tiea, Tax informationexchange agreement): in questi
casi le informazioni vengono scambiate a seguito di richieste singole o di gruppo effettuate da un Paese all’altro firmatario del-l’accordo.
Nel caso di utilizzo dello scam-bio automatico gli Stati hanno aderito al Crs (Common repor-ting standard), modello di accor-do multilaterale che prevede standard comuni di catalogazio-ne delle informazioni sui conti
correnti detenuto dai contribuen-ti all’estero (nome, cognome, sta-to di residenza, codice fiscale e giacenza media annuale del con-to). Questi dati vengono scambia-ti automaticamente attraverso flussi informatici che partono da ogni Paese firmatario nei con-fronti di tutte le altre giurisdizioniaderenti. Lo scambio è già iniziatoper i Paesi più virtuosi (early adopters), che il 30 settembre 2017hanno scambiato i dati del 2016; per gli altri Paesi la raccolta dei da-ti è iniziata quest’anno e lo scam-bio avverrà nel 2018 (fast fol-lowers). Altri Paesi hanno comu-nicato la loro adesione a partire dal 2019/2020.
La scorsa settimana l’Ocse hareso disponibile sul proprio sito
una mappa interattiva che pre-senta gli indicatori chiave e i risul-tati del lavoro sulle questioni fi-scali internazionali, con 150 paesi e giurisdizioni catalogati a secon-da che implementino lo strumen-to di scambio su richiesta ovvero quello automatico.
L’Italia ha aderito a entrambele modalità di scambio di dati, macon alcuni Paesi le convenzioni bilaterali ancora non contengonol’abolizione del segreto bancario o fiduciario (si veda la grafica in alto), pertanto la trasparenza po-trà essere piena, ma riferita solo adati sintetici ottenuti con lo scambio automatico. Proprio l’11 dicembre scorso l’Ocse ha ema-nato una nota in cui, prendendo spunto dalle diffusioni dei Pana-
ma e Paradise papers da parte delConsorzio internazionale dei giornalisti investigativi (Icij), ha dovuto prendere atto di un uso ancora diffuso di strutture of-fshore per nascondere proprietà e beneficiari di beni e reddito.
L’Ocse prendendo spunto dal-l’invito dei ministri delle finanze al G7 di Bari del 13 maggio 2017 a iniziare a «discutere possibili so-luzioni per affrontare le disposi-zioni volte a eludere le segnalazio-ni secondo lo standard comune disegnalazione o volte a fornire ai beneficiari effettivi il rifugio di strutture non trasparenti» e a di-scutere e individuare «regole di divulgazione obbligatorie del mo-dello ispirate all’approccio adot-tato per gli accordi di elusione de-
lineati nella relazione sull’azione 12 di Beps», ha predisposto un do-cumento di consultazione in cui sichiedono indicazioni delle parti interessate su regole che hanno loscopo di indirizzare i promotori e ifornitori di servizi con un coinvol-gimento materiale nella progetta-zione, commercializzazione o im-plementazione di accordi di eva-sione del Crs o strutture offshore.
Le norme proposte richiede-ranno a tali intermediari di divul-gare le informazioni sul regime fi-scale da loro progettato alle loro autorità fiscali nazionali. Le nor-me prevederanno altresì che le informazioni su tali sistemi (compresa l’identità di qualsiasi utente o beneficiario effettivo) vengano poi messe a disposizio-ne di altre autorità fiscali nazio-nali in conformità ai requisiti del modello di scambio di informa-zioni applicabile.
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OCSEAvviata consultazionesulle disposizioni volte a eluderele segnalazioni o a fornireai beneficiari effettivi il rifugiodi strutture non trasparenti
Paolo Bernasconi
Importanti restrizioni almodello Ocse sullo scam-bio automatico appena ap-
provate dal Parlamento svizze-ro. Decisione presa ratificando l’accordo sullo scambio auto-matico con il Gruppo di 41 Pae-si, con i quali lo scambio avver-rà nel corso del 2019, riguardo alla fotografia dei dati bancari efinanziari al 1° gennaio 2018. NelGruppo dei 41 figurano Stati che il governo svizzero diplo-maticamente definisce come «Stati problematici»: parecchi parlamentari temono la stru-mentalizzazione dei dati una volta pervenuti nelle mani di regimi che potrebbero usarli in modo non conforme alla Con-venzione europea sui diritti dell’uomo: i regimi russo, cine-se, saudita, brasiliano, turco e simili. Mentre l’approvazione allo scambio automatico con il primo Gruppo di 38 Paesi, com-presi i Paesi Ue, che avrà luogo nel corso del 2018, non aveva sollevato preoccupazioni, que-sta volta sono insorte molte vo-ci, come quella della deputata Martullo-Blocher, preoccupa-ta per eventuali vessazioni alle quali potessero essere esposti i connazionali residenti fiscal-mente nei Paesi cosiddetti pro-blematici. Il deputato Matter propose, invano, il rinvio sine die dello scambio automatico per questi 41 Paesi. Il Parlamen-to svizzero ha quindi imposto algoverno di presentare un rap-porto annuale sull’utilizzazio-ne da parte dei Paesi stranieri dei dati trasmessi dal Fisco svizzero. Non contento, nel re-lativo decreto federale, il Parla-mento svizzero ha introdotto l’articolo 1-bis che prevede con-dizioni restrittive dello scam-bio automatico, che quindi au-tomatico non sarà più.
Infatti, tutte le banche sviz-zere dovranno comunicare ai propri clienti residenti all’este-ro se e quali dati trasmetteran-no al Fisco straniero, e ciò entrola fine del giugno 2018 per 38 Stati, ed entro il 30 giugno 2019 per il Gruppo dei 41. Sulla base di questa comunicazione, i contribuenti potranno chiede-re la rettifica dei dati da comu-nicare al Fisco straniero. In ca-so di mancato accordo, il con-tribuente potrà sottoporre la sua richiesta al tribunale civile, con facoltà di ricorso, differen-do pertanto almeno di un paio di anni la data della trasmissio-ne effettiva all’estero delle in-formazioni finanziarie.
Sorgeranno agguerrite ver-tenze nei confronti di una ban-ca che dovesse rifiutarsi di rico-noscere la residenza in quei Pa-esi che vendono permessi a persone desiderose soltanto di evitare lo scambio automatico con le autorità del Paese in cui vivono. Benché non figurino nella lista nera Ue, fra questi Pa-esi primeggiano Bulgaria, Ci-pro, Grecia, Malta e Romania.
Una volta che si fosse chiari-to quali dati la banca possa tra-smettere al Fisco federale sviz-zero, nei confronti di quest’ulti-mo è ancora possibile chiedere una rettifica di eventuali errori,parimenti con facoltà di ricorsoalle autorità giudiziarie. Si trat-ta di norme introdotte nel solcodell’ondata normativa per raf-forzare la protezione dei dati personali, da ricondurre alla prossima entrata in vigore del GDPR/2016/679 (General da-ta protection regulation), della Ue. Allo scopo di garantire la compatibilità con questo nuo-vo strumento, il governo sviz-zero ha proposto al Parlamentola revisione della legge sulla protezione dei dati. In questo solco, il governo svizzero ha giàmenzionato le possibili reazio-ni alla violazione di questi re-quisiti minimi: blocco trasmis-sione dati o addirittura sospen-sione dell’accordo con un de-terminato Paese in attesa di garanzie sufficienti. Sembra ri-sorgere il segreto bancario.
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Così Bernaavviserài clienticontrollati
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