Download - L'Officina Numero 2
ALL’INTERNO:ALL’INTERNO:ALL’INTERNO:ALL’INTERNO:
Periodico Indipendente
Pare che essere indipendenti, al giorno d’oggi sia una grande sfida. E che non ricevere finan-ziamenti da parte alcuna, men che meno politica, sia cosa an-cora più difficile. Per questo ci poniamo stupiti (spesso più che stupiti) di fronte a chi, altrettan-to sbigottito, si chiede come L’Officina possa sopravvivere alle intemperie della vita. Ma quello che, chiariamo una volta per tutte, la redazione ha in mente è un progetto. Non un partito politico o una lista civi-ca. Ciò che sta dietro all’Officina è un’associazione che per un moto d’allegria è s t a t a c h i a m a t a “Attaccabottone”. E lo scopo dell’associazione, come quella del giornale, non è quella di schierarsi in un campo di cui, francamente, ben poco ce ne cale, ma osservare quanto ci accade intorno. Farcene un’idea critica, provare a cambiare nel nostro piccolo le cose segnalan-dole, dando voce ai cittadini e magari alle loro proteste. Ten-tare di promuovere quel poco di cultura che possiamo, che riu-sciamo, che è nelle nostre corde e competenze. E naturalmente essere indipendenti e autofinan-ziati (ringraziamo coloro che ci concedono l’onore di fare pub-blicità sulle nostre pagine) si-gnifica anche poter sbagliare nella più completa libertà. In-cappare e affrontare gli errori nel miglior modo per noi possi-bile. Essere indipendenti signi-fica, infine, poter chiudere i battenti se il progetto non do-vesse decollare o, miglior ipo-tesi, prendere il volo senza do-ver rendere conto ad alcuno. Mai.
L’Attaccabottone
Edilizia Convenzionata Pag. 2
Intervista a … Pag. 3
Rosario Camarda
Inchiesta Scuola Pag. 4
a cura di Autera, Ferrara, Fusco
Il Giardino di Titta Pag. 5
Sport : Basket 2000 Pag. 5
Arte & Cultura Pag. 6
Intervista a Marina Monzeglio
a cura di Mauro Baglieri
Risarcimenti Pag. 7
a cura dell’ Avv. Pietro Pisano
Edilizia convenzionata Tra vincoli e case invendute
La costruzione del quartiere Ca-
stello ha avuto inizio alla fine de-
gli anni '70, su aree agricole espro-
priate dal Comune e inserite nel
piano regolatore come P.E.E.P.
cioè edilizia economica popolare.
L'idea: quella di realizzare nuove
case in edilizia economica popola-
re da vendere a prezzo calmierato.
I terreni vennero ceduti ai costruttori in diritto di superficie (in pre-
stito) per 99 anni, stipulando delle convenzioni edilizie.
Continua a pag. 2
La scuola vista dai ragazzi delle
quinte dell’Erasmo da Rotter-
dam è come una medaglia a due
facce: promossa la preparazione
dei docenti, il rapporto tra com-
pagni e le aspettative di ingres-
so. Rimandate invece le struttu-
re scolastiche, a cui si aggiun-
gono la poca voglia di studiare e
le paure per un futuro ancora
incerto. Continua a pag. 4
SCUOLA Tra riflessioni
e superficialità Alla scoperta di
Basket 2000 Basket 2000 è un associazione
sportiva che nasce nel 2005
dalla volontà di alcuni genitori e
dell’allenatore Daniele Guidolin
che, spinto dalla passione del
suo primogenito Walter per
questo sport, decide di prendere
il patentino F.I.P. da allenatore.
Continua a pag. 5
Anno 2 Numero 2 Marzo Aprile 2011 Copia Gratuita
SPORT
All'Officina pensiamo non basti raccontare la realtà. Per fare infor-mazione sul serio, bisogna comprendere cosa accade e la Tv non fa eccezione. Il Forum sul linguaggio televisivo vuole raggiungere que-sto scopo: tre incontri, pensati come workshop in cui coinvolgere direttamente i partecipanti. Per info seguiteci su Facebook e sul blog http://officinaredazione.blogspot.com.
Cosa c'è oltre Il primo Forum sul Linguaggio Televisivo
VISTA AEREA QUARTIERE CASTELLO
L’OFFICINA PAG. 2L’OFFICINA PAG. 2L’OFFICINA PAG. 2L’OFFICINA PAG. 2 Art. 1 L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
VINCOLI, QUARTIERI E NORMATIVA
Come funziona l’edilizia convenzionata
Queste impegnavano i costrutto-
ri a vendere le case solo a perso-
ne con determinati requisiti e a
prezzo imposto e i vincoli, oltre
che al costruttore, venivano
trasferiti in automatico a chiun-
que fosse diventato proprietario
delle case. Chiunque volesse
rivendere la propria casa, dun-
que, doveva accertarsi che
l’acquirente avesse i requisiti e
calcolarne il prezzo di vendita
secondo i parametri riportati
dalla convenzione.
Il prezzo di vendita delle case in
edilizia convenzionata viene
infatti calcolato rivalutando il
prezzo pagato in base a degli
indici ISTAT. Nel 2002 nuove
leggi dello Stato permisero ai
Comuni di poter trasformare il
diritto di superficie in diritto di
proprietà. Il Comune di Nicheli-
no si adeguò nel 2004 con il
programma “Proprietario Vero”
che diede la possibilità ai pro-
prietari di trasformare il diritto
di superficie di 99 anni in pieno
diritto di proprietà, stipulando
nuove convenzioni tra Comune
e proprietari. Le nuove conven-
zioni edilizie riportavano, a
parte qualche modifica, quasi
tutti i vincoli delle prime. In
sostanza, anche in questo caso,
il prezzo di rivendita della casa
139/2009 di cui riportiamo le
conclusioni:
“Si può ritenere che in forza
della normativa vigente e della
giurisprudenza sopra citata i
vincoli convenzionali relativi
alla determinazione del prezzo
degli alloggi di edilizia agevo-
lata e convenzionata per le ces-
sioni successive alla prima non
siano più efficaci ed operanti;
per l'edilizia agevolata opera
esclusivamente il limite
all’alienabilità nel termine
quinquennale ex art. 20 L.
179/92, termine che per gli im-
mobili realizzati in forza di con-
venzioni stipulate tra il 1987 ed
il 1989 è con ogni probabilità
già decorso. Appare in effetti
opportuno che di tale ineffica-
cia si dia atto in una delibera di
Giunta, adeguatamente motiva-
ta, che possa anche valere a
costituire supporto di legittima-
zione per i soggetti che intenda-
no alienare i propri alloggi”.
Pertanto non ci sarebbero osta-
coli legislativi nel risolvere il
problema, basterebbe una deli-
bera della Giunta per poter im-
mettere sul mercato numerosi
immobili in edilizia convenzio-
nata che, altrimenti, resterebbe-
ro invendibili alle condizioni
attuali.
Antonello Marino
continuava ad
essere imposto
dalle convenzioni.
Esempio: una
casa di circa 100
mq con box, pa-
gata 210 milioni
di lire nel 1995,
oggi vale poco
più di 130 mila
euro. Negli anni
passati questo vincolo poteva
essere aggirato facilmente. Le
case venivano vendute senza
grossi ostacoli al valore di mer-
cato grazie al fatto che negli atti
di compravendita veniva indica-
to il valore catastale, solitamen-
te inferiore al prezzo di conven-
zione. Oggi non è più così facile
vendere un immobile in edilizia
convenzionata ad un prezzo
superiore: la legge Bersani del
2006 impone, infatti, di scrivere
sugli atti anche il valore real-
mente pattuito oltre al valore
catastale. L'attuale crisi ha o-
rientato le banche a non conce-
dere mutui superiori al valore
degli immobili che, per quelle
in edilizia convenzionata, è im-
posto dalle convenzioni. In so-
stanza chi volesse acquistare
una casa in edilizia convenzio-
nata, anche pagando un prezzo
superiore a quello imposto, do-
vrebbe poter avere a disposizio-
ne una certa liquidità. Chi deve
vendere o lo fa rinunciando a
migliaia di euro o non ci riesce.
Questo problema a Nichelino è
molto diffuso, in particolare nel
quartiere Castello. Escluse le
case che hanno superato i 30
anni e quindi non sono più vin-
colate dalle convenzioni, ce ne
sono molte degli anni '90 e 2000
che hanno questo problema.
Alcuni proprietari, però, si sono
chiesti se fosse giusto che i vin-
coli del prezzo imposto dovesse
gravare su di loro per così tanto
tempo. Già la corte di cassazio-
ne nel 2000 aveva individuato
nel costruttore l’unico soggetto
tenuto al contenimento dei prez-
zi delle case costruite in edilizia
convenzionata. La Regione Pie-
monte in risposta a quesiti posti
dalle amministrazioni comunali
che chiedevano delucidazioni
sul comportamento da adottare
nelle convenzioni che andavano
stipulare diede, nel 2009 e nel
2010, pareri favorevoli
all’eliminazione del vincolo del
prezzo imposto dalle convenzio-
ni edilizie.
Da qui la protesta, partita da una
pagina Facebook, e la richiesta
di intervento da parte dell’ am-
ministrazione. Il problema col-
pisce migliaia di famiglie, molte
delle quali non coscienti delle
convenzioni che anni prima
avevano firmato. In più c’è il
rischio di guai seri se non si
osservano i vincoli. Dai dati
raccolti sembrerebbe non ci
siano più le condizioni affinché
i vincoli di vendita a prezzo
imposto continuino a esistere
per i proprietari. Citiamo il pa-
rere della Regione Piemonte n°
CASE DI VIA BERLINGUER IN EDILIZIA CONVENZIONATA
L’OFFICINA PAG. 3L’OFFICINA PAG. 3L’OFFICINA PAG. 3L’OFFICINA PAG. 3 Art. 2 La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazio-ni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politi-ca, economica e sociale.
EDILIZIA CONVENZIONATA
Domande a Rosario Camarda, ex Segretario del Comune di Nichelino
Alcuni cittadini sostengono di
non poter vendere le case a
prezzi accettabili a causa delle
convenzioni edilizie che im-
pongono il prezzo di vendita.
Siamo stati invitati a parlarne
con lei che in qualità di Segre-
tario comunale, negli anni
passati, ne ha stipulate molte. In effetti è vero ne ho fatte molte
negli anni 2004 e 2005. Le con-
venzioni edilizie nascono da
leggi nazionali e regionali, le
fanno in tutta Italia non solo a
Nichelino.
Il problema è che la differenza
di prezzo tra quello imposto
dalle convenzioni edilizie e
quello di mercato va a svan-
taggio delle case in edilizia
convenzionata che dovrebbero
essere vendute a circa il 40%
in meno del valore… Credo che di case se ne siano
rivendute e che alla fine anche
le case in edilizia convenzionata
vengano rivendute a prezzo di
mercato.
Ma non sarebbe meglio elimi-
nare questi vincoli dalle con-
venzioni, se tanto nessuno le
rispetta? I vincoli sono il caposaldo delle
convenzioni, non credo si pos-
sano eliminare. Ci vorrebbero
delle leggi che consentano di
farlo.
Nel 2004, quando Lei era Se-
gretario comunale, fu indetto
il bando “Proprietario Vero”.
Ci può dire di cosa si tratta-
va? In quegli anni dovetti assistere
a parecchi atti di convenzione
poiché lo Stato permetteva ai
Comuni di trasformare le case
in edilizia convenzionata da
diritto di superficie in diritto di
proprietà per fare in modo che i
proprietari non dovessero più
cedere il terreno al Comune
allo scadere dei 99 anni. In
pratica si diventava proprietari
sia della casa che del terreno.
Però i vincoli della convenzio-
ne restavano? Si, i vincoli continuano ad es-
serci fino alla scadenza dei 30
anni a partire dalla convenzio-
ne originaria. Come detto si
dava solo la tranquillità che la
casa diventasse di proprietà a
tutti gli effetti, senza la paura di
quello che sarebbe successo
allo scadere dei 99 anni.
Una sentenza del Consiglio di
Stato del 1990, richiamata poi
in una sentenza della Corte di
Cassazione nel 2000, ha sanci-
to come gli unici obbligati a
rispettare il vincolo del prezzo
siano i costruttori, veri profit-
tatori della convenzione poi-
ché hanno ricevuto uno sconto
sugli oneri di urbanizzazione. Sicuramente sono i costruttori a
trarne i maggiori profitti altri-
menti in quelle aree non avreb-
bero potuto costruire niente e
comunque sono loro che hanno
ricevuto uno sconto sugli oneri
di urbanizzazione.
Come fa il Comune a determi-
nare se effettivamente c’è uno
sconto del costruttore sul
prezzo di mercato o se il co-
struttore fa economia sui ma-
teriali e quindi il suo margine
di guadagno rimane intatto? A volte si mandano i periti per
effettuare sopralluoghi ma sia-
mo in Italia e la “cultura del
controllo” non è radicata. .
Sempre a seguito della senten-
za della Corte di Cassazione e
alle numerose istanze di citta-
dini, alcune amministrazioni
hanno emesso delibere per
modificare le convenzioni o
eliminare il vincolo del prezzo
alle vendite successive alla
prima. Anche la Regione Pie-
monte ha emesso parere favo-
revole sul tema nel 2009 e nel
2010 Se ci sono gli strumenti legisla-
tivi per modificare le convenzio-
ni togliendo un problema ai
cittadini, non credo ci siano
altri motivi per non farlo. Il
quadro legislativo descritto mi
fa pensare che non ce ne siano.
Allora potrebbe esserci un
problema politico? Direi di no. Risolvere un pro-
blema di questo tipo non può
che far bene all'amministrazio-
ne (e ai cittadini, ndr).
a.m.
Art.34 La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.
L’OFFICINA PAG. 4L’OFFICINA PAG. 4L’OFFICINA PAG. 4L’OFFICINA PAG. 4
GIOVANI E SCUOLA
Una medaglia a due facce
È questo quanto emerge dal
questionario inerente uno dei
temi più importanti e scottanti
del dibattito nazionale: i giovani
e il loro rapporto con la scuola.
Così, mentre il 40% degli stu-
denti intervistati ritiene
l’istruzione inutile (3%) o poco
utile (37%) giacché l’unica cosa
davvero formativa sembra esse-
re l’esperienza, il restante 60%
assegna alla formazione scola-
stica un ruolo cardine poiché
fondamenta sulla quale edificare
il proprio futuro. Notevole la
divergenza tra il campione ma-
schile e quello femminile: oltre
il 50% dei ragazzi, al contrario
delle colleghe donne, sostiene
infatti l’inutilità della scuola. Il
divario si conferma in merito
all’intenzione di proseguire gli
studi all'università: se il 40%
sente fortemente il valore
dell’istruzione e sceglie di pro-
seguire (solo l’11% ammette di
voler frequentare l’università
per ottenere il “pezzo di carta” o
ritardare il proprio stato di di-
soccupato) solo il 29% è deter-
minato a
inter-
rompere
gli studi
per cer-
care un
lavoro. Il
dato più
preoccu-
pante
riguarda
però il
20% dei
ragazzi che ancora non ha riflet-
tuto sulle proprie priorità. Cio-
nonostante, l’analisi dei dati
rivela come gli studenti
dell’Erasmo siano tutt’altro che
frivoli. Ben l’81% dei ragazzi
dichiara di aver optato per un
percorso di studi che soddisfa-
cesse maggiormente i propri
interessi e prospettive di lavoro
mentre solo la minoranza affer-
ma di essere stato spinto nella
scelta dal
parere di
amici
(2%),
genitori
(10%) o
di aver
scelto
l’istituto
superiore
più vici-
no a casa
(7%).
Alto anche il gradimento: solo
una piccola minoranza (5%)
infatti, si pente della propria
scelta e il motivo è perlopiù
legato a problematiche esterne
al percorso intrapreso. Altro
fattore interessante è legato alla
volontà di apprendere: la mag-
gioranza dei ragazzi (54% -
75%) dedica meno di due ore al
giorno per lo studio e per la
propria crescita culturale extra
scolastica, mentre solo il 10% vi
dedica più di tre ore. Sebbene le
ore concesse alla crescita educa-
tiva e formativa siano limitate,
solo il 10% degli intervistati ha
manifestato l’intento (passato o
presente) di abbandonare gli
studi. E ora le pagelle: promos-
sa con un bel 7 la preparazione
dei docenti. Insufficiente il giu-
dizio sulla qualità delle aule
mentre una sufficienza risicata è
stata attribuita ai laboratori, alle
tecnologie offerte e ai collega-
menti scuola - città tramite i
mezzi pubblici. Da potenziare
anche le offerte extra scolasti-
che mentre un bel 10 va ai rap-
porti con docenti e compagni di
classe.
«L’importanza di una formazione scolastica è indubbia». Con queste parole la vicepreside
dell’Erasmo analizza il ruolo dato dai ragazzi all'istruzione. «La cultura rappresenta un ele-
mento fondamentale della formazione degli alunni – spiega – È il mezzo attraverso cui i ragaz-
zi possono affrontare gli aspetti del mondo del lavoro con sfumature e ampiezza di idee diverse
rispetto a quelle che possono essere fornite solo dall’esperienza». Spiegate con semplicità an-
che le ragioni che spingono ragazzi e ragazze a fare scelte differenti in merito all’università:
«In genere le ragazze sono più versate agli studi universitari mentre i maschi prediligono per-
corsi che li indirizzino subito verso un’autonomia economica – osserva la vicepreside – Con
l’introduzione dei nuovi indirizzi liceali, però, anche l’obiettivo dei ragazzi è cambiato: si va-
luta di più l’idea di affrontare un percorso di laurea triennale anche in virtù del fatto che rispetto a 20 anni fa le probabilità di trovare lavoro
solo con il diploma sono diminuite». Per quanto riguarda il buon rapporto dei ragazzi con l’istituto, il merito, secondo la vice Baudino, è da
imputare alla lungimiranza del preside Francesco Falbo : «Il dirigente scolastico è sempre favorevole a nuovi progetti e i ragazzi hanno la
possibilità di svolgere non solo lezioni frontali ma anche laboratori, scambi, progetti». E a chi “critica” le strutture scolastiche, risponde: «I
laboratori sono ciclicamente rinnovati ma l’evoluzione tecnologica è così rapida da impedirci di stare al passo coi tempi. Nonostante ciò
l'istituto vanta dei laboratori decisamente buoni come quelli linguistici, di economia aziendale, matematica e Cad». Apprendimento, nota
dolente. «Gli stimoli a cui sono sottoposti oggi i ragazzi sono molteplici come i mezzi e le tecnologie a disposizione. Siamo molto attenti
alla formazione soprattutto nel periodo del biennio ma ruolo fondamentale lo giocano anche le famiglie».
Intervista a… Claudia Baudino
a cura di Roberto Autera, Erica Ferrara, Pietro Fusco
L’OFFICINA PAG. 5L’OFFICINA PAG. 5L’OFFICINA PAG. 5L’OFFICINA PAG. 5 Art. 18 I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale. Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare.
Il Giardino di Titta Knights-Cavalieri dello sport Gli inizi della società non
sono certamente facili ma il
coach Guidolin riesce, nel
giro di poco tempo, a
“mettere insieme” un pugno
di ragazzi e dare vita ad una
società che dell’entusiasmo
e della voglia di partecipare
ha fatto le sue parole d’ordine. Ben presto il progetto coinvolge
ragazzi, bambini e tanti genitori volenterosi. L’associazione nasce
infatti, e prevalentemente come forma di divertimento per i ragazzi
(che vanno dai 3 ai 19 anni) e offre anche la possibilità di prendere
parte ad attività extra come per esempio, durante l’estate ragazzi
promossa dal comune, a corsi dedicati allo sport dove si impara o
si gioca a basket ma non solo. Basket 2000 è un progetto vero ed
efficace, che premia la volontà di quei genitori stanchi delle solite
società in cui, fin da piccoli, si guarda più alla quantità delle vitto-
rie e all’agonismo “spietato” che non a far crescere e coinvolgere i
ragazzi in una squadra dove a vincere non è solo il singolo ma tutti.
Ovviamente ci sono giocatori più bravi e meno bravi ma il rispetto
dei compagni e dell’avversario sono i valori fondamentali che alle-
natori e genitori cercano di trasmettere ai ragazzi. Questo è quello
che accade in Basket 2000 dove c’è una totale armonia tra i ragazzi
sia dentro che fuori dalla palestra. Con gli anni l’associazione è
cresciuta, accogliendo ragazzi provenienti anche da altre realtà
associative. Tanti i tornei ufficiali a cui partecipa. Ormai collauda-
ta l’inscrizione ai tornei PGS e al campionato FIP (promozione,
campionato di categoria e Minibasket nel torneo dedicato). Nel
2007, durante il ponte di Pasqua, il team, unica squadra italiana,
viene invitata a Cannes – Le Cannet per un torneo internazionale
mentre ogni anno, agli inizi di giugno, i ragazzi partecipano a Lio-
ne ad un torneo italo-francese, per le celebrazioni del gemellaggio
tra Nichelino e la città d'oltralpe di Caluire-et-Cuire. Ciò nonostan-
te l’associazione deve fare quotidianamente i conti con i costi che
ogni squadra ha, e che sono un problema soprattutto per le piccole
società. Basket 2000, infatti, si autofinanzia e non ha grossi spon-
sor alle spalle. La società vive soprattutto grazie ai tesseramenti
con cui paga le iscrizioni ai tornei, arbitraggi, manutenzione e affit-
to della palestra della scuola Gramsci, sita in via Cacciatori e divi-
se (i canestri e la struttura sono forniti dal comune). Riuscire a te-
nersi in piedi è un grande sforzo, per questo l’associazione che da
un pugno di ragazzini è arrivata a contare un centinaio di iscritti,
merita un grande plauso. Allenatori delle squadre sono Daniele
Guidolin (allenatore dei bambini dai 3 ai 6 anni), Paolo Bruno
(settore mini-basket) e Daniele Povan (settore giovanile). Per ulte-
riori informazioni sull’associazione è possibile visitare il suo sito
internet all’indirizzo www.basket2000nichelino.it o visitare la fan-
page di Facebook Asd Basket 2000 Nichelino.
Emanuele Depetris
Da Nichelino al Ciad. E’ un filo diret-
to di solidarietà quello che lega i vo-
lontari dell’associazione Il Giardino
di Titta alla missione delle suore fran-
cescane alcantarine in centro Africa.
Dal 2004, prima come semplice grup-
po di amici e poi come vera e propria
associazione costituita nel 2008, la
onlus sostiene il centro missionario diretto da suor Paola Letizia
Pieraccioni. Nell’arco degli anni l’associazione ha fornito materia-
le didattico alla scuola, ha istituito un atelier per le donne con le-
zioni di lavoro a maglia, ricamo e cucito, ha avviato il laboratorio
delle bambole e ha finanziato la ristrutturazione del dispensario
medico nel villaggio di Bodo, realizzandone la sala parto. Poi ha
ampliato il raggio d’azione e “adottato” un progetto molto caro alla
congregazione delle amiche alcantarine: la costruzione di un
college per ragazze, aperto anche alla popolazione locale. Il cantie-
re, ormai in fase avanzata, dovrebbe chiudersi in tempo per l’inizio
del prossimo anno scolastico. Nel giardino della missione sta pren-
dendo forma il dormitorio, con servizi, mensa e sala comune dove
sono previste anche attività per gli esterni. L’obiettivo è consentire
a giovani ragazze senza prospettive di portare a termine gli studi
secondari e frequentare laboratori di arti e mestieri. Un progetto
ambizioso, che impegna l’associazione da un paio di anni. E pensa-
re che l’impegno è nato quasi per caso, dall’amicizia con suor Cri-
stina Boldrini. Dopo un’esperienza a Nichelino Cristina ha scelto
di partire per il Ciad e gli amici conosciuti in città hanno deciso di
accompagnarla idealmente. I progetti ciadiani sono finanziati met-
tendo in gioco i talenti di soci, amici, parenti e sostenitori. Il risul-
tato sono bomboniere, ma anche cene collettive, feste in giardino e
le tante occasioni che possono prestarsi per la raccolta di fondi. A
dicembre, già da due anni, l’associazione distribuisce un calendario
con le immagini scattate a Doba e Bodo da una delle fondatrici,
Alessandra Milani, osteopata che da gennaio a giugno 2010 ha
vissuto là e messo le sue capacità professionali al servizio delle
strutture sanitarie locali. In Ciad Alessandra era già stata due volte
con la sorella Francesca, oggi presidente della onlus. Al suo fianco,
in veste di vicepresidente, c’è la zia Maurizia Ponzio, entrambe
eredi di una delle storiche famiglie cittadine. Ad affiancarle nel
direttivo sono il tesoriere Laura Salusso, di Vinovo, e i consiglieri
Cristina Vergnano, di La Loggia, Edoardo Milani, papà delle due
fondatrici, Andrea Palassini, anche lui nichelinese, oltre al toscano
Giampiero Pieraccioni. In prima fila tra gli associati operativi c’è
Anna Ponzio Milani, mamma di Francesca e Alessandra. Pur aven-
do la sede legale a Torino l’associazione è “geneticamente” niche-
linese. Il giardino in cui è nata l’iniziativa di solidarietà, infatti, è
quello di casa Ponzio. Informazioni sulla associazione e le sue atti-
vità sul sito www.ilgiardinodititta.org.
Cristina Nebbia
LA REDAZIONE:
Direttore Responsabile Erika Nicchiosini Condirettore Daniela Demasi Proprietà della Testata: Associazione L’attaccabottone Pres. Daniela Demasi P. iva 10375680013 C.F. 10375680013 [email protected] Registrazione Tribunale di Torino n. 61 del 29/10/2010 Stampato da: GRAFICHE VIESTI di Viesti A. & C. S.n.c. Sede legale: V. Nizza, 400 10127 Torino Sede operativa ed amministrativa: V. Calatafimi 9 10042 Nichelino (TO) P. iva / Cod. Fisc.: 06631250013 C.C.I.A.A. Reg. Ditte 800536 Reg. Trib. TO 159/94 Ci puoi trovare: officinaredazione.blogspot.com Facebook: L’Officina Redazione [email protected] 3337626840 Per le inserzioni pubblicitarie: 3346072323 DISTRIBUZIONE GRATUITA
L’OFFICINA PAG. 6L’OFFICINA PAG. 6L’OFFICINA PAG. 6L’OFFICINA PAG. 6 Art. 33. L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Arte & Cultura a cura di Mauro Baglieri
Marina Monzeglio: l’arte del vetro
Marina Monzeglio si diploma all’istituto tecnico femminile completando la sua carriera scolastica
all’Accademia Albertina di Belle Arti acquisendo un secondo diploma in scenografia. Dopo aver intrapreso
per un breve periodo la carriera di scenografa, decide di dedicarsi alla professione di insegnante che decide di
interrompere verso la fine degli anni ’80. Del 1998 è l’idea di aprire uno studio d’arte a Nichelino, lo “Studio
Dedalus”, luogo privilegiato per la produzione della sua “arte” Marina Monzeglio si cimenta nella lavorazione
della terracotta, nella pittura e ancor meglio nella lavorazione del vetro da cui riesce a estrapolare la parte mi-
gliore della sua arte. Con piccoli strumenti come un forno e una mola ad acqua, Marina costruisce forme bidi-
mensionali in vetro che oltrepassano la comune visione della realtà. Le sue opere non sono espressioni di vita
moderna ma segni. Segni di popolazioni vissute, primitivi, come possono essere dei cerchi concentrici spirali,
gocce e forme geometriche. Le sue opere decorative o ornamentali nascono da ispirazioni, segni tribali mentre
le opere da inserire in contesti architettonici come vetrate, porte, separé, muri in vetro ecc. nascono tutte da un progetto. La lavorazione dei
manufatti avviene grazie all’unione di pezzi di vetro colorati assemblati tramite listelli di piombo o stagno (vetro legato a piombo o stagno).
L’unione delle parti e l’amalgama delle diverse tonalità di colori accesi e abbinati tra loro, creano alla fine del lavoro – e solo alla fine – il
valore artistico delle opere. La tecnica utilizzata dall’artista per creare le sue magnificenze lucenti è chiamata “vetro legato”, ed è stata e-
sportata dall’America dal gioielliere Louis Comfort Tiffany (tecnica Tiffany). Tante le opere realizzate dalla Monzeglio che ha creato ma-
nufatti d’arte anche per la chiesa Regina Mundi di Via Cuneo. I suoi lavori sono stati richiesti dal Comune di Nichelino nonché da proprie-
tari di ville storiche che hanno richiesto vetrate artistiche ornamentali e pareti, mancorrenti e scale. Marina Monzeglio annovera tra le sue
attività anche la partecipazione a molte mostre antologiche e collettive tra cui il Metafore e trasparenze, mostra collettiva internazionale a
Grugliasco, Metamorfosi a Pianezza e NAC, Novegro Arte contemporanea, collettiva nazionale a Milano. È componente in qualità di e-
sperto della commissione per i Disciplinari di produzione del settore “Vetro – ceramica – pietra” della Regione Piemonte.
L’OFFICINA PAG. 7L’OFFICINA PAG. 7L’OFFICINA PAG. 7L’OFFICINA PAG. 7 Art. 54. Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giura-mento nei casi stabiliti dalla legge.
L’angolo legale a cura dell’Avv. Pietro Pisano
Non sono infrequenti gli infor-
tuni causati dalle pessime con-
dizioni in cui versano le strade e
i marciapiedi delle nostre città.
Ottenere il risarcimento dei dan-
ni patiti a seguito di una caduta
causata da una buca, da un av-
vallamento o di quelli subiti a
seguito di un incidente automo-
bilistico causato dall'asfalto reso
sdrucciolevole dalla presenza,
ad esempio, di pietrisco o di una
chiazza oleosa, non è impresa
così semplice. Difficilmente
l'ente pubblico paga spontanea-
mente e il ricorso alla via giudi-
ziaria non è esente da rischi.
Tuttavia, se fino a qualche anno
fa risultava difficile ottenere un
risarcimento da parte della pub-
blica amministrazione, oggi vi è
una interpretazione della leg-
ge più favorevole ai danneggiati
e che prevede l’applicabilità nei
succitati casi dell’articolo 2051
del codice civile. Tale norma
prevede che ognuno è responsa-
bile del danno cagionato dalle
cose che ha in custodia (salvo
che provi il caso fortuito) e san-
cisce, pertanto, una presunzione
di responsabilità a carico di chi
ha in custodia il bene: nel nostro
caso, la strada. Il danneggiato
dovrà solo provare il danno ed il
“nesso di causalità”, ossia forni-
re la prova che il danno è stato
cagionato da quel determinato
bene (la strada dissestata).
L’amministrazione custode del-
la strada, per liberarsi
dall’obbligazione risarcitoria,
dovrà dimostrare che l’evento
dannoso è derivato dal caso
fortuito. La nozione di caso
fortuito viene però interpretata
in modo tale da mitigare la re-
sponsabilità della pubblica am-
ministrazione. Il giudice dovrà
valutare il grado di vigilanza da
esigere al comune: sarà più
facile ottenere una condanna al
risarcimento dei danni se l'inci-
dente si è verificato nel centro o
in una zona densamente popola-
ta della città, dove maggiori
sono le possibilità di controllo.
Al contrario, il comune potreb-
be riuscire più facilmente a
“scamparla” se l'evento dannoso
si è verificato in zone periferi-
che e scarsamente popolate. Si
dovrà inoltre considerare la na-
tura e il tipo di causa che ha
prodotto il danno. Se la causa è,
infatti, costituita dall'usura del
manto stradale, dalla presenza
di buche, dalla segnaletica con-
traddittoria o ingannevole, è
ovvio che la responsabilità del
comune potrà essere affermata,
trattandosi di fattori di rischio
che il custode può conoscere
utilizzando la normale diligen-
za, vigilando sul territorio e
effettuando le necessarie opere
di manutenzione per conservare
le strade in condizioni ottimali
di efficienza. Diverso è il caso
delle situazioni di pericolo oc-
casionalmente create da terzi,
non conoscibili né eliminabili
con immediatezza. Ciò che ad
esempio si verifica con la per-
dita d’olio da un veicolo di pas-
saggio o con l'abbandono o la
caduta di oggetti pericolosi
sull’asfalto. In tali ipotesi occor-
rerà esaminare quanto tempo è
trascorso fra il verificarsi di
questi fatti e l'incidente.
L’evento potrà considerarsi
fortuito qualora non sia trascor-
so il tempo ragionevolmente
sufficiente affinché l’ente gesto-
re acquisisca conoscenza del
pericolo che si è creato. Non si
può pretendere, infatti, che un
comune intervenga dopo pochi
minuti dalla perdita di olio da
parte di un veicolo. A coloro
che dovessero incappare in una
di queste disavventure consiglio
di chiedere l'immediato inter-
vento della polizia municipale,
far rilevare le condizioni della
strada, verbalizzare immediata-
mente l'esistenza dell'anomalia,
scattare alcune foto dei luoghi
prima che vengano ripristinati e
raccogliere il nominativo di
eventuali testimoni. Queste ac-
cortezze permetteranno di intra-
prendere con maggiori probabi-
lità di successo l’azione per il
risarcimento dei danni.
Alzati e cammina, tanto il comune difficilmente ti risarcirà