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Marco GhettiPortfolio
Formazione
2010: iscrizione al Corso di Laurea in Architettura delle Costruzioni presso il Politecnico di Milano - in corso
2008: conseguimento della Laurea in Scienze della Comunicazione presso l’Alma Mater Studiorum - Università di Bologna
2003: diploma presso il Liceo Artistico Adolfo Venturi di Modena
Esperienze professionali
2008: impiego presso “IRECOOP Formazione” dove mi sono occupato dei contenuti e della gestione di corsi di formazione, fino al 2010
2014: impiego presso "Studio Binocle"dell'architetto Lorenzo Bini, a Milano, dove mi occupo di progettazione e di disegno a mano e al CAD, e dove lavoro attualmente. www.binocle.it
Marco Ghetti telefono: +39-393-4270808 [email protected]
Dati
Nato a: Modena il 21-1-1984Residente a: Milano, via Beato Angelico 27Interessi: architettura, disegno geometrico,
moda, cucina, arte, fotografia, lingua italiana
Conoscenze
Software: Autocad, Vector Works, Photoshop, Illustrator, Indesign, Office
Lingue: inglese ottimo, francese e spagnolo scolastico
Autorizzazione al trattamento dei dati personali ai sensi del D. Lgs. 196/2003
Portfolio dei lavori universitari
Wall StopParco Sempione, MilanoProgetto vincitore del concorso per studenti “One man living - Edizione 2011”
La parete-padiglione
Il tema progettuale è quello dei piccoli spazi per abitare. Si
riferisce ad esperienze chiave del passato come i prototipi di unitá
d’emergenza degli anni ‘60, ma in particolare si ricollega alle
mini-architetture giapponesi e agli spazi progettati dall’architetto Shigeru Ban utilizzando pro li
metallici a “L”, tipicidegli scaffali libreria.
Wall Stop è un padiglione idealmente collocato all’interno del Parco Sempione. Partendo dal tema dei Raggi Verdi, delle immaginarie linee di natura che, irradiandosi dal centro di Milano, attraversano tutta la città, si è pensato di dotare questi
spazi di una serie di strutture effimere, dalle
funzioni diversificate:- riposare;- leggere;
- osservare la natura;- consumare un pasto.
Il progetto
POLITECNICO DI MILANOFACOLTA' DI ARCHITETTURA CIVILEARCHITETTURA DELLE COSTRUZIONI
LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DELL'ARCHITETTURA DI INTERNIPROFESSORI: L. OTTOLINI, G. AGATA GIANNOCCARI, M. UGOLINI, O. MEREGALLICOLLABORATORI: E. BERNARDI, E. FASSINA, L. MESSINA, C. RONCHI
SEZIONE C2 - A.A. 2010/2011GRUPPO STUDENTI:M. GHETTI, G. RIBEIRO, V. SORTINO
ASSONOMETRIA
SEZIONE A-A
WALL STOP
TEMA:Il tema del nostro progetto parte dall'idea di una forma compatta che si sviluppa in
diverse forme con i corrispondenti diversi usi.
DESCRIZIONE:Il progetto si sviluppa partendo da una forma compatta che all'occasione si
trasforma in uno spazio polifunzionale: infatti, ogni parte ha una funzione che lo
caratterizza e che ne determina le forma. E' pensato appunto come luogo di sosta
e ristoro che permetta inoltre, alle persone che decidono di usufruirne, di
relazionarsi e comunicare.
La collocazione ideale è all'interno dei raggi verdi previsti per Expo 2015 o parchi.
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SPAZI FUNZIONALIMATERIALI
Profili angolari
Pannelli dipolistireneestruso
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Parco Sempione
Raggi Verdi
RIFERIMENTI
Steven Holl_Storefront for Artand Architecture(New York, 1992)
Shigeru Ban_Artek Pavillon(Milano, 2007)
SEZIONE ORIZZONTALE +0.9 mA
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L’uso di profilati in acciaio a “L” ha influenzato la forma e la tecnologia del progetto. I
tamponamenti sono realizzati in pannelli di polistirne estruso, un
materiale usato normalmente come isolante. La sua leggerezza ha
permesso di tenere conto, durante la progettazione, dei soli “carichi
accidentali”, il peso cioèdi un corpo umano.
Lo sviluppo monodimensionale dei profilati ha avuto come
conseguenza direttal’ortogonalità della forma.
Le viti e i bulloni di fissaggio hanno ispirato i ribaltamenti dei
singoli elementi funzionali. Connettere due profilati tra loro
risulta essere infatti un’operazione simile all’incernierare tra loro due
elementi mobili.
Le funzioni
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Il padiglione nasce come una forma chiusa e
compatta, che all’occasione si trasforma
in uno spazio polifunzionale. Ciascuna della facce ha infatti una funzione peculiare, che si attiva grazie alla rotazione
o al ribaltamento degli elementi che la
compongono. Ecco così comparire sedute, piani di
appoggio, pensiline, un tavolo, una sdraio
ribaltabile. La struttura prende così vita, e le
aperture che ne risultano favoriscono la
comunicazione tra i diversi “ambienti”.
Da chiusa, la sruttura può essere usata come muro
bacheca, sul quale posizionare mappe, guide,
informazioni.
POLITECNICO DI MILANOFACOLTA' DI ARCHITETTURA CIVILEARCHITETTURA DELLE COSTRUZIONI
LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DELL'ARCHITETTURA DI INTERNIPROFESSORI: L. OTTOLINI, G. AGATA GIANNOCCARI, M. UGOLINI, O. MEREGALLICOLLABORATORI: E. BERNARDI, E. FASSINA, L. MESSINA, C. RONCHI
SEZIONE C2 - A.A. 2010/2011GRUPPO STUDENTI:M. GHETTI, G. RIBEIRO, V. SORTINO
ASSONOMETRIA
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WALL STOP
TEMA:Il tema del nostro progetto parte dall'idea di una forma compatta che si sviluppa in
diverse forme con i corrispondenti diversi usi.
DESCRIZIONE:Il progetto si sviluppa partendo da una forma compatta che all'occasione si
trasforma in uno spazio polifunzionale: infatti, ogni parte ha una funzione che lo
caratterizza e che ne determina le forma. E' pensato appunto come luogo di sosta
e ristoro che permetta inoltre, alle persone che decidono di usufruirne, di
relazionarsi e comunicare.
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Viste
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TEMA:Il tema del nostro progetto parte dall'idea di una forma compatta che si sviluppa in
diverse forme con i corrispondenti diversi usi.
DESCRIZIONE:Il progetto si sviluppa partendo da una forma compatta che all'occasione si
trasforma in uno spazio polifunzionale: infatti, ogni parte ha una funzione che lo
caratterizza e che ne determina le forma. E' pensato appunto come luogo di sosta
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Tra la campagna e i parchi - Il progetto di una nuova centralità urbanaQuinto Romano, Milano
Il ponte tra i boschi
Il quartiere di Quinto Romano è situato a nord ovest dell’area
comunale di Milano. La visione aerea dell’area permette di capire a fondo quanto in realtà la periferia
di Milano sia effettivamente verde, sebbene non venga percepita
come tale da chi la vive.Si nota immediatamente la
presenza di due grandi parchi, il Bosco in Città a ridosso del confine
nord del borgo, e il Parco delle Cave, molto più esteso, a sud.Si è deciso di inserire Quinto
Romano all’interno di un’ipotetica Cintura Verde, che abbia la
funzione di collegare i due parchi e garantire accesso immediato al
verde esistente, oltre che di fornirne di nuovo ai residenti, all’interno della città. Ci si è
concentrati su alcune aree dismesse a nord, al centro e a sud
dell’abitato. Il risultato è un continuum verde che rende Quinto
Romano il portale di ingresso ai due parchi, oltre che l’invito al
verde stesso a entrare nel borgo.
Il progetto
Il progetto di nuovi edifici si è concentrato sull’area a nord del
centro cittadino. Si sono scelte sia funzioni produttive che
residenziali. Gli edifici destinati ad ospitare esclusivamente laboratori e
attività sono collocati nella parte nord del lotto. È possibile notare
anche la presenza di zone con funzione commerciale nei piani
terra degli edifici disposti lungo via San Romanello. Al di sopra di
queste aree destinate ad ospitare laboratori vi è la presenza i spazi
residenziali. Gli edifici esclisivamente residenziali sono invece collocati nella parte sud
dell’area d’intervento.
I temi
spazio pubblico
edifici
bosco
Il bosco entra in città
Le fasce verdi rappresentano uno dei
principali temi attorno ai quali si è sviluppata l’ipotesi progettuale.
Questi elementi nascono da un’analisi del verde
esistente all’interno dell’area di progetto, con lo scopo di salvaguardarlo
e quindi di inserirlo all’interno della stessa. Questo studio è stato
successivamente integrato con un elemento agriglia.
Il bosco entra in città
Le fasce verdi rappresentano uno dei
principali temi attorno ai quali si è sviluppata l’ipotesi progettuale.
Questi elementi nascono da un’analisi del verde
esistente all’interno dell’area di progetto, con lo scopo di salvaguardarlo
e quindi di inserirlo all’interno della stessa. Questo studio è stato
successivamente integrato con un elemento agriglia.
Viste
Edifici residenzialiRipa di Porta Ticinese, Milano
Un affaccio sull’acqua
Il progetto prevede la realizzazione di tre edifici, in un’area collocata nei pressi della stazione di Porta Genova. Tale lotto è parte di un masterplan che comprende la
realizzazione di altri 12 edifici, con caratteristiche tipologiche analoghe, collocati in lotti
adiacenti, che si susseguono in direzione longitudinale.
La riflessione progettuale è partita da alcuni sopralluoghi dell’area,
volti alla comprensione del contesto. Il risultato tiene in
considerazione tanto la scala del quartiere, quanto quella maggiore
del rapporto con la città. La prima tramite la valorizzazione
dell’aspetto sociale e di aggregazione: gli edifici sono pensati per “guardare fuori”
il più possibile. La seconda da un punto di vista
tipologico, favorendo la distribuzione a ballatoio, che ben si lega al contesto, e rende gli edifici
aperti e penetrabili.
Il progetto
Uno dei temi che caratterizzano il contesto è la vicinanza dell’area al corso del Naviglio. Il rapporto con
l’acqua è instaurato tramite le altezze degli edifici. Essa, infatti, aumenta mano a mano che ci si
allontana dall’acqua, massimizzandone in questo modo
la visibilità dall’internodelle abitazioni.
Differenti principi sono stati tenuti in conto per i prospetti. La facciata aperta delle case a schiera cerca di
incanalare il riflesso dellaluce solare sull’acqua.
La presenza di terrazze e giardini pensili differenzia i fronti sud
degli edifici da quelli nord. Questi ultimi si affacciano sulla ferrovia, e cercano di relazionarvisisi tramite una frammentazione della pianta,
con l’obiettivo di limitarne l’esposizione acustica.
Viste
I volumi degli edifici rispecchiano l’organizzazione interna delle
abitazioni. La decisione di optare per una facciata sincera ha
influenzato anche la scelta dei materiali, che hanno il fine di differenziare gli spazi aperti e
sociali da quelli chiusi e privati. Le facciate, infatti, sono caratterizzate dalla presenza di un pergolato in legno lamellare che, in diverse
scale, si modifica nei vari edifici, con dimensioni e ritmi diversi, fino a diventare, nell’edificio più alto, l’elemento di coronamento dello
stesso. Il pergolato e la disposizione dei volumi rende le facciate permeabili all’esterno.
Questo è incrementato anche dalla presenza di vuoti e di verande.I volumi degli edifici sono in
cemento a vista.
Viste
Case a schiera su setti portantiWeissenhof, Stoccarda, Germania
Un collettivo isolamento
Il progetto prevede la realizzazione di cinque case a schiera al
Weissenhof di Stoccarda, sulla medesima base tipografica prevista
da J. J. P. Oud nel 1927.Il principio iniziale su cui si è
ragionato è stato quello di dare agli edifici un fronte uniforme, pur mantenendo l’indipendenza di
ciascuna casa. L’intento è quello di creare una specifica relazione con l’area pubblica su cui prospetta il lotto, e parallelamente valorizzare l’aspetto collettivo degli edifici a
schiera, fornendo loro al contempo la necessaria privacy.
Il progetto
Partendo dal presupposto di voler differenziare i due prospetti, quello
nord legato alla dimensione pubblica, quello sud alla privata, è
stato necessario ragionare tanto sulla resa dei prospetti quanto sulla
disposizione planimetrica.Lo sfalsamento in pianta delle case
ha reso possibile la creazione di spazi di pertinenza privati, piccoli giardini e pati col ruolo di filtro tra interno ed esterno. Lo sfalsamento ha reso necessario pensare a due
moduli diversi, che si susseguono alternati. La differente disposizione del corpo distributivo e dei servizi ha reso possibile l’instaurarsi di
differenti relazione tra spaziinterni ed esterni.
Il prospetto nord è stato pensato come una struttura autoportante in legno, agganciata alla sezione dei
setti in calcestruzzo.Compositivamente, esso
rappresenta una quinta, l’elemento unificante del prospetto.
Tecnologicamente ha una funzione oscurante, trattandosi in concreto di un grande brise-soleil, che filtra la
luce naturale proveniente dall’esterno e regola
l’illuminazione della zona giorno.La diversa inclinazione delle falde,
dotate di pannelli fotovoltaici, è pensata per massimizzarne la
superficie esposta al sole. Questo, assieme all’uso di calcestruzzo prefabbricato e del legno per gli interni, migliora le prestazioni e diminuisce l’impatto ambientale
degli edifici.
La costruzione
Dal punto di vista costruttivo, gli elementi portanti sono i lunghi setti
in calcestruzzo armato, che individuano la larghezza di ciascun
modulo e definiscono gli spazi entro cui si “muovono” le singole schiere. Ad essi si contrappongono
i tamponamenti esterni e le partizioni interne, tutte in legno. La tecnica costruttiva di queste ultime è quella del telaio, la cui leggerezza
accentua la contrapposizione tra elementi portanti ed
elementi di tamponamento.
Viste
MEETAPiazza Leonardo Da Vinci, Milano
Due parchi si parlano
Il progetto prevede l’ideazione di un allestimento urbano, che abbia la finalità di innescare nuovi usi e
azioni nell’area. Il luogo di progetto è un parco, situazio in
piazza Leonardo Da Vinci a Milano. Si tratta di un parco molto frequentato. Esso si trova tuttavia a
essere in alcuni punti poco accessibile e trascurato e, inoltre, la
sua soluzione di continuità è interrotta in senso trasversale dal
passaggio di una strada carrabile e dai binari della linea tramviaria.
Questa spaccatura ne influenza gli usi e le utenze, che si dividono in
base alle funzioni più prossime alle due aree, e questa barriera fisica ha
come conseguenzail reciproco isolamento.
L’area di progetto
PENSIONATI
LAVORATORI
STUDENTI
PERCORSO
SCOPRIRE
CONOSCERE
INFORMARSI
PADIGLIONE
CONDIVIDERE
CONNETTERSI
Si è scelto il parco di Piazza Leonardo Da Vinci a Milano per la sua peculiarità di essere frequentato
e vissuto da utenze diverse. Sulla piazza affacciano infatti una scuola
elementare, una delle sedi del Politecnico, un teatro, una chiesa e,
a pochi passi, si trovano numerose cliniche di curae un grande supermercato.
Meeta si prefigge di essere un luogo di incontro e scambio di
conoscenze tra persone di diverse fasce di età. Il concept è una
variazione del tema della banca del tempo, declinato
però come scambio di conoscenze e informazioni.
Che si tratti di attività musicali, di espressività, recitazione, o
conoscenze tecniche, o promozione di eventi, il filo conduttore è che
esse siano e debbanoessere condivise.
Le funzioni
Il progetto
La forma dell’allestimento è un riflesso del contesto. I tre accessi si affacciano sui percorsi di passaggio e invitano il passante all’ingresso. La distanza minima dagli alberi
circostanti hanno dato vitaa una pianta irregolare.
La parte di percorso ha il ruolo di avvicinare le due parti del parco
invitando all’attraversamento della strada oltre a offrire informazine passiva tramite visual e pannelli.Il padiglione di arrivo è il luogo
delle pratiche attive.I pannelli di policarbonato dei
tamponamenti si alternano al vetro in un gioco di luci che anima il
parco anche di notte.Le attività interne sono così perce-pibili dall’esterno. Questo stimola
la curiosità e incentiva alla scoperta e all’uso del padiglione
e delle sue attivita.
Viste
Video
Nuova Brera: un Polo Culturale per le Arti nel parco di Pero-CerchiateCerchiate, Milano
L’arte della mimesi
L’area di progetto si trova ai margini dell’area metropolitana di
Milano, in direzione ovest. La vicinanza con numerosi nodi
infrastrutturali quali la ferrovia TAV, i raccordi con l’autostrada A4 e le tangenziali milanesi, nonchè la prossimità col quartiere fieristico,
hanno portato alla scelta di destinare il lotto a funzioni
pubbliche, in particolare museali. Sulla scia di numerose iniziative
internazionali, che vedono i grandi enti museale aprire succursali e
nuove sedi per esporre il patrimonio che non trova spazio
altrove, si è pensato di progettare la sede di una nuova Pinacoteca di
Brera, uno dei musei più importanti, ma piccoli, della
città e del Paese.
Il progetto
La progettazione del parco avviene attraverso una sovrapposizione di
strati con caratteristichee finalità differenti.
Dall’alto in basso, le funzioni sono:- opere d’arte nel parco;
- lobby di igresso;- raccordi dei percorsi;
- rete dei percorsi interni;- piastra verde;edifici ipogei;
- stecche di parcheggi sotterranei.A partire dalla definizione di un sistema di corti ipogee, la griglia
dentro la quale si inseriscono diventa lo schema organizzativo di
tutti gli elementi necessariin un parco delle arti.
La scelta di costruire sotto terra è stata una naturale conseguenza del bisogno di aree verdi che la città
esprime, e ben concilia due funzioni, culturale e ricreativa, che
lavorano in questomodo in sinergia.
Struttura: il doppio pilastro
La scelta costruttiva ha influenzato sia l’aspetto strutturale che quello formale e decorativo degli edifici
ipogei. La scelta del doppio pilastro ben si addice ad alcune esigenze
funzionali del progetto:- Ridurre la dimensione di elementi
ombreggianti, favorendo l’illuminazione naturale
degli ambienti;- Spazi interni liberi e ampi, per gestire in modo ottimale grandi flussi di pubblico, grazie alla maggiore luce che separa gli
elementi strutturali;- Modulare le partizioni interne degli ambienti grazie alla griglia
elastica su cui è basatol’impianto strutturale.
Tecnologia: il tetto verde
Il tetto verde diviene uno degli elementi centrali
nella scelta di rendere il progettomimetico nel parco.
Attraverso l’uso di questa tecnologia la quota zero del
progetto risulta ribassata provocando una sensazione
di alienazione.Gli edifici risultano invisibili in un primo momento e sono segnalati solo dalla presenza delle lobby di
ingresso: elementi vetrati che contrastano con il verde del parco.Il boulevard e le corti sono dei tagli nella piastra verde che permettono
di intravedere gli edifici che si sviluppano su una quota ribassata e
che sono fruibili solo entrando all’interno delle corti. L’elemento verde in un primo momento viene percepito ad un livello ribassato e solo dopo aver scoperto gli edifici
ipogei si scopre essere la copertura, in un gioco di quote che si
invertono rendendo labile la percezione di “quota zero”.
Il costruito ipogeo
La stecca dei parcheggi, gli edifici ipogei, la piastra verde e i percorsi sono i livelli che si trovano sotto la
quota del terreno. L’obiettivo è quello di massimizzare e far
convivere le funzioni di parco e di museo al progetto.
Dopodichè le piazze, le lobby di ingresso e le opere d’arte esposte all’aperto definiscono gli incroci, palesando una geometria nascosta
entro la quale è contenutotutto il progetto.
Viste
Analisi macro-urbana di un quartiereSanta Giulia, Milano
La bolla frammentata
POLI
PERNI
GRAFFA RIGIDA
TESSUTO MOLLE
QUADRE
Lo studio è partito da cosiderazioni su larga scala, concentrandosi
inzialmente sull’area e successivamente sul progetto di
Foster: la differenziazione dell’edificato e la relativà densità,
punto chiave in queste area, tra città e periferia, le connessioni già esistenti e le ipotesi avanzate per migliorare il collegamento con Milano, soprattutto in relazione
all’importanza che dovrebbeacquisire Santa Giulia e il relativo
ed esteso parco come polo attrattivo per tutta la città.
Il tessuto urbano è stato diviso in tipi: graffe, poli, perni, molle, in
base ad alcuni fattori, che tengono in conto delle utenze, delle fasce
orarie, delle funzioni e della densità di attività.
Il metodo
L’analisi è stata imperniata sui quattro oggetti che più influenzano
la vita di una città: il tessuto residenziale, le connessioni, i
servizi e il verde.Il primo è stato indagato in
relazione all’esistente, nella sua differenziazione e densità,
cercando di individuare come il progetto di Foster vi si inserisca, e
come dovrebbe cercare di congiungersi a cellule già esistenti. L’area, in futuro, dovrebbe infatti fungere da cerniera tra i quartieri
Rogoredo/Pizzolbasso a Sud e Bonfandini/Ungheria a Nord.
Le connessioni sono state indagate in relazione alla rete esistente e alle
ipotesi di ampliamento, tenendo conto dell’importanza che Santa
Giulia e il suo parcodovrebbero acquisire come polo
attrattivo per la città.Servizi e verde sono diventati
invece parametridi giudizio del progetto,
in relazione a come l’ampliamento degli stessi sia visto dalla
collettività che abita la zona. Ne è risultata un’evidente chiusura
progettuale dell’area nei confronti dei tessuti limitrofi, con la conseguenza di una scarsa
fruizione degli spazida parte dei cittadini.
Il progetto
Il risultato è uno schema utile ad affrontare l’analisi e il progetto di una vasta area senza trascurarne
tutti gli aspetti principali in relazione al quartiere, alla città
e ai suoi abitanti.Sulla base di questo schema sono state avanzate le varie proposte
progettuali, alcune volte al riuso e riqualificazione di aree ed edifici esistenti, altre alla costruzione di
nuove realtà e funzioni, altre ancora che interessano la viabilità, gli spazi verdi, i servizi. Basandosi sul masterplan ottenuto, il lavoro è
stato portatto avanti dai diversi gruppi di lavoro in modo autonomo
ma coordinato, basando ogni progresso sulla condivisione e il
confronto costante.
Analisi urbana di un quartiere:Nexus World, Fukuoka, Giappone
Inquadramento urbano
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H i g a s h i - k u
H a k a t a - k u
Chūō-ku
M i n a m i - k u
J o n a n - k u
S a w a r a - k u
N i s h i - k u
1
2
3
4
5
6
7
D I S T R E T T I
1
2
3
4
56
7
F u k u o k a ( 1. 4 28 . 9 6 1) 1
2 K a s u g a ( 10 7 . 9 12)
3 S a g a ( 24 0 . 0 6 6 )
A R E A M E T R O P O L I T A N A
Fukuoka è la maggiore delle città che formano la conurbazione
“Grande Fukuoka”, della quale fanno parte, tra le altre, le città di Saga e Kasuga, situate più a sud.
La formazione di molte aree metropolitane che caratterizza la
nazione giapponese si deve principalmente alla “Legge
sull’autonomia locale”, promulgata nel 1947 e che istituisce le seirei
shi, o “Città designate per ordinanza governativa”. Si tratta di città la cui popolazione supera le 500.000 unità, con un importante
ruolo economico ed industriale e da considerarsi quindi come “grandi città”. Fukuoka è stata tra le prime
a ricevere questo status.Le città designate vengono
suddivise in ward, circoscrizioni comunali ai cui uffici vengono demandate importanti funzioni amministrative, quali l’ufficio anagrafe e la riscossione delle
tasse, le licenze commerciali e i permessi di costruzioni
La forma del territorio
1
2
3
4
5
S a n g u n ( 9 3 6 m )1 2 3I n u n a k i ( 5 8 3 . 7 m ) S e f u r i ( 10 5 5 m )C A T E N E M O N T U O S E
M a r e d e l G i a p p o n e1 2 M a r e i n t e r n o d i S e t oM A R I
L’isola di Kyushu è prevalentemente montuosa. Le
principali città sorgono all’interno delle valli tra le varie catene montuose o lungo la costa.
La forma del territorio influisce in questo caso sulla forma della stessa
della città, proprio perchè è possibile costruire solo dove il
territorio lo permette. Questa realtà è ben evidente nella forma di
Fukuoka, la cui espansione nel tempo è stata dettata dalla presenza di tre grandi catene montuose su tre
lati, e sulla presenza del mare a nord. Ne conseghe una città
dall’aspetto organico, la cui forma appare schiacciata e
compressa tra i rilievi. L’impossibilità di espandersi liberamente nell’entroterra ha portato inoltre alla bonifica di
alcuni tratti di mare, come Island City, un’isola artificiale di circa 200 ettari costruita nella baia di Hakata, o il ponte di terra che
collega la città all’isola di Shikano-shima.
g u e r r a m o n d i a l e .
E S P A N S I O N E S T O R I C A
N u c l e o s t o r i c o
M o d e r n i z z a z i o n e
R e c l a i m e d l a n d
S h i m o n o s e k i
H a k a t aS a g a
K u r u m eS a s e b o
N a g a s a k i K u m a m o t o
O i t a
M i y a z a k i
S h i b u s h iK a g o s h i m a
M o j i k o O s a k a T o k y oH i r o s h i m a
S h i m o n o s e k i
H a k a t aS a g a
K u r u m eS a s e b o
N a g a s a k i K u m a m o t o
O i t a
M i y a z a k i
S h i b u s h iK a g o s h i m a
M o j i k o O s a k a T o k y oH i r o s h i m a
S h i m o n o s e k i
H a k a t aS a g a
K u r u m eS a s e b o
N a g a s a k i K u m a m o t o
O i t a
M i y a z a k i
S h i b u s h iK a g o s h i m a
M o j i k o O s a k a T o k y oH i r o s h i m a
R E T E F E R R O V I A R I A
S h i n k a n s e n
J R L i n e
L e inf rastru ttu re di F u k u ok a e
M E T R O P O L I T A N A
L’origine storica di Fukuoka è da
ricercarsi nella città di Daizafu, di cui
essa era il porto. La forte espansione si
ha avuto invece dopo la modernizzazione,
a seguito della II guerra mondiale.
Kashii e Momochi
L ’ area di M om oc h i, in neroB a i a d i H a k a t a N e x u s W o r l d H o u s i n g F i u m e C h o m e F i u m e K a s h i i
I l territorio
F oto 1 F oto 2
Kashii è un’area della città di Fukuoka, collocata a est del ward
di Higashi-ku. Parte di quest’area è stata interessata da un grande
progetto di bonifica del terreno, in parte recuperato da una ex
discarica, e in partesottratto al mare.
La funzione prevalente di quest’area è quella residenziale, alla quale si associano i relativi
servizi come scuole e centri commerciali, oltre a numerose aree verdi.
Kashii è servito da due linee ferroviarie suburbane e da
numerose stazioni, oltre che da una fitta rete di autobus.
L’area si affaccia e abbraccia la baia di Hakata. La costa e le
numerose spiagge e parchi che si aprono su essa sono opera
dell’uomo. Si tratta infatti di aree bonificate, come i polder olandesi. La presenza di due fiumi rende il paesaggio di Kashii interessante
anche dal punto di vista naturalistico
L’area chiamata Momochi è una porzione di terreno reclamato al mare, bonificato nel 1989 per l’Expo dell’Asia - Pacifico.
Corrisponde all’attuale costa della città sulla baia di Hakata, e
comprende numerosi edifici come la torre di Fukuoka, il Fukuoka
Dome, oltre che ad alberghi e altri grattacieli per il terziario.
La città giapponese ha da sempre cercato di comunicare con
l’ambiente e l’importanza di preservare il patrimonio naturale è radicato nella cultura nipponica. Lo
sviluppo delle città in verticale corrisponde spesso all’esigenza di preservare inalterati i boschi e il
territorio agricolo di questo Paese molto montuoso.
L’isola artificiale Island City (foto 1) e il ponte di terra che collega la
città all’isola di Shikano-shima (foto 2) fanno parte di questo progeto, e sono due esempi
dell’influenza che il territorio ha avuto sulla forma e l’espansione
della città di Fukuoka.
Analisi tipologica e funzionale dell’area
11 1
2
2
1 1 1 33
A s s i p r i n c i p a l i
A s s i s e c o n d a r i
T I P O L O G I A
1
2
3
L e tipolog ie edilizie dell’ area