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Nepal – il Trekking per il Mera Peak, 6.470 m
Nel Novembre 2014, con una spedizione uro-cardiologica dell’Ospedale Galliera, patroci-nata della sezione del CAI di Chiavari, siamo partiti da Milano per il Nepal con l’obiettivo di
scalare il Mera Peak, una cima di 6470 m. Da Kathmandu, abbiamo raggiunto in elicottero, dopo un tentativo fallito di atterraggio con un piccolo aereo
locale, l’aeroporto di Lukla, riconosciuto come “il più pericoloso al mondo”. In questo piccolo villaggio abbiamo consegnato al responsabile della scuola locale il materiale didattico offerto dalla generosità del nostro CRAL aziendale. Da Lukla è iniziato il trekking per raggiungere l’importante e bella vetta himalayana. Abbiamo attraversato un ambiente poco frequentato, con tipici villaggi sherpa, seguendo creste e foreste di rododendri, superando colli a oltre 5000 m s.l.m. che ci hanno aperto a visioni spettacolari sulla valle dell’Everest e sulle vette che lo precedono. Attraversati fiumi, vallate profonde, ponti sospesi e camminato su sentieri, lungo i quali è consueto incontrare porta-
tori d’ogni tipo d’etnia, abbiamo raggiunto a 5300 m, il campo alla base dell’ampio e nevoso versante sud del Mera Peak. Da un altro campo, posto a 5800 m, è partito il tentativo di raggiungere la vetta. Purtroppo, a circa 6000 m, l’inaspettata crisi fisica della componente
urologica della spedizione ha costretto, in ossequio al giuramento ippocratico, alla ritirata anche il reparto cardiologico. La vetta è stata, comunque, conquistata da due componenti della spedizione. L’altezza e le condizioni ambientali, sempre severe sopra certe quote, hanno condizionato la salita, ma non certo turbato le divertenti e goliardiche serate in gruppo. Condizioni climatiche non ottimali ci hanno, poi, costretto ad abbandonare quest’area di Nepal primitivo, per percorrere la ben diversa e turistica valle di
Khumbu (l’affollatissima via per il campo base dell’Everest). Tornati a Kathmandu, appena in tempo per evitare le abbondanti nevicate che hanno provocato molte morti nelle valli nepalesi, dopo due giorni di turismo, siamo felicemente rientrati… Prossima avventura in Patagonia: sono aperte le iscrizioni per il prossimo gennaio!
Componenti spedizione: Andrea Brignolo, Giacomo Capponi, Francesco Della Rovere, Corrado Ferrando, Domenico Mazzitelli, Andrea Sanguineti.
Didascalie foto: 1: Everest; 2: verso la vetta; 3: Mera Peak; 4: Campo alto 5800mt
di Giacomo Capponi
Stampa: Colombografiche Genova (0108328036). Gli articoli rispecchiano l’opinione dell’autore con libertà d’espressione. Controllare le possibili variazioni di difficoltà. Si declina ogni
responsabilità. Collaborano: M. Lo Conti, P. Landi, F. Arato, M. Sciaccaluga, A. Gava, G. Capponi.
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UN’IDEA PER IL FINE SETTIMANA Num. 41 – Giugno ‘15 ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
II
Una buona idea, per un’escursione turistica in-
teressante e comoda, potrebbe essere la visita del
Castello di Tagliolo (Al), non lontano dal ter-
ritorio del Parco Regionale delle Capanne di
Marcarolo. Come tutti i posti vicino a casa, an-
che questo monumento rischia di essere, ingius-
tamente, ignorato. Per raggiungere la struttura,
una volta usciti dal casello autostradale di Ova-
da, occorre prendere la rotabile in direzione di
Tagliolo. Dopo un breve viaggio in auto tra le
colline dell’ovadese, ricche delle pregiate vigne
del locale dolcetto, si raggiunge il paese di
Tagliolo, un piccolo comune situato su un'altura nell'Alto Monferrato. La fortezza è proprio al
centro del borgo stesso, sulla parte più elevata della collina. É un opera molto antica: risale al
976 e, nonostante le variazioni subite nei secoli, ha ancora l’aspetto ed il fascino del maniero
medioevale, così come lo immagina da sempre ogni bambino. In effetti, la costruzione sorge in
un punto strategico, utile al controllo della via che mette in comu-
nicazione la pianura padana con Genova, attraverso il passo del
Turchino. Infatti, la proprietà del castello è cambiata, attraverso
diverse amministrazioni, nel corso
del tempo: Fieschi, Doria, Duca-
to di Milano, Repubblica di Ge-
nova, etc. fino a quando, intorno
al 1495, passò, definitivamente,
sotto la famiglia Pinelli Gentile,
marchesi di Tagliolo, ancora oggi
attuali proprietari (l’edificio è
stato restaurato alla fine dell'Ot-
tocento). Il castello, nonostante
sia di proprietà privata, è visitabile con guida, andando alla
scoperta dei vari ambienti interni. É bellissima, anche se un po’
faticosa (centinaia di scalini da rimontare…), la salita alla torre di
forma quadrata e alta ben 38 metri. Dalla cima, si gode un ottimo e vasto panorama a 360°,
sull’ovadese e, se avete la fortuna di effettuare la gita in una giornata bella e limpida, sarà facile
ammirare la cerchia delle Alpi. Interessante, poi, è la visita al Salone delle Feste (può accogliere
vari tipi di eventi, ospitando oltre 130 persone) e delle cantine in uso per la produzione (da oltre
500 anni!) dei famosi e pregiati vini locali. É
possibile prenotare il tour guidato e l’eventuale
degustazione dei vini o attraverso l’indirizzo di
posta elettronica [email protected] o
telefonicamente al numero 0143 89195, altre
informazioni sono invece disponibili al sito
http://www.castelloditagliolo.com/ . Infine, dopo
la visita alla rocca (inserita nel circuito dei
"Castelli Aperti" in Piemonte), si consiglia di
fare un giro per i vicoli della parte più antica di
Tagliolo, per scoprire i diversi scorci architet-
tonici e paesaggistici…
Programma gite 2015: http://cralgalliera.altervista.org/gite015.jpg
15 anni Sez.Esc.Cral Galliera: http://cralgalliera.altervista.org/15anni.htm
Testo e foto di Marco Sciaccaluga Il Castello di Tagliolo, baluardo contro gli invasori…
UN’IDEA PER IL FINE SETTIMANA Num. 41 – Giugno ‘15 ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
III
L'Iran è un paese vastissimo (quasi 4 volte l'Italia) e i tour
organizzati privilegiano le città ed i siti archeologici
storicamente più importanti. Il periodo più indicato per visitare il paese è quello da marzo a maggio (alta stagione),
oppure quello da settembre a ottobre. Meta obbligata è
Teheran, per via dello scalo aereo internazionale (da
Genova con Turkish Airlines - lungo scalo ad Istanbul). La capitale iraniana non presenta particolari vestigia antiche,
ma ospita alcuni importanti musei: quello archeologico, che
offre un'interessante panoramica della civiltà persiana dal periodo elamita a quello sassanide (la sezione cultura
islamica era chiuso durante la mia visita) ed il palazzo reale
Golestan, residenza degli scià. Anche il Museo Nazionale dei Gioielli meriterebbe, ma purtroppo la visita non è solitamente prevista nei tour organizzati. La meta più interessante del sudovest è senz'ombra di dubbio
lo ziggurat elamita di Choqa Zanbil, risalente al XIII secolo a.C., conservatosi miracolosamente intatto nei
secoli perché rimasto sepolto sotto la sabbia per oltre 2.500 anni. Isfahan, capitale del paese fino al XVIII
secolo, è senza dubbio la principale meta turistica dell'Iran, che offre numerosi edifici fra i più belli ed artisticamente importanti del paese: la magnifica Moschea del Jameh, la famosa Meidun (Piazza) Eman
Khomeini con le Moschee ed il Palazzo reale che vi si affacciano. Da non
perdere sono inoltre i famosi ponti a terrazze sul fiume Zayandeh, primo fra tutti il Khaju, che assolvevano la duplice funzione di ponte e di diga. Peccato, però,
che oggi il fiume non esista più: ufficialmente le sue acque sarebbero state
deviate per irrigare delle aree agricole fuori città, ma è invece opinione comune che servano a raffreddare gli impianti della centrale nucleare recentemente
costruita nella periferia cittadina. Shiraz condivide sicuramente con Isfahan il
privilegio di essere una delle località di maggior interesse storico ed artistico
dell'Iran: la città vecchia, le moschee, la cittadella ed i giardini meritano già di per sé la visita del turista. Ma Shiraz è anche la base per l'escursione al
bellissimo sito di Persepoli, che rappresenta la più imponente e meglio
conservata testimonianza dell'impero achemenide di tutto l'Iran. Poco distanti da Persepoli, a Naqsh-e Rostam, si trovano inoltre le tombe monumentali dei
sovrani achemenidi, scolpite nella roccia, ed i bassorilievi sassanidi di Naqsh-e
Rajab. Ugualmente interessante, in mezzo a due deserti, è Yazd, rinomata
soprattutto per il suo centro storico, considerato uno dei più antichi al mondo, che offre tuttavia al turista anche l'attrattiva di alcuni pregevoli edifici storici,
religiosi e civili. Nelle vicinanze della città si trovano infine due Torri del Silenzio zoroastriane, al culmine
di due colline ai margini del deserto. Che dire infine della società iraniana, per quel che si può osservare nel corso di un breve viaggio? I giovani delle grandi città colgono appena possono l'occasione per attaccare
discorso con gli stranieri e manifestano nei loro confronti una amichevole curiosità; gli abitanti dei piccoli
centri sono invece più guardinghi e riservati, mentre la maggior parte della popolazione appare sostanzialmente indifferente come quella di ogni altro paese del mondo. Di sicuro lo stato teocratico fa
avvertire la sua presenza: non tanto nell'apparato poliziesco “visibile”- in tutto il paese si vedono pochissime
persone in divisa, anche se il controllo c'è, assicurano i
locali - quanto nell'ostentazione della retorica di regime: le interminabili, ossessive file di immagini o foto dei
“martiri” caduti nella guerra decennale con l'Iraq che
tappezzano per chilometri i bordi delle strade urbane ed extraurbane, oppure gli striscioni inneggianti alla
rivoluzione che ricoprono molti monumenti nelle città
(di fatto, deturpandoli). Le manifestazioni a carattere
nazionalistico ispirate al passato storico sono viste sfavorevolmente, in quanto non islamiche: lo scorso
ottobre la festa tradizionale presso la tomba di Ciro il
Grande a Pasargade è stata vietata e la polizia ha bloccato le vie d'accesso al sito!
Iran, una storia lunga oltre 6000 anni
Testo e foto di Alberto Gava
Sezione Escursionismo Cral Galliera, Mura delle Cappuccine 14, Genova – Fond.ne: 2000 – 1° num. “Un’idea…”: mag.’04 – Anno XII. Tel 010 563 4044 Nb: in caso di gite, tratte dal presente foglio informativo, verificare, sempre, con Fie, Cai,
\2760 (ufficio) fax 01057481146 – Email: locontim at galliera.it Sat o altri Enti del luogo che non ci siano state variazioni che abbiano aumentato le dif- Info: http://www.cralgalliera.altervista.org/esc.htm ficoltà o mutato la numerazione dei sentieri! Si declina ogni tipo di responsabilità!
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Resti di fortezza Sassanide
Particolare piazza Eman Khomeini
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IV
È un bel giro di ≈15 km (diff. E) e grazie all'impianto di risalita ci sono solo 50 m di disl. (ma -1300 m). Un po' complicato è l'avvicinamento (auto+bus) e il ritorno (bus+treno+auto), quindi è un percorso inusuale. Al mattino, si lascia l'auto a Dimaro paese e si prende il bus (8.12) per l'impianto del Grostè. Presa la funivia (evitati 800 m di disl. e 5,6 km in 20'), si arriva dal rif. Stoppani a 2437 m (non più di 5°!). Foto con la Presanella che sbuca sopra le nuvole e poi si sale a sin. al P.so Grostè 2442 m, crocevia di sentieri... si perde quota, in un ambiente roccioso d'alta montagna. Dopo 1h, c'è un bivio che puo' distrarre: a sin. una via scende al lago Tovel (scritta su masso) attraverso la parte superiore della valle di Santa Maria di Flavona, mentre l’altra continua per Andalo. Si consiglia di andare dritti e, in questo modo, si percorre un sentiero molto remunerativo... Il tracciato si incunea tra il Turion Alto (nascosto alla vista) e il Basso. Si contorna il Turion Basso (2385 m), che più avanti si mostra in tutta la sua bellezza, come un monolite. Altri 35' e si trova un nuovo incrocio. Dritti si sale al P.so Gaiarda e a dx per la B.ca di Vallazza.
Ora si svolta, invece, a sin. e si degrada nella stupenda zona di Campo Flavona, con bella vista sulle bastionate Dolomitiche del Brenta… Si procede in discesa, dolcemente tra prati, e, in lontananza sulla dx, ci sono alcuni laghetti (di solito asciutti d’estate, ma non nel ‘14) e lingue di neve. Si cammina così, molto piacevolmente per 1h, poi, alla fine del pianoro, si scende e si trova un bivio. Si cala nel bosco, fino a vedere Malga Flavona, bella costruzione a 1860 m (10'). Qui si scopre che a dx si sale verso la Val Scura, dove si possono osservare dei fossili nella roccia, ma non si hanno altre notizie precise (ne tempo!). Si fa la pausa dal bivacco (tot. 2h45) e, dopo aver mangiato, si riprende in un bel lariceto, verso la sottostante struttura. Prima spicca una bella cascata (25'), si supera il torrente (su un ponte) e si incrocia Malga Pozzol (locale aperto - 1632 m - 10'). Inizia un’ampia pista, che perde metri, a tratti ripidamente, e si dirige verso il lago di Tovel, che rimane celato. Finalmente (1h10), si vede l'ufficio dell'Ente Parco (1178 m). Con altri 15', costeggiando il lago, si arriva dalla fermata del bus (2h/2h15; tot. 5h). Ci sono le corse del pulmino del parco, ma si deve raggiungere Cles e quindi si prende l'autolinea di Trentino Trasporti (n. 616). L'unico problema è che si ha solo una chance: alle 16.40... Per fortuna, si è dal lago, in sicurezza, 1h prima. Si giunge a Cles per il treno delle 17.31 e si scende a Dimaro alle 18, dove si recu-pera l'auto, lasciata al mattino (NB: orari estate 2014).
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Un’attraversata d'altri tempi: dal Passo Grostè al lago Tovel di Maurizio Lo Conti
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Info rifugi Trentino: http://www.cralgalliera.altervista.org/27.pdf Info laghi Trentino: http://www.cralgalliera.altervista.org/31.pdf
Turion Basso
Malga Flavona
Altra gita in zona: http://cralgalliera.altervista.org/34.pdf
Altre
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