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Maria Parisi
SCRITTURA EGOISTICA
Mi addormentai che il Direttore d’Orchestra ancora c’era.
Il mio cane mi diceva sempre…Alt! Io col mio cane chiacchiero spesso. Jack Russel si chiama. Ha
voluto pure il cognome per darsi delle arie con gli altri cani, in effetti è jack russel solo di nome. Di
fatto Jack è un meticcio arruffato, di quelli grigi e marroni che si vedono bighellonare tra i
cassonetti. Un cane di quelli che si disegnano da piccoli perché sono i più facili da disegnare.
Un cane.
Ma io gli volevo bene a Jack e a volte gli facevo credere persino di essere un lontano nipote di un
jack russel “Un jack russel vero! Di quelli che si vendono nei negozi!”. A quella osservazione
avrebbe fatto certamente le fusa, se fosse stato un gatto.
Jack ogni volta che lo vedeva mi diceva ”Oggi il Direttore d’Orchestra ha mangiato la marmellata”
oppure “La moglie del Direttore d’Orchestra deve averlo messo a dieta”.
Queste osservazioni canine perché:
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1. il mio cane è un acuto osservatore e...
2. perché il Direttore d’Orchestra si rifiutava di dirigere con la bacchetta.
Era l’unico direttore d’orchestra a dirigere col dito: “Le bacchette le usano i cinesi!” rispondeva a
chiunque gli domandava il perché della sua abitudine.
Quando era sporco di marmellata le sue dita profumate e impiastricciate attiravano ogni tipo di
insetto. Mosche moscerini e tafani, tutti danzavano inseguendo il profumo dei suoi indici. Il loro
ronzio era tale da divenire la base di ogni sua aria.
“Attenta quando vai giù!” mi aveva detto Jack annusando l’aria.
Io ero scesa nello studio di mio padre e di fianco a lui c’era il Direttore d’Orchestra.
“Saluta il Direttore D’Orchestra, Ikuta, - è quello dalle dita magiche!” aveva sussurrato mio padre,
orgoglioso di averlo ospite nel suo studio. E il direttore, che oltre ad avere le dita magiche e
impiastricciate dimostrò pure di avere l’orecchio fino, lo apostrofò “Si carina, Magiche! E se vorrai
te ne darò dimostrazione facendoti arrivare a sentire il Paradiso con i miei indici! Col bene stare del
tuo Babbo, sia ben inteso”.
Avevo sorriso arrossita e infastidita, congedandomi.
Poco dopo sognavo.
C’ero io, seduta su una sedia in una stanza vuota tutta bianca, a me sconosciuta. E c’era il Direttore
d’Orchestra chinato, dinanzi a me.
Le sue dita magiche aprivano le mie gambe nude, senza neanche toccarle.
- Formichin Formichina - le sua dita magiche partendo dalle mie ginocchia si avvicinavano a me -
più che magiche per me erano solo lerce e appiccicose -, cercavano la mia Venere, la trovavano
affogandovi dentro voraci. Ed ecco Jack uscire dal mio ventre e staccare di netto con un morso le
dita magiche del Direttore d’Orchestra.
Il Direttore non poteva più dirigere le orchestre e ben presto non poté più permettersi la marmellata.
Sua moglie allora, golosa, lo abbandonava scappando col panettiere.
“Niente più marmellata , ma almeno il pane me lo pappo!”
Il Direttore senza le sue dita magiche era un fallito, si scoprì che neanche le note sul pentagramma
sapeva leggere.
Era un barbone, emarginato persino dai barboni perché era monco e rallentava la ricerca di cibo,
perché era goloso e non condivideva quello trovato.
Pellegrinò e pellegrinò a lungo, scacciato da ogni sorta di comunità nomade o senzatetto finché
giunse in Cina dove non poté usare le bacchette neanche per mangiare e allora morì di fame.
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BIOGRAFIA
Maria Parisi. Nata a cosenza il 5 settembre 1986, si è laureata all’Università della Calabria di
Cosenza. Attualmente frequenta il corso magistrale in Filologia Moderna all’Università di Firenze.