TRIBUNALE DI PALERMO
UFFICIO ISTRUZIONE PROCESSI PENALI
N. Z289/8Z R.G.U.I.
ORDINANZA - SENTENZA
emessa nel procedimento penale
CONTRO
ABBATE GIOVANNI + 706
VOLUME N. 27
- Pag . 5 . 531 --
Grado Antonino
Nel corso di indagini condotte
dall'Autorita' giudiziaria di Trento emerse,
come rilevato con sentenza di quel Giudice
istruttore del lO gennaio 1983 (Vo1.4/A f.78L
importava, a partire almeno dal 1978,
che un gruppo di trafficanti orientali
i.n Italia
ingentissime quantita' di eroina e morfina di
base, cedendo quest'ultima, tra gli altri, a
fratelli Antonino, Salvatore
gruppi mafiosi siciliani come quello dei
e Vincenzo Grado.
Mantenendo, pertanto la competenza in ordine al
contestato reato di cui all'art.71 legge n.G85
del 1975, quel Giudice la declinava in ordine ai
reati associativi, rimettendo i relativi atti
all'Autorita' Giudiziaria di Palermo.
Nei confronti di Antonino Grado veniva
quindi emesso mandato di c~ttura 133/83 del 23
marzo 1983 per i :reati di cui agli artt.41G C.P.
e 75 legge n.G85 del 1975.
:,,:'
- Pag.5.532 -
Essendo quindi eme~so dal %appo~to del 13
luglio 1982 (Yol.1 f.90), dalle dichia%azioni di
Genna~o Totta «Yol.4 ~.291) e segg.) +
«Yol.4/A f.253) e segg.) + «Yol.72 f.58) e
segg.), Rodolfo Azzoli (Yol.19 f.54) (Yol.19
f.64), Giovanni Pe~ina (Yol.Z7 f.175) + (Yol.80
f.16) + (Yol.86 f.32) + (Yol.99 f.40) e da alt~i
elementi probatori, l'appartenenza del Grado, e
dei suoi f~atelli, ai gruppi di mafia c.d.
"perdenti" e taluni suoi pnrticola~i traffici di
eroina col suddetto Pe~ina, con mandato di
cattura 44/84 del 14 febbraio 1984, gli venivano
ricontestati i reati di cui agli artt.416 C.P .e
75 legge n.G85 del 1975, e con mandato di
cattura 174/84 del 26 maggio 1984, il reato di
cui all'art.71 legge n.G85 del 1975.
- Pag.5.533 -
E' ~imasto semp~e latitante e nel presente
procedimento e' stata addirittura contestata a
numerosi imputati la sua soppressione.
Trattano del prevenuto ampiamente la parte
della sentenza dedicata ai traffici di droga di
tutti i fratelli Grado e quella concernente il
suo omicidio e ad esse si ~imanda per un
esau~iente esame della sua posizione, per altro
ampiamente illust~ata anche nelle altre parti
della sentenza dedicata all'esame delle
Gaetano,posizioni dei suoi fratelli Vincenzo,
Giacomo eSalvatore.
Essendosi comunque raggiunta la certezza
della sua morte, pur in assenza di prova
reati asc~ittigli, di cuidocumentale,
ai capi 2,
tutti
14 e
i
25 dell'epigrafe, vanno
dichiarati estinti per la suddetta causa.
- Pag.5.534 -
Gl:ado Gaetano
Indicato dal tl:afficante tUl:CO Sami Saleh
«Yol.4/A f.268) e segg.) come commel:ciante di
dl:oga sulla piazza di Milano insieme ai suoi
numel:osi fl:atelli e con costOl:O fuggito in
Spagna, secondo le rivelazioni di. Rodolfo Azzoli
(Vol.19 f.54) - (Yol.19 f.64), dopo lo scoppio
della c.d. "guerra di mafia", venne emesso nei
suoi confl:onti mandato di cattUl:a 44/84 del 14
contestati i reati di cui agli
75 legge n.685 del 1975.
febbl:aio 1984, con il quale gli
al:tt.416
fUl:ono
C. P. e
concernenti, l'altro,
Intervenute
Tommaso Buscetta,
poi le dichiarazioni
tl:a
di
l'appartenenza a Cosa Nostra del gruppo dei
Grado, con mandato di cattura 323/84 del 29
settembre 1984, ricontestatigli i suddetti reati
- Pag.5.535 -
di cui agli artt.416 C.P. e 75 legge n.685 del
1975, gli furono ulteriormente addebitati quelli
di cui agli artt.416 bis C.P. e 71 legge n.685
del 1975.
Del Grado tratta ampiamente la parte della
sentenza dedicata ai traffici di droga suoi e
dei suoi fratelli e si rinvia pertanto per
l'esame della sua posizione a quanto esposto
ivi, nonche' alle parti della sentenzR che
trattano le posizioni di Antonino, Salvatore,
Vincenzo e Giacomo Grado.
Basta in questa sede ricordare che secondo
il Sami Saleh anche Gaetano Grado trafficava in
droga assieme ai suoi fratelli in Milano e che
Rodolfo Azzoli, pur nulla rilevando sul suo
inserimento in tali traffici, ha riferito che
egli segui' i suoi fratelli nella fuga in Spagna
dopo lo scoppio della "guerra di mafia",
partecipando ivi a quelle segretissime riunioni
della quali e ' traccia nella deposizione
testimoniale della portiera dello stabile ove
s'erano recati ad abitare
segg.).
((Vo1.19 f.52) e
Cio'
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dimost%a inequivocabilmente il suo
inse%imento nell'o%ganizzazione mafiosa di
appa%tenenza dei f%atelli, pe% alt%o confe%mata
da Tommaso Buscetta (Vol.124/A f.4), (Vo1.124/A
f.S) e (Vol.124/A f.7), il quale ha %ife%ito che
Gaetano G%ado e' "soldato" della famiglia di
S.Ma%ia di Gesu' e che du%ante un comune pe%iodo
di detenzione gli %ivelo' la
abilita' di Antonino Ve%nengo detto "u duttu%i"
nella %affinazione dell'eroina.
E pe%fino Salvato%e Conto%no, di solito
est%emamente %estio a %ivela%e ci%costanze
conce%nenti i suoi cugini G%ado, non ha potuto
fare a meno di %ivela%ne l'appa%tenenza alla
famiglia capeggiata da Stefano Bontate, Pu% non
aggiungendo sul suo conto ulte%io%i pa%ticola%i
(Vo1.125f.3)
Pe% le suesposte conside%azioni e pe%
quelle illust%ate nelle %ichiamate pa%ti
della
- Pag.5 ..S37 -
presente sentenza, Gaetano Grado va rinviato a
giudizio per rispondere di tutti i reati
ascrittigli di cui ai capi 1,10, 13 e 2Z
dell'epigrafe, contestatigli col mandato di
cattura 323/84, che ha assorbito ed integrato il
provvedimento precedentemente emesso nei suoi
confronti.
- Pag.5.538 -
G~ado Giacomo
Denunciato con rapporto del 13 luglio 1982
(Vol.1 f.90) quale appartenente ai gruppi di
mafia c.d. "pe~denti", venne~o emessi nei suoi
conf~onti l'o~dine di cattu~a 169/82 del 26
luglio 1982, mandato di cattura 343/82 del 17
agosto 1982 e mandato di cattura 237/83 del 31
maggio 1983, con i quali gli fu~ono contestati i
reati di cui agli artt.416 C.P. e 75 legge n.68S
del 1975.
Intervenute quindi le rivelazioni di
Tommaso Buscetta, concernenti, tra l'altro,
l'appartenenza a Cosa
G~ado, con mandato di
Nostra del gruppo dei
cattu~a 323/84 del 29
settemb~e 1984, ~icontestatigli i suddetti ~eati
di cui agli artt.416 C.P. e 75 legge n.685 del
1975, gli fu~ono ulte~iormente addebitati quelli
di cui agli a~tt.416 bis C.P. e 71 legge n.68S
del 1975.
- Pag.5.539 -
A:r:restato dopo lunga latitanza, si e'
p:rotestato innocente, asse:rendo di esse:re
est:raneo a qualsiasi o:rganizzazione c:riminosa e
negando che di essa facesse pa:rte taluno dei
suoi f:ratelli.
Di Giacomo Grado si occupa la pa:rte della
sentenza dedicata all'esame dei t:raffici di
droga condotti da tutta la sua famiglia e,
pertanto, pe:r l'esposizione degli elementi
p:robato:ri :raccolti a suo
essa nonche' alle alt:re
ca:rico
pa:rti
si :rinvia ad
della sentenza
dedicate all'esame delle posizioni dei f:ratelli
Antonino, Vincenzo, Salvatore e Gaetano.
In questa sede basta :rico:rda:re che,
secondo Rodolfo Azzeli (Vo1.19 f.54) (Vo1.19
f.64) ancheGiacomo G:rado segui' in Spagna .;
f:ratelli quando costo:ro dec1se:ro di allontanarsi
dall'Italia all'inizio della sanguinosa "guer:ra
di mafia" che li
"pe:rdente".
vedeva schie:rati nella pa:rte
E la
- Pag.5.540 -
circostanza e' gia' da sola
indicativa dell'appartenenza del Grado a Cosa
Nostra, le cui cruente vicende furono per certo
la ragione del suddetto allontanamento. In
Spagna poi, come rivelato dall'Azzoli e
confermato dai testi ivi escussi eeVo1.19 f.52)
e segg.), i Grado svolgevano segretissime
verosimilmente per discutere i mai
riunioni,
famiglia,
con esclusione delle donne della
abbandonati propositi di riscossa.
oltre che ai limiti dell'affronto,
Appare pextanto decisamente xidicolo,
l'assunto
difensivo del Grado secondo cui l'emigxazione fu
decisa peI:che' la famiglia intendeva lavorare
con tranquillita', al riparo delle inchieste
giudiziarie ed in paese dove queste ultime non
"rovinavano l'economia".
Atteggiamento quello sopra descritto, dal
quale chiaramente traspare la mentalita' mafiosa
ed omertosa del prevenuto, dimostrata per altro
dalla pervicace negazione- dell~ morte del
fratello Antonino, protrattasi per piu'
- Pag.5.5 1l1 -
interrogatori nel corso dei quali l'imputato ha
avuto financo l'ardire di affermare, mentendo
spudoratamente, di essersi incontrato
recentemente col congiunto, vittima della
"lupara bianca", senza curarsi delle conseguenze
dannose per l'accertamento della verita', su un
fatto che cosi' gravemente lo aveva danneggiato,
che le sue menzogne avrebbero potuto provocare.
Solo nel corso del confronto col cugino
Salvatore Contorno, che molto piu'
dignitosamente aveva gia' scelto la strada della
collaborazione con la Giustizia, il Grado ha
finito per ammettere di aver mentito in
proposito pur giustificandosi con l'ulteriore
menzogna, secondo cui era stata la non morta
speranza di ritrovare in vita il fratello ad
indurlo a sostenere di averlo recentemente
incontrato.
Inoltre, il pieno coinvolgimento
dell'imputato nei loschi traffici gestiti dai
suoi fratelli e quindi la sua appartenenza a
pieno, anche se forse non "rituale", titolo
all'associazione mafiosa cui costoro facevano
capo.
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sono indiscutibilmente dimostrati dal
fatto che Giacomo G~ado, come esposto nella
richiamata parte della sentenza, e' proprio la
persona che conduceva tutte le operazioni
bancarie, incentrate precipuamente su un conto
co~rente intestato alla di lui madre Antonina
Conto~no. di supporto ai t~affici di droga della
famiglia. Egli era invero il "motore
finanzia~io" del g~uppo e sa~ebbe estremamente
ingenuo ritenere che si limitava ad effettuare
versamenti, girate ed emissioni di titoli
passatigli dai suoi f~atelli, rimanendo est~aneo
ai loro t~affici.
Lo stesso ulte~io~e
fantasiosa ipotesi,esclude
G~ado,
tale
non dichia~ato di
assunto
ave~
difensivo
avendo il
effettuato
operazioni banca~ie per conto dei suoi f~atelli
ignorando la provenienza e la destinazione dei
titoli negoziati. bensi' assumendosi in proprio
la paternita' di tali operazioni e dicendosi di
professione "scambista" di assegni; professione,
si fa per dire, che, se anche effettivamente
ese~citata, non gli avrebbe per certo consentito
- Pag.5.543 -
di accumula~e quei fantastici "~ispa~mi" di cui
si parla nei suoi inte~~ogato~i, impiegati,
insieme a quelli dei suoi :f~atelli, pe~
immobiliaril'acquisto in Spagna di p~op~ieta'
di ingentissimo valo~e.
Per le conside~azioni esposte e pe~ quelle
di cui alle ~ichiamate pa~ti della sentenza,
Giacomo G~ado va ~inviato a giudizio per
~isponde~e di tutti i ~eati asc~ittigli, di cui
ai capi 1 , 10, 13 e 22 dell'erig~a:fe,
contestatigli col mandato di cattu~a 323/84, che
ha integ~ato ed asso~bito tutti i precedenti
provvedimenti nei suoi conf~onti emessi.
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Gz:ado Salvatoz:e
Denunciato con z:appoz:to del 13 luglio 1972
quale appaz:tenente ai gz:uppi di(Vol. 1
mafia
f.90)
c.d. "pez:denti", vennez:o nei suoi
confz:onti emessi oz:dine di cattuz:a 169/82 del 26
luglio 198Z, mandato di cattuz:a 343/82 del 17
agosto 198Z e mandato di cattuz:a 237/83 del 31
maggio 1983, con i quali gli fuz:ono contestati i
reati di cui agli artt.416 C.P. e 75 legge n.68S
del 1975.
Successivamente, a seguito di sentenza di
incompetenza del Giudice istz:uttoz:e di Tz:ento
del 20 gennaio 1983 (Vo1.4/A f.78), che nel
co:rso di sua ist:ruzione aveva acce:rtato il
collegamento del g:ruppo dei G:rado, quali
importatoz:i di e:roina e morfina di base, con
alcuni t:rafficanti oz:ientali, venne al pz:esente
z:iunito il p:rocedimento tz:asmesso, limitatamente
ai :reati associativi eme:rsi, da quella Autorita'
giudizia:ria ed emesso nei confronti del Grado
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mandato di cattura 133/83 del 23 marzo 1983 per
i reati di cui agli artt.416 C.P. e D.L.
4.3.1976 n.31.
Intervenute quindi le rivelazioni di
Tommaso Buscetta, conce~n~nti, tra l'altro,
l'appartenenza a Cosa Nostra del gruppo dei
Grado, con mandato di cattura 323/84 del 29
settembre 1984, ricontestatigli i suddetti reati
di cui agli artt.416 C.P. e 75 legge n.685 del
1975, gli vennero ulteriormente addebitati
quelli di cui agli artt.416 bis C.P. e 71 legge
n.685 del 1975.
Del Grado tratta ampiamente la parte della
sentenza dedicata all'esame dei traffici di
droga condotti dal suo gruppo.
In questa sede giova ricordare che
l'imputato e' stato accusato dal trafficante
Sami Saleh eeVol.4/A f.268) e segg.) di essere
un acquirente di morfina hase, che poi
provvedeva a trasportare in Sicilia per la
raffinazione, presso i fornitori turchi della
famiglia CIL.
- Pag.S.546 -
Wakkas Salah Al Din «Vol.4/A f.295) e
segg.) e «Vol.4/A f.415) e segg.) ha confermato
la circostanza, precisando anche che le
forniture venivo fa~~e dai ~urchi al "To~uccio"
Grado per il ~ramite di ~ali Avui, Bairon e Zaki
, e cio' fin quando, nell'aprile 1981 , esse
vennero in~errot~e a causa delle difficol~a'
incon~rate dall'acquirente nei pagamenti.
A sua volta Gennaro To~ta,
soprat~utto di Vincenzo Grado,
in~imo amico
fratello di
Salvatore, non ha avuto esitazione ad affermare
«Vol.4 f.291) e segg.) + «Vol.4/A f.253) e
segg.) + «Vol.72 f.58) e segg.) che il predet~o
Salva~ore era un traffican~e di droga sulla
piazza di Milano e che nel 1979 si era
incon~rato con ~rafficanti ~urchi presso l'Ho~el
City Varese per sistemare "vecchie pendenze
economiche"
stupefacenti.
connesse al traffico degli
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Ha aggiunto Iotta che fino al 1980 il
Grado, con la sua famiglia, era in rapporti con
i fratelli Fidan2ati e che il medesimo, in una
occasione, aveva avuto una vibrata discussione
con tale Agostina Crespiatico, da cui pretendeva
di esser risarcito del valore di una partita di
eroina, per circa 180/200 milioni, che le era
stata sequestrata. La circostan2a, come meglio
esposto nella parte della sentenza dedicata
all'esame della posizione dell'A2zoli, e' stata
confermatoha inoltre
confermata sia
Crespiatico.
L'A2zoli
da quest'ultimo che dalla
(Vo1.19
f.54) - (Vol.19 f.64) che il Grado acquistava la
morfina da alcuni trafficanti arabi, provvedendo
a trasportarla in Sicilia occultata nelle ruote
di scorta di autovetture.
Ha aggiunto che, dopo essersi stabilito in
Spagna, aveva nuovamente incontrato il Grado a
Milano, sul finire del 1 981 ,
- Pag.S.S48 -
prospettandogli la convenienza effettuare
investimenti in quel paese, ed Grado, dopo
avere inviato cola' il suo fido Giovanni
Zarcone, aveva dato corso a numerosi acquisti
immobiliari, impiegando all'uopo diverse
centinaia di milioni fatti affluire su un conto
acceso presso il Banco di Bilbao di Benidorm dai
fondi posseduti presso diverse banche svizzere.
Secondo il Totta e l'Azzoli, anzi, il
cennato Salvatore Grado, insieme ad alcuni
componenti della sua famiglia, fini' col
trasferirsi egli stesso in Spagna e cio' ha
trovato riscontro nelle deposizioni di numerosi
testi spagnoli eeVol.19 f.52) e segg.), che lo
hanno riconosciuto in colui che abit~va uno
degli appartamenti acquistati in Benidorm sotto
il nome dell'Azzoli.
E, fra i suddetti, Miguel Angelo Peiro
Tomas, direttore del Banco di Bilbao di
Benidorm, ha riferito che Rodolfo Azzoli, gia'
suo cliente, gli' presento' il citato Grado
sotto falso nome di Salvatore
- Pag.5.549 -
Termini, che venne autorizzato ad operare
liberamente sul conto corrente 50044/0 che lo
ragione dell'affermazione
intratteneva
"Totuccio"
stesso Azzoli
istituto.
Tutto cio'
fatta dall'Azzoli,
da'
seconde, cui
presso il suo
gli
aveva confidato di essere fuggito dall'Italia
minacciato dai
"famiglie" mafiose
perche'
agivano per conto
Fidanzati,
delle
i quali
avverse, tra cui spiccava quella dei Greco.
Orhene, secondo l'Azzoli, proprio per
organizzare la riscossa contro i suoi nemici,
Salvatore Grado ed i suoi fratelli erano soliti
incontrarsi con i loro amici nell'appartamento
del complesso Marina Se davi di Benidorm,
svolgendo all'uopo riunioni tanto riservate da
aver cura, prima, di far allontanare le donne. E
conferma se ne trae dalle dichiarazioni rese
dalla teste Dolores Martinez Fernandez
f.52) e segg.).
«Vo1.19
- Pag.5.5S0 -
Le emergenze p%ocessuali, cosi' %iassunte,
sul conto di Salvatore G%ado hanno t%ovato
Tommaso Buscetta (Vol.124 f.6),
definitiva conferma nelle dichia:razioni di
Alf:redo Pastura
(Vol.S/B f. 1 ) , (Vol.S/B f.14), (Vol.S/B f.106) e
(Vol.S/B f.165) e Salvatore Coniglio (Vo1.206
f.74), (Vol.206 f.95), (Vol.206 f.96), (Vol.206
f.10S), (Vol.Z06 f.126) , (Vol.2.06 f.127),
(Vo1.206 f.139), (Vo1.206 f.140), (Vol.206
f.168) .
Il primo, infatti, ha indicato il Grado
come "uomo d'onore" della famiglia di S.Maria di
Gesu'. Il secondo ha accusato il
- Pag.5.551 -
di avere la disponibilita' di un laboratorio per
la produzione di eroina, mentre il Coniglio ha
esplicitamente ammesso d'essersi direttamente
rifornito di droga da lui e da suo fratello
Vincenzo, dicendoli anche in collegamento coi
Bontate, con Contorno e con tale Cangialosi,
cognato dei fratelli Fidanzati.
Per quanto precede e quanto esposto nella
sentenza dedicataparte
droga
della
dei Grado, l'imputato va
ai traffici di
rinviato a
giudizio per rispondere di tutti i reati
ascrittigli, di cui ai capi 1, 3, 10, 13 e 22
dell'epigrafe, contestatigli coi mandati di
cattura 323/84, che ha assorbito ed integrato i
provvedimenti nn. 169/82, 343/82 e 237/83,
nonche' col mandato di cattura 133/83.
- Pag.5.55Z -
G:rado Vincen20
Denunciato con :rappo~to del 13 luglio 1982
(Volo 1 f.90) quaJe appa~tenente ai gruppi di
mafia c.d. "pe:rdenti" vennero nei suoi confronti
emessi ordine di cattu:ra 169/82 del 26 luglio
1982, mandato di cattu~a 343/82 del 17 agosto
1982 e mandato di cattu~a 237/83 del 31 maggio
1983, con i quali gli furono contestati i ~eati
di cui agli artt.416 C.P. e 75 legge n.685 del
1975.
Successivamente, a seguito di senten2a di
incompeten2a del Giudice Istruttore di Trento
del 20 gennaio 1983 (Vol.4/A f.78), che nel
co~so di sua ist~u2ione aveva accertato il
collegamento del gruppo dei Grado, quali
importatori di eroina e morfina di base, con
alcuni trafficanti orientali. venne al p~esente
riunito il procedimento trasmesso, limitatamente
ai reati associativi emersi. da quella Autorita'
- Pag.5.553 -
giudiziaria. ed emesso nei confronti del Grado
mandato di cattura 133/83 del Z3 marzo 1983 per
i reati di cui agli artt.416 C.P. e D.L.
4.3.1976 n.31.
concernenti,
rivelazioni diIntervenute
Tommaso Buscetta.
quindi le
tra l'altro.
l'appartenenza a Cosa Nostra del gruppo dei
Grado. con mandato di cattura 323/84 del 29
settembre 1984, ricontestatigli i suddetti reati
di cui agli artt.416 C.P. e 75 legge n.685 del
1975. gli vennero ulteriormente addebitati
quelli di cui agli artt.416 bis C.P. e 71 legge
n.685 del 1975.
Del Grado tratta ampiamente la parte della
sentenza appositamente dedicata ai traff~ci di
droga condotti dal suo gruppo.
In questa sede giova ricordare che egli e'
stato accusato dai trafficanti orientali Sami
Saleh «Vol.4/A f.Z68) e segg.), Wakkas Salah Al
Din «Vol.4/A f.295) e segg.) e
- Pag.5.554 -
((Yol.4/A f.415) e segg.) nonche' da Genna~o
Totta ((Vol.4 f.291) e segg.) + ((Yol.4/A f.253)
e segg.) + ((Yol.72 f.58) e segg.) di
comme~cia~e e~oina sulla piazza di Milano e
mantenere all'uopo contatti con elementi della
criminalita' tu~ca.
Il suo inse~imento nell'o~ganizzazione
c~iminosa di cui t~attasi e' stato asseve~ato
poi da Alessand~o Zerbetto (Yo1.2 f.139) +
(Yo1.1/B f.15), il quale ha riferito di un
incont~o svoltasi nella villa di Porto Ce~esio
del G~ado, du~ante il quale quest'ultimo,
Salvato~einsieme
D'Agostino,
a
ebbe a
Contorno
commenta~e
e
le
Rosa~io
notizie
riportate dai gio~nali ci~ca talune uccisione
verificatesi in Palermo nelle zone di B~ancaccio
e via Conte Fede~ico.
Cio' e' da mettere in ~elazione con le
vicende della c.d. "gue~~a di mafia" scoppiata a
- Pag.5.555 -
Palermo a seguito dell'uccisione di stefano
Bontate e Salvatore Inzerillo e nella quale i
Grado, anche in virtu' del rapporto di parentela
con Salvatore Contorno, fido del Bontate, erano
rimasti coinvolti, schierati nella parte
"perdente".
Lo stesso Grado, infatti, la cui ossessiva
e manifesta agitazione per quanto stava
accadendo non manco' di essere percepita da
Gennaro Totta, raccomannava a costui di non
rivelare a nessuno dove si trovasse, spipgando
cio' col fatto che i suoi nemici, segnatamente i
Ciulla ed i Fidanzati, volevano sterminare tutti
i Grado, in tal senso istigati da "un grosso
mafioso siciliano" che viveva a Roma (non e'
oggi piu' difficile identificarlo in Giuseppe
Calo'), il quale all'uopo telefonava a tutti in
tutta Italia.
Le ragioni di tanta avversione andavano
ricercate, secondo quanto riferito al Totta dal
Grado, nella potenza e nella for~a economica
raggiunte dalla sua famiglia e cio' ,
evidentemente,
- Pag.5.556 -
grazie al traffico degli
stupefacenti cui la medesima era dedita.
A tal proposito infatti Alessandro
Zerbetto non solo ha riferito che l'odierno
imputato gli appariva piu' importante dello
stesso Contorno, che da lui lo accompagno', ma
ha anche accennato ad un carico di t:I:e
tonnellate di eroina che il medesimo, secondo le
programmato nei confronti del suo clan,
asserzioni
commerciato.
Proprio
dello
per
stesso
sfuggire
Contorno,
allo
aveva
sterminio
Vincenzo
Grado ed i suoi familiari avevano preferito
stabilirsi in Spagna, come e' stato rivelato da
Gennaro Totta e confermato da Rodolfo Azzoli
eVol.19 f.54) - eVol.19 f.64).
Ivi egli, unitamente ad i suoi familia:I:i
ed amici non mancava di vagheggiare propositi di
riscossa contro i propri avversari,
organizzando riunioni
all'uopo
l:.ì.servate
nell'appartamento occupato presso il complesso
- Pag.5.557 -
Marina Sedavi di Benidorm ( vedi deposizioni
testi Vol.19 ai ff.52 e segg.) e con cio'
insistendo nei propositi bellicosi manifestati
gia' in Italia allorquando. presso la sua villa.
si erano incontrati tra gli altri, secondo
quanto rivelato dal Totta. Gaetano Badalamenti e
Salvatore Contorno (vedi anche relazioni
Cap.Honorati (Vol.1/B f.227). (Vo1.1/B f.69).
Ed invero tali incontri dimostrano la
descritta appa::r:tenenza dei G::r:ado allo
schieramento delle famiglie "perdenti". come
egli stesso ebbe modo di rivelare a Gennaro
Totta. dicendogli di essere legato al gruppo di
Stefano Bontante.
Pe::r: altro il grado di inserimento del
prevenuto nella associazione mafiosa Cosa Nostra
e l'approfondita conoscenza di tutte le sue
vicende emerge in piena luce dalla circostanza
che Vincenzo Grado, come riferito dal Totta,
ebbe a rivelare a costui. ancor prima che ne
parlasse Tommaso Buscetta. che Stefano Bontate
era stato soppresso per avere
- Pag.5.558 -
"i cozleonesi e quelli di Ciaculli" fiutato la
sua intenzione di uccideze Salvatoze Riina.
Al Totta inoltze il Gzado zivelo', in
tezmini sostanzialmente analoghi a quelli delle
dichiazazioni in pzoposito zese da Tommaso
Buscetta, ta1une cizcostanze zelative alla mozte
del figlio di Salvatoze Inzezillo, il quale,
pzima di venize ucciso, eza stato indotto a
pazlaze nell'eventualita' che il padre gli
avesse confidato dei segzet~.
La gzavita' delle accuse fozmutale dal
Totta, il quale ha tra l'altro anche parlato,
per confidenze fatte gliene dall'amico, del
sotterramento da pazte di Antonino Grado di
alcuni sacchi di dollari, mai piu' ritrovati,
appaze percepita dallo stesso Gzado in tezmini
di tale pericolosita' processuale che, venuto a
conoscenza delle dichiarazioni del Totta
medesimo, zisulta, secondo quanto da costui
rifezito, aver incaricato due suoi emissari pez
avvicinarlo ed indurlo a ritzattare.
- Pag.5.559 -
Tuttavia la sua posizione nel corso della
istruttoria si e' invece notevolmente aggravata,
f.74), (Vol.206 f.95), (Vol.206 f.96),
f.10S), (Vo1.206 f.126); (Vo1.206
(Vol.206 f.139), (Vol.206 f.140) e
avendolo anche Salvatore Coniglio (Vo1.206
(Vo1.206
f.12.7),
(Vol.206
f.16S) accusato di essere, unitamente al di lui
fratello Salvatore, un suo fornitore di eroina e
di essere all'uopo in contatto con Bontate e
Contorno. Quest'ultimo, al contrario, con la
consueta spiegabile reticenza allorquando
trattasi dei suoi congiunti, ha sostenuto di
ignorare la sua qualita' di "uomo d'onore", pur
sostanzialmente confermando le rivelazioni del
Totta e dello Zerbetto in ordine all'incontro di
Porto Ceresio (Vo1.125 f. 3) ,
- Pag.5.560 -
(Vol.125
f.20SL
f.49), (Vo1.125 f.115), (Vo1.125
Ma ltaffe%mazione benevola del Conto%no ed
il silenzio sul G%ado di Tommaso Buscetta nulla
ovviamente valgono a f%onte delle suesposte
%isultanze p%ocessuali, alle quali, come si et
detto, vanno aggiunte quelle di cui t%atta
apposito capitolo della sentenza dedicato ai
t%affici di droga dei Grado e quelle
ulte%iormente esposte trattando la
degli alt%i f%atelli imputati.
posizione
Va, pe%tanto, l'imputato %inviato a
di cui ai capi 1, 3, 10,
giudizio pe%
asc%ittigli
rispondere di tutti i %eati
13 e 22 dei
capi di imputazione, conte~tatigli coi mandati
di cattura 323/84, che ha assorbito ed integrato
i provvedimenti nn.169/82, 343/82 e 237/83,
nonche t col mandato di cattura 133/83.
- Pag.5.561 -
Graviano Benedetto
Indicato
f.13), (Vol.11
f.44), (Vol.l1
da Stefano Calzetta eeVol.11
f.22), (Vol.11 f.24), (Vol.11
f.61) e (Vol.11 f.79) + (fase.
pers.2~ f.34» quale affiliato, insieme ai
fratelli Filippo e Giuseppe, ai gruppi di mafia
facenti capo alle famiglie Savoca e Spadaro,
venne emesso nei suoi confronti mandato di
cattura 237/83 del 31 maggio 1983, con il quale
gli furono contestati i reati di cui agli
artt.416 C.P. e 75 legge n.685 del 1975.
A seguito delle rivelazioni di Tommaso
Buscetta, concernenti tra l'altro l'appartenen2a
a Cosa Nostra delle predette famiglie mafiose,
con mandato di cattura 323/84
- Pag.5.562 -
del 29 settemb~e 1984, ~icontestatigli i ~eati
suddetti, gli vennero ulte~io~mente addebitati
quelli di cui agli a~tt.416 bis C.P. e 71 legge
n.685 del 1975.
Ar~estato dopo lunga latitanza, si e'
p~otestato innocente, asse~endo di non conosce~e
il Calzetta ne' alcuno dei suoi coimputati, ad
eccezione di Angelo Mannino, suo parente, di
Giuseppe Battaglia, cliente di una sua officina,
e di F~ancesco Fascella, avendo con costui
lavo~ato nella raccolta di ~ifiuti da dare in
pasto ai maiali. Si e' dichiarato comunque
est~aneo ad ogni organizzazione criminosa.
E' uno dei figli di Michele Graviano,
ucciso il 7 gennaio 1982 probabilmente per mano
dei c.d. "gruppi perdenti", tenuto conto
dell'allarme che detto omicidio, secondo le
rivelazioni di Vincenzo Sinagradi Antonino
(fase. perso f.193) suscito' nell'ambito della
cosca di Co~so dei Mille. Anche secondo il
Calzetta, che ha dichiarato di averlo app~eso da
Carmelo Zanca, il Graviano sarebbe stato ucciso
- Pag.5.563 -
dagli stessi "perdenti". che avrebbero cosi'
inteso punirlo del fatto che egli aveva fornito
indicazioni atte ad individuare i nascondigli di
Salvatore Contorno. all'epoca oggetto di una
spietata caccia all'uomo per i suoi strettissimi
legami con Stefano Bontate. '
Il Graviano, come ha riferito il Calzetta.
era particolarmente legato a Pietro Vernengo t
che accolse "bestemmiando" la notizia della sua
uccisione, e ad altri esponenti della cosca di
Corso dei Mille, quali Federico Amato. Giuseppe
Battaglia,
Salvo. Era
Giovanni Di
uno degli
Gaetano e Nicola Di
elementi piu' attivi nel
traffico di droga e la sua fabbrica di cemento
altro non era se non una copertura. ed un
consistente anche nella concessione
paravento
attivita'.
della sua effettiva illecita
di cospicui finanziamenti ad esponenti mafiosi.
Infatti,
nell'ambito
dopo
delle
la sua
indagini
uccisione
relative a
e
tale
omicidio, si accertava che il Graviano aveva
depositato in vari istituti di credito banconote
provenienti dal riscatto pagato per il
- Pag.5.564 -
sequestro Lavagna (altre banconote, aventi la
stessa origine, venivano trovate in possesso di
Gaetano Scavone) e che aveva prestato numerose
zidejussioni a zavore di elementi gravitanti nei
gruppi di mafia della zona orientale di Palermo,
quali Benedetto Di Caccamo, Antonino Lo Iacono e
Domenico Sanseverino. Clienti della sua fabbrica
erano inoltre le imprese Finocchio ed Amato,
quest'ultima notoriamente operante sotto l'egida
dei Vernengo, ed il Graviano, d'intesa con le
altre famiglie mafiose, imponeva, secondo il
Calzetta, a tutti i costruttori di Corso dei
Mille e dintorni che i materiali edili fossero
esclusivamente forniti da ditte, come la sua,
facenti capo alla stessa organizzazione mafiosa.
Il ferro, ad esempio, doveva esser comprato
dalla ditta Edilfe:r::ro dei Casella, le mattonelle
dalla ditta Giovanni Oliveri o dalla
Edilce:r::amica di Gaetano Tinnirello.
Anche i
Giuseppe
figli
sono,
Benedetto,
secondo
Filippo e
il
Calzetta,
- Pag.5.565 -
inseriti nella stessa organizzazione
criminosa del quale il padre era autorevole
esponente ed usavano accompagnarsi con Giuseppe
ed Antonino Battaglia,Giovanni Di Gaetano ed
altri pregiudicati dei gruppi Spadaro, Savoca e
Lucchese.
Cio' e' stato confermato da Vincenzo
Sinagra di Antonino (fase. perso f.12.5), il
quale ha riferito di aver visto il figlio "molto
giovane" di Michele Graviano frequentare
assiduamente Giuseppe Battaglia e Giovanni Di
Gaetano detto "u parrineddu", e trova ulteriore
conferma nel rapporto della Squadra Mobile del
24 marzo 1983 (Vo1.10 f.57), attestante un
controllo di Polizia. nella zona di
Brancaccio furono sottoposti il 1.. settembre
1982. Filippo Graviano, Giovanni Di Gaetano
eGiuseppe Savoca, che viaggiavano tutti a bordo
della stessa autovettura, intestata a Benedetto
Graviano
1.9.1982
(vedi anche relazione di servizio
a
- Pag.5.566 -
(Vo1.10 f.153)).
Ulteriore riscontro del contestato
inserimento del Graviano nella organizzazione
criminosa e' costituito dalla sua accertata
partecipazione in data 30 ottobre 1980 al
matrimonio tra Angelo Giuseppa
Tagliavia insieme ai
Calcagno
fratelli
e
Filippo e
Giuseppe, a Giuseppa Battaglia, a Sebastiano e
Michele Lombardo ed ai figli di Pietro Vernengo
nonche' a Pietro Senapa testimone di nozze
76) + (Vol.8/S f.«(Vol.5/S f.74), (Vol.5/S f
91), (Vo1.8/S f. 102)). Da notare che il
Calcagno risulta ricercato perche' imputato di
omicidio ed associazione per delinquere e di
tutti i predetti il Graviano aveva dichiarato di
conoscere solo i congiunti e Giuseppe Battaglia.
Il trattenimento inoltre risulta esser stato
pagato con assegno di Nicola Di Salvo.
Ma ancor piu' clamorosa conferma delle
- Pag.5.567 -
dichiarazioni del Calzetta e del Sinagra emerge
dalle stesse circostanze dell'arresto di
Benedetto e Filippo Graviano.
Il primo infatti venne sorpreso il 20
settembre 1984 mentre insieme a Giuseppe Savoca
ed a Giuseppe Battaglia si nascondeva in un
immobile della via Bandita ove vennero rinvenuti
e sequestrati numerosi preziosi recanti ancora
le etichette del prezzo e quindi presumibilmente
provenienti da furti o rapine (rapporto Squadra
Mobile del 21.9.1984 a (Vol.99/A f.38)).
Il Filippo, in data 21 agosto 1985, e'
stato tratto in arresto unitamente a Giovanni Di
Gaetano, insieme al quale si nascondeva in un
rifugio in aperta campagna nella zona di
Casteldaccia
R. G. J.
(vedi proc. riunito n.2159/85
Frattanto di tutti i figli di Michele
Graviano indicati come "uomini d'onore" della
Savoca) ,
famiglia
capeggiata
mafiosa
dal
di Brancaccio
aveva
(quella
parlato
- Pag.5.568 -
Salvatore Contorno (eVol.125 f.41', (Vol.125
f.42) e eVol.125 f.134", aggiungendo che tutti
sono attivi trafficanti di droga ed hanno
accumulato in poco tempo ingentissima fortuna.
Dal rapporto della Squadra Mobile del 16
ottobre 1984 eVol.125/A f.47' risulta infatti
che gli stessi nella zona di Brancaccio sono
proprietari di decine di appartamenti.
particolal:i emergono
Sui
ulteriori
loro traffici di droga inoltre
dalle
dichiarazioni del Calzetta, oltre a quelli gia'
ricordati a proposito del defunto loro genitore
Michele Gl:aviano
Ha riferito, infatti, il Calzetta che i
tre Graviano prelevavano partite di cocaina da
Salvatore Virzi' e Giovanni Matranga ed erano
cioe' inseriti nell'attivissimo giro di sostanze
stupefacenti facente capo allo stabilimento
balneare Virzi', centro di riunione e raccolta
di numerosissimi
- Pag.5.569 -
esponenti mafiosi della zona di Corso dei Mille
e Brancaccio.
Per rispondere di tutti i reati
ascrittigli nel mandato di cattura 323/84, che
ha integrato
precedentemente
ed assorbito quello 237/83
emesso, Benedetto Graviano va,
pertanto, rinviato a giudizio.
- Pag.S.S70 -
G:raviano Filippo
Indicato da Salvato:re Conto:rno «Vo1.125
f.41), (Vol.125 %.42) e (Vol.125 %.134)) quale
alla famiglia mafiosa di B:rancaccio,
affiliato,
Giuseppe,
insieme ai f:ratelli Benedetto e
venne emesso nei suoi conf:ronti mandato di
cattu:ra 361/84 del 24 ottob:re 1984, con il quale
gli furono contestati i reati di cui agli
artt.416 e 416 bis C.P., 75 e 71 legge n.685 del
1975.
Arrestato dopo lunga latitanza, si
protestava innocente, asserendo di conoscere tra
i suoi coimputati solo Giuseppe Savoca e
Giovanni Di Gaetano, per ragioni di lavoro.
Stralciati gli atti che lo riguardavano,
il relativo procedimento viene, col presente
provvedimento, riunito a quello principale.
- Pag.5.571 -
E' uno dei figli di Michele Graviano,
ucciso il 7 gennaio 1982. probabilmente per mano
dei c.d. "gruppi perd~nti". tenuto conto
dell'allarme che detto omicidio, secondo le
rivelazioni di Vincenzo Sinagra di Antonino
(fase. perso f.193), suscito'
cosca di Corso dei Mille.
nell'ambito della
Anche, secondo Stefano Calzetta «Vol.11
dichia:z:ato di
f.13),
f.44),
pers. 2,-
(Vo1.11
(Vo1.11
f.34»
f.2,2,),
f.6n,
che
(Vo1.11
(VoI. 11
ha
f.24),
:f.79)
(Vo1.11
+ (fase.
averlo
app:z:eso da Carmelo Zanca, il G:z:aviano sa:z:ebbe
stato ucciso dagli ste ssi "perdenti". che
av:z:ebbe:z:o cosi' inteso puni:z:lo del fatto che
egli aveva fo:tnito indicazioni atte ad
individuare i nascondigli di Salvatore Contorno,
all'epoca oggetto di una spietata caccia
all'uomo per i suoi st:z:ettissimi legami con
Stefano Bontate.
- Pag.5.57Z -
Il Gxaviano, come ha xifexito il Calzetta,
exa paIticolaImente legato a Pietro Vernengo,
che accolse "bestemmiando" la notizia della sua
uccisione, e ad altxi esponenti della cosca di
Corso dei Mille, quali Federico Amato, Giuseppe
Battaglia, Giovanni Di Gaetano e Nicola Di
Salvo. Era uno degli elementi piu' attivi nel
txaffico di droga e la sua fabbrica di cemento
altro non era se non una copextura ed un
paravento della sua effettiva illecita
attivita', consistente anche nella concessione
di cospicui finanziamenti ad esponenti mafiosi.
Infatti, dopo la
nell'ambito delle indagini
sua uccisione
relative a
e
tale
omicidio, si accertava che il Graviano aveva
depositato in vari istituti bancari banconote
provenienti dal riscatto pagato peI il sequestro
Lavagna (altre banconote, aventi la stessa
pxovenienza, venivano trovate in possesso di
Gaetano Scavone) e che aveva prestato numerose
fidejussioni a favore di elemeti gravitanti nei
g:!:uppi di mafia della
- Pag.5.573 -
zona o~ientale di Pale~mo. quali Benedetto Di
Caccamo, Antonino Lo Iacono e Domenico
Sanseve~ino. Clienti della sua fabb~ica erano
inoltre le imprese Finocchio ed Amato,
quest'ultima noto~iamente ope~ante sotto l'egida
dei Vernengo, ed il Graviano, d'intesa con le
altre famiglie mafiose, imponeva, secondo il
Cal:->:etta, a tutti i cost~uttori di Co~so dei
Mille e dintorni che i mate~iali edili fossero
esclusivamente forniti da ditte, comera sua,
facenti capo alla stessa organizzazione mafiosa.
Il fe~ro, ad esempio, doveva esse~e comprato
dalla ditta Edilferro dei Casella, le mattonelJp
dalla ditta di Giovanni Oliveri e dalla
Edilceramica di Gaetano Tinnirello.
secondo il Calzetta, inseriti
Anche i
Giuseppe sono,
figli Benedetto, Filippo e
nella stessa organizzazione criminosa della
quale il pad~e era auto~evole esponente ed
usavano accompagnarsi a Giuseppe ed Antonino
Battaglia,
pregiudicati
Giovanni Di Gaetano ed altri
dei
- Pag.5.574 -
gruppi Savoca, Spadaro e Lucchese.
Cio' e' stato confermato da Vincenzo
Sinagra di Antonino (fase. perso f.1Z5) , il
quale ha riferito di aver visto il figlio "molto
giovane" di Michele Graviano frequentare
assiduamente Giuseppe Battaglia e Giovanni Di
Gaetano detto "u parrineddu", e trova ulteriore
conferma nel rapporto della
24 marzo 1983 (Vol.10
Squadra Mobile
f.57), attestante
del
un
controllo di polizia cui nella zona di
Brancaccio furono sottoposti il 1 settembre 198Z
Filippo Graviano, Giovanni Di Gaetano eGiuseppe
Savoca, che viaggiavano tutti a bordo della
stessa autovettura, intestata a Benedetto
Graviano (vedi anche relazione di servizio
1.9.198Z a (Vol.10 f.153)).
Ulteriore riscontro del contestato
inserimento del Graviano nella organizzazione
criminosa e' costituito dalla sua accertata
partecipazione, insieme ai fratelli
- Pag.5.575 -
Benedetto e Giuseppe, a Giuseppe Battaglia, a
Sebastiano e Michele Lombardo ed ai figli di
Pietro Vernengo, al matrimonio, celebrato il 30
ottobre 1980, fra Angelo Calcagno e Giuseppa
Tagliavia, cui intervenne come testimone il
famigerato Pietro Senapa eeVol.5/S f.74),
(Vol.5/S f.76) + (Vol.8/S f.91), (Vol.8/S
f.l02». Da notare che il Calcagno risulta
ricercato perche' imputato di omicidio ed
associazione per delinquere e tutti gli altri
l'imputato aveva dichiarato di non conoscere, ad
eccezione dei suoi congiunti. Il trattenimento
di nozze risulta inoltre pagato con assegno di
Nicola Di Salvo.
Ma ancora piu' clamorosa conferma delle
dichiarazioni del Calzetta e del Sinagra emerge
dalle stesse circostanze dell'arresto di
Benedetto e Filippo Graviano.
- Pag.5.576 -
Il p~imo infatti venne so~p~eso il 20
settemb~e 1984 ment~e insieme a Giuseppe Savoca
ed a Giuseppe Battaglia si nascondeva in un
immobile di via Bandita ove venne~o rinvenuti e
sequest~ati nume~osi p~eziosi ~ecanti anco~a le
etichette del p~eZ20 e quindi p~esumibilmente
pxovenienti da fu~ti o ~apine (vedi ~appo~to
Squad~a Mobile del 21.9.1984 a (Vol.99/A f.38)).
Il Filippo, in data 21 agosto 1985, e '
stato tr.atto in a~~esto unitamente a Giovanni Di
Gaetano, insieme al quale si nascondeva in un
Casteldaccia
campagna nella zona di~ifugio in ape~ta
(vedi p~ocedimento ~iunito
n.2159/85 R.G.).
Salvatoxe Conto~no, come si e' detto, ha
indicato tutti i figli di Michele G~aviano come
"uomini di ono~e" della famiglia di B~ancaccio
(quella capeggiata dal Savoca), aggiungendo che
tutti sono attivi t~afficanti di d~oga ed hanno
accumulato in poco tempo ingentissima foxtuna.
- Pag.5.577 -
Dal zapporto della Squadra
ottobre 1984 (Vol.125/A f.47)
Mobile del 16
zisulta infatti
che gli stessi nella zona di Bzancaccio sono
proprietari di decine di appaztamenti.
pazticolari
Sui
ulteziori
lozo traffici di dzoga,
emezgono
inoltze,
dalle
dichiarazioni del Calzetta, oltre a quelli gia'
zicordati a proposito del defunto lozo genitore
Michele Graviano.
Ha riferito, infatti, il Calzetta che i
tre Graviano prelevavano partite di cocaina da
Salvatore Virzi' e Giovanni Matranga ed erano
cioe' inseriti nell'attivissimo giro di sostanze
stupefacenti facente capo allo stabilimento
balneaze Virzi', centzo di ziunione e raccolta
di numerosissimi esponenti mafiosi della zona di
Corso dei Mille e Brancaccio.
Per
ascrittigli
rispondere di
col mandato
tutti i
di cattura
reati
361/84
Filippo Graviano
giudizio.
va, pertanto rinviato a
- Pag.5.578 -
Graviano Giuseppe
Indicato da Salvatore Contorno «Vol.125
(Vol.125 f.134» qualef.41), (Vol.125 f.42) e
affiliato, insieme ai fratelli Filippo e
Benedetto, alla famiglia mafiosa di Brancaccio,
venne emesso nei suoi confronti mandato di
cattura 361/84 del 24 ottobre 1984, con il quale
gli furono contestati i reati di cui agli
artt.416 e 416 bis C.P.,75 e 71 legge n.G85 del
1975.
E' rimasto latitante.
E' uno dei figli di Michele G~aviano,
ucciso il 7 gennaio
dei c.d. "gruppi
1982, probabilmente per
perdenti", tenuto
mano
conto
dell'allarme che detto omicidio, secondo le
rivelazioni di Vincenzo Sinagra di Antonino
(fase. perso f.193), suscito' nell'ambito della
Cosca di Corso dei Mille.
- Pag.5.579 -
Anche secondo Stefano Calzetta ((Vol.11
(Vol.11 f.79) + (fase.
dichia:rato di ave:rlo
f.13) ,
f.44),
pe:rs.2~
(Vol.11
(Vol.11
f.3lt»,
f.2.2),
f.61)
che
(Vol.11
e
ha
f.24), (Vol.11
app:reso da Ca:rmelo Zanca, il Graviano sarebbe
stato ucciso dagli stessi "perdenti" che
av:rebbero cosi' inteso punirlo del fatto che
egli aveva fornito indicazioni atte ad
individua:re i nascondigli di Salvato:re Contorno,
all'epoca oggetto di una spietata caccia
all'uomo pe:r i suoi strettissimi legami con
Stefano Bontate.
Il G:raviano come ha :riferito il Calzetta
era particola:rmente legato a Pietro Ve:rnengo,
che accolse "bestemmiando" la notizia della sua
uccisione, e ad alt:ri esponenti della cosca di
Corso dei Mille, quali Fede:rico Amato, Giuseppe
Battaglia, Giovanni Di Gaetano e
- Pag.S.S80 -
Nicola Di Salvo. E~a uno degli elementi piu'
attivi nel t~affico di d~oga e la sua fabb~ica
di cemento alt~o non e~a se non una cope~tu~a ed
un pa~avento della sua effettiva illecita
attivi ta' , consistente anche nella concessione
di cospicui finanziamenti ad esponenti mafiosi.
Infatti,
nell'ambito
dopo
delle
la sua
indagini
uccisione
~elative a
e
tale
omicidio, si acce~tava che il G~aviano aveva
depositato in va~i istituti di c~edito banconote
p~ovenienti dal ~iscatto pagato pe~ il sequest~o
Lavagna (alt~e banconote, aventi la stessa
p~ovenienza, venivano t~o\late in possesso di
Gaetano Scavone) e che aveva p~estato nume~ose
fidejussioni a favo~e di elementi g~avitanti nei
g~uppi di mafia della zona o~ientale di Pale~mo,
quali Benedetto Di Caccamo, Antonino Lo Iacono e
Domenico Sanseve~ino. Clienti della sua fabh~ica
inolt~e e~ano le imp~ese Finocchio ed Amato,
quest'ultima noto~iamente ope~ante sotto l'egida
dei Ve~nengo, ed il Graviano d'intesa con le
alt~e famiglie
- Pag.5.581 -
mafiose, imponeva, secondo il Calzetta, a tutti
i costruttori di Corso dei Mille e dintorni che
i materiali edili fossero esclusivamente forniti
da ditte, come la sua, facenti capo alla stessa
organizzazione mafiosa. Il ferro, ad esempio,
doveva essere comprato dalla Edilferro dei
le mattonelle dalla ditta di GiovanniCasella,
Oliveri o dalla Edilcerami.ca di. Gaetano
Tinnirello.
Anche i figli Benedetto, Filippo e
Giuseppe sono, secondo il Calzetta, inseriti
nella stessa organizzazione criminosa della
quale il padre era autorevole esponente ed
usavano accompagnarsi a Giuseppe ed Antonino
Battaglia, Gjovanni Di Gaetano ed altri
pregiudicati
Lucchese.
dei gruppi Savoca, Spadaro e
Cio' e' stato confE~rmato da Vincenzo
Sinagra di Antonino (fasc.pers. f.1Z5), il quale
ha riferito di aver visto il figlio "molto
giovane" di Michele Graviano frequentare
assiduamente Giuseppe Battaglia e Giovanni Di
Gaetano detto
- Pag.5.582 -
"u parrineddu", ~ trova ulteriore conferma nel
rapporto della Squadra Mobile del 24 marzo 1983
(Vo1.10 f. 57), attestante un controllo di
polizia cui nella zona di Brancaccio furono
sottoposti il 1 settembre 1982 Filippo Graviano,
Giovanni Di Gaetano e Giuseppe Savoca, che
viaggiavano tutti a bordo della stessa
autovettura, intestata a Benedetto Gravianoevedi
anche relazione di servizio 1.9.1982 a (Vol.10
f.153) .
Ulteriore riscontro del contestato
inserimento del Graviano nella organizzazione
criminosa et costituito dalla sua accertata
partecipazione in data 30 ottobre 1980 al
matrimonio
Tagliavia
tra Angelo
insieme ai
Calcagno
fratelli
e Giuseppa
Benedetto e
Filippo, a Giuseppe Battaglia, a Sebastiano e
Michele Lombardo ed ai figli di Pietro Vernengo
nonche' a Pietro Senapa, testimone di nozze
«Vol.5/S
f.9n,
f.74), (Vo1.5/S f.76) + (Vol.8/S
- Pag.5.583 -
<Vol.8/S f.102)).
risulta ricercato,
Da notare che il Calcagno
perche' imputato di omicidio
ed associazione per delinquere. e che il
trattenimento di nozze venne pagato con assegno
di Nicola Di Salvo.
Ma ancor piu' clamorosa conferma delle
dichiarazioni del Calze~ta e del Sinagra emerge
dalle stesse circostanze dell'arresto di
Benedetto e Filippo Graviano.
Il primo. infatti, venne sorpreso il 20
settembre 1984 mentre insieme a Giuseppe Savoca
ed a Giuseppe Battaglia si nascondeva in un
immobile di via Bandita ove vennero rinvenuti e
seques~rati numerosi preziosi recanti ancora le
etichette del prezzo e quindi presumibilmente
provenienti da furti o rapine <vedi rapporto
Squadra Mobile del 21.9.1984 a <Vol.99/A f.38)).
Il Filippo. in data 21 agosto 1985. e'
stato trat~o in arresto uni~amente a Giovanni Di
Gaetano. insieme al quale si
- Pag.5.584 -
nascondeva in un xifugio in apexta campagna
nella zona di Casteldaccia (vedi pxocedimento
Iiunito n.2159/85 R.G.).
SalvatoIe ContoIno, come si e' detto, ha
indicato tutti i figli di Michele Graviano quali
"uomini d'onore" della famiglia di BIancaccio
(quella capeggiata da Giuseppe Savoca),
aggiungendo che tutti sono attivi tIafficanti di
dIoga ed hanno accumulato in poco tempo
ingentissima fOItuna.
Dal IappoIto della Squadra
ottobIe 1984 (Vol.125/A f.47)
Mobile del 16
Iisulta infatti
che gli stessi nella zona di Brancaccio sono
proprietaIi di decine di appartamenti.
particolari
dichiarazioni
Sui
ulteriori
loro
di
traffici di droga,
emergono
stefano Calzetta,
inoltre,
dalle
oltre a
quelli gia' ricoIdati a pxoposito del defunto
loxo genitore Michele Graviano.
Ha xifeIito, infatti. , il Calzetta, che i
tre Graviano pIelevavano partite di cocaina da
SalvatoIe ViIzi' e Giovanni
- Pag.5.585 -
Matranga ed erano cioe' inseriti
nell'attivissimo giro di sostanze stupefacenti
tacente capo allo stabilimento balneare Virzi',
centro di riunione e raccolta di numerosissimi
esponenti mafiosi della zona di Corso dei Mille
e Brancaccio.
Per
ascrittigli
rispondere di
col mandato
tutti i
di cattura
reati
361/84
Giuseppe Graviano va,
giudizio.
pertanto, rinviato a
-......:
- Pag.5.586 -
Graziano Salvatore
Con rapporto a :firma congiunta
dell'8/2/1983 il dirigente della Squadra Mobile
della Questura di Palermo e il Comandante della
I~ Sezione del Nucleo Operativo del gruppo dei
CC. di Palermo denuciavano Graziano Salvatore
perche' ritenuto responsabile dei reati di
associazione per delinquere di stampo mafioso
Cart.416 bis C.P.) e di associazione per
delinquere :finalizzata al traffico di sostanze
stupe:facenti
1975) .
Cart.75 della legge n.685 del
Riferivano gli inquirenti che il
denunciato era a:ffiliato alla famiglia ma:fiosa
di Rosario Riccobono e, nell'ambito delle
illecite attivita' svolte da detta consorteria,
il compito del Graziano Salvatore era quello di
prestanome, deputato al riciclaggio in attivita'
illecite degli enormi proventi dei lucrosi
"traffici" illeciti gestiti dalla sua :famiglia.
- Pag.5.587 -
In particolare, veniva evidenziato che il
muz:atore,Graziano,
ventunenne),
ex
aveva
nel
costituito
1971 ,
la
(appena
S.r.l.
"R.I.E.M." con sede sociale in via P~incipe di
Belmonte 30 (dove, pero', non era conosciuta),
impiegandovi un capitale di appena 600.000 lire,
e che tale ditta, nel corso della sua attivita',
aveva portato a compimento un solo affare e
cioe' l'importazione di una partita di bottiglie
di whisky del valore di lire 1Z.000.000.
Successivamente, il Graziano costituisce,
insieme a tali Mattaliano Gaetano e Ribaudo
Leonardo, la Mandarino S.r.l. con capitale
sociale di lire 600.000, avente per oggetto la
compravendita di immobili, la quale, nel periodo
compreso tra la sua costituzione (23/9/1976) e
il giugno 1981, porta a conclusioni soltanto due
modesti affaz:i.
Su tali ope:r a::doni ha :rifez:ito il
Mattaliano Gaetano dichiarando, anche, che la
societa' aveva contratto un mutuo ipoteca:rio di
lit.1lfO.000.000 con la Cassa Centrale di
Risparmio e che, nel giugno
debito di circa 40.000.000.
1981 ~esiduava un
- Pag.S.588 -
In tale p~eca~ia condizione finanzia~ia
<sintomatica della sca~sa consistenza economica
del pet:sonaggio), il G~aziano Salvato~e
stipulava, nell'ottob~e 1980 un p~eliminare di
vendita del pacchetto azionari della "San Ma~co"
S.p.A., di cui erano azionisti Sajeva Attilio e
Giuseppe, ai quali ve~sava ci~ca 180.000.000 a
titolo di acconto sul pt:ezzo convenuto in
Z.OOO.OOO.OOOi pe~altro, sui beni societari
gravava un mutuo ipoteoario di lire
1. 800.000.000 per cui l'impegno finanziario
affrontato dal Graziuno Salvatore era
dell'ordine di circa 3.800.000.000.
Orbene, osservano gli inquirenti, appare
davve~o inspiegabile come abbia potuto assumere
un impegno economico di siffatta, notevolissima
entita' un personaggio dalle disponibilita'
economiche. sino allora, talmente limitate.
Ma la spiegazione del rebus va trovata in
due significativi episodi. Il 10/ lv1979 il
Graziano acquistava, in nome proprio e quale
procu~ato~e di altre persone,
"Fondo Scalea" cedutogli
mq.Z5.500 del c.s.
dal proprietario,
p~incipe F~ancesco Lanza di Scalea, per la somma
di lit.194.973.000.
- Pag.5.589 -
Est~emamente significativi sono i
"pe~sonaggi" ~appresentati nell'atto di
comp~avendita dal Graziano e cioe' D'Agostino G.
Battista (figlio del mafioso D'Agostino
(p~egiudicato,Rosario),
diffidato e
Lovito
cognato
Eugenio
del mafioso Ca~amola
Salvato~e) D'Amico Aldo (p~egiudicato, mafioso
della zona Montalbo-Acquasanta, collegato con
Fidanzati Gaetano) Misia Giuseppe, Bonanno
Salvatore (fratello dei mafiosi Bonanno Armando,
(condannato per l'omicidic
Giuseppe eGiovanni), Madonia
del Cap.
Giuseppe
Basile)
Riccobono Gaetana (moglie di Porcelli Antonino,
esponente di spicco
Partanna), Pedone
della famiglia mafiosa di
Filippo e Carmelo (figlio del
noto mafioso Pedone Vincenzo) e Vitamia Rosalia
, moglie di Rosario Riccobono.
Trattasi, come si vede, di persone
portatrici di precisi interessi ma:Eiosi e
collegate a vario titolo, con la "famiglia" di
cui e' ~appresentante Rosario Riccobono.
- Pag.5.590 -
L'operazione in argomento segna la
concretizzazione di un piano di insediamento nel
mediante lo sfruttamento
familiari,territorio
accomunati
appartenenza,
di diversi
dalla
nuclei
matrice mafiosa di
della
forza intimidatrice e del conseguente vincolo di
assoggettamento a tale matrice connesso.
E cio' sia nei confronti del
proprietario-cedente, costretto a vendere in
condizione di minorata autonomia contrattuale
confronti del Banco Sicilia,
per la pesante situazione
di
debitoria
sia,
nei
in
particolare, nei confronti degli affittuari dei
alloraadsinovari spezzoni del terreno.
dimoranti in loco.
Nessuno di costoro. pur essendo portatore
di un diritto di prelazione "ex lege". infatti.
acquisto' un lotto di terreno, tranne uno,
Bonanno Ruggero.
Un altro, Giovanni Vitale, dopo essersi
rivolto alla Autorita' Giudiziaria, divenne
destinatario di n.Z lotti. Uno di questi. fu,
pero' • costretto a venderlo proprio al Graziano,
il quale ziusci' a superare
...."
- Pag.5.591 -
la resistenza del Vitale, dicendogli: "O lo
vendi a me,
dire di no".
o verra' qualcuno a cui non potrai
Inoltre, in pagamento del lotto in
argomento, il Vitale ricevette, tra l'altro, un
assegno di conto corrente emesso da D'Agostino
Salvatore, personaggio di indiscutibile
estrazione mafiosa.
Il secondo episodio, illuminante sul ruolo
avuto dall'imputato nella consorteria mafiosa di
cui occupa, e' il seguente.
Il 19/5/1981 il Graziano veniva sorpreso
ed arrestato a Milano, mentre incassava, previa
consegna a tale Coreno Sergio di una ricevuta di
versamento per 55 mila dollari presso la AKEI
IHVESTIMEHTS di Zurigo, la somma di lit.6Z
milioni in contanti, corrispettivo della cifra
al cambio del giorno.in dollari, di cui sopra,
In tale occasione al Graziano veniva
sequestrata altra documentazione, del contenuto
il predetto aveva gia' effettuato
della quale
stabilire che
si pote' inequivocabilmente
altre rilevanti operazioni valutarie
contenuto:
di analogo
- Pag.5.592 -
- il 12/5/1981, per la somma di $.75.000
- il 13/5/1981, per la somma di $ . 5.000
- il 14/5/1981, per la somma di $. 8.000.
InoltI:e, sempre il 14/5/1981, l'imputato
aveva tentato di cambiaI:e, pI:esso uno sportello
bancaI:io sito all'inteI:no dell'AeI:ostazione
Kloten di ZUI:igo, banconote italiane da
lit.100.000 in f~anchi svizze~i.
Tali banconote costituivano pa~te del
pI:ovento del I:iscatto pagato peI: la liberazione
di Coppola F~ancesco, sequest~ato a Napoli il
23/4/1980, e successivamente ~ilasciato in
Sicilia dietI:o
lit.6 miliaI:di.
Ed anCOI:a.
il veI:samento di un I:iscatto di
Un cassieI:e dell'agenzia del
Credito Svizzero di Zu~igo, presso cui il
Graziano era titola~e di una cassetta di
sicuI:ezza, dichia~o' che il 13/5/1981 l'imputato
aveva depositato in tale cassetta una valigetta
diplomatica piena di dolla~i, che aveva
provveduto a I:itirare qualche OI:a dopo.
In totale il G~aziano aveva negoziato
complessivamente, nel breve volge~e di
appena
- Pag.5.593 -
15 giorni, ben 168.925 dollari, pari, al
cambio dell'epoca, a lire
italiane.
190.000.000 di lire
considerazione alcuna per asserire che,
Non pare debba spendersi davvero
in tale
occasione, l'imputato agi' per conto di altri,
dovendosi escludere che egli potesse disporre di
una somma di tale rilevanza.
Sulla scorta di tali elementi, evidenziati
nel rapporto di denuncia dell'8/2/1983, venivano
emessi contro l'imputato l'ordine di cattura
n.40/83 del 25/2/1983 con il quale gli si
contestavano i reati p. e p. dagli artt.416 C.P.
e 75 della legge n.685 del 1975 e il mandato di
cattura n.229/83 del 26/5/1983 con il quale si
contestavano all'imputato medesimo i reati p. e
p. dall'art.416 bis C.P. e 629 in relazione al
628 cpv.2~ n.1 C.P. in concorso con Lo Piccolo
Salvatore ai danni di Vitale Giovanni.
Interrogato, l'imputato si protestava
innocente di tutti i reati contestatigli e
respingeva gli addebiti per non averli commessi.
- Pag.5.594 -
generiche discolpe addotte dalMa
prevenuto
le
non possono trovare ingresso
processuale a fronte delle emergenze istruttorie
che hanno posto in evidenza come il Graziano
Salvatore non fosse stato mai in possesso di
enormi disponibilita' finanziarie, che, forse,
ha gestito ma, evidentemente, per conto di altre
persone e, in particolare, della famiglia del
Riccobono Rosario che, come e' stato accertato,
disponeva di ingenti riserve valutarie (secondo
le dichiarazioni di Gasparini Francesco di cui
si parla ampiamente in altra parte della
presente sentenza) presso istituti bancari in
Svizzera, cioe' nella nazione in cui l'imputato
ha effettuato le operazioni valutarie di cui si
e' parlato.
D'altra parte, la limitata disponibilita'
di risorse economiche del Graziano trova
puntuale conferma in quanto accadutogli qualche
tempo dopo.
Egli, infatti, il 20/11/1982, venne
sorpreso dalla P.G. mentre, assieme a Pedone
Michelangelo,
supermercato.
rubava salumi presso un
.'
Qualunque
- Pag.5.595 -
significato possa o debba
attribuirsi a tale episodio, il quale,
probabilmente, va spiegato con riferimento ad un
tentativo di estorsione: nei confronti del
proprietario del supermercato, non vi e' dubbio
che il ruolo del Graziano rimane ancora una
volta delineato, sia pure con connotazioni piu'
dell'organigramma mafioso di appartenenza;
che altro esecutive, nel quadro
ferma
restando, comunque, la sua abituale destinazione
a porre in essere condotte penalmente rilevanti.
L'appartenenza organica del Graziano
all'associazione criminosa "Cosa Nostra" ha
trovato, peraltro, conferma nelle dichiarazioni
rese dall'imputato Tommaso Buscetta .. Costui,
infatti, lo indica quale componente della
"famiglia" mafiosa del Borgo, a suo tempo
capeggiata da Leopoldo Cancelliere, socio della
Calcestruzzi Arenella di Rosario Riccobono, e
nonno paterno del 'omonimo imputato e del suo
germano Domenico, delle cui posizioni si e'
trattato in altre parti della presente
(VOL.124 f.11).
sentenza
Infine,
- Pag.5.596 -
gli accertamenti bancari espletati
hanno consentito di evidenziare rapPol:ti
economici tra il Graziano Salvatore e il
coimputato Vitamia Paolo (amministratore della
"Calcestruzzi Arenella" S.r.l.) all'ordine della
quale ha emesso assegni di conto corrente per un
ammontare complessivo di lire 47.000.000 circa,
dei quali due girati a Cancelliere Leopoldo e
Riccobono Gaetana, moglie di Porcelli Antonino
la quale ha negoziato al Graziano
(esponente
Partanna),
di spicco della famiglia di
10.000.000 trattoSalvatore un assegno di lire
sul conto corrente.
Sulla scorta di tali risultanze appare
conforme a giustizia disporre il rinvio a
giudizio dell'imputato per rispondere dei reati
contestatigli come in rubrica (capo 1,10,13,22 e
397) •
- Pag.5.597 -
G~azioli Sergio
Nei confronti del Grazioli il P.M. di Roma
ha emesso, il 22.11.1983, l'ordine di cattura
n.1135/83 per i delitti di associazione per
delinquere e finalizzata al traffico di sostanze
stupefacenti (capi 9 e 20 della epigrafe) e, il
30.11.1983, l'ordine di cattura n.1169/83 per il
delitto di acquisto di sostanze stupefacenti
(capo 51); gli atti sono stati trasmessi, poi, a
questo Ufficio per competenza per connessione.
Come si e' gia' ampiamente illustrato, le
indagini della Guardia di Finanza di Roma,
iniziate su alcuni soggetti che apparivano come
spacciatori di stupefacenti di medio calibro sul
mercato della Capitale, hanno gradualmente
consentito di accertare che quei soggetti erano
i terminali della pericolosissima organizzazione
mafiosa catanese dei Ferrera e di Nitto
Santapaola,
cui il
dedita ad ogni sorta di delitti, tra
traffico internazionale di
- Pag.5.598 -
stupefacenti su larga scala, e collegata con la
ma~ia palermitana. Per i particolari, si rinvia
a quanto si e' esposto, in pz:oposito, nella
paz:te seconda, capitolo quaz:to.
coll'organizzazione d~i
Sergio
stz:ettamente
Grazioli,
collegato
malavitoso romano
Ferrera, e' stato specificamente accusato da
Piero De Riz di essere un importante tramite per
la fornitura di stupefacenti (eroina e cocaina)
a tale organizzazione. Al riguardo, il De Riz ha
precisato quanto segue ( (Fot.116774)
"Il Cannizzaro Umberto l'ho
(Fot.116775)) .
a Grazioli Sez:gio; i due si
visto insieme
appartarono per
paz:lare e trattarono l'acquisto di un chilo di
cocaina. All'incirca nel giugno di quest'anno,
venni chiamato da Grazioli Sergio per z:ecarmi ad
un incontz:o che lo stesso, unitamente a
quest'ultimo mi
doveva avereCannizzaro Francesco,
sudamericani.
Incontz:ato il Grazioli,
con dei
disse che sette giorni pz:ima aveva comprato
- Pag.5.599 -
con il Cannizza~o ci~ca g~.900 di cocaina da
tale Mendoza Ma~io, cittadino sudame~icano; per
l'identificazione di quest'ultimo p~eciso che il
Mendoza e' stato a~restato dal ROAD il 4 luglio
di quest'anno. Il G~azioli mi disse che la
mattina di quel gio~no av~ebbe~o dovuto
effettua~e il pagamento della cocaina comp~ata e
che il Cannizza~o F~ancesco, delegato al
pagamento, non si era ~ecato all'appuntamento
con i sudame~icani in quanto non aveva ~eperito
il dena~o necessa~io. Il Gz:azioli mi disse
altz:esi' che nel pome~iggio dello stesso giorno
i sudamez:icani si e~ano recati nel suo negozio
(il Blow up di via Candia) e, visibilmente
armati, lo avevano minacciato z:ichiedendogli il
pagamento ent~o la stessa sera.
cio' premesso, mi prego' di
Il G~azioli,
p~esenziare
all'incont~o quale interp~ete e cio' pe~
condu~re meglio le tz:attative concez:nenti una
ulte~iore dilazione nei pagamenti. Mi recai con
il Grazioli all'appuntamento, fissato presso il
ristol:ante, credo il Bolognese, sito in via
Panisperna od in una stl:ada a questa ultima
il Men~oza e due altri sudamericani.
adiacente.
Canizzaro,
- Pag.5.600 -
All'appuntamento trovammo Franco
Concordammo con i sudamericani che la cocaina,
il cui prezzo era stato :fissato in
Lit.50.000.000, sarebbe stata pagata in parte
dopo cinque giorni e per l'altra parte dopo
sette giorni.
Per tale mia attivita' di interprete non
ebbi alcun compenso; mi ci prestai in quanto
stavo cercando di acquisire il piu' possibile
notizie in merito al traf:fico di eroina portata
da Thomas ed altri. Il giorno dopo, all'incirca
alle o:re 8,30 del mattino, il G:razioli mi venne
a trova:re a casa e mi preg~' di accompagna:rlo da
un suo amico; nel corso del tragitto, il
Grazioli mi fece fermare ad una farmacia da cui
usci' dopo aver acquistato della magnesia in
polvere per un quantitativo di circa gr.200; al
riguardo mi disse che la magnesia gli serviva
per tagliare la cocaina acquistata dai
sudamericani ed anco:ra in suo possesso. Preciso
che il G:razioli mi specifico' di aver
precedentemente venduto gr.ZOO di cocaina ad una
persona di cui mi fece
- Pag.S.G01 -
il nome che pero' adesso non ricordoi preciso
pero' che tale persona, a me nota di vista,
pressi dell'Hotel Lugano
indicare.
abita nei
abitazione che sono in grado di
in una
Accompagnai quindi il Grazioli in Piazza Santa
Maria Maggiore (piu' precisamente in uno slargo
a questa adiacente> e quest'ultimo sali' in uno
stabile dicendomi che andava da un suo amico.
Quando il Grazioli scese, mi disse che aveva
tagliato la cocaina, che anzi mi mostro', e mi
chiese di accompagnarlo in via Rasella da un suo
amico a nome Pino (sono in grado di indicare lo
stabile) cui avrebbe venduto la cocaina stessa.
Feci le mie rimostranze al Grazioli in
senza avermi prima accennatoquanto lo
alcunche' ,
stesso,
era in possesso della cocaina e
quest'ultimo mi rispose che, in caso di
della suddetta
da parteintervento
accollata la
della P.G.,
responsabilita'
si sa:r:ebbe
detenzione. Il Grazioli sali' da Pino e quindi
ne ridiscese dicendomi che il Pino non aveva
voluto acquistare la cocaina in quanto troppo
tagliata. Dissi al Grazioli
- Pag.S.602. -
che volevo allontanarmi e quest'ultimo mi disse
di accompagnarlo ad un taxi in Piazza Barberini,
cosa che feci. Il giorno dopo incontrai
nuovament~ il Grazioli il quale mi disse che nel
frattempo il Pino aveva dato Lit.1.000.000 a
Franco Cannizzaro per aiutarlo nel pagamento
della suddetta cocaina e che in cambio il
gr.200 diGrazioli stesso aveva dato al Pino
cocaina.
Dopo qualche giorno, incontrai nuovamente
il Grazioli il quale mi disse che doveva
incontrarsi con il Mendoza per ottenere della
seccato per
cocaina buona e
particolarmente
cio' perche' il Pino si
la qualita'
era
di
quella fornitagli e gli aveva detto che se non
fosse stato amico di Pippo Ferrera gliela
avrebbe fatta sicuramente pagare. Andammo
all'incontro con i sudamericani ma non riuscimmo
ad ottenere altra cocaina. Dopo qualche altro
giorno incontrai nuovamente il Grazioli il quale
mi disse che era riuscito ad ottenere gr.200 di
cocaina dai sudamericani, che aveva consegnato
tale quantitativo al Pino (il quale invero
voleva le uova di
- Pag.5.603 -
cocaina) e che aveva avuto in restituzione il
precedente quantitativo di pari importo. Quanto
dettomi dal Grazioli venne poi confermato dal
fatto che il Grazioli mi fece vedere la cocaina
riavuta dal Pino. Comunque, il Grazioli ed il
Franco Cannizzaro dovevano vendere la cocaina in
loro possesso ed allora pensarono di rivolgersi
a Cannizzaro Umberto; il Grazioli e l'Umberto si
incontrarono, come sopra da me detto, in una
pasticceria vicino a Piazza Cavour ed ivi, alla
mia presenza, parlarono della cocaina ed, in
particolare, all'Umberto venne richiesto di
venderla nel suo ambiente. L'Umberto rifiuto'
tale proposta in quanto diceva che la cocaina
non era buona. Per quanto dettomi dal Grazioli
la cocaina ando' a finire alla persona che ho
detto abitare dalle ~arti dell'hotel Lugano.
Dopo qualche giorno ancora, mentre mi trovavo
con il Grazioli in Piazza BarLerini, vedemmo
passare Lucio "Lo zoppo" di Ostia o Acilia e lo
fermammo; il Lucio ci disse che aveva appena
venduto a Franco Cannizzaro un
- Pag.5.604 _.
chilo e mezzo di cocaina e che aveva avuto il
prezzo di Lit.75.000.000 pagato in contanti. Il
Grazioli si adiro' molto per questo fatto in
quanto si riteneva scavalcato dal Cannizzaro; ci
recammo nuovamente dai sudamericani, e cioe' dal
Mendoza, per acquistare un chilo di cocaina ma
ne concordammo solo mezzo chilo in quanto la
moglie del Mendoza non voleva vendercene di
piu'. La trattativa non ebbe conclusione in
quanto il Mendoza e la moglie vennero arrestati
dai CC. del ROAD. Per quanto possa essere utile,
il Grazioli, quando trattava con iricordo che
sudamericani, diceva spesso di aver fatto
"affari" con Haide Taramona che conosceva
essendo amico del marito Alessandro Bianchi.
Vorrei per scrupolo aggiungere che il
Cannizzaro Umberto potrebbe essere anche
Cannizzaro Giorgio; chiedo pertanto che mi venga
mostrata una foto dei predetti per poter io
esser certo nel dichiarare che all'incontro con
il Grazioli era presente
non Giorgio".
Cannizzaro Umberto e
- Pag.S.60S -
Le accuse del De Riz sono state
confermate. come si e' visto, dal coimputato
Castillo John Vittorio, che ha ammesso di aver
consegnato cocaina a Sergio Grazioli e
Francesco Cannizzaro, rendendo una versione dei
fatti,
Riz.
nella sostanza, conforme a quella del De
Ne' il ruolo del Grazioli si e' esaurito
negli acquisti di cocaina. poi che ' , secondo
quanto ha riferito il De Riz, il prevenuto si e'
attivamente interessato per gli acquisti,
nell'interesse dell'organizzazione dei Ferrera.
di eroina fornita da Koh Bak Kin e dai suoi
collaboratori.
Al riguardo, De Riz ha minuziosamente
riferito (Vol.11Z/R
<Yo1.16/RA f.4>
f.?) (Vol.112/R f.20);
(Yol.16/RA f.9> dei suoi
incontri con Thomas Alan, fiduciario di Koh Bak
Kin, Sergio Grazioli.Franco Cannizzaro. Pippo
Ferrera, Marcello Bonica, in cui si tratto' la
- Pag.S.606 -
fornitura di ingenti partite di eroina e delle
consegne di eroina da parte di Thomas Alan e
Sergio Grazioli, nell'interesse di Ferrera.
Ed anche il Thomas, da parte sua, ha
sostanzialmente confermato le accuse del De Riz,
esponendo, nei
(Vo1.106/R f.79);
f.293):
particolari (Vol.106/R f.73)
(Vol.112/R f.Z69) - (Vol.112/R
il suo incontro, in una ristorante nei
pressi di Cinecitta', con Pietro De Riz,
Giuseppe Ferrera, Francesco Cannizzaro, Giovanni
Rapisarda e Sergio Grazioli in cui si tratto'
delle forniture di eroina da parte di Kon Bak
Kin;
- le consegne di scontrini del deposito di
bagagli contenenti eroina, depositati nelle
stazioni ferroviarie di Firenze e di Roma,
Riz, nell'interesse di Giuseppe Ferrera;
a De
- Pag.S.607 -
i suoi incontri con Pietro De Riz,
Franco Cannizzaro, Sergio Grazioli e Giuseppe
Ferrera, in un'osteria nei pressi della citta'
del Vaticano, e, in un ristorante di Frascati,
col Ferrera e con Bonica Marcello, in cui si
tratto' di questioni attinenti alle forniture di
eroina.
Infine, le convergenti accuse di Pietro De
Riz, Thomas Alan e Castillo John Vittorio hanno
trovato sicura conferma nelle telefonate,
registrate sull'utenza di Giuseppe Bellia
( (Fot.114698) (Fot. 114703», in cui diverse
volte, fra gli altri, anche talE' "Sergio" (da
identificarsi sicuramente nell'odierno imputato,
Sergio Grazioli) parlava con Pippo (Giuseppe
Ferrera) per concordare un incontro col "Pelato"
(e, cioe', Thomas Alan); queste telefonate hanno
ce:rto riferimento, come e ' stato confermato
anche dal De Riz, agli incontri
la fo:rnitura di eroina.
col Thomas per
- Pag.S.60S -
Il Grazioli, dunque, ha avuto un ruolo non
secondario nel traffico di stupefacenti
riguardante la organizzazione del Ferrera e, per
tale motivo, deve essere rinviato a giudizio per
rispondere del delitto ~ssociativo specifico
(capo 20) e di quello di acquisto di cocaina
(capo 51).
Del delitto di associazione per delinquere
Cdi cui al capo 9), invece, deve essere
prosciolto con formula ampiamente liberatoria,
non risultando da alcun atto del processo che il
prevenuto, a prescindere dal suo inserimento
nell'ambiente della malavita romana, abbia avuto
un qualsivoglia ruolo nelle altre attivita'
illecite dell'organizzazione mafiosa Catanese.
- Pag.5.609 -
Greco Francesco
Indicato da Salvatore Contorno «Vol.125
f.16) e (Vol.125 f.135)) quale componente, come
i fratelli Michele e Salvatore, della famiglia
mafiosa di Ciaculli, venne emesso nei S\10i
confronti mandato di cattura 361/84, con il
quale gli %urono contestati i reati di cui agli
artt.416 e 416 bis C.P., 75 e 71 legge n.685 del
1975.
Si e' protestato innocente, asserendo di
aver conosciuto il Contorno quando costui era
ancora un bambino e di non vederlo da oltre
venti anni nonche' di non avere alcun interesse
in comune coi fratelli Michele e Salvatore e di
intrattenere con loro soltanto meri rapporti di
saluto.
Con ordinanza del 31 gennaio 1985 (fase.
perso f.13) e' stato posto in stato di arresti
domiciliari.
- Pag.S.610 -
Sussistono a suo caxico sufficienti pxove
di colpevolezza in oxdine alla sua appartenenza
alla associazione mafiosa Cosa Nostxa, avuto
xiguaxdo alle xeitexate e cixcostanziate accuse
del Contorno, il quale ha xiferito che il Gxeco
gli venne xitualmente pxesentato come "uomo
d'onore" secondo le xegole di Cosa
altri accoliti della famiglia
Nostxa dagli
di Ciaculli. Ha
aggiunto che e' molto legato ai fxatelli, pxesso
i quali spesso si xeca, ed ha pxecisato che la
sua funzione nell'ambito dell'associazione
cximinosa e' paxticolarmente comoda ed utile, in
quanto, essendo medico, viene utilizzato per
prestazioni sanitarie a favore di associati che
debbono ximanere xisexvate.
Ne' esito favoxevole pex l'imputato ha
dato l'audizione dei testi da lui indicati a
discolpa eeVol.188 f.SO) e segg.), in quanto
costoxo nulla hanno saputo riferixe cixca i
xappoxti fxa il Fxancesco Gxeco ed i suoi
fxatelli, limitandosi ad affexmaxe di avexlo
visto pexiodicamente accedexe nelle sue
di Ciaculli.
campagne
- Pag.5.611 -
Indubbio riscon~ro alle dichiarazioni del
Con~orno e' emerso invece dall'esame della
documentazione seques~rata in casa del Greco
(vedasi documen~azione in seques~ro'. E' stato
infatti rinvenu~o un appunto manoscri~to recante
l'indicazione "La Rosa via Frosinone 10 Cisterna
di Latina tel.9698507".
Trat~asi senza ombra di dubbio di appunto
riferentesi all'imputato Angelo La Rosa di
Filippo, anch'egli "uomo d'onore" di Ciaculli,
secondo le rivelazioni di Salvatore Contorno
(Vol.125 f.137', da tempo trasferitosi a Latina,
ove nelle sue proprieta' trovano facilmente
ricetto latitanti mafiosi gravitanti su Roma.
Il La Rosa, n~l corso del suo
interrogatorio, ha sostenuto di aver da tempo
"tagliato i ponti" con la Sicilia e con la sua
stessa borgata di origine (Ciaculli) ed e '
pertanto particolarmente significativo ch~ il
suo recapito sia stato invece trovato annotato
in appunti in possesso di Francesco Greco,
- Pag.5.612 -
cosi' come annotato risulta in appunti
sequestrati a Giuseppe Ingrassia, costituente in
Milano altra base dell'organizzazione.
Pertanto, pur dovendosene riconoscere il
ruolo assolutamente secondario, specie se
confrontato con quello prestigioso dei fratelli
Michele e Salvatore, va ritenuta l'appartenenza
dell'imputato in esame a Cosa Nostra e va egli
conseguentemente rinviato a giudizio per
rispondere dei reati di cui agli artt.416 e 416
bis C.P., contestatigli col mandato di cattura
361/84.
Va, invece, prosciolto, per non aver
commesso i fatti, dalle imputazioni di cui agli
artt.75 e 71 legge n.685, contestatigli con lo
stesso mandato. Da nulla infatti risulta che
egli in traffici di droga fosse coinvolto ed
anzi il Contorno, indicandone un ben diverso
ruolo nell'ambito dell'organizzazione criminosa,
lo ha implicitamente escluso.
- Pag.S.613 -
Greco Giovanni detto "Giovannello"
Denunciato con rapporto del 6 maggio 1980
«Vol.12/L f.43) - (Fot.03S43S)) quale affiliato
al gruppo criminale gravitante sul c.d. "covo"
di Corso dei Mille, alla cui delittuosa
attivita' si riteneva dovesse ascriversi la
soppressione del dr. Giorgio Boris Giuliano, che
lo aveva scoperto. solo in data 22 maggio 1984
venne emesso nei suoi confronti mandato di
cattura 162/84, con il quale gli fu contestato
il delitto di cui all'art.416 C.P ..
"pe:rdente",
qualeluglio 1982 (Vol.1 f.90)
gruppo di mafia c.d.
Denunciato frattanto con rapporto del 13
appartenente al
e:rano stati
emessi nei suoi confronti ordine di cattu:ra
170/82 del 26 luglio 1982, mandato di cattura
343/82 del 17 agosto 1982 e mandato di cattura
237/83 del 31 maggio 1983, con i quali gli erano
stati contestati i reati di cui agli artt. 416
C.P.e 75 legge n.685 del 1975.
- Pag.5.614 -
Riuniti i suddetti procedimenti ed
intervenute le rivelazioni di Tommaso Buscetta,
conce:rnenti, t:ra l'alt:ro, l'appa:rtenenza del
G:reco alla famiglia mafiosa di Ciaculli, con
mandato di cattu:ra 323/84 del 29 settemb:re 1984,
:ricontestatigli i suddetti :reati di cui agli
artt.416 C.P.e 75 legge 685 del 1975, gli fu:rono
ulterio:rmente addebitati quelli di cui agli
artt.416 bis C.P.e 71 legge 685 del 1975 nonche'
il :reato di tentato omicidio in danno di
Giuseppe G:reco di Xicolo', che in Ciaculli, nel
Xatale 1982, si era app:r:eso, aveva tentato di
sopp:rime:r:e, in conco:r:so con Giuseppe Romano
detto l' Ame:r:icano, nel co:rso di una spa:r:ato:r:ia
o "tufiata", secondo quanto :rivelato da stefano
Calzetta eeVol.11 f.50) + fasc.pe:rs. 1- f.lO).
E' rimasto latitante.
La pe:rsonalita' criminale del G:reco e la
sua non comune pericolosita' emergono
compiutamente gia' nel corso del p:rocedimento
- Pag.5.615 -
conseguente all'omicidio del metronotte Sgroi,
consumato il 26 aprile 1979 durante una rapina
alla Cassa di Risparmio di Palpr.mo.
Dell'episodio tratta ampiamente altra
parte della sentenza, dedicata all'omicidio del
dr. Giorgio Boris Giuliano, animatore di quelle
indagini ed ucciso a causa di esse. In questa
sede appare sufficiente richiamare la sentenza
in data 2 aprile 1984 della Corte di Assise di
Palermo (Vol.198 f.2), con la quale il Greco e'
stato condannato alla pena di anni quattordici
di reclusione per il reato di associazione per
delinquere, porto e detenzione illegale d'armi
ed altri reati minori e prosciolto per
insufficienza di prove dai delitti di rapina ed
omicidio.
Da quelle vicende processuali emergono in
piena luce i collegamenti criminali fra Giovanni
Greco, Giuseppe Greco di Nicolo', Pietro
Marchese e Rosario Spitalieri. Altri, non meno
significativi, con i piu' pericolosi esponenti
- Pag.5.616 -
della "famiglia" di
quale, tra
menzionato
eFot.035435),
rappoz:to
nel
Cia(~ulli
del 6
emergono
maggio
l'altro,
dal
1980
e'
richiamata la relazione di servizio in data 13
marzo 1976 eeVol.1Z/L f.89) (Fot.035481»
attestante un controllo al quale il
"Giovannello", Vincenzo Buffa e Mario Giovanni
Prestifilippo furono sottoposti in quella data
dalla Polizia perche' sorpresi insieme a bordo
dell'autovettura BMW targat~ PA-350856.
Altre parti della sentenza, e precisamente
quelle dedicate agli omicidi di Stefano Bontate,
Salvatore Inzerillo e Pietro Marchese e, piu' in
generale, alla c.d. "guerra di mafia", trattano
piu' ampiamente delle vidende del Greco, mafioso
di Ciaculli legatosi a Salvatore Inzerillo e
quindi considerato "traditore" dalla sua cosca,
cosi' come il cognato Pietro Marchese ed il fido
Antonino Spica, assieme ai quali tento' di
rifugiarsi in Brasile per sfuggire alla
inesorabile vendetta dei "vincenti".
- Pag.5.617 -
Il 12 giugno 1981 i tre vennero tuttavia
tratti in arresto in Zurigo mentre tentavano di
imbarcarsi per Rio de Janeiro, portando con se'
notevolissima somma di denaro proveniente dai
sequestri Susini ed Armellini. Il Greco
nell'occasione fu trovato in possesso del
passaporto di Giovanni Fici, che gia' risultava
utilizzato dal medesimo in alcuni suoi viaggi in
Sud America, da dove aveva spedito alcune
cartoline alla fidanzata Francesca Ficano. Lo
stesso passaporto inoltre risultava utilizzato
da persona che nel gennaio e marzo 1981 aveva
soggiornato presso l'Hotel Hilton di Milano
assieme all'ing. Ignazio Lo Presti, uomo di
fiducia di Salvatore Inzerillo (vedi rapporto 13
luglio 1982 a «Vol.1 f.90) (Fot.400161)
(Fot.400162) (Fot.400199) (Fot.400241)
(Fot.400242) (Fot.400243)
- Pag.5.618 -
(Fot.400247)
(Fot.l~00250)
(Fot.400253)
(Fot.l.f.00290)
(Fot.400246)
(Fot.l.f.00249)
(Fot.400252)
(Fot.400282)
(Fot.400245)
(Fot.400248)
(Fot.400251)
(Fot. 400277)
(Fot.400299)).
Delle ~agioni della fuga t~atta, come si
e' detto, alt~a pa~te della sentenza, qui basta
~ilevare che di esse vi e' accenno nelle
dichiarazioni di Gennaro Totta, uno dei primi
imputati che hanno collaborato con la giustizia,
secondo il quale ((Vol.72 f.58) e segg.), dopo
l'omicidio di Antonino G~ado, la villa di Po~to
Ceresio del suo amico Vincenzo Grado era
divenuta punto di riferimento di numerosi
palermitani vicini ai G~ado, che, temendo
- Pag.5.619 -
di essere uccisi, volevan~ al piu' presto andar
via dall' Italia. In tale periodo, pertanto, il
Totta aveva potuto notare nella cennata villa un
giovane poco meno che tzentenne, magro, di
statura inferiore alla media, bruno e d'aspetto
gentile, che Vincenzo Grado chiamava
"Giovannello" e la cui donna (Francesca Ficanol,
gia' rifugiatasi in Spagna, era rientrata a
voleva
alla suainsieme
GiovannelloildondePalermo,
riprenderla.
Arrestato a Zurigo, ove
donna ed ai suoi complici tentava di imbarcarsi
per il Brasile, il Greco venne estradato in
Italia a disposizione dell'Autorita' giudiziaria
di Milano, che procedeva per uno dei sequestri
il cui riscatto era stato trovato parzialmente
l'esecuzione
in mano
ricercato
ai fuggitivi.
per
Hon risultava
di
allora
altri
provvedimenti restrittivi, in quanto nel corso
del procedimento a suo ca~tco per l'omicidio del
metronotte Sgroi aveva ottenuto la liberta'
provvisoria con ordinanza del 26 luglio 1979.
- Pag.5.62.0 -
Come :r:isulta dal p:r:ocedimento pe:r:
l'omicidio del cognato Piet:r:o Marchese (Vo1.168
f.94), il G:r:eco t:r:ascorse a Milano b:r:eve periodo
di detenzione, perche' frettolosamente posto in
libe:r:ta' p:r:ovvisoria da q:uella Autorita'
giudiziaria p:r:ima che potesse essere eseguito
mandato di cattu:r:a pe:r: falsa testimonianza
emesso da questo Ufficio in conside:r:azione della
assoluta reticenza (e simulazione di insania
mentale) da lui dimost:r:ata :r:ifiutandosi di
rivelare circostanze utili, certamente a sua
conoscenza, sull'omicidio del cognato, al quale,
qualche o:r:a p:r:ima che costui venisse
barbaramente t:r:ucidato p:r:esso il carcere
dell'Uccia:r:done, aveva inviato un telegramma dal
seguente drammatico testo: "Apriti gli occhi
semp:r:e e non ti sco:r:daremaii nostri discorsi:
capitol Ti raccomando".
Un telegramma di condoglianze risulta, a
sua volta, il Greco aver ricevuto, subito dopo
l'uccisione del Marchese, da Alfio Ferlito,
anch'egli venutosi a trovare dalla pa:r:te
"pe:r:dente" :r:ispetto al boss catanese
- Pag.5.621 -
Benedetto Santapaola. alleato dei Greco e dei
corleonesi.
Dal momento dell'ultima sua fuga. cosi'
improvvidamente "legalizzata" dal Giudice
istruttore di Milano, la ricostruzione delle
recenti vicende del Grecopiu'
innanzi tutto affidata alle
e' rimasta
preziose
ichiarazioni del "pentito" Stefano Calzetta, il
quale ((Vo1.11 f.Z7), (Vo1.11 f.SO) e (Vo1.11
f.73) + fasc.pers. 1-. f.2S e 151)), dopo averlo
puntualmente indicato come convivente di quella
Ficano, il cui fratello ed il cui genitore erano
stati uccisi nella notte del 26 dicembre 1982,
ha con altrettanta precisione attribuito alle
cosche avverse, che volevano "stanarlo",
l'uccisione del di lui padr.e Salvatore e dello
zio Giacomo Cina'.
Secondo lo stesso Calzetta, anzi, il
Giovannello nel giorno di Natale del
organizzato insieme a
1982 aveva
Giuseppe
Romano,
- Pag.5.62.2. -
detto l'"ame~icanQ", una "tufiata" a
eiaculli, tentando di uccide~e Giuseppe G~eco di
Nicolo' .
Ma l'esito infausto della spedizione aveva
consentito ai "vincenti" di ~isponde~e
fe~ocemente alla sfida, non solo uccidendo il
suoce~o ed il cognato del G~eco ma sopp~imendo
pe~fino negli Stati Uniti lo stesso attentato~e
Romano.
Di tali fatti, comp~ensivi anche della
imputazione di tentato omicidio contestata al
G~eco, t~atta alt~a pa~te della sentenza, ment~e
in questa sede occo~~e fa~ menzione degli ultimi
acce~tati movimenti dell'imputato, la cui sto~ia
a questo punto si int~eccia intimamente con
quella di Gaetano Badalamenti, a confe~ma della
st~etta alleanza stabilitasi f~a due dei
maggio~i p~otagonisti,
della "gue~Ta di mafia".
dalla pa~te "perdente",
E' stato, infatti, acce~tato (fot.453144)
(fot.453179) che il Badalamenti, il di lui
figlio Vito e
- Pag.5.623 -
Giovannello Greco, utilizzando rispettivamente i
falsi nomi di Marco Ruffino, Daniele Suarbuce e
Vincenzo Rosi, hanno alloggiato dal 13 al 20
marzo 1984 a Rio de Janeiro presso il Residence
Copacabana Hotel, albergo dal quale risultano
effettuate dal coimputato Pietro Alfano le
telefonate negli U.S.A. concernenti il traffico
di stupefacenti del quale ampiamente
altra parte della sentenza.
tratta
Dalle dichiarazioni poi del coimputato
Fabrizio Horberto Sansone (Vol.218 f.110) si e'
avuto inoltre ulteriore decisivo riscontro della
presenza del Giovannello in Brasile e dei suoi
Gaetano Badalamenti e Tommasoconrapporti
Buscetta.
Secondo il Sansone, era stato proprio il
Buscetta a presentargli a S. Faulo, nei primi
giorni del 1983, il Badalamenti, che allora si
faceva chiamare Antonino Ferraro: egli aveva
e Leonardo, che usavano
fatto anche
quest'ultimo,
la
Vito
conoscenza dei figli di
anch'essi false generalita'.
- Pag . 5 . 62 l t -
Ha poi ~ife~ito che si e~a adoperato pe~
p~ocu~are una attivita' a Leonardo Badalamenti
e pe~ fare acquista~e una fazenda al di lui
pad~e ed, inolt~e, che aveva acquistato nume~osi
biglietti di ae~eo pe~ il Gaetano Badalamenti
destinazione Spagnacon
1984 aveva incont~ato
e F~ancia. Nel gennaio
il Badalamenti in
compagnia di un giovane, fotog~aficamente
riconosciuto in Giovannello Greco per
discutere ci~ca il pagamento dell'onorario al
difensore di Tommaso Buscetta nella p~atica di
estradizione.
Dal ~appo~to del 13 luglio 1984
(fot.453144), ~elativo alle indagini condotte in
Brasile dalla Polizia italiana, ~isulta che il
Badalamenti, utilizzando questa volta il falso
nome di Paulo Alves Barbosa, e' partito da Rio
de Janei~o, di~etto a Madrid, il 30 ma~zo 1984
insieme col figlio Vito, questi sotto il falso
nome di Daniel Colombo Monte, e con tale Renato
Pe~ez Silva. Ebbene, ponendo a ~aff~onto le
impronte digitali sul documento di
- Pag.5.625 -
identita' b~asiliano del Pe~ez Silva con quelle
in possesso degli inqui~enti di Giovannello
G~eco, si e' acce~tato che le stesse coincidono
(fot.453145).
Come e' noto, il Badalamenti venne
a~~estato a Mad~id pochi giorni dopo il suo
a~~ivo dal B~asile, a conclusione della
b~illante ope~azione di polizia conce~nente il
vasto t~affico di stupefacenti tra la Sicilia e
gli Stati Uniti d'America. Del Giovannello Greco
si sono pe~se invece nuovamente le t~acce, ma il
suo viaggio in Spagna con il Badalamenti
dimostra appieno il suo coinvolgimento
nell'attivita' delittuosa di costui, anche con
riferimento al traffico di droga condotto dal
predetto.
E non vi sarebbe a questo punto ragione di
prolungarsi ancora nella dimostrazione di
esistenza di sufficienti prove di colpevolezza a
carico dell'imputato in ordine a tutti i reati
ascrittigli.
Ragioni di completezza tuttavia impongono
di far menzione anche delle dichiarazioni rese
sul Greco
- Pag.5.626 -
da Tommaso Buscetta e Salvatore
Contorno.
Il primo <Vol.124 f.10), <Vol.124 f.49),
(Vol.124 f.60), <Vol.124 f.76); (Vol.124/A
f.16), <Vol.124/A f.68); <Vol.124/B f.2) ha
confermato la colloca~ione del Giovannello Greco
nell'ambito di Cosa Nostra, indicandolo come
"uomo d'onore" della famiglia di Ciaculli e
Tiferendo di averne appreso la valentia da
Gaetano Badalamenti e della tentata fuga in
Brasile da Antonio Salamone Ha precisato
ancora che il Greco era cosi' strenuamente
perseguitato dai "vincenti" a cagione della
grande amicizia che lo legava a Salvatore
Inzerillo. Circostanza che appare pienamente
confermata dal menzionato telegramma inviatogli
da Alfio Ferlito,
Salvatore Inzerillo.
anch'egli grande amico di
- Pag.5.6Z7 -
Analoghe affermazioni ha fatto il Contorno
(Vo1.1Z5 f.7). (Vol.125 f.35).
(Vol.125 f.53), (Vol.125 :E.56),
(Vol.125 :E.139). che ha
(Vol.125 f.5) I
(Vol.125 f.52) I
(Vo1.1Z5 f.10S).
descritto Giovannello come uomo di Bontate e di
Inzerillo nonostante apparténente alla famiglia
di Ciaculli.
Per le considerazioni suesposte l'imputato
va rinviato a giudizio per rispondere dei reati
di cui agli artt.416 e 416 bis C. P . 1
contestatigli col mandato di cattura 323/84. che
ha per questa parte assorbito ed integrato i
precedenti.
Va rinviato altresi' per rispondere dei
reati di cui agli artt.75 e 71 legge 685 del
1975. contestatigli con lo stesso mandato, che
ha anche per questa parte assorbito ed integrato
quelli precedentemente emessi.
- Pag.5.628 -
Ed infatti la sua collocazione ai vertici
dell'orgazizzazione criminosa, dimostrata dai
legami personali col Bontate e l'Inzerillo e
dallo stesso accanimento nei suoi confronti
degli avversari, comprova il suo coinvolgimento
in quella attivita' illecita, che, secondo le
dichiarazioni di Tommaso Buscetta e Salvatore
Contorno e le altre acquisite risultanze
processuali, e ' la principale fonte di
arricchimento delle famiglie mafiose, alla quale
i capi non rimangono mai estranei,
come finanziatori. Per altro e'
quantomeno
noto come
l'Inzerillo di droga fosse uno dei principali
trafficanti ed e' assurdo ritenere che suo
complice non fosse persona tanto a lui vicina
come il Greco.
I suoi movimenti in Brasile ed in Spagna
al seguito di Gaetano Badalamenti, all'epoca
impegnato nella conduzione di vasto traffico di
droga, fino al momento del suo arresto a Madrid,
comprovano il coinvolgimento di
ove col Greco s'era r2cato, ulteriormente
quest'ultimo
nella criminosa attivita'
sostanza stupefacente.
di commercio della
- Pag.5.62.9 -
Va rinviato altresi a giudizio per
rispondere del reato di tentato omicidio
contestatigli con 10 stesso mandato 32.3/84, del
quale tratta altra parte delle sentenza.
- Pag.5.630 -
G%eco Giuseppe n.18.1.1958
Gl:eco Giuseppe e' stato ~aggiunto dai
seguenti provvedimenti restrittivi della
liberta' personale:
a) o.c. n.170 del 26.7.82 per artt.416 C.P. e 75
1.685/75;
b) m.c. n.343 del 17.8.82 per gli stessi reati;
c) m.c. n.237 del 31.5.83 pex gli stessi reati;
d) m.c. n.323/84 per artt.416 e 416 bis C.P., 71
e 75 legge n.685 del 1975.
Greco Giuseppe, figlio di Salvatore il
"senatore", e' stato denunciato con il %apporto
del 13 luglio 82 come uno dei piu' attivi membri
della cosca di Ciaculli Cxoceverde Giaxdini con
ruolo di killer ((Vo1.1 f.87), (Vo1.1 :E.168) del
rapporto) .
Salvatore Contorno lo indica come uno dei memb%i
della
nonche'
"famiglia" di Ci acuIli
come
(Vo1.125 f.4),
colui
- Pag.S.631 -
che gli aveva presentato, come uomo d'onore,
Ignoto Francesco (Vol.125 f.135).
Parlando, successivamente, dei
Prestifilippo, il Contorno faceva rilevare come
i "giovani" non svolgessero nessuna attivita' e
si accompagnassero con Pino Greco "sca~pu2zedda"
e con i figli di Michele e Salvatore Greco dei
quali erano coetanei eVol.125 f.143).
Nel corso di altro interrogatorio, il
Contorno, indicava in tale "Salerno Pietro" un
pericolosissimo killer della "famiglia" di Corso
dei Mille e specificava come questi, da quando
era/cresciuto d'importanza in seno a "Cosa
Nostra", spesso si accompagnasse a Mario
Prestifilippo ed a Giuseppe Greco, il figlio del
"senatore" (Vol.125 f.180).
Come e' noto, il Contorno ben conosceva
tutti i personaggi orbitanti nella zona di
Ciaculli ed ancor piu' i Greco ed i
Prestifilippo, dai quali si recava o per
- Pag.5.632 -
dipoxto (tixo s volo nel baglio "Favaxella") o
pez ragioni meno lecite. Lo stesso, quindi, non
poteva non conoscere la qualita' di uomo d'onore
dell'imputato e le sue frequentazioni.
Su tali frequentazioni, comunque, vi e' un
ziscontro pzeciso ed insospettabile zisalente al
maggio del 1982 quando una "volante" della
Squadra Mobile controllava in Corso dei Mille
due auto, una "Volkswagen Scirocco" ed una
"Talbot Simca".
A borbo della prima vi erano Tinnirello
Lorenzo di Michelangelo e Greco Giuseppe di
Salvatore, mentre sulla seconda viaggiavano
Francesco di Giovanni ePrestifilippo Giuseppe
tale Zaza Giuseppe, pregiudicato come il
Pzestifilippo.
Tale controllo e' indicativo degli stretti
legami tra i "rampolli" delle varie "famiglie"
ed, invero,non si deve dimenticare come il
rappresenti uno dei
Tinnirello
procedimento
sia
penale
imputato
e
nel presente
personaggi di spicco della "famiglia" di Corso
dei Mille.
- Pag.5.633 -
Ovvio, quindi, che Greco Giuseppe si
accompagnasse spesso, come detto dal Contorno,
anche con Pietro Salerno (che della "famiglia"
di Corso dei Mille e ' un killer) ed al
Prestifilippo.
per le concordi dichiarazioni del
mafiosa,
"senatore"
Non possono,
alla
della
Giuseppe
uno dei capi e
esservi dubbi sulla
e'
organizzazione
dunque,
Grecodiappartenenza
o!:ganizzazione
quale il padre
nella quale,
Buscetta e del Contorno, sia il "papa" che il
"senatore" avevano coinvolto i rispettivi figli.
Greco Gius~ppe, quindi, deve essere
rinviato a giudizio péT rispondere dei reati di
cui agli artt.416 e 416 bis C. p • , 71 e 75
1.685/75 (Capi 1, 10, 13,22)'
Ed, invero, non e' possibile che
l'imputato, figlio di tanto padre
frequentatore dei Prestifilippo
ed assiduo
e di
"scarpuzzedda" possa essere rimasto estraneo al
traffico di eroina la cui raffinazione, tra
l'altro, veniva curata proprio
-...'
- Pag.5.634 -
nel laboratorio dei Greco e dei Prestifilippo,
ubicato in zona ove lo stesso imputato abitava.
- Pag.5.635 -
Greco Giuseppe n.2.3.1954
Greco Giuseppe e' stato raggiunto dal
mandato di cattura n.405/de11'8.9.1983 per i
reati di cui agli artt.416 C.P. e 75 legge
n.685/75, non che , dal mandato di cattura
n.323/84 per i reati di cui agli artt.416,416
bis C.P., 71 e 75 legge n.685/7S.
Figlio di Michele G:z:eco "Il papa",
l'imputato - come il suo genitore gode in
citta' di amicizie "altolocate" e, prima del suo
arresto, si distingueva pe:z: le i:z:equentazioni di
personaggi noti alle c:z:onache mondane.
E' socio della "GRINTA", costituita con
Gio:z:gio Inglese e Lucio Tasca e cio' ad
ulte:z:io:z:e :z:ip:z:ova di quanto prima detto.
Si accertava (rappo:z:to 4.2.83 (Vo1.3/A
f.4S)) come il parco macchine della "GRINTA"
fosse a disposizione di elementi mafiosi, tra i
quali La Rosa
- Pag.5.636 -
Antonino e tale circostanza, oltre che dalle
stesso La Rosa,dichiarazioni
indirettamente
dello
confermata dai due
veniva
soci
dell'imputato, Lucio Tasca e Giorgio Inglese.
Con rapporto del 7.9.83 ((Vol.14 f.Z31) e
segg.) la Squadra Mobile di Palermo sottolineava
il ruolo dell'imputato il quale, all'ombra del
padre, agiva come elemento di sicuro affidamento
delle cosche.
A riprova di cio', si indicava, come
detto, la possibilita' per alcuni associati di
utilizzare autovetture della "GRINTA".
Tra le utenze telefoniche rinvenute nella
abitazione del Greco, inoltre, vi era quella
n.423773 dell' esercizio di Montalto Salvatore.
Il Greco, datosi al cinema con la
reclamizzava personalmente
produzione
paprika",
del film "Crema, cioccolata e
tale
insignificante prodotto con magliette, 15 delle
quali venivano rinvenute nella abitazione del
killer Marchese Antonino di Vincenzo.
- Pag.5.637 -
P:rop:rio la p:roduzione di tale
pellicola, il G:reco otteneva la disponibilita'
del Teat:ro Massimo, nonche' di una :ra:ra
automobile.
Salvo.
una Me:rcedes 500 del noto N.ino
La Rosa Antonino, dal canto suo, pa:rlando
delle pe:rsone che avevano notevole dimestichezza
con i f:ratelli G:reco, indicava t:ra questi Pino
G:reco inteso "sca:rpuzzedda", che l'imputato
negava di conosce:re, come pu:re negava di
conosce:re Salvato:re Montalto di cui aveva
l'utenza telefonica e del quale, comunque,
doveva conosce:re
e:ra stato scovato e
l'esistenza dato che lo stesso
t:ratto in a:r:resto in una
villa di cont:rada "Balate" contigua all'ag:rumeto
dei f:ratelli G:reco.
La qualita' di uomo d'ono:re di G:reco
Giuseppe veniva :rivelata da Tommaso Buscetta il
quale lo indicava come mafioso appa:rtenente
famiglia del pad:re eVol.1Z4 f.7).
alla
- Pag.S.638 -
Precisava il Buscetta (Vol.124/A f.14):
"Anche Giuseppe Greco, figlio di Michele, e'
uomo d'onore. Sono sicuro di cio' perche' ,
quando furono sequestrati e fatti sparire i miei
figli Benedetto e Antonio, Gaetano Badalamenti
mi propose di far sparire, per ritorsione,
Giuseppe Greco, figlio di Michele. Io rifiutai
la proposta, facendogli presente che trattavasi
di un giovane innocuo, estraneo alle vicende di
mafia, per cui tale atto mi sembrava una
mascalzonata. Il Badalamenti replico' che anche
Giuseppe Greco era "combinato" e, cioe', aveva
prestato il giuramento d'uomo d'onore.
Ciononostante io rimasi fermo nel mio proposito.
In effetti, mai avrei pensato che Michele Greco
fosse tanto imprevidente da inserire il figlio
nell'organizzazione mafiosa. Ma non ho alcun
motivo per dubitare dell'attendibilita' di
Gaetano Badalamenti, che non mi ha mai mentito".
Salvatore Contorno (Vol.125 f.4) e
- Pag.5.639 -
(Vol.125 f.143), indicava l'imputato come membro
della famiglia di Ciaculli e, parlando dei suoi
cugini Prestifilippo, riferiva come questi,
usualmente, si accompagnassero a Pino Greco
"scarpuzzedda" ed ai figli di Michele e
Salvatore Greco, loro coetanei.
L'imputato, quindi, non era estraneo al
"mondo" dei Ciaculli, come ha voluto far credere
nel corso dell'interrogatorio reso al G.I.
(Vol.123 f.235), ma in questo era inserito in
pieno e come figlio del "capo dei capi" e come
componente della famiglia mafiosa.
Alle dichiarazioni del Contorno, poi, vi
e' un indiretto (ma importantissimo) riscontro.
Ed, infatti, come si e' prima detto, il Contor.no
aveva sottolineato come i Prestifilippo,
"scarpuzzedda" e i figli di Michele Greco e
Salvatore Greco spesso fossero insieme essendo
coetanei.
- Pag.5.640 -
Precisava, quindi, come Greco Giuseppe di
Salvato:re, cugino dell'imputato, solesse
accompagnarsi anche a Salerno Pietro killer
della cosca di Corso dei Mille e a Mario
Prestifilippo.
Ed, infatti, il 22 maggio 82 (Vol.2 f.256)
i componenti l'equipaggio di una "volante" della
Polizia controllavano in Corso dei Mille due
auto, una "Volkswagen Sci:rocco" ed una "Talbot
Simca", accertando come sulla prima vi fossero
Tinnir.ello Lorenzo di Michelangelo (vedere
scheda personale dello stesso) e Greco Giuseppe
di Salvatore, mentre sull'altra auto vi erano
Prestifilippo Giuseppe Francesco di Giovanni
(fratello di "Mariolino" Prestifilippo) e Zaza
Giuseppe, altro pregiudicato.
della famiglia di Corso dei Mille
Il Tinnirello importante "rampollo"
Greco
Giuseppe di Salvatore e Prestifilippo Giuseppe
Francesco, trovati
..."
- Pag.5.641 -
insieme, l:apPl:esentavano un l:iscontl:o
dichial:azioni poi l:ese dalalleinoppugnabile
Contol:no.
Non v'e', quindi, dubbio che questo el:a (e
non poteva non essel:e) il gl:UppO in cui
gravitava anche Gl:eco Giuseppe di Michele dato
che, appunto, vi e' un indil:etto l:iscontl:o alle
dichial:azioni l:ese in tal senso dal Contol:no.
Da quanto detto, deve l:itenel:si che
l'imputato debba essel:e l:inviato a giudizio pel:
l:ispondel:e dei l:eati di cui agli al:tt.416 e 416
bis
2/').
C.P. e 71, 75 legge 685/75 (Capi 1, 10, 13,
L'imputato, infatti, non poteva non essel:e
stato coinvolto dal padl:e nel tl:affico di
stupefacenti. L'imputato e' appal:SO ol:ientato a
l:icel:cal:e anche altl:e stl:ade pel: "emel:gel:e", PUl:
sempl:e all'ombl:a del padl:e.
La sua (scal:sa e fallimental:e) uttivita'
cinematogl:afica ne e ' una pl:ova, in una con
l'altl:a collatel:ale
"alleanza""GRINTA", sigla
attivita'
indicante
in
una
seno alla
commel:ciale tl:a il Gl:eco (GR), l'Inglese (IN) e
il Tasca (TA).
- Pag.5.642 -
Tale societa' e' • poi, molto indicativa
coinvolta
delle tendenze
Palermo-bene,
antistatuali
pienamente
di una certa
nella
accettazione di una cultura mafiosa e dei suoi,
connessi, illeciti proventi che, come e' noto.
"non olent"
La stessa presidenza della A.S.P.O., poi,
altro non e' che uno dei tanti espedienti del
Greco padre per dare al figlio la illusione di
una attivita'.
L'imputato, come detto, va :rinviato a
giudizio anche per il traffico di stupefacenti,
non potendosi credere che il padre (con il quale
coabitava). gestendo in prima pe:rsona un
labo:ratorio di eroina, potesse tenerlo fuori da
tale affare dopo averlo fatto diventare "uomo
d'onore".
Cio' e' dimostrato, ad abundantiam, anche
dalla frequentazione del suo omonimo cugino, dei
giovani Prestifilippo e di Pino Greco che in
tale traffico erano pienamente inseriti.
- Pag.5.643 -
Greco Giuseppe n.4/1/195Z detto "scarpuzzedda"
Denunciato con rapporto del 6 maggio 1980
(Volo 12,/1 quale componente del gruppo
criminale facente capo al c.d. "covo di Corso
dei Mille". alla cui attivita' delittuosa si
riteneva dovesse ascriversi la soppressione del
dr. Giorgio Boris Giuliano, che lo aveva
scoperto, solo in data 22 maggio 1984, venne
emesso nei suoi confronti mandato di cattura
162/84, con il quale gli fu contestato il reato
di cui all'art.416 C.P ..
Frattanto, con rapporto del 7 febbraio
1981 (Vol. 3/1 f. 1) era stato denunciato anche
quale responsabile dell'omicidio del suddetto
dr. Giuliano, delle minacce telefoniche da
costui ricevute poco prima di essere ucciso e di
alcuni reati minori connessi e tali imputazioni
gli erano state contestate con mandato di
cattura 274/81 del Z? giugno 1981.
- Pag.5.644 -
Con ulteriore rapporto del 13 luglio 1982
<Vol.1 f.90) era stato altresi' denunciato quale
affiliato ai gruppi di mafin c.d. "vincenti" e
colpito da ordine di cattura
luglio 1982, mandato di cattura
170/82 del
343/82 del
26
17
mandato di cattura 7.37/83 del 31agosto
maggio
1982.
1983,
e
con i quali gli erano stati
contestati i reati di cui agli artt. 416 C.P. e
75 legge n.685 del 1975.
Sopravvenute inoltre le rivelazioni di
stefano Calzetta, che lo indicavano come uno dei
piu' autorevoli esponenti delle cosche c.d.
"vincenti" nella "guerra di mafia", erano stati
emessi a suo carico anche i seguenti mandati di
cattura:
n.372./83 dell'8 agosto 1983, con il
quale gli era stato contestato il concorso in
numerosi omicidi, e vari reati minori connessi,
riferibili alla menzionata "guerra di mafia";
n.373/83 dell'8 agosto 1983, con il
quale gli erano stati contestati i reati di
danneggiamento, e vari altri minori connessi, in
danno dei fratelli del menzionato Calzetta,
commessi presumibilmente a scopo di
intimidazione.
- Pag.5.645 -
ritorsione e vendetta per le
rivelazioni di costui;
n. 111/84 del 2 aprile 1984. con il quale
gli era stato contestato il concorso negli
omicidi di Giuseppe Genova. Antonio e Orazio
D'Amico. Vincenzo e Benedetto Busce~ta. Paolo e
Giovanni Amodeo, e vari reati minori connessi.
anch'essi riferibili alla "guerra di mafia".
Nello stesso periodo. nell'ambito di altre
separate indagini, concernenti al~ri gravissimi
delit~i commessi nel corso della "guerra di
mafia" e comunque riferibili all'a~~ivi~a'
delittuosa di Cosa Nos~ra. era sta~o ancora
emesso nei suoi confron~i il mandato di cattura
319/83 del 9 luglio 1983, con il quale gli erano
s~ati con~estati i delitti di cui agli artt.416
e 416 bis C.P., 75 legge n.685 del 1975 nonche'
gli omicidi del gen. Carlo Alberto Dalla Chiesa
, Emanuela Setti Carraro, Domenico Russo, Alfio
Ferlito, Silvano Franzolin, Salvatore Raiti.
Luigi Di Barca, Giuseppe Di Lavore.
- Pag.5.646 -.
stefano Bontate, Salvatore Inzerillo, Girolamo
Teresi, Giuseppe Di Franco, Salvatore ed Angelo
Federico nonche' altri reati minori connessi.
che lo indicava
Sopravvenute ancora le
Vincenzo Sinagra di Antonino,
rivelazioni di
quale correo ed anche materiale esecutore di
numerosi omicidi commessi principalmente dalla
cosca di Corso dei Mille, con ordini di cattura
275/83, 278/83, 279/83 e 285/83, tutti emessi il
Z gennaio 1984, gli erano stati contestati gli
omicidi di Maurizio Lo Verso, Giovanni Fallucca,
Salvatore Buscemi, Antonino Rugnetta, Rodolfo
Buscemi e Matteo Rizzuto e vari altri reati
minori connessi.
Riuniti tutti i suddetti procedimenti e
sopravvenute
Buscetta sulla
le dichiarazioni
organizzazione
di
mafiosa
Tommaso
Cosa
Nostra, sui suoi h:affici, sui gravissimi
delitti perpetrati dall'associazione ed anche
sul ruolo preminente rivestito in essa dal
Greco.
- Pag.5.647 -
con mandato di cattura 323/84 del 29
settembre 1984, ricontestatigli tutti i reati di
cui ai summenzionati provvedimenti restrittivi,
gli furono ulteriormente addebitati numerosi
altri omicidi deliberati dalla famigerata
"Commissione" di Cosa Nostra, nonche' vari reati
minori connessi ed il reato di cui all'art.71
legge n.685 del 1975.
Con successivi mandati di cattura n.418/84
del 4 dicembre 1984 e n.58/85 del 16 febbraio
1985, gli furono ricontestati, con le opportune
modificazioni dovute a precedenti errori
materiali del mandato 323/84, gli omicidi del
capitano Mario D'Aleo e del prof. Paolo Giaccone
e gli altri reati a questi connessi.
Infine, con mandato di cattura 79/85 del 4
marzo 1985, ritenendolo responsabile quale
esponente di punta della cosca mafiosa di
Ciaculli, di numerosi danneggiamenti
verificatisi in quella zona all'evidente scopo
di costringere ad abbandonarla le famiglie
"indesiderabili", gli furono contestati i reati
di violenza privata ed incendio e con mandato di
cattura 97/85 del 28.3.1985 gli venne contestato
- Pag.5.648 -
il ~eato di omicidio di Vitto~io Fe~dico,
collegato a quello del rl~. Bo~is Giuliano.
E' ~imasto latitante, sebbene esista agli
atti un inte~~ogato~io dallo stesso ~eso in data
8 maggio 1980 «Vol.12/L f.265) - CFot.035695),
allo~che', denunciato con ~appo~to del 6 maggio
1980 (Vol.12/L f.43), si t~ovava detenuto pe~
alt~o e venne in tale stato sentito, poiche' ,
come si e' detto, il ~elativo mandato di cattu~a
162/84 sa~ebbe stato emesso soltanto quatt~o
anni dopo.
In quell'occasione si protesto' innocente,
asserendo di non conoscere alcuno dei suoi
coimputati ad eccezione di Giovannello Greco,
suo amico di infanzia.
All'epoca il G~eco era stato gia'
incriminato, ma trovavasi da tempo in liberta'
provvisoria. per l'omicidio del metronotte Sgroi
consumato il 26 aprile 1979 nel corso di una
sanguinosa rapina presso la Cassa di Risparmio
di Palermo, della quale tratta altra
- Pag.5.649 -
quellaparte della sentenza
dedicata all'omicidio
e,
del
precisamente,
dr. Giuliano, che
cond'lsse quelle indagini e venne ucciso a causa
di esse.
Il relativo procedimento si e '
recentemente concluso in primo grado con
sentenza della Corte di Assise di Palermo del 2.
aprile 1984 (Vol.198 f.2.), con la quale il Greco
e' stato condannato alla pena di anni tredici di
reclusione per i reati di associazione per
delinquere, porto e detenzione illegale di armi
ed assolto per insufficienza di prove dai
delitti di rapina ed omicidio.
Da quelle vicende processuali emergono in
piena luce i collegamenti criminali tra
l'imputato, Giovanni Greco, Pietro Marchese e
Rosa:z:io Spitalieri. Altri, non meno
significativi, con pericolosi esponenti della
famiglia di Ci acuIli emergono dal menzionato
rapporto del 6 maggio
quale,
1980 (Fot.035435), nel
tra
- Pag.5.650 -
l'alt:ro, e'
ottobre 1977
secondo il
richiamato il
«Vol.12/L f.81)
quale in data 20
rapporto del 21
(Fot.035471),
ottob:re 1977 il
Greco venne avvistato in via Emiro Giafar
sull'autovettura FIAT 127 ta:rgata PA-460449
insieme a quel Puccio Vincenzo, il quale qualche
anno dopo sarebbe stato riconosciuto colpevole e
dell'omicidiocondannato all'ergastolo per
capitano Emanuele Basile.
Il 28 ottobre 1982, inoltre, venne notato
dall'agente di P.S. Calogero Zucchetto assieme a
Salvato:re Montalto, capo della "famiglia" di
Villabate e potente alleato dei Greco di
Ciaculli e dei Corleonesi, e davanti alla villa
di costui lo stesso Zucchetto, che paghe:ra' con
la vita l'ave:r "osato" que~te investigazioni, lo
nota nuovamente il novemb:re 1982 insieme
all'altro pericoloso killer di Ciaculli Mario
Giovanni Prestifilippo (vedi rappo:rto 24 marzo
1983 a
Cassara'
(Vol.10 f.57)
a (Vol.90 f.24).
e deposizione Antonio
- Pag.5.651 -
E pIopIio insieme a MaIio Prestifilippo,
al di lui fratello Giuseppe, a Giovanni e
Salvatore PIestifilippo, Iispettivamente padre e
zio dei predetti, e a Giovanni Di Pace, cognato
dei fratelli Michele e Salvatore Greco, vale a
dire in compagnia di tutto lo stato maggiore
della famiglia di Ciaculli, Giuseppe Greco
appare IitIatto in una fotogIafia di gruppo
Iinvenuta e sequestrata in COISO di
perquisizione, presso il villino in Casteldaccia
del succitato Salvatore Greco
(Fot.079296).
(Fot.079279)
La sua fama di influentissimo e
pericolosissimo esponente di Cosa Nostra nonche'
di spietato e bestiale killer trova larga eco
nelle dichiarazioni degli imputati che hanno
offerto alla giustizia la loro collaborazione.
Gia' Gennaro Totta ((Vo1.72 f.58) e
segg.), facendo menzione dei mafiosi avversari
- Pag.5.652 -
di Vincenzo Grado, di cui questi gli parlava,
aveva accennato al prevenuto come ad un uomo
giovane che gia' "comandava a Palermo e faceva
paura a tutti".
Totta anzi, accennando all'omicidio di
Antonino Grado, di cui il fratello Vincenzo
riteneva responsabile proprio il Greco, aveva
riferito che "scarpuzzedda" a Palermo stava
ammazzando un sacco di gente e che non voleva
sentire ragioni da nessuno.
Tali indicazioni hanno trovato
successivamente riscontro in quelle di Stefano
Calzetta (Vo1.11 f.27), il quale, menzionando
Natale 1982, ha asserito che
l'episodio della "tufiata" di Ciaculli nel
detta spa~atoria
era stata organizzata da Giovannello Greco e
Giuseppe Romano detto l'americano proprio contro
il Pino Greco, divenuto nella guerra di mafia
loro acerrimo avversario.
: ...'
- Pag.5.653 -
Successivamente Vincenzo Sinagz:a di
Antonino (fasc.pers. f.26, 27, 35, 36, 40, 42)
ha z:incarato la dose, z:ive1ando addiz:ittura la
pez:sona1e paz:tecipazione dell'imputato a ta1uni
omicidi commessi con il prevalente intervento di
esponenti della "cosca" di Coz:so dei Mille anche
nella famigez:ata
S.Erasmo.
"came:ra della mo:r:te" di
all'omicidio di Antonino Rugnetta,
In pa:r:ticolare, con :riferimento
Sinagra ha
riferito che il cennato "scarpuzzedda" fu quello
degli assassini che p:rima di stz:angolare il
malcapitato cont:r:abbandie:r:e, si armo' di carta e
lapis all'evidente scopo di annota:r:e, in macab:r:a
eventuali indicazioni fo:r:nite dal torturato
pa:r:odia di inte:r::r:ogatorio giudiziale, le
atte
a localizza:r:e Sa1vato:r:e Conto:r:no, del quale il
Rugnetta era amico.
A dimost:r:azione
:r:uolo :r:ivestiti
dell'impoz:tanza
dall'imputato
e del
nella
o:r:ganizzazione mafiosa, Sinagz:a ha poi :r:ife:r:ito
che Filippo Ma:r:chese, in una occasione, si
lamento' pe:r:sonalmente col
- Pag.5.654 -
Greco per la vigorosa azione antimafia che
andava conducendo la magistratura di Palermo.
L'importanza ed il ruolo del Greco
nell'ambito di Cosa Nostra sono emersi infine in
tutta chiarezza attraverso le dichiarazioni di
Tommaso Buscetta (Vol.124 f.S), (Vol.124 f.14),
(Vol.124 f.3l), (Vol.124 f.55), (Vol.124 f.74),
(Vo10124 f.SS), (Vo10124 f.99), + (Volo124/A
f.5), (Volo124/A f.10), (Vo10124/A f.l1>,
(Yol.124/A f.16), (Vo10124/A f.23), (Volo 124/A
f.92), (Volo 124/A f.115) + (Yo10124/B f.2),
(Yol.124/B f.49) e (Yol.124/B f.65) e
- Pag.5.655 -
Salvato~e Conto~no (Vo10125 f.!;), (Vo10125
f. 36) , (VoL125 f.37), (Vol.125 f.38), (Vol.125
f.43), (Volo 125 f.58), (Vo10125 f.72), (Vo10125
f.80), (VoL125 f.85), (VoL125 f. 101), (Vol.125
f.117), (VoL125 f.129), (VoL125 f.136),
(Volo 125 f.137), (VoL125 f.1!;3), (Vol.125
f.144) , (Vo10125 f.147) , (Volo 125 f.15n,
(Vo10125 f.166) e (Vol.125 f.195) i quali
all'unisono hanno descritto Pino Greco comp
appa~tenente alla "famiglia" di
Ciaculli,
- Pag.5.656 -
della quale ad un certo punto divenne
addirittura capo al posto del prestigioso
Michele Greco, rimasto capo-commissione.
degli
particolareIn
"scarpuzzedda"
BuS'cetta
d'essere uno
ha accusato
esecutori
materiali dell'omicidio del col. Russo; di aver
seviziato, prima di ucciderlo, il figlio di
Salvatore Inzerillo, alla presenza di Antonino
Grado e di avere infine ucciso quest'ultimo.
Ecco perche' Buscetta in uno dei suoi
interrogatori ha definito l'odierno imputato
"una belva sanguinaria", privo di qualsiasi
umanita' che non ha esitato ad imporre alle
meglio la
famiglie di
abitazioni,
Ciacul1i
al fine
l'evacuazione
di controllare
dalle loro
zona, e che ora e' temuto perfino da Michele
Greco, essendo ormai divenuto il dominus della
famiglia di CiacuIli ed il piu' fido alleato dei
corleonesi.
L'inclinazione sanguinaria di Pino Greco
e' stata poi confermata da Salvatore Contorno,
che ha riconosciuto nel predetto
- Pag.5.657 -
uno degli esecutori materiali dell'attentato da
lui subito.
A cio' deve aggiungersi che Tommaso
Buscetta lo ha indicato come uno dei piu' attivi
trafficanti di droga, attivita' che, per certo,
stante la sua posizione di preminenza in seno
alla sua "famiglia" ed all'intera Cosa Nostra,
il Greco e' assurdo pensare abbia tralasciato.
Per altro l'inserimento in tali traffici
traspare dalle risultanze delle espletate
indagini bancarie (la relativa documentazione
trovasi allegata ai Volumi L), dalle quali sono
emersi i rapporti del Greco con Emanuele
D'Agostino e Bernardo Brusca, entrambi
pesantemente coinvolti nel commercio di-droga e
il secondo addirittura, secondo il Contorno,
gestore di una propria raffineria.
Altri rapporti sono inoltre emersi da tali
indagini con gli "uomini d'onore" Giovanni di
Gaetano, Domenico Buonaccorso e Vincenzo Bellino
del quale sono stati
- Pag.5.658 -
all'imputato
episodi c:riminosi
acce:rtati gli
Giuseppe Calo'.
Degli
addebitati
st:retti
specifici
legami
t:rattano
col
alt:re
potente
pa:rti
della p:resente sentenza.
Va rinviato a giudizio per rispondere di
tutti i reati ascrittigli nei mandati di cattu:ra
323/84, 418/84, 58/85 e 79/85 (ad eccezione dei
:reati per i quali
st:ralcio), essendo
e'
in
stato
essi
disposto
asso:r:bite
lo
ed
integ:rate tutte le p:recedenti contestazioni.
- Pag.5.659 -
Greco Ignazio
Greco Ignazio e' stato raggiunto dal
mandato di cattura n.33 del 2.2.84 e dal mandato
di cattura n.323/84 e deve rispondere dei reati
di cui agli artt.416 e 416 bis c.P., e artt.71 e
74 legge n.685/75.
L'imputato e' risultato appartenere alla
cosca mafiosa di Corso dei Mille e legato da
vincoli di grande amicizia con il capo, nonche'
con il braccio destro dello stesso - Angelo
Baiamonte - di cui e' "compare".
Vincenzo Sinagra lo ha indicato, senza
ombra di dubbio, come il comproprietario della
villa di Corso dei Mille messa a disposizione
del Marchese latitante come suo rifugio e come
luogo di consumazione di atroci delitti.
Nella villa di Corso dei Mille, infatti,
veniva, strangolato Migliore Antonino, mentre,
sempre in quel luogo, alla presenza
- Pag.5.660 -
dello stesso imputato. veniva ~ecupe~ato il
co~po di Lo racono Ca~melo non completamente
dissolto nell'acido nel quale e~a stato imme~so.
Questo ultimo episodio na~~ato dal
Sinagra,
"peso"
puo'
del
da~e la
Greco
esatta pe~cezione del
all'inte~no della
o~ganizzazione mafiosa.
Suoce~o di Guttadau~o Giuseppe - il medico
e' stato piu' volte visto dal Sinagra
incontrato
l'imputato
dal Sinagra in detta villa
in compagnia del Marchese e di altri accoliti,
quali il "Tempesta. Di Gaetano Giovanni (u
par~ineddu), Lucchese Giuseppe ed altri.
E', comunque, di fondamentale importanza
fa~ rileva~e la fiducia che il Ma~chese riponeva
nel Greco per comp~endere come quest'ultimo non
possa essere ritenuto un personaggio di
seconda~ia impo~tanza all'interno della cosca di
Co~so dei Mille.
Sinagra Vincenzo descriveva la villa di
Corso dei Mille e la indicava come uno dei
~ifugi del Marchese ove spesso si recava per
imprese c~iminose e pe~ incontri con il capo.
- Pag.5.661 -
In tale villa, di totale affidamento, come
detto, il Maxchese poxtava a texmine anche
alcuni dei suoi numexosi delitti, come puxe vi
teneva impoxtanti xiunioni con i suoi accoliti.
Rifexiva il Sinagxa, inoltre, di avex
incontxato Ignazio Gxeco anche in altxi luoghi
in compagnia dei pxedetti Angelo Baiamonte, del
cugino "Tempesta", del "paxxineddu" (Di Gaetano
Giovanni), nonche' del "Lucchiseddu" «Vol.2/A/F
f.240) e segg.).
Il Gxeco ha dichiaxato di non conoscexe
Michele Gxeco, in cio' smentito da xisultanze
probatoxie acquisite da Polizia e Caxabinieri.
Ed, infatti, nel coxso di un sexvizio svolto da
pe:rsonale della Polizia di stato e da
Caxabiniexi del locale Nucleo Opexativo, in
xelazione alle xicexche del suddetto Michele
Greco, si aveva modo di nota:re, nei pxessi
dell'Ucciaxdone, Castellana Rosaxia - moglie del
"papa" - che si intratteneva a colloquio con tre
donne occupanti l'autovettura targata PA 529172
di proprieta' di Greco Ignazio.
- Pag.5.66Z -
Ed, ancora, dagli accertamenti bancari
effettuati, e' risultato come un assegno di lire
tre milioni tratto il 20.2.78 da Michele Greco
all'ordine di Bonaccorso Maria sulla Banca
Popolare di Palermo e girata da quest'ultima e
dallo stesso Greco Ignazio, unitamente ad altro
assegno di lit. 1.350.000. fosse stato versato
sul conto corrente dell'imputato.
Non v'e', quindi. dubbio che il Greco
debba rispondere dei reati di cui agli artt. 416
e 416 bis C.P., siccome organicamente inserito
nella famiglia di Corso dei Mille: vedi scheda
bancaria.
Si e' gia' accennato al ruolo del Greco
all'interno di detta famiglia, ai suoi ·stretti
legami con il Marchese e con il Baiamonte.
all'apporto logistico fornito al Marchese
latitante. alla sua presenza al recupero del
corpo del Lo Iacono: cio' pero' non puo' indurre
a ritenere come l'imputato fosse partecipe di
tutte le attivita' della cosca, compresa quella
attinente al traffico di stupefacenti: nessun
elemento in tal senso e'. infatti. emerso.
- Pag.5.663 -
Ignazio Greco, pertanto, va rinviato a
giudizio per rispondere dei reati di cui ai capi
1, 10, mentre va prosciolto per non ave re
commesso il fatto dai capi 13 e 22.
- Pag.5.664 -
Greco Leonardo
Denunciato con rapporto del 13 luglio 1982
(VOL.1 f.90) quale appartenente ai gruppi di
mafia c.d. "vincenti". vennero emessi nei suoi
confronti ordine di cattur.a 170/82 del 26 luglio
1982 e mandati di cattura 343/82 del 17 agosto
1982 e 237/83 del 31 maggio 1983. con i quali
gli furono contestati i reati di cui agli
artt.416 C.P. e 75 legge n.68S del 1975.
Con ordinanza del 31 maggio 1983 del
Tribunale della liberta' (fasc.pers. f.199)
venne scarcerato per insufficienza di indizi e
sottoposto all'obbligo di dimora nel comune di
Linosa. permanendo a suo carico gravi sospetti.
Ritenuto quindi coinvolto in vasto
traffico di eroina tra la Sicilia e gli Stati
Uniti d'America. gestito da gruppi mafiosi
siciliani. con ordine di cattura 90/84 del 16
aprile 1984 e mandato di cattura 164/84 del 22
maggio 1984. gli furono contestati i reati di
- Pag.5.665 -
cui agli artt.~16 bis C.P., 75 e 71
del 1975.
legge n.685
Riuniti i suddetti procedimenti ed
intervenute le dichiarazioni di Tommaso
Buscetta, concernenti tra l'altro l'appartenenza
a Cosa Nostra dei gruppi di mafia cui si
contestava al Greco di essere affiliato, con
mandato di cattura 323/84 del 29 settembre 1984,
tutti i suddetti reati gli vennero ricontestati
in relazione alla sua supposta appartenenza a
detta associazione criminosa.
dichiax:a2ioni diA seguito quindi delle
Salvatore Contorno, che lo indicava come
effettivo capo della famiglia mafiosa di
Bagheria e membro della famigerata Commissione
di Cosa Nostra, ox:gano che aveva deliberato la
consumazione dei piu'
nell'ultimo decennio,
gx:avi delitti di mafia
con mandato di cattux:a
418/84 del 4 dicembre 1984 gli vennex:o
contestati numerosissimi omicidi ed altri x:eati
conessi, ritenuti commessi a seguito di
decisione della Commissione predetta.
- Pag.5.666 -
Al procedimento infine ne venne riunito
altro nel corso del quale era stato emesso nei
confronti del Greco ordine di cattura 234/84 del
23 ottobre 1984 per il reato di cui all'art.75
legge n.685 del 1975, contestandosi all'imputato
di far parte di vasta associazione per
delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze
stupefacenti, la cui esistenza era emersa a
delle dichiarazioniseguito
Coniglio.
L'imputato si e ' sempre
di Salvatore
protestato
innocente, asserendo di non conoscere o di non
aver mai avuto rapporti, ad eccezione di quelli
commerciali, con alcuno dei suoi coimputati e di
essere comunque estraneo a qualsiasi
organizzazione criminosa ed al commercio della
droga.
L'esame della sua posizione deve prendere
l'avvio da quanto e' emerso nel noto
procedimento contro Rosario Spatola ed altri,
che lo vide imputato di falsa testimonianza
«VOL.192 f.256), (VOL.192 f.259), (VOL.192
- Pag.5.667 -
f.260), (VOL.192 f.262), (VOL.192 f.275),
(VOL.192 f.277)e (VOL.192 f.291) + (VOL.192/A
f.645) + (VOL.192/B f.662) e (VOL.192/B f.991»,
nonche' nel p:rocedimento pe:r misura di
prevenzione conclusosi con decreto del T:ribunale
di Pale:rmo del 24 giugno 1982 (VOL.3 f.153), che
gli inflisse il divieto di soggiorno nella
provincia di Palermo per la du:rata di anni tre.
Ed invero molte delle ci:rcostanze emerse in
quelle vicende giudizia:rie assumono alla luce
delle attuali conoscenze impo:rtanza ben maggiore
di quanto all'epoca non venne lo:ro att:ribuita,
essendo divenuti indubitabili riscontri degli
altri elementi di accusa :raccolti.
Inve:ro il Greco, p:regiudicato pe:r
detenzione illegale d'a:rma da fuoco e
favo:reggiamento
misuranovembre 1970
personale,
sottoposto
venne gia'
alla
il 16
di
prevenzione della sorveglianza speciale di P.S.
:,,;'
- Pag.5.668 -
con divieto di soggiozno. A quell'epoca svolgeva
l'attivita' di costzuttoze edile ma piu'
pzopziamente zisultava insezito in ambienti
della malavita ozganizzata di Baghezia, tenendo
zappozti con soggetti indiziati di appazteneze
alla mafia del luogo, tra cui l'ex soggiornante
obbligato Antonino Gargano.
Nel febbraio 1973, scontata la misura di
prevenzione, fece ritorno in Bagheria e subito
dopo, col citato Gargano e con Francesco Paolo
Caltagirone, costituiI una industria di chiodi e
reti e commercializzazione del materiale
ferroso, denominata ICRE.
Nell'ambito delle indagini concernenti il
noto procedimento contro Rosario Spatola ad
altri, emerse che aveva apposto la sua firma di
girata ad un assegno emesso da Onofrio Catalano
per lire dieci milioni. Il titolo era stato poi
negoziato dal socio Antonino Gargano con il
prelievo di cinque milioni in contanti e la
richiesta di un vaglia cambiario intestato allo
stesso Catalano, che eza stato poi girato a
favore di Ludovico Bisconti.
- Pag.5.669 -
Sentiti in me~ito i p~otagonisti della
st~ana opel:a:zione banca~ia, davano tutti
giustificazioni assolutamente inattendibili.
In pa~ticola~e il Gl:eco assel:iva dapp~ima
che t~attavasi di un acquisto di tondini di
fe~~o fatto dal Catalano p~esso la ICRE, ma non
riusciva ad esibi~e la co~~ispondente fattu~a,
bensi' alt~a e di minoT.e impol:to con data
successiva alla operazione in questione. E pel:
alt~o che non di acquisto si t~attasse e~a
evidente dal fatto che almeno meta' della somma
e~a to~nata in mano al Catalano a seguito delle
oscu~e opel:azioni banca~ie suddesc~itte.
Contestatogli quanto sop~a il G~eco mutava
versione, sostenendo che il Catalano aveva
p~egato lui ed il Gal:gano di pl:esental:e il
titolo in banca pe~ la negozia:zione, mentre
l:isultava, come da acce~tamenti espe~iti,
titola~e di un conto co~~ente p~esso la
Sicilcassa di Bagheria e non aveva,
bisogno di alcuna presentazione.
pe~tanto,
- Pag.S.670 -
Anche il Bisconti si rifugiava dietro il
comodo assunto che il titolo gli era stato dato
dal Catalano solo perche' glielo cambiasse, ma
le ulteriori indagini bancarie espletate
consentivano di accertare che detto Catalano era
uno dei beneficiari, per complessive lire
20.000.000 di quei vaglia cambiari, sicuramente
provenienti dai traffici di droga di Tommaso
Spadaro, come esposto nella parte della sentenza
ad essi dedicata, la cui emissione, per
complessivi 500.000.000 era stata chiesta da
Antonietta Sampino e che erano stati poi
distribuiti agli appartenenti di quasi tutte le
"famiglie" mafiose. 2uattro di tali vaglia, per
socio del Greco,
altro, risultano negoziati dal Caltagirone,
che ha sostenuto di nulla
ricordare in merito all'operazione, e un altro
dallo stesso Leonardo Greco, colto anche lui in
proposito da assoluta amnesia.
Nel marzo del 1978 inoltre il Greco
negoziava presso la Sicilcassa di Bagheria un
assegno di lire 20.000.000 emesso a suo favore
della Thermoplastic S.p.A. e richiedeva quattro
- Pag.5.671 -
assegni circolari da lire 5.000.000 ciascuno
all'ordine di tale Giacomo Pinotti. Gli assegni
venivano girati con la corrispondente firma di
persona delle suddette generalita', vergata
pero' in ciascuno di essi in modo d~verso, tanto
da far apparire chiaro che nessun Pinotti era
davvero esistente, e finivano rispettivamente
nelle mani di Pietro Inzerillo, fratello del
piu' noto Salvatore, poi ucciso, come e' noto
negli stati Uniti d'America; di Leonarda
Costantino, madre di Francesco Marino Mannoiai e
di Michele Graviano, anch'egli ucciso nel corso
della "guerra di mafia". Tutti personaggi, come
poi sarebbe stato accertato, affiliati a Cosa
Nostra, con i quali il Greco quindi intratteneva
rapporti in ordine ai quali non e' stato in
grado di fornire spiegazione alcuna.
Nella parte della sentenza dedicata alla
illustrazione dei traffici di droga con gli
U.S.A. si tratta anche del ruolo di Leonardo
Greco, rivelatosi sia il punto di partenza
siciliano della droga spedita oltre oceano sia
- Pag.5.672 -
il punto terminale di arrivo delle ingentissime
quantita' di valuta estera rimesse
dagli acquirenti americani.
in Italia
Gia' nel corso delle indagini condotte
dalla Polizia U.S.A. erano emersi i collegamenti
tra il Greco e Giuseppe Ganci, sicuramente
tra gli appunti sequestratigli, sotto
coinvolto
ritrovate
in quei traffici, essendo state
l'indicazione "Nardo", le annotazioni di tre
utenze della rete urbana di Bagheria, tutte
riferibili a Leonardo Greco CFot.019790).
Inoltre, Gaetano Mazzara, sottoposto il 19
dicembre 1983 a pedinamento in Sicilia, dove,
come appa:riva dalle espletate inte:rcettazioni
telefoniche, si era recato per cond'u:r:re a
te:rmine le t:rattative per l'acquisto di ingente
quantitativo di sostanza stupefacente, fu visto
reca:rsi alla ore 8,45 in Bagheria. Ivi giunto,
si. :recava presso la sede della ICRE, uscendone
poco dopo e facendovi :rito:rno verso le 10,30.
Dopo ci:rca mezz'o:ra ne usciva con una
autovettu:ra condotta da Carlo Cast:ronovo, con il
quale si :recava in banca.
- Pag.S.6?3 -
Nella stessa gioznata contattava, tza gli altzi,
Filippo Nania, Michelangelo Aiello, Umberto
Casamento, Ezasmo Fezrante e Salvatore Sbeglia,
tutti pezsonaggi anche per altzo vezso,
coinvolti nell'inchiesta relativa al tzaffico di
stupefacenti con gli U.S.A ..
Il ruolo del Greco veniva quindi chiarito
prima da Salvatore Amendolito e successivamente
compiutamente definito attraverso le zivelazioni
di Salvatore Contorno .
e dal Gzand Jury
Salvatore Amendolito,
dagli agenti federali U.S.A.
piu' volte sentito
nonche' da organi di polizia giudiziaria e
dall'Autozita' giudiziazia italiana nel cozso di
commissione zogatoria inteznazionale (VOL. 1/G
f.6), ha fatto importantissime rivelazioni sul
riciclaggio dei dollari "sporchi", riferendo in
particolare di svolgeze attivita' di
intermediazione tra clienti e banche pe:r
:risolvere
titoli.
pzoblemi finanziari e negoziare
- Pag.5.674 -
Dal 1977 si era stabilito a New YeTk, dove
aveva costituito la INTERNATIONAL FISH Co. ,
societa'
in Italia,
Salvatore,
dj. import-export di pesce dagli O.S.A.
avendo corrispondente tale Miniati
finanziario della FINAGEST, societa'
svizzera che si interessava del trasferimento di
capitali italiani.
In America era stato contattato da un
siculo-americano, il quale lo aveva fatto
entrare in rapporti con Mario Di Pasquale ed,
attraverso questi, con Paolo Guarino e Giorgio
Muratore, che egli aveva incontrato nel gennaio
1980. Con essi tuttavia non era riuscito a
concludere alcuna spedizione di pesce, mentre
poi aveva saputo dal Di Pasquale che il Guarino
era stato ucciso a Palermo per questioni di
mafia.
Tra la fine del 1979 e gli inizi del 1980
si era trovato in difficolta' finanziarie ed
aveva allora accettato una proposta fattagli da
Salvatore Miniati, che gli chiedeva di
interessarsi per trasferire ingenti somme dagli
O.S.A. in Svizzera per un ammontare complessivo
di circa 10.000.000 di dollari, :z::ipartiti in
ci:z::ca 300.000 dolla:z::i per volta.
- Pag.5.675 -
Il Miniati gli aveva fatto presente che la
proposta partiva da un suo amico e cliente,
Oliviero Tognoli, il quale era titolare di
alcune ferriere in Sicilia, che fornivano
materiali ad un gruppo di costruttori siciliani:
questi stavano intraprendendo alcune grosse
costruzioni ed avevano bisogno di circa dieci
miliardi di lire. Lo stesso Tognoli aveva detto
al Miniati che vi erano dei proprietari di
pizzerie newyerkesi che avevano disponibilita'
di liquido, evaso al fisco, che volevano
Il loro problema era come
trasferire
immobiliari.
in Sicilia per interventi
fare
uscire quelle somme dagli U.S.A. ed il compito
dell' Amedolito doveva consistere nell'attuare
tale proposito e far pervenire la valuta in
Svizzera, poiche' per i successivi movimenti
altri si sarebbero interessati.
Amendolito continuava ricordando di aver
parlato della cosa direttamente con Tognoli, il
quale gli aveva indicato la persona presso cui
avrebbe dovuto prelevare il denaro, cioe' tale
Frank Castronovo, detto "Ciccio l'Americano".
- Pag.5.676 -
Il sistema di trasferimento del denaro,
ideato dall'Amendolito, veniva realizzato con il
prelievo diretto delle somme dal Castronovo e il
versamento nel proprio conto corrente; quindi
nel successivo trasferimento mediante rimessa
bancaria o mediante cheques presso la banca
svizzera-italiana di Nassau. Da qui' un
funzionario della banca, via telex, trasferiva
il denaro alla sede di Mendrisio
dello stesso istituto di credito, dove veniva
versato in un conto corrente specificamente
aperto.
La valuta dalla Svizzera giungeva poi in
Sicilia a Tognoli e da questo ad un gruppo di
imprenditori rappresentato da Leonardo Greco.
Amendolito aggiungeva di aver
effettivamente trasferito, col detto sistema,
circa dieci milioni di dollari; di essere una
volta venuto in Sicilia, ove aveva incontrato
Tognoli ed un certo Greco (che poi riconosceva
nella foto segnaletica di Leonardo Greco); che
costui acquistava dal
- Pag.5.677 -
Tognoli grossi quantitativi di ~erro; che aveva
ricevuto denaro da esportare oltre che dal
Castronovo anche da Philip Matassa,
come cugino dellapresentatogli dal Tognoli
propria moglie.
Gli accertamenti seguiti alle dichirazioni
dell'Amendolito ne hanno dimostrato la piena
insigni~icanti
particolariattendibilita',
sembrerebbero
fino a
e che
che
invece
acquistano un valore che certamente non poteva
essere noto neppure a lui stesso.
Mario Di Pasquale, Giorgio Muratore e
Francesco Castronovo sono tutti di Bagheria,
alla cui "~amiglia" appartiene Leonardo Greco, e
sono stati oggetto di indagine, assieme·a Paolo
Guarino, nel noto procedimento contro Rosario
Spatola ed altri. Il Di Pasquale ed il Muratore
anzi sono stati in quella sede
associazione per delinquere
condannati per
finalizzata al
traffico di sostanze stupefacenti.
- Pag.5.678 -
Dagli atti di quel procedimento risulta
inoltre che effettivamente Giorgio Muratore si
era recato negli U.S.A.nel gennaio 1980 e che
successivamente Paolo Guarino e~a stato ucciso
in Palermo per questioni relative
provenienti dal traffico di
a
eroina.
somme
Dai
rapporti, in atti, della DEA e della FBI era
gia' emerso che Onofrio Catalano e Filippo
Matassa erano stati notati mentre recapitavano
ad Amendolito pacchi contenenti dollari in
mansioni di controllo
contanti,
Castronovo
mentre
svolgevano
Ganci e Frank
altried(vedi rapporto a «VOL.1/G f.16)
successivi di pari oggetto).
Salvatore Contorno «VOL.125 f.S),
(VOL.125 f.18), (VOL.125 f.58L (VOL.125 f.60),
(VOL.125 f.61), (VOL.125 f.73), (VOL.125 f.111),
- Pag.5.679 -
(VOL.125 f.112),
f.134), (YOL.125
(YOL.125 f.154),
f.162) e (YOL.125
(VOL.125
f.138),
(VOL. 125
f.191)),
f.125) ,
(YOL.125
f.160),
contrib'Uendo
(VOL. 125
f.145),
(VOL.125
a far
saldare compi'Utamente il cerchio relativo alla
ricostr'Uzione dell'intero traffico della droga
facente capo al Greco, ha invece descritto le
fasi della preparazione della spedizione
dell'eroina negli U.S.A. nell'ambito di 'Un
traffico i c'Ui proventi gi'Ungevano poi in Italia
attraverso le operazioni finanziarie
dell'Amendolito.
Egli ha test'Ualmente riferito:
"Per q'Uanto rig'Uarda Greco Leonardo ed i s'Uoi
f:!:atelli, posso dire che mi sono stati
rit'Ualmente presentati come "'Uomini d'onore" il
pre~etto ed un fratello residente abitualmente
negli U.S.A. (Salvatore Greco, del quale tratta
ampiamente la parte della sentenza
dei traffici di
- Pag.5.680 -
dedicata alla illustrazione
eroina con gli Stati Uniti di America) . Anche
gli altri fratelli, tuttavia, come mi e' stato
riferito da Emanuele D'Agostino, sono "uomini
d'onore". Al riguardo preciso quanto segue: nei
primi mesi del 1980 Emanuele D'Agostino, che in
quel periodo era latitante, mi invito' ad andare
con lui, guidando la mia autovettura. Lo
accompagnai prima al deposito di ferro, si.to
all'uscita dell'autostrada per Bagheria, cui e'
quindi, poiche' Leonardo Greco non
appuntamento
interessato
D'Agostino
quest'ultimo;
Leonardo
aveva un
Greco, poiche' il
con
era li', accompagnai il D'Agostino, seguendo le
sue indicazioni, in una casa di campagna sita
presso Bagheria, che sarei in grado di indicare.
Qui il D'Agostino mi presento' come "uomo
d'onore" una persona che mi disse essere il
fratello di Leonardo Greco ed abitante negli
U.S.A.; mi preciso' che tutti i Greco, fratelli
di Leonardo, erano "la stessa cosa". L'incontro,
come ho avuto modo di notare,
la
aveva come scopo
- Pag.S.681 -
spedizione di una partita di eroina, circa 40
chilogrammi, negli U.S.A .. Vi erano, infatti,
altri uomini che mi sembrarono stranieri e che
non mi furono presentati, che sarei forse in
grado di riconoscere. Costoro accertarono se la
droga fosse di buona qualita'. Non capii bene il
procedimento usato, ma vidi pacchi di cellophane
contenenti una sostanza bianca e vidi qualcosa
che bolliva su un fornello ed una puzza intensa
di acido, nonche' dei piccoli contenitori di
andandomene fuori, anche perche'
vetro. lo, per discrezione,
in macchina,
mi appartai
l'aria era divenuta irrespirabile. Dopo un po'
D'Agostino usci' ed andammo via insieme. Lungo
che quelli da meil tragitto egli mi spiego'
visti erano gli acquirenti americani della
droga. Mi spiego' anche che si trattava di merce
appartenente a diverse persone e che si stava
p~eparando la spedizione in unica volta. Mi
disse che per distinguere le varie partite si
apponevano segnali convenzionali sui pacchi
(segni di matita, tagli di estremita' e cosi'
via) , in modo che si potesse distinguere se e
quale partita non fosse buona. Se mal non
- Pag.5.682 -
ricordo ogni pacco era di 500 gr. Dopo un paio
di giorni fu data grande pubblicita' al
sequestro di una partita di droga di 40
chilogrammi di eroina, avvenuto in Milano ed il
D'Agostino mi informo' dell'accaduto e mi disse
che si trattava proprio di quella partita di
droga di cui ho parlato".
E' evidente in questa descrizione il
riferimento ai 40 kg. di eroina sequestrati nel
marzo 1980 ai fratelli Adamita in Milano, di cui
si e' occupato il piu' volte citato procedimento
contro Rosario Spatola ed altri.
Va aggiunto che a quell'operazione
parteciparono alcuni emissari degli acquirenti
americani, quali Filippo Ragusa e .Filippo
Ricupa, residenti negli U.S.A., che furono in
piu' occasioni notati in Bagheria assieme a
Giorgio Muratore e che possono essere benissimo
quegli stranieri di cui parla Contorno.
Vi era pero' un elemento da confrontare.
Quando quel quantitativo di eroina era stato
sequestrato nessuno aveva fatto attenzione ad
- Pag.S.683 -
eventuali segni sui pacchi di cellophane
contenenti la droga e di tutto cio' non vi era
traccia nei rapporti di Polizia. Occorrendo
compiere tale accertamento, si procedeva in
Milano all'esame del reperto. Aperti gli scatoli
contenenti i pacchi con l'eroina, veniva
riscontrato che ciascuno di questi pesava SOO
gr. e che su molti di essi vi erano i segni
convenzionali descritti dal Contorno: alcuni
presentavano dei numeri, altri delle "x", altri
ancora dei tagli agli angoli superiori (VOL.155
:f. • 160) . Non sarebbe stata possibile piu'
puntuale conferma delle dichiarazioni del
Contorno e prova maggiore, al contempo, del
coinvolgimento di Leonardo Greco e del fratello
Salvatore nel traffico di stupefacenti con gli
U. S. A ••
Ulteriore riscontro, questa volta delle
controllo di Polizia cui il
trovasidichiarazioni di Amendolito,
10 luglio 198 1
nel
il
Greco ed Oliviezo Tognoli furono sottoposti
mentre transitavano insieme dal valico di Ponte
Chiasso
BS-6602.65.
a bordo dell'autovettura targata
- Pag.5.684 -
Tognoli era mero strumento nelle
mani
Ed il
del Greco, come ebbe al Contorno a
confidare Orazio Saccone, che in una successiva
piu' precisa ricostruzione della visita col
D'Agostino a Bagheria, lo stesso Contorno ha
precisato trovavasi in compagnia "e non
casualmente" del Leonardo Greco.
Ma Salvatore Contorno non si e' limitato a
riferire dei traffici di droga del Greco,
fornendo anzi preziosi particolari circa il suo
ruolo nell'ambito di Cosa Nostra, rivelatosi di
primaria importanza.
Secondo il Contorno, invero, dovendo
essere sostituito Antonino Mineo, vecchio capo
della "famiglia" di Bagheria, aspiravano alla
"prestigiosa" carica sia Tommaso Scaduto che il
Greco, che avversava profondamente il
concorrente. Per dirimere la questione Michele
Greco aveva imposto il genero Giovanni Scaduto,
rivelatosi una figura meramente rappresentativa,
poiche' il vero capo della cosca era divenuto il
Greco, entrato anche a far parte della
Commissione di Cosa Nostra.
- Pag.5.685
In tale qualita' il Greco e ' stato
ritenuto corresponsabile dei piu' gravi delitti
di mafia deliberati in seno a quel famigerato
organo, dei quali si occupano apposite parti
della presente sentenza.
Il Greco. secondo il Contorno. manteneva
stretti contatti con gli omonimi di Ciaculli.
dei quali spesso era ospite nella loro villa di
Casteldaccia; con il famigerato Giuseppe Greco
di Nicolo' detto "scarpuzzedda" e con i
Prestifilippo.
Altri privilegiati rapporti con il
prestigioso boss dell'agrigentino Carmelo
Colleti emergono dalle dichiarazioni della ex
convivente di costui Benedetta Bono ( (VOL.116
f.2. e segg.) + (YOL.166 f.166) + (YOL.188 f.2.12.
e segg.». secondo cui l'amante era stato visto
da lei piu' volte rientr.are da Bagheria con
blocchi di banconote da lire 50.000 appena
ritirati dal Greco. E nonostante costui abbia
negato financo di conoscere il Colletti. e'
stato accertato come costui teneva le sue
- Pag.5.686 -
u~enze telefoniche annotate nella sua agenza
(YOL.198 f.265). E' eme~$O inoltre, nel corso di
servizio di interce~tazione telefonica disposto
dalla Procura della Repubblica di Agrigento
sulla utenza del Collet~i, che costui 1'8
gennaio 1982 ricevette due ~elefonate da
Leonardo Greco, che lo chiamava deferentemente
"don Ca:r::melo" «YOL.143 f.119) + (YOL.146/R
f. 3) .
Vanno ancora ricordate le dichiarazioni di
Salva~ore Coniglio «YOL.206 f.130), (YOL.206
f.131), (YOL.206 f.143) e (YOL.20G f.149)), in
forza delle quali e' stato emesso nei confronti
del Greco, l'ordine di cattu:r::a 237/84, con il
cuidireatoquale gli fu contestato il
all'art.75 legge n.685 del 1975.
Come rilevasi dall'epigrafe del presen~e
provvedimento il relativo capo di imputazione e'
stato unificato a quelli gia' contestati al
- Pag.5.687 -
medesimo imputato in relazione alla sua
pa~tecipazione ad associazione per delinquere
finalizzata al traffico di sostanza
stupefacente, quale appartenente a Cosa Nostra.
Coniglio
In forza delle
non e'
medesime dichiarazioni del
stato invece contestato al
G~eco alcun specifico episodio di traffico di
doglianza di
di rilevanza ladroga, sicche' appare priva
cui alla memoria difensiva
non risulta abbia il
dell'imputato in data 28
quale si rileva che
settembre 1985, nella
Coniglio, come contestato nel corso di un
interrogato~io del Greco, dichia~ato di aver
acquistato da costui un chilo di eroina. Deve
invece osservarsi che, pur non avendo fatto il
Coniglio menzione di alcun acquisto di droga da
parte del Greco, ha riferito sulla familiarita'
di rapporti tra costui, Benedetto Capizzi,
Franco Adelfio e Gaspare Brucia, che di droga
erano attivi trafficanti. r: se cio' ben poco
aggiunge alla imponenza della prove raccolte a
carir.o dell'imputato in ordine al suo
coinvolgimento
internazionali,
nei traffici, addirittura
della
- Pag.S.6SS -
sostanza stupefacente, costituisce quanto meno
conferma, anche se marginale, di quanto da ben
altre fonti probatorie e' emerso.
Infine, appare opportuno far menzione
delle risultanze delle indagini bancarie
espletate sul Greco e sui suoi soci Caltagirone
e Gargano. Esse hanno consentito di accertare
rapporti bancari intrattenuti personalmente
Antonino
suo gruppo condall'imputato in esame
Antonino Geraci,
o dal
La Rosa, Rosario
D'Agostino, Giovanni Oliveri, Salvatore Fazio,
Alessandro Vanni Calvello
Gaetano
Giovanni
Tinnirello,
Pilo,
Benedetto Santapaola,
Giovan Battista Inchiappa, Gaspare Lo Cascio,
Salvatore Buscemi, Filippo Marchese, Salvatore
Greco, Benedetto Tinnirello, Domenico Federico,
tutti incriminati per loro appartenenza a Cosa
Nostra e tutti sconosciuti al Greco, che sin dai
suoi primi interrogatori ha dichiarato di non
compaesani di Bagheria e di
conoscere
eccezione
alcuno
dei suoi
dei suoi coimputati ad
taluno 001
- Pag.5.689 -
quale avrebbe intrattenuto meri
rapporti oommeroiali.
Va, pertanto, l'imputato rinviato a
giudizio per rispondere dei reati asorittigli ai
oapi 1, 10, 13 e 2.2. dell'epigrafe.
Dei singoli episodi oriminosi
addebitatigli si occupano apposite parti della
presente sentenza.
- Pag.5.690 -
Greco Michele
seguenti
liberta'
dai
della
raggiunto
restrittivi
statoE'
provvedimenti
personale:
a) o.c. n.170 del 26.7.82 per art.416 C.P.
e 75 1.685/75;
b) m. c. n.343 del 17.8.82 per gli stessi
reati;
c) m.c. n.237 del 31.5.83 per gli stessi
reati;
d) m. c • n.373 dell'8.8.83 per
danneggiamento Calzetta e altro;
e) m.c. n.372 dell'8.8.S3 per omicidi Di
Noto F .• Di Fazio G.• Mandala' E" Mafara G"
Rugnetta A. I Patricola F .• Teresi F,P" Grado
A. I Di Fresco G.• Di Fresco F .• Mandala' F"
Spitalieri S., Corsini S., Greco S., Cina' G • ,
D'Agostino E., Mafara F" Ficanci M., Ficano G.,
Zucche tto C..
- Pag.5.691 -
f) m. c. n. 1 1 1 del 2.1+.81+ per omicidi
Genova, D'Amico, e reati connessi Buscetta V. e
B., Amodeo P. e G..
g) m.c. n.323/84 per artt.416 e
CP., 71 e 75 l.N.685/75.
416 bis
In detto ultimo provvedimento sono
alleassorbiti i provvedimenti cui
precedenti.
h) m.c. n.418/84 per omicidi vari;
lettere
i) m.c. n.58/85 per omicidio Giaccone;
l) m.c. n.79/85 per artt.610 e 624 C.P ..
m) m.c. n.319/83 per omicidio di C. A.
Dalla Chiesa .
Non sembra possibile indicare nella scheda
di Greco Michele tutte le risultanze probatorie
emerse nel corso della formale istruzione a
carico dello stesso. Solo puo' dirsi che dalle
stesse viene fuori uno spaccato assai
inquietante della societa' civile di questa
che per
aggirarsi,
Citta'
ambienti, ha
anni,
visto
in ben determinati
riverito ed
indisturbato, un personaggio simile, capace, tra
un'auto imbottita di esplosivo al fine
l'altro,
strada,
- Pag.5.692 -
di far esplodere in una popolosa
di causare la morte del Cons.
Chinnici e di quanti altri,
Istruttore Rocco
per dove:re o pe:r
caso, potessero trovarsi nei p:ressi al momento
della deflagrazione.
Costui, munito di passaporto e di porto
d'armi, pe:r anni e' stato il gradito ospite di
noti ci:rcoli cittadini e di "blasonate" famiglie
che, a gara tra di loro, cercavano anche di
fa:re, con successo, buoni affari con societa'
accomunante ilquali la "GR. IN. TI", sigla
mafioso G:reco Giuseppe di
Tasca ed il barone Inglese.
Michele, il barone
Eppu:re gia' nel lontano 198 t, uno
sfo:rtunato giovane, Salvatore Di G:rego:rio,
sentito dalla Polizia in relazione ad una rapina
(VOL.6/A),ne rivelava il zuolo di p:rerninenza in
seno alla organizzazione mafiosa, non
tralasciando mai, quando lo nominava, di far
p:recedere il nome da un "don",
la zona di influenza.
e specificandone
- Pag.5.693 -
Inutile dire che anche Salvatore Di
Gregorio pagava con la vita tanto ardire ed,
anzi, secondo quanto appreso da molti
coimputati, prima di essere soppresso, veniva
a "don" Micheleprop:rio dinnanzicondotto
pe:rche' gli :rendesse conto di quella
testimonianza.
Potente in seno alla c.d."nobilta'" che da
tanto "amico" traeva :rispetto e guadagni, il
G:reco era anche potente negli ambienti
finanzia:ri e, a tal p:roposito, illuminante e' la
vicenda relativa all'acquisto del fondo
"Ve:rbumcaudo" dalla societa' "Siciliana Albe:rghi
e Tu:rismo" il cui amministratore unico e' l'Ono
Avv. Luigi Gioia ..
Detto fondo, acquistato pe:r la somma di
lit.250.000.000 indicata nell'atto pubblico,
veniva, in realta', pagato lit.650.000.000.
il Banco di Sicilia concedeva
Semp:re in
successivamente,
relazione a detto fondo,
ai fratelli Michele e Salvato:re Greco un
p:restito ipoteca:rio di un milia:rdo e mezzo
ci:rca, valutando il fondo stesso olt:re t:re
milia:rdi.
Parte
- Pag.5.694 -
della somma pagata all'Ono Avv.
Luigi Gioia era costituita da assegni tratti sul
c/c n.2351/15 della Banca rabbrocini di Marano e
intestato alla Immobilire Frattese 72'. il cui
amministratore unico e' Di Maro Domenico,
pregiudicato per gravi delitti ed indiziato di
appartenenza al clan camorristico "La Nuova
riscontro oggettivo - tra i tanti
che a Marano fa capo ai fratelliFamiglia"
Nuvoletta.
In cio' nulla di strano: un semplice
a quanto
sempre affermato da Buscetta e da Contorno circa
il ruolo di Michele Greco in seno a "Cosa
Nostra". quale rappresentante delle "famiglie"
quindi. non sorprendono
campane degli Zaza.
Bardellino.
A tal proposito.
dei Nuvoletta e dei
neanche le dichiarazioni di Pasquale D'Amico il
qua.le, dopo aver riconosciuto senza esitazione
alcuna la foto dell'imputato, riferiva di averlo
incontrato a Marano presso i Nuvoletta ove si
era recato a far visita a questi ultimi ed a
Raffaele Cutolo, del quale il D'Amico era uno
degli uomini di fiducia.
- Pag.5.695 -
Continuando a valutare il "peso"
dell'imputato da cio' che e' obbiettivamente
rilevabile dalla documentazione bancaria
acquisita e sempre seguendo il filone "agrario",
xicompare, in relazione al fondo Tagliavia,
l'Ono Avv. Luigi Gioia il quale, nella spiegata
qualita' di amministratore unico della "S.A.T.",
alla quale erano stati confexiti i beni della
eredita' Tagliavia, giungeva a stipulare una
transazione con i Greco, in base alla quale il
canone da questi corrisposto nella misura di
lit.16.000.000 annui, veniva ridotto a
lit.6.000.000 per asseriti miglioramenti.
Altra clausola della transazione era che
la S.A.T. doveva corrispondere ai Greco il Z5%
del prezzo ricavato dalla eventuale vendita del
detto fondo.
Ebbene, la S.A.T., dopo avex stipulato un
preliminare con il costruttore Alfano Rosario
per un miliardo e dopo aver ricevuto da questi
un acconto di 150 milioni, accondiscendeva a far
subentrare
condizione
all' Alfano
di
(dichiaratosi non in
assurnel::si
- Pag.5.696 -
l'onere della realizzazione degli edifici su
la "Edil Costruzioni"tale fondo)
Antonino), Bonaccorso Salvatore,
(di Puccio
Finocchio
(suocera diGaspare e Fici Giovanna
Prestifilippo Nicola): il fondo, cioe' , passava
definitivamente ad alcuni membri di "Cosa
Nostra", dopo essere stato condotto da tempo
immemorabile dai fratelli Greco per un canone
irrisorio, senza che i proprietari osassero
sempre
proceduree
anzi,
legali
riconsegna ed,
azioni
la
da
p!:etenderne
minacciati
esecutive.
Si pensi che trattavasi di ben 75 ettari
di agrumeto coltivato
altamente fruttifero.
a regola d'arte e
Come prova dei molteplici rapporti
d'affari del Greco con gli altri imputati, piu'
che tutti gli atti processuali, forse, e'
indicativa la scheda delle risultanze bancarie
riprodotta nella presente ordinanza e dalla
quale si evince la stretta connessione del
"capo" con il clan dei Nuvoletta, e con
Tinnirello Gaetano, Tinnirello Gaspare, Adelfio
Francesco, La Rosa
Giovanni,
- Pag.5.697 -
Tafuri Giuseppe, Aiello Michelangelo,
Bontate Giovanni, Di Carlo Francesco, Orlando
Antonio Liccardo Pasquale, Di Pace Giuseppe,
Greco Ignazio, Milano Salvatore, Milano Nunzio,
Milano Nicolo', Prestifilippo Giovanni,
Prestifilippo Salvatore, Di Noto Francesco, La
Pietra Gaetano, Mafara Salvatore, Rotello
Inzerillo Santo, Mineo Giovanni, Mineo
Salvatore,Antonio,
Giuseppe,
Antonio
Ingrassia
Ciulla Ignazio, Vanni
Ingrassia
Calvello
Alessandro, Li Vorsi Gaspnre, Cannella Tommaso,
Saccone Giuseppe, Saccone Orazio, Tinnirello
Francesco,
Vincenzo,
Domenico e
Greco Michelangelo,
Prestifilippo
Bonaccorso
Nicola,
Oliveri Giovanni, Tinnirello Gaetano, Dì Maggio
Giuseppe, La Rosa Antonino, Cottone Giuseppe,
Intile Fz:ancesco, Guzzino Diego, Mineo Antonio,
Prestifilippo Maz:io Giovanni.
- Pag.5.698 -
Bastera', come detto, scorrere la scheda
banca~ia per ~endersi conto della "centralita'"
rapportidel ruolo
economici,
del
come
Greco
pure
anche
bastera'
nei
rileggere le
pagine dell'omicidio di Giuseppe Di e~istina o
della organizzazione di Tommaso Spadaro per
rendersi conto di come alcuni personaggi tornino
sempre a galla in indagini bancarie connesse al
traffico di t.l.e. e di stupefacenti (cfr, per
esempio, Liccardo Pasquale, La Pietra Gaetano).
Particolare non troppo "sconvolgente" e',
comunque, l'avere il Greco acceso, in data
14.8.1958, presso il Banco di Sicilia - sede di
Palermo - il libretto di deposito a risparmio
vincolato a te:rmine nominativo a nome di
Prestifilippo Mario Giovallni nato il 3.8.58:
pochi giorni prima, appunto.
Il Prestifilippo "Mariolino", doveva con
"famiglia" eiaculli ed il Greco su di
gli
della
anni divenire
di
uno dei killer prediletti
lui aveva, alla sua nascita,
"ipoteca" bancaria.
accesso quasi una
- Pag.5.699 -
Come "capo dei capi" il "papa'"
dell'organizzazione, poi trasformatosi nel
"papa" per qualche caduta di
determinatosi nella tradizione orale
accento
Michele
Greco si e' rivelato una figura scialba,
completamente sottomessa ai corleonesi i quali,
spietati e sanguinari, avevano proprio in Pino
Greco "Scarpuzzedda", il loro piu' fidato uomo
in seno alla "famiglia" di Ciaculli: cio' e' ben
comprensibile, date le grandi affinita'
tra quest'ultimo ed
proprio "Scarpuzzedda"
rappresentante
i suoi amici
comeriuscito ad imporsi
criminali
corleonesi.
Il fatto, poi, che
sia
della famiglia di Ciaculli, relegando Michele
G:reco al ruolo di capo (formale)
dell'"interp:rovinciale", dimostra come sia stato
completo il successo dei corleonesi nella loro
guer:ra per l'egemonia su "Cosa Nostra".
Tutto cio', pero', non porta a ritenere
che Michele Greco possa essere considerato una
"vittima" dei corleonesi, ma, anzi, solo un loro
pavido correo, non certo secondo a questi nella
ideazione e consumazj()n.e di crimini
- Pag.5.700 -
orrendi, non potendosi credere che abbia potuto
raggiungere il vertice massimo della
organizzazione solo gareggiando a tiro a volo.
Il suo regno, il baglio "Favarel1a", oltre
ad essere luogo di incontro di mafiosi di rango,
e' anche il luogo ove, per un certo periodo,
viene impiantato un laboratorio di eroina.
Le sue frequentazioni mondane non gli
impediscono di essere invitato, quale ospite
d'onore, alle nozze della figlia di Pino Savoca
con Corrao Attilio.
Il suo interessamento per la attivita' di
senza problemi, la
regista del
nell'ottenere,
figlio Giuseppe si esplica
disponibilita'
del Teatro Massimo o della magnifica "Mercedes"
di Nino Salvo.
Le sue attivita' di agrario sono
esemplarmente illustrate da quanto detto sul
fondo Tag1iavia o da quanto puo' leggersi
nell'ordinanza di rinvio a giudizio del G.I. nel
procedimento penale concernente
C.E.E. (VOL.2.1S F.64).
truffe alla
--~'
La sua
- Pag.5.701 -
qualifica di plu~iomicida e
st~agista e' chia~amente indicata negli atti del
p~ocedimento penale celeb~atosi presso la Co~te
di Assise di Caltanisetta.
Riepiloga~e semplicempnte quanto detto su
Michele G~eco da Tommaso Buscetta. Salvato~e
Conto~no. Stefano Calzetta, Vincenzo Sinag~a e
tanti altri sa~ebbe immane fatica e, comunque,
vale la pena elencare alcuni punti ~elativi a
quanto eme~so dalle indagini ist~utto~ie:
capo di "Cosa Nost~a" e ~app~esentante.
in seno alla stessa. delle famiglie campane;
gesto~e. in p~op~io e con i
P~estifilippo. di un labo~ato~io di e~oina;
mandante di effe~ati delitti quali
quello del Consiglie~e Ist~utto~e di Pale~mo d~.
Rocco Chinnici,
dello stabile;
della sua sco~ta e del po~tiere
- mandante, del pa~i, di altri delitti,
quali quello del Col. dei CC. Russo, di Stefano
Bontate. per la consumazione dei quali inca~ica
uomini della sua "famiglia";
- Pag.5.?02 -
~icco possidente ag~a~io non pe~ vi~tu'
manage~iali, ma pe~ la fo~za di intimidazione
che gli consente ope~azioni come quella cont~o i
p~op~ieta~i del fondo Tagliaviai
dimost~a l'ope~azionebanca~i,
"~ispettato"
come
cliente di istituti
del fondo
Ve:z::bumcaudOi
- imp:z::endito~e e
con lauti guadagni
t~asfo:tmato:te
att:tave~so
agrumicolo
ope:r:azioni
t:tuffaldine ai danni della C.E.Ej
interessato ad un vorticoso gi:r:o di
centinaia di milioni che, data la "qualita'" dei
pe~sonaggi con i quali ha int:r:attenuto :r:appo:r:ti
banca:r:i, non possono non esse:te che proventi di
illecite attivita'j
- f~equentatore di ambienti mondani, ma
anche di ambienti indubbiamente mafiosi e/o
camo:t:tisti, come dimost:r:ato dalle sue visite ai
Nuvoletta a Marano
Savoca j
o dall'invito alle nozze
- g:z::ande st:z::atega della c.d. "gue:t:z::a di
mafia" e ideato:r:e, con i co:r:leonesi, della
disfatta del gruppo Bontate, con connessi
t:r:adimenti, come dimostrato dalla protezione
- Pag.S.?03 -
accordata al latitante Montalto, scovato, dagli
indimenticabili Cassara' e Zucchetto, in un
casolare attiguo ad un suo agrumeto;
persecutore inflessibile dei
"traditori", come dimostrato dalla soppressione
di Stefano Di Gregorio e dal brutale omicidio di
Pietro Marchese;
tenace, nell'odio, anche nei confronti
dei congiunti, come dimostrato dalla
persecuzione di "Cicchiteddu" ed al tri,
costretti ad emigrare per sfuggire alla sua
vendetta;
responsabile, insomma, di questi
terribili anni di piombo che hanno gettato nella
disperazione una citta' come Palermo ed,
un intero Paese.
anzi,
- Pag.5.704 -
Greco Hicolo'n.2.1.1950
Denunciato con rapporto del 6 maggio 1980
(VoI. 12/L f.45) quale componente
dell'associazione criminosa alla cui attivita'
si riteneva dovessero ascrive~si la rapina alla
Cassa di Risparmio di Palermo e l'omicidio del
metronotte Sgroi. commesso nell'aprile 1979. e
l'omicidio del dr. Giorgio Boris Giuliano del
luglio dello stesso anno. venne nei suoi
confronti emesso mandato di comparizione del 3
giugno 1984. con il quale gli fu contestato il
reato di cui all'art.416 C.P ..
Successivamente indicato da Salvatore
Contorno (Vol.125 f.56) quale "uomo d'onore"
della famiglia mafiosa di Ciaculli, venne emesso
nei suoi confronti mandato di cattura 361/84 del
24 ottobre 1984. con il quale. ricontestatogli
il suddetto reato di cui all'art. 416 C.P., gli
furono
ulteriormente
- Pa g . 5 . 7 05 -.
addebitati quelli di cui agli
artt.416 bis C.P., 75 e 71 legge n.6a5 del 1975.
E' rimasto irreperibile e latitante dopo
l'emissione a suo carico del suddetto mandato di
cattura e lo stesso Contorno ha riferito di aver
appreso della sua scomparsa in epoca coeva
all'attentato da esso Contorno subito, ma di
sconoscer.ne i motivi.
Il suo organico inserimento nella cosca
mafiosa di Ciaculli e' provato non solo dalle
richiamate dichiarazioni del Contorno ma anche
da quanto gia' emerso ed esposto nel citato
rapporto del 6 maggio 1980.
In data 5 gennario 1975 l'imputato venne,
infatti, tratto in arresto da elementi del
Commissariato di P.s. di Bagheria perche'
sorpreso in flagranza di furto aggravato insieme
a Mario e Giuseppe Prestifilippo «Volo 12/L
f.75) e (Vol.12/L f.89)) e la circostanza appare
particolarmente significativa, a v\! to riguardo
alla prepotente personalita' criminale dei suoi
correi. destinati a rapidissima carriera in seno
:,,:"
- Pag.5.70G -
all'organizzazione mafiosa, i quali non si
sarebbero per certo accompagnati al primo venuto
per consumare azioni delittuose, anche di poco
momento.
Per altro trattasi di congiunto
Salvatol:e Greco detto "l'ingegnere-"
del noto
(Volo 12/L
f.76) e non deve, pertanto, meravigliare che, in
considerazione di tanto importante ascendenza, i
due pericolosissimi rampolli Prestifilippo non
disdegnassero di associarselo nelle loro prime
imprese cl:iminose.
Letteralmente impressionanti sono poi le
risultanze delle espletate indagini bancarie, le
quali, se da un lato confermano e l:iscontrano,
avuto riguardo alla identita' degli individui
con i quali e' stato accertato intratteneva
intensissimi rapporti il Greco, la sua
appartenenza a Cosa Nostra, dall'altro inducono
al sospetto che trattasi di personaggio di ben
piu' vasta statura criminale di quanto appaia
dalle scarne notizie fornite dal Contol:no.
- Pag.5.707 -
Nel periodo compreso zra il settembre 1977
ed il giugno 1982 Nicolo' Greco e' interessato
ad un vorticoso giro di assegni (emessi o
ricevuti) per l'importo di oltre un miliardo di
lire con Domenico Federico, l'"uomo d'onore"
della cosca di Corso dei Mille nelle cui imprese
investiti e riciclati irisultanoedilizie
capitali dei Bontate, dei Buzza, dei
Prestizilippo e di altri esponenti maziosi,
quali ancora i Bisconti di Belmonte Mezzagno.
Numerosi assegni emessi o ricevuti provano
inoltre i rapporti diretti dell'imputato con
Vincenzo Buffa, Pietro Bisconti e Ludovico
Bisconti.
(uno da lire 50,000.000Altri
emesso nel
titoli
1982) 10 collegano ad altro
imprenditore edile, noto prestanome di maziosi
in cerca di investimenti per i loro capitali,
quale Domenico Sanseverino.
Altri ancora dimostrano i suoi rapporti
con Stefano Pace, Giovanni Prestifilippo,
di Mario e Giuseppe, Settimo Mineo,
padre
Carlo
- Pag.S.70S -
Te:r::esi, Lo Iacono Antonino, Edua:r::do Messina,
"uomini d'onore"
Giovanni
Bonacco:r::so,
Vaglica,
tutti
F:r::ancesco e Domenico
di Cosa
Host:r::a e dislocati in va:r::ie famiglie mafiose.
Va, pe:r::tanto, l'imputato :r::inviato a
giudizio pe:r:: risponde:r::e di tutti i :r::eati
asc:r::ittigli col mandato di cattu:r::a 361/84, che
ha asso:r::bito ed integ:r::ato il mandato di
comparizione p:r::ecedentemente emesso.
- Pag.5.709 -
Gl:eco Salvatore n. 12.5.1924
Gl:eco Salvatol:e fu Pietro e' stato
raggiunto dal mandato di cattura n.323 del 1984
e deve rispondere dei reati di cui agli
artt.416, 416 bis C.P., 71 e 75 legge n.685/75.
Greco Salvatol:e fu Pietro, intpso
"l'ingegnere", e' tristemente noto alle cronache
giudiziarie come componente della famiglia di
Ciaculli, distintasi, in altri tempi, dalla
famiglia di Croceverde Giardini capeggiata dagli
omonimi Gl:eco.
Rifacendo la stol:ia dei due gruppi dei
Greco, Tommaso Buscetta specificava come
"Ciaschiteddu" o, meglio, "Chicchiteddu"
fosse cugino di Michele Greco, essendo figli di
sorella e fratello, mentre "Cicchiteddu", a sua
volta, era cugino di Toto' Greco" "l'ingegnere"
(figli di fratelli) il quale non era parente di
Michele Gl:eco ed era
- Pag.S.710 -
stato mafioso, almeno sino a quando non era
emigrato per il sud America (Vo1.124/A f.49).
migliore
Antonio
sorella
come
la
per unainoltre,Specificava,
conoscenza del personaggio,
Sa1amone avesse sposato
de11'"ingegnere".
Nel corso di un successivo in~errogatorio,
il Buscetta confermava quanto gia' :riferito, e,
cioe' : "Sa1va~ore Greco "l'ingegnere", cugino di
Chicchiteddu (figli di fratelli) era membro
della famiglia di Ciacu11i fino al
cioe', allo scioglimento di Cosa Nostra.
1963 e,
Quindi emigro' nel sud America dove,
credo, viva tu~tora. Egli si e', ormai,
es~raniato ad ogni vicenda di mafia e non
man~iene contatti con nessuno. Non vi e' alcun
rapporto di parentela tra l'ingegnere e Michele
Greco, bensi' tra ques~'u1timo e Chicchiteddu
(il padre di Michele Greco era fratello della
madre di Chicchi~eddu) (Vol.124/A f.1S).
- Pag.5.?11 -
Un punto da tener:e fer:mo nelle
dichiar:azioni del Buscetta e' che il Gr:eco,
almeno sino al 1963 faceva parte di "Cosa
Nostr:a", anche se poi, emigrato, sembr:a esser:si
estr:aniato ai fatti di mafia e non abbia piu'
mantenuto i contatti con gli altri affiliati,
neppur:e, secondo quanto implicitamente ammesso
dallo stesso Buscetta,
Salamone.
con il cognato Antonio
Il Buscetta, quindi, ha escluso che
l'imputato, dopo il 1963, sia stato implicato in
qualche specifico fatto illecito o che,
comunque, abbia manifestato, con compor:tamenti
univoci quali fr:equentazioni o contatti con
altr:i associati, la sua deter:minazione di
r:imaner:e in "Cosa Nostr:a".
Va anche rilevato come il Buscetta, a
proposito di casi come quello dello "ingegnere,
abbia affermato:" Non e' mai accaduto che un
uomo d'onore si sia presentato al suo Capo
famiglia avvertendolo che non intende piu' fare
parte di Cosa Nostr:a.
- Pag.5.712 -
Gli eventi della vita possono dete~mina~e
anche, ad esempio, che l'uomo d'ono~e si
t~asfe~isca in qualche luogo lontano dalla
Sicilia e che non venga impiegato attivamente
negli affa~i della famiglia; ma, in qualunque
tempo e dovunque egli si t~ovi. puo' accadere
che ci si ~ico~di di lui e che gli si ~ichieda
qualche compo~tamento derivante dalla sua
qualita' di uomo d'onore.
sottra~re. Casi come
al quale
quelli da
non
me
si puo'
esposti,
~igua~danti Chicchiteddu, Giuseppe Panno e me
stesso. sono assolutamente eccezionali e sono
pe~sonalita'
~iferimentoaccaduti con
dei
alla
pe~sonaggi."
pa~ticolare
«Vo1.12.4/A
da pa~te dell'imputato e' eme~so,
f.139).
Orbene.
dissociazione
nessun elemento di aperta
tale da pote~ dubita~e della appa~tenenza dello
stesso a "Cosa Nostra" almeno da dopo il 1963.
E' p~obabile
l'ascesa ai ve~tici
che "l'ingegne~e". dopo
della o~ganizzazione. dei
Greco
suoi
di C~oceverde
e
Gia~dini
del suo
g~andi rivali
cugino
"Chicchiteddu"
- Pag.S.713 -
si sia tenuto in disparte,
senza, per questo, cessare di far parte della
organizzazione.
L'imputato va, pertanto, rinviato a
giudizio in ordine ai reati di cui agli artt.416
e 416 bis C.P.
Non risulta, invece, nessun coinvolgimento
dello stesso nel traffico di stupefacenti e cio'
anche perche' nel 1963, anno della sua
emigrazione in sud America, le famiglie mafiose
non si erano ancora dedicate
attivita'
a tale lucrosa
Il Greco, pertanto, va prosciolto dai
reati di cui agli artt. 71 e 75 legge n.685 per
non aver commesso il fatto.
- Pag.5.714 -
Greco Salvatore n.3.4.1933
Nei confronti di Salvatore G~eco, f~atello
di e~oina fra la Sicilia e gli
del piu' noto
vasto t~affico
Leona~do, ~itenuto implicato in
Stati Uniti d'America, gestito da gruppi mafiosi
siciliani, venne emesso mandato di cattura
164/84 del 22 maggio 1984, con il quale gli
furono contestati i reati di cui agli artt. 416
bis C.P., 75 e 71 legge n. 685 del 1975.
Intervenute quindi le rivelazioni di
Tommaso Buscetta, conce:>~nenti, tra l'altro,
l'appartenenza a Cosa Nostra dei gruppi di mafia
cui risultava affiliato il Greco, con mandato di
cattura 323/84 del 29 settembre 1984, tutti i
suddetti reati gli vennero ricontestati, ed
ulteriormente addebitato quello di cui all'art.
416 C. P. , in relazione alla supposta sua
appartenenza a detta associazione mafiosa.
..."
- Pag.5.715 -
Di Salvatore Greco si occupa la parte
della sentenza dedicata alla illustrazione dei
traffici di droga con gli U.S.A. e le risultanze
di quelle indagini pienamente confermano le
dichiarazioni di Salvatore Contorno <<Volo 125
f.5L <Vol.12.5
f.135), (Vol.12.5
f.61), (Vol.125 f.134), <Vol.12.5
f.154), <Vol.125 f.160)), il
quale, dopo aver riferito che l'imputato in
esame gli venne ritualmente presentato come
"uomo d'onore" da Emanuele D'Agostino, ha
precisato che cio' avvenne allorche' con
quest'ultimo egli si reco' in Bagheria per
controllare la preparazione della spedizione in
U.S.A. di una ingente partita di eroina alla
quale il medesimo D'Agostino era interessato.
Nell'occasione, secondo il Contorno, egli ed il
D'Agostino vennero indirizzati da Leonardo Greco
presso un casolare fuori paese dove erano in
- Pag.5.716 -
impacchettamento . della
corso le operazioni di
droga.
controllo
presenti
ed
il
Salvatore Greco e taluni americani. Il Contorno.
pur essendo subito uscito all'aperto. poiche'
l'aria all'interno dell'immobile era divenuta
irrespirabile a causa degli esperimenti chimici
che vi si svolgevdno. ebbe modo di notare che la
preparazione delle confezioni di eroina avveniva
in modo che ogni pacco, di circa 500 gr .•
recasse impressi dei particolari segni atti a
farne riconoscere la provenienza.
Trattasi. come il Contorno medesimo ha
precisato. dell'eroina poi sequestrata a Milano
ai fratelli Adamita ed apposita ispezione dei
relativi reperti espletata da questo Ufficio ha
consentito di accertare la veridicita' di quanto
dichiarato.
L'imputato va. pertanto. rinviato a
giudizio pe:r: :r:isponde:r:e di tutti i reati
ascrittigli come ai capi
dell'epigrafe.
1 , 10. 13. e
- Pag.5.717 -
Greco Salvatore nato il 7.7.1927
seguenti
liberta'
dai
della
raggiunto
restritivi
statoE'
provvedimenti
personale:
a) o.c. n.170 del 26.7.82 per art.416 C.P. e 75
1. 685/75;
b) m.c. n.343 del 17.8.82 per gli stessi reati;
c) m.c. n.Z37 del 31.5.83 per gli stessi reati;
d) m.c. n.373 dell'8.8.83 per danneggiamento
Calzetta e altro;
e) m.c. n.372 dell'8.8.83 per omicidi Di Noto
F., Di Fazio G., Manda E., Mafara G., Rugnetta
A. , Patricola F., Teresi F.P., Grado A., Di
Fresco G., Di Fresco F., Mandala' E., Spitalieri
S • , Corsini S., Greco S., Cina' C., D'Agostino
E., Mafara F., Ficano M., Ficano G., Zucchetto
C. ;
f) m. c. n. 111 del 2.4.1984 per omicidi Genova,
D'Amico, e reati connessi Buscetta V.
Amodeo P. e G.;
e B.,
Dalla
- Pag.5.718 -
g) m.c. n.323/84 pe~ a~tt.416 e 416 bis C.P., 71
e 75 l.n.685/75.
In detto ultimo provvedimento sono asso~biti i
provvedimenti cui alle lette~e precedenti.
h) m.c. n.418/84 pe~ omicidi va~i;
i) m.c. n.58/85 pe~ omicidio Giaccone;
l) m.c. n.79/85 pe~ artt.610 e 624 C.P.;
m) m.c. n.319/83 pe~ omicidio C. A.
Chiesa.
Come ben sottolineato dal P.M. nella
~equisito~ia, le risultanze processuali
concernenti Greco Michele valgono anche per il
fratello Salvatore "il senatore", il quale si e'
sempre mosso in perfetta sintonia con il primo
nella ideazione e nella consumazione di·o~rendi
crimini. Come gia' detto per Greco Michele, alla
cui scheda si rimanda, G~eco Salvatore ha avuto
rapporti con molti degli associati a "Cosa
Mostra" e basterebbe esaminare la scheda
bancaria dello stesso per rendersi conto della
molteplicita' di tali rapporti che, data la
"qualita'" dei soggetti, non potevano non ave~e
pe~ oggetto illecite attivita'.
- Pag.5.719 -
dato che dette operazioni sono
episodi relativiGli
"Verhumcaudo" e
Greco Salvatore,
"Tagliavia"
ai
rigua:rdano
fondi
anche
state :realizzate da entrambi i fratelli.
Greco Salvatore, quindi oltre ad avere
avuto :rapporti con Di Ma:ro Salvato:re, un
affiliato al clan dei Nuvoletta di Marano, ha
int:r:attenuto :rappo:rti anche con Tinni:r:ello
Gaetano, Tinnirello Gaspa:re, La Rosa Antonino,
Abbate Giuseppe, Saccone Orazio, Saccone
Giuseppe, Di Maggio Giuseppe, Teresi Marghe:r:ita
(moglie di Bontate Stefano), Di Pace Giovanni,
Mafa:raPiet:r:o, Giovanni
Sanseverino
Salvato:r:e,
Domenico,
Mafa:ra
Cucuzza Domenico e
Michelangelo, Coniglia:r;o
Fici Giovanna e
Antonio,
Giacomo,
Finocchio
Aiello
B:runo
Gaspa:r:e
Francesco,
(fondo Tagliavia), Alongi
Giovanni, B:r:usca Giovanni e Bernardo, Teresi
Gaspa:r:e, C:r:oce Domenico e Vincenzo, 01ive:r:i
Giovanni, Milano Salvato:r:e,
Prestifilippo
- Pag.5.720 -
Giovanni, Caradonna Gianluigi
(p:rocu:ratore di societa' dei cugini Salvo),
Argano Gaspa:re e Filippo, Di Fresco Giovanni,
Caltagirone F:rancesco Paolo, Greco Leonardo,
Fici Benedetto, Teresi Ca:rlo, Mafa:ra Giuseppe,
Fede:rico Domenico
Liccardo
Antonino,
Pasquale,
Anello
Scaduto Giovanni,
Angelo,
La Rosa
(Adriana cost:ruzioni).
Greco Salvatore e' da conside:rarsi il
"politico" della famiglia G:reco, inte:ressato
alle vicende politiche e f:requentatore
uffici del Municipio di Pale:rmo.
degli
La sua attivita' come e' dimostrato
dalle :risultanze istrutto:rie e bancarie e dalla
testimonianza di vari coimputati - si e' svolta
all'unisono con quella del fratello del quale e'
il p:rimo dei "consiglie:ri".
Impegnato
P:restifilippo,fratello e con
in
i
prima persona, . con il
nella
raffinazione di eroina, l'imputato deve
ritenersi una delle menti di "Cosa Nost:ra" nella
gestione di tale tu:rpe attivita'.
-...'
Le
- Pag.5.721 -
zesiduali attivita', come detto in
zelazione al fzatello Michele, tzovano anch'esse
fondamento nella sopzaffazzione e nella
intimidazione.
Agzazio, si e' zivelato vezsato in tzuffe
alla C.E.E., in sfzuttamento di altzui patzimoni
(fondo Tagliavia), o nello sfruttamento di
posizioni di "prestigio" (fondo Vezbumcaudo).
La sua qualita' di "capo" e' gia' stata
giudiziariamente accertata dalle sentenze delle
di Caltanisetta che,Corti
stzage
di
di
Assise
Via Pipitone Federico, gli
pez la
hanno
inflitto la pena dell'ergastolo.
I vari coimputati (Buscetta, Contorno,
Calzetta, Sinagza, ecc.) non hanno fatto
che confermare quanto gia' zilevabile
altro
dalle
acquisizioni probatorie.
Il Greco, insomma, si e' rivelato l'altez
ego del "papa", come questi implicato nella
direzione di "Cosa Nostra" e come questi pavido
e spietato zealizzatore della stzategia di
egemonia portata avanti dai cozleonesi.
- Pag.5.722 -
Piu' "disc:reto" del f:ratello nelle
frequentazioni mondane, ma piu' esposto in
quelle politiche, l'imputato non si e' mai
discostato dalla attivita' del p:rimo, per cui le
notazioni riguardanti il "papa" possono essere
ripetute pe:r lui senza ombra di dubbio alcuno.
- Pag.5.7Z3 -
G:z:eco Vincenzo
G:z:eco Vincenzo e ' stato :z:aggiunto
dall'o:z:dine di cattura n.11/84 del 13.1.1984 e
deve :z:isponde:z:e del :z:eato di cui all'a:z:t.37Z
C.P. pe:z: ave:z:e, deponendo quale teste dinanzi al
P:z:ocu:z:ato:z:e della Repubblica, taciuto sulle
ci:z:costanze into:z:no
inte:z::z:ogato.
alle quali e:z:a stato
Sinag:z:a
ope:z:azioni di
Vincenzo,
dissolvimento
pa:z:lando
nell'acido
delle
del
cadave:z:e di Lo Jacono Ca:z:melo e del :z:ecupe:z:o dei
:resti non consumati a causa della -cattiva
qualita' del solvente, p:z:ecisava: " ... AII'inizio
dell'ope:z:azione assistette pe:rsonalmente anche
Ma:z:chese Filippo che era in compagnia di
Baiamonte Angelo e di altra persona che credo
fosse il prop:z:ietario della villa ed era un uomo
snello, alto, con i capelli all'indietro lisci e
brizzolati dell'eta' di circa 45-50 anni".
(Vo1.1/F f.183L
- Pag.5.724 -
Successivamente il Sinagra precisava che
Greco Ignazio era la persona da lui indacata
come quella che aveva visto in compagnia del
Marchese e del Baiamonte nella villa da lui
indicata come appartenente ad un "dottore",
mentre dichiarava di non aver mai visto in detta
villa o in altro luogo l'imputato Greco Vincenzo
che era persona diversa dall'altro
precisava che Greco Ignazio si
medico
medico (il
menzionato.
Piu'
Guttadauro)
oltre
da lui precedentemente
identificava nel proprietario della "Lancia
Beta" con la quale erano stati trasportati i
resti del Lo Jacono, mentre l'altro personaggio
(che era risultato comproprietario della citata
villa nella quale le operazioni di dissolvimento
erano avvenute) era estraneo alla cosca e,
poiche' bazzicava piazza s.Erasmo sempre vestito
con abiti giovanili, era da tutti,
scherzosamente indicato come "superkiller".
- Pag.S.72S -
Tale personaggio deceduto da tempo, era
Greco Francesco, padre di Greco Vincenzo,
(medico anche lui), confuso in un primo momento
con il Guttadauro
genero.
che di Greco Ignazio era il
Sentito come teste, l'imputato non
riferiva nulla di utile ai fini della indagine.
In realta', i fratelli Greco Ignazio e
Francesco erano comproprietari della citata
villa, ma in questa il Sinagra aveva sempre
mentre mai vi
visto sia Greco Ignazio
Guttadauro,
che il di lui genero
aveva visto Greco
Francesco ed il di lui figlio Vincenzo.
Rimane dubbio che l'imputato, pur essendo
a conoscenza dell'uso che lo zio faceva della
villa, si sia guardato bene dal rifer5rlo al
Procuratore della Repubblica.
Hon pssendosi raggiunta prova piena della
conoscenza di queste circostanze, l'imputato va
prosciolto dal reato ascrittogli per
insufficienza di prove (Capo 439).
- Pag.5.726 -
Guttadauro Giuseppe
Guttadauro Giuseppe e' stato raggiunto dai
seguenti provvedimenti restrittivi della
liberta' personale:
a) o.c. n.14 del 19.1.84 per gli artt.416 e 416
bis C.P.;
b) m.c. n.33 del 2.2.84 per gli stessi reati;
c) m.c. n.323/84 per i detti reati associativi e
per i reati di cui agli artt.71 e 75 legge
n.685/75.
In detto ultimo provvedimento debbono
ritenersi assorbiti i provvedimenti di cui alle
lettere a) e b).
nel corso delle sueSinagra
dichiara2ioni.
Vincen20.
descrivendo una delle
ville-rifugio del Marchese, ne descriveva una
che riteneva di proprieta' di un "medico", dato
che, appunto, ivi aveva visto il suo capo con
detto "medico". (Vol.1/F f.371>'
- Pag.5.727 -
In un successivo interrogatorio, nel corso
di una ricognizione fotografica, riconosceva in
effigie Guttadauro Giuseppe e lo indicava come
quel medico che forniva al Marchese la
disponibilita' della villa eeVol.2/A/F f.340) e
segg.) .
Piu' oltre. aggiungeva: " ... Quanto al
dottore da me visto anche nella villa. una volta
con un bambino piccolo in braccio. non posso
riferire altri fatti specifici, tranne che lo
vedevo piu' volte passeggiare con il Marchese.
Mio cugino Tempesta mi diceva che era dei
"nostri." eVol.70 f.348).
Occorre precisare come il Sinagra, avendo
riconosciuto il Guttadauro in foto, aggiungesse:
"Debbo dire a proposito di detta persona che lo
stesso era in ottimi rapporti con il Marchese
col quale parlava e passeggiava nell'agrumeto
della villa. Non so se faccia parte della cosca
l'ho mai visto nellemafiosa
riunioni,
perche' non
pero' mio cugino
- Pag.5.728 -
Vincenzo mi ha detto che tale medico p~estava la
sua assistenza agli affiliati mafiosi in
occasioni di fe~imenti o fatti non denunciabili
all'auto~ita' pubblicai mi disse anche che nel
caso noi non fossimo ~iusciti ad uccidere
qualche persona che avevamo avuto l'ordine di
elimina:re e questa fosse stata fe:rita e
t~aspo~tata all'ospedale, questo medico avrebbe
pensato lui a completare l'ope~a. Soggiunse
"allo~a i dotto:ri a cosa se:rvono?". Peralt~o non
posso dire che sia mai avvenuta una cosa del
gene:re. (Vol.2/A/F f.340).
Il Guttadauro e' il'\parentato con Greco
una cui figlia ha sposato.Ignazio,
Ignazio, inolt~e, e ' colui che
Greco
aveva .dato al
Marchese la disponibilita' della villa di Co:rso
dei Mille (ben individuata e :riconosciuta dal
Sinagra), villa nella quale il fe:roce boss si
incont~ava con i suoi accoliti ed in cui
eseguiva alcuni dei suoi piu' efferati omicidi.
E' da rico~dare, infatti, come Miglio~e Antonino
fosse stato ivi
quel
st:rangolato,
luogo,
mentre sempre in
alla
- Pag.5.7Z9 -
presenza del Greco Ignazio, era stato recuperato
il corpo di Lo Iacono Carmelo non interamente
dissolto dall'acido nel quale era stato immerso.
L'imputato e' stato trovato in possesso di
numerose utenze telefoniche di altri affiliati
alla cosca del Marchese (dello stesso Marchese,
di Greco Salvatore, Prestifilippo Salvatore,
della "Martinica" di Cosimo Raccuglia,
cooperativa "Santospirito" degli Abbate,
di rifugio del Marchese).
della
luogo
Non v' e' , dunque, dubbio alcuno della
appartenenza del Guttadauro alla cosca mafiosa
del Marchese e cio' per la sicurezza esternata
in tal proposito dal "Tempesta" e per quanto
gia' sopra detto.
E' impensabile ritenere che il Marchese,
superlatitante, potesse incontrarsi con il
Guttadauro e con alcuni dei suoi feroci killer
senza essere pienamente sicuro della
affidabilita' del primo.
Il Guttadauro appartiene
di mafiosi "puliti",
a quella fascia
professionisti
"
- Pa g . 5 . 7 3 O ..
altamente necessari all'organizzazione per una
serie di incombenze non espletabili se non da
persone al di sopra di ogni sospetto.
Se si tiene conto che il Guttadauro non
abitava stabilmente nella villa del Greco e ivi
si recava solo saltu<'lJ:iamente: non puo'
rilevarsi, come detto, la assoluta non
casualita' della sua pzesenza nella villa in
concomitanza con il Ma:tchese e dei suoi
accoliti. A nulla rileva il fatto che il Sinagra
lo abbia, una volta, visto mentze aveva in
bzaccio il figlio piccolo, data la innocuita'
del "pargolo" non ancora in gzado di riferire ad
alcuno cosa ivi accadesse.
Il Guttadauzo va, pertanto, rinviato a
giudizio pez zispondeze dei reati di cui agli
aztt.416 E 416 bis C.P. (Capi 1, 10).
Nessuna prova, comunque, e ' emezsa in
ozdine ai zeati di cui alla legge 685/75 e,
pertanto, l'imputato va prosciolto da tali zeati
per non averli commessi (Capi 13, 22).
Ed, invero, il zuolo del Guttadauro nella
organizzazione doveva essere limitato a
- Pag.5.731 -
quanto ri~erito al Sinagra dal "Tempesta". con
nessuna implicazione ulteriore nel traffico di
stupefacenti.
- Pag.5.732 -
Heigler Hontecillas Cocan Patricia Aurelia
Nei confronti della Heigler il P.M. di
Roma ha emesso, il 22.11.1983, l'ordine di
cattura n.1135/83 per i delitti di associazione
per delinquere e finalizzata al traffico di
s~upefacen~i (capi 9 e 20 della epigrafe).
Come si e' amp:iamente illustrato. le
indagini della Guardia di Finanza di Roma,
iniziate su alcuni soggetti che apparivano come
spacciatori di stupefacenti di medio calibro sul
mercato della Capitale. hanno gradualmente
consentito di accertare che quei soggetti erano
i terminali della pericolosissima organizzazione
mafiosa catanese dei Ferrera e di Nitto
Santapaola. dedita ad ogni sorta di delitti, fra
cui anche il traf:fico internazionale di
stupefacenti su larga scala, e collegata con la
mafia palermitana.
Per i particolari, si rinvia a quanto si
e' gia' detto in altra sede e,
nella parte 2~, capitolo ~-.
in particolare,
- Pag.5.733 -
La Heigler era stata arrestata sulla base
di una intercettazione telefonica (Fot.114754),
da cui emergeva che la stessa aveva richiesto a
Geremia Francesco, nipote di Umberto Cannizzaro,
"un po' di coca-cola".
Questo
affatto che
unico
la
elemento
stessa
non significa
appartenga
all'organizzazione di cui sopra: e la prevenuta
ha plausibilmente spiegato che si era limitata a
chiedere al Geremia un po' di cocaina per uso
personale CCFot.116769) - (Fot.116770».
Conformemente, dunque, all'avviso del P.M.
di Roma che subito dopo l'interrogatorio ha
la prevenuta mancanza di
sufficienti indizi (Fot.116771> la .Heigler
deve essere prosciolta da entrambi i reati
ascrittile con formula ampinmente liberatoria.
- Pag.5.734 -
Iacca-r:ino Franco
Nei confronti di Franco Iaccarino e' stato
emesso mandato di comparizione del 31 ottobre
1983, con il quale gli e' stato contestato il
~eato di falsa testimonianza.
Di tale imputato si occupa la parte della
sentenza relativa alla scoperta del laboratorio
per raffinazione di eroina scoperto in via
Messina Marine e gestito,
Nicola Di Salvo.
tra gli altri, da
Ed inveI:o, come ivi esposto, nel co:x:so
delle indagini bancaI:ie espletate in o~dine al
predetto Di Salvo emerse che un assegno da lire
1.400.000 da costui tratto il 15 gennaio 1981
sulla Cassa Rurale ed Artigiana di Monreale
di tale Nicola Pagano era statoall'oI:dine
negoziato dal napoletano Ciro Romano.
Quest'ultimo rifeI:i' che gli eI:a stato ceduto
dal contrabbandiere di Torre Annunziata Pasquale
Longoba:x:di
- Pag.5.735 -
(Vol.7/S f.198), il quale a sua vol~a l'aveva
ricevuto da Franco Iaccarino (Vol.7/S f.17).
Franco
In~erroga~o
dell'assegno,
dichiarazione
sulla
Iacca:rino
manifestamente
provenienza
rendeva una
inattendibile,
affermando cioe' di aver incontrato per caso un
uomo dall'accento palermitano a Torre Annunziata
e di avergli venduto dei cavalli (Vo1.7/S
f.197).
Trat~asi. invero, di incredibile assun~o,
pe:rche', a parte la sua int:rinseca
inve:rosimiglianza. l'assegno e' all'ordine di
Pagano, dovuto essereNicola
di:rettamente
mentre
all'o:rdine
avrebbe
dello Iaccarino, ed
inoltre risulta compila~o con grafia dive:rsa da
quella di Nicola Di Salvo.
Va, per~anto, l'impu~ato rinviato a
giudizio per rispondere del reato di falsa
testimonianza asc:rit~ogli, di
dell'epig:rafe.
cui al capo 436
- Pag.5.736 -
Ianni Anna
Nei con:fronti di Anna Ianni, moglie
separata di Francesco Gasparini, vennero emessi
ordine di cattura 152/82 del 18 giugno 1982 e
mandato di cattura 326/82 del 23 luglio 1982,
per i reati di cui agli artt.416 C.P., 75 e 71
legge n.685 del 1975, quale componente della
banda criminale che aveva tentato l'importazione
in Italia dalla Thailandia di kg. 4,5 di eroina
sequestrati al Gasparini presso l'Aereoporto
Orly di Parigi il 10 novembre 1981.
Dell'imputata tratta la parte della
sentenza dedicata a detta vicenda e si e' ivi
esposto che Carlo De Caro, membro
dell'associazione e nipote di Gaspare Mutolo,
che la dirigeva per conto del boss ma:fioso
Rosaxio Riccobono, risulta essersi incontrato
proprio nella abitazione romana della Ianni con
il coimputato Koh Bak Kin, referente thailandese
della banda.
- Pag.5.737 -
He' puo' il ~uo10 della p~evenuta nella
vicenda ~eputa~si occasiona1e se si tiene conto
del contenuto di una telefonata f~a la medesima
e Gaspa~e Mutolo alle o~e 9,44 del 9 maggio
1982, dalla quale eme~ge chiaramente che la
Ianni non solo era a conoscenza dell'incontro
che sa~ebbe avvenuto p~esso la sua abitazione ma
anzi attivamente si interessava per il buon
esito dello stesso.
A1t~ettanto significativa e' poi la
telefonata ricevuta dall'imputata da parte del
Koh Bak Kin il 10 maggio 1982 (Vol.147/R f.106)
e (Vol.147/R f.107), nel co~so della quale
l'interlocutore non most~a difficolta' alcuna ad
info~ma~e la donna che il Ca~lo De Caro e'
pedinato dalla Polizia, come egli si era
accorto, ed a sugge~i~le di avvertirlo ad usare
prudenza. E che tale sia stato il contenuto
della conversazione e' stato confermato dallo
stesso Kin, il quale ha riferito che il gio~no
successivo le modalita' del suo incontro
col De Cazo,
- Pag.5.738 -
che doveva consegnazgli 150 o 180
milioni in pagamento di una partita di eroina,
vennero stabilite in modo tale da evitare il
pedinamento da parte della Polizia.
Il significato di quanto sopra richiamato
appare univoco e conferma la colpevolezza
dell'imputata in ordine ai reati di associazione
per delinquere finalizzata al traffico delle
sostanze stupefacenti e di traffico di tali
sostanze, contestatile come ai capi 17 e 40
dell'epigrafe.
Nulla invece induce seriamente a ritenere
che con i preàetti Mutolo, De Caro e gli altri
loro complici essa si sia associata anche al
fine di commettere reati diversi dal traffico di
sostanze stupefacenti e sia stata organicamente
quindi inserita nella organizzazione mafiosa dei
predetti.
E, per altro, secondo le dichiarazioni di
Tommaso Buscetta e Salvatore Contorno, e' ben
possibile per
nel traffico
gli "uomini d'onore" associarsi
degli stupefacenti con persone
estranee all'organizzazione senza che cio'
determini
ultimi.
un inserimento in essa di questi
- Pag.5.739-·
Va, pertanto, l'imputata rinviata a
giudizio per rispondere dei reati di cui ai capi
17 e 40 dell'epigrafe ma prosciolta per. non aver
commesso il fatto dal reato di cui al capo 7.
- Pag.5.740 -
Ianni Giacinto
Nei conf~onti di Giacinto Ianni venne
emesso mandato di cattu~a del 19 luglio 1983 con
il quale gli fu contestato il ~eato di
favo~eggiamento
dell'epig~afe.
Dell'imputato
di cui
t~atta
al
la
capo
pa~te
425
della
sentenza dedicata agli a~~esti di f~ancesco
Gaspa~ini, so~p~eso il 10 novemb~e 1981 a Pa~igi
con 4,5 Kg. di e~oina, e di Fio~avante
Palestini, a~~estato in te~~ito~io egiziano il
24 maggio 1983 ment~e a bo~do della motonave
Alexand~os G. t~aspo~tava alt~o enorme ca~ico di
sostanza stupefacente.
Nel co~so delle indagini venne acce~tato
che lo Ianni e Gue~ino La Molina~a, ent~ambi
o~igina~i, come il Palestini, di Giulianovn, ove
si ~iteneva che Gaspa~e Mutolo, du~ante un
periodo di soggio~no obbligato ivi t~asco~so,
aveva ~eclutato diversi
- Pag.5.741 -
componenti della sua banda di trafficanti di
droga, avevano alloggiato all'Hotel Conchiglia
d'Oro di Mondello il 29 ottobre 1982 ed il 1
luglio 1983 (Vol.70/R f.100) e (Vol.70/R f.101),
albergo ove lavorava in qualita' di cameriera
Giacomina Mutolo, sorella del Gaspare e madre
dell'imputato Carlo De Caro.
Interrogato sul suo viaggio a Palermo con
il La Molinara, Giacinto Ianni sosteneva di
avere accompagnato il suo compaesano per "fare
una passeggiata" e di aver incontrato solo
casualmente nella piazza di Mondello Giovanni
Mutolo, fratello di Gaspare, da lui conosciuto a
Teramo tramite quest'ultimo. Dopo l'emissione
n~i suoi confronti del mandato di cattura per
favoreggiamento negava perfino di conoscere il
Mutolo e di aver incontrato alcuno a Palermo
(VoI. 79/R f. 153),
f.155).
(Vol.79/R f.154) e (Vol.79/R
- Pag.5.742 -
E' evidente invece che i due si e~ano
recati a Palermo proprio per incontrare Giovanni
Mutolo e pe~ motivi ine~enti al traffico degli
stupefacenti. nel quale sia quest'ultimo che il
La Molinara erano coinvolti. come e'
innanzi tutto dimostrato dalla deposizione resa
da I~p.ne Herrmanoness (Vol.84/R f.19), moglie
del p~op~ietario dell'Hotel Conchiglia d'o~o, la
quale ha riferito che la mattina del luglio
informarsi se erano arrivati.
1983 il Mutolo era andato in albe~go
dicendole che
per
si
trattava di suoi amici e raggiungendoli poi il
pomeriggio del loro arrivo, accompagnato dalla
moglie e dal figlioletto di pochi mesi.
Inoltre risulta che Ianni e La Molinara
giunsero nell'isola a bordo della autovettura di
Giovanni Ragnoli. datore di lavoro del primo,
che tuttavia non venne informato di tale
utilizzazione del suo veicolo e quindi tenuto
significativamente all'oscuro del viaggio
(Vol.89/R f.96) e (Vol.89/R f.97).
- Pag.5.743 -
Infine lo stesso Giovanni Mutolo ammetteva
(Vol.89/R f.100) che Ianni e La Molinara erano
venuti a Palermo per incontrare suo fratello
Gaspare e si erano a lui rivolti probabilmente
perche' cosi' proprio da Gaspare indirizzati.
I suddetti elementi non appaiono da soli
sufficienti per determinare un convincimento di
partecipazione di Giacinto Ianni al traffico di
sostanze stupefacenti in cui sicuramente erano
coinvolti i Mutolo ed il La Molinara, tuttavia
sicuramente dimostrano che da parte sua fu
prestata concreta assistenza a quest'ultimo dopo
la consumazione dei singoli episodi di traffico
e con la piena consapevolezza di essa.
pertanto, l'imputatoVa,
giudizio per rispondere del
rinviato
reato
a
di
favoreggiamento personale di cui al capo 4Z5
dell'epigrafe.
- Pago 5.744 -
Karakonstantis Dimitrios
Nei confronti di Dimitrios Karakonstantis
venne emesso mandato di cattura 389/83 del Z7
agosto 1983, con il quale gli furono contestati
i reati di cui agli artt.75 e 71 legge n.G85 del
1975 e 416 C.P. (capi 7, 17 e 40 dell'epigrafe).
Dell'imputato tratta la parte della
sentenza dedicata tra l'altro all'arresto in
Egitto in data 24 maggio 1983 di Fioravante
Palestini ed al contestuale sequestro della nave
Alexandros G, a bordo della quale egli si
trovava con un carico di ben 233 chilogrammi di
eroina purissima di origine thailandese. Il
Karakonstantis era uno dei componenti
dell'equipaggio del natante, identificato ed
arrestato dalla Polizia egi~iana.
Nella richiamata parte della sentenza e'
stato dimostrato che il carico di eroina era
stato inviato dall'orientale Koh Bak Kin
all'organizzazione siciliana capeggiata da
- Pag.5.745 -
Gaspa~e Mutolo e, pe~tanto, sussistono a ca~ico
dell'imputato sufficienti p~ove di colpevolezza
in ordine alla contestata sua pa~tecipazione
all'associazione pe~ delinque~e finalizzata al
traffico di sostanze stupefacenti, comp~endente
i menzionati Mutolo e Kin, ed al contestato
richiamatotraffico di droga conclusosi col
sequestro di 233 kg. di eroina.
Non sussiste invece alcun elemento che
induca a ritene~e si sia l'imputato con i
p~edetti associato al fine di commettere delitti
anche diversi dal t~affico di d~oga e va,
pe~tanto, egli p~osciolto dal relativo addebito.
Deve conseguentemente esse~e il
Ka~akonstantis ~inviato a giudizio per
risponde~e dei reati cui ai capi 17 e 40
dell'epigrafe e prosciolto per non aver commesso
il fatto dal ~eato asc~ittogli al capo 7.
- Pag.5.746 -
Ierna Michele
Nei confronti di Ierna Michele il P.M. di
Roma ha emesso l'ordine di cattura n.1135/83 del
22.11.1983 per i delitti di associazione per
delinquere e finalizzata al traffico di
stupefacenti e l'o1dine di cattura n.1169/83 per
il delitto di detenzione e vendita di
statoe'
stupefacenti a Capuano Mario e Cordaro Giuseppe
(capi 9, 20 e 50 dell'epigrafe);
Il primo ordine di cattura
revocato dal Tribunale della liberta'. Gli atti,
poi, sono stati trasmessi a questo Ufficio per
competenza per connessione.
La posizione di Ierna Michele e' stata
valutata unitariamente con quella della madre,
Giustolisi Antonietta, e del padre, Ierna
Salvatore, e ci
stato detto
si
per
riporta a
il rinvio
quanto gia'
a giudizio
e'
del
prevenuto in ordine a tutti i reati.
- Pag.5.?47 -
Ierna Salvatore
Nei confronti di Ierna Salvatore il P.M.
di Roma ha emesso l'ordine di cattura n.1135/83
del 22.11.1983 per i delitti di associazione per
delinquere e finalizzata al traffico di
stupefacenti e l'ordine di cattura n.1169/83 per.
il delitto di detenzione e vendita di
stupefacenti a Capuano Mario e Cordaro Giuseppe
(capi 9, 20 e 50 dell'epigrafe); gli atti sono
stati trasmessi, poi, a questo Ufficio per
competenza per connessione.
La posizione dello Ierna e' stata valutata
unitariamente con quella della moglie,
Giustolisi Antonietta, e ci si riporta a quanto
si e' gia' detto per il rinvio a giudizio del
prevenuto in questione in ordine a tutti i
reati.
- Pag.5.748 -
Ignoto F~ancesco
Ignoto F~ancesco e' stato ~aggiunto dal
mandato di cattu~a n.361/84 e deve ~isponde~e
dei reati di cui agli artt.416, 416 bis C.P., 71
e 75 legge n.685/75.
Salvatore Contorno, nel co~so della sua
p~ima dichia~a2ione (Vol.125 f.4) indicava come
componente della famiglia di Ciaculli "il figlio
unico (l'alt~o e' morto) della so~ella di
P~estifilippo Giovanni e Salvatore" e
specificava come il pad~e del p~edetto fosse
impiegato p~esso l'Acquedotto e vivesse accanto
alla Clinica di C~oceve~de con il pad~e chiamato
" Ciccio", ment~e il nonno materno si chiamava
"2U' Ciccu".
La Squad~a Mobile, pur p~ecisando come le
sorelle Prestifilippo fosse~o due, identificava
lo stesso in Ignoto Francesco.
- Pag.5.71.J9 -
Successivamente il Contorono riconosceva
l'Ignoto in foto <Vol.125 f.74) e, specificava
eVol.125 f.135): " Ignoto Francesco mi e' stato
come uomo d'onore
Giuseppe Greco di Salvatore
presentato ritualmente
il Senatore e
da
da
Buffa Vincen2o. Non conosco a suo carico
specifici episodi ma faccio presente che la sua
attivita' sanitaria e' anch'essa estremamente
utile nell'ambito di Cosa Nostra.
Sentito dal G. L <Vo1.142 f.26),
l'imputato si protestava innocente e ammetteva
di aver conosciuto il Contorno anche se non lo
vedeva da sette anni o, anche, da cinque o sei,
quando, a causa di una crisi ipertensiva della
di lui madre, era stato chiamato nella sua casa
di Ciaculli.
Precisava come il padre fosse stato un
dipendente dell'Acquedotto, ma dichiarava che lo
stesso non viveva con lui sin dal 1978 quando
aveva contratto matrimonio. Escludeva che a
Croceverde vi fosse una clinica. Ammetteva di
- Pag.S.7S0 -
conosceze i Gzeco di Croce verde Giardini,
essendo nato e czesciuto a pochi metri dalla
loro abitazione.
Dagli accertamenti bancari (vedi scheda
allegata) e' risultato che l'imputato ha
prelevato la somma di lit. 19.127.490 a seguito
di estinzione di un ceztificato di deposito
vincolato al portatore mediobanca n. 1722.117/11.
Tale certificato era stato acceso a seguito di
estinzione di un libr~tto a risparmio al
portatore denominato "Filippa". Tale "Filippa"
si identificava in Bonta' Filippa, moglie del
coimputato Prestifilippo Salvatore n. a Palermo
il giorno 8.4.33.
Ed, invero, il Prestifilippo e la moglie,
in data 20.4.82, traevano sul loro c/c nr.
1366/323 della Banca Popolare di Novara
agenzia n.S di Milano - un assegno bancario di
lit. 85.000.000 all'ordine di Ingrassia Giuseppe
fu Giuseppe n. a Palermo il 21.2.1922. (altro
coimputato), il quale lo versava sul proprio c/c
nr. 172776/01.
- Pag.5.751 -
Il 2.6.4.82. venivano utili22ate, lit.
83.650.000 per l'acquisto di B.O.T. e la somma
ricavata dalla vendita di detti B.O.T. veniva
Su tale c/c veniva.
accreditata,
dell'Ingrassia.
il 12..10.82., sul c/c
quindi,
l'apertura
addebitata
utili22ata
la
per
somma di lit.
del
90.000.000
libretto
denominato "Filippa" dal quale, dopo altri
passaggi, come detto. veniva prelevata la somma
di lit. 19.12.7.000 da parte deJl'imputato.
La indica2ione del Contorno sulla qualita'
di uomo d'onore dell'Ignoto e' attendibile anche
alla luce di tali ultimi dati risultanti dagli
accertamenti bancari che.comunque, mostrano
quanto saldi fossero i legami dell'imputato con
alcuni dei personaggi piu' in vista della
assai strano ed inquietanteinvero,
famiglia
Sembra.
di Ciacul1i Croceverde Giardini.
dall'Ingrassiadenaro
tramite dei suoi 2ii
di
ilper
passaggioquesto
all'imputato
Prestifilippo.
Il Contorno. poi, pur avendo err.oneamente
affermato come una fosse la sorella di
Prestifilippo Giovanni e
- Pag.5.752 -
Salvatore. precisava: " ... Io posso dire che
l'uomo d'onore. che peraltro personalmente
conosco. e ' quello il cui padre si chiama
Sebastiano (non ne ricordo il cognome) che aveva
un fratello che pero' e' morto, ed il cui padre
lavox:ava all'acquedotto. Il personaggio in
questione ha qualche anno meno di me"
f. 63) .
(Vol.125
La perfetta conoscenza che il Contorno ha
mostrato avex:e dell'Ignoto toglie ogni dubbio
alla sua indicazione relativa alla qua1ita' di
uomo d'onore dell'imputato, il quale, pertanto,
va rinviato a giudizio per rispondex:e dei reati
di cui agli artt. 416 e 416 bis C.P.
10) .
(Capi 1 ,
Nessun elemento e ' • invece, emerso a
carico dell'imputato in ordine ai reati di cui
agli ax:tt. 71 e 75 legge n.685/75 (Capi 13, 22),
reati dai quali lo stesso va prosciolto pex: non
averli commessi.
- Pag.5.753 -
Inchiappa Giovan Battista
Con rapporto della Squadra Mobile di
Palermo del Z7 gennaio 1982 (Vol.13/H f.1) venne
denunciato quale appartenente ad associazione
per delinquere facente capo a Filippo Marchese,
alla cui criminosa attivita' si riteneva dovesse
ascriversi la c.d. strage di Bagheria, cioe'
l'omicidio di Onofrio Valvola, Giovanni Di Peri
e Biagio Pitarresi, uccisi in quel centro il 25
dicembre 1981.
Furono emessi nei suoi confronti ordine di
cattura 26/82 del 28 gennaio 1982, e mandato di
cattura 77/82 del 6 febbraio 1982, con i quali
gli venne contestato il reato di cui all'art.416
C.P.
Nelle more del suddetto procedimento venne
denunciato con
(Vo1.1
mafia
f.90)
rapporto del 13
quale appartenente
c. d.
luglio 1982
ai gruppi di
"vincenti"
.....'
- Pag.5.754 -
e furono emessi nei suoi confronti ordine di
cattura 170/82 del 26 luglio 1982 e mandati di
cattura 343/82 del 17 agosto 1982 e 237/83 del
31 maggio 1983, con i quali gli vennero
contestati i reati di cui agli artt.416 C.P. e
75 legge n.685 del 1975. Quindi entrambi i
procedimenti vennero riuniti.
Successivamente, intervenute le
rivelazioni di Tommaso Buscetta, concernenti tra
l'altro l'appartenenza a Cosa Nostra della
"famiglia" mafiosa capeggiata da Filippo
Marchese, con mandato di cattura 323/84 del 29
settembre 1984, ricontestatigli i suddetti reati
di cui agli artt.416 C.P. e 75 legge n.685 del
1975, gli furono ulteriormente addebitati quelli
di cui agli artt.416 bis C.P. e 71 legge n.685
del 1975.
Si e' protestato innocente, asserendo di
essere estraneo a qualsiasi organizzazione
criminale e di conoscere fra i suoi coimputati
solo Salvatore Fazio, suo socio, e Giuseppe
Marchese, suo vicino di casa.
- Pag.5.755 -
E proprio con Giuseppe Marchese, nonche'
con Francesco Spadaro di Giuseppe, l'imputato in
data 16 gennaio 1982 venne tratto in arresto
nella zona di Brancaccio, essendo stati tutti i
predetti sorpresi a bordo dell'autovettura Golf
GTI targata PA-626624, all'interno della quale
vennero rinvenute due rivoltelle Smith Wesson
calibro 38 special cariche, con numerose
munizioni di scorta (vedi menzionati rapporti
del 27 gennaio 1982 e del 13 luglio 1982).
Ne' puo' la presenza dell'Inchiappa
all'interno di quella autovettura esser
considerata casuale, come l'imputato ha cercato
di sostenere, asserendo addirittura di aver
conosciuto lo Spadaro nell'occasione. Infatti
il Marchese (poi insieme allo zio Filippo
condannato all'ergastolo perche' ritenuto
responsabile della strage di Bagheria) circa sei
anni prima, e precisamente il 23 luglio 1974, si
era recato nel comune di Gaeta, ove era stato
assegnato al soggiorno ohbligato, accompagnato,
come accertato in
- Pag.5.756 -
occasione di un controllo di polizia. dagli zii
Filippo e Pietro Marchese e da Salvatore Fazio.
Quest'ultimo. giustappunto. risulta esser socio
di Giovan Battista Inchiappa nella Siciliana
s. n. c .• impresa che ha effettuato notevole mole
di lavori a favore della societa' edilizia
Liistro. nella quale sono soci Antonino e
Francesco Spadaro. figli del noto 'mafioso
Tommaso Spadaro. che e' zio di quel Francesco
Spadaro. arrestato il 16 gennaio 1982 insieme al
(vedi
(Volo 1e
Inchiappaall'
(Volo 13/H f.n
edMarcheseGiuseppe
menzionati rapporti a
f.90) + (Vol.6 f.62)).
Ma gli stretti legami dell'Inchiappa e del
suo socio Salvatore Fazio con Filippo Marchese
ed altri esponenti di spicco della sua cosca
risultano non soltanto da quanto sopra esposto
bensi' anche ed inconfutabilmente dalla
documentazione bancaria acquisita.
L'Inchiappa ha ricevuto un paio di assegni
bancari emessi da Gaetano T.innirello della cosca
di Corso dei Mille.
- Pag.5.757 -
Ne ha emessi numerosissimi a favore di
Filippo Marchese, Gregorio Tinnirello, Giovanni
Oliveri, Giuseppe Abbate, Filippo Argano,
Giovanni e Andrea Lo Iacono, tutti accusati di
appartenere a Cosa Nostra, ed a favore di
Giuseppe Lupo, ritenuto un prestanome di Filippo
Marchese.
E con altri personaggi di Cosa Nostra,
anche appartenenti a "famiglie" diverse, risulta
avere l' Inchiappa intrattenuto rapporti
bancari. Vedansi gli assegni emessi a favore di
Gaspare Li Vorsi, della famiglia di Porta Nuova,
e di Francesco Paolo Caltagirone, socio nella
ICRE S.r.l. di Leonardo Greco.
Quanto al suo socio Salvatore Fazio, basta
in questa sede richiamare gli assegni emessi,
ricevuti o girati a favore di Angelo Pipitone
della cosca di Villagrazia di Carini, Michele
Greco di Ci acuIli e Pasquale Liccardo,
negoziatore di numerosi titoli che riconducono
ai fratelli Nuvoletta della
Campania.
famiglia della
- Pag.5.758 -
Tutti personaggi i suddetti che risultano
coinvolti in traffici di droga e con i quali non
si vede quali leciti rapporti l'Inchiappa ed il
suo socio avrebbero dovuto intrattenere, tanto
piu' che hanno sostenuto di non conoscerne
alcuno, nemmeno Filippo Marchese.
L'imputato va, pertanto, rinviato a
giudizio per rispondere di tutti i reati
ascrittigli col mandato di cattura 323/84, che
ha integrato ed assorbito tutti quelli
precedentemente emessi.
- Pag.5.759 -
Ingrassia Andrea
Indicato da Salvatore Contorno ((Vol.125
f. 4) , (Vol.125 f.74) e (Vol.125 f.135)) quale
componente, insieme al figlio Ignazio, della
famiglia mafiosa di Ciaculli, venne emesso nei
suoi confronti mandato di cattura 361/84 del 24
ottobre 1984, con il quale gli furono contestati
i reati di cui agli artt.416 e 416 bis C.P., 75
e 71 legge n.685 del 1975, disponendone la
contestuale sottoposizione agli arresti
domiciliari.
Si e' protestato innocente, sostenendo di
non conoscere alcuno dei suoi coimputati e di
essere estraneo a qualsiasi organizzazione
criminosa.
Le accuse del Contorno trovano riscontro
in quanto gia' dichiarato da Stefano Calzetta
(fase. pers. 1~ f.29), che ha
- Pag.5.760 -
~ife~ito esse~e l'Ing~assia "g~osso mafioso
amico degli Zanca", il cui "posto di spicco"
nell'ambito dell'o~ganizzazione era stato p~eso
"soldato buono" legato aidal figlio Ignazio,
Pulla~a' .
Il Calzetta ed il Conto~no, inoltre,
dimostrando la lo~o pe~fetta conoscenza degli
Ing~assia, hanno ~iferito che gli stessi
gestiscono un ba~ nella via Mendola, del quale,
infatti, secondo gli espletati acce~tamenti di
polizia giudizia~ia (Vol.14 f.166), e' ~isultata
titola~e Aglie~i Antonina, moglie di Andrea
rapp~esentante Salvatore
And~ea e f~atello didi
e suo
figlio
Ingrassia,
Ingrassia,
Ignazio.
Anche nelle indagini bancarie espletate
trovano ampio ~iscontro le dichia~azioni del
Calzetta e del Contorno in o~dine ai legami, dai
p~edetti ~iferiti, degli Ing~assia con altri
esponenti mafiosi e circa il lo~o coinvolgimento
in t~affici di sostanze stupefacenti.
risultaIngrassiaInfatti
beneficiario
- Pag.5.761 -
Ignazio
il 24 luglio 1978 e nel 1979
rispettivamente di un assegno bancario da lire
2.200.000 emesso da Giovan Battista Pullara' e
di altro da lire 2.000.000 emesso da Giovanni
coinvolti in traffici di droga,
Bontate, personaggi entrambi sicuramente
come esposto
nella parte della sentenza che li riguarda.
Altre interessantissime risultanze
bancarie sono esposte nella parte della sentenza
concernente i traffici di droga di Tommaso
Spadaro. 2ui basta ricordare che Ignazio
Ingrassia risulta beneficiario di due assegni
circolari da lire 20.000.000 provenienti da una
partita di titoli, per complessive lire
500.000.000, la cui emissione venne richiesta da
Antonietta Sampino, operando su libretti bancari
che lo Spadaro ha riconosciuto essere di sua
pertinenza. Altri di detti vaglia risultano
negoziati da Giacomo Grado, Salvatore Priolo
genero di Nunzio La Mattina , Giovanni Oliveri,
- Pag.5.762 -
Gaetano Tinni~ello,
GiovanniGiovannello,
Ma~io, Antonino La
Salvatore G~eco,
P~estifilippo
Rosa, Piet~o
pad~e di
pad~e di
Bisconti,
Salvato~e G~eco f~atello di Michele, Giovanni
Scaduto, Leona~do G~eco, Pasquale Alfano e
Salvato~e P~estigiacomo socio dei B~usca di
S.Giuseppe Jato. Tutti auto~evolissimi
pe~sonaggi di Cosa Nostra ope~anti nel t~affico
della d~oga e pe~cetto~i dei ~elativi utili, dei
quali, come dimost~ato nella ~ichiamata pa~te
della sentenza, l'emissione dei titoli di cui
t~attasi costituiva una spa~tizione fra i membri
interessati della organizzazione mafiosa.
L'imputato va, pe~tanto, rinviato a
giudizio pe~ rispondere di tutti i reati
asc~ittigli col mandato di cattura 361/84.