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Open / Peer-to-Peer / 2.0Creativit distribuita in comunit e nel territorioMassimo Menichinelli19 novembre 2007
TransParkIdee per un Ecomuseo nel Parco Agricolo Sud di MilanoCorsi di Laurea Magistrale in Disegno Industrialea.a.2007|2008 WORKSHOPresponsabile: Eduardo Staszowski
http://openp2pdesign.org
OPEN / PEER-TO-PEER / 2.001. Comunit, territorio e design
societ e territorio
societpre-industriali
RivoluzioneIndustriale
fordismo
post-fordismo
globalizzazione
sviluppo locale
critiche allo sviluppo
modernit
pre-modernit
post-modernit
nessun legamecon il territorio
rinnovatolegame conil territorio
legame conil territorio
sistemi distribuiti
il territorio e la comunit pre-industriale
Per le citt e i territori pre-industriali non vale il nesso causale tra sviluppo dell'economia urbana e crescita della citt (tipico delle citt contemporanee). Il loro motore non risiedeva nell'economia ma nella politica (Vicari Haddock 2004).
In societ basate sull'agricoltura l'organizzazione politica che consente di espandere i territori sotto il controllo dell'lite cittadina, di accrescerne le risorse e di sostenere la crescita della popolazione urban attraverso i commerci e le manifatture cittadine.
La dimensione sociale pre-industriale , quasi per definizione, la comunit locale. Dove i rapporti umani erano mediati dal rapporto con la terra, predominavano forme di natura comunitaria. In questa fase, le persone appartengono alla terra (e quindi al territorio), non viceversa.La relazione sociale di tipo comunitario si basa non sulla contrapposizione dei fini e degli interessi individuali ma sulla loro condivisione.
design pre-industriale (o meglio: artigianato)
Nelle societ pre-industriali il design non esiste: la progettazione e produzione degli artefatti avviene su base locale da parte degli artigiani (o, per i committenti pi ricchi, dagli artisti).
Sono quindi dei membri della comunit locale a progettare e produrre per la comunit locale.
Si ha cos l'evoluzione di tipologie tipiche e l'utilizzo di materiali locali. Si ha gi, comunque, il commercio di beni (e quindi anche artefatti) provenienti dalle regioni pi lontane del mondo allora conosciuto (la produzione locale pu arrivare ad alte dimensioni locali e pu ricevere materiali ed influenze da essi).
Legami tra reti brevi locali e reti lunghe globali esistono gi in parte.
il territorio e la comunit industriale
Con la Rivoluzione Industriale l'industria diventa il motore dello sviluppo territoriale e urbano: l'organizzazione della produzione struttura la citt e il territorio nei suoi rapporti politici, economici e sociali. La citt industriale il luogo che richiama ondate ripetute di popolazione che dalle campagne (il territorio circostante) si riversa in citt per trovare occupazione nelle fabbriche.
La citt industriale che si sviluppa nel XIX secolo figlia di un nuovo sistema economico basato sulla creazione di ricchezza attraverso l'uso di capitale. Non pi la terra, come nelle precedenti societ basate sull'agricoltura, ma il capitale investito in mezzi di produzione fonte di ricchezza.
Si ha quindi uno spostamento dell'importanza per l'economia dal territorio alla citt. Il territorio vede cos ridotta la propria importanza e trasformato per l'utilizzo da parte delle industrie.La dimensione politica del territorio si amplia negli Stati-nazione, creati per garantire un pi ampio mercato all'industria.
citt
popolazione:
dimensione localeo regionale
dimensione statale-nazionale
territorio:
territorio
la comunit non pi locale
Per Bauman (2001) la fine delle comunit locali preindustriali avviene con l'avvento dei mezzi di trasporto meccanici ed in seguito con i mass media. La rivoluzione nella velocit di spostamento di persone ed informazioni erode la distanza, un tempo la pi formidabile delle difese comunitarie. Il confine tra interno ed esterno non pi tracciabile, e tanto meno difendibile.
La citt offre ai nuovi imprenditori una concentrazione elevata di persone disponibili e motivate a lavorare nelle nuove fabbriche. Una volta abbandonata la campagna e le sue fonti di sussistenza, il contadino arrivato in citt dipende totalmente dalla vendita della sua forza lavoro al servizio dell'industria.
Si sono quindi cos persi i legami sociali che, nelle comunit locali, costituivano una rete di protezione del singolo individuo. Dalla comunit locale auto-sufficiente alla individualit urbana dipendente.
design industriale
In questo periodo appare la figura del designer, a tradurre per l'industria il ruolo dell'artigiano.Cos come l'artigiano progettava e producevaper comunit locali auto-sufficienti, il designer progetta per utenti (non pi comunit) non auto-sufficienti (la produzione, infatti sfugge sia agli utenti che ai designer).
Il designer traduce (e riduce) l'esperienza dell'artigiano per l'industria: non si progetta pi per materiali locali, di cui si conoscono le variazioni (questo pezzo di legno), ma per materiali astratti, validi ovunque (il legno).
Il movimento Arts and Crafts (Morris, Ruskin), rappresenta una delle prime forme di design ma in realt un esempio di tentativo di resistenza all'industria attraverso la ri-valorizzazione del lavoro artigiano (craft).
la modernit e il fordismo: riduzione della complessit
La razionalit deterministica del pensiero moderno attua una riduzione della complessit per rendere efficiente lo sfruttamento del gi noto. Per far ci bisognava prima di tutto neutralizzare la complessit del mondo, che minacciava la possibilit di calcolo e razionalizzazione (Rullani 2002).
Il fordismo, nel corso del Novecento, aveva poi reso pi drastica la spinta verso la razionalizzazione tecnica, inquadrando il lavoro nell'organizzazione scientifica varata da Taylor.
La programmazione della grande impresa fordista genera un ambiente artificiale a complessit ridotta, posto a disposizione del calcolo di convenienza degli attori. Nel progetto fordista di modernit, la complessit delle societ locali non era in alcun modo utilizzabile per produrre valore economico, ma era di ostacolo e di impaccio.
Ma un territorio senza complessit un territorio senza qualit.
standardizzazione
automatismo
operazioni
prodotti
mercato
riduzionecomplessit
produzione
un territorio funzionale
Con il fordismo le teorie tradizionali dello sviluppo, fondate sulla crescita economica illimitata, hanno considerato e impiegato il territorio in termini riduttivi: il produttore/consumatore ha preso il posto dell'abitante, il sito quello del luogo, la regione economica quella della regione storica e della bioregione.
Il territorio da cui ci si progressivamente liberati grazie anche allo sviluppo tecnologico, stato rappresentato e utilizzato come un puro supporto tecnico di attivit e funzioni economiche (un mero foglio bianco), che sono localizzate secondo razionalit sempre pi indipendenti da relazioni con il luogo e le sue qualit ambientali, culturali, identitarie.
La societ industriale nella sua fase matura non ha progettato pi citt, ma siti ai quali stata attribuita una funzione (Magnaghi 2000).
progetto e modernit
La riduzione della complessit del pensiero moderno pu essere rinvenuta anche nelle discipline progettuali (architettura, urbanistica, design).
Nello sviluppo di un progetto non vengono pi prese in considerazione le tradizioni locali (materiali, tipologie, tecniche), considerate obsolete, e nemmeno le condizioni locali (clima, cultura, disponibilit dei materiali, ecc.).
Anche la complessit della societ viene ridotta: ogni progetto viene indirizzato verso un uomo medio, astratto e standardizzato, indifferenziato.
Uno stesso progetto applicabile ovunque e per chiunque, indifferentemente.
La riduzione della complessit anche nel progetto per comunit (esempio: Brasilia). Una capitale per il Brasile progettata ex novo da Oscar Niemeyer: la costruzione dal nulla di una comunit locale.
riduzione della complessit e crisi del fordismo
La riduzione della complessit del fordismo si trovata di fronte ad un limite, e non a caso si parla ora di post-modernit e post-fordismo.
Ora il mercato non pi in continua crescita, ma pi stabile; la domanda sempre pi differenziata in prodotti poco standardizzati e dal ciclo di vita molto breve. L'organizzazione fordista e il modello economico e concettuale che proponeva diventano quindi obsoleti.
Le imprese quindi apprendono la flessibilit e la decentrazione, primi passaggi verso una lenta accettazione e comprensione della complessit della societ (e del territorio).
riduzione complessit
crisi economica
crisi ambientale
maggiore attenzionealla complessit
fordismo/modernit
post-fordismo/post-modernit
lo sviluppo locale
All'immagine di un'economia sradicata dai luoghi, (alimentata dalla globalizzazione), negli ultimi anni se ne affiancata un'altra che si muove in direzione opposta: lo sviluppo locale. Si ha qui attenzione per lo sviluppo di territori e citt che mostrano segni di particolare dinamismo.
Ci che caratterizza lo sviluppo locale la capacit dei soggetti istituzionali locali di cooperare per avviare e condurre percorsi di sviluppo condivisi che mobilitino risorse e competenze locali.
Il protagonismo dei soggetti locali favorisce lo sviluppo di un territorio quando riesce ad attrarre in modo intelligente risorse esterne, sia di tipo politico (investimenti pubblici qualificati) che economico e culturale (legate a decisioni di investimento o di localizzazione di soggetti privati); e quando riesce a cogliere le opportunit che l'allargamento dei mercati offre per nuove strategie di produzione di beni o servizi che valorizzino specifiche competenze e beni comuni.
capacit di usare le risorse esterne (globali) per valorizzare quelle interne (locali)
crisi fordismo
globalizzazione
sviluppo locale
legare la dimensione locale con reti globalia largo raggio, in modo di utilizzarle per migliorare le condizioni locali.
il territorio tra locale e globale
Processi di lungo corso portano alla stretta interconnessione mondiale che viene nominata globalizzazione: viaggi, comunicazioni e soprattutto commerci collegano le diverse dimensioni locali, ma su una scala globale.
L'economia appare cos sempre pi sradicata da singoli luoghi, sempre pi mobile nello spazio: si ricercano occasioni d'investimento di capitali, di produzione di beni e servizi, o di vendita di prodotti, in luoghi molto lontani. anche vero per che la maggior parte della produzione ha ancora origine e destinazione dentro i confini nazionali, e che il fenomeno sia volutamente enfatizzato.
Si assiste quindi alla nascita della concorrenza non solo tra imprese, ma tra territori, che si contendono gli investimenti delle imprese, specialmente delle multinazionali. Dal marketing di prodotti e servizi al marketing urbano e territoriale.
competizione tra imprese per assicurarsi quote dimercato
prima
ora
competizione tra citt e tra territori per assicurarsi gliinvestimentidelle imprese
marketing di prodotti e servizi
marketingurbano
marketingterritoriale
da local governement a governance
Un oggetto talmente complesso come il territorio richiede un approccio progettuale in grado di affrontare questa complessit. Il designer che si interessa di un territorio, deve passare attraverso lo stesso cambiamento avvenuto nelle istituzioni locali. Queste, per affrontare la complessit attuale, sono passate dal local government alla governance, ossia da un ruolo di provider (fornitore) ad un ruolo di enabler (facilitatore).
Da un modello che vedeva al centro l'istituzione locale come principale, se non esclusivo, attore dell'attivit di governo, a un modello che comprende diversi attori, gruppi e sistemi di relazioni, e la cui capacit di governo deriva da meccanismi di negoziazione e di coordinamento tra diverse organizzazioni, pubbliche e private.
Dalla fornitura di una soluzione completa top-down alla facilitazione di una partecipazione bottom-up che possa trovare soluzioni.
local government
affrontare una societ semprepi complessae frammentata
governance
soddisfarecrescenti richieste dipartecipazione
consapevolezzadella scarsa efficacia delle politiche top-down
provider
enabler
top-down
bottom-up
critiche allo sviluppo e soluzionilocali
La crisi della modernit e del fordismo, e dei modelli di crescita economica basati su uno sviluppo illimitato, ha portato anche alla nascita di movimenti e proposte individuali in aperta critica con il concetto di sviluppo (e con la sua influenza sulla globalizzazione).
L'importanza della conoscenza di queste critiche/proposte sta nel fatto che anche loro propongono la dimensione locale non solo come la dimensione pi adatta per l'azione ma anche come l'unica dove sia possibile ottenere dei risultati promettenti.
Che si voglia seguire le teorie economiche dominanti, sia quelle minoritarie ed in formazione, la dimensione locale rimane sempre l'unica dimensione d'azione per il futuro.
localizzazione(Vandana Shiva2006)
localismo e decrescita(Serge Latouche2005)
dimensionelocale
...
sistemi distribuiti: una strada possibile?
Nelle ultime decadi l'aggettivo distributed ('distribuito') stato utilizzato con una frequenza crescente in relazioni a differenti sistemi socio economici: information technologies e distributed computing (calcolo distribuito), sistema energetico e distributed generation (generazione distribuita), sistema produttivo e distributed manufacturing (produzione distribuita). Ma anche altri processi come distributed innovation, distributed creativity, distributed knowledge. Infine, anche un nuovo modello economico, la distributed economy.
Ci che il termine distributed aggiunge l'idea di una rete di elementi dispersi geograficamente ma interconnessi, capaci di operare autonomamente. Si ha l'esistenza di una architettura sistemica orizzontale in cui attivit complesse vengono svolte parallelamente da un numero elevato di elementi connessi, che possono essere sia artefatti (distributed generation) che esseri umani (distributed creativity).
OPEN / PEER-TO-PEER / 2.002.La Rete e le nuove forme organizzative comunitarie
evoluzione delle dinamichedella Rete
ARPANET (1969)
'70-'80
'90-'00
'80-'90
imprese
connettivit diffusa
dinamiche chiuse egerarchiche
dinamiche aperte e paritarie
dinamiche aperte e paritarie
Free Software (1983)
Linux (1991-94)
apertura internet aiprivati (inizio '90)
Web 2.0
Napster (1999)
Microsoft ('80-...)
universit
dinamiche chiuse egerarchiche
Open Peer-to-Peer
Open Source
Peer-to-Peer
Free Software, Open Source: naturaaperta della rete
Free Software e Open Source rappresentano una continuazione ed una evoluzione della iniziale natura aperta della rete e della progettazione informatica, basata su reti orizzontali e sulla condivisione della conoscenza.
L'etica hacker, infatti, deriva dall'etica accademica (Himanen 2001). L'avvento del software proprietario ha quasi cancellato questa etica all'inizio degli anni '80, che invece riemersa e, propria grazie all'apertura ai privati di Internet (avvenuta a met anni '90), ha ottenuto una diffusione ancora maggiore.
Stiamo assistendo quindi ad un ritorno (anche se evoluto) delle forme di progettazione aperte e condivise che stanno alla base dell'informatica, di Internet e del loro sviluppo.
Free Software, Open Source: naturaaperta della rete
Free Software e Open Source rappresentano una continuazione ed una evoluzione della iniziale natura aperta della rete e della progettazione informatica, basata su reti orizzontali e sulla condivisione della conoscenza.
L'etica hacker, infatti, deriva dall'etica accademica (Himanen 2001). L'avvento del software proprietario ha quasi cancellato questa etica all'inizio degli anni '80, che invece riemersa e, propria grazie all'apertura ai privati di Internet (avvenuta a met anni '90), ha ottenuto una diffusione ancora maggiore.
Stiamo assistendo quindi ad un ritorno (anche se evoluto) delle forme di progettazione aperte e condivise che stanno alla base dell'informatica, di Internet e del loro sviluppo.
Peer-to-Peer: natura paritaria della rete
Internet, cos come era stato concepito sul finire degli anni '60, era un sistema Peer-to-Peer:l'obiettivo di ARPANET era quello di condividererisorse in tutti gli Stati Uniti.
Nel corso del tempo, si spostata verso unaarchitettura client-server, quindi gerarchica, o per meglio dire asimmetrica, dove un nodo riceve le informazioni (client) che un altro nodo invia(server). Si arrivati cos ad una situazione in cuimilioni di utenti comunicano con relativamentepochi e privilegiati server.
I software Peer-to-Peer utilizzano Internet per come era stata progettata: come un medium per la comunicazione tra dispositivi informatici checondividono le risorse su base egualitaria.
da cattedrale a bazaar
Quello che dietro alle dinamiche del progetto di Linux, l'evoluzione, un sistema ecologico dove agenti indipendenti cercano di massimizzare gli utili personali producendo un ordine spontaneo e in grado di auto-correggersi, pi elaborato ed efficiente di un sistema centralizzato.
Per Kuwabara (2000), questa capacit di gestire la complessit una conseguenza del modello a bazaar adottato (Raymond 1998). Linux pu essere visto come un sistema adattivo complesso il cui sviluppo basato sull'evoluzione e non sulla progettazione.
Linux un sistema complesso sia dal lato del progetto (il codice sorgente) che da quello della design community. La complessit di Linux una funzione della comunit che si evolve e delle sue necessit. La complessit di Linux cresciuta di pari passo con la crescita della comunit: l'emergenza del progetto e l'auto-organizzazione della comunit sono strettamente collegate.
progettopreesistente
progettazionea cattedrale
pochipartecipanti
gerarchiaverticale
fasi di progettazionee verifica distinte
progettazionea bazaar
progettoin evoluzione
moltipartecipanti
reteorizzontale
fasi di progettazionee verifica parallele
motivazioni
03. sociali: reputazioneLa struttura di queste comunit si basa sulla reputazione, che rappresenta il vero potere di ogni singolo partecipante. Ogni comportamento verr quindi influenzato dalla mia e altrui reputazione, e dal tentativo di mantenerla o migliorarla. Inoltre, una reputazione acquisita in queste comunit pu essere esportata anche al di fuori.
04. sociali/economiche: economia del dono in una economia del mercatoQueste comunit rappresentano delle sperimentazioni di ibridi di economie del dono e di mercato. L'aspetto importante delle economie del dono la loro viralit e reciprocit: rafforzano i legami sociali attraverso l'obbligo del dono.
01. etiche: miglioramentoSpesso le persone partecipano in queste comunit spinti da motivazioni etiche, quali il miglioramento di alcune condizioni o per promuovere lo spirito di condivisione, apertura e parit.
02. pratiche: risoluzione di un problema e apprendimentoSpesso le persone partecipano perch solo in questo modo possono risolvere un proprio problema, a cui n il mercato n le istituzioni pongono soluzioni (oppure queste sono insufficienti). Non solo: dato che queste comunit si basano sulla condivisione di conoscenza, la partecipazione rappresenta anche una opportunit di apprendimento.
struttura della comunit
reputazione
domande
reputazione o potere?
condivisione o propriet?
centralizzazione o decentralizzazione?
orizzontale o verticale?
apertura o chiusura?
chi controlla/possiede le informazioni?
Open Peer-to-Peer: diffusionead altri ambiti
Queste forme organizzative, aperte e paritarie, e basate su comunit, si stanno dimostrando di notevole successo, tale da diffondersi ad altri ambiti, notevolmente distanti da quello del software.La loro applicazione non strettamente legata a Internet, e stanno facendo scoprire alcuni tipi di organizzazione comunitarie precedenti e low tech di successo (microcredito, dabbawalla, amul).
Viene data loro una notevole importanza pe rch si pensa (e si spera) che un coinvolgimento attivo di utenti/clienti/cittadini riesca a superare la saturazione dei mercati occidentali, la mancanza di risorse pubbliche, la ricostruzione di tessuto sociale.
peer-production
open content
open design
open source biotechnology
open source religion
open drink
open research
telefonia p2p
beneficenza p2p
servizi pubblici 2.0
wikinomics
crowdsourcing
user-generated content
smart mobs
OPEN / PEER-TO-PEER / 2.003.Nuove forme organizzative comunitarie per ...
raggiungere una massa critica
Pledgebankhttp://www.pledgebank.com/
raggiungere una massa critica
Meetuphttp://www.meetup.com/
raggiungere una massa critica
Flashmobhttp://en.wikipedia.org/wiki/Flashmob
ricercare e condividere conoscenze/connessioni
Linkedinhttp://www.linkedin.com
ricercare e condividere conoscenze/connessioni
Dipexhttp://www.dipex.org
ricercare e condividere conoscenze/connessioni
Keenhttp://www.keen.com
condividere ed elaborare informazioni/conoscenza
NASA Mars Clickworkershttp://clickworkers.arc.nasa.gov/top
condividere ed elaborare informazioni/conoscenza
digghttp://digg.com
condividere ed elaborare informazioni/conoscenza
digghttp://digg.com
condividere ed elaborare informazioni/conoscenza
Wikipediahttp://www.wikipedia.org
svolgere ricerche scientifiche
Innocentivehttp://www.innocentive.com
svolgere ricerche scientifiche
Drug for Neglected Diseases Initiativehttp://www.dndi.org
svolgere ricerche scientifiche
CAMBIAhttp://www.cambia.org
progettare
Thinkcyclehttp://www.thinkcycle.org
diffusione ad altri ambiti: Open Design
Open Healthhttp://www.designcouncil.info/mt/RED/
OScarhttp://www.theoscarproject.org/
progettare
instructableshttp://www.instructables.com
progettare
Ponokohttp://www.ponoko.com
progettare
OpenMokohttp://www.openmoko.org
organizzare attivit economiche: bottom-up
Amulhttp://www.amul.com
organizzare attivit economiche: bottom-up
Dabbawalahttp://en.wikipedia.org/wiki/Dabbawala
organizzare attivit economiche: bottom-up
MyFootballClubhttp://www.myfootballclub.co.uk/
organizzare attivit economiche: top-down
CambrianHousehttp://www.cambrianhouse.com/
organizzare attivit economiche: top-down
Neubauten.orghttp://supporter.neubauten.org/
organizzare attivit economiche: top-down
Amazon Mechanical Turkhttp://www.mturk.com/mturk/welcome
... le grandi piattaforme
Luluhttp://www.lulu.com
... le grandi piattaforme
eBayhttp://www.ebay.com
migliorare la dimensione locale
HoneyBee Networkhttp://www.sristi.org/honeybee.html
migliorare la dimensione locale
BBC Action Networkhttp://www.bbc.co.uk/actionnetwork/
migliorare la dimensione locale
BBC Neighbourhood Gardenerhttp://www.bbc.co.uk/gardening/neighbourhood_gardener/
migliorare la dimensione locale
Kivahttp://www.kiva.org
OPEN / PEER-TO-PEER / 2.004. Open Peer-to-Peer Design
direzioni progettuali
03. organizzare processi progettuali partecipati complessiLe forme organizzative/metodologie progettuali Open Source hanno dimostrato con Linux di essere in grado di sviluppare progetti complessi in tempi relativamente brevi attraverso una partecipazione aperta e paritaria. Pu quindi trovare applicazione in progetti complessi.
04. progettare per contesti e mercati dalle scarse risorse e guadagniUna metodologia Open Peer-to-Peer pu essere applicata in questi contesti perch permette lo sviluppo di progetti basati su unampia comunit di volontari (riducendo quindi le risorse economiche necessarie), e perch riesce a coinvolgere anche le comunit locali di questi contesti allinterno del processo progettuale (ottenendo progetti adatti agli specifici contesti socio-culturali). Ma non solo: si svilupperebbero e offrirebbero dei sistemi prodotto/servizio che cercano di ricostituire/rafforzare il tessuto sociale.
01. migliorare le condizioni localiLe opportunit di progetti legati a specifiche dimensioni locali stanno aumentando visibilmente, e una metodologia progettuale Open Peer-to-Peer, che offre maggiori probabilit di successo nel coinvolgere le comunit locali e nellaffrontare oggetti complessi, non pu che essere considerata con interesse.
02. progettare / offrire servizi commerciali / no profit basati su comunit (community-based services)Limportanza di coinvolgere attivamente gli utenti, non pi come singole persone ma come comunit, sta prendendo piede sia per attivit commerciali che attivit non-profit o istituzionali. Una metodologia Open Peer-to-Peer pu trovare qui applicazione perch permette un coinvolgimento delle comunit dando loro un reale ruolo attivo e paritario nella creazione di contenuti e nello sviluppo di progetti.
progetto e comunit
Quando ci si rivolge ad un territorio, bisogna prendere in considerazione la sua complessit.Se si prende il rapporto uomo-territorio, si pu capire come questo sia sempre un rapporto nontra un singolo individuo e il territorio ma tra una comunit ed un territorio.
Ovvero tra un territorio e le reti sociali in esso presenti.
Un progetto per un territorio quindi soprattutto un progetto per una comunit.
E come per il territorio, anche per le comunit il design non ha tradizionalmente sviluppato strumenti progettuali adeguati. Per capire come si possa affrontare un progetto destinato ad una comunit, si possono prendere in considerazione quelle discipline progettuali che ad essa si sono indirizzate: architettura e urbanistica per comunit locali, web design per comunit virtuali.
singolo individuo:utente
comunit di individui:abitanti
design
architettura
urbanistica
web design
progetto, luogo e comunit
Architettura e urbanistica intervengono da sempre su una comunit locale, cio una comunit insediata in una specifica area geografica. Un intervento progettuale riguarda la organizzazione spaziale delle attivit e delle relazioni, sia sociali che economiche, nel senso che lo spazio viene predisposto in modo da facilitare la loro formazione e svolgimento.Architettura ed urbanistica non intervengono direttamente su attivit e relazioni, ma indirettamente, e quando lasciano loro un campo di autonomia ridotto, i progetti si rivelano un completo o quasi fallimento.
Corviale, Zen, ed altri progetti falliti sono un esempio di come una progettazione di tipo top-down e centralizzata non sia in grado di affrontare la complessit di una comunit e di come questa risponda modificando il progetto in modo bottom-up e decentralizzato.Solo gli abitanti possono costruire il senso di luogo di uno spazio (De Carlo 2004, Mean, Tims 2005).
progetto e piattaforma della comunit
Le discipline progettuali che si sono interessate alla progettazione per comunit non si orientano direttamente verso le relazioni sociali, ossia non cercano di progettare le relazioni sociali. Data la natura di comunit, ci si aspetta infatti che un buon numero di relazioni sociali (e di buona qualit) siano indice di successo di un intervento progettuale indirizzato verso comunit.
Non agiscono direttamente sulle relazioni sociali, ma indirettamente, agendo sulla infrastruttura su cui queste, in seguito, prendono forma: artefatti, sia materiali (prodotti, architetture, infrastrutture urbane e comunicative) che immateriali (informazioni, procedure, regole).
Si interessano quindi alla piattaforma (l'insieme di artefatti materiali e immateriali, regole e ruoli) grazie alla quale la comunit si forma e si sviluppa svolgendo specifiche attivit.
attivit
progettista
partecipanti
comunit
piattaforma
Il progettista agente esterno in quanto non riuscir mai a comprendere pienamente la comunit e le sue esigenze, ma pu aiutarla come facilitatore concordando la relazione fra i loro ruoli..
progetto, comunit e partecipazione
In architettura ed urbanistica una progettazione rivolta verso una comunit non progetta le sue relazioni, ma il suo substrato fisico, l'infrastruttura o la piattaforma per l'emergenza delle interazioni e relazioni reciproche tra le persone.
La comunit stessa ha un ruolo attivo nella co-progettazione (o co-produzione o co-creazione), e la sua partecipazione rappresenta una maggiore probabilit che il progetto elaborato sia pi adatto alle sue esigenze. Nellambito delle politiche urbane e dei processi di trasformazione il concetto di partecipazione fa riferimento alle possibilit concesse al cittadino, alla comunit locale di influire sui processi stessi e sulla loro gestione. Lassunzione di un approccio partecipativo rappresenta un vantaggio in termini defficacia, efficienza e sostenibilit degli interventi. La scala della partecipazione di Arnstein del 1969 classifica gli approcci possibili alla partecipazione partendo dalla totale esclusione del cittadino per arrivare alla totale gestione.
partecipazione in un progetto convenzionale
Ad esempio, la partecipazione in progetto architettonico o urbanistico tradizionale presenta questa matrice. La pianificazione avviene a differenti livelli, come reazione ad una pressione proveniente dalla comunit. La partecipazione della comunit diminuisce lungo le fase, fino a ritornare attiva nella manutenzione del progetto eseguito.
Il progettista agente esterno in quanto non riuscir mai a comprendere pienamente la comunit e le sue esigenze, ma pu aiutarla come facilitatore concordando la relazione fra i loro ruoli..
...ad un processo progettuale Open Peer-to-Peer
Queste forme organizzative comunitarie sono quindi promettenti per la risoluzione di problemi complessi, grazie alla propria complessit intrinseca.
Sono forme organizzative che possono essere diffuse nella societ ma anche nel design, adottandole all'interno di un processo progettuale Open Peer-to-Peer.
In questo senso, possibile progettare per/con una comunit, co-creando la sua attivit e quei prodotti/artefatti comunicativi/servizi che le sono necessari.
Ci avviene tramite alcune fasi progettuali caratterizzate da differenti livelli di partecipazione, in base alle competenze richieste. Si tratta comunque un processo aperto e paritario, basato sulla condivisione del progetto e su un coinvolgimento attivo dei partecipanti.
da provider ad enabler
Un designer si trova in grado di agire da facilitatore, dato che ha sviluppato capacit di mediazione tra differenti stakeholder. Grazie alle sue capacit di visualizzazione e di anticipazione, pu gestire la compresenza di interessi multipli e discordanti, ricordando allo stesso tempo i vantaggi che derivano dalla collaborazione collettiva.
Il designer pu fornire le condizioni ottimali affinch la comunit abbia un ruolo attivo, e fornirgli strumenti di auto-organizzazione, ricoprendo pi un ruolo di enabler che di provider. Non pi la semplice progettazione di prodotti o soluzioni finite, ma il supporto a comunit in grado di sviluppare soluzioni adatte alle proprie caratteristiche.
Il compito del facilitatore quello di aiutare i partecipanti a breve termine evitando di renderli dipendenti nel lungo termine.
Non solo il progettista chiamato a dar forma agli artefatti, ma contribuisce inoltre a dar forma alla comunit di soggetti e alle modalit con cui essa sperimenta il progetto, attraverso strumenti, linguaggi, competenze, forme organizzative innovative. In questo senso il designer in grado di abilitare i contesti e le comunit locali a comunicare, immaginare, progettare, sviluppare in maniera condivisa dei percorsi innovativi di sviluppo locale.
(Maffei, Villari 2004)
sviluppo locale e capitale territoriale
Secondo la ricerca ME.Design, loggetto del progetto del design a scala locale il capitale territoriale, il complesso degli elementi (materiali e immateriali) a disposizione del territorio, che possono costituire punti di forza o veri e propri vincoli a seconda degli aspetti presi in considerazione.La crescita e lo sviluppo del capitale nella sua totalit si definisce nel complesso sistema di connessioni e interazioni che quel capitale in grado di attivare e sostenere con altri capitali territoriali, nodi di una rete articolata che mette in relazione i vari territori. In ME.Design si scelto di visualizzare il capitale territoriale attraverso la metafora di un insieme di layer sovrapposti. Non pu esserci sviluppo locale se non vi una integrazione tra le risorse, una sorta di avvicinamento progressivo tra i piani. A partire da una risorsa chiave per il territorio, identificata come porta di accesso, attraverso un progetto strategico possibile avviare un processo di integrazione progressiva di tutte le risorse disponibili.
uno sviluppo locale auto-sostenibile
Un'altra proposta progettuale molto interessante viene da Alberto Magnaghi (Il progetto locale, 2000), indirizzata verso la sostenibilit dei processi di sviluppo locale.
Affinch lo sviluppo sia veramente duraturo, questo deve essere autosostenibile ossia deve ricercare "regole insediative (ambientali, urbanistiche, produttive, economiche, ecc.) che risultino di per s produttive di omeostasi locali e di equilbri di lungo periodo fra insediamento umano e sistemi ambientali". Per Magnaghi la ricostruzione della comunit l'elemento essenziale dello sviluppo autosostenibile: la comunit che "sostiene se stessa" fa s che l'ambiente naturale possa sostenerla nella sua azione" (Magnaghi 2000).
sviluppo localeautosostenibile
omeostasilocali
ricostruzione comunit
lo sviluppo locale autosostenibilee il patrimonio territoriale
Magnaghi utilizza un concetto differente da quello di capitale territoriale, il patrimonio territoriale.
Ogni territorio ha un suo patrimonio di valori territoriali, eredit della sua storia sociale e naturale. Sono questi valori associati con le caratteristiche dell'ambiente fisico (ecosistemi modificati nel tempo dall'intervento umano), l'ambiente costruito (eredit storica, infrastruttura, sistemi produttivi e loro prodotti e reti di servizi) a l'ambiente antropico (ad esempio il tessuto sociale e le sue forme organizzative, visione condivise e know-how produttivi).
Ad ogni modo, questi valori territoriali non sono ancora risorse, nel senso che non sono ancora in grado di dare luogo a strategie di sviluppo.
Affinch ci accada questi beni devono essere riconosciuti come risorse.
ambiente fisico
ambiente costruito
ambienteantropico
patrimonio territoriale
patrimonio territoriale e risorse
La consapevolezza di un determinato bene territoriale come una risorsa potenzialmente utilizzabile deve crescere all'interno della comunit locale.
Ogni risorsa territoriale quindi una entit complessa basata su due componenti fondamentali: un patrimonio e la capability delle comunit locali, ossia il riconoscimento delle risorse potenziali e l'abilit di renderle tali. Per poter esistere nel tempo, una risorsa deve essere scoperta, valorizzata e appropriatamente coltivata in modo sostenibile.
Deve cio produrre nuovi beni senza consumare il capitale iniziale e senza causare la deteriorazione del bene territoriale su cui si basa.
patrimonioterritoriale
capability
risorse territoriali
patrimonio territoriale, risorsee comunit
La valorizzazione di una risorsa locale un processo di apprendimento collettivo attraverso cui una comunit pu divenire consapevole delle proprie possibilit ed imparare a riconoscere ed utilizzare le sue risorse in modo sostenibile.
Per Ezio Manzini (2004) questo processo di apprendimento un'ampia attivit di design i cui protagonisti sono gli attori sociali che operano nel territorio. Il suo obiettivo quello di costruire una strategia per la valorizzazione e la rigenerazione delle risorse locali. La scoperta, la valorizzazione e la coltivazione delle risorse rappresentano la fase fondamentale di un processo pi ampio che pu essere definito come costruzione sociale di un progetto di sviluppo locale. Ne consegue che il primo passo che una comunit deve effettuare per poter dare luogo ad un processo di sviluppo locale quello di riconoscersi come una risorsa, un potenziale agente di cambiamento. La comunit e il progetto co-evolvono condizionandosi a vicenda.
comunit
risorseterritoriali
progetto
condizioni per il progetto locale
la condizione di situativit (la dipendenza dal contesto specifico di un territorio dell'azione di design).
la condizione di path dependency (la dipendenza dall'azione di design dalla storia del progetto, dovuta alla complessit del territorio).
la condizione di multi-attore (la dimensione collettiva dell'azione di design.
la condizione di multi-livello (le differenti scale d'intervento dell'azione di design: urbana, provinciale, regionale, ecc.).
L'azione progettuale a scala territoriale attivit plurale condotta da un insieme di soggetti di natura differente (istituzionale, culturale, economica, sociale, professionale), ognuno dei quali svolge un ruolo preciso. Essa condotta dunque da una comunit (design community) all'interno della quale ognuno dei soggetti agisce con un bagaglio di competenze proprie e con un ruolo definito; allo stesso tempo, ognuno dei soggetti svolge anche un ruolo nel contesto territoriale rispetto ad una comunit pi ampia (comunit generale). L'azione di design sul territorio pu dunque essere paragonata ad un processo di interazione e scambio tra design community e comunit generale su obiettivi e modalit/strumenti per raggiungerli. Le condizioni perch si svolga il processo progettuale nascono perci da una condivisione di linguaggi, background e strumenti che si realizza attraverso il dialogo e il confronto tra le comunit in questione.
livelli del progetto locale (1)
il livello di costruzione del sistema (degli attori e delle competenze di progetto)
Il designer studia la organizzazione della design community (o comunit del progetto).
Il design deve mettere a sistema la rete di soggetti coinvolti nel processo di design a livello locale, costruire i loro sistemi di relazioni, e individuare competenze e ruoli.
Le attivit del designer sono quindi correlate alla costruzione di un linguaggio comune, di un sistema comunicativo e organizzativo che possa essere di supporto alla costruzione del consenso e della fiducia tra i soggetti coinvolti. necessario in questa fase, infatti, costruire e identificare gli obiettivi e gli strumenti specifici di supporto al loro ragionamento.
designer
design community
rete delle relazioni
linguaggiocomune
livelli del progetto locale (2)
il livello di definizione della strategia di progetto L'azione del design contribuisce a definire le linee guida relative ai campi di azione in cui possibile identificare soluzioni progettuali concrete.
Il designer pu in questo caso proporre scenari di progetto per la valorizzazione dei contesti locali, individuare e visualizzare nuove aree di opportunit, proporre strumenti per facilitare la costruzione di visioni di progetto comuni e condivise sia dai soggetti della design community, sia dai soggetti esterni (la comunit generale).
Il design in questo caso partecipa alle costruzioni delle linee guida rispetto alle quali orientare le soluzioni progettuali e comprende inoltre la definizione dell'insieme di strumenti e artefatti che fungono da supporto al processo stesso.
designer
linee guida del progetto
scenari
strumenti
livelli del progetto locale (3)
il livello di definizione del sistema-prodotto territoriale
Questo il livello che pu essere considerato pi vicino alle attivit usuali che l'azione di design propone.
Il designer svolge la propria attivit quando i ruoli dei soggetti coinvolti nel processo progettuale e la rete di relazioni stabile e strutturata, e le linee guida di riferimento del progetto sono sviluppate e visualizzate. L'azione del progettista riguarda quindi la definizione e la concretizzazione di artefatti, servizi e sistemi di comunicazione che aggiungano valore al sistema territoriale in un'ottica di sviluppo locale. Il designer in questo caso agisce come risorsa specifica all'interno della design community insieme alle altre competenze coinvolte di natura economica, sociale, amministrativa, legislativa, manageriale, ecc. proponendo soluzioni che supportino iniziative concrete a livello territoriale.
designer
linee guida del progetto
prodotti
comunicazione
servizi
design e identit locale
Un ruolo importante ha il design anche nel valorizzare l'identit della comunit. L'identit non un oggetto che si possiede, per chi vive in un certo contesto l'identit un connotato trasparente.
L'identit (culturale, in particolare) definita da un osservatore, in genere esterno, attraverso distinzioni linguistiche.
Non si pu parlare di individuazione o espressione dell'identit ma di costruzione dell'identit: l'identit culturale categoria di giudizio e attribuzione. Da questo punto di vista il design pu svolgere un ruolo importante perch, osservando con distacco e talvolta dall'esterno i contesti, in grado di operare delle distinzioni, di proporle e aiutare le istituzioni e la comunit locale a co-produrre la propria identit (Zurlo 2004). L'identit fornisce quindi un senso alla comunit, una cornice in cui questa pu agire di conseguenza.
design
comunit
identit
OPEN / PEERTO-PEER / 2.0Bibliografia
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OPEN / PEERTO-PEER / 2.0Siti di riferimento
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http://blog.p2pfoundation.net
http://www.smartmobs.com
http://www.wikinomics.com/blog/
http://www.readwriteweb.com
http://www.go2web20.net
http://museumtwo.blogspot.com
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