ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Università degli Studi di MessinaFacoltà di Medicina e Chirurgia
Corso di Laurea in FisioterapiaCorso di Laurea in Infermieristica
Canale di CaltagironeAnno accademico 2012/2013
Una storia antica?
“polveri di scorpioni e di rospo, olio di lucertola, pelle di rana, orina di giovenca, polvere di millepiedi, emulsione di semi di mellone, di viole rose, raspatura di corno di cervo ed infuso di vipere”
1709, Antonio Vallisnieri,
docente di Medicina TeoricaUniversità di Padova
Una storia antica?
Laurea in Medicina e Filosofia
Medici, chirurghi, barbieri, norcini, ciarmadari
Hosptalitas infirmorum et pauperorum
Aspettativa di vita di 40 anni
La Chimica non è un insegnamento in medicina
Balnea consumat corpora nostra
Tra il 1549 ed il 1550 nell’Ospedale di Santo Spirito muoiono 9.028 dei 10.000 ricoverati
Una storia antica?
1816 scoperta dello stetoscopio
1830 microscopio
1846 anestesia
1850 le prime endovene
1895 invenzione del criptoscopio
1896 invenzione dello sfigmomanometro
1929 scoperta della penicillina
Una storia antica?
Nella seconda metà dell’800 può datarsi la nascita della medicina moderna
Ospedale laboratorio
Malato animale
preparato galenico principio attivo
singolo caso casistica
Una storia antica?1348 In occasione della peste, nascono a Venezia e Firenze i primi “Uffici di Sanità”Le prime “Magistrature permanenti di sanità” vengono istituite a Milano, Venezia e Firenze intorno alla metà del ‘400Nel ‘700 nascono le prime forme di mutualismo sanitario1793 in Inghilterra, prima regolamentazione del mutuo soccorso1883 in Germania, prima assicurazione pubblica obligatoria
In Italia
1890
Legge Crispi di riforma ospedaliera: ospedali non più Opere Pie ma Enti autonomi, finanziati e regolati dallo Stato che assume la competenza della Sanità Pubblica, detta norme sull’esercizio delle professioni sanitarie, sull’igiene del suolo e dell’abitato, l’acqua, le malattie infettive l’alimentazione, e sulla polizia mortuaria.Presso il Ministero dell’Interno viene istituita una Direzione Generale per la Sanità Pubblica e in ogni provincia, presso i Prefetti, gli Uffici Sanitari provinciali.Nel Comune il Sindaco è l’autorità sanitaria che si avvale di un Ufficiale Sanitario.\
In Italia
1943 La legge 138 rende obbligatoria l’assicurazione sociale di malattia dei lavoratori dipendenti, fino a quel tempo su base volontaria.Restano esclusi i non lavoratori.Le istituzioni mutualistiche garantiscono sia l’assistenza sanitaria generica e specialistica, sia quella ospedaliera
In Italia
1958Viene istituito il Ministero della Sanità.
In ogni Provincia un Ufficio del Medico provinciale e del Veterinario Provinciale alle dirette dipendenze del Ministero.
L’Ufficiale sanitario del Comune, che pure continua a dipendere dal sindaco, diviene organo periferico del Ministero
Verso la riformaL’assistenza sanitaria viene erogata a quasi tutta la popolazione italiana attraverso enti assicurativi di malattia che, oltre che con propri funzionari, vi provvedono tramite convenzione con medici condotti e liberi professionisti.Sin tratta di enti autarchici, non territoriali, dotati di personalità giuridica e con gestione autonoma, e casse organizzate su base provinciale e riunite in Federazioni nazionali.
Verso la riforma
ProblemiPluralità di enti mutualistici e previdenziali, erogatori diretti ed indiretti di prestazioni sanitarie determina un diversificato accesso alle prestazioniMancanza di una programmazione nazionale con conseguenti squilibri nella e strutture e nelle possibilità operative
SoluzioneMessa in liquidazione di tutti gli Enti mutualistici e creazione di un Servizio Sanitario Nazionale
Verso la riformaGli Ospedali costituiscono il più alto livello di attività diagnostico-terapeutico.
Nella grande maggioranza dei casi fanno capo ad Enti di Assistenza e beneficenza, con propri statuti ed amministratori.
Non mancano casi di Ospedali di proprietà pubblica - Comuni e Province - e dagli stessi enti mutualistici.
Anche essi sono privi di una visione unitaria e di una organizzazione per livelli di complessità
Verso la riforma
Dallo Stato che raccomanda
Allo Stato che comanda
1. La riforma “Mariotti”Con Legge 132 del 1968, Ministro Mariotti, viene riformato il sistema ospedaliero che prevede la costituzione di Enti ospedalieri, governati da un Consiglio di Amministrazione e definiti nella loro struttura in relazione a livelli di competenza
- regionale/altissima specialità
- interprovinciale/alta complessità
- provinciali/media complessità
- di comunità/ di base
1. La riforma “Mariotti”
Affidamento alle Regioni della direzione effettiva di tutta l’attività ospedaliera grazie al decentramento dei compiti in materia di assistenza ospedaliera.
Avvio del processo di rinnovamento edilizio ospedaliero
2. La riforma “833”
Con la Legge 23.12.1978, n. 833, lo Stato - incamera 1.207 Enti Ospedalieri - assorbe gli enti mutualistici e le loro attività- crea 657 USL - 61 in Sicilia – - offre a tutti un Servizio Sanitario Nazionale
- assistenza medica di base- assistenza ospedaliera- assistenza specialistica- assistenza farmaceutica
2. La riforma “833”
Innovazioni tecnicheUnificazione degli enti che assicuravano prevenzione, assistenza e riabilitazione
Obiettivo prevenzione
Potenziamento dei servizi assistenziali di primo livello nel Distretto Sanitario
2. La riforma “833”
Innovazioni politichePrincipio di uguaglianza
Decentramento dei poteri a livello regionale e locale
Gestione affidata ad un organismo elettivo di 2° grado con tutela delle minoranze (in Italia circa 15.000 amministratori)
2. La riforma “833”
Innovazioni economicheProgrammazione nazionale, regionale e per USL e correlata fissazione delle risorse
Recupero dell’efficienza
Istituzione di una rete di controlli economico-finanziari
2. La riforma “833”
Innovazioni istituzionaliStato Organi di indirizzo ed organi ausiliari tecnico-scientificiRegioneorganizzazione e controlloLivello localeUSL espressione dei Comuni e Gestione dell’offerta sanitaria
2. La riforma “833”
- Vino nuovo in otre vecchio
- Resistenza al cambiamento
- Esplosione della spesa
- Approccio ospedalocentrico
- Gestione politica
- Carenza di programmazione
3. La riforma “502/92”
USL ASL
Burocrazia Management
Presidente Manager
Direttive Obiettivi
Utenti Clienti
Politica Efficienza
3. La riforma “502/92”
CommittentiRegione
Aziende sanitarie
ProduttoriAziende Ospedaliere
Servizi a gestione diretta
Privato accreditato e convenzionato
3. La riforma “502/92”
InnovazioniAziende autonome con personalità pubblicaRiduzione del numeroFinanziamento in quota capitaria e a tariffaDirettore Generale, coadiuvato da DSA e DADirigenza sanitaria su due livelliSistema di accreditamentoObbligo di pubblicità dei risultatiIstituzione del Dipartimento di Prevenzione
4. La riforma “229/99” Aziende con Atto Aziendale di diritto privato ed
autonomia imprenditoriale Livelli di Assistenza determinati contestualmente
alla quantificazione delle risorse Valorizzazione del ruolo dei Distretti Aziende Ospedaliere, con almeno tre alte specialità Direttori generali scelti da apposito albo Ruolo unico dei dirigenti medici e previsione di
incarichi diversificati Accreditamento delle strutture pubbliche e private
Cosa è una Organizzazione?
L’insieme di risorse umane e strumentali e di attività che rispondono a criteri di divisione del lavoro e coordinamento base ai principi di
Efficacia+
Efficienzae finalizzato al raggiungimento di uno o più
Fini
Cosa è una Azienda?Il complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa.Art. 2555 Codice Civile
Elementi essenziali:• Risorse umane• Risorse economiche• Struttura organizzativa• Attività al fine di
creare ricchezza mediante produzione e vendita di beni
Tipologie delle Aziende
Per caratteristiche Attività economiche (beni, servizi) Soggetto giuridico (individuale, societaria) Dimensione (n. di dipendenti e fatturato)
Tipologie delle Aziende
Per finalità Familiare, non solo economia Produzione, crea e distribuisce ricchezza No profit, il valore economico va utilizzato a
fini sociali Mutualistica, finalizzata ai soci Pubblica, volta a soddisfare bisogni strategici
della comunità
Progettare una AziendaDivisione del lavoro (analisi dei processi produttivi,
individuazione delle aree di complessità Divisione dei compiti alle posizioni (definizione di
responsabilità/mansioni) Organizzazione della leadership (chi orienta le
attività) Subordinazione degli interessi individuali al fine
comune Retribuzione Spirito di iniziativa
Grouping
E’ una fase della organizzazione aziendale volta a determinare l’organizzazione della struttura.
Identificazione delle unità organizzative Individuazione dei responsabili Definizione dei livelli crescenti di controllo,
dai più bassi fino alla direzione generale
Criteri di grouping Input: disciplina (ortopedia, ORL, etc.) Favorisce
l’efficienza, valorizza le competenze specialistiche Output: prodotto (Provveditorato) punta all’efficacia
ed alla clientela Processo: le attività che contribuiscono allo stesso
processo Base temporale: più unità organizzative coprono
attività secondo turnazioni
I criteri possono tra loro coesitere
Gerarchia
Rappresenta l’insieme delle relazioni fra i livelli di governo e di controllo presenti in Azienda e ne definisce il grado di subordinazione.
Ciò che determina la gerarchia è la priorità di un obiettivo rispetto ad un altro: il titolare del più importante contiene e governa anche il secondo.
Gerarchia
Altamaggiore presenza di livelli gerarchiciAttiva un maggiore ed efficace controllo sui subordinati, ma ha costi elevati e proporzionati al numero dei singoli livelli. Rischio di burocratizzazione e rallentamento dei processi
PiattaMinore presenza di livelli gerarchiciOpera con strutture organizzative di grande dimensione e accelera i processi decisionali se si accompagna ad un effettivo decentramento.
Coordinamento
Mettere insieme, integrare, armonizzare il lavoro di più soggetti, appartenenti alla stessa o a diverse unità operative per evitare duplicazioni, sovrapposizioni, lacune e migliorare efficacia ed efficienza.
L’esigenza cresce con il crescere di differenziazione, dimensioni, complessità
Decentramento e delega
AccentramentoLe decisioni sono affidate ad un solo o a pochi soggetti.
DecentramentoLe decisioni vengono affidate tramite delega a più livelli gerarchicamente organizzati. La delega può essere generale, specifica, temporanea, permanente, sempre revocabile, non ulteriormente delegabile
FormalizzazioneEsplicitare in forma scritta ed ufficiale
Chi svolge determinate attività Che cosa deve fare un determinato soggetto Come devono essere svolte le varie attività e
processiper disciplinare la variabilità dei comportamenti, mirando a
Standardizzare i processi di lavoro Proteggere i clienti da comportamenti arbitrari
Formalizzazione
I mezzi di formalizzazione organizzativa sono Organigramma (chi ed in quale struttura) Mansionario o job description (compito ed
attività degli organi e delle persone) Procedure o flow chart (come fare le cose ed
in che tempi)
Organigramma
DIRETTORE GENERALE
DIRETTORE AMMINISTRATIVO DIRETTORE SANITARIO
Staff
Dipartimento AMMINISTRATIVO Dipartimento di PREVENZIONE
Personale Medicina del lavoro
Provveditorato Medicina di base
Tecnico Igiene Pubblica
Facility Manager Veterinaria
Affari generali
Area Ospedaliera
Chirurgia
Medicina
Urologia
Radiologia
Efficacia
Capacità di raggiungere un obiettivo
Efficienza
Capacità di raggiungere un obiettivo col minor impiego di risorse
Economicità
Efficacia+
Efficienza=
Economicità
Una Azienda Sanitaria
Eticità?
Una Azienda sanitaria?
Insieme coordinato di risorse (umane, finanziarie e tecnologiche) organizzato per raggiungere obiettivi di salute.
Acquisisce risorse (input) sulle quali opera e restituisce prestazioni (output)
I principi
La Costituzione ItalianaArt. 32
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere sottoposto ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.
I principi
Cosa è la salute?
Quando non si rispetta la persona umana?
I principi
D.Lgs 502 del 30 dicembre 1992Art. 1, comma 1
La tutela della salute come diritto fondamentale dell’individuo ed interesse della collettività è garantita, nel rispetto della dignità e della libertà della persona umana, attraverso il servizio sanitario nazionale, quale complesso delle funzioni e delle attività assistenziali dei Servizi sanitari regionali ….
I principi
D.Lgs 502 del 30 dicembre 1992Art. 1, comma 2
Il Servizio sanitario nazionale assicura … i livelli essenziali ed uniformi di assistenza definiti dal Piano Sanitario Nazionale nel rispetto dei principi della dignità umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure, e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze, nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse …
I principi
D.Lgs 502 del 30 dicembre 1992 Art. 1, comma 3
…. Le prestazioni sanitarie comprese nei livelli essenziali di assistenza sono garantite dal Servizio sanitario nazionale a titolo gratuito o con partecipazione alla spesa …
I principiD.Lgs 502 del 30 dicembre 1992Art. 1, comma 7
Sono posti a carico del Servizio sanitario le tipologie di assistenza e le prestazioni sanitarie che evidenziano … significativo beneficio in termini di salute… rispetto alle risorse impegnateSono escluse le attività che
Non rispondono a necessità assistenziali tutelate in base ai principi Non soddisfano il principio dell’efficacia e dell’appropriatezza,
ovvero la cui efficacia non è dimostrabile in base alle evidenze scientifiche disponibili o sono utilizzati per soggetti le cui condizioni cliniche non corrispondono alle indicazioni raccomandate
In presenza di altre forme di assistenza volte a soddisfare le medesime esigenze, non soddisfano il principio della economicità
AppropriatezzaErogazione di una prestazione sanitaria al paziente giusto a chi ne ha bisogno
nel momento giustoquando ne ha bisogno
nella giusta quantitàper quanto ne ha bisogno
al livello organizzativo ottimaledove può essere meglio soddisfatto il suo bisogno
Appropriatezza
Fare la cosa giusta
Il di meno è violazione di un diritto del cittadino e del dovere dello Stato
Il di più è uno spreco, anche esso violazione di un diritto del cittadino e del dovere dello Stato
Ricoveri AppropriatiSono inappropriati i casi trattati in regime di ricovero ordinario che le strutture potrebbero trattare in diverso modello assistenziale aziendale con
Identico beneficio per il paziente Minore impiego di risorse
Sono stati individuati 43 DRG ad alto rischio di inappropriatezza se trattati in regime di ricovero ordinario
I principi in Sicilia
L. R. n. 5 del 14 aprile 2009Art. 2 comma 3 lettera a)
Ispira la propria azione al principio della sussidiarietà solidale e della complementarietà tra gli erogatori dei servizi
I principi in Sicilia
L. R. n. 5 del 14 aprile 2009Art. 2 comma 3 lettera b)
Pone a proprio fondamento la centralità e la partecipazione del cittadino in quanto titolare del diritto alla salute e soggetto attivo del percorso assistenziale
I principi in Sicilia
L. R. n. 5 del 14 aprile 2009Art. 2 comma 3 lettera c)
Assicura la universalità e la parità di accesso ai servizi sanitari nel rispetto del diritto di libertà di scelta dei cittadini nell’ambito dei soggetti pubblici e privati accreditati
I principi in Sicilia
L. R. n. 5 del 14 aprile 2009Art. 2 comma 3 lettera d)
garantisce attraverso le Aziende Sanitarie Provinciali, le Aziende Ospedaliere e le Aziende Ospedaliere universitarie, nonché le strutture pubbliche e private accreditate, i Livelli Essenziali di Assistenza previsti negli atti di programmazione tendenti ad assicurare l’autosufficienza a livello provinciale
I principi in Sicilia
L. R. n. 5 del 14 aprile 2009Art. 2 comma 3 lettera e)
rimuove le cause strutturali di inadeguatezza al fine di garantire che l’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza si uniforme, efficace, appropriata ed omogenea in tutto il territorio regionale
I principi in Sicilia
L. R. n. 5 del 14 aprile 2009Art. 2 comma 4 lettera a)
promuove … una qualificata integrazione dei servizi sanitari e socio-sanitari anche attraverso il trasferimento dell’offerta sanitaria dall’ospedale al territorio …
I principi in Sicilia
L. R. n. 5 del 14 aprile 2009Art. 2 comma 4 lettera b)
promuove … l’ottimale organizzazione delle modalità di accoglienza e di accesso alla rete dei servizi nell’ambito del distretto sanitario
I principi in SiciliaL. R. n. 5 del 14 aprile 2009Art. 2 comma 4 lettera c)
promuove … il riordino della rete ospedaliera pubblica e privata accreditata in funzione di una equilibrata distribuzione territoriale dell’offerta avuto riguardo alla complessità delle prestazioni erogate attraverso l’accorpamento e/o l’eliminazione di strutture organizzative superflue o sovradimensionate e la rifunzionalizzazione di presidi ospedalieri sottoutilizzati o a bassa complessità con razionali modelli organizzativi corrispondenti agli accertati bisogni di salute
I principi in Sicilia
L. R. n. 5 del 14 aprile 2009Art. 2 comma 4 lettera d)
promuove … il superamento della frammentazione e/o duplicazione delle strutture organizzative esistenti, attraverso processi di aggregazione in dipartimenti e di integrazione operativa e funzionale
I principi in Sicilia
L. R. n. 5 del 14 aprile 2009Art. 2 comma 4 lettera f)
promuove … il potenziamento dei servizi e dei posti letto necessari alle attività di riabilitazione, lungodegenza e post - acuzie
I principi in Sicilia
L. R. n. 5 del 14 aprile 2009Art. 2 comma 4 lettera g)
promuove … una progressiva riduzione della mobilità sanitaria passiva extraregionale
I principi in Sicilia
L. R. n. 5 del 14 aprile 2009Art. 2 comma 4 lettera h)
promuove … l’attuazione del principio di responsabilità attraverso l’implementazione di un completo controllo di gestione per la verifica della appropriatezza, qualità, efficacia, efficienza ed economicità delle prestazioni e dell’operato dei suoi responsabili, sulla base di consolidati criteri tecnico – scientifiche mediante l’informatizzazione delle funzioni e delle dinamiche sanitarie
Competenze dello Stato
Cofinanzia il sistema sulla base di criteri condivisi con la Conferenza permanente Stato/Regioni
Definisce i LEA - Livelli Essenziali di Assistenza
Individua con il P.S.N. gli obiettivi di salute
Redige la Relazione sullo stato sanitario del Paese
Coordina il sistema informativo
Norma le attività e le professioni sanitarie
Interfaccia con le direttive comunitarie
Commissariamento delle Regioni inadempienti
Organismi statali
ISS Istituto Superiore di Sanità
ISPSEL Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro
Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali
AIFA Agenzia Italiana per il Farmaco
IRCCS Istituti di ricovero e Cura a Carattere Scientifico
IZS Istituto Zooprofilattici Sperimentali
Piano Sanitario Nazionale
E’ lo strumento principale della programmazione sanitaria, ordinariamente triennale, che definisce
Obiettivi fondamentali di prevenzione, cura e riabilitazione
Le linee generali di indirizzo del SSN I Livelli essenziali di Assistenza Gli indicatori di verifica dei risultati raggiunti I finanziamenti
Competenze regionaliSpettano alle Regioni, nel rispetto dei principi stabiliti dalle Leggi nazionali, le funzioni legislative ed amministrative in materia di assistenza sanitaria ed ospedaliera.
Organizzazione dei servizi ed attività sanitarieCriteri di finanziamentoAttività di indirizzo tecnicoValutazione della qualità delle prestazioniRedazione del P.S.R.Articolazione del territorio regionaleFinanziamento delle Aziende sanitarieVigilanza, controllo e valutazione delle AziendeNomina dei Direttori Generali
Piano Sanitario Regionale
Le Regioni, entro 150 giorni dalla pubblicazione del PSN adottano i PSR, includendo anche la definizione dei modelli organizzativi dei servizi in funzione delle esigenze del territorio e delle risorse disponibili
Programmazione Finanziamento Organizzazione Funzionamento e controllo delle aziende
Rapporti Stato/Regione Lo Stato quantifica le risorse disponibili per il SSN In relazione ad esse vengono fissati i LEA Le risorse vengono trasferite alle Regioni che
organizzano in piena autonomia l’offerta dei servizi I costi di eventuale offerta non coperta dalle risorse
dello Stato sono finanziati dalla Regione La Regione affida alle Aziende l’erogazione dei
servizi Le Aziende vi provvedono con il solo vincolo del
pareggio di bilancio Stato e Regioni, nella apposita conferenza, valutano
la copertura dei LEA
I LEA
Sono le prestazioni che il SSN e quello regionale si impegnano a garantire a tutti i cittadini, gratuitamente o in compartecipazione, grazie alle risorse raccolte con il sistema fiscale. Riguardano:
Assistenza sanitaria collettiva Assistenza sanitaria distrettuale di base Assistenza Ospedaliera
L’Organizzazione sanitaria
E’ conformata all’offerta diPrevenzione primariaPrevenzione secondariaCura in elezioneCura in emergenza RiabilitazioneCronicità
L’Organizzazione sanitaria
Disegnata sulla base dei principi di
Sussidiarietà
Continuità di cura
Rispondenza ai criteri di appropriatezza, efficacia, efficienza ed economicità
Livelli di complessità
Integrazione socio-sanitaria
Autonomia imprenditoriale
L’Unità Sanitaria LocaleAziende con personalità giuridica pubblica ed
autonomia imprenditorialeAssicurano i livelli essenziali di assistenzaObbligo di pareggio di bilancioInteragiscono con Aziende Ospedaliere Aziende Ospedaliere Universitarie IRCCS
Finanziata a quota capitaria
Autonomia aziendale Organizzativa: il DG può scegliere la struttura
organizzativa più idonea alla gestione delle attività Tecnica: l’azienda definisce i processi e le modalità
di impiego dei fattori produttivi Patrimoniale: il DG può disporre dei beni che
costituiscono il patrimonio aziendale Gestionale: il DG fissa gli obiettivi della gestione,
programma le attività, distribuisce le risorse, verifica i risultati
Contabile: ogni azienda ha un proprio bilancio
L’ASL in Sicilia, ieri
Separazione fra attività territoriale ed ospedaliera
Nell’ambito di ogni provincia operavano un’Azienda Sanitaria Locale che assicurava
prioritariamente l’assistenza sanitaria territoriale ed almeno una Azienda
Ospedaliera per l’attività di cura
L’ASP in Sicilia, oggi
Integrazione fra attività territoriale ed ospedaliera
Nell’ambito di ogni provincia opera un’Azienda sanitaria provinciale che assicura l’assistenza sanitaria attraverso le attività ospedaliere e le
attività territoriali
Le strutture operative
Il Dipartimento Modello ordinario di gestione operativa,
opera come struttura di coordinamento per lo svolgimento di funzioni complesse.Opera per processi e condivide risorse finalizzate allo stesso obiettivoE’ soggetto negoziale nei rapporti con la Direzione Generale e le altre strutture aziendali
Le strutture operative
Il DipartimentoSi articola al proprio interno inUOC Unità Operative Complesse
UOS Unità Operative Semplici
omogenee, omologhe, affini , complementari che perseguono finalità comuni
Le strutture operative
Il Dipartimento
le strutture interne, mantengono la loro autonomia e responsabilità professionale, ma sono tra loro interdipendenti al fine di costruire risposte di salute unitarie, flessibili, razionali, tempestive e complete.
A tal fine vengono adottate regole condivise di comportamento assistenziale ed economico.
Le strutture operative
Il Dipartimento
Strutturalehanno la gestione diretta delle risorse – umane e tecnologiche - loro assegnate
Funzionalenon ha struttura gerarchica, al suo direttore spettano compiti di coordinamento interdisciplinare e indirizzo
Mistose costituito fra strutture ospedaliere e territoriali o di Aziende diverse
Le strutture operative
Il Dipartimento
Operativo utilizzazione ottimale ed integrata degli spazi assistenziali e non, del personale e delle apparecchiature
migliorare l’accessibilità e la fruibilità delle strutture
Strategico valutazione condivisa, gestione e verifica della qualità assistenziale
Le strutture operative
I Dipartimenti territoriali strutturaliDipartimento di Prevenzione
LIP Laboratorio Medico di Sanità Pubblica Epidemiologia e Medicina Preventiva
SIAV Servizio di Igiene degli Ambienti di VitaSIAN Servizio di Igiene degli Alimenti, sorveglianza e prevenzione nutrizionalePrevenzione delle malattie cronico-degenerativeSPRESAL Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli ambienti di LavoroSIA Servizio di impiantistica ed antinfortunistica
Le strutture operativeI Dipartimenti strutturaliDipartimento di Prevenzione Veterinaria Servizio di Sanità animale
anagrafeprevenzione malattie e risanamento
Servizio di Igiene degli alimenti di origine animaleControllo alimenti dalla produzione, trasformazione, trasporto, alla vendita
Servizio di Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecnichecontrollo delle strutture ai fini del benessere animale
Servizio di Igiene Urbana Veterinariarandagismo
Le strutture operative
I Dipartimenti strutturali
DSM Dipartimento di Salute MentaleMDSM Moduli Dipartimentali di Salute Mentale (7)SERT Servizio Territoriale Dipendenze PatologicheNPI Neuropsichiatria Infantile TerritorialeNPI Neuropsichiatria Infantile Ospedaliera
Le strutture operative
I Dipartimenti strutturali
Dipartimento del Farmaco
Farmaceutica convenzionata, monitoraggio e farmacovigilanza
Vigilanza farmaceutica ed Ispezioni
Assistenza farmaceutica territoriale
Farmaceutica Ospedaliera
Le strutture operative
I Dipartimenti strutturali
Dipartimento delle Scienze Radiologiche
UU.OO. di radiodiagnostica ospedaliere (3)
Medicina Nucleare
Radiodiagnostica Territoriale
Le strutture operative
I Dipartimenti funzionali
Dipartimento Cure Primarie e committenzaAssistenza sanitaria di BaseMedicina Legale, Fiscale e NecroscopicaPrevenzione e cura Patologie odontoiatriche socialiServizio Anziani e cure domiciliariPatologie Oncologiche
Le strutture operative
I Dipartimenti funzionali
Dipartimento delle Attività OspedaliereOspedalità pubblica Ospedalità privata
Le strutture operative
I Dipartimenti funzionali
Dipartimento Materno- Infantile
Consultori Familiari (31)
UU.OO. di Pediatria ospedaliere (5)
UU.OO. di Ginecologia ed Ostetricia ospedaliere (5)
Le strutture operative
I Dipartimenti funzionali
Dipartimento Diagnostica di Laboratorio
Laboratori di Patologia Clinica Ospedalieri (3)
U.O. di Patologia Clinica territoriale (5)
U.O. di Medicina trasfusionale
U.O. di Anatomia Patologica
Le strutture operative
I Dipartimenti funzionali
Dipartimento di Emergenza
U.O. di M.C.A.U.
UU.OO. di Cardiologia ed UTIC
UU.OO. di Anestesia e Rianimazione
Le strutture operative
I Dipartimenti funzionali
Dipartimento di Riabilitazione
UU.OO. di Riabilitazione ospedaliere (3)
U.O. Handicap, Riabilitazione Territoriale e assistenza protesica
Le strutture operative
I Dipartimenti funzionaliDipartimento di Medicina
UU.OO. di Medicina Generale (7)UU.OO. di Nefrologia e Dialisi (2)UU.OO. di Neurologia (2)U.O. di Oncologia U.O. di Malattie InfettiveU.O. di LungodegenzaU.O. di ReumatologiaU.O. di DermatologiaU.O. di GeriatriaU.O. di Gastroenterologia
Le strutture operative
I Dipartimenti funzionali
Dipartimento di ChirurgiaUU.OO. di Chirurgia Generale (7)
UU.OO. di ORL Otorinolaringoiatria (3)
UU.OO. di Oftalmologia (2)
UU.OO. di Ortopedia (6)
UU.OO. di Urologia (2)
Le strutture operative
I Dipartimenti AmministrativiRisorse Umane e Finanziarie
U.O. Affari Generali, Sviluppo organizzativo e Risorse UmaneU.O. Politiche del PersonaleU.O. Acquisizione e Gestione di prestazioni sanitarieU.O. Servizio Economico Finanziario e PatrimonialeU.O. Gestione del Personale convenzionato
Risorse TecnologicheU.O. TecnicoU.O. Facility managementU.O. ProvveditoratoU.O. Ingegneria Informatica
Le strutture operative
StrutturaArticolazione aziendale alla quale è attribuita la responsabilità di risorse umane, materiali, tecnologiche e finanziarie.
Costituisce “Centro di responsabilità” ed il suo direttore/responsabile partecipa alla costruzione e definizione del processo di budgeting
Le strutture operativeLa loro individuazione avviene tenendo conto di rilevanza strategica in relazione alla programmazione
aziendale. riconducibilità del sistema tecnico (competenze e
conoscenze) a discipline definite. rilevanza, intensità e frequenza dei rapporti istituzionali da
intrattenere con management aziendale e soggetti esterni all’azienda
grado di intersettorialità, interdisciplinarietà ed interprofessionalità che occorre governare per assicurare migliori livelli di efficacia ed efficienza
rilevanza quali-quantitativa delle risorse da allocare, monitorare, organizzare e gestire
Livello di autonomia e di responsabilità necessario per un appropriato assolvimento della funzione
Le strutture operativeIl diverso combinarsi di tali fattori, che può mutare nel tempo,
determina la individuazione di
Strutture ComplesseArticolazioni organizzative affidate ad un Direttore alle quali è attribuita la gestione delle risorse umane, tecniche e finanziarie dedicate, coordinate a livello dipartimentale.
Strutture SempliciArticolazioni organizzative all’interno di strutture aziendali - complesse o dipartimentali - affidate ad un Responsabile, alle quali è attribuita la gestione di risorse umane, tecniche e finanziarie dedicate, coordinate a livello di Struttura complessa o di Dipartimento.
Le strutture operativeIl Direttore di Struttura complessa negozia il budget definisce i piani di attività in relazione agli obiettivi assegnati effettua la valutazione dei propri collaboratori avvia i procedimenti disciplinari definisce i protocolli e ne accerta la applicazione assicura la formazione professionale concorre alla definizione dei programmi aziendali definisce ed assegna gli obiettivi ai dirigenti della sua struttura predispone una relazione annuale sui risultati conseguiti, le
criticità riscontrate, le opportunità da cogliere governa le risorse assegnategli
Le strutture operativeIl Responsabile di Struttura semplice coadiuva il direttore della Struttura complessa o del
Dipartimento nella valutazione del personale assegnatogli negozia con il Direttore della Struttura cui appartiene il budget
e lo gestisce dirige il personale assegnatogli Definisce i piani di attività in relazione agli obiettivi
assegnatigli predispone una relazione annuale sui risultati conseguiti, le
criticità riscontrate, le opportunità da cogliere concorre alla definizione dei programmi aziendali definisce ed assegna gli obiettivi ai dirigenti della sua struttura
Gli Organi
Direttore GeneraleCollegio SindacaleCollegio di Direzione
Il Direttore GeneraleHa la rappresentanza legale dell’enteRisponde degli obiettivi assegnatigliE’ responsabile della gestione complessiva Verifica, mediante valutazioni comparative dei costi, dei rendimenti e
dei risultati, la corretta ed economica gestione delle risorse attribuite ed introitate nonché l’imparzialità ed il buon andamento dell’azione amministrativa
Adotta l’Atto AziendaleNomina i responsabili delle strutture operativeAttribuisce le risorse alle strutture operative
Il Direttore Generale
Viene nominato dal Governo regionale
Scelto all’interno di un albo
E’ collaborato dal
Direttore sanitario Medico con qualificata attività di direzione tecnico-sanitaria
Dirige i servizi sanitari ed esprime pareri sugli aspetti sanitari
Direttore amministrativo laureato in materie giuridiche o economiche con qualificata
esperienza di direzione, dirige i servizi amministrativi
Il Direttore Generale non è eleggibile in incarichi politici non è compatibile con incarichi politici non è nominabile, se ha svolto incarichi
politici, per 5 anni nel territorio in cui ha svolto la funzione di DG
non è nominabile nell’Azienda da cui dipende non è nominabile se con precedenti penali è soggetto a valutazione
Il Collegio sindacale dura in carica tre anni è composto da cinque componenti
Due designati dalla RegioneUno dal Ministero del TesoroUno dal Ministero della SanitàUno dalla conferenza dei Sindaci
verifica la gestione economica aziendale vigilia sull’osservanza della legge accerta la regolarità dei documenti contabili riferisce alla Regione ogni tre mesi
Il Collegio di direzione Ha funzioni consultive e propositive Coadiuva il DG nel governo dell’Azienda
programmazione e valutazione delle attivitàdefinizione degli obiettiviorganizzazione delle risorse
E’ presieduto dal DGDirettore SanitarioDirettore amministrativoDirettori dei dipartimentiCoordinatori sanitari ed amministrativiun dirigente dell’area sanitaria ed uno professionaletre MMG/PDLS ed uno specialista ambulatoriale
Il Consiglio dei sanitari
Organismo elettivo dell’Azienda con funzioni di consulenza tecnico sanitaria convocato e presieduto dal Direttore sanitario.
Fornisce parere obbligatorio, ma non vincolante, al DG sia sotto l’aspetto organizzativo che per gli investimenti
OIV Organismo Indipendente di Valutazione
E’ composto da tre componenti dotati di specifica professionalità nominati dal DG
Verifica annualmente i risultati di gestione dei direttori/responsabili di struttura, dei singoli dirigenti e dei titolari di Posizione Organizzativa in relazione agli obiettivi affidati, ai fini della retribuzione di risultato
Valuta complessivamente l’andamento aziendale
L’area territoriale
Comprende le funzioni relative a Igiene e sanità pubblica Assistenza sanitaria collettiva in ambienti di vita e di
lavoro Assistenza sanitaria di base Assistenza specialistica e riabilitativa Medicina fiscale e legale Tutela materno-infantile Farmaceutica Tutela della salute mentale e tossicodipendenze Sanità pubblica veterinaria
Il Distretto sanitarioE’ l’articolazione dell’Area territoriale al cui livello il Servizio Sanitario regionale attiva il percorso assistenziale.Opera sulla base di risorse assegnate e definite in rapporto ai bisogni di salute.
Coincidono con i Distretti socio-sanitari.Ospitano le articolazioni territoriali dei Dipartimenti strutturaliSono affidati alla responsabilità di un Direttore che ha il compito di determinare la migliore integrazione delle attività. Egli dirige anche il PTA
Il Distretto ospedaliero
E’ una entità organizzativa unica, anche se articolata in più stabilimenti, che assicura l’uniforme erogazione dell’attività ospedaliera sull’intero territorio di riferimento.
A ciascun Distretto sono preposti un coordinatore sanitario ed un coordinatore amministrativo
Il ciclo della organizzazione
Pianificazione
Programmazione
Controllo
Programmazione
Controllo
Programmazione
Controllo
Programmazione
Il Ciclo PDCA
PLAN Do
Act Check
Il Ciclo PDCA1. Plan Identificazione del problema Ricerca delle cause Proposte di soluzione, valutazione efficacia/fattibilità tenendo
conto dei vincoli e delle risorse Definizione dell’obiettivo
2. Do Definizione del Piano di miglioramento
3. CheckVerifica dei risultati
4. ActStandardizzazione della soluzione o riavvio del ciclo PDCA
Audit
Esame sistematico ed indipendente mirato a stabilire se le attività svolte per la qualità ed i risultati ottenuti sono coerenti con quanto stabilito, e se quanto stabilito viene attuato efficacemente e risulta idoneo al conseguimento degli obiettivi
Audit
InternoÈ la stessa organizzazione che verifica sé stessa mediante verifiche ispettive o autovalutazione per valutare la correttezza dei documenti e la coerenza delle registrazioni con i comportamenti
EsternoDi terza parte, indipendenteDi seconda parte, cliente su fornitore
AuditScopo dell’Audit è raccogliere evidenze oggettive sull’attività dell’Azienda per consentire al suo responsabile di
dare un giudizio motivato sulla conformità e sull’efficacia del sistema
Prendere decisioni efficaci per migliorare il sistema
Accrescere la tensione della struttura Ridurre le criticità Identificare le opportunità di miglioramento
Audit
Fasi Pianificazione e preparazione Conduzione dell’Audit Reporting dei risultati Accordo sulle azione di correzione Azioni di follow up
Conduzione dell’Audit
1. Individuare i fattiChi/Cosa/Come/Dove/Quando/Perchè
2. Registrare l’evidenzaacquisire i dati dimostrativi dei fatti
3. Valutare le conformitàrispetto a standard, linee guida, procedure
4. Classificare in base alla significatività alta, media, bassa
Il ciclo della organizzazione
PianificazioneDetermina gli obiettivi di fondo riferiti al lungo e medio periodo (5/3 anni)
Risponde alla domanda Cosa desidero? (sogno/qualità positiva) Cosa debbo? (bisogno/qualità negativa)
Il ciclo della organizzazione
Strumenti della pianificazione Nazionale: Piano Sanitario Nazionale Regionale: Piano Sanitario Regionale Aziendale: Piano Attuativo Aziendale
Il ciclo della organizzazione
ProgrammazioneIndividua per il breve periodo (1/2 anni) gli obiettivi intermedi per il raggiungimento degli obiettivi di Piano.
Risponde alla domanda Cosa debbo fare per realizzare ciò che
voglio?
Il ciclo della organizzazione
Strumento della programmazione è il
BudgetBilancio di previsione annuale o pluriennale.
Programma delle operazioni da compiere in un certo periodo (l’anno) finalizzato al raggiungimento di certi obiettivi attraverso la quantificazione delle risorse occorrenti
Il Budget
Obbliga tutte le aree aziendali a riflettere sulle attività di propria competenza, impostare programmi e monitorare (controllo continuo) le attività
Promuove la comunicazione fra le diverse aree aziendali e la mediazione fra fabbisogni contrastanti
Fornisce criteri di valutazione delle performance condivisi
Il BudgetE’ un documento formale risultante di un processo di elaborazione che dura alcuni mesi, durante i quali, mediante un processo continuo di approssimazione progressiva
Si indicano gli obiettivi aziendali del periodo Si indicano le risorse aziendali disponibili Si definiscono programmi e progetti Si quantificano i fabbisogni di risorse Si definiscono, e si pesano, i risultati attesi
ed al termine, raggiunta la condivisione, si sottoscrive il documento
Il Budget
Non è “la paghetta”, non si dispone di risorse proprie e neppure autonomia nel decidere cosa fare, ma è un contratto fra l’Azienda ed i suoi dirigenti dei livelli organizzativi inferiori con il quale si individua cosa fare e con quali risorse farlo, lasciando libertà su come realizzarlo
Gli obiettivi
Sono davvero tali solo se sono Specifici Misurabili Ambiziosi Raggiungibili Temporizzati
E debbono servire a colmare la differenza fra la realtà ed il desiderio possibile
Gli Obiettivi
Il livello di raggiungimento degli obiettivi viene monitorato e rilevato trimestralmente per introdurre eventuali elementi correttivi.
Il raggiungimento determina la corresponsione di un incentivo economico e concorre alla valutazione dei dirigenti al fine della conferma degli incarichi
Il ciclo della organizzazione
Controllo di GestioneSistema direzionale con cui i managers - ai vari livelli e ciascuno per il proprio - si accertano che la gestione si svolga in condizioni di efficienze ed efficacia in modo da permettere il raggiungimento degli obiettivi prestabiliti ed esplicitati in sede di pianificazione strategica e di programmazione
Il ciclo della organizzazione
Controllo di GestioneE’ diverso dal Controllo burocratico (correttezza formale) Internal auditing (correttezza procedurale) Ispettorato (verifiche casuali ed a posteriori) Controllo strategico (attiene alla pianificazione) Controllo operativo (in itinere)
è controllo dei risultati interni
Il ciclo della organizzazione
Il Controllo di GestioneSi articola in tre fasi Prima della gestione = controllo preventivo Durante la gestione = controllo concomitante Dopo la gestione = controllo consuntivo
Consiste nel raccogliere i dati che servono per
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Il ReportingI Report si distinguono in Finali o annuali, focalizzano i risultati e
l’andamento dell’intero esercizioPeriodici, relativi ad un segmento temporaleProiettivi, individuano sulla base dei dati
disponibili il risultato finaleFlash report, destinati ad aree di
responsabilità in grado di immediato intervento
Il Reporting
Destinatari interni dei Report Alta direzione Direttori di Dipartimento Direttori di Unità Operative
Destinatari esterni dei Report Assessorato alla Sanità Ministero della Salute
Il Reporting
Struttura di un Report Contenuto Forma Attendibilità Frequenza tempestività
Gli indicatori
Espressione quantitativa
(numero, percentuale, tasso, proporzione, etc) utile ad una rappresentazione sintetica
“Cruscotto” dei molteplici ed unitari aspetti
Quantitativi
Qualitatividel sistema in esame
Gli indicatori
“Misura ciò che è misurabile.
Ciò che non è misurabile rendilo tale”
Galileo Galilei
Gli indicatoriUn indicatore è valido se è:Semplice: l’aspetto che l’indicatore vuole cogliere deve essere
facilmente comprensibile
Finalizzato: costituito da misure rappresentative capaci di cogliere l’obiettivo proposto
Condiviso: Applicabile nella maggior parte delle situazioni
Accurato: Non inficiato da errori sistematici
Riproducibile: Idoneo a misurare sempre allo stesso modo lo stesso fenomeno
Integrabile: in grado, se associato ad altri, di dare una informazione globale della situazione
Gli indicatori
Degenza media -DM-E’ determinata dalla complessità della patologia, ma anche dalle decisioni degli operatori sanitari e dai fattori organizzativi relativi a:
accessibilità ai mezzi diagnostici correttezza della diagnosi efficienza del reparto efficacia del trattamento
Gli indicatori
Possono essere suddivisi in
Indicatori di struttura e di utilizzoIndicano la disponibilità delle risorse e la loro utilizzazione
Indicatori di processoValutano le modalità di svolgimento delle attività di
prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione
Indicatori di esitoMisurano il cambiamento in termini di efficacia e di
efficienza
Gli indicatori
Efficacia
“Quante volte raggiungo il risultato”?
n. ulcere gastriche risolte-------------------------------------------------
totale ulcere gastriche trattate
Gli indicatori
Efficienza
“Il risultato è stato raggiunto con il minimo sforzo, spreco e risorse”?
n. pazienti con degenza preoperatoria superiore a x gg
----------------------------------------------------totale pazienti chirurgici elettivi
Gli indicatori
Correttezza tecnica
“Sono stati commessi errori nella prestazione”?
n. pazienti con complicanza-------------------------------------------------
totale pazienti operati
Gli indicatori
Accessibilità
“Il paziente riesce ad avere le cure richieste”?
n. pazienti trasferiti in altre Rianimazioni-------------------------------------------------
totale pazienti ricoverati in Rianimazione
Gli indicatori
Appropriatezza
“Il paziente ha ricevuto la prestazione giusta”?
n. pazienti cateterizzati per i quali era indicata la cateterizzazione
-------------------------------------------------totale pazienti cateterizzati
Gli indicatori
Continuità
“Le cure sono state prestate in modo coordinato nel tempo”?
n. gg di attesa per prestazioni diagnostiche ai ricoverati
-------------------------------------------------standard
Gli indicatori
Tempestività
“Le cure sono state erogate al momento giusto”?
n. pazienti sottoposti ad angioplastica entro 24 ore dall’evento
-------------------------------------------------totale pazienti infartuati
Gli indicatori
Soddisfazione del paziente
“Il paziente è soddisfatto del trattamento ricevuto”?
n. reclami o elogi-------------------------------------------------
totale pazienti trattati
Gli indicatori
Consenso
“Il paziente e la sua famiglia sono stati coinvolti nelle decisioni prese”?
n. pazienti che hanno sottoscritto senza osservazioni il “Consenso informato”
-------------------------------------------------totale pazienti ricoverati
Gli indicatori
Sicurezza
“L’ambiente di cura è sicuro”?
n. cadute accidentali in reparto-------------------------------------------------
totale pazienti ricoverati/ricoveri
Gli indicatori
Degenza media - DM-E’ il tempo che viene impiegato per lo svolgimento della attività sanitaria.
Può fare riferimento alla singola patologia, al singolo reparto, all’intera azienda.
Si ottiene dividendo le giornate di degenza totali per il numero dei ricoverati
Gli indicatori
Posti Letto - PL-Costituisce l’unità di misura dell’offerta sanitaria di una struttura alla quale rapportare tutti gli altri indicatori di struttura, in particolare
Personale Servizi
Gli indicatori
Indice di occupazioneMisura le giornate di degenza effettivamente utilizzate rispetto a quelle teoricamente possibili.
La sua misura ottimale è individuata nel 75%
Gli indicatori
Intervallo di turnoverMisura le giornate che trascorrono fra la dimissione di un paziente e la successiva ammissione di un altro paziente.
Più è prossimo alla zero, più il reparto è efficiente
Gli indicatori
Indice di rotazione o produttivitàMisura il numero di pazienti che ruotano nello stesso letto in un anno e rappresenta la misura dell’intensità di uso di un posto letto.
A parità di peso medio, un maggiore indice di rotazione individua una maggiore efficienza della struttura
Gli indicatori
Ricovero OrdinarioDegenza svolta per la cura di patologie per le quali è necessario un trattamento o una assistenza continua oltre le 24 ore
Ricovero DH/DSDegenza svolta per la cura di patologie per le quali è necessario un trattamento o una assistenza continua inferiore alle 24 ore
Gli indicatori
Indice OperatorioNumero di pazienti ricoverati in reparti chirurgici e sottoposti ad intervento operatorio in rapporto al numero totale di ricoverati dello stesso reparto
Gli indicatori
PesoValore simbolico attribuito dal Ministero della Salute a ciascuna tipologia e sua specifica in relazione alla sua complessità sanitaria
Peso medioE’dato dal rapporto tra il totale dei pesi medi affrontati, anche se non risolti, in una struttura ed il numero dei pazienti ivi ricoverati
DRG - Diagnosis Related Groups
È un sistema di classificazione dei pazienti dimessi dagli ospedali per acuti che attualmente viene utilizzato anche in Italia come base per il finanziamento delle Aziende Ospedaliere. Tale sistema si basa su alcune informazioni contenute nella scheda di dimissione ospedaliera (SDO) ed individua circa 500 classi di casistiche, tendenzialmente omogenee per quanto riguarda il consumo di risorse, la durata della degenza e, in parte, il profilo clinico. Con l'applicazione di tale sistema viene introdotto nel SSN una nuova modalità di finanziamento delle attività ospedaliere basato sulla remunerazione delle prestazioni mediante tariffe predeterminate.
DRG - Diagnosis Related Groups
MDC Major Diagnostic Category Sono 25 gruppi diagnostici principali che
formano la struttura di classificazione DRG.
Malattie e disturbi del sistema nervoso Malattie e disturbi dell'occhio Malattie e disturbi dell'orecchio, del naso e della gola Malattie e disturbi dell'apparato respiratorio Malattie e disturbi dell'apparato cardiocircolatorio Malattie e disturbi dell'apparato digerente Malattie e disturbi epatobiliari e del pancreas Malattie e disturbi dell'apparato muscoloscheletrico e connettivo Malattie e disturbi della pelle, del sottocutaneo e della mammella Malattie e disturbi endocrini, metabolici e nutrizionali
DRG - Diagnosis Related Groups
Malattie e disturbi del rene e delle vie urinarie Malattie e disturbi dell'apparato riproduttivo maschile Malattie e disturbi dell'apparato riproduttivo femminile Gravidanza, parto e puerperio Malattie e disturbi del periodo neonatale Malattie e disturbi del sangue e del sistema immunitari Malattie e disturbi mieloproliferativi e tumori poco differenziati Malattie infettive e parassitarie (sistematiche) Malattie e disturbi mentali Disturbi mentali organici indotti da alcool o farmaci Traumatismi, avvelenamenti ed effetti tossici dei farmaci Ustioni Fattori influenzanti lo stato di salute ed il ricorso ai servizi sanitari Traumi multipli significativi Infezioni da HIV.
La SDO Scheda di dimissione ospedaliera
Le classificazioni per DRG si basano sulle informazioni contenute nella Scheda di Dimissione Ospedaliera -SDO- del paziente.
Costituisce la base per il finanziamento delle Aziende Ospedaliere erogato precedentemente associata a ciascun DRGin rapporto alla tariffa
La SDO Scheda di dimissione ospedaliera
La SDO è lo strumento di raccolta delle informazioni essenziali alla conoscenza della prestazione ospedaliera.
Viene compilata dai medici che hanno avuto in cura il paziente ed inviata al Ministero della salute ed all’Assessorato regionale
Gli indicatoriI costi
Individuano i fattori utilizzati per la produzione del bene (la salute) che costituisce la mission aziendale. Utilizzati e necessari?
I ricaviCostituiscono il corrispettivo proveniente dalla cessione dei beni prodotti.Possono essere virtuali o reali
L’equilibrio tra costi e ricavi determina l’economicità dell’azienda
Gli indicatori
Gli indicatori vanno sempre valutati nel loro insieme ed in confronto con le performance di strutture analoghe e con le performance della stessa struttura nel periodo precedente.
Il singolo indicatore va, poi, rapportato a ciascun altro, compresi i costi, per poter determinare il grado d efficacia ed efficienza della struttura
Gli standard
E’ il valore atteso per ciascun indicatore.
Deve essere Condiviso Impegnativo Raggiungibile Rapportato al presente
Il sistema di finanziamento
Dai cittadini Stato con le tasse
alle Regioni, per quota capitaria corretta
ad Aziende Territoriali ad Aziende Ospedaliere
per quota capitaria per DRG
L’eventuale deficit di finanziamento è posto a carico del bilancio regionale ed alla compartecipazione dei cittadini
Organizzazione professioni
Inserite all’interno dello Staff della Direzione Generale 5 Unità Operative Semplici affidate, ciascuna,ad un dirigente per le Professioni sanitarie
infermieristiche e ostetriche sanitarie e di riabilitazione tecnico-sanitarie tecniche di prevenzione vigilanza ed ispezione servizio sociale
Possono avere anche articolazioni periferiche
Organizzazione professioni
Le loro funzioni: Elaborare indirizzi e modelli organizzativi che
favoriscano la standardizzazione delle prestazioni e la definizione della qualità delle stesse
Promuovere ed attuare modelli di prevenzione, di cura e riabilitazione orientati alla personalizzazione ed umanizzazione delle prestazioni sanitarie
Organizzazione professioni Promuovere l’educazione sanitaria mirata
alla prevenzione Definire programmi clinico-assistenziali di
propria competenza Partecipare alla individuazione e
realizzazione degli obiettivi dell’Azienda Programmare, dirigere e gestire le risorse
umane, individuando standard e criteri per una equa distribuzione delle risorse
Organizzazione professioni
Non esistono
piccoli o grandi ruoli,
ma solo
piccoli o grandi attori