Dipartimento di Scienze PoliticheUniversità di Pisa
Organizzazione dei servizi sociali (6cfu)
Classe L-39
08-03-2018
Riccardo Guidi
E-mail: [email protected]: people.unipi.it/riccardo_guidi/didatticaRicevimento: Lunedì 12.45-13.45, aula B2
Dipartimento di Scienze Politiche / Università di PisaOrganizzazione dei servizi sociali / Riccardo Guidi (6cfu)
Cosa facciamo oggi?
1) Domande e osservazioni
2) Proseguimento PARTE 2 - L’assetto istituzionale dei servizisociali in Italia
08-03-2018
Materiali su BLOG
L.328/2000 L.Cost.3/2001
Esempi Piani di Zona: Firenze; Milano Sud-est; Lecce
Esempi di Piani sociali regionali: Toscana, Campania, LiguriaEsempi di Linee guida regionali: FVG, Abruzzo, Siclia
Fattori demografici(Invecchiamento,
Migrazioni,Famiglia...)
“Crisi” del sistema di welfare dei ‘Trenta Gloriosi’
Trasformazioni e riforme del welfare
Fattori economici(Recessioni, Modello
produttivo,Disoccupazione...)
Fattori politici(Maggioranzeconservatrici,Rescaling...)
Disegnodisorganico e
pluralità difonti Disomogeneità
territoriale econtraddittorietà
esiti
Fattori culturali(Crisi di legittimità,
Valori post-materialisti...)
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1. Rescaling e territorializzazione2. Universalismo dei diritti (?)
3. Crescita del ruolo del Terzo settore4. Aziendalizzazione
08-03-2018
L’assetto istituzionale dei servizi sociali in Italia
TENDENZE
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L.833/1978, “Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale”L’assetto istituzionale dei servizi sociali in Italia
Servizi sanitari programmati,gestiti, erogati dalle USL.
USL = enti strumentali deiComuni (Comitato di gestione).
Livellolocale
Livelloregionale
Ogni USL suddivisa inDistretti di base.
Definisce il territoriodelle USL.
Piano sanitario regionale(PSR), coerente con PSN
Livellonazionale
Piano sanitarionazionale (PSN)
Programmazione USLcoerente con PSR
Effetto “a cascata”sui servizi sociali
Molti Comuni delegano a USL la gestionedi alcuni servizi (minori e famiglie)
Problemi nell’implementazionePoliticizzazione delle USL e mala-gestione
Inefficace coordinamento e controllo => deficit spending
Inadempienze regionali (ritardi nei PSR, proliferazione USL)
Rossi, 2014: 75-78Universalismo Riconoscimento
terzo settoreTerritorializzazione
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Riforma del SSN degli anni ‘90 (D.Lgs 502/1992, D.Lgs. 517/1993, D.Lgs. 229/1999)
Cambiamento rapporti di potere Comuni/ Regioni, a vantaggio delle seconde.
Rossi, 2014: 78-81AziendalizzazioneAziendalizzazione delle USL (da USL a ASL)
ASL = aziende con personalità giuridicapubblica e ampi margini di autonomia
Nuova governance delle ASL
Vertici ASL (DG) nominati da Giuntaregionale, previa consultazione Comuni(Conferenza sindaci distretto)
Razionalizzazione territoriale delle ASL
Tendenziale sovrapposizione territorioASL con Provincia (da 659 a 145 ASL) esub-delimitazione in Distretti
Costituzione nuove Aziende Ospedaliere (AO)Grandi ospedali gestiti attraverso AOcon profilo simile a ASL, piccoliospedali in gestione ad ASL
Rescaling
I Comuni ritirano le deleghe alle ASL.
I Comuni iniziano forme di gestioneassociata dei servizi sociali
L’assetto istituzionale dei servizi sociali in Italia
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Prestazioni sociosanitarie = Tutte le attività atte a soddisfare, mediante percorsi assistenzialiintegrati, bisogni di salute della persona che richiadono unitariamente prestazioni sanitarie e azioni diprotezione sociale (D.Lgs 229/1999)
Servizi (o prestazioni) sociosanitari
08-03-2017
Definizione (ex D.Lgs. 299/199 9 )
Ente competente
Fonte di finanziamento
Prestazioni sociali a rilevanza sanitaria
Supportano la persona in stato di bisogno, con problemi di disabilità o di emarginazione condizionanti lo stato di salute
Comuni Comuni
Prestazioni sanitarie a rilevanza social e
Sono finalizzate alla promozione della salute, alla prevenzione, individuazione, rimozione, e contenimento di esiti degenerativi o invalidanti di patologie congenite o acquisite
ASL SSN (quota)
Prestazioni sociosanitarie ad elevata integrazione sanitaria (vd. DPCM 14/02/200 1 )
Caratterizzate da particolare rilevanza terapeutica e intensità della componente sanitaria e che attengono prevalentemente alle aree materno-inantile, anziani, handicap, patologie psichiatriche e dipendenze da droga, alcool e farmaci, patologie per infezioni da HIV e patologie in fase terminale, inabilità o disabilità conseguenti a patologie cronico-degenerative.
ASL SSN (intero) (LEA)
L’assetto istituzionale dei servizi sociali in Italia
Esternalizzazionee co-produzione
dei servizi (regole ordinarie)
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Regolazione del Terzo Settore anni ‘90 (L.266/1991, L.381/1991, D.Lgs. 460/1997)
L.266/1991, Legge-quadro sul volontariato
Tipologia diCoop.sociali
RegistroCoop.Soc.
L.381/1991, Disciplina delle cooperative sociali
Registro OdV: iscrizione necessaria per collaborazioni con Enti pubblici
Convenzioni OdV/Enti pubblici: enti pubblici possono stipulare convenzioni con le OdV
Le OdV devono mostrare “attitudine e capacità operativa”, oltre che essere registrate
Le Convenzioni devono contenere disposizioni per (1) garantire la continuità delle attività e ilrispetto di diritti e dignità utenti (2) verificare e controllare la qualità delle attività e le modalità dirimborso delle spese (3) coprire almeno i costi per l’assicurazione dei volontari.
(a) gestione di servizi socio-sanitari ed educativi
(b) svolgimento attività per inserimento lavorativo dipersone svantaggiate (lista categorie di svantaggio)
Convenzioni enti pubblici / Coop.Soc.(b) perinserimento lavorativo soggetti svantaggiati anche in
deroga alla disciplina sui contratti della PA
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L.328/2000 “Legge quadro per la realizzazione del sistemaintegrato di interventi e servizi sociali”
Approccio comprensivo Regola l’assetto istituzionale del campo dell’assistenza sociale
Rescaling e territorializzazione
Distribuisce le competenze specifiche di Stato, Regioni, Province,Comuni entro un disegno spiccatamente volto alla territorializzazione.
Universalismo (selettivo) Accesso ai servizi come diritto per tutti i cittadini, con priorità per
categorie considerate svantaggiate.
Programmazione e progettazione
Articolazione strategica, ordinata e goal-oriented delle politiche e deiservizi sociali locali.
Pluralizzazione sistema
Riconoscimento del ruolo di attori privati (non-profit) nel sistema eofferta di servizi aperta al principio di concorrenza.
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COMUNE = soggetto centraledella gestione dei servizi sociali
Programmazione servizi socialilocali mediante PIANO di ZONA
Livellolocale
Livelloregionale Definisce la cornice
normativa entro la quale simuovono i Comuni(funzioni di regia)
Livellonazionale Definisce i LIVEAS
L.328/2000 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”
Individua
modalità organizzative dei servizi e risorse (fin., strut., prof.)
obiettivi, priorità di intervento, strumenti e mezzi per realizzarli
forme di collaborazione con amministrazioni periferiche delloStato, soggetti della comunità, ASL, Terzo settore
FunzioniComune:
art.6
Adotta il PRS.
FunzioniRegione:
art.8
Adotta il PSN.
FunzioniStato: art.9
Sistema plurim
o di finanziamento (art.4)
Il Comune coopera in particolare con le ASLper le prestazioni socio-sanitarie ad elevataintegrazione sanitaria comprese nei LEA.
Definisce il FNPS
Prestazioni sanitarie a rilevanza sociale (ASL/AO)
Prestazioni sociosanitarie adelevata integrazione sanitaria (ASL/AO)
Prestazioni sociali a rilevanza sanitaria (Comune)
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L.Cost. 3/2001 “Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione”
Leggi regionali sull’assistenza sociale (2004-)
Con nuovo art.117 nuova ripartizione dellecompetenze legislative tra Stato e Regioni
Opzione 1. Mantenimento competenzalegislativa esclusiva allo Stato
Opzione 2. Assegnazione alle Regionidi potestà legislativa CONCORRENTE
Opzione 3. Assegnazione alle Regionidi potestà legislativa ESCLUSIVA
Assistenza sociale(tranne LIVEAS)
Sanità
Aumento della centralità delle Regioni
...e oltre.
Regioni “interventiste” e non Validità L.328/2000
Conservazione principi fondamentali L.328/2000
Regionalizzazione welfare
Governance multilivello (Regioni/Comuni)
Rilevanza programmazione locale (Piano di Zona)
Ampio spazio di manovra data la genericità eopacità delle leggi regionali (Villa, 2009)
Scelte divergenti sull’integrazione sociosanitaria,con maggiore o minore ruolo di ASL/Regione(Maretti, 2008; Vivaldi, Stradella, 2009)
Es.: Difesa
L’assetto istituzionale dei servizi sociali in Italia
ASSISTENZA SOCIALESANITA’
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Livelli essenziali assistenza (LEA) presenti insanità dal D.Lgs.502/1992
Per la prima volta nella storia la L.328/2000 (art.22)prevede l’esistenza di livelli essenziali delleprestazioni per gli utenti dei servizi sociali.
Focus: i Livelli essenziali di assistenza (LEA Vs. LIVEAS)
Universalismo
«livello di prestazioni al di sotto del quale viene menola garanzia costituzionale e che pertanto risulta
essere un livello irrinunciabile» (MLPS, 2004), cioènon dipendente dalle risorse economichedisponibili per il welfare (Gualdani, 2011)
«attività, prestazioni e i servizi che il SSN ètenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente
o dietro pagamento di una quota dipartecipazione (ticket)»
Definiti dettagliatamente con il DPCM del 29Novembre 2001, poi aggiornati
(2) una serie di prestazioni che le Regioni devono comunqueerogare: servizio sociale professionale, segretariato
sociale, pronto intervento sociale, assistenzadomiciliare, strutture (semi)residenziali per soggetti
fragili, centri di accoglienza (art.22.4).
L.328/2000 (art.22) prevede
(1) Una serie di interventi essenziali da erogare secondo lecaratteristiche della pianiificazione multilivello e nei limiti delle
risorse disponibiil (art.22.2)
Esigibilità diritti assistenza sanitaria
Dettaglio caratteristiche e requisiti prestazioni essenzialidemandato a Piani nazionale (art. 9.1) e regionali
Piano Nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2001-2003 ha dato orientamenti per definire i LIVEAS ma non li
ha dettagliati Inesigibilità diritti assistenza sanitaria
L’assetto istituzionale dei servizi sociali in Italia
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Livellolocale
Focus: il Sistema di finanziamento dell’assistenza socialeIl finanziamento del sistema di assistenza sociale è «PLURIMO»: vi concorrono Stato, Regioni, Comuni (L.328/2000, art.4.1)
Fondo NazionalePolitiche Sociali(FNPS)
Livellostatale
Fondi-target sociali
(Parte minoritaria)Attribuito al MLPSper interventi di carattere
nazionale
(Parte maggioritaria)Distribuito alle
Regioni
Livelloregionale
Piano Sociale Regionale
Risorse da Regione(da FNPS e altri)
Fondi europei
Fondi propri
Risorse proprie deiComuni
Piano di zonaRisorse del SSN perservizi sociosanitari
Quote pagate dagli utenti
Quota provenienteda FNPS e fondi
target
Quote SSNs.sociosanitari
L’assetto istituzionale dei servizi sociali in Italia
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Focus: l’assetto e la dinamica istituzionale locale
Provincia
Conferenza dei
Sindaci
Piano di zonaL.328/2000
Programma attività ASL
D.Lgs.502/199D.Lgs. 229/1999
REGIONEPiano sociale regionale
Piano sanitario regionale
Ufficio di Piano
Terz
o se
ttore
DistrettoASL
incentiva
Comune4Comune2
Comune1 Comune3
DistrettoASL
Corrisponde a Distretto ASLGestione singola
Este
rnal
izza
zion
e?Legislazione
regionale
AMBITO TERRITORIALE
ASL
L’assetto istituzionale dei servizi sociali in Italia
GESTIONEPROGRAMMAZIONE
Terzo settore
Accordo diprogramma
Comune1
Comun41
Comune3
Comune2
Gestione associata
Linee-guida
(vd.esempi)
(vd.esempi)
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Analizza lo stato del contestoterritoriale (bisogni, servizi
risorse)
Focus: il Piano di Zona (PdZ)
PdZ = strumento-chiavedella programmazioneterritoriale dei servizisociali
Ha durata triennale.
Segue le indicazioni del Piano Sociale Regionale.
E’ predisposto e approvato dai Comuni dell’AMBITOmediante ACCORDO di PROGRAMMA, d’intesa con la ASL
Definisce priorità e obiettivi delsistema integrato dei servizi
Individua l’articolazioneorganizzativa e le risorse per
raggiungere gli obiettivi
PdZ = DOCUMENTO PdZ = PROCESSO
Prevede strumenti dimonitoraggio e valutzione
Comune XComune Y
Comune Z
ASL
Regione
Terzo settore
Prefettura
Consulenti
Provincia
Stato
L’assetto istituzionale dei servizi sociali in Italia
Comune W
(vd.esempi)