PARMA CITTÀ FUTURA _ 10 tavoli di discussione trasversali ed inclusivi
In occasione delle scadenze amministrative gli urban centers di tutto il mondo organizzano momenti di
dibattito finalizzati ad attivare un confronto produttivo e propositivo che coinvolga tutta la comunità.
Se il dialogo tra istituzioni e cittadini sui temi di interesse per la città è una condizione fondamentale di
esercizio democratico, il momento dell’elaborazione dei programmi di governo è una occasione preziosa
per ragionare su questioni decisive, evidenziare potenzialità latenti, individuare “buone pratiche” da
sviluppare e prefigurare azioni concretamente incisive.
Con il supporto di Enti, Fondazioni e Istituzioni, tra la primavera e l’autunno di quest’anno e in vista delle
elezioni amministrative del 2017, Parma Urban Center propone alla città 10 tavoli di discussione trasversali
e inclusivi che sollecitino una partecipazione ampia su molti temi di interesse collettivo. Tali incontri, aperti
al pubblico, saranno l’occasione per chiamare molti interlocutori attivi sugli argomenti trattati a
confrontarsi su come migliorare la città, con l’obiettivo di condividere un metodo di lavoro, principi di
interesse comune, proposte concrete per domani e prospettive di lavoro di medio e lungo periodo.
Tale azione si pone in continuità e al servizio di politiche strutturate e indirizzi di lavoro che i vari
interlocutori istituzionali già stanno perseguendo, in una prospettiva sempre più integrata e con crescente
intensità, con l’obiettivo comune di rilanciare la città oltre la crisi di questi ultimi anni.
Le Amministrazioni pubbliche sono impegnate a vari livelli per le proprie competenze: da quello che unisce
politiche di sostegno alle città e al territorio e iniziative di ridefinizione degli strumenti legislativi di governo
in corso di elaborazione presso la Regione Emilia Romagna, a quello di coordinamento, condivisione e
supporto che esprime la Provincia, a quello operativo del Comune, che sta predisponendo una strategia di
rigenerazione urbana come sintesi di azioni parallele e convergenti su molti piani delle politiche settoriali.
Le Fondazioni, i mondi dell’associazionismo e del volontariato, la realtà economica e imprenditoriale, le
associazioni di categoria, le comunità attive a vario titolo e con varie finalità stanno lavorando in una
crescente logica di sinergia di intenti e azioni, sia alla scala urbana che nella nuova prospettiva di una
dimensione territoriale ampia come testimoniano le recenti iniziative di “Parma facciamo squadra” e di
“Parma 2020”.
L’Università, attraverso un lavoro strutturato sulla cosiddetta “Terza Missione”, ha avviato un azione
sistematica per rendere disponibile al territorio le proprie competenze e strutture di ricerca, proponendo
una collaborazione aperta ai vari interlocutori istituzionali. In linea con questa visione e con la propria
identità al tempo stesso universitaria e civica di ponte tra ricerca e divulgazione, proseguendo nella sua
esperienza di servizio alla città, Parma Urban Center organizza 10 tavoli di discussione come strumenti di
confronto e di elaborazione propositiva, che trovano nell’ambito universitario e nell’articolazione delle
realtà appena citate gli interlocutori che possono dare contributi di qualità, differenziati per temi di ricerca,
ruolo istituzionale, attitudine di lavoro sul campo.
Lo stimolo del progetto urbano strategico per una idea di città verde, accessibile, accogliente
La base dell’iniziativa di discussione dei tavoli è un lavoro didattico di valorizzazione degli spazi pubblici e
verdi della città che ha lavorato a lungo sulla possibilità di sviluppare un parco lineare delle mura lungo i
viali di circonvallazione.
Da un paio di anni alcuni Laboratori di progettazione dei Corsi di Architettura del nostro Ateneo e
numerose tesi di laurea stanno, infatti, affrontando la questione della riqualificazione della corona degli
spazi pubblici che separa il centro storico dalla prima periferia. Il progetto, seguito dal prof. Dario Costi con
il supporto di molti altri docenti del Dipartimento DICATeA, intende reinterpretare il ruolo urbano delle
mura come spazio pubblico verde, riprendendo e attualizzando il concetto di fruizione del “pubblico
passeggio” ottocentesco che trasformò le mura cinquecentesche, erette come difesa militare, in luoghi di
belvedere e di pubblica socialità.
Alcuni esempi conosciuti ci ricordano le notevoli potenzialità sociali ed economiche, con evidenti risvolti
turistici, delle mura come elemento caratterizzante di una città e occasione per concentrare un sistema
omogeneo di servizi e di spazi verdi: celebre il caso del Ring di Vienna o delle mura ancora preservate, in
toto o in parte, a Lucca e a Ferrara.
A Parma la persistenza delle mura è, a oggi, ridotta a pochi elementi isolati: la parte basamentale di un
baluardo affiorante (quello della Trinità), alcuni tratti mantenuti come protezione idraulica sul corso
d’acqua e alcune porte residue, come quelle di Santa Croce e di San Francesco, oltre ai successivi manufatti
settecenteschi come il Casino del Petitot al termine del grande viale, o la Barriera Bixio dell’ultimo
Ottocento. Soltanto la Cittadella, ancora preservata nella sua configurazione originaria, ci restituisce
l’immagine e l’idea della città murata. All’inizio del Secolo la sua scomparsa apre una straordinaria stagione
di riorganizzazione economica e urbana della città che non va dimenticata. L’abbattimento del sistema
bastionato è parte del processo di modernizzazione della città voluto dal sindaco Mariotti oltre cento anni
fa. Un passaggio importante e decisivo che trasforma Parma da centro urbano di un territorio agricolo a
città agroindustriale, grazie all’insediamento lungo l’arco nord della nascente industria conserviera, di
attività economiche e strutture di supporto. Con la demolizione delle mura tra fine Ottocento e primi
Novecento e la costruzione della viabilità di circonvallazione ancora esistente, nasce l’anello viabilistico che
conosciamo, ma anche una corona ancora parzialmente libera che nasconde le loro fondamenta, i loro
terrapieni e i loro fossati.
Alla luce di queste notazioni, l’antico sedime delle mura oggi occupato dai viali, è un ambito di intervento
omogeneo e ancora disponibile a una riqualificazione omogenea e integrata di grande importanza per la
città. La configurazione ad anello compreso tra centro storico e periferia assume particolare interesse per
una serie di significati: quello storico, legato alla possibilità di riscoprire le antiche mura per lunghi tratti,
con evidenti riflessi sociali, economici e turistici; quello ambientale, suggerito dalle potenzialità di ripensare
la corona dei viali come sistema di luoghi verdi e accessibili che privilegino le persone alle auto; quello
viabilistico, legato alla possibilità di razionalizzare i transiti e riorganizzare l’accessibilità al centro storico;
quello strategico, che riguarda i possibili inneschi di processi di rigenerazione urbana, caso a caso attivabili
verso l’interno storico o verso l’esterno dell’espansione novecentesca.
La questione ambientale e la possibilità di costituire un sistema omogeneo di luoghi protetti e verdi per i
pedoni e i ciclisti sono gli obiettivi principali del progetto strategico. A oggi Parma presenta, infatti, una
significativa dotazione di verde accessibile e una grande parte di dotazione verde riservata o non
utilizzabile. I primi sono separati in ambiti isolati anche consistenti come il Parco Ducale, la Cittadella, il
Parco Falcone Borsellino ed i cosiddetti “campetti” di via Zarotto, mentre i secondi sono aree verdi diffuse
di grande potenzialità, ma difficilmente accessibile con la presenza caratterizzante e decisiva dell’alveo del
torrente. Proprio il corso d’acqua consente di immaginare un nuovo sistema di spazi pubblici ed una nuova
visione di città delle dotazioni verdi.
L’alluvione che ha colpito di recente il quartiere Montanara ha sollecitato la realizzazione della cassa
d’espansione del Baganza che potrà realizzarsi nei prossimi anni. Questa opera consentirà un diverso
utilizzo dell’alveo dei due torrenti che potrebbe essere immaginato come parco lineare realmente
praticabile che dovrà esser rispettosa dell’attuale condizione naturalistica.
In questo scenario di prossima concretizzazione, una riqualificazione urbana dei viali di circonvallazione
costituisce una straordinaria occasione di messa a sistema delle dotazioni di verde pubblico a oggi isolato,
insieme alle due sponde del corso d’acqua in futuro regimentato e controllato. Alla possibilità di utilizzo
permanente del parco fluviale del torrente Parma si può, infatti, integrare l’attuale sistema dei viali di
circonvallazione, da riqualificare attraverso alcune modifiche puntuali della viabilità al fine di recuperare
spazi utili alla realizzazione del parco lineare delle mura. Con lo spostamento, laddove possibile, della
viabilità di circonvallazione verso l’esterno, sarà possibile riscoprire e valorizzare il basamento delle mura e
costruire una corona verde di spazi ciclo‐pedonali di connessione degli ambiti di verde esistente.
Il parco delle mura potrà, quindi, svilupparsi in questo quadro complessivo lungo tutto il sistema dei viali
conferendo continuità e organicità al sistema del verde pubblico della città. Tale corona potrà essere,
allora, ripensata non solo per le sue qualità di messa a sistema e valorizzazione degli spazi pubblici verdi,
ma anche per i processi di rigenerazione che potrà indurre.
Alcuni punti sensibili sul parco lineare delle mura possono, infatti, stimolare processi urbani di
trasformazione, prefigurati in questa sede con 16 chiavi che potranno attraversare centro storico e prima
periferia dal grande anello verde del parco delle mura.
10 temi, 10 tavoli, 1 Libro bianco per la città futura
Parma città futura è, così, un progetto urbano strategico che persegue e verifica alcuni principi come la
centralità del verde nella città e la questione ambientale, l’esigenza di riappropriazione dei luoghi, il
riconoscimento parallelo e complementare del ruolo dello spazio pubblico e dell’importanza dell’intervento
privato nei processi di rigenerazione urbana intesi come azione collettiva di messa in valore delle comunità
locali.
L’occasione del progetto urbano ha così innescato in ambito universitario un certo interesse per le molte
implicazioni che una città verde, accessibile e accogliente come quella proposta può determinare. Così
molti professori dell’Ateneo di Parma si sono interessati al progetto, in grado di stimolare riflessioni
differenziate rispetto a molti punti di vista disciplinari che toccano quasi tutti i Dipartimenti universitari.
In parallelo è emerso l’interesse ad un confronto con gli interlocutori istituzionali, dell’associazionismo, del
volontariato con l’obiettivo di percorrere le molte direzioni possibili di valorizzazione delle competenze e
delle esperienze presenti.
Il processo di discussione e di riflessione si è allargato a molti campi e a molte implicazioni. Un gruppo di
lavoro di provenienza universitaria ha, quindi, individuato 10 temi ed immaginato di organizzare 10 tavoli di
discussione aperti alla città.
Il lavoro si è articolato nel tempo riflettendo sui vari piani di azione da mettere in campo, sui destinatari
delle proposte pensate in una logica differenziata e larga, di potenziale interesse per scuole, cittadinanza,
studiosi e turisti e sulle ricadute di utilità delle azioni da intraprendere dal punto di vista economico,
sociale, civile.
Così i tavoli affidati a personale universitario di varie strutture e Dipartimenti intendono esplorare le
possibilità di alcuni temi che consideriamo centrali per la città: quello della riscoperta identitaria della storia
urbana come fondamento della Parma futura affidato al prof. Carlo Mambriani, quello della musica come
risorsa centrale da legare al proprio destino curato dal prof. Marco Capra, quello del tempo libero come
occasione per riscoprire l’uso consapevole dello spazio pubblico affidato al dott. David Montaresi, quello
dell’innovazione economica legata al rinnovamento urbano seguito dal prof. Franco Mosconi, quello del
ruolo sociale della rigenerazione e della cittadinanza attiva curato dal prof. Giacomo Degli Antoni , quello
legato alla salute e ai corretti stili di vita stimolati dalla presenza di un sistema continuo di verde pubblico
curato dal prof. Stefano Bettati, quello di valorizzazione della ricerca nei molti campi di eccellenza che la
città presenta seguito dal prof. Mauro Carcelli, quello che riflette sulle possibilità di attuazione di un
processo di trasformazione articolato e complesso coordinato dal dott. Riccardo Marini, quello
dell’innovazione tecnologica, dell’ingegneria e della mobilità urbana affidato al prof. Michele Zazzi e quello
dell’energia e dei servizi per la casa e la città, dalla domotica all’elettronica ed alla gestione intelligente
delle infrastrutture urbane curato dal prof. Giovanni Franceschini.
I 10 tavoli verranno preparati e presentati alla città con l’obiettivo di raccogliere idee e proposte.
L’esito di queste discussioni sarà raccolto in un “Libro bianco per la città di Parma” che sarà presentato alla
fine di Ottobre e messo a disposizione della comunità come sforzo collettivo di sintesi rispetto alle
questione e alle prospettive emerse nel lungo processo previsto dalla fine di Marzo alla fine di Ottobre.
Il programma delle azioni 2016: assetto dei tavoli, occasioni di confronto e struttura del lavoro
10 tavoli di riflessione entreranno in azione dalla metà di Marzo e completeranno il lavoro nel mese di
Novembre con la stampa del “Libro bianco”.
Ognuno di essi sarà coordinato da un responsabile e configurerà un luogo di discussione impostata e
articolata dai docenti invitati a confronto con i contributi degli interlocutori istituzionali e dei portatori di
interesse.
Al responsabile è chiesto di fare sintesi delle proposte che emergono nel lavoro. Ai docenti universitari
(selezionati tra disciplini affini ma differenti per assicurare punti di vista complementari) è affidato il
compito di strutturate l’elaborazione di proposte tematiche per la città futura. Agli interlocutori invitati è
richiesto di dare un contributo dalla propria esperienza sul campo per le azioni che potranno essere
intraprese.
È previsto un momento pubblico di discussione in cui un ospite esterno sarà invitato a presentare esempi di
interesse, pratiche positive verificate in altri luoghi, eccellenze su cui riflettere e misurarsi. Sulla base di
questa presentazione si articoleranno gli interventi dei docenti, che proveranno a calare i temi proposti nel
contesto parmense. Il dibattito aperto agli interlocutori invitati darà conto della realtà attiva sul tema in
città.
Da Giugno a Settembre si svolgerà presso l’ex oratorio di San Quirino, sede espositiva di Parma Urban
Center, una mostra con i lavori didattici su Parma città futura con il grande plastico in scala 1: 500, che
potrà illustrare la proposta, e alcuni approfondimenti progettuali alla scala 1:200. L’associazione Archivals
degli studenti di Architettura terrà il proprio workshop nella sede della mostra per la settimana finale
dell’esposizione, elaborando ulteriori approfondimenti utili a comprendere potenzialità e sviluppi possibili
del progetto strategico. Dal 26 Settembre al 1 Ottobre l’ex oratorio di San Quirino diverrà, così, un grande
laboratorio per la città futura, aperto al pubblico con conferenze serali di progettisti di interesse
internazionale che presenteranno i propri lavori sul tema della rigenerazione urbana e della riqualificazione
degli spazi pubblici e verdi nel rapporto con la viabilità.
A Novembre il gruppo di lavoro allargato presenterà l’esito del processo che verrà raccolto nel “Libro
bianco per la città di Parma”.