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Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione Marche – Controdeduzioni alle osservazioni Pag. 1 di 88
PREMESSA
Il presente elaborato raccoglie le osservazioni pervenute e le relative controdeduzioni sia in
merito all’adozione del Piano Regolatore degli Acquedotti, avvenuta tramite D.G.R. 238/2014, sia
in riferimento alla procedura di V.A.S. in capo alla P.F. Valutazioni e Autorizzazioni Ambientali. Esse
sono state organizzate in maniera tale da offrire una puntuale risposta ai vari quesiti proposti.
Sulla base delle controdeduzioni formulate il Piano è stato conseguentemente aggiornato.
Alle seguenti controdeduzioni sulle osservazioni presentate da Comuni, Enti e portatori
d’interesse va innanzitutto fatta una premessa generale che dovrebbe chiarire definitivamente il
significato intrinseco e l’obiettivo generale del presente Piano Regolatore degli Acquedotti.
Lo scopo del Piano non è di attivare nuove concessioni ma quello di individuare e
conseguentemente riservare la risorsa idrica al solo uso idropotabile per l’attualità e per le future
generazioni, affinché nessun altro utilizzo sia concedibile senza che vengano garantiti i quantitativi
destinati a tale scopo.
A tal fine è stato individuato un approccio cautelativo che garantisca la disponibilità di
questo bene primario anche nel giorno di massimo consumo (che avviene intuitivamente in estate
quando la popolazione fluttuante legata al turismo estivo ha il suo picco) almeno per tutta la
previsione del Piano:
a) Il P.R.A. contiene, nelle sue varie parti, elenchi di captazioni da acque naturali: da corsi
d’acqua superficiali, da sorgenti, da falde, da campi pozzi.
Tali elenchi, naturalmente non esaustivi, contengono fondamentalmente le acque
pubbliche individuate presenti nella Regione Marche, in parte già captate, e teoricamente
disponibili all‘uso idropotabile.
b) Ciò però non vuol dire che solo per il fatto di essere incluse nel P.R.A. siano prelevabili sic
et simpliciter senza la relativa istruttoria amministrativa (compresa la Valutazione di
Impatto Ambientale), come previsto dalla normativa vigente per il prelievo di acqua
pubblica.
c) Nel corso dell’istruttoria per la concessione della derivazione, che comunque andrà svolta,
e nelle eventuali conferenze dei servizi, saranno individuate e risolte le varie problematiche
legate alla singola captazione e/o derivazione.
d) Al termine dell’istruttoria la derivazione potrà essere: concessa, concessa parzialmente,
oppure negata, come previsto dalle norme in vigore.
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In relazione alla norma relativa alla possibilità di derivare o captare acque sotterranee presenti
nei sistemi appenninici, (art 1, comma 2, della legge regionale 9 giugno 2006, n. 5 “Disciplina
delle derivazioni di acqua pubblica e delle occupazioni del demanio idrico”: “Le acque
sotterranee presenti nei sistemi appenninici sono da considerarsi una risorsa ed una riserva
strategica della regione da tutelare. L’utilizzo di nuove acque sotterranee profonde degli stessi
sistemi è consentito per fronteggiare situazioni di emergenza e carenze idriche gravi per uso
idropotabile, quando questa viene dichiarata ai sensi dell’articolo 5, comma 1, della legge 24
febbraio 1992, n. 225 (Istituzione del servizio nazionale della protezione civile). Tali risorse possono
essere impiegate solo dopo preventive e specifiche indagini e studi finalizzati che escludano
danni ambientali”, più volte citata nelle successive osservazioni, si rappresenta quanto segue.
La fattispecie descritta nel detto comma non esclude la possibilità di avviare le procedure per
il rilascio di concessioni ad uso idropotabile di acque sotterranee profonde ivi considerate,
anche in assenza di situazioni di emergenza e carenze idriche gravi per uso idropotabile,
seguendo ovviamente l’iter autorizzativo ordinario, secondo la normativa vigente regolante la
detta disciplina.
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ELENCO OSSERVAZIONI E RELATIVE CONTRODEDUZIONI
1. A.A.T.O. n. 5 MARCHE ................................................................................................................... 32
2. Associazione Giovanile GO Giovani d’Oggi .................................................................................. 26
3. AssoRinnovabili ............................................................................................................................. 64
4. Autorità di Bacino del Fiume Tevere ............................................................................................ 87
5. Autorità di Bacino Interregionale del Fiume Tronto .................................................................... 34
6. Autorità di Bacino Regionale – Regione Marche ......................................................................... 37
7. C.A.I. Regione Marche Assemblea Regionale dei Delegati .......................................................... 76
8. C.A.I. Sezione Ascoli Piceno .......................................................................................................... 79
9. Comitato per la difesa delle acque del Catria e del Nerone ........................................................ 62
10. Comune di Cagli (PU) .................................................................................................................... 4
11. Comuni: Cagli, Apecchio, Piobbico, Cantiano, Acqualagna, Frontone, Serra Sant’Abbondio .. 11
12. Comune di Cantiano (PU) ............................................................................................................ 48
13. Comune di Castelsantangelo sul Nera (MC) ............................................................................... 41
14. Comune di Fossombrone (PU) .................................................................................................... 45
15. Comune di Frontone (PU) ........................................................................................................... 43
16. Comune di Piobbico (PU) ............................................................................................................ 50
17. Comune di Urbania (PU) ............................................................................................................. 46
18. Comunità Montana Catria e Nerone di Cagli ............................................................................. 30
19. Consorzio Gorgovivo ................................................................................................................... 36
20. Gruppo di Lavoro: Lombardi Roberta, Fabbri Piergiorgio, Orciani Luca, Dini Giuseppe .......... 14
21. Hydrowatt .................................................................................................................................... 67
22. Italia Nostra – C.A.I. Sezione Terni – Mountain Wilderness Umbria ........................................ 69
23. Ministero B.AA.CC.T. – Direzione Reg.le per i Beni Culturali e Paesaggistici ............................ 86
24. Movimento 5 stelle del Catria e Nerone di Cagli e Cantiano ..................................................... 57
25. Parco Nazionale dei Monti Sibillini ............................................................................................. 72
26. Provincia di Ascoli Piceno – Servizio Tutela Ambientale ........................................................... 83
27. Provincia di Macerata – Settore 10 Ambiente ........................................................................... 84
28. Provincia di Perugia ..................................................................................................................... 82
29. Università Agraria degli Uomini della Villa di Acquaviva .......................................................... 29
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Controdeduzione all’osservazione n. 1:
Comune di Cagli (PU): nota del 20/06/2014
1 Numero progressivo osservazione
Pervenuta in data
Tramite Protocollo REGIONE MARCHE Protocollo Mittente
Numero Data Numero Data
1 20/06/2014 PEC 451651 20/06/2014 8418 20/06/2014
Tipo generico
ambientale
PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 1
Il progetto di "Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione", pur ammettendo in seno al documento istruttorio sottoscritto dallo stesso Responsabile del Procedimento (Ing. Giorgio Occhipinti) che la «gestione del servizio idrico, esso è stata svolta per molti anni direttamente dai Comuni» non ha coinvolto affatto, in modo partecipato, gli stessi Enti, ed in particolare quei Comuni ove il progetto di P.R.A. ha previsto i prelievi, ma solo le A.T.O. ed i Gestori, per cui è evidente, nell' elaborazione dello stesso Piano la carenza di elementi conoscitivi utili per avere una visione reale in merito alle derivazioni, agli schemi degli acquedotti ed alla gestione in generale del servizio idrico integrato.
Controdeduzione al PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 1
RESPINTA Gli elementi conoscitivi utili ad una visione complessiva ed attuale delle derivazioni e captazioni di acqua pubblica ad uso idropotabile, unitamente agli schemi acquedottistici ed alla gestione del servizio idrico integrato rientrano tra gli strumenti di dominio degli Ambiti Territoriali Omogenei(A.T.O.) e dei Gestori, a cui è affidato il relativo servizio pubblico. Essi detengono le informazioni aggiornate (in tempo reale) in merito alle linee acquedottistiche ed alle derivazioni. Gli A.T.O. ed i Gestori del servizio idrico sono stati introdotti nella legislazione (vedi legge Galli 36/94) proprio con lo scopo preciso di superare la frammentazione, la diseconomia, la gestione caotica e/o ineguale che sussisteva in precedenza a carico dei Comuni o delle aziende municipalizzate dei consorzi. Si evidenzia che gli A.T.O. sono Consorzi obbligatori composti da Comuni e Province, e che nei relativi Consigli di Amministrazione la rispettiva rappresentanza può esaminare approfonditamente tutte le problematiche inerenti la gestione del servizio. Nella stragrande maggioranza dei casi che si presentano nella pratica, ed in cui necessitano dati inerenti le captazioni o derivazioni, i Comuni interpellati hanno sempre declinato (per competenza) le richieste agli stessi Gestori del servizio idrico. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 2 dell’Osservazione n. 1
L'atto di pianificazione, ovvero il progetto di "Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione", pur essendo stato redatto da un gruppo di lavoro costituito da dipendenti della Regione Marche ai sensi dell' art. 4 del regolamento di attuazione del Decreto legislativo n. 163/2006 di cui alla deliberazione di Giunta regionale n. 1072/2007, con atto in data 02.08.2013, prot. 0526791/SGG del Segretario Generale, formalizzata con Decreto del Dirigente del Servizio in data 31.10.2013 n. 276/ITE, non riporta, oltre alla data di redazione, i nominativi dei dipendenti incaricati che oltre rispondere singolarmente per la specifica responsabilità sono tenuti a rispondere degli eventuali errori progettuali che, nel tempo, potrebbero essere causa anche di danno ambientale, ancorché, nell'immediato, degli errori riferiti alla elaborazione di dati. Il Piano riporta solo il nominativo del Dirigente che non sostituisce, nello specifico, il
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Responsabile ed incaricato della redazione del piano, quanto gli incaricati della redazione del Piano ed i Collaboratori.
Controdeduzione al PUNTO n. 2 dell’Osservazione n. 1
RESPINTA Il Piano adottato con DGR. 238 del 10.3.2014, attualmente riporta la sigla del responsabile Ing. Giorgio Occhipinti, allora dirigente della competente struttura regionale e al capitolo 12 dell’Elaborato di Piano sono riportati tutti i nominativi dei componenti il gruppo di lavoro. Anche nella versione che verrà licenziata dall’Assemblea Legislativa regionale saranno riportati i nominativi dei partecipanti al gruppo di lavoro che ha redatto il Piano. Ovviamente i progettisti si assumono le loro specifiche responsabilità, come previsto dalla norma. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 3 dell’Osservazione n. 1
Considerato che, così come ribadito nel documento istruttorio di cui alla Deliberazione n. 38/2014, l'obiettivo strategico fissato con Deliberazione della Giunta Regionale n. 581/2012 consiste nel «completamento della redazione e presentazione del "Piano Regolatore degli Acquedotti"», da parte della Struttura regionale competente in materia derivazioni d'acqua e demanio idrico, in riferimento alla già elaborata proposta preliminare di aggiornamento del P.R.A. dell' anno 2004, si ritiene che il conferimento dell’ incarico al Gruppo di Lavoro oltre ad essere estremamente oneroso per la collettività non trova una specifica corrispondenza tra quello che è ''l'Ambito oggettivo e soggettivo" di cui all'art. 2 del REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE allegato "B" alla Deliberazione della Giunta Regionale n. 1072/2007; Quanto sopra viene ancor più confermato da quanto riportato nelle PREMESSA del Piano, ovvero: « La presente relazione illustra il nuovo Piano Regolatore Generale degli Acquedotti della Regione Marche redatto dalla Struttura regionale Viabilità e Demanio Idrico del Servizio Infrastrutture, Trasporti ed Energia, diretta dal Dott. Ing. Giorgio Occhipinti.», se così è, come ovviamente riportato, ovvero, se il Piano è stato «redatto dalla Struttura regionale Viabilità e Demanio Idrico del Servizio Infrastrutture, Trasporti ed Energia, diretta dal Dott. Ing. Giorgio Occhipinti.» ci si chiede perché allora con atto in data 02.08.2013, prot. 05267911SGG del Segretario Generale, formalizzato con Decreto del Dirigente del Servizio in data 31.10.2013 n. 276/ITE, è stato costituito un Gruppo di Lavoro con la necessità di procedere ad utilizzare una copertura finanziaria dell' onere derivante dal presente atto, pari ad €. 100.000,00, con la disponibilità del capitolo 42201158 del bilancio 2013 o del corrispondente capitolo di bilancio dei successivi esercizi finanziari.
Controdeduzione al PUNTO n. 3 dell’Osservazione n. 1
RESPINTA Premesso che a quanto riportato in questo punto sarebbe possibile non replicare in quanto non attiene ne al tema ne agli obiettivi sviluppati dal Piano, con intenti dichiaratamente provocatori; purtuttavia si esplica e sottolinea che: ‐ Il piano è inquadrabile come Atto di pianificazione interna all’amministrazione, la cui redazione è assoggettata all’incentivo previsto dal D.Lgs. n.163/2006 art.92 c.5 e 6 , e successivo regolamento di attuazione di cui alla Delibera di Giunta n. 1072 del 8.10.2007 art. 6;
‐ Per esso si prevede al massimo il 30% della tariffa professionale prevista per analoghi piani; ‐ Per questo, se fosse stato redatto da professionisti esterni, esso sarebbe stato molto più oneroso per le finanze regionali;
‐ Il gruppo di lavoro ha riunito diverse professionalità nell’ambito Regionale, le quali hanno contribuito alla redazione del piano.
A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
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PUNTO n. 4 dell’Osservazione n. 1
L'attuale progetto di "Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione", da considerarsi pertanto come completamento della redazione della già elaborata proposta preliminare di aggiornamento del P.R.A. dell'anno 2004, viene adottato con Deliberazione G.R. 238/2014 quale progetto, omettendo il nominativo del Responsabile del Progetto nonché degli incaricati e collaboratori, sulla base del Documento Istruttorio redatto e sottoscritto dallo stesso soggetto che ricopre contemporaneamente sia il ruolo di Dirigente dell'Ufficio regionale competente in materia di Demanio Idrico, sia il ruolo di Responsabile ed incaricato della redazione del Piano, nonché del ruolo di Responsabile del Procedimento. A tal proposito dovrà essere fermata l'attenzione sul rispetto di quanto previsto al riguardo dalla vigente normativa con particolare riferimento al D.Lgs. 12 aprile 2006, n. 163;
Controdeduzione al PUNTO n. 4 dell’Osservazione n. 1
RESPINTA
Vedi risposta al punto precedente. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 5 dell’Osservazione n. 1
Il progetto di "Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione", specifica erroneamente, per quanto concerne la dorsale carbonatica del Catria e Nerone che «Captare pertanto le falde degli acquiferi profondi non necessariamente comporta una alterazione dei circuiti idrogeologici superficiali. Captare le acque degli acquiferi profondi può invece portare ad una riduzione di prelievi dalla sorgente di versante e di conseguenza ad una maggiore disponibilità idrica per la rete idrografica e quindi un incremento delle portate fluviali, con rispetto del DMV, in attuazione del Piano di Tutela delle Acque.», tale erronea considerazione certamente deriva dal fatto che tra gli «studi più significativi» che sono stati esaminati dall'Ufficio (o Gruppo di Lavoro !) in sede di istruttoria delle pratiche non compare quello relativo alla "Valutazione delle risorse idriche sotterranee nella dorsale carbonatica M.Catria M.Nerone" 1995, che già nel suo SOMMARIO specifica che «La falda in pressione, che viene a giorno lungo le incisioni fluviali del F. Bosso e F. Burano», ovvero, dai dati monitorati dal Comune di Cagli è riscontrabile che il prelievo di acqua dal Pozzo Cagli 1 oltre mettere in crisi le richiamate incisioni fluviali, incide anche direttamente sulle sorgenti in quota e sulle cavità carsiche (grotte) e tra queste cita specificatamente la "Buca del Diavolo" sul Monte Tenetra che «permette di raggiungere una falda freatica a quota del F. Burano, sostenuta da livelli di minore permeabilità.»;
Controdeduzione al PUNTO n. 5 dell’Osservazione n. 1
RESPINTA Vedasi quanto citato in premessa. Nel caso specifico del Pozzo Burano, e dell’idrogeologia ad esso connessa, sono stati presi in considerazione studi specifici quali quello dell’Aquater del 1992 e MTX Italia del 2003. Il primo evidenzia nelle conclusioni “che da una potenzialità residua pari a circa 1,03 mc/sec, che corrisponde ad una risorsa fruibile di 0,34 mc/sec”. In ogni caso sono state rivedute e corrette le previsioni d’uso, a seguito di approfondimenti ed analisi. La considerazione che “Captare pertanto le falde degli acquiferi profondi non necessariamente comporta una alterazione dei circuiti idrogeologici superficiali. ecc ecc” è una considerazione del tutto generale che vale per molti casi affrontati (vedi p.es. prelievo da Capotenna sul fiume Tenna). A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
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PUNTO n. 6 dell’Osservazione n. 1
Nella stesura del Piano, come nello stesso citato, «si è proceduto all'analisi ed alla stima dei fabbisogni in modo organico per ogni Ambito Territoriale Omogeneo (A.T.O.) », dalla lettura dei dati emerge che la popolazione in ambito A.T.O. n. 1 al 2011 è di 362.583 abitanti con una proiezione stimata al 2025 pari a 401.017 abitanti ( +‐10,6%), il fabbisogno idrico al 2011 che soddisfa i 362.583 abitanti è di 1.339 l/sec. Il fabbisogno idrico stimato al 2025 per una popolazione di 401.017 abitanti dovrebbe essere pertanto di circa 1.480,93 l/sec e non come erroneamente riportato dal Piano pari a 2.019 l/sec, poiché erroneamente gravato da un calcolo non rispondente di popolazione fluttuante pari a 120.000 abitanti. Il dato di popolazione fluttuante, con l'errato calcolo del fabbisogno 2025 porta conseguentemente ad errare anche il fabbisogno per l'anno 2050.
Controdeduzione al PUNTO n. 6 dell’Osservazione n. 1
RESPINTA Si rappresenta che la popolazione fluttuante riportata sia in tabella 7.6 sia in tabella 7.7 del Piano si riferisce cautelativamente alla necessità della dotazione complessiva di acqua ad uso idropotabile nel giorno di massimo consumo per garantire la disponibilità del bene primario anche in questa condizione; che avviene intuitivamente in estate quando la popolazione fluttuante legata al turismo estivo ha il suo picco. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 7 dell’Osservazione n. 1
Il concetto del Piano mira esclusivamente ad incrementare la quantità di acqua da captare accettando il «contenimento delle perdite totali entro un valore massimo del 20%». Accettare nella nostra era una perdita lungo le condotte idriche del 20% risulta essere totalmente anacronistico, ed è come se accettassimo che il 20% dei passeggeri o di materiale che vengono trasportati in una determinata tratta non arrivano a destinazione e per fronteggiare a ciò non si ricorra ai "ripari" ma si aumenti del 20/30% all'imbarco il numero di persone e di materiali. Dimostrazione reale di ciò si riscontra anche dall'analisi della Tabella 11.1 PROGRAMMA DEGLI INVESTIMENTI 2014‐2020, dove per l' AA TO n. 1 per quanto concerne gli interventi per la riduzione delle perdite sono stati previsti 2 milioni di euro, mentre per la realizzazione di opere di captazione (risorse strategiche) e reti sono stati previsti 35 milioni di euro.
Controdeduzione al PUNTO n. 7 dell’Osservazione n. 1
RESPINTA Il Piano non mira ad incrementare esclusivamente la quantità di acqua da captare: esso analizza i fabbisogni in ordine a: attuali ‐ al 2025 ‐ ed al 2050, prevedendo, in caso di necessità, le possibili acque pubbliche che possano soddisfare tali fabbisogni e ne riserva l’uso al solo fine idropotabile affinché nessun altro utilizzo sia concedibile, senza che vengano garantiti i quantitativi destinati a tale scopo. Ove ciò non si verificasse, la situazione rimarrebbe invariata senza incrementi di portata e senza la necessità di attivare nuove concessioni. Si ricorda, a questo proposito, che il “vigente” Piano Regolatore degli Acquedotti ‐Legge 4.2.1963 n°129 – prevedeva per Ancona,il numero di 161.705 come abitanti residenti al 2015, senza contare i fluttuanti. La città ha, da anni, una popolazione stabile di circa 100 mila abitanti. Per quanto riguarda la stima del «contenimento delle perdite totali entro un valore massimo del 20%», come obiettivo ritenuto insufficiente e anacronistico, si cita dal sito “Ingegneri.info ( La Community degli Ingegneri Italiani • Supplemento di Tecnici.it ‐ Quotidiano di informazione scientifica e tecnica ‐ ISSN 2284‐0109 ‐ Anno 7 n° 277 del 08/07/2014)” il seguente articolo: “Nel 2012 le reti comunali dell'acqua potabile italiane hanno disperso 3,1 miliardi di metri cubi, ovvero il 37,4% del volume di acqua immesso in rete. Ciò significa, semplificando, che su 100 metri cubi d'acqua ne vengono sprecati quasi 40. L'incidenza delle dispersioni, tra l'altro, sta costantemente aumentando, anche in confronto ai dati già alti dell'ultimo censimento di 4 anni fa, quando la percentuale di dispersione era comunque il 32,1% del
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volume totale. I dati arrivano dal nuovo censimento delle acque ad uso civile realizzato dall'Istat, riferito all'anno 2012 e ottenuto tramite le rilevazioni presso gli oltre tremila enti gestori dei servizi idrici attivi sul territorio.………..“. L’obiettivo di ridurre le perdite idriche portandole al 20% , si ritiene pertanto ragionevolmente perseguibile stimando l’attuale perdita media nelle singole A.T.O. di circa il 30%. Ogni ulteriore tentativo di riduzione può essere auspicato ma difficilmente raggiungibile. In relazione alla TAB.11.1 si rappresenta che in realtà oltre ai 2 mln di Euro destinati a ridurre le perdite, sono previsti ulteriori 13 mln di Euro per la manutenzione straordinaria delle reti, finalità questa che ha lo scopo evidente di ridurre le perdite. Nella versione aggiornata del Piano detti importi sono stati sommati. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 8 dell’Osservazione n. 1
Il Piano, già dalla INTRODUZIONE stabilisce erroneamente le soluzioni sin ad oggi adottate dall' A.T.O. n. 1 relativamente al sistema di approvvigionamento idrico ritenendo la medesima «anomala», poiché basata su acquedotti alimentati prevalentemente da acque superficiali (soprattutto invasi) ritenendo la stessa situazione «ulteriormente aggravata dal fatto che gli acquedotti sono riforniti da una moltitudine di piccole derivazioni sparse sul territorio, che rendono il servizio (a giudizio errato del Piano) frammentario e vulnerabile. Questo errato pensiero progettuale, che tra l'altro investe e caratterizza tutto il Piano, è dimostrabile nella sua erroneità tracciando al riguardo un parallelo con l'economia, che specie in questi momenti di crisi vede il solo ed unico sostegno nella piccola e media impresa (particolare caratteristica della nostra regione Marche) a discapito delle grandi strutture siano esse di prelievo che di rete.
Controdeduzione al PUNTO n. 8 dell’Osservazione n. 1
RESPINTA Cautelativamente si sono omesse le piccole derivazioni dimostratesi più vulnerabili specialmente nel periodo di massimo fabbisogno idrico (stagione estiva). La rete idrica dell’A.T.O. 1, è impostata sulle disponibilità idriche derivanti dalla conformazione morfologica, storica e politica del territorio che ha privilegiato l’uso delle acque superficiali caratterizzate da bassa qualità. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 9 dell’Osservazione n. 1
Gli interventi individuati dal Piano, riguardo all' A.T.O. n. 1 sono da ritenersi erronei in quanto: ‐ per quanto concerne la interconnessione alla rete acquedottistica del pozzo Burano, il prelievo di acqua fino a 300 l/sec, giudicato erroneamente possibile, non trova, così come non può trovare, alcuna conferma dalla elaborazione specialistica dei dati acquisiti in sede di monitoraggio. Tale dato ha trovato solo un "accademico" riscontro in una analisi riconducibile ad un periodo di monitoraggio estremamente breve, ovvero di soli 13 mesi, con l'applicazione del metodo Kennessey e della metodologia basata sull'utilizzo dei valori del c.i.p. (coefficiente d'infiltrazione potenziale);
‐ per quanto concerne la ‐ Nuovi campi pozzi da attivare in località San Lazzaro e Sant' Anna, con particolare riguardo a quest'ultima (dorsale marchigiana di Monte Paganuccio) la captazione di 150 l/sec comprometterebbero certamente il sistema ambientale del Monte Paganuccio e della adiacente valle del Furlo (Riserva Naturale).
‐ per quanto concerne il‐ Potenziamento derivazioni esistenti e/o di soccorso, ancorché trattasi di prelievi alquanto consistenti, ovvero 80 l/sec entro il 2025 e ulteriori 55 l/sec entro il 2050, il Piano, ancorché redatto con «L'obiettivo primario di individuare le fonti di approvvigionamento da "riservare" per l'uso idropotabile, per garantire alla collettività ed alle future generazioni la disponibilità del bene pubblico primario», è progettualmente carente in quanto non riporta alcun sito o modalità di prelievo.
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Controdeduzione al PUNTO n. 9 dell’Osservazione n. 1
RESPINTA Facendo seguito a quanto indicato al precedente punto 5), si evidenzia che la portata di 340 l/s è un dato riconosciuto in letteratura tecnica e da studi effettuati sul pozzo, in primis quello compiuto dall’Aquater nel 1992. Tutt’altra considerazione riveste l’attivazione della concessione che potrà avvenire solo nel caso si verificassero le previsioni di piano, seguendo le procedure previste per legge come ben evidenziato in premessa: vedi in particolare i punti c) e d). Per quanto riguarda i pozzi di Sant’Anna e San Lazzaro, è stato effettuato uno studio:“Indagine conoscitiva sulle risorse idriche sotterranee dell’A.T.O. 1 Marche Nord Pesaro‐Urbino‐Progetto finalizzato alla verifica sperimentale delle potenzialità idriche delle idrostrutture carbonatiche del bacino del Fiume Metauro ”, a cura del Prof. Torquato Nanni ed è ora in corso la seconda parte del progetto. Gli studi condotti consentono già ora di affermare che sussistono buone potenzialità di portata dell’acquifero in questione. In ogni caso l’ipotesi di prelievo massimo è stato riveduto e corretto per gli scenari ipotizzati al 2025 e al 2050. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 10 dell’Osservazione n. 1
Riguardo all'elaborato "NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE (N.T.A.), nel richiedere l'adeguamento dello stesso elaborato alle attuali normative, si richiede specificatamente che per l'utilizzo delle acque, ovvero che le risorse possono essere impiegate solo dopo preventive e specifiche indagini e studi finalizzati che escludano danni ambientali. Si richiede inoltre specificatamente che i commi 3 e 4 dell'art. 6 delle medesime NT A del Piano, vengano corretti inserendo per entrambi il periodo temporale di novanta giorni.
Controdeduzione al PUNTO n. 10 dell’Osservazione n. 1
ACCOLTA IN PARTE L’elaborato NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE (N.T.A.), è adeguato alle attuali normative, anche alla luce dell’aggiornamento effettuato. Come già specificato (vedi premessa iniziale) l'utilizzo delle acque e delle risorse idriche sarà possibile solo dopo l’istruttoria amministrativa secondo le norme vigenti, che comprende la valutazione di impatto ambientale (V.I.A.). Per quanto riguarda i commi 3 e 4 dell'art. 6 delle NTA del Piano, sono stati modificati in tal senso. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 11 dell’Osservazione n. 1
Riguardo all'elaborato "RAPPORTO AMBIENTALE V.A.S." si richiede che lo stesso elaborato sia redatto ai fini ed ai sensi del D.Lgs. n. 152/2006 e ss. mm. ed ii. e della D.G.R. n. 1813/2010 omettendo nello stesso, in ripetizione, quanto già riportato integralmente, anche più volte, nell'Elaborato di Piano così da poter far comprendere gli scenari, le valutazioni d'incidenza e quant' altro di specifico riguardo alla Valutazione Ambientale Strategica.
Controdeduzione al PUNTO n. 11 dell’Osservazione n. 1
ACCOLTA La richiesta è accolta nelle parti ritenute utili.
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A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
Sintesi finale: In conclusione, a seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente:
Accoglibile / Accoglibile parzialmente / Non accoglibile
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Controdeduzioni alle osservazioni n. 2 e n.3:
Osservazione n.2: Comune di Cagli
Osservazione n.3: Comune di Cagli, Apecchio, Piobbico, Cantiano, Acqualagna, Frontone, Serra
Sant’Abbondio
2
3 Numero progressivo osservazione
Pervenuta in data
Tramite
Protocollo REGIONE MARCHE Protocollo Mittente
Numero Data Numero Data
2 31/07/2014 PEC 563825
562827 01/08/2014
Tipo generico
ambientale
PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 2 e n.3
Pag. 55 ‐ ACQUE RISERVATE A.T.O. 1 ‐ Alla riga “Derivazioni da attivare e/o potenziare" al punto a) "Pozzi Burano" “Riserva 2025" e “Riserva 2050", sostituire rispettivamente i numeri "200" e "100" con "0" e “O" (I/s).
Controdeduzione al PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 2 e n.3
RESPINTA Per effetto dell'articolo 1 della legge 5 gennaio 1994 (legge Galli), n. 36 (ora abrogato) tutte le acque superficiali o sorgentizie hanno assunto natura pubblica. Il Comune nel cui territorio è presente la fonte di captazione non può vantare alcun diritto di sorta. L’acqua è un bene primario pubblico per cui nessun Ente pubblico o associazione può rivendicarne un uso esclusivo o prioritario. Ne deriva che nessuno può vietare la riserva di acqua pubblica ad uso umano. Tale osservazione non può quindi essere accolta. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 2 dell’Osservazione n. 2 e n.3
Pag. 61 Sostituire la frase alle righe 9‐10 “attivare alcune derivazioni primarie di acque profonde, di realizzare le necessarie interconnessioni delle reti" con la seguente frase “procedere alla pulizia degli invasi di S. Lazzaro, Mercatale, Furlo e altri esistenti, di procedere alla verifica delle perdite sul sistema acquedottistico e recupero dei disequilibri esistenti. Migliorare le reti esistenti e creare le nuove necessarie interconnessioni in particolare per la zona Cagli‐Frontone"
Controdeduzione al PUNTO n. 2 dell’Osservazione n. 2 e n.3
ACCOLTA IN PARTE Si prevede la pulizia degli invasi di Mercatale e Furlo, (l’ENEL attualmente sta procedendo ad uno sfangamento –parziale‐ dell’invaso di San Lazzaro, anche con risorse regionali, a cui seguirà una analoga operazione con l’invaso di Tavernelle ; vedasi il DM 30.6.2004 e l’art. 114, c. 2, D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152 ‐Progetto di gestione degli invasi); si procederà alla verifica delle perdite sul sistema acquedottistico per migliorare le reti esistenti e creare le nuove necessarie interconnessioni. In particolare per la zona Cagli‐Frontone si fa riferimento alla valutazione eseguita da parte dell’A.T.O. 1, la quale evidenzia che il Comune di Frontone dipende essenzialmente da captazioni soggette a cicli stagionali che riducono la disponibilità della risorsa nel periodo estivo, che coincide con un incremento dei consumi per l’aumentato flusso turistico. Inoltre Frontone ha rilevanti problemi di perdite (superiori al 50%), ma nello
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stesso tempo approfondimenti geologici hanno individuato buone potenzialità di reperimento di acqua profonda e quindi poco vulnerabile rispetto a fenomeni siccitosi. Si propone di agire su due fronti: 1) riduzione delle perdite, per la quale il Piano degli Interventi già prevede la ristrutturazione di alcuni tratti importanti dell’acquedotto; 2) poiché studi sono stati eseguiti ed aree potenzialmente produttive sono state individuate, si dovrebbe procedere con perforazioni e prove di portata per la individuazione di nuove captazioni, da introdurre successivamente nel P.R.A., mediante misurazioni effettive. E’ questo un obiettivo di lungo termine perché al momento, il Piano degli Interventi dell’A.T.O. è prioritariamente dedicato al recupero delle non conformità nella depurazione. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 3 dell’Osservazione n. 2 e n.3
Pagg. 61‐62 Cancellare il paragrafo "Interconnessione alla rete acquedottistica del "Pozzo del Burano" (righe da 15 di pag.61 a 7 di pag.62) sostituendo di seguito: "‐ Pozzo Burano :Il Pozzo Burano (Comune di Cagli) rimane confermato nella sua funzione strategica regionale, a carattere di eccezionalità, al servizio della Protezione Civile per utilizzo di sola emergenza"
Controdeduzione al PUNTO n. 3 dell’Osservazione n. 2 e n.3
RESPINTA Tale osservazione non può essere accolta in quanto l’acqua è un bene primario pubblico per cui nessun Ente pubblico o associazione può rivendicarne un uso esclusivo o prioritario. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 4 dell’Osservazione n. 2 e n.3
Pag. 75 ‐ Tavola 9.1‐ Schemi Acquedotti A.T.O. 12025 – 2050 Modificare l'intervento di progetto derivazione (linea tratteggiata rossa) tra Pozzo Burano (Comune di Cagli) e Acqualagna lasciando la rete esistente.
Controdeduzione al PUNTO n. 4 dell’Osservazione n. 2 e n.3
RESPINTA Si vedano le controdeduzioni precedenti. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 5 dell’Osservazione n. 2 e n.3
NTA art.2 AI punto c) Aggiungere dopo “sistemi idrogeologici appenninici" la frase "ad esclusione del Pozzo del Burano (Comune di Cagli)". Aggiungere dopo "Per tali fonti Riservate" la frase "ad eccezione del Pozzo del Burano (Comune di Cagli)".
Controdeduzione al PUNTO n. 5 dell’Osservazione n. 2 e n.3
RESPINTA Si vedano le controdeduzioni precedenti. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
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PUNTO n. 6 dell’Osservazione n. 2 e n.3
NTA art. 12 comma 1, 2,4 ‐ Da abrogare in toto
Controdeduzione al PUNTO n. 6 dell’Osservazione n. 2 e n.3
RESPINTA L’Osservazione è assolutamente non accoglibile in quanto già previsto dalla normativa vigente. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 7 dell’Osservazione n. 2 e n.3
RAPPORTO AMBIENTALE VAS pagg. 57–58 Escludere dal P.R.A. la parte cha va da "Interconnessione alla rete acquedottistica del Pozzo del Burano" fino a "pregiata" a pag. 58.
Controdeduzione al PUNTO n. 7 dell’Osservazione n. 2 e n.3
RESPINTA L’Osservazione è assolutamente non accoglibile in quanto già previsto dalla normativa vigente. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente Sintesi finale: In conclusione, a seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente:
Accoglibile / Accoglibile parzialmente / Non accoglibile
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Controdeduzione all’osservazione n. 4:
Gruppo di Lavoro: Lombardi Roberta, Fabbri Piergiorgio, Orciani Luca, Dini Giuseppe
4 Numero progressivo osservazione
Pervenuta in data
Tramite Protocollo REGIONE MARCHE Protocollo Mittente
Numero Data Numero Data
3 23/06/2014 PEC 456116 23/06/2014
Tipo generico
ambientale
PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 4
Nella premessa del P.R.A., riportato nello spazio web regionale, si legge che il Progetto è stato "partecipato" dagli uffici regionali, A.T.O. e gestori . Sono però stati estromessi i portatori di interesse, quali cittadini, comitati e associazioni in difformità dalla L 108/2001 (Recepimento convenzione di Aarhus). Altresì non risulta che siano stati contattati gli Amministratori comunali. Quanto sopra per chiarire che ad una gestione burocratica, accentrata e poco trasparente va contrapposta un'idea di gestione pubblica partecipativa che coinvolga il cittadino anche nelle fasi di pianificazione e verifica.
Controdeduzione al PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 4
RESPINTA Si respinge l’affermazione che sia stata “una gestione burocratica, accentrata e poco trasparente …. contrapposta un'idea di gestione pubblica partecipativa che coinvolga il cittadino anche nelle fasi di pianificazione e verifica.” Nel merito si evidenzia che le A.T.O. sono consorzi obbligatori composte da Comuni e Province, ora denominate, con L.R. 30/2011 Assemblee di Ambito. Nelle sedute dei Consigli di Amministrazione i rappresentanti dei Comuni possono esaminare approfonditamente tutte le problematiche inerenti la gestione del servizio, e nel caso di specie le problematiche del Piano ed estendere le perplessità ad eventuali portatori di interesse. Gli incontri e le Comunicazioni tra Regione – A.T.O. ‐ Gestori sono state vari e molteplici, in particolare in data 8.8.2013 (prot. n° 0539849 ) è stato inviato ai seguenti Enti: A.T.O. regionali, Provincie , Regioni Emilia Romagna –Toscana – Umbria – Lazio ‐ Abruzzo, Prov. di Rimini ‐ Arezzo ‐ Perugia – Rieti ‐ Teramo; Enti Parco regionali ed intra regionali; Autorità di Bacino regionali; Ministero Beni ed Attività Culturali; Consorzi di Bonifica regionali; Servizi regionali (agricoltura‐ territorio, ambiente ecc). Il Rapporto Preliminare, comprendente la descrizione del Piano Regolatore degli Acquedotti con le informazioni e i dati necessari alla verifica degli impatti significativi sull'ambiente in conseguenza della sua attuazione, al fine di definire la portata ed il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale. Nella nota si ricorda che “Come previsto dalla normativa vigente gli S.C.A. (Soggetti Competenti in materia Ambientale) in indirizzo sono stati individuati da questa Autorità procedente in collaborazione con l'Autorità competente della Regione Marche ‐ P.F. Valutazioni ed Autorizzazioni Ambientali. I soggetti coinvolti sono pertanto invitati ad esprimere il proprio contributo in modo da garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente e di contribuire all'integrazione di considerazioni ambientali all'atto dell'elaborazione del Piano in oggetto. Si specifica che il Rapporto Preliminare e i documenti del redigendo P.R.A. ,sono stati consultabili sul sito della Regione Marche. Ciò è stato ribadito con nota prot. N. 553326 del 21.8.2013 dalla struttura regionale P.F. Valutazioni ed Autorizzazioni Ambientali che ha inviato una comunicazione in cui si invitava ai predetti Enti elencati ad esprimere il proprio contributo in ordine alla Valutazione Ambienta le Strategica. Con nota del 9.12.2013 inviata alle Autorità di bacino regionali ed interregionali ed alle A.T.O., è stato chiesto alle stesse di esprimere il parere di competenza in merito al Piano.
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A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta: Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 2 dell’Osservazione n. 4
Il Piano presenta numerose ripetizioni e ridondanze, riportando in vari punti del testo gli stessi capoversi e periodi, e ripetendo gli stessi concetti. Le osservazioni e richieste di modifiche, che seguono vanno perciò applicate in tutti i punti in cui lo stesso paragrafo/periodo/concetto viene ripetuto.
Controdeduzione al PUNTO n. 2 dell’Osservazione n. 4
ACCOLTA IN PARTE Per le parti che non si ritengono necessarie. Vedasi aggiornamento Piano. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 3 dell’Osservazione n. 4
Pag. 5624 ‐ CAP. 2 INTRODUZIONE: aggiungere dopo il capoverso "Nel nuovo contesto normativo... future generazioni la seguente formulazione: in forza del risultato del "Referendum popolare abrogativo del giugno 2011" la Regione, di concerto con gli altri enti pubblici competenti, provvederà ad emanare entro 1 anno dall'entrata in vigore del presente Piano, apposito atto normativo per recepire i dettami referendari, viene altresì introdotta una quota pro‐capite di acqua giornaliera, minima, garantita e gratuita, pari a 50 litri/giorno/persona, come diritto inalienabile di accesso e fruizione della risorsa acqua."
Controdeduzione al PUNTO n. 3 dell’Osservazione n. 4
RESPINTA Non rientra nell’organizzazione del Piano. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 4 dell’Osservazione n. 4
considerare come utile strumento di riferimento i contenuti ed i principi espressi nella proposta di legge d'iniziativa popolare concernente "principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico" già in discussione presso la commissione ambiente del parlamento.
Controdeduzione al PUNTO n. 4 dell’Osservazione n. 4
RESPINTA Non rientra nell’organizzazione del Piano. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 5 dell’Osservazione n. 4
pag. 5625 e in altri punti del Piano, si fa riferimento alla difficoltà di realizzare interconnessioni tra differenti A.T.O.; poiché l'A.T.O. 1 risulta l'unico in sofferenza idrica, si chiede di rivalutare la possibilità di realizzare concretamente tali interconnessioni, al fine di porre in sicurezza anche quest'ambito senza pregiudicare le risorse idriche sotterranee strategiche (specialmente quelle presenti nell'acquifero del Calcare Massiccio).
Controdeduzione al PUNTO n. 5 dell’Osservazione n. 4
ACCOLTA IN PARTE L’interconnessione proposta, anche se auspicabile, è di difficile realizzazione nel breve‐medio periodo così come valutato anche dalle A.T.O. 1 e 2. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
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PUNTO n. 6 dell’Osservazione n. 4
pag. 5626 modificare l'elenco puntato come segue: a) sostituire il "contenimento delle perdite totali entro un valore massimo del 20%" con il seguente il "contenimento delle perdite totali entro un valore massimo del 10% nell'arco temporale del prossimo decennio"
Controdeduzione al PUNTO n. 6 dell’Osservazione n. 4
RESPINTA Il Piano non mira ad incrementare esclusivamente la quantità di acqua da captare: esso analizza i fabbisogni: ‐ attuali ‐ al 2025 ‐ ed al 2050, prevedendo, in caso di necessità, le possibili acque pubbliche che possano soddisfare tali fabbisogni e ne riserva l’uso al solo fine idropotabile affinché nessun altro utilizzo sia concedibile, senza che vengano garantiti i quantitativi destinati a tale scopo. Ove ciò non si verificasse, la situazione rimarrebbe invariata senza incrementi di portata e senza la necessità di attivare nuove concessioni. Si ricorda. a questo proposito, che il “vigente” Piano Regolatore degli Acquedotti ‐Legge 4.2.1963 n°129 – prevedeva per Ancona, come abitanti residenti al 2015 , il numero di 161.705, senza contare i fluttuanti. La città ha, da anni, una popolazione stabile di circa 100 mila abitanti. Per quanto riguarda la stima del «contenimento delle perdite totali entro un valore massimo del 20%», come obiettivo ritenuto insufficiente e anacronistico, si cita al sito Ingngneri.info ( La Community degli Ingegneri Italiani • Supplemento di Tecnici.it ‐ Quotidiano di informazione scientifica e tecnica ‐ ISSN 2284‐0109 ‐ Anno 7 n° 277 del 08/07/2014): “Nel 2012 le reti comunali dell'acqua potabile italiane hanno disperso 3,1 miliardi di metri cubi, ovvero il 37,4% del volume di acqua immesso in rete. Ciò significa, semplificando, che su 100 metri cubi d'acqua ne vengono sprecati quasi 40. L'incidenza delle dispersioni, tra l'altro, sta costantemente aumentando, anche in confronto ai dati già alti dell'ultimo censimento di 4 anni fa, quando la percentuale di dispersione era comunque il 32,1% del volume totale. I dati arrivano dal nuovo censimento delle acque ad uso civile realizzato dall'Istat, riferito all'anno 2012 e ottenuto tramite le rilevazioni presso gli oltre tremila enti gestori dei servizi idrici attivi sul territorio.……….. “ L’obiettivo del Piano di ridurre le perdite idriche portandole al 20% , si ritiene sia ragionevolmente perseguibile stimando l’attuale perdita media nelle singole A.T.O. di circa il 30%. Ogni ulteriore tentativo di riduzione può essere auspicato ma difficilmente raggiungibile. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 7 dell’Osservazione n. 4
pag. 5628 ‐ CAP 3‐ QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO ‐ aggiungere al quadro normativo di riferimento:‐la Direttiva 91/271/CEE aree sensibili. ‐ la Legge Regionale n. 5/2006 sulle derivazioni di acqua pubblica
Controdeduzione al PUNTO n. 7 dell’Osservazione n. 4
ACCOLTA IN PARTE Nel Quadro Normativo di Riferimento è stata aggiunta la Legge Regionale n. 5/2006 sulle derivazioni di acqua pubblica; non la Direttiva 91/271/CEE aree sensibili, in quanto tale Direttiva non rientra nelle finalità del Piano. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 8 dell’Osservazione n. 4
pag. 5634 ‐ CAP 6 ‐ ATTUALE APPROVIGIONAMENTO IDRICO DEGLI ACQUEDOTTINELLA REGIONE MARCHE: là dove si richiama la legge Galli, si chiede di togliere la seguente affermazione:"
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migliorare il servizio a vantaggio della collettività" in quanto trattasi di giudizio soggettivo.
Controdeduzione al PUNTO n. 8 dell’Osservazione n. 4
ACCOLTA Con la seguente modifica: Conseguimento di adeguate dimensioni gestionali. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 9 dell’Osservazione n. 4
pag. 5657 capitolo 7. FABBISOGNIIDROPOTABILI ALL'ANNO 2025 – 2050è impensabile poter stimare il fabbisogno futuro basandosi sui dati di derivazione e non su quelli dei consumi. AI fine di una programmazione delle priorità negli interventi di manutenzione, adeguamento, rinnovo o potenzia mento della rete, tali dati, aggregati per frazioni abitative con relative serie storiche, sono indispensabili per poter individuare i tratti in cui la rete acquedottistica risulta inefficiente o presenta le maggiori perdite. Si chiede, pertanto, di inserire e commentare tali dati, verificando/rivedendo l'eventuale stima sui fabbisogni futuri, introducendo dopo il primo capoverso il seguente: "La stima dei fabbisogni viene eseguita in seguito alla puntuale, completa e particolareggiata analisi dei dati relativi ai consumi aggregati per frazioni abitative con relative serie storiche, tenendo conto della gerarchica ramificazione della struttura acquedottistica"
Controdeduzione al PUNTO n. 9 dell’Osservazione n. 4
ACCOLTA IN PARTE Il fabbisogno è stimato sull’aumento della popolazione su base ISTAT e sulla dotazione pro capite (vedi Tabelle 7.6, 7.7, 7.8, 7.9, 7.10). L’individuazione delle priorità è una competenza dell’A.T.O. ed è interesse della stessa intervenire dove le perdite sono più significative. Dopo opportuni approfondimenti sulla stima dei fabbisogni, si rimanda alla lettura del cap.7 del P.R.A., così come aggiornato. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 10 dell’Osservazione n. 4
pag. 5669 inserire, prima del riferimento alle tabelle 7.6 e 7.7 il seguente periodo: "Viene introdotta una quota pro‐capite di acqua giornaliera, minima, garantita e gratuita, pari a 50 litri/giorno/persona, come diritto inalienabile di accesso e fruizione alla risorsa acqua."
Controdeduzione al PUNTO n. 10 dell’Osservazione n. 4
RESPINTA Nel condividere lo spirito della osservazione, si rappresenta che il P.R.A. non può contenere impegni di modifiche legislative non di competenza dello stesso. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 11 dell’Osservazione n. 4
capitolo 8. ACQUE RISERVATE 2025 E 2050 ‐ A.T.O.1 "falde profonde" e Art 2 NTA;Gli studi fatti (pozzi del Burano Cagli, S. Anna del Furlo, S. Lazzaro Fossombrone) sono stati determinanti per capire che esistono acquiferi importanti, ma anche là dove è stata svolta attività di indagine sulla relazione tra acque profonde e corpi idrici superficiali, rimangono notevoli dubbi su: tempi di ricarica, relazione tra acquiferi profondi e superficiali (come anche affermato a pago 5753 del piano), conseguenze dei prelievi a lungo termine. Da tenere in considerazione che, ad esempio per il pozzo del Surano, ad esclusione dello studio Acquater, noto per la conclusiva relazione interpretativa ma anche per la sua breve durata, gli altri monitoraggi e studi eseguiti sembrano
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aver permesso l'accumulo di una mole impressionante di informazioni, ma non la loro trasformazione in bilanci leggibili e fruibili. Per quanto riguarda invece, la scoperta di importanti acquiferi, come quello di S.Anna e S.Lazzaro (studio commissionato daIl' A.T.O.1, di per sé non può la loro sola esistenza giustificarne l'inserimento dentro una pianificazione quale il Piano Acquedotti, in quanto, anche in questo caso, lo studio per verificare in maniera puntuale il rapporto tra corpi idrici sembra debba essere ancora essere svolto. In conclusione si ritiene che la concessione di captazioni di acque sotterranee profonde presenti nei sistemi appenninici, sarà possibile esclusivamente dopo accurati e prolungati studi idrogeologici, almeno quinquennali, che riescano a quantificare gli effetti dello sfruttamento progettato sull'intero sistema acquifero regionale. In particolare, le acque del pozzo Burano (A.T.O. N.1) devono essere considerate "riserva strategica" (hanno un tempo di ricarica di circa 15 anni) e non devono essere utilizzate a regime. Tale considerazione è inoltre esplicitata a pag. 5759 del Piano :"Ia riduzione del prelievo idropotabile da acque superficiali, mediante adduzione di acque sotterranee presenti nei sistemi appenninici (ai sensi dell'art. 1 comma 2 della LR 5/2006, tali risorse potranno essere utilizzate solo dopo preventive e specifiche indagini e studi finalizzati che escludano danni ambientali);". Si chiede, perciò, di rivedere l'intero capitolo in funzione di tale osservazione e di introdurre il capoverso seguente: "In mancanza di studi e monitoraggi almeno quinquennali relativi agli effetti di emungimenti di acque dalle falde sotterranee profonde, l'utilizzo dello stesse potrà rivestire esclusivamente carattere straordinario in seguito all'emanazione dello stato di "emergenza idrica" dichiarato dagli organi competenti in base alla legge 225/1992. In generale, il rilascio di concessioni di captazioni di acque sotterranee profonde presenti nei sistemi appenninici sarà possibile solo ed esclusivamente dopo accurati studi idrogeologici quinquennali eseguiti senza soluzione di continuità, che accertino chiaramente la sostenibilità degli effetti dello sfruttamento progettato sull'intero sistema acquifero regionale (in termini di equilibrio di bilancio delle quantità emunte verso quelle ricaricate annualmente). Tali studi, con relative conclusioni, specifici per ciascuna richiesta di concessione, saranno resi pubblici ed allegati alle singole richieste" Per quanto sopra esposto si chiede, inoltre, di stralciare all'art. 2 delle NTA, punto c), la seconda parte a partire da "per tali fonti..." e riproporre in alternativa "quanto disposto dall'art. 1 comma 2 LR n.5/2006, con l'aggiunta di un chiaro richiamo alla necessità di studiare le falde sotterranee profonde per almeno 5 anni, prima del loro utilizzo e sempre che gli studi abbiano escluso danni ambientali. Lo studio deve essere continuativo negli anni". Per ovvie ragioni si chiede di modificate tutte le arti del Piano e rielaborarlo alla luce del su citato art.1 LR 5/2006.
Controdeduzione al PUNTO n. 11 dell’Osservazione n. 4
ACCOLTA IN PARTE Indicando quanto premesso alle presenti controdeduzioni, ed evidenziando che attualmente è già in corso un prelievo dal Pozzo del Burano , si rimanda alla risposta alla nota 1 punti 5 e 9. Inoltre: ‐ premettendo quanto già rappresentato al precedente punto 5), si evidenzia che il dato di portata pari
a circa 300 l/s è riconosciuto in letteratura tecnica, e da studi effettuati sul pozzo, in primis quello compiuto dall’Acquater nel 1992;
‐ l’ipotesi di prelievo massimo di 300 l/sec ,è stato riveduto e corretto con approfondimenti e analisi; ‐ tutt’altra considerazione riveste l’attivazione della concessione che potrà avvenire solo nel caso si
verificassero le previsioni di piano, seguendo le procedure previste per legge come ben evidenziato in premessa: vedi in particolare i punti c) e d).
A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 12 dell’Osservazione n. 4
pag. 5681 interconnessione alla rete acquedottistica del pozzo Burano‐ eliminare il periodo: "Per tale opera..., senza conseguenze negative per l'acquifero e per l'ambiente." Tale affermazione non sembra essere supportata da studi specifici con risultati incontrovertibili, inoltre si chiede di modificare il secondo periodo come segue: "Le acque del pozzo Surano possono essere utilizzate in occasione di accertate emergenze (ai sensi della Legge 225/1992) per periodi definiti e limitati. Con analoga modifica va apportata a pag. 5782 e 5783.
Controdeduzione al PUNTO n. 12 dell’Osservazione n. 4
ACCOLTA Tenendo presente quanto rappresentato al punto precedente, l’osservazione può essere accogliibile.
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Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione Marche – Controdeduzioni alle osservazioni Pag. 19 di 88
A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta: Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 13 dell’Osservazione n. 4
pag. 5700 ‐ Capitolo 10 RISPARMIO IDRICO ED OTTIMIZZAZIONE DELLA GESTIONE DEGLI ACQUEDOTTI ‐ A tale riguardo è utile ricordare che, a metà degli anni 2000, la Provincia di Pesaro e Urbino ha prodotto un documento, "Linee guida per la razionalizzazione dell'uso delle risorse idriche nella provincia", nel quale erano elencate tutta una serie di possibili iniziative che questo nuovo Progetto di Piano sembra completamente ignorare.In ogni caso, ed in particolare, per quanto riguarda il settore agricolo, occorre, innanzi tutto, censire e contrastare le derivazioni e captazioni abusive (es. pozzi e adduzioni non registrate), inoltre, non è possibile attendere che questo settore si evolva spontaneamente verso l'adozione di nuove tecnologie di irrigazione o verso colture meno idrovore, è necessario accelerare il cambiamento anche con opportune normative. A tale scopo si chiede: ‐ l'introduzione del seguente capoverso: " al fine di raggiungere apprezzabili risultati in materia di risparmio idrico, oltre che assicurare sempre maggiori livelli di qualità e salubrità dell'acqua, la Regione provvederà a completare il censimento di tutte le derivazioni da acque superficiali e sotterranee esistenti, impegnandosi ad inasprire le sanzioni relativamente alle adduzioni prive di regolare concessione. La Regione si impegna altresì, a creare presupposti di incentivazione economica per quegli operatori virtuosi che abbiano adottato moderne tecniche di irrigazione in linea con le necessità di risparmio idrico. ‐ di inserire anche per le captazioni irrigue, in tutte le leggi regionali di riferimento, l'obbligo dello strumento di misura così come previsto dal DLvo 152/2006 art 133 comma 8. Possono accogliersi le osservazioni contenute nel presente punto, inserendo le linee guida citate, ed introducendo il capoverso citato. Inoltre anche per le captazioni irrigue, sussite
Controdeduzione al PUNTO n. 13 dell’Osservazione n. 4
ACCOLTA IN PARTE Nel condividere lo spirito della osservazione, si rappresenta che il P.R.A. non può contenere impegni di modifiche legislative non di competenza dello stesso. Nel merito, è accolto l’invito ad una maggior definizione dei risparmi idrici del capitolo 10.1. Il censimento delle derivazioni , captazioni e pozzi è già oggetto di apposito procedimento tecnico amministrativo come previsto dalla L.R. 5/2006. Inoltre per tutte le derivazioni di acqua pubblica, sussiste già l'obbligo dello strumento di misura così come previsto dal D.L.vo 152/2006 art 133, comma 8. Non possono accogliersi, per quanto sopra esposto, le modifiche come proposte. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 14 dell’Osservazione n. 4
pag. 5703 . b) controllo e riduzione delle perdite ‐ aggiungere dopo il seguente capoverso "Nel settore acquedottistico...dalle "perdite fisiche effettive delle reti", il seguente periodo: "La Regione provvederà ad acquisire i dati sugli usi non fatturati allo scopo di poter conseguire la maggior quantità possibile di informazioni utili per la definizione di un corretto bilancio idrologico globale."
Controdeduzione al PUNTO n. 14 dell’Osservazione n. 4
RESPINTA. Si ricorda che il risparmio e la manutenzione delle linee è compito spettante ai gestori del servizio idrico integrato, e che tale risparmio è uno degli obiettivi da sempre perseguiti dagli stessi gestori. Si ritiene il dato non essenziale in quanto tale quantità è già ricompresa nella dotazione dei residenti. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 15 dell’Osservazione n. 4
pag. 5704 e 5711 e in tutti i riferimenti contenuti all'interno del Piano: modificare la frase "Il presente Piano si pone
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come ragionevole obiettivo di contenere le perdite fisiche delle reti entro il 20%, con la seguente: "Il presente Piano si pone come ragionevole obiettivo di contenere le perdite fisiche delle reti entro il 10%"
Controdeduzione al PUNTO n. 15 dell’Osservazione n. 4
RESPINTA In quanto il Piano si pone l’obiettivo di ridurre le perdite idriche portandole dall’attuale media del 30% ad un 20% poiché lo si ritiene raggiungibile. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 16 dell’Osservazione n. 4
paragrafo 5710 Cap. Il PROGRAMMA DI INVESTIMENTI PER L'ATTUAZIONE DEL PIANO.occorre realizzare prioritariamente, gli investimenti inerenti la riduzione delle perdite, il risparmio idrico, l'ottimizzazione della gestione e successivamente le azioni tese all'incremento della captazione di nuove risorse; ciò deve essere subordinato, alla verifica effettiva dei fabbisogni stimati in seguito all'analisi dei dati relativi ai consumi puntuali. Inserire quindi il seguente capoverso: "prioritariamente, verranno realizzati gli investimenti inerenti la riduzione delle perdite, il risparmio idrico, l'ottimizzazione della gestione e, successivamente, le azioni tese all'incremento della captazione di nuove risorse; ciò deve essere subordinato, alla verifica effettiva dei fabbisogni stimati in seguito all'analisi dei dati relativi ai consumi puntuali."
Controdeduzione al PUNTO n. 16 dell’Osservazione n. 4
RESPINTA La presente osservazione è respinta così come formulata in quanto si ricorda che il P.R.A. non è un piano per la gestione del servizio idrico, che invece appartiene ai Piani d’Ambito delle A.T.O.. Si rappresenta inoltre che, come previsto in tab. 11.2 del Piano, a fronte di un programma di investimenti al 2021‐2025 pari a 110 mln la maggior parte è destinato alla riduzione delle perdite ed alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle reti. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 17 dell’Osservazione n. 4
pag.5719 NTA contenuti del P.R.A. . Art. 3 punto 1: inserire il punto b. bis) "i dati raccolti dagli A.T.O. e/o dai gestori relativi ai consumi fatturati ed alla stima di quelli non fatturati"
Controdeduzione al PUNTO n. 17 dell’Osservazione n. 4
RESPINTA in quanto i dati richiesti sono già stati considerati per la dotazione dei residenti. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 18 dell’Osservazione n. 4
NTA Art. 5 comma 3: modificare come segue: "la Giunta Regionale, per fronteggiare situazioni di emergenza e carenze idriche gravi per uso idropotabile, quando queste vengono dichiarate ai sensi dell'art. 5, comma 1, della legge 24 febbraio 1992 n.225, può autorizzare nuovi prelievi integrativi o sostitutivi limitati nel tempo, non ricompresi nel Piano e comunque nei limiti della portata complessiva riservata a ciascun A.T.O."
Controdeduzione al PUNTO n. 18 dell’Osservazione n. 4
ACCOLTA E’ stato modificato l’art.5 c.3 delle NTA; l’ex comma 4 è stato soppresso e sostituito con un nuovo testo.
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A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta: Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 19 dell’Osservazione n. 4
NTA Art.7 – VINCOLO Aggiungere: punto 3: sono previste aree di tutela e rispetto ai sensi dell'art. 94, d.l.vo 152/2006 per tutte le forme di captazione, sorgiva, sotterranea e superficiale da estendere in base ai rischi idrogeologici cui possono essere soggette le opere di presa ad uso idropotabile. punto 4: laddove i corpi idrici superficiali, sono destinati per la maggior parte all'uso idropotabile (vedi A.T.O. 1 Marche Nord) si estende a questi, la tutela prevista per le aree sensibili di cui alla direttiva 91/271/CEE art. 5 allegato 2
Controdeduzione al PUNTO n. 19 dell’Osservazione n. 4
RESPINTA Per quanto riguarda il comma 3 è già previsto nella normativa vigente. Per quanto riguarda il comma 4 la direttiva 91/271/CEE è relativa al trattamento delle acque reflue urbane, laddove le aree sensibili sono sistemi idrici classificabili in uno dei seguenti gruppi: a) laghi naturali, altre acque dolci, estuari e acque del litorale già eutrofizzati, o probabilmente esposti a
prossima eutrofizzazione, in assenza di interventi protettivi specifici. b) acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile che potrebbero contenere, in
assenza di interventi, una concentrazione di nitrato superiore a quella stabilita conformemente alle disposizioni pertinenti della direttiva 75/440/CEE del Consiglio, del 16 giugno 1975, concernente la qualità delle acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile negli Stati membri;
c) aree che necessitano di un trattamento complementare a quello previsto dall'articolo 4 al fine di conformarsi alle prescrizioni delle direttive del Consiglio.
Nel caso di prelievo di acque sotterranee l’inclusione della direttiva citata nel quadro normativo di riferimento è da escludere. Nel caso di prelievo da acque superficiali poi potabilizzate (caso B), come in Provincia di Pesaro, la direttiva riguarda piuttosto la qualità delle acque prelevate piuttosto che la quantità. Sicuramente un eccessiva presenza di nitrati sarebbe corretta attraverso trattamenti mirati, ma l’eccessiva presenza di nitrati potrebbe essere eliminata piuttosto da una corretta applicazione del P.T.A. regionale e di misure più ambientali che legate alla disponibilità della risorsa idrica. Anche in quest’ultimo caso l’inclusione della direttiva 91/271/CEE nel quadro normativo di riferimento apparirebbe fuori luogo. Tale richiesta è quindi respinta. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 20 dell’Osservazione n. 4
‐NTA Art. 9 comma 4 modificare come segue: "la pubblicazione del P.R.A. NON assolve ai fini del rilascio delle concessioni di derivazioni di acque riservate, ad ogni altra forma pubblicistica prevista dalla L.R. n. 5/2006. Si chiede pertanto di rispettare le modalità previste dal TU 1775/1933 e dall'art. 8 LR 5/2006, pubblicando tutto sugli appositi spazi web e albi pretori della Regione Marche e dei Comuni, a tutela della trasparenza e della partecipazione. ‐comma 6: modificare come segue: la durata delle concessioni di derivazione di acque riservate non può eccedere i VENTI anni come previsto dall'art 9 della LR 5/2006; sono rinnovabili ai sensi dell'art.l1 della LR 5/2006 e comunque nel rispetto del TU 1775/1933. Non sono ammessi rinnovi taciti. ‐Comma 7 modificare come segue: il rilascio delle concessioni..., le sostituzioni e/o il rinnovamento delle reti acquedottistiche, purché non prevedano sposta menti del tracciato, anche con diametri diversi... ‐ Pag. 5723 inserire comma 10: "Gli A.T.O. assicurano la raccolta completa, la gestione e la pubblicazione dei dati sulle derivazioni e sui consumi al fine di garantire la massima tracciabilità, completezza e trasparenza degli stessi. Il rilascio di nuove concessioni viene subordinato all'analisi di tali dati anche In riferimento alle perdite, alla qualità della risorsa e alla tipologia di approvvigionamento."
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Controdeduzione al PUNTO n. 20 dell’Osservazione n. 4
ACCOLTA IN PARTE ‐l’ex comma 4 dell’art.9 delle NTA è stato eliminato; vige un nuovo testo; ‐il periodo di durata della concessione è stato portato da 30 a 20 anni (comma 3 art. 9 NTA); ‐l’ex comma 7 art. 9 NTA è stato eliminato; ‐la richiesta riferentesi ad un “nuovo” comma 10 è stata accolta nel nuovo comma 6, con le parole : “terrà conto” invece di “viene subordinato”. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 21a dell’Osservazione n. 4
NTA Art.10 inserire quanto previsto dal Programma n. 5 (riduzione dei consumi) delle "Linee Guida per la Razionalizzazione dell'uso delle Risorse Idriche nella Provincia di Pesaro Urbino 2005."
Controdeduzione al PUNTO n. 21a dell’Osservazione n. 4
ACCOLTA Nel capitolo 10. RISPARMIO IDRICO ED OTTIMIZZAZIONE DELLA GESTIONE dell’ Elaborato di Piano sono stati inseriti riferimenti al citato Programma n. 5. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 21b dell’Osservazione n. 4
comma 1 lettera b) Modificare come segue: "controllo e riduzione delle perdite anche con l'installazione di apposita strumentazione di misurazione delle portate direttamente alla partenza della captazione, visto art 133 comma 8 D. L.vo 152/2006"
Controdeduzione al PUNTO n. 21b dell’Osservazione n. 4
RESPINTA In quanto già prevista dalla normativa vigente. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 21c dell’Osservazione n. 4
Comma c) Modificare come segue: "miglioramento delle fonti di approvvigionamento dal punto di vista qualitativo, garantendo la vigilanza sulle zone di tutela e rispetto come da art. 94 D.L.vo 152/2006. Individuare dove possibile, sul territorio di ogni comune, sorgenti alternative, più protette, stabili dal punto di vista chimico‐fisico, debatterizzate con UV alimentati anche con Fotovoltaico al fine di garantire l'approvvigionamento duale previsto dal D.M. Salute n. 25 del 07.02.212 e dall'art 146 comma 29 del D.L.vo 152/2006"
Controdeduzione al PUNTO n. 21c dell’Osservazione n. 4
RESPINTA Pur condividendo lo spirito dell’osservazione, la stessa non può essere accolta in quanto è già prevista dalla normativa vigente. L’attuale Piano prevede l’abbandono delle derivazioni e captazioni poco affidabili, nel senso di non continuative e soggette a variazioni di portata, mentre le riserve conosciute stabili e affidabili sono state già inserite. La garanzia della portabilità dell’acqua è compito dell’A.T.O. e del gestore. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
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Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 21d dell’Osservazione n. 4
Comma e) da inserire ex novo: Inserire quanto segue: è fatto obbligo all'ARPAM e Comuni, di pubblicare le analisi dell'acqua potabile, effettuate di volta in volta, nei rispettivi spazi web; ciò ai sensi della LR 36 del 16.12.2008, nella parte che modifica la LR n. 19 del 21.4.1987, nonché del D.Lvo 195/2005, in quanto dati ambientali.
Controdeduzione al PUNTO n. 21d dell’Osservazione n. 4
RESPINTA Le analisi sull’acqua potabile sono regolate dal Decreto Legislativo 2 febbraio 2001 n. 31 “al fine di proteggere la salute umana dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque, garantendone la salubrità e la pulizia”. (art.1, D. Lgs.n.31/2001). Il controllo igienico sanitario e l’analisi sulle acque potabili viene effettuato quindi per legge ed è indispensabile su quelle di uso comune (analisi acque condominio) e su quelle utilizzate nelle imprese alimentari, per verificare periodicamente la salubrità dei propri prodotti. Per acqua destinata al consumo umano si intendono “le acque trattate o non trattate, destinate ad uso potabile, per la preparazione di cibi e bevande, o per altri usi domestici, a prescindere dalla loro origine, siano esse fornite tramite una rete di distribuzione, mediante cisterne, in bottiglie o in contenitori” sono acque potabili poi “le acque utilizzate in un’impresa alimentare per la fabbricazione, il trattamento, la conservazione o l’immissione sul mercato di prodotti o di sostanze destinate al consumo umano, escluse quelle, individuate ai sensi dell’articolo 11, comma 1, lettera e), la cui qualità non può avere conseguenze sulla salubrità del prodotto alimentare finale”. L’utilizzo di acqua potabile viene assicurato da un impianto di distribuzione domestico. Per impianto di distribuzione domestico si intendono “le condutture, i raccordi, le apparecchiature installati tra i rubinetti normalmente utilizzati per l’erogazione dell’acqua destinata al consumo umano e la rete di distribuzione esterna. La delimitazione tra impianto di distribuzione domestico e rete di distribuzione esterna, di seguito denominata punto di consegna, e’ costituita dal contatore, salva diversa indicazione del contratto di somministrazione”. (art.2, D.Lgs.n.31/2001). Si ritiene logicamente che le analisi delle acque per uso idropotabile siano necessarie al fine di controllarne l’igienicità e la salubrità. Nel caso non abbiano le caratteristiche necessarie a tale uso, sono trattate attraverso appositi impianti di potabilizzazione e igienizzate. Un indice del grado di qualità ambientale è altresì fornito dalle analisi previste dalla legislazione vigente (D. Lgs. 152/2006) per le acque superficiali, finalizzate a verificarne il detto stato di qualità il quale dovrebbe essere definito “buono” entro il 2016, come obiettivo previsto dalla direttiva 2000/60/CE. Di conseguenza si ritiene che si possa accettare quanto richiesto solo se si fosse trattato di acque superficiali e non di acque per uso idropotabile, per la quale tale richiesta è senz’altro da rigettare. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
Sintesi finale: In conclusione, a seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente:
Accoglibile / Accoglibile parzialmente / Non accoglibile
PUNTO n. 22 dell’Osservazione n. 4
NTA art. 12 comma 1, 2, 4 da abrogare in toto, in quanto con l'assegnazione delle varie concessioni, si rischierebbe di far diventare i gestori (soprattutto se società private) dei monopolisti dell'acqua. Si rammenta la proprietà pubblica della risorsa idrica, così come messo in evidenza anche nel RD 1775/1933
Controdeduzione al PUNTO n. 22 dell’Osservazione n. 4
ACCOLTA IN PARTE
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L’art. 12 non può essere abrogato in quanto in linea con la normativa; sono state introdotte le seguenti modifiche :
1) per quanto riguarda il comma 1 verrà eliminata la frase “su determinazione della medesima …… della legge 30\2011”;
2) Per quanto riguarda il comma 2 è eliminato il periodo “…..o i Gestori autorizzati….”; 3) Per quanto riguarda il comma 4 è eliminato il periodo “…..e/o del relativo Gestore.”
A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 23 dell’Osservazione n. 4
RAPPORTO DI VAS pagg. 5760,5810, 5811,5812 In relazione a quanto riportato nelle pagine su indicate si osserva quanto segue: la scelta dell'alternativa 1, è stata eseguita esclusivamente considerando i costi e viceversa sottostimando i vantaggi ambientali; lo scenario 1, è quello preso in considerazione dal Piano, ma non è chiaro il motivo della presunta perdita dei posti di lavoro; nello scenario 2 (che invece vedrebbe maggiori vantaggi ambientali e sociali), preferibile, differisce dall'l, esclusivamente per una maggiore percentuale di risparmio idrico, da conseguire (40‐50% contro il 20%). Si ritiene pertanto opportuno fare riferimento allo scenario 2 nell'elaborazione del Piano
Controdeduzione al PUNTO n. 23 dell’Osservazione n. 4
RESPINTA Lo scenario 2 (40‐50% di risparmio idrico) è talmente ambizioso che potrebbe non essere obiettivamente raggiungibile, in quanto per arrivare a tale risparmio bisognerebbe ristrutturare tutti i sistemi acquedottistici, soprattutto nei centri storici, prevedendo oneri finanziari al di sopra delle possibilità delle A.T.O.. Si ritiene opportuno precisare che le perdite della rete idrica della Regione Marche si aggirano attorno al 30%, a fronte di una media nazionale del 42%. In particolare le perdite minori nel territorio italiano sono registrate nel torinese attorno al 22%. Le regioni che registrano perdite inferiori al 30%, e che per questo motivo possono essere definite "virtuose" nel panorama nazionale, sono il Piemonte, il Veneto, l'Emilia Romagna, le Marche e la Basilicata. In Germania si registrano perdite attorno al 10% e in Gran Bretagna al 15%. Per riportare il livello di infrastrutture idriche in linea con gli standard europei, dovrebbero essere investiti 65 miliardi di euro in trent'anni. La scelta dello scenario 1 tiene conto dei seguenti parametri: 1) Costi: lo scenario 2 porterebbe ad investimenti molto consistenti che si tradurrebbero in una minore
disponibilità di risorse da dedicare alla manutenzione, sostituzione, modernizzazione delle infrastrutture esistenti, oltre tutto avremmo costi aggiuntivi per la produzione industriale, legati al prelievo di risorse idriche alternative;
2) Vantaggi ambientali: lo scenario 1 porterebbe a risultati modesti di sostenibilità ambientale a medio termine (entro 2025) e ad ottimi risultati a lungo termine (entro il 2050), mentre lo scenario 2 rispetto all'1 porterebbe ad ottimi risultati di sostenibilità ambientale a medio termine (entro il 2025);
3) Tempi per realizzare gli interventi: lo scenario 2 richiede interventi strutturali di ampio respiro sulla rete acquedottistica che non sono attuabili sul breve periodo, richiedendo importanti interventi strutturali ed adeguati studi che potrebbero trovare il loro completamento entro alcuni anni;
4) Posti di lavoro: strettamente legata alla riduzione del prelievo idrico per scopo industriale che potrebbe mettere a rischio investimenti e posti di lavoro in maniera maggiore nello scenario 2 che nello scenario 1. Inoltre lo scenario 2 determinerebbe minore disponibilità di risorse da dedicare alla manutenzione, sostituzione, modernizzazione delle infrastrutture esistenti, con una ricaduta sulle imprese del settore;
5) Incremento dotazione idrica: chiaramente maggiore nello scenario 2, intesa come mantenimento della risorsa idropotabile a seguito della riduzione delle portate captate;
6) Risposta ambientale: essa è relativa al mantenimento della risorsa idropotabile degli acquiferi profondi che, pur essendo maggiore nello scenario 2, sarebbe raggiunta comunque in tempi lunghi,
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necessari per realizzare gli interventi. Inoltre per la controdeduzione all'osservazione 1 punto 7, si rimanda alla relativa controdeduzione redatta dalla P.F. Tutela delle acque. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente Sintesi finale: In conclusione, a seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente:
Accoglibile / Accoglibile parzialmente / Non accoglibile
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Controdeduzione all’osservazione n. 5:
Associazione Giovanile GO Giovani d’Oggi
5 Numero progressivo osservazione
Pervenuta in data
Tramite Protocollo REGIONE MARCHE Protocollo Mittente
Numero Data Numero Data
4 24/06/2014 PEC 468630 26/06/2014
Tipo generico
ambientale
PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 5
Nel Piano si prevede per tutta la Regione Marche a fronte dell'attuale disponibilità di 6.529 litri/secondo nel giorno di massimo consumo dell'anno, una necessità di 8.603 litri/secondo nel 2025 e 9.070 litri/secondo nel 2050. A nostro avviso il Piano pone l'obiettivo sulla riduzione delle perdite molto basso se è vero quanto asserito nel Piano stesso "Va tenuto presente che le dispersioni più significative si verificano sulle reti di "distribuzione" mentre per le linee principali "adduttrici" le stesse sono molto contenute (inferiori al 5%) ed in molti casi quasi inesistenti." ragion per cui ridurre maggiormente le perdite almeno al 15% e non al 20% dovrebbe essere una delle priorità assolute sia per la maggiore efficienza delle nuove tecnologie (vasi, pressione, ecc) , sia per l'ottimizzazione delle interconnesioni delle reti, ecc. A fronte della riduzione delle perdite al 15% avremmo un risparmio di 1.109 litri/secondo. Considerando i dati forniti per la AT01: ‐ Fabbisogno del 2025 pari a 2.019 litri/sec ‐La Portata Minima Attuale pari a 1.339 litri/sec ‐ Perdite della Reti pari al 25% Si evince che per la A.T.O. 1 si verifica una Perdita Media di 504,5 litri/sec; questo significa che il 74% dell' incremento previsto per il 2025 potrebbe essere raggiunto tramite l'eliminazione delle perdite medie delle reti. ridurre le perdite dovrebbe essere uno degli obiettivi primari, poiché è impensabile spendere denaro pubblico per poi sprecarne il 20% solo per inefficienza o ancor peggio per negligenza. Qualsiasi azienda che sperperi il 20% del proprio prodotto sarebbe destinata a fallire. E stupisce e si rimane molto perplessi quando per il periodo 2014‐2020 si pensa di investire solo 9 milioni di euro per la riduzione delle perdite a fronte di una spesa complessiva 150 milioni. Appena il 6% dell'intero investimento contro quasi il 50% (64 milioni) per le opere di captazione. Da questi dati emerge lo spirito di questo Piano che è interessato più alla costruzione di nuove opere, con costi per Comunità e l'ambiente non indifferenti. Aumentando i costi per la manutenzione e la gestione di nuovi impianti si trascura come già evidenziato la vera lacuna che è data dalle perdite e che al contrario contribuirebbe ad abbassare il costo della bolletta. Si chiede pertanto di rivedere il Piano Generale degli Acquedotti soprattutto: aumentando gli investimenti per la riduzione delle perdite delle reti e portarle al 15% e non al 20%;
Controdeduzione al PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 5
RESPINTA Come già specificato al punto 7 dell’osservazione n. 1, l’obiettivo di ridurre le perdite al 20% è un obiettivo realistico difficilmente migliorabile se non a fronte di notevoli investimenti difficilmente programmabili. L’obiettivo di riduzione al 20%, si ritiene pertanto ragionevolmente perseguibile stimando l’attuale perdita media nelle singole A.T.O. di circa il 30%. Ogni ulteriore tentativo di riduzione può essere auspicato ma difficilmente raggiungibile. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 2 dell’Osservazione n. 5
Per quanto riguarda l'A.T.O. 1 nel Piano è prevista una captazione di 300 litri/secondo di acque profonde dal Pozzo
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del Burano da interconnettere nella rete primaria. Al riguardo si fa riferimento a studi costosi e approfonditi ma non viene citata alcuna fonte, alcun dato a supporto di tale affermazione. Su questi studi gli scriventi sono molto perplessi per il semplice fatto che i dati elaborati sono poco esaustivi in quanto interessano un' area circoscritta poco significativa rispetto alla vasta area interessata dall'intero bacino sotterraneo. Del resto nello stesso Piano giustamente si mette in evidenza la problematica dei diversi impatti che si possono avere con l'emungimento delle falde profonde. "Tuttavia gli impatti possono riguardare anche le Regioni confinanti (Lazio, Umbria, Abruzzo, Emilia Romagna e Toscana) e Provincie confinanti (Rimini, Arezzo, Perugia, Rieti, Teramo). Per questo motivo sono stati coinvolti nella procedura di VAS le Regioni e le Provincie sopra elencate, alcune delle quali hanno trasmesso il loro contributo..." Impatti ancora non studiati assieme alla vicina Umbria e Toscana, le regioni che interessano le acque profonde del bacino del Burano. Del resto già nel passato si è pensato di sfruttare questo bacino, sempre con il piano degli Acquedotti, addirittura con la volontà scellerata di emungere ben 400 litri/secondo (studio Acquater) senza alcun studio attendibile. Gli effetti delle captazioni come asserito a pag.5 del Piano" ciò ovviamente non significa che non esistano contatti tra gli acquiferi superficiali e profondi" devono essere studiati in via preliminare (come per legge stabilisce la V.A.S.) e non valutati ad intervento concluso. Quindi qui si riporta l'esigenza di indicare gli studi che giustificano la possibilità di prelievo fino a 300 litri /sec a fronte degli attuali 30 litri/sec. La riserva idrica nell' A.T.O. 1 non è affatto in condizioni critiche come si vorrebbe far credere e il prelievo dalle falde profonde non è la soluzione migliore, basterebbe vedere la riserva idrica che è stata costruita in Romagna con la diga di Ridracoli (con 27.627.305 mc d'acqua), per comprendere che ci sono altre soluzioni. Del resto riempire un invaso quando i nostri fiumi sono in piena sarebbe facile e funzionale, come sempre facile e ovvio sarebbe svuotare i bacini esistenti (sul Fiume Metauro) per recuperare qualche milione di metri cubi d'acqua. Si chiede pertanto di eliminare la nuova captazione prevista dal Pozzo del Burano, sia per i motivi sopra detti sia per il cambiamento climatico ipotizzato nel Rapporto di Valutazione Cambiamenti climatici IPCC (Intergovernamental Panel On Climate Change), quinto rapporto di valutazione cambiamenti climatici 2013, Stockholm, 23‐26 Settembre 2013 che prevede una riduzione delle riserve idriche. Una valutazione considerata anche in questo Piano con l'ipotesi di due scenari che entrambi portano alle stesse conclusioni di riduzione delle falde. Si chiede pertanto di rivedere il Piano Generale degli Acquedotti soprattutto: _ per l'A.T.O. 1 eliminare la nuova captazione dal Pozzo Burano; ‐ incrementare la riserva idrica degli invasi; L'associazione scrivente si riserva di approfondire altri aspetti del Piano come ad esempio: il numero della popolazione residente nell' AT01, anche in vista che due Comuni (Montecopiolo e Montecerignone) passeranno nella Provincia di Rimini; _ il quantitativo pro capite dei consumi, che a nostro avviso viene incrementato in eccesso nei calcoli per ben due volte, con un aggravio del fabbisogno massimo di consumo (2.173 litri/sec); _ I prelievi autorizzati nell' A.T.O. 1, come portata massima, al fine di conoscere il risparmio effettivo dei litri d'acqua al secondo.
Controdeduzione al PUNTO n. 2 dell’Osservazione n. 5
RESPINTA Come già detto precedentemente il piano non è affatto interessato alla costruzione di nuove opere, che non rientra nei suoi compiti, ne nei suoi obiettivi; tende solo alla previsione di quello che sarà l’evoluzione della richiesta idropotabile, e conseguentemente, l’eventuale sviluppo delle infrastrutture legate a tale fabbisogno. La risorsa del Burano è come le altre, una risorsa di acqua pubblica, che eventualmente potrà essere sfruttata nel pieno rispetto della vigente normativa. Dallo studio svolto dalla società Aquater del 1992 e da altri studi di monitoraggio, non si evince un collegamento diretto tra le sorgenti superficiali e l’acquifero profondo del Burano. Richiamando le premesse citate più volte, nell’eventualità di sfruttamento del pozzo del Burano dovranno preventivamente essere esperiti tutti gli studi e le valutazioni anche ambientali, previste dalla normativa vigente, attraverso il procedimento della V.I.A. Nel caso specifico del Pozzo Burano, e dell’idrogeologia ad esso connessa, sono stati presi in considerazione studi specifici quali quello dell’Aquater del 1992 e MTX Italia del 2003. Il primo evidenzia nelle conclusioni “che da una potenzialità residua pari a circa 1,03 mc/sec, che corrisponde ad una risorsa fruibile di 0,34 mc/sec”. In ogni caso sugli Elaborati aggiornati sono state rivedute e corrette le previsioni d’uso del detto pozzo Burano, a seguito di approfondimenti ed analisi dei fabbisogni e del risparmio idrici. La considerazione che “Captare pertanto le falde degli acquiferi profondi non necessariamente comporta
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una alterazione dei circuiti idrogeologici superficiali. ecc ecc” è una considerazione del tutto generale che vale per molti casi affrontati (vedi p.es. prelievo da Capotenna sul fiume Tenna). Relativamente alla richiesta di aumentare la riserva idrica degli invasi si rappresenta che si sta già operando in tal senso: per quanto riguarda S. Lazzaro e Tavernelle i volumi in questione sono stati già computati nel Piano, per quanto attiene Mercatale è previsto un aumento di portata. Si ricorda comunque che i costi della potabilizzazione incidono notevolmente sulla tariffa idrica vigente nell’A.T.O. 1. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
Sintesi finale: In conclusione, a seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente:
Accoglibile / Accoglibile parzialmente / Non accoglibile
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Controdeduzione all’osservazione n. 6:
Università Agraria degli Uomini della Villa di Acquaviva
6 Numero progressivo osservazione
Pervenuta in data
Tramite Protocollo REGIONE MARCHE Protocollo Mittente
Numero Data Numero Data
5 15/07/2014 LETT 556560 30/07/2014 7 10/07/2014
Tipo generico
ambientale
PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 6
Il Progetto di: Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione ‐ Elaborato di Piano ed Allegati: N orme Tecniche diAttuazione (NT A) e Rapporto Valutazione Ambientale Strategica (VAS), ‐ Deliberazione della Giunta Regionale n. 238 del 10/03/2014 ‐ L.R. 3012011 ‐ Adozione del progetto di "Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione" e del Rapporto Ambientale V.AS., per quanto concerne le riportate soluzioni progettuali relative, sia agli interventi strutturali programmati che alle norme tecniche di attuazione, ma in particolare per quanto riguarda e concerne il nostro territorio, e quindi in merito alle soluzioni, quantità e punti di prelievo nello stesso riportati relativi al "Pozzo Burano" (Cagli 1), penalizzerà irreversibilmente le nostre proprietà, che si estendono per Ha 703.00.00 nel comprensorio del Monte Catria, ed i nostri fini istituzionali nell'uso dei P.R.A.ti, pascoli e monticazione del bestiame; Come già osservato nelle precedenti prove di "stress" del Pozzo Burano, ancorché limitate a periodi temporali estremamente limitati, si è già riscontrata la scomparsa pressoché totale delle sorgenti idriche che alimentano gli abbeveratoi che da epoche remote, anche in periodi di estrema siccità, abbeveravano il nostro bestiame; A tal fine specifica che le nostre proprietà, da sempre utilizzate per gli usi civici degli Uomini Originari, con l'adozione e l'approvazione di detto piano e della sua conseguente applicazione, si vedranno svilite irreversibilmente del bene primario acqua che in quota è garantito dal solo sgorgo in sorgente; L'eventuale conseguente impoverimento idrico delle nostre proprietà ci vedrà costretti a cessare gran parte delle attività istituzionali, con relativo rilevante danno economico, sia all'Ente che ai numerosi allevatori che ogni anno usufruiscono dei pascoli per il loro bestiame, per il quale danno la Regione Marche, nonché i responsabili delle adottate soluzioni progettuali, saranno chiamati a rispondere. Per quanto esposto, evidenziato e riportato, preso atto delle stesse osservazioni sopra riportate, con la presente si specifica formale.
Controdeduzione al PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 6
RESPINTA Dallo studio svolto dalla società Aquater del 1992 non si evince un collegamento diretto tra le sorgenti superficiali e l’acquifero profondo del Burano. Richiamando le premesse citate più volte, nell’eventualità di sfruttamento del pozzo del Burano dovranno preventivamente essere esperiti tutti gli studi e le valutazioni anche ambientali, previste dalla normativa vigente, attraverso il procedimento della V.I.A.. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente Sintesi finale: In conclusione, a seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente:
Accoglibile / Accoglibile parzialmente / Non accoglibile
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Controdeduzione all’osservazione n. 7:
Comunità Montana Catria e Nerone di Cagli
7 Numero progressivo osservazione
Pervenuta in data
Tramite Protocollo REGIONE MARCHE Protocollo Mittente
Numero Data Numero Data
6 30/07/2014 PEC 556544 30/07/2014 2778 30/07/2014
Tipo generico
ambientale
PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 7
Le osservazioni proposte concludevano come segue: Conclusioni e proposte alternative al prelievo dal Pozzo Burano: “Da quanto esposto nei suddetti tre paragrafi risulta che: 1. la previsione del P.R.A. di prelevare in continuo 300 litri/sec dal Pozzo Burano viola la legge regionale n.5 del 9‐06‐2006 (comma 2 dell' art 1) 2. il rapporto ambientale VAS e gli elaborati di Piano non forniscono elementi tecnici e studi idrogeologici comprensivi di dati quantitativi esaustivi a sostegno della tesi che il prelievo fino a 300 litri/sec. da immettere in rete sia senza conseguenze negative per l'acquifero e per l'ambiente. 3. recenti studi idrogeologici dimostrano che l'acquifero da cui pesca il Pozzo Burano alimenta le portate del Fiume Bosso e probabilmente anche del fiume Burano 4. le dotazioni stimate dal piano di 375 litri giorno per abitante residente e di 200 litri giorno per abitante fluttuante sono esagerate e paiono stimate per dimensionare un fabbisogno utile a tamponare le ingenti perdite della rete acquedottistica. Ne consegue che la previsione del prelievo in continuo di 300 litri/sec dal Pozzo Burano va stralciata dalla proposta di Piano, conservando allo stesso pozzo la sua destinazione a scopi di Protezione Civile Le proposte alternative che vengono Qui proposte sono: a) una ricalibratura e taratura del fabbisogno pro capite litri giorno abitante residente di almeno il 25/30% riducendolo ad un valore non superiore a 300 litri cosi da ottenere subito una non necessità di reperimento di ulteriori risorse pari a 350 litri/sec. b) un programma urgente e obbligatorio per tutti gli A.T.O., di manutenzione straordinaria mirato alla riduzione delle perdite della rete acquedottistica (da cofinanziare con risorse europee, nazionali e locali) destinando a tale programma una quota della tariffa. Una riduzione del 20% delle perdite nell' A.T.O. 1 porterebbe ad un recupero di una ulteriore disponibilità di circa 350/400 litri/sec. c) il completamento del programma di pulizia e sfangamento degli invasi già destinati a scopo idropotabile ( San Lazzaro, Tavernelle e Furlo) per rendere utilizzabile l'intera capacità utile dei suddetti invasi con un recupero quindi di disponibilità idrica a scopo idropotabile; d) il completamento della campagna geognostica e di prove idrogeologiche per l'immissione in rete delle nuove risorse reperite nella zone di Sant' Anna e San Lazzaro, già stimate di rilevante portata ed interesse per il comprensorio Pesarese. e) Revisione delle Norme Tecniche di Attuazione (NTA) con l'intero stralcio dell'articolo 12 (Concessioni delle derivazioni per uso idropotabile).
Controdeduzione al PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 7
ACCOLTA IN PARTE Nel merito si rappresenta quanto segue: a) E’ parzialmente accolta aggiornando il fabbisogno come riportato nel capitolo 7 dell’Elaborato di
Piano. b) Respinta in quanto è già previsto nel Piano la riduzione di oltre il 30% delle attuali perdite passando
dal 30% al 20%; si fa presente che, a titolo cautelativo, è stato computato per 2,5% al 2025 e per il 5% val 2050 in quanto non vi è certezza del raggiungimento di tale obiettivo.
c) Accolta: relativamente alla richiesta di aumentare la riserva idrica degli invasi si rappresenta che si sta già operando in tal senso: per quanto riguarda S .Lazzaro e Tavernelle i volumi in questione sono stati
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già computati nel Piano; per quanto attiene Mercatale è previsto un aumento di portata disponibile per l’uso umano; per quanto attiene l’invaso del Furlo lo sfangamento, ad oggi, è previsto a medio termine.
d) Accolta: Si accoglie in quanto già previsto nel Piano. L’ulteriore apporto dei pozzi Sant’Anna e San Lazzaro sono già stati computati nel Piano. Si rappresenta che comunque questi pozzi hanno le stesse problematiche per la loro attivazione, essendo acquifero profondo come quelle del Burano.
e) L’ osservazione è parzialmente accoglibile come segue: a. per quanto riguarda il comma 1 verrà eliminata l’ultima parte da “su determinazione della
medesima …… della legge 30/2011” b. Per quanto riguarda il comma 2 sarà eliminato “…..o i Gestori autorizzati….” c. Per quanto riguarda il comma 4 sarà eliminato “…..e/o del relativo Gestore.”
A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente Sintesi finale: In conclusione, a seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente:
Accoglibile / Accoglibile parzialmente / Non accoglibile
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Controdeduzione all’osservazione n. 8:
A.A.T.O. n. 5 MARCHE
8 Numero progressivo osservazione
Pervenuta in data
Tramite Protocollo REGIONE MARCHE Protocollo Mittente
Numero Data Numero Data
7 30/07/2014 PEC 556546 30/07/2014 1545 30/07/2014
Tipo generico
ambientale
PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 8
Con la nota suindicata (OGGETTO: DGR n. 238/2014: LR 30/2011 ‐ adozione del progetto di "Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione" e del Rapporto Ambientale VA ‐ Osservazioni) l’A.T.O. ha richiesto l’introduzione nel P.R.A. di apposito paragrafo a chiarimento della tabella 6.5. sui prelievi al 2025 e 2050. In particolare : ……………………….. tenuto conto: ‐delle numerose riunioni intercorse tra le strutture tecniche di questa Autorità, della Regione e del Gestore Ciip spa; ‐del parere reso dal Gestore Ciip sul P.R.A. di che trattasi (prot. 1542 del 30/07/2014) allegato alla presente a farne parte integrante; ritenuto:‐condividere integralmente le osservazioni del Gestore CIIP; ‐di osservare che è in atto il rinnovo della concessione di derivazione per 190 I/s presentata dalla società Tennacola spa per la sorgente di Capotenna che serve l'Ambito territoriale n. 4, ma è posta all'interno dell'Ambito territoriale n. 5 nel comune di Montefortino; sottolineata:‐l'importanza strategica che riveste il Piano Regolatore degli Acquedotti per il territorio dell'Ambito n. 5 Marche Sud Con la presente si formulano le seguenti osservazioni al DGR n. 238/2014: …………………ecc ; a pag. 5 viene chiarito che : La tabella allegata è stata redatta sulla base delle seguenti considerazioni: viene dato per scontato il mantenimento fino al 2050 delle attuali concessioni per le portate già assentite per il valore di 1408 I/s; occorre programmare il raggiungimento del fabbisogno al 2ù25 di 161U I/S sia in riferimento alla Qmax (portata di concessione in anni di morbida), che alla Q min (portata reale delle sorgenti in anni di carenza idrica). in riferimento alla Qmin, per raggiungere i 1610 I/s al 2025 è necessario programmare il reperimento di risorse per 610 IIs; tale valore è stato raggiunto prevedendo un potenzia mento di Capodacqua per 100 l/s, l'utilizzo di Santa Caterina per 122.7 I/s (e pertanto con potenzia mento di 100 I/s), Fosso dei Galli per 120 I/s, ed Ascoli Piceno e Comuni limitrofi per un cumulo di 230 IIs da approvvigionare in località Porta Romana ed in località Castel Trosino. In riferimento alla Qmax, per raggiungere i 1610 I/s al 2025 è necessario programmare il reperimento di risorse per 205 I/s.; tale valore è stato raggiunto prevedendo sempre il potenziamento di Capodacqua per 100 l/s, l'utilizzo di S.Caterina a regime per 15 I/s (in aggiunta ai 22.7 I/s già concessi), Fosso dei Galli per 45 l/s, Ascoli Piceno per 35 I/s prelevati da Castel Trosino e sub alveo fiume Aso per circa 10 l/s. Sia in riferimento agli anni di morbida che di magra, i prelievi dalle fonti Integrative e dalle Fonti di Soccorso per i tre maggiori centri urbani dell'A.T.O. 5 ( AP, FM, SBT), sono nella sostanza bilanciati anche in relazione al numero di abitanti fluttuanti che gravano sui predetti centri nei giorni di massimo consumo. Tra le fonti di approvvigionamento Integrative e/o di Soccorso è stata inserita la voce Montemonaco‐Montefortino, Ascensione e Monti della Laga. Tale voce generale fa riferimento alle nuove ricerche che si stanno svolgendo sul complesso del Monte Ascensione e sul complesso dei Monti della Laga, tratto Acquasanta‐Arquata. Per quanto riguarda i Comuni di Montemonaco e Montefortino ci si riferisce ad eventuali fonti di soccorso per lo più di origine superficiale. Si precisa che per quanto riguarda il comune di Montefortino è da ricomprendere anche la sorgente di Capotenna, oggetto di rinnovo della concessione di grande derivazione di alla società Tennacola spa, derivazione che serve l'Ambito territoriale n. 4, ma è posta all'interno dell'Ambito territoriale n. 5 (comune di Montefortino). La proposta di P.R.A. pubblica la tabella 8.5 , con un contenuto differente da quello proposto dalla CIIP spa, prevedendo al suo interno il bilancio idrico relativo al solo scenario dell'anno di carenza idrica, come di seguito riportato………………………………………………………………………………. Tale tabella, qualora dovesse essere interpretata in modo restrittivo, potrebbe portare a credere che il valore a regime delle fonti riservate sia di 995 It/sec anziché gli attuali 1.408 It/sec di cui alla tabella 6.5. Ciò potrebbe pregiudicare il rinnovo delle attuali concessioni idriche delle grandi derivazioni montane, limitando di fatto il valore delle stesse alle portate che si hanno nelle annate di carenza idrica con evidente penalizzazione nelle annate di morbida dell'intero territorio servito.
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Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione Marche – Controdeduzioni alle osservazioni Pag. 33 di 88
A tal proposito la società CIIP ha manifestato il suo disaccordo all'impostazione che in Regione si intende dare al P.R.A. e ha chiesto all'A.T.O. di farsi parte attiva per l'inserimento di una nota esplicativa alla tabella, nota di seguito riportata: N.B. Le portate inserite nelle colonne relative alle previsioni al 2025 ed al 2050 sono da intendersi riferite all'anno di magra. Pertanto il valore delle portate inserite nella riga _ Derivazioni esistenti tabella 6.5 ‐ non è da intendersi vincolante nella fase di rinnovo delle concessioni di derivazione idrica. I rinnovi delle concessioni di derivazione idrica in essere potranno essere autorizzati fino al valore massimo di Qmax 1405 l/s, di cui alla tabella 6.5, e tali risorse idriche sono da intendersi anch'esse quali acque da riservare del fabbisogno idrico potabile con orizzonte temporale al 2050.
Controdeduzione al PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 8
ACCOLTA IN PARTE L’obiettivo prioritario del Piano, estrinsecato nelle sintesi tabellari contenute nei rispettivi elaborati, è di garantire la riserva idrica destinata all’uso umano anche nel momento di maggior consumo e nel periodo più sfavorevole di carenza idrica, prendendo come base di riferimento le portate definite come “garantite” di cui alla colonna Qmin del capitolo 6. In tale ottica è stato stimato il dato di 995 l/s, e le integrazioni della tabella 8.5. Nei periodi di morbida il fabbisogno è assicurato dalle portate più abbondanti presenti negli acquiferi. E’ pertanto evidente che le portate inserite nelle colonne relative alle previsioni al 2025 ed al 2050 sono da intendersi riferite all'anno più sfavorevole, ma questo non ha correlazione con le portate inserite nella riga _ Derivazioni esistenti tabella 6.5 _ , che dovranno provvedere ai fabbisogni evitando il ricorso alle dotazioni integrative e/o di soccorso, la cui natura si evince dalla sua stessa etimologia, e quindi non è da intendersi vincolante nella fase di rinnovo delle concessioni di derivazione idrica. Si sottolinea che i rinnovi in essere delle concessioni di derivazione idrica potranno essere comunque autorizzati fino ad un determinato valore, secondo le normative vigenti, nel rispetto del codice Ambientale (D.Lgs. 152/2006) e delle zone protette, con eventuali prescrizioni e cautele , alfine di riservare il fabbisogno idrico potabile con orizzonte temporale al 2050. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente Sintesi finale: In conclusione, a seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente:
Accoglibile / Accoglibile parzialmente / Non accoglibile
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Controdeduzione all’osservazione n. 9:
Autorità di Bacino Interregionale del Fiume Tronto
9 Numero progressivo osservazione
Pervenuta in data
Tramite Protocollo REGIONE MARCHE Protocollo Mittente
Numero Data Numero Data
8 01/08/2014 PEC 567034 04/08/2014 201 31/07/2014
Tipo generico
ambientale
PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 9
L’autorità fa presente: Trasmissione osservazioni con riferimento alla nota n. prot. 227625 del 01/04/2014 ed alle competenze istituzionalmente assegnate si formulano le seguenti osservazioni: la proposta di Piano nei capitoli 6) e 8) e nelle tabelle 6.5 e 8.5, individua come acque riservate, afferenti al territorio di competenza di questa Autorità: ‐ derivazioni esistenti cioè quelle riportate nella tab 6.5 ‐ derivazioni da attivare e/o potenziare:
a) sub‐alveo fiume Tronto (fosso dei Galli) b) potenziamento derivazione Capodacqua di Arquata del Tronto c) derivazioni integrative e/o di soccorso: Ascoli Piceno, Castel Trosino, Porta Romana, Monti della Laga.
AI riguardo si osserva che: 1) La derivazione integrativa e di soccorso citata come "Ascoli Piceno" non trova riscontro nell'elaborato
cartografico tav. 9.5; 2) Le acque del sub‐alveo del fiume Tronto (fosso dei Galli) sono state oggetto di richiesta di concessione per uso
potabile ed industriale da parte della società CIIP e il "Progetto 26/286¬ravvenamento fiume Tronto (attingimento sotterraneo, realizzazione di un acquedotto intersettoriale e di un impianto di potabilizzazione)" è stato sottoposto a Valutazione d'Impatto Ambientale conclusasi con un giudizio positivo di compatibilità ambientale (decreto n. 138/POP del 07.12.2004) limitatamente alla quantità massima di 150 I/sec e all'uso esclusivo industriale.
3) Da quanto descritto nello "Studio Idrogeologico per l'identificazione e la caratterizzazione degli acquiferi che alimentano le sorgenti dei corsi d'acqua perenni dei Monti Sibillini, esteso all'intera area del Parco Nazionale" redatto nel 2007 dall'Università La Sapienza di Roma, riportato tra gli studi esaminati per la redazione del P.R.A., l'acquifero Basale che alimenta la sorgente di Capodacqua eroga una portata media dalle emergenze naturali di 490 I/s di cui attualmente è concessa una quantità di I/sec 430 per uso idropotabile; inoltre sul fosso Capodacqua, alimentato dallo stesso acquifero, è attiva una concessione a scopo idroelettrico di modo medi 6,00 e il deflusso minimo vitale da garantire su fosso è di 50 I/sec.. Allo stato attuale lo schema idrico del sistema idrogeologico di Capodacqua non sembra avere potenzialità residue, senza considerare, peraltro la criticità che a lungo termine è stata ipotizzata, dallo stesso Piano, con l'analisi dei cambiamenti climatici che determina un trend in progressiva diminuzione delle risorse idriche delle sorgenti. Tra le derivazioni integrative e di soccorso citate risulta quella denominata "Monti della Laga” :la potenzialità idrica di detto complesso idrogeologico ricadente nei territorio di questa Autorità e integralmente utilizzata per scopi idroelettrici (Enel) attraverso i canali di gronda est ed ovest captano le acque superficiali e le trasferiscono nel bacino di Campotosto. La situazione attuale determina nei periodi di magra significative criticità a livello di deflusso minimo vitale e quindi di disponibilità idrica residua.
Si suggerisce pertanto di completare P.R.A. con: ‐ Individuazione ed indicazione cartografica di tutte le fonti di approvvigionamento da "riservare" per l'uso
umano nella Regione Marche, assegnandole ai corpi superficiali o sotterranei di appartenenza identificati, classificati e tipizzati dalla Regione Marche ai sensi del D.M 131/2008, a cui fare "riferimento ai fini: della verifica degli obiettivi ambientali, della identificazione dei possibili impatti significativi, della previsione di eventuali misure di mitigazione ed infine dell'apposizione del vincolo previsto dal Piano stesso.
‐ verifiche quali‐quantitative delle risorse attualmente in uso e ci previsione in rapporto agli obiettivi di
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qualità e quantità dei corpi idrici superficiali o sotterranei di cui sopra;‐ valutazione della qualità della risorsa idrica e possibilità cdi trattamento ai fini della potabilizzazione
riferita all'approvvigionamento da sub alveo del f. Tronto.
Controdeduzione al PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 9
ACCOLTA IN PARTE Punto 1) ACCOLTA: si è provveduto all’integrazione della Tavola 9.5 come richiesto. Punto 2) ACCOLTA: si è introdotta una specifica alla tav.8.5, la quale spiega che, al punto a), la stessa derivazione potrà essere destinata all’uso umano, solo in caso di grave emergenza idrica, previa autorizzazione dell’Autorità competente. Ciò permetterà di mantenere la continuità del servizio alle utenze civili e di escludere il ricorso, altrimenti inevitabile, al razionamento della risorsa mediante chiusure di serbatoi. Punti 3) e 4) : RESPINTE in quanto la normativa vigente prevede l’uso umano prevalente rispetto alle altre destinazioni; in ogni caso :
• Si accolgono i suggerimenti in merito all’individuazione ed indicazione cartografica delle fonti di approvvigionamento da riservare per l’uso umano, mentre, per quanto attiene alla classificazione ai sensi del D.M. 131/2008 si rappresenta che tale adempimento è già previsto dal vigente P.T.A.;
• verifiche quali‐quantitative delle risorse attualmente in uso sono eseguite dalle A.T.O. competenti e con i gestori ai sensi della vigente normativa; in riferimento agli obiettivi quali‐quantitativi si rimanda a quanto previsto nel P.T.A..
• Tale possibilità è già stata inserita in tab. 8.5 dell’elaborato di Piano. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente Sintesi finale: In conclusione, a seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente:
Accoglibile / Accoglibile parzialmente / Non accoglibile
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Controdeduzione all’osservazione n. 10:
Consorzio Gorgovivo
10Numero progressivo osservazione
Pervenuta in data
Tramite Protocollo REGIONE MARCHE Protocollo Mittente
Numero Data Numero Data
9 26/06/2014 562507 01/08/2014 200 26/06/2014
Tipo generico
ambientale
PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 10
OGGETTO: deliberazione della Giunta Regionale n. 238 del 10.03.2014 ‐ L.R. 30/2011 ‐ Adozione del progetto di "Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione". OSSERV AZIONI In merito al progetto in oggetto la presente per evidenziare l'incongruenza tra "acqua pubblica" e quanto previsto all'art. 12 (concessioni per le derivazioni per uso idropotabile) ai commi l e 2. Si osserva che le concessioni di derivazione ad uso idropotabile debbono rimanere, secondo il ns. parere e la ns. esperienza, sia per quanto riguarda le esistenti, che per quanto riguarda le nuove, solo ed esclusivamente ai Comuni o ad altri Enti pubblici di esclusiva proprietà dei Comuni. Riteniamo pertanto di escludere la possibilità di cedere o rilasciare le concessioni al gestore, che, trattandosi di SpA, anche se attualmente ad intero capitale pubblico, potrebbero in futuro cedere parte del capitale a soci privati, diminuendo o annullando così il potere di controllo sul territorio, indispensabile per la salvaguardia dell'ambiente, e la possibilità di agire sullo stesso da parte degli Enti pubblici locali deputati a tale attività.
Controdeduzione al PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 10
ACCOLTA E’ stato modificato l’art. 12 delle N.T.A.. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente Sintesi finale: In conclusione, a seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente:
Accoglibile / Accoglibile parzialmente / Non accoglibile
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Controdeduzione all’osservazione n. 11:
Autorità di Bacino Regionale – Regione Marche
11Numero progressivo osservazione
Pervenuta in data
Tramite Protocollo REGIONE MARCHE Protocollo Mittente
Numero Data Numero Data
10 18/09/2014 PEC 662592 18/09/2014 662592 18/09/2014
Tipo generico
ambientale
PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 11
CONTRIBUTO: Con riferimento alle note sopra emarginate, relative al Piano Indicato in oggetto, ed a quanto rappresentato in via Informale nel colloqui avuti, si formulano, strutturate per punti, !e seguenti osservazioni a titolo di contributo per a fase della definitiva adozione. 1. Bilancio Idrico (BI) e Deflusso Minimo Vitale (DMV)
Con particolare riferimento al capitolo 10 della Relazione di Piano si prende atto del fatto che "I prelievi per l'uso idropotabile: incidono nell’ ordine dell’ 8‐10% sull'uso complessivo dell'acqua nella Regione Marche" e che "gli attingimenti più consistenti riguardano l'agricoltura che incidono sul bilancio idrico in moda determinante" Tali indicazioni non appaiono documentate nella relazione di Piano; in ogni caso, dai dati in possesso, non appaiono generalizzabili all'intero territorio regionale e all'intero periodo annuale ed in particolare appaiono significativamente sottostimati (si rappresenta fin d'ora la disponibilità ad una verifica congiunta). Cìò premesso si raccomanda il rispetto del principio che i maggiori e nuovi attingimenti tengano in debito conto le disposizioni riguardanti il DMV approvato dal Consiglio Regionale col P.T.A.. Sempre in riferimento alla questione complessiva del BI, del quale il DMV approvato ed attualmente in fase di revisione costituisce una parte integrante e non irrilevante, rappresenta che le Autorità di bacino hanno in corso diverse attività aventi come obiettivo quello della definizione del Bilancio Idrico (anche di "prima generazione") a livello di bacino idrografo. Tali attività, pur non concluse alla fase attuale, rappresentano un valido motivo per affrontare la questione dell'equilibrio complessivo del Bilancio Idrico congiuntamente alle altre strutture regionali competenti in materia (Agricoltura, Protezione Civile, Ambiente, ecc). Per quanto riguarda il BI, l'AdB Regionale ha implementato una metodologia in applicazione ad alcuni del principali bacini regionali e che si prevede venga estesa all’intero territorio di competenza. Per tale aspetto pur non potendo fornire alla data odierna valori o parametri di riferimento, si rappresenta che gli stessi verranno comunque Comunicati non appena disponibili e validati, al fine dell’aggiornamento del P.R.A..
2. Corpi Idrici ‐ D.M. 131/2008 (DGR 2108/2009) e D. Lgs. 30/2009 (DGR 2224/2(09) Si raccomanda in generale di inserire nel Piano i riferimenti ai contenuti delle delibere regionali sopra citate; con particolare riferimento ai corpi Idrici sotterranei (CIS) individuati con la delibera n. 2224 del 28/12/2009. La raccomandazione nasce poiché negli elaborati di Piano si Sono, evidentemente, riscontrati numerosi riferimenti a corpi idrici (in particolare a quelli sotterranei) e per omogeneità e organicità appare del tutto opportuno il riferimento ai corrispondenti CIS individuati dalla Giunta regionale.
3. Riserva Acque ai sensi dell'art, 51 del R.D, 1755/1933 In generale si ritiene che la conferma dei prelievi previsti nel P.R.A. come acque riservate potrà essere conseguente al rilascio di pareri dell’ AdB competente ai sensi del R..D. 1775/1933. Inoltre, pur non riguardando una materia di stretta competenza, un significativo contributo al miglioramento del Piano potrebbe risultare da una individuazione di maggior dettaglio degli ambiti territoriali delle c.d. "Acque riservate" (rif art. 14 NTA). in particolare alla scrivente struttura appare opportuna, per alcuni, una delimitazione basata su elementi fisici (alveo del corso d'acqua, delimitazione corpo idrico. ecc.), piuttosto che solo geometrici, magari con singole schede monografiche. Per quanto impliciti, poiché già contenuti ne! suddetto art. 51, parimenti sembrano opportuni i riferimenti al termine di durata della riserva, indicati nel R,D., e trattati sempre all'art.. 14 delle NTA riguardante le norme transitorie. Riguardo infine alla formulazione dell’ultimo comma dell'articolo 2 delle NTA si evidenzia che appare in contrasto e non congruente con quanto indicato all'art. 1, comma 2 della LR 5/2006,nella parte in cui quest'ultima prevede la possibilità di “utilizzo di nuove acque sotterranee profonde …... per fronteggiare situazioni di emergenza e Carenze idriche gravi per uso idropotabile, quando questa viene
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dichiarata ai sensi dell'articolo 5, Comma l, della legge 24 febbraio 1992, n. 225 …………." Tali risorse possono essere impiegate sala dopo preventive e specifiche indagini e studi finalizzati che escludano danni ambientali.”
4. Derivazioni per le derivazioni idropotabili sia grandi che piccole vengono riportate le portate massime indicando che sono quelle fissate dalla concessione attuale (paragrafo 6.3 e paragrafo 10). Ad un primo esame appaiono alcune possibili incongruenze; in Particolare sì evidenzia che in alcuni casi di piccole derivazioni la portata massima riportata risulterebbe superiore anche ai 100 l/s, limite per essere considerata grande derivazione. Pertanto, pare opportuno chiarire la natura effettiva del valore Qmax riportato nelle tabelle da 6.1 a 6.4 ed aggiornare il contenuto delle stesse inquadrando la singola derivazione nella relativa classe di pertinenza valutando la necessità dell'adozione di eventuali provvedimenti di rettifica/ riconoscimento (grande‐ piccola/concessione).
5. Fabbisogni idrici Nell'analisi dei fabbisogni idrici (paragrafo 7.2) non appare motivato come sono stati determinati i fabbisogni idrici unitari per le varie provincie. Inoltre, nei fabbisogni al 2025 ‐2050 non appaiono detratti i valori ottenibili i dalle azioni di mantenimento delle perdite e da quelle per il risparmio idrico.
6. Risorse emergenza E’ condivisibile l'idea di cercare fonti alternative alle attuali captazioni per svincolare maggiormente l'approvvigionamento dalla variabilità delle fonti superficiali e sorgentizie con ridotto bacino di alimentazione, problematica valida in particolare per il territorio della Provincia di Pesaro e Urbino, ma ì quantitativi di prelievo previsti al 2025 e 20SO per alcune fonti non appaiono, in linea generale, essere supportati da adeguate valutazioni in ordine all'effettiva disponibilità della risorsa ed alle eventuali conseguenze negative per l'acquifero e l'ambiente.
7. Norme di attuazione ‐ All’ Art. 9, comma 2, delle NTA sì ritiene che la possibilità di prelievo debba essere subordinata al rilascio del
parere dell 'Adb ai sensi dell’art 7 del RD. 1775/1933, pertanto , per quanto implicitamente previsto nella formulazione proposta, se ne chiede la formale esplicitazione;
‐ al comma 4 del medesimo articolo 9, si suggerisce l'inserimento dì una forma pubblicistica dell'istanza di concessione, nel rispetto dei principi della LR. 5/1006;
‐ al successivo comma 7, pur trattandosi di materia non di competenza, appare opportuna una rivalutazione dell'esclusione dalla procedura dì VIA delle concessioni per "prelievi di acque riservate, relative ad opere di derivazione e utilizzi posti in essere antecedentemente all’ entrata in vigore della LR 7/2004"" che, se del caso, potrebbe magari essere eventualmente limitata alle opere già concessionate e nell'ambito dei prelievi già concessi;
‐ art. 11, comma 3, aggiungere "e alle Autorità di bacino", così da avere un quadro aggiornato della situazione ai fini della definizione del Bilancio Idrico.
Controdeduzione al PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 11
ACCOLTA IN PARTE Punto 1‐ ACCOLTA IN PARTE ‐ Le portate delle grandi concessioni ad uso irriguo, superano largamente quelle riferite all’uso idropotabile (ad esempio la sola grande derivazione sul fiume Tronto, è pari a 4.000 l/s, che quasi eguaglia per portata la somma di tutte le grandi derivazioni idropotabili) anche se dati omogenei in letteratura sono difficilmente rilevabili. Per quanto riguarda le disposizioni riguardanti il D.M.V. in relazione ai nuovi attingimenti, vedasi la premessa più volte citata; in ogni caso essendo norma di legge è implicito che debba essere osservata. Tale considerazione vale anche in riferimento alla questione complessiva del Bilancio Idrico, del quale il D.M.V. costituisce una parte integrante. Pur essendo tale argomento di primaria importanza, esula dagli obiettivi e percorsi del P.R.A.; esso potrà essere affrontato in altra sede congiuntamente ad altre strutture regionali competenti in materia (Difesa del Suolo, Agricoltura, Protezione Civile, Ambiente, ecc.). Punto 2 ‐ Corpi Idrici ‐ D.M. 131/2008 (DGR 2108/2009) e D. Lgs. 30/2009 (DGR 2224/2/09) ACCOLTA ‐ per omogeneità e organicità è opportuno il riferimento ai corrispondenti C.I.S. individuati dalla Giunta regionale.
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Punto 3‐ ACCOLTA ‐ Riserva Acque ai sensi dell'art. 51 del R.D, 1755/1933. L’individuazione di precisi perimetri riguardo gli ambiti territoriali delle "Acque riservate" (rif art. 14 N.T.A.), è per sua natura arduo: nel Piano sono state riportate le zone territorialmente significative di acquiferi su indicazione degli A.T.O. i quali hanno studi e rilievi in corso. Su indicazione della presente osservazione, Il Piano è stato aggiornato valutate le ulteriori indicazioni pervenute dalle A.T.O., attraverso una maggiore definizione dei perimetri precedentemente individuati. Anche in attuazione delle disposizioni di cui all’art. 94 del D.Lgs. n.152/06, è disposto il “vincolo” di “destinazione d’uso idropotabile e planimetrico” delle risorse idriche individuate nelle tabelle 6.1 ‐6.2‐6.3‐6.4‐6.5 e 8.1‐8.2‐8.3‐8.4‐8.5 e nelle tavole 9.1A‐9.2A‐9.3A‐9.4A‐9.5A dell’Elaborato di Piano che si integrano con gli articoli 19‐20‐21‐22 contenuti nelle N.T.A. del Piano di Tutela delle Acque della Regione Marche. Dette perimetrazioni saranno automaticamente modificate con l’approvazione dell’aggiornamento delle delimitazioni previste dal P.T.A.. In riferimento inoltre ad aree da “tutelare” per riserva idrica ad uso umano, debbono inoltre richiamarsi le “Linee guida per la tutela della qualità delle acque destinate al consumo umano e criteri generali per l’individuazione delle aree di salvaguardia delle risorse idriche di cui all’art. 21 D. Lgs. 152/99” dell’Accordo Stato‐Regioni‐Province autonome del 12/12/2002, e l’art. 94 del D. Lgs. 152/2006; tali aree sono distinte in : 1) zone di tutela assoluta, 2) zone di rispetto (ristrette e/o allargate) 3) zone di protezione. La zona di tutela assoluta deve avere una estensione di almeno 10 m di raggio dal punto di captazione. La zona di rispetto è costituita dalla porzione di territorio circostante la zona di tutela assoluta da sottoporre a vincoli e destinazioni d’uso tali da tutelare qualitativamente e quantitativamente la risorsa idrica captata e può essere suddivisa in zona di rispetto ristretta e zona di rispetto allargata in relazione alla tipologia dell’opera di presa o captazione e alla situazione locale di vulnerabilità e rischio della risorsa. Le regioni e le province autonome disciplinano , all’interno delle zone di rispetto, le attività. Su proposta delle Autorità d’ambito, le regioni, per mantenere e migliorare le caratteristiche qualitative delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano erogate a terzi mediante impianto di acquedotto che riveste carattere di pubblico interesse, nonché per la tutela dello stato delle risorse, individuano le aree di salvaguardia distinte in zone di tutela assoluta e zone di rispetto, nonché, all’interno dei bacini imbriferi e delle aree di ricarica della falda, le zone di protezione. (comma 1, art. 94, D. Lgs. 152/06). In assenza dell’individuazione da parte della regione della zona di rispetto ai sensi del comma 1, la medesima ha un’estensione di 200 metri di raggio rispetto al punto di captazione o di derivazione (comma 6, art. 94, D. Lgs. 152/06). Naturalmente tale estensione geometrica per la definizione della zona di rispetto è da considerarsi in via puramente transitoria, da adottarsi solamente per il tempo necessario a compiere i necessari studi tecnico‐scientifici per la perimetrazione definitiva ad opera degli enti preposti. Così come previsto dall’Accordo del 12 dicembre 2002, stipulato tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome, le aree di salvaguardia sono individuate secondo opportuni criteri generali, tra cui quello idrogeologico: basato sugli elementi idrogeologici specifici dell'acquifero e dei suoi limiti. Tali aspetti possono palesarsi nell’ambito della procedura per il rilascio della concessione o successivamente, in ogni caso è previsto dalla normativa vigente. Per quanto riguarda i riferimenti della Riserva delle Acque ai sensi dell'art. 51 del R.D, 1755/1933 essi sono così esplicitati : “Art.51: Nell'interesse delle ferrovie, della navigazione interna, delle bonifiche, delle irrigazioni, della fornitura di acqua potabile e di altri importanti servizi pubblici, il Ministro dei lavori pubblici, sentito il Consiglio superiore, può riservare per un quadriennio l'utilizzazione di tutta o di parte della portata di un determinato corso di acqua . La riserva può essere prorogata dal Ministro dei lavori pubblici soltanto per un altro quadriennio, sentito il Consiglio superiore. (…..)”. Inoltre l’art.3 della Legge n.129/1963 (Piano Regolatore Generale degli Acquedotti e Delega al Governo ad emanare le relative norme di attuazione) così recita :”Art.3 ‐ 1. Il progetto di piano è deliberato, entro due anni dalla data di entrata in vigore della presente legge (termine prorogato di due anni dall'art.1 della L.506/66), con decreto del Ministro per i lavori pubblici, (………..) 2. Dalla data di deliberazione del progetto di piano a termini del precedente comma e sino alla data di entrata in vigore delle norme di attuazione di cui al successivo art.5, le acque che il progetto di piano prevede di utilizzare sono riservate ai sensi e per gli
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effetti dell'art.51 del testo unico 11‐12‐1933, n.1775” Il punto c) del comma 2 dell'art. 2 delle NTA , viene così modificato: c)“ l’eventuale utilizzo delle nuove acque sotterranee profonde dei sistemi idrogeologici appenninici, individuate come “riservate” dal P.R.A., è consentito nel rispetto della normativa vigente in materia riguardante la disciplina delle derivazioni d’acqua pubblica. Punto 4 – RESPINTA Derivazioni. ‐ Nelle tabelle da: 6.1 a: 6.5, appaiono valori superiori a 100 l/sec nelle colonne delle piccole derivazioni; essi sono riferiti alla sommatoria di piccole derivazioni afferenti ad un campo pozzi che alimenta un solo acquedotto; sono altresì attualmente di natura amministrativa disgiunta tra loro. Vale nel merito quanto specificato all’art. 12 delle NTA.
Punto 5 ‐ Fabbisogni idrici ACCOLTA – Il fabbisogno idrico‐potabile, espresso in l/ab giorno, rappresenta la grandezza fondamentale in base alla quale vengono dimensionate tutte le opere idrauliche (condotte di adduzione, reti di distribuzione urbane, capacità dei serbatoi ecc), ed è stata introdotta dal Piano Regolatore Generale degli Acquedotti ( Legge n.129/ 1963). Nel valore della dotazione idrica sono compresi tutti i fabbisogni; ossia non coincide con la quantità di acqua consumata da un individuo residente ma con la somma di questa con una parte di acqua destinata agli ospedali, caserme, collegi, (abitanti stabili non residenti) nonché scuole, ed altre strutture pubbliche presenti nella città di residenza. L’analisi degli attuali fabbisogni è stata valutata assieme alle singole A.T.O. con i dati storici forniti, unitamente alla elaborazione degli stessi di cui alla precedente variante al P.R.A. del 1989. Essi sono stati comunque rivisitati ed approfonditi alla luce di dati ISTAT, e dal confronto con omologhi Piani Acquedotti di alcune regioni italiane. L’aggiornamento del Piano prevede la riduzione delle attuali perdite passando dal 30% al 20%; si fa presente che, a titolo cautelativo, è stato computato per 2,5% al 2025 e per il 5% val 2050 in quanto non vi è certezza del raggiungimento di tale obiettivo.
Punto 6 ACCOLTA IN PARTE ‐ Risorse di emergenza: per questa osservazione vale quanto riportato in premessa, ed ampiamente citato nei punti precedenti.
Punto 7 ‐ NORME DI ATTUAZIONE ‐ ACCOLTA in riferimento a: “All’Art. 9, comma 2, delle NTA sì ritiene che la possibilità di prelievo debba essere subordinata al rilascio del parere dell'AdB ai sensi dell’ art. 7 del RD. 1775/1933, pertanto , per quanto implicitamente previsto nella formulazione proposta, se ne chiede la formale esplicitazione.” ‐ ACCOLTA IN PARTE in riferimento a: “Al comma 4 del medesimo articolo 9, si suggerisce l'inserimento dì una forma pubblicistica dell'istanza di concessione, nel rispetto dei principi della L.R. 5/2006” il comma è stato eliminato. ‐ ACCOLTA IN PARTE in riferimento a: “'esclusione dalla procedura dì VIA delle concessioni per "prelievi di acque riservate, relative ad opere di derivazione e utilizzi posti in essere antecedentemente all’ entrata in vigore della LR 7/2004 il comma è stato eliminato; ‐ ACCOLTA. All’art. 11, comma 3 è stato aggiunto "ed alle Autorità di bacino”.
A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta: Pertinente / Non pertinente
Sintesi finale: In conclusione, a seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente:
Accoglibile / Accoglibile parzialmente / Non accoglibile
Controdeduzione all’osservazione n. 12:
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Comune di Castelsantangelo sul Nera (MC)
12Numero progressivo osservazione
Pervenuta in data
Tramite Protocollo REGIONE MARCHE Protocollo Mittente
Numero Data Numero Data
11 25/06/2014 PEC 468017 26/06/2014 1665 24/06/2014
Tipo generico
ambientale
PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 12
In riferimento a quanto indicato in oggetto e considerato che un'importante opera di captazione del sistema idrico, quella di San Chiodo, cui attinge l'Acquedotto del Nera, insiste su questo territorio, di seguito si riportano le osservazioni che questa Amministrazione avanza in proposito. Si conviene, in via generale, sulle modalità e i tempi che il Piano prevede relativamente all'incremento del prelievo idrico (da 150 lt/s a 400 lt/s) , e si ricorda che sul nostro Territorio ha competenza anche l'Autorità di Bacino del Fiume Tevere e che lo stesso è inserito totalmente nel Parco Nazionale dei !\fonti Sibillini. Si ritiene doveroso sottolineare che l'aumento previsto, fino al raggiungimento di 400 lt/s, rischia di provocare alcuni disservizi che potrebbero originare anche danni per l'Ente locale fermo restando l'importanza che assume il mantenimento del Deflusso "minimo Vitale che, nel caso di un prelievo superiore all'attuale, difficilmente potrebbe essere mantenuto. Appare utile suggerire che nel Piano Regolatore degli Acquedotti siano previste la ricerca e la realizzazione di altre opere di adduzione a valle dell'attuale fonte di Santo Chiodo per consentire di arrivare al raggiungimento pianificato dei 400 lt/s senza originare disagi e nocumento a questo territorio per le ragioni che seguono. In primis, la portata che eccede i 150 lt/s viene oggi riversata interamente nel Fiume Nera e fino ad ora non ha mai causato né problemi connessi alla scarsità di portata del fiume, con conseguenti sofferenze della fauna ittica autoctona pregiata esistente, né riduzioni di produzione di Energia Elettrica della Centrale Idroelettrica di san Placido, di proprietà di questo Comune, unitamente a quelli di Ussita e Visso. Al riguardo si richiama l'attenzione sull'importanza che riveste la predetta centrale per le casse dei tre Comuni, specialmente in questo momento di forte spending review nei confronti degli Enti locali, rivelandosi introito essenziale per assicurare i servizi base alla popolazione di un piccolo Ente montano. Altro aspetto di fondamentale importanza che deve essere preso in considerazione è l'esistenza di due impianti per allevamenti ittici, ubicati a valle della sorgente e costituenti importanti attività economiche per il comprensorio. Nel passato, in effetti, durante l'esecuzione dell'opera di captazione di Santo Chiodo, i tre Comuni sono stati coinvolti in contenziosi sollevati dal proprietario degli impianti di allevamento ittico per procurato danno derivante da improvvise riduzioni della portata del fiume Nera connesse al blocco della citata centrale idroelettrica, ubicata a monte dell'area produttiva. Da ultimo, anche se ad una prima valutazione non strettamente connessa alle osservazioni di cui sopra, corre l'obbligo rammentare la mancata applicazione dell'art. 11 , comma 1 punto b), della Legge regionale del 28/12/2011 n. 30 (Disposizioni in materia di risorse idriche e di servizio idrico integrato) da parte dell’A TO 3, che prevede interventi per la tutela e il risanamento degli acquiferi, delle sorgenti e degli ambienti connessi, interventi che ad oggi non sono stati mai né effettuati, né compensati con forme risarcitorie. Nel confidare in un'attenta analisi e valutazione delle osservazioni avanzate, nonché nell'auspicio di un accoglimento di quanto evidenziato, si resta a disposizione nel fornire eventuali ulteriori delucidazioni, qualora ritenuto necessario, facendo riferimento al Responsabile dell'Ufficio Tecnico di questo Comune, Geom. Giovanni Battista Ricci.
Controdeduzione al PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 12
RESPINTA Nelle fasi preparatorie del Piano sono state interessate le Autorità di Bacino e l’Ente Parco Sibillini che hanno dato i loro contributi. Si richiama la premessa alle presenti controdeduzioni; nel merito l’A.T.O. 3 sta predisponendo lo studio di impatto ambientale per l’eventuale aumento della portata derivata, secondo la normativa vigente. Si ricorda che l’uso idropotabile è prioritario sugli altri usi. L’A.T.O. 3, in applicazione dell'art. 11 , comma 1 punto b), della L.R. del 28/12/2011 n. 30 ne programmerà, secondo il proprio Piano d’Ambito, le relative modalità. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
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Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione Marche – Controdeduzioni alle osservazioni Pag. 42 di 88
Pertinente / Non pertinente Sintesi finale: In conclusione, a seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente:
Accoglibile / Accoglibile parzialmente / Non accoglibile
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Controdeduzione all’osservazione n. 13:
Comune di Frontone (PU)
13Numero progressivo osservazione
Pervenuta in data
Tramite Protocollo REGIONE MARCHE Protocollo Mittente
Numero Data Numero Data
12 23/06/2014 PEC 460205 24/06/2014 2228 23/06/2014
Tipo generico
ambientale
PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 13
Il progetto di "Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione", pur ammettendo in seno al documento istruttorio sottoscritto dallo stesso Responsabile del Procedimento (Giorgio Occhipinti) che la «gestione del servizio idrico è stata svolta per molti anni direttamente dai Comuni» non è stato elaborato con il coinvolgimento degli stessi Enti, ed in particolare di quei Comuni che soffrono di carenza idrica durante il periodo estivo, durante il quale si verifica il maggior afflusso turistico, ma solo con quello delle AA TO e dei Gestori;
Controdeduzione al PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 13
RESPINTA Premesso che le A.T.O. sono costituite da Enti locali territorialmente competenti, si evidenzia che esse hanno natura di Consorzi obbligatori composti da Comuni e Province; nei relativi Consigli di amministrazione la rispettiva rappresentanza può esaminare approfonditamente tutte le problematiche inerenti la gestione del servizio. Le A.T.O. ed i gestori del servizio idrico sono stati introdotti nella legislazione italiana (legge Galli 36/94) proprio con lo scopo preciso di superare la frammentazione , la diseconomia, la gestione caotica e/o ineguale che sussisteva in precedenza a carico dei Comuni o delle aziende municipalizzate.. Gli elementi conoscitivi utili per avere una visione reale delle captazioni e delle derivazioni di acqua ad uso umano, degli schemi di acquedotti e della gestione in generale del servizio idrico integrato sono competenze proprie delle A.T.O. e dei gestori, a cui è affidato il servizio pubblico. (vedi anche risposta precedente al sindaco di Cagli per la nota 20.6.2014 ). Nella stragrande maggioranza dei casi che si presentano nella pratica, ed in cui necessitano dati inerenti le captazioni o derivazioni, i Comuni interpellati hanno sempre declinato per competenza le richieste agli stessi gestori del servizio idrico. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 2 dell’Osservazione n. 13
Il Piano in oggetto mira principalmente ad incrementare la quantità di acqua da captare prevedendo il contenimento delle perdite totali entro un valore massimo del 20%, infatti dall'analisi della Tabella 11.1 PROGRAMMA DEGLI INVESTIMENTI 2014‐2020 l'A.T.O. n. l prevede soltanto 2 milioni di euro per quanto concerne gli interventi per la riduzione delle perdite, mentre per la realizzazione di opere di captazione (risorse strategiche) e reti prevede ben 35 milioni di euro. Nella stesura finale del PRG degli acquedotti non sono stati approfonditi i temi legati all'interconnessione delle reti al fine di bilanciare l'approvvigionamento dell'intero Ambito, in particolare per l'A.T.O. n. l non viene prevista l'interconnessione alla rete acquedottistica del pozzo Burano con il territorio del Comune di Frontone, alimentato in prevalenza da una moltitudine di piccole derivazioni di sorgenti superficiali che risentono fortemente dell'andamento stagionale che non soddisfano il fabbisogno idrico durante i mesi estivi;
Controdeduzione al PUNTO n. 2 dell’Osservazione n. 13
RESPINTA In realtà oltre ai 6 M€ previsti per ridurre le perdite, sono individuati, per la manutenzione straordinaria
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ed il risanamento delle reti, complessivamente altri 46 M€ evidentemente anch’essi validi allo scopo di ridurre le perdite ( vedi tab.11.2). L’aggiornamento del Piano ha unificato le risorse. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 3 dell’Osservazione n. 13
richieste : ‐ interconnessione delle reti del sistema acquedottistico del Comune di Frontone con quelle del Comune di Cagli
localizzate nella Frazione Acquaviva; ‐ al fine di un'ottimale sistema di scambio gioverebbe anche l'interconnessione delle reti del sistema
acquedottistico Comune di Frontone con quelle del Comune di Serra Sant'Abbondio localizzate nella Frazione Petrara (al fine di collegare il Comune di Frontone a due reti principali vedi Tav. 9.1. del Piano);
‐ Il Piano mira anche alla individuazione di nuove risorse idriche al fine di abbandonare quelle instabili a favore di captazioni più sicure dal punto di vista quali ‐ quantitativo: a tal fine si propone, sulla base degli studi effettuati dall' M TG n. 1, la perforazione di pozzi profondi in Loc. Casaccia (in sostituzione di quelli esistenti nella Località Caprile di Sotto e Grotticiole con scarse portata).
Controdeduzione al PUNTO n. 3 dell’Osservazione n. 13
Si fa riferimento alla valutazione eseguita da parte dell’A.T.O. 1 sulle presenti richieste, (e già citata nella controdeduzione al punto 2 dell’Osservazione n. 2 e n.3), la quale evidenzia che il Comune di Frontone dipende essenzialmente da captazioni soggette a cicli stagionali che riducono la disponibilità della risorsa nel periodo estivo, che coincide con un incremento dei consumi per l’aumentato flusso turistico. Inoltre Frontone ha rilevanti problemi di perdite (superiori al 50%); approfondimenti geologici hanno individuato buone potenzialità di reperimento di acqua profonda e quindi poco vulnerabile rispetto a fenomeni siccitosi. L’A.T.O. 1 Si propone di agire su due fronti: 1) riduzione delle perdite, per la quale il Piano degli Interventi già prevede la ristrutturazione di alcuni tratti importanti dell’acquedotto; 2) poiché studi sono stati eseguiti ed aree potenzialmente produttive sono state individuate, si dovrebbe procedere con perforazioni e prove di portata per la individuazione di nuove captazioni, da introdurre successivamente nel P.R.A., mediante misurazioni effettive. E’ questo un obiettivo di lungo termine perché al momento, il Piano degli Interventi dell’A.T.O. è prioritariamente dedicato al recupero delle non conformità nella depurazione. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente Sintesi finale: In conclusione, a seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente:
Accoglibile / Accoglibile parzialmente / Non accoglibile
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Controdeduzione all’osservazione n. 14:
Comune di Fossombrone (PU)
14Numero progressivo osservazione
Pervenuta in data
Tramite Protocollo REGIONE MARCHE Protocollo Mittente
Numero Data Numero Data
13 27/06/2014 PEC 478116 30/06/2014 15273 27/06/2014
Tipo generico
ambientale
PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 14
Osservazioni In riferimento al nuovo "Piano Regolatore Acquedotti>' approvato dalla Giunta Regionale Marche con atto Deliberativo n. 238 del 10.03.2014: con la presente. a nome e per conto dell' Amministrazione Comunale di Fossombrone. ritengo doveroso evidenziare alcune osservazioni relative in particolare al futuro prelievo che verrà attivato a due nuove risorse idriche identificate nell'ambito del territorio Comunale di Fossombrone, così come previsto nella tabella 8.1 – pag. 55 ‐ degli elaborati di piano; Nello specifico, si sottolinea l'importanza che tali risorse idriche (San Lazzaro e Sant’Anna del Furlo) vengano attivate il più presto possibile, ma si ritiene altresì indispensabile che dei 150 l/s di prelievo previsto per ogni pozzo, almeno 50 I/s per ogni pozzo, vengano garantiti a servizio dei residenti della città di Fossombrone, essendo tali acque di particolare pregio e qualità. Tale richiesta viene formulata al fine di evitare che le nuove risorse (previste entro il 2025) servano esclusivamente per alimentare gli approvvigionamenti idrici della sola costa, sempre a discapito dei Comuni montani dell'entroterra. Pertanto, si prega di recepire tale osservazione, al fine di scongiurare eventuali disuguaglianze fra le varie aree abitate della provincia.
Controdeduzione al PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 14
ACCOLTA L’eventuale attivazione delle captazioni previste per i pozzi di S. Anna e S. Lazzaro andranno ad alimentare la rete idrica con comprensibili benefici per tutta la popolazione servita dall’acquedotto stesso, nella misura delle necessità reali. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
Sintesi finale: In conclusione, a seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente:
Accoglibile / Accoglibile parzialmente / Non accoglibile
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Controdeduzione all’osservazione n. 15:
Comune di Urbania (PU)
15Numero progressivo osservazione
Pervenuta in data
Tramite Protocollo REGIONE MARCHE Protocollo Mittente
Numero Data Numero Data
14 30/06/2014 LETT 615358 02/09/2014 5008
Tipo generico
ambientale
PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 15
Buongiorno, richiediamo al Sindaco del Comune di Urbania se la nostra amm.ne ha posto nessuna osservazione sul Piano Regionale Acquedotti delle Marche. Infatti l'altra sera abbiamo partecipato ad una foltissima riunione a Cagli, dove diversi Comuni hanno posto osservazioni al Piano e sono fortemente contrari. (vedi Apecchio ‐ Piobbico ‐ e tanti Comuni della Regione) Secondo il nostro parere la Regione compie in questo piano 2 gravissimi errori: 1‐ Concessione illimitata e trentennale di tutte le sorgenti di acqua alle aziende multiservizi, che saranno i proprietari esclusivi dell'acqua per il nostro futuro. 2‐ Apertura perenne dei pozzi profondi in Provincia di Pesaro come il Burano ‐ S. Anna ‐ S. Lazzaro Questi punti sono esattamente il contrario di ciò che serve per avere acqua pulita e sostenibile nella nostra provincia, che è la provincia più carente della Regione. Infatti: L'apertura di pozzi profondi provoca abbassamento di falda, già fortemente compromessa. (vedi livelli dei Fiume Metauro e Foglia in estate L'emungimento delle sorgenti ,solo a fini potabili, provocherà la fine totale dei nostri fiumi e dei corsi d'acqua già ai minimi. (ricordiamo che dai Fiumi viene la nostra salute). A tale proposito alleghiamo alcune osservazioni sul Piano ed un esempio di nostro progetto, dove si evidenzia un modo fortemente innovativo ,alternativo, ma anche molto semplice, di sfruttamento delle acque ad uso potabile nella nostra Provincia. Certamente si tratta di cambiare completamente la mentalità e la politica di gestione, ma purtroppo nei prossimi decenni non avremo alternativa ed in questo la Regione compie un grave errore di visione del futuro. Secondo il nostro parere la metodologia indicata nel nostro progetto rete‐laghi è l'unica possibilità che ha la nostra Provincia per avere acqua buona e potabile per tutti, senza toccare il territorio ed i corsi d'acqua. Il progetto indicato è senz'altro impegnativo e costoso, ma non ha contro indicazioni ed è pienamente sostenibile nel tempo. Inoltre si può provare e realizzare in crescendo nel tempo, per verificarne i risultati. Infatti crediamo, e lei Sindaco certamente concorderà con noi :" E' meglio risparmiare acqua d'inverno ed usarla d'estate, che asciugare tutte le sorgenti per avere tanta acqua oggi e nulla domani ! Fedro con la cicala e la formica, insegna! ". Potrà vedere in questa pagina WEB come il progetto rete‐laghi sia già stato indicato dal nostro Gruppo da circa 2 anni: http://www.progetto‐acqua.it/rete‐Iaghi.htm Speriamo che il Comune di Urbania, ne tenga conto ed approfondisca, insieme a noi ,questa iniziativa. n attesa di riscontro, porgo cordiali saluti. Federico Baldetti Gruppo Progetto Acqua www.progetto‐acqua.it Vogliamo acqua buona per tutta la Provincia di Pesaro e la vogliamo per sempre? Ecco la soluzione: La provincia di Pesaro consuma circa 40 milioni di metri cubi di acqua potabile all'anno. (sono 1,3 metri cubi al secondo). La provincia di Pesaro nella Regione Marche è la più carente di acqua, data I mesi critici sono 4: giugno ‐luglio ‐ agosto ‐ settembre. Per cui l'esigenza primaria sarebbe inizialmente solo di 13 milioni di metri cubi. PROGETTO SOSTENIBILE PER 13 MILIONI DI METRI CUBI DI ACQUA PURISSIMA Nelle nostre zone collinari e montane interne del Catria ‐ Nerone ‐ Carpegna in inverno c'è acqua purissima e di sorgente in sovrabbondanza dovuta alle piogge ed alla neve. Questa acqua ,durante le piene, va dispersa irrimediabilmente al mare. E' sufficiente creare una serie di micro laghi adiacenti, ma non inclusi, ai corsi d'acqua. Devono essere Laghi impermeabilizzati e connessi in una ampia rete idraulica. Bisogna riempire questi laghi nella stagione Invernale / primaverile di sovrabbondanza, prelevando l'acqua dai corsi adiacenti (torrenti ‐ ruscelli ‐ fiumi) attraverso pompaggio. Durante il periodo di bisogno, sarà sufficiente distribuire
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Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione Marche – Controdeduzioni alle osservazioni Pag. 47 di 88
questa acqua verso le zone a maggior densità abitativa della Provincia (Pesaro‐ Fano). Queste città avrebbero acqua pura e senza alcuna concentrazione di sostanze potabilizzatrici (cloro ecc.) e di inquinanti. Infatti l'acqua montana proviene da zone ancora non inquinate. In questo modo tutta la popolazione provinciale avrà acqua buonissima e di qualità e per sempre. Per di più non si toccheranno sorgenti, pozzi profondi ed i nostri fiumi torneranno quelli di una volta! QUANTI LAGHI E DI QUALE DIMENSIONE? Per avere 13 milioni di metri cubi sono sufficienti circa 650 laghi di area media di 5000 metri quadrati profondi 4 metri o equivalenti. Si può considerare che, nella fascia collinare montana ed in ogni comune dell'interno pesarese, si potrebbero costruire circa 20 laghi per ognuno degli oltre 30 Comuni. (Cagli – Cantiano – Piobbico – Apecchio ¬Urbania‐Pergola‐Serra San Abbondio – Frontone ‐ S. Angelo in Vado ‐ Peglio ‐ Mercatello – Borgopace ¬Carpegna ‐ Piandimeleto ‐Lunano‐ Montecalvo ‐ Villagrande ‐ Auditore ‐ ecc. ecc.). Inoltre il progetto si potrebbe realizzare gradualmente, integrandosi all'esistente e provarne i risultati. Sostenibilità del progetto = 100%, innovazione del progetto = 100%, controllo e manutenzione degli impianti molto facile, estendibilità illimitata. Questo progetto può creare molti posti di lavoro e rispetta totalmente i fiumi ed i corsi d'acqua, che tornerebbero ad avere le sorgenti e le falde acquifere sotterranee come acqua di riferimento e non le fogne urbane come avviene oggi. VANTAGGI Si potrebbero eliminare gradualmente bacini ed acquedotti esistenti che prelevano sorgenti e asciugano i Fiumi in estate. I laghi potrebbero essere usati in casi di emergenza per incendi.Eliminazione totale del prelievo da sorgenti o pozzi. Estensione a concessione per laghi di seconda fascia in agricoltura ecc.Questa è l'unica soluzione per avere acqua buona per tutti i cittadini della Provincia di Pesaro. ESTENDIBILITA' DEL PROGETTO Tale progetto potrebbe crescere nel tempo, partendo da prototipi sino alla realizzazione dell'intera rete e coinvolgere altre province della Regione. Sarebbe un esempio europeo di gestione dell'acqua potabile. COSA POTREBBE DIRE CHI SI OPPONE Al PROGETTO? Domanda: Molti tecnici sostengono che non si può accumulare acqua potabile nei laghi, per problemi di alghe, ossigenazione ecc. Risposta: Ciò non è vero. Vi sono esempi nel mondo di questo genere. Abbiamo oggi tutta la tecnologia per muovere ed ossigenare l'acqua in una rete di laghi. Usando ad esempio il fotovoltaico per creare energia atta al movimento dell'acqua ed alla sua ossigenazione ed i sistemi di fitodepurazione spontanea. Domanda: Non è meglio un grande bacino al posto di una rete‐laghi? Risposta: Fare mega‐opere è sempre complicato e lungo nel tempo. Inoltre l'impatto dei mino‐laghi è inferiore nell'ambiente ed è più distribuito. La rete può diventare un esempio che cresce nel tempo e diventa la regola di sfruttamento delle acque anche per progetti agricoli nel territorio. E' senz'altro più espandibile e sostenibile ed alla fine a minor costo (basta guardare le reti informatiche che hanno sostituito le mega‐centrali di computer) Si attendono altre domande da parte vostra. Infatti personalmente non vedo alcuna controindicazione. Cordiali saluti Ing. Federico Baldetti Gruppo Progetto Acqua
Controdeduzione al PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 15
RESPINTA Esaminata la proposta dell’ing. F. Baldetti, si ritiene la stessa non accoglibile, pur se valutata in maniera speditiva, in quanto i costi inerenti alla realizzazione dell’opera (espropri, realizzazione, manutenzione, allacci, potabilizzazione, controllo qualità acque, ecc.), sarebbero eccessivi a fronte di risultati non garantiti nel tempo sia per la qualità sia per la quantità delle acque accumulate. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
Sintesi finale: In conclusione, a seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente:
Accoglibile / Accoglibile parzialmente / Non accoglibile
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Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione Marche – Controdeduzioni alle osservazioni Pag. 48 di 88
Controdeduzione all’osservazione n. 16:
Comune di Cantiano (PU)
16Numero progressivo osservazione
Pervenuta in data
Tramite Protocollo REGIONE MARCHE Protocollo Mittente
Numero Data Numero Data
15 26/06/2014 RACC 470011 26/06/2014 4237 25/06/2014
Tipo generico
ambientale
PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 16
PRESO ATTO Del Progetto di: Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione ‐ Elaborato di Piano ed Allegati: Norme Tecniche di Attuazione (NTA) e Rapporto Valutazione Ambientale Strategica (VAS), nonché delle forme, modalità e contenuti degli atti amministrativi regionali allo stesso collegati; FORMULA, CON FORZA, LE SEGUENTI VALUTAZIONI E PROPOSTE, sottoponendole anche all'attenzione dei Comuni limitrofi, nonché alle associazioni ed ai movimenti attivi su queste tematiche, allo scopo di coordinarsi, auspicando azioni territoriali Comuni: 1‐ Si sollecita una proroga dei termini per la formulazione delle osservazioni da parte dei Comuni e degli Enti interessati: i novanta giorni a far data dal 25 marzo 2014 appaiono infatti del tutto insufficienti per una qualsivoglia approfondita analisi, a meno che non si voglia ridurre il tutto prevalentemente a pura tecnicalità. Sia la campagna elettorale che i successivi insediamenti dei nuovi consigli e delle giunte hanno lasciato ben poco tempo ai nuovi amministratori per un proficuo studio della corposissima ed impegnativa documentazione. 2‐ In premessa si auspica l'individuazione fattiva ed inequivocabile di una serie di tappe atte al recepimento ed all'attuazione del referendum del 2011 sulla ri pubblicizzazione del S.I.I. e l'individuazione, come indicato nella Legge di iniziativa popolare sostenuta dal Forum nazionale dei movimenti per l'acqua, di una quota pro‐capite di acqua giornaliera garantita e gratuita per uso alimentare ed igienico. Diritto individuale questo tanto più urgente ed ineludibile in una fase come questa di fortissima crisi economica. 3‐ Nel merito del Piano si auspica un forte potenziamento degli investimenti inerenti la razionalizzazione ed ottimizzazione della gestione, tesi alla riduzione delle perdite ed al risparmio idrico, valorizzando quanto previsto in alcuni passaggi del Piano medesimo ("previsione di un risparmio idrico tra il 40 ed il 50% mediante contenimento degli sprechi, miglioramento delle tecnologie, attività meno idroesigenti"). 4‐ Riaffermiamo infine, e su questo tema altissima sarà la nostra vigilanza e forte e chiara la nostra voce anche nelle successive fasi di approntamento del Piano Regionale assieme ai nostri referenti istituzionali, la convinzione che le acque del Pozzo del Burano debbano essere considerate solo ed esclusivamente "riserva strategica", al di fuori di ogni altro possibile uso istituzionalizzato per l'approvvigionamento idrico dell'A.T.O.. Ciò ribadito per il Pozzo del Burano, la concessione di eventuali captazioni dall'acquifero del Calcare Massiccio e più in generale dalle falde profonde dell'Appennino dovrà avvenire solo dopo inequivocabili ed incontrovertibili studi idrogeologici accessibili e nelle disponibilità delle popolazioni e finalizzati alla comprensione degli effetti e delle conseguenze dello sfruttamento sull'intero sistema regionale.
Controdeduzione al PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 16
ACCOLTA IN PARTE 1) ACCOLTA già realizzato. 2) RESPINTA Non rientra nell’organizzazione del Piano 3) ACCOLTA: in quanto nella tab. 11.2 del Piano sono previsti per “manutenzione straordinaria per
risanamento ed il rinnovamento delle reti” e per “interventi per la riduzione delle perdite per il risanamento idrico e per l’ottimizzazione della gestione degli acquedotti” 52 Milioni di EURO nel programma degli investimenti 2021‐2025. E’ stata inoltre aggiunta una specifica relativa al risparmio idrico ed ottimizzazione della gestione per un importo totale pari a 5 M€.
4) ACCOLTA ‐in quanto tutte le acque individuate dal P.R.A. (profonde e superficiali) sono ritenute
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Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione Marche – Controdeduzioni alle osservazioni Pag. 49 di 88
strategiche e destinate ad esclusivo uso umano idropotabile. L’eventuale necessità di attivare la captazione del pozzo del Burano, seguirà l’iter tecnico amministrativo previsto dalla normativa vigente che già prevede gli studi richiesti.
A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
Sintesi finale: In conclusione, a seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente:
Accoglibile / Accoglibile parzialmente / Non accoglibile
REGIONE MARCHE Servizio Infrastrutture, Trasporti ed Energia P.F. Tutela delle Acque
Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione Marche – Controdeduzioni alle osservazioni Pag. 50 di 88
Controdeduzione all’osservazione n. 17:
Comune di Piobbico (PU)
17Numero progressivo osservazione
Pervenuta in data
Tramite Protocollo REGIONE MARCHE Protocollo Mittente
Numero Data Numero Data
16 25/06/2014 PEC 468167 26/06/2014 2930 25/06/2014
Tipo generico
ambientale
PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 17
Il progetto di "Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione", pur ammettendo in seno al documento istruttorio sottoscritto dallo stesso Responsabile del Procedimento (Giorgio Occhipinti) che la «gestione del servizio idrico, esso è stata svolta per molti anni direttamente dai Comuni» non ha coinvolto affatto, in modo partecipato, gli stessi Enti, ed in particolare quei Comuni ove il progetto di P .R.A. ha previsto i prelievi, ma solo le A.T.O. ed i Gestori, per cui è evidente, nell' elaborazione dello stesso Piano la carenza di elementi conoscitivi utili per avere una visione reale in merito alle derivazioni, agli schemi degli acquedotti ed alla gestione in generale del servizio idrico integrato.
Controdeduzione al PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 17
RESPINTA La nota di cui trattasi ricalca esattamente il testo e le osservazioni della nota del Sindaco di Cagli del 20.6.2014 (ns. prot. 0451651 del 20.6.2014), per cui valgono le stesse controdeduzioni che qui si riportano. Gli elementi conoscitivi utili ad una visione complessiva ed attuale delle derivazioni e captazioni di acqua pubblica ad uso idropotabile, unitamente agli schemi acquedottistici ed alla gestione del servizio idrico integrato rientrano tra gli strumenti di dominio degli Ambiti Territoriali Omogenei(A.T.O.) e dei Gestori, a cui è affidato il relativo servizio pubblico. Essi detengono le informazioni aggiornate (in tempo reale) in merito alle linee acquedottistiche ed alle derivazioni. Gli A.T.O. ed i Gestori del servizio idrico sono stati introdotti nella legislazione (vedi legge Galli 36/94) proprio con lo scopo preciso di superare la frammentazione, la diseconomia, la gestione caotica e/o ineguale che sussisteva in precedenza a carico dei Comuni o delle aziende municipalizzate dei consorzi. Si evidenzia che gli A.T.O. sono Consorzi obbligatori composti da Comuni e Province, e che nei relativi Consigli di Amministrazione la rispettiva rappresentanza può esaminare approfonditamente tutte le problematiche inerenti la gestione del servizio. Nella stragrande maggioranza dei casi che si presentano nella P.R.A.tica, ed in cui necessitano dati inerenti le captazioni o derivazioni, i Comuni interpellati hanno sempre declinato (per competenza) le richieste agli stessi Gestori del servizio idrico. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 2 dell’Osservazione n. 17
L'atto di pianificazione, ovvero il progetto di "Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione", pur essendo stato redatto da un gruppo di lavoro costituito da dipendenti della Regione Marche ai sensi dell' art. 4 del regolamento di attuazione del Decreto legislativo n. 163/2006 di cui alla deliberazione di Giunta regionale n. 1072/2007, con atto in data 02.08.2013, prot. 0526791/SGG del Segretario Generale, formalizzata con Decreto del Dirigente del Servizio in data 31.10.2013 n. 276/ITE, non riporta, oltre alla data di redazione, i nominativi dei dipendenti incaricati che oltre rispondere singolarmente per la specifica responsabilità sono tenuti a rispondere degli eventuali errori progettuali che, nel tempo, potrebbero essere causa anche di danno ambientale, ancorché, nell'immediato, degli errori riferiti alla elaborazione di dati. Il Piano riporta solo il nominativo del Dirigente che non sostituisce, nello specifico, il
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Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione Marche – Controdeduzioni alle osservazioni Pag. 51 di 88
Responsabile ed incaricato della redazione del piano, quanto gli incaricati della redazione del Piano ed i Collaboratori.
Controdeduzione al PUNTO n. 2 dell’Osservazione n. 17
RESPINTA La nota di cui trattasi ricalca esattamente il testo e le osservazioni della nota del Sindaco di Cagli del 20.6.2014 (ns. prot. 0451651 del 20.6.2014), per cui valgono le stesse controdeduzioni che qui si riportano. Il Piano adottato con DGR. 238 del 10.3.2014, attualmente riporta la sigla del responsabile Ing. Giorgio Occhipinti, allora dirigente della competente struttura regionale e al capitolo 12 dell’Elaborato di Piano sono riportati tutti i nominativi dei componenti il gruppo di lavoro. Anche nella versione che verrà licenziata dall’Assemblea Legislativa regionale saranno riportati i nominativi dei partecipanti al gruppo di lavoro che ha redatto il Piano. Ovviamente i progettisti si assumono le loro specifiche responsabilità, come previsto dalla norma. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 3 dell’Osservazione n. 17
Considerato che, così come ribadito nel documento istruttorio di cui alla Deliberazione 238/2014,l'obiettivo strategico fissato con Deliberazione della Giunta Regionale n. 581/2012 consiste nel «completamento della redazione e presentazione del "Piano Regolatore degli Acquedotti"», da parte della Struttura regionale competente in materia derivazioni d'acqua e demanio idrico, in riferimento alla già elaborata proposta preliminare di aggiornamento del P .R.A. dell' anno 2004, si ritiene che il conferimento dell’ incarico al Gruppo di Lavoro oltre ad essere estremamente oneroso per la collettività non trova una specifica corrispondenza tra quello che è l '''Ambito oggettivo e soggettivo" di cui all'art. 2 del REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE allegato "B"alla Deliberazione della Giunta Regionale n. 1072/2007; Quanto sopra viene ancor più confermato da quanto riportato nelle PREMESSA del Piano, ovvero: « La presente relazione illustra il nuovo Piano Regolatore Generale degli Acquedotti della Regione Marche redatto dalla Struttura regionale Viabilità e Demanio Idrico del Servizio Infrastrutture, Trasporti ed Energia, diretta dal Dott. Ing. Giorgio Occhipinti.», se così è, come ovviamente riportato, ovvero, se il Piano è stato «redatto dalla Struttura regionale Viabilità e Demanio Idrico del Servizio Infrastrutture, Trasporti ed Energia, diretta dal Dott. Ing. Giorgio Occhipinti.» ci si chiede perché allora con atto in data 02.08.2013, prot. 05267911SGG del Segretario Generale, formalizzato con Decreto del Dirigente del Servizio in data 31.10.2013 n. 276/ITE, è stato costituito un Gruppo di Lavoro con la necessità di procedere ad utilizzare una copertura finanziaria dell' onere derivante dal presente atto, pari ad €. 100.000,00, con la disponibilità del capitolo 42201158 del bilancio 2013 o del corrispondente capitolo di bilancio dei successivi esercizi finanziari.
Controdeduzione al PUNTO n. 3 dell’Osservazione n. 17
RESPINTA La nota di cui trattasi ricalca esattamente il testo e le osservazioni della nota del Sindaco di Cagli del 20.6.2014 (ns. prot. 0451651 del 20.6.2014), per cui valgono le stesse controdeduzioni che qui si riportano.Premesso che a quanto riportato in questo punto sarebbe possibile non replicare in quanto non attiene ne al tema ne agli obiettivi sviluppati dal Piano, con intenti dichiaratamente provocatori; purtuttavia si esplica e sottolinea che: ‐ Il piano è inquadrabile come Atto di pianificazione interna all’amministrazione, la cui redazione è assoggettata all’incentivo previsto dal D.Lgs. n.163/2006 art.92 c.5 e 6 , e successivo regolamento di attuazione di cui alla Delibera di Giunta n. 1072 del 8.10.2007 art. 6;
‐ Per esso si prevede al massimo il 30% della tariffa professionale prevista per analoghi piani; ‐ Per questo, se fosse stato redatto da professionisti esterni, esso sarebbe stato molto più oneroso per le finanze regionali;‐ Il gruppo di lavoro ha riunito diverse professionalità nell’ambito Regionale, le quali hanno contribuito alla redazione del piano.
A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta: Pertinente / Non pertinente
REGIONE MARCHE Servizio Infrastrutture, Trasporti ed Energia P.F. Tutela delle Acque
Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione Marche – Controdeduzioni alle osservazioni Pag. 52 di 88
PUNTO n. 4 dell’Osservazione n. 17
L'attuale progetto di "Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione", da considerarsi pertanto come completamento della redazione della già elaborata proposta preliminare di aggiornamento del P.R.A. dell'anno 2004, viene adottato con Deliberazione G.R. 238/2014 quale progetto, omettendo il nominativo del Responsabile del Progetto nonché degli incaricati e collaboratori, sulla base del Documento Istruttorio redatto e sottoscritto dallo stesso soggetto che ricopre contemporaneamente sia il ruolo di Dirigente dell'Ufficio regionale competente in materia di Demanio Idrico, sia il ruolo di Responsabile ed incaricato della redazione del Piano, nonché del ruolo di Responsabile del Procedimento. A tal proposito dovrà essere fermata l'attenzione sul rispetto di quanto previsto al riguardo dalla vigente normativa con particolare riferimento al D.Lgs. 12 aprile 2006, n. 163;
Controdeduzione al PUNTO n. 4 dell’Osservazione n. 17
RESPINTA La nota di cui trattasi ricalca esattamente il testo e le osservazioni della nota del Sindaco di Cagli del 20.6.2014 (ns. prot. 0451651 del 20.6.2014), per cui valgono le stesse controdeduzioni che qui si riportano. Vedi risposta al punto precedente. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 5 dell’Osservazione n. 17
Il progetto di "Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione", specifica erroneamente, per quanto concerne la dorsale carbonatica del Catria e Nerone che « Captare pertanto le falde degli acquiferi profondi non necessariamente comporta una alterazione dei circuiti idrogeologici superficiali. Captare le acque degli acquiferi profondi può invece portare ad una riduzione di prelievi dalla sorgente di versante e di conseguenza ad una maggiore disponibilità idrica per la rete idrografica e quindi un incremento delle portate fluviali, con rispetto del DMV, in attuazione del Piano di Tutela delle Acque.», tale erronea considerazione certamente deriva dal fatto che tra gli «studi più significativi» che sono stati esaminati dall'Ufficio (o Gruppo di Lavoro !) in sede di istruttoria delle P.R.A.tiche non compare quello relativo alla "Valutazione delle risorse idriche sotterranee nella dorsale carbonatica M.Catria M.Nerone" 1995, che già nel suo SOMMARIO specifica che «La falda in pressione, che viene a giorno lungo le incisioni fluviali del F. Bosso e F. Burano», ovvero, dai dati monitorati dal Comune di Cagli è riscontrabile che il prelievo di acqua dal Pozzo Cagli 1 oltre mettere in crisi le richiamate incisioni fluviali, incide anche direttamente sulle sorgenti in quota e sulle cavità carsiche (grotte) e tra queste cita specificatamente la "Buca del Diavolo" sul Monte Tenetra che «permette di raggiungere una falda freatica a quota del F. Burano, sostenuta da livelli di minore permeabilità.»;
Controdeduzione al PUNTO n. 5 dell’Osservazione n. 16
RESPINTA La nota di cui trattasi ricalca esattamente il testo e le osservazioni della nota del Sindaco di Cagli del 20.6.2014 (ns. prot. 0451651 del 20.6.2014), per cui valgono le stesse controdeduzioni che qui si riportano. Vedasi quanto citato in premessa. Nel caso specifico del Pozzo Burano, e dell’idrogeologia ad esso connessa, sono stati presi in considerazione studi specifici quali quello dell’Aquater del 1992 e MTX Italia del 2003. Il primo evidenzia nelle conclusioni “che da una potenzialità residua pari a circa 1,03 mc/sec, che corrisponde ad una risorsa fruibile di 0,34 mc/sec”. In ogni caso sono state rivedute e corrette le previsioni d’uso, a seguito di approfondimenti ed analisi. La considerazione che “Captare pertanto le falde degli acquiferi profondi non necessariamente comporta una alterazione dei circuiti idrogeologici superficiali. ecc ecc” è una considerazione del tutto generale che vale per molti casi affrontati (vedi p.es. prelievo da Capotenna sul fiume Tenna). A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
REGIONE MARCHE Servizio Infrastrutture, Trasporti ed Energia P.F. Tutela delle Acque
Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione Marche – Controdeduzioni alle osservazioni Pag. 53 di 88
PUNTO n. 6 dell’Osservazione n. 17
Nella stesura del Piano, come nello stesso citato, «si è proceduto all'analisi ed alla stima dei fabbisogni in modo organico per ogni Ambito Territoriale Omogeneo (A.T.O.) », dalla lettura dei dati emerge che la popolazione in ambito A.T.O. n. 1 al 2011 è di 362.583 abitanti con una proiezione stimata al 2025 pari a 401.017 abitanti ( +‐10,6%), il fabbisogno idrico al 2011 che soddisfa i 362.583 abitanti è di 1.339 l/sec. Il fabbisogno idrico stimato al 2025 per una popolazione di 401.017 abitanti dovrebbe essere pertanto di circa 1.480,93 l/sec e non come erroneamente riportato dal Piano pari a 2.019 l/sec, poiché erroneamente gravato da un calcolo non rispondente di popolazione fluttuante pari a 120.000 abitanti. Il dato di popolazione fluttuante, con l'errato calcolo del fabbisogno 2025 porta conseguentemente ad errare anche il fabbisogno per l'anno 2050.
Controdeduzione al PUNTO n. 6 dell’Osservazione n. 17
RESPINTA La nota di cui trattasi ricalca esattamente il testo e le osservazioni della nota del Sindaco di Cagli del 20.6.2014 (ns. prot. 0451651 del 20.6.2014), per cui valgono le stesse controdeduzioni che qui si riportano. Si rappresenta che la popolazione fluttuante riportata sia in tabella 7.6 sia in tabella 7.7 del Piano si riferisce cautelativamente alla necessità della dotazione complessiva di acqua ad uso idropotabile nel giorno di massimo consumo per garantire la disponibilità del bene primario anche in questa condizione; che avviene intuitivamente in estate quando la popolazione fluttuante legata al turismo estivo ha il suo picco. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 7 dell’Osservazione n. 17
Il concetto del Piano mira esclusivamente ad incrementare la quantità di acqua da captare accettando il «contenimento delle perdite totali entro un valore massimo del 20%». Accettare nella nostra era una perdita lungo le condotte idriche del 20% risulta essere totalmente anacronistico, ed è come se accettassimo che il 20% dei passeggeri o di materiale che vengono trasportati in una determinata tratta non arrivano a destinazione e per fronteggiare a ciò non si ricorra ai "ripari" ma si aumenti del 20/30% all'imbarco il numero di persone e di materiali. Dimostrazione reale di ciò si riscontra anche dall'analisi della Tabella 11.1 PROGRAMMA DEGLI INVESTIMENTI 2014‐2020, dove per l' AA TO n. 1 per quanto concerne gli interventi per la riduzione delle perdite sono stati previsti 2 milioni di euro, mentre per la realizzazione di opere di captazione (risorse strategiche) e reti sono stati previsti 35 milioni di euro.
Controdeduzione al PUNTO n. 7 dell’Osservazione n. 17
RESPINTA La nota di cui trattasi ricalca esattamente il testo e le osservazioni della nota del Sindaco di Cagli del 20.6.2014 (ns. prot. 0451651 del 20.6.2014), per cui valgono le stesse controdeduzioni che qui si riportano. Il Piano non mira ad incrementare esclusivamente la quantità di acqua da captare: esso analizza i fabbisogni: ‐ attuali ‐ al 2025 ‐ ed al 2050, prevedendo, in caso di necessità, le possibili acque pubbliche che possano soddisfare tali fabbisogni e ne riserva l’uso al solo fine idropotabile affinché nessun altro utilizzo sia concedibile, senza che vengano garantiti i quantitativi destinati a tale scopo. Ove ciò non si verificasse, la situazione rimarrebbe invariata senza incrementi di portata e senza la necessità di attivare nuove concessioni. Si ricorda. a questo proposito, che il “vigente” Piano Regolatore degli Acquedotti ‐Legge 4.2.1963 n°129 – prevedeva per Ancona, come abitanti residenti al 2015 , il numero di 161.705, senza contare i fluttuanti. La città ha, da anni, una popolazione stabile di circa 100 mila abitanti. Per quanto riguarda la stima del «contenimento delle perdite totali entro un valore massimo del 20%», come obiettivo ritenuto insufficiente e anacronistico, si cita al sito Ingngneri.info ( La Community degli Ingegneri Italiani • Supplemento di Tecnici.it ‐ Quotidiano di informazione scientifica e tecnica ‐ ISSN
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2284‐0109 ‐ Anno 7 n° 277 del 08/07/2014): “Nel 2012 le reti comunali dell'acqua potabile italiane hanno disperso 3,1 miliardi di metri cubi, ovvero il 37,4% del volume di acqua immesso in rete. Ciò significa, semplificando, che su 100 metri cubi d'acqua ne vengono sprecati quasi 40. L'incidenza delle dispersioni, tra l'altro, sta costantemente aumentando, anche in confronto ai dati già alti dell'ultimo censimento di 4 anni fa, quando la percentuale di dispersione era comunque il 32,1% del volume totale. I dati arrivano dal nuovo censimento delle acque ad uso civile realizzato dall'Istat, riferito all'anno 2012 e ottenuto tramite le rilevazioni presso gli oltre tremila enti gestori dei servizi idrici attivi sul territorio.……….. “ L’obiettivo del Piano di ridurre le perdite idriche portandole al 20% , si ritiene sia ragionevolmente perseguibile stimando l’attuale perdita media nelle singole A.T.O. di circa il 30%. Ogni ulteriore tentativo di riduzione può essere auspicato ma difficilmente raggiungibile. In relazione alla TAB.11.1 si rappresenta che in realtà oltre ai 2 mln di Euro destinati a ridurre le perdite, sono previsti ulteriori 13 mln di Euro per la manutenzione straordinaria delle reti, finalità questa che ha lo scopo evidente di ridurre le perdite. Nella versione aggiornata del Piano detti importi sono stati sommati. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 8 dell’Osservazione n. 17
Il Piano, già dalla INTRODUZIONE stabilisce erroneamente le soluzioni sin ad oggi adottate dall' A.T.O. n. 1 relativamente al sistema di approvvigionamento idrico ritenendo la medesima «anomala», poiché basata su acquedotti alimentati prevalentemente da acque superficiali (soprattutto invasi) ritenendo la stessa situazione «ulteriormente aggravata dal fatto che gli acquedotti sono riforniti da una moltitudine di piccole derivazioni sparse sul territorio, che rendono il servizio (a giudizio errato del Piano) frammentario e vulnerabile. Questo errato pensiero progettuale, che tra l'altro investe e caratterizza tutto il Piano, è dimostrabile nella sua erroneità tracciando al riguardo un parallelo con l'economia, che specie in questi momenti di crisi vede il solo ed unico sostegno nella piccola e media impresa (particolare caratteristica della nostra regione Marche) a discapito delle grandi strutture siano esse di prelievo che di rete.
Controdeduzione al PUNTO n. 8 dell’Osservazione n. 17
RESPINTA La nota di cui trattasi ricalca esattamente il testo e le osservazioni della nota del Sindaco di Cagli del 20.6.2014 (ns. prot. 0451651 del 20.6.2014), per cui valgono le stesse controdeduzioni che qui si riportano. Cautelativamente si sono omesse le piccole derivazioni dimostratesi più vulnerabili specialmente nel periodo di massimo fabbisogno idrico (stagione estiva). La rete idrica dell’A.T.O. 1, è impostata sulle disponibilità idriche derivanti dalla conformazione morfologica, storica e politica del territorio che ha privilegiato l’uso delle acque superficiali caratterizzate da bassa qualità. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 9 dell’Osservazione n. 17
Gli interventi individuati dal Piano, riguardo all' A.T.O. n. 1 sono da ritenersi erronei in quanto: ‐ per quanto concerne la interconnessione alla rete acquedottistica del pozzo Burano, il prelievo di acqua fino a 300 l/sec, giudicato erroneamente possibile, non trova, così come non può trovare, alcuna conferma dalla elaborazione specialistica dei dati acquisiti in sede di monitoraggio. Tale dato ha trovato solo un "accademico" riscontro in una analisi riconducibile ad un periodo di monitoraggio estremamente breve, ovvero di soli 13 mesi, con l'applicazione del metodo Kennessey e della metodologia basata sull'utilizzo dei valori del c.i.p. (coefficiente d'infiltrazione potenziale);
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‐ per quanto concerne la ‐ Nuovi campi pozzi da attivare in località San Lazzaro e Sant' Anna, con particolare riguardo a quest'ultima (dorsale marchigiana di Monte Paganuccio) la captazione di 150 l/sec comprometterebbero certamente il sistema ambientale del Monte Paganuccio e della adiacente valle del Furlo (Riserva Naturale). ‐ per quanto concerne il‐ Potenziamento derivazioni esistenti e/o di soccorso, ancorché trattasi di prelievi alquanto consistenti, ovvero 80 l/sec entro il 2025 e ulteriori 55 l/sec entro il 2050, il Piano, ancorché redatto con «L'obiettivo primario di individuare le fonti di approvvigionamento da "riservare" per l'uso idropotabile, per garantire alla collettività ed alle future generazioni la disponibilità del bene pubblico primario», è progettualmente carente in quanto non riporta alcun sito o modalità di prelievo.
Controdeduzione al PUNTO n. 9 dell’Osservazione n. 17
RESPINTA La nota di cui trattasi ricalca esattamente il testo e le osservazioni della nota del Sindaco di Cagli del 20.6.2014 (ns. prot. 0451651 del 20.6.2014), per cui valgono le stesse controdeduzioni che qui si riportano. Facendo seguito a quanto indicato al precedente punto 5), si evidenzia che la portata di 340 l/s è un dato riconosciuto in letteratura tecnica e da studi effettuati sul pozzo, in primis quello compiuto dall’Aquater nel 1992. Tutt’altra considerazione riveste l’attivazione della concessione che potrà avvenire solo nel caso si verificassero le previsioni di piano, seguendo le procedure previste per legge come ben evidenziato in premessa: vedi in particolare i punti c) e d). Per quanto riguarda i pozzi di Sant’Anna e San Lazzaro, è stato effettuato uno studio:“Indagine conoscitiva sulle risorse idriche sotterranee dell’A.T.O. 1 Marche Nord Pesaro‐Urbino‐Progetto finalizzato alla verifica sperimentale delle potenzialità idriche delle idrostrutture carbonatiche del bacino del Fiume Metauro ”, a cura del Prof. Torquato Nanni ed è ora in corso la seconda parte del progetto. Gli studi condotti consentono già ora di affermare che sussistono buone potenzialità di portata dell’acquifero in questione. In ogni caso l’ipotesi di prelievo massimo è stato riveduto e corretto per gli scenari ipotizzati al 2025 e al 2050. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 10 dell’Osservazione n. 17
Riguardo all'elaborato "NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE (N.T.A.), nel richiedere l'adeguamento dello stesso elaborato alle attuali normative, si richiede specificatamente che per l'utilizzo delle acque, ovvero che le risorse possono essere impiegate solo dopo preventive e specifiche indagini e studi finalizzati che escludano danni ambientali. Si richiede inoltre specificatamente che i commi 3 e 4 dell 'art. 6 delle medesime NT A del Piano, vengano corretti inserendo per entrambi il periodo temporale di novanta giorni.
Controdeduzione al PUNTO n. 10 dell’Osservazione n. 17
ACCOLTA IN PARTE La nota di cui trattasi ricalca esattamente il testo e le osservazioni della nota del Sindaco di Cagli del 20.6.2014 (ns. prot. 0451651 del 20.6.2014), per cui valgono le stesse controdeduzioni che qui si riportano. L’elaborato NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE (N.T.A.), è adeguato alle attuali normative, anche alla luce dell’aggiornamento effettuato. Come già specificato (vedi premessa iniziale) l'utilizzo delle acque e delle risorse idriche sarà possibile solo dopo l’istruttoria amministrativa secondo le norme vigenti, che comprende la valutazione di impatto ambientale (V.I.A.). Per quanto riguarda i commi 3 e 4 dell'art. 6 delle N.T.A. del Piano, sono stati modificati in tal senso. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
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Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 11 dell’Osservazione n. 17
Riguardo all'elaborato "RAPPORTO AMBIENTALE V.A.S." si richiede che lo stesso elaborato sia redatto ai fini ed ai sensi del D.Lgs. N. 152/2006 e ss. mm. ed ii. e del D.G.R. N. 1813/2010 omettendo nello stesso, in ripetizione, quanto già riportato integralmente, anche più volte, nell'Elaborato di Piano così da poter far comprendere gli scenari, le valutazioni d'incidenza e quant' altro di specifico riguardo alla Valutazione Ambientale Strategica.
Controdeduzione al PUNTO n. 11 dell’Osservazione n. 17
ACCOLTA La nota di cui trattasi ricalca esattamente il testo e le osservazioni della nota del Sindaco di Cagli del 20.6.2014 (ns. prot. 0451651 del 20.6.2014), per cui valgono le stesse controdeduzioni che qui si riportano. La richiesta appare accoglibile nelle parti ritenute utili. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente Sintesi finale: In conclusione, a seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente:
Accoglibile / Accoglibile parzialmente / Non accoglibile
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Controdeduzione all’osservazione n. 18:
Movimento 5 stelle del Catria e Nerone di Cagli e Cantiano
18Numero progressivo osservazione
Pervenuta in data
Tramite Protocollo REGIONE MARCHE Protocollo Mittente
Numero Data Numero Data
17 24/06/2014 RACC 461541 24/06/2014
Tipo generico
ambientale
PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 18
Il progetto di cui si tratta, prima svolto in maniera consapevole direttamente dai Comuni, poi passato alle A.T.O. , non ha coinvolto in maniera partecipativa decisionale, i Comuni stessi, dove poi lo stesso progetto P.R.A ha previsto i Prelievi a volte indiscriminati, con evidenti carenze conoscitive degli schemi degli acquedotti e della realtà territoriale.
Controdeduzione al PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 17
RESPINTA Gli elementi conoscitivi utili ad una visione complessiva ed attuale delle derivazioni e captazioni di acqua pubblica ad uso umano, unitamente agli schemi acquedottistici e della gestione del servizio idrico integrato rientrano tra gli strumenti in possesso degli Ambiti Territoriali Omogenei (A.T.O.) e dei gestori a cui è affidato il relativo servizio pubblico. Essi hanno le informazioni aggiornate (in tempo reale) in merito alle linee acquedottistiche ed alle derivazioni. Le A.T.O. ed i gestori del servizio idrico sono stati introdotti nella legislazione (vedi legge Galli 36/94) proprio con lo scopo preciso di superare la frammentazione , la diseconomia, la gestione caotica e/o ineguale che sussisteva in precedenza a carico dei Comuni o delle aziende municipalizzate dei consorzi. Si evidenzia che le A.T.O. sono Consorzi obbligatori composti da Comuni e Province , e che nei relativi Consigli di amministrazione la rispettiva rappresentanza può esaminare approfonditamente tutte le problematiche inerenti alla gestione del servizio. Nella stragrande maggioranza dei casi che si presentano nella pratica, ed in cui necessitano dati inerenti le captazioni o derivazioni, i Comuni interpellati hanno sempre declinato (per competenza) le richieste agli stessi gestori del servizio idrico. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 2 dell’Osservazione n. 18
Del detto "Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione" oltre alla data di redazione, non si conoscono i nominativi dei partecipanti al "gruppo di lavoro" che ha elaborato il Piano stesso, costituito da dipendenti incaricati della Regione Marche che, qualora si verificassero danni all'ambiente, o eventuali errori nella progettazione, o nella elaborazione dei dati riportati, potrebbero in futuro essere chiamati a risponderne singolarmente e come gruppo, ma conosciamo solo il nominativo del Dirigente e non quello del Responsabile e dei suoi collaboratori.
Controdeduzione al PUNTO n. 2 dell’Osservazione n. 17
RESPINTA Il Piano adottato con DGR. 238 del 10.3.2014, attualmente riporta la sigla del responsabile Ing. Giorgio Occhipinti, allora dirigente della competente struttura regionale e al capitolo 12 dell’Elaborato di Piano sono riportati tutti i nominativi dei componenti il gruppo di lavoro. Anche nella versione che verrà licenziata dall’Assemblea Legislativa regionale saranno riportati i nominativi dei partecipanti al gruppo di
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lavoro che ha redatto il Piano. Ovviamente i progettisti si assumono le loro specifiche responsabilità, come previsto dalla norma. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 3 dell’Osservazione n. 18
Il "Progetto Regolatore degli Acquedotti della Regione" insiste sulla tesi che "captare le falde acquifere della dorsale del Catria e del Nerone non comporta necessariamente una alterazione dei circuiti idrogeologici superficiali, portando invece una riduzione di prelievi dalla sorgente e quindi maggiore disponibilità idrica e incremento portata fluviale. Questa valutazione è profondamente sbagliata e messa già in discussione da uno Studio approfondito sulla "Valutazione della risorse idriche sotterranee della dorsale carbonatica del Catria e del Nerone fatto dai geologi nel 1995", e nel quale si mette in evidenza che "la falda di pressione" viene a giorno nelle incisioni del Bosso e del Burano, e la captazione dal Pozzo Cagli 1 incide in maniera vitale sui due fiumi e su tutte le sorgenti in quota e sulle cavità carsiche, e in specifico sulla "Buca del Diavolo" sul Monte Tenetra, che permette di raggiungere una falda freatica a quota del F.Burano, per il principio dei vasi Comunicanti. Riteniamo come Movimento di dover difendere la popolazione dell'entroterra dai disagi che l'aumento di dette captazioni comporterebbe per la popolazione dell'entro terra stesso che già ora nei mesi estivi si trova in situazione di mancanza o scarsità d'acqua con scomparsa quasi totale del torrente Burano e di altre sorgenti e successiva conseguente desertificazione della zona.
Controdeduzione al PUNTO n. 3 dell’Osservazione n. 18
RESPINTA Vedasi quanto citato in premessa generale. Il piano non è interessato alla costruzione di nuove opere, che non rientra nei suoi compiti, ne nei suoi obiettivi; tende solo alla previsione di quello che sarà l’evoluzione della richiesta idropotabile, e conseguentemente, l’eventuale sviluppo delle infrastrutture legate a tale fabbisogno. La risorsa del Burano è come le altre, una risorsa di acqua pubblica, che eventualmente potrà essere sfruttata nel pieno rispetto della vigente normativa. Dallo studio svolto dalla società Aquater del 1992 e da altri studi di monitoraggio, non si evince un collegamento diretto tra le sorgenti superficiali e l’acquifero profondo del Burano. Richiamando le premesse citate più volte, nell’eventualità di sfruttamento del pozzo del Burano dovranno preventivamente essere esperiti tutti gli studi e le valutazioni ambientali previste dalla normativa vigente, attraverso il procedimento della V.I.A. Nel caso specifico , sono stati presi in considerazione studi specifici quali quello dell’Aquater del 1992 e MTX Italia del 2003. Il primo evidenzia nelle conclusioni “che da una potenzialità residua pari a circa 1,03 mc/sec, che corrisponde ad una risorsa fruibile di 0,34 mc/sec”. Gli ulteriori monitoraggi della MTX del 1995 e del 2003, eseguiti anche in contemporanea a prelievi dal pozzo, non mostrano significativi rapporti di causa – effetto tra emungimenti e variazioni piezometriche delle sorgenti. In ogni caso, come già citato in altre controdeduzioni, a seguito di approfondimenti ed analisi dei fabbisogni e del risparmio idrici, gli apporti del detto Pozzo sono stati rivisti diminuendone la previsione di portata. La considerazione che “Captare pertanto le falde degli acquiferi profondi non necessariamente comporta una alterazione dei circuiti idrogeologici superficiali. ecc ecc” è una considerazione del tutto generale che vale per molti casi affrontati (vedi p.es. prelievo da Capotenna sul fiume Tenna). A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
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PUNTO n. 4 dell’Osservazione n. 18
Il Movimento cinque Stelle inoltre, trova, specie in questo momento particolare di crisi economica, il detto Progetto di ampliamento ribadito con la Deliberazione 238/2014 della Giunta Regionale n.581/2012, che il conferimento dell'incarico al Gruppo di lavoro non meglio specificato, è troppo oneroso per la collettività e il costo esorbitante dell'ampliamento degli acquedotti porta a dedurre che in futuro i Comuni non sarebbero più in grado di riappropriarsi della gestione pubblica dell'acqua, e che quindi il comportamento della regione Marche è anticostituzionale e illegittimo perché continua ad andare contro la scelta fatta dai cittadini italiani col Referendum a suo tempo votato per la pubblicizzazione dell'acqua e la non privatizzazione. Inoltre incorreremmo sicuramente nell'infrazione della legislazione dell'Unione europea in quanto le captazioni di tale portata non sono ammesse. Quindi il Movimento cinque Stelle è per la riduzione dell'ampliamento delle captazioni sconsiderate e sbagliate per la salvaguardia dell'ambiente di tutta la dorsale del Catria e del Nerone, per questo pensa che andrebbero incentivate politiche di non spreco delle acque e quindi andrebbero fatti lavori volti più che ad ampliare gli acquedotti, a far si che l'acqua non vada persa prima di arrivare ai rubinetti. Imparare ad usare l'acqua bene comune, con più parsimonia e insegnarlo a tutti è la strada più corretta per la difesa dell'ambiente e delle future generazioni. Riteniamo inoltre che i posti di lavoro possano crearsi con una semplice e più organica manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere esistenti, visto che non si può accettare che il 20% dell'acqua nelle condotte non arriva a destinazione. Lavoriamo su quel 20%, prima di pensare a nuove captazioni.
Controdeduzione al PUNTO n. 4 dell’Osservazione n. 18
RESPINTA Il piano è inquadrabile come Atto di pianificazione interna all’amministrazione, la cui redazione è assoggettata all’incentivo previsto dal D.Lgs. n.163/2006 art.92 c.5 e 6 , e successivo regolamento di attuazione di cui alla Delibera di Giunta n.1072 del 8.10.2007 art.6.; Per esso si prevede al massimo il 30% della tariffa professionale prevista per analoghi piani. Per questo, se fosse stato redatto da professionisti esterni, esso sarebbe stato molto più oneroso per le finanze regionali; Il gruppo di lavoro ha riunito diverse professionalità nell’ambito Regionale, le quali hanno contribuito alla redazione del piano. Il Piano non mira ad incrementare esclusivamente la quantità di acqua da captare: esso analizza i fabbisogni: ‐ attuali ‐ al 2025 ‐ ed al 2050, prevedendo, in caso di necessità, le possibili acque pubbliche che possano soddisfare tali fabbisogni e ne riserva l’uso al solo fine idropotabile affinché nessun altro utilizzo sia concedibile, senza che vengano garantiti i quantitativi destinati a tale scopo. Ove ciò non si verificasse, la situazione rimarrebbe invariata senza incrementi di portata e senza la necessità di attivare nuove concessioni. Si ricorda. a questo proposito, che il “vigente” Piano Regolatore degli Acquedotti ‐Legge 4.2.1963 n°129 – prevedeva per Ancona, come abitanti residenti al 2015 , il numero di 161.705, senza contare i fluttuanti. La città ha, da anni, una popolazione stabile di circa 100 mila abitanti. Per quanto riguarda la stima del «contenimento delle perdite totali entro un valore massimo del 20%», come obiettivo ritenuto insufficiente e anacronistico, si cita al sito Ingngneri.info ( La Community degli Ingegneri Italiani • Supplemento di Tecnici.it ‐ Quotidiano di informazione scientifica e tecnica ‐ ISSN 2284‐0109 ‐ Anno 7 n° 277 del 08/07/2014): “Nel 2012 le reti comunali dell'acqua potabile italiane hanno disperso 3,1 miliardi di metri cubi, ovvero il 37,4% del volume di acqua immesso in rete. Ciò significa, semplificando, che su 100 metri cubi d'acqua ne vengono sprecati quasi 40. L'incidenza delle dispersioni, tra l'altro, sta costantemente aumentando, anche in confronto ai dati già alti dell'ultimo censimento di 4 anni fa, quando la percentuale di dispersione era comunque il 32,1% del volume totale. I dati arrivano dal nuovo censimento delle acque ad uso civile realizzato dall'Istat, riferito all'anno 2012 e ottenuto tramite le rilevazioni presso gli oltre tremila enti gestori dei servizi idrici attivi sul territorio.……….. “ L’obiettivo del Piano di ridurre le perdite idriche portandole al 20% , si ritiene sia ragionevolmente perseguibile stimando l’attuale perdita media nelle singole A.T.O. di circa il 30%. Ogni ulteriore tentativo di riduzione può essere auspicato ma difficilmente raggiungibile. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
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Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione Marche – Controdeduzioni alle osservazioni Pag. 60 di 88
PUNTO n. 5 dell’Osservazione n. 18
Nel Piano Regolatore degli Acquedotti si è fatta un'analisi e una stima dei consumi entro il 2025, con una previsione dei consumi, sbagliata in eccesso. In una popolazione di 401.017 abitanti si è previsto un consumo di 2.019 l/sec., e invece dovrebbe essere di circa 1.480,931/sec.
Controdeduzione al PUNTO n. 5 dell’Osservazione n. 18
ACCOLTA IN PARTE L’analisi degli attuali fabbisogni è stata valutata assieme alle singole A.T.O. con i dati storici forniti e dalla elaborazione della precedente variante al P.R.A, comunque si è provveduto ad approfondire l’analisi relativa ai fabbisogni confrontandoli con i PRA delle altre regioni. I risultati sono stati riportati nel Capitolo 7 dell’Elaborato di Piano. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 6 dell’Osservazione n. 18
Nel Piano Regolatore quindi non si prevede una politica nuova ed ecologista, ma solo la previsione di nuove e a lungo tempo devastanti captazioni, per i troppi calcoli errati delle previsioni di consumi fino al 2050, tutti da rivedere dopo la sensibilizzazione delle popolazioni e la messa in sicurezza delle perdite degli acquedotti esistenti. Una dimostrazione della politica di Programmazione degli Investimenti dell'A.T.O. tutta da rivedere è alla Tab. Il.1 ove sono previsti 2 milioni di euro per le perdite degli acquedotti, e 35 milioni di euro per la captazione delle risorse strategiche. Veramente una cifra insopportabile per provocare poi danni irreversibili all'ambiente.
Controdeduzione al PUNTO n. 6 dell’Osservazione n. 18
In relazione alla TAB.11.1 si rappresenta che oltre ai 2 mln di Euro destinati a ridurre le perdite, sono previsti ulteriori 13 mln di Euro per la manutenzione straordinaria delle reti, finalità questa che ha lo scopo evidente di ridurre le perdite. Nel totale delle somme previste nel piano, oltre ai 6 M€ previsti per ridurre le perdite, sono individuati, per la manutenzione straordinaria e risanamento delle reti, complessivamente altri 46 M€ per la manutenzione straordinaria e rinnovamento delle reti, anch’essi utili allo scopo di ridurre le perdite.( vedi tab.11.2). Nell’aggiornamento del Piano tali importi sono stati sommati. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 7 dell’Osservazione n. 18
I "nuovi geniali progettisti" intendono abbandonare le soluzioni da secoli fin qui adottate, che prelevavano le acque di superficie da una moltitudine di piccole derivazioni sparse sul territorio, per passare (chissà con quali e quanti danni sull'ecosistema) a prelevare acqua dal Pozzo del Burano fino a 300 l/sec., dopo una serie di monitoraggi troppo brevi per poter stabilire che non ne deriveranno danni all'intero patrimonio boschivo del Catria e del Nerone, e all'intero ecosistema montano.
Controdeduzione al PUNTO n. 7 dell’Osservazione n. 18
RESPINTA Premettendo che la maggior criticità idrica regionale è proprio relativa all’A.T.O. 1 e facendo seguito a quanto indicato al precedente punto 5), si evidenzia che la portata di 340 l/s è un dato riconosciuto in letteratura tecnica e dallo studio effettuato sul pozzo compiuto dall’Aquater nel 1992. In ogni caso la nuova ipotesi di prelievo massimo di 150 l/sec è una eventualità nel caso si verificassero gli scenari ipotizzati al 2050. Tutt’altra considerazione riveste l’attivazione della concessione che potrà avvenire solo nel caso si verificassero le previsioni di piano, seguendo le procedure previste per legge come ben evidenziato in premessa: vedi in particolare i punti c) e d). Per quanto riguarda i pozzi di Sant’Anna e San Lazzaro, è stato effettuato uno studio :“Indagine conoscitiva sulle risorse idriche sotterranee dell’A.T.O. 1 Marche Nord Pesaro‐Urbino‐Progetto finalizzato alla verifica sperimentale delle potenzialità idriche delle idrostrutture carbonatiche del bacino del Fiume Metauro ”, a cura del Prof. Torquato Nanni ed è ora in corso la seconda parte del progetto. Gli studi condotti consentono già ora di affermare che sussistono buone potenzialità di portata dell’acquifero in questione.
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A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 8 dell’Osservazione n. 18
Per le stesse ragioni il Movimento cinque Stelle Catria e Nerone è contro i Nuovi campi pozzi da aprire a Sant'Anna e San Lazzaro (dorsale del Monte Paganuccio) con captazione di 150 l/sec., adiacente per di più alla Riserva Naturale del Furlo. 9) Per finire il Movimento cinque Stelle richiede un maggior coinvolgimento dei cittadini delle suddette località e prima dell'utilizzo di tali risorse si facciano ulteriori e più approfondite indagini volte a escludere in maniera certa e non approssimativa danni all'ambiente, perché crediamo che il territorio montano vada tutelato come quello marino, con bandiere arancioni. Per tutte le ragioni di cui sopra il Movimento cinque stelle Catria e Nerone di Cagli e Cantiano è contrario alla messa in atto del "Piano Regolatore degli Acquedotti" deliberato dalla Giunta Regionale n.238 del 10/03/2014, e presenta opposizione.
Controdeduzione al PUNTO n. 8 dell’Osservazione n. 18
RESPINTA Facendo seguito a quanto indicato ai precedenti punti, e richiamando le relative controdeduzioni, si evidenzia ancora una volta che l’ipotesi di prelievo è una eventualità nel caso si verificassero gli scenari ipotizzati negli anni futuri, con attivazione della concessione che potrà avvenire seguendo le procedure previste per legge. In particolare per quanto riguarda i pozzi di Sant’Anna e San Lazzaro, è stato effettuata una :“Indagine conoscitiva sulle risorse idriche sotterranee dell’A.T.O. 1 Marche Nord Pesaro‐Urbino‐Progetto finalizzato alla verifica sperimentale delle potenzialità idriche delle idrostrutture carbonatiche del bacino del Fiume Metauro ”, a cura del Prof. Torquato Nanni, di cui è ora in corso la seconda parte del progetto. Gli studi condotti consentono già ora di affermare che sussistono buone potenzialità di portata per l’acquifero in questione. Fra l’altro la riserva ora descritta è stata promossa e sostenuta dal comune di Fossombrone. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 9 dell’Osservazione n. 18
Per finire il Movimento cinque Stelle richiede un maggior coinvolgimento dei cittadini delle suddette località e prima dell'utilizzo di tali risorse si facciano ulteriori e più approfondite indagini volte a escludere in maniera certa e non approssimativa danni all'ambiente, perché crediamo che il territorio montano vada tutelato come quello marino, con bandiere arancioni. Per tutte le ragioni di cui sopra il Movimento cinque stelle Catria e Nerone di Cagli e Cantiano è contrario alla messa in atto del "Piano Regolatore …… e presenta opposizione.
Controdeduzione al PUNTO n. 9 dell’Osservazione n. 18
RESPINTA La Regione Marche, al fine di garantire la massima partecipazione e trasparenza, intende comunque rispondere a tutte le osservazioni presentate, anche a chi teoricamente non ne avrebbe titolo. ‐Si rappresenta infatti che la Legge 7 agosto 1990, n. 241 “Nuove norme sul procedimento amministrativo”, all’Art. 13 (Ambito di applicazione delle norme sulla partecipazione) prevede : 1. Le disposizioni contenute nel presente capo non si applicano nei confronti dell’attività della pubblica amministrazione diretta alla emanazione di atti normativi, amministrativi generali, di pianificazione e di programmazione, per i quali restano ferme le particolari norme che ne regolano la formazione. (……); ‐il dispositivo della Delibera di giunta regionale n. 238/2014 recita inoltre : punto b – 2) i Comuni e gli Enti interessati entro novanta giorni dalla data di pubblicazione sul bur possono presentare osservazioni al seguente indirizzo (……). A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
Sintesi finale: In conclusione, a seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente:
Accoglibile / Accoglibile parzialmente / Non accoglibile
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Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione Marche – Controdeduzioni alle osservazioni Pag. 62 di 88
Controdeduzione all’osservazione n. 19:
Comitato per la difesa delle acque del Catria e del Nerone
19Numero progressivo osservazione
Pervenuta in data
Tramite Protocollo REGIONE MARCHE Protocollo Mittente
Numero Data Numero Data
18 11/09/2014 RACC 645627 11/09/2014
Tipo generico
ambientale
PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 19
Dall'analisi della documentazione di Piano ( fatta dallo scrivente Comitato e condivisa e sottoscritta anche dal Gruppo GO Giovani Oggi ) appare evidente l'assenza dello Studio o Relazione per la Valutazione di Incidenza. Inoltre, sempre dalla stessa analisi, emerge che il Rapporto Ambientale di V.A.S. non contenga tutti gli elementi necessari per la valutazione di Incidenza medesima, come previsto dalle linee Guida regionali sulla Valutazione di Incidenza di cui alla deliberazione di G.R. n. 220/2010 (paragrafo 6, allegato 1). Di seguito si riporta la norma europea di riferimento per la Valutazione di Incidenza (nel seguito VINCA) vale a dire la direttiva n. 92/43/CEE, la quale, all'articolo 6, comma 3, che dispone quanto di seguito riportato:…………..omissis La direttiva n. 92/43/CEE è stata recepita in Italia con il D.P.R. n. 357/97, il quale, all'articolo S, commi 2 e 3, statuisce:……. :…………..omissis Si ricorda, inoltre che proprio il paragrafo 2 dell'All. 1 alla DGR Marche n. 220/2010 definisce la Valutazione di Incidenza come "il procedimento di carattere preventivo al quale è necessario sottoporre qualsiasi piano o progetto di intervento che possa avere incidenze significative su un sito o proposto sito della rete Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti e tenuto conto degli obiettivi di conservazione del sito stesso. " Il paragrafo 6 delle suddette linee guida stabilisce che "L'Autorità competente per la VAS acquisisce il parere per la Valutazione di incidenza prima dell'espressione del parere VAS di propria competenza. ".Il già citato paragrafo 2, inoltre, specifica che "La Valutazione di incidenza si applica sia ai piani o progetti di intervento che ricadono all'interno dei siti Natura 2000 o nelle aree proposte per diveltarlo sia a quelli che pur collocandosi all'esterno possono avere incidenza significativa sul sito comportando ripercussioni sullo stato di conservazione dei valori naturali (habitat e specie) tutelati nel sito.". Si segnala al proposito che molte delle revisioni del PRA non solo ricadono direttamente all'interno di siti della Rete Natura 2000 ma potendo determinare una variazione della disponibilità delle risorse idriche anche del reticolo su superficiale potrebbero avere una incidenza significativa su ecosistemi e habitat fluviali tutelati a valle delle cap tazioni che deve essere valutata. Ne deriva, a parere della scrivente, che qualora il PRA venisse approvato senza la previa Valutazione di Incidenza, esso sarebbe quanto meno annullabile nonché passibile di procedura di infrazione da parte della Commissione Europea per violazione delle norme comunitarie di riferimento.
Controdeduzione al PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 19
ACCOLTA Preventivamente si segnala che l’osservazione è pervenuta oltre i termini previsti alla DGR 798/2014 e che la Legge 7 agosto 1990, n. 241 “Nuove norme sul procedimento amministrativo”, all’Art. 13 (Ambito di applicazione delle norme sulla partecipazione) prevede : 1. Le disposizioni contenute nel presente capo non si applicano nei confronti dell’attività della pubblica amministrazione diretta alla emanazione di atti normativi, amministrativi generali, di pianificazione e di programmazione, per i quali restano ferme le particolari norme che ne regolano la formazione. (……); Pur tuttavia la Regione Marche, al fine di garantire la massima partecipazione e trasparenza, intende comunque rispondere a tutte le osservazioni presentate, anche a chi teoricamente non ne avrebbe titolo.Nel merito si accoglie la richiesta di integrare gli elaborati del Piano con lo Studio di Incidenza. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 2 dell’Osservazione n. 19
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Si coglie inoltre l'occasione per segnalare l'illegittimità delle disposizioni di cui all'articolo 9, comma 7, delle Norme Tecniche di Attuazione del PRA, che riportiamo fedelmente: " il rilascio delle concessioni per prelievi di acque riservate relativi ad opere di derivazione e utilizzi posti in essere antecedentemente all'entrata in vigore della L.R. n. 7/2004 non è soggetto alla procedura di valutazione di impatto ambientale di cui alla medesima Legge regionale. Non sono comunque soggette alla predetta procedura di VIA gli interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, le sostituzioni e/o il rinnovamento delle reti acquedottistiche, anche con diametri diversi, gli interventi in genere sulle opere esistenti per il risparmio idrico e per ottimizzare la gestione degli acquedotti. ". Si ricorda, in primo luogo, che la legge regionale di riferimento attualmente vigente in materia di VIA è la L.R. n. 3 2012 i cui allegati Al A2 B1 e B2 per altro con Sentenza C.Cost. n. 93 2013 sono stati dichiarati iIIegittimi "nel loro complesso, nella parte in cui, nell'individuare i criteri per identificare i progetti da sottoporre a VIA regionale o provinciale ed a verifica di assoggettabilità regionale o provinciale, non prevedono che si debba tener conto, caso per caso, di tutti i criteri indicati nell'Allegato 111 alla direttiva 13 dicembre 2011, n. 2011/92/UE (Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati ‐ codificazione), come prescritto dall'articolo 4, paragrafo 3, della medesima". Ne deriva che ai sensi della l.R. n. 3/2012, come modificata dalla succitata Sentenza: • devono essere sottoposti a VIA: i progetti di utilizzi non energetici di acque superficiali nei casi in cui la derivazione superi 1000 I/s e di acque sotterranee, ivi comprese quelle termali e minerali, nei casi in cui la derivazione superi i 100 I/s (ex Ali. Al, lettera b), gli acquedotti con una lunghezza superiore a 20 km (ex AlI. A2, punto 3 e).) e, infine, le modifiche o estensioni dei precitati progetti nei casi in cui la modifica o estensione di per se sia conforme ai limiti dimensionali ivi stabiliti • devono essere sottoposti a verifica di assoggettabilità i progetti di derivazioni di acque superficiali e opere connesse o di acque sotterranee diversi da quelli di cui agli Allegati Al e A2, le trivellazioni finalizzate alla ricerca per derivazioni di acque sotterranee (ex Ali. B2, punto 7 d). ), e, infine, ogni modifica o estensione dei p recitati progetti già autorizzati, realizzati o in fase di realizzazione, che può avere notevoli ripercussioni negative sull'ambiente. Le richiamate disposizioni delle NTA del PRA sono in evidente contrasto con quanto disposto dalla legge regionale di riferimento in materia di VIA nonché con le sovra ordinate norme nazionali (d.lgs. n. 152/06, come modificato dall'articolo 15 del D.l. n. 91/2014) comunitarie. Superfluo ricordare che, ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione della .I.. ) Repubblica Italiana, le Regioni, così come lo Stato, nell' esercizio della potestà legislativa devono rispettare la Costituzione nonché i vincoli derivanti dall' ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali e che la tutela dell'ambiente è materia di competenza esclusiva dello Stato. Non si comprende inoltre per quale motivo nelle NTA si faccia riferimento all'entrata in vigore della L.R. n. 7 2004 come limite temporale per stabilire l'assoggettabilità a VIA delle concessioni in essere: si rammenta, infatti, che la valutazione di impatto ambientale è stata introdotta nell' ordinamento europeo con la direttiva 85/337/CEE del 27 giugno 1985, la quale, già al momento della sua entrata in vigore, includeva, ad esempio, tra i progetti da sottoporre a verifica di assoggettabilità quelli di estrazione delle acque freatiche. Si sottolinea infine che benché in linea generale non sia ammissibile una VIA postuma per la sua natura intrinseca di valutazione preventiva ed in considerazione della co iosa giurisprudenza in merito, nel caso dei rinnovi delle concessioni a derivare, tale valutazione, in considerazione della durata pluriennale delle stesse, della mutevolezza del contesto di riferimento e della necessità di garantire la tutela quantitativa e qualitativa delle risorse idriche, appare Quanto mai necessaria al fine di valutare la compatibilità ambientale delle stesse. Ciò vale ancor di più nei casi in cui le concessioni iniziali non siano mai state sottoposte ad alcun tipo di valutazione di impatto ambientale.
Controdeduzione al PUNTO n. 2 dell’Osservazione n. 19
ACCOLTA E’ stato cassato il comma 7 dell’articolo 9 delle N.T.A.. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente Sintesi finale: In conclusione, a seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente:
Accoglibile / Accoglibile parzialmente / Non accoglibile
Controdeduzione all’osservazione n. 20:
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AssoRinnovabili
20Numero progressivo osservazione
Pervenuta in data
Tramite Protocollo REGIONE MARCHE Protocollo Mittente
Numero Data Numero Data
19 30/06/2014 615435 02/09/2014 147 30/06/2014
Tipo generico
ambientale
PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 20
Preliminarmente, pare che la descrizione della situazione esistente sia lacunosa, laddove la sezione dedicata all'utilizzo della risorsa idrica nel territorio regionale non fa menzione degli utenti privati già attivi sul territorio. Il dichiarato obiettivo di razionalizzazione della gestione attuale dell'uso delle acque rischia così di non essere raggiunto per mancanza di presupposti (l'analisi dello status quo). Tanto premesso, assoRinnovabili invita la Regione a voler completare il quadro dello stato attuale integrando la descrizione esistente con l'indicazione di tutti gli utilizzatori della risorsa.
Controdeduzione al PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 20
RESPINTA Preventivamente si segnala che l’osservazione è pervenuta oltre i termini previsti alla DGR 798/2014 e che la Legge 7 agosto 1990, n. 241 “Nuove norme sul procedimento amministrativo”, all’Art. 13 (Ambito di applicazione delle norme sulla partecipazione) prevede: 1. Le disposizioni contenute nel presente capo non si applicano nei confronti dell’attività della pubblica amministrazione diretta alla emanazione di atti normativi, amministrativi generali, di pianificazione e di programmazione, per i quali restano ferme le particolari norme che ne regolano la formazione. (……); ‐il dispositivo della Delibera di giunta regionale n. 238/2014 recita inoltre : punto b – 2) i Comuni e gli Enti interessati entro novanta giorni dalla data di pubblicazione sul BUR possono presentare osservazioni al seguente indirizzo (……) Pur tuttavia la Regione Marche, al fine di garantire la massima partecipazione e trasparenza, intende comunque rispondere a tutte le osservazioni presentate, anche a chi teoricamente non ne avrebbe titolo.Si respinge in modo assoluto l’affermazione relativa alla mancata analisi della situazione esistente come ampiamente dimostrato nell’Elaborato di Piano. Il Piano è stato redatto secondo le linee guida di cui al D.P.C.M. 4 marzo 1996 “Disposizioni in materia di risorse idriche” con un continuo confronto con gli A.T.O. ai fine di esaminare quanto più dettagliatamente la situazione attuale. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 2 dell’Osservazione n. 20
2) Secondo il principio enunciato nell'elaborato di piano (punto 10.2, lett.a), "/'introduzione di centraline idroelettriche nelle reti adduttrici" dovrebbe essere finalizzata alla realizzazione di "un beneficio economico dalla produzione di energia che deve essere ad esclusivo vantaggio della Gestione del servizio idrico (manutenzioni sulle reti, riduzione della tariffa, ecc...), in quanto si utilizza meglio /'infrastruttura appartenente ai beni del demanio pubblico (art. 143 del DLgs 152/2006)". Tale previsione sembra voler vietare all'operatore privato la realizzazione di una centralina idroelettrica, riservarla al Gestore del Servizio idrico, dimenticando peraltro, che, sia il beneficio economico, sia il migliore utilizzo dell'infrastruttura demaniale sono già assicurati attraverso l'obbligo di pagamento del c.d. couso delle opere. Come noto, infatti, l'utilizzo delle reti adduttrici con finalità idroelettrica determina la necessità de! pagamento di un compenso al proprietario delle opere utilizzate. Tale compenso garantisce, quindi, l'auspicato beneficio economico per il titolare delle opere acquedottistiche, che può quindi, a sua volta, assicurare
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Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione Marche – Controdeduzioni alle osservazioni Pag. 65 di 88
una migliore utilizzazione dell'infrastruttura demaniale. In ogni caso, è indimostrato che la migliore utilizzazione delle opere demaniali sia necessariamente assicurata attraverso la riserva, in favore dell'A.T.O. o del Gestore, di una facoltà di utilizzo plurimo della risorsa. Non sarà superfluo ricordare che la produzione di energia è un'attività libera, alla quale i gestori del servizio idrico e gli A.T.O. possono partecipare in condizioni di parità con gli altri soggetti, anche nel caso in cui il macchinario per la produzione di energia elettrica venga installato all'interno di un acquedotto. AI contrario, la creazione di un vero e proprio privilegio competitivo a favore dei Gestori del Servizio idrico integrato per lo sfruttamento, anche a fini idroelettrici, dell'acqua concessa agli stessi a scopo idropotabile contrasta con i principi comunitari in quanto produce vincoli che incidono negativamente sull'assetto concorrenziale del mercato di produzione elettrica da fonte idroelettrica (oltre che, incredibilmente, con la stessa normativa regionale di cui alla I.r. 28 dicembre 2011 n. 30, art. 1, comma 2, lett. a)). Tanto premesso, l'Associazione chiede che il punto 10.2. lett.a dell'elaborato di piano venqa stralciato.
Controdeduzione al PUNTO n. 2 dell’Osservazione n. 20
RESPINTA Anzitutto si evidenzia che trattasi di acqua già derivata (o riservata) ai fini idropotabili, e quindi non disponibile a nuove captazioni all’origine. Nel merito si evidenzia che la norma è prevista per finalità di servizio pubblico, onde favorire le condizioni per tariffe contenute, e facilitare interventi di manutenzione delle linee di acquedotto. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 3 dell’Osservazione n. 20
3) L'art. 8 delle N.T.A. dispone che le Autorità concedenti provvedono, ove necessario, alla revisione delle concessioni esistenti impartendo prescrizioni, limitazioni temporali o quantitative ai prelievi in atto, nel rispetto di quanto previsto dall'art. 8, comma 3, della I.r. 30/2011, laddove il comma 3 richiamato prevede che "le derivazioni per il consumo umano dell'acqua non sono soggette alla corresponsione di indennità per eventuali sottensioni (.. .)". Tale previsione, seppur contenuta in una norma regionale, si palesa in chiaro contrasto con la disciplina statale di principio sull'utilizzo delle acque (r.d. 1775/1933) che espressamente subordina la modifica alle utenze esistenti al riconoscimento di un indennizzo (art. 45). Assorinnovabili chiede lo stralcio della disposizione in quanto in contrasto con la disciplina nazionale di principio richiamata. In subordine, l'Associazione chiede che la norma venqa resa compatibile con la disciplina nazionale di principio.
Controdeduzione al PUNTO n. 3 dell’Osservazione n. 20
RESPINTA In quanto la norma proposta ha, come scopo primario, l’utilizzo pubblico idropotabile delle acque riservate. Comunque il citato comma non esclude la procedura relativa alla concessione in couso di cui all’art. 28 della LR 5/2006. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 4 dell’Osservazione n. 20
4) Sempre l'articolo 8 (lettera b) delle N.T.A. prevede che le amministrazioni concedenti, nell'ambito del procedimento istruttorio per l'utilizzo delle acque riservate "provvedono al diniego del rinnovo delle concessioni o di loro varianti, quando queste risultino incompatibili con le utilizzazioni riservate". La previsione della priorità di utilizzazione dell'acqua per finalità idropotabili comporta già di per sé la possibilità di non rinnovare le concessioni incompatibili con le utilizzazioni riservate della risorsa (si veda in tal senso l'art. 11 del D.P.R. 1090/1968). Tanto, premesso, l'Associazione chiede che l'articolo 8 lettera b) delle N.T.A. del piano venga riformulato come segue: "il rinnovo o la modifica delle concessioni esistenti sono sempre ammessi nella misura in cui le stesse non Impediscano l'uso potabile delle acque riservate".
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Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione Marche – Controdeduzioni alle osservazioni Pag. 66 di 88
Controdeduzione al PUNTO n. 4 dell’Osservazione n. 20
RESPINTA La norma proposta ha come scopo principale di sostenere l’utilizzo pubblico idropotabile delle acque riservate, come è ormai noto. Comunque il citato comma, nella forma proposta, non esclude la procedura di rinnovo qualora non si evidenzino incompatibilità con l’utilizzazione delle acque riservate. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 5 dell’Osservazione n. 20
5) L'art. 9 delle N.T.A. sembra prevedere, al comma 3, che su semplice istanza dell'A.T.O. o del Gestore del Servizio idrico, l'amministrazione possa autorizzare l'installazione delle centraline.In altre parole, la disposizione sembra escludere l'obbligo di ottenere una nuova concessione in capo al soggetto che voglia utilizzare a fini idroelettrici acque già concesse a scopo potabile, mentre è ben noto che l'utilizzo dei beni pubblici è soggetto a concessione (che prevede una procedura concorrenziale per il rilascio) e non ad autorizzazione. La previsione di un meccanismo semplificato di autorizzazione, omettendo la necessaria fase concorrenziale del procedimento crea, ancora una volta, un ingiustificato e illegittimo privilegio in capo all'A.T.O. e al Gestore del Servizio idrico. Tanto premesso, l'Associazione chiede lo stralcio dell'articolo 9, comma 3 delle N.T.A. del piano.
Controdeduzione al PUNTO n. 5 dell’Osservazione n. 20
RESPINTA Anche in questo caso la norma proposta ha, come scopo primario, l’utilizzo pubblico idropotabile delle acque riservate, e la sostenibilità della tariffa. Esso comunque non esclude la relativa procedura prevista dalle vigenti norme di legge. Si evidenzia inoltre che l’impianto normativo delle N.T.A. è stato aggiornato. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente Sintesi finale: In conclusione, a seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente:
Accoglibile / Accoglibile parzialmente / Non accoglibile
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Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione Marche – Controdeduzioni alle osservazioni Pag. 67 di 88
Controdeduzione all’osservazione n. 21:
Hydrowatt
21Numero progressivo osservazione
Pervenuta in data
Tramite Protocollo REGIONE MARCHE Protocollo Mittente
Numero Data Numero Data
20 23/06/2014 PEC 460256 24/06/2014 259 23/06/2014
Tipo generico
ambientale
Osservazione n. 21
Art. 9 delle NTA: ……………………gli interventi di manutenzione ordinaria. straordinaria. le sostituzioni elo il rinnovamento delle reti acquedottistiche, anche con diametri diversi, gli interventi in genere sulle opere esistenti per il risparmio idrico e per ottimizzare la gestione degli acquedotti (. .. )" . In merito a tale articolo, innanzi tutto non può che ribadirsi la ferma contestazione della previsione di cui al terzo comma, già contestata nella parte che precede. Su tale previsione si aggiunga inoltre che la possibilità che sembra evincersi dalla lettura del testo, secondo cui l'autorizzazione all'installazione delle centraline è adottata dietro semplice istanza di A.T.O. o Gestore del Servizio idrico, contrasta altresì con tutta la normativa in materia di utilizzazione delle acque e di produzione di energia rinnovabile nonché, in generale, con le previsioni inerenti all'utilizzo di beni demaniali. Appare chiaro che l'identificazione dei soggetti da autorizzare all'uso promiscuo dell'acqua (identificazione già di per sé rilegittima) viene ulteriormente aggravata dal meccanismo semplificato predisposto dalla disposizione in contestazione. Tale disposizione sembra escludere l'obbligo di ottenere una nuova concessione in capo al soggetto che voglia utilizzare a fini idroelettrici acque già concesse a scopo potabile. Ebbene, una tale lettura è in palese contrasto con il principio per cui il bene demaniale rappresentato dall'acqua possa essere utilizzato solo previa concessione dell'autorità concedente per finalità precedentemente stabilite. Del resto l'utilizzo dei beni pubblici è soggetto a norme di pubblicità necessarie per rendere edotto chiunque vi abbia interesse della possibilità di concorrere nel procedimento che li conceda. La previsione di un meccanismo semplificato di autorizzazione, non preceduto dal procedimento concessorio, evitando la fase concorrenziale di quest'ultima procedimento, finisce per agevolare illegittimamente Ato e Gestore ad un utilizzo promiscuo dell'acqua,evitando altre si che i soggetti interessati possano concorrere nel procedimento stesso. In tal modo, dunque, i soggetti appena richiamati non godono solo del privilegio espressamente concessa dalla norma (con la previsione di un meccanismo semplificato), ma risultano concretamente privilegiati dal!' effetto concreto che tale meccanismo semplificato comporta, ossia dall' omissione della rase di pubblicità del provvedimento di concessione, che sostanzialmente impedisce agli altri soggetti interessati di poter concorrere. Le previsioni finora contestante sembrano evidentemente discendere dalla concezione di storta dell'utilizzabilità dell'acqua che scorra in reti di acquedotti che l'Amministrazione sta dimostrando con le previsioni inserite nel Piano. È chiaro infatti, da quanto sopra esposto, che l'amministrazione ritiene che l'acqua concessa a fini potabili non possa essere contemporaneamente utilizzata anche per finalità diverse, seppur nei limiti della compatibilità dell'uso promiscuo con l'utilizzo potabile. Ma come più volte ripetuto, tale concezione appare totalmente contraria alla normativa, sia interna che comunitaria. Del resto, l'apertura concorrenziale del mercato, tanto più qualora l'attività economica de qua presupponga l'utilizzo di un bene pubblico, è diretta ad assicurare la migliore utilizzazione possibile del bene medesimo, con la conseguenza che risulteranno illegittime tutte le previsioni che si appalesino in contrasto con tale principio. Anche da ciò discende la necessità di censurare le ulteriori previsioni, soprattutto se lette nel contesto sistematico dell'articolo nel quale sono inserite. In primo luogo, una breve osservazione deve farsi con riferimento al comma 4 della disposizione censurata ed alla sua collocazione. Tale, disposizione prevede semplicemente che la pubblicazione del Piano qui in contestazione assolva, ai fini del rilascio delle concessioni di acque riservate, ad ogni forma pubblicistica prevista dalla l.r. di riferimento. Ebbene, tale previsione appare palesemente in contrasto le disposizioni di cui al r.d. 177 5/193 3 ed al d.P .R.l 090/1968. L'art. 6 del d.P .R. da ultimo richiamato prevede infatti che "le domande per la concessione, ai fini della utilizzazione per il piano generale delle acque vincolate ai sensi del presente decreto legislativo sono istruite a norma degli artt. 7 e seguenti del R.D. 11 dicembre 1933 n. 1775". È evidente che la finalità di pubblicazione non assolve il solo scopo di aprire la concorrenza.
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Come noto "La pubblicazione nelle forme di legge della domanda volta ad ottenere il riconoscimento di una concessione demaniale .., ha il duplice fine di coinvolgere direttamente nella decisione, con la presentazione di eventuali osservazioni, opposizioni e reclami, i sottostanti interessi di natura privatistica, alcuni dei quali di carattere diffuso, ed anche di suscitare l'iniziativa di altri imprenditori potenzialmente interessati ad ottenere la concessione, stimolandoli a proporre domande concorrenziali: pertanto, la decisione inerente alla pubblicazione della domanda non può ritenersi demandata alla pura discrezionalità dell'amministrazione, dovendosi apprezzare l'importanza della concessione secondo criteri obiettivi, valutabili in sede di controllo" (Cons. Stato Sez. VI, 13 novembre 200 l, n. 5817). Né tali finalità possono ritenersi superabili, in ragione della previsione di cui al successivo comma 5 dell'art. 9, secondo cui "le domande di concessione di derivazione delle acque non è ammessa la presentazione di domande concorrenti per destinazioni diverse o usi diversi da quelli previsti dal P.R.G.A.". Tale esclusione delle ipotesi di concorrenza per usi diversi da quello potabile non può che derivare dalla prioritaria finalità di destinazione dell'acqua, ma di certo non legittima l'amministrazione a escludere la necessaria pubblicità. Del resto, inoltre, sebbene siano escluse le domande concorrenti per scopi diversi da quello dell' approvvigionamento potabile, ciò non implica altresì l'esclusione di concorrenti che vogliano anch'essi derivare la medesima acqua per finalità potabili, per cui anche le previsioni di cui ai commi 4 e 5 dell' art. 9 appaiono irrazionali ed illegittimi anche per contrasto con la normativa sopraordinata.
Controdeduzione all’Osservazione n. 21
RESPINTA La DGR 238/2014 prevede che le osservazioni al PRA possono essere presentate da Enti locali e Comuni. Il dispositivo della Delibera di giunta regionale recita : punto b – 2) i Comuni e gli Enti interessati entro novanta giorni dalla data di pubblicazione sul BUR possono presentare osservazioni al seguente indirizzo (……) Al fine di garantire la massima partecipazione e trasparenza, la Regione Marche, intende comunque rispondere a tutte le osservazioni presentate, anche a chi teoricamente non ne avrebbe titolo. Nel presente caso le osservazioni presentate, diffuse nell’ampia relazione della Società, non possono essere accolte in quanto contrastano con le N.T.A. di applicazione del P.R.A, (pur essendo le stesse aggiornate e riviste), le quali hanno come scopo primario l’utilizzo pubblico delle acque riservate e la sostenibilità della tariffa. Esse sono in linea con l’attuale normativa prevista dalla L.R.30/2011. Si rileva che le osservazioni presentate chiedono la modifica della detta legge. Comunque le N.T.A. non escludono la procedura relativa alla concessione in couso delle opere a fini idroelettrici. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
Sintesi finale: In conclusione, a seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente:
Accoglibile / Accoglibile parzialmente / Non accoglibile
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Controdeduzione all’osservazione n. 22:
Italia Nostra – C.A.I. Sezione Terni – Mountain Wilderness Umbria
22Numero progressivo osservazione
Pervenuta in data
Tramite Protocollo REGIONE MARCHE Protocollo Mittente
Numero Data Numero Data
21 23/06/2014 460279 24/06/2014
Tipo generico
ambientale
PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 22
……avendo preso visione e condividendo totalmente le Note inviate a codesta Istituzione dall'Ente Parco dei Monti Sibillini (n. 3434 deI12.06.2014 e n. 4804 deI1O.09.2013); definiscono le seguenti evidenze ed osservazioni perché' questa operazione di ulteriore prelievo di acque profonde dal fiume Nera, venga assolutamente scongiurata: ‐sin dalle prime pagine del documento sì afferma che è già presente un'alterazione eco sistemica che compromette i prelievi a causa della presen7..a di alghe, ciò dovrebbe immediatamente far riflettere il legislatore e l'estensore del progetto dello stato di criticità alto in cui versa l'equilibrio ecosistemico della zona in oggetto imponendo maggiore cautela neHe scelte di intervento antropico. A tale scopo citiamo la Nota del Parco 4804/13 "Relativamente alle aree protette e, in particolare; al Parco Nazionale dei Monti Sibillini, il PRG dovrà tenere conto dello speciale regime di tutela e di gestione di cui alla L n. 394/1991 e smi la quale, all'art. 11, comma 3, vieta "le attività e le opere che possono compromettere la salvaguardia del paesaggio e degli ambienti naturali tutelati con particolare riguardo "alla flora e alla fauna protette e ai rispettivi habitat" e, in particolare vieta "la modificazione del regime delle acque': Il PRG deve altresì tenere conto dell'art. 164 del D.lgs. n.132/2006 e smi, It quale prevede che "Nell'ambito delle aree naturali protette nazionali e regionali gestore: dell'area protetta/ sentita l'Autorità di bacino; det7ni!;(:c le acque sorgive, fluenti e necessarie al/a conservazione degli ecoSlstemi che non possono essere captate.
Controdeduzione al PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 22
RESPINTA La DGR 238/2014 prevede che le osservazioni al PRA possono essere presentate da Enti locali e Comuni. Il dispositivo della Delibera di giunta regionale recita: punto b – 2) i Comuni e gli Enti interessati entro novanta giorni dalla data di pubblicazione sul BUR possono presentare osservazioni al seguente indirizzo (……) Al fine di garantire la massima partecipazione e trasparenza, la Regione Marche, intende comunque rispondere a tutte le osservazioni presentate, anche a chi teoricamente non ne avrebbe titolo. Come citato più volte, si rimanda alla premessa generale, e si sottolinea che la definizione e la possibilità di captare le acque riservate sono soggette alle normative vigenti, comprese quelle di natura ambientale. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 2 dell’Osservazione n. 22
la stima del fabbisogno di acqua viene fatta sulla proiezione dell'aumento di popolazione fra il 2020 e il 2050, e, poco più avanti nella lettura, si scopre che le perdite di rete attuali sono di circa il 25% del prelievo. Fatti e motivazioni che di per se' imporrebbero altre considerazioni quali il risana mento dell'attuale rete idrica e la valutazione scientifica sulla opinabilità della stima di aumento demografico. Contraddittoriamente, poi, a pagina 89, apprendiamo che il Piano è pensato per 'portarsi avanti' (come si suoi dire), dato che l'alimentazione verrebbe integrata ed attivata per sopperire 'eventuali' periodi di magra e/o di massimo consumo (cioè in estate quando la popolazione lievita a causa dell’afflusso turistico).
Controdeduzione al PUNTO n. 2 dell’Osservazione n. 22
ACCOLTA in PARTE Le previsioni sulla popolazione sono state fatte su base ISTAT. Il P.R.A. prevede la riduzione delle perdite
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dall’attuale 30% al 20% secondo il D.M. n 99/1997, ragionevole obiettivo perseguibile, data la dispersione di acqua potabile di circa il 35% quale media nazionale. Nell’aggiornamento al Piano sono state approfondite le analisi sui fabbisogni, le perdite ed il risparmio idrico. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 3 dell’Osservazione n. 22
le captazioni che si intendono fare sono riferite alle acque profonde (come si legge a pagina 82 del Piano, ciò è supportato dal fatto che trattasi di "Acque profonde di ottima qualità dell'appennino immesse in rete per ''caduta' L'A.T.O. 3, dunque, raggiungerebbe l'equilibrio con il potenzia mento dell'acquedotto del Nera a totale discapito della sopravvivenza del fiume sfruttato in maniera massiva irreversibile. A tal proposito non possiamo non citare un altro passaggio della nota del Parco per quello che riguarda le misure di salvaguardia dello stesso: "...il PRG deve acquisire e fare propri sia la parte cartografica che normativa attinente al Piano per ìI Parco (approvato con Delibera di Consiglio Direttivo n. 59 del 18.11.2002 ed adottato con DGR Marche n.898 del 31.07.2006 e DGR Umbria n. 1384 del 02.08.2006), quale misura di salvaguardia del Parco Nazionale dei Monti Sibillini in grado di garantire Il rispetto dell'art. H, c.3 della Legge 394/91 e smi (norma immediatamente applicabile nel rispetto del DPR 06.08.1993, ad integrazione delle misure di salvaguardia del DM 03.02.1990) il quale per la zona "e" di protezione vieta la realizzazione di interventi "che modificano il regime delle acque salvo quando strettamente necessari per L’interesse pubblico locale': Tale pianificazione deve, inoltre recepire il "Disciplinare per la salvaguardia e l'uso compatibile delle risorse idriche" redatto ai sensi del citato art.164 del D.Lgs.152/06 e smi ed approvato con Decreto dei Commissario Straordinario Il.25 del 27.04.2007.
Controdeduzione al PUNTO n. 3 dell’Osservazione n. 22
ACCOLTA IN PARTE La derivazione dalla sorgente del Nera è attualmente in fase di definizione mediante lo studio prioritario della Valutazione di impatto ambientale. La riserva idropotabile della zona limitrofa alla sorgente di San Chiodo, era già inclusa nel Piano acquedotti di cui alla Legge 129/1963. Si evidenzia comunque che in sede di aggiornamento del Piano il fabbisogno relativo alla detta sorgente è stato ridotto. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 4 dell’Osservazione n. 22
nel documento si cita la famosa "acqua riservata" (cioè la portata massima di ogni singola derivazione in rapporto al valore massimo del prelievo autorizzato dalla concessione. Non sì tiene conto però che tale portata massima ha solo un valore teorico che indica sommariamente una quantità che di fatto non dovrebbe mai essere utilizzata.
Controdeduzione al PUNTO n. 4 dell’Osservazione n. 22
RESPINTA Le portate massime (da tab. 6.1 a 6.5) non vengono cautelativamente considerate per assolvere ai fabbisogni idrici; vengono altresì invece computate le portate minime (Qmin vedi da tab. 8.1 a 8.5). A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 5 dell’Osservazione n. 22
L'AT03 (Marche Centro Macerata), afferma che l'acquedotto del Nera è da "completare con ulteriori lavori dei comuni dell’entroterra le cui fonti non sono più sufficienti per variazioni…." Ergo: si passerà dagli attuali 150 l/s di oggi ai 250 entro il 2025; agli ulteriori 150 entro il 2050. Lo stesso parametro delle modificazioni climatiche non viene però preso in considerazione per quanto attiene il fiume Nera. Non sì tiene affatto conto, non solo di dati inequivocabili di aumento globale delle temperature, ma neppure dell’evidenza oggettiva di scarsità di precipitazioni nevose che rinnovino la risorsa idrica rimpinguando le falde freatiche. Dalla nota n. 4804/13 del Parco riportiamo questo importante passaggio considerato che l'incremento oltre l'attuale concessione di 150 l/s, di portate derivate
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dalle pere di captazione di San Chiodo appare Allo stato molto problematica in ragione non solo del mantenimento del DMV nel tratto immediatamente a valle del corso d'acqua ma anche dei numerosi utilizzi dì risorsa idrica che insistono lungo l'intero corso de! fiume Nera, si ritiene necessario che il Piano preveda un particolare impegno proprio nella ricerca di fonti alternative necessarie a garantire le richiamate integrazioni di portata. E nella nota n. 3434 dei 12/06/2014 "...tenendo anche conto quanto riportato nel rapporto ambientale dove viene evidenziato che il trend generale è sicuramente verso una progressiva diminuzione delle risorse idriche dalle sorgenti appenniniche Dragoni 2003), come confermato dalla 'sorgente guida'" di Pescara d'Arquata presa appunto In esame nel RA.
Controdeduzione al PUNTO n. 5 dell’Osservazione n. 22
ACCOLTA IN PARTE Nel rammentare quanto al punto precedente, si rappresenta che il P.R.A. prende in esame le acque di cui si conosce l’esistenza, non escludendo a priori la possibilità di integrare le eventuali necessità, con fonti alternative che si rendessero disponibili nell’arco temporale di validità del Piano. Nel merito sono state rideterminate alcune previsioni sulle acque riservate al 2025 e 2050. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 6 dell’Osservazione n. 22
A proposito del pluri citato DMV (deflusso minimo vitale), si afferma che esso "potrà" essere garantito…e questo condizionale, Inequivocabile nella lingua italiana, la dice lunga sulla consapevolezza che questo potrebbe avvenire.+
Controdeduzione al PUNTO n. 6 dell’Osservazione n. 22
ACCOLTA Il D.M.V., come norma previgente dello strumento “Piano di tutela delle acque”, dovrà comunque sempre essere rispettato. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 7 dell’Osservazione n. 22
L’A.T.O. 4 pensa all’acquedotto dei Sibillini e Vettore che ,non fosse altro per la realizzazione delie infrastrutture necessarie, produrrebbe danni permanenti alle aree naturalistiche protette fra le più pregiate dell'intero Parco. Ricordiamo che si tratta di Siti Natura 2000,SIC e ZPS, e a tal proposito citiamo un altro passaggio della Nota 4804/2013 del Parco dei Sibillinì. In tale programmazione si dovrà tenere in debito conto delle finalità di conservazione del Siti Natura 2000 ai sensi del D.P.R. n. 357/1997 e smi nonché dei piani di gestione dei S.I.C. e delle Z.P.S. che eventualmente verranno redatti dalle competenti autorità. Nella nota 3434/14 leggiamo "Per quanto attiene le acque riservate all'A1'O 4 risulta già conteggiato e confermato il quantitativo derivante dalla sorgente dì Capotenna (Montefortino) per una sottrazione dì 190 I/s sebbene la quantità concessa attualmente è di solo 95 l/s e risulta tuttora in corso la procedura di VIA per l'eventuale rinnovo e incremento, che è ovviamente legato alla necessità di garantire il mantenimento de! DMV e la conservazione dei delicati ecosistemi connessi alla sorgente.
Controdeduzione al PUNTO n. 7 dell’Osservazione n. 22
ACCOLTA IN PARTE Valgono le stesse considerazioni di cui ai precedenti punti 1 e 3. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 8 dell’Osservazione n. 22
• l'opera di risanamento acquedotti è definita "strategica e nevralgica" dal punto di vista socio economico, per il suo obiettivo di contenimento delle perdite del 20%. Di nuovo non si capisce per quale ragione non agire prima sulla causa di dette perdite senza intaccare l'attuale portata del Nera che si ricorda ‐en passant‐, per la grandissima parte scorre nella regione Umbria...
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Controdeduzione al PUNTO n. 8 dell’Osservazione n. 22
ACCOLTA IN PARTE La riduzione delle perdite dall’attuale 30% al 20% degli acquedotti regionali è un obiettivo strategico. Si rappresenta inoltre che l’aggiornamento del Piano ha computato una riduzione del fabbisogno in relazione al recupero delle perdite pari al 2,5% al 2025 e al 5% al 2050; in quanto non vi è certezza del raggiungimento di tale obiettivo. Si ribadisce che le previsioni al 2025 e al 2050 delle eventuali nuove concessioni andranno attivate solo qualora se ne dimostri l’effettiva necessità. Da ciò ne discende lo scopo prioritario del Piano che è quello di riservare alle future generazioni l’uso umano (e non altri), delle acque riservate individuate nello stesso, ossia il potenziale idrico necessario, mettendo in campo tutte le precauzioni necessarie a far si che tali risorse si mantengano nel tempo. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 9 dell’Osservazione n. 22
• Chiediamo di sapere 'come' da quanto si evince dalle motivazioni riportate dagli estensori del documento, il Piano cosi strutturato possa servire a portare effetti benefici sulla tutela delle acque e del territorio, così come da loro dichiarato nel documento.
Controdeduzione al PUNTO n. 9 dell’Osservazione n. 22
RESPINTA L’obiettivo è di riservare le acque al solo uso umano, escludendo altri usi impropri, nel rispetto elle norme vigenti. Vedasi comunque il Rapporto Ambientale. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 10 dell’Osservazione n. 22
l' istallazione di centraline idroelettriche lungo le cosiddette 'linee adduttrici” completerebbe il disastro ambientale, non solo da un punto dì vista strettamente idrogeologico, ma anche per la massiccia cementificazione che le suddette richiamano e l'alterazione degli argini luogo privilegiato di vita di molte specie animali e vegetali. Notiamo che in alcun punto del PRA, ne' nel documento Ambientale VAS nella pur ampia trattazione dell'argomento nessun accenno viene fatto a flora e fauna endemiche e selvatiche presenti nelle aree in questione, con cio’ contraddicendo, contravvenendo ed ignorando il "principio di precauzionalita ' (direttiva UE 2011/92/UE ) e by passando i diritti delle popolazioni (soprattutto quelle umbre che verrebbero pesantemente ed unicamente penalizzate dall’eventuale attuazione del Piano) in materia ambientale e di modificazioni dei propri luoghi di vita. venendo meno totalmente la Convenzione di Arhus in vigore dal 30 ottobre 2001 (firmata dalla Comunità europea e dai suoi Stati membri nel 1998, approvata a nome della Comunità), si afferma che originando “..dall'idea che un maggiore coinvolgimento eccc e…… benessere.”
Controdeduzione al PUNTO n. 10 dell’Osservazione n. 22
RESPINTA Lo scenario descritto non trova alcun riscontro nelle metodiche di realizzazione dei detti impianti di centraline sulle linee adduttrici. Si fa presente che le centraline idroelettriche innestate su condotte acquedottistiche sono di per se utili per molti aspetti: 1) possibilità di diminuzione della tariffa e quindi un risparmio per i cittadini;2) basso impatto ambientale (di norma le centraline sono poster fuori dall’alveo); 3) creazione di energia pulita rinnovabile. Infine si rappresenta che il Piano è comunque uno strumento programmatico ai fini della elargizione di un servizio pubblico. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente Sintesi finale: In conclusione, a seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente:
Accoglibile / Accoglibile parzialmente / Non accoglibile
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Controdeduzione all’osservazione n. 23:
Parco Nazionale dei Monti Sibillini
23Numero progressivo osservazione
Pervenuta in data
Tramite Protocollo REGIONE MARCHE Protocollo Mittente
Numero Data Numero Data
22 12/06/2014 PEC 450155 20/06/2014 3434 12/06/2014
Tipo generico
ambientale
PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 23
Per quanto attiene le acque riservate all'A.T.O. 3 risulta previsto un incremento del prelievo dall'acquedotto del Nera dalla sorgente di San Chiodo (attualmente di 150 I/s) per un quantitativo aggiuntivo pari a 250 I/s entro il 2025 e di ulteriori 150 I/s entro il 2050 con un incremento complessivo di 400 l/s. In proposito, si prende atto positivamente che il Piano riconosce che "l'aumento di prelievo avverrà [...] per il quantitativo sostenibile dal punto di vista ambientale" e che "eventuali integrazioni saranno effettuate mediante altre derivazioni da attuare nel primo tratto della linea adduttrice, sulla base degli studi eseguiti recentemente dall'Autorità di Bacino del Fiume Tevere e dall'Ente Parco". In tal senso, considerato che l'incremento, oltre l'attuale concessione di 1501/5, di portate derivate dalle opere di captazione di San Chiodo appare allo stato attuale molto problematica in ragione non solo del mantenimento del DMV nel tratto immediatamente a valle del corso d'acqua ma anche dei numerosi utilizzi di risorsa idrica che insistono lungo l'intero corso del fiume Nera, si ritiene necessario che il Piano regolatore degli acquedotti preveda un particolare impegno proprio nella ricerca di fonti alternative necessarie a garantire le richiamate integrazioni di portata.
Controdeduzione al PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 23
ACCOLTA IN PARTE Si prende atto di quanto osservato, e si rappresenta che il P.R.A. prende in esame le acque pubbliche regionali (superficiali e profonde) di cui si conosce l’esistenza, non escludendo a priori la possibilità di integrare le eventuali necessità, con fonti alternative che si rendessero disponibili nell’arco temporale di validità del Piano. Si evidenzia comunque che in sede di aggiornamento del Piano il fabbisogno relativo alla detta sorgente è stato ridotto. In particolare è stata rivista la risorsa riservata al 2025 e 2050, nel cui computo (220 l/s e 110 l/s) sono state considerate possibilità di sfruttamento di alcune risorse alternative (vedasi “ Integrazione della base conoscitiva per la gestione della risorsa idrica sotterranea del Parco nazionale dei Monti Sibillini” responsabile scientifico prof. Marco Petitta). A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 2 dell’Osservazione n. 23
Per quanto attiene le acque riservate all’A.T.O. 4 risulta già conteggiato e confermato il quantitativo derivante dalla sorgente di Capotenna (Montefortino) per una sottrazione di 190 I/s sebbene la quantità concessa attualmente è di solo 95 I/s e risulta tuttora in corso la procedura di VIA per l'eventuale rinnovo e incremento, che è ovviamente legato alla necessità di garantire il mantenimento del DMV e la conservazione dei delicati ecosistemi connessi alla sorgente.
Controdeduzione al PUNTO n. 2 dell’Osservazione n. 23
RESPINTA Nella tab 8.4 relativa alle derivazioni esistenti dell’A.T.O. 4, è stata computata per questa captazione una portata notevolmente inferiore alla massima, ossia 70 l/s; l’eventuale aumento osserverà la procedura di
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V.I.A. attualmente in corso. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 3 dell’Osservazione n. 23
Per quanto attiene le acque riservate all’A.T.O. 5 risulta un potenziamento della derivazione di Capodacqua di Arquata per ulteriori 100 I/s (già da tale sistema vengono sottratti 630 I/s Capodacqua + Cavone). Sono inoltre previsti derivazioni integrative e/o di soccorso in non specificati luoghi riguardanti i Comuni di Montemonaco, Montefortino, ecc. fino ad arrivare ad un incremento di 150 I/s delle captazioni esistenti.
Controdeduzione al PUNTO n. 3 dell’Osservazione n. 23
RESPINTA Si richiamano le premesse generali a tutte le osservazioni. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 4 dell’Osservazione n. 23
Complessivamente viene stimato un fabbisogno di 8603 I/s al 2025 e 9070 I/s al 2050 che sarebbe garantito per 6500 I/s dalle piccole derivazioni e per 5000 I/s dalle grandi derivazioni. In effetti le quantità di acqua concesse attualmente per le grandi derivazioni ammontano a circa 4380 l/s mentre per le piccole derivazioni la quantità minima stimata risulta pari a circa 2964 I/s (appare più opportuno conteggiare la quantità minima delle piccole derivazioni e non quella massima come effettuato dal Piano) per un totale pertanto di 73431/s, quindi notevolmente al di sotto del fabbisogno complessivo stimato.
Controdeduzione al PUNTO n. 4 dell’Osservazione n. 23
RESPINTA I dati riportati nell’osservazione non sono comprensibili e sembrano non trovare riscontro nelle relative tabelle. Ad ulteriore precisazione si rappresenta che sono sempre state considerate cautelativamente le portate minime o affidabili delle sorgenti. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 5 dell’Osservazione n. 23
E' opportuno segnalare la necessità di prendere in considerazione i dati delle. portate minime delle sorgenti, in articolare per le piccole derivazioni, tenendo anche conto di quanto riportato nel rapporto ambientale dove viene evidenziato che il trend generale è sicuramente verso una progressiva diminuzione delle risorse idriche dalle sorgenti appenniniche (Dragoni 2003), come confermato dalla "sorgente guida" di Pescara d'Arquata presa appunto in esame nel RA. Inoltre, bisogna comunque tenere presente che i ‘utilizzo delle portate idriche già concesse è comunque subordinato al mantenimento del DMV e che, pertanto, in alcuni periodi tale esigenza può comportare una riduzione delle portate prelevabili. Peraltro, anche dai dati di monitoraggio di questo Ente, emergono diverse situazioni di criticità in cui non sempre gli utenti di risorse idriche riescono a garantire il mantenimento del DMV.
Controdeduzione al PUNTO n. 5 dell’Osservazione n. 23
ACCOLTA Il D.M.V., essendo norma di legge, sarà sempre rispettato come previsto nel P.T.A.. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 6 dell’Osservazione n. 23
le suddette considerazioni descrivono uno scenario particolarmente complesso e problematico e, non di rado, di
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conflittualità tra l'utilizzo dell'acqua, anche a scopo idropotabile, e le esigenze di conservazione ambientale, e ci inducono a ritenere necessario che il Piano regolatore degli acquedotti approfondisca con particolare attenzione gli aspetti legati all'utilizzo di risorse idriche alternative e al risparmio.
Controdeduzione al PUNTO n. 6 dell’Osservazione n. 23
ACCOLTA IN PARTE Il P.R.A. tende a trovare il giusto equilibrio tra l’utilizzo dell’acqua ad uso umano e la conservazione ambientale. Il Piano è stato comunque aggiornato ampliando il Capitolo 10 relativo alle risorse idriche alternative ed al risparmio idrico. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 7 dell’Osservazione n. 23
In proposito, tuttavia, il Rapporto Ambientale del Piano si limita ad evidenziare che "non possono essere rilevati aspetti negativi per l'ambiente" e non prevede specifiche misure di mitigazione o di compensazione, se non gli Incrementi delle attuali prelievi delle sorgenti Sopra descritti per le A.T.O. 3, 4 e S. Si ritiene pertanto necessario che tale RA ‐ anche ai fini della Valutazione di Incidenza Ambientale ex DPR 357/97 e smi ‐ tratti adeguatamente i passibili effetti ambientali derivanti dall'utilizzo attuale e dall'incremento delle risorse idriche idropotabili così come configurato, individuando le misure adeguate a prevenire mitigare o compensare le situazioni di criticità, alcune delle quali sono già note e riguardano il territorio di questa Area Protetta.
Controdeduzione al PUNTO n. 7 dell’Osservazione n. 23
ACCOLTA Si accoglie la richiesta di integrare gli elaborati del Piano con lo Studio di Incidenza. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 8 dell’Osservazione n. 23
Inoltre sebbene l'elaborato di piano, al cap. 10, accenni al risparmio idrico ed all'ottimizzazione degli acquedotti, si ritiene che fa suddetta pianificazione debba trattare tali aspetti come una reale necessità dedicando pertanto maggiore attenzione all'adozione di una articolata strategia per un più razionale impiego della risorse idriche attraverso il risparmio, "uso di risorse idriche non convenzionali, compreso, ad esempio, il riutilizzo delle acque piovane provenienti dalle coperture degli edifici e non, e la realizzazione di reti duali che consentano alternativamente l'utilizzo di acque provenienti dalle rete idrica e di quella piovana recuperata o attinta da pozzi. (Vedasi come riferimento la lR Umbria n.17/2008).
Controdeduzione al PUNTO n. 8 dell’Osservazione n. 23
ACCOLTA Si accoglie la richiesta. L’Elaborato di Piano è stato integrato con i dovuti approfondimenti così come riportato nel Capitolo 10. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente Sintesi finale: In conclusione, a seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente:
Accoglibile / Accoglibile parzialmente / Non accoglibile
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Controdeduzione all’osservazione n. 24:
C.A.I. Regione Marche Assemblea Regionale dei Delegati
24Numero progressivo osservazione
Pervenuta in data
Tramite Protocollo REGIONE MARCHE Protocollo Mittente
Numero Data Numero Data
23 25/06/2014 468434 26/06/2014
Tipo generico
ambientale
PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 24
1. Valutazioni Impatto Ambientale (VIA) Il PRGA, fatte salve le disposizioni in materia di valutazione di incidenza nei siti Natura 2000 (comma 9 art 9 N.T.A.), prevede la non assoggettabilità alla Valutazione di Incidenza sia del piano che della progettazione di alcuni interventi attuativi (vedi comma 7 art 9 N.T.A.), in quanto l'elaborato, prevedendo misure ed azioni che concorrono alla tutela degli habitat e delle specie della Rete natura 2000, risulta coerente con le finalità della Direttiva 92/43/CEE. A parere dello Scrivente tale dispositivo, come peraltro rilevato nel Rapporto Ambientale V.A.5., risulta in contrasto sia con il D.lgs. n° 4 del 16/01/2008, che all'art 7 prevede che siano sottoposti a verifica di assoggettabilità i progetti di cui all'allegato V, punto 1 (utilizzazione di risorse naturali), che con la Direttiva 2011/92/UE del 13/12/2011, in quanto, nel piano, non si tiene conto dell'art 3 punto b), in cui viene prevista la valutazione dell'impatto ambientale degli effetti diretti e indiretti di un progetto sul fattore acqua, ne vengono indicati gli eventuali criteri di selezione riportati nell'Allegato 111, allegato previsto dall'art 4. Per cui si chiede che ogni progetto attuativo, stante l'impatto rilevante su una risorsa naturale strategica, venga sottoposto a procedura di V.I.A. o, in subordine, almeno a procedura di "Screening".
Controdeduzione al PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 24
ACCOLTA La D.G.R. n. 238/2014 prevede che le osservazioni al P.R.A. possono essere presentate da Enti locali e Comuni. Il dispositivo della Delibera di giunta regionale recita : punto b – 2) i Comuni e gli Enti interessati entro novanta giorni dalla data di pubblicazione sul BUR possono presentare osservazioni al seguente indirizzo (……) Al fine di garantire la massima partecipazione e trasparenza, la Regione Marche, intende comunque rispondere a tutte le osservazioni presentate, anche a chi teoricamente non ne avrebbe titolo.Come citato più volte, si rimanda alla premessa generale, e si sottolinea che la definizione e la possibilità di captare le acque riservate sono soggette alle normative vigenti, comprese quelle di natura ambientale. Il comma 7 dell’art 9 delle NTA del P.R.A. è stato eliminato con l’aggiornamento delle NTA. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 2 dell’Osservazione n. 24
2. Nuove opere di captazione, condotte o reti di adduzioneStante l'iter amministrativo seguito nell'adozione del P.R.G.A e del Rapporto Ambientale V.A.5, palesemente in contrasto con la Direttiva 2011/92/UE del 13/12/2011, laddove all'art 6 punto 4, prevede che "a/ pubblico interessato vengono offerte tempestive ed effettive opportunità di partecipare alle procedure decisionali in materia ambienta/e" e non con semplici osservazioni da produrre ad iter ormai concluso, si chiede all'Amministrazione Regionale, nell'adozione del Piano, di deliberare che gli interventi previsti per la realizzazione di nuove opere di captazione, condotte o reti di distribuzione per le nuove derivazioni, vengano posticipati e finanziati solo dopo l'acquisizione dei dati, certi e incontrovertibili, relativi alle ricariche degli acquiferi profondi appenninici e dei Deflussi Minimi Vitali di tutti bacini fluviali, marchigiani e non (ad esempio il bacino del Nera).
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Controdeduzione al PUNTO n. 2 dell’Osservazione n. 24
RESPINTA Per quanto riguarda la prima parte dell’osservazione si rappresenta che l’Articolo 13 della legge 241/1990 (Ambito di applicazione delle norme sulla partecipazione) recita al comma 1 “Le disposizioni contenute nel presente capo non si applicano nei confronti dell'attività della pubblica amministrazione diretta alla emanazione di atti normativi, amministrativi generali, di pianificazione e di programmazione, per i quali restano ferme le particolari norme che ne regolano la formazione”. Per quanto riguarda la seconda parte dell’osservazione si evidenzia che il Piano è uno strumento di programmazione strategica a cui non spetta il dettaglio richiesto che verrà raggiunto qualora verrà avviata la procedura per la richiesta della concessione. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 3 dell’Osservazione n. 24
3. Uso risorse idriche non convenzionali Considerato che il fabbisogno direttamente riconducibile al consumo umano è pari ad un solo 10% dell'intero fabbisogno di acqua idropotabile, come indicato nel P.R.G.A. e nel Rapporto Ambientale V.A.S., valutato che l'attingimento degli acquiferi profondi appenninici riguardano riserve di acqua strategica e di notevole pregio, in merito si segnalano le diverse concessioni ubicate sul territorio montano rilasciate per lo sfruttamento di acque minerali, ponderato infine il piano con le direttive previste nel Codice dell'Ambiente, D.lgs. 152/2006, si chiede all'Amministrazione Regionale di ricorrere, in modo consistente, all'uso delle risorse idriche non convenzionali per il soddisfacimento delle utenze che non richiedono standard di qualità elevati, finanziando la realizzazione e la messa in esercizio di reti duali di adduzione negli insediamenti commerciali e produttivi di dimensioni medio‐grandi esistenti in varie realtà territoriali marchigiane.
Controdeduzione al PUNTO n. 3 dell’Osservazione n. 24
ACCOLTA IN PARTE Nel condividere l’osservazione proposta, si rappresenta che la questione richiede specifiche disposizioni normative e relative coperture finanziarie che, data la loro complessità, non possono essere ricondotte al presente Piano. Nell’aggiornamento del Piano è stato ampiamente trattato, nel Capitolo 10, l’uso di risorse idriche non convenzionali. Nelle tabelle relative agli investimenti sono state introdotte le previsioni di investimenti per studi e ricerche preliminari per la realizzazione di reti duali, ricerca fonti alternative, accumuli acque piovane, ecc A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n.43 dell’Osservazione n. 24
4. Rapporto Ambientale V.A.S ‐ Scenari 1 e 2 Considerato che gli scenari relativi all'andamento climatico riportati nella V.A.S, vedi il rapporto di valutazione cambiamenti climatici IPCC, l'idrogramma della sorgente di Pescara d'Arquata ed il diagramma delle portate mensili della sorgente di Capodacqua, convergono nell'indicare sia una serie termopluvometrica dell'Italia centro meridionale con un trend negativo e statisticamente significativo che una diminuzione delle portate nel tempo, lo Scrivente chiede all'Amministrazione Regionale che il P.R.G.A. adotti lo scenario l, che prevede una diminuzione dei consumi pari al 20% dell'acqua di riserva e sostanzialmente opzionato per problemi economici, come punto di mediazione per l'anno 2025, per tendere nel 2050 allo scenario 2, che prevede diminuzione nei consumi dell'ordine del 40‐50% dell'acqua di riserva.
Controdeduzione al PUNTO n. 4 dell’Osservazione n. 24
ACCOLTA IN PARTE Il fabbisogno è stimato sull’aumento della popolazione su base ISTAT e sulla dotazione pro capite (vedi Tabelle 7.6, 7.7, 7.8, 7.9, 7.10). Dopo opportuni approfondimenti sulla stima dei fabbisogni, si rimanda alla lettura del cap.7 del P.R.A.
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così come aggiornato. Lo scenario 2 (40‐50% di risparmio idrico) è talmente ambizioso che potrebbe non essere obiettivamente raggiungibile, in quanto per arrivare a tale risparmio bisognerebbe ristrutturare tutti i sistemi acquedottistici, soprattutto nei centri storici, prevedendo oneri finanziari al di sopra delle possibilità delle A.T.O.. Si ritiene opportuno precisare che le perdite della rete idrica della Regione Marche si aggirano attorno al 30%, a fronte di una media nazionale del 42%. In particolare le perdite minori nel territorio italiano sono registrate nel Torinese attorno al 22%. Le regioni che registrano perdite inferiori al 30%, e che per questo motivo possono essere definite "virtuose" nel panorama nazionale, sono il Piemonte, il Veneto, l'Emilia Romagna, le Marche e la Basilicata. In Germania si viaggia attorno al 10% e in Gran Bretagna del 15%. Per riportare il livello di infrastrutture idriche in linea con gli standard europei, dovrebbero essere investiti 65 miliardi di euro in trent'anni. La scelta dello scenario 1 tiene conto dei seguenti parametri: 1) Costi: lo scenario 2 porterebbe ad investimenti molto consistenti che si tradurrebbero in una minore
disponibilità di risorse da dedicare alla manutenzione, sostituzione, modernizzazione delle infrastrutture esistenti, oltre tutto avremmo costi aggiuntivi per la produzione industriale, legati al prelievo di risorse idriche alternative;
2) Vantaggi ambientali: lo scenario 1 porterebbe a risultati modesti di sostenibilità ambientale a medio termine (entro 2025) e ad ottimi risultati a lungo termine (entro il 2050), mentre lo scenario 2 rispetto all'1 porterebbe ad ottimi risultati di sostenibilità ambientale a medio termine (entro il 2025);
3) Tempi per realizzare gli interventi: lo scenario 2 richiede interventi strutturali di ampio respiro sulla rete acquedottistica che non sono attuabili sul breve periodo, richiedendo importanti interventi strutturali ed adeguati studi che potrebbero trovare il loro completamento entro alcuni anni;
4) Posti di lavoro: strettamente legata alla riduzione del prelievo idrico per scopo industriale che potrebbe mettere a rischio investimenti e posti di lavoro in maniera maggiore nello scenario 2 che nello scenario 1. Inoltre lo scenario 2 determinerebbe minore disponibilità di risorse da dedicare alla manutenzione, sostituzione, modernizzazione delle infrastrutture esistenti, con una ricaduta sulle imprese del settore;
5) Incremento dotazione idrica: chiaramente maggiore nello scenario 2, intesa come mantenimento della risorsa idropotabile a seguito della riduzione delle portate captate;
6) Risposta ambientale: essa è relativa al mantenimento della risorsa idropotabile degli acquiferi profondi che, pur essendo maggiore nello scenario 2, sarebbe raggiunta comunque in tempi lunghi, necessari per realizzare gli interventi.
A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente Sintesi finale: In conclusione, a seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente:
Accoglibile / Accoglibile parzialmente / Non accoglibile
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Controdeduzione all’osservazione n. 25:
C.A.I. Sezione Ascoli Piceno
25Numero progressivo osservazione
Pervenuta in data
Tramite Protocollo REGIONE MARCHE Protocollo Mittente
Numero Data Numero Data
24 29/07/2014 553639 29/07/2014
Tipo generico
ambientale
PREMESSE dell’Osservazione n. 25
Considerato il lungo periodo in oggetto (2025/2050), i buoni propositi relativi alle perdite in rete appaiono del tutto insufficienti, limitandosi ad una loro riduzione dal 25 al 20% e definendo "non sostenibile" la loro eliminazione. Inoltre, nonostante la dichiarata constatazione della progressiva, inevitabile diminuzione delle risorse idriche, nulla è previsto per introdurre e finanziare ‐ anche sollecitando apposite normative al legislatore regionale ‐ tecniche di risparmio di un bene pregiato come l'acqua proveniente dalla montagna. In particolare, così come la legge sul contenimento energetico (L. 10/91 e successive anche su base regionale) impone soluzioni tecniche atte a contenere i consumi e l'inquinamento atmosferico, il P.R.A. potrebbe (e dovrebbe) mettere in conto la riduzione del consumo idrico‐potabile sollecitando il legislatore a rendere obbligatorie soluzioni tecniche (in caso di nuove costruzioni o ristrutturazioni), quali la raccolta delle acque piovane ed il loro riutilizzo nelle abitazioni; ed inoltre, la realizzazione di reti duali là dove possibile, soprattutto negli insediamenti industriali dove non è richiesta, salvo eccezioni, la necessità di acqua di buona qualità e dove si concentrano i maggiori consumi. Il rapporto 1ST A T 2011 (Noi Italia. Cento statistiche per capire il Paese in cui viviamo) afferma che per il decimo anno consecutivo si riducono i consumi domestici di acqua potabile), che nel 2011 è stato in media pari a 175,4 litri/abitante, con un calo del 3,7% rispetto al precedente. La riduzione risulta "dovuta alla maggiore attenzione dei cittadini nell'utilizzo della risorsa idrica": è la prova di come, con opportune politiche di educazione all'utilizzo idrico‐potabile, sia possibile ridurre notevolmente lo stimato fabbisogno preso dagli estensori del piano a base della programmazione. E' nostro auspicio che questo piano, in definitiva, rappresenti l'occasione di abbandonare la vecchia politica riassumibile in "tanto mi serve, tanto attingo", soprattutto perché gli ulteriori emungimenti previsti avverrebbero in aree di alto pregio ambientale come il Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
Controdeduzione alle PREMESSE dell’Osservazione n. 25
ACCOLTA IN PARTE La stima del «contenimento delle perdite totali entro un valore massimo del 20%», è razionale e augurabile. Dalla pubblicistica in generale e dal sito Ingngneri.info ( La Community degli Ingegneri Italiani Supplemento di Tecnici.it ‐ Quotidiano di informazione scientifica e tecnica ‐ ISSN 2284‐0109 ‐ Anno 7 n° 277 del 08/07/2014) si evincono le seguenti notizie: “Nel 2012 le reti comunali dell'acqua potabile italiane hanno disperso 3,1 miliardi di metri cubi, ovvero il 37,4% del volume di acqua immesso in rete. Ciò significa, semplificando, che su 100 metri cubi d'acqua ne vengono sprecati quasi 40. L'incidenza delle dispersioni, tra l'altro, sta costantemente aumentando, anche in confronto ai dati già alti dell'ultimo censimento di 4 anni fa, quando la percentuale di dispersione era comunque il 32,1% del volume totale. I dati arrivano dal nuovo censimento delle acque ad uso civile realizzato dall'Istat, riferito all'anno 2012 e ottenuto tramite le rilevazioni presso gli oltre tremila enti gestori dei servizi idrici attivi sul territorio.………..Soprattutto nel Centro‐Sud i punti di prelievo sono distanti dai luoghi di consumo finale, generando aree di maggiore criticità idrica. Ciò, spiega l'Istat, richiede la presenza di infrastrutture complesse e il trasporto di ingenti volumi di acqua per lunghe distanze, in diversi casi anche tra regioni confinanti. Insieme, le regioni del Nord‐ovest e del Sud contribuiscono a più della metà dei prelievi complessivi di acqua per uso potabile. A livello regionale, è la Lombardia la regione dove si preleva il
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maggior volume di acqua per uso potabile, il 16% del totale, ma sono consistenti anche i volumi nel Lazio (12,5%) e in Campania (10,1%). Ecc…….eccc” Questi dati inoppugnabili, portano a considerare estremamente arduo realizzare un contenimento delle perdite sotto certi valori, come d’altronde già esplicitato in più occasioni dagli stessi Gestori del servizio; le cause dipendono da tutta una serie di fattori che qui si possono solo accennare : ci sono dispersioni considerate fisiologiche e altre legate all’estensione della rete, al numero degli allacci, alla loro densità̀ e alla pressione d’esercizio. Ma le dispersioni derivano anche da altri problemi: rotture nelle condotte, vetustà degli impianti, consumi non autorizzati, errori di misura. Una situazione, specifica l'Istat, che permane nonostante negli ultimi anni diversi gestori del servizio idrico si siano impegnati a cercare di garantire un elevato livello di qualità̀ nella misurazione dei consumi e un più̀ assiduo monitoraggio del parco contatori, la cui eventuale obsolescenza può̀ provocare la non corretta contabilizzazione dei volumi erogati. In conclusione si ritiene che l’obbiettivo di ridurre le perdite al 20% sia ragionevolmente perseguibile e ogni ulteriore tentativo di riduzione possa essere auspicato ma non sia possibile consideralo dato l’approccio cautelativo del Piano. L’obiettivo del Piano non è attivare nuove concessioni , ma quello di individuare e conseguentemente riservare la risorsa idrica al solo uso idropotabile per l’attualità e per le future generazioni, affinché nessun altro utilizzo sia concedibile senza che vengano garantiti i quantitativi destinati a tale scopo. A tal fine è stato individuato un approccio cautelativo che garantisca la disponibilità di questo bene primario anche nel giorno di massimo consumo (che avviene intuitivamente in estate quando la popolazione fluttuante legata al turismo estivo ha il suo picco) almeno per tutta la previsione del Piano. Conseguentemente gli elenchi e le previsioni di Piano, naturalmente non esaustivi, contengono fondamentalmente le acque pubbliche individuate presenti nella Regione Marche, in parte già captate, teoricamente disponibili all‘uso idropotabile. Ciò non vuol dire che solo per il fatto di essere incluse nel P.R.A. siano prelevabili sic et simpliciter senza una doverosa istruttoria amministrativa (compresa la valutazione di impatto ambientale), come previsto dalla normativa vigente per il prelievo di acqua pubblica. Nel corso dell’istruttoria per la concessione della derivazione che comunque andrà svolta, e nelle eventuali conferenze dei servizi, saranno individuate e risolte le varie problematiche legate alla singola captazione e/o derivazione. Al termine dell’istruttoria la derivazione potrà essere: concessa, concessa parzialmente, oppure negata, come previsto dalle norme in vigore. Il Piano non mira affatto ad incrementare esclusivamente la quantità di acqua da captare: esso fa una quanto più esatta analisi dei fabbisogni attuali‐ al 2025 ‐ed al 2050, prevedendo in tabella, in caso di necessità, le possibili acque che possano soddisfare tali fabbisogni e ne riserva l’uso idropotabile affinché nessun altro utilizzo sia concedibile senza che vengano garantiti i quantitativi destinati a tale scopo. Ove ciò non si verificasse, la situazione rimarrebbe invariata senza incrementi di portata e senza la necessità di attivare nuove concessioni. Ricordiamo a questo proposito che il “vigente” Piano regolatore degli acquedotti ‐Legge 4.2.1963 n°129 – prevedeva per Ancona, come abitanti residenti al 2015 , il numero di 161.705 , senza contare i fluttuanti. La città ha, da anni, una popolazione stabile di circa 100 mila abitanti. In sede di accoglimento delle osservazioni è stato approfondito e ponderato il dato riguardante i fabbisogni idrici dei residenti e non , con successiva correzione delle stime. Sono state introdotte specifiche raccomandazioni sulle tecniche di risparmio nel rispettivo capitolo ,con particolari riferimenti a soluzioni tecniche atte a contenere i consumi ,con auspici a rendere obbligatorie soluzioni tecniche (in caso di nuove costruzioni o ristrutturazioni), quali la raccolta delle acque piovane ed il loro riutilizzo nelle abitazioni, unitamente alla realizzazione di reti duali là dove possibile, soprattutto negli insediamenti industriali dove non è richiesta, salvo eccezioni, la necessità di acqua di buona qualità e dove si concentrano i maggiori consumi. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 25
ritiene che il raddoppio del quantitativo captato per quanto I riguarda le Sorgenti del Tenna (da 95 a 190 l/s, in A.T.O. 4), dovendo avvenire in una zona ad altissimo valore naturalistico, sia assolutamente da scongiurare, essendo
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già evidenti i danni di quella già avvenuta sia alla sorgente (scomparsa del laghetto di Capotenna) che lungo il percorso, su un itinerario di grande frequentazione turistica;
Controdeduzione al PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 25
ACCOLTA IN PARTE E’ attualmente in corso la relativa istruttoria , che tiene conto di tutti gli aspetti ambientali, secondo la normativa vigente. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 2 dell’Osservazione n. 25
ritiene "abnorme" la previsione di ulteriore emungimento alla sorgente del Fiume Nera (A.T.O. 3) di 400 l/s al 2050, trascurando anche qui le conseguenze sul piano ambientale e su tutti gli acquiferi presenti nell'alta Valle del Nera e delle sue fonti, importanti anche per il loro utilizzo agro‐silvo‐pastorale;
Controdeduzione al PUNTO n. 2 dell’Osservazione n. 25
ACCOLTA IN PARTE E’ stato rimodulato il fabbisogno al 2025 e 2050 delle acque da riservare, anche in considerazione di ulteriori sforzi da compiere per il risparmio idrico e la riduzione delle perdite; nel fabbisogno va considerato una parte riguardante le fonti alternative. E’ comunque in corso la relative istruttoria secondo la normativa vigente. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 3 dell’Osservazione n. 25
ritiene dannoso e da evitare l'ulteriore incremento di 100 I/s sulla derivazione di Capodacqua di Arquata, sorgente già fortemente sfruttata (630 I/s) e in dimostrato e costante calo di portata.
Controdeduzione al PUNTO n. 3 dell’Osservazione n. 25
ACCOLTA IN PARTE E’ in corso la relativa istruttoria che tiene conto degli aspetti ambientali, secondo la normativa vigente. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente Sintesi finale: In conclusione, a seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente:
Accoglibile / Accoglibile parzialmente / Non accoglibile
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Controdeduzione all’osservazione n. 26:
Provincia di Perugia
26Numero progressivo osservazione
Pervenuta in data
Tramite Protocollo REGIONE MARCHE Protocollo Mittente
Numero Data Numero Data
25 14/05/2014 PEC 337489 14/05/2014
Tipo generico
ambientale
PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 26
Portata massima concessa per attingimento gruppo sorgenti Valle delle Prigioni è di 10 l/s e non 15 l/s…..
Controdeduzione al PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 26
ACCOLTE Si accoglie l’osservazione del Servizio e Gestione idraulica, modificando la tab. 6.2 diminuendo la portata max da 15 l/sec a 10 l/sec. Si accoglie inoltre l’osservazione Per quanto riguarda l’allegato. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
Sintesi finale: In conclusione, a seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente:
Accoglibile / Accoglibile parzialmente / Non accoglibile
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Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione Marche – Controdeduzioni alle osservazioni Pag. 83 di 88
Controdeduzione all’osservazione n. 27:
Provincia di Ascoli Piceno – Servizio Tutela Ambientale
27Numero progressivo osservazione
Pervenuta in data
Tramite Protocollo REGIONE MARCHE Protocollo Mittente
Numero Data Numero Data
26 29/07/2014 PEC 554738 30/07/2014 31875 29/07/2014
Tipo generico
ambientale
PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 27
Con riferimento alla DGR N.23B del 10/03/2014 modificata con DGR N.79B del 30/06/2014 si osserva che è opportuno individuare nel P.R.GA anche le concessioni di acque minerali e termali rilasciate, elo in fase di rilascio, ai sensi della LR 32 del 23/08/1982 ("Disciplina della ricerca, coltivazione ed utilizzazione delle acque minerali e termali nella Regione Marche"), precisando le opportune norme di salvaguardia.
Controdeduzione al PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 27
RESPINTA Sia la normativa di riferimento, sia gli obiettivi del P.R.A. non prevedono programmazione o ricognizioni sulle derivazioni di acque ad uso termale e minerali, sottoposte a altra disciplina. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
Sintesi finale: In conclusione, a seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente:
Accoglibile / Accoglibile parzialmente / Non accoglibile
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Controdeduzione all’osservazione n. 28:
Provincia di Macerata – Settore 10 Ambiente
28Numero progressivo osservazione
Pervenuta in data
Tramite Protocollo REGIONE MARCHE Protocollo Mittente
Numero Data Numero Data
27 29/05/2014 PEC 450060 20/06/2014 35203 27/05/2014
Tipo generico
ambientale
PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 28
Settore Genio Civile: Con riferimento alla procedura in oggetto, visto il rapporto ambientale e gli elaborati progettuali messi a disposizione, con riferimento agli aspetti idraulici di competenza ed in particolare alla salvaguardia del deflusso superficiale dei corsi d'acqua della Provincia, si evidenzia come dalla Relazione di Piano si evinca l'assenza di significativi impatti della riserva attuale sul deflusso superficiale dei corsi d'acqua. Tuttavia con riferimento alle riserve per gli anni futuri si evidenzia come il Piano preveda di ricolmare le stime in aumento della riserva mediante il potenziamento delle captazioni dalle sorgenti del Nera, dalla sorgente di Crevalcore nonché dalla realizzazione di una nuova captazione in subalveo del Fiume Potenza. A tal proposito mentre poche preoccupazioni, con riferimento al mantenimento di livelli accettabili di deflussi superficiali nei corsi d'acqua, generano gli aumenti previsti sul lato del Bacino del Nera che andrebbero ad interessare il deflusso di corsi d'acqua appartenenti al più ampio bacino del Tevere già ben alimentati da altre sorgenti, maggiori preoccupazioni desta lo sfruttamento del subalveo del Fiume Potenza che risulta già ben sfruttato dalle attività agricole presenti nella piana e che nei periodi di particolare siccità già allo stato attuale crea alcune criticità con rifermento agli attingimenti potabili. La riserva relativa alla sorgente di Crevalcore risulta allo stato sottostimata come evidenziato da recenti ricerche e dalla portata del troppo pieno della sorgente che eccede i 50 l/s quasi nell’ intero corso dell’ anno. Quindi, si ritiene utile approfondire la possibilità, ad esempio, di un migliore sfruttamento delle sorgenti esistenti nonché l'ipotesi di servire la piana del Potenza con un ulteriore potenziamento dell’ Acquedotto del Nera piuttosto che aumentare lo sfruttamento del subalveo del Fiume Potenza.
Controdeduzione al PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 28
ACCOLTA L’ Osservazione è condivisibile: il fabbisogno relativo allo lo sfruttamento del subalveo del Fiume Potenza è stato ridotto nell’aggiornamento di Piano, in considerazione dello sfruttamento di risorse alternative descritte nello studio “ Integrazione della base conoscitiva per la gestione della risorsa idrica sotterranea del parco nazionale dei monti sibillini” responsabile scientifico prof. Marco Petitta. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 2 dell’Osservazione n. 28
Settore Gestione del Territorio: Valutato per quanto di competenza, nell'ambito della procedura in oggetto, il Piano Regolatore Generale degli Acquedotti della Regione Marche ed il rapporto ambientale redatto per la procedura di VAS, si ritiene di dover evidenziare che: all'interno dell'analisi di coerenza esterna non sono state effettuate valutazioni relative alle nuove opere da realizzare (derivazioni e opere di rete). Come specificato nel Rapporto Ambientale, la valutazione della compatibilità delle opere con le previsioni del P.A.l e degli altri strumenti di governo del territorio verrà effettuata in sede di esame e di approvazione dei relativi "progetti definitivi". Si rammenta comunque che si dovranno analizzare gli interventi nella loro interezza anche "al fine di valutare la
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coerenza degli stessi con le previsioni urbanistiche dei singoli PRG e/o con progetti a livello sovra comunale; si dovranno inoltre valutare eventuali interferenze !con aree soggette a vincolo idrogeologico ai sensi del R.D.L. n. 3267/1923 e L.R. n. 6/2005;Inoltre si mette in evidenza che il piano di monitoraggio risulta carente circa la frequenza del monitoraggio e le azioni da intraprendere nel caso si renda necessario modificare il Piano. Lo stesso non ha tenuto conto di tutti gli obiettivi ambientali di riferimento proposti, né degli indicatoridi contesto e di piano elencati nella sezione "Monitoraggio". Si rammenta altresì che i report di monitoraggio periodici dovranno essere resi pubblici e dovranno essere rese trasparenti le decisioni di riorientamento del piano in funzione dei risultati rilevati con il monitoraggio.
Controdeduzione al PUNTO n. 2 dell’Osservazione n. 28
ACCOLTA In riferimento alla richiesta delle retroazioni di Piano e procedura di V.I.A., sono state modificate le NTA del Piano introducendo il comma 4 all’art.5. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 3 dell’Osservazione n. 28
Settore Ambiente: Relativamente alle azioni per il risparmio idrico e riduzione dei consumi sembra esserci uno scollamento tra le indicazioni e misure contenute nel Rapporto Ambientale della VAS con le misure indicate nelle NTA al Piano; essendo tuttavia tali misure fondamentali nella elaborazione dei diversi scenari di Piano, si ritiene che le stesse debbano essere tra loro coerenti, nonché in linea con la pianificazione concorrente e/o sovraordinata (P.T.A. e Piani di gestione dei distretti idrografici).
Controdeduzione al PUNTO n. 3 dell’Osservazione n. 28
ACCOLTA Osservazione accolta introducendo il comma 4 all’art.5 nelle NTA. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente Sintesi finale: In conclusione, a seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente:
Accoglibile / Accoglibile parzialmente / Non accoglibile
REGIONE MARCHE Servizio Infrastrutture, Trasporti ed Energia P.F. Tutela delle Acque
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Controdeduzione all’osservazione n. 29:
Ministero BAACCTT – Direzione Reg.le per i Beni Culturali e Paesaggistici
29Numero progressivo osservazione
Pervenuta in data
Tramite Protocollo REGIONE MARCHE Protocollo Mittente
Numero Data Numero Data
28 21/05/2014 PEC 450057 20/06/2014 2847 20/05/2014
Tipo generico
ambientale
PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 29
…….omissis ….L’Amministrazione scrivente esprime parere favorevole, rinviando le specifiche autorizzazioni alla successiva presentazione dei singoli progetti esecutivi
Controdeduzione al PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 29
ACCOLTA A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
Sintesi finale: In conclusione, a seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente:
Accoglibile / Accoglibile parzialmente / Non accoglibile
REGIONE MARCHE Servizio Infrastrutture, Trasporti ed Energia P.F. Tutela delle Acque
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Controdeduzione all’osservazione n. 30:
Autorità di Bacino del Fiume Tevere
30Numero progressivo osservazione
Pervenuta in data
Tramite Protocollo REGIONE MARCHE Protocollo Mittente
Numero Data Numero Data
29 09/04/2014 LETT 254028 09/04/2014 1105 20/03/2014
Tipo generico
ambientale
PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 30
Ciò premesso e definito quanto già indicato dal Comitato Tecnico di questa Autorità nell'ambito delle proprie funzioni, in ossequio ai principi di sussidiarietà e di leale collaborazione sanciti dall'articolo 3 quinquies delle NMA al fine di dare concretezza al principio dello sviluppo sostenibile di cui all'articolo 3 quater delle citate norme si ricordano alcuni obblighi normativi a carico di codesto Servizio in relazione allo sviluppo della proposta di PRGA: 1. le NMA riconfermano la vigenza del DPCM 4 marzo 1996 "Disposizioni in materia di risorse idriche" (elencato tra i riferimenti normativi della proposta di PRGA) che al Capitolo 5 dell' Allegato fornisce metodologie e criteri generali per la revisione e l'aggiornamento del PRGA; Per quanto riguarda il punto 1 la proposta di PRGA dovrà essere sviluppata in armonia con l'aggiornamento del Piano di Tutela delle Acque (di seguito P.T.A.) da completarsi entro il 2014, per quei contenuti non ancora definiti in applicazione dei §§ 5.6, 5.7 e 5.8 del citato Capitolo 5 dell’Allegato al DPCM 4 marzo 1996 affinché le conclusioni del "documento finale", alla luce del riparto delle competenze del D. Lgs. n. 112/1998 e rispondenti alle specifiche del § 5.9, siano riferite negli aggiornamenti del PT A e del PGDAC.
Controdeduzione al PUNTO n. 1 dell’Osservazione n. 30
ACCOLTA IN PARTE Alla presente osservazione in generale è stato fornito un primo riscontro con nota prot. n.296505 del 28.4.2014. Le presenti controdeduzioni proseguono in relazione alla osservazione 1. Si accoglie la richiesta della introduzione nella normativa di riferimento del D.P.C.M. 4/3/96. Si evidenzia altresì che il P.R.A. è stato redatto in concordanza con il P.T.A. ed il PGDAC. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
PUNTO n. 2 dell’Osservazione n. 30
Per quanto riguarda il punto 2 appare opportuno che:a. fermi restando gli orizzonti temporali di lungo termine assunti nella proposta di PRGA (2040 e 2050Y, le analisi dei fabbisogni idrici e le connesse azioni siano ricondotte anche alle scadenze tipiche previste per la definizione degli obiettivi delle NMA (2021 e 2027 per gli aggiornamenti del PT A e del PGDAC), alle quali la stessa proposta di PRGA dice di riferirsi attraverso la Deliberazione dell' Assemblea Legislativa delle Marche n. 145 del 26 gennaio 2010 "Approvazione del Piano di Tutela delle Acque"; b. le valutazioni del rischio di approvvigionamento (§ 5.6 del DPCM 4 marzo 1996) siano supportate anche da valutazioni sui trend idrologici (caratteristiche del lungo periodo), tenuto conto sia delle recenti elaborazioni condotte sulla questione dalta stessa Regione2 sia dei documenti elaborati dall' Intergovernmenlal Panel on Climale Change (IPCC)3; c. in relazione alla scelta di orizzonti di lungo periodo delta proposta di PRGA (scelta che sottende una visione improntata alla prevenzione e alla preoccupazione di fornire orientamenti ai soggetti socio‐economici), il ricorso per l'intero territorio regionale a più di 200 piccole derivazioni(il cui contributo complessivo è circa pari a quello delle poco più di lO grandi derivazioni ma con uno scarto circa 4 volte superiore) può risultare efficace nell'immediato in quanto unito ad una reale "interconnessione delle reti acquedottistiche" (come indicato nella proposta stessa) ma
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nel lungo periodo appare significativamente vulnerabile se non si prevedono (con riferimento agli ambiti gravitanti nel distrett04) nel breve termine la "fattibilità degli interventi di razionalizzazione degli schemi idroelettrici attraverso l'aumento della capacità di regolazione per il recupero di risorsa idrica" e nel lungo termine gli "interventi di interconnessione degli schemi idrici (ndr: funzionali ai diversi usi) a livello infradistrettuale ed interdistrettuale" (come indicato nel PGDAC, Parte VII, §§ 8 e9); d. in relazione alla dotazione unitaria giornaliera (uno dei parametri più significativi dei PRGA), la previsione di un valore oscillante, a seconda degli ambiti, da un minimo di 325 Il (giorno*ab) ad un massimo di 400 lI(giorno*ab), pur se riferita al giorno di massimo consumo e comprensiva delle perdite di rete stimate al 25% del prelevato, dovrebbe negli sviluppi della proposta di PRGA essere verificata puntualmente sia in relazione all'incidenza delle utilizzazioni pubbliche, delle utilizzazioni collettive e (soprattutto) degli usi produttivi per i quali si può ipotizzare il ricorso a risorse idriche "non convenzionali" e/o di qualità inferiore sia in relazione alla diretta incidenza sulla "dotazione per abitante fluttuante".
Controdeduzione al PUNTO n. 2 dell’Osservazione n. 30
ACCOLTA IN PARTE Punto 2a) Si evidenzia che le previsioni temporali del P.R.A. sono coerenti con quanto previsto all.5 del DPCM 4/3/96. Infatti si ha: ‐ la redazione del P.R.A. si è conclusa nel 2014 basandosi su dati ISTAT 2011, il primo programma di
attuazione coincide con lo stato attuale; ‐ Il secondo orizzonte (previsto al 2015 nel DPCM quindi circa 19 anni dopo la data di approvazione
dello stesso DPCM), coincide con le previsioni a medio termine al 2025 del Piano (14 anni dopo i dati ISTAT considerati);
‐ Il terzo orizzonte(previsto al 2040 nel DPCM quindi circa 44 anni dopo la data di approvazione dello stesso DPCM), coincide con le previsioni a lungo termine al 2050 del Piano (39 anni dopo i dati ISTAT considerati).
Punto 2b) Le valutazioni del rischio di approvvigionamento sono state considerate nel rapporto ambientale di VAS ai paragrafi 2.3, 5.2 , 5.3, relativamente all’illustrazione delle alternative individuate. In particolare i dati presi in considerazione si riferiscono all’anno 2013 (Rapporto di valutazione cambiamenti climatici IPCC intergovernamental panel on climate change, quinto rapporto di valutazione cambiamenti climatici 2013, Stoccolma 23 e 26 settembre 2013) risultano quindi essere più recenti rispetto a quelli citati nell’osservazione (IPCC Fourth Assesmant report : climate change 2007). Punto 2c) La strategia del P.R.A. è quella di far fronte ai fabbisogni idrici mediante le captazioni che hanno dato nel tempo garanzia di approvvigionamento. Nelle tabelle 8.1, 8.2, 8.3, 8.4, 8.5 sono state riportate quindi solo le captazioni affidabili, computando, in via cautelativa, le portate minime delle stesse. Punto 2d) Viene accolta implementando il paragrafo 7.2 del Piano. In merito alla considerazione finale si rappresenta che il P.R.A. è già in armonia con il P.T.A. e quindi non può comportare l’aggiornamento dello stesso. Piano di Sviluppo Rurale (PSR) – Il P.R.A. pone tra gli obiettivi la sostituzione dell’utilizzo di acque superficiali per uso idropotabile con quelle sotterranee presenti nei sistemi appenninici, soprattutto nel territorio di competenza dell’A.T.O. n.1, svincolando, potenzialmente, nuove risorse idriche superficiali per gli usi irrigui. A seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene che quanto osservato al punto in questione risulta:
Pertinente / Non pertinente
Sintesi finale: In conclusione, a seguito delle controdeduzioni svolte, si ritiene l’osservazione complessivamente:
Accoglibile / Accoglibile parzialmente / Non accoglibile