SCHEDA PROGETTO: UN PARCO FLUVIALE PER ALBA
A2 Formazione di un sistema del verde urbano che unifica e valorizza entrambe le sponde fluviali di Alba (dal carcere alle
Rocche di Barbaresco)
UN TERRITORIO DIVISO E DIMENTICATO
carcere
Piscina e discoteca
Palazzetto dello sport
Area verde
Capannoni dismessi
Capannoni dismessi
Campo nomadi
Tiro al piattello
Laghetto di cava
San Biagio Laghetto della pesca
Campo pratica
I comuni di riferimento: Alba
Il tratto di fiume si divide in due aree, per un totale di circa 285 ha, la cui separazione è rappresentata dal ponte vecchio di corso Canale, di accesso
ferroviario e viario alla città:
- l’area ovest, si sviluppa in sponda sx lungo un’ansa quasi completamente non urbanizzata, fatta eccezione per il carcere, con ampi spazi rurali (loc.
Vivaro), racchiusa tra la tangenziale e il fiume, oggetto di attività estrattive in gran parte già concluse. E’ un tratto separato dalla città, a cui è collegato
con sotto e sovra-passi della tangenziale. A valle di strada Toppino si mantiene una nicchia di paesaggio rurale, al riparo dall’ambiente urbano pur
vicinissimo. La sponda dx, più sollecitata dalle dinamiche del fiume, è di dimensioni contenute pur presentando un’ampia area rinaturalizzata
compresa tra gli assi viabilistici (snodo tangenziale, SS231) ed il fiume;
- l’area est, dal ponte alle Rocche di Barbaresco, di dimensioni minori rispetto a quella a monte, presenta vaste aree pubbliche, è strettamente connessa
al centro storico, ma è anche più “maltrattata”, sia dalle dinamiche fluviali, sia da un insediamento non organizzato. Nel complesso il paesaggio è
decisamente urbano, ancorché non completamente strutturato e con ampi spazi ancora da recuperare, e con la realizzazione del progetto del "terzo
ponte" sarà inevitabilmente racchiuso tra infrastrutture molto trafficate.
Il tratto di fiume del Comune di Alba dall’ansa delle
carceri fino alle Rocche di Barbaresco è definito dalla
presenza della città e soprattutto delle sue
infrastrutture. Si connota come "area residuale”, in
cui ci sono stati timidi tentativi di valorizzazione sulla
sponda destra, nel tratto più vicino alla città, e in cui
sono stati localizzati, fin dagli anni ’60, strutture
sportive: la piscina con la più recente discoteca, gli
impianti sportivi – campo di calcio, palazzetto,
bocciofila-, il tiro al piattello, il campo pratica per il
golf in realizzazione e dove è stata allestita un’ampia
area a verde.
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LE SITUAZIONI CRITICHE
Il tratto fluviale è da sempre problematico per la sicurezza idrogeologica in
ragione della conformazione dell’alveo e della prossimità dell’insediamento. A
partire dall’evento catastrofico del 1994 sono state progressivamente messe in
sicurezza molte parti, anche se in occasione degli eventi alluvionale più recenti
le sponde continuino ad essere interessate da fenomeni di erosione.
Emergono quindi alcune situazioni critiche su cui è necessario intervenire per
poter realizzare un ambiente fruibile in sicurezza e valorizzare il paesaggio
spondale.
carcere
Piscina e discoteca
Palazzetto dello sport Area verde
Laghetto di cava
Campo pratica
1. la continuità del percorso sulla sponda sx del fiume è
compromessa, in quanto l’“arcata” terminale del ponte
vecchio, dove in precedenza vi era un passaggio, dovrebbe
rimanere libera e non essere utilizzata in casi a rischio. In
alternativa si dovrebbe realizzare un sottopasso sia della
ferrovia che del ponte viario
2, la presenza in sponda sx del campo nomadi, in
fascia a forte rischio idraulico e in una situazione
comunque poco permeabile ai normali utilizzi
urbani, riduce la continuità fruitiva del percorso
ciclabile e gli usi pubblici di un tratto importante
della sponda, oltre ad essere percepita comunque
come un nodo critico per la sicurezza.
3, la presenza di manufatti industriali abbandonati e di opere
infrastrutturali obsolescenti e di modesta qualità costituiscono impatti visivi
ed operativi per la riqualificazione dei luoghi, ma offrono l’opportunità di
costituire i presidi che garantiscano sicurezza e vivibilità della fascia,
altrimenti difficile da ottenere, stanti le normative recenti per la sicurezza
idrogeologica.
Capannoni dismessi Tiro al piattello
Laghetto della pescai
Oggi l’area è fruita per parti, da utenze specifiche (tiro al piattello,
pesca sportiva..), con spazi utili poco aperti al contesto. La rete dei
percorsi di servizio è notevolmente utilizzata, ma nel complesso
l’area non appare sufficientemente strutturata.
Il paesaggio si presenta con un insieme di piccole ‘enclave’ tra
loro non connesse, in un contesto eterogeneo, con frequente
presenza di manufatti in abbandono e una vegetazione spondale
poco gestita.
Le due sponde non sono tra loro efficacemente connesse, fatta
eccezione per il collegamento del ponte vecchio di accesso alla
città, che presenta tuttavia livelli di traffico elevati e una
praticabilità pedonale difficile.
Campo nomadi e (sotto) fascia critica
per la sicurezza Capannoni in abbandono e aree a rischio (ex-concessionaria, ex stabilimento
st. Riondello, ex stabilimento st. Mogliasso, aree sotto tangenziale)
Possibile punto di accesso al sottopasso tra
ex concessionaria e Tiro a volo e Accesso
dal Ponte vecchio
2
Accesso al ponte vecchio,
dimensionalmente limitato e a
rischio per la sicurezza
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LE RISORSE:
La fascia fluviale è oggi interessata da numerosi progetti infrastrutturali, la cui realizzazione è ancor incerta. Tali progetti, di cui qui si
citano i tre più importanti, il terzo ponte, la centrale idroelettrica e le casse di laminazione, costituiscono ovviamente un’opportunità
per supportare la fattibilità delle proposte di parco urbano della presente proposta, ed è stata quindi posta particolare attenzione per
integrare le prospettive di intervento nel progetto. D’altra parte le proposte di seguito avanzate presentano i requisiti di fattibilità
operativa anche laddove i progetti citati non si realizzassero.
carcere
Piscina e discoteca
Palazzetto dello sport Area verde
Capannoni dismessi
Laghetto di cava
Campo pratica
2. L’impianto idroelettrico, localizzato a circa 200 m a
monte dell’immissione del torrente Cherasca, il cui
progetto è ancora in fase di valutazione. La realizzazione
dell’impianto comporterebbe la formazione di un plan
d’eau a monte della traversa fino alla concorrenza della
precedente traversa della ditta Ferrero, e qualificherebbe
la fruibilità delle sponde e l’uso del bacino per il
canottaggio e la canoa.
PROGETTI INFRASTRUTTURALI
1. Il “Terzo ponte”: un ponte di 160 metri, parte della
complanare Ovest di Alba, collegamento di viale Cherasca con
la zona industriale di c.so Asti, con lo sviluppo di circa 500
metri di viadotto e 700 metri di strada in rilevato.
Un guscio di acciaio verniciato conterrà due ampie corsie
carrabili, con ciclabili e marciapiedi ai lati.
3.Le casse di laminazione, in progetto per mettere in sicurezza Alba e
ridurre il rischio nel tratto a valle verso Asti. Si prevedono due casse
efficaci per eventi catastrofici, progettate come casse ‘in derivazione’
quindi arginate rispetto all’alveo del Tanaro mediante un rilevato tra i
5/7 m. Il progetto del Parco di Alba è interessato dalla cassa in sponda
sx ‘la cassa di valle’, mentre quella in sponda dx ‘la cassa di monte’
interessa prevalentemente aree agricole e si espande fino al comune di
Monticello d’Alba.
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Vista dell’area della cassa di valle
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LE RISORSE:
Le aree su cui sono potenzialmente attivabili accordi e/o azioni sono :
A, Aree utilizzate o utilizzabili per attività estrattive di cui:
- 67,6 ha circa con attività estrattiva già esaurita, in disponibilità quasi immediata;
- 28,3 ha circa di possibile impiego per estrazione futura sul breve e/o medio termine;
- meno di un ettaro con attività estrattive in corso, che potranno essere messe a disposizioni
successivamente con la chiusura dell’attività.
B, Aree demaniali di circa 44,4 ha circa, al netto delle aree occupate dalle acque.
C, Aree pubbliche per 11,4 circa ha del comune di Alba
D. Aree interessate da attività coinvolgibili e/o dismesse per circa 13 ha
:
Le aree sono in buona parte pubbliche e per la parte privata si tratta di ambiti soggetti a rischio idrogeologico rilevante (fascia A e B) idraulico, con presenza di strutture ex-industriali in abbandono e/o in degrado, o
ancora legate ad attività estrattive concluse. Nel complesso si tratta di aree con ridottissimi valori immobiliari e con potenzialità di acquisizione all’uso pubblico senza costi/difficoltà significative.
La presenza consolidata di attività di tipo sportivo è una risorsa da utilizzare non solo per mantenere gli usi e le attrezzature, ma anche per avviare accordi con soggetti disponibili alla gestione sostenibile
delle aree: coloro che già oggi costituiscono un fondamentale presidio della zona, sono i più probabili interlocutori per la riqualificazione e la gestione delle aree di maggiore criticità.
LE PROPRIETÀ, GLI USI
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Aree con attività esaurita
Aree con attività estrattiva in corso
Aree in disponibilità a breve-
medio periodo per estrazioni
Proprietà pubbliche
Proprietà demaniali
Proprietà legate alle attività estrattive
Proprietà private
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carcere
Palazzetto dello sport Area verde
Capannoni dismessi
Tiro al piattello
Laghetto di cava
Laghetto della pescai
Campo pratica
1. Nuove funzioni qualificanti per il recupero
e la fruizione del paesaggio fluviale
In generale si vuole potenziare il ruolo di connessione
ecologica della fascia tra le aree di maggior naturalità delle
Rocche di Barbaresco (ad est) e le aree rurali estensive (ad
ovest).
In particolare gli obiettivi si declinano in ragione di 2 aree :
- da allestire come “giardino pubblico ” nella porzione
più propriamente urbana posta tra il ponte della
tangenziale ed il terzo ponte in progetto, con
qualificazione delle strutture esistenti,
- da allestire con una connotazione prevalentemente
rurale e naturalistica nella porzione a monte del ponte
strallato, predisposta per funzionare da cassa di
laminazione, con dotazioni minime per una fruizione
open air, con un percorso ad anello, su sedimi esistenti,
ben collegato con la città.
OBBIETTIVI
Si intende ottenere un’integrazione fruitiva delle due sponde con:
- un’ampia area verde per il tempo libero degli albesi,
- un polo di fruizione per la dorsale ciclabile del Tanaro,
- un riconoscibile asse di connessione tra la città storica e l’oltre
Tanaro, porta dell’ingresso pedonale in città ,
- un plan d’eau per la fruizione della parte a ridosso della città
con le canoe e la balneazione da entrambe le sponde,
- un utilizzo organizzato degli spazi più distanti su entrambe le
sponde, con percorsi ciclopedonali e attrezzature non chiuse per
sport outdoor,
- in generale un ampliamento delle aree verdi accessibili dalle
diverse parti della città e dell’immediato contesto.
2. Coinvolgimento alla fruizione pubblica dell’intera
fascia lungo le due sponde
3. Un nuovo attestamento qualificato per la città Il Parco, situato al bordo della rete viabile e ciclabile principale deve:
- costituire una nuova porta per la città, in particolare per chi arriva dai
percorsi ciclabili di lungo raggio, che consenta di evitare gli assi e gli
svincoli viari troppo trafficati,
- dotarsi di un parcheggio di attestamento sia per la fruizione del Tanaro sia
di accesso alla città, presso il quale ampliare i servizi per i visitatori,
- dare effettiva continuità al percorso lungo il Tanaro da Bra/Cherasco fino
ad Asti.
4. Qualificazione delle attrezzature esistenti Nella prospettiva di mettere a sistema le attrezzature esistenti, recuperando
gli edifici, si devono curare in particolare le reti di connessione:
- migliorare, integrare ed organizzare gli accessi,
- qualificare i collegamenti con il contesto,
- collegare le aree al sistema urbano e alle altre aree sportive lungo il fiume,
- eliminare le situazioni di degrado fisico e sociale,
-avviare la cooperazione per la gestione delle aree .
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carcere
Laghetto di cava
I VINCOLI E I CONDIZIONAMENTI
La pianificazione urbanistica vigente (nuovo PRG/2016) non prevede particolari
vincoli per la realizzazione del parco dal punto di vista urbanistico, infatti l’intera
fascia fluviale è destinata ad un "parco territoriale" (zona Fp, art 58 NTA), di rilievo
comprensoriale, come illustrato nella relazione al progetto. Sono ammessi interventi
di recupero con il mantenimento delle attività esistenti, ove compatibili con la
situazione di pericolosità idrogeologica, servizi ed attrezzature pubblici o di uso
pubblico, attività produttivo-turistiche/ricettive, somministrazione di alimenti e
bevande, in misura non superiore alle strutture esistenti.
Per le aree non ricadenti nel parco territoriale ovvero le aree in sponda dx, la
destinazione è a servizi pubblici con prevalenza di servizi per il verde (art 27 NTA) ed
in parte a parcheggio.
Le indicazioni progettuali qui contenute tengono conto dei vincoli e delle destinazioni
poste dal PRG.
.
Le indicazioni del Piano stralcio delle fasce fluviali, di qualche anno successive all’evento del 1994, hanno definito un
assetto dei diversi livelli di pericolosità particolarmente rigoroso per il Tanaro, in specifico nel contesto urbano e
periurbano, considerando ampi margini di tutela in ragione della prossimità dell’abitato e degli effetti devastanti
dell’alluvione del ‘94.
Le scelte hanno portato all’individuazione delle due fasce A-di deflusso e B-di esondazione in termini estensivi,
definendo in modo inequivoco il limite tra fiume della città (come è avvenuto in modo evidente nel tratto della
Ferrero spa), e per contro consentendo alla città di rileggere il proprio rapporto con il fiume all’interno degli spazi
vincolati, riflessione i cui esiti solo in parte si sono concretizzati.
Le indicazioni progettuali per il Parco di Alba qui contenute tengono conto dei vincoli posti dal PAI
PRGC in verde il “parco territoriale
Il condizionamento posto dalle esigenze di sicurezza idraulica Come illustrato nella relazione generale, l’ambito fluviale è stato interessato da una serie di interventi dopo l’alluvione
del 1994, anche per effetto dei processi erosivi derivati dall’esondazione degli affluenti minori e dei canali di
derivazione presenti (Torrente Riddone, Canale del Mussotto, Torrente Talloria e Torrente Cherasca).
A seguito dell’evento alluvionale
sono stati realizzati importanti
interventi con la formazione di un
sistema arginale continuo nel
tratto a monte e a valle dei due
ponti sul Fiume Tanaro della Città
di Alba, con la protezione delle
sponde dove l’argine si avvicina
maggiormente al fiume.
Le previsioni del Piano Comunale
Le fasce del PAI
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Piscina e discoteca
Palazzetto dello sport Area verde
Capannoni dismessi
Tiro al piattello
Laghetto della pescai
Campo pratica
I SOGGETTI COINVOLGIBILI
Oltre al Comune, proprietario di parte dei terreni, i soggetti interessati e potenzialmente
coinvolgibili sono:
Tanaro Power- Egea (centrale)
ATL (porta di accesso della città)
Attività estrattive (terreni e gestione)
Proprietà area lungo st Gorreto Riddone
Proprietà area lungo st Riondello (ditta Barberis)
Ads Tiro a volo Alba
Piscine Albamare
Ferrero spa
Società gestione lago di San Biagio - st Riondello
Ads Albese calcio
FIAB Alba “Salinbici”
The Link – golf club
AIPO (casse di laminazione)
nonché le organizzazioni:
- Organizzazioni professionali degli agricoltori
- Associazione per il patrimonio dei paesaggi vitivinicoli di Langa-Roero e Monferrato
Nel corso degli incontri per la formazione del progetto si sono profilate delle possibili collaborazioni che
potrebbero rendere praticabile la realizzazione del parco con interventi da programmare, come visualizzato
nello schema sottostante. In particolare:
A, Tanaro Power – Egea in relazione all’area di ampliamento del parco sulla sx orografica, ha espresso la
possibilità di farsi carico di parte della realizzazione del parco e nonchè di una sua possibile gestione in caso
di realizzazione della centrale idroelettrica,
B, la proprietà dell’immobile di strada Riondello si è resa disponibile al recupero della sua area per attività
sportive legate alla mountain bike (byke park), ipotizzando il possibile coinvolgimento di un partner nella
gestione (operante da anni nel settore del bicycle motocross – BMX- e della formazione dei giovani allo
sport), prevedendo anche una funzione di presidio e controllo dell’accesso all’area,
C, gli imprenditori interessati del settore estrattivo si sono resi disponibili a verificare il coinvolgimento nel
progetto del Parco delle aree di loro proprietà, compatibilmente e con le tempistiche legate alle proprie
esigenze di sfruttamento dei depositi.
In prospettiva operativa andranno coinvolti i soggetti attivi in ciascuna area di progetto per poter
meglio dettagliare gli interventi, in relazione alle prestazioni attese e alle suggestioni di seguito
prefigurate o in direzioni diverse, nuove ma compatibili con gli obiettivi complessivi.
Lo schema sottostante individua un’articolazione per comparti di intervento in
relazione ai soggetti presenti e operanti, da verificare in funzione delle disponibilità
effettive di coinvolgimento per gli aspetti sia di intervento che gestionali.
A1- Golf
A2 – privati
A3 –Piscina Albamare
A4 – Egea
A5 – privati
A6 – imprese estrattive (in assenza di cassa di laminazione)
A7 – Ferrero
A8 – Ads Tiro a volo Alba
A9 – Ads Albese calcio
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SUGGESTIONI PER UN PROGETTO
A : Il parco urbano tra le due sponde
B: L’attestamento sulla sponda sinistra
D: l’allestimento delle casse di laminazione (cassa est)
Gli obiettivi generali possono essere raggiunti con interventi organizzati per parti:
A - il parco urbano tra le due sponde
B - l’attestamento sulla sponda destra
C- la qualificazione accesso dal Mussotto
D - l’allestimento delle casse di laminazione
Le singole parti dovranno essere connesse da infrastrutture verdi o da
sistemi per l’accessibilità e la fruizione:
1-le passerelle
2-la fascia lungo il fiume
3-la rigenerazione delle aree verdi
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C: La qualificazione accesso dal Mussotto
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A - Il parco urbano tra le due sponde La riva sinistra diventa più accessibile dalla città con la nuova passerella ciclopedonale di
attraversamento e costituisce il maggiore ampliamento dell’attuale parco urbano, con
ridotti usi specialistici e un impianto arboreo prevalentemente legato al sistema dei
percorsi, alla fascia fluviale ed alla mitigazione delle nuova infrastruttura viaria del terzo
ponte.
La riva sinistra
La riva destra La riva destra è già adibita in buona parte a parco pubblico mentre i restanti spazi sono occupati dalle attrezzature per sport e
il tempo libero. Gli interventi sono indirizzati alla riqualificazione delle aree a verde con l’obbiettivo di integrare al meglio le
strutture esistenti e garantire alla fascia spondale nuovi accessi più qualificati.
12
La riva destra è già adibita in buona parte a parco pubblico mentre i restanti spazi sono occupati dalle attrezzature per sport e
il tempo libero. Gli interventi sono indirizzati alla riqualificazione delle aree a verde con l’obbiettivo di integrare al meglio le
strutture esistenti e garantire alla fascia spondale nuovi accessi più qualificati.
PP
A - Il parco urbano tra le due sponde
A2
carcere
Laghetto di cava
La riva sinistra
L’area, oggi agricola ed interessata in parte da attività estrattive, viene proposta per la realizzazione di un “parco urbano” strutturato interamente da adibire
alla fruizione pubblica.
Il disegno è organizzato da:
A, un ”arco” definito dal percorso della passerella che segna all’incrocio con la ‘dorsale’ ciclopedonale - asse portante del progetto - e da cui è possibile
cogliere il panorama sulle Rocche di Barbaresco e sulla città storica,
B, un ampia area prativa centrale che costituisce il riferimento per le discese al fiume, la “piazza” del Parco con visuali libere verso il fiume, da allestire
con alberi monumentali e vasca d’acqua artificiale,
C, un’ampia fascia boscata che si appoggia al rilevato stradale costeggia l’intero profilo della viabilità del terzo ponte con funzione protettiva dai flussi
viabilistici e, in caso di assenza della strada, costituisce comunque il margine vegetato del Parco,
D, due discese al fiume concluse con un attracco per le canoe e la formazione di alcune sedute naturali come evidenziato nella pagina successiva,
E, una robusta fascia vegetata spondale, continua lungo sia nei tratti ancora protetti dalle difese spondali (che non verranno ricostruite) sia nei tratti più
naturali della sponda,
F, un percorso in gran parte arborato, con radure interne al riparo dai flussi di passaggio e diretto ad un punto di sosta con panorama sulle rocche.
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A - Il parco urbano tra le due sponde
carcere
Piscina e discoteca
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Capannoni dismessi Tiro al piattello
Gli attracchi lungo le sponde e la discesa al fiume
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carcere
Palazzetto dello sport Area verde
Capannoni dismessi
Capannoni dismessi
Tiro al piattello
Laghetto di cava
Laghetto della pescai
Campo pratica
La riva destra
La riva destra è già adibita in larga misura a verde
pubblico, con presenza di numerose aree per attrezzature
per sport e tempo libero (evidenziate nell’immagine in
scuro), che garantiscono presidio e funzionalità dell’area e
che devono essere integrati nel disegno complessivo.
Gli interventi sono legati principalmente:
A, alla rigenerazione dell’assetto vegetale, sia sulle sponde
sia nelle aree prative e arborate interne, mediante gli
interventi specifici più avanti proposti;
B, alla formazione di spazi per la sosta, privilegiando
l’utilizzo di materiali naturali, sfruttando i dislivelli
naturali del terreno che permettono di formare in più punti
“gradinate” erbose segnate da materiali lapidei e/o legnosi
e che possono costituire oltre ad una movimentazione del
disegno, punti seduta perfettamente integrati nel contesto;
C, alla formazione di un filare alberato che racchiude il
parco, che segni e renda riconoscibile il percorso
D, alla sistemazione del percorso che conduce alla
passerella, innestandolo sulla viabilità di bordo e
configurandolo come viale di accesso al parco, essendo già
dotato di una adeguata alberatura, potenziabile.
E, alla formazione di un nuovo accesso dalla provinciale, che costeggi il torrente Cherasca lungo l’
area agricola (privata) in un contesto di buona qualità paesaggistica, sino al guado esistente. Il nuovo
tratto costituisce anche il punto di innesto e collegamento con i percorsi ciclopedonali lungo la valle
Cherasca che raccolgono le utenze provenienti dai versanti collinari di Alba, da Barbaresco e da
Diano d’Alba,.
F, alla riqualificazione delle attuali recinzioni del Golf e della piscina con soluzioni che privilegino
l’uso dei elementi vegetali escludendo soluzioni posticce e/o cieche facilmente deteriorabili e
impattanti.
G, al recupero dell’ex-impianto della vasca con la formazione di uno spazio interno a “teatro”
(soluzione già ipotizzata da tempo).
A - Il parco urbano tra le due sponde
A
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SCHEDA PROGETTO: UN PARCO FLUVIALE PER ALBA
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carcere
Piscina e discoteca
Palazzetto dello sport Area verde
Capannoni dismessi
Capannoni dismessi
Tiro al piattello
Laghetto di cava
Laghetto della pescai
Campo pratica
E, Sulla riva sinistra , nel tratto dal
ponte vecchio fino allo scolmatore, la
realizzazione del parco è subordinata
al trasferimento del campo nomadi
ed alla realizzazione di una
connessione ciclopedonale sotto
l’ultima arcata del ponte (vedi RE1
rete ciclabile), alla quota della
sponda senza rimodellazione, ne
riduzione della sezione utile di
deflusso. In questo modo si
raccordano il tratto nord e sud della
dorsale ciclabile dell’intera fascia
fluviale e si ottiene una connessione
agevole con la città storica.
Lungo le sponde e nelle aree lungo lo scolmatore sono necessari interventi
di pulitura e rigenerazione della vegetazione, con formazione di:
A, un percorso pedonale lungo le sponde (vedi progetto R1 per i dettagli),
B, una fascia di vegetazione spondale (vedi specifiche sulla gestione alla
voce ‘rigenerazione delle aree verdi’)
C, un tratto lungo il fiume a spiaggia con pennelli antierosione e pontile per
le canoe,
D, un’area boscata che integri gli usi agricoli marginali nello spazio
compreso tra lo snodo della tangenziale e lo scolmatore (2,8 ha circa ),
mentre gli usi produttivi agricoli si mantengono nel tratto più a est.
B: l’attestamento sulla sponda sinistra
G, La ex-concessionaria (0,6 ha
circa), area privata in dismissione,
può essere trasformata, senza
modifiche strutturali, in un
parcheggio di attestamento, da
150/200 posti, utile ad integrazione
delle dotazioni esistenti in occasione
degli eventi che portano grandi flussi
turistici in città.
H, L’ area dell’attuale campo
nomadi (3 ha circa) vengono alberate
e riorganizzate con zone attrezzate
per il picnic e il gioco .
F, L’attrezzatura per il tiro al
piattello (1,6 ha) può essere
qualificata, con la formazione di un
viale per l’accesso e la formazione
di una recinzione prevalentemente a
verde. Il ruolo dell’attrezzatura
andrebbe potenziato, assumendo i
compiti di presidio e punto
attrezzato di ingresso dell’intero
parco, con dotazione di un servizio
bar aperto a tutti e compiti di
gestione di un ambito del Parco,
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Piscina e discoteca
Palazzetto dello sport Area verde
Capannoni dismessi
Tiro al piattello
Laghetto di cava
Laghetto della pescai
Campo pratica
In tale prospettiva va inserito il riuso del capannone, che comporta un robusto intervento di
“alleggerimento”, eliminando i muri perimetrali, mantenendo le strutture reticolari e il tetto
(va sostituita la copertura e lasciate ampie porzioni libere, al fine di ottenere un ampio spazio
coperto, ma in massima parte aperto, in cui favorire la crescita di un rivestimento vegetale.
Nelle parti già solettate eventualmente ampliabili, poste al primo piano, possono trovare
collocazione i servizi alle attività.
Il riuso del sito verrebbe completato con le seguenti funzioni:
A, un’ampia porzione attrezzata a bike park, (in minima parte al coperto per gli attrezzi più
delicati), con una possibile espansione verso ovest (percorso di Cross-country nel bosco , H)
B, un’ officina per le biciclette e un punto di servizio , non solo per l’attività del bike park ma
anche per il cicloturismo di transito localizzata sotto la copertura del volume esistente
C, un’area per il ricovero per le canoe e per le attrezzature connesse, come sopra
D, un’ampia area in parte coperta per attrezzature per l’arrampicata e/o altri sport praticabili
sia in esterno che al coperto, anch’essa sotto la copertura
E, un approdo per metter in acqua le canoe e permettere l’attracco di eventuali mezzi di
navigazione sul plan d’eau
F, un percorso della ciclabile ombreggiato con l’impianto di filari di alberature, dotato di
punti sosta legati al fiume
G, uno spazio parcheggio commisurato alle attività previste e collocabile sotto il viadotto
della tangenziale.
C: la qualificazione dell’accesso dal Mussotto
H B,C,D
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L’area è facilmente collegabile al quartiere
del Mussotto e alla stazione ferroviaria
(vedi schede R1 - dorsale ciclabile - e R2
- sistema delgli accessi e delle stazioni).
La parte principale è stata utilizzata per
attività industriali di cui residua un
capannone oggi degradato e di forte
impatto visivo (sup. cop. 3000 mq h. 9
m.).
Appena oltre il ponte strallato l’area
assume una connotazione più rurale,
protetta e isolata, seppure vicinissima allo
snodo della tangenziale, in corrispondenza
del lago artificiale di San Biagio per la
pesca sportiva e della pista ciclabile, che
si presenta assai ampia, in ottime
condizioni e in un contesto riccamente
vegetato.
Il luogo nel suo insieme può quindi
costituire un importante punto di accesso,
che deve però essere presidiato, al fine di
evitare le derive di abbandono attualmente
in atto.
Il percorso esistente integrato nel sistema
della dorsale ciclopedonale consente
dall’argine di potersi facilmente innestare
sulla passerella proposta in affiancamento
al ponte esistente costituendo una valida
alternativa di ingresso in città da sud-
ovest.
L’area si presta per usi e attrezzature
sportive leggere, per le quali sembra
adeguata una proposta della per una
dotazione di servizi per sport open air
(ciclismo, canoa, arrampicata, …).
carcere
Piscina e discoteca
Palazzetto dello sport Area verde
Capannoni dismessi
Tiro al piattello
Laghetto di cava
Laghetto della pescai
Campo pratica
Si riporta uno schema di dettaglio della prima ipotesi elaborata
dalla proprietà e dai gestori per il byke park, di cui il progetto a
tenuto conto con alcune modifiche per integrarlo alla struttura
complessiva del parco.
Si prevedono attività legate al Bicycle Motocross BMX quali:
• Pista XC – cross-country, con formazione di anelli a
geometria variabile in area naturali
• Pista BMX ovvero circuito interra composto da paraboliche
e ostacoli
• Pista BMX dirt simile alla precedente ma volta a permettere
evoluzioni creative dell’atleta
• Pump track ovvero percorsi su strutture lignee o in terra con
dossi e paraboliche
• nonché campetti polivalenti e piste per skate-board
funzionali anche alle attività estive dei ragazzi ed altri giochi
rimovibili idonei allo scopo.
C: la qualificazione dell’accesso dal Mussotto
un centro polifunzionale outdoor: una prima proposta gestionale
L’ipotesi è quindi di una struttura a tema, aperta alla polifunzionalità ed
alle utenze di diverse fasce d’età, che può offrire non solo attività
specializzate legate alla MB, ma anche spazi per il tempo libero e servizi
per i ragazzi nei periodi estivi, stante la prossimità ed il livello adeguato
dei servizi di collegamento (anche in sede protetta ) con il centro urbano.
SCHEDA PROGETTO: UN PARCO FLUVIALE PER ALBA
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Ai fianchi dell’ansa del fiume, a monte del nucleo urbano, lo studio in corso dell’Autorità di bacino
prevede la realizzazione di due casse di laminazione. Per quella sulla sponda destra (che interessa 97 ha
circa), il perimetro previsto si attesa sul tracciato degli argini e dei percorsi di bordo. La proposta di
disegno e funzionalità del Parco di Alba di seguito illustrata è compatibile con questa prospettiva ma è
tuttavia realizzabile anche se il progetto dell’Autorità non avesse un seguito.
C: l’allestimento delle casse di laminazione
In generale la proposta per il Parco prevede il mantenimento di ampie area agricole (circa 57 ha) , la
formazione di circuiti ciclopedonali sui sedimi esistenti, un’area di carattere naturale intorno al lago di cava
esistente e recuperato, e una ampia area prativa con sistemazioni naturali per il tempo libero nella parte più
ad ovest (per circa 13 ha) su aree ex estrattive, già ripristinate .
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Le casse di laminazione di Alba in rapporto dimensionale e posizionale con quelle di Canelli
Piscina e discoteca
Palazzetto dello sport Area verde
Capannoni dismessi
Capannoni dismessi
Tiro al piattello
Laghetto della pescai
Campo pratica
Le due casse di laminazione (vedi anche progetto R3) immediatamente a monte di Alba comporteranno modifiche sensibili all’assetto paesaggistico del tratto di fascia fluviale di progetto. Le loro dimensioni (277 ha totali
che interessano 6 km. di fascia fluviale) sono paragonabili a quelle della città, e interessano un territorio oggi rurale e inedificato.
In assenza di un progetto specifico di sistemazione ambientale, la definizione ingegneristica delle casse di laminazione comporta bordi importanti costituiti dagli argini ed eventuali partizioni interne, ove necessarie, mentre
per la parte restante il fondo risulta poco vegetato. E’ l’effetto visualizzato a destra, dove si sono riportate le casse esistenti a Santo Stefano Belbo-Canelli in una realtà territoriale quindi non troppo dissimile. La proposta
di sistemazione a parco qui illustrata cerca di evitare l’effetto di depauperamento paesaggistico dell’intervento per la sicurezza idraulica, senza ridurre in alcun modo l’efficacia prevista dalle casse in occasione di eventi
alluvionali.
C: l’allestimento delle casse di laminazione Una ‘macchina idraulica’ compatibile con l’ambiente
Si propone di definire, in accordo con AIPO, un modello di uso delle casse regolamentato che sia
compatibile con le soluzioni tecniche necessarie per la funzionalità idrauliche ma che
contemporaneamente risponda ai seguenti requisiti:
A, conservazione degli usi agricoli e quindi del paesaggio agricolo, seppure compatibilmente con
le esigenze idrauliche, escludendo quindi coltivazioni legnose inidonee (apparati radicali deboli) o
intensive, privilegiando coltivazioni erbacee,
B, potenziamento delle aree naturali umide già presenti ed alimentate da acqua di falda,
garantendone la funzionalità mediante la regolazione del sistema di circolazione interna delle
acque, consentendo il mantenimento della continuità ecologica della fascia fluviale,
C, trattamento e percorribilità degli argini, ridimensionandone l’impatto paesistico e ambientale
con accorgimenti progettuali e rivalutandone il ruolo di collegamento funzionale quali percorsi di
fruizione, più che non di divisori meccanici,
D, conservazione del sistema irriguo necessario sia per le permanenza e la funzionalità delle
coltivazioni che delle aree naturali , ammettendo un’irrigazione alimentata dalla rete dei canali
esistenti o la formazione di un nuovo sistema meccanico (pompe) rigorosamente regolamentato
Un modello di uso regolamentato in accordo con AIPO
Lo schema sintetico di intervento seguente rispetta complessivamente i requisiti di fondo sopra
illustrati.
alimentazione irrigua
Acqua di falda
acqua laminazione ingresso acque uscita
sistema irriguo interno
Aree interessate dalle casse di laminazione del Tanaro
Cassa di laminazione del Belbo - Canelli
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carcere
Piscina e discoteca
Palazzetto dello sport Area verde
Capannoni dismessi
Tiro al piattello
Campo pratica
I percorsi perimetrali si attesteranno sul futuro
nuovo argine (in presenza della cassa o sui
sedimi attuali in sua assenza), rialzati dai 5/7
metri dal piano di campagna (in funzione del
piano arginale definitivo), che corrisponde alla
quota di fondo della cassa di laminazione,
secondo le esigenze del progetto idraulico.
Infatti si dispone, già alla quota del piano
attuale, di un volume di laminazione sufficiente.
Quindi le parti di scavo saranno ridotte, mentre
gli argini saranno di circa 25/30 m. alla base,
con 7 di piano sommitale.
Filari esistenti lungo i percorsi Percorso d’argine
Percorsi esistenti
Rispetto a tali previsioni dell’intervento per la
messa in sicurezza, si propone:
A, di formare alcuni punti di sosta, sia in quota
argine che all’interno della cassa lungo i percorsi
con alberature protettive e identificative che
rispettino le distanze minime dal piede
dell’argine (5 m). Dal percorso sommitale si
arriva a tali punti di attestamento con tratti
inclinati paralleli o perpendicolari all’asse
dell’argine, realizzati con un rilevato aggiuntivo
rispetto a quello arginale.
B, di affiancare filari lungo i percorsi interni,
utilizzando specie autoctone e legate
all’ambiente fluviale che garantiscono un
apparato radicale resistente alle alluvioni (si
tiene conto della ridotta velocità di afflusso e
deflusso delle acque prevista per le case di
laminazione).
C, di introdurre, alcuni ambiti che costituiscono
tappa di percorsi tematici e/o aree per attività
ludiche, prevedendo allestimenti e disegni
superficiali con l’utilizzo di materiali naturali e/o
la formazione di spazi per giochi,
D, di conservare le attività agricole
limitatamente alle tipologie colturali erbacee
compatibili,
E, di realizzare un’area naturale, con ambienti
umidi, localizzata in corrispondenza del laghetto
di cava esistente, di cui alla pagina seguente.
In assenza dell’intervento per la cassa di
laminazione gran parte dei tracciati sono già oggi
percorribili, mentre in alcuni tratti vanno
ripristinati, dopo i danni portati dalla piena
recente (vedi scheda di rete R1).
Oggi si accede a questa parte dell’area dal viale
alberato attestato sulla Cascina Toppino, unica
significativa presenza costruita. Per le provenienze
da Roddi, la cascina segna un punto di accesso
qualificato al parco di Alba, da mantenere e
recuperare anche in presenza della cassa di
laminazione.
L’area si presenta come un luogo di interesse, con
un fascino legato agli ampi spazi aperti e non
urbanizzati, alle prospettive lunghe verso le
montagne e le colline. Si propone di mantenere
questi aspetti, rari nelle vicinanze della città, e
quindi si richiede una particolare attenzione in sede
di progettazione della cassa riducendo al massimo
gli aspetti di artificialità e di geometria (vedi R3).
C: l’allestimento delle casse di laminazione Circuiti ciclopedonali sugli argini e nell’area agricola
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carcere
Piscina e discoteca
Palazzetto dello sport Area verde
Capannoni dismessi
Tiro al piattello
Laghetto di cava
Laghetto della pescai
Campo pratica
Accanto alle zone umide, in un’area già sfruttata per le attività estrattive, si prevede un’ampia area
prativa, segnata da un percorso circolare e a spirale, costeggiato da alberature, con un impianto
centrale organizzato con allestimenti di massi e vegetazione rada che costituiscono un riferimento
visivo e un impianto di elementi naturali, ancorati per resistere alle piene ed ai deflussi, ma che
possono generare sedute, zone d’ombra per la sosta dei fruitori, elementi ludici senza arredi artificiali,
con percorsi di collegamento alla zona umida.
L’area come si presenta oggi dopo la piena
Il viale di accesso ad ovest
Uno spazio aperto per la sosta e il gioco C: l’allestimento delle casse di laminazione
Cascina Toppino
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Gli interventi di connessione
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Esempi di passerelle lungo i ponti in Germania e Olanda
Passerella ciclopedonale posizionata in corrispondenza della centrale idroelettrica, attestata in sponda dx sul percorso d’argine e in sponda sx nella nuova zona a parco, e raccordata alle quote del
terreno con una rampa di discesa in sponda sx. 2
Passerella in corrispondenza del ponte strallato da realizzare con una struttura appesa al di sotto della piastra del ponte o agganciando una
struttura a sbalzo ribassata rispetto al piano di scorrimento autostradale, in modo tale che resti protetta visivamente e acusticamente dai flussi
del traffico, accessibile dal percorso in quota dell’argine sx e dalla sommità della strada che percorre l’argine in sponda dx . 1
Il ponte strallato di Alba, vista dal basso
Sponda dx Sponda sx
Si prevede la realizzazione di due
passerelle ciclopedonali per collegare
le due sponde del parco “urbano”.
Le passerelle
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carcere
Piscina e discoteca
Palazzetto dello sport Area verde
Capannoni dismessi
Capannoni dismessi
Tiro al piattello
Laghetto di cava
Laghetto della pescai
Campo pratica
Nell’area del parco sono individuate diverse aree di sosta, che vengono previste in analogia a quelle che potranno essere
allestite lungo tutto la dorsale ciclopedonale del Tanaro.
Esse assumono una funzione essenziale soprattutto laddove si prevede un’utenza legate alle famiglie, non abituate a
lunghe percorrenze, o dove si posizionino in luoghi particolarmente suggestivi, panoramici, idonei al riposo o a svolgere
altre attività (lavoro, studio, lettura), non ultima la socializzazione. Saranno dimensionate con riferimento alla
disponibilità delle aree, e secondo le capacità di spesa e le possibilità di manutenzione del soggetto operante. In genere
sono state posizionate secondo la logica di creare o utilizzare di un possibile presidio esistente, di agevolarne la
manutenzione e di controllarne lo stato in funzione di possibili azioni vandaliche.
In linea generale le aree di sosta saranno costituite da alcune componenti essenziali: punto d’acqua, rastrelliere per
biciclette, sedute, alberature ombreggianti, area prativa per il gioco allestita con materiali naturali (tronchi, sassi, sabbia..),
bacheche informative sui possibili itinerari e sulla localizzazione del fruitore, cestini portarifiuti, e in alcuni punti,
presidiati di ricarica per e-bike (biciclette a pedalata assistita).
In alcuni punti organizzati e diffusi sia in sponda dx che sx, vista la tipologia di utenza, potranno trovare posto aree
recintate per il gioco libero dei cani.
Il più possibile dovranno essere utilizzati materiali resistenti e di facile sostituzione, a prova di vandalismo, resistenti alla
variazione delle temperature, con ridotta di manutenzione.
Nei punti sosta potrebbe trovare posto eventualmente un land mark anche funzionale agli usi sopra indicati (come per
esempio l’uso di punti sosta con ricarica e-bike mediante energia solare) e/o l’apposizione sulle dotazioni presenti di un
marchio identificativo della fascia del Tanaro, da proporre e condividere con i comuni del progetto sull’intero percorso
della dorsale.
Un’alternativa suggestiva, ma che presenta espone a maggiori rischi di vandalismo, è di aggettivare le aree sosta o
quantomeno quelle più iconografiche, con installazioni artistiche, come già sta avvenendo con le ‘panchine giganti’ delle
Langhe (Chris Bangle) o come da anni viene proposto da ArteSella in Trentino.
Land Mark vincitore al concorso “bosco di legno” Gal Bellunese, 2013
La rigenerazione delle aree verdi
Soluzioni per punti
ricarica per e-bike ad
alimentazione solare
Chris Bangle- installazioni ArteSella
Per la rigenerazione del sistema vegetale e della infrastrutturazione di allestimento del parco urbano, si propongono
alcune componenti utili nella costruzione del verde, con tipologie diverse di destinazione e di sistemazione,
considerando la natura dei luoghi, gli obiettivi posti e i condizionamenti esistenti.
In particolare seguono i requisiti specifici per:
- per le infrastrutture : le aree di sosta, mentre per i percorsi si fa rimando alla scheda R1,
- per il verde : le superfici a prato, le superfici arborate, le soluzioni per l’irrigazione, le soluzioni per la mitigazione
degli impatti puntuali.
Formazione di aree di sosta
Gli interventi di connessione
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carcere
Area verde
Capannoni dismessi
Capannoni dismessi
Tiro al piattello
Laghetto di cava
Campo pratica
Per le fasce prossime alla viabilità, in particolare lungo il tracciato della viabilità legata al futuro terzo ponte, si prevedono soluzioni che permettano un impianto
areale, con superfici anche di diversa entità realizzabili in fasi temporalmente diverse, che svolga funzioni di filtro, di mitigazione visiva, ma nondimeno costituisca
anche una connessione ecologica, permettendo la ricucitura della continuità della fascia spondale e delle aree agricole tagliata dall’intervento infrastrutturale.
Nell’impianto di nuove macchie boscate mesofile - ove le dimensioni lo rendano possibile (quindi non meno di 1 ha) - è opportuno prevedere un andamento seriale
della vegetazione che riprenda le configurazioni naturali, ed operare in modo da creare una transizione nella composizione: da una zona centrale prettamente
arborea, ad una fascia circostante arboreo arbustiva, fino ad una fascia periferica costituita quasi esclusivamente da arbusti. Il modulo può essere replicato, in modo
da mantenere le caratteristiche proprie dei margini esterni ed interni che sono connotati dalla presenza degli arbusti per formare il mantello tipico dei margini
boschivi (vedi schema a lato). L’impianto potrà essere affiancato, nel caso specifico del tratto viario relativo al terzo ponte, previsto attualmente in rilevato, da
sottopassi per la fauna da realizzare insieme all’infrastruttura con modalità ormai consolidate e dimensioni minime accettabili (3mx2m).
Per garantire la disponibilità all’interno del Parco di un volume d’acqua eventualmente utilizzabile per interventi irrigui di soccorso, evitando
di ricorrere all’impiego di risorse idropotabili, si ritiene opportuna la realizzazione in sponda sinistra un piccolo bacino di captazione e
infiltrazione delle acque meteoriche. Si tratta di una soluzione tecnicamente compatibile con la permeabilità dei suoli alluvionali che
caratterizzano l’area di progetto e che può costituire un‘occasione di ulteriore arricchimento dell’area sia sotto il profilo ecosistemico che per
quello paesaggistico (la vasca stessa può assumere un ruolo attrattivo se collocata in prossimità di percorsi). Infatti per la valorizzazione di
queste piccole aree di invaso si deve prevedere la messa a dimora di piante che da una parte siano in grado di costituire microhabitat per
specie faunistiche diversificate e dall’altra abbiano una specifica valenza ornamentale. La funzione ornamentale si esprime attraverso il
portamento della pianta, il fogliame, le fioriture e le fruttificazioni. A questo proposito si sottolinea come gli arbusti, per la ricchezza di
forme e colori e la rapidità di crescita , siano la componente da privilegiare. Un importante accorgimento progettuale consiste nella accorta
modellazione delle sponde con la creazione di scarpate acclivi e scarpate a pendenze più ridotte.
Schema di funzionamento di bacino di infiltrazione
Specie vegetali da utilizzare: Sulle sponde più acclivi, quale elemento protettivo e di sicurezza, può essere messa a dimora una fitta
macchia di vegetazione arbustiva di Salix purpurea nana. Lungo le sponde meno acclivi si possono introdurre delle macchie arboreo-
arbustive di specie autoctone in grado di offrire siti di sosta e nidificazione e di attirare, con fiori e frutti, specie faunistiche diversificate.
Si prevede pertanto la messa a dimora di arbusti quali Crataegus monogyna (biancospino), Viburnum opulus (pallon di maggio), Cornus
mas (corniolo), ed alberi quali Acer campestre (acero campestre), Malus sylvestris (melo selvatico), Morus alba (gelso bianco) e Morus
nigra (gelso nero), Prunus avium (ciliegio selvatico).
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I costi stimati per gli interventi di recupero e naturalizzazione sono, con riferimento ai prezziari regionali (vedi anche scheda R3):
- impianti di fascia arboreo-arbustiva ripariale 30.000 euro/ettaro
- impianti di formazione boschiva mesofila 30.000 euro/ettaro
- impianti per canneti 1.500 euro/ettaro
- interventi mirati per incremento habitat specifici e diversificati 10.000 euro/ettaro
Le formazioni arboreo-arbustive naturaliformi
Le aree umide e i bacini di infiltrazione delle acque meteoriche
carcere
Piscina e discoteca
Palazzetto dello sport Area verde
Capannoni dismessi
Capannoni dismessi
Tiro al piattello
Laghetto di cava
Laghetto della pescai
Campo pratica
Come si è detto, nella porzione di territorio che andrà a costituire il Parco non mancano i manufatti che costituiscono elementi di detrazione della
qualità visiva. Spesso gli elementi che assumono un effetto visivamente “disturbante” sono gli elementi lineari di delimitazione delle proprietà:
recinzioni e muri perimetrali. In fase di progettazione si renderà dunque indispensabile prevedere una serie di interventi puntuali volti a mitigare queste
interferenze.
Modalità di realizzazione:
recinzioni e siepi: In primo luogo occorre limitare il più possibile la realizzazione di recinzione negli “spazi aperti”. In ogni caso per le recinzioni in
ambiente extraurbano occorre riferirsi a criteri di semplicità realizzativa e manutentiva. Nella maggior parte dei casi il materiale di costruzione da
privilegiare è rappresentato dal legno. E’ opportuno utilizzare legni durevoli (es. castagno, larice), ben stagionati, scortecciati, ma non torniti. In fase di
realizzazione è bene prevedere un’adeguata controventatura. Il collegamento degli elementi lignei può essere effettuato con chiodi, viti, viti ancoranti,
tasselli, connettori in acciaio.
In molte situazioni soprattutto quando, per ragioni di carattere funzionale, non è possibile fare riferimento a tipologie e a materiali sufficientemente
coerenti con il contesto del paesaggio, si rende opportuno integrare la recinzione con una siepe. Per la loro localizzazione nella fase di impianto occorre
tenere adeguatamente conto della morfologia delle piante per evitare che durante la crescita possano interferire con la stabilità della recinzione o
possano da questa venire danneggiate. Il sesto di impianto sarà pari a circa 50 cm (questa densità consente la totale chiusura della siepe nell’arco di
pochi anni). Si dovranno utilizzare piantine allevate in contenitore di ridotte dimensioni (40-80 cm). L’impianto potrà avvenire effettuando singole
buche e sistemando la pacciamatura con dischi individuali in materiale biodegradabile oppure si potrà eseguire lo scavo di un piccolo fosso e si potrà
utilizzare una pacciamatura con rotoli di teli antialghe. Nel caso in cui si renda indispensabile realizzare recinzioni in rete è necessario, come si è detto,
garantire la permeabilità per lo spostamento di piccoli animali mantenendo un’adeguata altezza da terra.
rampicanti: Le piante rampicanti possono essere autosostenenti o necessitare di sostegni.
Le superfici murarie adatte ad un rivestimento vegetale con essenze autosostenenti sono: muri in mattoni pieni; pareti con finiture esterne in intonaco di
cemento e ghiaietto lavato; rivestimenti in mattonelle in clinker; pannelli di tamponamento in legno. I sostegni possono essere costituiti da: grigliati
fissati a parete; treillage; strutture tesate.
I sesti di impianto variano da specie a specie a seconda delle caratteristiche di vigoria della pianta. Le specie più vigorose possono essere utilizzate per
mascherare in breve tempo muri, fabbricati, recinzioni.
Modalità di impianto di un rampicante lungo un muro e struttura per rampicanti Soluzioni adeguate e non adeguate nella realizzazione di recinzioni
soluzione di tipo architettonico
SCHEDA PROGETTO: UN PARCO FLUVIALE PER ALBA A2 MA
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29 ID
soluzione di minima per ridurre gli impatti
Le mitigazioni puntuali: siepi, rampicanti
costi (riferimento al Prezziario regionale) :
- per siepi con un arbusto ogni 50 cm:30€/m (voci di prezziario: 18P06.A20.005,18.P06.A20.010,
20.A27.A50.005,20.A27.A45.005)
- rampicanti 40€/m (voci di prezziario:
18.A85.A40.005,18.P06.A20.005,18.P06.A20.010,
20.A27.A50.005,20.A27.A45.005,01.P27.A40.020,
01.P27.A40.055, 01.P27.A40.015)
SINTESI PARCO FLUVIALE ha/Km
aree progetto aree a parco pubblico attrezzato 31,3 15,5%
aree per usi agricoli 74,0 36,7%
aree per fasce spondali e habitat naturali 77,5 38,5%
aree per servizi e attrezzature 18,7 9,3%
201,5
percorsi progetto (*1) zona san biagio-ponte strallato sponda sx 0,8
zona cassa laminazione sponda dx 7,5
zona parco delle due sponde sponde sx-dx 4,1
zona attestamento sponda sinistra sponde sx-dx 4,6
17,0
SCHEDA PROGETTO: UN PARCO FLUVIALE PER ALBA
T8 p
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1
:5.0
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A2 MA
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SUGGESTIONI PER UN PROGETTO – DATI DELLA PROPOSTA
30 PP
tratto 2- casse di laminazione
tipo nome area proprietà ha ha specifiche
aree a parco pubblico attrezzato
dx area per attività ludiche in cassa e privata 10,5 10,5 di cui delle attività estrattive
sx area per il cross country pubblica 7,7
18,2 7,7 di cui pubbliche o demaniali
aree per usi agricoli
sx area agricola in spnda dx oltre san biagio privata 12,8
dx aree agricole in cassa laminazione privata 52,5 62,0 di cui delle attività estrattive
65,3
aree per fasce spondali e habitat naturali
sx fascia spondale verso san biagio pubblica 6,6
dx zona umida in cassa laminazione privata 13,7
fascia spondale zona cassa laminazione pubblica/demaniale 20,8 13,7 di cui delle attività estrattive
41,1 27,4 di cui pubbliche o demaniali
totale tratto 2 124,6 35,1 pubbliche o demaniali 28,1%
86,2 attività estrattive 69,2%
3,28 private 2,6%
(*1)vedi anche per i percorsi la scheda progetto R1
tratto 1 - parco urbano tra le due sponde/ attestamento sponda sinistra
tipo area nome area proprietà ha ha specifiche
aree a parco pubblico attrezzato
sx area a parco urbano zona passerella privata 7,6 1,8 di cui delle attività estrattive
ds area parco urbano sponda destra pubblica 5,4 3,7 di cui pubbliche o demaniali
13,1
aree per usi agricoli
sx area agricola oltre scolmatore privata 2,4
sx area agricola presso scolmatore privata 2,3
dx area agricola terzo ponte privata 4,1
8,8
aree per fasce spondali e habitat naturali
sx fascia spondale fronte parco in parte pubblica/demaniale 2,6
sx fascia spondale fronte Barberis in parte pubblica/demaniale 2,5
sx fascia spondale fronte tiro avolo pubblica/demaniale 1,2
sx fascia boscata verso terzo ponte privata 11,8
sx fascia spondale (Tanaro) a valle centrale in parte pubblica/demaniale 6,7
dx fascia spondale (Tanaro) in parte pubblica/demaniale 3,3
dx fascia spondale Talloria in parte pubblica/demaniale 2,9
dx fascia spondale fronte Ferrero in parte pubblica/demaniale 5,4 6,5 di cui delle attività estrattive
36,4 17,4 di cui pubbliche o demaniali
aree per servizi e attrezzature
dx piscina /discoteca privata 1,8
dx impianti sportivi comunali pubblica 2,6
dx impianti sportivi alba calcio privata 1,4
dx area del golf privata 2,5
sx tiro a volo pubblica 1,5
sx byke park privata 1,5
sx byke park privata 2,4
sx area camper e picnic pubblica 2,8
sx parcheggio in ex concessionaria privata 0,8
sx parcheggio sotto tangenziale pubblica 1,4
18,7 8,3 di cui pubbliche o demaniali
1 tratto totali 77,0