MANAGEMENT DELL’INNOVAZIONE SOCIALE
Prof. Mario Mazzoleni 17 Maggio 2017 Ravenna
Qualche aforisma
• Dimmi e dimenticherò insegnami e forse ricorderò coinvolgimi ed imparerò! B Franklin
• Forse i gatti sono qui per insegnarci questo: a vivere
l’attimo in modo così completo, con un totale coinvolgimento, che lo faccia durare in eterno. Jeffrey Moussaieff Masson, La vita emotiva dei gatti
• La libertà non è star sopra un albero, / non è neanche il
volo di un moscone, / la libertà non è uno spazio libero ,/ libertà è partecipazione. Giorgio Gaber, La libertà, 1972
• Quando piove divido il mio ombrello, se non ho l’ombrello
divido la pioggia. Ernesto Febbraro
• “
17 maggio 2017 Prof. Mario Mazzoleni Università di Brescia
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17 maggio 2017 Prof. Mario Mazzoleni Università di Brescia
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NUOVE SFIDE PER IL NON FOR PROFIT
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Indice
• La crisi attuale • Genesi e limiti della crisi • Nuove prospettive la cooperazione come
emblema del raccordo economico sociale • La sfida dell’innovazione sociale per il
sistema cooperativo • Il manager cooperativo • Le linee di sviluppo del sistema
cooperativo
17 maggio 2017 Prof. Mario Mazzoleni Università di Brescia
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Dal 2008 parliamo di CRISI
Una crisi diversa dalle crisi cicliche
o
una crisi ciclica aggiornata ai giorni nostri?
5 17 maggio 2017 Prof. Mario Mazzoleni Università di Brescia
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5
I cicli sono dovuti a:
DOMANDA DOMANDA
OFFERTA OFFERTA
Variazione D Variazione O 17 maggio 2017 Prof. Mario Mazzoleni Università di Brescia
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Fattori diversi
Guerre
Carestie
Errori
Politiche economiche e
sociali
7 17 maggio 2017 Prof. Mario Mazzoleni Università di Brescia
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Altre pulizie necessarie: esempi
Il mercato del lavoro e le rigidità Art. 1. L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Art. 2. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
8 17 maggio 2017 Prof. Mario Mazzoleni Università di Brescia
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Altre pulizie necessarie: esempi
Il mercato del lavoro e le rigidità
Art. 35. La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori. Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro. Riconosce la libertà di emigrazione, salvo gli obblighi stabiliti dalla legge nell’interesse generale, e tutela il lavoro italiano all’estero.
Art. 41. L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica
14 17 maggio 2017 Prof. Mario Mazzoleni Università di Brescia
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The Economy is to serve the people and not the people to serve the Economy
Manfred Max Neef15 17 maggio 2017 Prof. Mario Mazzoleni Università di Brescia
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Indice
• La crisi attuale • Genesi e limiti della crisi • Nuove prospettive la cooperazione come
emblema del raccordo economico sociale • La sfida dell’innovazione sociale per il
sistema cooperativo • Il manager cooperativo • Le linee di sviluppo del sistema
cooperativo
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Le genesi della crisi ha radici culturali; ha messo in discussione valori e modelli storicamente considerati come pilastri sui quali appoggiare il modello economico- sociale dei paesi trainanti.
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1. Profitto da strumento a obiettivo
2. La «mano invisibile» come motore assoluto dello
sviluppo
3. Da società sostenute da logiche solidali/sociali a
società regolate dalla ricerca di equilibri tra
interessi individuali
ossia
Da interessi mediati attraverso regole, costumi, culture
a interessi mediati attraverso contrapposizione e
forze 17 maggio 2017 Prof. Mario Mazzoleni Università di Brescia
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Genesi letta attraverso l’analisi dei limiti dimenticati
Legge fondamentale dell’economia rapporto tra
Bisogni Risorse
Scarse
Finiti? Infiniti? Evoluzione?
14 17 maggio 2017 Prof. Mario Mazzoleni Università di Brescia
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La scarsità come parametro utilizzato per valorizzare
ma anche
la scarsità come condizione naturale
15 17 maggio 2017 Prof. Mario Mazzoleni Università di Brescia
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Indice
• La crisi attuale • Genesi e limiti della crisi • Nuove prospettive La cooperazione come
emblema del raccordo economico sociale • La sfida dell’innovazione sociale per il
sistema cooperativo • Il manager cooperativo • Le linee di sviluppo del sistema
cooperativo
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Le basi strategiche della cooperazione: I PRINCIPI
PRINCIPI
GESTIONE
GOVERNANCE GESTIONE
17 maggio 2017 Prof. Mario
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Brescia
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18
Richiamo di natura
ideologica e valoriale.
elemento distintivo se
Approccio al
mercato.
Approccio strategico/ gestionale.
I PRINCIPI
17 maggio 2017 Prof. Mario
Mazzoleni Università di
Brescia
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Circolo virtuoso dell’azienda partecipativa-etica
Efficienza economica
Qualità offerta
Efficienza sociale
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Le regole di funzionamento cooperativo
DURABILITA’
PRINCIPI COOPERATIVI
ECONOMICITA’
AUTONOMIA
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20
I principi dell’ACI (Alleanza Cooperativa Internazionale)
05/04/2011
principio della porta aperta
1 testa, 1 voto
interesse limitato sul capitale
distribuzione dei residui
educazione cooperativa
collaborazione tra cooperative
interesse verso la comunità
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I principi come opportunità quindi
la parola chiave è: coerenza
Esigenze delle imprese Riduzione dei costi
(risorse umane)
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23
Nuova visione dell’economia competitiva
(dall’economia del consumo a quella valore al quella
della gerarchia bisogno a quella del benessere
Dall’adattamento agli effetti dell’innovazione
Alla nuova idea di innovazione
17 maggio 2017 Prof. Mario Mazzoleni Università di Brescia
Cosa si fa per essere
coerenti?
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Come lo si fa?
RIPENSARE E INTERVENIRE
17 maggio 2017 Prof. Mario Mazzoleni Università di Brescia
Esigenze delle imprese cooperative
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Modernizzazione del modello cooperativo
Investimento nei cooperatori (risorse
umane)
Lotta contro l’esclusione sociale
Investimento nell’istruzione e formazione per la conduzione di una politica attiva per
un’economia etica
L’operare in un’ottica di CSR in modo da rendere lo sviluppo sostenibile
17 maggio 2017 Prof. Mario Mazzoleni Università di Brescia
• In generale il sistema cooperativo si è “adattato” all’evoluzione del contesto economico in cui opera (concetti di universalità/adattabilità)
26
Il contesto di riferimento per le imprese del terzo settore oggi
12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni
• In particolare in Italia il sistema del non for profit si è sviluppato sostituendosi-affiancandosi alle famiglie, alle imprese e allo stato divenendo un attore rilevante non solo del WELFARE
27 12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni
• Progressivo ridimensionamento e ridefinizione del ruolo del pubblico e ripensamento del modello di welfare (ripensamento in parte strategico – ossia deliberato –) in parte emerso per cause “esogene” alla volontà della politica
28
Le spinte all’intervento del non for profit nel sistema di Welfare italiano
12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni
• La cooperazione “entra” in tutti i settori della vita economica e sociale del paese al fine di soddisfare i bisogni non adeguatamente affrontati da pubblico-imprese-famiglie
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Progressiva crescita e consolidamento del non for profit nel contesto italiano
12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni
• La cooperazione si “adatta” alle caratteristiche dei mercati in cui opera
• La cooperazione si consolida nei mercati/aree di bisogno in cui opera
• Sviluppo del non for profit nel privato e nel pubblico sociale con affermazione di un ruolo preminente nel welfare realizzato;
30 12 Giugno 2015
Prof. Mario Mazzoleni
Situazione consolidatasi con la “grande crisi” economica e sociale e con la chiara impossibilità del pubblico di operare direttamente come attore protagonista nel sociale;
Si ampliano gli spazi di “bisogni” non soddisfatti anche sul fronte dei processi produttivi
31 12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni
Ad esempio 1 questo porta ad un grande cambiamento nelle politiche sul fronte sociale: sviluppo del non for profit con prima fase di “sostegno” diretto, seconda fase di “sostegno indiretto” attraverso convenzioni e con parallela modificazione delle logiche di indirizzo e di controllo sull’operato;
Es 2: Crisi finanziaria delle strutture pubbliche nazionali e dilemma tra l’abbandono del presidio del Welfare e tentativo di razionalizzarne gli effetti economici (dai piani di indirizzo alle gare al massimo ribasso);
32 12 Giugno 2015
Prof. Mario Mazzoleni
•Ridefinizione del modello di indirizzo strategico e gestionale con particolare riferimento alla ricerca di equilibrio tra le istanze solidaristico/sociali/mutualistiche e quelle di natura economica; •Rilancio delle prospettive legate al territorio di riferimento;
33 12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni
• Visione strategica del rapporto tra pari (imprese non for profit operanti sul territorio) con l’avvio di collaborazioni e progetti comuni con altre realtà del non for profit disposte a condividere iniziative di sviluppo comune;
34 12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni
• Forte investimento sulle relazioni territoriali e rilancio immagine del non for profit come soggetto attivo e fondamentale sul fronte economico e sociale di territorio;
• Apertura di nuove iniziative di carattere “imprenditoriale” in grado di rafforzare sia la propria presenza sul territorio, sia la capacità di agire da attore protagonista di fronte all’emergere di nuovi bisogni/opportunità, sia di rafforzare le proprie strutture economiche e patrimoniali, sia, infine di aprire relazioni forti con realtà associative e imprenditoriali dell’area geografica di riferimento.
35 12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni
– Acquisizione o consolidamento delle competenze gestionali necessarie per sostenere l’impatto delle nuove sfide;
– Programmi di formazione mirati alla diffusione di competenze “manageriali” e alla conduzione equilibrata del rapporto tra istanze sociali ed economiche;
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Investimenti necessari per avviare la nuova prospettiva
12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni
• Programmi di rafforzamento patrimoniale e finanziario (sia attraverso lancio di campagne di fund raising sia tramite l’avvio di progetti tesi a coinvolgere in attività sul campo istituzioni in grado di supportare lo sviluppo – ad esempio istituzioni bancarie vocazionalmente orientate al presidio del territorio -);
37 12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni
• Rafforzamento degli interventi in comunicazione orientandoli ad affermare la propensione all’azione diretta e attiva sul territorio, ma anche a presentare in modo chiaro le capacità e le modalità di intervento;
38 12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni
• Mappatura del territorio al fine di individuare soggetti imprenditoriali e istituzionali in grado di rappresentare partner adeguati e coerenti per l’avvio di progetti comuni (ad esempio imprese e associazioni che caratterizzano il proprio operare attraverso richiami alle politiche di CSR e alla volontà di rafforzamento dei legami di territorio, o realtà che possano avere “intuito” il bisogno di operare “insieme”).
39 12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni
• Si tratta di una sfida assoluta e vitale sia per il futuro delle imprese non for profit sia per la tenuta del sistema sociale ed economico del nostro Paese.
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Conclusioni
12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni
41
Cosa fare? a)Comprendere gli effetti dei limiti travalicati b)Recuperare valori fondanti per ritornare a darsi un passo coerente con le condizioni naturali in cui operiamo/viviamo c)Cercare nuovi paradigmi: -per sostenere il cambiamento -per avviare l’innovazione
17 maggio 2017 Prof. Mario Mazzoleni Università di Brescia
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La “risposta” partecipativa
Condizione per l’efficacia e la qualità di un’organizzazione;
Rivalutazione dell’importanza delle HR: da costo a risorsa;
Ampliamento modello classico dei fattori della produzione: cultura, informazione, creatività, spirito di iniziativa, capacità di rapporti interpersonali;
Si accorcia la distanza tra management e dipendenti;
Esaltazione della possibilità di essere protagonista insieme agli altri, un tutt’uno in cui ognuno è qualcuno.
42 www.mmsolutions.eu
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Indice
• La crisi attuale • Genesi e limiti della crisi • Nuove prospettive la cooperazione come
emblema del raccordo economico sociale • La sfida dell’innovazione sociale per il
sistema cooperativo • Il manager cooperativo • Le linee di sviluppo del sistema
cooperativo
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Il modello partecipativo
Offre l’opportunità di superare i limiti del modello gerarchico, passando da un approccio di tipo amministrativo (burocratico) a un approccio
manageriale (teleocratico)
Il management svolge un ruolo fondamentale nel cambiamento e
nell’adozione di un modello partecipativo.
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Oggi “partecipare” assume un significato più ampio, non ridotto alla partecipazione economica/burocratica. E’ possibile rileggere la partecipazione nell’ottica di “cittadinanza”, di “diritto di voice”, di diritto di “informazione”
Il principio della partecipazione
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Ma che cosa è la
partecipazione?
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La partecipazione…perché?
La partecipazione è
diretta conseguenza
del carattere
democratico della
cooperativa.
Il modello di governance adottato influenza la
partecipazione dei soci al governo delle cooperativa.
Coinvolgere i soci nella vita
della cooperativa è dunque
fondamentale per gestire
democraticamente una
cooperativa
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Soci che non sanno di poter
partecipare
Nelle cooperazione di consumo esiste una criticità legata alle dimensione che fa sì che il socio “consapevole” sia solo un sottoinsieme dei consumatori.
La domanda corretta quindi è:
CHI SA DI POTER PARTECIPARE?
Chi partecipa? Il tema della
consapevolezza
Soci che non partecipano
Soci attivi
Diversa lettura della base sociale
Soci “consapevoli”
Soci attivi
Soci fruitori
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Partecipazione e
consapevolezza
Socio consapevole Socio attivo
Fruitore Consumatore
ALTO
ALTO
BASSO
BASSO
GR
AD
O D
I C
ON
SAP
EVO
LEZZ
A
GRADO DI PARTECIPAZIONE
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Indice
• La crisi attuale • Genesi e limiti della crisi • Nuove prospettive la cooperazione come
emblema del raccordo economico sociale • La sfida dell’innovazione sociale per il
sistema cooperativo • Il manager cooperativo • Le linee di sviluppo del sistema
cooperativo
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Il manager partecipativo
• Il management svolge un ruolo fondamentale nel cambiamento e nell’adozione di un modello partecipativo.
• Fondamentale risulta la capacità del manager di:
- DEFINIRE GLI OBIETTIVI da raggiungere; - DELEGARE.
015/02/2011 prof.Mario Mazzoleni [email protected] www.akademeia.it
Il manager 52
Partecipativo
Negoziatore
Innovatore moderatore
Maieuta
Imprenditore
Coach
Supervisore
Leader
Divulgatore
Selezionatore portavoce
Verificatore
Responsabile relazioni
esterne
Smussatore
Coordinatore
Risolutore
Riferimento
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Caratteristiche e pilastri del
ruolo
53
ma cosa significa?
ALTA PROFESSIONALITA’
Competenze
Tecniche Abilità
Cognitive
Competenze
Relazionali Fattori
determinanti:
Coaching e Maiuetica
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Gestisce la “tensione” tra spinte valoriali e esigenze
gestionali
Motore dell’innovazi
one
Guida delle risorse umane
Integratore tra spinte diverse
Supporto al processo
partecipativo
Dirigente del
movimento
cooperativo Attore del
processo partecipativ
o
54 www.mmsolutions.eu
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Il manager cooperativo
Coach
Maieuta
A.R.C.O. 55
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“Vecchio” manager cooperativo “Nuovo” manager cooperativo
Identificazione con i valori espressi dai principi cooperativi
Identificazione nei valori legati all’affermazione delle istanze aziendali cooperative
Carriera tutta interna alla struttura aziendale o al movimento cooperativo
Carriera interna o esterna alla struttura aziendale o al movimento
Dirigenza come “premio fedeltà” Dirigenza come riconoscimento della professionalità
Dirigente “primo tra pari” Dirigente come leader riconosciuto
Alta anzianità Anzianità in linea con quella di dirigenti di imprese private
Modello gestionale “conservativo” Modello gestionale flessibile e legato a spinte di “mercato”
Stile di direzione paternalistico Stile di direzione partecipativo/efficientista
Competenze generali Competenze “specialistiche/gestionali” 56 www.mmsolutions.eu
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Fattori determinanti: coaching e
maieutica 57
Le abilità del manager devono essere di tipo tecnico e comportamentale, ma esistono altri elementi (FONDAMENTALI E DISCUSSI):
Il manager partecipativo agisce
come un coach per i propri
collaboratori:
• analizza e conosce le sue risorse;
• mette l’uomo giusto al posto
giusto;
• dà obiettivi, indirizzi e strumenti;
• accompagna, affianca, motiva e
sostiene;
• crea il gruppo;
• mette in atto azioni di problem
solving all’interno del gruppo.
COACHING
Il termine maieutica viene
dal greco maieutiké
(sottinteso: téchne).
Letteralmente, sta per
"l'arte dell’ostetricia"), ma
l'espressione designa il
metodo socratico.
Focus:
Dialogo e partecipazione
per far emergere il
meglio.
MAIEUTICA
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Essere coach
•Analizza e conosce le sue risorse;
•Mette l’uomo giusto al posto giusto;
•Dà obiettivi, indirizzi e strumenti;
•Accompagna, affianca, motiva e sostiene;
•Crea il gruppo;
•Mette in atto azioni di problem solving all’interno
del gruppo.
Il manager partecipativo agisce come
un coach per i propri collaboratori
58 www.mmsolutions.eu
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Colmare il gap
59
GAP GAP
Somma di tutte le
competenze di
un gruppo Risultati raggiunti
Il coaching permette di colmare il gap
esistente tra livello delle competenze a
disposizione e risultati che si vogliono
raggiungere.
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Il circolo virtuoso del
coaching
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Massimizzazione delle
performance del gruppo
Il coach conosce le
sue risorse,
le stimola e
accompagna, le
indirizza Si crea
l’approccio al
lavoro di
gruppo
Il collaboratore coinvolto e
stimolato dà il massimo
Si crea una relazione
empatica
con ogni
collaboratore
1
5
4
3
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Il manager maieuta
La domanda che usava fare Socrate, ti
estì, “che cos’è”, può migliorare molto
la qualità della comunicazione,
dell’apprendimento e della
partecipazione…
… ma può anche indurre alla
somministrazione della cicuta, perché
la chiarezza e la trasparenza non
sono sempre gradite!!
61 www.mmsolutions.eu
17 maggio 2017 Prof. Mario Mazzoleni Università di Brescia
Il manager maieuta
In uno schema logico di tipo
maieutico il manager raccoglie
i valori forti, li consolida, li
indirizza verso obiettivi
aziendali coerenti con gli
stessi e contemporaneamente
garantisce all’azienda la
sopravvivenza nel tempo.
62 www.mmsolutions.eu
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Il manager maieuta
La peculiarità “maieutica” del manager partecipativo si esplicita
nella definizione di modalità di indirizzo della gestione che devono
essere coerenti con le culture aziendali attraverso la
manifestazione di capacità di leadership che dovrà esprimersi
tenendo conto della forte tensione verso la diretta partecipazione dei
membri del soggetto economico alla definizione degli indirizzi aziendali.
63
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64
Il manager maieuta
In uno schema logico di tipo maieutico il manager raccoglie i
valori forti, li consolida, li indirizza verso obiettivi aziendali
coerenti con gli stessi e
contemporaneamente
garantisce all’azienda la sopravvivenza nel tempo.
La peculiarità “maieutica” del manager partecipativo
si esplicita nella definizione di modalità di indirizzo
della gestione che devono essere coerenti con le culture aziendali attraverso la manifestazione di
capacità di leadership che dovrà esprimersi tenendo
conto della forte tensione verso la diretta
partecipazione dei membri del soggetto economico
alla definizione degli indirizzi aziendali.
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Il modello A.R.C.O.
Attenzione
Responsabilità
Coinvolgimento
Orientamento
Apprendimento
Abilità
Ascolto
Atteggiamento
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65
Il manager
partecipativo Gestisce la “tensione” tra spinte
valoriali e esigenze gestionali
Motore
dell’innovaz
ione
Guida delle
risorse umane
Integratore tra
spinte diverse
Supporto al
processo
partecipativo
Attore del
processo
partecipativo
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Cultura gestionale flessibile
COINVOLGIMENTO DI TUTTI
IN TUTTO
IMPIEGARE TEAM
AUTOGESTITI
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Adottare i 5 supporti
1. Ascoltare/celebrare/assegnare riconoscimenti
2. Dedicare tutto il tempo necessario alla selezione
3. Addestrare e riaddestrare
4. Fornire incentivi economici a tutti
5. Garantire il posto di lavoro
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Eliminare i 3 inibitori
1. Semplificare/ridurre struttura
2. Ridefinire il ruolo dei quadri intermedi
3. Eliminare le norme burocratiche e le condizioni umilianti
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17 maggio 2017 Prof. Mario Mazzoleni Università di Brescia
69
Riassumendo
Le abilità del manager devono essere di tipo tecnico e comportamentale, ma esistono altri elementi (fondamentali e molto discussi):
LA MAIEUTICA E IL COACHING
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17 maggio 2017 Prof. Mario Mazzoleni Università di Brescia
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Indice
• La crisi attuale • Genesi e limiti della crisi • Nuove prospettive la cooperazione come
emblema del raccordo economico sociale • La sfida dell’innovazione sociale per il
sistema cooperativo • Il manager cooperativo • Le linee di sviluppo del sistema
cooperativo
17 maggio 2017 Prof. Mario Mazzoleni Università di Brescia
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• sviluppo del network interno;
• affiliazione;
• rafforzamento del sistema “finanziario cooperativo”;
• know-how: formazione e condivisione, data base e piattaforma informatica condivisi;
• servizi.
72
Linee di sviluppo per il sistema cooperativo :
12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni
Ovvero l’insieme delle organizzazioni e delle relazioni che le legano tra loro.
73
1. Network
La cooperazione presenta peculiarità tipiche di una rete da un punto di vista:
socio-politico,
valoriale,
per l’assetto istituzionale
per le strategie di sviluppo ed integrazione adottate
12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni
74
2. Network
Apertura esterna Radicamento locale
(embeddedness)
Vantaggi concreti in termini
di riduzioni di costi e
aumento di margini.
12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni
Gli effetti delle logiche mutualistiche, solidaristiche e democratiche favoriscono la creazione di reti che aumentano l’efficienza del sistema
nel suo complesso con ricadute positive sugli stakeholder.
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3. Networking come vantaggio competitivo
NETWORKING ALLARGATO
12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni
L’affiliazione è un processo che unisce due imprese, nell’obiettivo di giungere
ad uno sviluppo, in prima istanza, dell’identità più debole.
76
Affiliazione
La pratica dell’affiliazione applicata al sistema cooperativo creerebbe un valore aggiunto sostanziale soprattutto per il trasferimento di know-how ed esperienze tra le organizzazioni coinvolte.
12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni
Potrebbe avvenire attraverso:
• la creazione di un network finanziario mondiale che riunisca le diverse banche cooperative;
• la costituzione di fondi di sviluppo cooperativo;
• l’evoluzione del concetto e dell’utilizzo del ristorno.
77
Il rafforzamento del sistema “finanziario cooperativo”
12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni
Poiché manca la capacità di condividere, a livello globale, la conoscenza e il know-how. Sono necessari una serie di interventi per sviluppare tale capacità, ad esempio:
• progetti formativi transnazionali;
• accordi con le business school;
• ecc.
78
1. Know-how: condivisione e formazione data base e piattaforma informatica
condivisi
12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni
Necessaria la costituzione di una
banca dati mondiale per ottimizzare le
sinergie tra le cooperative.
79
2. Know-how: condivisione e formazione, data base e piattaforma informatica condivisi
La formazione è sempre stata una delle priorità del sistema cooperativo.
12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni
Necessario identificare un gruppo di facilitatori in grado di identificare
soluzioni economicamente sostenibili, senza
cadere nella trappola di “risposte
standardizzate”.
80
Servizi
12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni