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PERCORSO 2
Primaria classe 2^
OSSERVARE E DESCRIVERE GLI ALBERI
Insegnanti
Anna Stoico I. C. De Amicis ‐ BG Lucia Tebaldi I. C. Ranica
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IL PERCORSO E LO SFONDO
PER INIZIARE
In classe L’insegnante propone l’ascolto di “La regina del bosco” un brano narrativo inerente agli alberi. Si procede ad una analisi dettagliata del contenuto del testo, evidenziando i nomi degli alberi citati, alcune loro caratteristiche e le parti che li compongono.
Nel bosco L’insegnante organizza una passeggiata nel bosco e invita i bambini, organizzati in gruppi, a fermarsi davanti a un albero e ad osservarlo con attenzione. Mentre scatta alcune fotografie alle piante del bosco, i bambini rappresentano il “loro” albero graficamente con precisione, facendo attenzione a tutti i particolari. Eseguono il frottage sul tronco, raccolgono foglie ed, eventualmente, ricci, castagne, pigne,…
Il percorso è stato progettato e svolto in modo interdisciplinare con la collega di scienze, la quale ha avviato il lavoro scientifico sugli alberi contemporaneamente a quello specifico di lingua italiana.
Inoltre nell’ambito di lingua si sono preventivamente esaminati dei semplici testi descrittivi per comprendere la struttura e alcuni elementi caratteristici.
Documentazione: raccolta di informazioni
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LA REGINA DEL BOSCO
La grande quercia del bosco era molto vecchia. Nella corteccia del tronco e dei rami, i
solchi lasciati dal tempo erano profondi. Non sapeva ancora quanto le rimanesse da vivere. Un tempo era stata eletta regina del bosco, non solo per la sua grandezza, ma anche per la
sua bontà. Nel folto della sua chioma, come un grande mamma teneva i nidi degli uccellini. Li riparava dal freddo e dal vento, durante l’inverno, e dalla calura nelle giornate estive. Il suo impegno era quello di mantenere l’ordine e la giustizia affinché nel bosco tutto funzionasse a dovere. Ma ora era giunto il tempo di lasciare la corona. Voglio eleggere il mio successore ‐ disse ‐ per fare questo ho bisogno di aiuto, chiamerò i miei amici uccellini. Detto questo diede un forte scossone alla sua chioma e da questa uscirono cinguettando spaventati un gran numero di uccellini dai più svariati colori. ‐ Ho bisogno di voi ‐ disse la quercia ‐ voglio affidarvi un compito. Gli uccellini ripresisi dallo spavento si fermarono sui rami ad ascoltare. Voglio riunire tutti gli alberi ‐ disse la quercia ‐ per nominare il mio successore. Andate e dite ad ognuno che questa sera al chiarore della luna piena ci sarà una grande assemblea. Gli uccellini fecero quello che aveva chiesto la quercia; nel bosco, intanto, si spargeva la notizia che mise in allarme tutte le piante. Ogni albero era convinto di possedere le migliori qualità, e perciò si sentiva in diritto di essere eletto. C’era chi si vantava di avere un bel tronco lungo e diritto, chi una grande e folta chioma, altri ritenevano di far maturare dei frutti meravigliosi. Per migliorare il loro aspetto, gli alberi chiamarono in aiuto alcuni animaletti . Gli scoiattoli con la coda, si misero a lucidare il tronco del loro albero preferito e per fare questo salivano e scendevano dall’albero. Il picchio lavorò incessantemente tutto il giorno picchiettando per mangiare tutte le larve e i vermetti . Venne la notte, la luna era già alta nel cielo e i suoi raggi rendevano scintillanti le foglie degli alberi bagnate dall’umidità della sera. La grande quercia dalla sua posizione riusciva a vedere tutti perché si trovava proprio in cima ad una collinetta. Bene ‐ disse ‐ vedo che siete tutti pronti! Sapete perché vi ho chiamato; ora vorrei sentire le vostre voci. Il carpino fu il primo a prendere la parola. ‐ Cara quercia, ci dispiace molto che tu abbia deciso di non governarci più; sono convinto che non avrai difficoltà nella scelta di colui che continuerà a governare con la tua stessa saggezza e lo stesso impegno. E’ un impegno faticoso, che richiede un albero dal legno duro, tenace e compatto che sia in grado di combattere le avversità, e tu lo sai che io possiedo tutte queste qualità.
‐ Hai dimenticato una cosa! ‐ disse il tiglio che si trovava poco distante. Io vivo molti anni, anzi decenni, e questo mi sembra un aspetto da non sottovalutare… potrei governare a lungo.
Non dimenticate l’altezza ‐ disse il pino ‐ il mio sguardo arriva fino al mare, da quassù potrei controllare ogni cosa.
La grande quercia ascoltava attentamente mentre la luna osservava perplessa.
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Il gufo saggio che se ne stava appollaiato su un ramo scuoteva la testa. ‐ Puoi parlare !‐ disse la quercia‐ mi sarebbe utile un tuo consiglio.
Da molti anni vivo in questo bosco ‐ disse il gufo ‐ conosco tutti gli alberi, i loro pregi e i loro difetti. Non c’è nessuno che sia perfetto, ognuno ha qualcosa di diverso ed è questo che li rende unici e speciali. Tutti sono utili per la nostra sopravvivenza, nei tronchi troviamo riparo, nei rami si costruiscono i nidi, i frutti degli alberi ci sfamano, le gemme e i fiori profumati servono alle api per il loro miele delizioso. Ti ringrazio caro gufo, le tue parole mi hanno fatto riflettere ‐disse la quercia – e prima di prendere una decisione voglio pensarci bene. Intanto vicino ad una siepe, al limitare del bosco un cipresso e un coniglio chiacchieravano animatamente: ‐ Fatti avanti ‐ diceva il coniglio ‐ che cosa aspetti a parlare?! Ma io di che cosa posso vantarmi ?‐ rispose il cipresso‐ che per parlare con il suo amico stava piegato quasi fino a toccare la punta per terra. Io ti conosco bene ‐ disse il coniglio ‐ tu non ami il chiasso e le chiacchiere inutili. E’ vero che vivi in disparte, un po’ isolato, ma non per questo non conosci il bosco! Tu non parli molto, ma ascolti tanto, sei onesto e saggio e chi ha bisogno può contare sul tuo aiuto. E’ vero, è cosi!’‐ dissero in coro la volpe, l’orso, il riccio e gli altri animaletti che avevano ascoltato la conversazione ‐. Il nostro amico cipresso ha un grande cuore, noi vogliamo che ci accudisca e ci governi.
Erano queste le parole che la grande quercia voleva sentire e così prese la sua decisione e fece diventare il timido cipresso il re del bosco. La luna nel cielo sorrise compiaciuta e poi stanca, se ne andò a dormire, lasciando il posto ai primi deboli raggi di sole.
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RICHIAMARE ALLA MENTE LE INFORMAZIONI
APPROFONDIRE LE INFORMAZIONI insegnante propone il testo informativo “Le parti dell’albero” e, utilizzando la LIM, guida una discussione collettiva volta ad una analisi dettagliata delle informazioni. Sullo schema si evidenziano con colori diversi le varie parti della pianta.
CHE COSA CI RICORDIAMO DEGLI ALBERI DEL BOSCO?
Si chiede di scrivere su dei post‐it un aggettivo per ogni parte dell’albero: tronco, corteccia, rami, radici, foglie, gemme, frutti. Sono stati utilizzati post‐it di colori diversi e ad ogni colore è stata abbinata una parte dell’albero. I bambini posizionano poi i post‐it sulla sagoma dell’albero della classe.
Radici
Rami
CortecciaTronco
Frutti
Gemme
Foglie
BRAINSTORMING DI GRUPPO
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LE PARTI DELL’ALBERO
Le piante sono esseri viventi e sono composte da parti ben distinte: le radici, il tronco, i rami, le foglie, i fiori e i frutti. Ogni parte della pianta svolge una funzione specifica e l’insieme delle diverse funzioni rende possibile la vita della pianta. La radice serve per ancorare la pianta al terreno e per assorbire da esso, attraverso i peli radicali, l’acqua e i sali minerali, necessari alla vita della pianta stessa. Il tronco serve per sostenere la pianta e per collegare la radice alle foglie. Al suo interno, infatti, scorrono dei piccolissimi tubi che trasportano le sostanze nutritive, acqua e sali minerali, alla pianta. Le foglie di solito sono verdi; questo colore è dovuto alla presenza di una sostanza chimica particolare, la clorofilla, che le foglie utilizzano per catturare l'energia del Sole, servendosi di quest’energia, la clorofilla trasforma l’acqua assorbita dal terreno e l’anidride carbonica dell’aria in zucchero, che è alla base del nutrimento della pianta; questo importante processo si chiama fotosintesi clorofilliana. Da questa reazione si ottiene inoltre l’ossigeno, elemento indispensabile per la respirazione degli esseri viventi. Ogni specie di pianta ha foglie caratteristiche, che differenziano per la forma e
per il margine.
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AMPLIARE LE INFORMAZIONI
Con la LIM l’insegnante mostra i disegni e alcune fotografie scattate durante l’uscita nel bosco relative ad alberi diversi. Collettivamente si va a caccia di differenze e somiglianze rispetto a tronco, corteccia, rami, radici, foglie/aghi, fiori, gemme, frutti. Via via, collegandosi alla reale esperienza effettuata e agli elementi raccolti in quella occasione ‐ foglie, ricci, bacche, pigne, si inseriscono i termini specifici.
Con ulteriori materiali si punta ad ampliare il lessico ed a fornire così strumenti per una descrizione puntuale delle piante.
IN SCIENZE INTANTO …
I bambini, con il supporto della LIM, osservano immagini degli alberi nelle varie stagioni per notare trasformazioni, variazione di colori e particolarità: gemme, fiori, frutti, …
A FORMA ROTONDA
A FORMA DI AGHI
A FORMA DI LANCIA
A FORMA DI MANO
LOBATO
DENTATO
SEGHETTATO
LISCIO
TIPO DI MARGINE
FORMA DELLE FOGLIE
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ORGANIZZARE LE INFORMAZIONI CON UNO SCHEMA GUIDA
Si costruisce uno schema‐guida per la descrizione di un albero, partendo dalle parole inserite nella sagoma dell’albero e utilizzando le conoscenze acquisite.
DESCRIVERE UN ALBERO
1. L’ALBERO E’ UN\UNA …………………….
2. E’ UN SEMPREVERDE UNA PIANTA STAGIONALE
UNA PIANTA PERENNE DI TIPO CADUCIFOGLIE.
3. SI TROVA ISOLATO NEL BOSCO IN GRUPPO
4. L’ALTEZZA E’ MODESTA MEDIA ELEVATA
5. IL PORTAMENTO E’ ERETTO INCURVATO PROSTRATO CESPUGLIOSO
6. LA CHIOMA E’ FOLTA RADA
7. LE FOGLIE SONO PICCOLE GRANDI CON VENATURE A FORMA…
CON MARGINE … DURE LEGGERE
8. I RAMI PARTONO DAL BASSO DA META’ ALTEZZA IN ALTO
SONO FINI SPESSI INTRECCIATI CORTI LUNGHI FRAGILI RESISTENTI
DI COLORE CHIARO SCURO
9. IL TRONCO E’ DIRITTO NODOSO SOTTILE STRETTO
STORTO LUNGO SPESSO
C’E’ UN SOLO TRONCO CI SONO PIU’ TRONCHI
10. LA CORTECCIA E’ RUVIDA PUNGENTE RUGOSA FESSURATA
CON VENATURE RESINOSA
11. LE RADICI SI VEDONO NON SI VEDONO
12. A ANCHE I FIORI I FRUTTI
Organizzazione delle informazioni
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PREPARIAMOCI A SCRIVERE UN TESTO
La consegna sottesa è la seguente. Descriviamo (tipo di testo) ai genitori (destinatario) il castagno (contenuto) per farli partecipi della nostra esperienza (scopo) . Scrivi in corsivo, in bella scrittura, su un foglio di protocollo a righe (formato).
Per orientarci nella pianificazione A questo punto, sempre utilizzando la LIM, è presentata una fotografia del castagno; vengono riconosciute le varie parti dell’albero e individuato un possibile percorso di osservazione dall’alto verso il basso. I bambini copiano lo schema sul quaderno.
Per fare una buona descrizione devi essere un attento osservatore per cogliere tutti i particolari. Tutte le informazioni che farai devono seguire un ORDINE che è il percorso che fa l’occhio di chi scrive per osservare. La freccia indica il percorso che possiamo seguire per descrivere un albero. In questo caso la freccia indica lo schema DALL’ALTO AL BASSO.
Pianificazione del testo
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COSTRUIAMO IL TESTO INSIEME Si procede alla stesura collettiva e guidata di un testo descrittivo sul castagno. E’ una fase che serve a modellare la procedura di lavoro che gli alunni dovranno poi mettere in pratica in autonomia. Utilizzando la LIM si proiettano le foto del castagno sia relative alla struttura della pianta sia ad elementi dettagliati e concreti.
PREPARIAMO UNA LISTA DI CONTROLLO
Accogliendo le idee emerse nel brainstorming, rielaborandole ed integrandole, l’insegnante predispone una lista di controllo per i testi descrittivo‐informativi sugli alberi. Della lista di controllo ciascun alunno riceverà una copia.
In una giornata successiva si mette alla prova la checklist per revisionare il testo prodotto collettivamente. L’attività è condotta con tutto il gruppo classe ed è finalizzata a dare una dimostrazione su come si debba procedere per controllare il testo e come eventualmente intervenire per completare con le informazioni mancanti. Trattandosi di una classe seconda la lista è piuttosto semplice e non prende in considerazione aspetti, quali, ad esempio, gli strumenti di coesione testuale.
Il lavoro è guidato dall’insegnante che via via scrive ciò che si concorda. Naturalmente si segue lo schema guida prodotto collettivamente.
Stesura collettiva
SIAMO SICURI DI AVER SCRITTO UN BUON TESTO DESCRITTIVO?
COME POSSIAMO CONTROLLARE?
CHE DOMANDE DOBBIAMO PORCI?
BRAINSTORMING DI GRUPPO
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LISTA DI CONTROLLO
1. PER DESCRIVERE HO SEGUITO UN ORDINE, AD ESEMPIO DALL’ALTO VERSO IL BASSO?
SI’ NO
2. HO DESCRITTO NEI DETTAGLI LE SEGUENTI PARTI DELL’ALBERO:
TIPO ALBERO SI’ NO
DIMENSIONI SI’ NO
CHIOMA SI’ NO
FOGLIE SI’ NO
RAMI SI’ NO
TRONCO SI’ NO
CORTECCIA SI’ NO
RADICI SI’ NO
FIORI SI’ NO
FRUTTI SI’ NO
3. SONO ANDATO A CAPO ALLA FINE DELLA DESCRIZIONE DI CIASCUNA PARTE DELL’ALBERO?
SI’ NO
4. HO USATO UNA SCRITTURA LEGGIBILE E CHIARA, SENZA TROPPE CANCELLATURE ?
SI’ NO
5. HO USATO IN MODO CORRETTO
LE LETTERE MAIUSCOLE SI’ NO
LE DOPPIE SI’ NO
LA DIVISIONE IN SILLABE SI’ NO
I SUONI SC, GN, GL, QU, CQU SI’ NO
6. HO USATO LE PAROLE SPECIFICHE PER SPIEGARE LE VARIE PARTI DELL’ALBERO
SI’ NO
7. I GENITORI LEGGENDO LA DESCRIZIONE RIESCONO A CAPIRE COME E’ FATTO L’ALBERO?
SI’ NO
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COSTRUIAMO UN TESTO IN GRUPPO
La classe è organizzata in gruppi di 3 membri.
Ogni gruppo riceve una scheda con fotografie relative ad uno specifico
albero. Si sono scelti gli alberi citati nel racconto “La regina del bosco”,
cioè: quercia, carpino, tiglio, pino, cipresso.
I membri del gruppo, a rotazione e seguendo lo schema, costruiscono
frasi riferite alle varie parti dell’albero. Ciascuno scrive sul proprio
quaderno.
ESEMPIO di testo prodotto
L’albero è un cipresso. E’ un sempreverde. Si trova isolato. L’altezza del cipresso è elevata. Il portamento è eretto. La sua chioma è folta. Le foglie del cipresso sono piccole e dure. I rami partono dal basso verso l’alto e sono fini, lunghi e fragili. Il tronco è diritto, stretto e lungo; il cipresso ha un solo tronco. La sua corteccia è ruvida e rugosa. Le radici non si vedono. Il cipresso fa anche i fiori. I frutti sono tondi. Sono pigne.
Stesura di gruppo
CONSEGNA
Descrivete l’albero che si trova nel racconto “La regina del bosco”. Parlate di tutte le sue parti. Scrivete in scrittura ordinata perché dovrete far leggere il testo a un “grande”. Fate anche il disegno dell’albero.
ROUNDTABLE
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COSTRUIAMO UN TESTO DA SOLI In un giorno successivo si passa alla produzione individuale. Ciascun alunno, utilizzando la scheda con le immagini relative alla betulla e lo schema di progettazione, costruisce un proprio testo.
REVISIONE IN COPPIA Utilizzando la check list, ogni alunno controlla il testo del compagno di coppia; dà poi suggerimenti per integrare e migliorare l’elaborato. Gli autori rivedono il lavoro svolto e lo correggono anche utilizzando i consigli ricevuti. Procedono poi alla trascrizione del testo nella versione definitiva.
Stesura autonoma
SUPERVISIONE DI COPPIA
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Devo ancora sistemare
LA BETULLA
La pianta è una betulla. E’ una pianta perenne di tipo caducifoglia e si trova in gruppo. La sua altezza è abbastanza elevata e il portamento eretto e un po’ incurvato.
La chioma è rada e le foglie sono piccole, con venature, a forma appuntita con margine seghettato e sono leggere. In autunno sono arancioni e marroni.
I rami partano da in alto, sono abbastanza fini e intrecciati, lunghi e resistenti e anche di colore marrone chiaro.
C’è un solo tronco. l tronco è dritto e nodoso. La corteccia è rugosa, ruvida e un po’ fessurata.
Non si vedono radici. I frutti si chiamano infiorescenze.
CONSEGNA
Mostra ai tuoi genitori come hai imparato a descrivere un albero: • segui lo schema • parla di tutte le parti • scrivi in bella scrittura e con ordine • non fare errori • allega un disegno
ESEMPIO di testo prodotto
ORGANIZZAZIONE (2) p. 5 CONTENUTO (1‐3) p. 10 SINTASSI E MORFOLOGIA (4) p. 10 ORTOGRAFIA ( 6) p. 10 CALLIGRAFIA E IMPAGINAZIONE (5) p. 5 LESSICO (7) p. 10 TOTALE p. 50
CRITERI DI VALUTAZIONE
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RIFLETTERE SULLE PROPRIE COMPETENZE DI SCRITTURA Per indagare l’atteggiamento degli alunni verso la scrittura e il livello di consapevolezza dei propri punti di forza e degli eventuali punti critici sono stati proposti due questionari metacognitivi. Il primo ad inizio percorso, il secondo al termine dell’unità di lavoro sugli alberi.
IO E LA SCRITTURA (1)
SI’ ABBASTANZA NO
1 Ti piace scrivere i tuoi pensieri?
2 Ti piace inventare frasi con le parole che la maestra ti suggerisce?
3 Prima di scrivere hai bisogno di pensare per molto tempo?
4 Di solito, hai tante cose da dire?
5 Quando scrivi ti serve l’aiuto di un adulto?
6 Quando scrivi, cancelli molte volte?
7 Impieghi tanto tempo per scrivere una frase?
8 Quando scrivi, riesci a far capire bene i tuoi pensieri agli altri?
IO E LA SCRITTURA (2)
SI’ ABBASTANZA NO
1 Ti è piaciuto descrivere gli alberi? 2 Ti è piaciuto utilizzare le parole giuste per spiegare come sono
fatti gli alberi?
3 E’ stato difficile iniziare? 4 Sei riuscito a mettere in ordine le frasi? 5 Hai chiesto qualche aiuto? 6 Descrivere gli alberi ti è sembrato facile? 7 Hai rispettato i tempi dati? 8 Sei stato bravo in questa attività?
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DIARIO DI BORDO Nel progettare l’unità di lavoro ho imparato a conoscere le varie fasi implicate nell’elaborazione di un percorso di scrittura (generazione delle idee, pianificazione, stesura e strumenti di coesione, revisione, autovalutazione e valutazione) ed ha utilizzare le strategie di apprendimento cooperativo. Durante l’attuazione del percorso (lungo e articolato) ho dovuto ridimensionare i tempi di alcune proposte. Ho ancora difficoltà a gestire adeguatamente la scala delle competenze (LIVELLI), infatti nel mio lavoro non sono riuscita a effettuare la valutazione sui livelli di competenza. Durante i lavori di gruppo ho avuto la possibilità di osservare maggiormente il comportamento e il coinvolgimento degli alunni. Costruire insieme ai bambini lo schema è stato stimolante per i bambini, ma lo è stato anche per me perché ho riscontrato la ricchezza delle loro conoscenze pregresse. Penso che questo lungo percorso non si sia esaurito con la verifica finale, ma abbia messo le basi per i prossimi progetti. Infatti mi sento più attrezzata in alcuni aspetti didattici e stimolata all’utilizzo di metodologie di apprendimento cooperativo. Lucia Tebaldi
LA PAROLA ALL’INSEGNANTE