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PSICOLOGIA DELLA MUSICA LA PERCEZIONE
a cura di Marina Callegari
MusicistinsegnantI
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La percezione
Argomen? principali:
• Come funziona la percezione? • Come funziona la percezione musicale? • A cosa possono servire queste informazioni a un musicista e/o un insegnante di musica/strumento/canto?
COMINCIAMO!
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Osservate la seguente immagine:
Cosa vi colpisce di più?
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Probabilmente il fiocco rosso.
Per quale mo?vo?
• Il fiocco rosso è “appariscente di per sé” • Il fiocco rosso aQorno a una casa è “strano” … Altre ipotesi?
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Come funziona la percezione?
La prima cosa che possiamo dire è che la percezione tende a soffermarsi su ciò che è evidente/vistoso/emerge. Ciò che in qualche modo tende a veicolare la nostra aQenzione su di sé. Come appunto il fiocco rosso della nostra immagine.
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Cosa si intende per “qualcosa che è evidente”?
• Quel qualcosa è evidente “di per sé” (come il fiocco rosso).
• Quel qualcosa spicca su uno sfondo o in relazione ad un contesto (ad es. il colore rosso su uno sfondo bianco, una persona ves?ta in maschera quando non è carnevale).
• Quel qualcosa diventa evidente per noi perché ci siamo abitua? (per educazione o interesse) a farvi caso in modo par?colare.
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Osservate ora il seguente schema A G N E L L O L A F U B A
O P E A N O T A R A M R C
R N R L A I A I H G E I I
T B A R A T T O L O N S M
T A G P E T T A B A I C A
E O I R A D A R T S G O R
P O S T E R R I A A A L E
S B A S S O T T O P P A C
Cosa vedete?
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Probabilmente una serie di parole.
Ad esempio: A G N E L L O L A F U B A
O P E A N O T A R A M R C
R N R L A I A I H G E I I
T B A R A T T O L O N S M
T A G P E T T A B A I C A
E O I R A D A R T S G O R
P O S T E R R I A A A L E
S B A S S O T T O P P A C
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Com’è possibile? • Perché tendiamo a unire le leQere singole in parole di senso compiuto. • Perché le parole “spiccano” eviden? su uno sfondo di leQere. • P e r c h é c o n o s c i amo i l c o d i c e dell’alfabeto, quindi ci è possibile compiere “automa?camente” queste azioni.
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Il conceQo di raggruppamento
• Nell’a_vità precedente gli s?moli-‐leQere sono riconosciu? dal nostro occhio e raggruppa? secondo la logica della nostra lingua. La nostra percezione è in questo caso influenzata dalla nostra educazione, dalla cultura in cui siamo inseri?.
• TuQavia la percezione tende a raggruppare gli s?moli, se ques? rispondono a determina? requisi?.
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Come fa la nostra percezione a raggruppare gli s?moli
Osservate la seguente immagine e quelle delle prossime diaposi?ve:
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Che cosa avete visto? Probabilmente dei cerchi, isola?, uno per diaposi?va. Osservate ora la seguente immagine: Quan? cerchi vedete?
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E ora?
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Gli s?moli
• Se sono troppo distan? tra loro tendono a essere percepi? come isola? (come nel primo degli esempi preceden?. Un cerchio per ogni diaposi?va).
• Se troppo vicini tra loro tendono ad essere sovrappos? (come nel secondo degli esempi preceden?).
• Se “alla giusta distanza” tendono ad essere raggruppa? in unità di senso, come nell’ul?mo esempio, nel quale tendiamo a vedere un “triangolo” i cui ver?ci sono rappresenta? dai cerchi. Allo stesso modo è possibile, ad es., percepire una melodia.
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I faQori automa?ci di raggruppamento
Osservate i seguen? esempi: cosa vedete? 1 2
Probabilmente in fig. 1 delle colonne e in fig. 2 delle righe. In questo caso la nostra percezione raggruppa gli s?moli per vicinanza.
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Osservate il seguente esempio: cosa vedete?
Probabilmente delle righe di palline bianche e delle righe di palline nere. In questo caso gli s?moli vengono raggruppa? per uguaglianza.
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Osservate i seguen? esempi: cosa vedete?
Nella fig. a si “vede” una linea che aQraversa tre “pali”; nella fig. b due linee che si intersecano: la prima formata dai segmen? 1 e 2 e l’altra dai segmen? 3 e 4. In questo caso gli s?moli sono raggruppa? per buona con?nuità e buona forma.
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La nostra percezione davan? a uno spar?to
Osserviamo lo spar?to nella prossima diaposi?va: • Quali sono gli elemen? eviden?? • Quali i raggruppamen?? • Come e dove ag iscono i faQor i d i organizzazione automa?ca?
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Si osserva come la frase iniziale viene percepita come unità di senso per uguaglianza,vicinanza e buona con?nuità. In questo modo si può cogliere la sua ripe?zione a a baQ. 17, 49 e 61.
A baQuta 5 si percepisce un cambiamento, si iden?fica una differenza con l’unità precedente e l’occhio determina un nuovo raggruppamento per uguaglianza/somiglianza degli s?moli. Analogamente per il resto del brano.
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La percezione udi?va
La percezione udi?va funziona in modo analogo a quella visiva. In questa forma di comunicazione non è possibile fornire esempi di ascolto, perciò ci affidiamo alla scriQura musicale, chiedendo a chi legge di “sen?re” l’effeQo.
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Aspe_ udi?vi eviden? • Per il nostro orecchio la “melodia”è un elemento di spicco sullo “sfondo” creato dall’accompagnamento musicale.
• La nostra aQenzione, educazione e cultura ci abituano a “eliminare” dall’ascolto (ovvero a meQere nello sfondo) alcuni suoni o rumori rispeQo ad altri: è così che possiamo parlare in un luogo affollato, ascoltare un brano eseguito al pianoforte senza badare al rumore del pedale, ecc.
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Il raggruppamento in musica
Osservate il seguente esempio:
Si notano tre coppie di cerchi e poi, a parte, tre p u n ? . F a c i l m e n t e a s s i m i l a b i l i a d un’organizzazione ritmica di questo ?po:
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Allo stesso modo funziona l’aspeQo melodico, sopraQuQo in ambito tonale. Nell’esempio possiamo osservare come l’orecchio percepisca, grazie ai faQori di vicinanza, uguaglianza buona con?nuità e buona forma un senso di polifonia. Le prime due note disegnano un frammento melodico, cui rispondono le crome poste un’oQava soQo, frammento che si trova in con?nuità con le successive due semiminime.
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In quest’altro esempio no?amo come le note acute creino una melodia per buona con?nuità e buona forma (e vicinanza tra loro), mentre le note ribaQute, che danno un effeQo di accompagnamento, sono r a g g r u p p a t e d a l l ’ o r e c c h i o p e r uguaglianza.
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Altri aspe_ interessan? della percezione
Osserviamo la pagina riportata nella prossima diaposi?va. Cosa potremmo dire? Se doveste associare ciò che vedete scriQo ad un suono, quale effeQo ne risulterebbe secondo voi?
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• Probabilmente il segno ondulato dà la sensazione di un movimento sempre più ampio, che poi si rimpicciolisce un po’ a sca_ per riprendere in modo simile all’inizio. Infine una “discesa” e un colpo secco.
• È molto probabile che si associ questo segno a un suono glissato, dapprima ondulatorio e sempre più ampio verso l’acuto e il grave, poi più secco torna velocemente a un registro medio dove con?nua a ondulare, per ricominciare. Infine dopo un glissando in discesa un suono molto grave e piuQosto forte.
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Osservate ora quest’altro esempio :
È analogo al precedente? Perché?
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Probabi lmente anche in questo caso percepiamo un “senso di movimento” dato da: • ascesa e discesa delle note; • intensificazione delle figure.
Il “senso di movimento” e il ?po di associazione sonora che vi possiamo aQribuire appar?ene alla capacità della percezione di associare elemen? visivi, udi?vi e ta_li. Tale capacità è chiamata ISOMORFISMO.
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La tendenza ad aQribuire qualità espressive e fisiognomiche agli “ogge_” viene u?lizzata nella percezione musicale ogni volta che compiamo delle associazioni seman?che con la musica che dobbiamo ascoltare o eseguire.
Che effeQo vi fa questa immagine? Che ?po di musica vi assocereste?
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• Le proprietà materiali e funzionali generalmente si riferiscono alla percezione della realtà, come quando intuiamo che è possibile affondare le mani nell’acqua, ma non nel marmo, o capiamo a cosa possono servire un martello e una forbice.
• Mancano riferimen? di questo ?po negli studi sulla percezione musicale, sebbene la capacità funzionale si u?lizzi nelle a_vità di esplorazione degli strumen? musicali. Altri riferimen? possono essere lega? agli aspe_ sociologici della musica, come i segnal i sonori (per es. s irena dell’ambulanza) e le funzioni della musica nella società (per es. l’uso della musica nella pubblicità).
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Riassumendo:
• La percezione è colpita dagli s?moli più eviden?, come ad es. nelle situazioni di figura/sfondo
• La percezione tende a raggruppare gli s?moli per: • uguaglianza/somiglianza • vicinanza • buona con?nuità di direzione • buona forma.
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Altre caraQeris?che della percezione sono: • gli isomorfismi, cioè la capacità di collegare i tre sensi principali:
ad esempio ques? tre cerchi sono isomorfi a tre colpi di cui il secondo più debole.
• le qualità espressive e fisiognomiche (cioè la capacità di aQribuire un significato/un’emozione a ogge_/even?),
• le proprietà materiali e funzionali (la nostra percezione ci aiuta a intuire le qualità degli elemen? e le funzioni degli ogge_).
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A cosa possono servire queste informazioni per chi fa o insegna musica? • Studiare u?lizzando l’analisi del brano (riconoscere par? uguali/simili da par? diverse) e insegnare ai propri allievi a fare la stessa cosa.
• Nell’insegnare aspe_ sinta_co-‐gramma?cali par?re dalla percezione e non da conce_ astra_: ad es. iden?ficare all’ascolto la presenza della pulsazione, il raggruppamento metrico di un brano, le unità di senso (frasi melodiche, cellule ritmiche).
![Page 38: Psicologia della musica 1](https://reader030.vdocuments.pub/reader030/viewer/2022012316/547c32e25906b57c798b4704/html5/thumbnails/38.jpg)
• Cogliere la “fisiognomica” del brano e iden?ficare all’ascolto quali elemen? della musica, e quali pa r?co la r i comb inaz ion i deg l i s te s s i , contribuiscono a un certo ?po di associazioni piuQosto che altre in quel par?colare brano. U?lizzare questa capacità di associazione per lavorare sull’aspeQo interpreta?vo e per insegnare alcuni conce_ musicali.
• U?lizzare gli isomorfismi per spiegare con semplicità come funziona la scriQura musicale. (Su questo punto si veda anche la ques?one della simbolizzazione).
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Grazie per l’aQenzione!
Marina Callegari Musicis?nsegnantI
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